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periodico di cultura, attualita’ e servizio Città di Bassano del Grappa Assessorato alla Cultura e al Turismo Scuola di Grafica A. Remondini Editrice Artistica Bassano Distribuzione gratuita NOVEMBRE / DICEMBRE 2010 www.bassanonews.it BASSANO DUEMILAVENTI CRISTINA BUSNELLI ESCURSIONE GUIDATA Il Masterplan e l’asse dei Musei La regola e la trasgressione tra monti e pascoli di Cismon BASSANO DUEMILAVENTI CRISTINA BUSNELLI ESCURSIONE GUIDATA Il Masterplan e l’asse dei Musei La regola e la trasgressione tra monti e pascoli di Cismon 1938

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periodico di cultura, attualita’ e servizio

Città di Bassano del GrappaAssessorato alla Cultura e al Turismo

Scuola di Grafica A. Remondini

Editrice Artistica Bassano

Distribuzione gratuita

NOVEMBRE / DICEMBRE 2010 www.bassanonews.it

BASSANO DUEMILAVENTI CRISTINA BUSNELLI ESCURSIONE GUIDATAIl Masterplan e l’asse dei Musei La regola e la trasgressione tra monti e pascoli di CismonBASSANO DUEMILAVENTI CRISTINA BUSNELLI ESCURSIONE GUIDATAIl Masterplan e l’asse dei Musei La regola e la trasgressione tra monti e pascoli di Cismon

1938

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SOMMARIO

Copertinail lago del corlo, così come appare dai pendii del col dei prai nel massiccio del Grappa. servizio a pag. 36 (ph. antonio Minchio).

News periodico di attualità, cultura e servizio

Anno XVII - n. 125 Novembre / dicembre 2010Direttore responsabile andrea Minchio

EDITRICE ARTISTICA BASSANOpiazzetta delle poste, 22 - Bassano del Grappa© Copyright - Tutti i diritti riservati

Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 4/94 R.P. del 2 giugno ’94

Bassano News è patrocinato dacittà di Bassano - assessorati cultura e turismoscuola di Grafica antonio remondiniIdeazione e direzione artisticaandrea MinchioRedazioneelena trivini Bellini, andrea Gastner, diego BontorinCollaborazioniassociazione scrittori Bassanesi “il cenacolo”comune di Bassano del GrappaMuseo-Biblioteca-archivio Bassano del Grappaunione del commercio di Bassano del Grappal. Battistello, c. Busnelli, c. Ferronato, F. Fontana, s. Gazzola, p. Manca, F. Martinelli,antonio Minchio, i. Minchio, G. parolin,G.B. sandonà, M. sartoretto, o. schiavon, p. trevisan, M. vallotto, F. vettorel, a. zamperin, M. zonta Stampalinea Grafica - castelfranco veneto (tv) Distribuzione Bassano e comprensorio

Per la pubblicità su queste paginetel. 0424 523199 - Fax 0424 523199tel. 335 7067562 - [email protected]

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Sopra, da sinistra verso destrauno schizzo di carlo aymonino peril polo museale di santa chiara nell’area dell’ex caserma cimberleFerrari. il grande architetto italiano,recentemente scomparso, ha lavoratoal progetto che porterà alla realizza-zione del Museo dell’automobile edel Museo di storia Naturale, desti-nati a conferire ulteriore prestigioculturale alla nostra città. rettore dello iuav dal 1974 al 1979(e docente nello stesso ateneo dal1963), aymonino sosteneva che“una nuova architettura è necessariasolo laddove altri strumenti -quali ilrestauro scientifico, il ripristino filo-logico o il recupero edilizio- nonabbiano senso operativo e solutivo”. a partire da questo numero, l’archi-tetto Massimo vallotto, ci illustra,nella rubrica Schegge (pag. 26), ilMasterplan di Bassano partendo dalcosiddetto “asse dei Musei”. leprossime tematiche riguarderanno l’Istruzione in sicurezza, il Verdeprotagonista, la Razionalizzazionedei parcheggi, la Mobilità sostenibilee le Ipotesi perequative.

approda alla quarta edizione il premio fotografico “salv@GuardaBassano”. il tema di quest’anno,“per-correre Bassano. un giornonella tua città”, ci invita a rallentare,a fermare le immagini e a rifletteresu quanto ci circonda (pag. 32).

p. 5 - Gens bassiail veneto dei castelli. Feudi, comuni e signorie

p. 10 - Pianeta Casarisparmio energetico. come realizzarlo nella nostra casa

p. 12 - Sfidecristina Busnelli. la regola e la trasgressione

p. 16 - AppuntiMostre, letture e frizzanti curiosità

p. 18 - Saperne di piùil trifoglio rosso

p. 20 - I nostri tesorilorenzo Battistello. ceramica e bronzo tra sacro e profano

p. 24 - Finestra sui giovaniuna maglietta e un paio di blue jeans

p. 26 - ScheggeBassano 2020: l’asse dei musei

p. 30 - Ecclesiacentro Missionario scalabrini ottant’anni nel segno dell’accoglienza

p. 32 - Progressusper-correre Bassano.un giorno nella tua città

p. 36 - Il rapportoescursione guidata tra monti e pascoli di cismon

p. 40 - Il CenacoloFryderyk e George. un autre anniversaire (1810-2010)

p. 43 - Obiettivo sportun mondo di emarginati?

p. 45 - Preacipuaaria (condizionata) bassanese negli ospedali africani

p. 49 - Agenzia Viaggiavventura in Malesia.tour del Borneo malese e Brunei

p. 52 - Qui Porta Diedavincent van Gogh. dalla parte dei più deboli

p. 54 - Visita alla cittàprincipali monumenti e piante

p. 56 - Indirizzi utili

p. 58 - Remondiniaturdus iliacus, corvus corax

p. 60 - Ospitalità a Bassano e...

p. 62 - Ristorazione a Bassano e...

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GENS BASSIA

testi di andrea Minchio eGiovanni Battista sandonà

Fotografie:Maurizio sartoretto

Le immagini sono tratte dal volume “Il Veneto dei Castelli. Feudi, Comuni e Signorie” (EAB, dicembre 2010)

il veNeto dei castelliFeudi, comuni e signorieE’ la proposta di Editrice Artistica per il Natale 2010. Una strenna che offre un percorsoappassionante e coinvolgente, una lunga cavalcata in terra veneta dalle vette dolomiticheal mare, all’insegna del rispetto, della consapevolezza e della valorizzazione.

il consenso ottenuto nel 2008 con il volume “terre di palladio.viaggio memorabile nella pro-vincia vicentina” ci ha indotto,quest’anno, ad affrontare untema sempre molto importante alivello regionale, ma forse un po’meno trattato fotograficamente:quello del Medio evo e delle sueinnumerevoli testimonianze.e’ nata così l’idea di pubblicare“il veneto dei castelli. Feudi,comuni e signorie”, un libro digrande impatto emozionale, riccodi immagini e riferimenti, che nonha tuttavia la pretesa di studiare lamateria con rigore scientifico o dipresentarsi quale catalogo ragiona-to ed esaustivo di una particolaretipologia costruttiva o militare.

attraverso le splendide vedute di Maurizio sartoretto, che ci hafornito una preziosa e sensibilecollaborazione, abbiamo piuttostointeso compiere un percorsoappassionante e coinvolgente, unalunga cavalcata in terra venetadalle vette dolomitiche al mare,all’insegna del rispetto, dellaconsapevolezza e della valorizza-zione. una ricerca, sul piano stori-co ed estetico, finalizzata a colpiree a sensibilizzare il lettore sullagrandiosità di un patrimonio arti-stico e monumentale davveroimpressionante. un’ulteriore leva,per quanto modesta, concepita percontribuire alla crescita di unasensibilità che porti sempre piùall’affermazione di un’economia

forte e strutturata, basata sullacultura e sul turismo, le cui enor-mi potenzialità sono ancora ingran parte da sviluppare.credo -e spero- che questa nostraoperazione editoriale, coraggiosaanche perché portata avanti inepoca di crisi, possa incontrare ilgusto del pubblico. sicuramenteci siamo impegnati a fondo percondurla a termine, operandoscelte di qualità senza gravaresul prezzo di copertina, non ele-vato per una tale pubblicazione. Qui sotto riportiamo uno stralciodella presentazione stesa dall’ami-co Giovanni Battista sandonà,persona colta e sensibile, preziosocollaboratore di Bassano News e di editrice artistica. A.M.

Qui soprail castello di lusa ad arson (Feltre):situato ai margini del parco delledolomiti bellunesi, fu un’anticadimora signorile appartenente alsistema difensivo dei vescovi diFeltre e Belluno.

Sottola copertina del libro. “il veneto dei castelli” sarà inlibreria a dicembre (€ 40,00).

In libreria a dicembre un volume fotografico di grandeimpatto emozionale, ricco di immagini e riferimenti...

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castelli e città murate delveneto. va in scena la luce deisecoli oscuri, nella cornice dellachiostra prealpina. si anima ilteatro della nostra storia, tra ilproscenio delle dolomiti altissimee la platea, bassa tra le subsidenzelagunari, sulla riva del mare.torri e mura della nostra terra.appaiono dai monti pedine incan-tate di una scacchiera territoriale,definita armoniosa dalla centuria-zione romana e oggi quasi decom-posta nella sardana dell’unicaacentrica metropoli diffusa. paradosso felice. sistemi fortifi-cati, nati per la guerra e la morte,sono oggi sempre più presidio diumanità, luoghi di vita a misurad’uomo, rifugi dall’esistenzarapida e distratta, consumata insuperficie. vera condanna perl’uomo del terzo millennio. i centri murati e i castelli invita-no a scendere in profondità,

come profonde sono le vere dipozzo che li disseminano epescano l’acqua, la vita nascosta.Giacimenti di silenzio e luoghi diapprofondimento del sé persona-le, suggestione emotiva capace dipizzicare una corda segreta delcuore. in essi si ritrova il passodei padri. luoghi di ritmi antichi,scenari di tempi andati ci invita-no e insegnano a rallentare, aprender fiato e respirare a pienipolmoni, a osservare attenti enon guardar distratti.ammaestramenti inestimabilinella congerie del presente fram-mentario. Meccanismo dell’ani-ma e dell’architettura, manieri emura sono fragili e a rischio per-ché il castello è come il bosco:senza l’uomo ad abitarlo muore.la città murata non è riducibile aforesta intricata. Nei centri mura-ti del veneto la popolazione intramoenia diminuisce e invecchia

costantemente. privati degli abi-tanti tra le mura centri comeFeltre e castelfranco, cittadella esoave e asolo restano come edi-fici sventrati e alveari senza api.perdono le sentinelle e i custodi.perdono il profumo del pane fre-sco. perdono l’anima. vale per castelli e centri cinti damura, quanto vale e si dice pervenezia: la capitale lagunare ha,enfatizzati, i pregi e gli acciacchidei suoi fratelli in terra veneta. la città del leone gode di unalegge speciale, anche centrimurati e castelli meriterebbero unalegge e un fondo speciale regiona-le, alimentato in sede europea. i bisogni son gli stessi: restauraree studiare, scavare e proteggeredalle tante forme di deterioramen-to, promuovere, tutelare, arrestar-ne lo spopolamento. le potenzialità e il fascino sono,in scala, gli stessi. luoghi dell’emozione, scenaridell’interiore materiato, torri cer-chie e mura segnano e imprezio-siscono il paesaggio veneto. essechiedono e alimentano lo stupo-re, la contemplazione, il godi-mento della loro bellezza. sonoluoghi forti e spazi dello spirito. di questo parlano anche i mona-steri e le torri campanarie fortifi-cate: il campanile di san Felice eFortunato a vicenza, la più bellatorre militare scaligera ancora inpiedi fuori verona - simile allamemoria veneziana sullo sfondodella giorgionesca pala dicastelfranco; l’abbazia fortificatadi Follina -non lontana dal cupoferrigno castel Brando- sono solodue scorci di un lungo repertorio. la visione di Malcesine dalBenaco, l’impatto fascinoso etremendo di Montagnana, larocca di Monselice o il castellodegli ezzelini a Bassano di scor-

Sopraantica sede dei vescovi conti di

ceneda, il castello di san Martinosorge sul colle di san paolo, sopravittorio veneto: nonostante l’adat-tamento a residenza episcopale, in

alcune sue parti conserva ancoraoggi l’aspetto di una fortezza.

Sotto il castello scaligero di torri del

Benaco, sul Garda, ospita al suointerno un bel museo etnografico.

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GENS BASSIA

A latoprobabilmente i primi a edificare un castello a Malcesine, sul Garda,furono i longobardi. più voltedistrutto e ricostruito, il manierovenne in seguito poderosamenteattrezzato dagli scaligeri.

Qui sottol’imperatore ottone i è accolto abraccia aperte da papa Giovanni Xii(in una miniatura del Xv secolo).

Soprala rocca dei tempesta a Noale:venne utilizzata per scopi militarifino al Xv secolo.un momento del palio di Noale.

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cio dal ponte palladiano, il pre-sentarsi solenne e glorioso delcastello doppio di Marosticadalla pianura veneta, prima diapprodare alla riflessione cerebra-le allargano il cuore, dissetano lostupore, compiacciono la fame dibellezza. castelli e rocche, cittàmurate e torri danno per gli occhigran dolcezza al cuore. tantohanno di pregio architettonico, madi più offrono nel piacere dellavisione. se il primo dono èappannaggio di tecnici ed espertifruitori, il secondo lo vive ancheun bambino. essi dicono tanto sulpiano personale quanto al corposociale, quanto offrono all’animolo concedono poi al pensiero.incontrarli nella bellezza dellafotografia ha un’universalitàseconda solo alla fruizione dalvivo, offre un’emozione d’arteoggettivata seconda solo all’in-terpretazione artistica soggettivae geniale. un testo fotografico sucastelli e città murate è al giornod’oggi tentativo apparentementesecondario ma necessario. Èesperimento raffinato di riappro-priazione di tanti luoghi dellospirito, del ricordo e dell’emo-zione, canto delle radici, esplici-tazione di un viaggio interiore.

e’ tentativo di fermarsi per pen-sare e ritrovare nella pietra, nellegno, nei mattoni di torri, cam-panili e mura e porte e castelli,l’anima antica muta del venetodopo la fine di un modello disviluppo e il rallentamento dellalocomotiva del Nord est. e’ iltentativo di guardare con occhipieni di meraviglia, lasciarsi toc-care da immagini capaci di scen-dere nel lago del cuore, riflettereper trarre gli auspici e riorientareil cammino. urge tornare sulletorri per guardare più lontano,per intravvedere il futuro e il suosentiero. oggi le minacce nonsono più masnade armate maeconomie fino a pochi anni falontane, l’idra dell’inquinamentonelle sue molte teste e forme, ilsaldo demografico sempre piùcanuto, la fatica dell’integrazioneinterculturale, la disintegrazionesociale e familiare, la fretta, laprecarietà, la percezione di unavita meno buona e sicura. Figliimponenti della radice romano-germanica, che fu lievito e impa-sto del vecchio continente, tutti iluoghi forti veneti, perfino i loromozziconi e rimasugli, ricordanola secondarietà europea, nellafigliolanza romana: in essi,

SottoMastino ii della scala (1308-1351) inun disegno ottocentesco ispirato allasua statua equestre (ora conservata a

verona nel castelvecchio).

Sopra, da sinistra verso destrail castello di soave si presenta come

una poderosa costruzione militare.Fieramente piantato sul Monte tendaa controllo della pianura sottostante,è costituito da un mastio, attorno alquale si svolgono i giri delle mura.

il castello di valbona, a lozzoatestino, venne eretto nel Xiii secolo.

in parte distrutto, fu ricostruito daicarraresi nel 1338.

manufatti per la guerra e mirabiliarchitetture frutto dell’intelligenza,trovano armonia le ragioni dellaforza e le forze della ragione.le mura antiche dei castelli con-tribuiscono a trovare nei granaidella sapienza avita risposte aiproblemi più scottanti del pre-sente. duratura insegna di unaciviltà guerriera e dura ma coltae gentile, castelli e porte, torri emura restano oggi anche un invi-to incessante alla conservazione,memento e meditazione sui fon-damenti della nostra civiltà instagione di crisi. presidiando lepraterie degli animi e i territoriveneti come ieri anche oggi sonofulcri d’ordine. sono guardianivigili e muti di un equilibrio cittàcampagna rovinosamente in granparte perduto. Frenano e contra-stano uno sviluppo abitativoanarchico e inselvatichito, nonfatto per la convivenza pacificadell’uomo. sono confine mate-riale che non è limite ma prote-zione, non è ostacolo a raggiun-gere le lontananze remote delpresente globale ma alta specolada cui guardar lontano, godendoil tepore del nido e le brezze del-l’aria natia. G.B.S.

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Alcuni significativi suggerimenti per ridurre i consumi

risparMio eNerGeticocome realizzarlo nella nostra casa

PIANETA CASA

a cura di orazio schiavonDelegato Confedilizia Vicenza

per il territorio bassanese

l’energia consumata nell’ediliziaresidenziale per riscaldare gliambienti e per l’acqua caldasanitaria rappresenta circa il 30%dei consumi energetici nazionalie circa il 25% delle emissionitotali di anidride carbonica.lntraprendere interventi di rispar-mio energetico significa dunqueconsumare meno, riducendo lespese di riscaldamento econdizionamento, migliorare lecondizioni di vita all’interno dellacasa, diminuire sensibilmente iconsumi di combustibili fossili,proteggere l’ambiente, contribuirealla riduzione dell’inquinamentoe, infine, investire in modo intel-ligente i nostri risparmi.Negli ultimi anni sono state ema-

ALCUNI SERVIzI DICONFEDILIzIA A BASSANO

Consulenze in tutte le materie attinenti la casa:fiscale, condominiale, locatizia, lega-le, catastale...Assistenza contrattuale nella stipula dei contratti di locazione(con l’offerta della relativa moduli-stica) e di ogni altro contratto.Assistenza condominiale ai molti condòmini proprietari diappartamento anche in materia diadempimenti e agevolazioni fiscali,nonché corsi di formazione e aggior-namento per amministratori. Confedilizia Notizieè un mensile, ricco di informazioniutili al condòmino, al proprietario dicasa, al risparmiatore immobiliare.preziosi risultano pure i suoi manuali,opuscoli e approfondimenti periodici.Contributi di bonificaassistenza contro le pretese di contri-buti consortili per immobili che nongodono dei benefici della bonifica.“Servizio Garanzia Affitto” con vantaggi per proprietari e inquilini.Visure catastali e ipotecarie on-linesu tutto il territorio nazionale, gra-tuite per gli associati.

L’organizzazione storica della proprietà immobiliare, da sempre a difesa del proprietario di casa

delegazione di Bassano del Grappavia schiavonetti, 1 - tel. 0424 [email protected]

Soprail risparmio energetico in casa passa

attraverso una buona manutenzione e regolazione degli impianti di

riscaldamento e condizionamento.Bisogna dunque prestare attenzione

alla canna fumaria (1), alla caldaia (2),al bruciatore (3) e all’unità esterna

di condizionamento (4).

nate diverse leggi e norme cheindicano requisiti e criteri sia perla progettazione delle nuovecostruzioni sia per gli interventidi riqualificazione del patrimonioedilizio esistente.in seguito riportiamo alcuni sug-gerimenti per migliorare il livellodi comfort della nostra abitazionee per ridurne i costi energetici tenendo presente che alcuniinterventi richiedono l’assistenzadi tecnici specializzati.di tutta l’energia utilizzata in unastagione per riscaldare a 20°c econdizionare a 26° c un edificio,una parte viene dispersa dallestrutture (tetto, muri, finestre) eun’altra dall’impianto. sul con-sumo totale di combustibile, uti-

lizzato per riscaldare un edificio,si può risparmiare dal 20 al 40%fin dal primo anno, con beneficinotevoli sulla bolletta energetica.per realizzare un significativorisparmio dobbiamo pertantoridurre le dispersioni di calore ininverno e le rientrate di calore inestate attraverso le pareti, il pavi-mento e il tetto della casa, limitarele fughe di aria calda attraverso i vetri e gli infissi delle finestre,abbassare il riscaldamento neilocali non utilizzati, sfruttare almeglio l’energia manutenendo eregolando bene gli impianti diriscaldamento e condizionamento.tutto ciò comporta spese, ma sitratta di investimenti che portanoa un risparmio immediato.

* zona climatica e - Nord italia

ll nostro impianto di riscalda-mento, per mantenersi efficientee consumare poco, deve essereben tenuto e perfettamente rego-lato. proprio per questo il d.p.r.412 del 26.8.93 e il dlgs 19 ago-sto 2005 N. 192 hanno resoobbligatori i controlli sull’effi-cienza degli impianti termici. su tutti gli impianti, sia centra-lizzati sia autonomi, dobbiamoeffettuare almeno una manuten-zione ogni due anni, secondoregole precise. tale manutenzione deve essereeseguita da tecnici specializzati e riportare l’esito dei controlli suun “libretto” (che ogni impiantodeve avere).

la manutenzione obbligatoriaprevede:- il controllo della temperatura el’analisi dei fumi (una temperaturadei fumi troppo elevata indica laprobabile presenza di incrosta-zioni all’interno della caldaia,che si traduce in un minor rendi-mento dell’impianto);- la pulizia della caldaia (ancheun piccolo spessore di fuligginenei canali che portano il fumocausa una sensibile riduzione delrendimento dell’impianto);- la regolazione della combustionedel bruciatore, in quanto un malregolamento è causa di notevolespreco di energia. se porzione delcombustibile non viene totalmente

bruciata, le particelle incombustesi depositano sulle superfici inter-ne della caldaia e del camino e/ofuoriescono inquinando l’am-biente circostante;- la sostituzione del generatore di calore che è obbligatoria se,dagli accertamenti effettuatidurante la manutenzione, siriscontra che non è possibilemigliorare il rendimento dellacaldaia per adeguarlo ai valoriminimi imposti dalla legge. Nelcaso di caldaie molto vecchie (15anni) è obbligatoria una diagnosienergetica da parte di personalequalificato e, generalmente, èconveniente sostituire la caldaiacon una ad alta efficienza.

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colori, forme e geometrie, giochidi luce e vibrazioni, tra la poesiadel disegno e la ruvida concre-tezza della materia, in una suc-cessione di quinte che nasconoprogressivamente dal nulla, a volte connotate da un ritmolineare e forse quasi prevedibile,a volte complesse e sorpresedall’improvvisa irruzione di ele-menti trasgressivi. la sfida di cristina Busnelli,diplomatasi al Brocchi diBassano, ma fin da bambinaportata a esprimersi con la matitae i pastelli (“avrei voluto frequen-tare il liceo artistico”), è stata vir-tualmente lanciata dopo l’espe-

rienza milanese alla scuolapolitecnica di design (1980-’82).“una formazione importante,legata soprattutto alla presenza di docenti di alto livello (BrunoMunari, Guido petter...) e allacomposizione eterogenea deglistudenti, provenienti da ogniparte del mondo e apportatoridelle percezioni più disparate.un cocktail stimolante, al qualefaceva da sfondo l’ambientemeneghino, a quel tempo estre-mamente vivace sotto il profiloculturale e artistico”. amante del design e della pittura,nei primi anni ottanta cristinaBusnelli ha imboccato una strada

intermedia, quella della tessituraa mano, iniziando un periodo diapprendistato presso la zia renataBonfanti, già allora artista difama internazionale. un affian-camento partito in sordina che,giorno dopo giorno, l’ha condottaad affinare le proprie conoscenze; un percorso compiuto assieme,lungo il quale ha tuttavia matura-to progressivamente una visioneartistica autonoma. se al princi-pio le sue opere (arazzi e tappeti)ricalcavano per certi versi laproduzione della Bonfanti, inseguito la giovane tessitrice si èdifferenziata sotto il profilo tec-nico e formale.

SFIDE

cristiNa BusNellila regola e la trasgressioneDall’esperienza milanese con i maestri del design alla formazione con Renata Bonfanti e

alla successiva elaborazione di una sua personale produzione artistica: scopriamo i segreti di

un’arte antica che, rivisitata con fantasia dalla tessitrice bassanese, si rivela più attuale che mai.

Uscire dagli schemi attraverso una progettazione rigorosa

testo di andrea Minchio

Fotografie:Franco Manfrotto, andrea e

antonio Minchio, Fabio zonta,archivio cristina Busnelli

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cristina Busnelli, bassanese, haconseguito il diploma di industrial

designer alla scuola politecnica di design di Milano.

progetta e realizza a telaio prototipie pezzi unici per abbigliamento e

arredamento. applica una lavorazioneantica alla ricerca tecnico-formale eallo studio dei materiali e delle loro

caratteristiche, secondo metodologieproprie dell’industrial design.

A fianco, da sinistra verso destraPeluquero, arazzo, tela e saia, 2006.

Gritti, arazzo, tela e saia, 2006.

Qui sottoGea, arazzo, tecnica mista, 2007.

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A fianco, da sinistra verso destrai quattro arazzi realizzati da cristinaBusnelli tra il 2006 e il 2007 per l’ambone della chiesa di sanFrancesco a Bassano: ognuno diessi si ispira ai colori e ai temi deltempo liturgico.

Qui a lato, dall’alto verso il bassoFuente de luz, lampada in legno e tessuto, 2002 (coll. privata).Lanterna magica, minitessitura concornice, 2010.

“Normalmente sviluppo i mieilavori partendo da un fondamentoreale (per esempio un paesaggio)per poi trasformarlo e ridurlo asoggetto irriconoscibile”: un’in-terpretazione personale e fanta-siosa che si esplica pure attra-verso un uso libero e disinvoltodella tecnica. cristina Busnellitende infatti a stravolgere e rom-pere le geometrie dell’intrecciotessile (soggetto di per sé allostrumento-telaio e quindi vinco-lato a una rappresentazionepiana), mescolando tecnichediverse che conferiscono alle sueopere un effetto tridimensionale.un esito singolare e insospettato,che ottiene infittendo o rarefacen-do i fili, usando differenti intrec-ci tessili e scegliendo materialidi diversa consistenza e cromia.“se la pittura si estrinseca -tal-volta con più strati di colore- suun supporto certo, è giusto (e soloapparentemente banale) ricordareche nell’opera tessuta a manosupporto e realizzazione artisticacostituiscono un tutt’uno, che

prende corpo e forma un po’ allavolta, procedendo da un’originedefinita e mantenendo sempreuna precisa direzione di lavoro”.tutto vero, naturalmente. anchese l’approccio di cristina Busnellitiene conto della sua specializza-zione in industrial design. ognilavoro (si tratta di pezzi unici) èpreceduto da un’accurata proget-tualità e ne prevede la destinazio-ne: a muro, indossato come indu-mento, a terra come tappeto. la scelta della tecnica e deimateriali ne risulta quindi unalogica conseguenza, evidenteretaggio della scuola milanese,sempre rispettosa di quel legametra oggetto e funzione che sirichiama ai dogmi della Bauhaus.“la tessitura impone un certorigore; per le sue caratteristiche ei suoi limiti richiede un’accurataprogettazione, che contempli purela libertà di uscire dagli schemi eindividui le modalità tecniche perpoterlo fare. solo attraverso con-tinue variazioni ritengo sia infattipossibile elaborare nuove e sti-

molanti soluzioni. carmen rossinotava -giustamente- come il miolavoro ricordi quello dei jazzisti,che creano molteplici improvvi-sazioni da un tema noto”. a chi le chiede il significatodelle sue opere cristina Busnellirisponde lasciando quasi unaporta aperta: “ogni mio lavororivela uno sfondo ideale chelascio sospeso e indeterminato;l’invito all’osservatore è quellodi leggerlo e completarlo secondouna sua personale visione”.

Qui sottoTrepiùdue, arazzo a cinque teli componibili, tecnica mista, 1999.

SFIDE

SopraSpecchio delle mie trame, oggettotessile, 2001.

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SFIDE

Cristina Busnelli

via sant’antonio da padova, 16Bassano del Grappa (vi)

tel. 0424 567424cell. 347 5509339

[email protected]

A fianco, da sinistra verso destraAmareilibri, arazzo, tecnica mista,

2000 (coll. privata).Eolo, arazzo, tecnica mista, 2002.

Qui sottoalcuni particolari di tessiture

e tecniche di lavorazione.

Qui sottoLa regina della notte, arazzo,

tecnica mista, 1997.

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Mostre, letture e frizzanti curiositàAPPUNTI

a cura di elena trivini Bellini METODO GUGU’: così l’apprendimento della musica diventa facile e divertente

le esperienze pedagogiche del maestro luigi Ferro in una “rivoluzionaria” e brillante pubblicazione.

il Metodo Gugù è una tecnicaper l’apprendimento della musicae in particolare del pianoforte.l’idea nasce da una ventennaleesperienza nell’insegnamento edalla continua e fortunata prof-ferta di manifestazioni musicaliper bambini, in tutto il territoriobassanese, da parte del suoautore, il maestro luigi Ferro.pianista, didatta e compositore,il musicista partenopeo (che dalungo tempo vive nella nostracittà) ha infatti condensato le sueconoscenze ed esperienze peda-gogiche in questo particolaremetodo, rivolto tanto ai bambiniche intraprendono lo studio del

pianoforte quanto agli insegnantiche li seguono.si tratta di un prezioso supportotecnico, teorico e pratico per idocenti di pianoforte, che pro-pone nozioni, esercizi e brani(con difficoltà crescente) e offreallo stesso tempo l’opportunità dicondividere, ampliare e svilup-pare un personale percorsodidattico. tradotto in un’elegantee colorata pubblicazione, tanto daapparire come una vera “chicca”nel panorama editoriale nazionaledi settore, il Metodo Gugù forni-sce inoltre utili consigli su comeorganizzare un saggio musicalemulti-artistico anche con allieviai primi mesi di corso.un simpatico personaggio illu-strato, il piccolo gufo Gugù,accompagna assieme a numerosiamici l’allievo attraverso lepagine del libro: un percorsodidattico nel quale si rivela divolta in volta insegnante saggioe tenera, amichevole mascotte.la pubblicazione si apre conalcuni cenni teorici, ai qualiseguono esercizi e brani melodici

che approfondiscono le varieproblematiche tecniche (sempredescritte simpaticamente daifumetti); elementi che sono poiinseriti nelle fiabe musicalidescritte e raccontate.i primi brani musicali prevedonoun testo accompagnatorio e pos-sono essere quindi cantati daibambini per meglio svilupparela propria musicalità. il testo fapure cenno a una tecnica utilis-sima per la corretta posizionedella mano, che è utilizzataempiricamente da più di mezzosecolo da molte scuole di piano-forte (come la scuola napoletana)ma che mai è stata edita: lacosiddetta tecnica delle cadute.alcuni interessanti e innovativiinput alla composizione invitanoinoltre i bambini a creare la loromusica, mentre un facile metodoper la memorizzazione degliaccordi aiuta i ragazzi a essereautonomi nell’approccio allamusica moderna, leggera e d’accompagnamento. preziosiconsigli sulle modalità di studioconcludono questo testo, riccodi immagini colorate, brani dallemelodie orecchiabili, allegrifumetti ed esercizi tecnico-teoriciprogressivi e formativi.i bambini hanno così la possibili-tà di imparare i primi rudimentidi pianoforte in modo allegro eveloce, potendo subito parteci-pare a manifestazioni (saggi ofiabe musicali), ampiamentedescritte e illustrate nel testo.Non a caso il sottotitolo del librorecita eloquentemente “peramare lo studio del pianoforte”.Luigi Ferro, Metodo Gugù. Editrice Artistica Bassano, 2010Pagg. 112 - € 20,00

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Sotto, da sinistra verso destrail maestro luigi Ferro, pianista,

didatta e compositore, affiancato da“Gugù”, il simpatico gufetto che ha

creato per illustrare a bambini e insegnanti la sua particolare tecnica

di apprendimento della musica.

Qui soprala copertina e due pagine della

pubblicazione. di grande formato,con un’efficace veste grafica (curatada diego Bontorin) e molti disegni a

colori (opera di piero sandano), questo volume si pone nel mercato

editoriale italiano di settore comeuna vera e propria “chicca”.

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A fianco, da sinistra verso destratiziano vecellio, Adamo ed Eva,1550. Madrid, Museo del prado.

una splendida tavola illustrata delTrifoglio rosso.

Qui soprail Trifoglio rosso (o pratense) è una

pianta erbacea molto comune initalia. dalle sue infiorescenze,

raccolte al momento della massimafioritura e poi essiccate, si ottengonopolveri ed estratti per la fitoterapia.

il Trifoglio rosso è una piantaricca di antiossidanti naturali e fitoestrogeni specifici per l’ap-parato uro-genitale della donnae dell’uomo.

per il gentil sesso, infatti, unacostante integrazione con estrattidi Trifoglio rosso determinaimportanti attività estrogenetichesimili, che compensano le caren-ze ormonali in pre-menopausa ein menopausa, migliorando cosìtutti i sintomi, i disagi e le pato-logie a esse correlate. i rimedi naturali a base diTrifoglio rosso rappresentano deivalidissimi supplementi che pre-vengono, senza effetti collaterali,le carenze di estrogeni. in effettila presenza dei fito-estrogeniricrea il cosiddetto ombrelloestrogenetico di protezione con-tro le patologie metaboliche,come per esempio l’osteoporosi,le malattie cardiovascolari, l’in-farto, l’ipertensione arteriosa,l’ictus, l’ipercolesterolemia...

una costante integrazione conestratti di Trifoglio rosso con-sente invece all’uomo di proteg-gersi dall’ipertrofia alla prostatae -di conseguenza- dai tumorialla prostata, grazie alle potentiproprietà antinfiammatorie,antiossidanti e ormonali di que-sta pianta. il Trifoglio rosso,inoltre, funziona pure come unasorta di viagra naturale: la suaazione a livello erettile non èimmediata, ma nel tempo forni-sce un valido supporto in questadirezione, grazie alla capacità dialcune sostanze contenute negliestratti di incrementare la produ-zione dell’ossido nitrico organico;il quale, a sua volta, favoriscel’afflusso di sangue nei corpicavernosi dall’apparato genitalemaschile.

Molte delle funzioni a livellovascolare sono legate ad alcunesostanze del Trifoglio rosso chefavoriscono appunto la formazio-ne dell’ossido nitrico organico,

uno tra i più potenti vasodilatato-ri naturali con regolarizzazionedel flusso del sangue e conpotenti attività biologiche.l’ossido nitrico è stato studiatoper la prima volta da louis J.ignarro, vincitore nel 1998 delpremio Nobel per la fisiologiadella medicina. lo studio harilevato che l’ossido nitrico haun effetto vaso rilassante e anti-sclerotizzante, un ruolo chiaveper il buon funzionamento delsistema cardiocircolatorio.Questa attività dell’ossido nitricodetermina un’importante funzionedi prevenzione per tutte quellepatologie dovute alla diminuzioneo al blocco del flusso sanguigno:è utilissimo per esempio control’infarto e l’ictus. l’ossido nitri-co, inoltre, svolge interessantissi-me attività a livello immunitario,e viene impiegato dalle diversecellule del sistema per ucciderebatteri e microrganismi patogenicon azioni di protezione antivi-rale, antibatterica e antifunginea.

SAPERNE DI PIU’ Conosciamo da vicino una pianta dalle proprietà importanti per il benessere della donna e dell’uomo

a cura di Matteo zonta

Viale dei Martiri, 70 Bassano del Grappa

Tel. 0424 1945594 - 328 [email protected]

e-rboristeria zonta

MATTEO ZONTANaturopata - Iridologo

il triFoGlio rosso

Sulle problematiche che riguardano la salute sono previste

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E’ particolarmente indicata per la salute dell’apparato uro-genitale di entrambi i sessi.

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Allievo di Giovanni Petucco e Gino Cuman ai tempi di Andrea Parini, privilegia da semprele figure e i ritratti. Modellatore e scultore, nelle sue opere si ispira ai grandi del passato,con un repertorio che spazia dai temi mistici e religiosi a quelli più umani ed effimeri...

I NOSTRI TESORI

testo di andrea Minchio e andrea Gastner

Fotografie: Bassano News

na ventenne, lorenzo Battistellofu costretto dalle circostanze aemigrare a prince George nellacolumbia Britannica (canada)dove lo attendeva il fratelloromano. un cambiamento radi-cale, segnato dalle molte difficol-tà che -soprattutto al principio-accompagnano la vita dell’emi-grante. dall’ambiente familiaredei laboratori novesi alle grandiimprese edili e al lavoro in car-tiera: un percorso che richiesemolta flessibilità e pazienza,inducendo il giovane vicentino a fare inizialmente “un po’ ditutto”, perfino il boscaiolo...ogni sera, però, concluso l’im-pegno lavorativo, lorenzoBattistello tornava alla sua antica

la passione per l’arte non conosce confini. un’affermazioneche si attaglia perfettamente a lorenzo Battistello, scultorebassanese specializzatosi nel-l’esecuzione di opere in terracottae bronzo. un amore per il bello, ilsuo, nato tra i banchi dell’istitutod’arte de Fabris di Nove, aitempi gloriosi della direzione diandrea parini e sotto la guida didocenti blasonati quali Giovannipetucco e Gino cuman. una grande vocazione, in segui-to maturata anche attraversol’importante eperienza lavorativain alcune aziende ceramiche delterritorio, che negli anni non èmai venuta meno. Neppure nel 1962 quando, appe-

A destraLo Spirito Santo appare alla

Madonna e al Bambino, terracotta(particolare e assieme), 2009.

SottoMadonna con Bambino, terracotta

(particolare), 2009.

passione, dedicandosi a quellaceramica che amava e che gliricordava la terra natale.privilegiando l’ambito figurativo,da buon modellatore e scultore,eseguiva infatti ritratti, statuette,bassorilievi e medaglioni.una sua specialità era rappre-sentata dal nudo, al quale ancheoggi si dedica con sentimento;precedute da schizzi e disegnipreparatori, le sue “donne” esibiscono fattezze sensuali emediterranee. ancora una voltaun richiamo, dalle distese gelidee boscose dell’america setten-trionale, alle forme e alle solaritàtipiche del Bel paese.soggetti plasmati con maestrianell’argilla: un materiale povero,

Artista sobrio e riservato, merita maggiore rinomanza

loreNzo Battistelloceramica e bronzo tra sacro e profano

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A sinistraCrocifisso, terracotta su legno di abete, cm 75 h, 2009.

Sotto, dall’alto verso il bassoCrocifisso, bronzo patinato, 2002.Cristo morto, terracotta su legno di noce (particolare), 2000.

A sinistra, dall’alto verso il bassoOmaggio a Madre Teresa nel centenario della nascita, terracotta. 2010.Mendicante, bronzo, 1998.

Qui sottolorenzo Battistello nei pressi dellachiesa di san Francesco a Bassano.

spesso rifinito dopo la cotturacon una patina a base di latte (o con tinte bronzee e ramate),che tra le abili mani di Battistelloacquista vita ed espressione. dal 1992, trent’anni dopo la suapartenza per l’estero, Battistello(che ora è in pensione) vive aBassano. Non aspetta più la sera-o la notte- per lavorare la cera-mica, ma destina tutta la giornataall’arte; alle opere in terracottaha inoltre affiancato quelle inbronzo. dai modelli in cera o inargilla (talvolta pure in biscotto)ricava gli stampi per la fusionecon risultati davvero lusinghieri;basti pensare alle armoniose eaggraziate ballerine ispirate aiquadri di degas, piccoli gioielli

che sono anche pezzi unici.un altro filone perseguito contenace costanza da Battistello èquello religioso: le immagini diqueste pagine ne dimostranotutta la mistica bellezza.Nella dolce soavità delle sueMadonne con Bambino è facileindividuare un dna di evidentematrice veneta, con chiari riferi-menti alla pittura dei Bellini. di dimensioni notevoli (si trattadi opere alte anche più di unmetro), rappresentano per l’ar-tista “la parte femminiledell’assoluto”, alla quale egliconsacra un lavoro lungo, certo-sino e colmo di cristiana devo-zione. Nei suoi cristi, infine, loscultore trasfonde l’immane sof-

LORENzO BATTISTELLO

SCULTORERitratti, figure in bronzo e terracotta

Via Lodovico Todesco, 25Bassano del Grappa (VI)Telefono 0424 527990 (ore pasti)

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ha esposto i suoi pezzi in mostree rassegne: solo in passato, quan-do ancora viveva nel continenteamericano, ha tenuto alcune per-sonali con molta soddisfazione.prossimamente (sabato 6novembre, ore 15) potremo peròammirarne alcune opere pressola sede espositiva della storicaditta ceramiche petucco a Nove,l’azienda del suo antico maestro.per Battistello non è solo unamanifestazione culturale, maanche un ritorno alle origini...

ferenza del salvatore, al cui voltopatito conferisce in qualcheoccasione non tanto le sembianzedi un giovane “figlio” quantoquelle di un “padre” avanti neglianni: un povero vecchio smuntoe macilento, fiaccato dalle tra-versie di una vita aspra, per certiversi umanamente simile a quel-la di tanti emigranti conosciutida Battistello in canada.

schivo e riservato per natura,raramente lo scultore vicentino

1) Donna con treccia, bronzo, 2002.2) Meditazione, terracotta patinata,

2003.3) La pensatrice, bronzo, 2001.4) Aurora, terracotta, vedute

di faccia e di schiena, 2009.5) La bagnante, bronzo patinato,

2004.6) Ballerini, bronzo patinato, 2009.7) Venere, terracotta, 2009.8) Il lago dei cigni, bronzo patinato,

2008.

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FINESTRA SUI GIOVANI

Sopradue immagini della classe iii Gdell’istituto professionale per il

turismo remondini di Bassano.

SottoMilana, come le sue compagne

della iii G, ha partecipato con passionealla discussione sul complesso

rapporto tra i giovani e la moda.

Fra i molti argomenti che ho trattato in classe in questo ultimomese di discussioni, ce ne è unoche mi ha particolarmente colpito,più che altro per la posizioneassunta dalle ragazze: l’abbiglia-mento consono alla scuola. se fossimo sul finire degli annisessanta mi aspetterei dei giovani a favore di una nuova libertà dicostume, che diventa manifesto di libertà e di pensiero, unita anchea un nuovo concetto di emancipa-zione sessuale, con particolare riferimento alla donna.

oggi, una classe di diciannoveragazze e due maschi si è dimo-strata in netto disappunto sullamoda diffusa da un po’ di anni,relativa ai pantaloni a vita bassache spesso ostentano varie tipologie(o assenze) di perizoma, per nonparlare di altre esibizioni pocoeleganti del proprio corpo. Milana esprime fin da subito undisagio molto chiaro (che in findei conti appartiene anche alle suecompagne): “prof., non sopportole ragazze che mettono in mostratutto, davanti e dietro, perché iragazzi si fanno certe idee e pen-sano poi che tutte siamo facili edisponibili”. tale uscita mi ha stu-pito, perché ero abituato ad affer-mazioni come: “prof., lei è vecchio,non può capire la moda giovane!”;

mentre ora è come se i ruoli sifossero ribaltati: una classe diragazze, di circa sedici anni, mista dimostrando una certa maturitàaccompagnata da disagio, perchéal parere di Milana se ne sonoaggiunti altri di irritati, per dareragione alla compagna: “prof.,sinceramente ho paura a uscire dasola, perché non mi sento rispetta-ta”; “prof. ... mi è già capitato diricevere un complimento pocogentile per strada”; “prof., quandovado in discoteca (alla domenicapomeriggio) devo stare con la manosul bicchiere per evitare che qual-cuno mi metta qualcosa di strano”. tali affermazioni mi fanno intuirecome molte ragazze siano sempli-cemente per bene, legate a solidivalori e terribilmente impaurite pertutta la violenza che gira loro attor-no, fino a perdere la serenità neimomenti di svago all’aria aperta.io chiedo loro se vedono dei motividi soluzione e chiara, decisa, pro-pone che a scuola sarebbe giustoavere la divisa, non come la inten-dono i college inglesi, ma una cosapiù semplice composta da un bluejeans, una t-shirt per l’estate e unafelpa per l’inverno. Magari lascuola si potrebbe convenzionarecon un negozio che venda il com-pleto a un prezzo irrisorio (potreb-bero essere 30 euro per i jeans e30 euro per la felpa). “Questo evi-

terebbe -aggiunge- l’ostentazione,da parte di alcune compagne ecompagni, di marche molto costose(per essere diversi?); inoltre porte-rebbe un po’ di buon gusto a scuolae aiuterebbe le famiglie a spenderemolto meno per i vestiti dei figli”.la proposta è senza dubbio benformulata, dimostra un’attenzioneai disagi tipici dell’adolescenza(che in realtà si protraggono anchein molti adulti) e uno scrupoloverso la difficile “sopravvivenza”dei genitori nei tempi difficili incui stiamo vivendo.

oggi ho avuto la sensazione che igiovani, spesso criticati (ormai èun’abitudine, come il lamentarsiper il tempo), non fossero quellipresenti davanti a me. Nel frat-tempo pensavo ad alcune mammee alcuni papà, che si presentano aicolloqui con gli insegnanti vestitinel modo appena criticato e chiedono se il figlio o la figlia si presenti in modo decoroso. le ragazze e i ragazzi che spessoho di fronte hanno ottime poten-zialità, che frequentemente sonosoffocate perché non vi sono strut-ture, come i mass media, in gradodi raccogliere la loro causa.Mi guardo attorno, provo a osser-vare come sono le ragazze che hodi fronte: blue jeans, t-shirt, sedicianni, voglia di vivere, di urlare alcielo l’essenza della vita, di libe-rarsi da ogni paura e di costruireun percorso solido che garantiscaloro un futuro sereno. Forse dob-biamo dare loro più fiducia eimparare a proteggerle di più, per-ché per offendere e distruggere ladignità basta pochissimo.

Queste righe sono dedicate a Sara,che nelle scorse settimane, a causadella mostruosità umana, è stataritrovata in fondo a un pozzo.

I giovani e il loro difficile rapporto con l’abbigliamento

uNa MaGlietta e uN paio di Blue JeaNsUna discussione in classe ha portato a conclusioni sorprendenti. Molte studentesse si sono infatti

dimostrate contrarie a certe mode. E c’è pure chi propone una particolare “divisa” per la scuola.

a cura di sandro Gazzola

C’è una sola grande moda:la giovinezza.

Leo Longanesi, 1957

Moda. La dea dell’apparenza.

Stéphane Mallarmé, 1870

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Alla scoperta del Masterplan di un’area strategica

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L’ispirazioneNel 2004, visitando la bella mostradedicata a renzo piano nel portovecchio di Genova, lessi (e mirimase impressa) la sua presenta-zione al Masterplan che offriva allasua amata città: “e’ un apportolibero e gratuito che consegno allacittà e alle sue istituzioni, per ilsuo futuro urbanistico, portuale,industriale e sociale. spero che ilcontenuto di questo affresco, chenaturalmente può essere approfon-dito e migliorato, non venga stra-volto: nel qual caso, come ho giàdetto, mi avvarrò del tradizionalediritto al mugugno, come nellamigliore tradizione dei contrattigenovesi di imbarco…”. Questo straordinario gesto civicodi un grande dell’architettura

mondiale nei confronti della suacittà, ha ispirato, con consapevolemodestia delle debite lontanissimeproporzioni, il nostro offrire allacittà di Bassano del Grappa, uninsieme di possibili visioni urbaneche la proiettino dinamicamentenel prossimo strategico decennio.

Il sistema museale esistentel’area interessata dal Masterplan,nella sua parte nord, può essereconsiderata un’ideale prosecuzionedel centro storico oltre viale delleFosse. inoltre la prossimità con lastazione ferroviaria la pone comeideale nodo di interscambio eaccesso alla funzione turistico-cul-turale svolta dalla città di Bassano.Nel centro storico sono localizzatetutte le offerte culturali in formamuseale di Bassano, collegate traloro da percorsi che si aprono suspazi civici urbani che sono a lorovolta elementi facenti parte delsistema di offerta turistica dellacittà (piazza Garibaldi, piazzalibertà, piazzotto Montevecchio,salita Ferracina, il ponte vecchio,via angarano, le rive del Brentaecc.). si sono pertanto evidenziatitutti quegli edifici o nuclei edifi-cati che assolvono a funzionemuseale o similare (spazi espositi-vi, monumenti) e i percorsi che licollegano tra loro. sono stati indi-viduati da est (zona prospicente

all’area del Masterplan) a ovest, il complesso della ex-casermacimberle-Ferrari, ora sede di par-cheggio temporaneo ma con pro-getto definitivo approvato, a firmadell’arch. carlo aymonino, per ilpolo Museale-culturale santachiara (ampliamento del Museocivico, Museo dell’automobileBonfanti-vimar, Museo di storiaNaturale); la sede espositiva permostre temporanee di palazzoagostinelli, il complesso di edificiche costituiscono il Museo civico,la torre civica che affaccia su piaz-za Garibaldi; la sede di mostretemporanee e di convegnichiesetta dell’angelo in via roma;palazzo sturm, che ospita la colle-zione di stampe dei remondini, lanuova sede dell’urban center cheaffaccia direttamente sul Brenta; ilponte vecchio; l’edificio dell’ex-Macello sulla sponda destra del

SCHEGGE

inizia con questo numero una serie di approfondimenti per conoscere le analisi e le scelte checaratterizzano il progetto unitario della trasformazione di un importante brano urbano della città.

a cura di Massimo vallotto Bassano 2020: l’asse dei musei

In questa paginai render, gli schizzi e gli spaccati

del progetto definitivo per il polo Museale santa chiara,

dell’architetto carlo aymonino, di prossima edificazione nell’area

dell’ex-caserma cimberle-Ferrari.carlo aymonino è scomparso lo scorso

luglio, i lavori continueranno sotto la direzione della società torinese

d’ingegneria Sintecna srl.

Sottouno degli ultimi schizzi di aymonino

(1926-2010).

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ai visitatori di muoversi in com-pleta sicurezza. particolare atten-zione dovrà quindi essere postanell’attraversamento di viale delleFosse, che risulta particolarmentetrafficato, e per il collegamento conla stazione Ferroviaria, importantepunto di accesso alla città.

Obiettivi del progettodall’analisi il sistema musealepresente in città appare racchiusoall’interno del centro storico.Questo è oggi un vantaggio, inquanto i musei e i monumenti sonotutti facilmente raggiungibili, masubisce un punto di cesura fortecon l’area del Masterplan.dovendo quest’ultima, nella suaparte nord, risultare l’ideale prose-cuzione del centro storico stesso,dovrà essere stabilmente collegataa via Jacopo da ponte con un pas-saggio pedonale ipogeo, segnodistinguibile e caratterizzante l’in-tera operazione. a questo deve

fiume, che diverrà sede privata diesposizione ed eventi di arte con-temporanea ed infine palazzoBonaguro, che affaccia a nord suvia angarano e sul Brolo di prossi-mo recupero e valorizzazione a sud.i collegamenti tra questi edificimuseali, sedi di esposizioni edeventi, e i monumenti avvengonoattraverso percorsi storici tuttiinterni al nucleo della città vecchia,nella maggior parte pedonalizzati,sui quali affacciano importanticostruzioni che hanno funzioneidentitaria per i caratteri della cittàdel Grappa. l’ideale collegamentoe prosecuzione dell’area del vecchioospedale non potrà prescindere da questa importante caratteristica,dovendo prevedere da un lato l’in-serimento di elementi architettoniciche integrino e completino l’offertaculturale e dall’altro privilegino lafruizione della stessa attraversopercorsi pedonali che non si sovrap-pongano ad altri flussi, permettendo

le “tracce di progetto” del Masterplan.con questo progetto ci si propone di eliminare anche la cesura di percorso,creata dal viale delle Fosse, tra gli edifici museali/espositivi esistenti el’area del vecchio ospedale.

1) area del vecchio ospedaleCentro Civico - spazio polifunzionale(esempio: auditorium Mc9 zurickinsurance company; scandurra studio).2) sottopasso di viale delle Fosse(ipotesi).3) polo Museale santa chiara.

tuttavia aggiungersi una funzioneche integri quanto il sistemamuseale della città già possiede,un nuovo edificio con prevalentefunzione culturale che completil’offerta bassanese. se l’area delvecchio ospedale è destinata aospitare in un prossimo futuro laCittadella dei Servizi, è vitale, anostro avviso, prevedere all’inter-no degli accordi pubblico-privatinecessari per l’impresa di trasfor-mazione dell’area stessa, un edificiocardine, definibile Centro Civico,che possa svolgere il ruolo dicatalizzatore delle offerte culturalidinamiche della città, uno spaziopolifunzionale che si “trasformi”adattandosi di volta in volta, persoddisfare le funzioni necessarieal completamento dell’offerta cul-turale temporanea della città(struttura congressuale utilizzabileper convegni, conferenze, proie-zioni; spazio-teatrale dotato ditorre scenica e capienza fino a

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1200 posti, ideale per spettacoliclassici e contemporanei). unastruttura oggi mancante alla città,concepita secondo i dettami piùpragmatici che possano portare auna gestione attiva e qualificata,inseribile nell’offerta turisticainternazionale con l’obiettivo diattrarre anche nuovi e stimolantivolani economici per il territorio.

La proposta progettualel’inserimento del nuovo poloMuseale santa chiara nell’excaserma cimberle-Ferrari è di fattoun completamento di quel percorsointerno al centro storico che vienenaturale definire “asse dei Musei”.inoltre lo stesso complesso si pro-porrà come elemento dialogantecon l’area del vecchio ospedale,punto di connessione con laCittadella dei Servizi e con l’au-spicato Centro Civico che potrà,oltre a ospitare eventi culturali edi spettacolo vario, anche favorirenuove importanti attività congres-suali come già esposto. e’ per que-sto motivo che tale collegamentodeve assumere una assoluta evi-denza, in quanto rappresenta ilpunto di raccordo e continuazione

tra il centro storico di Bassano ele aree di prossima trasformazione. tutto ciò comporta lo sviluppo delruolo dell’armatura culturale delterritorio come matrice dell’identitàdei luoghi e come linea strategicae prioritaria di sviluppo locale, ilcui valore è affrontato partendo daalcuni punti fissi di una rinnovatadeclinazione dello sviluppo soste-nibile: l’intero territorio è vistocome sistema culturale, come esitodi processi stratificati nel tempo ecome opportunità creativa pernuove interpretazioni, interventicompatibili e valenze economichemesse dalla storia e dalla culturasul tavolo della competizione.la pianificazione del patrimonioculturale territoriale viene affrontatanon più come un settore o come unsemplice attributo qualitativo dellosviluppo, ma come matrice cultura-le genetica di tutte le sostenibilità

dello sviluppo: sostenibilità costi-tuzionale, culturale, gestionale edeconomica, considerate come campidi opportunità per la tutela e valo-rizzazione del tessuto culturale deiluoghi. si tratta di azioni e stru-menti capaci di trasformare la pia-nificazione territoriale in “pianifi-cazione culturale del territorio”, ingrado di esprimere uno sviluppoplurimo, localmente fondato eglobalmente competitivo poichéintessuto sull’armatura del patri-monio culturale, cioè contempora-neamente sull’evoluzione specificadei luoghi e sulla cultura universaledell’umanità. tutte le opzionivagliate confluiscono nella direzio-ne dell’attribuire un valore strate-gico alla qualità territoriale e alleidentità culturali dei contesti loca-li, del leggerle come risorse daconoscere, interpretare, conserva-re, incrementare e comunicare.

4) palazzo agostinelli;5) Museo civico:6) chiesetta dell’angelo;7) palazzo sturm;8) spazio Bonotto (ex Macello);9) palazzo Bonaguro.

LE PROSSIME TEMATICHE

- l’istruzione in sicurezza- il verde protagonista- la razionalizzazione dei parcheggi- la mobilità sostenibile- ipotesi perequative

IL GRUPPO DI LAVORO

proGettistiarch. Massimo vallottoarch. antonio Gugliemini

collaBoratoriarch. roberto costaarch. diego Gnoato

coNsuleNtiarch. emanuel lanceriniarch. luca ugoliniarch. valentina antoniucci

UN NUOVO PROGETTO PER LA NOSTRA CITTA’

in questo esordio di secondo millen-nio, Bassano sta vivendo una faseimportante -forse decisiva- della suaevoluzione urbana e urbanistica,volta a ridisegnare il ruolo strategicodella città, dentro e fuori le mura.all’interno del vecchio perimetrodelle mura viscontee, due significati-vi interventi strutturali e funzionalistanno giungendo a compimento:l’ampliamento del Museo civico edella Biblioteca subito a sud dellavecchia sede e, poco più in là, in viaMarinali, il completamento dellaCittadella della Giustizia, sul sedimedelle vecchie carceri.Nell’angolo nord-est del centro sto-rico, in luogo del degradato com-plesso dell’ex caserma cimberle-Ferrari, sta per partire la realizzazionedi un ambizioso progetto di notevolequalità architettonica, che porta laprestigiosa firma dell’architetto carloaymonino. Mi riferisco al polo disanta chiara, che offrirà sede ade-guata al Museo di storia Naturale eal Museo dell’automobile.

Fuori le mura, ad allargare il cuorestesso della città, ecco aprirsi -a est-la straordinaria opportunità del riusofisico e funzionale dell’area delvecchio ospedale, sulla quale è orain corso un’attesa operazione diMasterplan. dall’altro lato, a ovest,si (ri)affacciano suggestive ipotesiquali le “piazze d’acqua” (progettochipperfield) del Brenta e la ristrut-turazione dell’ex Macello con desti-nazione a Museo e centro di promo-zione dell’arte contemporanea (opera-zione, quest’ultima, promossa da unprivato). se leggiamo queste nuoverealtà in sovrapposizione all’esistente(Museo civico, della ceramica eremondini a palazzo sturm, torrecivica, palazzo Bonaguro, palazzoagostinelli, chiesetta dell’angelo ecastello degli ezzelini con il suo tea-tro all’aperto), ne emerge un sistemamuseale di straordinaria qualità evarietà di temi e di percorsi. in defi-nitiva, un rilanciato appeal dellacittà nel campo culturale e, di conse-guenza, anche turistico ed economico.Carlo FerraroVicesindaco di Bassano con delega alla Cultura

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Nel 1930 nasceva in città l’importante struttura religiosa

centro Missionario scalabriniottant’anni nel segno dell’accoglienzaPadre Bernardo Zonta, superiore scalabriniano, ripercorre per noi la storia dell’istituto,illustrandoci anche le prospettive future, orientate alla multiculturalità e all’integrazione.

ECCLESIA

testo di pietro Manca

Fotografie: Bassano News

Hanno collaborato Valentino Chemin,Andrea Gastner e Andrea Minchio

se i portici del seminario“scalabrini-tirondola”, oggi“centro Missionario scalabrini”,potessero parlare, racconterebberogli eventi cruciali vissuti inottant’anni. Ma con i se non siscrive la storia. l’attuale struttura, inauguratanel 1930, è stata il punto di riferi-mento per la formazione umana,religiosa e morale di centinaia digiovani che hanno frequentato lascuola media, in qualità di semi-naristi e, oggi, missionari nelmondo. Molte sono le tappe rag-giunte, con molti sacrifici e nonpoche difficoltà: basti per esem-pio ricordare i tragici eventidella seconda Guerra Mondiale,che hanno coinvolto anche lastruttura del seminario.abbiamo incontrato nel suo studioil superiore p. Bernardo zonta,che non ha rinunciato a farsisimpaticamente “interrogare”.

Potrebbe redigere per noi unbilancio della presenza missio-naria scalabriniana a Bassano?sono trascorsi ormai ottant’annidalla nascita di questo istituto. i tempi di p. Francesco tirondolasono ormai lontani, ma credo chein questo arco di tempo siamo

A fiancol’imponente prospetto occidentale

dell’istituto scalabrini a Bassano.

Sottopadre Bernardo zonta.

riusciti a lasciare una tracciadella nostra presenza. Mi piacericordare l’impegno dei missio-nari vocazionisti, alcuni dei qualivivono ora presso la residenza“san raffaele” e nella comunitàdi arco (tn). la loro dedizione,unitamente a quella dei formatoried educatori del seminario, hacontribuito alla crescita spiritualedi sacerdoti missionari -un tempoper gli italiani, oggi per tutti ipopoli in mobilità- nei vari con-tinenti ove la congregazione si èdiffusa. abbiamo offerto unulteriore segno del carisma sca-labriniano, negli anni Novanta,con la nascita del Centro diAccoglienza per gli immigratiextracomunitari. oggi l’emergen-za è terminata e dedichiamo lenostre energie a un’accoglienzalegata alla possibilità di un’abi-tazione stabile e confortevolecon la cooperativa “scalabrini”.Nel 2010 compie inoltre ottantaanni anche il nostro artistico pre-sepio, che ripercorre con diversescene la storia della salvezza.

Il calo delle vocazioni ha resopoco conveniente mantenereattivo il seminario. La vocazioneall’accoglienza e alla ospitalità,

però, non ha avuto mai momentidi stasi. Come è organizzata oggila vita del Centro Missionario?alla fine del secolo scorso è ter-minata la nostra esperienza diseminario e le attività hannosubito una significativa trasfor-mazione. provo a fare una sintesi.il centro Missionario ospita laresidenza “san raffaele”, overisiedono ventuno missionari “inpensione”, assistiti da p. ampelioBortolato. p. renato Famengo siinteressa invece della pastoralegiovanile vocazionale scalabri-niana nel territorio, mentre p.Mauro lazzarato è direttore dellaMigrantes della diocesi di vicenzae segue le comunità filippina,nigeriana, ghanese, ucraina ebrasiliana del nostro centro.Negli ultimi tempi, in accordocon la direzione regionale,abbiamo dato maggior vita allacasa per ferie: una parte del-l’edificio è stata attrezzata edammodernata per ospitare quanti,per lavoro o per vacanza, nefacciano domanda.

Quali le prospettive per i prossimiottant’anni?Mi piacerebbe che la realtà bassanese divenisse un luogo di condivisione, di scambio diidee, di progetti, di familiaritàper gli immigrati e non solo.l’accoglienza non ha sensiunici. dalla sua fondazione ilseminario “scalabrini” ha for-mato missionari per gli emigratiitaliani. oggi il nostro compito èdi educare alla multiculturalità.il centro deve fornire stimolinuovi alla società, alle comunitàparrocchiali e, in generale, alBassanese per rendere semprepiù efficace il processo di inte-grazione dei cittadini stranieri.Questo è l’obiettivo principaleche ci prefiggiamo per il futuro.

Sotto, dall’alto verso il bassouno dei caratteristici porticati

rivolti verso l’ampio cortile internoe la bella chiesa dell’istituto.

Istituto Scalabriniviale scalabrini, 3 - Bassano

Info e prenotazionitel. 0424 503054 - Fax 0424 506802

[email protected]

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Approda brillantemente alla quarta edizione il premio fotografico “Salv@Guarda Bassano”

per-correre BassaNoun giorno nella tua città

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PROGRESSUS

testi di andrea Minchio ed elena trivini Bellini

Fotografie: andrea e antonioMinchio, Giuseppe parolin

Si ringrazia Ruggero Remonato per la gentile collaborazione.

L’opportunità di cogliere loscorrere del tempo con un clickall’inizio dello scorso mese diottobre è stata ufficialmente inau-gurata la quarta edizione del pre-mio fotografico Salv@guardaBassano, promosso dal rotaryclub cittadino, in collaborazionecon altre undici associazioni cul-turali del territorio. davvero singolare il tema sceltoin questa circostanza, sul quale ipartecipanti potranno confrontarsia suon di scatti: Per-correreBassano. Un giorno nella tua città.“l’invito -ci ha cortesementespiegato il dott. Mario Baruchello,coordinatore del premio e animadell’importante iniziativa- è quellodi porre l’attenzione sulla frenesiadelle nostre giornate, che semprepiù spesso ci costringe a correre.un’abitudine che fatalmente ci

allontana dai ritmi della natura e che di frequente ci impedisce di godere delle molte emozioniofferte dallo straordinario contestoantropico e ambientale nel qualefrettolosamente viviamo”.un giudizio condiviso pure dalresponsabile tecnico del concorso,il fotografo Giuseppe parolin:“desideriamo sollecitare gliappassionati a cogliere -attraversoun click- lo scorrere del tempo,interpretando e testimoniando inmodo creativo la vita della lorocittà. il nostro è un invito a ral-lentare per vedere quello che nonsi era notato, a percorrere e a noncorrere per fermare le immagini,a riflettere su quanto ci circondae -contestualmente- a salvaguar-dare il più possibile il territorio.con una punta d’orgoglio ritengoinoltre che la nostra iniziativa

possa essere considerata comeuna bella opportunità: su duecentoimmagini selezionate, sessantaverranno scelte per la mostra, incalendario dal 18 dicembre 2010all’8 gennaio 2011 nella centra-lissima chiesa di san Giovanni.abbiamo istituito due diversesezioni: la prima, Open, è apertaa tutti; la seconda, School, èespressamente destinata agli stu-denti delle scuole superiori.partecipare non è difficile. periscriversi basta collegarsi al sitowww.ilbassanese.it inviando unao due istantanee, con titolo, datae luogo dello scatto, assieme aun breve testo e ad alcuni datipersonali”. E.T.B.

Attimo, fermati...“Noi vediamo quello che siamo”:citano Goethe gli organizzatori

A fianco, da sinistra verso destrauna storica Pietà, posta sopra un arco

all’interno dei portici di piazzottoMontevecchio, sfugge -dimenticata-allo sguardo frettoloso dei passanti.

Foto-ricordo sul ponte vecchio tra dueturisti giunti in bicicletta: questa

immagine è stata scelta quale simbolodi Salv@guarda Bassano 2010.

Pagina a fiancouna pausa per il raccoglimento

e la preghiera nella chiesa di sanFrancesco: istanti dedicati alla

spiritualità, lontani dalla frenesia chepervade la contigua piazza Garibaldi.

Sottoil tempo sembra essersi fermato nellafucina di valter vivian, appassionatoe valente fabbro ferraio ai pilastroni.

Il concorso invita a rallentare, a fermare le immagini e a riflettere su quanto ci circonda.

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PROGRESSUS

del premio, sempre fortementeanimati da una grande sensibilità,sollecitandoci a coniugare consenso estetico emozioni e docu-mentazione. pensando al grandepoeta tedesco, soprattutto in riferi-mento al tema proposto quest’an-no da Salv@Guarda Bassano,torna però alla mente un’altracitazione, celebre quanto immor-tale: “augenblick verweile doch,du bist so schön!”. Attimo, fer-mati... così diceva Faust nellavana e assurda speranza di poterearrestare il tempo, tutto proteso a cogliere e godere ogni istantedella sua esistenza, sublime e altempo stesso dannata, perchévenduta al diavolo.a nostra volta, in una situazione

paradossalmente inversa rispettoa quella dell’immaginario scien-ziato di Goethe, per salvarcil’anima dovremmo rallentare iritmi di una quotidianità convulsa.una corsa giornaliera e senza fineche ci porta, forse perché prigio-nieri di mille contingenze, a nonfermarci mai e a trascurare l’es-senza delle cose. eppure, istantedopo istante, la vita ci sfuggeimpercettibilmente dalle dita comeuna sabbia impalpabile.Ben vengano dunque gli appelli,come quello lanciato dal team diMario Baruchello, a una maggioreconsapevolezza, ad approfondiree a non accontentarci, a “control-lare” quanto accade attorno a noi,a intervenire quando serve e a

considerare davvero “nostra” lacosa pubblica. impegno, quest’ul-timo, davvero ostico per le italichegenti, dotate di eccezionali risor-se individuali ma poco propensea fare squadra; attente al partico-lare (con occhio benevolo versol’orticello di casa), ma piuttosto“distratte” per quanto concerne ilpatrimonio della collettività.Ben venga anche la fotografia,arte sfrontata e ingannatrice (chedall’immaginario comune è vistacome rappresentazione oggettiva),se può aiutarci a distingueremeglio i diversi contesti con iquali ci rapportiamo e a prenderecoscienza di problemi e opportu-nità. un coscienza “critica”,naturalmente. A.M.

A fianco, da sinistra verso destrauna solida inferriata sigilla una

finestra della Madonnetta, le vecchiecarceri di via Marinali. attraverso

questa griglia ramata i detenuti contemplavano brandelli di cielo,

nell’attesa di scontare la loro pena.Fermarsi per osservare ed eternare la

città nella tela, creando suggestioni ed emozioni: questo ci offre il pittoreFrancesco liparulo, all’opera nella

storica piazzetta Guadagnin. A fianco

un vasto terrapieno erboso lungo il perimetro occidentale della pieve

di santa Maria in colle: forse non tutti i nostri concittadini

hanno avuto modo di notarlo.

L’iniziativa è patrocinata dal Comunedi Bassano e dalle seguenti associazioni

Amici dei Musei e dei MonumentiBassano del Grappa

Italia Nostra - Bassano del GrappaAnde - Associazione Nazionale Donne

Elettrici - Bassano del GrappaBianco è Nero

Fai - Fondo per l’Ambiente ItalianoBassano del Grappa

International Inner Wheel ClubBassano del Grappa

Inbar - Istituto Nazionale Bioarchitetturasezione di vicenzaLa Nostra Bassano

Lions Club - Jacopo da Ponte Bassano del Grappa

Rotary Club - Bassano del GrappaSoroptimist International Club

Bassano del Grappa

Il concorso è aperto a tutti i residenti di Bassano e del territorio

l’iscrizione è gratuita. ciascun parteci-pante può sottoporre al premio un massi-mo di due fotografie, con un titolo, luogoe data dello scatto, un breve testo esplicati-vo di commento, nonché nome, cognome,l’indirizzo completo, l’età e la professione.per iscriversi i partecipanti devono col-legarsi al sito www.ilbassanese.it dalquale scaricare il modulo di iscrizione. le foto, a colori o in bianco e nero, sonorichieste in formato Jpeg, di qualità 300dpi con almeno 1280x1024 pixel (otte-nute con fotocamera digitale oppure contecniche fotografiche tradizionali e suc-cessivamente digitalizzate).

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Con il Corpo Forestale dello Stato in visita a un territoriovasto e ricco di boschi, autentico patrimonio ambientale

Brevi note per un “diario di viaggio” attraverso una natura incontaminata e dagli orizzonti

sconfinati, alla ri-scoperta di luoghi pieni di fascino e apparentemente dimenticati...

IL RAPPORTO

testo di andrea Gastner

Fotografie: andrea e antonio Minchio,

Franco vettorel

dario Ferrazzi, assistente capo delcorpo Forestale dello stato allastazione di san Nazario, nel canaldi Brenta, è puntuale come unorologio svizzero. Ferma la landrover a pochi passi dalla chiesa di cismon, per dare il tempo adandrea e antonio Minchio e alsottoscritto di salire uno dietrol’altro, poi si parte. la giornata è bella, fresca e ventilata, il soleappare e scompare tra nuvolebianche. passiamo attraverso ilpaese: alle nostre spalle si staglia,

alta e appuntita, la Gusella, simbo-lo per eccellenza di questo luogo.poco prima del ponte che attraversail torrente cismon voltiamo a destra,lungo la strada detta di col sanMarco-col cucchetto (che in que-sto tratto è asfaltata): davanti a noisi eleva, imponente, una pareterocciosa trapuntata da cespugli daicolori autunnali. Mentre percorria-mo una breve galleria scavata nellaroccia, dario ci avverte che trove-remo anche molto sterrato e “bal-leremo” un po’. poche centinaia di

metri più avanti entriamo nel cosid-detto Bosco della Madonna, situatotra le province di vicenza e Belluno.il percorso, stretto e tortuoso, ser-peggia tra grandi faggi e carpinicosteggiando la montagna nellaparte nord-occidentale del Grappa,in comune di cismon. e’ una zonadel massiccio che “manca” allalunga lista dei paesaggi montaniriscoperti e valorizzati da BassanoNews per i suoi affezionati lettori. i tornanti si susseguono uno dietrol’altro, le pareti sono formate da

A destralo splendido panorama visibile

da malga costa, con la valsugana ed enego sullo sfondo.

Pagina a fiancoil lago del corlo, con la borgata

di rocca e il comune di arsie, visti dai pendii del col dei prai.

Sottol’inizio del percorso, lungo la strada

di col san Marco-col cucchetto(accessibile solo ai residenti).

Qui sottola Gusella, simbolo di cismon.

escursioNe Guidatatra monti e pascoli di cismonSi ringrazia il Corpo Forestale

dello Stato per la preziosa collaborazione, in particolare

il sovrintendente capo Luciano Fattoree l’assistente capo Dario Ferrazzi.

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roccia friabile, il fuoristrada ral-lenta e si ferma. andrea e antoniosono pronti con le macchine foto-grafiche. immortalano la sinuositàdella strada, mentre tra gli alberispunta qualche piccolo borgo e, in lontananza, si intravedonoincantevoli paesaggi montani.ripartiamo. la land rover saleverso col dei prai, il nostro primoobiettivo. siamo letteralmente cir-condati da un bosco fitto e ripido;misti ai faggi ecco abeti rossi elarici, il sottobosco è coperto dafelci, rovi e noccioli. in questoambiente, spiega dario Ferrazzi,vivono numerosi animali: caprioli,cervi, camosci, volpi, marmotte,tassi, scoiattoli e cinghiali.Quest’ultimi, immessi abusivamen-

te, stanno notevolmente danneg-giando le zone coltivate a prato.per quanto riguarda i rapaci, sopraquesti boschi volteggiano duecoppie di aquile, diverse poiane eparecchi corvi… lo sterrato si inerpica sempre piùverso l’alto, scorgiamo le primecase e qualche malga adagiata supendii verdeggianti; il panoramasi allarga, davvero splendido, sottoun cielo blu fiordaliso. davanti ainostri occhi, da ovest verso est, sfi-lano l’altopiano di asiago, il canaldi Brenta, il lago del corlo e levette feltrine, con cima Grappa achiudere l’orizzonte. ci fermiamoa malga costa dove veniamoaccolti cordialmente da Giò MariaMaschio e dalla moglie olimpia.

la casa è datata 1856 ed è talequale è stata fatta. ci troviamosopra la val Goccia, a 900 metrid’altezza. sul retro si nota un ortoben coltivato e, poco distante,alcune balle di fieno; i prati sonocoperti da numerosi crochi, i primifiori della primavera e gli ultimidell’autunno. sulle pareti esterneè accatastata una quantità notevoledi legna da ardere. entriamo in un ambiente dal fascino rustico, il pavimento è formato da lastre di pietra ruvida mentre il soffitto è composto da travi in legno.olimpia ci prepara il caffè, il mari-to porta una bottiglia di grappa: ciraccontano di un tempo in cui nonesistevano strade e per salire finquassù si doveva scarpinare lungo

Qui sopra e in alto, a destraalcune immagini del col dei prai e

della casara comunale di cismon.

Sopra il testo, a destrala vecchia scuola elementare,

lungo la strada per il Forcelletto, untempo frequentata per tutto l’anno

dai figli del malgari cismonesi.

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ripidi sentieri e strette mulattiere. dopo la sosta ripartiamo in dire-zione del col dei prai. lo sterratosale ancora, tutt’intorno uno sce-nario stupendo; dal terrazzo di unamalga, lo sguardo spazia a trecen-tosessanta gradi: a est sono visibiliarsie, il lago omonimo, Fonzaso, ilcol del Gallo e, in secondo piano,cima campo, col perer e le vettefeltrine. la valbrenta taglia in due i monti, sullo sfondo ecco Grigno.a ovest si staglia l’altopiano deisette comuni con i suoi grandiboschi e con enego, Foza e stonerin bella vista. sotto di noi, a fon-dovalle, invisibile eppure moltovicino in linea d’aria, c’è cismon.dall’altopiano lo sguardo scorre asud, torna sul Grappa (di cui stiamo

percorrendo la parte ovest), sullaMagnola e sugli asoloni... stiamoaffrontando la strada che si inoltraverso il Forcelletto; un percorso checi porta alla chiesetta e alla scuola,un tempo regolarmente frequentatedalle famiglie dei malgari cismo-nesi. dopo le foto di rito si ripar-te: sullo sfondo altre casare, moltii prati, visibile la malga Fiabernù.imbocchiamo la val delle Bocchette,con la malga omonima per giun-gere poi al Forcelletto, sempre interritorio di cismon. proseguiamoverso il rifugio scarpon e malgaBusetto; in alto, malga termine emalga pertica. ora scendiamo lungola val cesilla, ai lati dello sterratocataste di legname: è abete rosso,ci spiega dario. si respira aria fine

di montagna, giungiamo allaMagnola: cielo azzurro, pochenuvole e poca gente (per fortuna!).e’ la fine del nostro tour nel vastoterritorio montano cismonese, len-tamente torniamo sui nostri passilungo la cosiddetta Strada deiTedeschi. a proposito delle stradecomunali, non c’è che dire: sonoin ordine e molto ben tenute!

A fianco e qui sopraMalga costa (1856) e i suoi cordialiproprietari: Giò Maria Maschio e la moglie olimpia. per loro l’accoglienza verso l’ospite è una tradizione di famiglia.

A sinistra, sopra il testoil caratteristico laghetto nei pressidella malga Busetto.

In altola chiesetta situata a pochi passidalla vecchia scuola elementare.

In bassocismon sotto la neve.

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Un inverno a Maiorca

Fryderyk e GeorGeUn autre anniversaire (1810-2010)

IL CENACOLO

a cura di chiara FerronatoIn collaborazione con Il Cenacolo

Associazione Scrittori Bassanesi

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Si conobbero nel salotto di Liszt, nell’Hotel de France, a Parigi. Era il 5 novembre del 1836. Lui era giàcelebre: compositore, pianista, insegnante ricercatissimo. Ma anche lei aveva già scritto parecchi romanzi(in tutto, ne scrisse 107) e sia H. de Balzac che F.-R. de Chateaubriand ne avevano parlato bene. Lei avevasei anni più di lui, non era bella, si vestiva con pantaloni, giacca e cravatta, si chiamava Amandine LucieAurore Dupin, ma aveva scelto il nom de plume George Sand. Fumava il sigaro. Chopin era tisico: ma,nonostante fosse a volte prostrato dalla tosse, faceva vita sociale ed ebbe occasioni di rivedere più volteAurore-George. Fu lei a convincerlo a vivere assieme. Lui esitava: non per problemi morali, ma perchétemeva che un concubinaggio gli avrebbe allontanato le giovani di famiglia aristocratica che pagavano lesue lezioni venti franchi all’ora. Anche un genio deve campare. George liquidò la questione con un “je m’enfous” (Era una delle sue espressioni preferite).Nell’ottobre del 1838, George Sand decise che un cambiamento di clima avrebbe giovato alla salute diChopin. Con i due figli di lei e una cameriera (Aurore-George era stata sposata giovanissima con il baroneC. Dudevant), salparono da Port-Vendres l’1 novembre e il 2 giunsero a Barcellona. Il 7 si imbarcarono perPalma di Maiorca e vi giunsero l’8. Iniziò allora un carosello di traslochi: dapprima alloggiarono in Callede la Merina, poi in un appartamento nei sobborghi di Palma (da dove il padrone, allarmato dalla tosse diChopin, li scacciò), poi nella bella dimora del console francese. Il quale si affrettò a spostarli, il 15 dicem-bre, nel monastero gotico di Valldemosa, a 20 chilometri da Palma.Chopin, George Sand, Solange, Maurice e la cameriera si sistemarono in antiche celle loro adibite, ricava-te da una farmacia del XVII secolo e da una cappella sconsacrata. Non fu un inverno mite, quell’anno, nep-pure a Maiorca. Ad un pianoforte verticale, nella stanza meno umida che gli avevano scelto, Chopin com-pose la maggior parte dei suoi 24 Preludi, ventiquattro composizioni di breve durata (nessun preludio è piùcorto di 13 battute e nessuno supera le 89), ai quali, a differenza di Bach che fece seguire, ai suoi, venti-quattro fughe, egli non offrì altre prosecuzioni. Come se sentisse che lì, in quell’isola, iniziava e nello stes-so tempo cominciava a finire il suo amore per Aurore-George: lei, così sicura e forte, lui, indebolito dallatisi, appassionato forse solo e da sempre della sua stessa musica. Tra i Preludi, il numero 15, in Re bemolleMaggiore (“la goccia d’acqua” lo intitolarono i critici), parla di una giornata a Maiorca: piove, il mare èlaggiù, lo si vede tra i pini e le rocce. E’ questo insistente battere della pioggia che accompagna il ritmo delsuo cuore e, dal cuore, le dita delle mani sulla tastiera: questo, niente altro.Lasciarono l’isola l’11 febbraio 1839. Tra alti e bassi, la loro relazione si protrasse fino al 1847. Poi finì. Sirividero, una sola volta, davanti alla casa della contessa Marliani: poche parole, qualche scambio di notizie.Fryderyk Chopin morì il 17 ottobre del 1849. George Sand gli sopravvisse ventisette anni. Chiara Ferronato

A Chopin da George Sandil genio di chopin è il più profondo e il più intenso disentimenti e di emozioni che sia mai esistito. Ha fattoparlare a un solo strumento il linguaggio dell’infinito,spesso è riuscito a riassumere, in dieci righe cheanche un bambino potrebbe suonare, poemi di un’im-mensa spiritualità, drammi di un’energia senza pari.Non ha mai avuto bisogno di grandi mezzi materialiper trasmettere la parola del suo genio. Non gli sonostati necessari né sassofoni, né oficleidi per invaderedi terrore l’anima, né organi da chiesa né voci umane

per colmarla di fede e di entusiasmo. Non è statoconosciuto, né lo è ancora, dal grande pubblico. civogliono maggiori progressi nel gusto e nella com-prensione dell’arte perché le sue opere possanodiventare popolari.verrà un giorno in cui la sua musica verrà orchestratasenza cambiare niente alla sua partitura di pianofortee in cui tutti sapranno che questo genio vasto, com-pleto, sapiente come quello dei grandi maestri cheegli aveva riassunto, ha mantenuto un’individualitàancora più squisita di quella di Bach, ancora più

ritratto di Fryderyk chopin(zelazowa Wola-varsavia, 1 marzo

1810 - parigi, 17 ottobre 1849).George sand e chopin vennero

ritratti insieme da eugène delacroixnel 1838 in un quadro che, dopo la

morte del pittore, venne tagliato. il ritratto di chopin è ora al louvre,quello della sand nella Gipsoteca di

copenhagen.

George sand (parigi, 1 luglio 1804 -Nohant-vic, 8 giugno 1876) in

un ritratto di auguste charpentier. parigi, Museo carnavalet.

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IL CENACOLO

Il bicentenario della nascita di Fryderyk Chopin verrà ricordato, venerdì 26 novembrealle ore 18, dal “Cenacolo degli Scrittori bassanesi”, nellasede della Galleria Scrimin, viaVendramini, 46, a Bassano.

I pianisti Barbara Fasoli eAlberto Brunetti interpreterannoballate, notturni, fantasie emazurke del grande compositorepolacco. Darà voce a GeorgeSand la francesista SofiaBergamin Dalla Serra, leggendoun brano da “Les Maîtres son-neurs” della scrittrice francese.

potente di quella di Beethoven, ancora più drammaticadi quella di Weber. li riassume tutti e tre, ma è anchee di più se stesso, cioè più delicato nel gusto, piùaustero nella grandezza, più straziante nel dolore.solo Mozart gli è superiore, perché Mozart ha in piùla tranquillità della salute e di conseguenza la pienezzadella vita.chopin sentiva la sua potenza e la sua debolezza, checonsisteva proprio nell’eccesso di questa potenza chenon poteva regolare. Non poteva fare come Mozart(del resto solo Mozart ha potuto farlo) un capolavorosempre sullo stesso tono. la sua musica era pienainvece di sfumature e di imprevisto. Qualche volta,raramente, era bizzarra, misteriosa e tormentata.Benché avesse orrore per quel che non si capisce, lesue emozioni eccessive lo trasportavano, senza chene fosse consapevole, in mondi solo a lui noti. Forseero per lui un cattivo giudice (mi consultava comeMolière faceva con la sua serva) perché, conoscendolosempre meglio, ero arrivata a identificarmi in ognifibra del suo essere.per otto anni, iniziandomi ogni giorno di più al segretodella sua ispirazione o della sua meditazione musicale,il suo pianoforte mi rivelava le passioni, i disagi, levittorie o i tormenti del suo pensiero. lo capivo dun-que come si capiva lui stesso: e forse un giudice piùestraneo l’avrebbe costretto a essere più comprensibileper tutti.aveva avuto talvolta un’ispirazione ridente e pienanella sua giovinezza. Ha composto canzoni polacchee nuove romanze di un fascino tranquillo e di un’ado-rabile dolcezza. alcune sue composizioni ulteriori

sono come fonti di cristallo dove si specchia un chiarosole, ma come sono rare e brevi queste estasi tran-quille della sua contemplazione! il canto delle allodo-le in cielo e il molle ondeggiamento del cigno suimmobili acque sono per lui come lampi di bellezzanella serenità. il grido dell’aquila urlante e affamatasulle rocce di Maiorca, il fischio amaro del vento e latriste desolazione dei tassi coperti di neve lo rattrista-vano ben più a lungo e con più incisività di quantonon lo rallegrassero il profumo degli aranceti, la gra-zia dei pampini e la cantilena moresca dei contadini.il suo carattere era così in tutto. sensibile per unistante alla dolcezza dell’affetto o al sorriso del destino,era irritato per giorni, per settimane intere dalla gof-faggine di un indifferente o dalle piccole contrarietàdella vita quotidiana. e, cosa strana, lo spezzava piùun piccolo dolore di uno grande. sembrava che nonavesse la forza né di capirlo né di sentirlo. la profon-dità delle sue emozioni non era affatto in relazionecon le loro cause. Quanto al suo deplorevole stato disalute, lo accettava eroicamente nei suoi pericolireali, ma se ne tormentava eccessivamente.George sand, Storia della mia vita, 1854 (la tartaruga ed., 1994)

A George Sand da Chopin

A fianco e qui sopral’abbazia di valldemosa a Maiorca,dove chopin e George sand passaronol’inverno 1838-’39. SottoNel film di polansky, Wladyslawszpilman, pianista ebreo polacco interpretato da adrien Brody, deve lasua sopravvivenza a chopin.

la prima pagina autografa del preludio numero 15, in rebemolle Maggiore.

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recentemente è stata pubblicataun’intervista a Jonathan edwards,olimpionico a sydney nel 2000,detentore da quindici anni delrecord del mondo e, a tutt’oggi,forse il più grande specialista delsalto triplo di sempre.di questo grande atleta, assiemeai risultati sportivi, si ricorda unforte sentimento religioso che,nella prima parte della carriera,lo ha portato a disertare signifi-cativi appuntamenti agonistici.Figlio di un pastore anglicano,riteneva infatti poco coerentedisputare competizioni alladomenica, giorno interamenteconsacrato a dio (“non mi vendoper una medaglia”).a distanza di qualche anno, lagiornalista emanuela audisio ciha restituito un ritratto di edwardsassolutamente imprevedibile.il campione britannico rinnegaora la sua fede, dichiarandosi ateoevoluzionista e darwinista. Manon è tutto: dal suo pulpito dicommentatore della Bbc rivederadicalmente i presunti valori del-l’ambiente sportivo agonistico,denunciandone la chiusura e lalimitatezza rispetto alla variegatarealtà del quotidiano: “il mondodello sport rimpicciolisce tutto, ècome un doping naturale che tipriva della libertà di pensare”.devo confessare che sono rimastoperplesso. si tratta di un atteggia-mento, da parte di un “campionis-simo”, che per certi aspetti mitrova in disaccordo. se la suaritrattazione religiosa non mi col-pisce particolarmente (perché d’al-

tro canto esistono anche le con-versioni prodigiose), il discorsosullo sport non mi convince.indubbiamente tale mondo è fattodi ritmi e certezze (allenamento,gara, massaggiatore, risultati eadrenalina in abbondanza...), chesembrano innalzare una sorta dicortina attraverso la quale la real-tà viene percepita “lontana”.lo stesso relazionarsi con gliaspetti comuni e pratici dellaquotidianità risulta talvolta imba-razzante. Ma non è solo questo.edwards dimentica (volutamente?)che l’agonismo è innanzituttotentativo di conoscere se stessi.il significato profondo del con-fronto non risiede nel valoreassoluto dei risultati, bensì nellospirito con il quale si affronta ilpercorso per raggiungerli.il mondo dello sport offre conti-nue occasioni di contatto con gli“altri” (dal compagno di squadraall’avversario, dal coach al tifosoe alla stampa). ad alti livelli, inoltre, le diverse sedi degli eventiimplicano numerosi viaggi e ilconseguente rapporto con le piùdisparate culture: è lapalissianoche questo porti a una maggioreapertura mentale.

Non penso, nel caso di edwards,che la fede religiosa fosse il“motore” dei suoi successi. senzadubbio, però, può essersi rivelataun supporto notevole sul pianopsicologico ed emotivo, nelle cir-costanze in cui era necessaria lacondizione mentale per esprimersial massimo.ritengo peraltro che “consacrarsi”a un ideale sportivo (come sostie-ne di avere fatto edwards) sia lachiave di volta indispensabile perarrivare ai vertici, senza che ciòimplichi connotazioni negative.Non mi è chiaro il motivo del-l’abiura dell’atleta inglese. posso però supporre che abbiaincontrato “difficoltà di inseri-mento” al termine dalla sua car-riera sportiva e che l’impatto connuove e inaspettate dinamicheabbia dato luogo a un’originalecrisi di rigetto. credo che la questione del “dopo”si possa affrontare e risolveresfruttando al meglio quanto si èriusciti a costruire e valorizzaredentro di sé; non azzerando ilpassato, bensì attingendo a unpatrimonio di esperienze, utili agarantire un nuovo punto di par-tenza privilegiato.

Sottoun’altra bella immagine di edwards,trionfatore a sydney nel 2000.

Sopra, da sinistra verso destraJonathan edwards, ieri e oggi. considerato da molti il più grandespecialista del salto triplo di sempre,nel 2000 vinse la medaglia d’oroalle olimpiadi di sydney.attualmente è commentatore per la BBc e membro del comitatoorganizzatore per i Giochi olimpicidi londra 2012.

OBIETTIVO SPORT

a cura di Francesco Fontana

Lo sport nell’ultima provocazione di Jonathan Edwards

uN MoNdo di eMarGiNati?Secondo l’asso inglese si tratta di un universo a sé stante, fatto di ritmi e certezze che paiono

innalzare una sorta di cortina verso la quotidianità. Fortunatamente, però, non è solo questo.

I campioni non si fanno nellepalestre, ma con qualcosa chehanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Muhammad Ali

Per giocare a cricket non è necessario essere stupidi. Esserlo, però, aiuta molto.George Bernard Shaw

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l’idea di installare apparecchia-ture di aria condizionata negliospedali africani di afagnan(togo) e di tanguiéta (Benin) puòapparire, almeno ai sostenitoridell’Associazione UTA (Uniti perTanguiéta e Afagnan), un lussofuori luogo: il nostro impegnoprincipale consiste infatti nelraccogliere fondi per salvare dallamorte i bambini denutriti, rico-verati in extremis in pediatria, enel sostenere il centro nutriziona-le, indispensabile alla loro ricosti-tuzione fisica; oppure nel fornireagli ospedali i medicinali di baseper la cura dei malati. tutte cose veramente essenzialiper salvare vite umane. Bastipensare che i nostri ospedali nonhanno mai rifiutato un malatoperché non aveva da pagare.

d’altra parte, quando sono statifondati dai Fatebenefratelli(afagnan nel 1964 e tanguiétanel 1970), questi ospedali nondisponevano nemmeno della cor-rente elettrica e si provvedeva,nei tempi stettamente necessari,ad alimentare la sala operatoriae i servizi essenziali con ungeneratore. Molte cose venivanoaffrontate “alla garibaldina” con tanto spirito di sacrificio.ricordo che nel 1971, in occa-sione del mio primo viaggio nel continente Nero, mentre mifacevo vento con un cappello dipaglia in una buvette il banco-niere mi disse: “si vede che seinuovo dell’africa. Fra qualchegiorno ti stuferai di farti vento!”. Ma ora, dopo tanti anni, le cosesono cambiate anche in africa.

da tempo c’è la corrente elettricasia nel togo che nel Benin, gra-zie alla diga di akosombo sulfiume volta nel Ghana. e gli ospedali si sono ingranditi:afagnan dispone di 280 letti etanguiéta di 230, i frati africanisono più di quaranta, i mediciuna quindicina, ci sono infer-mieri e tecnici indigeni.inoltre sono diventati ospedalidi zona, che collaborano con leuniversità per il tirocinio dei futu-ri medici, coprono un bacino diutenza di circa centomila abitanti,assicurano i servizi alla popola-zione e rispondono a tutti i casid’urgenza, di giorno e di notte.

ora, chi deve stare 13-14 ore insala operatoria -come accade aFra Fiorenzo- e opera malati

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Qui sopra e a fiancoGli ospedali africani di afagnan(togo) e tanguiéta (Benin), fondatidall’ordine dei Fatebenefratellirispettivamente nel 1964 e 1970.

In altoFra Fiorenzo priuli, medico chirurgo,direttore dell’ospedale di tanguiéta:è stato decorato della legion d’onore.

Sottola posizione del Benin e del togonella carta del continente Nero.

aria (condizionata) bassanese negli ospedali africani

L’installazione di impianti in Togo e Benin è stata possibilegrazie all’Associazione UTA onlus e alla ditta Recold

La testimonianza di Fra Luca Beato, dell’ordine dei Fatebenefratelli, in merito alla soluzionedi un problema che, da troppo tempo, rendeva difficoltoso lavorare nelle sale operatorie…

PRAECIPUA

testo di Fra luca BeatoVicepresidente Associazione UTA onlus

Fotografie: Fatebenefratelli,Bassano News

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PRAECIPUA

Sopra, da sinistra verso destrail centro nutrizionale di afagnan.

Fra Fiorenzo durante una visita di controllo a un piccolo paziente.alcuni refrigeratori installati dalla

recold di campese a tanguiéta.

A fianco, da sinistra verso destraFra Fiorenzo a consulto con il

personale medico dell’ospedale diafagnan; al centro della foto, Fraluca Beato, vicepresidente UTA.

Mamme e bimbi a tanguiéta.

Sotto, dall’alto verso il bassoancora un refrigeratore recold

sul tetto dell’ospedale di tanguiéta.le sedi della recold, a campese, e

dell’uta, a romano d’ezzelino.

senza interruzione, come puòresistere se dopo un’ora è sudatoda capo a piedi e la temperaturadell’ambiente supera i 40 gradi?appena è stato possibile, si èprovveduto con delle apparec-chiature standard, come si usada noi per le abitazioni. se perle case dei medici questi appa-recchi hanno funzionato, per lasala operatoria si sono peròrivelati un disastro: andavano intilt con grande facilità a causadegli sbalzi di corrente elettrica edella temperatura esterna, spessosuperiore ai 50 gradi. ciò creavaun enorme disagio, non solo alchirurgo e alla sua èquipe, maanche ai malati e perfino alleattrezzatura tecniche.

un paio d’anni fa Fra Fiorenzopriuli, medico chirurgo, direttoredell’ospedale di tanguiéta conalle spalle più di quarant’anni diafrica, decorato della legiond’onore a lomé nel 2002, ègiunto a romano d’ezzelinoquasi disperato e ha sottopostotale problema all’Associazioneonlus UTA, che ha sede pressoca’ cornaro e dal 1996 sostiene-sempre più e sempre meglio- gliospedali africani fondati e gestitidai Fatebenefratelli, anche perriguardo al missionario del paeseFra taddeo carlesso (attualmente

economo delle strutture africanee priore di afagnan).il suo accorato appello è statoraccolto dal nostro socio fonda-tore Giuseppe andriollo, che ciha portati a far visita a valentinotrentin, titolare della recold di campese. l’imprenditore bassanese si è rivelato il deus ex machina per la soluzione delnostro annoso problema. Nel settore della refrigerazione la recold vanta infatti trent’annidi esperienza garantendo l’ade-guata assistenza tecnica, i collau-di, la ricerca e lo sviluppo. costruisce inoltre prototipi perditte produttrici di refrigeratori e realizza commesse importantiin italia e all’estero in diversiambiti (dai metanodotti, allecentrali radar, alla concia delpellame, ecc). le sue apparec-chiature sono predisposte al fun-zionamento anche con tempera-ture esterne superiori ai 60 gradicentigradi e a tollerare sbalzi ointerruzioni di corrente elettrica. la recold ha risolto il problemadell’aria condizionata all’ospe-dale di tanguiéta: per il bloccooperatorio, costituito da duegrandi sale, e per la sala di attesadell’ambulatorio, dove normal-mente si ammassano tre/quattro-cento persone. adesso sta lavo-rando alla climatizzazione dei

locali che ospitano l’accettazione,l’amministrazione e l’archiviocomputerizzato delle cartelle cli-niche (seicento metri quadrati). per afagnan, invece, si sta lavo-rando al progetto di climatizza-zione del blocco operatorio,costituito da sette sale, e dellaradiologia (mille metri quadrati).proprio qui risalta non solo latecnica di valentino trentin, maanche il suo buon cuore: l’indu-striale ha infatti cominciato conl’invio di qualche tecnico, ma poiha deciso di recarsi personalmen-te sul posto a seguire i lavori.inizialmente ha praticato prezzimolto competitivi; poi ha com-preso che con Fra Fiorenzobisognava fare di più: da fornito-re è diventato pure benefattore.in loco ha trovato brave personeche desidera istruire per farne deitecnici nel settore della refrige-razione in africa.

Noi dell’UTA siamo lieti di avertrovato, con l’apporto dellarecold, la soluzione al problemadella climatizzazione di alcuniambienti strategici degli ospedaliafricani. Naturalmente contiamosempre sulla sensibilità di personebuone e generose per coprire lespese che dovremo affrontare. ovviamente anche sul sostegnodei lettori di questo magazine!

Associazione UTA [email protected]

www.uta96.it

Istituto Fatebenefratellivia ca’ cornaro, 5

telefono 0424 33705romano d’ezzelino

www.fatebenefratelli.it

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AGENzIA VIAGGICon Listrop Viaggi sulle orme delle Tigri di Mompracem

avveNtura iN Malesiatour del Borneo malese e Brunei

testo di paolo trevisanFotografie: archivio listrop

se è vero che nomi quali Borneoe Malesia evocano immaginiaffascinanti, legate in gran parteall’epopea dei romanzi salgarianie ai mitici “tigrotti” di sandokane yanez, la realtà di questi mera-vigliosi luoghi esotici si rivelaper certi versi ancora più avvin-cente della fantasia letteraria.in effetti siamo certi che il tourin calendario per il prossimoaprile donerà ai partecipantiemozioni e sorprese a non finire.sarà possibile conoscere, peresempio, gli iban (le popolazionidaiache degli antichi “tagliatoridi teste”) e compiere in barcacon loro avventurose escursionifluviali. oppure ammirare le evoluzioni di animali curiosi,quali le scimmie dal lungo naso,agili e spericolate nel cuore dellaforesta pluviale. e contemplarespecie botaniche rarissime, fiori

dai petali enormi, piante carni-vore... e ancora, esplorare grotteimmense e interminabili, vere eproprie architetture scavate nellaroccia da fiumi sotterranei.visitare parchi naturali unici,ambienti incontaminati, percor-rere la giungla di notte e stupirsialla vista di nugoli di lucciole,che illuminano suggestivamentela vegetazione. e molto altro ancora... perchétutto nel Borneo è misterioso eseducente. e il nostro viaggio saràun’esperienza indimenticabile.

la Malesia è uno stato federaledell’asia sudorientale, suddivisoin due grandi aree geografiche:quella occidentale (peninsulare),confinante con la thailandia anord e con singapore a sud, e quella orientale, situata nellaparte settentrionale dell’isola del

Borneo, confinante con il Bruneie l’indonesia. Grande mix dietnie e culture il paese, la cuicapitale è kuala lumpur (oltre1.800.000 abitanti), ospita unapopolazione formata principal-mente da malesi, cinesi e indiani.Nonostante il forte sviluppoeconomico degli ultimi anni, laMalesia ha saputo conservareun ambiente naturale davverounico e incomparabile.

Alla scoperta di luoghi dal fascino senza tempo, in uno scenario naturale ancora intatto

e seducente. Ecco il programma di una “spedizione” che promette incredibili emozioni...

A fianco l’incantevole lago di Batang ai al confine con il kalimantan.

Sotto scimmie nasiche nella foresta pluviale di sepilok, non distante da sandakan.

Qui a fiancole storiche copertine per la

prima edizione de Le tigri di Mompracem (1900) e de

I pirati della Malesia (1896).a questi romanzi del veronese emilio salgari, che ambientò le

avventurose vicende di sandokan e yanez lungo le coste del Borneo,

si appassionarono legioni di giovani.

Sottola Malesia occidentale (peninsulare)e quella orientale (nell’isola delBorneo) sono tra loro separate dalMar cinese Meridionale.

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Sotto, dall’alto verso il bassoalcuni guerrieri iban, gli antichi

dayachi cacciatori di teste, inscenanoun’emozionante rievocazione storicaarmati dei loro infallibili sumpitan

(lunghe cerbottane).

Sopra, da sinistra verso destraancora due suggestive immagini

del lago Batang ai.

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Tutto il viaggio, giorno per giorno

MALESIA - Tour delBorneo malese e BruneiDal 27 marzo al 10 aprile 2011(Viaggio di 15 giorni)

Domenica 27 marzo 2011 Venezia - Romaritrovo dei partecipanti, trasferi-mento all’aeroporto Marco polodi venezia e partenza per romacon volo alitalia. arrivo e proseguimento in coincidenzaper la Malesia con volo di lineaMalaysia airlines. pasti e per-nottamento a bordo.

Lunedì 28 marzo 2011 Kuala Lumpurarrivo a Kuala Lumpur in mattinata, trasferimento al tradersHotel e check-in. pranzo. Nelpomeriggio visita alla modernacapitale asiatica. il tour ci portaa conoscere i luoghi di maggioreinteresse della città quali ilpalazzo reale, la residenza delre della Malesia, il Monumentoe la Moschea Nazionale, la sta-zione ferroviaria in stile more-sco, la piazza dell’indipendenza.il tour termina con una sosta perle foto alle più alte torri gemelledel mondo: le Petronas. ritornoin hotel, cena e pernottamento.

Martedì 29 marzo 2011 Kuala Lumpur - Kuchingpensione completa. al mattinotrasferimento in aeroporto, partenza con volo di linea perKuching (nella grande isola delBorneo) e trasferimento in hotel.Nel pomeriggio visita della città,ridente capitale del Sarawak conbellissimi palazzi antichi, mer-cati all’aperto, templi cinesi emoschee. la visita si concludeal museo naturalistico ed etno-grafico del Sarawak, uno dei piùbelli e completi del sud-est asia-tico. pernottamento.

Mercoledì 30 marzo 2011 Kuching - Batang Aipensione completa. partenza dibuon mattino. lungo il tragitto,sosta al centro di conservazionedegli orang utan di Semenggok.si riprende quindi il viaggioverso il lago Batang-Ai. duranteil tragitto si effettua una fermataa Serian per visitare il tradizio-nale mercato locale. altra sostain una piantagione di pepe e,infine, al villaggio di Lachau.tempo a disposizione per acqui-stare qualche oggetto d’artigia-nato locale. dopo il pranzo siprocede verso il confine con ilKalimantan indonesiano giun-

gendo all’incantevole lagoBatang Ai. al pontile si sale suun’imbarcazione per raggiungereil resort dell’Hilton longhouse. check-in e tempo libero adisposizione. pernottamento.

Giovedì 31 marzo 2011 Batang Aipensione completa. dopo laprima colazione partenza con latradizionale “perahu panjang”(barca lunga) nel cuore del lago.visita di un villaggio iban e diuna tipica longhouse. danza dibenvenuto da parte degli iban,popolazione indigena delsarawak nota per i suoi caccia-tori di teste. dopo un assaggiodi pietanze locali, si riparte inbarca. ritorno al resort nelpomeriggio e tempo libero pervarie attività. pernottamento.

Venerdì 1 aprile 2011 Batang Ai - Kuchingpensione completa. dopo laprima colazione, partenza per ilviaggio di ritorno a Kuching.sosta al parco di Ranchan, conle sue piccole cascate e i giardi-ni rigogliosi. arrivo a Kuchingnel pomeriggio. trasferimentoin hotel, pernottamento.

Sabato 2 aprile 2011 Kuching - Grotte di Mulu pensione completa. dopo laprima colazione trasferimento in aeroporto e volo per Mulu.check-in e pranzo al resort. ilparco nazionale di Mulu è unodei più spettacolari della Malesia:una distesa naturale incontami-nata che offre l’opportunità diesplorare grotte, camminare suponti sospesi e fare trekking.tra le caratteristiche più rilevan-ti vi è il fatto che due massiccimontuosi, uno di arenaria e l’al-tro calcareo, si fronteggianoall’interno dei suoi confini. sonoinoltre previste diverse escursioni.con un percorso di oltre tre chi-lometri nella giungla si raggiun-gono le grotte di lang e deer,che formano il passaggio sotter-raneo più vasto del mondo (conuna lunghezza di 2160 metri euna profondità di 220 metri). Qui

AGENzIA VIAGGI

Sopra, da sinistra verso destrala malia del tramonto a kuching.

il Monte kinabalu (4095 metri) nell’omonimo parco, uno dei primi

della Malesia: è stato istituito nel1964 e dal 2000 è patrimonio

dell’umanità dell’unesco.

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si trovano stalattiti e stalagmitimillenarie dalle forme e dimen-sioni più svariate. il rientro è pre-visto al calar della sera, cammi-nando nella giungla in un’atmo-sfera suggestiva. cena e pernot-tamento al royal Mulu resort.

Domenica 3 aprile 2011 Grotte di Mulupensione completa. dopo cola-zione escursione in barca finoalla Grotta del Vento, con il suoimponente passaggio interno. si procede poi per la Grottadell’Acqua Chiara: camminandolungo passerelle di legno e gradi-ni rocciosi si possono ammirareil percorso scavato dal fiumepreesistente e la flora endemicapresente. ritorno in barca alresort. Nel pomeriggio si va allascoperta dei penan, popolazioneindigena. il percorso che porta allalonghouse è un “combinato” dipiroga e trekking nella foresta.

Lunedì 4 aprile 2011 Grotte di Mulu - MiriBandar Seri Begawanpensione completa. dopo laprima colazione, trasferimentoin aeroporto e volo per Miri.arrivo e trasferimento via terrain Brunei attraverso i giacimentidi petrolio famosi nel mondo.arrivo in Brunei e check-inpresso il maestoso empire hotel.Nel pomeriggio visita della città:Moschea del sultano Bolkian,Museo della regalia ed escursio-ne sui canali che attraversano ilpiù grande e antico villaggio sul-l’acqua, tutto su palafitte. ritornoin hotel. cena e pernottamento.

Martedì 5 aprile 2011 Bandar Seri BegawanKota Kinabalupensione completa. tempo liberoe trasferimento all’aeroporto.arrivo a Kota Kinabalu e trasfe-rimento in hotel. serata a dispo-sizione e pernottamento.

Mercoledì 6 aprile 2011 Kota Kinabalu - Parco marinopensione completa. Giornatadedicata alla visita del parco mari-no Tunku Abdul Rahman. Mare,

LISTROP VIAGGI E TURISMOVia Trasaghis, 22 - RosàTel. 0424 584970 - [email protected]

Crespano del GrappaPiazza Martiri del Grappa, 9Tel. 0423 930563

sole e nuotate nell’acqua cristalli-na di questo arcipelago. rientroin hotel nel tardo pomeriggio.

Giovedì 7 aprile 2011 Monte Kinabalu - Sandakanpensione completa. partenza per Sandakan con breve visita al parco del Monte Kinabalu.dopo il pranzo si continua ilviaggio verso sud fino ad arrivareal sepilok Nature resort.

Venerdì 8 aprile 2011 Sandakan - Bilitpensione completa. la giornatacomincia con la visita alla riservadi sepilok orang utan. Qui glioranghi vengono riabilitati allavita nella foresta dopo aver per-duto il loro habitat naturale. e’ possibile vederne alcuni esem-plari provenienti dalla giungla,che accorrono alla piattaformadei rangers per una scorpacciatadi frutta e latte. dalla riserva disepilok orang utan breve trasfe-rimento al centro scoperta dellaForesta pluviale di sepilok peruna visita a questa attrazionenaturalistica che ci permette diconoscere la flora circostante eil ricco giardino botanico.pranzo durante l’escursione eproseguimento per il fiume

Kinabatangan. sistemazionepresso il lodge sulle rive delKinabatangan. Nel pomeriggioescursione in barca alla scopertadella fauna locale (incluse letipiche scimmie nasiche delBorneo). Nel basso kinabatangansi trovano anche elefanti, buceri,gibboni e moltissime specie diuccelli pescatori. cena e pernot-tamento presso il lodge Bilitrainforest lodge o similare.

Sabato 9 aprile 2011 Bilit - Sandakan - Kuala Lumpursveglia di buon mattino e visitaal lago Ox Bow, immerso nellussureggiante e incantevolecontesto della foresta del Borneo.rientro al lodge per la colazione.e trasferimento all’aeroporto diSandakan per il volo per KualaLumpur, arrivo in serata e pro-seguimento in coincidenza per ilvolo di rientro in italia. pasti epernottamento a bordo.

Domenica 10 aprile 2011 Roma - Veneziaarrivo a roma di primo mattinoe proseguimento in coincidenzaper venezia. arrivo nella tardamattinata e proseguimento per lelocalità d’origine.

MALESIA- Tour delBorneo Malese e Brunei

Dal 27 marzo al 10 aprile 2011

Quota individuale di partecipazione: € 3.950,00

Polizza annullamento viaggio (obbligatoria): € 62,50

La quota comprende:- viaggio aereo con voli regolari

di linea in classe economica;- tutti i voli interni;- le tasse aeroportuali e aumenti del

carburante alla data del 30.06.2010;- tutti i trasferimenti da e per gli

aeroporti;- sistemazione in hotels come

indicato nel programma, camere doppie con servizi;

- i pasti come da programma; - visite ed escursioni con guida

locale parlante italiano;- ingressi ai monumenti e ai parchi;- le mance agli autisti e alle guide;- il nostro accompagnatore per un

minimo di 15 persone;

La quota non comprende:- le bevande ai pasti;- i pasti liberi;- le camere singole

(supplemento di € 740,00);- gli extra in genere; - tutto quanto non espressamente

indicato alla voce “la quota di partecipazione comprende”.

Documento indispensabile:passaporto individuale con validitàdi almeno sei mesi dalla data di partenza del viaggio.la quota è stata calcolata in base alcambio del Malaysia ringggit alladata del 11.07.2010. eventuali oscil-lazioni del cambio del 2% la quotaverrà adeguata.All’iscrizione acconto di € 1.000,00

Qui soprale torri petronas a kuala lumpur:alte 452 metri sono il simbolo del progresso economico della Malesia.

In alto, da sinistra verso destradue scorci del parco naturale di Mulu.

A sinistrail corso del kinabatangan dall’aereo.

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viNceNt vaN GoGHdalla parte dei più deboliDopo avere provato a studiare teologia, divenne pittore per disperazione, nel costantetentativo di rappresentare la realtà cogliendone il contenuto essenziale: la vita.

QUI PORTA DIEDA

a cura di anita zamperin

vincent van Gogh (nato nel 1853,da padre pastore protestante), di cui è in corso la grande mostra alvittoriano, dopo 22 anni che nonveniva esposto a roma, è certa-mente uno degli artisti più noti almondo. con lui comincia il dram-ma dell’artista, che si sente esclu-so da una società che non utilizzail suo lavoro e ne fa un disadatta-to. possiamo collocare van Goghaccanto a kierkegaard e adostoevskij: come loro s’interroga

sul significato dell’esistenza, delproprio essere nel mondo. egli sipone dalla parte dei diseredati,delle vittime: i lavoratori sfruttati,i contadini a cui l’industria toglie ilsentimento dell’eticità e della reli-giosità del lavoro. Non è pittore pervocazione, ma per disperazione.aveva tentato di studiare teologia,ma era stato respinto agli esami diammissione; si era dato all’apo-stolato religioso nella regionemineraria belga del Borinage, ma

il suo fanatismo religioso nonpiacque ai superiori. a trent’annisi ribella e lo strumento della suarivolta è la pittura. in un primotempo prende di petto il problemasociale: ispirandosi a Millet e adaumier, descrive la miseria e ladisperazione dei contadini. sonoquadri dai toni cupi, quasi mono-cromi, bui, le figure deformate:l’industrialismo che prospera nellecittà ha portato la miseria nellecampagne, privandole della gioia divivere, della luce, dei colori. Nel1886 è a parigi, dove l’amatissi-mo fratello minore theo vive elavora (mercante d’arte d’avan-guardia, acuto e innovativo, pro-muove costantemente i giovani egli impressionisti). con lui vincentteneva già da anni una fittissimacorrispondenza, che la moglie ditheo preservò dalla distruzione epubblicò. a parigi conosce gliimpressionisti e paul Gauguin,diventa amico di toulouse-lautrece di Bernard. Ma è il sud della

Come Kierkegaard e Dostoevskij, il grande artistaolandese si interrogava sul significato dell’esistenza

A destravan Gogh, I mangiatori di patate,

1885. amsterdam, Museo van Gogh.

Qui sottovan Gogh, Autoritratto, 1887

amsterdam, rijksmuseum.

Sotto, da sinistra verso destravan Gogh, Seminatore al tramonto,

1888. otterlo, Museo kröller-Müller.Jean-François Millet, Il seminatore,1888. Boston, Museum of Fine arts.Francis Bacon, Studio per il ritratto

di Van Gogh II, 1957. zurigo, collezione thomas ammann.

Francis Bacon,Omaggio a Van

Gogh, 1959.Göteborg,

konstmuseum.

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PROGRAMMA

Novembre e dicembre

caffè letterari e caffè artistici(Caffè Mozart - Bassano)

omaggio di letture e musica dedicatoa italo calvino e Gianni rodari(Gruppo di letture e musica)letture e musica dedicate al Natale(Gruppo di letture e musica)

concerto lirico di canzoni napoletane e natalizie(susanna Gherlani contralto,Nicolas ravazzolo tenore, luigi Ferro pianoforte)

INFORMAzIONISegreteriapresso palazzo polidorovia ognissanti 31/33Bassano del Grappa

Numeri telefonici0424 228418 e 349 5888935(a disposizione nei giorni di martedìe venerdì ore 17,00-19,00)

Posta [email protected]@alice.it

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QUI PORTA DIEDA

Francia ad attirarlo: così, nel 1888,si trasferisce ad arles. in due annicompie la sua formazione d’artistae si avvicina alla pittura dellestampe giapponesi, che avevacominciato a collezionare a parigi.il ricordo di tali stampe è ben visi-bile nell’opera “Notte stellata”(1889), in cui un’onda attraversa ilcielo stellato come una forza sco-nosciuta; la linea è contorta e nodo-sa e infonde nel moto un’impres-sione di instabilità e di agitazione.vincent scrisse di aver trovato adarles una luminosità e un ambienteche gli apparivano affini all’ideache si era formato dell’oriente:”Qui sono in Giappone”. era affa-scinato dalla forza incisiva diquell’arte insolita, lirica, che tra-sfigurava il visibile e aboliva ogni

descrittivismo, mantenendo intattal’immediatezza espressiva. per vanGogh non si tratta più di rappresen-tare il mondo in modo superficialeo profondo: ogni segno è un gestocon cui affronta la realtà per coglie-re e far proprio il suo contenutoessenziale: la vita. Quella vita chela società borghese, con il suo lavo-ro alienante, estingue nell’uomo.ciò che l’artista vuole è una pitturavera fino all’assurdo, viva fino alparossismo, al delirio, alla morte.Nel 1889 van Gogh viene interna-to, su sua richiesta, nel manicomiodi saint-rémy: più che di schizo-frenia, come qualche psicanalistadiagnosticò ‘a posteriori’, è piùprobabile che vincent soffrisse diattacchi di epilessia, aggravati dal-l’instabilità di una vita raminga eda una sensibilità fuori del comu-ne. Qui dipinge scorci del giardino,cipressi, oliveti, autoritratti. pocoprima di morire aveva scritto allasorella Wil delle parole che sisarebbero rivelate profetiche:“Quello che mi interessa -molto,molto più di tutto il resto nel miomestiere- è il ritratto, il ritratto

moderno. io lo cerco attraverso ilcolore e non sono certo il solo aintraprendere questa strada… Noncerco la somiglianza fotografica,ma un’espressione appassionata”.pochi mesi dopo essere stato dimes-so dalla casa di cura di saint-rémy,vincent, in preda a una crisi, sispara un colpo di pistola e muoredopo due giorni (29 luglio 1890),assistito da theo, che gli soprav-vive sei mesi. alla mostra degliIndépendants del 1891 venneroesposte dieci tele di vincent, e ilcritico octave Mirbeau scrisse unarticolo appassionato deplorandoche egli fosse “morto così oscuro,così ignorato”. una serie di artisti,noti e meno noti, ha tentato un con-fronto diretto con van Gogh,modello all’apparenza irraggiungi-bile. innumerevoli sono le riletturedei suoi quadri, alcune di esse pos-sono essere considerate creazionidel tutto autonome e significative:gli esempi più rilevanti sono forse idipinti di Francis Bacon, che si èconfrontato con l’opera di van Goghcon zelo maniacale. la variantedella Camera di van Gogh ad arlesdi roy lichtenstein invece si inse-risce nella strategia di stilizzazionedei miti contemporanei messa inatto dagli artisti pop. Molti altriartisti si sono occupati di van Goghin modo più o meno creativo: tra inomi più noti, quelli di r.B. kitaj,david Hockney e rainer Fetting.

A fianco, da sinistra verso destravan Gogh, Notte stellata, 1889.New york, Museum of Modern art. katsushika Hokusai, Il monte Fujivisto da Kanagawa, 1826-’33.londra, victoria and albert Museum.

A fianco, da sinistra verso destravan Gogh, La stanza di Vincent ad Arles, 1888. amsterdam, Museovan Gogh.roy lichtenstein, Camera da letto ad Arles, 1992. Washington,National Gallery of art.

In basso, da sinistra verso destravan Gogh, Pero in fiore, 1888.amsterdam, van Gogh Museum.katsushika Hokusai, Susino in fiore e luna, 1803. chicago, artinstitute of chicago.

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VISITA ALLA CITTA’

© copyright by editrice artistica BassanoVietata la riproduzione di testi, piante e disegni

1) CHIESETTA DELL’ANGELO progettata dall’architettozaccaria Bricito risale al 1655. la pianta è ovale. Felicementerestaurata, è sede di mostre e concerti.1) LITTLE CHURCH OF THE ANGEL project by architectzaccaria Bricito in 1655. it was built in an oval shape. recentlyrestored, it is now open for concerts and exhibitions.

2) GlARDINI PAROLINI l’orto botanico, realizzato dal natura-lista alberto parolini, risale al secolo XiX. ricco di specie rare èora parco pubblico e ospita manifestazioni.2) PAROLINI GARDENS the botanic garden was created in thelast century by naturalist alberto parolini. it contains rare species.donated to the city, it was trasformed into a public park. it hostsopen air exhibitions and shows.

3) MUNICIPIO e’ sede del comune. la loggia presenta glistemmi dei primi 120 podestà. l’affresco con San Cristoforo è del’500. singolare il grande orologio con i segni zodiacali. 3) TOWN-HALL in the loggia are the fescoe of the coat of armsof the first 120 mayors. afrescoe of S. Christopher dates back to’500. a singular wall clock shows the zodiac signs, the buildingholds the city offices.

4) MUSEO ospita una pinacoteca di notevole valore con tele deidal ponte, gessi e sculture di canova e incisioni di dürer.pregevole la sezione archeologica. annessa è la Biblioteca civica.4) MUSEUM it hosts a painting collection of great value byartists such as the da ponte, chalks and sculptures by canova andengravings by durer. the archeologic section is of great value.the annex museum contains the civic library.

5) PALAzzO AGOSTINELLI ospita mostre e rassegne artisti-che. sulla facciata, in una nicchia, un affresco di Madonna conBambino della seconda metà del ’400.5) AGOSTINELLI PALACE it belongs to the city and hosts artshows and exbits. on its front wall can be seen a niche with a ’400frescoe of Madonna and Child.

6) PALAzzO BONAGURO del ’500, è stato rimaneggiato nelsecolo successivo. ospita mostre e rassegne d’artigianato. il pian-terreno è completamente affrescato.6) BONAGURO PALACE Built in ’500, it was remodeled in thefollowing century. it is a comunal show-place for artifacts exhi-bitions. the ground floor is totally frescoed.

7) PALAzzO PRETORIO risale alla seconda metà del ’200 edal 1315 è stato residenza del podestà. la scala esterna è del 1552.7) PREATORIAN PALACE Built in the second half of ’200, itwas elected residence ot the Mayor since 1315 and was later tur-ned into the seat of the comunal council. the outside stairwaywas built in 1552.

8) PALAzzO STURM costruito nel ’700, ospita il Museo dellaceramica. all’interno affreschi di G. anselmi, databili al 1785, etempere di G. zompini.8) STURM PALACE Built in 1700, the palace now hosts animportant ceramics Museum. inside are frescoes by G. anselmo,dated 1785, and temperas by G. zompini.

9) PARCO RAGAzzl DEL ’99 inaugurato nel 1973. al centrodel parco sorge il monumento ai ragazzi del ’99.9) PARK OF THE BOYS OF ’99 inaugurated in 1973. in itscenter rises the monument dedicated to the Boys of ’99.

10) PIAzzOTTO MONTEVECCHIO la piazza maggioredella città nel ’200 e nel ’300. sulla facciata del Monte di pietà èinfisso il primo stemma di Bassano con la torre e i leoni rampanti.10) MONTEVECCHIO SQUARE it was the main square in’200 and ’300. on the facade of the “Monte di pietà” can be seenthe first Bassano coat of arms with the tower and two lions.

11) PONTE DEGLI ALPlNI È il monumento più famoso diBassano. risale al Xii secolo. la forma attuale è del palladio(1570). distrutto più volte dal fiume in piena e da eventi bellici fusempre ricostruito nella forma originaria.11) ALPINI BRIDGE the most famous monument in Bassano.Built in the 12th century. its actual shape is by palladio (1570).destroyed at various times by floods and war actions, it hasalways been rebuilt in its precise original form.

12) PORTA DELLE GRAzIE risale al 1300. Fu risistemata nel1560 dal bassanese zamberlan. a fianco si trova la chiesetta delleGrazie (fine ’400) con pregevoli affreschi.12) GATE OF THE GRACES Built in 1300. it was later adju-sted in 1560 by zamberlan of Bassano. once through the Gate, onthe left, can be seen the small Grace church (end ’400) with pre-cious frescoes.

13) PORTA DIEDA venne inserita nella torre del castello deiBerri (del ’300) nel 1541. Belli gli affreschi sul lato sud.13) DlEDA GATE the gate was opened into the tower of Berricastle (built in ’300) in 1541.

14) SAN DONATO Fondata nel 1208 da ezzelino il Monaco.ospita una pala di Francesco dal ponte il vecchio.14) SAN DONATO CHURCH Founded in 1208 by ezzelino theMonk. it contains a pala by Francesco dal ponte the elder.

15) SAN FRANCESCO costruita tra la fine del 1200 e gli inizidel 1300. interno a una navata. il protiro (1306) protegge il portalee l’affresco della Madonna e Bambino di luca Martinelli.15) CHURCH OF SAN FRANCESCO Built at the end of 1200and early 1300. it is shaped with a single aisle. the entrance porch(1306) protects the portal and a frescoe of Madonna and Child byluca Martinelli.

16) SAN GIOVANNI di origine trecentesca, venne trasformata(1747-1785) dall’architetto Giovanni Miazzi. dipinti di Maggiotto,scajaro e vanzo Mercante. sculture di orazio Marinali.16) CHURCH OF SAINT JOHN its oridns date back to 1300. itwas restructured from 1747 to 1785 by architect Giovanni Miazzi.inside can be seen paintlngs by Maggiotto, scajaro and vanzoMercante. sculptures by 0. Marinali.

17) S. MARIA IN COLLE l’antica pieve risale a prima del1000. attorno a essa sorse il primo nucleo della città. all’internodue pale di leandro dal ponte e un interessante crocifisso ligneo.17) CHURCH S. MARIA IN COLLE the ancient sanctuarywas erected before 1000. around it was built the first nucleous ofthe town of Bassano. in its interior can be seen two paintings byleandro dal ponte and a wooden crucifix of great interest.

18) TEATRO ASTRA l’ex teatro sociale, neoclassico, progetta-to nel 1802 dall’architetto Bauto, è stato trasformato nel 1949 insala cinematografica e teatrale.18) ASTRA THEATRE ex social theatre project of 1802 byarchitect Bauto, it was transformed in 1949 into a theatre and hall.

19) TEMPIO OSSARIO raccoglie le spoglie di oltre 5400 cadutinella prima Guerra Mondiale. cominciato nel 1908 come nuovacattedrale, fu trasformato in tempio ossario nel 1934.19) OSSARIO TEMPLE Holds the spoils of over 5400 soldiersfallen during First World War. erection was begun in 1908 as a newcathedral for the town. it was transformed into a burial temple in 1934.

20) TORRE CIVICA eretta tra il ’200 e il ’300 durante il domi-nio padovano è alta 43 metri. la merlatura e le finestre ad arcoacuto sono state aggiunte nel 1823 dall’architetto Gaidon.20) CIVIC TOWER Built between ’200 and ’300 under thedominion of padua. 43 metres tall, the battlement and sharp anglewindows were added in 1823 by architect Gaidon.

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VISITA ALLA CITTA’

PRINCIPALI PARCHEGGI a servizio del Centro Storico

1 prato s. caterina 350 posti l2 cimberle Ferrari 75 posti pa3 piazza terraglio 50 posti pr4 cadorna 268 posti pa5 Gerosa 317 posti l6 Mercato 50 posti l7 via volpato 50 posti l8 ss. trinità 50 posti l 9 largo parolini 108 posti pa10 vecchio ospedale 160 posti pa11 Gasparotto 200 posti pa

vie del centro storico 456 posti pr

L = liberoPa = a pagamento Pr = parcometro

Dati indicativi Per informazioni precise sui parcheggi pubblici, si consiglia di interpellare l’URPdel Comune di Bassano (0424 519555).

I MUSEI DI BASSANO

MUSEO CIVICOe’ uno dei più antichi del veneto:sorto nel 1828 in seguito al legato delnaturalista Giambattista Brocchi, ècostituito come insieme di Museo,Biblioteca e Archivio e trovò nel1840 la sua sede attuale nell’ex con-vento della chiesa di san Francesco.tel. 0424 522235 - 0424 523336e-mail: [email protected]

MUSEO DELLA CERAMICA MUSEO REMONDINIPalazzo Sturmil Museo della Ceramica offre aivisitatori una vasta raccolta dimaioliche, porcellane e terraglie,composta da 1200 pezzi.il nuovo Museo Remondini ospital’importantissima collezione di stam-pe antiche e popolari ereditate dallafamiglia di stampatori bassanesi.tel. e fax 0424 524933

SEzIONE NATURALISTICADEL MUSEO - Palazzo Bonagurodal 2006 palazzo Bonaguro ospital’esposizione zoologica permanenteMondo animale. Conoscerlo perproteggerlo.Fax 0424 524933

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INDIRIzzI UTILI

in collaborazione con Ufficio Relazioni con il Pubblico

via Matteotti, 35 - tel. 0424 519555 (Municipio di Bassano)

PRONTO INTERVENTO

SOCCORSO Dl EMERGENzA 113

PRONTO SOCCORSO 118

GUARDIA MEDICA 0424 888814

CROCE ROSSA 0424 529302

CARABINIERIpronto intervento 112comando compagnia 0424 527600

CORPO FORESTALEpronto intervento 1515via trentino, 9 0424 504358

GUARDIA DI FINANzAvia Maello, 15 0424 34555

POLIzIA DI STATOv.le pecori Giraldi, 56 0424 507911

POLIzIA STRADALEvia ca’ rezzonico, 14 0424 216611

VIGILI DEL FUOCO 115via ca’ Baroncello 0424 228270

VIGILI URBANIvia J. vittorelli, 30 0424 519404

SERVIzI PUBBLICI

AGENzIA DEL TERRITORIO via M. ricci, 8 - p. t. 0424 523364

AGENzIA DELLE ENTRATEvia M. ricci, 8 - 1° p. 0424 210611

ARCHIVIO Dl STATOvia Beata Giovanna, 58 0424 524890

CAMERA Dl COMMERCIOlargo parolini, 7 0424 220443

CENTRI PER L’IMPIEGOlargo parolini, 82 0424 529581

I.A.T. Informazioni e AccoglienzaTuristica (Provincia di Vicenza)largo corona d’ltalia 0424 524351

I.N.A.I.L.via o. Marinali, 79 0424 217411

I.N.P.S.via c. colombo, 70/94 0424 887411

MUNICIPIOvia Matteotti, 35 0424 519111

U.R.P.via Matteotti, 35 0424 519555

INFORMACITTA’piazzale trento 9/a 0424 237584

POSTE E TELECOMUNICAzIONIv.le Xl Febbraio, 2 0424 213230via angarano, 149 0424 503926via Marchesane, 114 0424 500485via passalacqua, 8 0424 513112

PRO BASSANOvia Matteotti, 43 0424 227580

PROVINCIA DI VICENzA viale Xi Febbraio, 53 0424 525827

SPORTELLO IMMIGRATI via scalabrini, 4 0424 504160

TRIBUNALEvia o. Marinali, 32 0424 528418

ARTE E CULTURA

MUSEO CIVICO - BIBLIOTECApiazza Garibaldi, 34 0424 519450

MUSEO CERAMICA - REMONDINIpalazzo sturm 0424 524933

CHIESETTA DELL’ANGELO via roma, 80 0424 227303

PALAzzO AGOSTINELLIvia Barbieri, 253 0424 217800

PALAzzO BONAGUROvia angarano 0424 502923

INCONTRI SCRIMIN GALLERIAvia vendramini, 46/a 0424 227799

MUSEO DEGLI ALPINIvia angarano, 2 0424 503662

MUSEO DEI CAPPUCCINIvia san sebastiano 42 0424 523814

RACCOLTA REMONDINI TASSOTTIvia Ferracina, 16/18 0424 523013

MUSEO DELL’AUTOMOBILE “L. BONFANTI VIMAR” romano d’ezzelino 0424 513746

MUSEO GIANNI VISENTINcarpanè di san Nazario 338 5326186

FARMACIE

AGOSTINELLI 13/11p.tto Montevecchio, 6 0424 522101ALLE DUE COLONNE 25/12via roma, 11 0424 522412ALLE GRAzIE 04/12 via passalacqua, 10/a 0424 35435CARPENEDO 18/12piazza Garibaldi, 13 0424 522325COMUNALE 01/01/2011 via ca’ dolfin, 50 0424 527811COMUNALE 20/11via ca’ Baroncello, 60 0424 34882DALL’OGLIO 11/12piazza libertà, 40 0424 522223PIzzI 06/11via J. da ponte, 76 0424 523669POzzI 08/01/2011via scalabrini, 102 0424 503649SCARONI 27/11via vicenza, 85 0424 502102

QUOTIDIANI

IL GAzzETTlNO 0424 523602via J. da ponte, 50

IL GIORNALE Dl VICENzAlargo corona d’ltalia, 3 0424 528711

Az. SANITARIA ULSS n. 3

OSPEDALE Dl BASSANOvia dei lotti, 40 0424 888111EMERGENzE Autolettighe 118GUARDIA MEDICA 0424 888814U.R.P. 0424 888556/7CONSULTORIO FAMILIAREvia Mons. Negrin 0424 885191ASS. SOCCORRITORI 0424 525760

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turdus iliacuscorvus corax

Magnus von Wright

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con questo numero ha termine lapanoramica dedicata alle splendidestampe di Magnus von Wright, ilnoto pittore e ornitologo finlandeseche i nostri lettori hanno imparato aconoscere nel corso di due anni.anche in questa circostanza, comeperaltro in tutte le precedenti, i sog-getti illustrati si riferiscono a esem-plari presenti nella nostra regione.vediamoli dunque più da vicino.

il Tordo sassello (Turdus iliacus),particolarmente comune nel veneto,vive nei boschi di conifere e nellecampagne coltivate. la sua tagliasupera di poco i 20 centimetri di

REMONDINIA

testo di isabella Minchio

iconografia: al vecchio libro

lunghezza, per un peso medio di70 grammi. conosciuto pure con iltermine dialettale di Sigalin, tendea migrare in piccoli gruppi formatida una o due covate.

il Corvo imperiale (Corvus corax)è il più grande rappresentante dellasua famiglia e appartiene all’ordi-ne dei passeriformi. diffuso in tuttaeuropa, in veneto è ben presente nelparco Nazionale delle dolomitiBellunesi e, in genere, nelle zonealpine. di dimensioni ragguardevo-li, raggiunge quasi i 70 centimetri dilunghezza, con un’apertura alareche sfiora il metro e trenta (il pesomedio si attesta attorno al chilo).

Sotto, dall’alto verso il bassoun bell’esemplare di Tordo sassello.

la strega amelia, popolare personaggio di disney, accompagnatadal fido assistente, il corvo Gennarino.

Nel testoun Corvo imperiale e un Tordo

sassello si librano in volo.

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OSPITALITA’

a Bassano e dintorni

HANS BENDERL’impegno culturale attraverso la formula dei racconti brevi e ladirezione di riviste letterarie

“il mio tenente era sempre affamato.Quando non sparava, aveva qualcosa frai denti: una fetta di pane, magari con dellardo, del prosciutto o un po’ di wurst.amava in particolare i piccioni; quandomarciavamo attraverso i villaggi e nescorgeva uno, sul tetto di una casa o involo, prontamente lo fulminava conuna schioppettata. confesso che la cosadivertiva anche me; possedevo un fucilecon mirino telescopico e non sbagliavoun colpo. il proiettile dei nostri fuciliera però troppo grande per quel piccolocorpo. le piume volavano via a cespi ela pelle veniva eccessivamente lacerata.da buon attendente, spettava comun-que a me arrostire i piccioni e servirli,prelibati, al tenente [...].Negli ultimi giorni, a sebastopoli, ave-vamo subìto perdite pesanti ed eravamoancora in dodici quando il comandanteci trasferì sulla sponda opposta dellacrimea, con il compito di occupare unapostazione difensiva. scendemmo dalcamion nel villaggio di ossowiny.lungo la strada si trovava una di quel-le tipiche case russe dipinte di azzurroe ben isolate contro il freddo. aveva ivetri delle finestre puliti. da tempo miero abituato, quando cercavo un luogodove acquartierarci, a controllarli bene:rispecchiano la natura degli abitanti ele condizioni delle stanze. anche iltenente, come ipnotizzato, fissava quel-la casa. “Guarda là!”, mi disse indicandoil tetto con un bastoncino. sul cornicio-ne erano appollaiati oltre venti piccio-ni, ben nutriti e con le code belle gonfie. “Noi ci fermiamo qui”, mi ordinò. eagli altri aggiunse: “cercatevi qualcosanelle vicinanze!” [...].

Qui sopra: soldati tedeschi in crimea,durante la seconda guerra mondiale.In alto: Hans Bender qualche anno fa.

Continua a pag. 62

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RISTORAzIONE

a Bassano e dintorni

trovammo la donna in cucina. Quandocomprese le nostre parole, aprì unaporta nel corridoio e cominciò a rasset-tare la stanza. era una grande camera,con un tavolo, alcune sedie e due lettiin ferro, pieni di cuscini. alle pareti,uno specchio, decorato con carta a fiori,immagini di santi, una lampada e vec-chie fotografie. ci spogliammo subitoe, spossati, ci gettammo sulle coperte.il tenente si agitava nel sonno: “Hofame”. Mi alzai e sciolsi i legacci chefissavano le pentole allo zaino. “Hai visto i piccioni?”, disse. “certo”.“Facciamo quattro: tre per me e unoper te”. “dunque, quattro piccioni?”.“si, quattro piccioni”, rispose [...].Quando giunsi nel cortile trovai ladonna inginocchiata davanti al focola-re, intenta a cuocere una quantità impre-cisata di verdure in una pentola di ferro.la osservai e le dissi qualche parolaper farla sorridere. Ma lei non sorrise.ci raggiunge sua figlia, una bambinadal nome melodioso: tarsia [...]. essa mi disse: “puoi prendere tutto ciòche abbiamo, tranne i piccioni. Non sononostri: appartengono a mio fratello ilja,che ora combatte a sebastopoli [...].da I piccioni di Ilja, 1957traduzione di andrea Minchio

al ritorno dalla guerra e dalla prigioniain russia, Hans Bender (nato nel 1919a Mühlhausen in turingia) intraprese ilsuo percorso letterario pubblicandouna raccolta di poesie e racconti brevi-che si rifanno alle personali esperienzebelliche- e fondando la rivista Konturen(Profili). Nel 1954 diede vita a un’altrarivista culturale, Akzente (Accenti), chein breve tempo si impose quale una dellepiù significative nel panorama editoria-le tedesco. oltre ad antologie di prosa,Bender pubblicò emblematiche raccoltedi liriche, divenute -grazie al caratteredocumentario- irrinunciabili opere diconsultazione per gli appassionati dipoesia. in quanto autore scrisse inveceracconti brevi, ambientati nella secondaguerra mondiale e tradotti in varie lingue.Negli ultimi anni Bender ha moltoincoraggiato i giovani scrittori e pro-mosso all’estero la letteratura tedescacontemporanea.

In alto: due numeri, pubblicati negli annisessanta, dell’importante rivista letterariatedesca Akzente (fondata da Bender nel1954 assieme a Walter Höllerer).

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