Bortoletti, Corruzione. Una prima lettura economica, Sociologia della devianza, UNI CZ, aa 2010-2011

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Corruzione e dintorni: una prima lettura UNIVERSITADEGLI STUDI MAGNA GRAECIADI CATANZARO Corso di Laurea Specialistica Interateneo in Scienze del Servizio Sociale SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA (CFU 6) docente Maurizio BORTOLETTI

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Corruzione e dintorni: una prima lettura

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “MAGNA GRAECIA” DI CATANZARO Corso di Laurea Specialistica Interateneo

in Scienze del Servizio Sociale SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA (CFU 6)

docente Maurizio BORTOLETTI

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L’ETICA DELLA RESPONSABILITA’ n  Si contrappone alla “etica della

convinzione” n  Essa non può determinare scelte o

azioni in funzione di valori ultimi, ma invita anzi alla loro ponderazione

n  Per questo a volte porta all’inazione n  Tuttavia, l’etica della convinzione

privata di chiarezza razionale può risolversi in grandi tragedie

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IL CONCETTO DI CULTURA E DI VALORE 1.  Per Weber la cultura è fatta di valori

espressi nei termini di una psicologia razionale l  No psicologia del profondo l  Solo psicologia cognitiva “comune”: volizione,

volontà, coscienza individuale 2.  Il senso delle credenze sta nelle ragioni

che gli individui hanno (nel loro contesto storico concreto) per crederci l  Questo è spiegabile con meccanismi cognitivi

universali l  Le credenze e le azioni sono sempre

“comprensibili”, e come tali vanno spiegate l  Osservatore e osservato obbediscono alle

stesse regole di pensiero

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L’EREDITA’ DI MAX WEBER 1.  Il rapporto tra economia e cultura

nella spiegazione del cambiamento sociale

2.  L’analisi della burocrazia e delle organizzazioni moderne l  Patrimonialismo burocratico e

clientelismo l  Organizzazione scientifica del lavoro

3.  L’analisi della stratificazione sociale in contrapposizione con la teoria marxiana

4.  La tradizione della sociologia qualitativa e storico-comprendente

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I temi della presentazione

n  Il costo della corruzione per la collettività: il punto di vista degli economisti

n  L’organizzazione “industriale” della corruzione

n  Corruzione e criminalità organizzata: un caso di monopolio bilaterale

n  Corruzione, spesa pubblica e la curva di Laffer

n  Alcune implicazioni di policy

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Il costo della corruzione nella letteratura economica

n  Distinzione tra costo per la collettività e danno privato.

n  Il provento del crimine come trasferimento: gioco a somma zero?

n  I costi indiretti : analisi statica o contabile del costo della corruzione v/s analisi dell’impatto dinamico sulla crescita economica e sul funzionamento del sistema economico.

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Un caso di scuola nell’analisi dei costi: la corruzione nell’appalto di un’opera pubblica

n  Primo caso: non c’è effetto sul prezzo e sulla quantità (effetto diretto: redistribuzione)

n  Secondo caso: effetto sul prezzo ma non sulla quantità (effetto diretto: redistribuzione con aumento spesa pubblica e tasse, o riduzione della quantità)

n  Terzo caso: effetto sul prezzo e sulla quantità (effetto diretto: distorsione della spesa pubblica, l’opera pubblica è determinata dalla corruzione).

n  Effetti indiretti di tutti i casi esaminati: riduzione dell’efficienza perché il mercato è meno competitivo.

n  Possibile effetto sul volume della spesa e sulla sua composizione. (Esempio dei paesi in via di sviluppo).

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Analisi della “organizzazione industriale della corruzione”

Schema di un mercato della corruzione:

n  lato dell’offerta: funzionari governativi con poteri discrezionali sull’offerta di beni governativi (licenze, permessi, autorizzazioni, concessioni di appalti, ecc.)

n  lato della domanda: imprese o individui disposti a pagare sia per ottenere beni legittimi, cioè dovuti in base alle leggi, sia per ottenere “beni” non dovuti e quindi illegittimi (evasione fiscale, aggiudicazione di appalti pubblici, o permessi e licenze che l’agente privato non è titolato ad avere).

n  I “beni governativi” offerti sono beni complementari (legittimi o illegittimi),

n  I “beni governativi” offerti non sono beni complementari

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Analisi della “organizzazione industriale della corruzione” [2]

Il risultato standard della letteratura economica sull’organizzazione industriale della corruzione (Shleifer e Vishny 1995) dice che :

n  una struttura della corruzione monopolistica od un oligopolio collusivo che possa controllare l’intero pacchetto degli atti necessari a conseguire un risultato è preferibile ad una struttura in cui diverse agenzie (o funzionari) indipendenti ciascuno con un potere monopolistico sul singolo atto o bene governativo.

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Analisi della “organizzazione industriale della corruzione” [3]

Motivi: n  un’agenzia pubblica monopolistica corrotta vuole

massimizzare la “tangente” complessiva e non la tangente unitaria ottenuta su ciascun atto. A questo fine l’elasticità indiretta (cross elasticità) della domanda deve essere considerata nel fissare il livello ottimale della tangente.

n  Al contrario, funzionari indipendenti massimizzano il proprio ammontare di tangente senza considerare l’effetto indiretto sulla domanda del bene complementare venduto dalle altre agenzie .

n  Il risultato è che in una struttura monopolistica o di oligopolio colluso del mercato della corruzione l’ammontare totale estorto sarà maggiore, ma sarà più alta anche l’attività e sarà più basso il prezzo unitario di ogni atto.

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Analisi della “organizzazione industriale della corruzione” [4]

n  Conclusioni: n  la struttura decentralizzata sarà più inefficiente se

il decentramento riguarda atti complementari (evidenza empirica: paesi in transizione post-comunisti).

n  Nel caso in cui è concentrato l’intero processo di offerta degli atti complementari (bene non complementare) è preferibile una concorrenza tra agenzie, in altri termini è preferibile che non vi sia monopolio del rilascio dei beni governativi.

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Cosa accade quando la corruzione diviene sistema e si collega all’attività della criminalità organizzata?

Il mercato della corruzione come monopolio bilaterale.

n  I racket hanno la caratteristica economica di

garantire dalla defezione i cartelli. n  Nel mercato della corruzione essi assicurano la

tenuta del cartello dell’offerta (monopolio) e garantiscono i diritti di proprietà acquisiti sul mercato corrotto.

n  Dal lato della domanda si forma una struttura non competitiva, la domanda proviene da un cartello o monopolio (non ottiene l’appalto chi paga di più ma chi fa parte del cartello di imprese ammesso all’azione di corruttela).

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Qual è il risultato di questi fenomeni:

n  Esternalità pecuniarie negative. n  Riduzione della concorrenza e della selezione

competitiva del mercato n  Riduzione dell’innovazione e della contestabilità dei

mercati. n  Aumento dell’inefficienza e riduzione della

dinamica della produttività

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La parabola dell’overfishing e la curva di Laffer applicata al sistema di corruzione.

n  Il caso dello stagno chiuso e la curva di Laffer:

corruzione meno predatoria n  Il caso del mare aperto e la spesa pubblica

finanziata da trasferimenti.: corruzione più predatoria.

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Implicazioni di policy n  L’offerta non concentrata di beni pubblici

complementari è inefficiente e dannosa dal punto di vista degli effetti della corruzione.

n  Sportelli unici sono auspicabili anche dal punto di vista degli effetti della corruzione

n  La concorrenza tra agenzie nell’offerta dell’intero pacchetto di beni governativi complementari e di beni pubblici non complementari è auspicabile.

n  L’esistenza di economie basate su trasferimenti produce una corruzione maggiore e di tipo più predatorio (anche se basata su un’offerta monopolistica di beni pubblici).

n  Una riforma federalista risulterebbe come un antidoto positivo contro una corruzione predatoria

n  Una decentralizzazione amministrativa, unita a trasferimenti ed a finanza derivata, provoca incremento della corruzione. (Lo confermano i classici studi di Vito Tanzi applicati anche ai paesi in via di sviluppo).