Baby Magazine 9

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pediatria psicologia alimentazione Pedagogia curiosità link utili Copia omaggio Piace alla mamma, utile al bambino babymagazine - allegato alla rivista salutare www.babymagazine.it

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Piace alla mamma, utile al bambino. Baby Magazine si avvale della professionalità di medici, pediatri, ginecologi, puericultori specializzati in infanzia e maternità, per discutere e confrontarsi su ogni aspetto legato alla crescita dei bambini

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Salutare dedica a mamme e papà un nuovo prodotto per poter meglio comprendere e aff rontare il percorso della genitorialità, dalle cure mediche alla scelta dei migliori prodotti in commercio.

Fornisce un servizio a 360 gradi che abbraccia tutti gli aspetti legati alla nascita e alla crescita di un fi glio senza trascurare nessuna sfumatura.

Valuta i prodotti per mamme e bambini favorendo una scelta consapevole.Si avvale della professionalità di medici, pediatri, ginecologi, puericultori specializzati in infanzia e maternità, per discutere e confrontarsi su ogni aspetto legato alla crescita del proprio figlio .

Le esperienze, i consigli dei nostri esperti saranno un sostegno per quanti vivono questa meravigliosa esperienza.

Scrivete, comunicate, informate su tutto ciò che riterrete opportuno divulgare, scambiamo idee e consigli, facciamo della rivista uno strumento informativo a disposizione di tutti.

Il tuo contributo e la tua partecipazione consentiranno di diff ondere più informazioni a più persone.

Baby Magazine è distribuito in allegato a Salutare

Presso presidi ASL e Aziende Ospedaliere, cliniche, farmacie, parafarmacie e sanitarie

e tramite il servizio di spedizione in abbonamento postale gratuito a privati, medici, ginecologi e pediatri.

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Sommario

Gelosia tra fratellii

Selezione Baby

Leggi & Normative

Il mondo immaginario del bambino

Baby Link

Calendario Baby

Questo l’ho fatto io!

Workshop sul gradimento del pediatra di famiglia

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Strabismo:l’esotropia essenziale infantile

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e ancora...

L’ho fatta nel letto...

Tu che ne sai? Quando avrai dei fi gli mi dirai!!

A chi non è capitato dover dire o aimè sentire una frase del genere?

Eff ettivamente con un fi glio, due o più ci si ritrova in un mondo completamente

diverso da quello di pochi mesi prima. Ma se ci fermiamo un attimo a rifl ettere,

è un mondo che chiunque ha già vissuto: l’infanzia.

Quel mondo dove tutto può essere magico e terribile ad un tempo,

dove i giorni sono anni e gli anni sono la diff erenza tra grande e piccolo.

Dove la casa può diventare un castello e la coperta una barriera impenetrabile...

e quando un giocattolo sembra essere la prima e unica ragione di vita. La mamma e

il papà creati apposta per noi e i fratelli in pochi istanti si trasformano da compagni di gioco a nemici pronti a spodestare il trono.

Quando la vita si può risolvere con una ri-sposta ad un perchè, perchè, perchè...

Certo chi non ha ancora un fi glio non può capire, ma troppo spesso il ruolo del

genitore off usca l’esperienza preziosa di noi quando eravamo loro.

L’unico modo per creare armonia è immedesimarsi nell’interlocutore e, noi se

prima di essere genitori ci ponessimo come ex-fi gli potremmo dare tanto, tanto di piùe magari rendere i nostri fi gli dei genitori

migliori.

Alla prossima

Redazionale

Il nettare degli dei

La sindrome da deficit attentivo con iperattività ADHD

14La Favola del mese

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Baby Magazine è un allegato della rivista Salutare Reg. Tribunale Avin data 15/01/2004 N° 419

Editore: Ass. Salutareallegato Salutare 58 Baby Magazine n° 9Distribuzione gratuita

Segreteria: Angela RomanoMaria Paola ApreaCollaborazioniAvv. C. D’Emilio, Prof. Alfred Tenore, dr.ssa Angela Carrino, Prof. V. Cicalese, dr.ssa L. Gentile, dr. M. Borghese, dr.ssa L. De Varti, dott.ssa N. Santoro, dr. M. Meglio.

sito: www.babymagazine.ite-mail: [email protected] skype: babymagazineTel.: 0825.74603

Contributi: c/c postale n° 55117402 intestato all’Ass. Salutare

Progetto Grafi co: Carmine SerinoStampa: Csd - Na Crediti immagine:

Fotolia:© jjpixs - © Vadim Ponomarenko shutterstock:©Gladskikh Tatiana - ©Vadim Ponomarenko - © Anetta

Comitato Scientifico:

Prof. Emerito Giuseppe Roberto Burgio - San Matteo (Pavia)

Prof. Pasquale Di PietroOspedale Gaslini (Genova)Pres. Nazionale SIP

Prof. Pietro Ferrara - Università Cattolica Sacro Cuore (Roma)

Prof. Alfred Tenore - Direttore Dip. Pediatria Università di Udine

Prof. Alberto G. Ugazio - Ospedale Bambino Gesù (Roma)

Prof. Alberto Villani - Ospedale Bambino Gesù (Roma)

dr. Elio Caggiano - specialista in pediatria - presidente dell’Associazione pediatrica “Per il Bambino”

dr.ssa Angela Carrino -specialista in pediatria

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Sono titolare di un'Azien-da/struttura del settore maternità e infanzia. Come posso informare i lettori circa prodotti, servizi e iniziative?Partecipare a Baby Magazine signifi ca sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensi-bilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il sup-porto da consultare per esse-re sempre aggiornati. Per poter usufruire di Baby Magazine telefonare al

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Baby Magazine offre lo

spazio per discutere,

confrontarsi, porre doman-

de e avere delle risposte.

Ecco come fare per

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Redazione SalutareRedazione SalutareRedazione SalutareVia Due Principati, 278 Via Due Principati, 278 Via Due Principati, 278 (ex 210)(ex 210)(ex 210)

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Carla Giacinta De Blasi nata il 09/01/2009 Papà: Francesco De BlasiMamma: Maria Antonietta Luongo

Pierluigi Molino nato il 10/10/2009Papà: Luigi MolinoMamma: Anna Conte

Arianna Del Mauro nata il 24/09/09Papà: Emilio Del MauroMamma: Serena Acerra

Alessandro Marciano nato il 14/04/1983 Papà: Mauro MarcianoMamma: Anna Ferrante

Luca & Carmen nati il 21/12/2007 27/02/2004 Papà LuigiMamma Monica

Sabrina nata il 13/04/2007 Antonio nato il 16/03/2005

Papà: AlbertoMamma: Evelina Pierluigi

Carla Giacinta

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Autorizzo la pubblicazione della foto

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Antonio

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Luca & Carmen

Alessandro

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Tutto il lavoro svolto e quello che segui-rà è coordinato dal Prof. Alfred Tenore, Direttore della Clinica Pediatrica e della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Udine, Vicepresiden-te della European Academy of Paedia-trcs- La Sezione Pediatrica dell’UEMS (Unione Europea delle Specialità Me-diche), che si è interessato da tempo a questa problematica con numerose pubblicazioni scientifiche, cercando di sensibilizzare le Istituzioni e la stessa categoria di Professionisti ai rischi di un depauperamento del numero di pe-diatri nei prossimi anni.

Questo Workshop è iniziato in Ottobre 2009 a Bruxelles presso la Casa del Moli-se, sede istituzionale della Regione Mo-lise, che ha ospitato pediatri molisani e pediatri dell’area balcanica.

Da questo primo Workshop è nata l’i-dea di preparare un Questionario Di Gradimento da somministrare ai geni-tori dei bambini dei vari Paesi parteci-panti. Hanno successivamente aderito al lavoro i PDF (pediatri di famiglia)di Avellino e provincia, e, la speranza è che un numero sempre maggiore di Regioni partecipino a questo studio. In Italia, ma anche nel resto d’Europa, stiamo andando verso una riduzione drastica del numero di pediatri.

Si prevede che tra il 2025-2030, se le cose rimangono così come sono ora, avremo circa la metà della forza pe-diatrica rispetto ad oggi. Questo perché il numero di pediatri che si erano formati in passato, quando non c’era nessun tipo di restrizione alla formazione, è molto diverso da quello

attuale, che è molto ridotto. I Pediatri formatisi nel passato, che an-dranno progressivamente in pensio-ne, non saranno sostituti. Già oggi in Italia il numero dei bam-bini seguiti dai pediatri rappresenta il 55% della popolazione pediatrica da 0 a 14 anni. Attualmente per coprire la popolazio-ne tra i 6 e i 14 anni mancano in realtà circa 4mila pediatri, e per come stan-no andando le cose, si prevede che tra circa 10 anni il numero disponibile di medici specializzati in pediatria sarà insufficiente anche per la fascia di età più” delicata “ tra 0 e 6 anni.

Ci sono molti dati in letteratura (Mar.gnet et al. CH JOURNAL of the Royal College of General Practitioners-1989. Kats et al. Paediatrics 2002), i quali in-dicano che la migliore assistenza per i bambini è svolta dal Pediatra e non dal Medico di medicina generale, non solo nei primi sei anni di vita, ma an-che nel periodo successivo. L’elemento interessante è che alcuni di questi lavori sono stati pubblicati in Inghilterra dove non esiste il Pedia-tra di famiglia. È stato riconosciuto che nei Paesi dove esiste la Pediatria di famiglia la mor-talità è minore rispetto a quelli in cui sul territorio non opera uno speciali-sta in pediatria.La speranza è che per il futuro venga aumentata la forza pediatrica in Italia, perché se questo non dovesse avve-nire, l’assistenza ai bambini verrà spo-stata dai Pediatri ai Medici di medicina generale, che non hanno competenze pediatriche specifiche. (Prof. Alfred Teno-re “ IL PEDIATRA” Settembre 2008)

8 Workshop sul “Gradimento” del pediatra di famiglia

a cura del Prof. Alfred Tenore (Università di Udine) e Dott.ssa Angela Carrino (pediatra di famiglia - Campobasso)

Workshop sul gradimento dell’attività della pediatria di famiglia organizza-to dai pediatri di famiglia del Molise

e dalla regione Molise, coordinato e diretto dal Prof. Alfred Tenore.

La Presidenza della Regione Molise, nella figura specifica della dott.ssa Alberta De Lisio, (dirigente per i Rapporti Isti-tuzionali con l’Esterno), ha recepito con sensibilità e perspi-cacia il difficile momento della Pediatria Italiana ed Europea, ed ha supportato l’idea di uno studio sul territorio naziona-le e nell’area balcanica volto a definire la peculiarità e la in-sostituibilità del pediatra nell’assistenza e prevenzione sa-nitaria in età pediatrica. Lo studio si è avvalso della collaborazione delle seguenti Società Scientifiche: SIP (Società Italiana di Pediatria)- SIPPS (Società Italian di Pediatria Preventiva e Sociale)- FIMP (Fe-derazione Italiana Medici Pediatri) Università di Udine -Uni-versità del Molise.

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L’ho fatta nel letto…

Fare la pipì a letto è praticamente fisiologi-co entro i 4 anni di età, ed una minima parte di bambini acquisisce il pieno controllo del-la continenza notturna anche fino a sei anni.

Oltre questa età (5-6 anni), la perdita involon-taria di urine durante il sonno per almeno 3 volte a settimana viene considerata una con-dizione patologica definita enuresi notturna.

È una patologia più frequente nei maschi, e la sua prevalenza è di circa il 15% a 5 anni e del 7-9 % fra 7 e 9 anni. In una piccola percentua-le di casi il problema può procrastinarsi fino all’età adolescenziale, con inevitabili impor-tanti conseguenze psicologiche.

Con le attuali terapie a disposizione, anche nei casi più difficili si ottiene una completa ri-soluzione del problema entro la fine dell’età adolescenziale, mentre è dimostrato che pa-zienti non trattati possono presentare enuresi notturna anche per tutta la vita. In molti casi il fenomeno presenta una familiarità, secon-daria ad alcune alterazioni cromosomiche.

L’enuresi si definisce primaria, se le perdite involontarie di urine durante il sonno nottur-no non hanno avuto mai periodi di remissio-ne pari a sei mesi, secondaria se si manifesta dopo un periodo di almeno 6 mesi di notti asciutte. In genere i bambini affetti dalla for-ma primaria non sviluppano alterazioni com-portamentali, diversamente da quelli con la forma secondaria.La diagnosi di enuresi notturna si basa essen-zialmente sull’anamnesi, mirata a confermare

che le fughe di urina siano solo notturne, a verificare la concomitanza di altri sintomi, ad escludere infezioni urinarie o altre patologie e ad indagare su difficoltà del risveglio notturno.Di fondamentale importanza è la compilazio-ne di un diario vescicale, un foglio sul qua-le si registrano il numero di minzioni, il vo-lume mitto, la quantità di liquidi bevuti, gli episodi di incontinenza urinaria, il numero di defecazioni. Per conoscere il volume urinario notturno, in caso di episodi di enuresi, sarà necessario pe-sare il panno e sommare al risultato la quan-tità di urine emesse al risveglio. Un attento esame obiettivo, inoltre, è necessario per con-fermare la normale anatomia ed il fisiologi-co sviluppo psicofisico, escludendo anoma-lie dei genitali esterni e neurologiche.

Indagini invasive sono indicate solo nel caso si sospettino altre patologie: i bambini con incontinenza urinaria diurna e notturna, non classificabili come enuretici, ma come incon-tinenti, dovrebbero essere, quindi, sottoposti ad ulteriori accertamenti. Prima di intrapren-dere un programma terapeutico è necessa-rio spiegare ai bambini e ai genitori che l’e-nuresi quasi sicuramente cesserà, anche se non possiamo prevedere esattamente quan-do, e che il 19% dei bambini diventa conti-nente senza trattamento entro le successi-ve 8 settimane.

Bisognerà consigliare di mangiare, bere ed urinare regolarmente durante il giorno a orari predeterminati, di non posporre la minzione, di non bere molto la sera e di rilassarsi prima

a cura del Prof. Virgilio Cicalese

Con le attuali terapie a disposizione, anche nei casi più difficili si ottiene una completa risoluzione dell’enuresi entro la fine dell’età adolescenziale.

di andare a letto.L’allarme notturno dovrebbe rappresentare la prima opzione terapeutica, ed il suo uso do-vrebbe essere protratto per 8 settimane, pri-ma di decretare il fallimento. Purtroppo non è molto accettato e molti interrompono prima di questo termine. Per il successo non è importante l’intensità del segnale acustico, ma che il bambino sia prepa-rato a rispondere al suono e svegliarsi. Il tas-so di successo dell’allarme raggiunge il 75%. Esistono anche terapie comportamentali e di-versi farmaci che possono dare buoni risultati, ma, ovviamente, la scelta della giusta strategia terapeutica è specifica per il singolo paziente.

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genito realizza pienamente che è ar-rivato qualcuno che può sottrargli la cosa più cara.Un’infinità di studi hanno dimostra-to che l’incidenza del sentimento di gelosia è maggiore in bambini di età compresa tra i 2 e i 4 anni, quando cioè il senso di autonomia e di sicu-rezza è troppo modesto per affron-tare cambiamenti così radicali. Un bambino geloso prova un senti-mento di paura, teme di non essere amato e considerato al pari di qual-cun altro.Ci sono bambini che di fronte al nuo-vo arrivato chiedono esplicitamente alla loro mamma di liberarsene: ”È brutto, mandalo via, regalalo a zia”, altri invece che non dicono nien-te, tendono ad isolarsi, si mettono in un angolo, osservano la mamma che allatta il fratellino ed intanto alimen-tano il desiderio di vederlo scompari-re; altri ancora regrediscono, parlano come un bambino più piccolo della loro età, succhiano il pollice, bagna-no il letto, vogliono stare sempre in braccio. Esprimono così il desiderio di tornare piccoli per riappropriarsi dell’amore della mamma.

Ma al di là di una specifica reazione di gelosia, ciò che accomuna i pri-mogeniti alla nascita di un fratellino è l’aumentata dipendenza dalla ma-dre, il desiderio di voler stare sempre e solo con lei. Una madre può fare di tutto per rassicurare il figlio più grande, ma la gelosia si presenterà comunque poiché è un sentimento naturale. Parimenti a nulla servirà rimproverare un bambino perché è geloso, la gelosia, se repressa, po-trebbe ripresentarsi più avanti ed assumere forme più gravi. I bambini molto gelosi sono spesso convinti

di non piacere a nessuno, mamma e papà devono aiutarli ad aumentare la fiducia nelle proprie capacità mo-strando loro affetto, lode e conside-razione. Valorizzare le sue qualità positive piuttosto che sottolinearne le inade-guatezze e i comportamenti negativi potrà aiutarlo ad aumentare l’auto-stima ed ad avere più fiducia nella possibilità di essere ancora amato. Le espressioni “non ti avvicinare!”, “non lo toccare”, “attenzione gli fai male!” andrebbero bandite perché alimentano sentimenti di esclusione e di ostilità. È al contrario opportuno, tenendo conto dell’età, condividere con lui alcuni momenti dell’accudimento (per es. il bagnetto, il cambio del pannolino etc.) consentendogli an-che di prendere piccole iniziative.

Il papà gioca un ruolo fondamentale nell’aiutare il primogenito a supe-rare il senso di frustrazione che egli sperimenta quando vede la mamma impegnata nel prendersi cura del nuovo arrivato.

La naturale gelosia che il bambino prova nei confronti del neonato può essere compensata dal senso di or-goglio che nasce dal constatare che il papà ha piacere a stare insieme a lui, condividendo piccole attività che magari lo portano a stare fuori casa, tutte cose che “all’intruso” non pos-sono essere concesse.L’atteggiamento dei genitori e la loro capacità di far fronte al bisogno af-fettivo dei figli, il non palesare prefe-renze per l’uno o per l’altro, l’evitare i classici paragoni, sono tutte condi-zioni determinanti che influiscono sul rapporto fraterno mitigandone o amplificandone i conflitti.

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a cura della dott.ssa Nanda Santoro

Gelosia tra fratelli

“Voglio anch’io un fratellino come lo hanno tutti miei amici”

E spesso questa richiesta si fa pressante ed insistente.

Ma in quel momento il bambino non ha una reale percezione di ciò che

desidera, egli parla del fratellino come di un giocattolo nuovo, un bambolotto

animato, in carne ed ossa, tutto per lui.

A volte è proprio la mamma, durante la gravidanza a cari-care di aspettative il primogenito “Che bello, tra poco arri-verà un fratellino tutto tuo, con il quale potrai giocare ed essere felice!” Ma non appena il fratellino nasce il bambino si trova di fronte ad una duplice, amara delusione: il nuovo arrivato è troppo piccolo per poterci giocare (se vogliamo con i suoi pianti e le sue esigenze crea fastidi all’interno della casa) e inoltre non appartiene a lui, ma ai genitori, e soprattutto alla mamma che non se ne stacca mai.

Nasce così la gelosia, accompagnata dalla più antica del-le paure: l’angoscia di essere abbandonati. Il bambino più grande si sente messo da parte, fino a quel momento era l’unico per mamma e per papà e si chiede come mai, se i suoi genitori lo amavano così tanto, hanno voluto un altro bambino. Solitamente è già al momento del parto, con la lontananza forzata della mamma in clinica, che il primo-

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Il sogno di una mamma.

Avellino • V.le Italia, 10 • Tel. 0825/35066 • [email protected] • Via delle Calabrie, 41 • Tel. 089/301874 • [email protected]

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12 La sindrome da deficit attentivo con iperattività (ADHD)

La sindrome da deficit dell’attenzione con iperattività, altresì nota come

ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) rappresenta una patologia

rilevabile soprattutto o inizialmente in età evolutiva, e caratterizzata essen-zialmente dalla presenza di sintomi quali iperattività, scarse capacità di

concentrazione, impulsività, difficoltà di coordinazione.

all’adolescenza in circa i due terzi dei casi, e fino all’età adulta in un terzo. Il bambino affetto da deficit attentivo con iperattività, spesso non riesce a: mantenere l’attenzione per un periodo prolungato, evitare di di-strarsi, ascoltare e seguire istruzioni, presta-re cura ai dettagli, affrontare compiti lunghi terminandoli nei tempi previsti, avere cura delle proprie cose.

A causa della sua patologia:- Si muove eccessivamente anche in contesti poco adeguati. - Sembra continuamente “mosso da un mo-torino”. - Passa continuamente da un’attività all’altra.- Parla eccessivamente.- Interrompe ed è invadente verso gli altri. - “Spara” risposte a caso.- Nel gioco non sa aspettare il proprio turno ed è impaziente.- Agisce senza riflettere, non valutando le conseguenze di ciò che fa.- Ha una scarsa capacità di sopportare fru-strazioni e di differire bisogni e desideri, scarsa autoregolazione di emozioni ed im-pulsi, scarsa autostima, scarsa motivazione e scarsa tenuta nelle attività che richiedono sforzo cognitivo.

Nel corso dell’attività di foniatra, ossia di specialista in fisiopatologia della comunica-zione, che entra in contatto in un rapporto inizialmente diagnostico con soggetti co-municopatici, il riscontro di sindromi carat-terizzate da deficit dell’attenzione con ipe-rattività, a volte identifica una formulazione diagnostica diretta ed immediata, soprattut-to nei casi in cui un bambino giunge in visita perché considerato disattento ed iperattivo (e quindi il dato anamnestico già di per sé co-stituisce un riconoscimento preliminare, da parte dei familiari, delle disabilità del bambi-no), altre volte invece identifica un rilievo ag-giuntivo in un contesto clinico il cui quadro

è dominato da altre sintomatologie, quali i ritardi di linguaggio, disturbi della fluenza verbale, alterazioni della voce, disabilità di apprendimento (lettura, scrittura, calcolo), psicosi, autismo. Quest’ultima patologia, negli ultimi anni è stata sempre più avvicinata all’ADHD, sia per effettivi riscontri di manifestazioni cliniche comuni in un’elevata percentuale di casi, sia in seguito a studi genetici che ne hanno evi-denziato comuni origini. Nell’ambito di una casistica personale, identifico in queste for-me cliniche i diversi quadri di sindrome da deficit attentivo con iperattività rilavati in un campione di 200 bambini di età compresa tra tre e dieci anni:- Forme pure, cioè senza sintomi associati evidenti in occasione della prima visita: 33% - Forme con evidenti sintomi associati (disfe-mia, dislalie, disfonia, dislessia…): 36%- In ambito di sindromi autistiche: 31%.In circa un terzo dei bambini appartenenti a questa casistica, ho concluso la prima visita-osservazione foniatrica con la diagnosi di-retta di “sindrome da deficit attentivo con iperattività” quando la sintomatologia pre-ponderante era rappresentata dall’evidente instabilità motoria, e le capacità di prestare attenzione alle consegne anche più semplici risultavano insufficienti. A seconda poi dell’età anagrafica, si riscon-trava anche una relativa inadeguatezza delle abilità percettive, motorie globali e fini, gra-fiche, curriculari, cognitive, comportamen-tali. In un altro terzo (circa) dei casi, alla sin-tomatologia su descritta, si univa in misura altrettanto evidente, direi preponderante, la presenza di uno o più sintomi tipicamente “foniatrici” (almeno secondo l’accezione tra-dizionale) quali numerose dislalie, disfonia, o disfluenza verbale. Va sottolineato che in più della metà di questo 36%, mi è capitato di riscontrare due o più sintomi associati, come ad esempio, dislalie e disfemia, dislalie e disfonia…

Nel corso degli ultimi anni si sta assistendo ad un notevole incremento numerico di casi di ADHD, e non perché si sono affinate le capacità di osservazione e di formulazione diagnostica, ma per un effettivo aumen-to di bambini che sin dalla scuola materna manifestano diversi sintomi riferibili a tale sindrome, con un’intensità ed una durata sufficienti per poter parlare di vero e pro-prio disturbo. Attualmente si calcola che più del 5% della popolazione scolastica rientri nell’ambito dell’ADHD, con netta prevalenza del sesso maschile (da 3 a 9 maschi ogni fem-mina), persistenza della sintomatologia fino

a cura del dr. Massimo Borghese

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Fondazione ABIO

l’Italia è stata scelta come principale beneficiaria.

L’obiettivo è di rendere meno trau-matico l’impatto di bambini e ado-lescenti con l’ospedale e, al fianco degli oltre 5 mila volontari ABIO, ad accompagnarli con un sorriso, insieme ai loro genitori, nel percor-so di cura.

Sabato 25 settembre: appuntamento con i 5.000 volontari ABIO Sesta

Giornata Nazionale perAmore,perABIO. Una giornata per

raccontare il servizio dei volontari ABIO e per promuovere

l'umanizzazione dell'ospedale.

Per l’intera giornata nelle 100 piazze coin-volte sarà possibile incontrare i 5.000 vo-lontari ABIO, che sono presenti tutto l’anno con il loro sorriso nelle pediatrie al fianco dei bambini, degli adolescenti e dei loro genitori. Essi racconteranno in cosa consiste la loro attività, promuoveranno la Carta dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti in Ospeda-le, offriranno contro offerta un cestino di pere a tutti coloro che vorranno sostenere ABIO.

I volontari ABIO sono persone che tra i vari impegni di studio, lavoro e famiglia hanno scelto di dedicare un po’ del loro tempo ai bambini e agli adolescenti che si trovano in ospedale e ai loro genitori.

Dal primo gruppo nato a Milano nel 1978 ABIO è cresciuta, ora i volontari sono 5.000 e sono ben 64 le Associazioni ABIO presenti in tutta Italia. Per raccontare la loro esperienza e per por-tare al di fuori dei reparti di pediatria il loro messaggio sull’importanza di un ospedale a misura di bambino, ogni anno i volontari ABIO si ritrovano nelle piazze delle città in cui prestano il loro servizio.

L’aiuto di tutti permetterà alle Associazio-ni ABIO di realizzare corsi di formazione per introdurre nuovi volontari nei reparti e garantire così una presenza qualificata e

costante, caratteristiche principali del vo-lontariato ABIO.

Grazie al successo delle edizioni precedenti, le Associazioni ABIO hanno potuto concre-tizzare questo obiettivo: anche quest’anno, i volontari ABIO chiedono la partecipazione di tutti per poter portare il sorriso di un vo-lontario accanto ad ogni bambino in ospe-dale.

La Sesta Giornata Nazionale ABIO ha ri-cevuto come sempre il sostegno delle istituzioni: l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il Patrocinio della Presi-denza del Consiglio dei Ministri, del Mini-stero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero della Salute. Gode inoltre del Patrocinio del Segretariato Sociale Rai.Anche le istituzioni locali – Regioni, Provin-ce, Comuni – testimoniano il loro supporto all’iniziativa mediante la concessione del Patrocinio.

Il sito di Fondazione ABIO Italia www.abio.org sarà costantemente aggior-nato con le piazze interessate dall’evento e tutte le informazioni ed i materiali di comu-nicazione sulla Giornata Nazionale. ABIO, Associazione per il Bambino in Ospe-dale ONLUS, è stata fondata a Milano nel 1978 per promuovere l’umanizzazione dell’ospedale.

I volontari ABIO si occupano di sostenere e accogliere, in collaborazione con medici e operatori sanitari, bambini e famiglie che entrano in contatto con la struttura ospe-daliera. Fondazione ABIO Italia ONLUS co-ordina e promuove, sul territorio nazionale, l’attività delle Associazioni ABIO locali che con i loro 5.000 volontari offrono un valido e costante supporto ai bambini e alle loro famiglie.

Giornata Nazionale perAmore, perABIO

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14 La Favola del mese

Luigino tornava da scuola e pen-sava e ripensava a quello che ave-va detto la maestra: “Oggi vi spiego la destra e la sini-stra!” Luigino non aveva capito.

Tornato a casa corse dalla mam-ma e chiese: “Mamma cos’è la destra e la sinistra?

“Questa è la destra e quest’al-tra è la sinistra”, rispose la

mamma, alzando prima una e poi l’altra mano. “Ah, ho capito”,

esclamò: “Questa è

la sinistra?!” “No, l’altra”, disse la mamma.

“Ma come, io ho alzato la mano che hai alzato tu!” Commentò un po’ imbronciato. “Si”, disse la mamma, “ma tu sei girato adesso e quindi quello che per me è la destra, per te è la si-nistra!” “Va bene” e se ne andò a giocare fuori. Ma a Luigino non era anco-ra chiaro. “Bah, che strana cosa”. Mentre rifletteva sui “nomi delle mani”, sentì poco più in là dei ragazzi un po’ più grandi che gio-cavano a pallone: “Rigore, rigo-re… tiro io… no tira Franco, con il sinistro!” Ancora questa parola. Si avvicinò e con suo stupore vide un tiro in porta… “Goal!” gridarono tutti.

“Ma non doveva tirare con il sinistro?” disse a uno lì vicino, “Certo che lo ha tirato e che tiro!” “Un mistero” disse tra sé. Intanto stava rincasando il papà.

“Finalmente!”, si disse e gli corse incontro. “Papà, papà...” e gli raccontò quello che aveva fatto e visto, allora disse: “la destra e la sinistra sono le mani o le gambe? E come si fa a riconoscerle?” Sembrava una semplice domanda.

Il papà ci pensò un po’ su e disse: “La destra è la parte del corpo con la quale mangi,

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scrivi, tiri il pallone… su, adesso andiamo a mangiare che si è fatto tardi”. Ma Franco non aveva segnato col sinistro? Andò a pranzo e la mamma aveva cucinato il suo piatto preferito, gli spaghetti con pomodoro!

Mentre era intento a mangiare era quasi soddisfatto, stava mangiando con la mano destra, poi vide che il papà al suo fianco mangiava con l’altra...“ma mi hai detto che la mano che scrive e quella con cui si mangia è la destra, ma tu stai mangiando con l’altra?” “Si Luigino, ma io sono mancino” rispose il padre.

“La tua mano è la destra, ma io uso la sinistra”.

“Oh insomma” sbottò Luigino “prima la maestra, poi mamma che dice che se mi giro…

adesso questa nuova parola ‘mancino’. Si può sapere se esiste un

modo per sapere?!”

Allora, Mario, il fratellone, gli disse: “Guarda, è semplice: ti metti al cen-

tro di una strada e osserva le macchine, quelle che vanno, stanno sempre a destra e

quelle che vengono, sempre a sinistra”.

Luigino era contento, corse alla finestra e osservò la strada “È vero” disse “quelle che vanno e quelle che vengono sono sempre nello stesso lato della strada, quindi è questa la spiegazione della destra e della sinistra. “Si, ma qui da noi” aggiunse il papà, “perché in Inghilterra le macchine vanno a sinistra e vengono a destra!” “Basta!!!” disse Luigino, “ho capito!”.

La mattina dopo, mentre stava andando a scuola, gli si fermò una macchina vicino: “Scusa ragazzino, per

il centro devo girare a destra o a sinistra?” “Dipende”

rispose Luigino!

E tu, sai riconoscere la destra e la sinistra? Sapresti spiegarlo con un esempio a Luigino?un esempio a Luigino?

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Il nettare degli dei, non una leggenda, ma il frutto dell’amore che sgorga dal tuo seno, per nutrire, amare, crescere e proteggere il tuo bambino, un vero

elisir di lunga e sana vita.

Fin dal primo istante in cui una donna è con-sapevole di portare la vita in grembo, il suo pensiero è proiettato al giorno del parto, giorno in cui finirà la nausea, i piedi gonfi, gli ormoni e l’umore ballerino; giorno in cui finalmente si incontrerà il proprio bimbo, si scoprirà il suo viso e lui si attaccherà al seno in un estatico abbraccio da copertina di Baby Magazine.

Quando un bimbo nasce e viene appog-giato sul ventre della madre, prima ancora che venga tagliato il suo cordone ombelica-le, comincia a muoversi, come un cucciolo, sente l’odore del seno materno, ne è rapito, si attacca con voracità, la felicità è totale, la stanchezza del travaglio sembra scompari-re, ma assieme all’estasi, arriva il dolore! Chi lo avrebbe mai immaginato? Il seno è gonfio, ma il colostro non scorre ancora serenamente, deve trovare la sua strada, inoltre la suzione attiva la produ-zione di ossitocina, dunque ricominciano le contrazioni per far ritornare l’utero alle sue dimensioni originali. In questo momento mille dubbi possono assalirti, tutte le persone che incontrerai elargiranno consigli, dai più saggi ai più stu-pefacenti e tu sarai frastornata e sopraffatta. A questo punto fermati e pensa, l’umanità è sopravvissuta perché tutte le donne sono in grado di allattare il proprio bambino, a meno di malattie importanti e rare, a patto che il bimbo possa attaccarsi al seno presto e libero da regole, orari e schemi.

Lasciati guidare, dunque, dal buon senso e

dal tuo istinto e ogni dubbio si scioglierà. Paracelso diceva: “è la funzione che crea l’organo e non il contrario”, questo vuol dire che più il bimbo succhierà, più latte sarà prodotto.

Come quando si va in palestra, più ci si alle-na, più si può chiedere ai nostri muscoli. Quindi non avere paura, il tuo seno non è un vizio, non è un gioco, rappresenta la vita per il tuo bambino e la salute per te. Se in qualche momento, per stanchezza, se il bimbo si è attaccato poco e senti il seno vuoto, prima di ricorrere al latte artificiale, ci sono diverse piante galattogoghe, che sti-molano, la produzione di latte che potranno sostenerti in questo momento impegnativo e faticoso.

La pianta più usata a questo scopo è la Galega, aumenta la monta lattea miglio-rando lo stato circolatorio della ghiandola mammaria. Il Finocchio, che oltre ad una funzione galat-togoga, migliora la digestione della mamma e anche del bimbo, prevenendo dunque le colichette gassose.

Il nettare degli dei a cura di Luisa Gentile Naturopata

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Il Sambuco, sempre galattagogo, utile in in-verno perché allevia raffreddori e mucose infiammate. Il Fieno Greco migliora l’assorbimento delle proteine, inoltre aumenta notevolmente la produzione di latte.

Se sei lontana dal tuo bimbo nei primi giorni, magari perché è in incubatrice, rivolgiti a un agopuntore o un naturopata perché ci sono dei punti che si possono stimolare per aumen-tare la produzione di latte. Anche i fiori di Bach possono essere un valido supporto in allattamento, per alleviare le an-sie e le paure che questo periodo può portare con se.

Prima di prendere qualunque tisana, estratto, fiore, rivolgiti a un professionista che possa consigliarti serenamente il prodotto più adat-to alla tua situazione. Ricorda: questo sarà un periodo magico e passerà velocemente, godi a pieno di questa gioia immensa e anche se qualche volta pen-si di non farcela, tieni duro e abbi fiducia in te, nutrire il tuo bambino è un atto d’amore grandioso.

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22 Uno spazio per farvi divertire e fornire idee fantasiose, per trascorrere il tempo in modo intelligente e trovare oggetti originali e introvabili utili per la crescita del bebè.Una serie di segnalazioni da parte del popolo dei genitori.

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Assegni familiari a coppie di fatto con figli

Tra i figli legittimi, e quelli nati da una convi-venza more uxorio, non c’è alcuna differen-za riguardo agli assegni familiari.

A metterlo in risalto è Giovanni D’Agata, com-ponente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” dell’Idv - Italia dei Valori, in forza ad una sentenza della Cassazione emes-sa venerdì scorso, 18 giugno 2010. La Cassazione, quindi, pareggia i diritti in li-nea con quanto la nostra Costituzione, in cor-rispondenza dell’articolo numero 29, recita in materia di famiglia che è riconosciuta come

una società naturale fondata sul matrimonio. Pur tuttavia, nessuna Legge specifica discipli-na le coppie di fatto con la conseguenza che la situazione risulta essere sia confusa, sia vaga; e secondo Giovanni D’Agata questo purtrop-po spesso può comportare il rischio della ne-gazione di alcuni diritti che nel nostro ordina-mento risultano essere fondamentali. Per questo la sentenza della Suprema Corte è da ritenersi, secondo il componente del Di-partimento Tematico “Tutela del Consumato-re” dell’Idv, sia importante, sia innovativa vi-sto che viene incontro alle esigenze di quel-le coppie di fatto che fino ad ora si sono tro-vate in materia di accesso agli assegni fami-liari in una posizione di inferiorità rispetto a quelle che invece risultano essere legate dal vincolo del matrimonio.

Oltre alla presenza o meno del vincolo del ma-trimonio, gli assegni familiari spettano chiara-mente nel rispetto dei limiti di reddito. Gli importi, inoltre, in accordo con quanto si legge sul sito Internet dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps), variano sia in funzione del reddito della famiglia, sia in fun-zione del numero di componenti e delle carat-teristiche del nucleo a seconda, ad esempio, se trattasi di nuclei dove è presente un solo genitore, oppure al suo interno c’è un com-ponente inabile. La domanda per gli assegni familiari, da par-te del dipendente, deve essere presentata al datore di lavoro che poi li erogherà diretta-mente in busta paga. Sentenza 25 febbraio 2010, n. 4623

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a cura dell’Avv. C. D’Emilio responsabile di www.legalmente.info

Leggi & Normative

I bambini alla scuola maternaI bambini della scuola materna vanno accom-pagnati e sorvegliati anche in bagno Lo ha deciso la Sezione Terza Civile della Cas-sazione con la sentenza n. 9906 depositata il 26 aprile scorso.

Il caso ha visto coinvolta una bambina di una scuola materna, che lasciata da sola in bagno si era procurata una ferita a un occhio a causa del-la rottura del gancio della catenella dell’acqua. I genitori convenivano in giudizio il Ministero della Pubblica Istruzione per ottenere la con-danna dei danni subiti della minore, vedendo-si vittoriosi sia in primo che in secondo grado. Il Ministero ha allora adito alla Cassazione, la quale ha rigettato il ricorso confermando la sentenza del giudice di merito. La Corte ha preliminarmente precisato che la

responsabilità dell’istituto scolastico e dell’in-segnante, per acclamata pacifica giurispru-denza (Cass. SS.UU. 9346/2002; Cass. SS.UU. 26972/2008) in caso di danno cagionato dall’a-lunno, anche a se stesso, rientra nella natura contrattuale.

Invero, secondo il Collegio, con l’iscrizione e l’accoglimento a scuola si instaura un vinco-lo negoziale dal quale sorge, a carico dell’isti-tuto, l’obbligazione di vigilare sulla sicurezza ed incolumità dell’alunno durante la sua fru-izione della prestazione scolastica in tutte le sue espressioni, compreso quella che l’allievo procuri danno a se stesso.

L’insegnante, a sua volta, in questo rapporto assume l’obbligo - contrattuale - non solo di istruzione ed educazione ma anche di prote-zione e vigilanza nei confronti dell’allievo, al fine di evitare che lo stesso si procuri, da solo, un danno alla persona.

Per effetto di tale responsabilità - continua la Corte - in caso di controversie, l’attore dovrà solo provare che il danno si è verificato, men-tre il convenuto avrà l’onere di dimostrare che l’evento dannoso è stato determinato da cau-sa allo stesso non imputabile.

Nel caso di specie, l’insegnante - sulla quale si può rivalere l’Amministrazione solo in caso di dolo o colpa grave - si era giustificata di aver lasciato sola la bambina in bagno per il fatto che doveva tornare subito in classe per non lasciare incustoditi gli altri bambini, ma ciò per la Corte non è stato sufficiente ad esclu-dere la responsabilità dell’insegnante per cul-pa in vigilando, poiché avrebbe dovuto met-tere in atto tutte le misure necessarie per sor-vegliare la bambina, in considerazione dell’e-tà della stessa che non era in grado di valuta-re le conseguenze delle sue azioni, comprese quelle apparentemente innocue, servendosi anche dell’ausilio del personale non docente.

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26 Strabismo: l’esotropia essenziale infantile

È tra gli strabismi più comuni a rapida insorgenza;

i genitori notano facilmente una notevole deviazione

oculare convergente.

Altre volte invece vi sono delle particolari condizioni anatomiche che simulano uno strabismo, come ad esempio il più comune epicanto marcato (piega cutanea che de-corre dal lato nasale dei due occhi, questa quando più è marcata simula uno strabismo convergente).

Fatte queste dovute premesse, è fondamen-tale specificare che lo strabismo è una con-dizione clinica della motilità oculare le cui cause sono variabili e le conseguenze non sono mai (solo) estetiche ma sempre funzio-nali, invalidanti e, se non trattate in tempo nell’età plastica, irreversibili. La diagnosi precoce e il suo tempestivo trat-tamento ortottico e/o chirurgico, rappresen-tano l’unica possibilità affinchè le sequele dello strabismo non siano permanenti e in-trattabili.

L’esotropia essenziale infantile è una forma di strabismo convergente che colpisce l’1% dei soggetti nati a termine, la percentuale aumenta nei gemelli soprattutto se sottope-so alla nascita.

Raggiunge il 15% nei nati prematuri. Le sue caratteristiche principali sono: • Insorgenza entro i 6 mesi di vita • Angolo di strabismo rilevante (oltre le 40 diottrie prismatiche) • Normale sistema nervoso centrale • Deviazione stabile • Fissazione crociata con posizione anomala del capo (entrambi gli occhi restano addotti, ovvero “convergenti” per cui quando il bim-bo guarda con l’ occhio destro tiene il capo ruotato a destra e viceversa) • Pseudo paralisi dei muscoli retti laterali (ap-parentemente sembra che lo sguardo del

bimbo non riesca ad oltrepassare la linea mediana, ma sembra rimanga addotto) • Ipermetropia modica (condizione normale) • Nistagmo • Altre disfunzioni della motilità estrinseca L’approccio diagnostico e terapeutico è di esclusiva competenza dell’Ortottista e dell’Oculista, che insieme e secondo le relati-ve competenze, attuano le indagini cliniche e stabiliscono il trattamento personalizzato più adeguato.

Gli atti diagnostici iniziali sono l’esame com-pleto del bulbo oculare, l’esame della refra-zione (con l’instillazione di colliri cicloplegi-ci), la valutazione approfondita degli aspetti motori e sensoriali.

Così facendo ed escludendo diagnosi diffe-renziali come esotropie sensoriali o paralisi congenite di uno o entrambi i muscoli abdu-centi, si valuta il tipo di fissazione attuato dal bambino e la preferenza o meno nell’uso di uno dei due occhi.

Stabilito che l’angolo elevato di tale strabi-smo non è correggibile con lenti, che nono-stante le terapie ortottiche del caso, non ha una riduzione sostanziale, l’aspetto terapeu-tico è indirizzato meramente al trattamento dell’ambliopia (cosiddetto “occhio pigro”, ovvero un mancato sviluppo visivo di uno dei due occhi a causa del suo non uso) quan-do la fissazione non sia alternante e al mi-glioramento della motilità oculare attraver-so le diverse terapie attuate dall’ortottista, in attesa comunque dell’intervento chirurgico che resta il trattamento d’elezione per que-sto tipo di strabismo.

La diagnosi precoce e il suo tempestivo trattamento, presso un centro oculistico e ortottico rappresentano l’unica possibilità affinchè le sequele dello strabismo non sia-no permanenti e intrattabili.A prescindere dagli strabismi congeniti e dalle forme di paresi congenite dei musco-li oculari, e dalle forme minori di esotropia precoce, fino al terzo mese di vita sono pos-sibili condizioni variabili e assolutamente transitorie della motilità oculare quali esotropie (strabismo convergente) o più raramente exotropie (strabismo divergente).

a cura del dr. Michele Meglio, Ortottista. Univ. Cattolica S.Cuore, Roma

Amb. Ortottica IRCCS Neuromed (Pozzilli)

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Guardate il cielo e domandatevi: la pecora ha mangiato o non ha

mangiato il fi ore? E vedrete che tutto cambia… Ma i grandi non capiranno

mai che questo abbia tanta importanza.” (Saint-Exupery)

Fin dai primi contatti con il corpo della ma-dre, il bambino fa un’esperienza molto im-portante: sperimenta il piacere o il malesse-re e riconosce tali sensazioni in relazione a determinate esperienze concrete. Per esempio: il malessere quando ha l’aria nella pancia e il piacere quando è appoggia-to al petto della madre. Queste sensazioni, ripetendosi, nel tempo, vengono memorizzate dal bambino sia nella mente che nella memoria corporea, il bambino impara a riconoscerle e con il tem-po sperimenta anche un’altra cosa; dopo che la madre si è allontanata, ritorna.

Che cosa sta facendo il bambino? Egli sta svolgendo un’importante operazio-ne, mentre fa esperienza; associa le sue sen-sazioni fisiche alle situazioni: il piacere alla madre che nutre, al padre che gioca, ecc. e il malessere alla mancanza, quando fa que-ste associazioni mentali unite alle sensazioni del corpo, in realtà egli crea delle immagini e sono le immagini che fanno memorizzare l’esperienza fatta.

Perché è così importante creare immagini? Quando la madre comincia lo svezzamento, e più tardi comincia ad abituare il bambino ai primi distacchi e ai primi allontanamen-ti, l’aver imparato a creare immagini in cui la madre manca e poi ritorna, funziona in modo efficace per affrontare meglio l’assen-za della madre. Quindi il bambino impara a gestire l’assen-za di una persona cara o la mancanza di un

oggetto, con serenità e fiducia: -la madre ritornerà-. In questo modo, il bambino si protegge dalla paura più antica, quella di perdere la madre e con essa la fonte del suo sostenta-mento e benessere.

Mentre cresce, il bambino gradualmente si distacca dalla madre, per diventare sempre più autonomo, e lo fa serenamente senza traumi solo se impara ad accettare la sepa-razione, ma questo riesce solo se può imma-ginare che dopo la separazione c’è anche un ritorno. Allora, quando dovrà andare alla scuola d’in-fanzia, il primo giorno non sarà un dramma, il bambino è pronto, se ha potuto maturare interiormente l’immagine positiva della ma-dre e del padre. Avere dentro di sé l’immagine positiva dei suoi genitori è come averli realmente e sentirli presenti dietro alle proprie spalle o al proprio fianco, con il loro amore e la loro protezione. Le immagini che un bambino produce den-tro di sé, sviluppa anche il suo movimento verso la vita.

Il bambino che ha prodotto immagini se-rene e che ha sperimentato in una certa misura la mancanza di un oggetto o di una persona, saprà affrontare con meno fatica i vari ostacoli della vita, sarà caratterizzato da un atteggiamento di maggiore fiducia nella risoluzione dei problemi e sarà più disponi-bile a cambiare una situazione triste in gioia e ad essere più flessibile.

Il bambino iperprotetto, che ha avuto tutto e subito e tutti a sua disposizione e, non ha mai sperimentato cosa significa desiderare, aspettare un giocattolo, o che una persona arrivi, crea immagini in cui tutto gli è dovuto e, di conseguenza nella vita tenderà a muo-versi in modo tale da aspettarsi che siano

Per il ben-essere del bambino e del genitore

Alle mamme e ai papà Per arricchire l’immaginario di vostro figlio: -quando il vostro bambino fantastica, giocate con i suoi personaggi, aggiungen-do degli elementi più dettagliati inventati o reali; raccontate o inventate storie ricche di particolari. - fate tutti i giochi in cui si compare e scom-pare come il più noto e antico cucù settè.

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a cura della dr.ssa Leopoldina De Varti, Psicologa e Psicoterapeuta

Il mondo immaginariodel bambino

sempre le situazioni e gli altri ad adattarsi a lui. Il bambino che è stato molto trascurato, sviluppa un immaginario popolato di figure potenti e aggressive e tenderà a muoversi con sospetto, con prepotenza, cercando di preva-ricare sugli altri per paura che a lui non riman-ga nulla, o con la paura continua e profonda di essere abbandonato ed escluso. w

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Baby Link

in giro per la rete

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www.mammaelavoro.itIl sito Mamma e Lavoro è un progetto nato nel 2010 creato da un gruppo di mamme per trovare nella rete realtà dedicate alla maternità e per offrire alla mamma lavo-ratrice una serie di informazioni, spunti, servizi e condivisione, visto il coinvolgi-mento di persone con esperienze di set-tori specifici (la pedagogista, l’educatrice, la nutrizionista ma anche la specialista HR, l’avvocato ecc. ecc.)Mamma e Lavoro vuole essere uno spazio di informazione e orientamento riguardo a temi come lavoro, maternità e salute. È un ‘contenitore’ dedicato a chi vuole vi-vere con gioia il ruolo di mamma o papà, trovando anche delle risposte ai molti dubbi che devono affrontare i genitori, ma vuole anche offrire uno spazio dove si par-la di professionalità e carriera per quelle donne che hanno scelto di non rinunciare ad avere un ruolo attivo anche nel mondo del lavoro.MammaeLavoro.it è nato per essere uno strumento utile alle donne e alle mam-me, una community per condividere oltre che informare e dove le utenti potranno raccontarsi e offrire il proprio contributo esperenziale.

www.mammeacrobate.com È un portale di informazione, confronto e sostegno rivolto alle mamme, ai papà, ai nonni e a coloro che sono interessati a te-matiche inerenti la maternità e l’infanzia, online da gennaio 2010.ObiettivoMammeacrobate.com promuove attiva-mente la nascita di una community che sia da sostegno alle mamme e che sia punto

di riferimento per le famiglie; un luogo in cui condividere esperienze, cercare consi-gli e informarsi.I temiGrande attenzione viene riservata a macro temi quali lavoro/conciliazione, attualità, psicologia, diritto e a tutto ciò che ruota intorno al ruolo della donna/madre nella società, ma non solo. Si parla anche dei bebè e delle loro esi-genze, di natural life, di moda, di cucina e di soluzioni abitative per case a portata di bambini. E ancora, recensioni di libri, sia per genitori che per bimbi, e prodotti originali, pratici e innovativi. Infine uno spazio tutto dedi-cato ai Nonni 2.0 attraverso il Blog di Non-na Maria e ai Papà. Cerchiamo inoltre di dare il nostro contri-buto per segnalare eventi, iniziative e op-portunità per bambini e famiglie.

www.salute.gov.itUna sezione del sito del Ministero dellaSalute dedicata alla salute del bambino.Spesso le famiglie non sanno come com-portarsi e si trovano da sole ad affrontare problematiche fondamentali per lo svilup-po evolutivo del bambino. I bambini sono il nostro futuro. Adoperarsi per tutelare al meglio la loro salute è un preciso impegno di civiltà. La guida e le schede tecniche presenti in queste pagine forniscono ai genitori un strumento pratico ed operativo. Sono semplici regole generali che vanno dalla preparazione dell’ambiente che do-vrà accogliere il neonato fino all’alimen-tazione, all’igiene e alla prevenzione degli incidenti domestici

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Trieste, 18-21 settembre 20107th European Conference of European Spciety for Infectious Diseasesin Obstetrics and GynaecologySede del Congresso: Conference Centre Stazione MarittimaPresidenti del Congresso: S Guaschino, B Larsen, ER WeissenbacherSegreteria Organizzativa: Ekipeventi - P.O. Box 830 - TriesteTel: 040.3406097 Fax: 040.9870122 Cell: 333.4014910 - 347.1252693www.ekipeventi.it

Torino, 9 Settembre 2010Congresso medico in Neuropsichiatria infantileAttività formativa per: Medico chirurgo, Psi-cologoDiscipline di riferimento: Neuropsichiatria infantile, Psichiatria, Medicina generale - Medici di famiglia, Psicologia, Area nterdisciplinare,PsicoterapiaObiettivi evento: Acquisire conoscenze teoriche in: formato di coppia, individuale e familiare

Conseguire conoscenze pratiche in: formato psicoterapeutico, convocazioneMigliorare capacità comunicative in: scelta del sottosistema familiare su cui intervenire Obiettivo formativo nazionaleGruppo 2 - Formazione finalizzata all'utilizzo ed all'implementazione delle linee guida e dei percorsi diagnostico-terapeuticiwww.infocongressi.com

Milano, 17-18 settembre 20109° Corso Teorico-Pratico di Procreazione Medico-AssistitaDirettore: G RagniSegreteria Scientifica Fondazione per la Ricerca sull'Infertilità di CoppiaTel: 02.58314368Segreteria Organizzativa: Centro Italiano Congressi CICcorso Trieste, 42 - 00198 RomaTel: 06.8412673 Fax: [email protected]

Napoli, 20 settembre - 2 ottobre 20106th World Congress on Ovulation Inductionhairmen: M Filicori, G DePlacidoComitato Scientifico: R Fleming, JN Hugues, NS Macklon, Nardo L, Pellicer A, Ubaldi FDr. Carlo AlviggiDipartimento di Medicina Riproduttiva di Ginecologia e OstetriciaUniversità di Napoli "Federico II"Via Sergio Pansini 5 - 80131 NapoliTel: 081.7462699 Fax: 081.746 3747mail: [email protected] Organizzativa: GynePro Educationalmail: [email protected] del Congresso: Royal Continental HotelVia Partenope 38/44 - 80121 Napoli, ItalyTel: 081.2452068 Fax: 0817644616mai: [email protected]: www.gynepro.it

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Calendario Baby

Eventi e iniziative dedicate a infanzia, pediatria e ginecologia.

Segnalate a: [email protected]

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Carmine 8 anni

Lele 9 anni

Francesco 7 anni

Enrico 8 anni

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Una sezione che dà spazio alla creativi-tà, una galleria dedicata a tutti i piccoli artisti che amano disegnare, raccontare, inventare, sognare e creare.

Se ti piace scrivere, disegnare se hai fan-tasia da vendere e vuoi mostrarlo a tutti, questa è l'area dedicata a te!

Manda* i tuoi lavori all'indirizzo [email protected]

oppure spediscili ad:Associazione Salutare Via Due Principati, 278 83100 Avellino,

li pubblicheremo in una fantastica Galleria d'Arte junior.

*puoi scannerizzare o fotografare le tue opere o mandare gli originali, (il materia-le non verrà restituito); PS.: non dimenticare i tuoi dati.

+ Spazio alla Fantasia!

Enrico 8 anni

In Diagnostica Medica è attivo un servizio di ecografi e specifi che:

* transfontanellare per neonato e lattante

* Ecocardiografi a pediatrica* Visite pediatriche