Bell'Europa, Italy, September 2012

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ARTE SVIZZERA NelTicino di Hermann Hesse A Montagnola, sopra Lugano, lo scrittore visse per 43 anni scrivendo le sue opere più famose e dipingendo oltre 3mila acquerelli. Ora, a cinquant’anni dalla morte, la sua casa-museo organizza una grande mostra per svelare lo Hesse pittore TESTI CLAUDIA SUGLIANO FOTO MATTEO CARASSALE Cappello, occhiali e macchina per scrivere (nella foto) sulla scrivania di Hermann Hesse nel museo che il borgo di Montagnola gli ha dedicato. Pagina accanto: un interno del Museo Hermann Hesse, allestito nella Torre Camuzzi, accanto alla casa in cui lo scrittore abitò dal 1919 al 1931.

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Author: Claudia Sugliano

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arte svizzera

Nel Ticino diHermann HesseA Montagnola, sopra Lugano, lo scrittore visse per 43 anni scrivendo le sue opere più famose e dipingendo oltre 3mila acquerelli. Ora, a cinquant’anni dalla morte, la sua casa-museo organizza una grande mostra per svelare lo Hesse pittore TesTi Claudia sugliano ✶ foTo MaTTeo Carassale

Cappello, occhiali e macchina per scrivere (nella foto) sulla scrivania di Hermann Hesse nel museo che il borgo di Montagnola gli ha dedicato. Pagina accanto: un interno del Museo Hermann Hesse, allestito nella Torre Camuzzi, accanto alla casa in cui lo scrittore abitò dal 1919 al 1931.

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occhiello luogo

sistono luoghi magici che trasformano la vita di un arti­sta, dando un nuovo corso alla creatività. Questo è stato per Hermann Hesse Mon­tagnola, villaggio sulle colline del Canton Ticino a pochi chilometri da Lugano, dove si trasferì nel 1919 per rimanervi sino alla morte. Lo scrittore tedesco, allora 42enne, arriva in Ticino da Berna, città in cui ha trovato ispirazione e stimoli anche per la pittura, ma dove è sprofondato in una crisi esistenziale che sconvolge anche il suo ma­trimonio. La moglie ricoverata in una clini­ca psichiatrica, i tre figli affidati ad amici: per salvarsi Hesse, bollato come traditore a causa dell’attività pacifista, deve allontanar­si. L’atmosfera del Canton Ticino, già “Sud” per la Svizzera e finestra sull’amata Italia, lo incanta: «Qui il sole è più intenso e caldo e le montagne sono più rosse, qui crescono castagni, la vite, mandorli e fichi e la gente è buona, educata e gentile...». Lo strano tedesco con il cappello di pa­glia a larghe tese, il pagiugon, pasticcione, com’era scherzosamente chiamato dai ra­gazzini, si sistema in una dimora che lasce­rà tracce profonde nella sua opera letteraria e pittorica. È la Casa Camuzzi, dove Hesse vivrà per 12 anni prima di trasferirsi nella Casa Rossa: costruita nel 1850 dall’architet­to Agostino Camuzzi al ritorno dalla Russia, è un bizzarro edificio con elementi barocchi ispirati ai castelli di caccia russi.

«a montagnola ho vissuto molte

cose belle, anzi meravigliose…»

Tre mogli e un premio nobel per l’auTore di Siddharta

Hermann Hesse nasce nel 1877 a Calw, nella Foresta Nera, in Germania, figlio di un mis-sionario. Nel 1891 entra in seminario, ma fugge dopo pochi mesi perché vuole «diven-tare un poeta o niente» e studia da autodi-datta. Del 1901 e del 1903 sono i primi viaggi in Italia. Nel 1904 sposa Maria Bernoulli, da cui ha tre figli. Nel 1907 entra in contatto con la comunità di Monte Verità ad ascona. Del 1911 è il viaggio in Indonesia e a Ceylon. Allo scoppio della Prima guerra mondiale inizia un’attività pacifista e dal 1916 assiste i pri-gionieri di guerra tedeschi a Berna. Si separa dalla moglie e nel 1919, in crisi esistenziale, si trasferisce in Canton Ticino, a sorengo e poi a Montagnola, dove rimarrà per 43 anni. Nel 1924 ottiene la cittadinanza elvetica. Men-tre la sua attività letteraria gli porta la fama (L’ultima estate di Klingsor, 1920, Siddharta, 1922, Il lupo della steppa, 1927), Hesse si dedica anche alla pittura. I suoi acquerelli di paesaggi vengono esposti nei musei e inizia a illustrare libri. Nel 1923 sposa Ruth Wenger, da cui si separa tre anni dopo. Nel 1931 la-scia Casa Camuzzi per trasferirsi con Ninon Dolbin, la terza moglie, nell’adiacente Casa Rossa dell’amico Hans Bodmer. Continua a pubblicare racconti, romanzi, poesie, fra cui Narciso e Boccadoro (1930) e Il gioco delle perle di vetro (1943). Nel 1946 riceve il Nobel per la letteratura. Muore a Montagnola nel 1962: è sepolto nel cimitero di sant’abbon-dio, poco fuori dal paese.

Earte svizzera

Per scoprire i luoghi di Hermann Hesse a Montagnola basta seguire le indicazioni (sopra, a sinistra) del percorso in 11 tappe

dedicato allo scrittore. sopra, a destra: al Museo Hesse, cimeli dei viaggi in Asia; sotto: l’ingresso del museo; in secondo

piano Casa Camuzzi.Pagina accanto:lettere e taccuini di viaggio di Hesse, e il timbro che lo scrittore si era fatto fare.

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Hesse prende in affitto un appartamento di quattro stanze al secondo piano, privo di comodità ma con splendida vista sul parco, una giungla di piante tropicali con palme, liane e un possente albero di Giuda. Su di esso si affaccia un balconcino dove lo scrit­tore ama prendere il sole e sedersi nelle notti d’estate. Queste sensazioni gli ispirano il racconto (in gran parte autobiografico) L’ultima estate di Klingsor, in cui il protago­nista, un pittore, vuole godere questa sta­gione con tutti i sensi. Se a Berna Hesse aveva trovato sfogo a una tristezza diventata insopportabile comin­ciando a dipingere, immergendosi «nella consolazione dell’arte» che lo scrivere non gli dava quasi più, Montagnola lo avvolge in una sorta di ebbrezza creativa. La sua ta­volozza diventa più luminosa e varia e l’ar­tista si concentra sull’essenziale di ciò che l’occhio vede. Negli acquerelli di Hesse, in totale circa tremila, molti dei quali dipinti durante lunghe passeggiate che lo fanno de­finire «l’eterno camminatore», rivive la natu­ra ticinese, con i boschi, il lago, le montagne, le cantine dove lo scrittore ama mescolarsi alla gente semplice, i roccoli (appostamenti per l’uccellagione), le cappelle votive. All’inizio del soggiorno a Montagnola il dipingere quasi prevale sulla scrittura: per mantenersi Hesse vende i suoi acquerelli nel cortile di casa; inoltre realizza cartoline, usa la china e i colori a cera, e illustra i pro­pri libri, come la fiaba Le trasformazioni di Pictor, scritta per Ruth Wenger, la seconda moglie. Il fascinoso Museo Hesse, allestito nella Torre Camuzzi, adiacente alla

«nei giorni di calura, passeggiavo per i villaggi e i boschi di castagni…»

Ssiddharta di Hermann Hesse, Adelphi

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i colori e i pennelli (sopra) usati da Hesse sono conservati al Museo Hesse insieme ai taccuini di schizzi.

sotto: il complesso di Sant’Abbondio, con la chiesa del XVII secolo e il cimitero dove lo scrittore è sepolto.

Pagina accanto: il Lago di Lugano visto dalla Passeggiata Hesse; il giardino del Museo Monte Verità.

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casa (ora privata), raccoglie oggetti, libri, acquerelli, pa­

gine che fanno rivivere ai visitatori la vita dell’autore di Siddharta; accanto alla mac­china per scrivere, agli occhiali e all’inse­parabile giacca bianca di foggia orientale ci sono gli strumenti meno noti dell’“altro” Hesse, il pittore: la tavolozza, i pennelli, lo sgabello per sedersi a dipingere en plein air.

i vegetariani di monte veritàL’atmosfera libera delle terre ticinesi attira­va in quegli anni molti artisti. Nella man­sarda di Casa Camuzzi dal 1933 visse il pit­tore tedesco Gunther Böhmer, che fece vari ritratti all’illustre vicino di casa; e nell’ex domicilio di Hesse nel 1944 si trasferì Hans Purrmann, allievo di Matisse. Agli inizi del ’900, vicino ad Ascona, su un altopiano con vista sul lago era nato il Monte Verità. Fu­rono Ida Hofmann, Henri Oedenkoven e i fratelli Gräser a fondare questo “convento laico teosofico”: una colonia vegetariana e naturista frequentata da artisti, filosofi, teo­sofi ed esuli politici, come l’anarchico russo Michail Bakunin. Qui nel 1907 Hesse sog­giornò un mese, e l’atmosfera di Monte Ve­rità, con la sua eterogenea fauna di ospiti, gli fece una profonda impressione. Monte Verità, che oggi è un centro semina­riale, museo e hotel, tra le due guerre vide nascere movimenti artistici come quello dell’Orsa Maggiore, creato nel 1924. Di esso faceva parte la russa Marianne von Weref­kin (1870­1938), pittrice espressionista di talento, a lungo compagna di Alexej Jaw­lensky. Trasferitasi nel 1919 ad Ascona, l’ar­tista divenne il punto di riferimento della vita culturale cittadina. Nel 1922, donando cinque sue opere al borgo, la “baronessa col turbante rosso” gettò le basi per la nascita del Museo Comunale d’Arte Moderna, che vanta la più vasta raccolta di suoi lavori, ol­tre a opere di Klee e dello stesso Hesse.☻

«… non che mi ritenessi un pittore o volessidiventarlo, ma il dipingere è meraviglioso»

sopra, da sinistra: la piantagione di tè e Il chiaro mondo dei beati, dipinto circolare del pittore e poeta Elisar

von Kupffer (1872-1942), sul Monte Verità. Pagina accanto: un interno del Museo Hesse; un tratto della

Passeggiata Hesse; Madame di Marianne von Werefkin, al Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona.

Regina Bucher (a lato), tedesca, è la direttrice storica del Museo Hermann Hesse di Montagnola. Grande appassionata di Hesse (sulla suggestione di Siddharta da ragazza ha viaggiato per un anno in Asia e India), oggi è l’anima scientifica e organizzativa del museo ticinese. Qual è la storia del Museo Hesse e perché affascina tanta gente? «Il museo nasce nel 1997, su iniziativa di privati, e dal 2000 è gestito dalla Fondazione Hesse. Io ne sono direttrice dal 1998. Il nostro successo dipende da molte cose. Hesse è lo scrittore di lingua tedesca del ’900 più letto nel mondo: 170 milioni di copie vendute. Molti vengono qui sulle sue tracce. Il museo cerca di creare un’atmosfera in cui il visitatore si senta benvenuto, perché noi pensiamo che solo chi sta bene con se stesso possa seguire Hesse. Organizziamo mostre, concerti, corsi di acquerello, passeggiate. Quasi un visitatore su 5 ritorna».fra questi ce ne sono anche di famosi, vero? «La rockstar e poetessa Patti Smith è stata più volte nostra ospite: nel 2010 ha esposto sue fotografie e tenuto un concerto». Che cos’è la passeggiata “sulle orme di Hermann Hesse”?«È un itinerario da fare a piedi: con l’audioguida, in cui si possono ascoltare la voce di Hesse e suoi testi letti da attori; oppure seguendo i cartelli esplicativi posti nelle tappe-clou: i luoghi che offrono vedute splendide sul lago, le valli, le montagne (le stesse dipinte da Hesse), il grotto che frequentava,

il bosco dove passeggiava, fino alla chiesa di Sant’Abbondio e al piccolo cimitero in cui è sepolto. Insomma, è come immergersi nell’ispirazione di Hesse».Ci può raccontare la mostra che organizzate per i cinquant’anni dalla morte dello scrittore?«Nata dalla collaborazione tra il Kunstmuseum di Berna e il nostro museo, è la prima mostra a studiare Hesse pittore in tutte le sue fasi creative, dal 1916 alla morte, approfondendo con testi di assoluto spessore il contesto biografico e letterario della sua opera. La mostra si divide tra il Museo Cantonale a Lugano e il nostro museo, dove saranno esposte immagini di sogni e di incubi mai viste prima, perché sempre conservate negli archivi».

la direTTrice del museo racconTa: «così è naTa la mosTra su hesse»

Per saPerne di Più su

HerMann Hesse: www.hermann-

hesse.de/it

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