Bene gli Stati Generali dello Sport, ma qualcosa di più si ... - PRIMATO... · Fiorenzo Magni, il...

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Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANE Anno XVIII, n. 11/12 - Novembre/Dicembre 2017 Il Cio apre ai video-giochi Fiorenzo Magni, il terzo uomo Turista per sport Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma Aut C/RM/08/2016 Bene gli Stati Generali dello Sport, ma qualcosa di più si poteva fare

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  • Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANEAnno XVIII, n. 11/12 - Novembre/Dicembre 2017

    Il Cio apre ai video-giochi Fiorenzo Magni, il terzo uomo

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    Bene gli Stati Generali dello Sport,

    ma qualcosa di più si poteva fare

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    SOMM

    ARIO

    Periodico diASSOCIAZIONI SPORTIVEE SOCIALI ITALIANE

    Anno XVIII, n. 11/12Novembre/Dicembre 2017

    Reg.ne Trib. Roma n. 634/97Iscr. al Registro Nazionaledella Stampanumero p.7650

    editoreClaudio Barbaro

    direttoreItalo Cucci

    direttore responsabileGianluca Montebelli

    coordinamentoAchille Sette, Sandro Giorgi

    in redazionePaolo Signorelli

    hanno collaboratoFabio Argentini, Lorena Bortot, Alessandro Cini,Marco Cochi, Donatella Italia, Guido Martinelli,Chiara Minelli, Quintiliano Giampietro, UmbertoSilvestri.

    direzione e amministrazioneVia Capo Peloro, 30 - 00141 RomaTel. 06 69920228 - fax 06 69920924

    ufficio comunicazione e [email protected]

    progetto grafico e impaginazionePromedia Audiovisivi s.r.l.

    stampaStamperia Lampo - Roma

    Chiuso in redazione: 6/12/2017

    3 L’editorialeClaudio Barbaro

    4 Palla avvelenataItalo Cucci

    6 Fiorenzo Magni, il terzo uomoMarco Cochi

    10 Il CIO apre al mondo dei video-giochiAlessandro Cini

    14 Il codice del Terzo SettoreGuido Martinelli

    16 Turista per sportQuintiliano Giampietro

    20 Discipline riconosciute: la palestra California ricorre contro il CONIGianluca Montebelli

    22 È nato l’Osservatorio degli enti di promozione

    24 Che forza queste ragazze!Donatella Italia

    28 Dello sport, i Cavalieri

    32 Barrel Racing e Pole Bending, numeri in crescita per il settore ASI Sport EquestriChiara Minelli

    34 Quando lo sport smuove le coscienzeFabio Argentini

    36 Nel mondo dei silenziosiFabio Argentini

    38 Simone Bellina, racconta i segreti dei suoi successiLorena Bortot

    40 Tutto notizie

    42 Asi Organizza

    48 Asi Attività

    50 ControcopertinaUmberto Silvestri

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    Bene gli Stati Generali dello Sport, ma qualcosa

    di più si poteva fare

    EDITORIALE

    Già dal titolo di questo editoriale è semplicecapire quale sia il nostro giudizio su comesiano andati gli Stati Generali dello Sport,tenutisi a Roma il 20 e 21 novembre al Salo-ne d'Onore del CONI al Foro Italico. Li con-sideriamo un’occasione non completamen-te sfruttata, anche se importante dal puntodi vista simbolico.La cosa che ci è più piaciuta sono stati l’en-tusiasmo e la convinzione con cui l’instan-cabile Presidente Malagò, con il suo staff, haportato avanti l’iniziativa anche quest’an-no. Un entusiasmo capace di aggregare per-sone di diversa provenienza appartenenzae formazione, nonché di far accendere iriflettori. Ed è sempre bello e buono ritro-varsi, stare assieme per discutere e confron-tarsi, potendo godere della visibilità garan-tita da un sistema dell’informazione troppospesso propenso a concentrarsi solo su certitipi di notizie legate allo sport. Siamo stati felici poi di constatare comel’immagine dello sport uscita dagli StatiGenerali sia di un gruppo di persone consa-pevole della necessità di un cambiamento.Non a caso uno dei punti con cui potrebbeessere sintetizzata questa due giorni è laGrande Riforma, un processo di revisioneallargato dei fondamenti del sistema spor-tivo. La forza con cui è stato tracciato que-sto obiettivo è assolutamente condivisibi-le. Ma proprio in questo risiedono alcuni ele-

    > Claudio Barbaro Il taglio, invece, ci è parso più accademico.Intendo dire che sembrava di essere ad unmaster piuttosto che ad un appuntamentoprogrammatico.Uno degli aspetti cui la stampa ha poi datopiù risalto nel raccontare gli Stati Generaliè stata la scuola. Ripartire dai istituti scola-stici e dare nuova dignità agli insegnantiquesto è stato un po’ il mantra di moltiinterventi che si sono succeduti, come quel-lo molto affascinante di Giorgio Berruti.Ancora una volta ASI è ben lieta di percepireconvergenza su questo assunto di cui si faportavoce da tempo e che mette in praticacon progetti come la Galassia del Fair Playdi Cornelius Pallard. Ci sembra, però, para-dossale che l’investimento sulla scuola siapresentato come una novità su cui puntarenel futuro. La debole penetrazione dellosport negli istituti è una piaga denunciatanel corso degli anni a cui non si è volutomettere mano se non con progetti dallaportata ridotta e contingente.Infine ci sarebbe piaciuto poter vedere unarappresentanza più nutrita degli Enti di Pro-mozione Sportiva. Certo il coordinatorenazionale ha portato le nostre istanze inquesta due giorni, ma sicuramente non èemerso il peso che la promozione sportivariveste oggi sia a livello quantitativo chequalitativo. A questo ci penserà l’Osserva-torio permanente sulla promozione sporti-va, iniziativa cui ASI ha preso parte e di cuivi racconteremo nel prossimo numero qual-cosa di più.

    menti su cui vorremmo porre l’attenzione. Di riformare il sistema sportivo se ne parlada anni. Peraltro, visto il rapporto di strettacollaborazione con il governo Renzi il CONIdi Malagò avrebbe avuto una porta spalan-cata per avviare questa riforma. Perché nonl’ha fatto? E cosa fa oggi pensare che nellaprossima legislatura si creeranno i presup-posti per ridisegnare lo sport italiano? Contutti i fattori di incertezza politica ed econo-mica nutriamo dubbi sulla possibilità cheper una seconda volta si riproponga l’occa-sione appena trascorsa. Per quale motivopoi il CONI dovrebbe improvvisamente avervoglia di rivedere l’impianto del sistemasportivo, fondato sulla sua centralità ebasato su logiche di accentramento, bensapendo che è da lì che dipendono moltedelle storture che penalizzano il sistema?Ciò non toglie che siamo tra i primi a tifareaffinché la Grande Riforma possa compiersie faremo la nostra parte qualora ci siarichiesto di contribuire al processo.Al di là di questo aspetto, poi, ci saremmoaspettati maggiore programmaticità. Inte-ressanti gli spunti offerti da persone digrande caratura come Giorgio Allevi e DiegoNepi, fondamentali per la comprensionedel contesto sportivo italiano e delle strate-gie di promozione dello stesso. Forse, però,avrebbero dovuto essere trattati più appro-fonditamente questioni organizzative inter-ne, anche alla luce delle recenti delibereCONI. Sarebbe stato più utile visto anche laconvergenza di molti attori nella due giorni.

  • L’OPINIONE

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    Palla avvelenataL’eliminazione dell’Italia dal Mondiale di Russia 2018 ha scatenato una guerra all’interno della Federcalcio. Hanno perso i tavecchiani con autogol, uno di loro, che seguendol’esempio di Badoglio, è passato al nemico. Ma la partita continua…

    Palla avvelenata è un gioco per ragazzimolto simile a palla prigioniera (o Pallacombattente), con il quale è spesso con-fuso, e si può giocare in cortile oppurein palestra. I giocatori possono esseredieci o più, ed è importante che ci siaun muro, o un albero, contro cui farsbattere la palla "avvelenata". (da Wiki-pedia). (Il muro e l’albero possono ser-vire anche per altri scopi, come vedre-mo; ndA).I nomi dei giocatori: Carlo Tavecchio,Giovanni Malagò, Cosimo Sibilia, Gian-carlo Abete, Renzo Ulivieri, Gian PieroVentura, Damiano Tommasi, GabrieleGravina, Andrea Montemurro, MatteoDarmian (quello che ha portato la palla).Marcello Nicchi (arbitro). La partital’hanno persa i tavecchiani con autogol,uno di loro - lo chiameremo Badoglio -

    è passato al nemico. Ma la guerra conti-nua. Il calcio metafora della vita: non l’ho det-to io ma Jean Paul Sartre, e la sinistraengagè - cachemire e champagne - nongli ha mai perdonato una scivolata cosìpopolare. E lui, imperterrito, se n’è uscitocon una battuta apparentemente sciocca:«La partita di calcio è affascinante, pec-cato che poi entrino in campo gli avver-sari». Palla avvelenata, sempre. Oggi. Inun lontano ieri un altro intellettuale, ilfranco algerino Albert Camus, potevadire «ciò che so riguardo a doveri emoralità lo devo al calcio». Pensa un po’.Scusate, non voglio fare esibizione dicultura calcistica - preferisco il campo,vera emozione, il resto è surrogato - malasciatemi inquadrare uno dei momentipiù difficili della vita nazionale, un dram-ma popolare talmente sentito che la scon-fitta dell’Italia sul fronte EMA (l’Agen-

    zia del farmaco desiderata da Milano efinita ad Amsterdam) registrata nellestesse ore è passata in sottordine.Da quando la Svezia ci ha cacciato dalMondiale di Russia, il vertice del calcio- che ha sede ah, ah in via Allegri - haaggiornato l’Albo d’Oro di PiazzaleLoreto, appendendo prima Gian PieroVentura, poi il suo carnefice, CarloTavecchio, in attesa di altri candidati alpubblico ludibrio. Non vi scandalizzi lacitazione: uno dei miei antichi maestri,il Conte Rognoni, editore del «GuerinSportivo», come me romagnolo, comeme anarchico di destra, coniò la defini-zione per sintetizzare i defenestramentiingiusti o sospetti effettuati per presuntavolontà popolare. Con l’aria che tira -direte - dov’è lo scandalo? E allora virispondo: dov’è lo sport? Nelle stesse oreal Foro Italico si discuteva sul tema “Eti-ca, trasparenza e rispetto delle regole”.

    > Italo Cucci

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  • AMARCORD

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    Quando l’Italia intera si divideva fra tifosi di Gino Bartalie Fausto Coppi, gareggiava un altro inimitabile campioneche vinse moltissimo e che pagò a caro prezzo le sue scelte ideologiche e politiche, prima fra tuttequella di aver aderito alla Repubblica di Salò e di aver partecipato alla battaglia di Valibona

    Tra gli anni Quaranta e Cinquanta, quandol’Italia intera si divideva per Fausto Coppi eGino Bartali, c’era un altro ciclista capace diimporsi in corse di grande importanza: Fio-renzo Magni, che proprio per aver gareggiatoin quell’irripetibile periodo, è rimasto famo-so come il “terzo uomo”.Nato nel 1920 a Vaiano, un paese nei pressidi Prato, cominciò a correre nel 1936 nellacategoria aspiranti per l’Associazione cicli-stica pratese, per passare l’anno successivoalla categoria allievi, nella quale ottenne 12successi e il titolo regionale toscano dellacategoria. Diventò dilettante nel 1938 con lamaglia dell’Associazione ciclistica Monteca-tini Terme, con la quale vinse diverse corse.

    Il “terzo uomo” dell’epoca d’oro del ciclismoitaliano, nel 1941 diventò professionista e insedici anni di carriera riuscì a conquistare treGiri d’Italia, il primo nel 1948, poi nel 1951e l’ultimo nel 1955, quasi trentacinquenne.Negli annali della corsa a tappe più prestigio-sa del mondo, risulta ancora oggi il vincitorepiù anziano e quello con il minor vantaggiosul secondo classificato.Nel 1952, Magni disputò il suo ultimo Girod’Italia, quello del Bondone, in cui si piazze-rà secondo dietro al lussemburghese CharlyGaul. Di questa edizione si ricorda la suacaduta alla dodicesima tappa, dopo la qualeproseguì con una clavicola fratturata, che nongli impedì di arrivare al traguardo stringendotra i denti una camera d’aria legata al manu-brio per alleviare il dolore.

    Fiorenzo Magni,

    il terzo uomo

    > Marco Cochi

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  • AMARCORD

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    Nel 1942, il corridore di Vaiano vinse ilGiro del Piemonte e si classificò terzonella Parigi-Roubaix del 1950. Salì duevolte sul podio del Giro di Lombardianel 1954 e nel 1956 e lo stesso risultatoottenne nella Milano-Sanremo, nellaquale si classificò terzo nel 1949 esecondo nel 1956, alla fine della carrie-ra. Conquistò anche una medaglia d’ar-gento sulla gara in linea ai Campionatidel Mondo di ciclismo su strada del1951, a Varese. Il suo nome però è rima-sto legato in particolare a una Classicadel Nord: il Giro delle Fiandre, al qualeprese parte quattro volte, ottenendo bentre vittorie consecutive tra il 1949 e il1951, che gli valsero l’appellativodi “Leone delle Fiandre”. Magni fu un corridore eccelso anche supista, specialità in cui al Vigorelli, nel1942, stabilì il record mondiale dei 50 edei 100 chilometri. Lo stesso anno tentòsenza successo di battere il record del-l’ora. Non fu mai fortunato invece quando par-tecipò ai Campionati mondiali di ciclismonei quali, nel 1951, venne battuto nellosprint finale dallo svizzero Ferdi Kubler,mentre l’anno dopo gli si ruppe il sellinoa ottanta metri dall’arrivo, in piena volata.Non riuscì nemmeno a vincere il Tour deFrance, anche se ci andò molto vicino nel1950 quando, con indosso la maglia gial-la, a metà corsa accettò disciplinatamentedi ritirarsi insieme all’intera squadra

    azzurra. Una decisione imposta dai diri-genti italiani per reazione alle indispettiteoffese della stampa e del pubblico france-se.Il Museo Ciclismo, il più grande archivioindicizzato su questo sport, lo giudica “uncorridore estremamente intelligente, dalpunto di vista tattico-diplomatico, capacecioè di capire al volo le varie situazioni”e reputa che “la rivalità Coppi-Bartali, inun certo senso, sia stata in molte occasio-ni la sua fortuna”.

    Anche l’apparente arrendevolezza diMagni nell’accettare disciplinatamente ladolorosa decisione di abbandonare il Tourde France del 1950, quando aveva conqui-stato la maglia gialla rientrava in questastrategia. Nel giorno della sua scomparsa,avvenuta a Monza il 19 ottobre 2012, l’exc.t della Nazionale di ciclismo AlfredoMartini, amico di sempre e suo compa-gno già da dilettante nell’Associazioneciclistica Montecatini Terme, lo ha ricor-dato così: «Magni è stato un uomo corag-

    Magni, con Bartali e Coppi

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    gioso, di grande personalità, intelligente,tenace e lo ha dimostrato in alcune disav-venture della propria vita».Una fra tutte l’accusa, dopo aver aderitoalla Repubblica di Salò, di aver partecipa-to alla battaglia di Valibona, un villaggiodell’Appenino toscano. La vicenda neldettaglio è stata difficile da ricostruire,quello che è certo che la mattina del 3 gen-naio 1944, circa 150 miliziani della RSIpresero d’assedio un ristretto manipolo dipartigiani.Dopo tre ore di combattimenti, tre uominidella Brigata Garibaldi-Lupi Neri rimase-ro uccisi, incluso Lanciotto Ballerini diCampi Bisenzio, considerato un mito del-la Resistenza toscana. Altri cinque parti-giani furono feriti e catturati dagli uominidella milizia volontaria, che nello scontroa fuoco contarono dieci caduti, alcuni deiquali in circostanze tuttora da chiarire,come riporta Emiliano Gucci nel suo libro“Sui pedali tra i filari: Da Prato al Chiantie ritorno”. Si trattò di una battaglia importante, nontanto per il numero dei morti, ma perchéfu il primo fatto di sangue in Toscana trafascisti e partigiani, che segnò l’inizio del-la guerra civile nella regione. Per questoviene ricordata come “la strage di Valibo-na”.Dopo la guerra, nel gennaio del 1947,presso la Corte d’Assise di Firenze sicelebrò il processo per l’uccisione dei trepartigiani, per la quale era imputatoanche Fiorenzo Magni, che si rese irre-peribile. La pubblica accusa chiesetrent’anni di condanna per lui e per glialtri 23 accusati. Alla fine, però, Magnivenne assolto, perché dalle dichiarazionirilasciate dai testimoni non emerseroprove della sua partecipazione attiva alloscontro a fuoco di Valibona e alcuneaccuse caddero grazie all’amnistia diTogliatti del 1946. Nel suo libro “Pedalare! La grande avven-tura del ciclismo italiano” (Rizzoli, 2011),lo storico inglese John Foot nota come“Buona parte della carriera di Magnisarebbe stata interpretata in termini poli-tici, una dimostrazione dell’inscindibilità,in Italia, tra sport e politica, oltre che del-la passione per le teorie cospirative”. L’epistemologo e grande appassionato diciclismo, Walter Bernardi ha scritto unlibro sulla vita del campione toscano inti-

    tolato “La maglia rosa sopra la camicianera”, che sarà pubblicato ad aprile pros-simo per i tipi di Ediciclo, in occasione delsettantesimo anniversario della vittoria diMagni al Giro d’Italia. Bernardi, che hastudiato tutti gli atti del processo, giacentida settant’anni nell’archivio giudiziario diPerugia, nel suo volume ricostruisceanche come, tra il 1945 e il 1946, Magnipercorse l’Italia in bicicletta, non pergareggiare, ma per sfuggire a ritorsioni evendette. Ancora oggi a oltre cinque anni dalla suamorte e a quasi 71 dalla sua assoluzione,al campione non viene perdonato il fatto

    di aver compiuto la “scelta sbagliata”,come dimostra il tassativo diniego di inti-tolargli una pista ciclabile nella sua Prato,espresso lo scorso ottobre dall’Anpi loca-le.Magni non ha mai voluto parlare di Vali-bona e del processo, limitandosi solo adaffermare: «Quello che conta nella vita èla nostra coscienza, il resto non ha impor-tanza». Dunque, non sapremo mai la veri-tà fino in fondo, ma uno dei miti italianidelle due ruote non ha certo bisogno divedersi intitolare una pista ciclabile perrimanere nella memoria e nel cuore degliappassionati del ciclismo.

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    Il Comitato Olimpico Internazionaleha aperto ufficialmente, in un vertice

    svoltosi a Losanna, il dibattitosull’inserimento degli e-Sport

    a livello olimpico. L’enorme crescitadi praticanti in tutto il mondo

    ha reso inevitabile l’interessamentoa un fenomeno che potrebbe

    portare l’organizzazione mondialedello sport, in un prossimo futuro,

    a considerare i giochi elettronici unavera e propria disciplina

    > Alessandro Cini

    NUOVE TENDENZE

    Tutti a chiedersi se sarà vera gloria quelladegli e-Sport - i videogiochi utilizzati attra-verso computer o grazie alle più comuniconsole in circolazione - nel mondo dellediscipline sportive. Il meeting del ComitatoOlimpico Internazionale, tenutosi a Losannail 28 ottobre scorso, ha lanciato un enormemasso nello stagno, e a osservare il dibattitoche ne è scaturito in Italia, non c’è dubbioche la posizione possa essere consideratarivoluzionaria. Per la prima volta nella sua storia, infatti, ilCIO ha inserito nell’ordine del giorno di un

    Il CIO apre al mondodei video-giochi

    suo vertice lo sviluppo dei videogiochi, inquella che potremmo definire una futuradimensione sportiva. Malgrado l’uso delmodo condizionale e una massiccia dose dicautela, il documento in lingua inglese sca-turito dalla riunione elvetica mostra un’aper-tura da parte dell’ente organizzatore dei Gio-chi impensabile fino a una decina di anni fa. Due le considerazioni di partenza che, all’in-terno della nota del CIO, rappresenterebberodei punti a favore dei videogiochi. La primadi carattere sociale e antropologico: gli e-Sport mostrano una forte crescita tra i giova-ni di moltissimi paesi, e questo potrebbeindurre il Movimento olimpico verso un

    impegno organizzativo. La seconda più pret-tamente tecnico/sportiva: chi frequenta conassiduità gli eventi legati ai videogiochi siprepara in un modo molto simile a quello diatleti di altre discipline. In questa fase inter-locutoria, ovviamente, il CIO si riserva disottoporre ogni eventuale proposta (e mossa)a tempo debito, ricordando come ci sianoalmeno un paio questioni di fondo da chiarireprima di un riconoscimento ufficiale. La pri-ma questione è di carattere etico: il contenutodegli e-Sport non deve violare i valori olim-pici. La seconda decisamente riguarda la sferaorganizzativa: deve essere assicurata l'esi-

    stenza di un'organizzazione che garantisca ilrispetto delle norme e delle regole del Movi-mento olimpico (anti-doping, scommesse,manipolazione, ecc.). Insomma, un primo,timido passo verso l’avvicinamento delmondo dei videogiochi a quello dello sporttradizionale è stato compiuto. Come di con-sueto i media italiani (da quelli di settore aquelli generalisti) hanno preferito gettarsi acorpo morto nel “mare magnum” delle cifreche ruotano intorno al mercato dei giochielettronici, dimenticando quasi completa-mente il valore sociale e aggregativo di untale fenomeno che, nel nostro Paese, vede unnumero crescente di giovani partecipanti a

    eventi e manifestazioni. Nel 2016 l’Associa-zione Giochi Elettronici Competitivi, di fattoil settore video-ludico dell’ASI, ha contatosul nostro territorio 58 sale “Lan”, 20 milatesserati e 250 meeting ufficiali. Su questi temi abbiamo interpellato DiegoMaulu, Direttore Generale ASI e Commis-sario Settore Giochi Elettronici Competitivi.Qual è il suo punto di vista sull’apertura delCio agli e-sports? «Si tratta di un’ottimanotizia certamente. Il fatto che il massimoorganismo sportivo internazionale si pro-nunci indicando gli e-sport come attivitàcompetitive, apre scenari nuovi che civedranno naturalmente coinvolti».

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  • NUOVE TENDENZE

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    Asi è arrivata prima di altre realtà ad assorbireun settore dell’intrattenimento di massa comei videogiochi. Come si è arrivati a compren-derne in tempo l’enorme potenziale? «Ci sia-mo incuriositi da subito – parliamo ormai del2013 – su cosa si potesse sviluppare con i gio-chi elettronici in ambito sportivo. Conosce-vamo i numeri importanti che già all’epocaruotavano intorno a questo movimento e gra-zie ai ragazzi che hanno da subito animato ilsettore abbiamo intrapreso questa stradache, ad oggi, raccoglie oltre 20.000 tesserati(40.000 nell’ultimo biennio) e 75 Associazio-ni».

    Regole e norme. Il Cio chiede un ente orga-nizzatore a livello mondiale e soprattutto ilrispetto dei valori olimpici. Possiamo preve-dere i passi che verranno mossi da qui al futu-ro? «Difficile capire cosa potrà accadere ora. Adoggi, l’aspetto più importante è proseguireil percorso intrapreso, confrontandoci con le

    istituzioni sportive, CONI in primis. Parlia-mo ancora di regole e norme per chi volessepromuovere questa attività».

    Una sala Lan sotto quale tipologia normativaricadrebbe? «Una sala Lan è assimilabile a tutti gli altricircoli ricreativi gestiti attraverso un’asso-ciazione culturale. Pertanto, oltre all’Art. 18della Costituzione, le norme di riferimentosono la Legge sul volontariato n. 266 del1991 e la n. 383 del 2000. Ad ogni modo ilconsiglio migliore è affidarsi al Settore GEC,che potrà guidare eventuali nuovi interessatiad aprire una sala Lan in ogni passo».

    Affrontiamo ora il lato decisamente più cri-tico dell’apertura del CIO ai video-giochi:dinanzi a una popolazione giovanile occi-dentale a rischio obesità, se l’indirizzo di chiorganizza le Olimpiadi è quello di creare inprospettiva “nuovi sedentari”, il problemasembra evidente. Come si possono concilia-

    re le attività video-ludiche con l’aspetto lega-to alla salute? «Sono aspetti centrali nelle valutazioni chequotidianamente compiamo in ordine agliscenari futuri, ai quali va aggiunto anche ilrischio ludopatia. Tuttavia, se da un lato èabbastanza difficile – e nemmeno auspica-bile – che gli e-Sport possano soppiantare losport tradizionale, è nostro compito lavoraresu metodi e iniziative che avvicinino e, per-ché no, affianchino le discipline tradizionaliai giochi elettronici».

    Il settore oggi ha finalmente un nuovoresponsabile, Giorgio Pica, nominato in que-sti giorni: con lui lavoreremo anche su que-sto. Chiamato in causa nella sua nuova veste,Giorgio Pica (GEC - Giochi ElettroniciCompetitivi), ha fornito il suo contributo,offrendoci un punto di vista “tecnico” in gra-do di rappresentare l’attuale situazione ita-liana nel settore dei video-giochi.

    L’apertura del Cio agli “e-Sport” è piombatasul mondo dello sport come un fulmine a cielsereno. Che cosa hai pensato quando haiappreso la notizia? «Personalmente me l'aspettavo, secondo meera solo una questione di tempo. Il mondo e-sport è sempre più grande e coinvolge sem-pre più atleti, era normale che prima o poianche il CIO si esprimesse, per me è giustoche questo mondo sia regolamento dalleorganizzazioni che si occupano di sport,come ad esempio ASI o il CONI».

    Nella sua nota il Comitato olimpico interna-zionale ha sottolineato alcuni aspetti “a favo-re” della dimensione sportiva dei videogio-chi. Qual è la situazione italiana rispetto alresto del mondo? «L'Italia sta facendo il suo percorso similead altre nazioni, in ritardo di qualche anno,ma questo non è un problema, l'importanteè che cresca nel modo giusto, con le giusteregole e i giusti valori da trasmettere a tuttoil movimento».

    Al di là dei numeri e delle statistiche, ovvia-mente, la rivoluzione sta tutta nel considerareun videogiocatore uno sportivo. Potresti farciun identikit di un atleta elettronico e raccon-tarci una sua sessione di allenamento? «L'atleta tipico ha tra i 18 e i 22 anni, stu-dente universitario, nasce in qualsiasi zonadi Italia, è un appassionato di videogiochi

    fin dall'adolescenza e decide di passareall'agonismo, partecipando a tornei oentrando a far parte di una squadra, chesolitamente è una società sportiva, ci sonocompetizioni sia su console che su compu-ter, quindi si gioca con un pad o mouse etastiera, i giochi possono essere 1 contro 1oppure a squadre, per esempio 5 contro 5,come nella pallacanestro. Le sessioni diallenamento possono variare in base alperiodo dell'anno, come un normale sport,a ridosso della competizione ci si allena perdiverse ore, anche giornalmente, le squadrepiù preparate abbinano all'allenamentodavanti al computer sessioni distaccate ditattica, approfondimento delle strategie,allenamento atletico».

    Non c’è atleta senza struttura di allenamento.Il “come” si allenano i giocatori elettronicice lo hai raccontato, ora puoi dirci anche“dove” lo fanno? «Ci si può allenare da casa propria, da uncircolo sportivo, oppure da strutture orga-nizzate da società sportive chiamate in gergo"gaming house". I circoli sportivi solitamen-te struttura attrezzate con tutto il materialetecnico necessario per giocare ed allenarsial meglio, quindi computer, periferiche,monitor, console, i costi possono variarechiaramente in base alla grandezza del cir-colo stesso e da quante postazioni si voglio-no installare, un requisito fondamentale è laconnessione internet, che deve essere il mas-simo dell'offerta di mercato, non ci sono par-ticolari misure di sicurezza se non quelle sta-bilite dalle amministrazioni locali per i cir-coli».

    Parliamo di tornei. Ci spieghi - in grandi linee- le regole che vigono in un evento di “e-Sport”? «I tornei che vengono svolti hanno il proprioregolamento, se legati a GEC sono subordi-nati al regolamento di settore e, in base algioco utilizzato, c'è sempre una specialitàcompetitiva che può essere quella utilizzatasia in circuiti internazionali che in quelli piùpiccoli locali; da questo punto di vista sonosimili allo sport tradizionale, possono avereforma di campionato con “girone all'italia-na”, “round robin” oppure gironi e poi eli-minazione diretta, dove gli atleti o le squadredi affrontano. In ogni confronto c’è un arbi-tro a fare da giudice e verificare che il rego-lamento sia rispettato».

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  • Il codice del Terzo Settore

    La lettura del codice del terzo settore(D.Lgs. 117/2017) continua ad incenti-vare nel lettore dubbi e incertezze. L’uni-ca, parziale, consolazione appare essereche la gran parte delle novità, sia sotto ilprofilo degli adempimenti civilistici sia,soprattutto, per gli aspetti fiscali, entreràin vigore non prima del 2019 o, per laparte fiscale, addirittura dal 2020.Siamo consapevoli che ogni tentativo diinterpretare il testo attuale potrebberisultare vano e smentito nel giro di pocotempo direttamente dal Governo chepotrà, entro il giugno del prossimo anno,emanare un decreto correttivo, fruendodella medesima delega, incidendo sullenorme appena emanate novellandole, eche dovrà comunque definire meglio la

    materia con i numerosi decreti che sonoprevisti in via di approvazione per com-pletare la disciplina del codice del terzosettore e dell’impresa sociale. Ma alcunespigolature a mio avviso vale comunquela pena di analizzarle.L’articolo 32 prevede che le organizza-zioni di volontariato siano costituite “daun numero non inferiore a sette personefisiche...”. Analoga previsione vieneindicata dall’articolo 35 per le associa-zioni di promozione sociale. Si ricordache tali fattispecie di enti del terzo setto-re godono di un regime forfettario per ladeterminazione del reddito ex articolo 86CTS, diverso e più favorevole di quelloindicato dall’articolo 80 per la generalitàdegli enti del terzo settore di natura noncommerciale. Nulla viene indicato nelcaso in cui l’ente, regolarmente iscritto

    al registro unico del terzo settore qualeassociazione di volontariato o di promo-zione sociale, possedendo i requisitinumerici sopra indicati, nel corso di unperiodo di imposta, per recesso o esclu-sione venga a perdere uno o più degliassociati scendendo al di sotto dellasoglia minima di sette. Devo darnecomunicazione al registro che mi potreb-be trasferire dalla sezione degli entitipizzati a quella generica degli enti delterzo settore? Quali conseguenze potreb-bero esserci per la disciplina fiscale finoa quel momento legittimamente applica-ta?Ad avviso di chi scrive troverebbe appli-cazione comunque il comma quattordicidel citato articolo 86 del CTS che preve-de: “il regime forfetario cessa di avereapplicazione a partire dal periodo di

    La lettura delle normative continua ad alimentare dubbi e incertezze. L’unica consolazione, per gli utenti, è che la granparte delle novità, sia sotto il profilo degli adempimenti civilisticisia, soprattutto, per gli aspetti fiscali, entreranno in vigore non prima del 2019 o, per alcuni aspetti, addirittura dal 2020

    > Guido Martinelli

    SPORT E FISCO

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    imposta successivo a quello in cui vienemeno taluna delle condizioni di cui alcomma 1”. Ma se, poi, nel corso dellostesso esercizio il numero degli associativenisse ripristinato a sette, il venir menodi uno dei requisiti per un limitato perio-do di tempo quali conseguenze potrebbeavere? Un chiarimento sul punto, appareessenziale. Problema similare potrànascere con la previsione di cui all’arti-colo 24, comma 5, CTS in cui viene con-cessa, agli enti con più di 500 associati,la possibilità di svolgere anche assem-blee separate. Ma se durante l’esercizioquesto numero si riduce oltre alla sogliaindicata, continuerà l’associazione apoter godere di tale diritto? Ci si augurache non diventi necessario per le realtàmaggiori dover prevedere in statuto unasorta di “doppio binario” per la convo-

    cazione degli organi sociali sulla basedel numero degli associati esistenti almomento della assemblea. Problemaassai simile all’articolo 41 per le retiassociative. Anche qui sono previsti deilimiti numerici di associati al fine delloro riconoscimento. È sufficiente gode-re di detto requisito al momento del-l’iscrizione al registro o deve permane-re? Un ente del terzo settore può far partedi più reti associative.Un’ultima considerazione sugli obbli-ghi previsti per i cori, le bande e le filo-drammatiche. Queste realtà sono le uni-che, oltre alle sportive, a poter ricono-scere, ai propri direttori artistici e colla-boratori tecnici non professionali, icompensi di cui all’articolo 67, comma1, lett. m), del Tuir. Compensi che, comeè ormai universalmente noto, non pre-

    vedono copertura assicurativa e previ-denziale. L’articolo 16 del codice delterzo settore prevede che: “I lavoratoridegli enti del terzo settore hanno dirittoad un trattamento economico e norma-tivo non inferiore a quello previsto daicontratti collettivi”. Ciò fa presumereche non ci sia spazio per “lavoratori”privi di tutela previdenziale. D’altrocanto i volontari non possono percepirenulla. Quindi, delle due l’una: o le realtàassociative indicate entrano nel terzosettore e rinunciano ad utilizzare ladisciplina sui compensi indicata, diven-tata incompatibile alla luce della previ-sione citata del codice, o restano fuoridal terzo settore perdendo le altre age-volazioni fiscali di cui oggi godono mache perderebbero con il mancato ingres-so nel registro unico

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  • L'INCHIESTA

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    Turista persportLa crisi economica e la paura di attentati non frenano la passione degli italiani che decidono di andareall’estero per praticare lo sport preferito in occasione dei grandi eventi internazionali o per assistere amanifestazioni di alto livello. Il settore è in continua crescita. Si stima che nel 2016, il 3,4% dei turisti italiani(circa 1,7 milioni di persone) abbiano scelto di trascorrere vacanze all'estero all'insegna dello sport

    Sport e turismo, un connubio sempre piùsolido. Unire l'aspetto ludico e ricreativodi una vacanza all'estero con lo svolgi-mento dell'attività fisica o la partecipazio-ne a un evento in qualità di amatori prati-canti o di appassionati, sta diventando unabella abitudine molto diffusa tra gli italia-ni. Sono sempre di più i nostri connazionaliche, nonostante la crisi economica e irischi di attentati, non rinunciano a iscri-versi a gare internazionali (la più frequen-

    tata dai nostri conterranei è naturalmentela Maratona di New York) per provarel’ebrezza di sentirsi protagonisti lontanodai consueti scenari sotto casa.Sull'argomento ha effettuato un'indagineil Centro Studi Turistici di Firenze, asso-ciazione che opera nella ricerca e nellaformazione di questo settore da oltre 40anni. Il turismo sportivo può essere sud-diviso in quattro tipologie, ognuna di essecoinvolge soggetti diversi. Sport turismo: i viaggiatori legano la metadel proprio viaggio alla possibilità di pra-ticare un determinato sport all’estero.

    Turismo sportivo/business: alla compo-nente sportiva si aggiunge quella profes-sionale e si divide in passivo e attivo. Ilprimo riguarda gli atleti professionisti del-le federazioni sportive nazionali e dellesocietà sportive, l'altro i dirigenti e dipen-denti del CONI o delle stesse federazioni;Turismo sportivo di loisir: in questo caso

    > Quintiliano Giampietro

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    la pratica di una determinata disciplina, alivello amatoriale, rappresenta il presup-posto del viaggio e i praticanti si spostanoper partecipare a gare, allenamenti, stages.Turismo sportivo di spettacolo: il pubbli-co live dello sport sia amatoriale che pro-fessionistico. Nella foto scattata dal CST di Firenzeemergono numeri importanti. Si stima chenel 2016, il 3,4% dei turisti italiani (circa1,7 milioni di persone) abbiano scelto ditrascorrere vacanze all'estero all'insegnadello sport, sia come motivazione princi-

    pale che secondaria, generando circa 7,8milioni di pernottamenti e una spesa supe-riore a 800 milioni di euro. Le aree straniere di maggiore attrazionesono quelle europee, in particolare nazionicome Francia, Regno Unito, Germania,Austria e Svizzera. Rappresentano destinazioni appetibilianche alcuni mercati a lungo raggio comegli Stati Uniti, i paesi asiatici per lo sportdi mare e il Brasile, che ha raggiunto l’api-ce in occasione dell’ultima Olimpiade mache in diversi periodi dell’anno, soprattut-

    to quando in Italia è inverno, ospita italia-ni che vanno a fare sport in un clima piùcongeniale alla propria disciplina. Tra le discipline praticate all’estero spic-cano lo sci, il running, il cicloturismo, iltrekking, alcuni sport di mare come ildiving e altri collegati alla vela. Il passa-parola è la forma più diffusa per sceglierele destinazioni, il web il mezzo per racco-gliere le informazioni.Il turista sportivo è sicuramente un “clien-te” di rispetto per i paesi che va a visitareperché si tratta di un soggetto che, trasci-nato dalla sua passione, ha possibilità dispendere e di soggiornare per periodi piùlunghi rispetto ai viaggiatori tradizionali.Agenzie di viaggi, organizzatori di eventie strutture alberghiere che lo ospitano

    sono dunque portati a coccolarseloperché il settore è trascinato

    soprattutto dal passa parola. È acclarato che la risonanza

    di alcune competizionisportive, e le emozioni che

    sanno regalare ai partecipan-ti, fungono da traino per gli anni

    successivi.

    Fonte Banca d'Italia Il turismo internazionale dell'Italia - microdati

    Italiani all’estero per vacanza sportiva 2012 2013 2014 2015 2016Spesa (in milioni di euro) 126 114 132 148 136Pernottamenti 1.362 1.120 1.286 1.421 1.304 Viaggiatori 441 499 472 355 354

    Spesa (in milioni di euro) per vacanza sportivadegli italiani per i principali paesi di destinazione

    2012 2013 2014 2015 2016Australia 1 1 7 0 15Austria 14 16 11 14 15Spagna 7 5 9 13 12Stati Uniti d’America 10 4 9 7 12Francia 12 16 12 19 9Marocco 3 0 4 12 6Svizzera 7 11 10 7 6Regno Unito 4 1 3 3 5

  • L'INCHIESTA

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    Secondo una recente indagine condotta daEurosport, chi viaggia per assistere aeventi sportivi è più propenso a coprirelunghe distanze. Il turismo sportivo è dun-que in aumento, con importanti prospetti-ve di crescita. Sottolinea Alessandro Torelli, DirettoreScientifico del CTS di Firenze: «È ormaievidente l'importanza di questo settore.Occorre lavorare per migliorare la gestio-ne di questi flussi, destinati ad aumentarenegli anni, e organizzare le singole realtàterritoriali affinché siano in grado disfruttare il proprio potenziale». Parallelamente, aumentano le agenzie diviaggio specializzate in questo settore. Traqueste c'è Sportful Travel, tour operatormilanese. La Product manager ValeriaMantelli illustra la tendenza: «I viaggisportivi seguono le stagioni. D'invernovanno quelli legati a sci, snowboard, kite-surf e immersioni. Queste ultime duediscipline si praticano anche in estate,insieme a immersioni, barca a vela e trek-king, richieste soprattutto da single a cac-cia di sport che uniscano, mentre la pri-mavera e l'autunno sono i periodi delciclismo. Riguardo ai tifosi, vendiamomaggiormente le trasferte di ChampionsLeague, le gare di Formula Uno. Sonomolte le richieste anche per i grandiappuntamenti europei del tennis il RolandGarros e Wimbledon, mentre stannoaumentando gli appassionati che seguonole gare di MotoGp». L'agenzia romana Effetto Srl ha particola-re competenza nelle vacanze legate al run-ning, in costante aumento, come sottoli-nea il titolare Roberto Fedeli: «Agli eventimaggiori come New York, Londra , Berli-no, Boston, si sono aggiunte altre destina-zioni europee quali Barcellona, Ibiza,Valencia, Parigi, o le lontane Tokio,Honolulu, Chicago. La permanenza variada 2 a 7 notti. I runners sono quasi sempreaccompagnati da familiari o amici e spes-so la trasferta è organizzata dal grupposportivo di appartenenza».A proposito di gruppi sportivi e di podi-smo, prendiamo ad esempio la S.S. LazioAtletica Leggera, società storica dellaCapitale con oltre 400 tesserati, che par-tecipa regolarmente a diverse manifesta-zioni internazionali. Giuseppe Vasapollo,Responsabile della Comunicazione delclub biancoceleste, organizzatore e atleta,

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    ci racconta, in particolare, le dinamichelegate alla Maratona di New York, unodegli eventi sportivi più importanti e affa-scinanti al mondo, con un numero di par-tecipanti che supera le 50mila unità:«Normalmente la trasferta dura una set-timana. Siamo tra i 15 e i 20 atleti, molticon le famiglie al seguito. I costi sono ele-vati: il pacchetto volo+hotel si aggiraintorno ai 2000 euro a persona, ai qualibisogna aggiungerne circa 400 per il pet-torale, più le spese per cene ed extra». Ma con quale spirito si vive un evento incui sport e vacanza vanno a braccetto?Ancora Vasapollo: «È sicuramente un'oc-casione di forte aggregazione, tanto chemolti decidono di correre lentamente persocializzare con gli altri, per fare nuoveamicizie. New York, poi, è una città magi-ca, non tradisce mai. Quando rientri inItalia sei ancora carico di adrenalina enon pensi ad altro che a organizzare lamaratona successiva».

  • IL CASO

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    Discipline riconosciute: la palestra California ricorre contro il CONI

    Continua a destare sconcerto e rimostranzela delibera del CONI, che entrerà compiuta-mente in vigore il prossimo 1 gennaio 2018,che regolamenta, ma forse sarebbe più giustodire limita, il numero delle discipline sporti-ve ufficialmente riconosciute dal ComitatoOlimpico Nazionale ed inserite nell’elencoufficiale.Nei confronti del nuovo inquadramento, cheesclude numerose attività che regolarmentetrovano spazio nelle palestre e nei campisportivi, si sono già espressi in maniera for-temente negativa gli Enti di PromozioneSportiva, con ASI in prima linea, perchéovviamente, per il loro ruolo di promotoridello sport di base, hanno aperto le portenegli anni anche a sport nuovi o emergenti,per favorirne la diffusione e lo sviluppo, aprescindere che fossero o meno disciplinetradizionali.A dare un’ulteriore scossone alla questione,c’è il ricorso straordinario e per molti versiclamoroso che potrebbe aprire la strada adanaloghe iniziative, che la SSD Palestra Cali-fornia di Mazzano (Brescia) società affiliataASI, ha presentato al Presidente dellaRepubblica contro il CONI e avverso la deli-bera in questione.Nel testo del ricorso si fa mensione di alcunediscipline, tradizionalmente praticate nellepalestre (body building, cardio fitness, aero-bica, body tonic, cardio training step, fit

    > Gianluca Montebelli

    Una società ASI della provincia di Brescia getta il sasso nello stagno inviandoricorso alle recenti decisioni del Comitato Olimpico Nazionale al Presidente dellaRepubblica al quale si chiede l’annullamento o la riforma della contestata delibera

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    boxe, pilates, spinning, ginnastica ritmica,danza, ginnastica artistica, hip pop, sport dacombattimento, muay thay, judo, yoga,squash) e in piscina (nuoto libero, acquafit-ness, corsi di acquaticità per neonati, corsi dinuoto per ogni età e livello, nuoto sincroniz-zato e idrospinning) molte delle quali verreb-bero di fatto escluse con conseguente cancel-lazione delle iscrizioni.A fronte di ciò la società California chiede alPresidente della Repubblica di dichiarareilleggittima la delibera annullandola o obbli-gando il CONI a riformarla totalmente.A portare avanti il ricorso, insieme all’Avvo-cato Paolo Bezzi che ne è il firmatario, la dot-toressa commercialista Paola Bruni Zani,esperta in Associazionismo Sportivo e con-sulente della Palestra California e di nume-rose altre realtà sportive operanti nel territo-rio bresciano.«Il ricorso nasce - sottolinea la dottoressaBruni Zani - dopo che, a nome di alcuneASD, avevamo inoltrato al CONI espressarichiesta di chiarimenti per capire se il con-tenuto della delibera fosse tassativo o se cifossero margini interpretativi che consentis-sero di proseguire l’attività con il gradualeadeguamento alle nuove normative. DalComitato Olimpico non è arrivata alcunarisposta e dunque abbiamo deciso di proce-dere.Conosciamo i tempi necessari affinchè ilricorso possa essere preso in esame ma conesso abbiamo voluto manifestare una situa-zione di disagio nella speranza che possaservire non soltanto alla società firmatariama a tutto il movimento sportivo».È consapevole, acclarato che non esistonoanaloghe iniziative in tutta Italia, di esserviguadagnati il ruolo di portabandiera di unintero popolo di sportivi? «È una battagliache sosteniamo ma che non vogliamo fare dasoli. Ci auguriamo che il CONI, nel prossimofuturo, riveda le proprie posizioni. Sarà dif-ficile che faccia totalmente marcia indietroma potrà fare maggiore chiarezza sulle deci-sioni prese. Per esempio sotto la dizione“ginnastica per tutti” quali attività potrannoessere inserite e quali no? In ogni caso ci staa cuore la tutela del mondo sportivo, neldiritto e nel rispetto degli operatori maanche e soprattutto del popolo di sportivi acui essi si rivolgono».

  • MONDO ASI

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    È nato l’Osservatoriodegli enti di promozioneAcsi, Aics, Asi, Csen e Csi, hanno presentato congiuntamente, presso la sala conferenzadella Camera dei Deputati, il progetto che servirà per monitorare l’attività dei tesseratidegli EPS che superano i 6,5 milioni, pari al 59,6% dei praticanti iscritti al Coni

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    “Determinare il reale impatto economicoe sociale degli Enti di promozione sporti-va (EPS) e confermarne il loro ruolo comecostruttori di welfare". Questo l'obiettivo del primo Osservatoriopermanente sulla promozione sportiva,costituito dagli Enti di promozione spor-tiva Acsi, Aics, Asi, Csen e Csi, che è statopresentato presso la sala conferenza dellaCamera dei Deputati. Due sono i valori dacui prenderà il via l’analisi dell’Osserva-torio: il numero dei tesserati degli EPSsupera i 6,5 milioni pari al 59.5% degli 11milioni di praticanti sportivi tesserati dalCONI e l’80% dell’attività sviluppata èrivolta a persone che alternativamente nonpraticherebbero attività motoria in modocontinuativo.A spiegare l’iniziativa, in rappresentanzadegli Enti di Promozione Sportiva sono

    stati quest’oggi l'onorevole Bruno Molea,presidente di Associazione Italiana Cultu-ra Sport, e Vittorio Bosio presidente delCentro Sportivo Italiano. Al loro fiancoerano presenti anche: Claudio Barbaropresidente dell’ASI, Antonino Viti presi-dente di, Associazione di Cultura Sport eTempo libero, Francesco Proietti presi-dente del Centro Sportivo EducativoNazionale.“Già da tempo lo sport è strumento di wel-fare per il Paese - ha commentato l'ono-revole Bruno Molea -: E’ mezzo di coesio-ne e inclusione sociale, ma anche dibenessere socio-sanitario, e volano di cre-scita economica, a cominciare dal rispar-mio sui costi sanitari. Aics in tal senso datempo promuove anche lo sport nelle peri-ferie più disagiate e tra le fasce di popo-lazione a rischio emarginazione, attraver-so progetti mirati alla coesione e all'edu-cazione al benessere psico-fisico. L'Os-servatorio ha proprio questo senso: quel-lo di tradurre in numeri questi sforzi pervalorizzarli e promuoverli come strumen-to di politiche sociali”.Il presidente ASI Barbaro ha anche chie-sto ai giornalisti il perchè parlino spessoe volentieri solamente dei grandi risultatisportivi raggiunti che fanno ricco il paese,omettendo tutto il lavoro che c'è dietro, inumeri, gli associati degli Enti di Promo-zione Sportiva. "Giusto esaltare a livellomediatico i successi che si ottengono, maè così difficile parlare di cosa c'è dietro almondo dello sport?".“Dobbiamo puntare a promuovere il fat-tore sociale, per rendere lo sport centralenella vita delle persone e delle comunità- ha spiegato il presidente Vittorio Bosio-. Per farlo occorre partire da un osser-vatorio che ne monitori quotidianamentel'azione collettiva e che consenta di valo-rizzare le migliori esperienze sul territo-rio e di sostenerle con azioni da parte del-l'intero sistema sportivo. Il fatto che gliEPS siano scesi in campo insieme, perraggiungere questo obiettivo, credo chemovimento sportivo italiano”.Il coordinamento scientifico del Centrostudi sarà affidato a SG Plus Ghiretti &Partners che, nel percorso di ricerca, siavvarrà di partner importanti quale ilMaster Internazionale in Strategia e Pia-

    nificazione degli Eventi e degli ImpiantiSportivi dell’Università di Parma, il Cers-Centro di ricerche sullo Sport dell’Univer-sità di Parma.Dunque ad entrare nel dettaglio organiz-zativo e tecnico dell’osservatorio è statoRoberto Ghiretti, presidente di SG PlusGhiretti & Partners: “L’Osservatorio,sulla base di una ricerca scientifica, cer-cherà di determinare il peso specifico del-l’attività sportiva di promozione degliEPS - ha illustrato Roberto Ghiretti -. Perquesto la prima ricerca sarà relativa adiversi ambiti di analisi: numerico, eco-nomico, sociale e promozionale. Ciò per-metterà di offrire un quadro chiaro edesaustivo per poi presentare i dati e avvia-re una riflessione in occasione degli StatiGenerali della promozione sportiva pre-visti nell’estate 2018".L’attività dell’Osservatorio sarà supporta-ta dall’Associazione Nazionale deiComuni Italiani (Anci), come testimonia-to dalla presenza del suo vice presidentevicario, Roberto Pella.“E’ un'importante iniziativa quella chepresentiamo oggi - ha commentato Pella- in primo luogo perché, una volta di più,sottolinea il valore del 'gioco di squadra'e del creare sinergie e collaborazioni fragli Enti di Promozione Sportiva. L'Osser-vatorio, composto da professionisti di altoprofilo e competenza, non solo monitore-rà, attraverso la raccolta e l'aggregazionedei dati, il livello di attività e di impegnosportivo nelle città ma potrà essere utileanche nel concorrere a determinare laquota di risparmio di spesa sulla sanità esulla cura. Oggi il legame fra sport e salu-te è fondamentale, con forza e determina-zione, l'ANCI se ne sta occupando persensibilizzare e prevenire, oltre all'inatti-vità come costo sociale, anche malattienon trasmissibili come sovrappeso e obe-sità infantili, diabete, esclusione sociale.Sarà importante da oggi in poi sostenereil confronto costante con l'obiettivo a ten-dere di presentare progetti congiunti insede regionale e governativa”.La validità del percorso è stata riconosciu-ta anche dal CONI che ha messo a dispo-sizione dell’Osservatorio i dati e la strut-tura del proprio Centro studi e osservatoristatistici per lo sport.

  • sua sorella Kittie (Lori Petty), che si tro-varono così fianco a fianco con oltre due-centocinquanta giovani ragazze prove-nienti da ogni parte degli States. Durantegli allenamenti conoscono Marla, figliadel proprietario di una palestra e orfana dimadre, cresciuta come un vero maschiac-cio, Mae, ex ballerina e cameriera nei bardi provincia interpretata da Madonna, e lasua amica Doris che ha il volto di RosieO’Donnell. Superate le selezioni, leragazze vengono divise in quattro squadree si dà inizio al torneo. L’attenzione per

    CINEMATOGRAFIA SPORTIVA

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    La vicenda, realmente accaduta, è l’av-ventura di un gruppo di ragazze e donneche vennero scritturate per giocare a soft-ball al fine di mantenere in vita il giocoanche se i giocatori erano al fronte. L’ideaalla base era di un magnate delle meren-dine, Walter Harvey, vedendo nella novitàdi un baseball al femminile nuove oppor-tunità di visibilità per i suoi prodotti. Vennero reclutate un sacco di donne, tracui Dottie (interpretata da Geena Davis) e

    > Donatella Italia

    Ragazze Vincenti, film del 1992, narra le gesta, realmenteaccadute nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, di ungruppo al femminile che dimostra, su un campo da baseball,di non essere composto solo da “angeli del focolare” ma da atlete vere, pioniere in un mondo ancora pieno dipregiudizi che le vorrebbe comunque più belle che brave

    Che forza queste questo torneo di softball è molto alta, magrottescamente delle giocatrici si sottoli-nea anche la loro grazia, la bravura nelcucinare e la loro bellezza, a ricordare cheil ruolo della donna è comunque in primisdi “angelo del focolare”. Le due sorelle e le loro tre nuove amicheMarla, Mae e Doris vengono selezionateper le Rockford Peaches, ma capisconopresto che tutta la fatica fatta fino a questopunto è solo l’inizio. Ora che sono tesse-rate avranno ben 85 dollari la settimana,ma dovranno anche giocare truccate, con

    ragazze!

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    i capelli perfettamente in piega e portareuna divisa molto femminile ma poco pra-tica. Brutta storia i pregiudizi nello sportper le donne. In un’intervista, la vera Dot-tie ricorda come la proibizione di portarepantaloni o calzoncini le riempisse diabrasioni e sbucciature a ogni inning. A ogni squadra viene assegnato un allena-tore professionista e alle Rockford capitaJames Dugan, ex stella del baseball orapiù affezionato alla bottiglia che al guan-tone, che qui ha il volto da bravo ragazzodi Tom Hanks. James non accetta volen-

    tieri il nuovo incarico e si presenta ubriacoai vari allenamenti. Ma le ragazze sono brave e dimostrano dieccellere in tutti i campi, mentre Dottie,la più preparata sulle regole del baseball,si carica anche del ruolo di allenatriceufficiosa per mandare avanti la squadra.Presto le Rockford Peaches diventano unacelebrità, ma i fondi iniziano a scarseggia-re… Allora ci si concentra di nuovo sulleragazze, che cercano di puntare non solosulla loro bravura in campo per attirareattenzioni: la lanciatrice Helen che è stata

    una stellina dei concorsi di bellezza edistribuisce baci agli uomini che recupe-rano i fuoricampo, la battitrice Evelyn cheè brava anche a servire il caffè per gli ospi-ti, Mae che riesce a prendere le palle conil cappellino e non con il guantone, Dottieche riceve con una spaccata. L’attenzioneper il campionato torna così alta, ma dipari passo con le vittorie cresce anche larivalità tra le due sorelle; Kittie infatti maldigerisce il successo della sorella piùgrande, da tutti considerata la vera stelladella squadra.

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    CINEMATOGRAFIA SPORTIVA

    Per placare i litigi Dugan, che gradual-mente ha accettato il suo ruolo di “allena-tore di una squadra di donne” , opta perspostare Kittie nel team delle Racine eriportare così la pace nello spogliatoio.Ma siamo in tempo di guerra e ci vienericordato dall’arrivo di un telegramma cheannuncia la morte del marito di una delle

    donne, Betty. La notizia ricorda a tutte cheil conflitto non è finito.Improvvisamente il marito di Dottie tornadal fronte, ferito a una gamba ma vivo, ela donna lascia la squadra per tornare allasua vecchia vita di moglie. Le altre ragaz-ze ovviamente non sono contente, maDottie ha deciso.

    Arriva però la finale, che vede affrontarsiproprio le Rockford e le Racine e a sor-presa torna Dottie, che non riesce a resi-stere al richiamo della finale. Torna cosìil confronto diretto tra le due sorelle e l’at-tenzione dei media e del pubblico schizzaalle stelle. Durante la partita le due donnesi studiano in lontananza, finché all’ulti-mo inning Dottie è ricevitore e Kittie ilbattitore, al lancio la Rockford Helen. Aquesto punto Dottie si trova davanti unadecisione importante: scegliere per lasquadra o seguire l’affetto? Dottie optaper la squadra e consiglia a Helen di tirareuna palla alta, ben sapendo che la sorellanon è capace di battere questo tipo di lan-cio. La lanciatrice esegue il tiro e Kittiesbaglia, punto in più per le Rockford. Sia-mo al testa a testa e, al terzo lancio, Kittieriesce a battere e scaglia la palla lontano.I minuti si fanno concitati, Kittie correcercando di raggiungere l’ultima base e,nella foga per raggiungerla, investe in pie-no Dottie che intanto ha ricevuto la pallae la stringe in mano. Nell’urto le due fini-scono a terra e Dottie perde la palla, leRacine vincono e Kittie è la nuova eroina.Resta il dubbio: Dottie lo avrà fatto appo-sta?Le ragazze si ritrovano anni dopo all’inau-gurazione dell’ala del museo del baseball

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    dedicata alle loro imprese. Qui, le duesorelle si ritrovano e, dopo tanto, siabbracciano.Con un cast di volti conosciuti, su cuiovviamente spiccano Geena Davis, TomHanks e Madonna, che qui veste i pannidi una ragazza sopra le righe e sfacciata(proprio come lo era lei in quella fase dicarriera), ma soprattutto una donna fortee determinata a crearsi una nuova vita.Oltre a loro, Jon Lovitz nei panni del pro-curatore di Dottie e Kittie, Rosie O’Don-nell, Anne Ramsay e Bitty Shram, volticonosciuti di molte serie tv.Formalmente dedicato alla All-AmericanGirls Professional Baseball League, inrealtà questo film è un omaggio a tutte ledonne che si fanno strada in sport pretta-mente maschili, pioniere in un mondo pie-no di pregiudizi che le vorrebbe comun-que più belle che brave.

  • MONDO ASI

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    Dello sport, i CavalieriA Genova, la cerimonia d’investitura. Alle origini di un Ordine

    che affonda le radici in un linguaggio cavalleresco antico fatto di lealtà, impegno verso il prossimo e rispetto come codice d’onore

    Si è svolta a Genova la sesta edizione delrito per l’assegnazione del cavalierato dellosport che ha avuto, tra i tanti riconosci-menti negli anni, anche l’Alto Patrociniodella Presidenza della Repubblica. I “Cavalieri dello Sport” nascono comeOrdine nel 2009, ma lo spirito che nemuove le azioni è antico nel suo essere.Come svela l’araldica, il cerimoniale e imotivi della sua stessa nascita. Spiega ilpresidente Silvestro Demontis: «Comeavveniva per i cavalieri del nostro passato,anche nello sport dei tempi moderni, esi-

    stono uomini che s’impegnano a favoredegli altri, che dedicano il proprio tempo,spesso gratuitamente, alla cultura dellosport, alle realtà associative e iniziative dibeneficienza. E pochi riconoscono il valo-re di quanti soprattutto agiscono dietro lequinte. L’atleta vince la medaglia, gli altrino. In una tavola rotonda tra dirigenti (nonpossiamo che chiamarla così…), proposiun riconoscimento per tutti questi perso-naggi e nacque l’Ordine». Ma oltre al riconoscimento, il cui soggettoorganizzatore è affiliato proprio all’ASI,

    è obiettivo quello di «Divulgare ciò che dibuono c’è nello sport oltre a promuovereattività culturali e di formazione per edu-catori, insegnanti, operatori sociali e spor-tivi».

    2017. I riconoscimenti e il cerimonialeTra i neo cavalieri che si sono distinti nellosport, sono vari quelli che hanno intrecciatola propria storia anche con l’ASI: Carmine

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    Fascia, medaglia e pergamena. L’araldica dell’OrdineIl medaglione che il ceri-moniere metterà al collodel nominato con la graficastudiata dal maestro Glau-co Pogi, scultore, scrittoree psicologo d’arte oltre chestudioso proprio di araldi-ca, correlato da nastro tri-colore. Poi, l’attestato dellanomina e la fascia verdesimbolo dell’Ordine.

    Luca Marcato mostra la bandiera dell'ente a quasi 6000 metri di altezza

  • MONDO ASI

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    Caiazzo e Sante Zaza con loro ancheRoberto Cipolletti, ideatore della Corsadel Ricordo, dimostrazione di quanto unevento sportivo possa avere profondi finidi rivisitazione della storia, culturali esociali. Nel gruppo anche Luca Marcato,atleta e dirigente della Liguria, che vienericordato all’interno dell’ente – permet-teteci un pensiero autoreferenziale slega-to dal cavalierato – per aver portato invetta a 5610 metri di altezza, a -18gc econ un vento a 200 km orari, la bandieradell’ASI. Spiega proprio il Presidente dell’ASI,Claudio Barbaro, insignito quest’annodel Gran Cavalierato «È stato per memotivo di grande soddisfazione. Nonsolo per una nomina ormai prestigiosanel mondo dello sport, ma perché risultaevidente come le motivazioni che hannoportato alla nascita di questo Ordine sia-no le medesime che animano anche gliEnti di promozione sportiva, sicura-mente il nostro in cui cerchiamo quoti-dianamente di promuovere lo sportcome veicolo di cultura, di crescitasana, di aggregazione, di spirito di ser-vizio in favore dello sport stesso e dellecomunità locali in cui operiamo. E lapresenza di nostri cavalieri attribuiti, neè dimostrazione».Interessante ripercorrere alcuni elementidel cerimoniale per l’assegnazione deltitolo di cavaliere dello sport: tutti i par-tecipanti prima dell’inizio prestano ungiuramento collettivo di fedeltà ai valoridel Cavalierato. Durante l’investitura, ilcavaliere nominato, seguito dal cerimo-niere, indossa la fascia verde (a rappre-sentare la speranza) con frange dorate(che contrassegnano il premio finale perl’impegno profuso). I cavalieri ricevono il medaglione conl’araldica dell’Ordine e la frase“Pernicscorpus mens libera” (mente libera e cor-po sano), accompagnato da una perga-mena con la motivazione: “Per i grandimeriti conseguiti nell’attività sociale esportiva”. Ricevono, inoltre, la cravatta verdedell’Ordine, lo scudetto da fissare sultaschino a sinistra della giacca, più ildistintivo da mettere sull’occhiello delbavero sinistro della giacca.

    Stadio Olimpico, la storia in libreriaLo Stadio Olimpico è un vecchio amico al quale i romani e gli italiani sono legati dall’affettopiù profondo. Ha i capelli bianchi e qualche ruga, ma questi sono dettagli insignificanti.Perché quando inizia a raccontare le sue avventure si rimane in ossequioso silenzio, incantatinell’ascoltare una parte importante della storia della Capitale. Nel libro “Il Nostro Teatro deisogni”, impreziosito dalla prefazione di Giovanni Malagò Presidente del CONI e scritto daFabio Argentini, giornalista e consigliere ASI Lazio insieme con Luigi Panella, le luci dellaribalta sono puntate su un impianto che ha regalato un’infinità di emozioni. Un viaggio trauomini, imprese e progetti architettonici: perché l’Olimpico al quale sono abituate le nuovegenerazioni è l’ultima di quattro versioni. Una favola emozionale scandita innanzitutto dalleimprese della Nazionale e quelle di Roma e Lazio, che complessivamente vi hanno conqui-stato quattro scudetti. Ma l’Olimpico è anche lo stadio della Grande Ungheria di Puskas, chenel 1953 viene a inaugurarlo sotto lo sguardo del presidente della Repubblica Luigi Einaudi.È lo stadio dell’Olimpiade del 1960, probabilmente la più affascinante di sempre, ed è lostadio dell’atletica, del rugby, dei concerti, dei comizi, di set di celebri pubblicità e di svariatifilm divenuti veri e propri cult. Sospeso tra passato, presente e futuro è uno dei fiori all’oc-chiello della splendida zona del Foro.

    Editoria Sportiva

    GLI AUTORIFabio Argentini Giornalista professionista, si è occupato di politicae sanità prima di approdare all’editoria sportiva.Ha ricoperto incarichi prestigiosi come la direzio-ne di «SPQR sport», rivista ufficiale di Roma Capi-tale. È autore di numerosi libri, tra i quali, Foro Ita-lico tra passato, presente e futuro.

    Luigi Panella Nato a Roma nel 1966, giornalista del GruppoEspresso, è una delle firme più note di Repubbli-ca.it. Ha pubblicato La strategia del Tasso (Limina,2011), Roma sul ring (Ultra, 2014) e ColonelloFerenc (Ultra, 2016).

    Silvestro Demontis

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    Barrel Racing e Pole Bending, numper il settore ASI Sport EquestriI recenti campionati nazionali delle due specialità hanno fatto registrare, grazie al lavoro del responsabile dell’Ente di entrambe le due discipline Domenico Crispino, una crescita qualitativa e quantitativa dei praticanti

    L’ultima stagione sportiva ci ha mostrato la crescita, sotto l’egidaASI, di un angolo di West nel nostro paese, attraverso le disciplinedel Barrel Racing e del Pole Bending; sotto l’attenta supervisionedel responsabile nazionale ASI di entrambe le discipline, DomenicoCrispino, abbiamo assistito, attraverso 11 tappe, all’affermazionenumerica e qualitativa di due delle più praticate discipline della Mon-ta Western nel mondo; abbiamo applaudito i cavalieri che giravanovorticosamente attorno ai 3 barili nel Barrel Racing; oppure li abbia-mo incitati a galoppare contro il tempo zigzagando tra i 6 paletti delPole Bending.In 11 tappe abbiamo visto sfilare davanti a noi ben 1056 binomi etutto è culminato con la finale nazionale 2017 avvenuta a ottobre diquest’anno presso il Centro Fiere Crispino di Frosinone. Qui, cro-nometro alla mano, circa 130 cavalli e cavalieri si sono dati battagliaancora una volta ed hanno eletto i Campioni Nazionali dell’anno.Grande successo di pubblico per tutta la stagione, ma la finale ha

    fatto registrare il tutto esaurito con 1500 presenze stimate; dagli spaltiai bordo campo, centinaia i fans presenti che hanno partecipato anchealla grande festa della cerimonia di chiusura all’interno della qualesono stati assegnati i titoli di Campioni Nazionali ASI di BarrelRacing e Pole Banding nelle varie categorie. Intervenute per l’occasione varie personalità che si sono unite aifesteggiamenti testimoniando il grande interesse suscitato dal settore;tra tutti citiamo la presenza del Vicepresidente nazionale di ASI, Emi-lio Minunzio, intervenuto per complimentarsi per la crescita quali-tativa e quantitativa di quest’angolo di Equitazione: «Tutta la MontaWestern, in realtà, costituisce oggi un comparto importante del Set-tore Sport Equestri ASI, anche se la realtà che ruota intorno a Barrele Pole merita un apprezzamento particolare innanzitutto perché,assieme alla Gimkana, queste sono state le prime discipline Westerna entrare in ASI, attività che hanno poi fatto da apripista ad altre spe-cialità come il Team Penning e il Ranch Sorting. Sapere oggi che ilBarrel e il Pole ASI sono considerate delle vere eccellenze ci gratificamolto e ci dà soprattutto la misura di quanto sia importante proporre

    > Chiara Minelli

    meri in crescita

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    il prodotto sportivo in modalità di massima fruibilità». Parole di particolare apprezzamento da parte del Vicepresidente ASIsono andate anche a tutta la macchina organizzativa ed in particolareal fautore dell’iniziativa: «Non può certo non essere considerata l’im-portanza della componente programmatica e organizzativa, da sem-pre coordinata da Domenico Crispino, che ha saputo perfettamenteconiugare le sue capacità imprenditoriali con la passione per la MontaWestern, rispettando tra l’altro un importante aspetto strategico delSettore Sport Equestri ASI che è quello della copertura territorialedelle attività ; Barrel e Pole ASI si stanno infatti consolidando indiverse regioni di Italia, come ad esempio la Campania, con il refe-rente regionale di specialità Francesco De Falco, perfettamente coa-diuvato dalla figlia Angelica, per citare una realtà tra tante ».Presenti inoltre Francesco di Massa (Responsabile nazionale ASIGimkana Western) e Francesco de Falco (referente ASI CampaniaBarrel Racing e Pole Bending) che non hanno mancato di esprimeresoddisfazione per la piena riuscita della manifestazione, culmine dellavoro di un anno in cui siamo stati tutti testimoni dell’entusiasmo edella crescita tecnica e numerica di questo settore.Lasciamo la chiosa della cronaca di questo successo allo stessoDomenico Crispino che esprime «Entusiasmo e soddisfazione aimassimi livelli in un ambiente in cui lo sport, ma soprattutto l'Equi-tazione e l'amore per il cavallo, si vivono come un culto».

    Campioni Nazionali ASI di Barrel Racing e pole Bending 2017

    POLE BENDING “Open”Prima Divisione1° Classificato Dell'Omo Valerio su Sailor Nic2° Classificato Federico Tanzi su Tivio Peps Sunrise3° Classificato Mancini Antonio su HP Money Que PrideSeconda Divisione1° Classificato Di Norcia Giovanni su KocisTerza Divisione1° Classificato Moriconi Giuseppe su Willy2° Classificato D'Amico Silvio su Bingo

    BARREL RACING “Youth”1° Classificato De Falco Pasquale su Lena Seven Proclaimer2° Classificato Longobardi Marco su Kocis

    BARREL RACING “Non Pro”Prima Divisione1° Classificato Fantini Domizia su AB Neve Colon Indiano2° Classificato Manganiello Felice su Obama3° Classificato Manganiello Felice su Puro Jack FrecklesSeconda Divisione1° Classificato D’amico Annalisa su Biuty

    BARREL RACING “Open”Prima Divisione1° Classificato Del Grande Centi Stefano su Docs Maximum of Rome2° Classificato Federico Tanzi su DG Sailor Shadow3° Classificato Federico Tanzi su Fuzzy WranglerSeconda Divisione1° Classificato Sbardella Antonio su Wichi Cowmaster2° Classificato Castaldo Ascanio su Peppy Snapper Lady3° Classificato Frattali Massimo su Gm Poco LenaTerza Divisione1° Classificato De Stefano Michelangelo su FB Remedy Bonito2° Classificato Manganiello Felice su Puro Jack Freckles3° Classificato Marinelli Alessio su Piccolo RiverQuarta Divisione1° Classificato Nocerino Marco Vincenzo su Windy Sunrise2° Classificato Mancini Pacifici Alessandro su Rosina3° Classificato Mancini Antonio su HP Money Que PrideQuinta Divisione1° Classificato Bottini Iulia su Zip Black Invest2° Classificato Coda Alfonso su Docs Hicory Enterprise3° Classificato D'amico Annalisa su Biuty

    LE CLASSIFICHE

  • MONDO ASI

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    Quando lo sport smuove le coscienzeTre eventi di calcio. Tre eventi in cui è stata protagonista la cultura dello sport. Tre eventi diretti dagli arbitri dell’ASI

    In occasione della giornata mondiale con-tro la violenza sulle donne, si sono incon-trate le formazioni di calcio della Nazio-nale Italiana Attori, capitanata dall’attoreNinetto Davoli e la Nazionale ItalianaMagistrati di capitan Palamara, membrodel CSM, presso la “Totti soccer school”di Ostia. Presenti anche la Ministra Maria

    Elena Boschi, l’evento ha avuto il Patro-cinio della Presidenza del Consiglio deiMinistri. Era presente anche Concetta Raccuia,mamma di Sara di Pietrantonio, la giova-ne di 22 anni uccisa nel 2016 dall’exfidanzato. In una giornata in cui lo sport è stato vei-colo di comunicazione e insegnamento,c’erano circa mille studenti che hanno

    visto battere il calcio d’inizio da France-sco Totti, dirigente e storico capitano dellaRoma, con gli ex calciatori Angelo Peruz-zi e Simone Perrotta in rappresentanzarispettivamente della S.S. Lazio e dell’As-sociazione Italiana Calciatori. In una giornata in cui le donne erano inqualche modo le grandi protagoniste, lagara è stata diretta dall’arbitro ASI, Vero-nica Santese, della Sezione Lorenzo Cesa-

    > Fabio Argentini

    Diretta dagli arbitri ASI, la partita tra la Nazionale Italiana Attori (capitano Ninetto Davoli in maglia azzurra) e quella dei magistrati in maglia arancione. Nella foto anche Angelo Peruzzi e Francesco Totti in rappresentanza di Lazio e Roma

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    ri di Roma, in collaborazione con i suoicinque colleghi, Mario Tozzi, StefanoSabatini, Nello Moccia, Simone Marafinaed Americo Scatena. La frase rivolta da Totti a Veronica «aho,fatte rispettà!» è o dovrebbe essere undogma per tutte le donne, in una giornatacome questa. Veronica, certo, con la suascelta di essere arbitro, ha deciso di pren-dere alla lettera quelle parole superandoanche pregiudizi che si percepiscono intanti campi anche dilettantistici.

    Da Ostia allo Stadio Petriana, con vedutasul vicino Cupolone di San Pietro: si èsvolta la gara di calcio tra le selezioni discrittori italiani e inglesi. Una gara all’in-segna degli scambi culturali tra dueNazioni, famose per i tanti celebri autori.Per questo evento è scesa in campo unaquaterna arbitrale composta da due arbitrinazionali, un assistente arbitrale interna-zionale e un quarto uomo: Enio Drovandi,arbitro, con assistenti Claudio Signoretti(assistente internazionale), Stefano Saba-tini e Abu Ruq’a Jamal quarto uomo. Ilrisultato finale è stato 1-1 ma grazie all’1-3 scaturito dalla gara di andata in terra bri-tannica, la vittoria finale è andata allacompagine tricolore.

    Claudia Gerini, madrina della manifesta-zione, era presente, invece, allo StadioFrancioni di Latina per la partita di bene-ficenza in favore di Civitella del Tronto,comune colpito dal terremoto. E non pote-va certo mancare un riferimento anche allagiornata mondiale contro la violenza sulledonne e in tal senso va vista la presenzadell’attrice romana. Anche in questo casoun team arbitrale ASI per la gara traNazionale Italiana attori contro gli Ama-tori Samagor Latina: Manuele Petricca,arbitro internazionale, Paolo Piacente,assistente arbitrale internazionale, Simo-ne Marafina, assistente arbitrale nazionalee Raffaela Finardi, altro arbitro regionaledonna. Il risultato finale ha premiato lasquadra di casa. È stato poi consegnato ilsimbolico assegno al Sindaco di Civitelladel Tronto con l’importo delle donazioniraggiunte nel corso della manifestazione.

    La cupola di SanPietro, fa da sfondoalla gara di calcio traselezioni di scrittoriitaliani e inglesi

    Una partita di beneficienza per le vittime del terremoto. Nella foto il simbolico assegno per il Comune di Civitella del Tronto

  • MONDO ASI

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    Nel mondo dei silenziosiAl Foro Italico, la manifestazione di atletica cui hanno partecipato ragazzi sordomuti dai 7 ai 14 anni. Una splendida giornata di sport per tutti

    Non si guardano intorno. Sono concentra-ti su quell’anello in tartan, sul quale cor-rono veloci divorando i metri che li sepa-rano dal traguardo o sul prato verde dovea inseguirsi sono le altre discipline del-l’atletica. Non sentono le grida di incita-mento. Ma poco importa perché, come alsolito, è il traguardo che fa la differenza. È questo lo sport per non-udenti, lo sport“silenzioso”. Una pratica che ha i suoiGiochi sin dal 1924 ma anche quelle gareche rappresentano un irrinunciabile tessu-to di base. Come quella che ha caratteriz-zato la seconda edizione della Giornata

    dell’atletica leggera riservata ai giovanis-simi della Polisportiva Silenzioai e svol-tasi allo Stadio della Farnesina di Roma. «L’importanza di manifestazioni comequesta - sottolinea Sandro Giorgi,Responsabile Nazionale settore AtleticaLeggera dell’ASI, soggetto organizzatore– sta nel fatto che attraverso lo sport tantigiovani possano trovare beneficio psico-fisico e crescere dando all’Italia le nuoveleve per vincere anche in queste competi-zioni». Spiega anche Massimo Di Marcello,direttore tecnico dell’ASI Atletica Roma:«Gli atleti erano divisi in tre categorie:pulcini, esordienti e ragazzi. Hanno par-

    tecipato alle gare degli 80-100m, salto inlungo e lancio del vortex, un attrezzo inmateriale sintetico utilizzato nelle catego-rie giovanili e propedeutico al lancio delgiavellotto. Al termine delle tre specialità è stata sti-lata una classifica che ha visto la vittoriadi Davide Scopigno (pulcini), PomilioEmidio Wayne (esordienti maschili) eSofia Giansanti (esordienti femminili).Nella categoria “ragazzi”, la vittoria èstata raggiunta da Fabio Raimondi. Indi-vidualmente sono emerse le prestazioni diNicola Midolo nel lancio del vortex conl’ottima misura di 43,10. L’obiettivonostro lavoro è quello di creare un gruppo

    > Fabio Argentini

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    La prima volta a Parigi nel 1924I Giochi mondiali olimpici silenziosi (ininglese  “Deaflympics”) sono organiz-zati con cadenza quadriennale. Eccole sedi dal 1924 ad oggi. Giochi estiviEdizione Luogo AnnoI Parigi 1924II Amsterdam 1928III Norimberga 1931IV Londra 1935V Stoccolma 1939VI Copenaghen 1949VII Brussels 1953VIII Milano 1957IX Helsinki 1961X Washington DC 1965XI Belgrado 1969XII Malmö 1973XIII Bucarest 1977XIV Colonia 1981XV Los Angeles 1985XVI Christchurch 1989XVII Sofia 1993XVIII Copenaghen 1997XIX Roma 2001XX Melbourne 2005XXI Taipei 2009XXII Sofia 2013XXIII Samsun 2017

    stabile su piazza romana per far crescereil movimento».«Alla premiazione – riprende Giorgi – hapartecipato anche la giovane atleta EmiliaFares non vedente. Fattiva, come sempre,la partecipazione alla complessa manife-stazione dei dirigenti della PolisportivaSilenziosa: Stefano Mustè, Michele Visco,Bruno Fracassa, Giuseppina Volpicelli,Susanna Santoni ed Emilia Vignati. Erapresente anche il Presidente FSSI GuidoZanecchia che ha espresso felicitazione egratitudine. Il Presidente della polisportivaRoberto Porcu si ritiene mol to soddisfattoche la manifestazione sia pienamente riu-scita, avendo realizzato quello che era neiprogetti e avendo rispettato le aspettativedi tutti i ragazzi sordi».

    Partendo dalle originiSilenziosi. Un nome e un manifesto pro-grammatico che ha origini proprio con iprimi Giochi mondiali del 1924, a Parigie che, un anno dopo fu adottato anche inItalia da quel 10 maggio 1925 quando, invia Marcello a Milano, un gruppo di sor-domuti fondò una propria società. "LaSilenziosa", la prima in Italia. Dinanzi all’entusiasmo che quei Giochifrancesi suscitarono, si convenne di ripe-terli ogni quattro anni. L’Italia li organizzò a Milano nel 1957.Scrive Emilio De Martino sulla Gazzetta:«Un atleta avanzò (si trattava di MarioMauri, capitano della nazionale di calcio)sul piccolo palco, al Pulvinare dell’ArenaCivica per il giuramento…». Del qualericordiamo parole come: «Promettiamo dipresentarci ai Giochi InternazionaliSilenziosi in qualità di concorrenti prividell’udito, leali, rispettosi dei regolamen-ti che li governano, desiderosi di parteci-parvi con spirito di cavalleria per l’onoredei nostri Paesi».I Giochi estivi torneranno in Italia nel2001, all’Olimpico di Roma. 4.500 atletiprovenienti da 75 paesi dei cinque conti-nenti. «In quell’edizione gareggiava Ste-fano D’Ernesto, specialista nei 100 e200m, il primo sordomuto a rompere gliindugi ed entrare all’Università di Scien-ze Motorie a Roma, fino allora un tabù»,ricorda ancora Massimo Di Marcello chelo allenava.

  • MONDO ASI

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    Simone Bellina, racconta i segreti dei suoi successiIl grande campione internazionale di Point Fighting, tesserato ASI, svela in questaintervista come, con volontà e applicazione, si possono centrare risultati straordinari

    ASI, settore Kick Boxing, è impegnato nelvalorizzare gli atleti che si impegnano a livelloamatoriale. Per portare questo sport ai massi-mi livelli. Sotto la bandiera dell’ente, da moltianni combatte e vince Simone Bellina, atletapluripremiato nel Point Fighting, che si è rac-contato e ha descritto anche il duro percorsoche lo ha portato ad essere un grande campio-ne. Un modo, anche attraverso queste pagine,per portare un esempio e dare uno stimolo aigiovani praticanti. Simone Bellina nasce aGemona del Friuli, in provincia di Udine, mada sempre vissuto a Conegliano in provinciadi Treviso. È qui che inizia la passione per learti marziali e che consegue i primi risultatiimportanti. Il lavoro lo porta oggi a vivere inprovincia di Ancona, ma passione e dedizionesono le stesse di sempre.«Quando vengo chiamato a raccontare il miopercorso sportivo in una disciplina che riten-go splendida ed appagante per ogni atleta -ci dice con enfasi Simone Bellina - sono sem-pre particolarmente felice. Segreti particolarinon ce ne sono, per diventare campioni biso-gna passare attraverso il duro lavoro senzamai mollare. Non ci sono risultati scontati.Ogni stagione si riparte e bisogna provare arimanere sugli alti livelli raggiunti. Nulla èper sempre, un titolo vinto dà grande soddi-sfazione, ma appena conquistato l’impresa vain archivio e ogni nuovo anno bisogna affron-tare nuove sfide».

    Cosa pensi di poter condividere della tuagrande esperienze con giovani atleti che,come te hanno la passione per il tuo sport.

    > Lorena Bortot

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    Qual è il primo messaggio che vorresti lan-ciare? «Sicuramente, la prima cosa che mi viene inmente è quella di dire di non arrendersi maialla prima difficoltà che si incontra. Questosport, all’inizio, può sembrare duro, sembradi essere un po’ impacciati nei movimenti, macon il tempo e l’allenamento si acquista sem-pre maggiore sicurezza e i miglioramenti arri-vano in modo naturale. Il Point Fighting ècatalogato come sport individuale ma non èaffatto così. L’atleta è solo solamente nel tata-mi, ma per arrivare la sopra occorre che allespalle ci sia tutta la tua squadra e il tuo coachpronti a sostenerti ed aiutarti in ogni momen-to! E credetemi che il loro supporto può faremiracoli nei momenti di difficoltà».

    Quali sono i risultati che ti hanno regalato piùsoddisfazione? «Posso dire che, in linea di massima, ogniesperienza porta delle soddisfazioni, perchéti aiuta a capire su cosa e come lavoraredurante gli allenamenti. Ma, se dovessi sce-gliere uno dei momenti più belli della miacarriera, non posso che andare indietro neltempo con la memoria fino alla mia prima

    vittoria. Parliamo dell’ormai lontano 200ed è passato veramente tanto tempo. Quelprimo successo ha fatto scattare nella testaqualcosa di importante, mi ha dato la con-vinzione di poter fare grandi cose. La miacarriera è partita da lì. Poi, ho nel cuore levittorie ai Mondiali WTKA del 2010, aimondiali di San Marino del 2015, alla Scor-pions Cup del 2016, e all’Austrian Classicdel 2016».

    Una carriera lunga e costellata di grandi sod-disfazioni. Fino a quando avremo il piaceredi vederti in gara e sui gradini di un podio? «Qualche anno fa pensavo di smettere unavolta compiuti i 36 anni, ma dopo le ultimeesperienze fatte all’estero e alle continue vit-torie che riesco a conquistare, forse non èancora arrivato il momento! Il mio pensierosi è ora spostato non più sull’età ma sul fisico,fino a quando me lo permetterà, entrerò neltatami».

    Quante volte la settimana ti alleni, e ancorapiù importante, quanto sacrificio ti costa tuttociò? «Divido gli allenamenti in due parti. Solita-

    mente, due o tre giorni alla settimana sonodedicati specificatamente all’allenamentomarziale, mentre nel resto della settimanaalleno la parte cardio e la parte muscolare;diciamo che in linea di massima mi riposopoco… Di media mi alleno dalle 5 alle 7 voltea settimana, quando si avvicinano le garediminuisco l’intensità per aver modo di recu-perare le energie, ma non scendo mai sotto itre allenamenti. Tutto questo però per me nonè un sacrificio, seguo una passione che nonsi è mai spenta. Lo sport e una parte di me daormai ventidue anni, tutto viene in automati-co. Gli unici sacrifici che devo fare, io cometutti quelli che fanno sport, sono legati a comecomportarsi la settimana prima di una com-petizione, stare attenti all’alimentazione, dor-mire a sufficienza per permettere al fisico diriposarsi e, soprattutto, il giorno prima dellacompetizione non fare le ore piccole!».

    Qual è ora il prossimo grande obiettivo?«Punto decisamente alla sfida contro RalfKleff. Il primo titolo Pro l’ho vinto giocandoin casa, battendolo a San Marino. Ora luivuole la rivincita a casa sua, ci confronteremoin Germania. Questo match sarà al centro deimiei pensieri da qui a marzo. Non nego peròche mi piacerebbe riconfermare anche il miotitolo mondiale all’Austrian Classic. La scor-sa edizione è stata parecchio movimentata maaltrettanto entusiasmante».

    Sei emozionato e come ti stai preparando perriconfermarti campione? «Emozionato direi di no, di competizioni neho fatte molte e l’ansia da gara è passata, sogestirla. Mi sto preparando a dovere permigliorarmi su alcuni punti».

    Quali? «Questo deve rimanere un segreto…».

    Cosa pensi dell’intero movimento nazionaleper quanto attiene alla tua disciplina? «Qui si dovrebbe parlare più di politica chedi sport. Ci sono molte realtà valide in Italia,ma non tutto viaggia a favore degli atleti e delloro entourage. Io e la mia squadra abbiamoscelto ASI perché il programma che offre l’en-te è decisamente ricco e valido. Le gare sonosempre ben organizzate e il livello degli avver-sari è alto. Ciò permette una crescita tecnica.In ASI ho trovato quello che cercavo!».

    In bocca al lupo Campione !

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    tuttonotizie

    RINNOVATA LA CONVENZIONE ASI-FIJLKAM

    È stata rinnovata la convenzione tra l’Asi ela Fijlkam (Federazione Italiana Judo LottaKarate Arti Marziali). Le due parti continue-ranno ad impegnarsi, dunque, attraverso lerispettive strutture territoriali, a svolgere tut-te le iniziative necessarie per: 1) Sviluppare con le Istituzione, gli Enti localie le Scuole una comune azione per una piùrazionale utilizzazione degli impianti sportivipubblici.2) La costruzione e ristrutturazione degli stes-si impianti.3) Favorire la promozione dell’attività sporti-va nelle scuole  ed il pieno utilizzo degliimpianti sportivi scolastici.4) Promuovere lo studio, la conoscenza e ladivulgazione degli aspetti sportivi-culturalidella disciplina sportiva del Judo, Lotta, Kara-te, Aikido, JU Jitsu e del Sumo, attraverso

    dibattiti, seminari, corsi di formazione e mani-festazioni.Asi dimostra quindi, ancora una volta, di voleraccrescere per i suoi tesserati le possibilità e leoccasioni di praticare lo sport del cuore, sotto-scrivendo una serie di convenzioni sportive chepuntino a questo scopo. Le Federazioni Sporti-ve rappresentano dunque per Asi un interlocu-tore serio con cui dialogare, per garantireun'offerta sportiva sempre più ricca e articola-ta alla propria base di associazioni, che si vaad aggiungere all'insieme di  servizi e  intesecommerciali pensate per semplificare e miglio-rare la vita degli affiliati.

    STIPULATA LA CONVENZIONE TRA L’ASI E LA FITETREC-ANTE

    “Una convenzione diretta, faccia a faccia, cheabbiamo deciso congiuntamente di fare insie-me. Credo che siano momenti importanti, chedevono essere condivisi e ai quali bisognadare più risalto possibile“. Così il Presidente dell’Asi Claudio Barbaro hacommentato l’accordo appena raggiunto traAsi e Fitetrec-Ante (Federazione Italiana Turi-smo Equestre Trec). La firma della convenzio-ne è stata sottoscritta a Roma, presso il Palaz-zo delle Federazioni, alla presenza anche delvice presidente Asi Emilio Minunzio e del pre-sidente Fitetrec Alessandro Silvestri, oltre adun nutrito numero di partecipanti.“Siamo convinti che questo protocollo possaessere utile anche ad altri soggetti che ope-rano nel mondo dello sport e che hannoincontrato difficoltà a rapportarsi con le Isti-tuzioni sportive, ha proseguito Barbaro. “Aggiungo che ho la sensazione che non sitratti di una convenzione come un’altra- leparole di Emilio Minunzio- “ASI e FITETRECrappresentano due eccellenze nel panoramasportivo italiana. Questo è un accordo chetraccia una direzione precisa, che tutti noidobbiamo seguire”.Quello siglato oggi rappresenta sicuramenteun momento importante di convergenza trale attività del settore ASI Sport Equestri e dellaFitetrec-Ante, due soggetti che hanno sempreposto al centro dell’attenzione le esigenze deirispettivi tesserati e affiliati.

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    A CUNEO SI È SVOLTO IL PRIMO PERCORSO PERISTRUTTORI E MAESTRI DI KUNG-FU VIETNAMITA

    Erano presenti insegnanti di club provenientidalla provincia di Cuneo, ma anche dalle pro-vince di Torino ed Asti, oltre che dalla Lombar-dia, dal Veneto e dal Trentino, in rappresentanzadi diversi stili vietnamiti. E' stata un'occasionestimolante di crescita per tutti i partecipanti chehanno potuto confrontarsi sugli aspetti didat-tici, formativi e sportivi dei propri stili di pratica.La Divisione Kung-Fu Vietnamita, che ha comereferente organizzativo il maestro Guido Cesa-no (Vinh-Xuan Ngo-Gia Hoang-Phap) e comereferente tecnico il maestro Paolo Lovera (Vo-Viet), nasce con lo scopo di unire le diverse real-tà con momenti di crescita e sviluppo comuni,non per imporre determinati punti di vista, maper creare uno spazio comune di divertimentoe seria pratica.

    MASSIMO MATTIOLI MAESTRO BENEMERITOKURASH

    Fondata 3 anni fa, la Federazione ItalianaKurash (FIKU) nasce promuovere nel nostroPaese il Kurash, antichissima lotta e sportnazionale dell’Uzbekistan, la perla dell’Asiacentrale, dove conta 22.000 atleti, ed oggipraticato in oltre 100 paesi del mondo. Grazieal suo Presidente Vittorio Giorgi, avvocato eConsole onorario della Repubblica dell’Uzbe-kistan in Caserta, ed alla proficua attività diDirigenti di Asi, la Federazione Italiana Kurashsta realizzando dei programmi di promozionee sviluppo, anche finalizzati a portare i nostriatleti a primeggiare nelle Gare Internazionali

    che si svolgono in