Bioetica e Deliberazione - Virginia Sanchini

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BIOETICA E DELIBERAZIONE Un caso studio sulle scelte riproduttive Virginia Sanchini UNIMI – Università degli Studi di Milano IFOM – Istituto Firc di Oncologia Molecolare 1 Università degli Studi di Milano, Sala Napoleonica – 19 Ottobre 2016

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BIOETICA E DELIBERAZIONE Un caso studio sulle scelte riproduttive

Virginia Sanchini UNIMI – Università degli Studi di Milano

IFOM – Istituto Firc di Oncologia Molecolare

1 ! !

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Università degli Studi di Milano, Sala Napoleonica – 19 Ottobre 2016

Indice della presentazione

•  Parte 1 - Introduzione –  Che cos’è deliberazione? –  Che uso della deliberazione? –  Traiettorie: perché proprio una bioetica deliberativa? –  Per quale bioetica occorre usare la deliberazione?

•  Parte 2 - Ragioni filosofiche della rilevanza della deliberazione nel contesto pubblico dominato da scenari di conflitto (disaccordo morale)

•  Parte 3 – Caso studio sulle scelte riproduttive

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PARTE 1 INTRODUZIONE

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1.1 Che cos’è deliberazione?

1) Origini della deliberazione •  1980 – 1990 •  Alcuni filosofi politici statunitensi ha presentato un ripensamento

radicale del concetto di democrazia, basato su forme già presenti nella Grecia classica e nella Roma repubblicana

•  Importanza di una partecipazione popolare attiva •  Centralità di procedure democratiche nella costruzione della legittimità

delle decisioni collettive

2) Che cosa critica la deliberazione •  Inadeguatezza delle forme aggregative di democrazia (decisioni tramite

aggregazione delle preferenze della cittadinanza – voto – piuttosto che la loro discussione)

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1.1 Che cos’è deliberazione?

3) L’elemento centrale della deliberazione: il “dare ragioni” “Most fundamentally, deliberative democracy affirms the need to justify decisions made by citizens and their representatives. […] Its first and most important characteristic […] is its reason-giving requirement”.

(Gutmann & Thompson)

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1.2 Che uso della deliberazione?

Le diverse forme della deliberazione 1.  Deliberazione come unico strumento di decision-making di un

sistema democratico 2.  Deliberazione come strumento propedeutico di formazione delle

preferenze dei votanti

*** à La mia prospettiva

•  Secondo uso: deliberazione innanzitutto come strumento propedeutico all’aggregazione delle preferenze

•  Pratica deliberativa in itinere

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1.3 Perché una bioetica deliberativa?

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1.3 Perché una bioetica deliberativa?

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Possibile traiettoria di riflessione •  Il conflitto morale in ambito pubblico sembra ricevere un diverso tipo

di trattamento rispetto a conflitti di carattere non morale. •  Osservabile fattualmente: si permette di far valere in ambito

pubblico come legittime posizioni bioetiche sostantive (in alcuni casi) à ES: obiezione di coscienza

Per quale bioetica occorre usare la deliberazione?

Decidere in condizioni di conflitto: dilemmi e disaccordi

1)  DILEMMA: interno al soggetto, agente costretto a scegliere tra due o più corsi di azione mutualmente escludentesi, inevitabilità del fallimento morale

2)  DISACCORDO: esterno al soggetto, conflitto di posizioni tra due o più gruppi di soggetti che valutano lo stesso scenario con modalità mutualmente escludentesi

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Ø È a livello di disaccordo morale, e quindi nella sua dimensione pubblica, che il dare ragioni sembra giocare un ruolo determinante.

PARTE 2 RAGIONI FILOSOFICHE DELLA RILEVANZA DELLA DELIBERAZIONE NEL CONTESTO PUBBLICO DOMINATO DA SCENARI DI CONFLITTO (DISACCORDO MORALE) 10

Ragioni filosofiche di una bioetica deliberativa

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1)  Ambito pubblico dominato dal disaccordo morale 2)  Tra dilemma e disaccordo: il sentimento del rincrescimento “If I eventually choose for one side of the conflict rather than the other, this is a possible ground of regret - as with desires, although the regret, naturally, is a different sort of regret. As with desires, if the occasion is irreparably past, there may be room for nothing but regret. […] These states of mind do not depend, it seems to me, on whether I am convinced that in the choice I made I acted for the best”.

[B. Williams, Problems of the Self, 170]

Ragioni filosofiche di una bioetica deliberativa

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3) Il ‘rincrescimento pubblico’: che cos’è à Proprietà emergente dall’atto decisionale in ambito pubblico e sentimento irriflesso che si genera nella parte lesa à Inevitabile come l’agent-regret à Implicazioni delle decisioni sono mutually-binding

4) Il ‘rincrescimento pubblico’: come mitigarlo

à Attraverso il dare ragioni

Ragioni filosofiche di una bioetica deliberativa

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6) Dare ragioni come risposta ad un rincrescimento prospettico e retrospettivo à R. PROSPETTICO: strumento pre-decisionale, che richiederebbe al

cittadino di implementare la pratica del dare (e ricevere) ragioni proprio in vista del riconoscimento anticipato del rincrescimento che si avrà una volta che la decisione sarà presa.

à R. RETROSPETTIVO: strumento post-decisionale che parte dalla

presenza del rincrescimento già avvenuto per creare nuove occasioni deliberative attraverso cui sublimare e potenzialmente ribaltare le sorti della decisione appena presa

Ragioni filosofiche di una bioetica deliberativa

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7) Ragioni addizionali in favore del dare ragioni: rispetto positivo e conflitti morali •  A) La deliberazione è un metodo per incentivare i cittadini a

sviluppare un maggiore senso civico, a mettersi nei panni degli altri •  Questo non significa che sicuramente tutti i cittadini inizieranno ad

abbandonare posizioni centrate sull’interesse personali per l’interesse comune

•  Ma sicuramente l’adozione di strumenti deliberativi aumenta la probabilità che ciò accada

•  B) La deliberazione sembra in grado di svelare quali siano valori realmente incompatibili e tra quali l’incompatibilità sia unicamente fittizia

PARTE 3 UN CASO STUDIO SULLE SCELTE RIPRODUTTIVE

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Ø  OBIETTIVI •  Implementare una metodologia, la deliberazione, appartenente ad

uno specifico ambito disciplinare (filosofia politica e/o scienze politiche) in un diverso ambito di indagine: bioetica

•  Comparare diverse modalità deliberative: •  non supervisionata (=baseline), •  moderata (=scenario tradizionale di filosofia politica), •  facilitato (=nostra proposta, di potenziale interesse per la figura del

bioeticista pubblico) à Verificare se e quanto esse avessero un impatto sulle preferenze dei partecipanti

•  Indagare questioni legate all’impatto dell’informazione, e di dinamiche di gruppo sulle preferenze espresse dei partecipanti

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Obiettivi dello studio

Come testare la proposta di una bioetica deliberativa

1.  Scegliere un tema di bioetica pubblica – test genetici nel contesto delle scelte riproduttive – e analizzarlo attraverso domande esplicitamente intese a indagare aspetti morali della questione;

2.  Non limitarsi a misurare lo spostamento delle preferenze dei

partecipanti sul tema, ma in relazione ai principi di libertà procreativa e/o beneficenza procreativa;

3.  Creazione di condizioni controllate per studiare in modo

approfondito la figura che modera la deliberazione (in quanto ciò è funzionale a una sua possibile implementazione nel ruolo di bioeticista operante in ambito pubblico)

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Ø  ESPERIMENTO 1: STUDIO PILOTA

•  Somministrazione di un questionario a 800 studenti universitari (1°-2° anno), afferenti a diverse facoltà dell’Università degli Studi di Milano

•  Su 4 temi: i) test genetici in generale; ii) test genetici venduti direttamente al consumatore; iii) test genetici e scelte riproduttive; iv) OGM

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Indagini preliminari/1

Ø  ESPERIMENTO 2: INDAGINE DI DOXA

•  Somministrazione, da parte di DOXA (Istituto demoscopico italiano), dello stesso questionario a un campione di 1000 cittadini italiani (rappresentativi della popolazione italiana);

•  Utilizzazione di un sistema CAWI (Computer Aided Web Interview): compilazione da parte dei cittadini di un questionario online (idealmente senza l’aiuto di alcun intervistatore);

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Indagini preliminari/2

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à SCELTA DELLA POPOLAZIONE IN STUDIO •  300 studenti universitari del primo e del secondo anno di università,

appartenenti a diverse facoltà di UNIMI à SCELTA DEL TEMA DELL’ESPERIMENTO •  Test genetici nel contesto delle scelte riproduttive

•  Popolazione studentesca rispondeva in modo più simile a popolazione (e sottopopolazione studentesca) selezionata da doxa

•  Maggior quantità di incertezza iniziale

Indagini preliminari/3

Disegno dello studio

SAME DAY AFTER 1 MONTH

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“Facilitatore” ≠ “Moderatore”

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RUOLI VALORI PROMOSSI

Mediatore (=moderatore) Partecipazione eguale al dibattito,non interferenza e non dominazione

Mezzo di autonomia Comprensione, autoriflessione, pensiero critico, ragionamento critico

Promotore di prospettive volte al bene/interesse pubblico

Rispetto mutuo, comprensione reciproca

Moderatori: figure passive, non direttive né correttive

Facilitatori: figure attive, non direttive ma correttive

Diversi setting deliberativi

RISULTATI – 1 OBIETTIVO 1 Valutazione dello spostamento delle preferenze dei partecipanti rispetto ai due principi di libertà procreativa e beneficenza procreativa nei tre diversi ambiti deliberativi. METODOLOGIA Preparazione di un questionario (10 domande) analizzanti il tema in oggetto da un punto di vista morale; a ciascuna domanda è stato attribuito un punteggio (da 0 a 5 ounti) che valutava la sua vicinanza/distanza dai due principi suddetti.

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RISULTATI – 2 OBIETTIVO 2 Indagine dell’impatto dell’informazione (e della comprensione dell’informazione) sulle preferenze dei partecipanti, nonché di alcuni aspetti valutativi circa l’esperienza dell’esperimento in quanto tale (es: clima di rispetto o meno all’interno dei gruppi; tentativi di manipolazione da parte di moderatore/facilitatore, etc) METODOLOGIA Elaborazione di due questionari specifici: 1)  subito dopo T1, per valutare la comprensione dell’informazione appena fornita; 2)  subito dopo T2 per valutare l’esperienza complessiva dell’esperimento da parte

dei partecipanti

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RISULTATI – 2 Questionario dopo T1: •  10 partecipanti su 274 (2.6%) non hanno superato il test di comprensione

(almeno 3 risposte corrette su 5), mostrando che il materiale informativo era chiaro;

•  L’informazione non ha però avuto impatto in modo significativo sulla trasformazione delle preferenze

Questionario dopo T2: •  90% dei partecipanti ha dichiarato di sentire di non essere stato

manipolato (tra i gruppi con Il facilitatore solo il 2.6% ha dichiarato livelli minimi di manipolazione)

•  88% dei partecipanti ha dichiarato che vi era un’atmosfera di rispetto reciproco nei gruppi

•  Infine, il 63% dei partecipanti ha dichiarato che si sentiva che tale attività non avesse modificato in modo decisivo le proprie preferenze inziali à risultato in linea con quanto è effettivamente accaduto dal momento che le trasformazioni significative si hanno avute dopo T3 25

1.  Effetti a lungo termine della deliberazione: la deliberazione sembra avere un impatto sulle preferenze dei partecipanti, ma non se pensata come evento unico

2.  I partecipanti sono inclini a ripensare le proprie posizioni ma solo se questo viene fatto loro notare da loro pari: rigetto del ruolo non direttivo ma correttivo dei facilitatori

3.  I partecipanti sono comunque maggiormente proni ad accettare di ripensare le loro posizioni fintanto che sono in linea con I loro desideri preesistenti

4.  Questo esperimento: primo risultato significativo del tentativo di implementazione della deliberazione in bioetica

5.  Dimostrazione della necessità di studiare maggiormente la figura che modera la discussione

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Considerazioni conclusive

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Ringraziamenti

Pier Paolo Di Fiore Gruppo Folsatec, in particolare: •  Federico Boem •  Marco Annoni •  Luca Chiapperino •  Giulia Ferretti •  Ilaria Galasso

•  Emanuele Ratti •  Luca Marelli

•  Sarah Songhorian •  Giuseppe D’Agostino •  Regina Gregoric Esperimento: •  Paolo Spada •  Davide Disalvatore •  Emanuela Orlando