Balestrini - Sandokan

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Sandokan. Storia di camorra [http://www.nannibalestrini.it/sandokan/sandokan.htm] In un paese degradato del Casertano, per sfuggire alla misera vita contadina dei padri, un gruppo di giovani sceglie la scorciatoia della delinquenza. Decisi a non arrestarsi di fronte a nulla, in breve tempo essi fanno strage dei camorristi rivali e sottomettono tutti i clan della zona. Impadronitisi di ogni traffico illecito, dagli appalti alla droga, arrivano a creare un immenso impero economico internazionale, più potente e ricco della stessa mafia siciliana. La folgorante ed efferata parabola si conclude con una sanguinosa guerra interna, con l'eliminazione reciproca dei protagonisti e con la cattura finale di Sandokan, il feroce boss sopravvissuto. Testimone di queste gesta criminali realmente accadute è un ragazzo del paese, che è cresciuto in mezzo ad esse ma ha rifiutato di seguire quella strada, e che sceglie da ultimo di lasciare per sempre una terra irrimediabilmente devastata. I lettori dei romanzi-documento di Nanni Balestrini ritrovano qui le caratteristiche della sua scrittura, la resa della realtà attraverso la messa in scena di un linguaggio che esprime l'energia del parlato e lo stile epico, questa volta applicato a una saga del male, non estranea al clima di generale disfacimento e ai miraggi di facile ricchezza che continuano a infestare il nostro Paese. Indice I L’arresto II Benvenuti a III Lo Zenit IV Le origini V La morte VI La scommessa VII Il grande salto VIII La politica IX Il macero X L’espansione XI Albanova XII I negri XIII La civetta XIV La guerra XV La vittoria di Sandokan XVI L’obitorio -------------------------------------------------------------

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Camorra

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Sandokan. Storia di camorra [http://www.nannibalestrini.it/sandokan/sandokan.htm]

In un paese degradato del Casertano, per sfuggire alla misera vita contadina dei padri, un gruppo di giovani sceglie la scorciatoia della delinquenza. Decisi a non arrestarsi di fronte a nulla, in breve tempo essi fanno strage dei camorristi rivali e sottomettono tutti i clan della zona. Impadronitisi di ogni traffico illecito, dagli appalti alla droga, arrivano a creare un immenso impero economico internazionale, più potente e ricco della stessa mafia siciliana. La folgorante ed efferata parabola si conclude con una sanguinosa guerra interna, con l'eliminazione reciproca dei protagonisti e con la cattura finale di Sandokan, il feroce boss sopravvissuto. Testimone di queste gesta criminali realmente accadute è un ragazzo del paese, che è cresciuto in mezzo ad esse ma ha rifiutato di seguire quella strada, e che sceglie da ultimo di lasciare per sempre una terra irrimediabilmente devastata. I lettori dei romanzi-documento di Nanni Balestrini ritrovano qui le caratteristiche della sua scrittura, la resa della realtà attraverso la messa in scena di un linguaggio che esprime l'energia del parlato e lo stile epico, questa volta applicato a una saga del male, non estranea al clima di generale disfacimento e ai miraggi di facile ricchezza che continuano a infestare il nostro Paese.

Indice

I L’arresto II Benvenuti a III Lo Zenit IV Le origini V La morte VI La scommessa VII Il grande salto VIII La politica IX Il macero X L’espansione XI Albanova XII I negri XIII La civetta XIV La guerra XV La vittoria di Sandokan XVI L’obitorio -------------------------------------------------------------

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I - L’ARRESTO

Il padrino è in trappola ma spera ancora di farcela è un bagno di sudore tossisce e impreca mentre fa segno ai suoi due bambini alla moglie e al cognato di non fiatare di resistere perché ci sono gli sbirri ma non riescono a capire dove diavolo sono nascosti il boss e la sua famiglia sanno che si trovano lì in quella villetta in quella specie di magazzino da qualche parte eppure da 13 ore abbattono porte sfondano mura lanciano lacrimogeni nelle condutture senza risultati ora verrà fuori è la speranza Sandokan si difende come può tappa con abiti e lenzuola ogni bocchettone il gas penetra lentamente il suo effetto è ridotto ma non si respira nel rifugio l’aria condizionata non può accendersi spargerebbe il gas per i bambini è un inferno Chiara e Angela piangono Sandokan le consola teneramente non è niente ora passa state calme qualcuno intorno a mezzogiorno sente una voce di donna una frase Se non vanno via non possiamo muoverci poi ancora silenzio il martello pneumatico sfonda un muro in direzione di quella voce

subito seguita da un’altra voce Non sparate ci sono i bambini mi arrendo mi arrendo è la voce di Sandokan finisce qui la sua fuga dalla giustizia Per carità state fermi ci sono le bambine mi arrendo ma non fate male alle bambine e a mia moglie così Sandokan al secolo Francesco Schiavone 44 anni la primula rossa della camorra campana capo indiscusso del clan più feroce dell’Italia meridionale quello dei Casalesi ha accolto gli uomini della Dia li ha aspettati con le sue due bambine in braccio quando ha capito che per lui non c’era più scampo si è consegnato così al capo della Dia di Napoli Guido Longo un catanese di 44 anni che da circa sette mesi lo stava braccando inseguendolo come un cacciatore fa con la lepre Sandokan si è arreso quando ha sentito sbriciolarsi il muro che divideva il suo rifugio dal resto della casa è venuto fuori con Chiara e Angelica in braccio per avvertire i poliziotti che c’erano le bambine e che quindi lui non avrebbe reagito

la latitanza lunga e blindata dell’inafferrabile capo della camorra si è conclusa ieri a mezzogiornno quando gli uomini della Dia hanno fatto cadere l’ultimo diaframma del bunker dove Sandokan era nascosto nella sua Casal di Principe l’ultimo diaframma è caduto a mezzogiorno sotto i colpi dei picconi e delle mazze di ferro e l’ultimo boss dei Casalesi si è arreso alla mezza risalendo dal cunicolo con le bambine tra le braccia scudo e promessa di non belligeranza è finito così l’incubo durato cinque anni la caccia infinita alla Primula rossa l’uomo dai mille trucchi dalle inesauribili risorse Sandokan è in carcere finalmente il boss furbo e sanguinario accusato di decine di omicidi inseguito da sei ordinanze di cattura la sua lunga fuga si è conclusa lì dove era cominciato nella sua Casal di Principe era tornato a casa a 200 metri dal bunker di famiglia governava il paese e i suoi uomini ancora liberi da un sotterraneo un appartamento costruito sulle fondamenta delle vecchie fogne borboniche e sui camminamenti ostruiti dal tempo e dalle macerie della città nascosta dagli inferi dell’Antistato

il blitz della Dia è scattato di notte ormai è giorno le 12 e 20 minuti il rumore di un martello pneumatico troppo vicino al rifugio Sandokan il Totò Riina della camorra si arrende la sua resa è un urlo disperato Sto qui con i bambini non sparate ci sono i bambini è la fine della sua quinquennale latitanza la fine di una leggenda criminale Guido Longo il capo della Dia campana ammanetta Sandokan altri agenti prendono in braccio due angioletti in lacrime Angela di 3 anni e Chiara di 2 nate duranta la latitanza un’altra beffa del boss allo Stato alle 12,15 di ieri la svolta una voce proveniente da un muro avvertiva Vi prego state fermi

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ci sono le bambine mi arrendo era Sandokan che parlava dall’interno del suo bunker e aveva sentito l’arrivo degli agenti lo hanno sorpreso con le bimbe in braccio all’interno di un appartamento composto da due camere bagno e cucina più un tinello Sandokan si rifugiava in questo fortino da cui si accedeva grazie a un congegno alla Diabolik un blocco di granito che scorreva su due binari e che una volta chiuso nella parete celava ogni traccia nascondeva ogni ingresso

gli uomini della Dia dopo circa una settimana di appostamenti intercettazioni telefoniche e ambientali sono rimasti di sasso quando dopo aver abbattuto un cancello di 8 metri che difendeva la villa hanno trovato l’abitazione deserta arriva un’auto apre il cancello automatico è l’autista della moglie del boss scatta il blitz in 40 sono addosso a quell’auto dentro la villetta dentro la tana del boss perlustrano ovunque sopresa nessuna traccia di Sandokan il capo della Dia non demorde Guido Longo accetta la sfida Ragazzi dice ai suoi da qui non si va via senza Sandokan sono le 23 e allora via in una caccia all’uomo che dura per tutta la notte si scava si tastano i muri si cerca dappertutto lacrimogeni nelle tubature 13 ore di ricerche ieri mattina alle 12,15 il novello Diabolik viene scovato gli agenti devono abbattere un finto muro una parete di granito montata su cardini scorrevoli dalla feritoia compare lui in fuga dal novembre del ’93 in compagnia delle due bambine una delle quali ha compiuto un anno pochi giorni fa e della moglie Giuseppina Natta

gli uomini impegnati hanno dovuto attendere l’arrivo di un’auto che permettesse l’apertura del cancello elettrico un vero e proprio fortino alto 6 metri e lungo 8 per poter accedere alla villa però del latitante nessuna traccia Da qui non ce ne andiamo se non lo troviamo è l’ordine del capo la direttiva impartita da Guido Longo ai suoi agenti lì era il rifugio nel quale Sandokan si incontrava con la moglie e le figlie tre volte alla settimana da almeno un mese da quando cioè era definitivamente rientrato a Casal di Principe anche se mai durante tutto il periodo della latitanza se ne era allontanato per molto tempo come del resto dimostra la nascita delle due bambine durante il periodo in cui lui era ricercato e che stavolta fosse lì era chiaro gli uomini della Dia avevano seguito Giuseppina Natta e erano in possesso di un’infinità di intercettazioni le ultime quelle che davano un’ulteriore conferma e che li hanno spinti a scavare per una notte e una mattinata intere le hanno raccolte mentre erano dentro in contatto con i colleghi fuori che intercettavano il concitato intrecciarsi di telefonate tra i parenti di Sandokan impegnatissimi a prevedere come sarebbero andate a finire le cose in quella casa

non sapeva di avere le ore contate in quel rifugio aveva di che vivere per almeno un paio di mesi ma forse dentro di sé aspettava il momento della resa estrema allo Stato lo ha capito quando i cani tre mastini napoletani passione antica che già una volta lo aveva tradito hanno cominciato a abbaiare con furia e quando ha sentito i passi concitati di decine di persone gli ordini gridati i fendenti alle pareti della stanza che sovrastava il suo rifugio ha sentito distintamente le voci e i suoni di chi di lì a poco lo avrebbe amanettato ma questa volta non aveva scampo né possibilità di fuga né specchiettisti alle spalle quando i picconi hanno buttato a terra l’ultima parete quando ha intravisto il volto di un poliziotto che si affacciava nel cunicolo che portava fino al nascondiglio ha chiamato i nemici si è fatto riconoscere si è arreso Sono io sto qui non fate niente perché ci sono le bambine e poi si è arrampicato fino all’uscita e si è consegnato agli uomini della Dia di Napoli della squadra mobile di Caserta della Criminalpol stanchi per la fatica ma radiosi per la vittoria

piangono per i lacrimogeni le due bimbe ma anche per quelle 13 ore di angoscia e silenzi forzati con il nemico a un passo e papà così agitato come non lo avevano visto mai esce

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dal bunker una donna forte grintosa Giuseppina Natta la moglie riconosce un investigatore inveisce Sempre tu ti sputerei in faccia ammanettano pure il cognato del boss Mario poi via verso la sede della Dia con il padrino che in auto dice poche parole Avete vinto ma io non mi pento non ho niente di cui pentirmi sono vittima dell’ingiustizia avete vinto ma speravo di farcela anche questa volta non riuscivate a trovarmi avete vinto ma io non parlo infatti prima aveva tentato di andarsene anche da quel bunker cercando di sfondare a colpi di piccone una parete di tufo anziché tentare di percorrere una via sotterranea dove poi sono state trovate armi munizioni e due tende da campo alla quale si accede da una botola direttamente all’interno del bunker forse temeva che anche quel percorso fosse stato scoperto

era lì tre stanza bagno e cucina tutto ben arredato e dotato di un buon numero di confort con la moglie Giuseppina Natta le due figlie più piccole Angelica e Chiara e il cognato Mario pure lui ricercato e pure lui arrestato quando venerdì sera sono piombati nella casa quella visibile non quella segreta quaranta uomini della Dia che per tredici ore hanno cercato convinti della presenza del boss Da qui non ce ne andiamo ripeteva Guido Longo il capo della Dia di Napoli ha avuto ragione all’interno di questo fortino senza finestre dove non arriva mai la luce del sole gli agenti hanno trovato due frigoriferi stracolmi di alimenti oltre 400 videocassette tra cui un corso di pittura una cyclette il bunker era munito di videocitofono aria condizionata era dotato di ogni comfort e illuminato da luci alogene che si riflettevano su pavimenti di maiolica bianca gli uomini della Dia per entrare hanno dovuto sfondare una parete

vane le sue vie di fuga almeno due l’ultima carta da giocare una botola nell’angolo del salone scala ripida ma sicura e una volta sotto terra il film che aveva in testa lo smacco finale della legge un cunicolo segreto che arriva che arriva a 40 metri e giù in fondo arnesi e abiti d’emergenza anche un paio di tende da campeggio e un dedalo di sentieri per andare fuori andare lontano cercare altri covi riparare tra altre braccia di camorra l’hanno fregato gli uomini della Dia tagliandogli la via di fuga non la conoscevano e lui ce l’avrebbe fatta ancora moglie e figli al seguito se gli agenti non avessero individuato le bocche dell’aria condizionata e le avessero bombardate con i lacrimogeni rendendole impercorribili inservibili inutili gli uomini della Dia ora ispezionano la tana del padrino che in tasca arrotolati ha un milione e mezzo di lire si imbattono subito in mitragliatori di fabbricazione ungherese e fucili a pompa il suo nascondiglio è su quattro livelli nel primo livello ci sono quattro stanze raccontano la vita di Sandokan in latitanza pittura libri musica poi altre tre livelli altri possibili rifugi nell’ultimo alcune tende canadesi e generi di prima necessità Sandokan pensava di rintanarsi lì dentro una tenda la sua ultima difesa non ha fatto in tempo

il suo covo una villa come tante muri alti e cancelli inviolabili un capannone messo male apposta e a terra a destra l’ultimo blocco di pietra che nasconde l’ingresso e scorre magicamente su un binario metallico ci devi entrare in ginocchio mesi di lavoro per tirarlo su così perfetto complici a centinaia e dentro una fortezza ma anche una casa piena di confort né porte né finestre ma aria condizionata di lusso salone camera da letto la stanza dei bambini cucina e bagno due frigoriferi pieni di tutto sul muro il foglio con l’ultima nota della spesa mancano i carciofi e abiti in grande quantità profumi delle migliori marche almeno due impianti stereo tre televisori di quelli che costano un occhio proiettore e schermo cinematografico a parete centinaia di film dalla medicina alla pornografia i libri di storia ma solo i Borbone e un computer la sua camorra gli appalti i politici i miliardi la contabilità dell’inferno e le armi due mitra N70 di fabbricazione bulgara un fucile a pompa 181 cartucce caricate a pallettoni un coltello a scatto

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un fortino senza porte e finestre con cunicoli e grotte naturali in grado di fornire vie di fuga d’emergenza ma anche un appartamento con ogni confort era questo il nascondiglio di Sandokan che il boss con moglie e figli condividevano a Casal di Principe vicino a Caserta un ambiente surreale illuminato da neon e con pavimenti di maiolica bianca un appartamento di un centinaio di metri quadrati con corridoio cucina ingresso sala da pranzo camera da letto e bagno il bunker munito di videocitofono aveva due accessi chiusi da blocchi di cemento su due livelli un sofisticato sistema di chiusura scorrevole su rotaie impossibile da identificare dall’esterno anche la Dia per entrare dopo un anno e sette mesi ha dovuto arrendersi e sfondare il muro con una sega elettrica e solo dopo quando Sandokan si è arreso è stato possibile identificare l’accesso principale in un deposito di una villa di Salerno

la cattura di Sandokan è frutto di un’indagine che unisce l’alta tecnologia ai vecchi e un po’ dismessi metodi pedinamenti appostamenti suole di scarpe consumate sette mesi in tutto con una accelerazione nell’ultima settimana il segreto del blitz è nel satellite e nell’abilità di chi ha saputo piazzare una microspia satellitare ultimo tipo potentissima e invisibile sotto la Rover con cui si spostava Giuseppina Natta è avvenuto non più di una settimana fa da quel momento in poi su un video un puntino si accendeva a intermittenza segnalava ogni spostamento della donna del padrino una settimana fa cinque investigatori della Dia travestiti da operai girano per Casal di Principe con un occhio a via Salerno a quella villetta venerdì sera il satellite i pedinamenti gli appostamenti tutto coincide tutto porta a credere che il boss sia lì tornato dalla Val di Fassa in Trentino arrivano due pullmini scuri stipati dentro 40 agenti della Dia alcuni impugnano mitragliatori altri pistole Beretta e attendono un segnale fra di loro ci sono gli investigatori di una squadra molto speciale della Dia i Ghostbuster gli Acchiappafantasmi quelli che danno la caccia ai latitanti

alla fine le manette a Sandokan le ha messe il vicequestore Sergio Sellitto il giovane funzionario che nell’ultimo anno ha guidato la squadra Yanez sette uomini impegnati a seguire le tracce del boss e che dovendo avere a che fare con uno che si fa chiamare Sandokan si erano scelti anche loro un nome di ispirazione salgariana il feroce capoclan è un padre preoccupato e ha una sola richiesta Dottò posso baciarli i miei bambini è accordato poi un bacio anche a sua moglie che per cinque anni ha depistato gli investigatori se ad esempio doveva andare al Nord spiegano i detective faceva due o tre tappe si fermava in due o tre città cambiava mezzo di trasporto autista orari abilissima sfuggiva a ogni controllo ma non poteva sfuggire all’occhio del satellite che ha registrato l’appuntamento di venerdì che ha scovato il boss in fuga dalla Legge lo hanno trovato lì dove è sempre stato lì dove tornava puntualmente da una latitanza pare trascorsa in gran parte nel nord Italia tornava almeno due volte alla settimana a Casal di Principe in provincia di Caserta il blitz della Dia è scattato due giorni fa in via Salerno a pochi passi dalla sua residenza anagrafica 40 agenti hanno fatto irruzione in una villa all’interno della quale era stato ricavato un appartamento bunker inaccessibile dove Sandokan era rintanato insieme con la moglie Giuseppina Natta nonché alle due figlie una di un anno e l’altra di tre

l’uomo è corpulento e si direbbe intimidito porta jeans rolex d’oro e sahariana cammina un po’ di sbieco a disagio fra due poliziotti che gli tengono basse le braccia con i polsi ammanettati non ce ne sarebbe bisogno Sandokan non tenta neppure una difesa di fronte alle telecamere che al suo apparire cominciano a ronzare impazzite guarda il mondo attraverso un paio di grandi occhiali dalla montatura trasparente in casa ne aveva tanti uno dei suoi hobby con la pittura come se volesse imprimersi bene in mente la scena e le facce lo incontrassi per strada penseresti a un contadino e invece come dicono alla Dia

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aveva ambizioni da intellettuale un boss che dipingeva il bunker dov’è stato trovato era pieno di quadri autografi c’era un autoritratto faccia pulita camicia e cravatta e c’era un ritratto di Napoleone che guarda al tramonto una specie di presagio c’erano testi su Cézanne Van Gogh e Tiziano un intero corso di pittura un boss con la passione per Internet c’erano nel bunker anche un paio di computer e i collegamenti per navigare

l’uomo che ha sfidato lo Stato diventando due volte padre durante cinque anni di latitanza l’uomo che parlava a tu per tu con politici e imprenditori dettando le regole e imponendo tangenti per la costruzione di autostrade ponti faraoniche opere pubbliche l’uomo che ha ucciso il suo vecchio padrino senza esitare un attimo l’uomo che si faceva chiamare Sandokan per la sua ferocia proprio come la Tigre di Mompracem e come la Tigre di Mompracem aveva lunghi capelli e barba nerissimi lo stesso uomo anche se con trenta chili in più e senza la barba di salgariana memoria ha avuto paura quando dopo tredici ore di ricerca lo hanno scovato nel suo covo dorato tappezzato di libri e quadri che lui stesso dipingeva prediligendo soggetti come Mussolini Napoleone e ovviamente sé stesso il tempo a volte è impietoso nell’uomo catturato non c’è niente se non la mole che possa ricordare l’antica somiglianza con Kabir Bedi quella che gli valse un soprannome Sandokan fatto apposta per costruirci una leggenda niente che possa tradire il capo di un impero di cinquemila miliardi a tanto ammonterebbe il giro d’affari della famiglia

II - BENVENUTI A

Qua c'è un piccolo ponte che lo collega col paese vicino e a metà del ponte c’è il cartello con su scritto Benvenuti a ma il nome del paese non si legge perchè è cancellato da una quantità di fori neri e poi dalla fine del ponte andando dritto c'è il paese che è praticamente tutto qua lo vedi qui da questa parte e qui da questa parte ci sono strade e stradine e case su case dappertutto però tutto il paese è legato a questa strada grande che lo attraversa tutto e che diventa questo corso principale questo corso Umberto e alla fine di questo corso Umberto c'è un'altra piccola salita poi la strada esce dal paese qua c’è il cartello che il paese finisce e la strada fa così e così e poi così e si collega con la provinciale che va verso Casale qua è Casale poi la strada prosegue è la strada provinciale che da Villa Literno va fino ad Aversa e tocca esternamente tutti i paesi non li attraversa ma li tocca dall’esterno e una volta su questa strada provinciale c’era pure il tram che faceva tutta questa strada

mi racconta mio padre che una volta suo zio Nicola stava andando col suo calesse col cavallo e stavano dietro al tram stavano facendo questa strada che li portava al paese vicino con la strada provinciale che usciva dal corso e su questa strada allora passava il tram mio nonno andava sul suo calesse e di fianco a lui c’era un suo amico e questo suo amico a un certo punto vede tra la gente che c’è sul tram un suo rivale uno di una famiglia rivale che aveva fatto uno sgarro alla sua famiglia allora questo qua chiede a mio nonno di dargli la sua pistola perchè lui la sua se l’era dimenticata a casa mio nonno pure normalmente usciva con la pistola come fanno tutti e non si fa neanche il problema di domandarsi perchè questo vuole la pistola gliela dà e questo aspetta che il tram si ferma alla prossima fermata poi calmo scende giù dal calesse sale sul tram e in mezzo a tutta la gente che urla gli spara e ammazza quello che deve ammazzare poi scende giù dal tram ridà la pistola a zio Nicola sul calesse e si allontana via per i campi se ne va via

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c’è tanti piccoli fori su tutti i cartelli di questi paesi che tocca la provinciale quasi a indicare che in questa zona bisogna stare attenti perchè è un territorio che è sotto controllo dove tutto quello che fai è controllato per cui è meglio che stai sempre attento a quello che fai mentre spesso da altre parti diciamo più normali su questi cartelli che indicano l’inizio di un paese c’è scritto Dio c’è e questo secondo una leggenda metropolitana vuole dire che in quel posto puoi trovare roba o comunque una base in cui puoi rifornirti di solito è usato per hasish ma pure per altre droghe invece nei paesi come il mio il cartello con la classica scritta Benvenuti è sempre pieno di buchi di pistole e fucili perchè indica che si tratta di un territorio sotto controllo insomma chi ci entra deve sapere a quali rischi va incontro per cui avventurarsi nel nostro paese è sempre un po’ pericoloso è stato così per molto tempo adesso si può dire che sta cambiando un po' ma non è cambiato molto

qua tutta la vita del paese si svolge su questo corso Umberto saranno un chilometro un chilometro e qualcosa perchè comunque a piedi te lo puoi percorrere tutto tranquillamente e tutto intorno c'è case su case su case su case su case qua a metà c'è il municipio c’è il Bar Centrale non c'è nessuna piazza c'è solo a un certo punto proprio a lato del municipio c'è questa piccolissima piazzetta una rientranza che non è altro che il sagrato della chiesa principale una volta il comune ci fece costruire una specie di monumento ai caduti che era una specie di obelisco alto con sopra un'aquila con le ali aperte ma che non durò neanche un giorno perchè la sera stessa dopo l’inaugurazione tutti iniziarono a fare il tiro al piccione a quest'aquila a sparargli su con tutto fucili pistole fucili a pompa lupare qualsiasi cosa tutto il paese sparò su per tutta la notte e il mattino dopo c’erano rimaste soltanto le zampette dell’aquila poi l'obelisco alla fine lo abbatterono perchè era proprio brutto effettivamente quell’obelisco

questo è anche per dare una visione di quella che è l’arretratezza del paese o anche tipo come quando scoppia la febbre delle telenovela e nel periodo di settembre c’è una festa sacra una festa patronale sai di quelle che passa la Madonna in processione in giro per il paese e all’epoca c’è una telenovela che va per la maggiore e che si chiama Anche i ricchi piangono o una cosa del genere e comunque tutti nel paese seguono questa telenovela uomini donne bambini anche il prete e per due ore quando la trasmettono nessuno esce di casa il paese è deserto e quel giorno di settembre della festa patronale la Madonna come ogni anno doveva uscire dalla chiesa alle sette di sera per fare la processione il giro del paese con i fedeli dietro che cantano però in coincidenza proprio a quell’ora c’è questa telenovela e allora il prete decide di spostare l’ora della processione perchè la Madonna può aspettare e per la prima volta forse da secoli la Madonna esce dalla chiesa alle dieci di sera invece che alle sette

in questa piazzetta davanti alla chiesa dove si fermano gli uomini a chiacchierare capita che in un gruppo di persone si scherza ma magari a un certo punto uno dice una parola di troppo una parola che a un altro non gli sta bene e questo gli tira uno schiaffo ma la volta successiva quando i due si incontrano quelli si sparano subito senza problemi proprio e cioè qui la normalità è uscire con la pistola ma c’è pure gente che magari va in bici e si porta il fucile a tracolla o il rasoio in tasca qua il problema dell’arma non esiste perchè comunque quando serve si trova sempre la pistola un fucile cioè per dire anche una famiglia normale come la mia ha posseduto fino a qualche anno fa fino a che entrò in vigore quella legge che stabiliva che chi c’aveva un fucile anche soltanto da caccia doveva dichiararlo ha posseduto due o tre fucili insomma in ogni casa è possibile trovare fucili pistole cose del genere

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è un paese in cui nessuno come dire si fa saltare la mosca al naso per esempio c’è lo zio di un ragazzo che conosco che si è fatto trent’anni di carcere perchè era successo che quando erano piccoli suo padre il nonno di questo ragazzo in uno di questi litigi per strada dà uno schiaffo a uno e questo poi lo ammazza e allora il ragazzo quando ha vent’anni va a vendicare la morte del padre e ammazza quello e così si fa trent’anni di carcere senza uscire mai e questo perchè c’è il discorso dell’onore cioè il discorso dell’onore è non farsi mai saltare la mosca al naso oppure un altro episodio sconvolgente c’era un tipo che era pure mezzo folle che si era insultato con un contadino di una famiglia di sette otto fratelli e allora il giorno dopo questo prende il fucile e va lì in campagna e ammazza praticamente tutti quelli che incontra quattro cinque fratelli il padre più un vicino di terra cioè distrugge tutta la famiglia praticamente

e poi normalmente anche si spara contro i portoni le serrande contro tutto e questo lo si fa anche per sfizio cioè tu c’è uno che non sopporti che ti sta antipatico passi di lì la sera e gli spari tranquillamente contro il portone col fucile o con la lupara senza nessun problema il nostro paese può essere veramente pericoloso mi è capitato delle volte la sera che avendo amici a Aversa perchè non andavo molto d’accordo con quelli del mio paese come mentalità avendo appunto amici a Aversa mi è capitato che questi amici mi accompagnavano a casa la sera in macchina e quindi arrivava nel paese una macchina non conosciuta perchè nel paese la gente è poca si conoscono tutti e quella macchina non gli tornava così dopo manco due o tre minuti arriva una macchina a tutta velocità sparata coi fari accesi verso di noi ci accosta vicino si blocca ci sono dei ragazzi che fortunatamente conosco è tutto a posto però comunque ci seguono regolarmente finchè questi miei amici mi hanno accompagnato fino davanti a casa ci seguono

la macchina nel nostro paese è sempre stato un simbolo che testimonia lo status sociale quindi il clan ha sempre dedicato molta attenzione alla macchina come simbolo del potere e della ricchezza che ha accumulato e nel periodo d’oro del clan Bardellino il nostro era il paese con la più alta percentuale di Mercedes per abitanti di tutta Europa tutte macchine nuovissime appena uscite perché appena un nuovo modello veniva prodotto in Germania dopo un settimana circolava già qui pagavano qualsiasi cosa per farle arrivare subito qui per essere i primi a averlo e la macchina è pure importante oltre che come simbolo è importante perchè in un paesino piccolo come il nostro con una macchina che ti fa la ronda sei in grado di controllare tutto il territorio in meno di dieci minuti cioè puoi avere sempre sotto gli occhi tutto quello che succede e intervenire immediatamente quando è necessario

c’è sempre stata questa ronda continua nel paese è un territorio completamente recintato pure se non ci sono recinti però ci sono le ronde ci sono i ragazzi che girano in macchina col telefonino e avvertono chi passa e se ci sono dei posti di blocco della polizia e dei carabinieri sono i famosi muschilli che tradotto sarebbe moscerini quelli piccoli fastidiosi questa è praticamente una professione che facevano e fanno ancora oggi molti ragazzi quelli in passato erano ragazzi che si scocciavano a fare il muratore o comunque venivano da famiglie povere adesso lo fanno pure ragazzi che c’hanno ottime condizioni economiche che c’hanno famiglie ricche fanno i muschilli solo perchè così si sentono più forti o più potenti non lo so comunque si sentono più forti più potenti e lo fanno per questo sono ragazzi che girano normalmente in Mercedes e spesso rischiano un’ incriminazione per una stronzata rischiano molto

uno di questi l’hanno beccato con le pizze in mano a casa di ricercati questo ragazzo abitava vicino a casa mia faceva il muschillo il moscerino per conto di certi killer e uno di

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questi che era latitante gli telefona sul cellulare e gli dice di portargli delle pizze al solito posto questo tipo arriva nella casa dove stava questo latitante che pure è uno che conosco siamo cresciuti insieme e così arrivato lì ci trova la polizia che sta facendo una retata e che ha beccato questo latitante la polizia gli chiede che cazzo stava facendo in quella casa e lui dice semplicemente che un amico di un suo amico gli aveva chiesto il piacere di portare delle pizze a una casa a lui sconosciuta perchè quello non ci poteva andare ma che lui non sapeva chi era questo tipo nè che cosa faceva nella vita e questo ragazzo che poi hanno arrestato si chiama Michelino e era un ragazzino adesso c’avrà venticinque ventisei anni però fino a sette otto anni fa era non solo un bravo ragazzo ma era proprio un po' fesso pure era uno che veniva preso in giro e tutto il resto però poi si trovò invischiato in questa cosa per colpa del cognato e la cosa che mi colpì è che quando entrò nell’organizzazione cambiò completamente cambiò di colpo

io mi ricordo che in quel periodo stavo facendo il militare e lui era già diventato a tutti gli effetti uno del gruppo poi Michelino fece pure degli omicidi mi ricordo una scena in particolare lui stava facendo il militare era partito poco dopo che ero partito io ci incontrammo una sera a Firenze stavamo alle Cascine io stavo al distretto in Piazza Santo Spirito lui stava in un’altra caserma se non sbaglio alla Morandi però fece solo un mese lì poi si fece trasferire perchè lui praticamente era già entrato io ero partito un po' di tempo prima di lui e lui in quel periodo era già entrato aveva già iniziato insomma a fare dei servizi per conto di quelle persone a fare il muschillo e quando l’ho visto era incazzatissimo perchè voleva tornare a casa perchè aveva da fare certe cose e infatti riuscì a farsi trasferire e mi ricordo che lo incontrai a Firenze io lo ricordavo come un bravo ragazzo simpatico un po' timido un po' debole perchè a volte quando eravamo più piccoli tipo a diciassette anni se tornava tardi a casa il padre non dico lo picchiava però comunque gli dava addosso e quindi noi dovevamo accompagnarlo fino a casa perchè così il padre vedeva pure noi e non si preoccupava se c’eravamo anche noi

che poi il padre è il direttore della banca del paese e non è una persona diciamo coraggiosa è una persona che ha una paura enorme delle armi infatti si racconta che andarono a fare una rapina nella banca dove stava lui e lui come solo vide una pistola svenne e si riprese solo dopo una giornata il figlio aveva fatto il magistrale con una classe di sole ragazze e se n’era scappato via da questa classe perchè si vergognava troppo di stare con tutte quelle ragazze lo prendevano in giro continuamente perchè era un po’ timido un po’ debole insomma mentre invece poi è diventato quello che è diventato è stato due o tre anni nell’organizzazione e poi dopo lui non era più muschillo era salito di grado non era più un semplice garzone ragazzo apprendista era diventato un killer a tutti gli effetti e in quel periodo di vuoto che c’è stato nel nostro paese dopo l’ammazzamento di Antonio Bardellino in cui chi scappava chi si nascondeva chi ammazzava e chi è stato ammazzato Michelino era diventato pure un pezzo abbastanza pesante e poi però fu pure lui arrestato sette mesi fa sette o otto mesi fa

ma quando lo vidi alle Cascine mi ha fatto paura perchè aveva quell’atteggiamento che da noi c’hanno queste persone queste persone c’hanno un atteggiamento pubblico cioè queste persone non ti guardano mai sinceramente ti guardano sempre con quello sguardo di superiorità ti guardano come per farti capire che tu sei uno stronzo e loro invece sono persone con le palle e tu ormai ci sei pure abituato a quel tipo di sguardo cioè quello sguardo dei tipi che passano in macchina per esempio e che se tu incroci il loro sguardo loro ti guardano fisso fino a che tu non abbassi gli occhi e giri la faccia dall’altra parte è come una specie di prova di forza che fanno ogni volta e Michelino quando l’ho visto alle Cascine aveva assunto proprio quell’atteggiamento mi aveva guardato fisso così

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e questa cosa mi fece paura perchè me lo ricordavo così diverso quando aveva sedici diciassette anni e comunque avevo saputo che frequentava troppo suo cognato che si chiama Michele pure lui e pure lui adesso sta in galera però non mi sarei mai aspettato che sarebbe diventato in così poco tempo così

II – LO ZENIT

Quando lo vidi a Firenze Michelino quella volta gli dissi che visto che lui era appena arrivato a fare il militare e invece io stavo lì già da qualche mese insomma ero già ambientato gli dissi che se gli serviva qualcosa qualsiasi piacere come se c’era qualcuno che gli rompeva le scatole in caserma tipo il nonno o cose del genere non c’era problema che gli avrei dato una mano poi c’erano lì pure tanti ragazzi della nostra zona bravi ragazzi tranquilli quindi se voleva poteva uscire pure lui con noi la sera lui invece con questo suo atteggiamento scostante disse che non aveva proprio bisogno di nulla soprattutto non aveva bisogno di soldi perchè gli dissi pure che se aveva bisogno potevo prestargli dei soldi ma lui disse che non aveva bisogno proprio di nulla l’unica cosa che voleva è che lo trasferivano al più presto a un paese vicino al nostro paese in modo che lui poteva tornare a fare le sue cose che erano molto importanti da allora in poi capitò raramente che ci salutavamo per strada perchè qui quando esci per strada se non ti sei adattato a certi ambienti è difficile che questa gente ti saluta

a me è capitato quest’estate mentre ero al Bar Centrale sul corso dove lavoro ci passo due giorni la settimana come aiuto barista quando ci sono le schedine da giocare o quando il padrone c’ha qualcuna delle sue amanti a centomila la botta e allora un pomeriggio entrano due ragazzini li chiamo ragazzini anche se hanno diciotto anni ma sono ragazzini proprio mentalmente uno di loro è quel cognato di Michelino che si chiama Michele pure lui e fanno appunto questi servizi per quelle persone e sono pure cretini perchè uno di questi insomma io me ne stavo lì nel bar a guardare la televisione e a fare caffè questi entrano e si mettono a guardare la televisione anche loro che poi si vedeva che avevano pippato perché non fanno altro che tirare su col naso come se avessero il raffeddore e sì che eravamo in luglio dopo un po’ io gli faccio il caffè si raffredda bevetelo caldo che vi fa bene al raffreddore sì abbiamo l’allergia ma stiamo prendendo lo sciroppo fa l’altro inizia a ridere io la butto sullo scherzo perchè comunque sto lavorando al bar non è che mi interessi tanto fargli la morale non è che me ne freghi più di tanto

c’era uno di quei programmi scientifici che danno di pomeriggio stavano parlando dell’eclisse di sole che ci sarà di lì a poco l’eclisse raggiungerà lo zenit quando in Italia saranno le tre e mezza ma sarà visibile solo da diceva la voce mentre scorrevano le immagini di stelle e pianeti a quel punto uno dei ragazzi si gira verso di me e mi chiede cosa vuole dire zenit la coca è in circolo ha la faccia bianca lo sguardo allucinato non sto neanche a pensare perché mai gli interessa e gli dico che lo zenit è il punto più alto in cui si trova il sole quando è verticale sopra di noi o qualcosa del genere lui non mi ascolta nemmeno guarda l’altro e dice ah è come quella discoteca dove devo andare stasera a prendere quella zoccola per portarla da Vincenzone poi fa uh si ferma spaventato mi guarda male sa che io so che Vincenzone è un latitante io faccio finta di non avere sentito mi metto a lavare le tazzine e quelli se ne vanno senza manco salutare

cioè questo doveva andare a prendere in quella discoteca che si chiama Zenit una delle tante donne che girano intorno al clan che nel gergo si chiamano femmen’ de mast cioè

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donne che stanno bene con questi tipi infatti ci sono un sacco di donne che apprezzano questi tipi questo stile di vita ne traggono anche benefici materiali ma soprattutto le affascina questa idea di stare col boss di stare col duro di stare con quello che non si fa mettere i piedi in testa perchè loro magari c’hanno l’esempio dei loro genitori che se non sono ricchi se sono persone normali sono comunque persone che sopportano sopportano sul lavoro sopportano per strada sopportano sempre e quindi vedere un tipo così le affascina le attrae è un tipo che c’ha le macchine che c’ha i soldi che c’ha la droga un tipo che comanda e quindi ce ne stanno un sacco di donne così sempre disponibili e quindi lui doveva andare a prendere una di queste e portarla a quel boss che era un latitante lo disse così innocentemente ma poi si rese conto e stette zitto c’è quella discoteca si chiama appunto Zenit e che sta in un paese che è vicino a Avellino

ce n’erano parecchi che venivano al bar in quello stato e anche peggio non so se hai mai frequentato persone che fanno uso di sostanze strane io purtroppo ne conosco qualcuna che fanno uso di cocaina e cose del genere cocaina soprattutto e quando stai sotto effetto di questa roba insomma ti si vede come faccia come occhi ti si vede come tratti somatici comunque sei diverso non riesci a stare fermo un momento sei sempre o schizzato o sei abbattuto ti fissi su una cosa stai lì mezz’ora a pensare a quella cosa e non riesci a andare avanti stavano parlando e si fissavano su una parola con gli occhi sbarrati e non riuscivano a andare avanti e poi quando prendi questa roba quando stai per parecchio tempo pure per ore a tirare col naso tirando su quella roba ti si irrita l’interno delle narici che poi pure ti si addormentano cioè non le senti proprio più e poi si irritano senti come se il naso ti colasse sempre e quindi sei sempre lì che tiri su col naso tutto il tempo

a quel tempo intorno al paese ci stavano in media duecento carabinieri ogni giorno però c’erano ammazzamenti ugualmente e quello che succedeva succedeva come sempre i ragazzi i muschilli vanno avanti con le macchine e coi telefonini quindi avvertono l’altra macchina dove c’è su il gruppo di fuoco li avvertono dove possono passare e dove no è successo perfino che hanno fatto un omicidio a poco più di un chilometro in linea d’aria da dove stava un posto di blocco per esempio mettiamo qua c’è questa strada il posto di blocco sta qua quello che devono ammazzare sta qua due ragazzi vanno avanti ma vedono che ci sono i carabinieri e non si può passare qua c’è un’altra strada altri due ragazzi passano di qua e vedono che per arrivare fino a qua non c’è problema quindi avvertono col telefonino la macchina col gruppo di fuoco questi li seguono per quest’altra strada e una volta arrivati là lo ammazzano e poi una volta fatto l’omicidio c’è un’altra macchina che prende le armi una macchina di insospettabili si prendono le armi e se ne vanno via e nessuno sa niente

ce ne sono stati parecchi di omicidi in quel periodo nonostante l’assedio permanente di polizia e carabinieri c’è stato un periodo che uscivi di casa con la macchina e ogni cento metri c’era un posto di blocco carabinieri polizia ti fermavano continuamente eppure nonostante tutto questo loro riuscivano lo stesso a compiere omicidi a ammazzare gente hanno ammazzato un ragazzo di venticinque anni semplicemente perchè lavorava nella cava di un clan rivale l’hanno ammazzato perchè questi di questo clan rivale si erano barricati in casa perchè era stato ammazzato uno di loro e per paura non uscivano più di casa e quindi gli altri non riuscendo a beccarli hanno ammazzato questo ragazzo che non c’entrava un cazzo era una specie di guardiano della cava però per fare arrivare il segnale al gruppo rivale lo ammazzano come è successo con tanti che hanno ammazzato così

cioè l’errore grande di chi si occupa di questi fenomeni è che non si rende conto di quello che è il vero problema è che non è soltanto questione di un gruppo di criminali di assassini di

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pazzi di persone che vogliono diventare ricchissimi nel più breve tempo possibile è proprio una questione di mentalità di qui perchè la questione è che tu vivi in un posto in cui non ti è assicurato un cazzo cioè tu da quando nasci non hai nessun diritto nessuna garanzia non hai niente che ne so in un altro paese qualsiasi ci sono servizi più o meno decenti quasi per tutti scuole più o meno pulite mezzi pubblici servizi comunali che funzionano più o meno bene ma almeno c’è l’idea che possono esistere invece qui da noi no qui da noi non c’è nulla ma proprio nulla non c’è un cazzo non c’è un cinema un teatro una biblioteca un parco pubblico una scuola possibilequindi non essendoci un cazzo nè come servizi nè come istituzioni nè come nulla tu tutto quello che puoi ottenere dalla vita qui lo puoi ottenere solo attraverso l’organizzazione il clan che qui comanda oppure se non vuoi avere problemi e ti accontenti di poco te lo devi sudare da te perchè poi molto spesso la scelta di non entrarci non è questione di essere pro o contro ma in effetti quasi sempre se tu non ci entri è perchè hai paura che poi potrai avere dei problemi

in realtà l’organizzazione per quanto possa essere considerata un fenomeno contrario alla legalità all’ordine al quieto vivere alla pace sociale tuttavia nelle nostre zone è vista da molte persone come una specie di via di salvezza perchè essendo destinato una persona che nasce qua senza mezzi o a rimanere povero per tutta la vita o a traferirsi al nord per lavorare molte persone giovani soprattutto che lavorano saltuariamente o che non hanno lavoro per niente vedono in questa l’unica possibilità di sopravvivere e così anche persone che vivono una vita normale ma piuttosto misera hanno trovano lì la sola via d’uscita possibile dalla miseria una via di salvezza direttamente o anche indirettamente per esempio c’è gente che sono diventati prestanome e si sono poi trovati un bel patrimonio intestato a loro nome perchè li usavano per intestargli ditte imprese case case al mare macchine e tutto quanto

quello che puoi ottenere dalla vita puoi cercare di sudartelo di conquistartelo come puoi e se sei una persona istruita se c’hai la laurea o se comunque c’hai capacità tue allora hai più possibilità di conquistartelo per esempio fai truffe truffi le assicurazioni per esempio qui nel paese non c’è nessuna società di assicurazioni che ha mai voluto aprire un’agenzia per assicurare auto o moto perchè da noi praticamente c’è il crastolino come lo chiamano perchè le crastole in dialetto sono i piatti che quando si rompono quando vanno per terra o li rompi fanno crastolino cioè fanno quel rumore di vetri che si rompono e crastolino vuol dire le denunce false sugli incidenti di macchina cioè tu praticamente dichiari che hai avuto uno scontro poi vai dal tuo amico carrozziere che ha una portiera tutta ammaccata come quella della tua macchina solo che magari la tua è nera e la sua è bianca ma non importa lui la dipinge di nero toglie la tua mette quella si fanno le foto si spediscono con la denuncia l’assicurazione paga arrivano i soldi e alla fine si rifà il cambio della portiera

e c’è una categoria di avvocati anche gente della mia età che si laureano col minimo sforzo e una volta laureati si buttano a capofitto su questo tipo di affari cioè diventano avvocati civilisti si occupano di infortunistica stradale e ti fanno le denunce false per l’assicurazione qui da noi fare la denuncia falsa è come per lo studente che va in giro per esempio in una città tipo Roma o mettiamo Londra a un certo punto non c’ha più soldi e va farsi due giorni da cameriere in un bar cioè l’ultima spiaggia quando non c’hai più soldi quando non sai più dove appigliarti tu che fai ti trovi senza soldi cammini per strada vedi una pizzeria un bar che cerca personale entri lavori lì due giorni o tre e ti fai quella centomila che ti fa stare a posto per due settimane ma qui no qui non trovi proprio un cazzo da fare e quando non c’è più un cazzo da fare ricorri a quello al crastolino questa è una cosa che qui è quasi legale quasi lecita perchè non comporta nè violenza nè morte nè altro

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qua la corrente non la paga nessuno ogni tanto vanno a farsi le lastre ma non perchè gli interessa sapere come stanno fisicamente ma perchè la lastra tu la tagli e la fai a tante piccole striscioline e le infili nel contatore che così non gira e anche l’acqua non la paghi da noi non sono mai riusciti nemmeno a mettere i contatori dell’acqua l’immondizia non l’ha mai pagata nessuno e così è per qualsiasi cosa perchè qui non c’è mai stato nessun esempio nessuna speranza se per esempio nel nostro paese ci fosse stata almeno una parte anche piccola di gente che faceva le cose oneste o se ci fossero stati dei servizi garantiti anche solo per pochi ma che potevano diventare un’aspirazione una speranza anche per gli altri però tutto questo non c’è mai stato non c’è mai stato un cazzo cioè mai nulla cioè proprio nulla perchè qui se la sera per esempio dopo una giornata di lavoro se una sera c’hai voglia di uscire un po’ qua non c’è neanche un posto dove andare non dico locali ma neanche una piazza dove stare con gli amici per cui tu te ne stai lì sul marciapiede perchè poi la strada è questo corso Umberto e basta e il resto intorno sono solo stradine case e stradine e così tu puoi solo metterti lì fuori da a un portone su corso Umberto e startene lì come uno scemo sul marciapiede stando attento che non ti investono

le ragazze poi non arrivi mai a frequentarle non le conosci mai o le conosci a scuola e non ti cacano proprio perchè poi essendo questo un paese di merda la ragazza di qua che va a scuola a Aversa se lì trova ragazzi del suo paese non vorrà mai averci confidenza perchè sa che quello poi al paese parlerà in giro di lei e quindi preferisce invece dare confidenza a un ragazzo di Aversa o anche di un altro paese vicino mentre invece il ragazzo di qua se esce fuori dal suo paese difficilmente riuscirà a avere confidenza con ragazze di fuori perchè quelle uno di qua lo vedono come una specie di rozzo stronzo criminale assassino e poi qua nel mio paese i ragazzi insomma non avendo mai contatti con ragazze per uscirci insieme o anche solo la possibilità di incontrare ragazze per strada anche solo di parlarci ma stando sempre in gruppetti di ragazzi tra di loro finiscono pure per diventare tutti dei regrediti degli abbrutiti

cioè la sera a volte quando stai nel corso devi stare attento perchè c’è il rischio che i più grandi se ti vedono un po’ più tenero e quando dico tenero intendo un po’ più sensibile più educato meno animale degli altri insomma se non bestemmi ogni tre secondi se non sputi ogni cinque possono pure prenderti per frocio e pure se non lo sei comunque fanno la prova e c’è stato qualche ragazzo che è stato violentato però nessuno ne ha mai parlato perchè poi questa è un’altra cosa del mio paese perchè nel mio paese si sono fatte e si fanno sempre un sacco di cose di tutti i generi di tutti i tipi però non se ne deve parlare le cose non devono assolutamente trapelare perchè l’importante non è che le cose non si facciano l’importante è che non trapelino che nessuno viene a saperlo anche se poi tutti sanno sempre tutto di tutti e allora tu immaginati un paese così che cosa può uscirci da un paese così non può uscirci Gandhi o Che Guevara ci può uscire Sandokan solo Sandokan ci può uscire da un paese così

IV - LE ORIGINI

All’origine nel paese c’era una famiglia nobile proprio nobile di antica dinastia c’erano anche altre famiglie un po’ meno nobili di questa e soprattutto meno ricche la famiglia più nobile che si chiama Bevilacqua erano ricchissimi possidenti che hanno fatto anche la fortuna di molti del paese perché quando è morto l’ultimo discendente dato che questo aveva affittato le sue terre per esempio tre moggi cioè un ettaro a un contadino un ettaro a un’altro e così via lui alla sua morte nel testamento aveva deciso che la metà di tutto

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quello che era affittato veniva regalato a questi contadini poi ha regalato anche molta terra alla chiesa al comune c’aveva una villa che è bellissima una villa che sta proprio al centro del paese con un parco enorme che arriva praticamente fino al paese vicino e c’ha un giardino botanico all’interno con delle piante che ormai altrove sono estinte e invece lì stanno ancora conservate l’ha lasciato al comune perchè ci facciano il parco comunale ma il parco comunale finora non si è mai fatto

era una famiglia nobile di ricchi possidenti ma che si è sempre fatta benvolere da tutti però adesso si è completamente estinta dopo la morte di questo vecchio sono rimaste tre sorelle non sposate gli altri parenti sono tutti sparsi tra Napoli e Caserta è una famiglia che avendo già una grande ricchezza di partenza poi sono diventati tutti avvocati ingegneri magistrati quindi si sono spostati un po’ dappertutto oltre a questa famiglia nobile c’è qui qualche altra famiglia di un certo valore di una certa grandezza e poi c’è uno strato di famiglie medie che sono soprattutto agricoltori non ricchissimi ma che comunque hanno sempre mangiato come si dice perchè la peggiore offesa che puoi fare a uno del mio paese è dirgli tuo nonno non ha mai mangiato la carne perchè gli ricordi che durante la guerra o dopo la guerra suo nonno andava a fare il bracciante e mangiava col padrone della terra perchè a casa sua non c’aveva da mangiare

i prodotti tipici in zona mia sono pesche grano mele soprattutto mele però l’agricoltura non ha mai dato grandi frutti non c’è mai stata una grande ricchezza i soldi non sono mai circolati tanto al nostro paese la maggior parte sono piccoli agricoltori braccianti e poi muratori gente che lavora alla giornata poi ci sono ortaggi vari ci sono i pomodori c’è stato il famoso boom del pomodoro c’è stata pure tutta l’immigrazione arrivavano qui in massa dalla stazione di Villa Literno però non è stato mai un paese sviluppato sempre un paese prevalentemente agricolo dove le persone che stanno bene economicamente vivono poco nel paese cioè mandano i figli a scuola fuori comprano fuori vanno a divertirsi fuori e tutto il resto mentre invece quelli che sono costretti a viverci non fanno un cazzo non si spostano vivono così lavoro e casa o per strada e quando va bene la domenica il bar con gli amici e la fidanzata vicina di casa dello stesso grado sociale e soprattutto vergine perchè se non è vergine ancora adesso che siamo nel duemila ti posso assicurare che se una ragazza tu te la devi sposare lei deve essere vergine e cosa ancora più brutta se non è vergine lei cercherà di non farlo sapere che non è vergine anche se sono ragazze che vanno all’università

è colpa delle famiglie però anche i ragazzi o perchè c’hanno le famiglie addosso o perchè c’hanno quell’ambiente o perchè non lo so magari ci credono pure loro e comunque sanno che poi verranno derisi per tutta la vita mai mai e poi mai mettersi con una ragazza che ha già scopato con qualcuno perchè è una puttana cioè il discorso è sempre lo stesso se tu maschio scopi sei uno con le palle ma se lo fa lei è una puttana se lei lo ha fatto con un solo ragazzo il suo ragazzo perchè gli ha voluto bene è un po’ meno puttana però sempre puttana è se invece lo fa come te perchè esce gli piace un ragazzo e gli va di scoparselo è una vera puttana una zoccola veramente e non può sposarsi lì e così qua una ragazza se vuole prendersi i piaceri della vita deve farlo senza farsi accorgere e è per questo che le ragazze non frequentano in alcun modo se non per sposarsi i ragazzi dello stesso paese

perchè per un ragazzo un conto è mettersi con una ragazza che è stata con uno di un altro paese e quindi magari nessuno lo sa un’altra cosa è mettersi con una ragazza che è stata con uno del tuo paese un tipo che tu conosci e che magari vedi tutti i giorni e che tutti nel paese naturalmente lo sanno e se lo sono raccontato la cosa vista da fuori può

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sembrare assurda ma se ci vivi da dentro è molto più che assurda è da dare testate contro il muro e poi qui ancora oltre a tutto questo tu devi essere una persona che a diciotto anni deve comprarsi la macchina a venti la devi cambiare con una di cilindrata più grande a ventiquattro venticinque ti devi sposare ti devi fare una grande casa a trenta devi mantenere i figli a quaranta devi essere una persona per bene che va a messa la domenica nonostante tutte le cose sporche che fai durante tutta la settimana

perchè poi da noi il succo è sempre lo stesso io ho sentito parlare da persone che reputo o meglio reputavo persone perbene ho sentito parlare di investimenti fruttuosi che loro facevano e che si consigliavano fra loro cioè cos’erano questi investimenti fruttuosi era dare soldi agli usurai e lasciare che loro li investissero prestandoli a usura e quando io gli ho chiesto ma se poi capita che sotto l’usuraio ci va a finire non dico un tuo amico ma diciamo un tuo vicino di casa e questo magari poi viene a lamentarsi da te e ti racconta dei guai che sta passando per via dei soldi che si è fatto prestare in un caso di bisogno e non riesce a restituirli e magari è anche minacciato allora tu hai dato soldi all’usuraio che lo sta opprimendo come ti senti tu la risposta è stata vabbè quelle sono cose che non mi interessano non mi riguardano proprio non compete a me eccetera e allora pure questo fa capire in che clima particolarmente brutto uno è nato e cresciuto e vissuto in questa parte del mondo

una volta fu organizzato dal Comune un campo di accoglienza per immigrati perchè in queste zone d’estate la presenza degli immigrati aumenta del trecento per cento decisero di creare un campo temporaneo per un mese il mese di agosto la stagione dei pomodori che doveva accogliere questi immigrati che venivano da fuori a lavorare per la raccolta del pomodoro e tutto il clan si mobilitò contro questo campo degli immigrati e in prima fila c’erano pure le cosiddette persone perbene che scesero in piazza e fecero la manifestazione contro il campo degli immigrati perchè secondo loro questi immigrati erano tutti dei negri erano tutti dei ladri erano sporchi erano gente di merda andarono casa per casa a raccogliere firme contro e in quel periodo mi ricordo molte persone anche le cosiddette persone perbene sostenevano questa cosa io quando accadde questa cosa non parlai più con un mio amico che la sosteneva non parlai più con lui per sei mesi

era un sabato sera io uscii per strada e vidi tutto questo casino la mia casa era quasi alla fine del corso Umberto prima della salita c’erano sui muri un sacco di scritte contro il Comune c’era una specie di sommossa popolare contro il Comune che era fatta da tre categorie di persone i cosiddetti civili perbene razzisti xenofobi e poi gli affiliati ai clan perchè non volevano intrusioni da fuori e infine la destra fascista perchè al Comune c’era la lista di centrosinistra e così si fa questa specie di manifestazione di quaranta cinquanta persone questi entrano nel Comune buttano tutto dalle finestre scrivanie sedie e tutto il resto che vengono bruciati viene bruciato tutto in mezzo alla strada riempiono i muri del Comune e anche della chiesa di scritte con lo spray piene di strafalcioni volevano scrivere degli slogan fascisti tipo boia chi molla o cose del genere però scrissero una cosa tipo boia a mollo non sapevano neanche loro che cazzo volevano scrivere

fecero questa specie di manifestazione contro gli immigrati che durò tutta una giornata volevano spaccare tutto volevano bruciare tutto volevano picchiare tutti quelli che erano di idee contrarie che non la pensavano come loro nei confronti degli immigrati che andavano cacciati e per tutta la giornata non si poteva neanche uscire per strada se non davi ragione a loro perchè c’erano sempre lì gruppetti di queste famose persone perbene che ragionavano discutevano del pericolo degli immigrati e di questa cosa del campo di accoglienza che non andava assolutamente fatto e dei mezzi per impedirla poi invece lo si

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fece lo stesso il campo restò in funzione venti giorni andai pure con alcuni amici a dare una mano a mettere su le tende e non successe assolutamente nulla non c’era nessun problema quelli erano razzisti solo a parole per fortuna in quel periodo era ancora così

mio padre non voleva che frequentavo il paese non solo non voleva che frequentavo quella gente non voleva proprio che frequentavo il paese infatti io fino a diciassette anni sono andato poche volte per strada stavo come rinchiuso vedevo solo le mie cinque sorelle i fratellini e i figli dei vicini con cui giocavo nel cortile quando eravamo piccoli una volta sono venuti a cercarmi il figlio di questo Ernesto Bardellino insieme a altri ragazzi per andare a giocare a pallone e mio padre ha detto che non c’ero che non ero in casa e li ha mandati via perchè non voleva che li frequentavo lui è una persona che ha sempre lavorato agricoltore famiglia decente che poi con la crisi dell’agricoltura attraversa il suo periodo di crisi e si rende conto che i figli soprattutto il figlio maschio più grande non può seguire la stessa via cioè fare una vita fatta di lavoro e di fatica che poi non serve a un cazzo

allora decide che questo figlio deve dedicarsi agli studi anche perchè a lui gli è rimasto un po’ l’amaro in bocca per gli studi che non ha fatto perchè il nonno cioè suo padre gli fece smettere quando stava in quinta elementare perchè decise che doveva andare a lavorare e lui c’è rimasto male avrebbe voluto continuare perchè gli piaceva la scuola quindi decide che il figlio maschio almeno quello più grande non deve seguire la sua stessa strada deve studiare perchè il pezzo di carta significa sistemazione significa non dovere lavorare duro e tutto il resto poi al tempo stesso visto l’ambiente in cui sta crescendo il figlio non vuole che diventi come tanti altri ragazzi del paese e quindi decide di mandarlo a scuola in un paese vicino che dista solo dieci chilometri ma che è lontano mille anni luce dal paese in cui vive perchè è più simile a Napoli è il paese più grande della zona

e quindi è sempre stato più sviluppato ci sono sempre stati più servizi più gente che va a scuola meno contadini più figli di operai che magari poi sono diventati professionisti e cose del genere e quindi è un paese molto più evoluto rispetto al nostro e che specialmente quindici anni fa era proprio un altro pianeta quindi decide di mandare il figlio che ha undici anni a studiare su quest’altro pianeta perchè pensa che dove vive fa schifo gli trova un posto in un pullmino di un pensionato che ogni mattina carica tutti i ragazzi e le ragazze che può caricare della zona che vanno a scuola a Aversa perchè anche altri padri e madri hanno avuto questa idea e quindi su questo pullmino dove ci potrebbero stare dieci persone lui fa un carico di trenta ragazzini e li porta ad Aversa ogni giorno avanti e indietro però il destino vuole che sul pullmino ci stanno ventitrè ventiquattro ragazze e quattro o cinque ragazzi insieme a lui di cui due figli di Ernesto Bardellino che allora era il sindaco e che voleva candidarsi al parlamento

e quindi anche se il ragazzino non vuole saperne anche se non capisce nemmeno bene le cose di cui sente parlare perchè poi a undici anni l’unica violenza che vedi è quella dei cartoni animati comunque gli arrivano notizie di prima mano dai compagni di scuola e poi si trova a contatto con quei figli di boss e vede come vivono cioè li vede a undici anni con la centomila in tasca con l’orologio d’oro con i vestiti firmati li vede a quindici anni guidare la macchina avere una propria macchina e essere accompagnati per i loro giri in città da ragazzi di diciannove vent’anni i muschilli che per guadagnarsi la centomila gli fanno da autisti solo che invece di guidare loro lasciano guidare questi ragazzini senza patente e nel caso che c’è un un posto di blocco si mettono loro al volante poi vanno insieme ai figli di affiliati nei negozi di vestiti e si prendono quello che vogliono senza pagare perchè poi passa il papà oppure non passa nessuno e comunque il negoziante non si sarebbe mai

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permesso di dire mi devi questo o quello e quindi come non pagavano i figli dei boss non pagavano neanche i muschilli

quindi si vedevano ragazzi magari di origine piuttosto umile che andavano in giro con vestiti firmati c’era un negozio in particolare che si è fatto i miliardi sui clan perchè i padroni erano tipi abbastanza intelligenti e capirono che questa gente non solo voleva il capo firmato ma lo voleva anche sgargiante si chiama l’Eldorado questo negozio e quindi iniziò a far arrivare tutta questa roba un po’ strana perchè poi negli anni ottanta c’era l’eccesso c’era la camicia non con il colletto normale ma con un colletto dell’ottocento per esempio un orrore comunque magari una camicia ti veniva a costare trecentocinquantamila lire cioè tu entravi e uscivi vestito nel modo più assurdo pagando un milione per un pantalone una camicia una maglietta quindi chi se lo poteva permettere soltanto i boss e gli affiliati infatti questi muschilli accompagnavano i figli dei boss e ricevevano come regalini vestiti soldi sigarette coca e ragazze le famose zoccole che ti dicevo prima e ricevevano poi magari anche la macchina e così

in paese il clan dei Bardellino è come se si era creato un suo quartiere particolare un po’ fuori mano in una zona della periferia chiamata zona infetta chiamata così perchè un tempo era tutta palude lì si sono costruite case enormi miliardarie in tutti gli stili possibili e immaginabili c’è una casa stile Mario Botta a forma di mattone con tanti piccoli mattoncini rossi un’altra casa imita una villa vittoriana bianca con le ali laterali le colonne sono tutte case costruite da affiliati al clan o comunque notabili che si sono arricchiti grazie a esso e hanno tutte nel sottosuolo bunker di varie dimensioni cancelli automatici telecamere a circuito interno sistemi di sicurezza che nemmeno la Cia possiede e uomini che fanno la ronda giorno e notte lì è pieno di bunker sotterranei ma per sconfiggere questa gente basterebbe beccare l’impresa di costruzioni o i muratori che hanno costruito i bunker perché lì sotto sta il cuore criminale del paese dove si decide chi è e chi non è qui tutti lo sanno il cuore criminale sta lì sotto

V - LA MORTE

Il nostro vicino di terra si dice così da noi di quelli che c’hanno la terra vicina alla tua lui c’aveva un piccolo pezzo di terra vicino a quella di mio padre e contemporaneamente faceva pure il bracciante a volte lavorava pure per mio padre e il figlio di questo nostro vicino di terra nel periodo di massima espansione del clan era l’autista dei Bardellino che quando compì ventun anni gli regalarono una macchina turbo che all’epoca costava una cifra però questo ragazzo non ha mai fatto nulla di grave semplicemente ha fatto dei servizi ma quando poi cominciarono gli omicidi la guerra tra i clan e i Bardellino vennero eliminati questo mio vicino di terra si lamentava del fatto che il figlio non potesse più uscire di casa perchè c’aveva paura diceva che il figlio non aveva mai fatto nulla di male che quella gente non la conosceva neanche quando invece tempo prima davanti a noi si era vantato spesso del fatto che al figlio gli avevano regalato la macchina turbo e così via

perché qua quando uno entra a far parte dell’organizzazione tu non lo vieni a sapere dopo un mese lo vieni a sapere subito quindi anche il padre dopo una settimana lo viene a sapere basta che vede il figlio chi frequenta ma comunque nessun padre qui ha mai avuto il coraggio di dire al figlio non farlo smettila fai altre cose non è che gli dicono vai con loro ma nemmeno nessun padre ha mai detto al figlio non frequentare più quella gente e questo si spiega col fatto che loro magari erano braccianti o muratori da trent’anni e

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capiscono che il motivo che fa entrare i figli nell’organizzazione non è che abbandonano un posto da tre milioni al mese ferie pagate e contributi ma semplicemente che abbandonano lavori saltuari o molto faticosi o niente

cioè per dire al mio paese il muratore non è che lavora dalle otto del mattino fino alle quattro del pomeriggio e stacca per mangiare qui il muratore comincia alle sette e finisce alle sei finisce quando fa buio mentre d’estate non finisce mai e poi non è che c’ha i contributi le ferie la pensione cioè lui lavora fino a quando ce la fa fino a quando regge quando poi non ce la fa più muore e basta e ti pagano quelle sessanta settantamila lire al giorno e dieci anni fa ne prendevi trenta ventimila riuscivi a malapena a campare e non c’è nessuna sicurezza se cadi dall’impalcatura tu resti storpio o muori e basta non è che la tua famiglia si prende dei soldi un’assicurazione o qualcosa niente tu sei morto non esisti più basta e la famiglia è senza soldi e si deve arrangiare come può

questi ragazzi Bardellino erano muratori padre bracciante che tra parentesi ha lavorato pure con mio nonno e non c’hanno un cazzo davanti a loro niente c’hanno solo la pala Mario Iovine è ancora peggio perchè viene da una famiglia disgraziata e questi ragazzi si trovano senza un cazzo davanti se non un lavoro faticoso per poche lire e quindi iniziano a fare quello che fanno tutti i ragazzi che non vedono nessuna via d’uscita e che hanno voglia di soldi iniziano a fare piccole rapine bar tabacchi pompe di benzina e così mettono su la loro piccola banda e tutto ha origine con questa piccola banda di delinquenti di paese che poi tenta pure di estorcere il pizzo a negozi di paesi vicini perchè i negozi del loro paese sono negozietti sono bazzecole non possono darti i soldi che gli chiedi mentre invece per esempio a Aversa ci sono bei negozi grandi c’è un quartiere fatto tutto di negozi che si chiama il Seggio ma facendo queste cose iniziano a scontrarsi con l’organizzazione che controlla tutta la zona e che è quella cutoliana

iniziano a dare fastidio perchè chiedono il pizzo ai negozi che sono già sotto il loro controllo e perchè fanno le rapine e così c’è troppa polizia che circola e dà fastidio quindi sono visti come teste calde che danno fastidio e in più quando ci si rende conto che in paese ci sono persone che non si fanno problema di uccidere non si fanno problema della legge non si fanno problema di nulla si inizia a temerli e loro questo lo capiscono e per questo già all’inizio diventano subito spietati all’ennesima potenza e scelgono di fare la guerra piuttosto che aggregarsi a quelli che hanno il potere perchè sapevano che se si fossero aggregati ai cutoliani che nella zona erano rappresentati dai Simeone loro sarebbero rimasti per sempre delle mezze cartucce per cui decidono freddamente di eliminare l’ostacolo e Bardellino dice la famosa frase Noie simme i ca e ca emma cumannà noie che significa il paese è nostro ci viviamo noi e qui dobbiamo comandare noi non deve venir nessuno dall’esterno a imporci cosa fare e cosa non fare

ci sono tre periodi che ha avuto l’organizzazione nel mio paese il primo fino agli anni cinquanta quando c’era una violenza diffusa che però non era tanto per arricchirsi era una violenza fine a se stessa in quel periodo c’erano le cosiddette persone di rispetto che formavano a sucietà l’onorata società un’associazione di galantuomini la cui attività non era quella di fare i soldi ma che avevano la funzione di mettere in riga chi non voleva mettersi in riga un ruolo quasi di controllo dell’ordine nel territorio che si sostituiva alle istituzioni e alle forze dell’ordine inesistenti o inefficaci qui da noi allora il capo società si chiamava Antonio Pagano detto Tatonno faceva il guardiano per le campagne e era quello che si diceva un guappo signore un masto un uomo di rispetto che quando c’era ad esempio un litigio tra due famiglie per un pezzo di terra o altre cose e magari c’era pure scappato il morto si ricorreva a lui per fare pace per evitare che continuassero le vendette

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faceva questo per prestigio puro e semplice e non ne ha mai tratto ricchezza tanto è vero che è morto pezzente

e questa è la prima fase o almeno è la leggenda che si tramanda poi c’è la seconda fase che inizia nel dopoguerra in cui nasce l’organizzazione vera e propria che si occupa del traffico delle sigarette a Napoli e poi del traffico della droga mentre nei nostri paesi era ancora guardiania era ancora rispetto era ancora il pizzo estorsione al negozio ricco del paese vicino più grande e poi c’è l’ultima fase in cui nasce la grande organizzazione che gestisce tremila traffici che fa soldi a palate in tutte le attività e in cui arrivano a imporsi Bardellino e la sua banda che per quanto si possa dirne male e c’è solo da dirne male bisogna pure riconoscere che persone che in meno di dieci anni costruiscono un immenso incredibile impero economico internazionale non sono persone da poco anche se nel male con l’interminabile catena di delitti che hanno segnato la loro ascesa il cui primo anello è stato l’uccisione di Simeone

io ero piccolo però ho dei ricordi come un’eco mi ricordo per esempio di quando ho visto questo morto il primo morto vero che ho visto da vicino e poi quando il mio amico Gianni mi ha raccontato perchè l’hanno ucciso e tutte le cose questo Gianni ha undici anni come me però lui già sa tutto perchè ne sente sempre parlare a casa sua io torno a casa e sento mia madre e mio padre che parlano di questi Bardellino e del fatto che loro padre era un figlio di nessuno che significa uno che non c’ha neanche un metro di terra una pertica di terra ma era un gran lavoratore che aveva lavorato anche con mio nonno da noi in campagna e invece i figli guarda come sono usciti i figli diceva mio padre da quella famiglia sono usciti dei figli che sono l’esatto opposto di loro padre che era invece un galantuomo e un grande lavoratore

quanto all’organizzazione mio padre se la spiega la capisce ma non l’accetta quindi non vuole averci a che fare neanche lontanamente cioè lui vuole vivere in pace tranquillamente vuole soltanto che i figli si istruiscano abbiano titoli di studio possano diventare persone perbene rispettabili che facciano insomma questo salto qualitativo di classe sociale per non essere contadini pure loro per tutta la vita anche se contadini che lavorano bene che non stanno poi tanto male così era stato finora per mio padre anche se penso che mio nonno doveva essere stato muratore perchè mio padre mi racconta spesso di pezzi di terra che adesso sono edificabili e che mio nonno non volle prendere quando avanzava soldi dai proprietari di quei pezzi di terra e mio padre si lamenta perchè se li avesse accettati ci troveremmo adesso con dei bei terreni edificabili

e così allora c’è questo ragazzino che ero io pressato in un pullmino che torna a casa dopo un’altra giornataccia a Aversa e lui si sente una schifezza perchè tutti i suoi compagni c’hanno i jeans c’hanno le scarpe da ginnastica lui invece no perchè il padre e la madre pensano che va in un posto migliore quindi deve vestirsi decentemente e così lui a undici anni va a scuola con il pantalone vecchio stile la camicetta stirata non dico la cravatta ma quasi il cappotto d’inverno invece di un bel giubbino quindi lui si sente un escluso un emarginato perchè in classe ci stanno solo ragazzi e ragazze di Aversa che parlano italiano correttamente mentre lui a casa è abituato a parlare in dialetto e quindi trova difficoltà non a parlare italiano ma a conciliare le due parlate sente lo stacco quando torna a casa si sente male perchè comunque quel mondo nuovo gli piace dove tutti parlano italiano dove si rispettano le file dove i ragazzi e le ragazze si parlano e escono la sera insieme e magari si baciano un mondo decente lui pensa

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è un pomeriggio invernale alle quattro fa già scuro verso le sei è già notte e pioviggina uno di quei classici pomeriggi di merda che ci sono d’inverno c’è un ingorgo di macchine e lui vede affacciato al finestrino del pullmino vede questi due morti questi due cadaveri le macchine tutte così di traverso perchè è successo proprio da poco mentre lui guarda quei cadaveri e li guarda con stupore perchè non sa ancora che cosa vuol dire uccidere c’è un corpo che sta buttato sulla macchina di traverso lo riconosce per i capelli lunghi i baffoni la faccia insanguinata è Simeone e c’è il figlio che invece sta morto nella macchina il padre sta steso così sul cofano di traverso vicino alla portiera invece il figlio sta morto nella macchina metà fuori dalla portiera lui li guarda e resta scioccato da questa cosa c’è un casino sirene clacson la gente intorno sotto gli ombrelli lui lo riconosce Simeone e la cosa gli fa impressione gli fa male perchè l’aveva visto poco tempo prima e gli aveva messo paura

e c’ha pure un rimorso perchè quando lo vide a casa sua circondato da quegli enormi cani neri gli augurò morte violenta però continua a guardare scioccato attraverso il finestrino bagnato di pioggia nel pullmino fermo nell’ingorgo del traffico sotto la pioggia ma la cosa che gli fa ancora più impressione e anche paura è che il ragazzino dietro di lui il suo compagno di scuola Gianni di famiglia perbene ricca istruita e tutto gli spiega non solo a lui ma a tutto il pullmino per filo e per segno chi è quello che hanno ucciso e perchè l’hanno ucciso e chi l’ha ucciso e tutto questo lo racconta come si racconta una partita di calcio dice quello è Vittorio Simeone lo hanno ucciso i Bardellino perchè lui era affiliato al clan di Cutolo era il boss di qua questi vogliono distruggere i cutoliani perchè vogliono comandare loro qua

lui ascolta scioccato perchè si ricorda di quando ha visto quella persona viva non se la ricorda come una persona piacevole era andato insieme al padre a fine anno a casa di Simeone ci andavano una volta all’anno tutti i contadini gli agricoltori che ricadevano sotto il suo dominio andavano a portagli la mazzetta che era il compenso per l’anno di guardiania e gli portavano chi del vino chi un maiale ucciso già fatto a costolette e salsicce chi altre cose non era neanche tanto in effetti come pagamento di guardiania però il padre gli racconta in macchina che Simeone si è venduto il frutteto di un contadino suo vicino di terra senza neanche dirglielo si è intascato i soldi e quando il padrone del frutteto è andato in campagna ci ha trovato un altro padrone e non ha potuto neanche protestare e lui si ricorda quando è arrivato con suo padre davanti a questo casale enorme fuori dal paese entrano stanno una mezz’ora il padre parla con Simeone gli dà le sue cinquantamila lire fumano un paio di sigarette

lui si guarda intorno vede che questa casa è piena di mobili di oggetti e si chiede come fa quella persona con quelle cinquantamila lire che prende all’anno e non è che i contadini che gliele danno sono tantissimi poi c’è la scena che ricorda con precisione lui e il padre e Simeone che escono dalla stanza al piano terreno e sono circondati da un branco di alani enormi neri che sono alti come lui e lui proprio si caca sotto dalla paura questo Simeone era un tipo Diego Abatantuono alto imponente robusto capelli ricci un po’ lunghi e baffoni ispirava soggezione e lui si chiede adesso come quella persona così forte che gli aveva fatto paura circondato da tutti quei cani che sembrava impossibile ucciderlo distruggerlo adesso invece è lì morto così come se nulla fosse ammazzato lui e il figlio maggiore morti cadaveri coperti di sangue e gli fa paura il fatto che Gianni quel ragazzino sappia tutto perchè ne ha sentito parlare a casa sua ne ha sentito parlare ancora prima che succedesse la cosa

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lui esce dalla scuola con i suoi tipici problemi da ragazzino di undici anni problemi di inserimento un ragazzo che si sente emarginato nella sua classe che non riesce a legare bene che gli piaceva pure una ragazzina all’epoca che però era la figlia della professoressa Minimo una ragazzina tutta precisina di Aversa che non lo cacava assolutamente quindi c’ha quelli che sono i suoi piccoli drammi esistenziali di un ragazzino che emotivamente è ancora un bambino un ragazzino molto docile e mite che non farebbe male a una mosca e ha questo improvviso tragico incontro con la morte non la morte di una persona sconosciuta ma di una persona che aveva conosciuto e poi viene anche a sapere chi sono stati quelli che l’hanno ucciso e non riesce bene a rendersi conto che si tratta della famiglia dei due ragazzini Bardellino che stanno lì sul pullmino insieme a lui a guardare silenziosi e tranquilli che se ne stanno lì così anche loro come se niente fosse

VI - LA SCOMMESSA

Quei due cadaveri coperti di sangue sono stati il mio primo impatto con l’organizzazione che poi arriverò a capire un po’ alla volta la capisco per esempio quando qualche mese dopo il figlio di Ernesto Bardellino viene cacciato dal pullmino perchè ci è salito agitando un coltello a serramanico e l’autista del pullmino che ormai ha settant’anni e non gliene frega un cazzo del clan lo prende a schiaffi e lo fa scendere dal pullmino però non lo lascia giù nel paese lo lascia giù a Aversa e quando poi il padre Ernesto Bardellino gli va a chiedere scusa e gli chiede di riammettere il figlio nel pullmino lui gli dice che non esiste proprio è una di quelle persone come ce ne sono poche al paese non gliene frega un cazzo del clan ma Bardellino non si vendica mentre nella prima fase della sua ascesa sarebbe stata morte sicura per l’autista del pullmino però adesso i figli si cercava di crescerli in un certo modo e già mandarli a scuola a Aversa significava volergli dare un certo tipo di istruzione volerli elevare socialmente

e quando poi un po’ di tempo dopo il figlio di Bardellino sta per essere bocciato e la madre va a Aversa a parlare col vicepreside e gli fa presente un po’ minacciosa che lei è la moglie di Ernesto Bardellino e quindi suo figlio non può essere bocciato il vicepreside la manda affanculo non si tratta di un atto di coraggio di una sfida all’organizzazione il vicepreside guarda questa signora Bardellino con disprezzo perchè la considera una donna di umili origini una contadina di un paesino per giunta e non la prende neanche in considerazione non si rende conto proprio con chi ha a che fare e si comporta con lei come se dovesse scacciare una mosca fastidiosa e infatti in futuro in un’occasione simile si renderà invece conto con chi ha a che fare non si comporterà più così ma intanto adesso il figlio viene inesorabilmente bocciato e quando la donna riferisce al marito l’incontro lui dice che il vicepreside ha fatto bene cioè questi in alcuni casi apprezzano un atteggiamento fiero e per esempio non sopportano i lecchini

ci sono casi in cui hanno non dico rispetto ma accettano le idee di un’altra persona sempre però che non vada a intaccare i loro interessi perchè se invece della scuola del figlio si trattava di qualcuno che danneggiava il clan o i loro interessi economici l’avrebbe tranquillamente ammazzato perchè qui è così se tu crei un problema loro la prima volta non è che ti picchiano o ti ammazzano ti fanno semplicemente capire che devi smettere la seconda volta ti picchiano a sangue e la terza è meglio che te ne vai molto lontano loro gli sgarri poi non li ammettono c’era una volta uno che faceva i servizi come portare i figli in giro in macchina e cose del genere questo senza mai dire niente al boss si è comprato roba per milioni ha comprato il motorino al figlio ha comprato vestiti alla famiglia sempre

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senza pagare lasciando giù in conto facendo credere che era per conto del boss poi a un certo punto si è comprata anche la macchina sempre a nome del boss e un giorno succede che mentre Bardellino passa il negoziante gli dice Le è piaciuta la macchina e così lui viene a sapere tutto e quando lo incontra lo picchia per strada così a pugni lo distrugge proprio lo riempie di sangue e quello ringrazia ancora oggi di essersela cavata così a buon mercato

i personaggi che hanno vissuto questa storia che hanno fatto questa storia sono persone che non vengono da famiglie normali cioè nella migliore delle ipotesi vengono da famiglie povere nella peggiore da famiglie distrutte famiglie che non esistono come nel caso di Mario Iovine col padre cornuto e contento come si dice al mio paese che sa che la moglie va con tutti però non ha nè il coraggio nè la voglia di opporsi e con la moglie quindi la madre di Mario Iovine che tradisce il marito in continuazione con svariate persone e che in punto di morte chiede al parroco di assolverla dicendo io sono la Maddelena peccatrice e così Mario Iovine cresce come figlio di nessuno e per giunta figlio di puttana perchè tu sei figlio di nessuno quando la tua famiglia è povera o quando i genitori sono morti oppure sei nato trovatello però è ancora peggio quando sei figlio di puttana quando tua madre è conosciuta additata come donna di facili costumi

lei è stata certamente una delle cause della scelta che poi ha fatto il figlio perchè non si è mai sentito parte di una famiglia la madre non si è mai occupata di lui il padre era come se non ci fosse poi morì pure e la madre raccontano che fosse una bella donna non nel senso della pura bellezza ma nel senso di allegra spensierata quella bellezza che viene dalla voglia di vivere a cui piaceva andare con chi le dava comunque un po’ di affetto un po’ di calore con chi le faceva regali con chi le stava un po’ vicino una donna che magari in un altro paese sarebbe stata una donna normale a cui piace farsi i fatti suoi e chi se ne frega però in un piccolo paese contadino del sud dove l’unico modo per essere considerata per una donna è quello di arrivare vergine al matrimonio una donna come questa viene naturalmente considerata una zoccola una puttana e tu sei figlio di una puttana

il padre di Mario Iovine era un bracciante agricolo che lavorava a giornata quando capitava però era dedito all’alcol e quando non lavorava stava al bar anzi nella cantina sociale all’epoca nel mio paese non c’erano bar c’erano le cantine sociali che erano semplicemente una cantina vera e propria dove il padrone mesceva il vino la gente andava là e ci restava fino a che non si ubriacava completamente mio padre racconta sempre dei due ubriachi che tornavano a casa di notte e uno accompagna l’altro fino a sotto casa sua ma arrivati là l’altro dice adesso ti accompagno io e questo fino alle cinque di mattina avanti e indietro poi gli passava la sbronza e si mandavano a cacare reciprocamente il padre di Mario Iovine cantava sempre per la strada quando tornava dalla cantina gridava con la bottiglia in mano che c’aggia fa chille me piasce come per dire che era cosciente del suo vizio però la prendeva allegramente

allora la figura dell’ubriacone fino a poco tempo fa non era vista come negativa nel mio paese l'ubriacone era una persona che c’aveva quel vizio che era un vizio come tanti altri ma non un vizio particolarmente pericoloso e quella persona veniva accettata così ce n’erano parecchi che bevevano nel mio paese e che bevevano pure parecchio ma era una cosa normale nessuno ci faceva caso a tavola l’acqua non la beveva mai nessuno mi raccontava mio padre che i braccianti durante la giornata nei campi legavano una bottiglia e la calavano giù nel pozzo in modo che restava fresca di solito ci si metteva l’acqua invece i braccianti ci mettevano il vino e ogni tanto si fermavano durante il lavoro e

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andavano a farsi l’appizzata di vino c’era gente che veramente l’acqua non sapeva cosa fosse che sono andati avanti a vino per tutta la vita e che sono campati pure cent’anni sono campati

Mario Iovine era un poveraccio un ragazzino che veniva preso in giro e picchiato da tutti per via della famiglia da cui veniva che era una famiglia disgraziata non perchè il padre era un ubriacone ma perchè era una famiglia miserabile e una famiglia distrutta è sempre successo in paesi come il nostro paesi molto piccoli in cui tutti si conoscono in cui tutti sanno tutto di tutti te le fanno pesare le origini c'è una grande crudeltà adesso magari un po’ meno perchè non si capisce più bene chi è nobile e chi non lo è chi è proprietario e chi non lo è e chi è ricco oggi può non esserlo più domani o viceversa però all’epoca c’era una sedimentazione sociale molto forte non sarebbe mai potuto accadere che il figlio di una famiglia di braccianti sposasse la figlia di una famiglia che aveva anche solo un piccolo pezzo di terra c’era sta cosa e te la facevano sempre sentire e pure pesare

poi sto ragazzo cresce e si trova senza niente con la madre morta e verso i quindici anni va a lavorare dallo zio che ha delle terre lavora per una settimana col trattore lavori pesanti e si aspetta che a fine settimana lo zio lo paghi decentemente invece a fine settimana lo zio lo tratta peggio degli altri braccianti lui non accetta questa cosa gli strappa i soldi in faccia poi risale sul trattore e distrugge tutto il lavoro che ha fatto cioè il campo che ha arato lo rifà al contrario mette tutto sottosopra e da allora comincia a maturare in lui un odio immenso per tutto e per tutti e quando infatti va a uccidere l’amante della madre dopo che la madre è morta non lo fa perchè vuole lavare l’onore della madre o altro ma lo fa perchè lo odia lo odia come ha odiato certamente la madre ha odiato il padre ha odiato il paese in cui tutti gli fanno pesare chi è quotidianamente quindi in lui matura questo sentimento di odio e così uccide l’amante della madre senza nessun problema nessun ripensamento comunque è abituato alla violenza di botte ne ha prese parecchie dal padre alcolizzato e lo uccide gli spara ammazza quello che era stato l’amante della madre un tipo sposato di San Bartolomeo un paese vicino questo almeno è quello che si racconta

poi conosce i fratelli Bardellino conosce Sandokan e gli altri e capisce che vengono tutti dalla stessa pasta che sono uguali capisce che anche loro c’hanno voglia di fare soldi facili che sono giovani non hanno paura di nulla e l’unica cosa che li spaventa è passare una vita di merda come quella dei loro genitori perchè la molla che li fa scattare è soprattutto questa c’hanno l’esempio dei loro genitori gente che ha lavorato sempre onestamente e sempre veramente duro e quando parlo di lavoro duro non parlo delle otto ore al giorno di lavoro alienante parlo di lavoro fisico massacrante senza fine di persone che a quarant’anni c’hanno già i calli ma i calli veri le rughe e stanno incurvati gente che a quarant’anni è da buttare proprio a cinquanta ci arriva raramente loro hanno davanti questo esempio e non vogliono assolutamente seguire quella strada non vogliono invecchiare in questo modo

poi c’è la differenza con la ricchezza di cui anche i loro genitori avevano coscienza ma che consideravano come qualcosa di dovuto di stabilito cioè pensavano che dio aveva creato il mondo in un certo modo dove c’erano i ricchi e i poveri e quindi le persone ricche avevano naturalmente quel ruolo quella parte pure se in quegli anni non c’era un gran sfoggio di ricchezze tipo macchine motoscafi o cose del genere ma tu comunque la ricchezza degli altri la vedi anche semplicemente dalla casa dai vestiti per cui i genitori le persone ricche le vedevano come un qualcosa di soprannaturale l’unica ricchezza che pensavano di poter avere era quella che potevano ottenere col loro lavoro mentre adesso i figli vedono che

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tutti hanno l’automobile la televisione e le poche volte che escono dal loro paese o anche solo alla televisione vedono che tutti hanno cose che al loro paese non esistono per esempio quando vanno a Napoli che è vista come il paradiso e dove i pochi soldi che hanno li spendono a puttane e quindi a un certo punto si chiedono perchè svegliarsi alle sei di mattina lavorare fino alle sei di sera e poi a fine settimana avere appena i soldi per comprarsi le sigarette comprarsi un paio di scarpe all’anno

mentre la vita è avere tanti soldi da spendere perchè c’è un sacco di belle cose belle ragazze belle macchine e belle case non case a pezzi come quelle che abitano piccole e dove ci stanno in dieci magari quindi inziano a fare quello che possono fare in quel momento perchè all’inizio non è che hanno chiaro subito qual è la strada da intraprendere quindi non c’è ancora un grande progetto e la certezza di riuscire però hanno chiaro che vogliono affermarsi vogliono avere soldi e potere vogliono essere rispettati perchè loro sono figli di nessuno loro sono gente da niente come si diceva al mio paese e lo dicono ancora oggi cioè tu sei comunque una persona da niente se non hai macchine se non hai soldi e questo non lo è solo al mio paese lo è dappertutto purtroppo oggi nel mondo però al mio paese te lo fanno sentire fortissimo perchè qui non c'è nessuna possibilità normale di cambiare

quindi vedono che le cose stanno così e iniziano a fare quello che ritengono meglio fare si riconoscono ognuno nell’altro persone che hanno lo stesso percorso gli stessi problemi le stesse ansie gli stessi desideri che sono forti e determinati e dunque si aggregano si uniscono tra di loro e iniziano e non si fermeranno mai non si fermeranno davanti a nulla per loro diventare i boss della regione è poco loro vogliono di più cioè Antonio Bardellino non arriva a Santo Domingo per caso lui lo ha voluto lui ha capito che là c’è il denaro e dunque il potere ci sono i soldi ma quelli veri quelli con dieci zeri e quindi si inserisce un po’ alla volta con calma però capisce che deve farlo non gli interessa soltanto il rispetto non gli interessa soltanto vivere meglio come la gente che adesso vede intorno a sè lui vuole avere ancora di più vuole avere il potere vuole avere il massimo vuole tutto è così

VII – IL GRANDE SALTO

L’omicidio di Simeone segna la fine di un’epoca la fine di un certo tipo di clan che nella mia zona è ancora in buona parte legato all’agricoltura alla terra legato al controllo della terra anche se si occupa di traffici e di attività illegali di vario tipo e comincia adesso invece un nuovo tipo di clan molto più aggressivo e violento molto più affamato e deciso perchè loro si rendono conto che oggi per fare i soldi non basta più il controllo della terra farsi pagare la guardiania dai contadini oggi l’unico modo per fare veramente i soldi è fare il gioco pesante buttarsi a capofitto nella grande attività criminale che all’epoca erano soprattutto traffico di sigarette traffico di droga che inizia in quel periodo traffico d’armi e appalti e comunque per impadronirsi di queste attività si devono imporre come unico gruppo di potere e per arrivare a questo devono schiacciare distruggere quello esistente

l’omicidio di Simeone è anche un atto simbolico e soprattutto è un segnale forte lanciato a Cutolo e ai clan napoletani che da anni controllano il traffico delle sigarette e della droga oltre a altre attività i Bardellino praticamente uccidendo Simeone hanno voluto tracciare una linea di confine e quindi escludere i cutoliani dalle zone di loro appartenenza dal loro paese e dai paesi vicini però sanno benissimo che questo a loro non basta che se hanno voluto affermare il predominio sul loro territorio non è stato per rimanersene fermi lì è stato

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solo il primo passo per avere sotto controllo una base da cui poi espandersi e facendo questo da questo momento in poi saranno costretti a scontrarsi in continuazione con Cutolo e i suoi alleati in una guerra logorante senza fine mentre se vogliono veramente fare il grande salto diventare loro il nuovo centro del potere e della ricchezza allora devono agire subito e radicalmente devono lanciarsi subito in una strada senza ritorno che li porterà o a annientare i rivali e a prendersi tutto o a essere annientati loro e scomparire per sempre

i loro nomi cominciavano già a circolare mi ricordo bene che quando si parlava di loro che allora avevano vent’anni o poco più tutti dicevano la stessa cosa sono figli di nessuno cioè dei sottoproletari dei miserabili se ne parlava con disprezzo non tanto per le loro azioni ma proprio per le loro origini poi invece quando il gruppo inizia a diventare potente l’atteggiamento cambia rapidamente e cominciano a essere guardati con un certo rispetto e considerazione faccio l’esempio nella zona dove abito la composizione è questa famiglie di agricoltori come la mia qualche famiglia di commercianti qualche impiegato e nella strada di fianco c’è un dottore che diventerà poi presidente dell’Usl questo dottore appartiene alle cosiddette persone perbene sono ricchi la moglie è insegnante e hanno due figlie femmine che vengono a scuola con me nel famoso pullmino e che parlando dei muschilli li definiscono come dei rozzi degli animali delle bestie il rifiuto della società ma destino vuole che una decina d’anni dopo proprio il loro padre verrà inquisito per traffici con il clan e perchè si fregava le protesi meccaniche e le vendeva alle cliniche invece di darle ai pazienti

loro sono dunque praticamente costretti a compiere il grande salto e lo compiono con un’azione che deve essere spettacolare perchè deve restare indimenticabile il luogo scelto per l’attacco è il cuore del nemico il luogo sacro dei cutoliani il Circolo dei Cacciatori che si trova proprio al centro del paese di Cutolo il luogo dove si riuniscono la domenica mattina dopo la messa gli affiliati di maggior spicco del clan e dove nessuno si sarebbe mai aspettato che mettessero piede gente di un altro paese il piano era stato architettato da Antonio Bardellino e minuziosamente preparato era stato affittato un pullmino preparate le armi e i panini come per una gita domenicale in piena regola col pullmino partono in una decina Antonio Bardellino e il fratello Salvatore non Ernesto quello che poi è diventato sindaco perchè si cacava sotto poi Mario Iovine non suo fratello Mimmo che pure lui si cacava sotto e poi i killer come Sandokan il Cocchiere il Fuggiasco e il Bassotto che è un parente dei Bardellino cioè tutti quelli che saranno poi il gruppo dirigente del nuovo clan

arrivano in quel paese parcheggiano normalmente il pullmino tutti scendono con le loro borse come se dovessero andare a fare una scampagnata arrivano nella piazza principale del paese proprio di fronte al Circolo dei Cacciatori dove ci sta tutta sta gente seduta fuori ai tavolini come dappertutto la domenica mattina nei paesi del sud loro scendono da questo pullmino arrivano là davanti si fermano e di colpo tutti insieme estraggono i kalashnikov i mitra le pistole e cominciano a sparare all’impazzata crivellando di colpi tutti quelli che sono lì cutoliani o gente qualsiasi che non c’entrava niente fanno un massacro una vera strage ne uccidono quattordici o quindici e decine di feriti continuano a sparare quelli non hanno neanche il tempo di reagire e poi tranquillamente in mezzo alle urla e alla confusione ritornano calmi e sicuri al pullmino risalgono e se ne ritornano via come se nulla fosse

il giorno dopo nel mio paese cominciarono a apparire sui muri scritte dove si vedeva la sigla NCO con sotto un teschio perchè Cutolo aveva chiamato il suo gruppo la Nuova Camorra Organizzata e queste scritte si vedevano un po’ dappertutto sulle serrande come

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sul muro di fronte alla chiesa e naturalmente in paese non si parlava d’altro a casa mia per esempio mia madre e la vicina di casa che parlano continuamente di tutto quello che accade nel paese nel commentare l’episodio esprimono sgomento per la strage però comunque ne parlano con molta enfasi soprattutto la vicina di casa perchè mia madre è la classica donna timorata di dio che non esce mai di casa ne parlano quasi con ammirazione perchè quelli sono comunque persone del paese che hanno avuto il coraggio di andare fino a là di andare a compiere questa strage incredibile

la vicina di casa il giorno stesso sapeva già tutti i particolari della strage eppure è anche lei una donna di casa marito postino in pensione due figli da mantenere all’università una donna insomma che vive per casa e chiesa però anche lei come tutti d’altronde nel paese sa chi è stato sa perchè l’hanno fatto sa quando l’hanno fatto sa come si è svolta l’azione poi sicuramente c’ha ricamato un po’ sopra come tutti te ne accorgi ascoltando tre o quattro persone diverse la storia è la stessa però cambiano i dettagli per esempio parli con uno e ti racconta che Sandokan aveva nelle mani due pistole un coltello in bocca poi quando ha scaricato le pistole le ha buttate via e ha impugnato il coltello per continuare a uccidere invece un altro ti racconta che Mario Iovine scende dal pullmino con un mitra enorme tipo un marine da un elicottero americano e fa da solo una strage micidiale cioè cambiano i dettagli ma la sostanza rimane quella

poche ore dopo la strage in paese già tutti sanno chi l’ha compiuta da chi è composto il gruppo di fuoco non è che bisogna aspettare i rapporti della polizia trasmessi dalla televisione o dai giornali per sapere chi sono perchè come sempre c’è telecapèra capèra era la parrucchiera che faceva i capelli in casa alle donne e che faceva circolare le notizie quando non c’era la radio la televisione da sempre telecapèra è il tamtam continuo di voci che ti arrivano attraverso i tuoi vicini di casa attraverso le voci che girano per il paese che ti fanno sapere tutto di tutti e qualsiasi cosa è stata fatta e poi in questa occasione il dottore di cui parlavo è stato una buona dimostrazione dell’atteggiamento delle cosiddette persone perbene nei confronti del clan cioè se all’inizio li disprezzano per la loro origine miserabile in un secondo tempo iniziano a temerli per la loro intelligenza e abilità nel sapersi fare strada senza scrupoli e per la loro notevole potenza di fuoco poi in una terza fase si rendono conto che con quelle persone potrebbe essere molto utile stabilire dei rapporti perchè potrebbe significare dei buoni guadagni come poi ha fatto quel dottore

allora c’è questo ragazzino che ero io che in quel periodo è praticamente solo completamente solo vive la sua condizione di figlio di famiglia contadina che viene visto dai genitori come una speranza una promessa come una rivincita nei confronti della società cioè lui deve essere quello che studia che si prende un titolo di studio che si laurea e che non dovrà più lavorare nei campi quindi viene mandato a Aversa cosa che da una parte gli fa piacere perchè non si ritrova nel suo paese dove normalmente i ragazzini già a sette anni stanno in mezzo alla strada e devono per forza sviluppare furbizia e cattiveria che è una cosa dura perchè un bambino può essere più cattivo di quanto potrà esserlo a vent’anni perchè lo fa senza rendersene conto quindi lui che era stato educato a essere piuttosto gentile e educato avrebbe rischiato di diventare il bersaglio preferito degli altri ragazzi quindi quando a undici anni viene mandato a studiare a Aversa la cosa gli fa piacere perchè comunque lì in paese non ha rapporti non ha amicizie visto che ha passato la sua infanzia chiuso in casa con cinque sorelle e una madre ipercattolica iperconservatrice

la scuola dove va fino alle scuole medie è un istituto cattolico di suore quindi un luogo dove circolano un certo tipo di messaggi che poi però pensandoci dopo si rende conto

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come erano falsi pure quei messaggi perchè mentre cercavano di insegnarti l’amore la pace e cose del genere pure quelle stesse persone non ignoravano comunque ciò che succedeva intorno non ne parlavano mai apertamente un po’ per paura un po’ perchè forse si erano abituate anche loro a quel clima di violenza a quel clima di sangue che scorre e così se lo spiegavano forse l’avevano già vissuto prima quel clima per storie personali per cose più piccole per stronzate ma quando poi diventa una situazione generale abituale la cosa non se la spiegano più nel migliore dei casi o anche l’accettano nel peggiore dei casi quando poi non cercano pure di approfittarne di avere anche loro rapporti con i detentori del potere per ottenere dei vantaggi

ma a Aversa tutto non è rosa perchè lui si trova a avere due tipi di nemici che gli danno fastidio che gli rendono la vita un tormento da una parte ci stanno i ragazzi di Aversa che non lo accettano non lo tollerano perchè lo considerano un contadino lo vedono come un diverso sono gli anni in cui è di moda tutto quello che è Benetton e tutti lì si vestono da Benneton tutti quelli della sua classe a Aversa abitano tutti nella stessa strada che si chiama via Ettore Corcione una strada di avvocati medici ingegneri e tutti quanti si vestono allo stesso modo e cioè il novanta per cento con jeans e tee-shirt Benetton il restante dieci per cento cerca di imitarli e c’è in questa classe di trenta ragazzi un solo stronzo che invece va a scuola con i pantaloni con le pinces la camicia il maglioncino e perfino il cappotto d’inverno e lui da allora odia Benetton ha sempre odiato Benetton da allora

e per di più durante il primo anno di scuola media la sua professoressa di italiano Minimo una volta parlando in classe della moda dei giovani ha spiegato che i jeans sono un capo di abbigliamento magnifico perchè pratico e comodo che si può indossare tutti i giorni e in tutte le occasioni mentre quelli che ancora portano i pantaloni classici sono dei meschini perchè si illudono di essere superiori rispetto a quelli che portano i jeans mentre in effetti sono solo dei meschini mentre parla lui si guarda intorno è seduto al primo banco e vede che tutti i ragazzi e le ragazze hanno i jeans c’è solo lui che ha i pantaloni classici con le pinces e si sente una merda completa additato praticamente dalla professoressa Minimo una cattolica di sinistra nevrotica magrissima con degli enormi occhiali che voleva sempre sembrare moderna e informatissima

loro del paese i ragazzi e le ragazze di Aversa li consideravano delle merde li facevano sentire degli esclusi e arrivavano perfino a tirargli dietro sacchetti d’immondizia quando se ne ripartivano col pullmino e altre cose del genere quando poi in effetti tra il suo paese e Aversa ci solo sono dieci chilometri non è che ci sia una differenza tipo da Trento alla Calabria ma oltre ai ragazzi di Aversa per lui c’era anche un secondo gruppo di nemici cioè proprio i ragazzi del paese i compaesani che venivano con lui a Aversa c'erano pochi come lui che venivano da famiglie contadine economicamente non molto agiate invece la maggior parte erano figli delle cosiddette persone perbene che mandano i figli a Aversa oltre che per una questione di metterli in un ambiente migliore anche per dargli la possibilità di iscriversi alle scuole superiori dato che in quel periodo le scuole medie del paese erano tipo Arancia meccanica cioè ragazzi che insultavano gli insegnanti buttavano le sedie dalle finestre e cose del genere con scarse possibilità di apprendere qualcosa

sul pullmino c’è Gianni quello che gli aveva spiegato chi aveva ucciso Simeone e perchè e ci sono i figli dei boss del clan in particolare i due figli di Ernesto Bardellino il suo rapporto con loro è pessimo per il loro modo di comportarsi hanno un modo di fare che non è semplicemente arrogante è da picchiarli sistematicamente e la cosa che gli dà più fastidio è il sistema di sudditanza che hanno creato e che hanno imposto a tutti i ragazzi che viaggiano col pullmino per cui quelli che non vogliono piegarsi e che non vogliono avere

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problemi non parlano e se vengono infastiditi a meno che non si arrivi alle mani cercano di non reagire cioè lui per esempio se nel pullmino lo infastidiscono lo offendono lui non parla non reagisce soltanto se gli mettono le mani addosso reagisce e questo perchè non vuole avere problemi perchè così gli hanno insegnato sua madre suo padre il prete e tutti quanti gli hanno insegnato così

VIII – LA POLITICA

Quello che vogliono è avere il rispetto da parte degli altri ragazzi rispetto significa che se loro per esempio salgono nel pullmino devono stare davanti di fianco al conducente perchè lì si sta più comodi mentre dietro ci devono stare tutti gli altri ammassati e se loro dicono una cosa qualsiasi tu non puoi contraddirli anche se loro di cazzate ne dicono parecchie ma se uno li contraddice si può uscire anche alle mani però il problema è che con loro è pericoloso uscire alle mani perchè se tu a Aversa puoi litigare con uno di loro tu litighi solo con quello ma quando torni poi al paese sono sempre circondati da quei ragazzi che dicevo prima i muschilli ragazzi più grandi al servizio dei loro genitori e che si occupano anche di stare attenti ai figli e quindi puoi correre il rischio di essere aggredito per strada con tutti gli insulti possibili e immaginabili e provocato in modo che se reagisci ti prendi una solenne bastonatura l’unico modo con questa gente è fare capire che non vuoi che ti rompano le palle e che tu non vuoi romperle a loro quindi non dargli proprio confidenza non parlargli proprio io durante la scuola media ho avuto solo una volta un rapporto con un figlio di Bardellino una volta in un bar stiamo giocando ai videogiochi alle macchinette con la cento lire facciamo una gara col videogioco ognuno mette a turno la cento lire si gioca e poi chi fa più punti vince stiamo giocando da una mezz’oretta io finisco i soldi perchè mille lire finiscono subito e lui fa continuiamo la sfida io faccio no non c’ho più soldi e lui dice se non hai più soldi tieni prende la centomila dalla tasca e mi dice tieni vattela a cambiare e gioca fino a domani mattina io lo guardo in faccia mi giro e me ne vado e da allora è finito ogni mio rapporto con quella gente mentre invece gli altri ragazzi tipo questo Gianni ci stanno con questi figli di Bardellino perchè comunque i soldi li affascinano e questi li usano per conquistarsi la simpatia perchè non vogliono solo sudditanza vogliono anche simpatia quindi se per esempio stanno al bar pagano sempre loro per tutti è una dimostrazione del loro potere della loro ricchezza e quindi ci sono parecchi ragazzi che bazzicano sempre intorno a loro c’è poi l’episodio di Gianni che viene insultato alla fermata del pullmino per la questione di chi è il sindaco del paese c’è da fare una premessa cioè a questo punto dell’ascesa del clan dei Bardellino che acquista sempre più potere durante la guerra contro Cutolo loro si rendono conto che devono gestire anche la cosa pubblica per potere ottenere ancora più soldi cioè devono gestire appalti gestire lavori pubblici quindi decidono di fare eleggere Ernesto Bardellino alla carica di sindaco del nostro paese alle prossime elezioni e ci riescono naturalmente nella lista socialista quindi c’è per la prima volta in un paese un fratello capo del clan e l’altro sindaco però la carica di sindaco gli viene sospesa per un certo periodo di tempo perchè ci sono dei procedimenti penali in corso a suo carico e il suo posto viene preso temporaneamente da quello che lo segue nella lista socialista che è appunto l’avvocato padre di Gianni e così quando un giorno la professoressa Minimo in classe gli chiede chi è il sindaco del paese Gianni si alza e dice il sindaco è mio padre

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ma un altro ragazzo del nostro pullmino chiamato Sciaquarone lo va a riferire immediatamente ai figli Bardellino che stanno in altre classi lo va a riferire subito un po’ per conquistarsi simpatia un po’ perchè non sopporta Gianni perchè è stato Gianni che gli ha dato quel soprannome Sciaquarone che vuol dire uno che ha sempre i vestiti troppo larghi e che poi gli è rimasto perciò Sciaquarone va a riferire immediatamente ai fratelli Bardellino e questi alla fermata mentre aspettiamo che arrivi il pullmino prendono in mezzo Gianni e davanti a tutti gli altri ragazzi e ragazze lo insultano lo mortificano gli fanno capire che deve smetterla di dire quello che ha detto in classe alla professoressa perchè suo padre non vale un cazzo suo padre sta facendo il sindaco soltanto perchè così ha voluto Ernesto Bardellino e che se Ernesto Bardellino vuole tornare a fare il sindaco lo può fare quando vuole e che suo padre se non fosse per Ernesto Bardellino si puzzerebbe di fame e lì di fronte a tutto questo Gianni non reagisce minimamente e così vado avanti tra le gioie della scuola e le gioie della famiglia io nel periodo delle scuole medie non esco mai di casa non solo perchè vado a scuola a Aversa ma anche perchè mio padre non vuole che frequenti la gente di qui quindi sono sempre solo salvo andare a Aversa dopo la scuola a casa di un mio compagno di classe Antonio che si faceva chiamare Tony l’unico amico che ero riuscito a farmi e che poi si rivelò uno stronzo un traditore questo Tony è un ragazzo di Aversa che conosco il secondo anno delle medie e che mi invita spesso a casa sua a studiare dopo la scuola questo ragazzo visto che io sono il classico studente modello cioè studio studio studio se ne approfitta arriva al punto che gli faccio io i compiti fino a che poi l’anno successivo arriva in classe un altro che è ancora più studioso di me e che è ancora più bisognoso di amicizia di me e Tony così mi scarica per lui e si cambia pure di banco io prima stavo seduto di fianco a lui e Tony si cambia di banco e si mette di fianco all’altro ragazzo che è più studioso di me che c’ha voti più alti e che gli fa proprio tutti i compiti quindi io non ho più un amico non ho più un posto dove andare il pomeriggio dopo la scuola ma devo tornare subito a casa e sono ancora più solo a dodici anni inizio a accorgermi che esistono le ragazze mi accorgo di questo aspetto della vita perchè mi piace disperatamente la ragazza che sta seduta davanti a me che è la figlia della professoressa di italiano Minimo quella dei jeans che per me quindi è impossibile non solo frequentare per rivelarle il mio nobile sentimento ma nemmeno salutarla dirle ciao perchè nemmeno risponde al saluto non mi prende proprio in considerazione come se non esistessi una stronza di quelle forti però il problema è che quando ti sembra che tutti siano stronzi salvo te cominci a chiederti se il vero stronzo non sei proprio tu cosa di cui poi ti convinci e non esci più di casa non vedi più nessuno quindi finisce tutto finisce la bella amicizia con questo Tony stronzo traditore che mi ha sostituito con un altro e non riesco a trovare altri amici non guardo più le ragazze e così non esco più di casa non vedo più nessuno finiscono le scuole medie cominciano le scuole superiori e io faccio l’istituto tecnico per geometri faccio il geometra perchè sempre quella professoressa di italiano Minimo quando finisce la terza media l’ultimo giorno di scuola ci dà le indicazioni per quale indirizzo scegliere l’anno dopo e lo fa in questo modo quelli di Aversa che c’hanno padri avvocati ingegnieri eccetera gli consiglia di fare il classico o lo scientifico invece quelli dei paesi o anche quelli di Aversa che sono di famiglie povere che però vogliono a tutti i costi continuare gli studi lei a malincuore consiglia di fare gli istituti tecnici e infatti a me mi dice che sono molto migliorato in italiano perchè ho cominciato col tre in ottobre e ho finito col sei e mezzo a giugno ma mi consiglia di fare il geometra mi dice tu farai benissimo il geometra cioè non è che mi dice potresti scegliere tra fare questo o quello mi dice tu devi

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fare la scuola per i geometri perchè questa è fatto per gente come te io capisco questa cosa perchè vedo che lei a quel mio ex amico Tony consiglia di fare lo scientifico ma non perchè è più bravo di me anzi è proprio un tipo ottuso che non capisce un cazzo e non c’ha voglia di fare un cazzo però Tony abita in via Gaetano Pesce il padre ha un'agenzia di viaggi una delle prime nate negli anni '80 e quindi appartiene a una categoria di persone che può permettersi di andare allo scientifico e poi ci sono in classe delle ragazze di paese che sono un po’ arretrate e con quelle la professoressa Minimo usa i sistemi forti le minaccia cioè gli dice che potranno avere la licenza media solo a patto che poi smettono di andare a scuola che tanto per loro è inutile devono piuttosto pensare a aiutare in famiglia e poi a sposarsi e a servire il marito glielo dice in classe davanti a tutti cioè stabiliva in anticipo lei quale strada tu dovevi prendere perchè secondo lei tu potevi fare certe cose e non potevi farne altre quando finisco le scuole medie e comincio le scuole superiori nel paese il clan dei Bardellino è sempre più potente perchè se il primo atto di forza cioè l’omicidio di Simeone aveva come scopo liberare il proprio territorio dalle influenze esterne il secondo atto di forza cioè la strage dei cutoliani significava che volevano prendere il potere assoluto su tutta l’organizzazione quindi si comincia col creasi alleanze con altri clan napoletani come gli Alfieri e i Nuvoletta che sono contrari a Cutolo e contemporaneamente si procede all’eliminazione radicale degli affiliati al clan cutoliano nei paesi vicini si scatena così una guerra accanita feroce senza tregua uno stillicidio di morti ne ammazzano uno a Casale due a Villa Literno un paio a Frignano ne bruciano due a Aversa ne bruciano un’altro in un altro paese impiccano questo sparano a quell’altro cioè un po’ alla volta eliminano fisicamente tutti i cutoliani della zona mentre Cutolo se ne sta sempre in galera perchè c’ha l’ergastolo e i suoi sono dappertutto perdenti il suo clan sconfitto e intanto i Bardellino diventano sempre più potenti è il periodo in cui cominciano a avvicinarsi al clan ampie fette della società civile le cosiddette persone perbene chi per necessità chi per migliorare la propria condizione sociale e chi perchè lo fanno tutti e perchè non farlo anch’io si comincia col voto di scambio cioè con l’appoggio ai candidati voluti di volta in volta di paese in paese dal clan e si finisce con essere utilizzati per prestazioni di vario genere occorrono prestanomi per affari di ogni tipo e in alcuni casi è una forma di violenza che queste persone sono costrette a subire in altri casi è una specie di tacito accordo se non una richiesta vera e propria da parte loro i soldi scorrono sono sempre più le persone che cominciano a godere senza sporcarsi le mani dei frutti del clan inizia così un periodo di vero e proprio arricchimento per il mio paese e quindi i Bardellino e soci cominciano a farsi una fama di persone che aiutano la gente del paese e poi spariscono pure i ladri di macchine i ladri d'appartamento il paese diventa sicuro e tranquillo è il clan che vuole questo perchè non vuole avere troppi movimenti di carabinieri e vuole avere un clima favorevole con la gente un clima di amicizia e di fiducia col fratello di Bardellino sindaco c’è l’ingresso nella politica cominciano a accorgersi di loro i politici locali anche quelli di un certo peso quelli che sono in parlamento tutti democristiani il punto di contatto tra il clan e i politici è l’avvocato padre di Gianni quello che per un certo periodo di tempo è stato anche sindaco in sostituzione di Ernesto Bardellino un uomo che è il tipico politicante di quegli anni capace di cambiare partito un giorno sì e un giorno no infatti è stato via via socialista democristiano liberale socialdemocratico è stato di tutti i partiti possibili e immaginabili tranne naturalmente quelli dell’opposizione e diventa adesso il consigliore del clan quello che gestisce la politica per

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conto del clan i rapporti politici traffici di ogni genere questo avvocato è una figura importantissima del clan ma è sempre riuscito a uscire indenne da tutte le inchieste è una figura importantissima perchè conosce personalmente tutti i politici a livello locale e a livello nazionale dato che suo padre era un uomo politico che aveva già avuto un’importante carica durante il fascismo e poi era stato eletto deputato democristiano e questo avvocato diventa così l’anello di congiunzione tra il clan e la politica diventa quello che indica come bisogna muoversi in quel mondo perchè i boss sono astuti sono intelligenti però certe cose non le sanno non le capiscono non riescono a conciliarle con il loro stile di vita quindi hanno bisogno di un personaggio così che tra parentesi poi li fregherà anche spesso per esempio gli fregherà un appalto di computer per trecento milioni tanto che lo volevano ammazzare però poi lasciarono perdere e questo personaggio fa continuamente la spola tra il nostro paese e Aversa e va spesso anche a Roma dove ha molti agganci a tutti i livelli in quel periodo ci sta una grandissima quantità di appalti che devono essere assegnati ci stanno parecchi lavori parecchie opere pubbliche che vengono messe in cantiere dappertutto nella nostra zona si iniziano a costruire autostrade e superstrade si parla addirittura di aeroporto si parla della linea veloce per i treni si parla di appalti di ogni genere che devono essere concessi si parla di enormi quantità di denaro che dovrà essere investito nella zona e quindi il clan spinge preme con tutti i mezzi anche brutalmente perchè alle prossime elezioni siano eletti i suoi candidati perchè siano eletti al parlamento alla regione alla provincia al comune e perchè i posti di direttore delle agenzie come l’agenzia per il sud l’agenzia per la bonifica e altre agenzie del genere vengano assegnati a persone legate a loro o comunque a persone alle quali loro possono facilmente comprare favori in questa prima fase la politica sembra prevalere sul clan la politica si serve del clan per i suoi giochi se ne serve perchè il clan riesce facilmente a raccogliere migliaia e migliaia di voti per esempio nel mio paese su seimila abitanti in un’elezione comunale a un candidato ha procurato duemila voti ma in cambio il clan vuole soldi in cambio vuole partecipare agli appalti in cambio vuole che gli appalti vadano a persone vicine da cui poi in cambio arriverà una ricca percentuale e soprattutto vogliono stare tranquilli e questo viene assicurato dai politici perchè poi non è che ci sia sta grande opposizione non è che ci sia un grande intervento del parlamento e del governo in queste zone per sconfiggere la criminalità infatti con tutti gli omicidi che avvengono quasi ogni giorno non si va oltre la denuncia formale cioè i vari senatori deputati locali si proclamano solennemente contro la criminalità organizzata però poi non è che facciano qualcosa non è che propongano leggi particolari o qualche intervento diretto dello Stato le uniche voci dissenzienti sono quelle dell’opposizione del partito comunista all’epoca che una volta per esempio organizza un’occupazione del Comune da parte delle vedove perchè quando era sindaco Ernesto Bardellino erano arrivati a fregarsi anche i soldi delle pensioni che i comuni ricevono dallo Stato per le vedove allora hanno denunciato la cosa e hanno organizzato l’occupazione del Comune da parte delle vedove ci saranno state cento centocinquanta persone poi è arrivato l’avvocato con alcuni del clan ma capiscono che non possono mettere le mani addosso a tutte quelle donne a delle vedove soprattutto e così chiudono tutto l’avvocato spiega che le cose non stavano così che i comunisti si erano inventati tutto e che il problema era solo che i soldi purtroppo non erano ancora arrivati ma che si daranno da fare perchè arrivino presto però il giorno dopo come risposta a un dirigente comunista viene bruciato il portone di casa e poi viene pure insultato e

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pestato ma non viene eliminato perchè non lo si ritiene pericoloso lo si ritiene semplicemente uno che fa il suo mestiere un politicante con cui bisogna fare i conti uno così

IX – IL MACERO

L’estate i due tre mesi estivi aiuto mio padre lavoro nel frutteto in questi due tre mesi estivi quindici venti giorni li passo a fare il macero andando col trattore nei centri di raccolta i cosiddetti maceri che l’Aima istituisce nelle zone agricole dove c’è un’eccessiva produzione per cui i prezzi scendono bisogna dunque distruggere una parte dei raccolti perchè non scendano il macero è un posto maleodorante puzzolentissimo sotto il sole di luglio agosto è un terreno dove viene scavato un fosso enorme di fianco al quale viene collocata una di quelle banchine su cui si fanno passare i veicoli per pesarli con un casotto a fianco e il terreno è recintato fuori dal recinto ci sta la fila di trattori con i rimorchi carichi di frutta che aspettano di potere entrare per scaricare la roba che viene pesata e viene data la bolletta col peso che serve poi per avere i soldi che l’Aima rimborsa agli agricoltori la roba viene scaricata nel fosso a cielo aperto finchè è pieno poi lo si copre di terra e se ne scava un’altro vicino fino a che non si raggiunge la quantità massima che ogni macero può raccogliere perchè a ogni macero viene assegnata una quantità massima

l’incarico di aprire questi maceri questi centri di raccolta è affidato alle cooperative di agricoltori perchè l’Aima fornisce solo i soldi per il resto affida il lavoro alle cooperative di agricoltori e il controllo viene assicurato dal fatto che in questi centri di raccolta sono presenti in gran quantità finanzieri e poliziotti il clan si rende conto che può trarre grandi profitti da questa attività e quindi si inserisce nelle cooperative alcune le crea appositamente mettendo insieme tre quattro agricoltori che magari c’hanno pure pochissima terra si fa questa cooperativa con un amministratore con un segretario e tutto il resto in regola e poi queste cooperative fanno la domanda all’Aima per poter istituire un centro di raccolta in cui potranno andare i soci della coperativa ma anche altri agricoltori che verranno fatti risultare soci della coperativa oppure che scaricheranno per conto di soci della cooperativa e poi i soci andranno a farsi pagare dall’Aima con le bollette che indicano la quantità di frutta che hanno scaricato e che è stata pesata sono bei soldi sono soldi europei perchè vengono dalla comunità europea quindi sono soldi sicuri

per truffare il macero il clan procede così con i trattori dei soci delle sue cooperative all’inizio comincia con lo scaricare effettivamente della frutta solo che al momento di pesare il rimorchio su cui si trova la frutta viene pesato insieme anche il trattore che lo tira e magari anche dieci o venti persone si mettono sulla banchina di solito molto grassi e tutto questo succede tranquillamente sotto gli occhi di poliziotti e finanzieri così avviene all’inizio poi in una fase successiva il clan si scoccia di scaricare roba regolare o magari non ne hanno più hanno esaurito tutta quella che erano riusciti a mettere insieme con lo loro coperative fasulle e allora cominciano a mandare al macero rimorchi carichi di rifiuti di tutti i generi e anche legname ferro pietre basta che sia roba molto pesante che viene tranquillamente scaricata in questi enormi fossi come nulla fosse sempre sotto gli occhi di tutti poliziotti e finanzieri

tu hai quattordici quindici anni pensi di fare qualcosa di buono per la tua famiglia quindi vai a lavorare con tuo padre lavori l’estate in campagna vedi maturare la frutta le pesche le pere le curi fai tutti i lavori innaffiare potare ti fai un culo ma poi si deve buttare via tutto si

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deve portare tutta la frutta al macero perchè non si riesce più a venderla il prezzo è troppo basso oppure le richieste che fanno le aziende che ritirano la frutta per farne conserve sono esagerate perchè pretendono mele o pesche perfette come fossero dipinte quindi diventa anche faticoso dovere scegliere e buttare gli scarti per cui conviene raccogliere tutto e buttare via tutto insieme in quel periodo io ero pure cattolico ma cattolico integrale al cento per cento ero contrario agli sprechi come sono pure adesso ma con altre motivazioni allora pensavo che era un peccato perchè pensavo che c’era gente che moriva di fame nel terzo mondo e invece di trasformare questa roba in succhi di frutta o conserve per darli a loro la si buttava e mi sembrava mostruoso

allora a un certo punto tu parti col tuo bel trattore i centri di raccolta stanno tutti minimo a venti chilometri dalla tua terra venti chilometri in macchina sono pochi minuti ma col trattore che fa al massimo venti chilometri all’ora ci metti due ore è estate tu vai col trattore e incroci quelli che se ne vanno al mare tutti allegri con le ragazze le magliette colorate e la musica al massimo e tu te ne stai lì bello tranquillo sul tuo trattore sporco con la roba dietro che già comincia a fermentare e a puzzare poi finalmente arrivi al centro di raccolta davanti c’è la fila di trattori coi rimorchi che aspettano il loro turno tu ti posizioni dietro all’ultimo trattore della fila di solito arrivi il pomeriggio tardi perchè la giornata l’hai passata a lavorare lì si comincia a lavorare alle quattro del mattino e si finisce alle undici e mezza mezzogiorno perchè d’estate nel frutteto non puoi starci oltre quindi si comincia alle quattro cioè arrivi in campagna prima tu e poi il sole a me è capitato andavamo anche con mia madre che portava la pizza di scarola agrodolce come la fa lei e con qualche sorella e spesso la mattina arrivati al frutteto non potevamo cominciare subito a lavorare perchè dovevamo aspettare che uscisse almeno un po’ di sole era ancora buio dovevamo stare una mezz’ora in macchina a aspettare

quindi quando hai finito di lavorare carichi il raccolto della giornata che va buttato lo carichi sul trattore e ti incammini verso il centro di raccolta già a dieci chilometri di distanza cominci a sentire la sua puzza orribile però spesso quando arrivi il macero è già chiuso arrivi parcheggi perchè non è che vai lì ti affacci e poi te ne torni a casa no tu passi là la notte sul trattore nella puzza e il giorno dopo la mattina sei in fila dietro gli altri trattori il macero apre alle otto e mezza tu mettiamo sei il decimo della fila però non ti spieghi perchè quando si aprono i cancelli invece di entrare il primo poi il secondo poi il terzo della fila vedi che arrivano non si sa da dove dei trattori con dei rimorchi enormi passano superano la fila senza guardare in faccia nessuno sotto gli occhi di poliziotti e finanzieri entrano scaricano e se ne vanno e le ore passano passa tutta la giornata fortunatamente i primi due trattori della fila sono riusciti a entrare quindi tu pensi che il giorno dopo riuscirai a scaricare il giorno dopo arrivano altri quindici trattori che superano la fila e ti chiedi da dove cazzo arriva tutta questa frutta poi ne entrano altri due della fila quindi tu per scaricare il tuo carico ci puoi mettere tre e anche quattro o cinque giorni

il fatto è che quando arrivi tu a scaricare la tua frutta un chilo è diventato trecento grammi perchè sotto il sole perde tutto il liquido evapora e diventa una poltiglia schifosa che quando la scarichi ti fa stare male io ogni volta vomito dieci o quindici volte e ho preso l’abitudine di non mangiare mai prima di andare in questi posti poi quando arrivi a scaricare e hai visto tutta questa gente che fa i cazzi loro capita pure che tu involontariamente metti le ruote dietro del trattore sulla banchina per pesare e allora tutti gridano dicendo che devi farti più avanti perchè devi pesare solo il rimorchio che cazzo vuoi fare vuoi imbrogliare vuoi fregare lo Stato quindi tu dopo aver aspettato cinque giorni dopo aver visto tutti quei trattori passarti davanti dopo averli visti scaricare pietre legna ferro averli visti fare tutti i comodi loro poi vieni anche insultato umiliato e non hai neanche

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il coraggio di dire ma che cazzo state dicendo e così arrivi là scarichi la tua schifezza e te ne torni al frutteto dove nel frattempo molta roba è caduta per terra quindi devi di nuovo ammassarla caricarla e tornare al macero

il colmo si raggiunge quando quella gente che si fanno miliardi con questa truffa visto che non hanno più neanche una pesca da portare al macero visto che durante il viaggio ci deve essere perlomeno una fila esterna di cassette che si vede per salvare la faccia hai presente un rimorchio è fatto così un rettangolo e ai lati tu perlomeno una fila qua una qua una qua e una fila qua lungo il contorno esterno del rimorchio devi metterci di cassette di frutta che si vedono mentre vanno al macero anche se poi dentro al rimorchio ci metti pietre ferro e tutto il resto e allora quella gente che hanno finito oramai quelle poche pesche che avevano vengono da te per comprarsi le cassette della tua frutta per fare questa fila esterna al rimorchio e andare poi a scaricare al macero passandoti davanti tranquillamente mentre sei lì che fai la fila e le tue cassette te la pagano naturalmente a un prezzo bassissimo

è anche successo una volta quando è stato fatto l’ultimo carico dell’estate alla fine della raccolta dopo una settimana che hai passato lì in fila sul trattore davanti al macero nell’attesa che ti fanno scaricare sotto il sole e in quella puzza sempre più schifosa e intanto passano solo e esclusivamente i trattori che sono venuti da te a comprare le cassette di pesche per fare il contorno esterno del rimorchio e quando finalmente l’ottavo giorno tu entri col tuo rimorchio e sali sulla banchina per pesarlo quei signori che stanno là ti dicono che se vuoi scaricare puoi anche farlo ma che comunque non ti sarà pesata la frutta che scarichi perchè la quantità del macero è già stata raggiunta quindi il tuo carico non ti verrà pagato perchè i centri di raccolta hanno delle quantità assegnate e quindi una volta ritirati per esempio tremila quintali il resto si può anche scaricarlo però comunque non te lo paga più l’Aima

nessuno poteva protestare perchè la cooperativa che aveva fatto il macero era la loro e dietro di loro si sapeva chi c’era e poi il finanziere di turno non diceva nulla il poliziotto non diceva nulla per loro tutto era regolare perchè molti di loro anzi tutti venivano pagati dal clan la sera li prendevano e li portavano a mangiare al ristorante poliziotti e finanzieri e poi c’era la commissione dimenticavo questo particolare a ogni centro di raccolta che veniva istituito da una coperativa veniva mandata una commissione dell’Aima composta da ispettori che controllavano che tutto veniva fatto in regola e anche quei signori ogni sera venivano portati a mangiare e volevano avere immediatamente i soldi la loro percentuale della giornata quindi se per esempio quel giorno erano stati pesati trecento quintali di roba di cui duecentocinquanta fasulli agli ispettori dell’Aima andava per esempio il venti per cento del rimborso relativo ai duecentocinquanta e se lo prendevano la sera stessa non dopo quando arrivavano i soldi

la stessa cosa i finanzieri e i poliziotti tra loro c’erano alcuni ancora più corrotti perchè non solo prendevano dal clan i soldi e tutto il resto ma addirittura venivano da te la sera quando avevi lasciato il trattore col rimorchio sulla strada fuori dal macero e ti venivano a dire che volevano un piccolo contributo un centone perchè così stavi tranquillo uno di loro non lo dimenticherò mai disse a mio padre una volta che ero lì con mio padre disse questa frase Anch’ io ho diritto a campare in questo macero se fa tutt’a giuseppe e niente a maria che vorrebbe significare che lui si lamentava del fatto che tutti ci mangiavano su tranne lui cioè le mazzette andava tutte agli ispettori della commissione e a loro soltanto le bricciole quindi questi pretendevano pure i soldi dai contadini come noi e tanti altri che volevano

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solo scaricare la loro frutta che c’avevano da buttare e che dovevano pure buttarla da qualche parte

essendo il macero usato per scaricare tutti i tipi di frutta e di verdura i cui prezzi potevano abbassarsi troppo tu potevi anche correre il rischio in un’estate di passare due mesi nei maceri perchè tu cominciavi per esempio con le pesche che dopo dieci giorni che inziavi a raccoglierle già avevano un prezzo bassissimo per cui dovevi iniziare a buttarle poi venti giorni dopo maturava un altro tipo di pesche e pure quelle subivano la stessa sorte poi c’erano gli ortaggi tipo cavolfiori tipo melanzane tipo che ne so e pure quelli finivano nel macero poi magari a ottobre quando arrivavano le mele non quelle normali ma un tipo di mela piccolina rotondetta si chiama nurca è una mela che si fa soltanto nelle nostre zone e anche con le nurca succedeva la stessa cosa quindi tu passavi l’estate intera a vomitare in quei posti che puzzavano che facevano schifo

i soldi li hanno fatti ma proprio tantissimi quella volta di Cernobyl quando scoppiò la centrale nucleare di Cernobyl era l’inizio dell’anno in quel periodo ci sono delle coltivazioni che sono abbastanza redditizie gli asparagi le fragole che hanno dei prezzi abbastanza alti e il clan capì che quello era proprio il momento per farsi molti soldi perchè in Italia tutti quei prodotti venivano buttati tutti quanti al macero perchè erano risultati radioattivi mentre in Francia per esempio non hanno fatto così e qui da noi il clan quell’anno fece risultare buttati al macero tanti e tanti e tanti di quei quintali di fragole asparagi e altri ortaggi che poi successivamente quando l’Aima si rese conto che c’era qualcosa di non troppo chiaro fece un’indagine e si rese conto che per coltivare tutta quella roba buttata al macero ci sarebbe voluto tre volte l’intera Campania cioè figurati un po’ quanti miliardi e miliardi e miliardi si sono fatti così

le truffe del macero sono solo una piccola parte delle tante attività del clan che dopo la strage salda le alleanze con gli altri clan dei dintorni che scelgono di rompere con Cutolo ormai considerato perdente intanto continua la guerra di sterminio dei cutoliani che può finire soltanto quando anche l’ultimo degli affiliati degli alleati o dei simpatizzanti di quel clan ormai sconfitto è eliminato può finire soltanto con la loro morte che viene data nei modi più diversi gli si dà la caccia e li si ammazza dovunque con fucili pistole e tutto però non è raro che vengano presi strangolati sciolti nell’acido e buttati in una discarica o magari anche in un macero o anche approfittando degli appalti per lavori pubblici che il clan ha iniziato a vincere corrompendo quelli che possono corrompere intimidendo quelli che possono intimidire e allora approfittano di questi appalti e del cemento che inizia a scorrere come acqua lo utilizzano pure per cementare i loro nemici nei blocchi di cemento c’è una barzelletta che si racconta dice che il giorno che verrà un terremoto di quelli forti tipo quello che è venuto a Perugia e Assisi e crollerà la superstrada che passa nella nostra zona di lì usciranno fuori più morti che il giorno del giudizio universale

X – L’ESPANSIONE

Il macero è soltanto una delle tante attività del clan e forse anche una delle meno criminose perchè rapidamente i Bardelino e i loro soci riescono a mettere le mani su affari molto più redditizi riescono a mettere le mani sugli appalti riescono a mettere le mani sul traffico della droga soprattutto cocaina che è la droga che meglio rappresenta quegli anni di vuoto e di ricchezza ostentata e loro si rendono conto che quello è il grande business miliardario che devono prendere in mano non semplicemente come gruppo attraverso cui

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passa la droga che poi viene mandata al nord Italia e in Europa loro devono impadronirsi completamente del traffico attraverso il controllo di tutte le diverse fasi dall’origine dove è prodotta al trasporto fino allo spaccio insomma devono avere in mano tutto il ciclo perchè si rendono conto che una volta impadronitisi del controllo della rete possono dominare il mercato europeo o buona parte di esso

per arrivare a questo vengono stabiliti rapporti con i siciliani che da anni sono legati ai maggiori produttori mondiali il cartello di Medellin in Colombia stando attenti però a non entrare in concorrenza con loro tenendo conto che durante la guerra contro Cutolo il quale con loro aveva pessimi rapporti si erano creati rapporti di scambio di rispetto di aiuto reciproco tra il clan e i siciliani o almeno con certe famiglie perchè anche al loro interno c’è guerra ci sono gruppi opposti che si combattono ferocemente e infatti da parte di uno di questi si era cercato a un certo punto di uccidere Antonio Bardellino e questo era un motivo per cui preferiva restare la maggior parte del tempo a Santo Domingo ma tutto sommato i siciliani non sono poi così interessati a sapere chi sono quelli con cui possono collegarsi per gestire i loro traffici in altre zone quello che interessa loro è che siano forti e affidabili

decidono di gestire questo traffico insieme ai siciliani anche se rispetto ai siciliani loro risultano molto più voraci molto più intraprendenti in grado di annusare più rapidamente ogni occasione di guadagno in tutto questo la figura che emerge è quella di Antonio Bardellino che è il grande innovatore alla continua ricerca di nuove occasioni di nuovi business di nuovi investimenti di qualcosa di sempre più grande che si è ormai fatto un certo nome ovunque e che opera il passaggio del clan da una dimensione locale a una dimensiona regionale prima e poi a una dimensione nazionale e infine internazionale mondiale e che ormai viaggia continuamente ovunque in Europa e in America latina per seguire il traffico internazionale della droga mentre Mario Iovine il numero due resta saldamente legato al paese e al circondario e gestisce l’organizzazione sul territorio il lavoro più sporco

e il clan si è ingrossato sempre più perchè continuano a ingrossare le sue fila molti giovani per la maggior parte disoccupati o comunque provenienti da famiglie povere e presto si arrivano a contare fino a cinquemila affiliati al clan un numero enorme considerando che provengono tutti dagli stessi paesi della zona che insieme contano cinquanta sessantamila abitanti e tra questi cinquemila affiliati ci sono anche personaggi di spicco professionisti funzionari e impiegati persone che hanno agganci col mondo politico con enti e istituzioni e che vengono utilizzati per ogni genere di affari mentre tra i giovani pochissimi sono quelli devono rischiare la pelle come killer o in scontri a fuoco con le forze dell’ordine che tra parentesi in questo periodo è come se non sentissero e non vedessero perchè i rapporti del clan con le forze dell’ordine tipo quelli che permettono le truffe del macero diventano via via sempre più intensi sempre più saldi

il compito per la maggior parte dei giovani affiliati i muschilli consiste soprattutto nel tenere sott’occhio il territorio con le ronde continue controllando tutto quello che succede o nel riscuotere soldi per i vari traffici tangenti protezione pizzo o nel prestare il nome per le attività più o meno lecite facendosi intestare proprietà contratti immobili terreni e cose del genere quindi diventa un modo molto comodo e anche molto facile di campare e pure divertente perchè è come se si appartenesse a una grande comunità che comprende giovani di diversi paesi e si organizza dappertutto nello stesso modo infatti ovunque nascono bische clandestine dove ci si ritrova e si passano le nottate a giocarsi ingenti somme nascono case in cui si va per scopare dove ci sono sempre donne a disposizione

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dove si organizzano festini dove c’è sempre molta roba da bere molta roba da tirare perchè la coca lì circola liberamente

però solo all’interno del clan non fuori infatti nei paesi non è assolutamente consentito fare uso di droga o smerciarla non è molto salutare per un ragazzo che i vicini vengano a sapere che fuma gli spinelli perchè potrebbe essere agguantato da qualcuno che gli fa capire molto educatamente che certe cose qui non si fanno che la droga fa male e che non è bello che un giovane faccia certe cose a me per esempio è capitato a sedici anni di fumare uno spinello a scuola a Aversa e tornare a casa un po’ allucinato e poi parlando con amici mi hanno fatto capire che era meglio in futuro evitarlo quindi qui non ci si può fermare la sera in macchina con amici a chiaccherare e a farsi una canna perchè c’è il rischio che arrivi una di queste ronde e ti massacri di botte quello che vogliono è mantenere un ordine pubblico falso e ipocrita che però fa piacere alla gente falsa e ipocrita del paese oltre a evitare noie con le forze dell'ordine e quindi nessuno deve più rubare una macchina nessuno deve fare un furto in un appartamento i ragazzi non si devono drogare tranne quelli che lavorano per loro

una volta durante una di queste serate passate in una di queste bische a giocare a carte a giocarsi tanti bei soldi entrano nel bar quattro ragazzi col volto coperto in genere queste bische sono nella sala interna di un bar cioè nella prima sala ci sta il bancone con la macchina per il caffè e tutto il resto mentre dietro ci sta una seconda sala riservata dove si gioca allora i quattro entrano e rapinano diversi milioni lì nella bisca c’erano numerosi affiliati del clan pure alcuni importanti quindi i capi del clan più che come una rapina la interpretano come una sfida nel proprio territorio per cui i quattro ragazzi vengono ricercati e rapidamente identificati come provenienti da Sant’Arpino un piccolo paese che sta al confine tra provincia di Caserta e la provincia di Napoli e in capo a un mese vengono ritrovati tutti e quattro uccisi in modi diversi facendo capire chiaramente che sono stati uccisi perchè hanno avuto il coraggio di mettersi contro il clan e di andare a rapinare il clan proprio nel suo feudo

si trattava di pazzi incoscienti tanto più che quando durante la rapina uno dei giocatori fa loro notare che era meglio se abbassavano i mitra i fucili a canne mozze e se ne tornavano al loro paese perchè così avevano forse una possibilità di sopravvivere allora uno dei ragazzi gli grida in faccia che a loro non gliene frega un cazzo del clan e che loro non hanno paura di nessuno cioè si tratta di tipici sbandati che hanno saputo che lì c’erano soldi in abbondanza ma che non si sono resi conto che in questo caso rischiavano troppo e così vengono ammazzati tutti quanti uno per uno e l’ultimo viene bruciato vivo e infatti se il clan ci tiene a mantenere una facciata bonaria a mostrare sempre la mano tesa verso il compaesano o l’amico dell’amico o il parente del vicino di casa che ha bisogno di qualcosa che se ha bisogno può rivolgersi a loro tranquillamente però dietro a questa facciata bonaria c’è una ferocia che ci mette molto poco a esplodere Mario Iovine è capace per esempio se sta parlando con una persona e questo gli fa saltare i nervi è capace di strangolarlo sul posto con le proprie mani

in questo periodo ci sono intimidazioni continue contro quei pochi che si ribellano contro questo stato di cose ci sono dei ragazzi un po’ più grandi di me che in quel periodo creano un’associazione che si chiama Collettivo Zero che è un’associazione culturale di sinistra che in poco tempo aggrega parecchie decine di ragazzi e ragazze cosa abbastanza impensabile per un paese arretrato come il nostro e tra i fondatori del gruppo c’è anche un mio amico più grande di me Angelo che all’epoca era molto attivo e questo circolo culturale inizia a fare cose che danno fastidio vuole istituire per esempio un consultorio

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femminile per i vari problemi che devono affrontare le donne vuole promuovere un osservatorio permanente sulla criminalità nel territorio vuole recuperare i giovani che si avvicinano agli ambienti della malavita o che comunque manifestano tendenze malavitose si vuole insomma salvare il salvabile cercando di arginare quello che si può arginare

in questo caso in quest’occasione il clan interviene senza usare la violenza senza compiere nessun atto violento contro le persone interviene semplicemente con l’intimidazione si limita a sparare durante la notte contro le serrande del circolo per fare capire che stanno dando fastidio e poi facendo avvicinare quelli che sono noti per essere i promotori dell’associazione come questo mio amico Angelo che abita nella strada dove sono nati i fratelli Bardellino dove abitavano quando erano ancora nessuno e una sera lui sta al Bar Centrale che sta sul corso del paese e due suoi vicini di casa che sono affiliati del clan lo prendono sottobraccio e lo portano a fare un giro in macchina e gli fanno capire dicendo e non dicendo che qualcuno potrebbe anche farsi male che magari una sera succede un po’ di casino magari qualcuno si lamenta perchè non riesce a dormire per il rumore che fanno all’associazione ci scappa qualche brutta parola e forse anche qualche atto di violenza quindi quasi a dirgli voi è meglio che ve ne state al vostro posto che non date fastidio

e gli si dice anche visto che è disoccupato diplomato da poco senza il padre e in condizioni economiche disagiate e tutto il resto gli si dice che farebbe bene a trovarsi qualcosa da fare e gli propongono loro stessi qualcosa gli offrono un lavoro che è un lavoro di fiducia cioè lui deve andare a riscuotere dei soldi loro gli fanno credere che deve tenere una contabilità deve passare da diversi negozi per ritirare una specie di assicurazione Angelo non vuole accettare l’offerta perchè è contrario e perchè si rende conto di cosa va incontro ma non può però rifiutarsi perchè rifiutare un favore a questa gente può diventare molto pericoloso cioè se tu vai a chiedere un piacere ti sei legato a loro indissolubilmente ma se sono loro a proporti di fare qualcosa è anche peggio tu non puoi rifiutarti perchè è come dire che non sei dalla loro parte quindi automaticamente se non sei dalla loro parte sei contro di loro fortunatamente per Angelo un paio di giorni dopo quel lavoro viene dato a un altro ragazzo che si era dimostrato più malleabile più flessibile

nel frattempo anche i giornali e la televisione iniziano a interessarsi alle strane cose che succedono in queste zone arrivano qui delle troupe televisive che però trovano il buio completo cioè una volta arrivati nel paese con chiunque parlino a chiunque chiedano una cosa qualsiasi sui clan o anche solo sulle condizioni di vita del paese ricevono tutti la stessa risposta cioè qui i clan proprio non esistono siamo un normale paese del sud con i suoi problemi che cerca di uscire dall’antica miseria questo lo dicono sia il ragazzo del bar che l’impiegato comunale e naturalmente il sindaco che del clan è uno dei capi e è proprio a questo punto che Ernesto Bardellino pensa di fare il grande salto dopo che il fratello Antonio il salto lo ha fatto effettivamente a livello internazionale fino a stabilirsi a Santo Domingo adesso il fratello cerca di fare il grande salto pure lui però attraverso la politica lui è convinto di essere un grande politico è convinto di essere una persona in grado di potere degnamente rappresentare le nostre zone in parlamento è iscritto al partito socialista e a un certo punto decide di scendere in campo di candidarsi al parlamento

questa è una delle occasioni in cui i mass media concentrano l’attenzione sul nostro paese tutto nasce da un’articolo di una giornalista del Mattino che fa fuoco e fiamme contro la famiglia Bardellino prima di tutto perchè sono una famiglia di malavitosi che ha fatto quello che ha fatto e parlando di Ernesto Bardellino si meraviglia di come quest’uomo possa avere anche solo il coraggio di pensare a entrare in parlamento considerando pure che da

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sindaco non si è preoccupato minimamente di migliorare le condizioni del suo paese dove non c’è niente non ci sono biblioteche non ci sono cinema ci sono due cinema uno di fronte all’altro sulla strada principale ma proiettano entrambi film porno poi ce n’è un altro un po’ più in su anche quello film porno non c’è nessuno spazio sociale non c’è un posto dove i giovani possono andare la sera e questo articolo è ripreso anche da altri giornali se ne parla nelle emittenti locali e poi diventa un caso nazionale se ne discute cominciano finalmente a interessare anche la polizia e la magistratura ci si stupisce del fatto che un boss dei clan possa diventare deputato della repubblica

e allora il segretario del partito socialista Bettino Craxi che sta facendo un giro di conferenze nella zona e è reduce da uno di questi incontri a Aversa si precipita nel nostro paese col pretesto di fare una visita ai compagni della sezione locale c’è questa scena di Craxi che entra nella sede del partito socialista sul corso Umberto e si chiude per un paio d’ore con Ernesto Bardellino per convincerlo a rinunciare a presentarsi candidato almeno per queste elezioni perchè la stampa darebbe addosso non soltanto a lui ma a tutto il partito insomma c'è una trattativa Ernesto Bardellino cede certamente non senza una buona contropartita e c’è poi la scena finale in cui allegri e contenti i due escono dalla sede e si incamminano Craxi Bardellino e tutti gli affiliati al partito socialista e al clan si incamminano per il corso Umberto verso il Bar Centrale nella piazzetta davanti alla chiesa e lungo la strada altre persone si aggregano al piccolo corteo il paese intero lo segue e quando si arriva al Bar Centrale per prendere il caffè che Ernesto Bardellino offre pubblicamente a Bettino Craxi dalla piccola folla che li circonda scoppia un applauso caloroso tutti applaudono entusiasti gridano evviva evviva ridono felici e soddisfatti e la cosa finisce così

XI - ALBANOVA

Il fratello Antonio non deve preoccuparsi di questo genere di problemi locali adesso la guerra è finita non ha più rivali è diventato il capo assoluto dell'organizzazione controlla un potere e una ricchezza che non sono mai stati così grandi un impero internazionale che supera quello dei siciliani lui è occupato ormai a curare gli affari nell’America Latina si sposta continuamente dal Brasile alla Colombia cura i rapporti con i grossi produttori e distributori a livello mondiale di cocaina finchè decide per meglio seguire i propri affari e per meglio investire gli utili ricavati dalle sue attività di stabilirsi a Santo Domingo da dove può meglio dirigere il traffico di cocaina controllare i canali e i corrieri diretti verso l’Europa e l’Italia e seguire le attività di vario genere in diversi paesi dell’America Latina lì a Santo Domingo diventa in breve tempo proprietario di numerosi alberghi ristoranti sale da gioco un piccolo impero che gli serve come copertura oltre che come ulteriore fonte di profitto

a Santo Domingo dove vivono molti italiani che come lui hanno attività più o meno illecite non è un personaggio che passa inosservato la sua immagine è quella di un ricco imprenditore che ha investito in quell’isola i suoi capitali e come tale viene invitato regolarmente alle feste delle ambasciate e nelle case delle personalità più in vista di personaggi ricchi e così nell’arco di pochi anni troviamo quello che era un povero muratore figlio di bracciante agricolo lo

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troviamo trasformato in un ricco e rispettato imprenditore che a Santo Domingo si fa anche una seconda famiglia gli uomini dei clan hanno tutti una famiglia hanno tutti una moglie e dei figli o perchè ne sentono effettivamente il bisogno o perchè vogliono dare di sè l’immagine di un buon padre di famiglia e Antonio Bardellino di famiglie ne ha addirittura due una al suo paese e una a Santo Domingo dove si sceglie una donna che ha lo stesso nome della moglie che ha qua e con la quale ha anche dei figli ai quali dà gli stessi nomi dei figli che ha in Italia e fra questi due paesi lui fa la spola perchè pur curando gli affari del clan da Santo Domingo deve ogni tanto tornare in Italia per tenere i contatti con gli affiliati e occuparsi anche un po’ della famiglia che ha qua

ma l’enorme ricchezza che aveva invaso anche il paese comincia a creare problemi rischia di diventare una specie di tumore dalle conseguenze nefaste il salto è stato troppo grande troppo rapido troppo violento e inaspettato e quindi tutti escono fuori di testa si è passati da un giorno all’altro dalla 127 al Mercedes si è passati dalla vacanza a Ischitella se tutto andava bene al viaggio in Brasile e nelle modeste case di contadini del paese hanno iniziato a troneggiare le statue di Gesù a braccia aperte con sotto la scritta Rio de Janeiro era gente che aveva accompagnato qualcuno del clan o era andata per loro conto e così si facevano viaggi in giro per il mondo o ci si ritrovava con una villa a Capri o sulla Costa azzurra quindi era diventato difficile qui in paese essere contrari al clan gli unici che non ne approfittavano lo facevano per principio o perchè avevano già un lavoro che li faceva stare abbastanza bene

perchè la gente di questo paese è fatta così se tu distruggi la casa di fianco alla mia dove abitano i miei vicini di casa che conosco da cinquant’anni io non muovo un dito non dico niente e anche se tu un po’ alla volta distruggi la mia casa io neanche allora muovo un dito reagisco soltanto quando mi stai veramente ammazzando e questo perchè non c’è un legame sociale neanche minimo cioè il vicino di casa se viene ammazzato distrutto o qualsiasi cosa gli fanno secondo te lui ha fatto qualcosa che non andava fatta secondo te lui doveva stare al suo posto la sola cosa che dici che tutti dicono è che doveva stare al suo posto non c’è un minimo di ribellione a questo stato di cose neanche a parole un minimo di indignazione di rifiuto c’è solo accettazione passiva e in alcuni casi anzi la gente è pure entusiasta perchè oltre alla ricchezza anche la fama del paese cresce quindi tu sei temuto e rispettato all’esterno

questo è poi il periodo dei grandi e sontuosi matrimoni dei boss e dei notabili che ormai si sono strettamente alleati c'è addirittura un ministro socialista che arriva in elicottero al matrimonio di un notabile del suo partito della zona naturalmente affiliato al clan matrimonio dove tutti i boss più importanti sono invitati è il periodo dei cantanti più famosi di Napoli che vengono invitati dal clan a cantare ai matrimoni e alle feste di paese e vengono pagati milioni è il periodo in cui ogni affiliato ha la sua foto accanto a Maradona perchè Maradona quando è arrivato per giocare nel Napoli si è messo subito a frequentare gli ambienti più

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malfamati della città che gli procurano donne e coca per cui gli affiliati oltre a andare a vedere la partita riescono anche a avere la foto con Maradona e oggi non c’è casa di affiliato ai clan a Napoli e in tutta la Campania dove non ci sia una sua foto con Maradona

è un periodo di pace gli unici morti in questo periodo sono affiliati al clan che hanno commesso qualche errore commettere qualche errore nei confronti del clan significa per esempio tenere un comportamento poco rispettoso o non essere d’accordo con un capo o cercare di lasciare il clan e allora vengono uccisi ferocemente e così due o tre ragazzi vengono uccisi per strada in pieno giorno semplicemente perchè non avevano obbedito a un ordine perchè c’è il problema dei giovani che a diciassette diciotto anni affamati con una gran voglia di avere tanti soldi e tutto subito si buttano col clan e non si fanno il problema di ammazzare per fare più presto carriera questi ragazzi sono utilissimi per il clan però a volte sono anche delle teste calde da frenare e uno di questi ragazzi viene ammazzato appunto perchè non ha fatto una cosa che gli era stata chiesta questo qua doveva andare semplicemente in un posto a riscuotere dei soldi un pizzo insomma di quelli che si pagano a scadenze mensili

lui si rifiuta perchè la considera una stronzata vuole che ci vada qualcun altro a fare quel servizio perchè lui è un killer uno che fa cose ben più toste e quindi si rifiuta in effetti poi pensandoci bene ci si rende conto che chi gli aveva impartito quell’ordine l’aveva fatto proprio perchè sapeva che lui non avrebbe obbedito lui vuole che il ragazzo non obbedisca a quell’ordine per cui deve essere eliminato perchè è un elemento indisciplinato e può essere eliminato in due modi o mandandolo via dal clan oppure uccidendolo naturalmente si sceglie la seconda strada perchè più sbrigativa questo ragazzo aveva ventitrè anni quando fu ucciso e era già attivissimo da due o tre anni è stato ucciso per strada in una maniera feroce mentre a piedi andava al negozietto di scarpe che aveva aveva aperto sul corso Umberto di fronte alla chiesa aveva aperto questo negozietto di scarpe per la sua famiglia

lui sta andando a piedi verso il negozietto e mentre sta attraversando la strada improvvisamente parte una macchina che a tutta velocità gli si accosta si blocca di colpo scendono in due uno di fianco a lui e uno dietro e immediatamente aprono il fuoco con i kalashnikov lo crivellano di colpi lui cade riverso sul cofano della macchina la macchina si mette in moto ma il cadavere non casca giù quindi bisogna scendere prenderlo per le braccia e le gambe il cadavere tutto insanguinato e buttarlo a terra e poi ripartendo con la macchina ci passano pure sopra e contemporaneamente prima di allontanarsi a tutta velocità lanciano una bomba nel negozietto e lo fanno saltare in aria quindi non solo ammazzano lui ma gli distruggono anche il negozio quasi come voler dire chi ci sfida chi non rispetta i nostri ordini deve essere eliminato insieme a tutto quello che gli abbiamo fatto guadagnare questo era il messaggio

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in effetti c’è sempre il rischio di avere dei problemi all’interno del clan perchè di solito una persona che entra nel clan è difficile che dopo un po’ di tempo non porti con sè anche il fratello il cugino o l’amico e questo se da una parte ne ingrossa sempre più le fila e permette anche di controllare attraverso un affiliato contemporaneamente più affiliati per via dei legami famigliari però significa anche rischiare che un gruppo naturale di parenti e di amici possa pensare di mettersi a combinare qualcosa per conto proprio fuori dal clan rischiando così di mettersi automaticamente contro il clan perchè in realtà il clan in quanto tale è forte e potente però è composto comunque da tanti e tanti e tanti piccoli gruppi di fratelli e amici e anche questi in alcuni casi fanno affari per conto proprio ma devono stare molto attenti perchè possono scontrarsi con gli interessi superiori del clan e quindi rischiare di venire eliminati

i primi a capire già prima del crollo del muro di Berlino che l’economia dei paesi dell’Est stava barcollando e che in quei paesi potevano esserci buone occasioni di guadagno sono proprio gli italiani e in particolare i clan di queste parti negli elenchi delle imprese che si sono installate nei paesi dell’Est appaiono numerose società che si chiamano Albanova ma Albanova è il nome che Mussolini diede a un Comune che riuniva il mio paese e due paesi limitrofi in un unico Comune che però dopo la guerra fu di nuovo diviso in tre paesi infatti c’è ancora la stazione del mio paese che si chiama Albanova e Albanova è anche il nome che è stato dato alla squadra di calcio creata dal clan che nel periodo di massima espansione giocava in serie C con mire ambiziose di arrivare in serie B e in vista di questo viene costruito in quattro e quattr’otto un nuovo stadio insomma Albanova è il nome che il clan usa per la sua squadra di calcio e per le sue attività imprenditoriali nei paesi dell’Est forse perchè pensa che sia un nome che porta fortuna

i rapporti con i paesi dell’Est cominciano già a metà degli anni ottanta c’è una certa apertura in parecchi paesi socialisti che sono con l’acqua alla gola affamati di dollari e cercano finanziamenti dai paesi capitalisti e quindi aprono le frontiere a collaborazioni con imprese italiane ciò non interessa soltanto i grandi gruppi industriali attirati dal basso costo della mano d’opera ma anche il clan che intuisce che in quei paesi ci si può impiantare facilmente e che potranno diventare un futuro eldorado come poi in effetti diventeranno il clan si serve di personaggi insospettabili che iniziano a fare la spola tra l’Italia e quei paesi viaggiano in Polonia in Ungheria in Romania soprattutto in Romania dove maggiormente il clan investirà i suoi fondi e questi personaggi nei loro viaggi acquistano a nome delle varie società Albanova imprese acquistano immobili terreni fattorie fabbriche tutto ciò che si può acquistare aprono nuove fabbriche i capitali che partono verso quei paesi sono ingenti perchè in quei paesi il denaro proveniente dalle attività illecite soprattutto dal traffico della droga può essere facilmente ripulito e riciclato e si prendono accordi con la criminalità locale che alla caduta dei regimi comunisti si inserirà nella nuova classe dirigente

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ma il vero salto ci sarà soltanto in un secondo tempo quando con il crollo del muro di Berlino si aprono gli spazi si liberalizzano tutte le attività e l’organizzazione è già pronta per questa nuova sfida perchè nel frattempo si sono già fatti un nome si sono già fatti una reputazione si sono già costruiti delle basi e così diverse persone del mio paese si trasferiscono là in pianta stabile per seguire gli affari delle società Albanova nei diversi paesi si fanno accordi con i politici locali i vecchi burocrati che comandavano durante il periodo comunista e che adesso con il passaggio al capitalismo diventano dirigenti diventano presidenti di enti per lo sviluppo del commercio con l’estero e cose del genere e inizia a nascere tutta una serie di nuove imprese di fabbriche ma anche di ristoranti di alberghi di luoghi di divertimento di case da gioco e poi in quei paesi si iniziano pure a svendere ogni genere di armi dai kalashnikov ai carri armati dai missili ai Mig armi di cui il clan diventa il principale acquirente in un primo momento per le sue necessità e successivamente per lanciarsi con successo nel traffico d’armi un’attività molto redditizia specialmente nel periodo della guerra dei Balcani dove le armi si scambiavano con la droga

iniziano a portare qui gente dai paesi dell’Est non solo i regalini ma anche gente che ha una certa istruzione una laurea ingegneri avvocati che utilizzano in vario modo soprattutto gli affidano la gestione delle imprese agricole di cui si sono impossessati un po’ ovunque nella nostra zona con le buone o con le cattive maniere e così adesso in queste imprese agricole ci stanno famiglie di rumeni o di polacchi che si comportano da padroni con i ragazzi marocchini e africani che lavorano sotto di loro nelle campagne il clan preferisce i bianchi dell’Est li sente più vicini più esperti e più controllabili perchè li fa arrivare qui con tutta la famiglia non soli come arrivano gli africani per cui con la famiglia dietro c’è più possibilità di controllo perchè una cosa è il ragazzo marocchino o africano che sta solo in un paese straniero e può fare casino e una cosa è quello che arriva con tutta la famiglia moglie e figli da un posto dove aveva fame e gli dài una casa un buono stipendio e così lui può lavorare bene e tranquillo

i regalini sono vagonate di belle ragazze dei paesi dell’Est alte bionde gamba lunga alte un metro e ottanta ragazze polacche rumene ungheresi o albanesi di tutti i paesi dove si investe che vengono scaricate qua e usate prima per divertirsi e se le fanno un po’ tutti ma in ordine gerarchico cioè i primi a papparsele sono i capi poi di volta in volta arrivano giù fino ai muschilli dopodichè quelle che lo meritano le si mette al lavoro le si piazza nel bar di un affiliato o di un amico le altre vengono spedite a battere i marciapiedi a Napoli dato che ogni due o tre mesi vengono rimpiazzate da una nuova vagonata e così in un paesino come il mio con quindicimila abitanti si arrivano a avere dodici bar e in ogni bar ci lavorano almeno due o tre di queste ragazze che si sono passate tutti quelli del clan e poi le hanno messe a lavorare gli hanno trovato casa e comunque continuano a essere a disposizione per fare divertire il clan per cui se c’hai un amico che è un affiliato o un simpatizzante o uno che comunque c’ha rapporti con quella gente ti può capitare anche a te di

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scopartela una sera ti portano a casa sua le danno un po’ di coca e te la scopi anche tu insieme a altri tre o quattro

XII – I NEGRI

A un certo punto un boss di Villa Literno un pesce molto piccolo tra parentesi a un certo punto decide che bisogna cacciare via dalla zona tutti gli immigrati africani e per fare questo invece di farlo direttamente invece di sporcarsi le mani con gli africani con i negri come li chiama lui quindi magari ammazzandone qualcuno lui invece preferisce andare dai padroni delle case che li ospitano va da loro fa il giro e li intimidisce gli fa capire che devono mandare via questi negri a cui affittano le stanze non vuole più vederseli davanti bisogna capire che tutto questo si collega alla volontà dei clan di mantenere l’ordine pubblico nel proprio territorio la questione immigrati era diventata un problema abbastanza serio in questa zona dove le attività sono prevalentemente agricole qui nel corso degli ultimi anni è arrivata una quantità sempre più grande di africani specialmente da paesi come la Nigeria il Ghana migliaia di africani che arrivano in Italia soprattutto d’estate per la raccolta dei pomodori

qui chiunque ha un pezzetto di terra ci semina i pomodori perchè il pomodoro è il prodotto che va di più e qui tutto è collegato al pomodoro nascono in continuazione fabbrichette che lo passano lo trasformano e poi lo rivendono ai grandi gruppi come la Cirio quindi tutti questi africani arrivano qui per farsi l’estate e trovano delle condizioni di vita molto dure perchè tutto il giorno lavorano poi la sera molti dormono nelle campagne in case abbandonate senz’acqua senza luce senza nulla però lo trovano comunque conveniente perchè lavorando così duramente un paio d’anni pensano di mettere da parte una piccola somma che poi tornati al loro paese permetterà di salvare le loro famiglie dalla fame per cui i primi arrivati fanno poi arrivare qui anche i loro compaesani dal Ghana e dalla Nigeria i loro vicini di casa i loro parenti i loro amici finchè nella nostra zona arrivano a esserci parecchie migliaia di africani cosa che disturba moltissimo la mentalità di questi paesi

in questi paesi la gente è fatta in questo modo in generale i negri li si odia li si schifa non li si sopporta perchè li si considera esseri inferiori praticamente bestie animali anche se poi quella stessa persona che odia gli immigrati così in blocco e non li può vedere succede che se ha un vicino di casa africano che gli viene a chiedere un po’ di zucchero un po’ d’acqua un po’ di pane lo aiuta a braccia aperte io personalmente ho visto persone che li odiavano li consideravano veramente degli animali però quelle stesse persone avevano poi gesti di generosità imprevedibili per esempio quando a una delle poche coppie marito e moglie di africani che ci sono da queste parti nasceva un bambino i vicini di casa gli stessi vicini di casa che avevano sempre odiato e disprezzato i negri adesso facevano a gara a regalagli gli abiti smessi dei loro figli seggiolini carrozzelle e tutto il resto appresso

cioè l’immigrato se collettivamente è visto come un nemico però individualmente viene accettato non dà fastidio e si scopre anche che uno è un bravo ragazzo magari ti capita che la sera a tavola a casa tua senti parlare di un ragazzo di colore che conosci di vista e tua madre racconta che ha saputo dalla vicina di casa che gli ha affittato una stanzetta insieme a altri quattro nigeriani ha saputo che questo al suo paese si è laureato in ingegneria elettronica e tutti commentano povero ragazzo com’è sfortunato nonostante il titolo di studio è costretto a lavorare in campagna poi però ti meravigli quando vedi quegli stessi poveri ragazzi che lavorano in sette otto dieci dal tuo vicino di campo che vengono

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fatti lavorare veramente come bestie e vedi che quelle stesse persone che ne parlavano come delle povere vittime poi sul lavoro li sfruttano li maltrattano e in alcune occasioni li malmenano anche e li trattano come dei veri e propri schiavi

per cui questo boss di Villa Literno a un certo punto decide che gli immigrati devono andarsene via di qui perchè sono percepiti come un minaccia perchè gli immigrati sono in larga parte uomini soli non hanno donne non hanno come divertirsi per cui dopo il lavoro l’unica cosa che fanno quasi tutti è ubriacarsi e allora diventano molesti diventano fastidiosi fanno chiasso magari anche delle risse tra loro e quindi devono andarsene via tutti dalla zona non ce ne deve restare più neanche uno e poi c’è un problema che non si dice ma che tutti gli uomini hanno in testa il problema delle donne perchè l’immigrato nei nostri paese è visto come uno che arriva qua e può anche portarti via la tua donna è un fatto di arretratezza culturale di paura del negro che è immaginato come uno che c’ha un affare più grande del tuo per cui costituisce comunque una minaccia nel tuo territorio

è normale che nascano dei problemi con gli immigrati perchè tre o quattromila uomini trapiantati da un altro paese fatti vivere per strada fatti lavorare come bestie nei campi è naturale che poi la sera bevono una birra in più e gli prende la malinconia pensando al loro paese lontano e magari litigano fanno a botte tra loro e magari fanno un po’ di casino in un bar ma tutto questo non sta bene alla cosiddetta gente perbene non lo ammette per cui devono essere allontanati bisogna cacciarli via e questo incarico se lo assume appunto il clan che fa il giro di tutte le case che hanno affittato agli africani e comanda che li devono cacciare via ma c’è chi sospetta che il vero motivo della cacciata degli africani è che li si vuole rimpiazzare con gente dei paesi dell’est che sono più simili a noi anche perchè hanno lo stesso colore della pelle anzi spesso ce l’hanno ancora più chiara di noi per cui possono essere meglio tollerati se non accettati e vengono considerati come dei fratelli sfortunati belli intelligenti e capaci

cioè il discorso è che il negro è comunque visto come negro anche se è un bravissimo ragazzo anche se è un ingegnere elettronico chiunque esso sia e cosa faccia è comunque un negro e il negro viene accettato malamente per non parlare poi del marocchino che appartiene a un’altra razza è un ubriacone è uno che non c’ha mai voglia di lavorare che va a lavorare in campagna alle cinque di mattina e già alle cinque del pomeriggio è stanco come è normale che succede anche al padrone però per il marocchino se dopo dodici ore di lavoro è stanco significa che non c’ha voglia di lavorare quindi li si vuole sostitutire in blocco con la gente dei paesi dell’est apparentemente molto più docili molto più sottomessi ma che in realtà sono anche molto più scaltri perchè poi si guardano bene dal venire qua a fare gli stessi lavori di merda che fanno i negri e i marocchini

la cosa però non riesce perchè in quel periodo col Collettivo Zero stiamo facendo la sera dei corsi gratis di italiano per immigrati e a questi corsi vengono ragazzi e anche qualche ragazza di tutte le etnie dal nigeriano all’algerino dall’albanese al colombiano una sera i ragazzi arrivano tutti preoccupati e uno di loro che si chiama Jussef un ragazzo tunisino che conosco da diversi anni è un ragazzo che gli mancano pochi esami per laurearsi in medicina lavora in campagna d’estate per sopravvivere abita di fronte a un mio amico e parla il dialetto meglio dell’italiano con noi parla normalmente in dialetto e viene ai corsi di italiano perchè vuole imparare bene l’italiano dunque questo Jussef quella sera arriva lì e dice Dimana me n’aggia i’ che tradotto sarebbe domani me ne devo andare io gli chiedo perchè e lui mi dice che il suo padrone di casa gli ha fatto capire che la sua presenza non è più gradita e che deve sloggiare e quindi quella sera si parla solo di questo

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la cosa a me e ai miei amici sembra brutta ci sentiamo fottuti tutto il nostro lavoro che andava perduto oltre alle ritorsioni che ci potevano essere contro di noi anche perchè queste lezioni di italiano le stiamo facendo nella chiesa di un paese vicino al mio dove è stato ucciso quel prete don Peppino che era sempre stato contro i clan e che insieme a qualche altro prete del territorio si era esposto più volte coi suoi sermoni e aveva partecipato a tutte le manifestazioni e si sospetta che l’abbiano ucciso perchè si era rifiutato di celebrare un funerale in quanto a quel funerale di un affiliato al clan avrebbero partecipato tutti i boss dell'organizzazione e lui aveva appena fatto il suo sermone contro di loro è stato ucciso nella sua canonica il giorno di San Giuseppe 19 marzo il giorno del suo onomastico la mattina presto mentre si stava vestendo sono entrati nella canonica e gli hanno sparato in testa

finita la lezione che poi in realtà non c’è stata perchè quell’ora che di solito passavamo a fare grammatica se ne passa a discutere della cosa arrivano gli altri amici che fanno il corso di italiano agli immigrati lo fanno nelle altre sere perchè ci siamo divisi la settimana ogni sera ci stanno due persone che fanno il corso allora vengono questi amici li informiamo la cosa l’avevano già sentita anche nei paesi nelle strade dove abitano gli immigrati se ne parla e non si sa come reagire alla cosa fortunatamente ci sono i rapporti che abbiamo con Luigi e Chiara che sono un punto di riferimento non solo dal punto di vista politico ma anche dal punto di vista sociale perchè Chiara cura anche i rapporti con diverse associazioni antirazziste a livello nazionale come Neroenonsolo dunque Chiara ha l’idea buona l’idea giusta cioè l’unico modo per bloccare questa cosa è fare scoppiare il caso a livello nazionale per cui si decide di organizzare qui un incontro tra le associazioni antirazziste presenti nel territorio e anche nazionali

l’incontro non possiamo organizzarlo ufficialmente noi perchè sarebbe pericoloso per la nostra incolumità fisica nel caso più fortunato ci troveremo un mucchio di letame davanti al portone di casa per cui lo organizzano quelli di Neroenonsolo dunque si decide di fare la manifestazione nella piccola piazzetta davanti alla chiesa di Casale di Principe che è anche la piazza del mercato e quella dove si ritrovano i ragazzi e le ragazze la sera poi Chiara contatta i giornali le televisioni e tutti mezzi di informazione possibili e immaginabili quindi il giorno dell’incontro la piazzetta è piena di troupe televisive di giornalisti di diversi quotidiani nazionali oltre a quelli locali e ogni gruppo fa il suo discorso da un piccolo palco nella piazzetta davanti a parecchia gente che partecipa e applaude durante le due tre ore che dura sta cosa e ogni gruppo legge dei messaggi e anche gli immigrati parlano

la pubblicità data alla manifestazione costringe le autorità a interessarsi alla faccenda gli africani restano ma non subito cioè li fanno andare via per un paio di giorni per aspettare che si calmino le acque poi però fortunatamente tutti tornano nelle loro case tranne quei pochi che una volta che si sono spostati si rendono conto che stanno meglio da un’altra parte e quindi preferiscono restarci però il clima ostile nei confronti degli africani non cambia anzi diventa sempre più feroce per esempio un mio amico nigeriano una volta lo beccano per strada e gli buttano della benzina addosso ma fortunatamente non riescono a dargli fuoco ma bisogna dire che in questo periodo nel nostro territorio comincia pure a farsi sentire la criminalità degli africani cioè alcuni di loro si mettono a trafficare in sostanze strane a smerciare una droga a uso degli immigrati una droga pessima il cobrit che è una specie di sottoprodotto chimico che dà gli stessi effetti o quasi dell’eroina ma che costa molto meno però è molto più pericolosa

questo cobrit è prodotto in Africa e arriva qui col solito sistema cioè messo dentro in ovuli di una plastica resistente ai succhi gastrici che vengono ingeriti dall’immigrato prima di

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partire dal suo paese e che poi quando è arrivato a destinazione li recupera cacandoli e questo traffico l'hanno inventato gli africani se lo gestiscono loro però il clan non vede di buon occhio questo traffico che non controlla non è d’accordo infatti iniziano pure a ammazzarne qualcuno iniziano a sparare agli africani che individuano come gestori di questo traffico e iniziano pure a fare atti di rappresaglia in giro per strada contro gli africani in genere cioè ne beccano uno a caso per strada e lo picchiano selvaggiamente a quel mio amico nigeriano gli buttano addosso la benzina senza fortunatamente riuscire a dargli fuoco a altri gli bruciano i portoni delle case dove abitano per intimidirli e via così

XIII – LA CIVETTA

Una notte gli sembra di sentire nel dormiveglia dei suoni orribili delle grida acutissime di animali un casino di urli sinistri di uccelli come se qualcuno li stesse squartando e la mattina dopo si sveglia con la sensazione di avere avuto un incubo spaventoso e quando poi di buon’ora va a prendere il pullmino è un po’ in ritardo e fa una strada un po’ diversa dal solito perchè invece di andarlo a prendere alla solita fermata va invece a aspettare il pullmino alla fermata successiva e passa per una stradina che è una traversa della strada dove abita si chiama via Giovanni Pascoli c’è un portone di legno molto vecchio il portone di una casa che è rimasta così da duecento anni una di quelle tipiche vecchie case di contadini e improvvisamente vede si rende conto che cos’erano quelle orribili grida che aveva sentito nel dormiveglia vede davanti a sè sul portone ci sono crocefissi due grandi uccelli li avevano inchiodato vivi sul legno del portone con dei rametti appuntiti nelle ali per farle stare aperte e nelle gambe avevano appeso lì una civetta viva e un colombo vivo e li avevano lasciati lì a gridare per tutta la notte

il ragazzino resta scioccato vedendo questo spettacolo orribile e subito dopo quando è nel pullmino c'è una grande agitazione c’è uno che ha il giornale locale in mano con un grande titolo in prima pagina che dice il cadavere di Antonio Bardellino trovato su una spiaggia in Brasile ucciso a martellate tutti sono sbalorditi i ragazzi dicevano che non poteva essere vero e la sera quando torna a casa c'è una grande emozione non si parla d’altro la notizia era arrivata come un fulmine tutti erano increduli costernati per la scomparsa del capo temuto e venerato di un uomo che ormai era diventato un mito e di cui il paese in fondo era orgoglioso e riconoscente in tutte le case tutti ne parlano e tutti sanno come e perchè è avvenuto e chi è stato a farlo ci sono delle versioni contrastanti che scatenano delle discussioni animate a più voci tutti vogliono dire la loro tutti hanno un parere o un commento

ma poi gli viene da chiedere a suo padre che cos'era che significa quello che ha visto la mattina là fuori sul portone della vecchia casa del contadino e suo padre gli dice che è una tradizione contadina che era durata fino a prima della guerra e che consiste nel crocifiggere sul portone di una casa degli uccelli come gufi civette e colombi e lasciarli morire lentamente mentre gridano per tutta la notte una specie di rito pagano che aveva come obiettivo di scacciare il demonio da quella casa e chi lo aveva fatto era il contadino che abitava in quella casa un contadino dell’età di suo padre ma che era rimasto indietro come mentalità e come cultura lo aveva fatto per scacciare il demonio per allontanare un evento luttuoso e così la notte prima c’era stato tutto questo gran casino questo bordello di uccelli che urlavano tutta la notte e guarda caso una strana coincidenza la mattina dopo sulla prima pagina del giornale la notizia incredibile

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con la morte di Antonio Bardellino il capo indiscusso dell’organizzazione tutto precipita si rompe definitivamente l’equilibrio che si era creato nell'organizzazione tra i vari clan e che le aveva permesso di espandersi così rapidamente nel giro di pochi anni di creare un impero economico vastissimo ramificato nel mondo come mai nemmeno i siciliani avevano posseduto un impero che andava dal Sudamerica ai paesi dell’Est alimentato dal traffico della droga dal traffico delle armi e dagli appalti delle opere pubbliche i cui proventi erano investiti nella nostra zona nell’ediliza in alberghi in fattorie agricole caseifici cementifici industrie di movimento terra fabbriche di ogni tipo senza tralasciare le tradizionali attività della malavita come il pizzo la prostituzione e il gioco d’azzardo su cui l’organizzazione ricavava il dieci per cento

l’equilibrio aveva cominciato a rompersi a causa di un litigio che all’inizio sembrava banale tra un nipote di Antonio Bardellino che si chiama Antonio Salzillo e che è un po’ il luogotenente il sostituto in Italia dello zio che passa ormai quasi tutto il suo tempo a Santo Domingo un litigio col fratello di Mario Iovine che si chiama Mimmo per una questione di tangenti che questo aveva preteso da persone che si trovano nella zona dei Bardellino e per di più persone che godono dell’amicizia di Antonio Salzillo che dunque considera questo un atto ostile un atto che gli fa fare brutta figura e al quale non si può passare sopra quindi Antonio Salzillo dopo avere inutilmente mandato avvertimenti a Mimmo Iovine perchè smetta di intervenire nel suo territorio decide di ucciderlo e sarà questo omicidio a scatenare tutta una catena di altri omicidi che porteranno fino alla distruzione dell’organizzazione e alla scomparsa dei suoi leader storici

Mimmo Iovine viene ucciso in un agguato per strada come avviene per il novanta per cento degli omicidi di questo genere che avvengono sempre per strada perchè andare a casa dove abita la persona viene considerato troppo complicato prima di tutto perchè non è facile non dico entrare ma anche solo accostarsi alle case dei boss che sono trasformate in veri fortini blindati sorvegliati dall’esterno con telecamere e ronde ma anche perchè si corre il rischio di mettere di mezzo la famiglia la moglie i bambini e quindi di fare qualcosa che metterebbe in cattiva luce con la gente del paese e perciò Mimmo Iovine che viaggia sempre accompagnato da affiliati da gente che lo protegge viene beccato sulla strada provinciale poco fuori da Villa Literno mentre si dirige verso il suo mobilificio di Castelvolturno viene ucciso in un agguato insieme a tutti i suoi uomini

Mario Iovine non può accettare che gli venga ammazzato il fratello anche se ha compiuto gli atti più spregevoli del mondo non soltanto per il legame famigliare che da queste parti è così saldo anche in una famiglia così disgraziata ma soprattutto perchè lo considera un’offesa personale che necessariamente deve essere lavata col sangue telefona a Antonio Bardellino a Santo Domingo perchè impartisca una lezione al nipote ma la tesi che sostiene Bardellino è che Mimmo ha sbagliato e quindi era inevitabile che succedesse quello che è successo Mario Iovine però non è una persona disposta a ragionare e comunque la cosa non può accettarla per cui spinto anche da Sandokan decide l’omicidio di Antonio Bardellino oramai la rottura c’è stata e l’omicidio è soltanto la logica conseguenza l’atto finale perchè in effetti da tempo in Mario Iovine cova il desiderio la voglia di rivalsa nei confronti di quello che è sempre stato da tutti considerato il più geniale del gruppo il vero capo carismatico e adesso il carico d’odio di risentimento e d’invidia accumulato dentro di lui può finalmente esplodere è come se avvertisse nell’aria che ormai c’è posto solo per uno di loro due che adesso è venuto il momento che uno dei due scompaia

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molti sono convinti che l’uccisione di Mimmo sia stata una trappola di Sandokan per dare a Mario Iovine una giustificazione valida per eliminare Antonio Bardellino e che sia stato Sandokan a convincere Antonio Bardellino a lasciare eliminare Mimmo dicendogli che il fratello era d’accordo perché Mimmo è un confidente dei carabinieri e aveva collaborato in un processo mentre poi fatto l’omicidio Sandokan convince Mario Iovine che Mimmo non meritava di essere ucciso e si accordano per eliminare Antonio Bardellino vanno insieme in Brasile anche se qualcuno dice che Antonio Bardellino l’hanno ammazzato a Santo Domingo e poi l’hanno fatto trovare in Brasile su questo ci sono molti dubbi addirittura quando fu ritrovato il cadavere qualcuno disse che non era lui ma il cadavere di un uomo di colore che aveva più o meno le sue stesse fattezze e che era stata un’astuzia dello stesso Antonio Bardellino per far credere di essere morto e potere continuare così a svolgere i suoi affari indisturbato

ma come sempre telecapèra dà le notizie di prima mano e conferma che quello è proprio il corpo di Antonio Bardellino racconta come il gruppo di di killer scelti con a capo Mario Iovine e Sandokan sono andati in Brasile e là lo hanno ammazzato e lo hanno lasciato cadavere sulla spiaggia lo hanno ammazzato strangolandolo con le mani deturpandogli pure la faccia e per questo sono nati i dubbi e è stata avanzata l’ipotesi che il cadavere non era il suo un’altra versione è che su consiglio di Sandokan Mario Iovine abbia fatto giungere a Antonio Bardellino la falsa notizia che l’Interpol l’aveva individuato a Santo Domingo e stava per arrestarlo per indurlo così a spostarsi in Brasile e quando Antonio Bardellino arriva nel villino sulla spiaggia che è la base del clan Mario Iovine e Sandokan sono lì in agguato ma la pistola di Mario Iovine si inceppa allora Sandokan lo colpisce alla nuca con una pesante mazzuola poi gli sfracella il capo con altri colpi alla fine avvolgono il corpo in un tappeto e lo seppelliscono in una buca sulla spiaggia

subito dopo Mario Iovine telefona all’avvocato dove era in attesa De Falco e gli comunica il via per fare strage di tutti i Bardellino e degli affiliati al loro clan naturalmente l’uccisione di Antonio Bardellino getta nel panico tutti i suoi famigliari e prima di tutti il nipote Antonio Salzillo che si trova a prendere il suo posto alla testa del clan dei Bardellino dato che nè Ernesto nè gli altri fratelli notoriamente degli inetti hanno il coraggio di farlo e infatti come previsto immediatamente dopo l’uccisione di Antonio Bardellino i clan rivali scatenano i loro uomini alla ricerca di Antonio Salzillo che però riesce a nascondersi viene invece preso suo fratello Paride e portato in una casa dove lo aspettano i vincitori viene fatto sedere su una sedia e Sandokan lo strangola con le sue mani mentre gli altri lo tengono fermo per le braccia e le gambe poi il corpo viene sciolto nell’acido

Antonio Salzillo si rende conto che la terra gli scotta sotto i piedi e decide di lasciare il più rapidamente possibile il paese e anche l’Italia ma dato che gli è stato ritirato il passaporto gli occorre un documento falso e per questo ricorre alla persona che in precedenza aveva fatto lo stesso favore allo zio Antonio Bardellino che poi fu arrestato in Spagna probabilmente su delazione di un clan rivale con addosso una carta d’identità contraffatta ma riuscì a corrompere i giudici e ottenere la libertà provvisoria su cauzione però la carta d’identità era intestata al figlio del vicesindaco di Casal di Principe legato al clan e fu così possibile risalire a chi l’aveva contraffatto che era stato il padre di un mio compagno di scuola che si chiamava Gaetano Piscitelli adesso è morto e allora era impiegato al Comune di Casale quest’uomo aveva una passione folle proprio una specie di vizio di droga per il gioco d’azzardo che fosse carta che fosse cavalli che fosse cani che fosse qualsiasi cosa e questo significava per lui lavorare la mattina in Comune e il pomeriggio e la sera passarli in giro per bische clandestine che nel mio paese e nei paesi vicini ce ne sono a decine

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praticamente ogni bar o sala biliardo dopo una certa ora abbassata la serranda diventa una bisca clandestina e infatti c’è un segnale speciale per chi arriva tardi e così se bussi alla serranda perchè hai visto la luce sotto e non ti fai riconoscere non conosci il segnale perchè non sei una persona del giro non ti apriranno mai Gaetano Piscitelli era uno che apparteneva a tutti i giri lui passava i suoi pomeriggi le sue serate le sue notti a giocare andava a Napoli a giocare ai cavalli andava a giocare al cinodromo sempre a Napoli a scommettere sui cani andava a giocare a carte dovunque era possibile e questo naturalmente gli comportava una continua perenne necessità di denaro che cercava di procurarsi in tutti i modi possibili e immaginabili una volta un tipografo amico di mio padre gli aveva raccontato che doveva fare un lavoro per il comune di Casale dove quello era impiegato e che gli aveva segretamente chiesto di gonfiare un po’ la fattura che avrebbe fatto al Comune così che poi la differenza se la sarebbero divisa tra loro insomma il suo continuo bisogno di soldi lo rendeva disponibile a fare ogni tipo di cose anche illecite

così si risale a lui per la falsa carta d’identità viene arrestato e si fa tre mesi in galera insieme a quello che gli aveva fornito le generalità da mettere sul documento con la foto di Antonio Bardellino questa esperienza naturalmente gli basta tanto più che un po’ di tempo dopo alla fine di una di quelle nottate passate a giocare a carte mentre se ne sta tornando a casa in macchina si addormenta e va a sbattere contro una luminaria quei pali su cui mettono le luminarie durante le feste di paese o a Natale le insegne di Buone feste e così Gaetano Piscitelli va a sbattere contro una di queste luminarie il palo cade sulla macchina e lui resta lì tutta la notte svenuto nella macchina e passerà cinque sei mesi all’ospedale completamente ingessato braccia e costole rotte e cose del genere l’incidente sembra farlo un po’ rinsavire cerca di abbandonare il gioco delle carte o almeno non lo pratica più con l’accanimento di una volta e quando poi il nipote di Bardellino va a chiedergli di fargli lo stesso favore che aveva fatto allo zio l’unica risposta che può dargli è no

perchè gli dice guarda sono stato tre mesi in galera per voi d’accordo mi avete ricambiato mi avete dato dei soldi però adesso non me la sento proprio di rifare questa cosa sono una persona normale ho un lavoro onesto ho una famiglia voglio stare per cazzi miei tranquillo ma questo rifiuto è un problema per Antonio Salzillo che ha bisogno del documento per scappare e sfuggire alla vendetta di Mario Iovine e questo rifiuto lo avverte pure come un’offesa che non può perdonare lui è una testa calda per cui a queste cose non può passare sopra e qualche giorno dopo Gaetano Piscitelli viene preso quando esce dal Comune fatto salire su una macchina e di lui non si sa più nulla viene fatto sparire e tempo dopo stavamo con suo figlio e Gianni il figlio dell’avvocato legato al clan gli ha chiesto dov’era suo padre quello gli ha risposto che se n’era andato di casa a causa dei continui litigi con la madre per il suo dannato vizio del gioco però dopo che quello se n’era andato Gianni mi dice che era stato ucciso e murato in un pilastro della superstrada e lo dice con una freddezza che mi lascia senza fiato

XIV – LA GUERRA

Sempre a proposito di documenti falsi una sera io sto al solito Bar Centrale luogo di osservazione privilegiato per tutti gli omicidi che avvengono in paese me ne sto lì a lavorare quando entra un ragazzo che fa il vigile che si chiama Antonio Diana tutti nel paese si chiamano Diana anche se non sono tutti parenti entra nel bar dove a destra c’è il bancone e sulla sinistra c’è il computer per fare le schedine del totocalcio questo vigile

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Diana sta lì una mezz’ora a chiacchierare col padrone fa la schedina poi esce dal bar e si avvia verso il Comune è tardo pomeriggio è quasi buio e una macchina gli si affianca gli chiede l’ora lui fa per guardare l’orologio e a pallettoni gli sparano in faccia lo rendono irriconoscibile intanto lì sentiti gli spari visto il casino tutti se la danno a gambe io vado a chiudermi nel bagno e c’è un ragazzino che passa tutti i pomeriggi al bar a giocare coi videogiochi che si nasconde nello sgabuzzino che sta sotto le scale dove vengono conservate bottiglie e cose del genere e ne uscirà soltanto due ore dopo noi cercavamo di farlo uscire lui si rifiutava aveva paura finchè non è arrivato il fratello più grande che gli ha detto ci sono qui io puoi uscire è tutto passato

comunque quando viene ammazzato questo vigile Diana nessuno riesce a spiegarsi il motivo alcune voci sostengono che si tratta di un avvertimento per tutti quelli che danno fastidio dato che lui era un ragazzo sotto la trentina belloccio e si dice che se la intendeva con una donna sposata e che forse il marito aveva voluto fare capire che non ci si comporta così stranamente però un po’ di tempo dopo arriva la notizia che su un aereo diretto in Spagna che è precipitato e che qualcuno mormora sia stato fatto saltare con una bomba sembra che tra le vittime c'era un viaggiatore il cui corpo non è stato riconosciuto che aveva addosso un documento intestato a questo vigile Diana un documento falsificato dunque e la spiegazione sarebbe allora che l’hanno ammazzato per farlo tacere per impedire che potesse dare spiegazioni su quel documento falsificato intestato a suo nome

intanto in paese c’è una strana atmosfera i vari componenti della famiglia Bardellino non escono più di casa si sono barricati nei loro bunker sorvegliatissimi ai quali nessuno osa avvicinarsi c’è come un clima di tregua e una notte qualche settimana dopo si assiste allo spettacolo di una carovana di macchine con cui Ernesto e i suoi fratelli con le loro famiglie al completo abbandonati da tutti lasciano per sempre le loro case e il paese e si trasferiscono a Formia in quello che è un loro feudo volendo significare con questo gesto che si ritirano per sempre dall’organizzazione lasciano tutto per essere in cambio lasciati in pace a godersi comunque le ricchezze che si erano messi da parte senza essere più molestati mentre intanto uno dopo l’altro i boss dei diversi paesi della zona accettano l’accaduto e si schierano col vincitore Mario Iovine

con l’uccisione di Antonio Bardellino e la fuga dal paese di tutti i componenti della sua famiglia automaticamente Mario Iovine si ritrova al vertice dell’organizzazione ma il suo predominio così a lungo tempo atteso non durerà molto ci troviamo infatti soltanto all’inizio di una lunga guerra di successione di una lotta interna tra i clan che si farà sempre più sanguinosa infatti in quel periodo tra affiliati dei clan simpatizzanti o anche solo parenti le vittime si contano a decine uccisi per strada nei locali pubblici nelle case nei luoghi di lavoro dovunque capita e anche alcuni clan che inizialmente hanno accettato l’eliminazione di Antonio Bardellino e si sono schierati con Mario Iovine e Sandokan per conservare le loro zone d’influenza in realtà attendono solo il momento propizio per soppiantare il nuovo vertice del potere è il caso del clan dei De Falco il cui capo Enzo detto il Fuggiasco si scontra subito con Sandokan il motivo è che i De Falco hanno sostenuto l’elezione di un loro uomo a sindaco di Casale di Principe feudo tradizionale del clan di Sandokan e questo con l’aiuto dell’avvocato Aldo Scalzone mente imprenditoriale del clan e intermediario dei rapporti con i politici e le istituzioni

in questo periodo inoltre l’organizzazione che nella sua fase di massima espansione aveva intrattenuto ottimi rapporti col mondo politico si era anzi saldamente legata a esso invece adesso col crollo della cosiddetta prima repubblica a seguito di tangentopoli e la scomparsa dei partiti a cui l’organizzazione faceva tradizionalmente riferimento cioè la

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democrazia cristiana e il partito socialista si trova di fronte a gravi difficoltà subisce gravi danni va in crisi il suo sistema di potere basato sullo scambio elettorale sul controllo delle amministrazioni locali e sul sistema degli appalti e così l’organizzazione è costretta a difendersi a reagire contro una campagna della stampa ostile molto violenta e poi in occasione delle elezioni che vedono contrapposti centrosinistra e centrodestra l’organizzazione decide di appoggiare il centrodestra dato che il centrosinistra lo vede come un nemico da distruggere perchè collabora con le forze dell’ordine e ha proposto in parlamento di mandare l’esercito nelle nostre zone per sconfiggere la criminalità organizzata quindi decide di appoggiare il centrodestra

la campagna elettorale è arroventata vengono bruciati molti portoni dei candidati delle liste di sinistra dato che per l'organizzazione non è ammesso che nei municipi del suo territorio possa sedere qualcuno che è nemico devono essere tutte persone d’accordo con loro nessuno deve poter dare il minimo fastidio e quando poi accade per esempio che le elezioni comunali di Casale sono vinte da una lista di centrosinistra e diventa quindi sindaco un suo esponente non potendo ucciderlo perchè oramai la zona è sotto stretto controllo c’è uno osservatorio permanente sulla criminalità ci si limita a scaricare davanti al portone del nuovo sindaco una bella montagna di merda di bufala ma in poco tempo tre consiglieri comunali della maggioranza di cui due assessori vengono corrotti e nella votazione per approvare il bilancio votano contro facendo così cadere la giunta e indire nuove elezioni

ma le nuove elezioni comunali di Casale non verranno mai fatte perchè si decide che il comune essendo sotto l’influenza manifesta del clan non può essere gestito da un consiglio comunale normalmente eletto per cui si affida l’incarico di governarlo a un commissario prefettizio e la stessa storia si ripete in un altro comune vicino pure controllato dai clan c’è lo scioglimento del consiglio comunale arrivano i commissari prefettizi che preparano nuove elezioni che hanno luogo ma dopo due o tre mesi il sindaco che sta su una sedia a rotelle perchè gli hanno sparato alla schiena paralizzandogli le gambe decide di sciogliere il consiglio comunale per dissidi all’interno della maggioranza e così sono più di sette anni che non c’è un consiglio comunale e non si riesce a formare una sola lista che abbia il coraggio di presentarsi alle elezioni e in quegli anni oltre a quello del mio paese vengono sciolti dal prefetto perchè infiltrati dai clan dodici altri consigli comunali della provincia Casale di Principe Casapesenna Mondragone Recale Cesa Grazzanise Villa di Briano Santa Maria La Fossa Lusciano Carinaro Frignano Teverola

si preferisce questa situazione anche perchè il commissario prefettizio permette di evitare alcuni problemi amministrativi c’è per esempio l’obbligo dei consigli comunali di emanare un piano regolatore dell’edilizia ma ci si rende conto che questo comporterebbe l’abbattimento o comunque la messa fuori legge di un gran numero di case costruite abusivamente perchè i clan hanno a costruito case ovunque e risulta che in tutta la zona ci sono enormemente più case di quante ce ne dovrebbero essere rispetto al numero degli abitanti per esempio mentre era sindaco Ernesto Bardellino aveva costruito un gran numero di case alla periferia del paese nella coseddetta zona infetta e aveva anche trasferito lì gli uffici del Comune in un edificio di sua proprietà così il Comune pagava l’affitto al sindaco così come la sede dei carabinieri di Casale è in un edificio di proprietà del clan locale

tornando alla guerra tra i clan dopo un primo tentativo di eliminare Enzo De Falco detto il Fuggiasco in un agguato andato a vuoto Sandokan lo invita a un incontro in cui avrebbe

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dovuto trovare la morte ma invece del boss arrivano i carabinieri che arrestano Sandokan che viene poi rapidamente rilasciato ma a questo punto nonostante i tentativi del Fuggiasco di scagionarsi del tradimento la sua sorte è segnata e qualche settimana dopo viene trovato ucciso crivellato di colpi intanto Mario Iovine viaggia molto all’estero per seguire il traffico di cocaina sotto la copertura di un commercio di farina di pesce tra l’America latina e l’Europa e mentre si trova in Portogallo dove si è recato da solo dato che un killer sanguinario come lui non sente il bisogno di farsi proteggere da una scorta così il giorno che lo ammazzano lui esce tranquillamente a piedi dalla sua residenza a Cascais per andare a telefonare da una cabina pubblica e mentre sta facendo il numero una macchina rallenta di fianco alla cabina e lo crivella con una sventagliata di mitra poi una seconda macchina si ferma un uomo ne scende e con una pistola gli spara alla testa per dargli il colpo di grazia

l’omicidio di Mario Iovine appare chiaramente come la risposta del clan dei De Falco all’uccisione di Enzo il Fuggiasco e così Sandokan si lancia alla caccia dei fratelli De Falco superstiti che si trincerano nei bunker delle loro case blindate dalle quali appena sporgono il naso ricevono piogge di pallettoni ma alla fine anche Giuseppe De Falco viene ucciso e poco dopo viene ucciso anche il consigliore l’avvocato Aldo Scalzone così il clan De Falco è definitivamente sconfitto il fratello superstite Nunzio abbandona la lotta e si ritira in Spagna accontentandosi di curare gli ingenti interessi accumulati a Malaga Siviglia Barcellona e sulla Costa del Sol ristoranti pizzerie alberghi e night e poi alla fine anche a Antonio Salzillo non resta che abbandonare la partita probabilmente riesce a procurarsi i documenti falsi e raggiungere la Germania dove ha molti affari

quanto a Sandokan pur essendo stato l’artefice della sconfitta della famiglia De Falco che minacciava la supremazia di Mario Iovine nell'organizzazione qualcuno dice a bassa voce che anche l’omicidio di Mario Iovine a Cascais sarebbe stata opera sua che l’avrebbe fatto eseguire da suoi killer per poi attribuirlo ai De Falco come logica risposta per l'uccisione di Enzo il Fuggiasco eliminando così in una volta sola tutti gli ostacoli che si frapponevano alla sua conquista del vertice dell’organizzazione e questo usando il metodo già sperimentato con Antonio Bardellino cioè fare in modo che i boss che gli sono superiori si eliminino tra di loro a vicenda Sandokan infatti non poteva restare eternamente il delfino doveva finalmente arrivare anche il suo turno di comandare e per questo aveva saputo approfittare con grande astuzia e determinazione del momento favorevole

l’unico tra i boss che avevano fatto parte della banda iniziale che è rimasto in gioco è Luigi Venosa detto il Cocchiere che si ritiene il vero legittimo erede di Antonio Bardellino per cui Sandokan scatena contro di lui una serie di attentati in uno viene salvato dal fuoco del commando dal suo giubbotto antiproiettile e dal suo kalashnikov un’altra volta dalla sua macchina blindata il Cocchiere è inafferrabile si traveste da donna da immigrato da imbianchino gira impunemente per i paesi in bicicletta a piedi o in motorino sotto gli occhi delle ronde che lo cercano ovunque e di notte si infila in case di gente amica per cercare ospitalità perchè sa che anche se la sua è una casa blindata superprotetta possono trovare il modo di ammazzarlo ugualmente per cui si infila in case insospettabili si presenta per cena senza preavviso e poi resta lì a dormire tranquillamente fino a ripartire il mattino dopo con un nuovo travestimento

la guerra comunque va avanti chi può scappa chi non può resta a combattere i killer di Sandokan cercano in tutti i modi di ammmazzare il Cocchiere cercano di ammazzarlo in un agguato che gli tendono io quel giorno ero andato con un amico vicino a Salerno a Agropoli questo amico mio corre in moto c’era una gara e io lo accompagnavo perché

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allora ero molto appassionato alle gare in moto e al ritorno nel paese c’era un casino perchè nel pomeriggio c’era stata la notizia che sarebbe passato il Cocchiere con la sua Croma blu guidata dal nipote però i suoi avversari non sapevano che la Croma era blindata lo aspettano in pieno corso Umberto davanti alla chiesa lo aspettano due killer due ragazzi è curioso tutti e due grassissimi uno lo chiamano Ciuciù peserà centocinquanta chili è enorme e l’altro si chiama Uldrigo detto O’nimale anche lui grosso e grassissimo

i due si mettono ai due angoli e aspettano che passi la Croma del Cocchiere e appena la vedono arrivare cominciano a sparare sparano all’impazzata un grandinare di colpi solo che i proiettili rimbalzano contro la carrozzeria blindata nel frattempo sta passando un ragazzo che si chiama Angelo ha ventun anni testimone di Geova e sta andando a casa della sua ragazza alcuni dei proiettili che rimbalzando sulla macchina del Cocchiere colpiscono questo ragazzo nella sua Fiat Uno e lo ammazzano sul colpo un ragazzo che non c’entra un cazzo e che muore così assurdamente come se nulla fosse la guerra è violentissima è sanguinosa anche nei giornali si dà sempre più spazio ai fatti di qua e finalmente dopo fatti come questi la gente che in un primo tempo aveva visto il clan con sospetto poi con avversione ma poi lo aveva accettato perchè c’era da da guadagnarci sopra invece adesso comincia a chiedersi perchè succede tutto questo e si sente sempre di più nei cortili delle case la gente che si lamenta anche se sempre a bassa voce

XV – LA VITTORIA DI SANDOKAN

In una capiente zuppiera mescolare la farina l’olio il vino lo zucchero e l’uovo precedentemente sbattuto lavorare pazientemente la pasta frolla che si è ottenuta amalgamando gli ingredienti stenderla su un piano ricoperto di farina e tagliare la pasta così ottenuta in due dischi ricoprire con uno strato il fondo di una teglia già unta d’olio poi lavare molto bene la scarola premerla farla sgocciolare tagliarla a pezzi e in un tegame fare soffriggere l’aglio nell’olio toglierlo appena biondo e mettere le acciughe a pezzi olive nere di Gaeta snocciolate i capperi dissalati l’uva passa i pinoli e il prezzemolo trito aggiungere la scarola avendo cura di mettere prima le foglie più dure e dopo 10 minuti quelle più tenere fare cuocere a tegame coperto e a fuoco basso aggiustando alla fine di sale e di pepe occorreranno da 35 a 40 minuti di cottura se vi fosse ancora troppo liquido farlo asciugare scoprendo il tegame e ravvivando il fuoco infine versare la scarola stufata nella teglia fino a riempirla e coprire con l’altro disco di pasta mettere il tutto in forno a 150 gradi per una mezz’ora questa è la pizza di scarola agrodolce come la fa mia madre va mangiata calda se piace altrimenti fredda con un buon bicchiere di Asprinio della nostra zona

nelle strade che collegano i diversi paesi della nostra zona capitava che in certi periodi apparivano posti di blocco con carabinieri e poliziotti che fermavano le macchine per controllare chi era e chi non era e che cosa trasportava certe volte erano posti di blocco isolati certe volte se era successo qualche grossi fatto di sangue o se c'era una retata in vista i posti di blocco si moltiplicavano però poi in effetti ti accorgevi che normalmente se passavi tu con la tua macchina piccola brutta scassata ti fermavano magari anche tre quattro volte e mentre sei lì che stai mostrando i documenti e spiegando chi sei e che cosa fai e dove vai perdendo un sacco di tempo inutilmente vedevi passare a razzo le Mercedes piene di muschilli o di affiliati di vario genere tranquilli e sorridenti che non

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venivano assolutamente mai fermati dai carabinieri che facevano finta di non vederli mentre gli passavano proprio sotto il naso

solo da pochi anni per l’intervento di alcuni giudici di Napoli c'è un'inchiesta sulla corruzione delle forze dell'ordine e molti carabinieri della nostra zona vengono arrestati e incriminati per avere preso soldi dall’organizzazione alcuni di loro avevano stipendi fino a dieci milioni al mese e uno di questi carabinieri in cambio dei servizi che rendeva all’organizzazione aveva preteso che gli uccidessero l’uomo che gli aveva portato via la moglie questa storia l’ho vista da vicino perchè questo che doveva essere ammazzato era una specie di guaritore che operava in un centro di assistenza sociale che si chiamava centro Esopo uno di quei centri itineranti che aiutano i minori a rischio le donne e cose del genere e che aveva anche una sede fissa un grande edificio in aperta campagna presso Castel Volturno dove si svolgevano varie attività e in questo centro ci avevo lavorato pure io nel tempo libero come volontariato

e questo guaritore conosce la moglie del maresciallo dei carabinieri di Casale di Principe che si innamora predutamente di lui e abbandona il marito questo maresciallo dei carabinieri è nel libro paga dell’organizzazione e allora in più dei soldi che riceve normalmente chiede all’organizzazione di lavargli l’onta e di ammazzare il guaritore che gli ha portato via la moglie per cui viene mandato a compiere quest’azione il figlio di un amico di mio padre che è un camionista il cui soprannome è Caricalieggio che significa carica leggero perchè secondo la gente lui viaggiava sempre leggero per evitare rischi e suo figlio pur vivendo in una famiglia abbastanza ricca aveva deciso di affiliarsi all’organizzazione e quindi viene mandato a compiere questa operazione però il ragazzo in effetti è uno stronzo più interessato a fare bella figura in paese atteggiandosi a affiliato che altro e così quando va a compiere l’ azione non riesce a uccidere il guaritore gli spara e lo ferisce solo a una gamba quello lo riconosce e lo stronzo adesso sta in galera da quattro anni e uscirà chissà quando

ascoltando i discorsi di suo padre quello che andava in giro a raccontare si comprende quello che è stato l’atteggiamento generale della gente del paese nei confronti dell’organizzazione e come poi come questo atteggiamento è mutato quando le cose sono mutate cioè nel periodo in cui l’organizzazione era forte e inattaccabile questo amico di mio padre Caricalieggio si vantava che il figlio guadagnava cinque milioni al mese e aveva ogni mese una macchina nuova senza fare un cazzo e una volta che era venuto a trovarci in campagna d’estate questo amico di mio padre con altri suoi amici che vengono sempre da noi d’estate vengono a farsi la cassetta di frutta da portare a casa e così chiaccherando con papà io non c’ero ero andato al macero lui si vantava che suo figlio prendeva tutti quei soldi senza fare un cazzo che aveva una macchina nuova ogni mese e che era diventato una persona importante

quando poi un po’ di tempo dopo suo figlio viene arrestato per quel tentativo di omicidio del guaritore l’amico di mio padre comincia a lamentarsi che il figlio è un bravo ragazzo ma che è stato portato sulla cattiva strada da dei delinquenti cioè cambia completamente atteggiamento perchè succede che mentre nel periodo di massimo splendore quando gli affiliati erano migliaia non tutti erano costretti a mostrare il loro valore con le armi bastava che facevano la spia che controllavano il territorio che facevano le ronde che incassavano i pizzi o facevano altre cosette leggere ma invece quando poi improvvisamente dopo la morte di Antonio Bardellino scoppiano le lotte di successione tra il clan di Mario Iovine e di Sandokan cioè il clan dei casalesi che aveva preso il potere e il clan dei De Falco che si

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opponeva e quello del Cocchiere che era rimasto bardelliniano i quali resistevano per non essere annientati allora le cose cambiano

quando comincia la guerra feroce e senza tregua tra i clan succede che gli affiliati cominciano a essere decimati cominciano a mancare i killer sperimentati quelli che di solito vengono impiegati nelle azioni di fuoco e poi quando i morti non si contano più allora devono essere trascinati nella lotta pure i ragazzi i muschilli anche loro devono prendere le armi tutti devono essere utilizzati per sparare e ammazzare e questo ragazzo figlio dell'amico di mio padre Caricalieggio si trova così anche lui in prima fila a dover prendere le armi a essere mandato a compiere missioni omicide e così nel giro di poco tempo tutti questi ragazzi faranno una brutta fine alcuni sono costretti a scappare a lasciare il paese e a nascondersi lontano presso parenti che se ne erano andati a lavorare a Modena o a Carpi città dove si sono create da tempo vere e proprie comunità di gente del mio paese altri vengono arrestati oppure cadono ammazzati come mosche

mi ricordo la scena di una volta che ero al Bar Centrale io vedo lì davanti questo figlio di Caricalieggio con quel Michelino che avevo incontrato a Firenze da soldato e un altro ancora che è un mio mezzo parente soprannominato il Fagiolone stavano tutti e tre lì davanti a questo bar chiaccherando del più e del meno quando la macchina del Cocchiere frena di colpo davanti a loro e parte una raffica di kalashnikov proprio sopra le loro teste poi mentre quelli cercano di ripararsi il Cocchiere butta l’arma sul sedile di fianco scende e li prende a cazzotti tutti e tre dicendo ragazzi questa volta finisce qui ma la prossima volta vi faccio secchi perciò state al vostro posto non rompete le palle e questo perchè il Cocchiere sapeva che i tre avevano deciso di mettersi dalla parte di Sandokan perchè Sandokan era visto come il futuro vincente come il futuro capo perchè era il più violento il più feroce però hanno la sfortuna di avere contro in paese il Cocchiere che quella sera gli fa capire che non li ammazza soltanto perchè non vuole farlo ma che se vuole può ammazzarli in qualsiasi momento

la guerra tra i clan è cruentissima e senza tregua la guerra interna nella nostra zona è molto più violenta di come è stata quella contro i nemici esterni al tempo della presa del potere contro il dominio cutoliano perchè a scontrarsi adesso sono numerosi killer ben preparati bene armati che non hanno paura di niente e non si preoccupano di ammazzare chiunque in qualunque modo e così in questa guerra muoiono anche parecchie persone che non c’entrano un cazzo tra questi c'è per esempio un ragazzo che ha sposato la figlia di uno dei De Falco di Enzo detto il Fuggiasco il ragazzo si chiamava Liliano io lo conoscevo era il fratello di un mio amico il poveretto aveva sposato la figlia del Fuggiasco ma era un ragazzo tranquillo un ragazzo normale non dava fastidio a una mosca l’unica attività che gli era stata richiesta dal suocero era stata qualche volta di portare dei messaggi e magari soldi però niente di speciale

in queste guerre interne così come succede anche in Sicilia con le storie di mafia quando non si riesce a colpire il nemico direttamente lo si colpisce indirettamente e così a un certo punto gli affiliati del clan di Sandokan non riuscendo mettere le mani su Enzo il Fuggiasco decidono di colpirlo attraverso il genero Liliano il marito della figlia e lo beccano in un agguato a Casale di Principe e lo ammazzono cioè lo massacrano proprio lo crivellano di colpi e per una strana coincidenza proprio quel giorno io ero andato all’edicola di suo fratello che è mio amico e c’era lì davanti appeso un manifesto di quelli che si fanno per i compleanni con la faccia di Liliano che sorride sotto la scritta Wanted Dead or Alive e io gli faccio a questo mio amico gli chiedo chi è perchè non lo avevo riconosciuto lui dice è mio

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fratello che oggi ha fatto il compleanno e quel giorno stesso poi si viene a sapere che era steso morto crivellato

in questa guerra sono parecchi i morti che non c’entrano un cazzo c’è stato per esempio un ragazzo che aveva scelto di stare dalla parte bardelliniana e una sera se ne stava in macchina davanti a un portone aspettava suo zio per accompagnarlo da qualche parte lui è seduto in macchina dal lato del portone dall’altro lato sale lo zio arriva una macchina a tutta velocità che aveva avuto l’informazione da una delle solite ronde il ragazzo vede la macchina che arriva a tutta velocità scende dalla macchina e si butta nel portone lo zio che è rimasto in macchina non si rende neanche conto di cosa sta succedendo e viene massacrato a colpi di pistola di mitra e tutto il resto quella stessa sera io ero andato a una festa in un paese vicino e quando torno con degli amici vediamo il casino di polizia e carabinieri ci fermiamo scendiamo dalla macchina per vedere cosa è successo e c’è questa macchina completamente distrutta e dentro il cadavere sfigurato di questo poveraccio era un semplice sarto che non c’aveva nulla a che fare con questa gente aveva sempre avuto paura di queste cose e non aveva mai voluto avere niente a che fare con loro e come questo zio sono molte le persone innocenti che cadono così sotto i colpi dei clan

c’è per esempio l’episodio di un ragazzo un affiliato ai bardelliniani che viene ammazzato mentre è dal barbiere crivellato a morte con proiettili dum dum c’è anche l’altro caso di un ragazzo che viene bruciato vivo in macchina con due suoi amici completamente estranei a tutto perchè poi nel mio paese c’è questo rischio tu frequenti delle persone e queste magari dopo un po’ entrano a far parte del clan tu continui a frequentarle anche saltuariamente e così anche tu puoi correre dei grossi rischi infatti nella macchina insieme a lui che era un affiliato vengono bruciati anche questi due ragazzi che non c’entravano assolutamente nulla li portano in campagna fanno una specie di processo sommario a questo affiliato e gli altri due anche se non c’entrano un cazzo hanno comunque assistito e quindi non possono essere lasciati vivi lui lo ammazzano immediatamente con due colpi in testa e gli altri due invece li lasciano vivi nella macchina chiudono tutto e poi danno fuoco a tutto e infatti quando poi ritrovano i cadaveri trovano questo ucciso prima di essere bruciato ma gli altri capiscono che erano stati bruciati vivi non hanno pallottole in corpo nè altro

così dopo quattro anni termina l’implacabile e feroce guerra di successione che ha fatto tante vittime Sandokan ormai senza rivali è saldamente insediato al potere al comando dell’organizzazione e Casale è diventato adesso il centro dell’organizzazione perchè Sandokan è di Casale e da lì controlla tutto il territorio che va dal basso Lazio comprende tutto il Casertano e arriva fino alle propaggini del Sannio e alle pendici dell’Irpinia controlla una quantità enorme di imprese dagli appalti per l’Alta velocità alla terza corsia della Napoli-Roma ai faraonici lavori per la bonifica dei Regi Lagni i canali di scolo di borbonica memoria un’opera finanziata dal Cipe con 600 miliardi e mai realizzata fino alle cooperative che raccolgono e distruggono le eccedenze agricole e consentono di mettere in piedi la colossale truffa dell’Aima tutto ciò che passa per il suo territorio è affare di Sandokan e sono tangenti miliardarie versate al clan anche se il suo impero economico non ha più le dimensioni internazionali dell’epoca d’oro di Antonio Bardellino rappresenta sempre una delle maggiori concentrazioni criminali operanti

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XVI – L’OBITORIO

E’ il dodici luglio da un po' di tempo ho lasciato il mio paese e sono salito al Nord dove ho trovato un lavoro per fatti miei tranquillo è mattina e mi mandano a chiamare perchè c’è una telefonata di una ragazza per me mi prendono pure in giro perchè dicono che non devo farmi chiamare dalla mia ragazza sul lavoro ma dall’altro capo del telefono c’è mia sorella Letizia che piangendo mi racconta che è stato ucciso Peppinotto nel nostro paese quasi tutti i diminutivi vengono fatti in otto Peppinotto Cicciotto Raffaellotto e cose del genere Peppinotto è il cugino carnale del marito di mia sorella Tiziana che è questo ragazzo che viene ammazzato c’avrà avuto trentuno anni è sposato da poco aveva un figlio di pochi mesi qualche mese prima hanno ammazzato un parente del Cocchiere e come risposta due ragazzi della sua banda rivale di quella di cui faceva parte Peppinotto l'hanno ucciso perchè anche adesso quando oramai la guerra è finita almeno la guerra grossa tra i diversi clan adesso che i capi si sono tutti uccisi tra loro salvo Sandokan e il Cocchiere che è in prigione adesso ci sono ancora degli scampati dei sopravvissuti che continuano a farsi una guerra all’ultimo sangue

i due sono entrati nell’officina di Peppinotto hanno sparato subito entrando e l’hanno ammazzato lui e il meccanico che lavorava con lui anche lui sui trent’anni e anche un cliente un contadino che era passato di là per farsi riparare il trattore perchè questo Peppinotto pure occupandosi prevalentemente di camion essendo figlio di agricoltore conosceva molti agricoltori amici del padre che venivano nella sua officina se avevano problemi col trattore o con altri mezzi agricoli perchè comunque lui era in grado di aiutarli e uno di questi contadini un poveraccio si trova proprio in quel momento nell’officina e viene ammazzato pure lui c’è un ragazzino di dodici anni un apprendista che si nasconde sotto un camion e viene scoperto dopo la sparatoria ma viene mandato via gli si dice di non dire niente a nessuno e infatti questo ragazzo per due o tre anni non è più uscito di casa e poi se ne è andato via lontano dal paese perchè non riusciva a riprendersi da quel fatto

questi due killer vanno all’officina è tardo pomeriggio è un giovedì perchè poi era venerdì quando mi hanno telefonato e mi hanno raccontato i fatti mi hanno raccontato dei due che sono andati là e come l’hanno ammazzato come hanno ammazzato lui e il meccanico e il contadino il venerdì mi arriva la telefonata chiedo il permesso al lavoro mi faccio in gran fretta la valigia e parto per casa il venerdì sera sono a Napoli alla stazione mi vengono a prendere arrivo a casa e mi raccontano quello che è successo e la domenica mattina vado a casa di mia sorella Tiziana dove era anche casa di Peppinotto che si era costruito l’officina di fronte sulla strada provinciale che porta dal paese a Villa Literno e là ci sono tutti i miei parenti e poi il marito di mia sorella Antonio che ha quasi quarant’anni mi chiede di accompagnarlo all’obitorio a Caserta dove hanno fatto l’autopsia di Peppinotto

a Caserta io e mio cognato andiamo all’obitorio facciamo tutte le carte e poi entriamo non so se siete mai stati in un obitorio la puzza che si sente è quella di una macelleria del reparto di congelazione di una macelleria quella puzza di sangue freddo congelato che ti entra dappertutto e ti resta pure addosso per un po’ di tempo attaccata ai vestiti che non va più via me ne sono accorto poi dopo quando ce ne siamo andati via dall’obitorio e mi sentivo sempre addosso quel freddo e quella puzza è la stessa identica puzza che sentivo sempre addosso a un mio amico che ha una macelleria che studiava con me all’università e lavorava mezza giornata nella macelleria del padre lui puzzava sempre così non si poteva stargli vicino è una puzza che ti dà la nausea e insieme una sensazione di freddo di sangue congelato che sembra ti entra dappertutto sembra che ti entri sotto la pelle nelle ossa

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noi entriamo nell’obitorio ci fanno entrare in uno stanzone seminterrato completamente vuoto senza neanche una finestra coi muri grigi illuminato da lunghi tubi al neon dove cominciamo a sentire questo odore e stiamo un po’ lì a aspettare che ci facciano vedere Peppinotto io e questo mio cognato dopo mezz’ora si sente un cigolio che si avvicina da un corridoio che dà sulle celle frigorifere un inserviente ce lo porta su una specie di carrello cigolante Peppinotto è completamente nudo completamente rasato capelli barba peli tutto la pelle è singolarmente pallida color bianco avorio su sfondo grigiastro e là dove era stato colpito è ricucito la faccia è quasi irriconoscibile perchè ha preso anche parecchi proiettili in faccia ha queste cuciture un po’ dappertutto perchè l’hanno colpito allo stomaco alle gambe e dappertutto

io quando mi viene fatta la richiesta di andare con questo mio cognato Antonio all’obitorio di Caserta a vestire Peppinotto ucciso avevo accettato subito senza discutere perchè mi ero reso conto che lì in quella casa tranne me e lui non c'era nessun altro che poteva farlo dato che gli altri erano tutti o donne o uomini anziani quindi comunque dovevo per forza farlo io con mio cognato perchè sapevo che mi spettava anche se la cosa mi spaventava ma poi quando sono lì a Caserta nell'obitorio un po’ per quella puzza un po’ vedendo Peppinotto così nudo irriconoscibile steso sulla barella io resto praticamente bloccato mentre mio cognato Antonio con tutta calma e tranquillità come se fosse stato un lavoro che fa da sempre comincia a rivestirlo tutto metodicamente da capo a piedi calzini maglietta slip pantalone scarpe camicia bianca cravatta nera giacca tutto

io non ce la faccio a tenere gli occhi sul cadavere perchè mi fa stare male devo girare la faccia dall’altra parte resto lì un po’ immobile ma poi cerco di muovermi verso Antonio per aiutarlo per fare qualcosa lui fortunatamente mi dice non c'è bisogno non ti muovere non guardare perchè se vieni qua ti senti male vomiti sicuramente ma il fatto di non poterlo aiutare mi fa stare ancora più male e allora Antonio che si accorge di come sto mi dice è meglio che vai fuori e mi aspetti fuori dalla porta dell’obitorio io esco passa un po' di tempo e mi sento un po' meglio poi una volta usciti di là mio cognato Antonio che l’ha vestito l’ha sistemato per bene e tutto il resto appena usciti dall’obitorio la prima cosa che fa è infilarsi in un bar a prendere un caffè con due cornetti come se nulla fosse stato con una tranquillità con una abitudine alla morte che mi chiedo da dove cazzo gli veniva

il fatto di avere un morto in famiglia per motivi di questo genere direttamente oppure indirettamente per rapporti di parentela è una cosa che se fai il giro del mio paese è toccata in misura maggiore o minore a tutte le famiglie nel paese vedi sempre dappertutto donne vestite di nero le donne vestite di nero nel mio paese sono una cosa immutabile io per esempio negli ultimi anni non ho mai visto mia madre con un colore addosso che non fosse il nero perchè prima c’è stata la scomparsa dello zio Francesco che è stato coinvolto incidentalmente in una sparatoria dei clan quindi mia madre si veste di nero dopo un po’ gli muore la madre quindi continua col nero adesso ammazzano il cugino del marito di sua figlia e quindi ancora nero e quando poi finalmente mia madre si sarà tolta quel nero di dosso non la riconoscerò più perchè ormai mi sono abituato a quella sua figura tutta nera ma intanto quel giorno sono ripartito subito la sera stessa per il Nord ho buttato via i vestiti che ancora puzzavano di quella puzza orribile di sangue congelato mi sono fatto portare alla stazione e mi sono detto con rabbia che non tornerò mai più al mio paese