Bassano News

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PERIODICO DI CULTURA, ATTUALITA’ E SERVIZIO Città di Bassano del Grappa Assessorato alla Cultura e al Turismo Scuola di Grafica A. Remondini Editrice Artistica Bassano Distribuzione gratuita NOVEMBRE / DICEMBRE 2012 www.bassanonews.it 1938 CITTADELLA All’interno delle mura sulle tracce del passato LA VERITA’ SUL VINO Appunti di viaggio alla scoperta di un mondo dal grande fascino AREA FINCATO QUALE FUTURO? Il Masterplan San Vito Nord

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Novembre/Dicembre 2012

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PERIODICO DI CULTURA, ATTUALITA’ E SERVIZIO

Città di Bassano del GrappaAssessorato alla Cultura e al TurismoScuola di Grafica A. Remondini

Editrice Artistica Bassano

Distribuzione gratuita

NOVEMBRE / DICEMBRE 2012 www.bassanonews.it

1938

CITTADELLA All’interno delle murasulle tracce del passato

LA VERITA’ SUL VINOAppunti di viaggio alla scoperta di un mondodal grande fascino

AREA FINCATO QUALE FUTURO?Il MasterplanSan Vito Nord

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SOMMARIO

Copertina Il Duomo di Cittadella si erge maestosoal centro della città (foto G. Bigolin).Ampio servizio a pag. 36

News Periodico di Attualità, Cultura e Servizio

Anno XIX - n. 137 Novembre / Dicembre 2012Direttore responsabile Andrea MinchioEDITRICE ARTISTICA BASSANOPiazzetta delle Poste, 22 - Bassano del Grappa© Copyright - Tutti i diritti riservatiAutorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 4/94 R.P. del 2 giugno ’94Bassano News è patrocinato daCittà di Bassano - Assessorati Cultura e TurismoScuola di Grafica Antonio RemondiniIdeazione e direzione artisticaAndrea MinchioRedazioneElena Trivini Bellini, Andrea Gastner, Diego Bontorin, Fotografi Veneti AssociatiCollaborazioniAssociazione Scrittori Bassanesi “Il Cenacolo”Comune di Bassano del GrappaMuseo-Biblioteca-Archivio Bassano del GrappaUnione del Commercio di Bassano del GrappaG. Argolini, C. Basilico, A.F. Basso, N. D’Antonio, C. Ferronato, F. Fontana, S. Gazzola, P. Manca, A. Minchio, E. Minchio,I. Minchio, E. Mocellin, M. Sartoretto, O. Schiavon, G. Tamburini, M. Vallotto, G. Volpato, A. Wahbi, M. Zonta, M.G. Zuliani StampaLinea Grafica - Castelfranco Veneto (TV) Distribuzione Bassano e comprensorioPer la pubblicità su queste pagineTel. 0424 523199 - Fax 0424 523199Tel. 335 7067562 - [email protected] Bassano News è stampato su carta patinata ecologica Hello gloss TCF (Total Chlor Free)Per consultare Bassano News in Internetwww.bassanonews.it - www.editriceartistica.it

p. 5 - Gens bassiaLa verità sul vino

p. 10 - Pianeta CasaDeduzioni Irpef Locazioni. Dal 2013...

p. 12 - SfideCentri Vista Capello.Anche l’occhio vuole la sua parte

p. 16 - AppuntiMostre, letture e frizzanti curiosità

p. 18 - Saperne di piùL’argento colloidale

p. 20 - I nostri tesoriVetreria Zuliani. Artistiche trasparenzefra suggestioni del passato e...

p. 24 - Finestra sui giovaniLa classe politica. Modello di vita...

p. 26 - ScheggeArea Fincato: quale futuro?

p. 30 - EventiNovecento italiano. Passione e collezionismo

p. 32 - Grandi tradizioniMobilificio Mocellin. Spazio alle tendenze emergenti...

p. 34 - AfflatusLa storia della salvezza in 33 scene

p. 36 - Il rapportoCittadella. Alla scoperta del centrostorico e dei suoi gioielli

p. 40 - Il CenacoloLeopardiana spending review

p. 43 - Obiettivo SportOsare oltre la ragione

p. 44 - Una voce dal SudLa vera mozzarella è quella di bufala

p. 46 - CivitasPaolo Portoghesi al Rotary di Bassano

p. 48 - ProgressusAziz Wahbi. La menta in masiera

p. 51 - HumanitasLa “Fucina letteraria”, cantiere di idee

p. 52 - De MusicaTanti auguri, Bassano Bluespiritual Band

p. 54 - Visita alla cittàPrincipali monumenti e piante

p. 56 - Indirizzi utili

p. 58 - RemondiniaIl disincanto dell’eroe

p. 60 - Ospitalità a Bassano e...

p. 62 - Ristorazione a Bassano e...

In alto, a sinistraIn autunno il Novello rallegra ilnostro spirito, ricordandoci le deliziedell’estate e anticipando le emozioniche ci doneranno i vini veri e propri.Cesare Basilico, enodegustatore etitolare di una società di distribuzione di vini esclusivi, ci guida in unappassionante excursus all’insegnadel buon gusto (pag. 5).

Qui sottoLa copertina de Le avventure dellamummia Ötzi, romanzo della giovanescrittrice Maria Zanchetta (14 anni),insignita dell’Alfierato dellaRepubblica Italiana dal presidenteNapolitano (prossimamente in libreria).Recensione di Gianni Giolo a pag. 16.

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GENS BASSIA

Testo di Cesare Basilico Fotografie di Maurizio SartorettoLA VERITA’ SUL VINO

Appunti di viaggio, alla scopertadi un mondo dal grande fascinoe in continua evoluzioneIl Veneto, con ben trenta zone di produzione e diciannove Consorzi Volontari di Tutela, occupail terzo posto in Italia nella produzione di vini DOCG e il secondo per le produzioni DOC.

Dai vecchi fiaschi della produzione a basso costo allebottiglie dei grandi viniNegli ultimi quarant’anni l’Italiadel vino ha compiuto una vera epropria rivoluzione. L’antica viticultura, propria dellenostre campagne, è ormai deltutto scomparsa; come del restola viticoltura promiscua, quellacioè che vedeva nello stesso campoil grano o gli ortaggi alternativialla vite e all’olivo. Anche se

Cesare Basilico, nato a Milano e veneto d’adozione, è enodegustatore esocio ONAV (Organizzazione NazionaleAssaggiatori di Vino) nonché titolare diBlack&Wine, società di distribuzionedi vini esclusivi.

Il vino è poesia imbottigliata. Robert Louis Stevenson

Cesare Basilico, enodegustatore e docente di TematicheEnologiche, ci illustra una delle eccellenze del Bel Paese

le piccole produzioni artigianalilegate all’autoconsumo sopravvi-vono ancora, oggi l’Italia è il Paeseche produce alcuni dei più grandivini del mondo, con una viticultu-ra e un’enologia innovativa.Tutto è cominciato negli anniSessanta quando il nostro sistemaproduttivo, basato sulla ricerca di grandi produzioni a basso costo,ha dovuto fare i conti con duefenomeni importanti: il progres-sivo calo dei consumi procapite a

livello mondiale e l’emergere dinuovi Paesi produttori, che ricor-revano alla tecnologia di cantineall’avanguardia.Mentre la Francia continuava aoccupare un posto di privilegio,con bottiglie meravigliose, i nostri“fiaschi” si vendevano con diffi-coltà sui mercati internazionali: è stato allora che i migliori pro-duttori italiani hanno avviato unlavoro di riammodernamento esperimentazione. Un impegno che

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in trent’anni ha completamenterivoluzionato e ridisegnato, assie-me ai vigneti, pure la fisionomiadei grandi vini. Tutto questo, però,è stato possibile per un unicofondamentale motivo: tali pro-duttori hanno viaggiato...Sì, perché il vino spinge inevita-bilmente a viaggiare tanto chi loproduce quanto chi lo consuma.

Aprire una bottiglia significainiziare un viaggioOgni volta che si degusta un vinosi aprono orizzonti affascinanti: è

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tipici di una certa tradizione storicae geografica, ne simboleggianomaterialmente la civiltà.Il vino diventa dunque un mediumturistico, magari assieme a queisapori che solo in un determinatoluogo si possono trovare. Ed eccoentrare in gioco i nuovi protagonistidel nostro tempo libero: ristoranti,

infatti impossibile non accorgersiche dentro una buona bottiglia èracchiuso un intero territorio, uncontesto geografico che suscitaparticolari sensazioni e che invitaalla scoperta. E’ così che nascel’enoturismo e, più in generale, il turismo enogastronomico. Il vino e i prodotti alimentari,

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enoteche, cantine...Ancora una volta, inevitabilmente,riaffiora il tema del viaggio. Entrare in un ristorante toscano,per esempio, non vuole forse direandiamo in Toscana?Anche la ricerca medica, con-temporaneamente, ha compiutograndi passi in avanti. Significativa, a questo proposito,l’identificazione delle evidenzescientifiche sugli effetti beneficidi alcuni componenti del vino,fra i quali il Resveratrolo è il piùnoto. Ma non solo. Oggi possiamo

infatti dire che il vino fa bene,nelle giuste dosi, per i Polifenoli,gli Antociani, i Tannini: sostanzeche determinano effetti beneficinelle malattie cardiovascolari.Oggi l’Italia è in linea con leproduzioni (e i consumi) che rappresentavano il primato dellaFrancia; i grandi vini italiani sipiazzano sempre nei primi posti intutti i concorsi internazionali esono tra i più venduti al mondo.Negli Stati Uniti, per esempio, ilconsumo del Prosecco ha superatoquello dello Champagne. Una

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... avrei avuto più caro due fiaschidi vermiglio che otto camicie...Michelangelo, in una lettera di ringraziamento a un suo committente

La nebbia a gl’irti collipiovigginando sale,e sotto il maestraleurla e biancheggia il mar;ma per le vie del borgodal ribollir de’ tiniva l’aspro odor dei vinil’anime a rallegrar [...].Giosuè Carducci, San Martino

constatazione (e un dato di fatto)che contribuisce ulteriormente asviluppare in noi la voglia diviaggiare... partendo ovviamentedalla nostra regione: il Veneto.

Il vino nella terra dei DogiLa storia del vino veneto haradici profonde e nobili. Basti pensare ai mercanti dellaSerenissima che resero il “Vin deVenegia”, come si diceva allora,giustamente famoso in mezzomondo fin dal Medio Evo. Da Oriente a Occidente si gustavae apprezzava il vino provenienteda tutte le provincie del Veneto;e ognuna di esse si distinguevaper una produzione che aveva giàspiccate caratteristiche di tipicità,sebbene si puntasse ancora pocosugli aspetti qualitativi.L’apertura agli scambi e alle

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novità, caratteristica fondamentaledei mercanti veneziani, favorì sial’introduzione di nuovi vitignisia quella di diverse tecniche divinificazione e trattamento.La volontà di migliorare spinsepoi i viticoltori a continue speri-mentazioni, che proseguirono per

numerose rassegne fieristiche eimportanti concorsi, i singoliproduttori e i consorzi di tutela si sono infatti impegnati a esserepresenti sul mercato con prodottidi qualità certa.In passato la vocazione era quelladi produrre grandi quantità conbassa qualità; la carta vincentedel vino veneto oggi consiste inuna vasta gamma di prodotti chesi distinguono per le diversecaratteristiche, ma che hanno nellaqualità un forte denominatorecomune.Il Veneto occupa il terzo postoin Italia nella produzione di viniDOCG - Denominazione di originecontrollata e garantita (28) e ilsecondo per le produzioni DOC -Denominazione di origine control-lata (14). Esistono infatti bentrenta zone di produzione in cuioperano attivamente e dinamica-mente 19 Consorzi Volontari diTutela. Tale attività di tutela con-siste in sintesi nell’assicurare laprovenienza dei vini dalle zonedichiarate, la loro produzione conle specificate uve, le dovute pro-porzioni secondo i metodi tradizio-nali e il corretto invecchiamento.Vari controlli vengono poi effet-tuati anche sul vigneto, sui raccoltidi uve per ettaro e sulle quantitàdi vino prodotte; importanti sonoi controlli sulle registrazioni dellevendite e le relative ispezioni alfine di garantirne la reale stesurada parte delle aziende.L’indicazione sulla bottiglia delmarchio dei Consorzio di Tutelarappresenta per il consumatoreun’ulteriore importante garanziadi qualità e, se accompagnata daun numero di serie, l’indice diuna produzione limitata.La gran parte del territorio dellaregione è, per le caratteristichemorfologiche collinari (mirabil-

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In bassoLa copertina de Il Vino e i suoi

Labirinti. Opera di Cesare Basilico e Cristina Andrea Zordan (anche lei

enologa), questa pubblicazione hadebuttato al Vinitaly 2012. Si tratta diun corso pratico di avvicinamento alvino attraverso un percorso avvincente,che parte dalla “scoperta” della vigna

e giunge al piacere della cultura enoturistica: un formidabile sussidiodidattico per corsi di enogastronomia,in grado di fornire risposte semplici ecomplete, ricco di spunti e curiosità

Brossura (272 pagine) - 13,00Editrice Artistica Bassano, 2012

mente esposte), zona di produ-zione di ottime uve. Sono ben 25.500 le aziende agri-cole venete iscritte all’albo deivigneti dei vini DOCG e DOC,segno evidente della volontà difavorire la crescita di una produ-zione di alto livello.La qualità del vino veneto è premiata anche da una crescenterichiesta da parte degli stranieri.Per quanto concerne la domandail mercato estero assorbe infatti il 75% della produzione dei viniveneti. Tale situazione si discostanettamente dalla domanda com-plessiva di vini italiani, assorbitiper il 59% dal mercato interno esolo per il 41% da quello estero.Ovviamente il Prosecco, con lesue bollicine, la fa da padrone!Le caratteristiche di molti vinidella regione sono quelle della“leggerezza” e della “freschezza”di gusto, che si sposano perfetta-mente con le esigenze di un’ali-mentazione moderna e sana, inlinea con diete che hanno quasiormai abbandonato i grassi. Vini dai sapori splendidamentenaturali che, pur avendo gusto etradizioni eccellenti, si presentanocome squisitamente “beverini”.Il clima, i terreni e i vitigni dellatradizione veneta permettonoinoltre di produrre ottimi vinirossi, apprezzati dal consumatoreper fragranza di profumi e sapi-dità di gusto, nettamente miglio-rati negli ultimi anni grazie allacontinua ricerca e alle modificheai vigneti. Non mancano certoanche i grandi rossi corposi, dasposare a importanti piatti di carnee alla selvaggina più nobile.

Bene, cari amici lettori, abbiamoiniziato questo bel viaggio con voi.Ora continuatelo da soli, visitandole nostre aziende... Buon viaggio!

generazioni. Si trovarono così perogni terreno i vitigni ideali e siperfezionò l’arte di miscelare conattenzione uve di diverse specie.Attualmente una delle peculiaritàè quella di privilegiare le caratte-ristiche di unicità e tipicità che levarie zone di produzione vinicolahanno saputo delimitare e affinarenel tempo.Nella produzione del vino non siinventa nulla. Tutto è frutto dilavoro scrupoloso, di sperimenta-zioni e di ricerche che spessodurano per intere generazioni.Quello che invece si deve “inven-tare” sono nuovi modi di proporreil vino al pubblico, al fine di farloconoscere, apprezzare e amare.In tale ambito il Veneto solorecentemente si è emancipato:attraverso la partecipazione a

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Nonostante le sacrosante proteste di Confedilizia...DEDUZIONE IRPEF LOCAZIONIdal 2013 ridotta al 5%

PIANETA CASAA cura di Orazio Schiavon

Delegato Confedilizia Vicenza per il territorio bassanese

Una misura iniquaIl provvedimento contenente lariforma del lavoro prevede, adecorrere dal 2013, la riduzionedal 15% al 5% della deduzioneIrpef per i redditi da locazione(quale parte della coperturafinanziaria del provvedimento).Si tratta, come noto, della deduzioneforfettaria delle spese a carico dellocatore, che si applica quando il canone non venga assoggettatoalla “cedolare secca sugli affitti”e che incide invece sul 100% delcanone stesso.Confedilizia ha svolto un’azioneincessante, nei confronti delParlamento e del Governo, perevitare che una misura di tale iniquità venisse approvata e non

ALCUNI SERVIZI DI CONFEDILIZIA COMPRESI NELLA QUOTA ASSOCIATIVA DI EURO 65,00ALL’ANNOConsulenze in tutte le materie attinenti la casa:fiscale, condominiale, locatizia, lega-le, catastale...Assistenza contrattuale nella stipula dei contratti di locazione(con l’offerta della relativa moduli-stica) e di ogni altro contratto.Assistenza condominiale ai molti condòmini proprietari diappartamento anche in materia diadempimenti e agevolazioni fiscali,nonché corsi di formazione e aggior-namento per amministratori. Confedilizia notizieè un mensile, ricco di informazioniutili al condòmino, al proprietario dicasa, al risparmiatore immobiliare.Preziosi risultano pure i suoi manuali,opuscoli e approfondimenti periodici.Cedolare seccacalcolo e consulenza per gli adempi-menti connessi all’applicazione dellanuova imposta sostitutiva sugli affitti.Visure catastali e ipotecarie on-linesu tutto il territorio nazionale, gra-tuite per gli associati.

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In un condominio la parte dellacolonna verticale che funge da rac-cordo con gli scarichi dei singoliappartamenti viene considerata benecondominiale?In tema di condominio negli edifici, aisensi dell’art. 1117, terzo comma, c.c.,la proprietà dei tubi di scarico dei sin-goli condomini si estende fino al puntodel loro raccordo con l’innesto nellacolonna verticale, all’altezza di ciascunpiano dell’edificio. Ne consegue che laparte della colonna di scarico che,all’altezza dei singoli piani dell’edificiocondominiale, funge da raccordo tratale colonna e lo scarico dei singoliappartamenti (braga) va qualificatocome bene condominiale, proprio inrelazione alla sua funzione e in quantostrutturalmente collegata al tratto verti-cale dello scarico, del quale costituisceparte essenziale (Cass. Civ. sez. II, ordi-nanza n. 778 del 19.01.2012).In caso di partecipazione all’assem-blea condominiale di uno solo deicomproprietari, questi deve portarela delega di quelli assenti?No. Chi partecipa non ha bisognodella delega degli altri comproprietari.La legge però prevede che, in caso dicomproprietà, uno solo dei compro-prietari possa partecipare alla discus-sione e al voto e che la scelta delcomproprietario al quale spetti talefacoltà sia lasciata ai comproprietaristessi; ove essi non provvedano, prov-vede il presidente dell’assemblea consorteggio.L’amministratore ha rassegnato ledimissioni a marzo del 2012 e haconsegnato la contabilità degli anniprecedenti al subentrante che, però,ha voluto che fosse quello uscente aoccuparsi della dichiarazione mod.770 relativo al 2011. Si chiede un parere in merito.L’amministratore uscente non ha pote-re di compiere alcun atto o negoziospendendo il nome di un condominioche non è più da lui amministrato:questo, in quanto privo della rappre-sentanza, tanto processuale quantonegoziale di detto condominio.A cura dell’Ufficio Legale di Confedilizia

si è limitata a questo, ma ha fattodi più: ha cioè dimostrato che,per effetto di un errore di impo-stazione contenuto nella relazionetecnica accompagnatoria del disegnodi legge governativo, il gettito cheil Governo si prefiggeva di ricavare avrebbe potuto essereottenuto riducendo la deduzione a non meno dell’11%.Nonostante le proteste delPresidente della CommissioneBilancio del Senato, Azzolini,non c’è stato nulla da fare.Il Governo non ha sentito ragionie ha insistito e ottenuto che ladeduzione restasse al 5%. Ciò rafforza ogni considerazionedi illegittimità costituzionale, cheConfedilizia intende far valere.

MOMENTO GRAVE E PESANTEE’ un momento grave e pesante per i proprietari di casa. Nonostantealcuni risultati ottenuti (piano città, benefici fiscali ristrutturazioni,semplificazioni edilizie), si prospettano concreti dubbi e, soprattutto,preoccupazioni. Allora, che facciamo? Come possiamo fermare questascure che si è abbattuta sulla proprietà diffusa, si domandano in tanti?Abbiamo, fin dalle prime proposte di tassazione, interloquito conesponenti del Parlamento e del Governo rappresentando i sacrosantidiritti dei risparmiatori in edilizia, ma non si sono volute -nella granparte dei casi- sentire ragioni.Purtroppo, i proprietari di casa non hanno, loro malgrado, strumenti di“ricatto” per protestare e costringere il Governo a cambiare decisionecome -lo abbiamo visto- hanno fatto e continuano a fare altre categorieeconomiche, soprattutto quelle legate ai pubblici servizi. Il trattamento,poi, che ha avuto la proprietà diffusa rispetto ad altre forme di proprietàdel grosso capitale (Siiq, Siinq, fondi immobiliari) la dice lunga sul-l’equità e su come la concepiscono, in particolar modo, quanti chiedonola patrimoniale, magari per le sole persone fisiche...La nostra unica forza, allora, è la continua ed evidente determinazione anon cedere, consapevoli che rappresentiamo -tutti insieme- la benemeritacategoria di coloro che hanno creduto nel risparmio in edilizia e nellaproprietà privata quale irrinunciabile condizione di libertà e di vita.Per questo è importante essere, oggi più che mai, sempre vigili e attenti,essere -ancora- preparati anche alle decisioni future da assumere e nelcontempo far sentire la nostra voce -specie con i parlamentari e sui giornali-anche prendendo spunto dalle molteplici iniziative di Confedilizia.Si tratta di occasioni che i proprietari di casa non possono e non debbono,in questo delicato momento, lasciarsi sfuggire.

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Il Gruppo Capello Centri Vista,forte di una storia di oltre sessantaanni, da tempo ricopre nel settoredell’ottica una posizione di lea-dership nel territorio triveneto edi notevole rilevanza anche inambito nazionale.Tra i suoi punti di forza spiccanol’ immagine aziendale storicamen-te consolidata e la percezione,ormai ampiamente diffusa pressola clientela, di una realtà impren-ditoriale seria, affidabile e dina-mica. Frutto, quest’ultima, dilinee-guida e valori importanti(quali la continua ricerca dellaqualità nel servizio, l’eccellenzatecnologica e la centralità delcliente), condivisi da tutti i col-laboratori del gruppo.Capello Centri Vista impiegaoltre un centinaio di addetti edispone di una ventina di negozi

specializzati, situati nei piùimportanti centri delle provincedi Treviso, Venezia, Vicenza,Pordenone e Trento e coordinatida una struttura centrale checura il marketing e la comunica-zione, ma anche la gestione e laformazione del personale.Nell’ultimo decennio il gruppoha esteso ulteriormente la suapresenza sul territorio nazionaleottenendo la certificazione UNIEN ISO 9001 e creando una rete di oltre quattrocento otticiaffiliati. Non a caso è la secondafamily chain nel campo del retailottico in Italia.A Bassano il Centro VistaCapello è gestito da GianlucaVolpato, nativo della città diGiorgione e figlio d’arte. Il suonegozio si trova in via Roma, adue passi dalle piazze principali,

in un contesto elegante e sempremolto frequentato.“Mio padre Riccardo -ci racconta-si è diplomato nel 1959 a Firenzepresso la prestigiosa Scuola diOttica Italiana. Due anni dopo,assieme a mia mamma Rosy, ha aperto un proprio esercizio inBorgo Treviso a Castelfranco.Un’attività che ha portato avanticon passione e grande professio-nalità per quasi quarant’anni.Seguendone le orme anch’io hoconseguito il diploma di ottico -nella rinomata scuola statale diPieve di Cadore- per frequentaresuccessivamente la scuola di

SFIDE

ANCHE L’OCCHIO VUOLELA SUA PARTEDal “Carnet di assistenza e garanzie” alla “Misurazione dinamica dell’occhio in 3 D”:vediamo come oggi è possibile tutelare quello che Aristotele definiva il più importante deicinque sensi, quello cioè che “permette di comprendere meglio il mondo”.

Testo di Andrea Minchioe Andrea Gastner

Fotografie: Fotografi Veneti Associati

Si ringraziano per la preziosa collaborazione Antonio Minchio,Elisa Minchio e Ginevra Tamburini

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SopraDue immagini del Centro Vista

Capello, in via Roma a Bassano.

In altoGianluca Volpato, ottico ed

optometrista, contitolare del negozio. Figlio d’arte, ha ereditato dal padre

Riccardo (sotto, in una fotografia dei primi anni Sessanta) l’amore

e la passione per il suo lavoro.

Gianluca Volpato, ottico e optometrista a Bassano, ci guidaalla visita del suo negozio di via Roma e ci aiuta a conoscerei “Centri Vista Capello” e la loro innovativa filosofia

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Lozzo e ottenere, nel 1985, laqualifica di optometrista.Confluito nella ditta di famigliapoco dopo, pur lavorando sodoho continuato ad aggiornare lamia formazione attraverso decinedi corsi di specializzazione finoa quando, nel 1998, ho compiutouna scelta decisiva: quella cioèdi entrare in società con il GruppoCapello. Una decisione ponde-rata, dovuta alla grande conside-razione che nutrivo per quellarealtà, innovativa e caratterizzatada una visione lungimirante nelsettore dell’ottica”.

Il tempo ha dato ragione aGianluca Volpato, che oggi siritiene soddisfatto del passocompiuto quasi quindici anni fa.E’ infatti orgoglioso di alcunisignificativi servizi, che rendono

il suo negozio particolarmentecompetitivo e quotato. “Il Carnet di assistenza e garanzieè uno strumento davvero moltoprezioso e richiesto: fornisce lagaranzia sul risultato (con lasostituzione dell’occhiale finoalla completa soddisfazione delcliente), sulle lenti e sulla montatu-ra (per uno o due anni, con ridu-zioni del 50 o del 30%, in caso difurto, smarrimento o rottura).Inoltre prevede gratuitamente lamanutenzione (l’occhiale, comela vista, necessita di controlliperiodici per mantenere intattala sua funzionalità) e il test dellavista (è noto che con il tempopossono verificarsi cambiamentia livello di capacità visiva). Sitratta dunque di prestazioni nonda poco che, primi nel settoredell’ottica, abbiamo concepito e

proposto a beneficio del cliente”.

Vera rivoluzione nel campo del-l’ottica, la misurazione dinamicadell’occhio 3D rappresenta unulteriore punto di forza del CentroVista di Gianluca Volpato.“Si tratta di uno dei servizi piùinnovativi che siamo in grado di offrire e riguarda la centraturadell’occhiale attraverso uno

Alcuni modelli delle collezioni presentinel negozio di Gianluca Volpato.1) Miu Miu NoirIcona del marchio esibito da Madonnaalla Mostra del Cinema di Venezia.2) Italian Indipendent I-TermicProdotto rivoluzionario, cambia colorese esposto a temperature superiori a 30°.3) Tom FordEssenziale e da sempre precursore della moda.4) Marc by Marc JacobsOcchiali cool. La maison si contraddi-stingue per il motivo a righe.5) Tiffany & Co.Dal 1837 i capolavori di Tiffany & Co.hanno dettato lo stile e celebrato le piùgrandi storie d’amore del mondo. Oraci fa sognare anche nell’occhialeria...6) Miu Miu Unico nel sue genere, grazie al frontale a forma di stella.

SottoIl topografo corneale proietta una seriedi anelli illuminati sulla superficie dellacornea, che poi vengono riflessi nellostrumento. Gli anelli riflessi sonoanalizzati dal computer, che genera unamappa corneale. La mappa e le analisial computer rivelano ogni distorsionedella cornea, come pure la curvatura e i meridiani dell’astigmatismo.

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strumento che fornisce -appunto-una misurazione dinamica del-l’occhio. Una procedura che servenon solo al montaggio e allacentratura delle lenti, ma anchealla misurazione del centro dirotazione dell’occhio. Tale stru-mentazione rileva diversi para-metri quali la distanza apicecor-neale/lente, l’angolo di avvolgi-mento e quello pantoscopico(l’inclinazione della lente rispettoai piani verticale e laterale). Dati

che permettono di progettare erealizzare una lente “eyecode”,la cui principale caratteristica èquella di essere cinque volte piùprecisa di una lente normale. I benefici sono facilmente comprensibili, perché a parità di gradazione questo prodottooffre un comfort visivo superio-re e diminiusce in maniera sen-sibile le aberrazioni, solitamenteimplicite in tutte le lenti; soprat-tutto in quelle progressive e in

LA CURA DEGLI OCCHIALIPer una pulizia semplice ed efficace,è consigliabile sciacquare gli occhialisotto acqua corrente con un po’ didetergente e asciugarli delicatamentecon un panno di cotone morbido. Per pulirli sono adatti pure i panni inmicrofibra e i detergenti spray.E’ inoltre utile seguire questi consigli:Non esporre a lungo ai raggi direttidel sole o alle alte temperature gliocchiali (per esempio sul cruscottodell’auto): la montatura e i trattamentidelle lenti potrebbero danneggiarsi. Custodire gli occhiali in un astucciorigido, per proteggerli dai graffi, dalledeformazioni e dal sole.Non appoggiare mai gli occhiali conle lenti verso il basso.Togliere sempre gli occhiali sfilan-doli in avanti con entrambe le mani.Prima di pulirli con il panno, elimi-nare con aria o acqua eventuali traccedi sabbia o polvere.Fare verificare periodcamente dal-l’ottico l’assetto degli occhiali.

LE LENTI A CONTATTOCreate alla fine del XIX secolo conmateriali vetrosi, le lenti a contattocominciarono a diffondersi attorno allafine degli anni Cinquanta del Novecento,quando vennero impiegati materialiplastici, più morbidi e confortevoli. Come funzionano?Con gli stessi principi delle lenti perocchiali, correggono la convergenza deiraggi luminosi portandoli esattamentesulla retina. La posizione delle lenti acontatto sull’occhio viene mantenutagrazie alla loro forma e alle lacrime, chene consentono il continuo assestamento.Chi le può usare?Possono essere portate da tutti. Il loroprincipale vantaggio, oltre a quelloestetico, è dato dall’ampiezza del campovisivo. Sono comunque indispensabiliil parere del medico oculista e l’assi-stenza dell’ottico contattologo. In ognicaso è necessaria la presenza di unabuona secrezione lacrimale, la cuipermanenza nel tempo dovrà essereperiodicamente monitorata per evitaredanni anche seri alla cornea.

Tipi di lenti a contattoLenti rigide (dette anche semirigide):grazie alla loro consistenza e all’elevatapermeabilità all’ossigeno sono indi-cate per le forti correzioni, in partico-lare degli astigmatismi. La loro dura-ta è di circa due anni.Lenti morbide: molto diffuse per pra-ticità e comfort, sono utilizzabili pureper la pratica sportiva. Ne esistonodiversi tipi: a ricambio frequente(mensili, quindicinali, giornaliere);convenzionali (della durata di 6 mesio un anno, indispensabili per miopiesuperiori a 10 diottrie o per cornee didiametri molto piccoli o grandi).

La manutenzioneNon solo per una visione ottimale, maanche per evitare il rischio di infezionie di danni all’occhio, sono indispen-sabili un’accurata e regolare manu-tenzione, effettuata con appositi pro-dotti, e un’attenta igiene.Naturalmente vanno osservate conrigore le prescrizioni d’uso fornite dalmedico oculista e dal contattologo.

quelle a gradazioni più elevate(per esempio indicate per elevatiastigmatismi)”.Valori aggiunti, il Carnet e lamisurazione 3D, che ben riassu-mono la peculiarità principaledei Centri Vista Capello.“Per noi è fondamentale asse-gnare, dopo la prescrizione del-l’occhiale corretto da parte delmedico oculista, la massimapriorità a un’attenta e rigorosaprogettazione, unitamente allascelta delle lenti più adatte e allasuccessiva realizzazione sullabase di criteri molto precisi.Secondo questa filosofia èimprontata tutta la nostra attività,che spazia dall’offerta di montatu-re tradizionali (griffate o no) allacontattologia più specializzata”.

La competenza professionale,corroborata da un formidabilesupporto tecnologico, è dunquegarantita. Ma ai possibili acqui-renti (soprattutto se di sessofemminile) interessa anche unabuona apparenza...“Naturalmente- conclude GianlucaVolpato- teniamo conto pure degliaspetti estetici, quelli legati cioèai dettami dell’ultima moda.Siamo infatti partner di alcunefra le aziende ottiche leader disettore. Qualche nome? Safilo,Luxottica, Marcolin...”.

A centro pagina, da sinistra a destraRiccardo Volpato al lavoro nel

suo negozio di Castelfranco Venetonegli anni Sessanta e con la moglie

Rosy in un’immagine del 1973.

SottoGianluca Volpato con il suo staff.

Sopra, da sinistra verso destraVision Office è un sistema di presa

di misura multifunzionale che permette la misurazione dinamica

dell’occhio in 3D.Altri due originali modelli, proposti

dal Centro Vista di via Roma: Persol 714. Introdotto negli anni ’60

come variante folding del famoso 649,questo modello (portato da Steve

McQueen nel film “Il caso ThomasCrown”) vanta il titolo di primo occhiale pieghevole in assoluto.

Tiffany & Co. Tutti i dettagli preziosisono fedelmente riportati dai gioiellicome, nello specifico, questo cuore

tempestato di Swarovski.

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Mostre, letture e frizzanti curiositàAPPUNTI

Testo di Gianni Giolo Le avventure della mummia Ötzi, romanzo fantasy della rivelazione Maria ZanchettaL’autrice, quattordicenne, è stata insignita dell’Alfierato della Repubblica dal presidente Napolitano.

Cinquemila anni fa un uomo siavventurò sulle gelide alture deighiacciai della Val Senales e, acontatto con una natura ostile eselvaggia, incontrò il suo destino.Nel 1991 venne scoperto per caso,assieme ai suoi abiti e al suoequipaggiamento, mummificato,congelato, costituendo un casounico, un evento sensazionaleper l’archeologia e un’istantaneaeccezionale, che colse una per-sona dell’età del rame in viaggioin alta quota dove trovò la morte,colpito da una freccia alle spalle.Fu definito l’uomo di Similaum.La sua è una storia che si perdenella notte dei tempi e che rivivecome personaggio drammaticonell’avvincente romanzo di MariaZanchetta Le avventure dellamummia Ötzi, edito da EAB.Ötzi è il suo nome e questamummia è diventata il centro e ilmotore di una vicenda straordi-naria e appassionante di questolibro, fantastico e cosmico nellostesso tempo, che vede sei ragaz-zi, Alfredo e Maria, provenientida Torino, Giorgio dal Cairo, Ingeda Berlino, Dario da Palermo,Angelika da Monaco di Baviera,guidati da Ötzi, la mummia di

Bolzano, il capo degli iniziati,intraprendere un viaggio meravi-glioso nel tempo e nello spazio,portando ed esaltando valori diantiche civiltà scomparse,ingaggiando una strenua lottacontro Seth, il dio del Male, dellaTerra rossa e del deserto, e cer-cando di attuare la missione diguidare gli uomini verso un’eracosmica di pace e rinnovamentointeriore, nella consapevolezzache le mummie non sono esseriprovenienti da un passato morto edimenticato, ma messaggere disalvezza ed eventi che si colloca-no nel futuro dell’umanità. “Le mummie -scrive l’autrice-non vedranno la fine del tempo,perché esse sono il tempo, essesono il nostro passato, il nostropresente e il nostro futuro”.Già il Leopardi, nel Dialogo diFederico Ruysch e delle sueMummie delle Operette Morali,aveva dato voce a questi esserimisteriosi, che salendo dal buiodi un confine senza tempo, parla-vano all’uomo d’oggi rivelandoche “cosa arcana e stupenda oggiè la vita”, un messaggio rivoltoal passato e al discrimine del-l’esistenza, mentre quello del-l’autrice è tutto proteso verso ilfuturo: Ötzi è il nuovo Sole delmondo e gli dei lo hanno sceltoper salvare la Terra, nelle sue venescorre l’essenza di Ra, il suocorpo è impregnato di luce, lasua anima deve lasciare un segnonella storia, deve salvare l’uma-nità che sta imboccando la viadella propria rovina, unendo lascienza moderna con la saggezzaantica, per creare un mondonuovo in cui gli uomini, facendoproprio l’insegnamento degliantenati e delle mummie, si sen-tano tutti eguali, senza distinzioni

di razze, confini e frontiere.A Ötzi l’autrice ha dedicato unacommovente poesia nel suo libroprecedente I miei sogni in poesia:“Tu sei il sole che rischiara lamia vita, / tu sei la gioia cheinonda il mio cuore, / tu sei ilmiele che addolcisce i miei giorni,/ tu sei una fonte di sapere, / tusei lo scopo della mia esistenza,/ tu sei l’amore che scalda i giornifreddi, / tu sei il mio soffio di vita!”.Sembra che fra Ötzi e l’autrice sisia stabilito un rapporto vivo epermanente, una complicità coin-volgente e appassionante, un eroeche era stato l’oggetto del roman-zo precedente All’ultimo istantee che continua le sue imprese inquesto libro dove si è trasferitoa Berlino per poi passare inEgitto, incontrare i suoi amici,andare a Bolzano e infine dinuovo a Berlino dove riesce araggiungere la sua meta e realiz-zare il suo sogno d’amore.Il romanzo è pieno di colpi discena, di suspense, di leggende,di storia e mito, di sogni, di poteriocculti, di magia, di incantesimi,in cui gli esseri divini maligni siscontrano in un duello mortalecon gli uomini, duello che vedeperò alla fine il trionfo del bene.Tutto è dinamismo, movimento,avventura, dialogo, festa, sorpresa,divertimento, ritrovo, complotti,tradimenti, trasformazioni, fughe,labirinti, scoperte, ma anche bat-taglie, fuoco, bagliori, tempeste,bufere, catastrofi, esplosionicosmiche, che sono stati oggettodi famosi film che hanno tantoappassionato i giovani e non diquesto nostro tempo. Un libroche non mancherà di affascinareil lettore, che troverà oltre al fan-tastico e al meraviglioso profon-dità sorprendenti e inaspettate.

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Maria Zanchetta riceve dal presidenteGiorgio Napolitano l’Alfierato della

Repubblica Italiana. La prestigiosa onorificenza è stata consegnata alla

giovane scrittrice di Cassola (14 anni) lo scorso giugno al Quirinale.

Maria Zanchetta, Le avventure della mummia Ötzi, Pagg. 288 - 16,50 - EAB, 2012

Antonio Francesco Celotto e Maurizio Sartoretto ospiti della Libreria “La Bassanese”Antonio Francesco Celotto, studiosoe grande divulgatore delle tradizionivenete, e Maurizio Sartoretto, autoredi splendidi libri fotografici, presente-ranno alla Libreria “La Bassanese” leloro ultime fatiche editoriali. Due appuntamenti di spicco, che benrappresentano le potenzialità culturalidella terra pedemontana e che contri-buiscono efficacemente a promuoveree valorizzare la nostra regione.Il primo, dedicato al volume “A tavola...nei Dì di festa” del prof. Celotto, è inprogramma per giovedì 6 dicembre; ilsecondo, destinato a illustrare il libro“Lungo le acque del Veneto” del foto-grafo castellano, avrà luogo merco-ledì 12 dicembre. Entrambi gli incon-tri, aperti alla cittadinanza si svolge-ranno presso la sala IAT in LargoCorona d’Italia alle ore 20.45.

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SAPERNE DI PIU’

A cura di Matteo Zonta

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La rinascita di questo metallo nella pratica terapeuticaARGENTO COLLOIDALEValidissimo supporto controle infezioni di ogni generePotente antibiotico naturale, già oltre cinquemila anni fa se ne conoscevano le importantiproprietà. E’ un rimedio pressoché universale, privo di effetti collaterali...

nei casi di infezione da Herpessimplex, scatenata da un virusche crea fastidiose vescichette eche può colpire diverse zone, comequella labiale (la più comune), ola zona nasale, boccale, faccialeoppure genitale. L’applicazionedell’argento colloidale alle primecomparse dei caratteristici sintomiè capace di stroncare il progrediredell’infezione. L’argento colloi-dale è anche in grado di aiutarein caso di Herpes zoster, un’altrainfezione virale conosciuta comeFuoco di Sant’Antonio. Pure a livello dermatologico l’argento colloidale si è rivelatomolto utile. Infatti l’applicazionelocale stimola la formazione dinuovo tessuto epiteliale, accele-rando in questo modo la guari-gione e la cicatrizzazione in casodi ferite e ustioni.

A “consolidare” l’importanzadell’utilizzo dell’argento in campomedico si trovano numerosetestimonianze storiche. Già oltrecinquemila anni fa, infatti, siconosceva l’importanza di questometallo nelle tecniche di agopuntu-ra, che mettono in evidenza comel’uso di aghi d’argento incrementil’effetto calmante e antidolorificorispetto a quelli di altri metalli.In altre culture è noto da oltre tremillenni che l’acqua rimane piùa lungo potabile se conservata inbrocche d’argento. Più vicino a noi, nel XIX secolo,venivano usati alcuni tipi di saled’argento per la cura di malattieveneree, acne e nelle profilassiantinfiammatorie dopo gli inter-venti chirurgici. Sempre nel XIXsecolo, prima dell’invenzione delfrigorifero, era uso mettere unamoneta d’argento nel latte perimpedire che questo inacidisse

troppo in fretta. Ai giorni nostrisono numerose le applicazionipratiche dell’argento come anti-microbico: ne sono un esempioeclatante i filtri in argento nelloSpace Shuttle e nella stazionespaziale MIR per mantenere l’acqua potabile.La riprova dell’utilità dell’argentocolloidale sta nel fatto che lacomunità scientifica, dopo unlungo periodo, ha ripreso interesseper questa sostanza naturale perché si è resa conto che l’uso,purtroppo spesso smodato degliantibiotici, ha permesso lo svi-luppo di ceppi batterici semprepiù resistenti (anche ai piùmoderni antibiotici).

Ma vediamo un po’ più da vicinocos’è l’argento colloidale. Percolloide si intende un particolareinsieme tra due sostanze nonsolubili (definite sol liofobi), inquesto caso costituito da acquain cui sono finemente distribuiteparticelle minuscole non solubilid’argento. Questo particolareinsieme mantiene invariate lecaratteristiche fisiche del mezzodi sospensione, cioè dell’acqua.Queste particelle sono composteda quantità di atomi che varianoda poche unità a qualche migliaio.La dimensione dell’argento col-loidale è di circa 2-3 nano metriche può essere da 200 a 2000volte più piccolo di un comunebatterio. Una peculiarità dell’ar-gento colloidale è che questoparticolare insieme può decadereper effetto ossidativo, ma oggiquesto “ostacolo” è stato superatodalla conservazione dell’argentocolloidale in particolari flaconcinidi vetro minerale che ne allungala sua conservazione.

Come ben tutti sanno l’argento si distingue dai metalli perché faparte dei così detti metalli nobili,assieme al platino e all’oro. La peculiarità di questo metallobianco e lucente è la sua incredi-bile conducibilità elettrica e ter-mica, che risulta essere superiorea quella di ogni altro. Non tutti sanno però che questoparticolare metallo prezioso è inrealtà pure un potente antibioticonaturale, efficace contro unavasta gamma di batteri, funghi e virus. Si tratta di un rimediopressoché universale, privo dieffetti collaterali. Infatti in moltepubblicazioni è stata ampiamentedimostrata la sua efficacia controstafilococchi e streptococchi, maanche contro virus e funghi qualila Candida albicans.Un’importante pubblicazione,curata dallo studioso Keith F.Courtenay nel 1997, evidenziache una terapia a base di argentocolloidale ha eliminato i sintominei pazienti affetti dalla Malattiadi Lyme: una patologia causatada un batterio (la SpirochetaBordelia burgdorferi) trasmessaperlopiù dalle zecche infette.Numerosi sono gli esempi del-l’utilità dell’argento colloidale

Sopra, dall’alto verso il bassoCristalli d’argento, così come

appaiono in natura; una moneta d’argento del valore di 500 lire:nota come “Colombina”, venneconiata dalla Zecca di Stato dal

1958 al 1967.

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I NOSTRI TESORIA cura di Andrea Minchio

e Andrea GastnerFotografie:

Archivio Vetreria Zuliani, Fotografi Veneti Associati

VETRERIA ZULIANI

Maria Grazia Bonamigo e Fabio Zuliani, fondatori della ditta, ci guidano in un percorsodi conoscenza, aiutandoci a comprendere le mille opportunità espressive di un mestiere antico.Manualità, fantasia, precisione, esperienza e passione: questi gli ingredienti del loro successo.

Artistiche trasparenze fra suggestionidel passato e soluzioni innovative

Dal 1987 opera con grande professionalità a Pove del Grappa

Qui sopraAlcune fasi della lavorazione

di una vetrata rilegata in Tiffany: taglio (1), spezzatura (2),

rilegatura (3) e saldatura (4).

SottoFabio e Maria Grazia Zuliani

nella loro azienda.

1

4

2 3

Di norma quando si parla divetrerie si pensa soprattutto allelastre destinate a serramenti(porte, finestre e vetrine): unaproduzione industriale che oggipropone ardite e sofisticate solu-zioni tecnologiche.In questo settore esistono tuttavianicchie che sconfinano a buondiritto nel campo dell’arte.

E’ il caso della Vetreria Zuliani di Pove del Grappa, azienda chesi connota con evidenza in taleparticolare ambito e che è statafondata nel 1987 da Fabio Zuliani,valligiano di San Nazario, e da suamoglie Maria Grazia Bonamigo,nostra dinamica concittadina.“Prima che dessimo vita allasocietà -ci racconta quest’ultima-mio marito lavorava in una vetreria

Arte antichissima, quella del vetro.Molte sono le leggende sulla suaorigine. Una di queste, la piùaccreditata e attribuibile a Plinio ilVecchio, narra che tale materialesia stato prodotto casualmente daalcuni mercanti fenici: acceso ungrande fuoco sulla spiaggia, siaccorsero che la sabbia si scioglievain una sostanza sconosciuta; unavolta raffreddata, quest’ultimaassumeva una certa consistenza euna sorprendente trasparenza.E’ comunque certo che già nel 2000a.C. gli Egizi impiegavano il vetroper realizzare stoviglie, utensili emonili, mentre in epoca successivai Romani lo utilizzavano per vasie bottiglie. Al V secolo d.C. risalel’uso del mosaico in vetro nell’artebizantina, molto presente anche inVeneto, a Torcello e a Venezia.

del territorio, occupandosi un po’di tutto (dall’amministrazionealla produzione), mentre la sotto-scritta poteva già vantare unadiscreta professionalità comedecoratrice. Unendo le rispettivecompetenze e passioni, venticinqueanni fa abbiamo compiuto il grandepasso e ci siamo messi in proprio.Inizialmente siamo partiti con lavetreria classica: a quel tempo sistava infatti affermando il fenomenodella vetrocamera. In breve tempoperò, grazie anche alla mia passione,abbiamo costituito un repartospecificamente dedicato a unaraffinata produzione artistica. Ricordo che realizzavamo i primilavori nel granaio di casa, dopocena e con grande entusiasmo:l’accompagnamento sonoro eracostituito dalle canzoni di Claudio

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Baglioni e Lucio Battisti”. Fu così che nacquero le primevetrate rilegate (in piombo piut-tosto che in ottone), tutte eseguitesecondo una tecnica manuale tramandata dal Medio Evo.Lavori ai quali sono state ben prestoaffiancate altre produzioni, sempreconnotate da un elevato valoreartistico: vetrate stratificate a resina, fusioni (ottenute utilizzandoforni speciali), pitture (vetri decorati a mano e poi cotti in forno),murrine (vetri satinati nei qualisono incastonate gemme colorate),sabbiature (caratterizzate dall’in-cisione di motivi grafici). Ma purespecchiere e opere d’arte sacra.

“Naturalmente -prosegue MariaGrazia- con l’andare del tempo il nostro catalogo si è arricchito

di numerosi articoli, più o menoimpegnativi: complementi d’arredoe oggetti per la casa (da muro e datavolo), che spaziano dagli orologiai sottopiatti e ai vassoi, dai por-tafotografie alle specchiere, daisoprammobili ai set coordinati ealle riproduzioni di opere famose.Disponiamo perfino di un’ampiascelta di bomboniere”.

Sopra, da sinistra verso destra Tre esempi di tecniche diverse:sabbiatura, pittura e mista(acidatura, sabbiatura e applicazionedi murrine sul vetro cattedrale).

Sotto, da sinistra verso destraArredamento di un bar con vetratea specchio, rilegate a piombo.Un retrocucina in cristallo temperatoe colorato.

A sinistraUna vetrata rilegata in Tiffany, bronzata, con varitipi di vetro (dall’opalescente tirato al cattedrale).

Qui sottoUn vassoio in fusione realizzatocon vetri di Murano.

I principali punti di forza di tuttala produzione firmata da MariaGrazia e Fabio sono costituitidalla lavorazione, rigorosamenteeseguita a mano, e dall’ampiapossibilità di personalizzare i variprodotti assecondando le esigenzee i suggerimenti della clientela.Non a caso l’azienda di Pove delGrappa rappresenta un significativo

I NOSTRI TESORI

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I NOSTRI TESORI

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I NOSTRI TESORII NOSTRI TESORI

A fianco, da sinistra verso destraTre esempi di vetrate: rilegata a

piombo con rulli; dipinta a campopieno; rilegata a piombo con motivi

di arte sacra.

Sotto, dall’alto verso il bassoUn sottopiatto in fusione, ideale

per prestigiosi servizi da tavola. Un “trittico” in pittura dorata

con la riproduzione di opere diGustav Klimt.

VETRERIA ZULIANIVetrate artistiche

Via Ca’ Moro Lazzaro, 5/aTel. 0424 808625Fax 0424 550231

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punto di riferimento per architettie arredatori. “In realtà -interviene Fabio- nonci rivolgiamo solo ai professionisti,ma anche alle imprese e ai privati.Lavoriamo molto con l’estero (inprimis Russia, Stati Uniti, Franciae Paesi Arabi), in collaborazionecon alcune importanti aziende delterritorio, fra le quali spiccano imobilifici e i produttori di serra-menti. Grande soddisfazione, inun contesto più culturale, provieneinoltre dall’attività di restauro:sono infatti frequenti gli interventidi recupero e valorizzazione suantiche vetrate rilegate a piombo.Si tratta in genere di opere situatein chiese e palazzi del Veneto,deteriorate dall’uso e dal tempo”.Maria Grazia conclude la conver-

sazione con una nota familiare:“Molte cose sono cambiaterispetto ai tempi di mio papàFranco: anche lui era proprietariodi una vetreria, ma a quell’epocal’apporto creativo si limitavasoprattutto ai cosiddetti sabbiati.Emblematiche le vetrine dellefarmacie, sulle quali compariva il simbolo del caduceo. Oggi lepossibilità sono praticamente illi-mitate, ma la mano dell’uomo faancora la differenza. Fino a qualcheanno fa nostra figlia Marina,all’epoca studentessa di Medicina,collaborava con noi a tempo perso.Disponeva di una manualità davverosopraffina (perfino superiore allamia): certo non è un caso che poiabbia scelto di fare il chirurgo!”.

VETRO E CRISTALLOIl vetro è davvero molto presente nellanostra quotidianità.Tanti oggetti di uso comune, infatti,sono realizzati con questo materiale:pensiamo non solo alle lastre destinatea porte e finestre, ma pure a bicchieri,bottiglie, lampadine, specchi, perfinoai tubi catodici, alle fibre ottiche...Con il termine “cristallo” si indicainvece un vetro particolarmente pre-giato con il quale si producono arti-coli per la casa, quali calici e altriprodotti di elevata qualità. Le caratteristiche principali che lodistinguono dal vetro comune sonola notevole lucentezza (dovutaall’indice di rifrazione più elevato) ela “sonorità”. Il cristallo viene otte-nuto aggiungendo ossido di piombo(PbO) alla miscela silicea.

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FINESTRA SUI GIOVANI

Questo pezzo è frutto di alcunelezioni tenute in diverse classi discuola secondaria a “cittadini” chenon hanno ancora tredici anni.Considerata la delicatezza del-l’argomento desidero non nomi-narli, riportandone i dubbi e leriflessioni; ragionamenti che forsene elevano il senso civico, valoreormai raro nel nostro tempo.

Scuola secondaria di I grado,lezioni di Educazione CivicaCosa significa essere uno Stato?Da quali istituzioni è formato? A quali compiti sono delegati i suoi organi? Ricordo ai ragazzi che l’Italia èuna repubblica, che il parlamentofa le leggi mentre il governo leattua e che entrambi sono formatida rappresentanti votati dal popolo.Naturalmente è necessario nomi-nare qualcuno di fiducia, deputatoa lavorare per il bene del Paese,qualcuno che si candidi per uncompito così difficile...

Studenti: “Prof., attualmente chisi trova al governo?”. Insegnante: “Il premier Monti, a capo di una squadra di tecnici”. Studenti: “Cosa significa?”. Insegnante: “Che non è un governoeletto dal popolo, ma un gruppo dispecialisti nominati dal presidentedella Repubblica”.Studenti: “Perché?”.Insegnante: “Perché l’ultimogoverno è entrato in crisi”.Studenti: “Perché?”.Insegnante: “Non è riuscito arealizzare i progetti proposti e loStato ha rischiato il fallimento. Il presidente della Repubblica haperciò dovuto intervenire costi-tuendo un nuovo governo”.Studenti: “Ma... allora è per que-sto che mamma e papà sonosempre arrabbiati: i politici nonhanno fatto il loro dovere?”.Insegnante: “Sono tanti i motiviche conducono a crisi così gravi;molte sono le persone coinvolte,numerose anche le cause esterne(il mio ruolo richiede la totaleimparzialità: si tratta della deon-tologia dell’insegnante)”. Studenti: “Ma... i politici chesbagliano vengono puniti per iloro errori? Come quando sipaga una multa per eccesso divelocità?”.Insegnante: “No, perché esistel’immunità parlamentare”.Studenti: “Cioè?”. Insegnante: “Non sono persegui-bili dalla giustizia”.La classe rimane in silenzio.

Dopo qualche minuto ricomin-ciano le domande.

Lezione di Educazione Civica a scuola

LA CLASSE POLITICAModello di vita per gli studenti?Le perplessità degli studenti, ragazzi non ancora tredicenni che ragionano su governo e parlamento.

Testo di Sandro Gazzola

Studenti: “Ora c’è un governotecnico. E dopo?”.Insegnante: “Ci saranno nuoveelezioni per riformare governo eparlamento” .Studenti: “Con i politici di primae i partiti di prima?”.Insegnante: “Probabilmente...”. Studenti: “Ma non è giusto! Sehanno sbagliato, perché possonotornare a governare?”.

Sinceramente non so cosa dire.Pensate, amici lettori, a una pos-sibile risposta! Potrei cavarmelacon la classica battuta: “Allavostra età è difficile capire pro-blematiche di questa portata”. Ma come insegnante e loro guidanon posso mentire.In fin dei conti hanno compresoche esiste un mondo poco sincero,rappresentato da una parte dipolitici (di ogni schieramento),che da decenni siede sull’organopiù importante dello Stato.Gli studenti non hanno dubbi: ècorretto licenziare i politici chesbagliano o non producono risul-tati, per dare spazio a nuove pro-poste. I ragazzi sono sempreimmediati ed efficaci.Io stesso sono scoraggiato. Comeè possibile parlare agli scolari diEducazione Civica, senza incorrerenelle loro legittime perplessità?I ragazzi non sono sciocchi ecomprendono le contraddizioni.Molti di loro sono bravi e dicarattere forte. C’è il pericolo, però,che qualcuno di loro ceda alla ten-tazione di una vita facile, basata sumodelli sbagliati e senza valori...Speriamo di no!

GOVERNO TECNICO“Nei regimi di democrazia parlamen-tare, governo programmaticamente dibreve durata, privo di solida basepolitica, che nasce talora da situazionidi confusione e lacerazione politica,proprio per favorire, attraverso unchiarimento del dibattito e dei rappor-ti tra i partiti, la ricostituzione di unasolidale maggioranza governativa”.www.treccani.it

L’aula della Camera, all’interno di Palazzo Montecitorio a Roma.

La copertina del Time dello scorsofebbraio. Dedicata al premier MarioMonti titola: “Riuscirà quest’uomo

a salvare l’Europa?”.

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La mancata alienazione di un’area pubblica nel 2011 ha portato un gruppo di cittadini a elaborare scenari di possibile sviluppo e valorizzazione offrendoagli amministratori pubblici un ventaglio di soluzioni prima di ogni decisione

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PremessaLa volontà di immaginare scenaridi possibile trasformazione e valo-rizzazione dell’area dell’ex casermaFincato, a nord del quartiere SanVito, nasce dall’attenzione destatadalla mancata alienazione a fine2011. Lungi dal considerarlo unfallimento, un gruppo di cittadini,tra i quali diversi professionistibassanesi, ha visto questa comeun’opportunità per ripensarne ilfuturo secondo una logica differen-te, rivolta al miglioramento dellaqualità urbana e della sostenibilitàambientale e economica dei processi di trasformazione, ancheimmobiliare. Le ragioni dell’assenza di adesioniall’asta pubblica possono forsericercarsi proprio nella necessità diimmaginare le funzioni, gli usi e lemodalità di trasformazione di unacosì importante parte della città,prima della messa in vendita delbene. Per i cittadini, per la città, il

valore non è solo quello economicoimmediato. Il valore sta in ciò chel’area diverrà in futuro, con laconsapevolezza della necessità diottemperare all’attuale scarsità dirisorse pubbliche. Si è quindi perseguita una inversione di senso:valorizzare non è solo semplice-mente vendere, è indicare come si valorizza, attraverso quali stru-menti attuativi, che devono essereequi e efficaci sotto il profilo del-l’azione pubblica. Soprattutto,quali contenuti, quali destinazionid’uso rispondono davvero allenuove esigenze che la città sitrova ad affrontare in un mutatocontesto economico globale.L’obiettivo principale del lavorosvolto è stato quello di immaginarecome accompagnare lo sviluppoprivato con la promozione e lacrescita delle parti pubbliche dellacittà, senza mortificare né l’uno,né le altre. La presentazione degliscenari di sviluppo vuole costituire

un supporto all’AmministrazioneComunale per definire gli obiettivie le funzioni strategiche da inse-diare nella zona, al fine poi diindividuare il promotore che rea-lizzi concretamente un progetto diriqualificazione a seguito dell’ac-quisizione di tutte o di una partedelle aree coinvolte. Trenta cittadini hanno così datovita a sei “tavoli di lavoro” perciascuno dei tematismi individuatie ha promosso un percorso di studiodi cinque mesi per elaborare dellesoluzioni praticabili di trasforma-zione dell’area. Il progetto hatenuto conto (in anteprima assoluta)anche dei protocolli sperimentalidi certificazione ambientaleLEED e Habitat CasaClima.

Urbanistica sostenibileSotto il profilo funzionale, gliobiettivi che informano le ipotesiprogettuali per l’area rispondonoin pieno ai contenuti promossi

SCHEGGE

La centralità della sostenibilità ambientale in un intervento pubblico-privato, naturaleconseguenza di altre scelte già operative (RES, Masterplan Bassano2020, PICIL).

A cura di Massimo Vallotto

AREA FINCATO: quale futuro?Il Masterplan San Vito Nord

A fiancoUno degli schemi messi a punto

per mostrare le utenze che potenzialmente fanno capo all’area,

in funzione dei diversi interessi e dei mezzi di trasporto utilizzati.

Questo tipo di elaborato è frutto dell’approccio innovativo utilizzato

per la valutazione di sostenibilità (che verrà approfondita nel prossimo

numero di Bassano News).

SopraI cittadini componenti il gruppo di

lavoro b_urbanpro che ha elaborato itre possibili scenari per lo sviluppo

dell’area dell’ex caserma Fincato,suddivisi secondo le tematiche

individuate per dare concrete rispostea quanto un progetto di simile

portata innovativa richiede.

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la realizzazione di scenari proget-tuali corredati da studi di fattibilitàeconomico-finanziaria per ciascu-na proposta elaborata. L’esito finale è la costruzione ditre scenari possibili per l’area SanVito Nord: la prima, più ambiziosae impegnativa, occupa tutta l’areaFincato per residenze a liberomercato mentre l’Housing Sociale,le attrezzature pubbliche e laFattoria Sociale interessano le areeagricole contermini. La seconda eterza soluzione, progressivamentepiù contenute, occupano il sedimedella Caserma solo per le residenze,sia sociali che libere. Nella solu-zione minima le aree agricole con-termini non sono coinvolte, mentrenella terza sono interessate soloper una parte, allo scopo di inse-diare la Fattoria Sociale.

Housing SocialeLa valorizzazione dell’ex casermaFincato prevede, a seguito dellademolizione degli edifici esistenti,la realizzazione di alloggi residen-ziali a libero mercato e alloggi

nella campagna di “RigenerazioneUrbana” e al “Piano Città” promos-so dall’Ordine Nazionale degliArchitetti, in collaborazione conANCI e il Ministero dello SviluppoEconomico e sono in particolare:- contenimento del consumo disuolo attraverso processi di densi-ficazione;- Riqualificazione di ex caserme e aree dismesse;- Riuso di manufatti esistenti.La soluzione ottimale, una voltavagliate e verificate le funzioni e gliscenari di sostenibilità economico-finanziaria, è promuovere, daparte del Comune di Bassano delGrappa, un concorso nazionale o internazionale di progettazione(inserendo tra i requisiti anche leistanze del Masterplan San VitoNord) per individuare in modotrasparente e realmente competitivola miglior proposta progettuale.Il metodo di lavoro ha definito lenuove funzioni da insediare nel-l’area, anche in ascolto dei deside-rata delle associazioni, della citta-dinanza e dell’Amministrazione e

A fiancoLa planimetria generale del terzo scenario di sviluppo ipotizzato per l’areadell’ex caserma Fincato e dintorni,ovvero quello probabilmente più efficace sotto il profilo del perseguimentodegli obiettivi e della sostenibilitàeconomico-finanziaria degli interventi.E’ prevista la riqualificazione dell’intera area dell’ex caserma conl’acquisizione dei terreni agricolicontermini e dei tre annessi rustici dadestinare esclusivamente ai servizi ealle dotazioni ambientali. Vengonorecuperati sotto il profilo edilizio una parte degli immobili esistenti dadestinare ad attrezzature di interessecollettivo, alla Fattoria Sociale eall’Agrinido o Agriasilo, contenendo almassimo il consumo di suolo agricolo,mentre l’edificazione sia a libero mercato, che per l’Housing Sociale, ècontenuta all’interno del sedime dellaex caserma.

SottoGli schemi che quantificano la portatadell’intervento del terzo scenario.Sono previsti due edifici di tre e quattropiani fuori terra per le residenze socialida realizzarsi su una porzione dell’areamessa a disposizione dal Comune. La rimanente porzione del sedimedella ex caserma viene vendutadall’Amministrazione allo sviluppatoreprivato che realizza l’Housing Socialee ha la facoltà di realizzare residenzea libero mercato. Su tali aree, inoltre,viene ipotizzato di poter costruiredelle volumetrie private, attraverso lostrumento della perequazione, a com-penso della cessione dei suoli agricolie degli annessi rustici esistenti.

destinati a Housing Sociale. Lascelta della funzione residenzialeaderisce alla vocazione prevalentedel quartiere di San Vito e muovedalla volontà di riqualificare un’areadegradata e dismessa rispondendoal disagio abitativo crescente cheinforma la cosiddetta “fascia grigia”:giovani coppie, singles, anzianiautosufficienti e più in generalequanti non riescono ad accedereagli alloggi a libero mercato, siain vendita che in affitto, ma chenon hanno i requisiti minimi perl’accesso alle case popolari.L’Housing Sociale prevede infattil’affitto di residenze a canone cal-mierato, inferiore al valore di mer-cato ma comunque remunerativo enon equiparabile al canone socialedelle case popolari.E’ importante sottolineare comel’Housing Sociale sia riconosciuto,sia dalla normativa nazionale cheregionale, come standard. Dunquepuò essere realizzato sulle aree astandard di proprietà pubblica.Tale strumento diviene perfetta-mente aderente allo stato di fatto e

SCHEGGE

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A fianco e sottoDue immagini render ad altezza

d’uomo che mostrano quanto previstodal progetto: il verde è gestito in

maniera “produttiva” (ad orto, pererbe aromatiche, ecc.) e inserito siatra gli edifici dell’Housing Sociale

sia tra quelli per la parte privata(elaborazione 3D di Marco Alessi).

Per approfondire:www.theediblegardenshow.co.uk

Sotto, dall’alto verso il bassoAlcuni momenti che hanno

caratterizzato il lavoro del gruppob_urbanpro: la visita all’area e uno

degli incontri settimanali pressol’Urban Center durante i cinque

mesi di lavoro.L’area dell’ex caserma Fincato, oggi.

alle potenzialità delle aree oggettodello studio. Particolare attenzioneè stata riservata alla progettazionedegli spazi pubblici dell’interventopoiché essi acquisiscono notevoleimportanza perché rappresentanoil terreno di scambio, sia fisico chesimbolico, tra il nuovo insediamen-to e la comunità esistente; si puòdire che la qualità del nuovo spaziopubblico e il valore che riesce acreare sono la “dote” che l’inter-vento porta al quartiere esistente.

Fattoria Sociale UrbanaPoco lontano dall’ex casermaFincato ha sede la Fattoria SocialeConca d’Oro, una struttura capacedi unire servizi alla persona, agri-coltura e reinserimento sociale;una realtà che grazie all’impegnodi molte persone sta diventandoun modello innovativo apprezzatoin tutto il territorio regionale. Il gruppo di lavoro ha avviato undialogo con i responsabili di Concad’Oro per individuare tutte le areeverdi all’interno del MasterplanSan Vito Nord con l’obiettivo dicreare una Fattoria Sociale Urbana;permettendo così ai nuovi abitantie a tutto il quartiere di vivere davicino i processi che la terra, len-tamente, ci insegna. Attraverso la

valorizzazione delle attuali areeagricole già coltivate, introducendoanche altre coltivazioni di tipoorticolo seminativo e grazie allapresenza di un parco rurale e unbiolago, verrebbe a crearsi così unasimbiosi tra la Fattoria Sociale, glispazi pubblici e i percorsi ciclope-donali rendendoli fruibili a tutti iresidenti e garantendo inoltre lamanutenzione e uno standard disicurezza elevato senza ulterioricosti a carico della collettività.Grazie al recupero di uno degliannessi rustici e di una nuovastruttura troverebbe spazio un’areadi parziale trasformazione e venditadei prodotti della terra; un puntoristoro con prodotti biologici perpasti snelli a servizio della città;spazi di aggregazione e un magaz-zino per il deposito dei materiali.La sfida di Conca d’Oro è soprat-tutto quella di aiutare a migliorarele condizioni di persone affette dadisabilità attraverso un supporto allapersona e l’inserimento lavorativo;un progetto che finora sta dandolusinghieri risultati e che ha crescen-te domanda. Coltiviamo inoltre unaltro grande sogno: creare un centrodedicato all’autismo. Il progettosarà un’opportunità di crescita socia-le e culturale per l’intero territorio.

Opere di interesse comuneLe opere di interesse comune rap-presentano le ideali cuciture tra ilnuovo insediamento e il tessutourbano circostante. Durante la fasedi analisi sono state avanzate da piùparti alcune richieste di inserimentodi importanti impianti sportiviquali per esempio un campo darugby o un impianto coperto,risultate tuttavia fuori scala per lagrande superficie richiesta.Nel corso di sviluppo delle variealternative progettuali si è fattastrada quella che, allargando lavisuale alle aree agricole conter-mini, ne promuoveva l’integrazionecon le più consuete funzioni urbane.Questa impostazione innovativaha generato in modo naturale uninsieme di aspettative fino a oggiinespresse, discendenti proprio da questa nuova interpretazionedel vivere la città. E’ venuto spontaneo attribuire ericercare il valore del progettonegli spazi di relazione, piuttostoche negli edifici che li delimitanoo almeno non solo in essi. Gli spazi di relazione sono diven-tati un Parco Rurale Urbano, confrutteti e orti e giardini comuni.

Continua nel prossimo numero

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Aperta fino al 20 gennaio 2013 una grande mostraal Museo Civico di Bassano NOVECENTO ITALIANOPASSIONE E COLLEZIONISMO

dell’attenzione e della sensibilitàprestata anche dai collezionistilocali all’arte italiana del XXsecolo. Complessivamente sonoin mostra quasi 90 opere di 45 trai più amati artisti del tempo.“Il collezionismo è passione, piace-re, talvolta ossessione, talvolta inve-stimento”, scrive Annalisa Scarpa.“In senso lato è un investimentogiocato sulla propria personalità…un investimento intellettuale, unasfida giocata sul proprio gusto, chepuò appagare e talvolta deludere”.Tra gli anni Venti e Settanta sonole raccolte di tanti imprenditori,industriali, professionisti ecc. adare impulso e sviluppo all’arteitaliana del tempo: dal Futurismoalla Metafisica e a Corrente, finoalle molteplici esperienze delsecondo dopoguerra, dell’ArtePovera e dell’Astrattismo.Un clima di intrecci, relazioni,

Balla, Severini, Carrà, De Pisis,Casorati e ancora Burri, Campigli,De Chirico, Tosi, Wildt, Fontana,Ligabue, Guttuso, fino a Morandi.E poi, fra gli altri, Manzù, Martini,Santomaso, Schifano, Tancredi,Turcato, Afro.Sono i protagonisti dell’arte delNovecento italiano, le anime diquella caleidoscopica esperienzache è stata la produzione artisticadel secolo scorso nel nostro Paese,così come è stata vissuta, recepita,

favorita o addirittura costruita dallapassione di tanti collezionisti privati, in un tempo in cui non era ancora il mercato e il mondodelle aste a dettare le tendenze e apolarizzare le scelte.L’indagine, affascinante e doverosa,condotta recentemente sulle raccolteitaliane del Novecento, consentestraordinarie scoperte proprio aBassano, nella nuova ala del MuseoCivico, dove si può ammirare unacarrellata impressionante di operechiave del XX secolo prestate daalcune delle più importanti e “sto-riche” raccolte private italiane.A ciò si aggiunge un focus parti-colare dedicato al collezionismobassanese del Novecento, che pro-pone altri significativi lavori deiprincipali autori del secolo passato(evidenziati specificamente nelpercorso), frutto di un’attività diricognizione sul territorio e segno

EVENTI

Con una novantina di opere esposte, l’importante evento culturale propone un’avvincentepanoramica, fra passione e collezionismo, sui grandi protagonisti dell’arte del XX secolo.

Testo e immagini a cura dell’Ufficio Stampa e Promozione

Villaggio Globale International

A fiancoGiorgio De Chirico, Piazza d’Italia,

olio su tela, cm. 43,5x56,5.Inghilterra, collezione privata.

Qui sottoGiacomo Balla, Linee forza di mare,

tempera su carta tipograficaretro stampata, cm. 27x40, 1919.

Collezione privata.

A fiancoMario Schifano,

N° 4 dagli Archivi del Futurismo, olio su tela,

cm. 100x135, 1965Collezione privata.

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complicità e amicizie che vienetestimoniato nella mostra -curataper la sezione del collezionismoitaliano da Annalisa Scarpa e perquella del collezionismo bassaneseda Giuliana Ericani, con la colla-borazione scientifica di GabriellaBelli- anche attraverso le figure didue grandi collezionisti e mecenatidella prima metà del Novecento,quali Riccardo Gualino e CarloCardazzo, ma anche, nel secondoNovecento, Bruno Grossetti diMilano, Tino Ghelfi di Vicenza,“L’Elefante” di Mestre (e poi diVenezia e Treviso) e la Galleria“Il Canale di Venezia”.Il percorso espositivo è arricchitodalle bellissime lettere e dallefotografie originali prestate pro-prio dall’Archivio della Galleria“Il Cavallino” di Carlo Cardazzoche aiutano a contestualizzare le opere esposte, immergendo

appieno nell’ambiente culturale enel clima del periodo, tra passionee collezionismo.“Passione” collezionistica, appunto,che nel tempo si è trasformata infondamentale risorsa culturale,motore e custode dell’arte delNovecento, di cui questa mostraintende dare uno spaccato, noncertamente completo ed esaustivoma sicuramente denso e significa-tivo. Voci e anime di un secolo dai mille movimenti; secolo diradicali trasformazioni, di terrifi-canti guerre, di rivoluzioni sociali,esistenziale del sapere, di angoscee incertezze, da rivivere e riper-correre ora in questa esposizione -promossa dalla Città di Bassanodel Grappa e dal Museo Civico,con il fondamentale sostegno dellaFondazione Cassa di Risparmio diVerona Vicenza Belluno e Ancona,la collaborazione degli Amici

dei Musei e dei Monumenti di Bassano, l’organizzazione delComune, Museo Civico e Turismoe di Villaggio Globale Internationale catalogo Skira- attraverso la piùimportante produzione artistica.L’evento vede anche la sponsorizza-zione di Montegrappa Italia S.p.A.e Civis S.p.A.Per questo grande evento nonmanca certamente un ricco calenda-rio dedicato alle attività collaterali.Infatti, in occasione della mostra,saranno moltissimi gli eventi e gliappuntamenti in programma perapprofondire le diverse anime del“secolo breve”. Lezioni di arte e letteratura, spettacoli teatrali emusicali animeranno fino a gen-naio tutta la città.Il programma completo degli eventie i vari approfondimenti dedicatialla mostra sono consultabili sul sito:www.mostra900bassano.it

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A fianco, da sinistra verso destraEmilio Vedova, Compresenze,serigrafia su plexiglass, tre tavole più contenitore, multiplo 82/99, cm. 70x50x14, 1976.Collezione privata.Gino Severini, Rue des arts à Civrai,pastello su carta, cm. 50x32,5, 1919.Collezione privataMassimo Campigli, Giocatori di scacchi, olio su tela, cm. 90x60,1921. Collezione privata.

Sopra, da sinistra verso destraTancredi Parmeggiani, Senza titolo,tempera su faesite, cm. 115x130.Collezione privata.Giuseppe Santomaso, Senza titolo,olio su tela, cm. 46x56, 1953.Collezione privata.

MUSEO CIVICOBASSANO DEL GRAPPATel. 0424 519901fax 0424 [email protected] Da martedì a domenica: 9.00 - 19.00Lunedì chiuso

EVENTI

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La nuova collezione del Mobilificio Mocellin ovvero come coniugare la tradizione con il gusto del momentoSPAZIO ALLE TENDENZEEMERGENTI senza rinunciarealla propria identità culturale

un effettivo valore intrinseco delmobile: tavole di truciolare omedium density rivestite di formicao peggio ancora di materiali pla-stici sui quali viene applicata lafotografia del legno. Insomma,

Bassano News torna a occuparsidella grande tradizione artigianalebassanese. Un appuntamentocanonico, per il quale uno dei riferimenti obbligati è costituitodal Mobilificio Mocellin.In rappresentanza della nota fami-glia di imprenditori del legno,incontriamo allora Enrico Mocellin,che in azienda ricopre il ruolo diresponsabile commerciale.Un interlocutore preparato, cheesordisce delineandoci subito unquadro generale del comparto.

“A prescindere dalla congiunturainternazionale, certo non facile,

purtroppo il mobile classico nonesercita più il richiamo di untempo. Le nuove generazioni,infatti, tendono a privilegiare stiliminimalisti: mobili realizzati inlegno grezzo, senza finiture, neiquali una certa forma di trascura-tezza sembra incontrare il favore.Una scelta, a pensarci bene, chequasi rattrista mio padre Ilario emia mamma Sonia, persone chealla certosina e maniacale cura delmobile in stile hanno sempre dedi-cato il massimo delle loro energie.Oppure si tende ad apprezzare un certo tipo di design, molto invoga, al quale però non corrisponde

GRANDI TRADIZIONI

Lavorazioni di qualità ed essenze di pregio, alla base di arredamenti in linea con la richiestadi un design sobrio: ecco le recentissime proposte dei noti artigiani del legno...

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Testo di Andrea Minchioe Andrea Gastner

Fotografie di Francesco Parolin

In queste pagineAlcune emblematiche immagini

della nuova collezione concepita dalMobilificio Mocellin: soluzioni

originali e innovative per la zonagiorno (con particolare riferimento

alla cucina) e la zona notte.

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molta apparenza e poca sostanza!Non a caso mio padre, con unadelle sue battute, ricorda che questotipo di mobili dura giusto il tempodegli attuali matrimoni”.

Esistono delle ricette per reagire a questa situazione? Quali contromisure avete adottato?“Pur non avendo mai abbandonatoil classico oppure lo stile montano(che conservano sempre una nic-chia di fedelissimi estimatori eintenditori), oggi siamo orientatianche verso linee di tendenza, nonrinunciando però alla nobiltà deimateriali impiegati e alla qualità

delle diverse lavorazioni. Secondoquesta logica ha preso forma lacollezione della quale, proprio suqueste pagine, presentiamo alcunisignificativi esempi. Una serie di proposte, presto consultabili nel nostro sito (completamenteaggiornato), che si connotano-oltre che per i marcati requisitiestetici- pure per la solida concre-tezza del prodotto e la bontà delleessenze utilizzate. Ma non è tutto”.

Enrico Mocellin si interrompe unattimo per dare maggior peso alleparole. Poi riprende con orgoglio.“La nostra è un’anima artigiana,

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legata alle tradizioni venete, maestremamente aperta alle innova-zioni. Puntiamo con decisione almarketing e alle diverse opportu-nità offerte dal mercato globale:tecnologiche, informatiche emediatiche. Ma è soprattutto lapassione per questo meravigliosolavoro, trasmessa dai genitori ame e ai miei fratelli Nadir, Luca e Simone (e a ognuno dei nostricollaboratori) la benzina che ci aiuta ad andare avanti con dedizione ed entusiasmo, anche in una fase economica mondialecosì delicata.

MOBILIFICIO MOCELLIN36060 - Spin di Romano d’EzzelinoVia Spin, 77 - S. P. 248 Asolo-BassanoTel. 0424 30846 - 0424 393021 Fax 0424 [email protected]@mobilitirolesi.itwww.mobilitirolesi.itShowroomAsiago (VI), via Dante Alighieri, 1Siamo presenti all’Arredamont diLongarone dal 27 ottobre al 4 novembre

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AFFLATUS

Padre Bernardo Zonta, superiore delCentro Missionario Scalabrini.

Sopra, dall’alto verso il bassoLe scene della Natività (con il ponte di

Bassano sullo sfondo), della ricercadi un alloggio da parte di Giuseppe e

Maria e dell’Adorazione dei Magi. Molte statuette del Presepio Scalabrini

sono azionate meccanicamente.

Nel 1930 nasceva, sulla rivadestra del Brenta, il seminario“Scalabrini” per la formazionedei missionari degli emigrati italiani in Europa e nelle Americhe.Per oltre settant’anni centinaia digiovani si sono formati e hannodestinato la loro vita al serviziodel Vangelo nel mondo. Dal 2010 il seminario ha modifica-to la sua denominazione divenendoCentro Missionario Scalabrini.La struttura è rimasta sempre lastessa, ma la destinazione “d’uso”e l’impegno profuso dai suoireligiosi è andata via via evol-vendosi. All’interno del complessoedilizio trovano attualmente sede:la Residenza “San Raffaele”,luogo di cura, riposo e assistenzadei missionari “in pensione”; ilCentro Pastorale per gli immi-grati, che profonde le sue energieper le attività pastorali espressa-mente dedicate ai gruppi etnici dilingua inglese e portoghese (sonopresenti gruppi di immigrati cat-tolici filippini, ghanesi, nigeriani,brasiliani) con la celebrazioneeucaristica domenicale, la cate-

chesi e le celebrazioni della tra-dizione etnica; la Casa per ferie,che offre a pellegrini, viaggiatorie gruppi parrocchiali ospitalitàmettendo loro a disposizione idoneilocali per conferenze, meeting ecelebrazioni liturgiche. E’ allocato, inoltre, all’internodella struttura l’ormai famosoartistico Presepio meccanico.Attraverso un percorso di “teologiasemplice” il visitatore può medi-tare sulla storia della salvezza daAdamo ed Eva… sino ai giorninostri. P. Angelo Bresolin, divenerata memoria, ha pensato erealizzato un “cammino” forma-tivo attraverso le immagini (intotale si contano trentatré quadriscenici, molti dei quali mecca-nizzati): le vicende bibliche diprofeti e patriarchi come gli epi-sodi più significativi della SacraFamiglia di Nazareth divengonofacilmente fruibili da grandi epiccini… attraverso un gioco dimovimenti ed effetti scenograficiluminosi coinvolgenti. Nel 2011 è stata inaugurata latrentatreesima scena raffigurante

Nel periodo natalizio e nel successivo mese di gennaiotornerà a essere visitabile lo storico presepio del CentroMissionario Scalabrini, vero gioiello della nostra città...La storia della salvezza in trentatré artistiche sceneDalle vicende bibliche agli episodi emblematici del Nuovo Testamento, un percorso formativo cheappassiona i visitatori attraverso un “cammino di teologia semplice” e che invita alla spiritualità.

l’Ascensione di Gesù al cielo(opera, come tante altre, dell’arti-sta novese Lino Agnini e del tec-nico Giulio Bressan); l’iconameccanica comprende la statua diCristo -nell’atto di salire al cielo-circondato dai suoi apostoli.Sono trascorsi più di ottant’annida quando i MissionariScalabriniani hanno iniziato lapropria attività pastorale a Bassanodel Grappa. Dalla primordialeformazione dei religiosi si ègiunti sino a oggi con l’attivitàpastorale a favore degli immigrati(senza dimenticare l’instancabilelavoro compiuto durante l’emer-genza degli anni Ottanta) e lapromozione dell’ospitalità. Gli scalabriniani sono ormaiparte integrante di una comunitàsociale viva qual è la Città diBassano. Visitare il CentroMissionario Scalabrini, anchedurante il periodo natalizio, puòdivenire, dunque, valido motivodi socializzazione… per recupe-rare i contatti e magari aprirsiagli altri con generosità!

Testo di Pietro MancaFotografie: Egidio Moro

ORARI DI APERTURATutti i giorni da Natale all’Epifania:

ore 9.00 - 12.00 / 14.00 - 19.00Le domeniche 6, 13, 20 e 27 gennaio:

ore 14.00 - 19.00In altri giorni, per comitive

su prenotazione: tel. 0424 503054www.presepioscalabrini.it

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All’interno delle mura, sulle tracce del passato...

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IL RAPPORTOA cura di Andrea Minchio

e Andrea Gastner Testo di Giancarlo Argolini

Foto di Giancarlo Bigolin

Con la preziosa collaborazione diPro Loco e Comune di Cittadella

Come abbiamo visto nel numeroprecedente, una visita a Cittadellanon può che cominciare dalle mura.Dopo essere entrati da una dellequattro porte, ognuna delle quali è un concentrato di dispositivi didifesa ancora oggi leggibile nelleferitoie, nei pertugi e nei vani dimanovra, si può salire sul cammina-mento di ronda che fra poco, casounico in Italia, sarà percorribile intutta la sua interezza. Dall’alto è possibile ammirare ilregolare tessuto urbano della città,dal quale emergono i palazzi piùsignificativi e i monumenti piùinsigni. Volgendo lo sguardo versol’esterno, fanno da cornice alla nostracampagna i monti che vanno daiColli Berici a Schio fino all’alti-piano di Asiago, dalla Valsuganaal massiccio del Grappa, da Asolofino alle montagne dell’Agordino.A sud completano l’orizzonte i

CITTADELLA

Lo studioso Giancarlo Argolini, dopo averne illustrato lo straordinario sistema difensivo,guida ora i lettori a conoscere il paese con i suoi monumenti e le sue antiche contrade.

Colli Euganei. Una passeggiata in centro, nellapenombra dei portici o attraversole caratteristiche stradelle, fra una dimora quattrocentesca e unpalazzetto liberty, ci permette diarrivare in breve alle piazze doveci accoglie il poderoso e insiemeelegante profilo del Duomo.Esempio di architettura neoclassicadi ispirazione palladiana, fu erettonel 1775 e dedicato ai SantiProsdocimo e Donato. Al suointerno conserva, nella cantoria di sinistra, un organo del Callido;mentre, nella sacrestia, possiamoammirare numerosi dipinti tra iquali risaltano la celebre Cena inEmmaus di Jacopo da Ponte e unaPietà di Andrea da Murano dellafine del Quattrocento. In quella chei cittadellesi hanno sempre chiamatoCappella dell’Immacolata (ma chein realtà è ciò che rimane dell’antica

Qui sopraIl Duomo di Cittadella, in stilepalladiano, si erge maestoso al

centro della città. Dedicato ai Santi Prosdocimo eDonato, venne eretto nel 1775.

SottoJacopo dal Ponte, Cena in Emmaus,

1537. L’opera, a olio su tela, è conservata all’interno del Duomo.

Alla scoperta del centro storicoe dei suoi numerosi gioielli

parrocchiale trecentesca, ristruttura-ta nella prima metà del 1500) tro-viamo affreschi del ’300 assiemea frammenti di brani biblici, dipintida Jacopo da Ponte nel 1537. Con la Cena in Emmaus, che erala pala dell’altar maggiore della

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IL RAPPORTO

Ne danno testimonianza gli stemmidei podestà posti sotto il portico erisalenti al XV secolo, un leonemarciano in bassorilievo risalentealla metà del XVI secolo e il piùantico stemma in pietra della città(dello stesso periodo).

Al centro della città, all’incrociodelle quattro strade principali e sededel potere civile, sorge il Palazzodella Loggia (o Vecchio Municipio)che si presenta come un eleganteedificio neoclassico, ma la cui ori-gine risale agli inizi del 1400.

vecchia parrocchiale, definisconola decisa intenzione della Chiesadel tempo di riaffermare il proprioruolo nell’impartire il messaggiocristiano in opposizione alle teorieriformiste che stavano prendendopiede a Cittadella.

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Qui sopraIl sontuoso interno del Teatro Sociale,strutturato su tre ordini di palchi, èindubbiamente uno dei gioielli delVeneto: venne inaugurato nel 1828.Gli affreschi della sala, realizzati daFrancesco Bagnara, raffigurano fiori,amorini e figure allegoriche.

A fianco, da sinistra verso destraLa facciata del Teatro Sociale di Cittadella, attribuita all’architettoveneziano Giuseppe Jappelli.Due antiche locandine della raccoltadel Teatro Sociale.

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Verso la Porta Vicentina, nellaContrada del Teatro (attuale viaIndipendenza), ha sede il piccoloma prestigioso Teatro Sociale.Nell’agosto del 1817 un gruppo di facoltosi cittadellesi costituì unaSocietà Teatrale con lo scopo dicostruire un teatro “ad uso spe-cialmente della declamazione perla gioventù del paese”, come eragià avvenuto in altre città vicine.La Società nacque con lo scopo di anticipare le spese relative allacostruzione, alla conservazione ealla gestione del teatro. I socidiventavano proprietari in perpetuodel palchetto acquistato. Vennedato l’incarico per il progettoall’ingegnere bassanese GiacomoBauto, autore anche del teatro dellasua città (purtroppo andato perduto

perché trasformato in cinema). I lavori per la costruzione si protras-sero per diversi anni, tanto chel’apertura avvenne in occasionedella Fiera del 1828. La nitida fac-ciata neoclassica è attribuita aGiuseppe Jappelli, autore del miti-co Caffé Pedrocchi di Padova. Le decorazioni della sala sono operadi Francesco Bagnara, scenografoe pittore vicentino, autore anchedelle decorazioni del Teatro “LaFenice” di Venezia. L’interno èstrutturato nel rispetto degli schemiottocenteschi: un atrio con botteghedi caffé e frutta ai lati, una salasemicircolare con tre ordini di pal-chetti, un ampio palcoscenico, ilgolfo mistico per gli orchestrali e,sopra l’atrio, una sala da fumo oridotto da utilizzare nelle pause

degli spettacoli o per le riunionidei soci. Restaurato nel 1968ha ospitato, e continua a farlo congrande successo, gli interpreti piùprestigiosi della scena artistica italia-na, che lo hanno reso centro dellavita culturale dell’Alta Padovana. Verso la Porta Trevisana, nellaContrada del Palazzo (attuale viaMarconi), il Palazzo Pretorio si fanotare per la sua grande mole. La struttura nacque nel 1483 dall’accorpamento di due nuclei preesistenti quando la Serenissima,doge Giovanni Mocenigo, donò la città in feudo a Roberto diSanseverino d’Aragona, comandantedelle truppe veneziane nella guerracontro il duca di Ferrara. Scomparso il Sanseverino nel 1503,doge Leonardo Loredan, Venezia

Qui sopra, dall’alto in bassoGli esterni della Porta Trevisana e

della Porta Padovana (quest’ultimaaffiancata dalla grande mole della

Torre di Malta).

Blocco di destra, dall’alto in bassoTramonto sui merli della Porta

Bassanese; alcuni particolari e unaveduta d’assieme della facciata posteriore del Palazzo Pretorio.

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IL RAPPORTO

PRO CITTADELLAUfficio informazioniPiazza Pierobon, 1Tel. 049 5970627 - Fax 049 [email protected]

L’Ufficio Turistico IAT di Cittadella è il punto di riferimento dei turisti che esplorano la città e che salgono inpasseggiata sul famoso camminamentodi ronda medievale. Si trova all’internodelle mura, subito dopo l’entrata diPorta Bassano, all’indirizzo PorteBassanesi, 2 (nella Casa del Capitano).Orari di aperturaLunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 9.00-13.00 / 14.00-16.00 Sabato e Domenica9.00-12.00 / 14.00-16.30 Martedì chiuso

InformazioniTel. 049 9404485 - Fax 049 5972754 [email protected]://turismo.comune.cittadella.pd.it

consegnò Cittadella a PandolfoMalatesta. Al 1777 risalgono iprimi restauri documentati: l’eli-minazione della scala esterna, la controscarpa sulla facciata est, nel 1852 la costruzione delle cellee l’utilizzo come gendarmeria,pretura e regie carceri. La decorazione esterna del palazzo,conservata e attualmente visibilesolo sul lato sud, è quella fattarealizzare dal Sanseverino nel 1483.Le facciate erano affrescate dagrandi riquadri bianchi contornaticon fasce ocra con girali d’acantostilizzate più scure, al centro diogni riquadro, una rosa. Il portaled’ ingresso, realizzato per conto diPandolfo Malatesta all’inizio del500, venne eseguito da un lapicidalombardo in marmo rosso di Verona.

Negli angoli in alto, due clipei inpietra chiara ci consegnano i pro-fili di Pandolfo e Carlo Malatesta.Al centro è collocato un leone inpietra d’Istria con la scritta classicaabbreviata su una pagina, mentresull’altra lo stemma dogale diAndrea Gritti ci consente unadatazione certa: 1523-1525.All’interno, il più antico degliaffreschi raffigura la Madonna delcardellino, attribuita allo Squarcionee risalente al 1420. Questa com-posizione risente in modo palesedell’importante rinnovamento artistico nato sotto l’influenza delDonatello in ambito veneto. Al periodo del Sanseverino risalela fascia sotto le travi con foglie diacanto intrecciate, nastri e stemmidel piano inferiore. Al piano nobile,

la stessa fascia è decorata conanimali fantastici con fattezzefemminili, consueti nella miniaturaferrarese. Violante Bentivoglio,consorte di Pandolfo Malatesta, si rivolge al bolognese FrancescoMaineri, che realizza le decorazionicon fasce colorate a imitazione ditappezzerie con richiamo ai coloriaraldici; i tondi nel piano nobile,con scudi e stemmi delle famiglieMalatesta e Bentivoglio, ne ritrag-gono con grande realismo i membri. Altri monumenti giustificano unavisita a Cittadella: il quattrocentescoconvento di San Francesco e laChiesa del Torresino, solo per citarei principali. A un chilometro dalcentro, inoltre, si trova la Pieve diSan Donato, la più antica fra lechiese del territorio.

Qui sopraL’elegante portale del PalazzoPretorio (inizi XVI sec.).

A fiancoTre scorci delle caratteristiche stradelle cittadellesi.

In alto, a sinistraUn momento della rievocazione storica dello scorso settembre.

A fianco, da sinistra verso destraIl particolare della facciata dellaPodesteria e una fuga prospetticaall’interno dei portici di via Garibaldi.

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A cura di Chiara FerronatoIn collaborazione con

Il Cenacolo Associazione Scrittori Bassanesi

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Quattro contiTAGLI ALLE SPESELeopardiana spending review

IL CENACOLO

Ritratto di Giacomo Leopardi(Recanati, 29 giugno 1798 - Napoli,

14 giugno 1837), litografia.

Qui sopraRitratto caricaturale di Mario Monti

di Alessandro Todescan.

Mi imbattei in questa lettera autografa, che appartienealla Biblioteca Civica di Bassano del Grappa, nel1998 mentre stavo scrivendo “L’ultimo inverno diGiacomo Leopardi”. Mi fu permesso di fotocopiarla, per farne omaggioai soci del Cenacolo. Allora, non si parlava in con-tinuazione di spread o di borse, né la missiva che ilgiovane Leopardi inviava al tipografo-libraioMariano De Romanis mi stupì più di tanto (a partel’emozione, quella sempre, di tenere fra le mani la“sua” scrittura), in quanto Giacomo Leopardi in

molte sue lettere parla di denaro, per la maggiorparte per chiederne. Scudi e ducati per pagare unaffitto, per far fronte a cambiali in scadenza, sov-venzioni “straordinarie” per sbarcare il lunario:qualcosa gli anticipavano gli editori, gli amici(Antonio Fortunato Stella, il Giordani...), pochissi-mo gli passava Adelaide Antici, sua madre, di borsastrettissima, che elargiva ai figli un argent de pochedi pura sopravvivenza. Comunque il libretto delle“Inscrizioni Greche Triopee” (due iscrizioni funebriche Erode Attico - retore greco del I sec. d. C. -

A Mariano De Romanis - RomaRecanati 9 Decembre 1816

Stimatissimo Signore. Dal Sig. Ab. Francesco Cancellieri ho ricevuta come stesa da lei, una nota delle spese occorrenti per la stampadel mio Libretto delle Iscrizioni Triopee da lei veduto, la quale è concepita precisamente in questi termini:

Per Copie 300 di Carta real fina [Scudi] 03Per composizione 02Per tiratura 0070Per logoro inchiostro mettitura insieme ec. 0150

------[Scudi] 07.20

Non ben comprendo se voglia intendersi che questa spesa sia necessaria per il totale della stampa senza lalegatura, ovvero solamente per ogni cento Copie, o per ogni foglio di stampa, che come mi avverte lo stessoSig. Ab., Ella crede dover essere due e mezzo circa. Quando sia nel primo modo, Ella potrà al momento farcominciare la stampa notificandolo al Sig. Ab. Francesco Cancellieri mentovato, quando poi sia nel secondo,desidererei che Ella si compiacesse di farmelo sapere o direttamente con sua lettera, o dicendolo a voce alnominato Sig. Ab. poichè in questo caso io disegno di rinunziare al vantaggio della scelta Carta, e diprendere altre misure delle quali lo farei avvertìto. Son certo che la bellezza de’ suoi caratteri supplirebbeal difetto di bellezza della Carta.Mi rallegro di aver questa occasione di riverirla per la prima volta, e di protestarmele con piena e sincera stima.

Suo devotissimo obbligatissimo servitore Giacomo Leopardi

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IL CENACOLO

A fiancoLa lettera autografa di GiacomoLeopardi conservata presso laBiblioteca Civica di Bassano del Grappa.

SottoLa copertina de “L’ultimo inverno di Giacomo Leopardi” di ChiaraFerronato (Biblos, 1999).

Sabato 17 novembre, ore 17, e domenica 18 novembre, ore 17nel “Salone degli affreschi” della Libreria Palazzo Roberti nel centenario della morte diGiovanni Pascoli, rappresentazionedi “Cavallina Storna”, commediain tre atti di Chiara Ferronato con la “Compagnia dei Poeti”.Una riedizione della commediaandata in scena alla Chiesettadell’Angelo nel 2003, unarivisitazione dei personaggi nell’inquieta atmosfera di casaPascoli.

Venerdì 14 dicembre, ore 18, nella “Sala della musica” di via Barbieri 23, a Bassano“Concerto augurale” delCenacolo. Musiche di Schumann, Chopin, Liszt, Débussy.Al pianoforte Barbara Fasoli,Enrico Corbi, Alberto Brunetti.

aveva fatto scolpire per la morte della moglie AnniaRegilla nel borgo Triopio sulla via Appia) Leopardinon riuscì a pubblicarlo: tutto troppo caro, la carta,l’inchiostro... Fatti quattro conti, non ci stava den-tro con quei pochi scudi che aveva in tasca. Sì, pote-va fare un taglio sulla carta elegante - che a lui pia-ceva - e ripiegare su una più modesta... No: “meglioche il mio libretto rientri nell’oblio, e vi resti, se sarànecessario, in eterno” (lettera a Francesco Cancellieri,Recanati, 20 dicembre 1816). Lettera lucida: siaccosta ai nostri giorni.

Ma le difficoltà economiche - che senz’altro facevanoparte del suo dolore cosmico - non intaccaronol’immaginazione creativa del poeta: e nacquero“L’infinito”, “A Silvia”, “Alla luna”, “La sera del dìdi festa”... i Canti. Oggi il governo tecnico che ci amministra, che cosaci ispira? Pensieri e parole che nessuno - pur dotatoe permeato di buona volontà - potrebbe definire“poetici”. Auguri.

Chiara Ferronato

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Prestazioni davvero sensazionaliper chi conosce la realtà dellacorsa di fondo (e non solo).Un essere umano o un alieno?Che significato possiamo darealla sua performance?

Ritengo che, anche alla base diqueste imprese, si possa ritrovarel’aspirazione al superamento diuna soglia posta al fuori dellalogica comune. Saltare a piedipari, vincendo la pigrizia mentalee rincorrendo il sogno con ilcoraggio di osare...

Sognatori o precursori?L’uno e l’altro!Sognatori, perché vivificati da unospirito eccezionale: quello che fasmuovere le montagne. Precursori,perché rappresentano un’avan-guardia. La strada è tracciata:dopo di loro ne verranno altri...

OBIETTIVO SPORT

A cura di Francesco Fontana

Il fascino delle persone che vivono sfidando i limitiOSARE OLTRE LA RAGIONESognatori e precursori, ci stupiscono comunque con le loro straordinarie imprese...Lo scorso 15 ottobre l’austriacoFelix Baumgartner (43 anni) hacompletato con successo il lancioda trentanovemila metri d’altezza,superando in caduta libera il murodel suono. L’evento è stato seguitoin diretta televisiva e in Internet,con grande esito d’ascolto.Il successo mediatico ha messogiustamente in evidenza gliaspetti tecnico-scientifici di taleimpresa. Informazioni e numeriche, al di là delle comprensibilisuggestioni, forniscono datiimportanti alla ricerca.Ma, dal mio punto di vista, forseall’aspetto umano e psicologicodel personaggio in questione èstato dato meno spazio di quantone sarebbe servito. La “sana follia” che lo ha animato-in questa e in altre precedentioccasioni- mi induce infatti a unapersonale riflessione. Il tentativodi spostare i limiti, oltre il credoconsolidato e il cosiddetto buonsenso, rappresenta una duplicesfida: sondare l’ignoto e allargarei confini della nostra condizione.Senza scomodare il mito diOdisseo, trovo interessanti lemotivazioni che hanno spintoFelix Baumgartner: bisogna cioè avere il duplice coraggio di “provare” e di “provarsi”.

Il canadese Ed Whitlock (classe1931) è stato il primo atletaultrasettantenne a correre, nel2003, la maratona in meno di treore. Lo scorso anno, a Toronto, hafatto inoltre registrare un tempo di3h.15’54’’ sulla stessa distanza.

A fianco e sottoFelix Baumgartner e MigidioBourifa: figure di atleti che hannofrantumato record “impossibili”.

Anche le clamorose affermazionisportive di Migidio Bourifa (classe1969) fanno testo: cinque voltecampione italiano di maratona(1998, 2007, 2009, 2010 e 2012),il corridore di origine marocchinadimostra con la sua incredibilecostanza fino a che punto siapossibile spingersi oltre l’etàanagrafica. Soprattutto in questadurissima specialità.

Viene naturale un’ultima consi-derazione: tutta la nostra societàha “spostato in avanti” i limitianagrafici. In particolare graziealle conquiste della scienza. Sono però convinto che un contributo, per nulla trascurabile, sia dovuto pure a questi personaggi e alla loro inesauribilevoglia di continuare a stupire sestessi e gli altri.

Considerate la vostra semenza:fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza.Dante, Canto XXVI

SottoIl canadese Ed Whitlock (1931), primo ultrasettantenne a correre la maratona in meno di tre ore.

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Nella “rosa” delle tipicità napoletane, è certamente in testa assiemealla pizza. Con la differenza che, mentre gli ingredienti diquest’ultima ne hanno consentitola facile esportazione in tutto ilmondo (sapienza manuale a parte,s’intende), per la mozzarella èrichiesto il latte di bufala, un ani-male che vive in massima partein Campania e nel basso Lazio.Mozzarella. E già il palato sipredispone a un gusto e a unsapore irripetibili. Niente incomune con altri latticini derivatida latte di mucca. La mozzarellaesiste in quanto esistono le bufale,ed è questo che ha indotto illegislatore a tutelarne non solo

il nome e le caratteristiche ma ilterritorio di provenienza. Di qui la denominazione di“Mozzarella di bufala campana”che accompagna questo anticoprodotto. Già intorno al XIIsecolo, infatti, in numerosi con-venti del casertano, fra i quali il Monastero di San Lorenzo aCapua, venivano offerti ai pelle-grini una mozza o una provaturada latte di bufala. Un prodottodisponibile specie nel periodoinvernale, dal quale si ottenevanosquisiti formaggi, come il cacio-

LA VERA MOZZARELLAE’ SOLO QUELLA DI BUFALA

Una specialità che spicca fra le eccellenze della Campania FelixUNA VOCE DAL SUD

Testo di Nino D’Antonio

Fotografie e immagini:Consorzio per la tutela

della Mozzarella di Bufala Campana DOP

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Delizia del palato, è tutelata dal marchio Dop e rappresenta una delle tipicità italiane. Moltoamata, si presta a non pochi abbinamenti: da quelli felicissimi coi pomodori (si pensi alla capreseo alla pizza margherita) a quelli con le verdure e la pasta, fino ai più arditi con le acciughe...

cavallo (casicaballus), il burro(butyrus), la ricotta (recocta) ela provola (provaturo).Fra questi primeggiava la moz-zarella, ma la necessità di con-sumarla fresca, possibilmente in giornata, ne limitava la pro-duzione. Il che la destinava soloa una ristretta élite, mentre laricotta e soprattutto la provolaaffumicata, grazie alla loromigliore conservazione, arriva-vano su mercati anche lontanidal luogo di produzione. Ma quale differenza intercorrefra il latte di mucca e quello dibufala, visto che solo quest’ulti-mo consente la produzione dellamozzarella? Cominciamo dal sapore: quellodi bufala è un latte dolce, dalcolore bianco opaco. Rispetto aquello vaccino presenta un piùalto contenuto di grassi e proteine,che concorrono non solo a unamaggiore consistenza dellamozzarella, ma ne aumentano laresa. Infatti dalla lavorazione diun quintale di latte di bufala siottengono in media oltre 24 chilidi mozzarella, contro i 13 ottenutida un quintale di latte vaccino. Le bufale sono animali assaiintelligenti: solo quando vengonochiamate per nome (e ognuno neha uno) dal bufalaro, lasciano aturno il branco e raggiungono lapostazione per essere munte. Ma rispondono all’appello solose la voce è quella cui sono abituate da sempre, per cui non

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Consorzio per la tutela dellaMozzarella di Bufala Campana DOPViale Carlo III, 15681020 San Nicola La Strada (CE)Tel. 0823 424780 / 0823 [email protected]

è possibile ingannarle. Come già per le mucche, oggiquesto rito della mungituramanuale è stato superato dacomplesse apparecchiature, lequali prima ancora di mungereprovvedono a lavare e a disin-fettare le mammelle. Inoltreogni animale porta al collo unmicrochip, una sorta di bancadati indispensabile per pilotarele operazioni. E non è finita,perché tutto viene attentamentemonitorato: dalla carica battericadel latte allo stato di salute dellebufale, e i dati raccolti conflui-scono per via telematica a uncentro di controllo responsabiledell’intero ciclo. La mozzarella Dop è prodottacon il 100% di latte intero dibufala. Proveniente da una odue mungiture giornaliere, poiacidificato con la cizza, il sierodella lavorazione del giorno primalasciato alterare spontaneamentea temperatura ambiente. Perché il latte possa coagulare,occorre un’aggiunta di caglioliquido di vitello. La pasta otte-nuta viene messa a maturare epoi a spurgare. Quindi tagliatain fette sottili e posta in un reci-piente di legno, dove fonde sottol’azione dell’acqua bollente; perpoi essere sollevata e tirata, finoa ottenere un impasto lucido eomogeneo, di consistenza fili-forme. E’ questa, in effetti, lafase più delicata e complessa, la cosiddetta filatura. Quindi la pasta viene “mozzata”(di qui appunto il nome mozza-rella, con l’indice e il pollicedelle mani, dando la forma desi-derata. Infine la salatura, cheviene effettuata durante una breveimmersione delle mozzarelle inacqua fredda. Prima del confezio-namento, la mozzarella subisceun’altra immersione, stavolta nelliquido di governo: acqua difilatura, sale e siero acido diluito.

A questo punto non resta chegustarla, e qui i consigli risultanoquasi scontati. Intanto va consumata in giornata,tenendola nel suo siero. Ma bisogna intendersi. E’ benemangiare la mozzarella almenodopo sei ore dal ciclo di lavora-zione, per fare in modo che pren-da sapore dall’immersione insalamoia. In ogni caso, nientefrigo, che la asciugherebbe pri-vandola di quel sapore succosoe sensuale. Solo in cucina, ocome ingrediente per la pizza, è bene che sia asciutta. La mozzarella si presta a nonpochi abbinamenti, da quellifelicissimi coi pomodori (bastipensare alla caprese o alla pizzamargherita) a quelli con le ver-dure e la pasta, fino ai più arditicon le acciughe. Siamo di fronte a un alimentoassai genuino e completo dalpunto di vista nutrizionale, riccodi calcio e con un elevato conte-nuto di vitamine e sali minerali.Nel quale non mancano le pro-teine e quella preziosa flora bat-terica che contribuisce al saporee all’aroma della mozzarella.

Tanta qualità e tanto gusto -dicono i produttori- ha di certoun prezzo. Gli allevamenti bufalini sono pochi e comportanoinvestimenti spesso elevati e per-sonale qualificato. Non dimenti-chiamo inoltre che per un chilo dimozzarella servono circa quattrochili di latte, e poiché dalla mun-gitura di una bufala si ricavano inmedia circa dieci litri di latte algiorno, ogni animale rende menodi tre chili di mozzarella. Ora lamaggiore richiesta del prodottosi ha in estate, proprio quando lebufale danno meno latte, il che haspinto spesso i caseifici a utiliz-zare in una certa misura anchelatte di mucca, con ogni com-prensibile mistificazione. Di quil’opportunità di un Disciplinaree la tutela del marchio Dop.

In queste pagineAlcune immagini emblematiche,che ben testimoniano le delizioseopportunità offerte in cucina dallamozzarella di bufala.

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Dedicata alle tendenze del dibatti-to architettonico contemporaneo,la riunione del Rotary Club diBassano, lo scorso 8 ottobre,non ha tradito le aspettive deinumerosi soci intervenuti. Unaserata dal forte timbro culturale,ma altrettanto energicamentecalata nella realtà quotidiana,che ha visto come protagonistaPaolo Portoghesi, architetto notonel mondo tanto per l’originaleproduzione artistica (ispirata aidogmi della corrente post-moder-na), quanto per l’attività di auto-revole studioso (in particolare delbarocco e di Borromini), criticoe docente universitario.Introdotto dal presidente GianniSignor, che lo conosce da moltianni (da quando cioè come gio-vane ingegnere del Genio Civileseguiva i lavori per il Pontedell’Università di Treviso), PaoloPortoghesi ha esordito dicendodi ispirare tutta la sua opera auna massima di Gustav Mahler:“Tradizione è custodire il fuoco,non adorare le ceneri”.Ricordando poi come in Venetoabbia trovato amicizia e atmosfe-re pregne di cordiale positività,il celebre architetto (insignito di tre lauree honoris causa) haaffrontato il tema della serata,“Tradizione e innovazione: cittàorizzontale - città verticale”, e documentato alcuni passaggifondamentali nella storia dell’architettura. L’uomo primitivo ha iniziato aproteggersi dalle intemperie abi-tando le grotte, per poi trasfor-mare tali luoghi in contesti con-fortevoli a metà strada fra la casavera e propria e la caverna.Nel mondo classico la domus eraprofondamente collegata con laterra, a un piano, in un’alternanzadi spazi aperti e racchiusi. Ma nella Roma antica esistevanopure i grattacieli, alti cinque o sei

piani, edifici che hanno marcatoil passaggio dalla domus allainsula, che successivamente hapotuto raggiungere addirittuta idodici piani. Le torri di San Gimignano hannoindubbiamente svolto una funzionedi rappresentanza e prestigio, maanche di controllo, simboleg-giando, attraverso l’eventualitàdell’offesa, un potere che si con-fronta e che si bilancia.In epoca barocca la necessità direalizzare edifici a prezzi conve-nienti nelle grandi città ha con-dotto a costruire -nella fase dipassaggio dal palazzo gentilizioalla dimora borghese- edifici ad appartamenti sovrapposti: unespediente che ha consentito alnuovo ceto emergente di mante-nere una presenza significativanel centro delle città e potersicosì misurare con l’aristocrazia. Nel 1921 Le Courbusier pro-spettava di sostituire alla com-plessità della struttura urbanaconvenzionale una serie di ele-menti verticali, fra loro divisi dastrade; strutture, quest’ultimeche, nella visione dell’importantearchitetto svizzero, assumevanogrande importanza per il dinami-smo che contrassegnava quellafase storica, ma che consentivaanche la possibilità di ampi spazidedicati al verde.

Nella città moderna orizzontalitàe verticalità si mescolano in uninsieme di funzioni a volte con-trastanti fra loro. Contrasti determinati da unoscollamento fra i desideri dellepersone e la capacità di governarelo sviluppo dei centri urbani.Spesso infatti la città orizzontaleconfligge con necessità che sonoinderogabili. Ne consegue che nonè una questione di orizzontaleo di verticale, ma di capacità dicomprendere le vere esigenze di

una comunità: la verticalità costi-tuisce allora un esempio impor-tante nella dialettica urbana, alfine di migliorare la qualità divita delle persone.

In merito alla sua esperienzabassanese, legata al progettoTorri (che a suo tempo ha divisola città), l’architetto Portoghesiha ricordato che, a fronte dellarealizzazione dei giganteschiblocchi edilizi previsti dallecubature di piano, ha personal-mente optato per una soluzionedi maggiore eleganza. Forse c’è stato un difetto nellacomunicazione: problema pur-troppo frequente quando que-stioni di tale importanza diven-gono oggetto di accesi dibattitipubblici. Costruire un edificioalto è accettabile, ma concederela possibilità di realizzare edificialti può rivelarsi problematico...Per le città italiane, in genere,non è sbagliato pensare a unosviluppo in altezza; non si puòperò programmarlo in manieralibera, ma secondo le esigenze ele caratteristiche di ogni singolotessuto urbano. Se non si accettaquesta regola il tema del gratta-cielo può dare adito, a secondadei casi, a esiti positivi o negativi.Verticalità e orizzontalità nondevono essere per principio inopposizione, ma rappresentaredue possibilità di scelta nellalogica di migliorare la qualità divita nelle città: opzioni non incontrasto fra loro, ma in perfettoequilibrio. Costruire una torrenon è né un merito né un peccato.E’ però importante che talestruttura rientri con intelligenzain un’idea complessiva di città.

Tradizione e innovazione: città orizzontale - città verticale

PAOLO PORTOGHESIospite del Rotary di BassanoLa serata, all’insegna della cultura, è stata dedicata alle tendenze del dibattito architettonicocontemporaneo. Il celebre studioso-progettista ha illustrato con garbo e competenza il propriopunto di vista, ripercorrendo alcune tappe fondamentali dei processi urbani.

Testo di Andrea Minchio

CIVITAS

L’architetto Paolo Portoghesi.

Sotto, dall’alto verso il bassoL’interno della Moschea di Roma:

inaugurata nel 1995, è la più granded’Europa e si sviluppa su un’area

di trentamila metri quadrati.Un rendering delle Torri di Bassano:il progetto ha fatto discutere la cittàe ora sembra sia stato accantonato.

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Qui sopraL’ing. Gianni Signor, presidentedel Rotary Club di Bassano, con

l’arch. Portoghesi lo scorso ottobre.

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TODAY

Sotto e a fiancoAziz Wahbi esibisce con orgoglio

la menta marocchina coltivata nellasua masiera.

In basso, a destraI tipici terrazzamenti della Valbrenta.

Aziz Wahbi, quarant’anni benportati, ci riceve in una sala de“Il canaletto”, ristorante-pizzeriache dal 2009 gestisce con grandepassione a Oliero, nel cuore delCanal di Brenta.Marocchino di Settat, città diquasi centoventimila abitanti a circa sessanta chilometri daCasablanca, da parecchio tempovive nel Veneto.Innamorato dei nostri luoghi, e inparticolare della vallata, ha ade-rito con entusiasmo all’iniziativa“Adotta un terrazzamento”, progetto strategico bandito dal Comune di Valstagna, dalGruppo Terre Alte del CAI e dal Dipartimento di Geografiadell’Università di Padova alloscopo di recuperare e valorizzarele antiche masiere. Un impegnoche si è concretizzato mettendoin contatto i proprietari dei ter-reni, molti dei quali all’estero onell’impossibilità di coltivarli,con un gruppo di volontari e diamanti della natura, disponibilia curarne la manutenzione.

“Ho subito compreso -ci spiega-l’importanza di quest’idea, voltaa rivalutare le tradizioni e lepotenzialità della valle; ho inoltrepensato che sarebbe stato inte-ressante coniugarla con la miacultura d’origine. Così ho presoin comodato d’uso due masierea Valstagna, in accordo con ilComune, e le ho destinate allacoltivazione della Menta maroc-china, una specie particolare i cui semi sono stati importatidirettamente dal mio Paese. Nel

mondo arabo, e in particolare inquello nordafricano, questa piantaè infatti molto radicata e rappre-senta un vero e proprio simbolo.Si impiega in cucina nei primipiatti, nella carne (soprattuttod’agnello), nelle salse, nei dolci e nei sorbetti; ma anche comeingrediente per liquori, sciroppi e alcolici e nella preparazione diinfusi (in primis il the)”.L’inizio non è stato facile. I vecchimuri a secco erano abbandonatida decenni, fatiscenti e degradati.

E’ uno dei protagonisti del progetto di adozione e valorizzazione dei terrazzamenti del Canal di BrentaAZIZ WAHBILA MENTA IN MASIERAGestore di un avviato locale a Oliero, si adopera con passione ed entusiasmo per favorirel’integrazione nella vallata e, a livello internazionale, l’amicizia fra Italia e Marocco.

Testi di Andrea Minchio e Andrea Gastner

Fotografie: raccolta Aziz Wahbi

PROGRESSUS

Il seme dell’integrazione ha un aroma particolare...Aziz ha visto crescere la menta delMarocco, il primo raccolto non hatradito le sue aspettative: abbon-dante e di alta qualità. Ha pensatoallora che la “Menta Brenta” avrebbepotuto sostituire il tabacco nostrano:due piante importate da due conti-nenti diversi, Africa e America. In questa valle, inoltre, ha scopertoparecchie affinità con il suo Paesed’origine. Aziz non ha dubbi siaper quanto riguarda le tradizioni, ilterritorio e la sua conformazione,sia per la sua storia. L’esperienza è stata molto positiva.Infatti ha coinvolto la sua famigliaperché crede in questo progetto diintegrazione socio-culturale e in unfuturo in cui le nostre genti, italianae marocchina, possano collaborareper raggiungere obiettivi comuni.Andrea Minchio

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PICCOLA TERRAUn Dvd che racconta la storia diun recupero ambientale e socialeProdotto nel 2012 dal Comune diValstagna, dall’Università di Padovae dal Gruppo Terre Alte del CAI, acura di Michele Trentini e MarcoRomano, il documentario descrivel’esperienza di alcune personeimpegnate nel dare nuova vita alpaesaggio terrazzato del Canal diBrenta, un tempo coltivato a tabacco. C’è chi rimane aggrappato conorgoglio al podere di famiglia, chilascia il posto di operaio cavatoreper ritrovare se stesso, chi abban-dona la città per prendersi cura dicampi e muri a secco e chi, comeAziz Wahbi (originario del Maroccoe sposato con una ceca), gestisceuna pizzeria coltivando il sognodell’integrazione per i propri figlisenza dimenticare gli amati saporie i profumi dell’infanzia.Un messaggio di speranza per“montagne marginali”, un raccontosul valore universale del legamecon la terra, che prescinde da inte-ressi economici, impedimentipolitici, steccati culturali...

E’ stato necessario bonificare il terreno, ricostruire una parteconsistente delle strutture e crearei presupposti per la nuova coltura.“Ho dovuto rimettere al loro postole pietre scardinate, strappare le erbacce e i cespugli selvatici,rivoltare la terra con zappa ebadile. Infine, dopo tanta fatica,ho seminato la menta”.Una scelta originale e salutare

in alternativa al tabacco, che daqueste parti era la pianta piùcoltivata e che per secoli avevarappresentato il sostentamento,principale ma insufficiente, perle genti del Canal di Brentaspesso costrette a emigrare.Ora la tendenza si è capovolta.E’ infatti la valle ad accogliere inuovi emigranti: non solo forzalavoro, ma anche un patrimoniodi esperienze e culture che sistanno lentamente integrando.“In un primo tempo i valligianimi guardavano con scetticismoe scarsa convinzione. Poco allavolta però, vedendomi lavorarela terra con le mani (così come

avevano fatto i loro padri) e otte-nere i primi lusinghieri risultati,hanno cominciato a credere nelmio impegno. E in parecchi,seguendo l’esempio, hanno ade-rito al progetto di adozione.Oggi più di una cinquantina dimasiere è infatti tornata a vivere:un recupero ambientale e socio-

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In alto, a sinistraUn momento della premiazione diPiccola Terra, miglior documentarioitaliano al concorso Cinemambiente2012 di Torino.A centro pagina, da sinistraLo schema di una masiera e due fasidella coltivazione della menta di Aziz.In basso, a sinistraUna caratteristica teiera marocchina.

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PROGRESSUS

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culturale riconosciuto a livellointernazionale, che è stato pureoggetto del documentario Piccolaterra, opera premiata con suc-cesso nei più importanti festivalitaliani del cinema. Una testimo-nianza che racconta anche la miastoria personale, all’insegna del-l’emigrazione e di una successivae positiva integrazione. La coltiva-zione della menta si inserisce inquesto quadro (prevede pure laregistrazione di un marchio adhoc), nella prospettiva di una

crescita economica e turistica”.Un riconoscimento importante,ottenuto da Aziz e da suo fratelloAmin (socio nell’attività) è ilpremio MoneyGram Award 2012per l’imprenditoria immigrata,ritirato a Roma in Villa Borghese loscorso 13 settembre alla presenzadell’ambasciatore marocchino.Aziz Wahbi non si limita però“solo” a questo. Da oltre dieci annisi adopera per lo sviluppo dellerelazioni fra Italia e Marocco: unimpegno particolarmente signifi-

A destra Aziz davanti al suo ristorante-pizzeria

di Oliero, con gli studenti dellaUniversità di Padova coinvolti nel

progetto di adozione delle masiere,e nei pressi della Kasbah di Settat

(sua città natale), con un gruppo diamici bassanesi.

Due suggestive immagini della valledi Ourika, a circa trenta chilometri daMarrakesh: i terrazzamenti ricordanonitidamente quelli del Canal di Brenta.

Qui sopraAziz Wahbi in udienza dal re del

Marocco, Sua Maestà Mohammed VI,che gli ha riconosciuto il grande

impegno a favore delle relazioni diamicizia del suo Paese con l’Italia.

Sotto, da sinistra verso destraIl locale di Aziz Wahbi a Oliero;

l’imprenditore marocchino con la moglie Marika, ceca di Brno,

e con i figli Adam e Sami.

cativo che lo vede fare da traitd’union fra due culture e dueeconomie mediterranee.Recentemente, in occasione dellaFesta del Trono (lo scorso 31luglio), Aziz è stato ospite del reMohammed VI del Marocco.Una cerimonia molto importantealla quale hanno presenziato per-sonalità provenienti da tutto ilmondo: in tale circostanza è statopremiato anche il ruolo svoltoproprio da Aziz a favore dei rap-porti di amicizia fra i due Paesi.“Sono particolarmente fiero diquesto riconoscimento -conclude-in quanto proviene da una nazioneche ha saputo attuare riformesostanziali e darsi una nuovaCostituzione, moderna e demo-cratica. Una primavera silenziosache fa del mio Paese un modellodi riferimento per tutto il mondoarabo contemporaneo”.

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HUMANITAS

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vano al suono di musiche medie-vali. Per un attimo l’incanto è stato perfetto.La fucina letteraria, promotricedell’evento, ha presentato divolta in volta le varie associazioniche hanno aderito all’iniziativa;il pubblico, curioso e divertito,ha affollato una dopo l’altra lesale in cui si sono susseguite lepiù diverse performance: la crea-zione di vasi da farmacia da partedi un maestro ceramista, le per-cussioni di un gruppo di giovanitalenti che facevano rivivere leparole di antiche poesie africane,immagini curiose e tenere createdalle memorie di una bibliotecaria,le descrizioni di un falco femmina,Bella, da parte di una deliziosafalconiera e dell’antica arte dellacaccia, storie vere e toccanti dipopoli africani che con dignitàvivono nel disagio, un viaggioalla scoperta delle Dolomiti riccodi immagini delle vette cangianti

A cura di Anna Francesca Basso

Molte idee e fantasia all’insegna della culturaLA FUCINA LETTERARIAUn cantiere di ideeNata da un corso di scrittura creativa, l’associazione marosticense ha per obiettivo lacreazione di sempre nuove sinergie con altre realtà culturali e istituzionali del territorio.

Associazione culturale LA FUCINA LETTERARIA Sede incontri: Biblioteca “Pietro Ragazzoni” Via Cairoli, 4 - Marostica (VI)Tel. 347 8212687 [email protected]/pages/La-Fucina-Letteraria/500449256651722

Il gruppo è nato nel 2007 all’interno di un corso di scritturacreativa; il desiderio di confron-tarsi e di migliorare ha spinto lepersone a costituirsi in associa-zione; l’obiettivo è quello dicreare sempre nuove sinergie conaltre realtà culturali e di collabora-re con le istituzioni del territorio alservizio della comunità.Accomuna i soci la passione perlo scrivere e leggere poesie e rac-conti; molte le proposte che l’associazione realizza: reading e corsi di scrittura, presentazionedi libri di autori conosciuti oesordienti; organizzazione diserate in cui la musica o l’arte sonole muse ispiratrici degli scritti. Ai soci fondatori si sono aggiuntivia via altri appassionati; la piùgrande risorsa de “La Fucina letteraria” sta nella diversità cheogni componente rappresenta.

Un evento che ha già ha fattoparlare di sé nel territorio“Aspettando l’equinozio quando lanotte è uguale al giorno”: ecco iltitolo che ha ispirato un’iniziativaassolutamente originale. Venerdì21 settembre a Marostica, comein una fiaba, al tocco delle 20.30la biblioteca si è animata; armigeri,dame e cavalieri hanno accoltouna folla di visitatori, che al rullodei tamburi dei vessilliferi hannopreso posto nello splendido giardi-no della biblioteca P. Ragazzoni;le luci illuminavano le antichemura, leggiadre fanciulle danza-

Qui sottoAnna Francesca Basso, curatrice di questa rubrica.

La nostra prossima iniziativaCorso di scrittura creativa“Favole senza buonanotte”

Docente: Marco CavalliCalendarioIl corso prevede otto incontri,il giovedì, dalle ore 20.30 alle ore 22.00 nelle seguenti date:08/11/2012 - 22/11/201206/12/2012 - 20/12/201210/01/2013 - 24/01/201307/02/2013 - 21/02/2013

nel sole e ancora musica armo-niosa e strana, tratta da antichi emoderni strumenti, brani sceltiche parlano dell’amore per i librie come piccoli cammei ne lascianoil profumo. Non poteva essere chela poesia la musa che concludevala serata: i versi di D’Annunzio e del Pascoli hanno dato con dol-cezza l’addio all’estate. Ottimi infusi sono stati offertidall’Erboristeria Natura a tutti ipresenti. Hanno reso possibilel’evento l’Amministrazione comu-nale, i dipendenti della bibliotecae le associazioni coinvolte: IRC,CAI, Danza Marostica, Il Gufo,Insieme per leggere, Uciim,Ujamaa, Vessilliferi, la Pro Marostica con dame, cavalieri e armigeri, il Gruppo MusicaleKer L’Evrith, Egidio Dalla Gassae tutti i soci. Una serata davvero magica.

A fiancoUn’immagine fortemente evocativa,utilizzata dalla Fucina Letterariain occasione della serata dedicataall’equinozio d’autunno, svoltasi lo scorso settembre alla BibliotecaRagazzoni di Marostica.

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TANTI AUGURIBassano Bluespiritual Band!Il dottor Cristoforo Lo Giudice, presidente della formazione musicale, ripercorre con noialcuni momenti della sua storia e ci invita al grande evento in programma il 22 novembre.

L’ensemble cittadina compie dieci anni...e li festeggia con un importante concerto

Sono trascorsi dieci anni da quando,nel 2002, Diego Brunelli ha datovita -assieme ad alcuni amiciamanti della musica- alla BassanoBluespiritual Band, una realtàmusicale che ancora oggi si presen-ta come una proposta inedita e disuccesso, anche a livello nazionale:una grande orchestra e un repertoriosenza confini.Nel corso degli anni il gruppo ini-ziale si è infatti arricchito di nuovistrumenti e di nuove voci, fino adarrivare ad avere attualmente 58coristi e 14 musicisti. Un numerodi strumentisti davvero inusualeper un’esperienza nata sotto lospirito della musica Gospel ecapace, così, di spaziare anche inaltri ambiti musicali.

Il repertorio si è arricchito stradafacendo, passando dai tradizionalibrani Gospel allo spiritual, fino aoriginali scorribande attraverso lamusica blues, il pop, il rock e purela musica classica: un panoramamusicale multicolor che rende iconcerti della BBBand particolarie coinvolgenti.“E’ la cura dei dettagli che fa la differenza -ci spiega il dottorCristoforo Lo Giudice, presidentedell’ensamble- e che, con l’impe-gno di tutti, ha portato a risultatiquasi impensabili. Un esempio? Il progetto Vocalità, promossodalla band, ha permesso ai coristi di effettuare gratuitamente lezionipersonali di canto, migliorando leproprie qualità. Quest’attenzione e

cura all’esecuzione corale e stru-mentale è stata poi accompagnatada uno studio attento e mai banaledelle coreografie, dei giochi diluce e della sofisticata amplifica-zione audio, che rendono ogniconcerto un vero spettacolo. Tuttequeste possibilità nascono da unacollaborazione attiva ed entusiastacon aziende partner del territorio,che hanno deciso di sostenere leattività concertistiche della band:il prossimo obiettivo sarà quellodi allestire una sede propria, chepossa contenere una sala prove.Nel frattempo, pochi mesi fa, èstato registrato l’ultimo CD (ilquarto) con i brani più significatividel repertorio: a breve l’album saràa disposizione durante i concerti”.

Testo di Elisa Minchio

Fotografie: Bassano Bluespiritual Band,

Tommy Ilai Zuliani

DE MUSICA

Qui sopraIl dottor Cristoforo Lo Giudice,

dinamico presidente della BassanoBluespiritual Band.

In queste pagineAlcune immagini di concerti tenuti

dalla BBBand nel Veneto.

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DE MUSICA

Qui sopraIl maestro Diego Brunelli, direttoredella formazione musicale.

In alto, foto grandeLa BBBand nella suggestiva cornice del Castello degli Ezzelini a Bassano.

Seguendo lo spirito e la sensibilitàche animano la tradizione Gospella BBBand, attraverso il progetto“Grazie Gospel”, mette inoltre lapropria musica a servizio di quelleassociazioni che operano quotidia-namente, nel territorio o in luoghilontani, per aiutare chi ha bisogno.“L’elenco -prosegue il presidente-

è lungo: desidero per esempioricordare l’Associazione OncologicaBassanese, l’Associazione NordSud, l’Engim, la Tribal Trust, laCini, la Sogni Onlus, l’AssociazioneBonamigo... Come avviene perl’ambito artistico e musicale, anchein questo campo l’ensemble èattenta al dettaglio e, soprattutto,alle relazioni con le persone coin-volte: con questi sodalizi si instaura

infatti un rapporto di collaborazioneprofonda, che permette di realizzareeventi in perfetta sinergia e nontrascurando il minimo particolare:dalle trasferte ai service e alla ven-dita dei biglietti: nulla è lasciato alcaso o all’improvvisazione”.Per i prossimi mesi la BassanoBluespiritual Band ha programmatouna serie di concerti che la porteran-no a Conegliano, Vicenza, Bologna,Roma (Conferenza della CEI) e aPadova. Nell’anno del decennale,però, spicca l’appuntamento cele-brativo che si terrà il 22 novembreal Pala Infoplus di Bassano. “In tale circostanza -concludeCristoforo Lo Giudice- sarà pre-sente, nella veste di ospite d’onore,la vincitrice dell’ultima edizione

di X Factor: la nostra FrancescaMichielin, meritatamente sullacresta del pop nazionale con duesingoli di successo e un disco fre-sco di stampa. Francesca ha sceltodi esserci e festeggiare l’eventocon la band, avendo fatto parteper anni della BBJunior, il vivaiomusicale giovanile della BBB.Sarà un concerto in grande stile,con numerosi brani, alcuni inediti,e con una scenografia degna del-l’occasione e della prestigiosalocation. Un vero regalo a tutti gli estimatori del gruppo, i qualisaranno così coinvolti in una serata di gioia, di serenità masoprattutto di quella emozione cherende la musica meravigliosamentecoinvolgente”.

BASSANO BLUESPIRITUAL BANDAssociazione Culturale Coro GospelVia Piave 3/A36061 Bassano del Grappa (VI)Tel. 328 5435602 - 335 [email protected]

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VISITA ALLA CITTA’

© Copyright by Editrice Artistica BassanoVietata la riproduzione di testi, piante e disegni

1) CHIESETTA DELL’ANGELO Progettata dall’architettoZaccaria Bricito risale al 1655. La pianta è ovale. Felicementerestaurata, è sede di mostre e concerti.1) LITTLE CHURCH OF THE ANGEL Project by architectZaccaria Bricito in 1655. It was built in an oval shape. Recentlyrestored, it is now open for concerts and exhibitions.

2) GlARDINI PAROLINI L’orto botanico, realizzato dal natura-lista Alberto Parolini, risale al secolo XIX. Ricco di specie rare èora parco pubblico e ospita manifestazioni.2) PAROLINI GARDENS The botanic garden was created in thelast century by naturalist Alberto Parolini. It contains rare species.Donated to the City, it was trasformed into a public park. It hostsopen air exhibitions and shows.

3) MUNICIPIO E’ sede del Comune. La loggia presenta glistemmi dei primi 120 podestà. L’affresco con San Cristoforo è del’500. Singolare il grande orologio con i segni zodiacali. 3) TOWN-HALL In the loggia are the fescoe of the coat of armsof the first 120 mayors. Afrescoe of S. Christopher dates back to’500. A singular wall clock shows the zodiac signs, the buildingholds the city offices.

4) MUSEO Ospita una pinacoteca di notevole valore con tele deiDal Ponte, gessi e sculture di Canova e incisioni di Dürer.Pregevole la sezione archeologica. Annessa è la Biblioteca civica.4) MUSEUM It hosts a painting collection of great value byartists such as the Da Ponte, chalks and sculptures by Canova andengravings by Durer. The archeologic section is of great value.The annex museum contains the civic library.

5) PALAZZO AGOSTINELLI Ospita mostre e rassegne artisti-che. Sulla facciata, in una nicchia, un affresco di Madonna conBambino della seconda metà del ’400.5) AGOSTINELLI PALACE It belongs to the City and hosts artshows and exbits. On its front wall can be seen a niche with a ’400frescoe of Madonna and Child.

6) PALAZZO BONAGURO Del ’500, è stato rimaneggiato nelsecolo successivo. Ospita mostre e rassegne d’artigianato. Il pian-terreno è completamente affrescato.6) BONAGURO PALACE Built in ’500, it was remodeled in thefollowing century. It is a Comunal show-place for artifacts exhi-bitions. The ground floor is totally frescoed.

7) PALAZZO PRETORIO Risale alla seconda metà del ’200 edal 1315 è stato residenza del Podestà. La scala esterna è del 1552.7) PREATORIAN PALACE Built in the second half of ’200, itwas elected residence ot the Mayor since 1315 and was later tur-ned into the seat of the Comunal Council. The outside stairwaywas built in 1552.

8) PALAZZO STURM Costruito nel ’700, ospita il Museo dellaCeramica. All’interno affreschi di G. Anselmi, databili al 1785, etempere di G. Zompini.8) STURM PALACE Built in 1700, the palace now hosts animportant Ceramics Museum. Inside are frescoes by G. Anselmo,dated 1785, and temperas by G. Zompini.

9) PARCO RAGAZZl DEL ’99 Inaugurato nel 1973. Al centrodel parco sorge il monumento ai Ragazzi del ’99.9) PARK OF THE BOYS OF ’99 Inaugurated in 1973. In itscenter rises the monument dedicated to the Boys of ’99.

10) PIAZZOTTO MONTEVECCHIO La piazza maggioredella città nel ’200 e nel ’300. Sulla facciata del Monte di Pietà èinfisso il primo stemma di Bassano con la torre e i leoni rampanti.10) MONTEVECCHIO SQUARE It was the main square in’200 and ’300. On the facade of the “Monte di Pietà” can be seenthe first Bassano coat of arms with the tower and two lions.

11) PONTE DEGLI ALPlNI È il monumento più famoso diBassano. Risale al XII secolo. La forma attuale è del Palladio(1570). Distrutto più volte dal fiume in piena e da eventi bellici fusempre ricostruito nella forma originaria.11) ALPINI BRIDGE The most famous monument in Bassano.Built in the 12th century. Its actual shape is by Palladio (1570).Destroyed at various times by floods and war actions, it hasalways been rebuilt in its precise original form.

12) PORTA DELLE GRAZIE Risale al 1300. Fu risistemata nel1560 dal bassanese Zamberlan. A fianco si trova la chiesetta delleGrazie (fine ’400) con pregevoli affreschi.12) GATE OF THE GRACES Built in 1300. It was later adju-sted in 1560 by Zamberlan of Bassano. Once through the Gate, onthe left, can be seen the small Grace Church (end ’400) with pre-cious frescoes.

13) PORTA DIEDA Venne inserita nella torre del castello deiBerri (del ’300) nel 1541. Belli gli affreschi sul lato sud.13) DlEDA GATE The gate was opened into the Tower of BerriCastle (built in ’300) in 1541.

14) SAN DONATO Fondata nel 1208 da Ezzelino il Monaco.Ospita una Pala di Francesco dal Ponte il Vecchio.14) SAN DONATO CHURCH Founded in 1208 by Ezzelino theMonk. It contains a pala by Francesco dal Ponte the Elder.

15) SAN FRANCESCO Costruita tra la fine del 1200 e gli inizidel 1300. Interno a una navata. Il protiro (1306) protegge il portalee l’affresco della Madonna e Bambino di Luca Martinelli.15) CHURCH OF SAN FRANCESCO Built at the end of 1200and early 1300. It is shaped with a single aisle. The entrance porch(1306) protects the portal and a frescoe of Madonna and Child byLuca Martinelli.

16) SAN GIOVANNI Di origine trecentesca, venne trasformata(1747-1785) dall’architetto Giovanni Miazzi. Dipinti di Maggiotto,Scajaro e Vanzo Mercante. Sculture di Orazio Marinali.16) CHURCH OF SAINT JOHN Its oridns date back to 1300. Itwas restructured from 1747 to 1785 by architect Giovanni Miazzi.Inside can be seen paintlngs by Maggiotto, Scajaro and VanzoMercante. Sculptures by 0. Marinali.

17) S. MARIA IN COLLE L’antica pieve risale a prima del1000. Attorno a essa sorse il primo nucleo della città. All’internodue pale di Leandro dal Ponte e un interessante crocifisso ligneo.17) CHURCH S. MARIA IN COLLE The ancient sanctuarywas erected before 1000. Around it was built the first nucleous ofthe town of Bassano. In its interior can be seen two paintings byLeandro dal Ponte and a wooden crucifix of great interest.

18) TEATRO ASTRA L’ex teatro sociale, neoclassico, progetta-to nel 1802 dall’architetto Bauto, è stato trasformato nel 1949 insala cinematografica e teatrale.18) ASTRA THEATRE Ex social theatre project of 1802 byarchitect Bauto, it was transformed in 1949 into a theatre and hall.

19) TEMPIO OSSARIO Raccoglie le spoglie di oltre 5400 cadutinella Prima Guerra Mondiale. Cominciato nel 1908 come nuovacattedrale, fu trasformato in Tempio Ossario nel 1934.19) OSSARIO TEMPLE Holds the spoils of over 5400 soldiersfallen during First World War. Erection was begun in 1908 as a newcathedral for the town. It was transformed into a burial temple in 1934.

20) TORRE CIVICA Eretta tra il ’200 e il ’300 durante il domi-nio padovano è alta 43 metri. La merlatura e le finestre ad arcoacuto sono state aggiunte nel 1823 dall’architetto Gaidon.20) CIVIC TOWER Built between ’200 and ’300 under thedominion of Padua. 43 metres tall, the battlement and sharp anglewindows were added in 1823 by architect Gaidon.

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VISITA ALLA CITTA’

PRINCIPALI PARCHEGGI a servizio del Centro Storico

1 Prato S. Caterina 350 posti L2 Sant’Anna 170 posti L3 Viale dei Martiri 30 posti Pr4 Terraglio 53 posti Pr5 Cimberle Ferrari 112 posti Pa6 Piazzale Trento 32 posti Pr7 “Le piazze” 200 posti Pa8 Largo Parolini 108 posti Pr9 Via Villaraspa 105 posti L10 Cadorna 269 posti Pa11 Viale De Gasperi 98 posti Pr12 Via Colomba 30 posti Pr13 Gerosa (bus navetta) 317 posti L14 Mercato 50 posti L15 Via Marco Sasso 40 posti Pa16 Via SS. Trinità 50 posti L 17 Scuola Bellavitis 30 posti L18 Cimitero Angarano 122 posti L19 Via Volpato 70 posti L

L = liberoPa = a pagamento Pr = parcometro

I MUSEI DI BASSANO

MUSEO CIVICOE’ uno dei più antichi del Veneto:sorto nel 1828 in seguito al legato delnaturalista Giambattista Brocchi, ècostituito come insieme di Museo,Biblioteca e Archivio e trovò nel1840 la sua sede attuale nell’ex con-vento della chiesa di San Francesco.Tel. 0424 522235 - 0424 523336E-mail: [email protected] MUSEO DELLA CERAMICA MUSEO REMONDINIPalazzo SturmIl Museo della Ceramica offre aivisitatori una vasta raccolta dimaioliche, porcellane e terraglie,composta da 1200 pezzi.Il nuovo Museo Remondini ospital’importantissima collezione di stam-pe antiche e popolari ereditate dallafamiglia di stampatori bassanesi.Tel. e fax 0424 524933SEZIONE NATURALISTICADEL MUSEO - Palazzo BonaguroDal 2006 Palazzo Bonaguro ospital’esposizione zoologica permanenteMondo animale. Conoscerlo perproteggerlo.Fax 0424 524933

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INDIRIZZI UTILI

In collaborazione con Ufficio Relazioni con il Pubblico

Comune di Bassano del GrappaVia Matteotti, 35 - Tel. 0424 519555

PRONTO INTERVENTO

SOCCORSO Dl EMERGENZA 113

PRONTO SOCCORSO 118

GUARDIA MEDICA 0424 888814

CROCE ROSSA 0424 529302

CARABINIERIPronto Intervento 112Comando Compagnia 0424 527600

CORPO FORESTALEPronto Intervento 1515Via Trentino, 9 0424 504358

GUARDIA DI FINANZAVia Maello, 15 0424 34555

POLIZIA DI STATOV.le Pecori Giraldi, 56 0424 507911

POLIZIA LOCALEVia J. Vittorelli, 30 0424 519404

POLIZIA STRADALEVia Ca’ Rezzonico, 14 0424 216611

VIGILI DEL FUOCO 115Via Ca’ Baroncello 0424 228270

SERVIZI PUBBLICI

AGENZIA DEL TERRITORIO Via M. Ricci, 8 - P. t. 0444 650973

AGENZIA DELLE ENTRATEVia M. Ricci, 8 - 1° p. 0424 210611

ARCHIVIO Dl STATOVia Beata Giovanna, 58 0424 524890

CAMERA Dl COMMERCIOLargo Parolini, 7 0424 220443

CENTRI PER L’IMPIEGOLargo Parolini, 82 0424 529581

I.A.T. Informazioni e AccoglienzaTuristica (Provincia di Vicenza)Largo Corona d’ltalia 0424 524351

I.N.A.I.L.Via O. Marinali, 79 0424 217411

I.N.P.S.Via C. Colombo, 70/94 0424 887411

MUNICIPIOVia Matteotti, 35 0424 519110

U.R.P.Via Matteotti, 35 0424 519555

INFORMACITTA’Piazzale Trento 9/A 0424 519165

POSTE E TELECOMUNICAZIONIV.le Xl Febbraio, 2 0424 213230Via Angarano, 149 0424 503926Via Marchesane, 114 0424 500485Via Passalacqua, 8 0424 513112

PRO BASSANOVia Matteotti, 43 0424 227580

PROVINCIA DI VICENZA Via Scalabrini, 84 0424 525827

SPORTELLO IMMIGRATI Via Verci, 33 0424 526437

TRIBUNALEVia O. Marinali, 32 0424 528409

ARTE E CULTURA

MUSEO CIVICO - BIBLIOTECAPiazza Garibaldi, 34 0424 519901

MUSEO CERAMICA - REMONDINIPalazzo Sturm 0424 519940

CHIESETTA DELL’ANGELO Via Roma, 80 0424 227303

PALAZZO AGOSTINELLIVia Barbieri 0424 519945

PALAZZO BONAGUROVia Angarano 0424 502923

INCONTRI SCRIMIN GALLERIAVia Vendramini, 46/A 0424 227799

MUSEO DEGLI ALPINIVia Angarano, 2 0424 503662

MUSEO DEI CAPPUCCINIVia San Sebastiano, 42 0424 523814

RACCOLTA REMONDINI TASSOTTIVia Ferracina, 16/18 0424 523013

MUSEO DELL’AUTOMOBILE “L. BONFANTI VIMAR” Romano d’Ezzelino 0424 513746

MUSEO GIANNI VISENTINCarpanè di San Nazario 338 5326186

FARMACIE

AGOSTINELLI 22/12P.tto Montevecchio, 6 0424 522101ALLE DUE COLONNE 24/11Via Roma, 11 0424 522412ALLE GRAZIE 05/01/2013Via Passalacqua, 10/a 0424 35435CARPENEDO 17/11Piazza Garibaldi, 13 0424 522325COMUNALE 01/12Via Ca’ Dolfin, 50 0424 527811COMUNALE 29/12Via Ca’ Baroncello, 60 0424 34882DALL’OGLIO 10/11Piazza Libertà, 40 0424 522223PIZZI 15/12Via J. da Ponte, 76 0424 523669POZZI 08/12Via Scalabrini, 102 0424 503649SCARONI 03/11Via Vicenza, 85 0424 502102

QUOTIDIANI

IL GAZZETTlNO 0424 523602Via J. Da Ponte, 50IL GIORNALE Dl VICENZALargo Corona d’ltalia, 3 0424 528711

AZ. SANITARIA ULSS n. 3

OSPEDALE Dl BASSANOVia dei Lotti, 40 0424 888111EMERGENZE Autolettighe 118GUARDIA MEDICA 0424 888814U.R.P. 0424 888556/7CONSULTORIO FAMILIAREVia Mons. Negrin 0424 885191ASS. SOCCORRITORI 0424 525760

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IL DISINCANTO DELL’EROEHugo Pratt e l’epopea (a fumetti) di Corto Maltese

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REMONDINIATesto di Isabella Minchio

Iconografia: Al vecchio libro

Corto Maltese in due disegni e nelletavole (in alto a destra) de “Una

ballata del mare salato”, qui propostenella prima edizione francese

(pubblicata a puntate fra il 1973 e il’74 dal quotidiano France-Soir).

Nato nel 1967 dalla fervida fantasiadi Hugo Pratt, Corto Maltese debuttanel mondo del fumetto d’autore nel1967. L’esordio, subito emblematico,avviene nello scenario incantatodelle isole dell’Oceano Pacifico ne“Una ballata del mare salato”, storiaambientata negli anni immediata-mente a ridosso della Prima GuerraMondiale. Marinaio e avventuriero,ma anche nomade e pirata, CortoMaltese impersonifica l’eroe anti-conformista: disilluso e superiore,fatalista (senza paura) e con pochirimpianti, indossa la divisa di capi-tano e porta un orecchino d’oro.E’ in realtà l’alter ego del suo crea-tore, a sua volta pervaso da un senti-mento di scetticismo verso le grandi

“Una ballata del mare salato” ha portato il grande maestro al successo internazionale...

convinzioni nazionalistiche, ideo-logiche, religiose...E infatti Pratt, già nelle tavole ini-ziali di questo racconto, presenta unfumetto di nuova concezione, nelquale temi e personaggi appaionocomplessi e profondi. Numerosi eavvincenti sono anche i riferimentistorici e letterari, sempre collocatiall’interno di un immaginario coltoe popolare al contempo, reso ancorapiù nitido e seducente da una con-sumata abilità narrativa e dallo stilegrafico, essenziale ed espressivo.

Hugo Pratt (Rimini, 1927- Losanna,1995) ha trascorso tutta l’infanzia aVenezia in un ambiente familiareoriginale e cosmopolita. Il nonnopaterno era infatti di origini inglesi,quello materno un ebreo marrano ela nonna proveniva dalla Turchia. La mamma, Evelina Genero, eraappassionata di scienze esoteriche;il padre, Rolando, un militare dicarriera che nel 1936 venne inviatoin Abissinia con la famiglia.Furono questi i presupposti per unavita avventurosa, che portò Pratt agirare il mondo: Africa, Argentina,Stati Uniti, Inghilterra, Francia...Ovunque la sua arte, colta e inno-vativa, seppe appassionare semplicilettori e critici severi.

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OSPITALITA’A Bassano e dintorni

In alto: Jacopo Bassano, San Martino e ilpovero con Sant’Antonio Abate, 1578-’80.Bassano, Museo Civico.

Continua a pag. 62

Conversando a tavola con il prof.ANTONIO F. CELOTTO

11 novembre: San MartinoLa nota leggenda riguardante SanMartino narra che, in un freddo giornodi novembre, il giovane cavaliereMartino incontrasse per strada unpover’uomo quasi congelato dalfreddo. Impugnata la spada, Martinoavrebbe tagliato in due il propriomantello per darne metà al mendico. San Martino sa di castagne e di vinonuovo: A san Martin maroni e vin;Par San Martin, el mosto xe vin; DaSan Martin se spina la bote del bonvin; Da San Martin ciapa la sborniael grando e ‘l picinin; Quando, innovembre, il vin no xe pì mosto, lapita xe pronta par el rosto. Finisce pure il passo degli uccellimigratori: Par San Martin xe pasàel grando e ‘l picinin. E’ opinione che attorno all’11 novem-bre le giornate siano più belle e menofredde: L’istà de San Martin durapoco, dura tre dì e un pochetin.Infatti, Da San Martin l’inverno xein camin. Per novembre matura il frutto dell’oli-vo, la pomeina, una presenza utile:infatti la sua drupa rappresenta unadiscreta fonte di guadagno ed è signi-ficativa dal punto di vista climatico.Complessivamente nel territorio vicen-tino (Bassano, Mussolente, Romanod’Ezzelino, Pove del Grappa) e in quel-lo trevigiano (Semonzo, Sant’EulaliaBorso, Crespano, Paderno, Possagno,Cavaso, Castelcucco, Pederobba,Monfumo, Asolo, Cornuda, Maser,Fonte, San Zenone) svettano più di80.000 piante di olivo.

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A Bassano e dintorni

Dicembre, mese di festeI Romani celebravano i Saturnali,feste di fine anno che iniziavano il 25dicembre e si protraevano fino al 6gennaio: in questo periodo si festeg-giava il raccolto dell’anno trascorsoe si auspicava abbondanza per quelloa venire con suntuosi banchetti, abbon-danti libagioni e scambi di regali.Questa, in fondo, è anche oggi la tra-dizione, sebbene l’usanza di scam-biarsi doni sia collocata in datediverse a seconda dei luoghi.

Santa Lucia, el dì pi curto...Santa Lucia (13 dicembre) el dì picurto che ghe sia e la note pì longache ghe sia. Effettivamente, primadella riforma del calendario del 1563,il 13 dicembre era, astronomicamente,il dì più corto dell’anno. In errore eraincorso Giulio Cesare (103-44 a.C.),che aveva calcolato il giro di rivolu-zione della terra leggermente piùlungo di quanto sia effettivamente:il tempo reale è di 365 giorni, 5 ore,48 minuti primi, mentre per GiulioCesare la terra avrebbe impiegato365 giorni, 6 ore, con differenza di12 minuti per ogni anno. Il calendariocivile finì per accumulare, in 1500anni, un ritardo di 10 giorni rispetto aquello astronomico e, nel 1563, ilgiorno dedicato alla santa siracusana(13 dicembre) era davvero el dì pìcurto che ghe sia. Alcuni astronomi del secolo XVIIprovvidero a rimettere a posto le cose,invocando un decreto di papaGregorio XIII, il quale nel 1563ordinò che per quell’anno i calenda-ri passassero dal 4 ottobre al 15ottobre. Il giorno pì curto che ghesia diventò così il 21 dicembre. A Verona il 13 dicembre si festeggiaSanta Lucia e nelle bancarelle sipuò acquistare veramente di tutto,compresa merce scadente (la xeroba de Santa Lussia).

I testi qui proposti sono tratti dal volumeA tavola nei Dì di festa, ultimo brillantelavoro di Antonio F. Celotto realizzato incollaborazione con il Gruppo RistoratoriBassanesi (in libreria a 16,00).

RISTORAZIONE

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