BACONE, NEWTON, CARTESIO, SPINOZA

ALUNNI Bellofatto Alessia

D’Addesa Maria

Giusto Sara

Morra Mariagrazia

ISTITUTO SUPERIORE AECLANUMCLASSE IV B - LICEO SCIENTIFICO

Corso di filosofia

Prof.ssa Gabriella Assante

A.S. 2018/2019

EMPIRISMO

È la corrente filosofica, nata nella seconda metà del Seicento in Inghilterra, secondo cui la conoscenza umana deriva esclusivamente dai sensi o dall'esperienza.

L'empirismo si sviluppò in contrapposizione al razionalismo, corrente filosofica il cui esponente principale è stato Cartesio. Secondo i razionalisti, la filosofia dovrebbe essere condotta tramite l'introspezione e il ragionamento deduttivo a priori. Secondo gli empiristi, invece, si considera alla base del metodo scientifico l'idea che le nostre teorie dovrebbero essere fondate sull'osservazione del mondo piuttosto che sull'intuito o sulla fede.Oggi per empirismo si intende un approccio pratico e sperimentale alla conoscenza, basato sulla ricerca .In questo senso possono essere fatti rientrare nella corrente empirista anche Aristotele, Tommaso d'Aquino, Roger Bacon, Thomas Hobbes, e l'induttivista Francesco Bacone.

FRANCESCO BACONE

• Bacon nasce nel 1561 da una delle famiglie più in vista del regno d’Inghilterra: è secondo figlio del lordguardasigilli della regina Elisabetta.• Studia a Cambridge• A Parigi si avvia alla carriera diplomatica, ma l’improvvisa morte del padre lo costringe a tornare in patria.Lì svolge la professione di avvocato.Grazie al favore del conte di Essex, molto vicino alla regina, nel 1581 è eletto in parlamento e dà avvio ad una lunga carriera che lo porterà a diventare, sotto Giacomo I, avvocato generale, procuratore, lord guardasigilli e lord cancelliere nel 1618.Mentre compie passi da gigante nell’amministrazione inglese, Bacone scrive le sue prime opere di un certo impegno come il Parto maschio del tempo che contiene una critica della tradizione aristotelica o i Cogitata et visa in cui comincia a gettare le basi della sua nuova concezione della scienza.Ma l’opera di maggiore impegno viene pubblicata nel 1620 come parte di un grande progetto, la Instauratiomagna scientiarum, con il quale egli intende costruire un’enciclopedia delle scienze fondate su un nuovo metodo che ne garantisce la verità e l’efficacia nella trasformazione del mondo. La seconda parte di questo progetto, mai portato a termine, si intitola Novum Organum e vorrebbe, contrapponendosi all’Organonaristotelico, presentare il nuovo pensiero scientifico con la sua peculiare logica.

IL NUOVO SAPERE

è

- sperimentale- cumulativo- collaborativo

Si basa su

Nuovo metodo

Tecnologia

Enciclopedia

Per Bacone:

La verità è figlia del tempo

NO

LA NUOVA LOGICA DEL SAPERE

Ad Aristotele

alla Sapere tradizionale

Fanciullezza

SI alla

al

VERITA’ MODERNA

Maturità

Procedimento pratico-operativo

Conoscenza

storica

Conoscenza

fantastica

Conoscenza

filosofica

GNOSEOLOGIA

SENSI INTELLETTO

CONOSCENZA

NO

ma…

La conoscenza

INTELLETTO SENSI

IL MODELLO DIRICERCA ERRATO

Si basa su:

METODO EMPIRICO

METODO RAZIONALISTICO

PROCESSUS LATENS

CAUSA EFFICENTECAUSA FINALE

ISTANZA CRUCIALE

CAUSA MATERIALE

SCHEMATISMUS LATENS

CAUSA FORMALE

PRIMA VINDEMIATIO

IDOLA TRIBUS

TABULA ABSENTIAE

IDOLA SPECUS

TABULA GRADUUM

IDOLA FORI

IDOLA THEATRI

TABULA ESCLUSIVA

IL METODO:

PARS CONSTRUENS

PARS DESTRUENS

TABULA PRESENTIAE

PARS DESTRUENS

“È la parte con la quale si

confutano le tesi contrapposte e

propone una liberazione dagli

errori”.

PARS CONSTRUENS

“È la parte con la quale si

avanzano le proprie tesi, dopo

essersi liberati il campo con la pars

destruens”.

IDOLA

IDOLA TRIBUS

IDOLA SPECUS

IDOLA THEATRI

IDOLA FORI

TABULA

TABULA PRESENTIAE

TABULA ABSENTIAE

TABULA GRADUUM

TABULA ESCLUSIVA

La seconda parte del metodo ,dopo quella

delle tavole, è quella dell’organizzazione, che

consente di avanzare ipotesi: la prima ipotesi

che si avanza Bacone la definisce la prima

vindemiatio, con la quale si raccolgono i primi

frutti: certo, non si tratta ancora della verità

ma solo di un ipotesi.

PRIMA VINDEMIATO

“L’induzione dovrà procedere mettendo a prova l’ipotesi fatta in

successivi esperimenti che Bacone chiama istanze prerogative, senza le

quali non si possono verificare le ipotesi; esistono ben 27 tipi di questi

esperimenti. Quella decisa è l’istanza cruciale. Il valore di questa istanza

consiste nel fatto che, quando si è in dubbio sulla causa del fenomeno

studiato per i suoi rapporti con molti altri fenomeni, l’istanza cruciale

dimostra la sua connessione necessaria con uno dei fenomeni e la sua

separabilità dagli altri; e perciò consente di riconoscere la causa vera

dal fenomeno”.

INSTANZE CRUCIALI

“L’intero processo dell’induzione tende a stabilire la causa delle cose

naturali. Bacone accetta la distinzione aristotelica delle quattro cause:

materiale, formale, efficiente e finale. Ma elimina subito quella finale

come quella che nuoce alla scienza più che giovarla. Riteneva che

l’efficiente e la materiale sono superficiali ed inutili per la scienza vera.

Rimane la forma che per Bacone è l’unica che rivela l’unità della

natura e pone in grado di scoprire e produrre quello che non c’è mai

stato prima e che non sarebbe mai venuto in mente a nessuno. È

proprio con la causa formale che si arriva al processo di schematismus

latens”.

CAUSA

Mentre, dunque, Galileo Galilei cercava di dare sostanza al proprio metodo scientifico, definendo una sorta di oggettività naturale e razionale, attraverso un processo astrattivo ed immaginativo che implicasse da un lato la selezione e dall'altro la neutralizzazione delle potenze soggettive, considerate ininfluenti e incongruenti, perché estrinseche rispetto alle potenze intrinseche e determinanti della materia (massa, figura, dimensioni, localizzazione, movimento, forze), Francesco Bacone ridefinisce il potere fuorviante di tali potenze, ampliandole ai diversi piani umani delle immaginazioni filosoficamente ingiustificate.

Tutto ha avuto inizio con la rivoluzione copernicana che scosse profondamente la cultura europea e influenzò nel XVII sec. il pensiero di Galileo Galilei, di Newton e di Keplero. Le nuove conoscenze astronomiche permisero allo scienziato inglese Isaac Newton (1642-1727), autore di fondamentali opere in campo matematico, meccanico e ottico, di rivoluzionare la scienza moderna con la scoperta delle leggi della gravitazione universale, da lui espresse in formule matematiche. L'attenzione per le questioni metodologiche e l'importanza attribuita all'osservazione furono alla base dei progressi compiuti dalla medicina.

Tra XVI e XVII sec. cambiò profondamente il modo di affrontare la conoscenza del mondo naturale. Le scoperte astronomiche, mediche, fisiche e le innovazioni del metodo filosofico si collegarono a uno spirito nuovo che rivalutò la dogmatica scolastica in nome del metodo sperimentale e della libera e autonoma ricerca, del progresso della conoscenza, con straordinarie implicazioni culturali, religiose e tecnologiche.

Newton studiò la dispersione ottica di un raggio di luce bianco che passa attraverso un prisma: osservò che la luce si scomponeva in vari colori i quali, se fatti riconvergere tutti insieme attraverso un secondo prisma ricostruivano il raggio bianco; se invece venivano fatti convergere separatamente mantenevano il proprio colore.

Con questo esperimento Newton dimostrò che la luce bianca è il risultato di vari colori, questa scoperta fu molto importante nel campo dell’osservazione astronomica perché permise di eliminare il problema dell’aberrazione cromatica, un alone che si formava e che impediva una perfetta visione con il telescopio.Newton, in questo modo, è certo di avere dato una dimostrazione rigorosa e sperimentale della teoria corpuscolare della luce.

Newton sostiene, quindi, che la luce è costituita da corpuscoli solidi ed è proprio questa teoria a provocare reazioni negative da parte della Royal Society e in particolare di Robert Hooke. Newton dimostrò che ogni colore ha un unico angolo di rifrazione, che può essere calcolato utilizzando un prisma adatto. Osservò che tutti gli oggetti sembravano essere dello stesso colore del fascio di luce colorata che li illuminava, e che un raggio di luce colorata rimarrà dello stesso colore, indipendentemente da quante volte è stato riflesso o rifratto.

Ciò lo indusse a concludere che il colore è una proprietà della luce, riflessa dagli oggetti, e non una proprietà degli oggetti stessi.Nonostante Newton fosse convinto della validità della sua teoria, questa non fu subito accettata e parecchi furono i problemi che dovette affrontare e risolvere. Ma venne poi totalmente smentita dalla teoria ondulatoria avanzata da Hooke e Huygens.

In queste ricerche Newton segue il metodo induttivo sperimentale, già definito da Bacone e Galilei: il punto di partenza è costituito da osservazioni ed esperimenti, i cui dati vengono poi generalizzati per formulare ipotesi da sottoporre quindi al controllo sperimentale. Aspetto centrale di questo metodo è la possibilità di trattare in modo matematico i dati: essi devono essere qualificabili nel momento osservativo – sperimentale; inoltre le leggi devono essere espresse come rapporti matematici costanti trai i fenomeni. La matematica costituisce per Newton, come per Galilei, lo strumento e il modello della scienza della natura.

Newton è consapevole dei problemi posti dal metodo induttivo: il passaggio da un numero limitato di casi osservati a una legge avente carattere universale è fondato su una necessità logica. Per superare tale difficoltà integra il proprio metodo con alcune regole del filosofare che stabiliscono, tra l’altro la possibilità di riferire a tutti i corpi le proprietà dei corpi sui quali è possibile impiantare esperimenti e di ricondurre effetti simili a cause simili. Le regole non sono però dimostrate ma assunte come postulati.

Nei Principi Newton propone quattro regole per l’osservazione e lo studio dei fenomeni naturali:1. Ammettere solo le cause necessarie per spiegare il fenomeno.2. Effetti uguali hanno cause ugual.3. Le qualità uguali di corpi diversi devono essere ritenute universali per tutti i corpi.4. L’esperienza prevale sull’ipotesi; una teoria è considerata vera finché un fenomeno non la contraddice.

Nel terzo libro dei Principia Newton tratta della teoria dell’unificazione della fisica terrestre e di quella celeste. Dopo la descrizione di alcuni “fenomeni”, Newton enuncia la LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE, secondo la quale due corpi si attraggono con una forza direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza:

Da questa legge derivano importanti conseguenze ad esempio: il peso di un oggetto di uguale massa cambia sulla superficie dei diversi pianeti. Ma gli consentirà anche di spiegare l’irregolarità nel moto di alcuni pianeti rispetto ad orbite ellittiche non perturbate.

Una domanda che si pone Newton è: ‘Rispetto a cosa si muovono i corpi?’Secondo Cartesio il movimento avveniva come spostamento di corpi adiacenti.Per Newton, al contrario, lo spazio e il tempo esistono indipendentemente dai corpi. Lo spazio e il tempo vengo quindi identificati come entità immobili ed immutabili, ovvero ASSOLUTI. Il tempo e lo spazio assoluti non sono oggetto di osservazione, essi dunque non sono ricavati dall’esperienza mediante un procedimento induttivo, ma sono assunti in via teorica come postulati del sistema del mondo. Newton introduce una terminologia specifica:quantità di moto, forza impressa, forza centripeta.Distingue poi i concetti di massa e peso, e utilizzala parola corpo per indicare “ciò che occupa uno spazio”.

•Quantità di moto: prodotto della massa di un corpo per la sua velocità•Forza impressa: un’azione esercitata su un corpo che gli fa cambiare il suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme.•Forza centripeta: una forza per la quale i corpi tendono verso un punto centrale (trattiene i pianeti nelle loro orbite).

L’Ottica di Newton si conclude con le Questiones, che delineano in particolare due teorie: L’ESISTENZA DEL VUOTO e la COMPOSIZIONE ATOMICA DELLA MATERIA. Al contrario di Cartesio, che negava l’esistenza del vuoto, Newton considera essenziale la sua esistenza per poter spiegare la propagazione della luce, la cui natura corpuscolare esclude che possa diffondersi in modo rettilineo e a velocità istantanea in uno spazio non vuoto. L’esistenza del vuoto è fondamentale per Newton anche per spiegare i processi di aggregazione della materia a livello atomico.

La teoria atomica viene ricavata per induzione dell’osservazione e degli esperimenti. Quindi una volta dimostrato che la solidità, l’impenetrabilità sono caratteristiche di tutti i corpi sui quali è possibile compiere esperimenti, la terza “regola del filosofare” afferma che queste qualità sono proprie di tutta la materia e quindi anche dei singoli corpuscoli che la compongono, nonostante questi non possano essere osservati direttamente.

Secondo Newton il movimento deve aver avuto un’origine che la fisica non può spiegare. Esso è soggetto a una costante diminuzione, poiché negli urti le forze contrapposte si annullano.La complessità e la varietà di forze potano Newton a considerare l’esistenza di DIO. Egli non soltanto ha creato il mondo e gli ha dato il movimento, ma interviene in esso, ed è necessario che lo faccia per garantire la continuità in ambito fisico, Dio interviene anche come fattore causale, o come provvidenza fisica. Nonostante il meccanicismo della visione newtoniana del mondo, egli non considera possibile che la vita, l’intelligenza e la coscienza, derivino dallo sviluppo naturale della materia.

La figura di Newton è ancora oggi molto discussa per l’ambiguità che presenta, ma gli si può con certezza attribuire un ruolo fondamentale nel passaggio di mentalità dalla filosofia alla scienza, soprattutto da un punto di vista metodologico.

CARTESIO

LA VITA e GLI STUDICartesio nasce a La Haye, in Touraine, il 32 marzo 1596 da una famiglia della piccola nobiltà.Compie i suoi studi nel celebre collegio gesuitadi La Flèche, arruolandosi in seguito nell’

esercito.Lascia presto la carriera militare e viaggia perl’Europa, fino al 1628, quando si stabiliscein Olanda. Risalgono a quest’anno

LE REGOLE PER LA GUIDA DELL’INTELLIGENZA.Negli anni successivi si occupa di metafisica, poi di fisica. Ma per timore di subire una condanna come Galilei, rinuncia alla pubblicazione della sua opera IL MONDO, che uscirà postumo diviso in due parti L’UOMO e IL MONDO.Nel 1637, Cartesio pubblica IL DISCORSO SUL METODO, che comprende una ricostruzione del proprio pensiero filosofico. Muore l’11 febbraio 1650

UN NUOVO METODO PER UN NUOVO SAPERE

Deve essere un sapere cumulativoE sistematico come quello dellaMatematica.

Deve avere carattereDeduttivo.

Questo metodo deveCostituire la base di ogni sapere

Un primo tentativo di definire le regole del NUOVO METODO è esposto nell’opera REGOLE PER LA GUIDA DELL’INTELLIGENZA.Individua 21 regole del ragionamento certo.Tra queste le più importanti sono:

L’INTUIZIONELA DEDUZIONE

Una volta indicati intuito e deduzione come le vie della certezza, Cartesio precisa come si debba procedere nella ricerca della verità.

Cartesio torna sulla definizione delle regolenel DISCORSO SUL METODO,

semplificandone la presentazione e riducendonea quattro:

REGOLA DELL’EVIDENZA REGOLA DELL’ANALISI REGOLA DELLA SINTESI REGOLA DELLE ENUMERAZIONI E REVISIONI

Per poter individuare un punto di partenza indubitabile, occorre mettere in discussione tutte le certezze.

Cartesio parla a tale proposito di DUBBIO METODICO, ovvero:

DUBITARE DI TUTTE LE COSE CHE NON APPAIONO CHIARE E COERENTI.

Cartesio radicalizza il DUBBIO, ipotizzando l’esistenza di un genio maligno:

DUBBIO IPERBOLICO

l’unica verità che non può essere posta in dubbio è l’esistenza di se come essere pensante.Nel momento in cui dubito, esisto come essere che dubita. Se dubito, penso. Se penso, sono:

cogito ergo sum

Cartesio ha dimostrato l’esistenza dell’uomo non comeEssere materiale, ma unicamente come un qualcosa che Pensa.

RES COGITANS: SOSTANZA PENSANTE

LE CRITICHE AL COGITO HOBBES: il pensiero è semplicemente una funzione del corpo

ARNAULD: accusa Cartesio di ragionamentoCircolare.

GASSENDI: contesta l’affermazione di Cartesio«penso, dunque sono», ritenendola una forma abbreviata

di sillogismo.

IDEE INNATE

FATTIZIE

AVVENTIZIE

Sono nel soggetto

Sono costruite dal soggetto

Derivano dal mondo esterno

formata da

Importante èL’IDEA DI DIO

Prove dell’Esistenza di Dio

Corrispondenzatra pensiero e realtà

garantiscela

Pongono il problema della

Cartesio definisce in un primo momento la sostanza come ciò che sussiste di per sé, ossia una cosa che esiste in tal modo da non averebisogno che di se medesima per esistere e questo concetto compete solo a Dio.Vanno però distinti due tipi di sostanza: la sostanza pensante (res cogitans) priva di estensione e indivisibile la sostanza estesa (res extensa)e divisibile.

L’intelletto conosce distintamente il pensiero e l’ estensione di tali sostanze, perciò esse assumono due esistenze specifiche diverse.È da ciò che scaturisce il dualismo metafisico di Cartesio.

LE IDEE E IL MONDO: LA FISICA DEDUTTIVA E IL MECCANICISMO

Cartesio costruisce una fisica deduttiva i cui principi generali sono:

Estensione: che è materia quindi il vuoto non esiste FormaMovimento: di origine divina e basato sulle leggi del moto

Organizzano la materia con

leggi meccaniche

Spiegano scientificamente la natura Si applicano ancheal comportamentodegli animali

ritiene che

L’anima

Il corpo

L’abitudine

Comunichino mediante la

Ghiandolapineale

Possamodificare L’associazione

Stimolo/risposta

Trattatosull’uomo

Le passionidell’anima

SPINOZABaruch Spinoza, filosofo olandese nato il 24 Novembre1632 e deceduto il 21 Febbraio 1677, è uno deipensatori più originali del Seicento, esponente di spiccodel razionalismo del XVII secolo e precursoredell'Illuminismo.

E’ considerato uno dei pensatori più inquietanti dellastoria del pensiero occidentale. Egli demolisce i valoriportanti di una tradizione plurimillenaria quali:

• il DIO-PERSONA-EBRAICO-CRISTIANA, l’IMMORTALITA’DELL’ANIMA , i MIRACOLI , le PREGHIERE

Ben presto le sue opere vengono inserite dalla Chiesacattolica nell’Indice dei libri proibiti.

Spinoza nasce ad Amsterdam da famiglia ebraica originaria del Portogallo che si eratrasferita in Olanda per questioni religiose. Viene educato ad Amsterdam nel rispetto dellacultura e della religione ebraica ma a 24 anni a causa della sua eterodossia viene espulsodalla comunità ebraica.

Si trasferisce in un piccolo villaggio dove per mantenersi, abbandonata l’attivitàcommerciale di famiglia, lavora come tornitore di lenti e contemporaneamente continua ipropri studi filosofici, dedicandosi in particolare allo studio della filosofia cartesiana.Rifiuta l’offerta di una cattedra all’università di Heidelberg per non perdere la proprialibertà di pensiero. Trascorre gli ultimi anni della sua vita all’Aia dove muore di tisi.

SPINOZA E L’OLANDA DEL SEICENTO TRA TOLLERANZA E FANATISMO

LA REPUBBLICA DELLE PROVINCE UNITE è una giovane nazione che, se da un lato sta vivendo la sua stagioned’oro, dall’altro è sconvolta da guerre e forti tensioni interne. Reduce da un lungo conflitto con la Spagna, da cuisi è reso indipendente, il nuovo Stato cresce in termini economici e si afferma come il Paese europeo più libero.

In Olanda, in base alla dichiarazione solenne dell’Unione di Utrech del 1570,ogni individuo è libero di professarela propria religione e di conseguenza non può essere né interrogato né molestato a causa del culto che pratica.Ma la libertà è limitata difatti anche l’uomo politico più aperto, quale Jan de Witt, ritiene intoccabile il primatodella Chiesa riformata olandese ed è lontanissimo dal pensare alla necessità di eliminare qualsiasi forma dicensura.

Nel 1672 l’Olanda è minacciata dalle truppe di Luigi XIV e De Witt decide di intervenire non con le armi ma conla diplomazia. I suoi avversari decidono di farlo cadere in disgrazia riversando su di lui le accuse più pesanti ed èper lui la fine. Difatti, sarà aggredito e ferito con un coltello con il fratello Cornelis dalla folla.

E’ in questo scenario che si attuano le persecuzioni e le offensive contro i liberali da parte dei calvinisticonservatori. Lo stesso Spinoza sarà aiutato da Cartesio a prendere le distanze dal Dio biblico a favore di un Diopuramente filosofico e dalla filosofia stessa a negare la provvidenza di Dio e l’origine divina della Torah e acondannare la presunzione degli ebrei di essere il popolo eletto. Ciò servirà a ben poco perché saràscomunicato con un verdetto in ebraico il 27 luglio del 1656;ma ormai deciso a rompere con il suo passato,Spinoza non si presenterà all’assemblea.

LA SOSTANZA

Sostanza = forma (l’ essenza necessaria di una

cosa) + sìnolo (l’individuo concreto in cui è incarnata.

Nella filosofia aristotelica era la sostanza, cioè l’unione di

materia e forma); Mondo = insieme di sostanze

gerarchicamente ordinate.

Concezione greco-medievale

Sostanza = ciò che esiste di per se stessa = Dio, cioè realtà originaria ed autosufficiente, che essendo causa

sui non riceve l’esistenza da altro. Ma accanto alla sostanza

prima di Dio ammette, come sostanze seconde, la res

extensa e la res cogitans, realtà che per esistere hanno

bisogno unicamente di Dio. “L’ambiguità catesiana è

evidente: da un lato la sostanza è ciò che per esistere non

ha bisogno che di se medesima (= Dio) e dall’altro è ciò che

per esistere ha bisogno soltanto di Dio (= le creature).

Concezione di Cartesio

Sostanza = «ciò che è in sé e per sé si

concepisce, vale a dire ciò il cui concetto non ha

bisogno del concetto di un’ altra cosa da cui debba essere

formato»

Concezione di Spinoza

Sostanza = Natura. Materia e forma non sono

due sostanze, ma due aspetti di quell’unica sostanza

universale ed infinità che è la Natura.

Concezione di Bruno

Le proprietà della sostanza e l’identificazione di Dio con la natura

Increata: in quanto per

esistere non ha bisogno di

altro, essendo causa di sé.

Eterna: in quanto possiede l’ esistenza

poiché non la riceve da altro.

Unica: poiché non

esistono sostanze nella

natura con lo stesso

attributo.

Dalla definizione di sostanza Spinoza deriva una serie di proprietà di base che la

caratterizzano:

Proprietà

della

Sostanza1

2

3

4

La sostanza è Dio

Questa Sostanza increata, eterna, infinita e unica

non può che essere Dio, in quanto è increato,

eterno, infinito e unico.

Prove che

dimostrano

che la

sostanza è

Dio

La prova

ontologica o a

priori: afferma che

Dio è una realtà che

ha in sé la propria

ragion d’essere,

quindi non può non

esistere.

La prova a

posteriori afferma

che le cose esistono o

per virtù propria o per

mezzo di un ente

necessario che

avendo in sé la causa

del proprio esistere è

pure la causa degli

esseri contingenti.

DIO È INFINITO

I suoi attributi sono infiniti

Ogni attributo è infinito

Ogni attributo consta di infiniti modi

Ogni realtà è manifestazione di

Dio(panteismo)

L’uomo ne conosce solo due:

• PENSIERO

• ESTENSIONE

L’unicità della Sostanza

Spinoza fonda sull’ unicità della Sostanza il principio che Dio e il

mondo costituiscono uno stesso ente, poiché Dio non è fuori dal

mondo, ma nel mondo, e forma, con esso, quella realtà globale che

è la Natura.

“Tutto ciò che è, è in Dio, e senza Dio nessuna cosa può essere

concepita” (Etica, I, prop. 15)

Panteismo = identifica Dio o la Sostanza con la Natura,

considerata come realtà increata, eterna, infinita, ed unica, da cui

derivano ed in cui sono tutte le cose.

LA MEDIAZIONE TRA INFINITO E FINITO

MODI INFINITI ED ETERNI DEL PENSIERO:VOLONTA’INTELLETTO

MODI INFINITI ED ETERNI DELL’ESTENSIONE:MOTOQUIETE

OGNI IDEA E OGNI CORPO SONO FINITI

IN SINTESI

DIO:SOSTANZA ASSOLUTAMENTE INFINITA

ATTRIBUTI:INFINITI NEL PROPRIO

GENERE

MODI INFINITI

MODI FINITI

QUINDI:• NULLA E’ AL DI FUORI DI DIO

• DIO NON E’ PURO SPIRITO

• DIO NON E’ PENSIERO

• DIO NON E’ CORPOREO

• I MODI NON VANNO CONSIDERATI PARTI DI DIO MA SUE MANIFESTAZIONI

• DALL’ATTRIBUTO PENSIERO SEGUONO LE LEGGI DELLA LOGICA

DIO ANTROPOMORFICO

FINALISMO1.Gli uomini conoscono i loro desideri ma ne ignorano le cause;2.Gli uomini credono che ci sia un qualcuno a predisporre i propri mezzi per l’uso (occhi, denti);3.Gli uomini guardando le cose dannose nella natura credono che siano segni della collera degli dei;4.Le malattie e le tempeste colpiscono non solo gli ingiusti, ma anche i giusti perché la divinità ha un disegno provvidenziale sconosciuto all’umanità

Rimossi dalla matematica