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15 Luglio 2011 Circolare n. 25/2011 Chris White - Eurofruit Magazine - tel +442075013710 - fax +442074986472 - [email protected] - www.fruitnet.com Roberto Della Casa - Università di Bologna e Agroter Sas - tel & fax 0543 035412 - [email protected] © Market Intelligence Ltd e Agroter Sas Per informazioni sulle inserzioni cliccare all’interno degli spazi pubblicitari IL FONDO IL FONDO di Roberto Della Casa di Roberto Della Casa SE ANZICHE’ SCHIACCIARE LE PESCHE PENSASSIMO A FARLE (ANCHE) SCHIACCIATE? Non voglio girare il coltello nella piaga ma è necessario riportare questa crisi peschicola nella sua giusta dimensione, anche perché ha riessi su tuƩa l’altra fruƩa esƟva. Approvo sul piano poliƟco l’iniziaƟva dell’Assessore Rabboni di cercare con ogni mezzo di alleviare il dramma dei nostri produƩori assimilando questa crisi di mercato all’emergenza coli. L’eeƩo nale sui prezzi agricoli è analogo ma durante l’epidemia i produƩori avevano ben poche armi per difendersi e ben poche respon- sabilità da accollarsi, mentre per le pesche avevano, a tempo debito, diverse cose da fare e - durante la crisi stessa - parec- chie responsabilità su come si è sviluppata. Nessuno, ad esempio, sembra ricordare che due estaƟ fa avevamo misurato per la prima volta una crisi europea della peschicoltura, che mi aveva portato a scrivere a inizio seƩembre l’arƟcolo che trovate nel SOPRALERIGHE. Rileggendolo nella sua versione integrale dopo due anni mi vengono i brividi. Non è cambiato nulla: le cause sono sempre le stesse, i rimedi reali così evidenƟ anche se nessuno sembra farci caso e non vi è nessun responsabile di questo immobilismo. Tuƫ conƟnuano a guardare agli accordi di liera e alle provvidenze dell’OCM come ai rimedi base, ma lo scrissi allora e lo ribadisco oggi “hanno e potranno avere lo stesso eeƩo del collutorio quando si hanno le placche in gola”. L’aggregazione a livello nazionale, la concertazione su scala europea e la valorizzazione sono gli unici strumenƟ reali. Voglio proprio concludere sulle “nuove” considerazioni che facevo allora sulla valorizzazione del prodoƩo: dicevo che non si può più dire che “alla ne una pesca è una pesca” se si vuole sopravvivere e oggi ne ho la riprova. Infaƫ, amici mi dicono che le pesche piaƩe, più propriamente plaƟcarpe, vengono oggi pagate scendipianta no ad un euro al kg con il pelo e 1,2 senza - da due a tre volte in più rispeƩo alle tradizionali - e non solo in Spagna, poiché malgrado la produzione raddoppi di anno in anno, la domanda cresce più velocemente perché si traƩa di un prodoƩo buono da mangiare e, comunque, nuo- vo e diverso. La segmentazione del mercato (leggi: non si deve passare a fare tuƩe pesche tabacchiere), l’innovazione di prodoƩo, la marca insieme alla concentrazione dell’oerta sono le vere chiavi per recuperare valore alla produzione, basta invesƟrci sul serio. BOTTA E RISPOSTA CON... SYLVAIN CUPERLIER BOTTA E RISPOSTA CON... SYLVAIN CUPERLIER VICEPRESIDENTE PER LA RESPONSABILITA’ SOCIALE E LA SOSTENIBILITA’ DOLE VICEPRESIDENTE PER LA RESPONSABILITA’ SOCIALE E LA SOSTENIBILITA’ DOLE Della Casa - Solo pochi giorni fa Dole ha lanciato un nuovo sito web, dolesustainability.com dedica- to alla responsabilità sociale e alla sostenibilità per so olineare il vostro impegno verso l’ambien- te a raverso lo sviluppo di qua ro pilastri: conservazione del suolo, ges one delle acque, control- lo delle emissioni e riduzione del packaging; ci può illustrare gli elemen chiave dell’inizia va? Cuperlier - Il nuovo sito è basato sulla più recente revisione della nostra strategia di sostenibilità ed intende comunicare ai nostri stakeholders il lavoro che Dole sta conducendo per ridurre l’impaƩo am- bientale oƩenendo prodoƫ di alta qualità. La principale novità è che il nuovo sito include una sezione “Performance” dove vengono indicaƟ quanƟtaƟvamente i risultaƟ delle nostre aƫvità sul tema, come il carbon footprint nella produzione di banane in Costa Rica poi esportate in Germania o il water footprint della produzione di ananas in Costa Rica e Honduras. Nel futuro altri processi verranno aggiunƟ migliorando, così, la trasparenza delle aƫvità. Della Casa - Nel sito c’è una sezione intera va chiamata “Explore” che perme e ai visitatori di entrare in profon- dità nelle inizia ve sulla responsabilità sociale e sulla sostenibilità che sviluppate a livello locale. Ci può fornire qualche approfondimento in merito? Cuperlier - Questa sezione mostra come i nostri programmi di sostenibilità impaƩano posiƟvamente sulla vita e sul- l’ambiente per migliaia di persone nel mondo. In Ecuador, per esempio, fra il 2007 e il 2009 la nostra Fondazione ha fornito servizi medici a oltre 350 mila persone, con oltre 2 mila casi criƟci risolƟ. In Costa Rica, poi, nel 2010 è stato introdoƩo un rivoluzionario sistema di packaging delle banane che ha ridoƩo l’uso dell’acqua del 90% e dell’energia del 50%. Nelle Filippine, inne, dal 2003 i nostri programmi sul riciclo hanno permesso di meƩere a dimora oltre un milione di nuove piante.

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15 Luglio 2011 Circolare n. 25/2011

Chris White - Eurofruit Magazine - tel +442075013710 - fax +442074986472 - [email protected] - www.fruitnet.com Roberto Della Casa - Università di Bologna e Agroter Sas - tel & fax 0543 035412 - [email protected]

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IL FONDO IL FONDO di Roberto Della Casadi Roberto Della Casa

SE ANZICHE’ SCHIACCIARE LE PESCHE PENSASSIMO A FARLE (ANCHE) SCHIACCIATE?Non voglio girare il coltello nella piaga ma è necessario riportare questa crisi peschicola nella sua giusta dimensione, anche perché ha rifl essi su tu a l’altra fru a es va. Approvo sul piano poli co l’inizia va dell’Assessore Rabboni di cercare con ogni mezzo di alleviare il dramma dei nostri produ ori assimilando questa crisi di mercato all’emergenza coli. L’eff e o fi nale sui prezzi agricoli è analogo ma durante l’epidemia i produ ori avevano ben poche armi per difendersi e ben poche respon-sabilità da accollarsi, mentre per le pesche avevano, a tempo debito, diverse cose da fare e - durante la crisi stessa - parec-chie responsabilità su come si è sviluppata. Nessuno, ad esempio, sembra ricordare che due esta fa avevamo misurato per la prima volta una crisi europea della peschicoltura, che mi aveva portato a scrivere a inizio se embre l’ar colo che trovate nel SOPRALERIGHE. Rileggendolo nella sua versione integrale dopo due anni mi vengono i brividi. Non è cambiato nulla: le cause sono sempre le stesse, i rimedi reali così eviden anche se nessuno sembra farci caso e non vi è nessun responsabile di questo immobilismo. Tu con nuano a guardare agli accordi di fi liera e alle provvidenze dell’OCM come ai rimedi base, ma lo scrissi allora e lo ribadisco oggi “hanno e potranno avere lo stesso eff e o del collutorio quando si hanno le placche in gola”. L’aggregazione a livello nazionale, la concertazione su scala europea e la valorizzazione sono gli unici strumen reali. Voglio proprio concludere sulle “nuove” considerazioni che facevo allora sulla valorizzazione del prodo o: dicevo che non si può più dire che “alla fi ne una pesca è una pesca” se si vuole sopravvivere e oggi ne ho la riprova. Infa , amici mi dicono che le pesche pia e, più propriamente pla carpe, vengono oggi pagate scendipianta fi no ad un euro al kg con il pelo e 1,2 senza - da due a tre volte in più rispe o alle tradizionali - e non solo in Spagna, poiché malgrado la produzione raddoppi di anno in anno, la domanda cresce più velocemente perché si tra a di un prodo o buono da mangiare e, comunque, nuo-vo e diverso. La segmentazione del mercato (leggi: non si deve passare a fare tu e pesche tabacchiere), l’innovazione di prodo o, la marca insieme alla concentrazione dell’off erta sono le vere chiavi per recuperare valore alla produzione, basta inves rci sul serio.

BOTTA E RISPOSTA CON... SYLVAIN CUPERLIERBOTTA E RISPOSTA CON... SYLVAIN CUPERLIERVICEPRESIDENTE PER LA RESPONSABILITA’ SOCIALE E LA SOSTENIBILITA’ DOLEVICEPRESIDENTE PER LA RESPONSABILITA’ SOCIALE E LA SOSTENIBILITA’ DOLE

Della Casa - Solo pochi giorni fa Dole ha lanciato un nuovo sito web, dolesustainability.com dedica-to alla responsabilità sociale e alla sostenibilità per so olineare il vostro impegno verso l’ambien-te a raverso lo sviluppo di qua ro pilastri: conservazione del suolo, ges one delle acque, control-lo delle emissioni e riduzione del packaging; ci può illustrare gli elemen chiave dell’inizia va?Cuperlier - Il nuovo sito è basato sulla più recente revisione della nostra strategia di sostenibilità ed intende comunicare ai nostri stakeholders il lavoro che Dole sta conducendo per ridurre l’impa o am-bientale o enendo prodo di alta qualità.

La principale novità è che il nuovo sito include una sezione “Performance” dove vengono indica quan ta vamente i risulta delle nostre a vità sul tema, come il carbon footprint nella produzione di banane in Costa Rica poi esportate in Germania o il water footprint della produzione di ananas in Costa Rica e Honduras. Nel futuro altri processi verranno aggiun migliorando, così, la trasparenza delle a vità.Della Casa - Nel sito c’è una sezione intera va chiamata “Explore” che perme e ai visitatori di entrare in profon-dità nelle inizia ve sulla responsabilità sociale e sulla sostenibilità che sviluppate a livello locale. Ci può fornire qualche approfondimento in merito?Cuperlier - Questa sezione mostra come i nostri programmi di sostenibilità impa ano posi vamente sulla vita e sul-l’ambiente per migliaia di persone nel mondo. In Ecuador, per esempio, fra il 2007 e il 2009 la nostra Fondazione ha fornito servizi medici a oltre 350 mila persone, con oltre 2 mila casi cri ci risol . In Costa Rica, poi, nel 2010 è stato introdo o un rivoluzionario sistema di packaging delle banane che ha rido o l’uso dell’acqua del 90% e dell’energia del 50%. Nelle Filippine, infi ne, dal 2003 i nostri programmi sul riciclo hanno permesso di me ere a dimora oltre un milione di nuove piante.

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DAL MONDODAL MONDOSETTE MILLENNI … LE STESSE BANANE

Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Australian Broadcas ng Corpora on (ABC), uno studio eff e uato da un team di ricercatori australiani ed europei avrebbe rivelato che le banane hanno subito pochissime modifi cazioni gene che nel corso de-gli ul mi 7 mila anni. Gli scienzia hanno pubblicato i risulta della ricerca sulla rivista Proceedings of Na onal Academy of Sciences, dopo uno studio ad ampio raggio che ha incluso l’analisi di fa ori gene ci, da linguis ci ed archeologici. I ricercatori di linguis ca dell’Australian Na onal University e Mark Donohue, co-au-tore dello studio, hanno aff ermato che all’inizio l’85% delle banane venivano col -vate per un consumo locale. Questo signifi ca che qualsiasi po di interruzione nella supply chain avrebbe avuto eff e immedia con inevitabili conseguenze in termini di disponibilità. “Gli archeologi sono riusci ad individuare il periodo in cui le banane

sono state eff e vamente introdo e dall’uomo nella propria dieta alimentare, i gene s come e quale po di incroci gene ci si sono verifi ca . Inoltre, a raverso la linguis ca siamo riusci ad avere un’idea di quanto culturalmente le banane siano state importan per gli abitan delle regioni in cui erano col vate”, ha dichia-rato Donohue. Studi svol su foglie di banano in Papua Nuova Guinea hanno evidenziato che la col vazione era già in corso circa 7.000 anni fa, mentre nel sud est asia co e nella Melanesia occidentale le banane non si sarebbero po-tute riprodurre autonomamente senza l’intervento dell’uomo. La sezione linguis ca dello studio ha rinvenuto più di 1.100 termini appartenen a lingue diff eren rela vi alle diverse varietà di banana.“Per alcune banane provenien da determinate par del mondo, come ad esempio quelle di origine indo-nesiana, non si conosce ancora l’evoluzione gene ca intervenuta - non c’è mai stato uno studio al riguardo”, ha aff ermato Donohue. “Tenuto conto dei diversi pi di clima che si hanno dalla Nuova Guinea fi no al sud est asia co, è verosimile ipo zzare l’esistenza di par colari varietà, presen in natura o fru o di esperimen millenari dei col vatori locali, più resisten alle mala e, bisognerebbe solo trovarle”.

DALLDALL’ ’ EUROPAEUROPAINTERFEL LANCIA UNA CAMPAGNA ESTIVA DI “SEDUZIONE” PER RIPRISTINARE LA BUONA “REPUTAZIO-NE” DI FRUTTA E VERDURAL’Organizzazione Interprofessionale francese Interfel sta realizzando una nuova campagna es va di “seduzione” per ripris nare il posi vo vissuto dei prodo freschi da parte del consumatore fi nale a seguito della psicosi E. coli. “Fru a e verdura, semplicemente buone”, lo slo-gan che cara erizza la campagna nel mercato francese.Da metà Luglio Interfel proporrà degustazioni gratuite di smoothies e zuppe fredde nelle stazioni di servizio delle autostrade. In queste ul -me verranno anche realizzate lezioni di cucina che consen ranno ai vacanzieri di scoprire le rice e per realizzare frulla e zuppe fredde di o ma qualità durante le soste di viaggio. Ma non è tu o. Interfel accompagnerà anche i produ ori nei merca e nei campeggi dove saranno realizzate le stesse a vità.

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DALLDALL’ ’ ITALIAITALIAGLI ITALIANI DEDICANO POCO TEMPO ALLA SPESA: IL 50% LA FA SOLO UNA O DUE VOLTE A SETTI-MANA E VI DEDICA IN MEDIA POCO MENO DI 40 MINUTIUn popolo così devoto alla buona cucina e alla corre a alimentazione come quello italiano dovrebbe considerare prezioso il tem-po dedicato al rifornimento della dispensa e del frigorifero. Eppure, la maggior parte degli italiani (48%) fa la spesa solo una o due volte la se mana (l’1% addiri ura una volta ogni 15 giorni) e trascorre solo 40 minu in media tra gli scaff ali del supermercato (56 minu nei week-end). Lo rivela uno studio - commissionato da Jarden Consumer Solu ons e condo o da ART, is tuto indipenden-te specializzato in ricerche di mercato - realizzato su un campione di 199 donne tra i 35 e i 54 anni, residen a Milano e Roma. Dalla ricerca emerge che gli italiani preferiscono fare acquis nei supermerca , anche se, nel fi ne se mana, in mol scelgono gli iper-merca dei grandi centri commerciali, in cui è possibile sbizzarrirsi anche in altro genere di acquis , non stre amente alimentari.Cibi freschi ogni giorno sulla tavola degli italiani? Forse un tempo; oggi questo vale solo per l’11,1% degli intervista . Le ragioni di questo cambiamento culturale possono essere ricercate nei ritmi frene ci della vita quo diana e nel fa o che sempre più donne lavorano e hanno, quindi, meno tempo a disposizione per l’approvvigionamento di cibi e bevande. La maggior parte delle famiglie dichiara di fare la spesa per l’intera se mana, specialmente se eff e ua gli acquis nel week end (74,7%). Sempre più importan-te diviene quindi la conservazione degli alimen : fru a e verdura vengono conservate indiff erentemente nel frigorifero o nella dispensa; carne e pesce nel frigorifero o nel freezer; formaggio, salumi, uova e gli avanzi in frigorifero; pane, pasta, riso, legumi e bisco in dispensa.A dimostrazione di quanta importanza venga data alla cucina nella cultura e nella tradizione del nostro Paese, i da sulla conser-vazione mostrano anche che gli italiani tendono a consumare gli alimen dopo pochi giorni dall’acquisto. Nella maggior parte dei casi, infa , tu i cibi freschi vengono conserva solo uno o due giorni (il 75%, nel caso del pane), o al massimo una se mana (85% nel caso di fru a e verdura). Solo i surgela (33%) e i confeziona come pasta, bisco e cerali (29%) vengono conserva per più di un mese. Sono le persone con un più basso livello di reddito che tendono a conservare i cibi più a lungo: spesso, infa , le promozioni e le off erte dei grandi centri inducono ad acquistare in quan tà per benefi ciare di scon , con una conseguente conservazione più lunga degli alimen .

PILLOLE DELLA SETTIMANA (clicca sul titolo per saperne di piu(clicca sul titolo per saperne di piu’ ’ )

CRISI PESCHE E NETTARINE: I PRODUTTORI COSTRETTI A DISTRUGGERE LA FRUTTA. DA OGGI INGENTI RITIRI DI PRODOTTO DAL MERCATO

I prezzi non perme ono neanche di remunerare le spese di produzione.

IL COCOMERO A RISCHIO “CRAC”: CROLLO DEI CONSUMI E IMPORT SELVAGGIO DALLA GRECIA L’emergenza ha già causato danni per quasi 20 milioni di euro solo ai produ ori agricoli e per circa 45 milioni se

si considera tu o l’indo o.

FRESH DEL MONTE INVESTE IN RISORSE UMANE IN PREVISIONE DELLA PROSSIMA APERTURA DELLA SEDE ITALIANA

Sales Area Managers, Logis c Manager, Customer Service Managers e Credit Control Manager le fi gure richieste.

ALDI SMETTE DI PUBBLICARE I PREZZI DELLE BANANE. IN TUTTA EUROPA IL SETTORE RIMANE SENZA PUNTI DI RIFERIMENTO

I prezzi delle banane di Aldi sono considera dagli operatori del se ore il benchmark in base al quale determinare gli altri prezzi.

BATTAGLIO, AL VIA IL RESTYLING DELL’IMMAGINE AZIENDALE CON IL NUOVO SITO WEB Una veste grafi ca tu a nuova, informazioni brevi ma de agliate che raccontano la storia di un Gruppo.

15 Luglio 2011 Circolare n. 25/2011

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SOPRALERIGHESOPRALERIGHEDi seguito la versione integrale dell’ar colo pubblicato nel se embre 2009 da Agrisole a fi rma Roberto Della Casa

Pensavo di uscire indenne da questa infausta campagna ortofru cola es va e, per la verità, ci ero quasi riuscito. Alla fi ne, però, ho ceduto agli s moli ed eccomi qui a remare controcorrente.Perché non volevo parlare della crisi della fru a es va? Perché non c’è molto - anzi - per la verità, quasi nulla di nuovo da dire. Mi occupo di questo mercato dal 1990 ed ho potuto osservare diversi periodi di crisi. Le cause scatenan sono state diverse ma l’elemento comune è rimasto in tu o il periodo - quasi ven anni - l’inadeguatezza stru urale del sistema ortofru colo italiano che lo rende ag-

gredibile da qualsiasi congiuntura; anzi, nel ventennio, lo sviluppo organizza vo delle imprese ortofru cole della fi liera ha avuto ritmi inferiori all’incremento della virulenza delle congiunture nega ve, da cui le crisi sono state progressivamente più gravi.Lo dico da sempre: l’unico vero male della nostra ortofru coltura è la frammentazione; vi sono tante altre piccole e grandi pecche ma senza risolvere “il problema” è inu le me erci mano, si prolunga solo l’agonia. Questa però è ormai storia e non vale la pena riprenderla.Se si vuol proprio andare a fondo, però, in realtà una novità in questa campagna sventurata c’è, ma non mi piace. Il fa o è che con la sola aggregazione non si potrà più sopravvivere in un mercato dove non vi sono reali barriere e preferenze diverse dal prezzo, ad esclusione di casi par colari. Questo nuovo contesto dipende dall’interna-zionalizzazione dei merca e dallo sviluppo della logis ca, per ciò che a ene le barriere, e dalla banalizzazione dell’off erta al consumo, per ciò che a ene le preferenze. Voglio dire che non basterà più solo organizzare la nostra off erta per aff rontare meglio le prossime diffi coltà, ma sarà necessario anche me ere in campo altri strumen .Si potrebbe operare su scala internazionale, coordinandoci con i nostri principali concorren per evitare crisi con-giunturali legate all’eccesso di off erta o alla carenza di domanda. La crisi a uale coinvolge infa tu e le principali aree ortofru cole. La possibilità di procedere in questa direzione è però contrastata dalla lo a condo a su scala internazionale a ogni forma di trust e dalla cronica incapacità organizza va, pica dell’ortofru a un po’ ovunque e con eccellenze nel nostro paese. Gli agricoltori che tengono in pugno i consumatori che abbisognano di alimen è una visione aff ascinante ma irrealis ca.Altre anto irrealis co è a ribuire ruoli rilevan agli accordi di fi liera per superare le diffi coltà, poiché ques stru-men hanno portata troppo limitata rispe o ai problemi da risolvere; tanto meno si può immaginare un ruolo strategico per gli strumen di prevenzione e cura delle crisi di mercato previs dall’OCM: con la dimensione eco-nomico-fi nanziaria che possiedono, anche se ben applica possono al massimo lenire un pochino il male, ma non curarlo. Per questo dico che, visto che il tempo e le risorse sono limitate, queste cose non vanno messe fra i rimedi prioritari, come ho sen to, poiché possono essere solo strumen sussidiari, di completamento. Avete presente la funzione del collutorio quando si hanno le placche in gola? Senza an bio co si va poco lontano. Per il sistema ortofru colo italiano servono realmente due sole medicine assunte contemporaneamente in dose massiccia: la prima è uno sviluppo straordinariamente più rapido del passato dell’aggregazione. Ci sono diversi modelli di successo anche in Italia da cui prendere spunto, l’importante è avere coscienza che non vi sono scor-ciatoie come vendite dire e o roba simile. La seconda è una maggiore cara erizzazione dell’off erta al consumo in modo che chi compra si mantenga fedele ai nostri prodo anche in periodo di crisi. Questo vale sul mercato interno ma vale ancora di più all’estero. Come si fa a dire che, alla fi ne, una pesca è una pesca se oggi chi compra un bene ben più banale come l’acqua minerale lo fa sulla base delle sue diff eren cara eris che trasmesse dalle diverse marche.Anziché perdere tempo a comunicare le tante idiozie che ho le o e sen to in queste se mane sulla formazione del prezzo e sulla speculazione, aggreghiamoci e costruiamo valore per i consumatori: è vero che l’ortofru a fa comunque bene, ma questo non basta più. RDC