Boschi italiani

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MATERIALE DE CECCO

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boschi dell'ambiente mediterraneo

boschi dell'ambiente planiziario e siepi campestri

boschi dell'ambiente fluviale

boschi dell'ambiente collinare

boschi dell'ambiente montano

boschi dell'ambiente alpino

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» BOSCHI DELL'AMBIENTE ALPINO» Sulle Alpi le foreste di conifere, ad altitudine

all'incirca tra i 1400 e i 2000-2300 m, costituiscono l'ultima fascia forestale, oltre questa le condizioni climatiche non consentono la crescita degli alberi, che così lasciano il posto agli arbusti (Pino mugo) e alle praterie di alta montagna.L'Abete rosso è la conifera più diffusa, ma importanti sono anche il Larice e il Pino silvestre. La specie che raggiunge le quote più elevate è il Pino cembro.La foresta alpina di conifere è ancora il più intatto tra gli ambienti forestali italiani, pur tuttavia per salvaguardarne l'integrità naturale è stato necessario tutelare molte zone con l'istituzione di parchi naturali (il Gran Paradiso, lo Stelvio, le Dolomiti sono i più noti). In queste zone protette e' ancora possibile ammirare esemplari della fauna rari e in via di estinzione come l'orso, lo stambecco, l'aquila reale.

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ABETE ROSSO (Picea excelsa) - Pinacee

Il nome del genere deriva dal latino "pix", (=pece, resina). Il nome di "Abete

rosso" fa riferimento al colore della corteccia.

L'Abete rosso è una conifera sempreverde di prima grandezza, che può arrivare a 50 m di altezza e 2 m di

diametro del tronco con longevità anche di 4-500 anni.

E' una specie che predilige climi continentali, diffusa sulle Alpi, sui

Balcani e nell'Europa centro settentrionale.

E' la conifera che ha la più grande importanza forestale in Italia e in

Europa. Il legno è molto richiesto per i suoi molteplici usi, in particolare è

impiegato in falegnameria. E' coltivato anche come pianta ornamentale e come

albero di Natale.

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I coni dell'Abete rosso sono penduli di colore rosso bruno e allungati (10-20 cm)

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Le foglie aghiformi dell'Abete rosso, lunghe circa 2 cm, di colore verde scuro, sono disposte a spirale sui rametti

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L'Abete rosso, ha tronco diritto e portamento eretto con chioma slanciata, piramidale.

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LARICE (Larix decidua) - Pinacee

Il nome ha conservato l'origine latina.

Il Larice è una conifera a foglie caduche di prima grandezza (fino a 40 m di altezza), di rapido accrescimento e molto longevo.

E' originario dell'Europa Centrale e delle Alpi, dove arriva sino al limite superiore della vegetazione arborea (in genere sopra i 1000 m.) Trova le migliori condizioni di vegetazione nelle stazioni ben illuminate, con terreno fresco e sciolto e clima asciutto e continentale.

Il legno del Larice è di ottima qualità di grande durevolezza e bell‘ aspetto. É molto ricercato per costruzioni edili, navali e in falegnameria.

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LE FOGLIE AD AGO SONO TENERE DI COLORE VERDE CHIARO E CADONO IN INVERNO

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I coni si trovano tutt’ intorno al rametto. Sono ovali con grosse squame e rimangono sull’ albero per diversi anni dopo che il seme è caduto

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Il Larice ha corteccia bruno-rossastra, molto spessa e profondamente solcata.

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Il Larice ha tronco dritto e slanciato con chioma leggera e piramidale.

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PINO SILVESTRE (Pinus sylvestris) - PinaceeIl nome della specie, che ha mantenuto l'origine latina, significa selvatico, del bosco.E' un albero che può raggiungere i 35-40 m di altezza e 1 m di diametro del tronco.Specie tipicamente continentale, ha una diffusione amplissima,che va dalla Spagna alla Siberia. In Italia è spontanea sulle alpi, dove forma boschi assieme ad altre specie, come l’ abete bianco, l’ abete rosso, il faggio. Si adatta a vivere su tutti i terreni. Il legno è resistente pur essendo morbido e facile da lavorare. Si impiega per lavori di falegnameria, travature e come pasta per cellulosa nell'industria cartaria. .

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Gli aghi del pino silvestre sono appaiati,lunghi 5-7 cm.

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I coni del pinp silvestre sono arrotondati e pendenti, hanno squame legnose

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La corteccia del Pino silvestre è a placche rosso brune nella parte inferiore del fusto, squamosa e colore rosso arancio in alto.

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Il Pino silvestre ha chioma piramidale e fusto diritto.

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PINO CEMBRO (Pinus cembra) - Pinacee

Il nome della specie ha conservato l'origine latina; altro nome comune del P. cembro è "Cirmolo".

E' un albero di terza grandezza, (fino a 20 m di altezza e 1 m di diametro), molto longevo e di lenta crescita.

Specie tipicamente continentale, estende il suo areale sulle Alpi e sui Carpazi dove riesce a raggiungere le quote più elevate (2500 m). Nel suo ambiente produce un apparato radicale molto sviluppato che si spinge nelle fessure delle rocce ancorando saldamente la pianta al suolo.

Il legno, omogeneo e tenero, è ricercato, oltre che in falegnameria, per lavori di artigianato (oggetti scolpiti e intagliati).

I semi, commestibili, costituiscono cibo per scoiattoli ed uccelli.

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• Il Pino cembro ha chioma densa, piramidale e ovato-arrotondata

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• Le foglie del Pino cembro, aghiformi, riunite in fascetti di 5, sono lunghe 5-9 cm, verde scuro nella parte superiore, verde glauco inferiormente

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La corteccia del Pino cembro è rugosa e fessurata in placche grigie all'esterno, rosso-brune internamente.

Il Pino cembro vive alle quote estreme della vegetazione arborea formando boschi puri (cirmeti) o misti con altre conifere dell'ambiente alpino: Larice, Abete rosso e Pino mugo

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PINO MUGO (Pinus montana) - PinaceeIl nome latino della specie allude

all'ambiente di alta montagna proprio di questo pino.

E' diffuso sulle montagne europee (Alpi, Appennini, Carpazi, Balcani, Pirenei) dove

vegeta alle quote più elevate. Comprende varie sottospecie o varietà. Generalmente a portamento prostrato,

cespuglioso (è il più piccolo dei pini europei), solo in alcune varietà a

portamento eretto può raggiungere i 20 m di altezza.

Il legno tenero, elastico e facilmente lavorabile non è generalmente utilizzabile date le modeste dimensioni raggiunte e

quindi non ha grande valore commerciale. Dai rametti si ottiene un olio essenziale:

l'olio di mugo.

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• Il Pino mugo ha portamento molto variabile, da prostrato a cespuglioso ad eretto a seconda delle varietà e delle condizioni ambientali.

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• Le foglie del Pino mugo, aghiformi, sono riunite a 2, talvolta 3, lunghe 3-8 cm, di colore verde scuro.

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La corteccia del Pino mugo è grigio-nerastra a squame piccole.

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• Alberi dei boschi montani

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ABETE BIANCO (Abies alba) - Pinacee

Il nome deriva dal latino "abire", andarsene, nel senso di

allontanamento dal terreno in riferimento alla grande altezza che

può raggiungere.L'Abete bianco è un albero

sempreverde di prima grandezza che può raggiungere i 50 m di altezza e 3

m di diametro del tronco.Ha un areale centro Europeo, molto frazionato. In Italia è presente sulle Alpi e, molto meno, sugli Appennini (dove la sua presenza è stata molto

ridotta per mano dell'uomo).Il legno è simile e ha lo stesso impiego

di quello dell'Abete rosso: se ne ricavano tavole, casse, sculture e pasta da cellulosa. Dalle foglie si

ricava l'essenza di trementina usata in medicina e veterinaria.

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• L'Abete bianco, ha tronco diritto e portamento eretto con chioma slanciata, piramidale.

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Gli strobili dell'Abete bianco, a maturità, non cadono interi, ma si desquamano lasciando i rachidi sul ramo.

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• L'Abete bianco ha corteccia di colore grigio scuro liscia da giovane che diventa poi fessurata e resinosa con il tempo.

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• L'Abete bianco si trova generalmente consociato al Faggio con il quale ha in comune esigenze di clima oceanico e di terreno fresco e profondo, ma spesso, sulle Alpi, è presente anche nei boschi di Abete rosso.

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PINO NERO (Pinus nigra) - Pinacee

Il nome della specie allude al colore scuro della chioma.

Sotto il nome di Pino nero si comprendono varie sottospecie distribuite intorno al Mediterraneo. In Italia se ne riconoscono almeno tre, che presentano caratteristiche poco diverse: il Pino nero Austriaco, spontaneo nelle Alpi orientali in Carnia, il Pino nero di Villetta Barrea presente in Abruzzo, e il Pino nero Laricio della Sila e dell'Aspromonte in Calabria.

Alberi di diversa grandezza, (40 m il Laricio, 25-30 l'Austriaco, 15 il Pino nero di Villetta Barrea), sono specie che si adattano ai terreni più diversi, per questo molto impiegate nei rimboschimenti di pendici aride e degradate.

Il legno più pregiato è quello del Laricio (usato per tavole e lavori di falegnameria), mentre nelle altre due sottospecie si impiega solo nell'industria cartaria per produrre cellulosa.

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• Il Pino nero ha generalmente tronco dritto e chioma piramidale.

Il Pino nero ha foglie aghiformi, riunite a 2, più corte nella sottospecie di Villetta Barrea (5-10 cm), più lunghe nelle altre 2 (fino a 15 cm).

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FAGGIO (Fagus sylvatica) - Fagacee

Il Faggio è il principale componente dei boschi montani di latifoglie.

E' un albero caducifoglie che può raggiungere i 30 m di altezza e 1,5 m di diametro del tronco; è abbastanza longevo (300 anni).

Ha un vasto areale europeo. In Italia si trova sulle Alpi (fino a 1400m) e sugli Appennini (fino a 1800 m) formando boschi puri e misti in stazioni fresche.

Il legno è pregiato per il bell'aspetto e la facile lavorabilità: si impiega per mobili, oggetti da tornio, liste per pavimenti, compensati e impiallacciature; è inoltre ottimo come combustibile (legna da ardere e carbone) e per la produzione di cellulosa nell'industria cartaria.

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• Il Faggio ha tronco dritto e regolare, con rami ascendenti che formano una chioma ampia.

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PIOPPO TREMOLO (Populus tremula) - Salicacee

Il nome specifico allude al tremolìo delle foglie.

E' un albero caducifoglie di seconda grandezza alto fino a 25 m e con tronco che può arrivare a misurare 1 m di diametro.

Ha un vastissimo areale che si estende in Europa e gran parte dell'Asia.

I fiori maschili e femminili crescono su alberi diversi (pianta dioica). Fiorisce da marzo a maggio.

Il frutto è una capsula che a maturità libera dei piccolissimi semi avvolti da una lanugine bianca che viene trasportata dal vento.

Il legno, tenero, non ha gran pregio e viene utilizzato per imballaggi, fiammiferi e per la produzione di cellulosa nell'industria cartaria.

Per la sua capacità di adattamento, il Pioppo tremolo viene impiegato nel rimboschimento di terreni nudi di montagna.

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• Il Pioppo tremolo ha portamento slanciato con tronco dritto e pochi rami, alti.

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• La corteccia del Pioppo tremolo è liscia, di color grigio-verde.

Con l'età la corteccia del Pioppo tremolo diventa bruna e fessurata alla base del tronco.

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• Di veloce accrescimento, il Pioppo tremolo predilige terreni freschi, ma si insedia facilmente nelle radure dei boschi adattandosi anche a terreni sciolti.

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ACERO DI MONTE (Acer pseudoplatanus) - Aceracee

Il nome specifico allude alla somiglianza della foglia con quella del platano.

E' un grande albero (30-40 m di altezza) caducifoglie, il più longevo tra gli aceri (2-300 anni).

Molto simile all'Acero riccio, si può distinguere da questo per i caratteri delle foglie e dei frutti.

Il suo areale occupa tutta l'Europa media dai Pirenei al Caucaso. In Italia si trova sulle Alpi e sugli Appennini nella zona del faggio su terreni freschi e profondi.

Il legno è ricercato per la fabbricazione di mobili e rivestimenti di pregio.

L'acero di monte è impiegato nelle alberature stradali e nei parchi di città tollerando abbastanza bene l'inquinamento atmosferico.

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• L'Acero di monte ha tronco diritto e chioma ampia e densa.

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• Le foglie dell'Acero di monte sono grandi (10-20 cm), a lobi appuntiti e dentati.

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• I frutti dell'Acero di monte sono samare doppie con ali lunghe 3-6 cm, riunite in grappoli.

I frutti dell'Acero di monte sono samare con ali più chiuse rispetto a quelle dell'Acero riccio

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• I fiori dell'Acero di monte sono in grappoli pendenti. Compaiono da aprile a giugno.

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E' un albero caducifoglie di seconda grandezza (25-30 m di altezza), meno longevo rispetto all'Olmo campestre.

Il suo vasto areale europeo areale si spinge meno a sud e più a nord rispetto a quello dell'Olmo campestre. In Italia si trova sulle Alpi e sugli Appennini fino all'Italia centrale, sporadico nei boschi montani, predilige terreni fertili e freschi.

Anche l'olmo montano, come il campestre è stato negli ultimi anni decimato dalla Grafiosi.

Il legno è un po' meno pregiato di quello dell'Olmo campestre, ma impiegato per gli stessi usi: in particolare per mobili, liste per pavimenti e per pezzi di macchine soggetti a forte attrito.

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• La chioma dell'Olmo montano è ampia e densa.

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• La corteccia dell'Olmo montano è dapprima liscia e poi screpolata, di colore grigio-bruno.

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TASSO (Taxus baccata) - Taxacee

Il Tasso è un albero di terza grandezza (15-20 m), ma che può raggiungere notevole dimensione del diametro del tronco. E' molto longevo (2000 anni).

Vive in gran parte dell'Europa. In Italia non forma boschi puri e neanche gruppi di qualche estensione, ma si trova generalmente nelle faggete (noti sono gli esemplari presenti nella Foresta Umbra sul Gargano).

Il legno è forte, pesante ed elastico (nel Medio Evo si impiegava per la costruzione degli archi), è ricercato per lavori di ebanisteria.

E' coltivato come pianta ornamentale in giardini, parchi e cimiteri.

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• Il Tasso ha chioma arrotondata e ramosa di colore verde cupo.

Le foglie del Tasso, aghiformi, ma non pungenti, sono disposte in due file lungo i rametti.

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• Il frutto del Tasso è una bacca di colore rosso vivo.

Il Tasso fiorisce da Gennaio ad Aprile.

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• La corteccia del Tasso è bruno rossastra e squamosa.

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Alberi dei boschi collinari

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CERRO (Quercus cerris) - Fagacee

Il nome ha conservato l'origine latina.

Il Cerro è un grande albero caducifoglie, che può superare anche i 30 m di altezza e raggiungere 1,5 m di diametro. E' longevo anche più di 200 anni.

Diffuso dal sud-est europeo al sud-ovest dell'Asia, in Italia forma boschi puri o misti nell'area collinare fino a 1200 m di altitudine. Predilige terreni profondi, ma non è particolarmente esigente e non soffre la siccità.

Il legno è usato per produrre traverse ferroviarie, doghe per botti, pali ed è anche un ottimo combustibile.

Viene usato nei rimboschimenti dell'area mediterranea collinare-montana anche mediante semina diretta, data la buona capacità di germinazione del seme ed il veloce accrescimento della pianta.

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• Il Cerro è un bell'albero, maestoso; tra le querce italiane è quella che cresce più rapidamente.

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• La corteccia del Cerro è grigio scura, fessurata abbastanza profondamente

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ROVERELLA (Quercus pubescens) - Fagacee

Il nome indica la minor taglia della pianta rispetto alla Rovere, con la quale a volte viene confusa.

La Roverella è un albero di terza grandezza (20 m) che può anche superare i 2 m di diametro. E' anche abbastanza longevo, ma in genere meno della Farnia e della Rovere.

L'areale di diffusione si estende sull'Europa meridionale e l'Anatolia. In Italia è molto più diffusa della Rovere e si adatta bene anche a terreni aridi e rocciosi.

Il legno è un ottimo combustibile, più pesante di quello della Rovere, tende ad imbarcarsi ed essendo più difficile da lavorare trovava impiego in passato soprattutto per traverse ferroviarie, oggi ancora solo per travature e costruzioni navali.

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• La Roverella ha chioma ampia e piuttosto irregolare.

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• Il tronco della Roverella è breve, contorto e ramificato in branche sinuose.

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• la corteccia della Roverella, grigio-bruna, è rugosa a scaglie.

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CARPINO NERO (Ostrya carpinifolia) - Corylacee

Il nome deriva dal latino ed era già usato da Plinio per indicare una specie del carpino.

Il Carpino nero è un albero caducifoglie di terza grandezza, alto fino a 15-20 m, originario dell'Europa sud orientale e dell'Asia minore.

Ha un legno rossiccio e duro; si usa come combustibile (legna e carbone) e per fabbricare piccoli arnesi.

In Italia è molto più diffuso del Carpino bianco e viene adoperato sia nelle alberature che nei rimboschimenti essendo una specie non molto esigente in fatto di terreno e che resiste bene agli incendi.

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• Il Carpino nero ha tronco diritto e chioma raccolta un po' allungata

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I fiori del Carpino nero sono unisessuali. Quelli maschili, raggruppati in amenti penduli di 2-4, compaiono già in autunno.

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• La corteccia del Carpino nero è marrone-rossastro scuro, prima liscia e poi con spaccature verticali.

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ORNIELLO (Fraxinus ornus) - Oleacee

Il nome della specie deriva da quello che i latini davano al frassino da manna.

L'Orniello o Frassino minore è un piccolo albero caducifoglie, (raramente supera i 10 m) o più spesso un arbusto.

E' originario dell'Europa meridionale ed in Italia è presente dal piano fino ai 1500 m, adattandosi bene anche alle stazioni aride e rocciose.

Produce un legno resistente ed elastico, ricercato per manici di attrezzi sportivi, per pali e cerchi di botte; è anche un'ottimo combustibile.

Dai rami si estrae una sostanza zuccherina (la manna), usata nei farmaci. In Sicilia si ha la maggior coltivazione di frassini da manna.

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• L'Orniello è un piccolo albero con fusto diritto e chioma arrotondata.

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I frutti sono samare alate, meno allungate rispetto al Frassino maggiore e ovate alla base, riunite a grappoli.

I fiori dell'Orniello sono pannocchie dense, odorose. Compaiono dopo le foglie nella primavera avanzata.

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• La fioritura bianca ed intensa fa dell'Orniello un bell'albero da ornamento.

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• La corteccia dell'Orniello è grigia e liscia fino ad età avanzata.

Solo nei tronchi più grossi la corteccia si presenta ruvida e screpolata finemente.

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TIGLIO SELVATICO (Tilia cordata) - Tiliaceee

Il nome specifico allude alla forma della base fogliare (cordata=cuoriforme).

Il Tiglio selvatico è un albero caducifoglie di seconda grandezza, (fino a 25-30 m di altezza e 2 m di diametro del tronco).

Molto simile al Tiglio nostrale, con il quale è facilmente confuso. Se ne differenzia in particolare per la foglia più piccola, liscia nella pagina inferiore e con nervature poco prominenti.

Ha un vasto areale europeo che va dalla Spagna al Caucaso.

Il legno del tiglio, di facile lavorazione, trovava impiego in passato per fabbricare mobili e zoccoli, per lavori da intaglio e tornio. Il carbone è apprezzato per fabbricare la polvere pirica.

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• Il Tiglio selvatico è una pianta a rapido accrescimento ed il suo tronco può raggiungere ragguardevoli dimensioni .

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• La corteccia del Tiglio selvatico è liscia e bruna da giovane.

La corteccia del Tiglio selvatico, nei tronchi più grossi diventa più scura e si spacca in sottili fessure longitudinali, molto separate l'una dall'altra.

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CASTAGNO (Castanea sativa) - Fagacee

Il nome deriva dal greco "kastanon".

Il castagno è un albero caducifoglie, molto longevo (fino a 1000 anni), che può raggiungere i 30 m di altezza e i 6-8 di diametro del tronco.

L'areale originario è difficile da ricostruire perchè la pianta da tempi antichissimi è stato diffuso per il frutto in molti paesi. Di origine orientale, allo stato spontaneo si trova in una vasta area mediterranea dal Caucaso alla penisola Iberica. In Italia il suo indigenato appare molto probabile. Fino a qualche decennio addietro la sua diffusione era assai maggiore, in seguito è stato colpito da varie malattie, la più grave delle quali, il "cancro del castagno", ne ha ridotto di molto la coltivazione.

Il legno, di lunga durata, è ricercato per fabbricare mobili, doghe per botti, travature e soprattutto pali.

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• La corteccia del Castagno è bruno rossastra, brillante e liscia da giovane, poi screpolata.

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ROVERE (Quercus petraea) - Fagacee

Il nome specifico indicherebbe il fatto che la pianta ama i luoghi pietrosi ben drenati.

La Rovere è una quercia caducifoglie di prima grandezza, che può superare anche i 30 m di altezza e raggiungere i 2 m di diametro.

Simile alla Farnia, con la quale è spesso confusa, è un po' meno longeva (3-400 anni).

Ha un'areale comprendente gran parte dell'Europa centrale e sudorientale.

Produce un legno del tutto simile a quello della Farnia, ma più pesante. Si usa per costruzioni edili e navali, travature, mobili, liste per pavimenti, doghe per botti ed è ottimo da ardere e per carbone.

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• La Rovere somiglia alla Farnia nel portamento della chioma, ma si distingue per il tronco che si ramifica più in alto.

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• La corteccia della Rovere ha fessurazioni più piccole e meno profonde rispetto a quella della Farnia.

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Alberi dei boschi mediterranei

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CIPRESSO (Cupressus sempervirens) - Cupressacee

Il nome deriverebbe dal greco "kuparissos" a ricordo del nome di un giovane greco cambiato da Apollo in Cipresso.

Il Cipresso è una conifera originaria dei paesi mediterranei orientali, ma diffusa in tutto il mediterraneo. In Italia, pur non formando boschi allo stato naturale, è stato spesso introdotto nei rimboschimenti.

Albero di seconda grandezza, raggiunge anche i 25 m, di lento accrescimento e molto longevo (fino a 2000 anni).

Ha tronco diritto che raramente supera i 50 cm di diametro.

Il Cipresso è una pianta coltivata per motivi ornamentali in alberature stradali, parchi, giardini, cimiteri e impiegata come siepe frangivento.

Fornisce un legno, compatto e di grandissima durata, molto apprezzato per la costruzione di mobili, serramenti e sculture.

Dalla distillazione di foglie e rametti si ottiene l'"oleum cupressi", un'essenza impiegata dall'industria farmaceutica.

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• Il Cipresso presenta chioma stretta, affusolata nella varietà "stricta" (detta anche C. maschio), espansa nella var. "horizontalis" (C. femmina).

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•   Le foglie del Cipresso, di color verde scuro, sono simili a squame triangolari che coprono interamente i rametti

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• Le infiorescenze femminili del Cipresso originano strobili globosi, prima verdi e poi marroni, di 3-4 cm di diametro, detti "galbule".

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Il frutto del Cipresso è costituito da 8-14 squame che a maturità si aprono liberando dei piccoli semi.

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• Il Cipresso fiorisce in marzo, quando le infiorescenze maschili diventano gialle e si aprono liberando il polline.

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• La corteccia del Cipresso è color grigio-cenere, fibrosa e finemente rigata in senso longitudinale.

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CORBEZZOLO (Arbutus unedo) - Ericacee

Il nome "arbutus" in latino ha il significato di "piccolo albero", mentre "unedo" deriva da "unum edere", con riferimento ai frutti non troppo saporiti, per cui a mangiarne più d'uno viene la nausea.

Il Corbezzolo è un piccolo albero sempreverde, spontaneo dei boschi e delle zone aride in tutta l'area mediterranea dalla penisola Iberica al Mar Nero.

Di lenta crescita, è più spesso presente allo stato di arbusto, ma può arrivare ad una altezza massima di 10-12 m.

Fornisce un legno duro, adatto per piccoli lavori di artigianato, ottimo come combustibile e per carbone. I frutti trovano impiego per preparare marmellate o per distillare acquavite.

E' coltivato come pianta ornamentale anche per la particolarità che i fiori appaiono in autunno-inverno insieme ai frutti maturi dell'anno precedente.

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• Il Corbezzolo ha un tronco corto, con rami eretti

che formano una chioma bassa e arrotondata

Page 102: Boschi italiani

• Le foglie del Corbezzolo sono ovato-lanceolate, a margine seghettato, verde scuro sopra, più chiare inferiormente.

Page 103: Boschi italiani

• I frutti del Corbezzolo sono bacche rotonde di sapore dolciastro, con buccia granulosa di colore dal giallo al rosso scarlatto secondo la maturità.

Page 104: Boschi italiani

• I fiori del Corbezzolo sono racemi penduli (grappoli) a corolla bianca sfumata di verde o rosa.

Page 105: Boschi italiani

• La corteccia del Corbezzolo è bruno-rossastra e si screpola in sottili placche.

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LECCIO (Quercus ilex) - FagaceeIl nome specifico proviene dal nome "ilex"con cui i Romani indicavano il leccio o elce, le cui foglie talora somigliano a quelle dell'Agrifoglio (Ilex aquifolium).

Il leccio è una quercia sempreverde, caratteristica della vegetazione a "macchia mediterranea", diffusa in tutto il bacino mediterraneo.

Si adatta facilmente a qualsiasi tipo di terreno; vive in formazioni pure o miste, dal mare fino a 1000 metri nella fascia prealpina (Lago di Garda) e 1500 m nell'Appennino.

E' un albero di terza grandezza, alto fino a 20 metri, con tronco che può raggiungere 1 metro di diametro, anche se più spesso si presenta come piccolo albero o addirittura cespuglio. E' una specie longeva che può arrivare fino a oltre 1000 anni di età.

Il suo legno molto duro e pesante, ma difficile da stagionare e da lavorare, veniva usato in passato per lavori di carradore e manici per attrezzi, oggi è ancora apprezzato come combustibile per legna da ardere e da carbone.

Page 107: Boschi italiani

• La chioma del leccio è densa, a forma ovale o espansa, con fogliame di colore verde cupo

Page 108: Boschi italiani

• Il leccio ha foglie di consistenza coriacea, con pagina superiore di colore verde scuro lucente, inferiore verde grigiastra e tomentosa (con peli).

Page 109: Boschi italiani

• Le foglie del leccio sono lunghe 3-7 cm a forma talora allungata oppure ovale, con margini lisci o ondulati o, a volte, dentati.

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• Il frutto del leccio è una ghianda lunga 1,5-2 cm, di colore verde chiaro prima e poi bruna in autunno quando giunge a maturità.

Page 111: Boschi italiani

• I fiori maschili del leccio compaiono in aprile-maggio in forma di amenti penduli

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• La corteccia del leccio, grigia e lucida da giovane, diventa grigio-brunastra poi con l'età, screpolandosi in piccole placche.

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PINO DOMESTICO (Pinus pinea) - Pinacee

Il nome della specie allude alla produzione dei pinoli.

Il pino domestico (o pino da pinoli) è una pianta tipica del Mediterraneo settentrionale, dal Portogallo all'Anatolia.

Preferisce terreni sabbiosi ed esposizioni soleggiate, ma spesso non sopporta i venti salsi marini.

Albero di seconda grandezza, alto fino a 25-30 metri, con diametro del tronco anche di 2 metri, non ha elevata longevità, comunque può vivere fino a 200-250 anni.

Il suo legno ha scarso impiego come combustibile, viene invece usato per costruzioni navali e nell'industria cartaria (cellulosa).

I frutti (pinoli) sono più grandi rispetto a quelli degli altri pini mediterranei, sono commestibili e vengono utilizzati in confetteria.

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• Il fusto del Pino domestico è eretto e la chioma, globosa nelle piante giovani, assume la caratteristica forma "ad ombrello" a maturità.

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• Il Pino domestico ha foglie aghiformi, riunite a 2, lunghe 8-20 cm.

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• I coni del Pino domestico, comunemente detti pigne, a

maturità sono di colore bruno lucido, lunghi 8-15 cm..

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•   I coni, di forma globosa, sono isolati, e producono dei semi detti pinoli che maturano nell'autunno del terzo anno..

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• La corteccia del Pino domestico è rosso-bruna, screpolata a larghe scaglie.

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PINO MARITTIMO (Pinus pinaster) - Pinacee

Il nome specifico deriva dal latino come peggiorativo rispetto al pino domestico.

Il pino marittimo (o pinastro) è diffuso nel bacino del Mediterraneo occidentale.

Tra i pini mediterranei, è quello più resistente al freddo, si spinge maggiormente nell'entroterra e ad altitudini più elevate rispetto al Pino d'Aleppo e al Pino domestico. Rispetto a quest'ultimo resiste inoltre meglio ai venti salsi marini per cui, lungo i litorali, costituisce la prima fascia proteggendo dai venti le retrostanti pinete di Pino domestico.

E' una pianta che può superare i 30 metri di altezza e il metro di diametro del tronco; non è molto longeva (150-200 anni).

Il legno, tenero, ha gli stessi impieghi di quello del Pino domestico (costruzioni navali, imballaggi, cellulosa).

Le pinete di Pino marittimo sono facilmente distrutte dagli incendi, ma la specie ha grande capacità di rinnovarsi sul terreno percorso dal fuoco.

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•   Il fusto del Pino marittimo è diritto o curvato a sciabola con chioma piramidale in gioventù ed espansa-ovoidale a maturità.

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• Il pino marittimo ha foglie aghiformi, riunite a gruppi di 2, lunghe 15-25 cm.

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I coni del Pino marittimo sono ovato-conici, Più lunghi di quelli del pino domestico (fino a 22 cm)..

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• I coni del Pino marittimo sono riuniti a gruppi di 2-4. Producono dei semi piccoli e neri con una lunga ala

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• Le infiorescenze maschili del Pino marittimo, di color giallo-oro, compaiono a fine maggio

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• I fiori femminili del Pino marittino, di colore rosso violaceo e di forma conica, sono inseriti in alto sui rametti.

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• La corteccia del Pino marittimo è di colore bruno-rossastro, spessa e profondamente fessurata.

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SUGHERA (Quercus suber) - Fagacee

Il nome italiano della specie ha conservato l'origine latina.

La Sughera è una quercia sempreverde di terza grandezza, (altezza fino a 15-20 m), con tronco che può raggiungere diametro di m 1,50. E' longeva anche più di 300 anni, anche se, nelle piante sfruttate per il sughero, difficilmente supera i 100-150 anni.

E' propria del Mediterraneo occidentale (versante tirrenico d'Italia, Spagna, Portogallo, Francia, coste del Nord Africa), dove ama località caldo-aride e terreni sciolti e acidi.

Il legno, molto simile a quello del Leccio, non trova grande impiego, ma il prodotto principale della sughera è il sughero, cioè la corteccia che viene periodicamente asportata ad intervalli di 8-10 anni e viene usata per la preparazione di turaccioli, suole di scarpe, come materiale isolante, per rivestimenti ecc.

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• Il fusto della sughera è contorto, la chioma espansa. Rispetto al Leccio la chioma è più ampia, rada e irregolare.

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•   La sughera ha foglie lunghe 3-7 cm, di colore verde scuro e lucido di sopra, grigie e pelose inferiormente.

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• Le foglie della sughera, persistenti, sono brevemente picciolate, ovali, e appuntite, con 4-5 denti acuti su entrambe i lati

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• Il frutto della sughera è lungo 1,5-3 cm, con cupola a squame tomentose grigiastre, che copre fino a metà la ghianda.

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•   La sughera ha corteccia, prima liscia, poi spessa, spugnosa e rugosa, di colore biancastro esternamente, rossastro all'interno.

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• L'importanza della sughera è dovuta alla sua spessa corteccia suberosa che viene asportata periodicamente ad intervalli di circa 10 anni, lasciando a nudo il tronco dal caratteristico colore rossastro.