E42 magazine n.9 2013

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...l’Assessorato alle Attività produttive, al Lavoro e al Litorale di Roma Capitale,

la Presidenza del XII - ora IX Municipio - hanno conferito il patrocinio di Roma Capitale

alla rivista “E42 Magazine Roma” per l’impegno profuso nella focalizzazione, partendo dal

territorio, delle più salienti vicende socio-istituzionali e culturali, ai giovani ed alle loro

variegate problematiche attuali nonché al tessuto economico-produttivo capitolino…

lROMA

un quartiere, una città, un mondo...

[email protected] www.e42magazineroma.it

L’editore e la redazione tutta della rivista E42 Magazine Roma, ringraziano le Istituzioni,

che hanno concesso il patrocinio di Roma Capitale alla nostra testata per i suoi contenuti

economici, culturali, sociali e di interesse collettivo. Questo importante riconoscimento, oltre

ad onorarci profondamente, ci sprona a proseguire il nostro lavoro su queste direttrici con

il massimo dell’impegno per un’informazione sempre attendibile, oggettivamente fondata e

collettivamente interessante.

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Il direttore

Gilda Tucci

Editoriale

Care lettrici, cari lettori, stiamo vivendo in un momento di democrazia decadente,

numerosi sono i segnali che lo dimostrano , in particolare la formulazione delle regole.

Lo si percepisce esaminando le leggi del parlamento, i dettami più elementari e la

stessa cultura. Spesso è addirittura vietato esprimere un’opinione non omologata al

comune sentire. Appena si afferma o addirittura si pensa qualcosa di non condiviso

dai più, si viene considerati estremisti, razzisti, settari e chissà che altro. È diventato difficile

persino essere quello che si vuole essere, il nostro intelletto è soggetto a vere e proprie limi-

tazioni. Tutto ciò vuol dire che la decadenza è compiuta; per contrastare questo stato di cose

è essenziale riaffermare un pensiero libero e in fermento come strumento di progresso. Non

dimentichiamo il principio di René Descartes , ovvero Cartesio , filosofo e matematico francese,

che recita: “cogito ergo sum “ , “penso dunque sono “. Stiamo subendo passivamente, troppo

passivamente, uno stato di cose che può provocare solo disagio. Vorrei soffermarmi a tal

proposito su Roma, la nostra bella e sfortunata città, che da anni ormai non trova un sindaco

e una giunta alla sua altezza e che da quando è stato eletto Ignazio Marino, è più che mai

ostaggio di zingari, (c’è stato un calar di braghe davanti ad una tribù che si è rifiutata di tras-

ferirsi da un campo ad un altro…. mi par di ricordare che l’Ignazio fosse in debito con i rom

…), di lavavetri, di venditori abusivi, di prostitute e altro. Piuttosto che attendere alle precedenti

ordinanze, che secondo la nuova giunta avrebbero portato pochi risultati, si è assunto un at-

teggiamento totalmente lassista con la conseguenza che il minimo effetto deterrente è stato

vanificato. È inevitabile che un atteggiamento così morbido del Comune verso ogni forma di

illecito stia provocando legittime tensioni con la Questura. Abbiano un sindaco eletto solo

dal 27% dei romani che dà copertura a tanta illegalità diffusa , promette case, ben 1500, agli

zingari italiani e stranieri, che si stanno riversando a orde su Roma dando luogo ad un vero

e proprio saccheggio (vedi aumento furti, borseggi ,occupazioni abusive…), non ha fatto una

sola delibera, ha decretato la morte di una strada, via Merulana, ha totalmente perso il con-

trollo dell’ordine pubblico della città. Non ha idea di cosa fare per mettere a frutto le enormi

risorse di Roma che potrebbero portare oro nelle casse del Comune. Il sindaco, pensa alle

piste ciclabili, a creare scontento fra i cittadini imponendo pseudo isole pedonali e inutilità

simili e a collezionare pessime figure…. A quando le cose serie ? Quando verranno affrontati

i veri problemi che mortificano la città? Immagino l’Ignazio come un pilota che da un pic-

colo aereo da turismo o meglio da un aliante si trovi a condurre un F16. Lo schianto è assicu-

rato! Marino è un medico, se continuasse a farlo sarebbe cosa buona e giusta, ad ognuno il

suo! Per essere “politically correct” (spesso mi piace essere “incorrect”), qualsiasi inesattezza

riportata nei nostri articoli, di qualsiasi natura essa sia, costituirà, alla prima occasione utile,

oggetto di rettifica .

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6 Attualità

Scappare a Londra a 20 anni

8 Attualità

Comprare casa in

Gran Bretagna

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14 Euroeconomy

Lavoro, sviluppo, welfare per la

società: quale futuro?

16 Euroeconomy

Correggere gli errori contabili

per il fisco adesso è possibile

18 Euroeconomy

Stato. Sindacati. Lavoratori.

Imprenditori. Il grande gap

20 Euroeconomy

European Space Expo,

l’europa investe nello spazio

30 Missing

32 Costume e società

I colori di Roma

Attualità

Mini vulcano a Fiumicino

44 Chirurgia estetica

Trattamenti ambulatoriali

Periodico di attualitàAnno 2- numero 9 - ottobre 2013

EDITOREPasquino Editrice S.r.l.Via Sabotino, 46 - 00195, Roma

Registrazione Tribunale di Roman. 172/2012 del 11/6/2012

Direttore ResponsabileGilda Maria Tucci Camuri

VicedirettoreDaria Onofri

Direttore editorialeAlessia Allegra

Responsabile MarketingGiorgio Maria Franceschi

CollaboratoriSergio Allegra, Jessika di Cesare, Marco Cannavicci, Natalina Orlandi, Margherita Filipponi, Susanna Russello, Fabio Campoli,Laura Solari, Pietro Maria Putti, Sabrina Allegra, Cristina Allegra, Paolo Coscione, Roberto di Carlo, Marina Giangiuliani, Michele Spremolla, Patrizia Chelini, Luigi Gemma, Federica Costa, Simone Nastasi, Andrea Lovelock, Livia Rocco, Sonia Domenici, Francesco Falvo D’Urso, PaoloCallipari, Maria Beatrice Cantore, Francesca Caschi, Pierluigi Borneti, Luigi De Valeri,Gian Maria Volpicelli, Ernesto Vetrano, PaolaMarulli, Massimo Sellan, Marco Biffani.

Redazione e Direzione:Via Sabotino, 46 - 00195, RomaInfo: cell. 331 7004005Email: [email protected]: www.e42magazineroma.it

Concessione pubblicitariaS.I.P.A. S.r.l.Servizi integrati per aziendeVia Sabotino, 4600195, RomaP.IVA e C.F. 11749291008www.serviziintegratiaziende.comsegreteria@[email protected]

FotoPaolo Callipari, Stefano Mileto e Guglielmo Rota, Giorgio Bonomo, Roberto Marchionne, Francesca Moscatelli, Chiara Sellan, Pino Bitetti. Copertina:MUAH Daria BogatovaPhoto by Anna DoctorModel Katya Cherenova

Grafica e impaginazioneAM_GT Mad graphics di Tucci - Mariotti

StampaMiligraf S.r.l.Via degli Olmetti, 36 00060 FormelloTel. 06 9075142

E’ vietata la riproduzione totale e parziale di tutti i testi, la grafica,

le immagini e gli spazi pubblicitari realizzati da Pasquino Editrice

S.r.l. Tutti i diritti sono riservati.

Periodico iscritto all’

MAGAZINEROMA

12 Attualità

In italia sta esplodendo

il crowdfunding

24 Senxa censura

Morti sospete allo Spallanzani

42 Diritto e società

I rischi specifici presenti sul luogo di lavoro.

40 Psiche e società

Nella trappola del gioco

patologico

46 Moda e design

Milano fashion week

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ottobre 2013sommario

46 Moda e design

Giorgio Armani

48 Moda e design

G. Scola e A. Garcia 50 Moda e design

Moda capelli

autunno/inverno 2013/14

54 Moda e creatività

Pamela Quinzi

da Roma a New York58 “Le chicche di Eli”

78Sorpresa!!!81

Fabio Campoli

Peperoncino, ben oltre il piccante.90 93 Quattro zampe e una penna

94 FTT

Spunti di riflessione:

il clima autunnale ispira! 96 Street Style

104

107

Leggiamo

La voce di Pasquino

60 Spettacolo

Intervista Alessio Di Clemente 62 Moda e design

Vivere la casa e abitare la vita

66 Caput Mundi International

Burlesque Award 68

INGV

Utilizzo di accelerometri

contenuti nei telefonini

106105

Lettere dei lettori

Cinenews

I Quartieri di Roma

Laurentino 38

108 Offerte di lavoro

70 Cold Case

72 La Maker Faire Rome

76 IX Municipio

Ricuciamo i quartieri del

Municipio IX

80 La grande avventura

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Scappare a Londra a 20 anni

Attualità

di Gian Maria Volpicelli

E non è un caso che, insieme agli italiani, negli ultimi anni la City abbia accolto migliaia di

giovani in fuga da Cipro, Grecia, Spagna e Portogallo. Una geopolitica della crisi che non

lascia molti dubbi. Ovviamente Londra non è il paese dei balocchi. Molti under 30 che si

stabiliscono nella capitale finiscono a lavorare in qualche bar (anche quello dei camerieri

italiani è diventato un luogo comune, sulle rive del Tamigi). Come ha dichiarato lo stesso

sindaco di Londra, Boris Johnson, qualche giorno fa “Questa città era famosa perché aveva

troppi barristers [avvocati, ndr] adesso lo è perché ha

troppi baristi”. Ma è pur sempre un contratto di lavoro,

regolare e stabile, a fronte dell’eterna precarietà che li

aspetterebbe a casa. Per i più qualificati, comunque,

le occasioni ci sono. Tralasciando il settore alber-

ghiero e della ristorazione – tradizionale appannaggio

del Belpaese – non mancano i giovani che riescono a

soddisfare le proprie ambizioni nel campo del marke-

ting e della moda, nelle università, nei grandi studi di

architettura. Ma ci sono anche molti aspiranti giorna-

listi: i corsi della City University, considerata la miglior

scuola di giornalismo in Gran Bretagna e fra le prime

al mondo, scoppiano di italiani ansiosi di raccontare il

mondo. Un sogno senza speranza? Forse no, come di-

mostra la storia di Linda, 25 anni, torinese, e un lavoro

nella redazione della BBC, la più grande compagnia

radiotelevisiva britannica. «Ho un buon inglese, ma

ben lontano dal livello di un madrelingua. Ma dopo

che mi sono laureata in giornalismo in un’università di

Londra, qui mi hanno dato fiducia», spiega. Certo, non

è sempre facile reggere i ritmi del lavoro, e in generale

vivere a Londra può essere stressante. «È una città “di

passaggio” : la maggior parte di chi vive qui rimane

per poco, perciò è difficile stringere davvero amicizia

con qualcuno. Da questo punto di vista, l’Italia mi man-

ca», accenna un sorriso amaro, e conclude: «Ma solo

da questo punto di vista».

Sempre più numerosi sono i giovani italiani che si riversano nella capitale inglese, molticon la speranza di non tornare indietro. Come biasimarli visto che la disoccupazione giovanile, nel nostro paese, sfiora il 40%.

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Comprare casa in Gran Bretagna

di Gian Maria Volpicelli

Sempre più giovani italiani si riversano nella capitale inglese, infatti i

cittadini italiani residenti a Londra sono 390mila . Mentre nel Belpaese

il mattone arranca nel mezzo di una crisi nerissima, in Gran Bretagna

non è mai stato così vitale. Chi volesse comprare una casa in Inghilter-rr

ra si affretti, perché il prezzo medio aumenta di più di 50 sterline (circa

60 euro) al giorno. È una scalata inarrestabile che non interessa solo i

quartieri più cool di Londra (tipo Notting Hill o Kensigton, per intenderci),

ma anche quelle che fino a poco tempo fa erano considerate periferie

poco attraenti. Basti pensare a quello che sta succedendo nei sobborghi

di Islington e Hackney, a nord della City di Londra, dove il prezzo delle

case è aumentato di più del 50 percento negli ultimi dieci anni – e non

accenna a fermarsi. L’impennata riguarda anche il resto del Regno Uni-

to, quello che non vive sulle rive del fiume Tamigi. Fuori dai confini della

capitale, il valore degli immobili dell’Inghilterra Orientale sono cresciuti di

quasi il 7 percento nell’ultimo anno. Anche la Scozia partecipa al trend

ascendente, con una crescita dei prezzi delle abitazioni del 2,2 percento

all’anno, dovuto specificamente alle performance di Edimburgo, Glasgow

e Aberdeen (che in un decennio ha conosciuto un apprezzamento del

mattone del 101 percento). Tutto ciò è dovuto a un’economia tutto som-

mato più rosea di quella di molti paesi europei (in primis l’Italia) e, soprat-

tutto, all’enorme disponibilità di credito a bassi tassi d’interesse messo a

disposizione dalle banche inglesi per i potenziali compratori di immobili.

Una situazione frutto di misure governative volte a facilitare l’accesso al

credito e a stimolare il mercato, come il piano “Funding for Lending” o il

programma “Help to Buy”. Va poi messo in conto che moltissimi stranieri

benestanti (russi, greci, italiani sono ai primi posti) negli ultimi anni hanno

invaso il mercato immobiliare britannico, in cerca di un investimento sicu-

ro, lontano dalle turbolenze economiche dell’area Euro. Il rischio è che –

anche a causa dei progetti futuri del governo Cameron, che ha intenzione

di costruire 7000 nuove case popolari e introdurre ulteriori agevolazioni

per chi chiede un mutuo – l’euforia immobiliare britannica si trasformi in

una bolla, pronta a scoppiare. Le conseguenze sarebbero inaspettate e

potenzialmente disastrose per il regno di Albione: l’ultima ad avere un

problema del genere è stata la Spagna, e ancora sta cercando di uscirne.

Attualità

È un fenomeno in forte aumento, dovuto in particolare all’enorme disponibilità di credito a bassi tassi d’interesse, messo a disposizione delle banche inglesi per i potenziali acquirenti di immobili.Firmato Gian Maria Volpicelli ns inviato a Londra.

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i l F R A N C H I S I N Gd e l V I N O

E N O T E C H EW I N E C O R N E R

W I N E S P O T

w w w . b e r n a b e i . i t

Applicazione I-Pad e I-Phone

Applicazione gratuita per laconsultazione dei Promozionali,

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punt endita più vicino a to vocalizzazione delità d’acquisto ddei Cataloghi,

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.te

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...la terra si è aperta all’improvviso e il gas è cominciato a fuoriuscire con grande potenza arrivando fino a 5 metri

di altezza e lanciando anche zolle di terra

Attualità

di Francesca Caschi

Mini vulcano a...Fiumicino

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Anidride carbonica e metano: si apre la terra e a Fiumicino sbuca un

mini vulcano. Sembrava inizialmente un geyser che sputava fino a 5 metri

d’altezza gas e terra. E invece si tratta di un piccolo vulcano quello che è

emerso lo scorso 24agosto in via Coccia di Morto, vicino all’ aeroporto

Leonardo da Vinci di Fiumicino. Gli automobilisti hanno chiamato i vigili

del fuoco. Per spiegare il fenomeno sul posto sono intervenuti anche i

ricercatori dell’ Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma Tre.

La terra si è aperta all’ improvviso poi il gas è cominciato a fuoriuscire con

grande potenza arrivando fino a 5 metri di altezza e trascinandosi dietro

anche zolle di terra. L’ odore di metano è diventato fortissimo il sottosuolo

ha iniziato a gorgogliare per non smettere più. Nei giorni la situazione

è cominciata a migliorare ma il fenomeno ha solo cambiato aspetto. L’

area è stata messa in sicurezza tuttavia non c’ è pericolo per i residenti

né per il traffico aereo dell’ aeroporto, le sostanze analizzate sono nocive

solo se inalate a distanza ravvicinata e in grandi quantità. Non ci sono

dunque pericoli anche se l’ odore, in prossimità dell’ area, è fortissimo.

I primi a intervenire sono stati i vigili del Fuoco, la paura infatti era che

si trattasse di una perdita da una delle condutture proprio dello scalo

romano. E invece, quasi a sorpresa, si tratta di un fenomeno del tutto

naturale così come confermano anche i dati degli esami effettuati dal

Nucleo di rilevamento batteriologico e chimico dei pompieri. E per cercare

una spiegazione scientifica sul posto sono a lavoro ormai da giorni anche

una squadra dell’ Arpa, la protezione Civile e due vulcanologi, Franco

Barberi e Marcello Carapezza, che stanno effettuando studi e analisi ap-

profondite. Ma non solo: «Questo fenomeno naturale è molto frequente in

prossimità del delta dei fiumi esposti agli accumuli di materiale organico

durante le esondazioni avvenute nei millenni passati. E questa zona ha

tutte le caratteristiche perché si verifichi un caso naturale come questo»

hanno confermato gli uomini della protezione Civile. E già in passato in-

fatti, nella zona dell’ Isola Sacra, i ricercatori avevano trovato tracce di

sorgenti d’ acqua calda che potrebbero dare luogo a eruzioni periodiche

con la creazione di colonne d’ acqua calda e vapore, veri e propri geyser.

E proprio quando il fenomeno sembrava in via di esaurimento, con le

scariche di gas sempre più lievi, il mini vulcano è tornato a far parlare di

se. Lo scorso 8 settembre infatti altro fango ha cominciato a fuori uscire.

Questa volta da un tombino a meno di due metri dal vulcano. Gli esperti

hanno spiegato che probabilmente il gas ha scavato e fratturato il terreno

sotto il tombino. Un ampliamento comunque non inaspettato, visto che il

gas cerca vie di uscita dal sottosuolo. I vulcanologi sono quindi tornati a

lavoro effettuando ulteriori esami geolelettrici e insieme al Comune si sta

già pensando a come bloccare il vulcano. I primi risultati e i test hanno

certificato l’esistenza di sacche sotterranee da cui fuoriusciva un mix di

gas e fango. «Per noi è una sorpresa» dice Massimo Leone «inizialmente

avevamo paura ma gli esperti ci hanno più volte rassicurati che non c’è

pericolo sulla natura del gas che fuori esce. Certo – aggiunge – sta cam-

biando aspetto giorno dopo giorno e la zona interessata dal fenomeno

si sta espandendo. Comunque siamo sicuri di non essere in pericolo e

l’intera zona dal giorno della comparsa del mini vulcano è costantemente

monitorata. Attendiamo dunque che si esaurisca da solo».

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Attualità

In Italia sta esplodendo il crowdfundingDa crowd = folla, massa e funding = ricerca di denaro.

Quanti di noi vorrebbero realizzare un progetto, anche

piccolo,

-ma non hanno i soldi

-ma hanno molti amici da contattare

per convincerli della bontà di quello che vorrebbe fare

per convincerli ad aiutarlo per quel che possono

per averne un ritorno anche piccolo

per seguirlo durante la realizzazione.

Il Crowdfunding (C.F.) è un’attività “solidale” sorta, sem-

bra, negli States, con Kickstarter, una piattaforma dedi-

cata che, in 18 mesi dalla nascita, ha raccolto 30 milioni

di dollari da 300.000 donatori, a favore di una serie di

progetti sui quali i proponenti hanno chiesto piccole e

grandi offerte. È una sorta di “mecenatismo parcelliz-

zato”. Solidale, in quanto proponenti e donatori parteci-

pano insieme, alla realizzazione di un progetto (etico o

meno) che diviene quasi comune. Funziona pressappo-

co così. Il mio sogno è di realizzare una bicicletta innova-

tiva, girare un minidocumentario, creare un disco di mu-

sica, pubblicare un saggio (ma anche: fare un pranzo di

nozze, comprarmi l’Ipad5 etc.), un progetto qualsiasi. Lo

propongo ad uno dei siti di C.F. (in Italia: Kapipal, Eppela,

Youkapital, SiamoSoci ed altri), lo descrivo, lo motivo, mi

metto in campo e lo faccio conoscere attraverso il sito

specializzato scelto, comunicandolo agli amici di Face-

book e di altri network su cui ho un profilo, chiedendo di

investirci una piccola cifra, anche pochi euro (comunque

definita), da raccogliere in un certo tempo (da me stabil-

ito). Promettere anche qualcosa in cambio (un biglietto

del cinema, la copia del disco o del libro se pubblicato,

un incontro personale etc.) facilita, coinvolge, convince.

Esistono due formule:

-“Full or Nothing” (tutto o niente), se entro la data che

ho scelto, non si raggiunge l’importo che mi serve, esso

di Marco Biffani

[email protected]

viene “restituito” ai donatori.

-“Acchiappa tutto”, incameri comunque tutto (anche quello che dovesse venire dopo quella

data).

E’ uno stimolo al lavoro ed alla creatività. Utilizza metodi e canali attualissimi. Permette di

realizzare quei vecchi “sogni nel cassetto” o l’intuizione di un momento. Consente a chi

vuole possedere un oggetto, realizzare un evento, creare una start up di averne i mezzi,

ma anche di spendersi per ottenerlo presso i propri parenti, amici, conoscenti, followers,

per cercare di convincere anche quelli che non conosce: i visitatori del sito di C.F. prescelto

(ormai molto popolari), che evidenzia il tuo progetto sul Web. In un periodo così negativo

come l’attuale in cui non circola denaro ma solo idee mi sembra:

-una possibilità offerta a giovani che cercano una strada (che difficilmente oggi si trova)

-di fare quel che desiderano, ottenendone anche i mezzi.

-mettersi in gioco – con passione - per convincere gli altri e raggiungere un obiettivo

-mettersi in campo per verificare la propria progettualità, creatività e ingegno

-aumentare la propria autostima organizzando qualcosa, senza rischi di perdere denaro

Con il beneplacito di amici, conoscenti e i visitatori del sito

Se poi Il Presidente degli Stati Uniti se ne è servito per la sua elezione significa che funziona!

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EUROeconomyMicro e Macro

del Prof. Dott. Sergio Allegra

Economista e giurista

Direttore dell’area giuridico-economica dell’Accademia

forense on line, ne cura l’intera sezione di Roma

Lavoro, sviluppo, welfare per la società: quale futuro?

Il lavoro è oggi certamente la sfida cruciale nella complessa e difficile

ricerca di un equilibrio tra l’esigenza di una maggiore flessibilità e il sis-

tema delle tutele. Un timido spiraglio potrebbe aprirsi nella politica di bi-

lancio. Soprattutto in relazione al nuovo margine di manovra concesso

all’Italia dalla Commissione Europea. In questa ottica bisognerà valutare

fino a che punto l’Europa “tedescocentrica” sia realmente disposta a ve-

nire in soccorso dei Paesi mediterranei, di cui l’Italia fa parte. I dati OCSE

confermano un quadro drammatico del mondo del lavoro: più di due

milioni di giovani non sono impegnati in alcuna attività lavorativa con un

costo elevatissimo per la collettività. Il 54% dei giovani che nel 2012 hanno

avuto la possibilità di avere un contratto, lo hanno ottenuto per un la-

voro a termine. Nonostante le enormi difficoltà del momento, che hanno

origine anche dalla necessità di rivedere alcune misure della precedente

riforma Fornero. L’attuale Governo dovrebbe avere la forza di mettere in

L’attuale Governo dovrebbe avere la forza di mettere in campo riforme con un’ottica di rilancio della formazione e della dialettica di confronto sindacale.

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campo riforme con un’ottica di rilancio della formazione

e della dialettica di confronto sindacale. Fino a che non si

passerà convintamente ad un sistema di protezione del

lavoratore, e non del lavoro, ancorché improduttivo, la

situazione attuale non cambierà e continueremo ad avere

un sistema duale con lavori precari che non porteranno a

nulla di nuovo in quanto lavoro precario non è sinonimo

di lavoro a tempo determinato. Anzi, un mercato in salute

si espande naturalmente producendo molti posti di lavoro

a tempo determinato che non sono precari; la precarietà

si manifesta solo quando non vi è alcuna prospettiva di

crescita o di carriera. La strada maestra è quella percorsa

negli ultimi venti anni da Paesi come Germania, Danima-

rca e Svezia. Da noi, invece, negli ultimi vent’anni ai cittadini

è stata ammannita la classica favola della lotta di classe

in difesa dei diritti dei lavoratori. I diritti, certo, vanno sal-

vaguardati ma in questo momento topico dobbiamo però

ricordare a tutte le parti sociali che vanno assunti atteg-

giamenti responsabili, per fare le tanto attese riforme che

possono servire finalmente ad aumentare la produttività e

quindi la ricchezza del Paese. Continuare a colpi di tasse

e a rinviare continuamente la revisione della tassazione

del lavoro è un vero suicidio. L’Italia ha già una pressione

fiscale ai massimi livelli OCSE e se la classe politica insisterà

su questa strada ci porterà ad un declino lento e doloroso,

obbligando i nostri figli a bruciare la ricchezza accumulata

dai genitori e nonni. Mantenere o meno il nostro welfare

è una scelta politica, ma se vogliamo un welfare di stile

nord-europeo dobbiamo razionalizzare la spesa e tagliare

i rami secchi.

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EUROeconomyMicro e Macro

Correggere gli errori contabili per il fisco adesso è possibileIl 24 settembre 2013 è stata emanata un’interessante circolare da parte dell’Agenzia delle Entrate (la n. 31/E) per la correzione degli errori di contabilizzazionedi componenti positivi o negativi di redditoin esercizi già trascorsi.

La circolare chiarisce quali siano gli errori contabili oggetto di correzioni,

quali gli orientamenti giurisprudenziali e di prassi che nel tempo sono

stati applicati per risolvere il problema e infine affrontanta le modal-

ità operative da seguire per il riconoscimento di costi o ricavi emersi a

seguito di errori, esponendo in conclusione i casi operativi più ricorrenti.

Prima di analizzare le modalità operative è bene sottolineare che

l’Agenzia delle Entrate ribadisce il concetto di inderogabilità, in linea di

principio, dell’applicazione del criterio di competenza economica nella

valutazione dei componenti positivi e negativi di reddito e ciò al fine di

non lasciare il contribuente arbitro dell’imputazione, in un periodo di

imposta o in un altro, degli elementi reddituali positivi e negativi.

Gli errori contabili oggetto di un corretto trattamento tributario dopo la

loro individuazione sono:

A) per coloro che adottano i principi contabili nazionali:

contabile (se le informazioni ed i dati necessari per la sua corretta ap-

plicazione sono disponibili);

interpretazioni di fatti, negligenza nel raccogliere tutte le informazioni ed

i dati disponibili per un corretto trattamento contabile.

La correzione degli errori contabili (diversi da quelli che rendono nulla

o annullabile la delibera che ha approvato il bilancio) deve essere ef-

fettuata imputando al conto economico dell’esercizio in cui si individua

l’errore un componente a rettifica della voce patrimoniale che, a suo

tempo, fu interessata dallo stesso (voce E20 e E21: “proventi ed oneri

straordinari – componenti di reddito relativi ad esercizi precedenti”).

Fanno eccezione quelle correzioni che attengono ad errori commessi

nel rilevare fatti che non hanno mai avuto influenza diretta su conto

economico (quali, ad esempio, le rivalutazioni iniziali di una immobiliz-

zazione a seguito di specifiche norme, la correzione di scritture contabili

di Ernesto Vetrano

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operate a seguito di operazioni di conferimento, fusione, ecc.).

B) per coloro che adottano i principi contabili internazionali IAS/IFRS, il

paragrafo 5 dello IAS 8 definisce come errori contabili le omissioni e

errate misurazioni di voci nel bilancio dell’imprese per uno o più es-

ercizi precedenti derivanti dal non utilizzo o dall’utilizzo erroneo di in-

formazioni attendibili che erano disponibili nel momento di redazione

dei precedenti bilanci. Tali errori includono gli effetti di errori matematici,

gli errori nell’applicazione dei principi contabili, le sviste o le interpre-

tazioni distorte di fatti e le frodi. Tralasciando l’analisi degli orientamenti

giurisprudenziali e di prassi adottati al fine di evitare la doppia impo-

sizione sul medesimo componente di reddito ed esposti nella circolare

31/E esponiamo le indicazioni che l’Agenzia delle Entrate ha emanato

per il corretto comportamento che il contribuente deve adottare nella

correzione degli errori contabili in ordine alla imputazione di compo-

nenti di reddito. Intanto c’è da rilevare un importante principio eviden-

ziato nella circolare ossia che la correzione riguarda non solo i casi

in cui il contribuente abbia autonomamente rettificato precedenti errori

contabili applicando correttamente i principi contabili, ma anche quelli

in cui la rettifica sia stata operata da parte degli organi di controllo.

Si tratta in particolare, dell’ipotesi in cui il contribuente:

a) non ha imputato il componente negativo di reddito nel corretto eser-rr

cizio di competenza e, in un periodo di imposta successivo, ha contabi-

lizzato, al conto economico o nello stato patrimoniale, un componente

negativo per dare evidenza all’errore;

b) non ha imputato il componente positivo nel corretto esercizio di com-

petenza e, in un periodo d’imposta successivo, ha contabilizzato, al

conto economico o nello stato patrimoniale, un componente positivo

per dare evidenza all’errore.

Nell’ipotesi a), il contribuente dovrà operare, in sede di dichiarazione

dei redditi riferita al periodo di imposta in cui si registra la correzione

dell’errore, una variazione in aumento per annullare sul piano fiscale, il

componente transitato al conto economico ovvero astenersi dall’operare

una variazione in diminuzione per far concorrere alla determinazione

del reddito d’esercizio il predetto componente se imputato a patrimonio

netto. Nell’ipotesi b), il contribuente, previo assoggettamento a tassazi-

one del componente positivo nel corretto periodo d’imposta, potrà op-

erare, in sede di dichiarazione dei redditi riferita al periodo di imposta in

cui registra la correzione dell’errore, una variazione in diminuzione per

sterilizzare sul piano fiscale il componente transitato al conto economi-

co ovvero astenersi dall’operare variazioni un aumento per far concor-rr

rere alla determinazione del reddito d’esercizio il predetto componente

se imputato al patrimonio netto. L’errore che determina un costo prec-

edentemente non imputato potrà essere corretto diversamente a sec-

onda che l’annualità sia emendabile (e cioè la correzione può essere

effettuata non oltre il termine ultimo per la presentazione della dichi-

arazione relativa al periodo d’imposta seguente – con dichiarazione

integrativa) o non emendabile. Se la correzione è emendabile basterà

che la società presenti una dichiarazione integrativa per correggere

l’annualità non corretta. Per esempio la società ha riscontrato nel 2013

la mancata imputazione di un costo di competenza del 2011 nel bilancio

di riferimento (anno di imposta 2012). La società imputerà, pertanto, il

componente negativo nel periodo di imposta 2012 tramite la dichiarazi-

one integrativa, presentando la dichiarazione integrativa a favore Unico

2013 entro, quindi, il 30 settembre 2014. Se invece l’errore non sia più

emendabile con la dichiarazione integrativa a favore, la società potrà

correggere l’errore per mezzo di una riliquidazione autonomamente

effettuata per i periodi antecedenti a quelli coperti dalla dichiarazione

integrativa. Ciò avverrà attraverso una “ricostruzione” di tutte le annual-

ità di imposta interessate all’errore risalendo fino all’ultima annualità di

imposta dichiarata. In altri termini, il contribuente provvede a riliquidare

autonomamente la dichiarazione relativa all’annualità dell’omessa

imputazione e, nell’ordine, le annualità successive, fino all’annualità

emendabile, per la quale verrà presentata una apposita dichiarazione

integrativa che ricostruisca tutte le annualità di imposta interessate. Va

da sé che le annualità successive dovranno tenere in considerazione

di tale rideterminazione. Poi, a seguito dei controlli automatizzati della

predetta dichiarazione integrativa, emergendo degli importi non coer-rr

enti con la dichiarazione del periodo di imposta precedente, sarà gen-

erata una comunicazione di irregolarità inviata al contribuente, il quale

potrà esibire la documentazione idonea ad evidenziare le modalità di

rideterminazione delle risultanze che emergono dalla dichiarazione

integrativa ed ottenere l’annullamento della comunicazione. Procedi-

mento speculare avverrà nel caso il contribuente rilevi errori consistenti

nell’omessa imputazione di elementi positivi. Qualora si presenti la di-

chiarazione entro i termini previsti dall’art. 13 del d. lgs. 18/12/1997, n.

472, ci si potrà avvalere della riduzione delle sanzioni applicabili alla

fattispecie concreta, secondo le misure e le modalità previste per il rav-

vedimento operoso e sempreché la violazione non sia stata già con-

statata e comunque non siano iniziati accessi, ispezioni e verifiche o

altre attività amministrative di accertamento delle quali l’autore o i sog-

getti solidalmente obbligati, abbiano avuto formale conoscenza. Infine

l’Amministrazione finanziaria evidenzia il fatto che la possibilità data al

contribuente di recuperare quanto versato in più, sia nel caso di errata

imputazione di un costo che di un ricavo, deve coniugarsi con l’esigenza

dell’Agenzia delle Entrate di dover esperire l’eventuale azione accerta-

tiva entro e non oltre il termine stabilito dall’art. 43 del d.p.r. 600/73, il

quale dispone che “…gli avvisi di accertamento devono essere notifi-

cati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quarto anno succes-

sivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione. Ciò significa che

laddove si voglia far valere l’esistenza di elementi di costo non dedotti

nel 2008 presentando una dichiarazione integrativa a favore a unico

2013, entro il prossimo 31 dicembre 2013, gli uffici potranno controllare

la legittimità dei nuovi elementi rigenerati entro il 31 dicembre 2017.

Page 20: E42 magazine n.9 2013

18

Stato. Sindacati. Lavoratori. Imprenditori. Il grande gap Mentre il Governo fa il grande assente e i sindacati si autoescludono dalle trattative con lo Stato, lavoratori e imprenditori si deprimono. Ma la verità è che nullasarà possibile finché non cambierà la cultura nei confronti del lavoro.

di Marina Giangiuliani

Il lavoro in Italia. Quante e quali sono le forme contrattuali vigenti? Quanti

sono i contratti che corrispondono alle reali mansioni che il lavoratore

svolge? I contratti sono talmente tanti e complessi da confondere le idee

persino ai più esperti e capaci operatori del settore. Quasi quotidiana-

mente si trova qualche “ritocchino” ma mai niente cambia davvero. A far

le spese di tale confusione ci sono da un lato i lavoratori che cercano di

ottenere stipendi dignitosi e un minimo di stabilità per il presente e per il

futuro senza troppo pensare a quali sono le proprie potenziali aspetta-

tive. Dall’altro ci sono gli imprenditori che, facendo fatica persino a man-

tenere in vita l’azienda, studiano nei più piccoli dettagli le possibilità per

“aggirare” i costi, cuneo fiscale in primis, andando così inevitabilmente

a ledere i diritti, o almeno alcuni dei reali interessi, del lavoratore. Ecco

come è diventato impossibile stabilire rapporti di lavoro chiari, lineari e

trasparenti. Tutta colpa della politica? Decisamente no. Una bella fetta

di responsabilità va attribuita anche ai sindacati, figli che non vogliono

crescere di un’epoca in cui la società era prettamente fondata sul capi-

talismo e la tutela del lavoratore era esigenza essenziale per la vita

d’impresa. E’ tempo che certe relazioni cambino in funzione del fatto che

oggi l’iniziativa imprenditoriale privata è strettamente legata ai mercati

europei e internazionali quindi il mercato del lavoro è una realtà dinam-

ica e in continua evoluzione e altrettanto deve essere per i rapporti di

lavoro. Così, ai cittadini, imprenditori e lavoratori alla pari, non resta che

pagare, e anche caro, un Governo che fa il grande assente e strutture

“istituzionali” che si autoescludono dalle trattative con lo Stato, cui sono

deputate, perché perse nelle loro faide interne. I neoliberisti americani

sostengono che l’uscita dalla crisi sia avvenuta solo grazie alla iniziativa

imprenditoriale privata. In realtà, se l’azienda non opera in uno Stato che

applica corrette politiche economiche e di welfare, rischia comunque il

fallimento. Tuttavia, in questo preciso momento storico, in cui il fenom-

eno della disoccupazione è al 40% e ha dimostrato di essere una piaga

EUROeconomyMicro e Macro

Page 21: E42 magazine n.9 2013

19

sociale che incide in maniera decisiva sul benessere complessivo del

Paese. Non bisogna dimenticare, però, che il disagio sociale è causato

anche dalla frustrazione di chi lavora. Gli imprenditori e i dirigenti vivono

un forte senso di precarietà dovuto all’incertezza di poter mantenere in

vita la propria azienda. I lavoratori, da un lato, vivono nella precarietà e

nell’incertezza, parallelamente agli imprenditori, perché incerti di poter

mantenere il proprio posto di lavoro o di sapere che il proprio impegno

sarà adeguatamente ricompensato oppure, dall’altro, hanno ottenuto, a

vario titolo, il famoso ed agognato (ma, forse esagerando, anche estre-

mamente dannoso) “Contratto” e, di conseguenza, sono così certi di tale

posizione che spesso perdono di vista il proprio dovere. Ecco le basi per

cui tutti iniziano a cedere. Ci si limita a cercare di sopravvivere, si cercano

strenuamente compromessi e scorciatoie. Il raggiungimento degli obiet-

tivi complessivi è inesistente! L’ambiente di lavoro, dunque, è depresso

quanto le persone che ne fanno parte e quanto coloro che un lavoro non

ce l’hanno. In un tempo di crisi come il nostro, coloro che hanno la fortuna

di avere un lavoro e quegli imprenditori che riescono a mantenere in vita

la propria azienda, invece, hanno una responsabilità quasi più sociale

che personale. Sono proprio loro, dunque, che non possono e non devo-

no rispondere deprimendosi a loro volta. E tanto vale per tutti i giovani

che non riescono a trovare lavoro o che lavorano “accontentandosi. Solo

per arrivare a fine mese”. La vera forza non è accettare o no un determi-

nato tipo di lavoro. Il vero coraggio risiede nella capacità di decidere quali

sono i compromessi possibili. Scegliere e sacrificarsi per i propri obiettivi.

Pensare che domani non è quello che arriva fra 24 ore ma quello che

si sta costruendo oggi pensando al “quando sarò grande”. Economisti,

giuristi ed esperti che condividono tale punto di vista sono in grado di

creare e prospettare azioni concrete e gli stessi politici potrebbero addi-

rittura eventualmente applicarle ma nulla sarà possibile finché non cam-

bierà la cultura nei confronti del lavoro.

Page 22: E42 magazine n.9 2013

20

European Space Expo, l’europa investe nello spazio L’industria spaziale europea registra un fatturato annuale di 5,4 miliardi di euro e garantendo oltre 31.000 posti di lavoro. Grazie agli investimenti europei numerosi benefici per i cittadini: dalla qualità della vita al rilancio economico.

EUROeconomyMicro e Macro

Commissione europea

Page 23: E42 magazine n.9 2013

21

di S. A.

European Space Expo è la mostra itiner-rr

ante organizzata dalla Commissione Eu-

ropea per avvicinare le persone alle ap-

plicazioni terrestri del settore spaziale. Sui

programmi per la navigazione satellitare,

Galileo e quello per l’osservazione della

Terra, Copernicus, infatti, l’UE sta inves-

tendo grandi risorse e il percorso, iniziato

nel 2012 è giunto a Roma a settembre 2013.

Ben 180.000 visitatori sono arrivati da ogni

parte d’Italia, facendo della nostra capitale

la città che ha riscosso il maggior successo.

Lo European Space Expo è stato collocato

in una grande struttura allestita in piazza

del Popolo e sarà visitabile, in maniera to-

talmente libera e gratuita. All’interno della

struttura sono stati predisposti display inter-rr

attivi, educativi e lucidi appositamente real-

izzati per l’esposizione e i cittadini potranno

vedere, toccare, sperimentare, l’ampia

gamma di tecnologie e di servizi innovativi

che lo spazio può offrire. Infatti, a partire dal

2014 la nuova costellazione consentirà di

migliorare una serie di servizi il cui corretto

funzionamento dipende sostanzialmente

dalle tecnologie di navigazione satellitare:

dai navigatori per le auto, alla gestione dei

trasporti su strada, ai servizi di ricerca e

salvataggio, alle operazioni bancarie, che

saranno più sicure, all’affidabilità della for-rr

nitura di elettricità, all’efficienza dei settori

agricolo e ittico. L’obiettivo è quello di mos-

trare al pubblico il ritorno dagli investimenti

nel settore spaziale in termini di applicazio-

ni pratiche che hanno impatto diretto sulla

vita quotidiana dei cittadini, offrendo al tem-

po stesso nuove opportunità di sviluppo,

di crescita e di occupazione. In occasione

dell’inaugurazione della mostra sono in-

tervenuti Ignazio Marino, Sindaco di Roma

Capitale, e Antonio Tajani, Vice Presidente

della Commissione europea, responsabile

per l’industria e l’imprenditoria e Aurelio Re-

gina, Vice Presidente di Confindustria. Anto-

nio Tajani, nel suo intervento, ha dichiarato

che “per ripartire dalla crisi l’Europa punta

sull’innovazione e la tecnologia. Per Galileo

sono stati spesi circa 10 miliardi di euro ri-

sparmiando così 90 miliardi che sarebbero

Ignazio Marino e Antonio Tajani inagurano lo European Space Expo a Roma

Commissione europea

Commissione europea

Page 24: E42 magazine n.9 2013

22

stati spesi dai cittadini per i servizi

che la costellazione ci fornirà” e im-

mediatamente dopo, ha ringraziato

il Presidente del Governo Enrico

Letta per aver concesso il Patrocinio

del Consiglio dei Ministri all’iniziativa

quale dimostrazione dell’interesse

anche dell’Italia alla tecnologia spa-

ziale. Ignazio Marino, in merito alla

posizione di Roma, ha dichiarato

che la città “deve assolutamente in-

vestire in ricerca, innovazione e svi-

luppo. Roma ha due straordinarie

risorse: i suoi centri di ricerca, la sua

arte, cultura ed archeologia. Questi

sono i settori su cui creare nuovo

lavoro, nuovi investimenti e migliore

qualità della vita per i romani e le

romane”. Per l’inaugurazione è in-

tervenuto anche Lucio Battistotti,

Direttore Rappresentanza in Italia

della Commissione Europea. Erano

presenti, inoltre, Davide Bordoni,

Consigliere di Roma Capitale e

Antonello Aurigemma, Consigliere

regionale. Prima della cerimonia di

apertura, Mauro Facchini, Capo Unità G2 della Commissione Europea e Gian Gherardo Calini, Capo

Sviluppo Mercati dell’Agenzia Europea GNSS, hanno presentato la mostra in una visita guidata riservata

alla stampa. In numeri, il attualmente l’industria spaziale europea registra un fatturato annuale di 5,4

miliardi di euro e fornisce occupazione ad una manodopera altamente qualificata, garantendo oltre

31.000 posti di lavoro ed è destinato a crescere esponenzialmente già dal futuro più immediato.

Antonio Tajani

Ignazio Marino e Antonio Tajani durante l’inaugurazione

Foto rilasciate dalla Commissione europea

Commissione europea

Commissione europea

Page 25: E42 magazine n.9 2013

a s s o c i a z i o n e c u l t u r a l eLIBERI E INSIEME

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Con l’incontro fattivo di imprenditori, professionisti, commercianti, studenti,

lavoratori e tutti i cittadini

possiamo resistere e rinascere!RIAPPROPRIAMOCI DELLA

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noi stessi, l’economia, lo Stato, la società,il BENESSERE!

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Page 26: E42 magazine n.9 2013

24

di Francesca Caschi

Morti sospette allo Spallanzani

Infezioni e morti sospette dopo il trapianto di reni: il Centro Nazionale dei

Trapianti (Cnt) e la Regione Lazio aprono un’indagine interna all’ospedale

Lazzaro Spallanzani. In circa 18 mesi infatti, 12 pazienti operati ai reni

hanno contratto infezioni e 4 di loro sono poi morti, sembrerebbe proprio

in seguito al contagio. Un numero troppo elevato dunque. La segnalazi-

one è arrivata nella prima settimana di agosto alla Regione Lazio che ha

subito fatto scattare l’allarme attivando tutte le procedure di controllo. È

stata quindi costituita una commissione straordinaria in collaborazione

con il Cnt per effettuare indagini approfondite sul centro specializzato

dell’ospedale. Per tutto il mese l’indagine è stata affidata a un’équipe di

esperti e specialisti nel controllo che ha effettuato tutti gli accertamenti del

caso per stabilire la causa della malattia. Sull’esito dei test però c’è an-

cora da aspettare. E sulla vicenda è intervenuto anche Alessandro Nanni

Costa, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) che in una nota pub-

blica ha spiegato: «Prima di tutto è stato avviato un audit con gli esperti

del Cnt e la Regione Lazio, ha deciso di avviare due commissioni chiarisce

Nanni Costa - Attendiamo a breve i risultati. È un tema delicato non solo

per Roma - conclude Nanni Costa - E qui il problema è stato affrontato

con grande serietà e sensibilità. Esattamente come andava affrontato».

La commissione è stata comunque incaricata di verificare le valutazioni

di rischio clinico e di accertare se siano state rispettate tutte le misure

igieniche di prevenzione alle infezioni durante l’intervento. L’ipotesi al mo-

mento è che i pazienti possano aver contratto un germe all’interno delle

sale operatorie proprio dove sono stati eseguiti i trapianti. Il sospetto è

che si tratti di Klebsiella, un genere di batteri negativi normalmente pre-

sente nella mucosa respiratoria e nell’intestino dell’uomo. Oppure di aci-

netobatteri, batteri che possono essere la causa di infezioni urinarie o di

infezioni respiratorie. Le analisi si sono quindi concentrate all’interno della

SENZA CENSURA

Page 27: E42 magazine n.9 2013

25

struttura ospedaliera, dove opera un équipe medica del San Camillo, e

all’interno delle sale operatorie dove sono stati effettuati rilievi scientifici

e test antibatterici. Intanto è stato già accertato che i pazienti sottoposti

a trapianto pancreas e fegato nello stesso periodo di tempo non hanno

contratto alcuna infezione e hanno seguito un decorso ospedaliero nella

norma. Bisognerà comunque attendere i risultati degli esperti per far luce

sulla vicenda che rischia di finire sui tavoli della Procura di Roma, là dove

dovessero emergere negligenze da parte dei medici o dell’ospedale

stesso. Intanto, da oltre un mese, è stata chiusa la sala operatoria dei

trapianti e il reparto di rianimazione all’ ospedale Spallanzani. L’ ordine è

arrivato dalla Regione Lazio, i pazienti già ricoverati e le operazioni in pro-

gramma sono state quindi spostate all’ ospedale San Camillo. La chiusu-

ra si sarebbe resa necessaria per consentire a una squadra di esperti di

sanificare e ristrutturare l’ intero reparto. Il sospetto infatti è che il batterio

del contagio provenga proprio dalla sala operatoria. Mentre i sindacati

sono sul piede di guerra: «In seguito alle indagini eseguite dalla Asl e

dalla Regione Lazio» scrivono in una nota Adriano De Iuliis (Rsu Nursind)

e Lorenzo Fanelli (Rsu Cobas) «con successivo “provvisorio” trasferimento

dei pazienti di rianimazione, sala operatoria e chirurgica dei trapianti all’

ospedale San Camillo, vogliamo sottolineare l’ alta professionalità degli

operatori sanitari nonostante la riduzione dell’ organico. Più volte - ag-

giungono - abbiamo sottolineato che questa grave carenza di personale

aumenta notevolmente il rischio clinico non solo dei pazienti ma anche

degli operatori stessi. Abbiamo già denunciato agli ispettori provinciali -

concludono De Iuliis e Fanelli - le condizioni di disagio lavorativo dovuto

alle carenze di organico, ci auguriamo che le indagini avviate in seguito

alle nostre segnalazioni portino presto a risultati significativi».

Page 28: E42 magazine n.9 2013

26

Apre RIZcafé al Porto di Roma. Un nuovo locale che rilancia tutta la nautica.Le aspettative sono tante, la tensione è palpabile. RIZcafé, nuovo lo-cale del Porto di Roma a Ostia, sta per aprire le sue sale per inaugurare una nuova stagione della marina della capi-tale. Un’apertura che è in totale contro tendenza con quanto sta succedendo un pò dappertutto in città dove gli esercizi commerciali che chiudono sono sempre di più. E anche al Porto di Roma le cose non sono andate così bene, forse anche a causa di una gestione non oculata delle aperture, fatte senza tener conto della

particolarità della location, unica nel suo genere ma proprio per questo non as-similabile a un centro commerciale. Chi invece ha creduto nel rilancio sono pro-prio gli imprenditori che hanno dato il via al progetto del RIZcafé, un concept store prima che un locale. Infatti ci troviamo di fronte a un progetto di ampie vedute, de-dicato a pubblici diversi e trasversali, ma tutti accomunati dalla passione: passione per il mare, per le barche, per la buona cucina e per la compagnia. Tanto che il claim del locale è proprio Passionate for Passion. Il layout delle sale richiama su-bito l’origine marinara degli ideatori del

Page 29: E42 magazine n.9 2013

progetto: colori chiari, linee slanciate, vetri, spazi aperti, per unire l’acqua alla terra e far vivere sensazioni uniche. Due proposte diverse per i clienti: il RIZcafé ristorante e wine store per mangiare a base di pesce grazie a una cucina guidata da Marco Milani, chef di grande bravura e inventiva. E il RIZpizza, guidato da Marco Merola, chef pizzaiolo capace di creare degli impasti a lenta lievitazione che as-sicurano un gusto unico agli amanti del-la pizza. Ma l’offerta di RIZ non si ferma

qui: ci sarà anche la possibilità di eventi riservati a bordo di uno yacht o un caicco appositamente predisposto per offrire un’esperienza di alta cucina e confort in alto mare, e RIZcambusa, dedicato a tutti gli armatori che vogliono portare a bor-do il meglio della cucina italiana e delle cantine, grazie ai consigli degli chef e del sommellier che ha effettuato la se-lezione dei vini. Tutto è pronto per una nuova stagione del Porto di Roma. Il Nau-tical Lounge sta per mollare gli ormeggi.

Page 30: E42 magazine n.9 2013

28

Costume e società

di Paolo Marziale

foto di Marco Biffani

Restaurare con stileIl restauro di una autovettura MG TF 1500del dicembre 1954

Page 31: E42 magazine n.9 2013

29

È vero, era nata già vecchia. Nel 1953 le vendite del modello precedente

TD erano in calo, anche se ne era stato prodotto un modello conosciuto

come MKII, con modifiche meccaniche (carburatori, valvole maggiorate,

etc.) per migliorarne le prestazioni, specie per il mercato statunitense,

consentendo un aumento della potenza da 54 a 57 HP sempre con la

stessa cilindrata di 1250 cc, noto come motore con sigla XPAG. Inoltre

il mercato offriva delle alternative di auto molto più moderne, sia per la

linea sia per le motorizzazioni; solo sul mercato inglese erano in vendita,

per esempio, le Austin – Healy 100 e le Triumph TR-2. Non bisogna di-

menticare però che già nel 1952 per Le Mans, la MG aveva approntato

un prototipo con carrozzeria aerodinamica, che sarebbe stata la base

per il nuovo modello siglato MG-A. La nuova dirigenza confluita nella

neonata BMC non vedeva di buon occhio la MG e nutriva simpatia per

la Austin ,per cui bloccò per due anni tutti gli studi atti a migliorare le

sportive MG…e così fu permesso di fare solo qualche miglioria partendo

non da disegni tecnici, ma direttamente su una TD con l’aiuto di un “bat-

tilastra”! Furono così riveduti i parafanghi, alloggiando i fari sugli stessi;

diminuendo l’altezza del radiatore; reso centrali gli strumenti di controllo

sul cruscotto e diviso infine i sedili. La motorizzazione e i componenti te-

laistici rimasero gli stessi, deludendo ancora una volta gli acquirenti e la

stampa, che volevano qualcosa di nuovo. Il prototipo era pronto nel Mag-

gio 1953, ma la produzione stentava a partire e dall’agosto dello stesso

anno fu congiunta, all’inizio, con la linea di montaggio delle ultime TD.

Ufficialmente il primo chassis parte dal numero 0501 del 3 settembre e

la vettura era verniciata di nero, con interno rosso e cerchi stampati. Pro-

babilmente proprio per il suo “old fashioned look” le vendite non furono

scoraggianti e alla fine della sua produzione (aprile 1955) queste furono

9600 in totale. Durante la sua vita, nell’agosto-Settembre 1954, proprio

per favorire le richieste del mercato, fu incrementata la cilindrata e modi-

ficato il prefisso del motore (da XPAG di 1250 cc a XPEG di 1466 cc con 63

HP) ma ancora una volta in maniera discontinua, fino allo chassis n. 6951,

per poi proseguire con solo la cilindrata maggiore fino alla fine (chassis

n.10100) e di queste ultime ne risultavano essere uscite dalla fabbrica solo

3400. Inoltre di queste, due su tre montavano fin dall’inizio le ruote a raggi

invece che a disco stampato. Oggi tra tutta la serie “T” della MG, è la più

desiderata e rappresentativa, con in più la possibilità della facile reperibi-

lità dei ricambi. Molte vetture hanno vissuto a lungo in Paesi dai climi caldi

e asciutti.E’ un punto di arrivo di una linea tradizionale nata nel 1936, ma

con il tempo si è rivelata una delle più belle che la fabbrica di Abingdon

abbia mai costruito e una delle più desiderabili tra le auto sportive più

tradizionali. In Italia ai tempi della sua produzione ne furono venduti solo

63 esemplari, tutti con motorizzazione più piccola.-

SCHEDA TECNICA MG mod.TF 1500 (1953 – 1955)MotoreTipo: XPEG 1466 ccN. cilindri: 4Alesaggio x corsa: 72 x 90Valvole in testa, aste e bilanceri.Compressione: 8,3:1Alimentazione: due SU H 4; pompa elettricaCavalli: 63 a 5000 g/mTrasmissioneFrizione monodico a seccoCambio a quattro marce; 2 – 3 – 4 sincronizzateTelaioLongheroni a sezione scatolareLunghezza: 3,74Larghezza: 1,51Altezza: 1,34Peso a vuoto: 878 KgSospensione anteriore :indipendenteSospensione posteriore: a balestreFreni: a tamburo sulle quattro ruoteDimensioni pneumatici: 5,50 x 15PrestazioniVelocità massima: 142 Km/hAccelerazione: 0-100: 16 sec.Consumo: 11 lt/100 Km

L’autore, il Dott.Paolo Marziale, Medico Chirurgo da poco in pensione, appassionato cultore di auto storiche, già possessore di una Fiat 124 sport, de-

Page 32: E42 magazine n.9 2013

30

Persone scone scomparse

Natalina Orlandi, Presidente Penelope Lazio

Per informazioni e segnalazioni scrivere aASSOCIAZIONE TERRITORIALE PENELOPE LAZIOPresidente: Natalina OrlandiVia Stellanello, 9 – 00168 Roma Tel. 347 1045017e-mail: [email protected] sito: www.penelopeitalia.orgASSOCIAZIONE PENELOPE NAZIONALE

Presidente: Elisa Pozza TascaSede Nazionale: Salita De Crescenzi, 30 – 00186 RomaTel. 335 7204449e-mail: [email protected] sito: www.penelopeitalia.orgCOMMISSARIO STRAORDINARIODEL GOVERNO PER LE PERSONE SCOMPARSE

Prefetto Michele PentaVia Urbana, 9 – 00100 Romae-mail: [email protected] E42 MAGAZINETel.: 331 7004005Email: [email protected]: www.e42magazineroma.it

Mirco, qualunque cosa sia successa, la tua famiglia ti aspetta solo per abbracciarti. Fai sapere anche solo che stai bene.

Page 33: E42 magazine n.9 2013

POOOOORTO TURISTICO DDDDII ROOOOMAULLULULUUNGOMAAARE DUCA DEEEEGLI ABRUUUUUUUUZU ZZZIZ , 84 (LOC. 893)

0000122221 OSTIA LIIIIDO - ROMMMMMMMMMA AA - ITALIAT +39999 000600 56462500000 - E INFO@@@R@ IZCAFEEEEEEEEE.ITTTT - WWW.RIZCAFE.IT

Page 34: E42 magazine n.9 2013

Costume e Società

I colori di Roma32

Page 35: E42 magazine n.9 2013

Per gli stranieri che vivono in Italia è importante avere dei momenti di svago e incontro con i connazionali e soprattutto un‘occasione per mantenere vive le proprie tradizioni. Per chi si trova lontano dalla patria, la condivisione della propria storia con gli italiani è un passaggio cruciale per l’integrazione.

33

Page 36: E42 magazine n.9 2013

34

A Roma sono presenti numerose etnie; noi, attraverso delle

immagini allegre e colorate raccontiamo alcune di queste

tradizioni che contribuiscono a rappresentare i colori di

ROMA. Ecco quindi le comunità sudamericane che al ritmo

della loro musica travolgente, con danze e costumi sgar-rr

gianti, danno vita ad una grande festa , in occasione del

carnevale. Perù, Venezuela, Cile, Bolivia; Ecuador con le loro

compagnie più rappresentative, regalano gioia per gli occhi

e le orecchie !Inoltre, nella capitale, vi sono parecchie mi-

gliaia di peruviani, che si riuniscono a S. Maria degli Angeli e

ogni anno il 18 e 19 di ottobre, in qualsiasi parte del mondo

si trovino, celebrano la festa del Senior de los Milagros, con

una interminabile processione, ricca di fede, di folklore e

patriottismo; una festa espressa con canti, danze sacre e

di Gilda Tucci

foto di Paolo Callipari

indu-bangladesh_ festa

Page 37: E42 magazine n.9 2013

processione_ecuadorena

coloratissimi e caratteristici costumi. Continuiamo il nostro viaggio, alla

scoperta della cultura bangladese e del suo popolo. Le migrazioni dal

Bangladesh hanno avuto inizio nel 700, alternandosi secondo le vicende

politiche nazionali. La prima grande onda migratoria verso l’Europa co-

minciò nel 600, come manodopera a basso costo importata nel Regno

Unito dalla Compagnia delle Indie Orientali. In Italia il flusso migratorio

dal Bangladesh iniziò negli anni 80, principalmente nell’area romana,

dove negli anni 90, si registrò la prima occupazione di uno stabile (la

Pantanella, ex fabbrica di pasta abbandonata), da parte di immigrati, a

causa della mancanza di posti dove dormire. Da quel momento il mo-

35

Page 38: E42 magazine n.9 2013

36

vimento d’entrata nella nostra nazione non si è più arrestato. All’ inizio del

2011, si registavano 82.451 residenti, con permesso di soggiorno. Roma

è la città con la più alta presenza di bengladesi (il 18,5 % della collettiv-

ità). Gli alunni bengladesi nelle scuole sono stati 10500, nel 2010/2011. La

stragrande maggioranza dei probashi è in Italia per lavoro, soprattutto

di tipo subordinato ma è in forte aumento anche l’imprenditoria: sono

al quarto posto fra le collettività immigrate in questo ambito, in primo

luogo nel commercio. Come rimesse, dall’Italia, nel 2010, sono partiti 193

milioni e 500mila euro verso il Bangladesh. Il 27% (52 milioni di euro)

solo da Roma. Ancora riguardo alla conservazione delle tradizioni, che

nella maggior parte dei casi equivale, per le comunità migranti, ad una

riproduzione in terra d’ immigrazione, delle abitudini della terra d’origine,

sususudadadaamem rica_carnevale

Page 39: E42 magazine n.9 2013

susus dadadad memeriiir caaca c_ccc_caraarnenenevavavavaalelelele373737373773777

Page 40: E42 magazine n.9 2013

va ricordato che a Roma è stato donato qualche

anno fa uno spazio verde dove erigere una co-

pia, in scala minore, del Monumento ai Martiri,

presso cui vengono deposti i fiori dalla comunità

nella notte del 20 febbraio. I bangladesi sono

in prevalenza musulmani e hindu. Nel nostro

paese sono molte le moschee e i centri islamici

gestiti da imam bengladesi, a volte site in ga-

rage dove si insegna anche l’arabo ai bambini.

Ai bambini viene insegnata anche la musica e

la danza tradizionali. La musica è nel sangue di

questa gente, quasi tutti suonano l’harmonium e

le percussioni. Il 14 aprile si celebra il capodanno

bengalese, in questa occasione si può assi-

stere a esibizioni di artiste in danze coloratissime,

come pure il 13 febbraio quando si celebra la

Festa di Primavera o la Festa delle Torte. Gli abiti

tradizionali delle donne, per queste occasioni,

sono i saree o sari: magnifici tessuti di seta o co-

tone di infinite variazioni di colore, lunghi 6 metri

(per gli abiti da cerimonia possono superare i 20

metri), i quali si avvolgono sui fianchi senza avere

ne lacci ne bottoni. Si indossano con sotto il choli,

la blusa aderente che copre il seno ed altri acces-

sori come braccialetti, cavigliere, i bindi, il terzo

occhi dipinto o incollato sulla fronte, fra gli occhi .

338

Page 41: E42 magazine n.9 2013

www.operaroma.it

Agenzia delle Doganee dei Monopoli

Page 42: E42 magazine n.9 2013

40

di Marco Cannavicci

Psichiatra forense e criminologo in Roma

[email protected]

www.marcocannavicci.it

Psiche e societàL’individuo tra comunità e solitudine

Nella trappola del gioco patologico“ In principio era il caos... ...poi venne la mente e mise tutto in ordine”

(Anassagora)

Da sempre il gioco d’azzardo rientra tra le tipiche e consuete attività uma-

ne, tuttavia oggi assistiamo ad una progressiva e costante espansione.

In origine il gioco d’azzardo aveva lo scopo di sondare o indirizzare le

volontà del Fato, del destino, come una sorta di rito magico in grado di

prevedere l’evolvere casuale degli eventi. Nell’antichità, spesso, le con-

troversie sulle proprietà o sulla scelta delle persone venivano affidate ai

dadi, interpretando l’esito dei dadi come espressione della volontà divi-

na. Tuttavia non è mai stata persa la sua funzione di attività gioco dell’uo-

mo con la sorte e con il destino, ee

negli ultimi anni sono sempre di

più le persone che vengono attrat--

te dal gioco in modo da scatenaree

in loro delle passioni irrefrenabili

e dei comportamenti compulsivvi

che progressivamente si estendo--

no a tutti gli ambiti della vita e deel

sociale. Le molteplici fonti di giocoo

attualmente disponibili (slot ma--

chine, bingo, internet, …) hannoo

aperto la strada agli effetti compul--

sivi negativi della passione del gio--

co, con le condotte di assenteismoo

dal lavoro, con le problematiche finanziarie e familiari, gli effetti dell’usura

ed i loro collegamenti con il crimine ed il rischio suicidario. Contro il gioco

d’azzardo si è inizialmente schierata la chiesa (il gioco è peccato), poi il

diritto (il gioco d’azzardo è reato) ed infine anche la medicina psicologica

(il gioco d’azzardo, se compulsivo, è malattia). Nel 1980 il “gioco patologi-

co” è stato riconosciuto come vero ed autonomo disturbo psicopatologico

ed inserito fra le malattie dovute al mancato controllo degli impulsi. Fra i

criteri psichiatrici che l’Associazione Americana degli Psichiatri ha descrit-

to nel proprio Manuale Diagnostico (DSM) vi ritroviamo che il soggetto:

- è eccessivamente assorbito dal gioco

- ha bisogno di giocare quantità crescenti di denaro per raggiungere l’ec-

citazione desiderata

- ha ripetutamente tentato con insuccesso di controllare, ridurre o inter-rr

rompere il gioco d’azzardo

- gioca d’azzardo per sfuggire a problemi o per alleviare un umore de-

pressivo

- dopo aver perso denaro al gioco, torna per giocare ancora (“rincorren-

do” le proprie perdite)

- mente ai familiari, ai medici ed alla fine a tutti per nascondere l’entità del

proprio coinvolgimento nel gioco

- ha commesso azioni illegali per finanziarsi il gioco d’azzardo

- ha messo a repentaglio o ha perso-

una relazione affettiva significativa, il u

avoro od opportunità scolastiche o dil

carriera per il gioco d’azzardoc

- fa affidamento sugli altri per reperire -

denaro o per alleviare una situazione d

finanziaria disperata causata dal giocofi

d’azzardo. Secondo dati forniti dall’Eud -

rispes, in Italia le persone che abitualr -

mente giocano ad una qualche formam

di azzardo sarebbero circa il 60% dellad

popolazione (contro un 85% circa deglip

nglesi). Secondo dati internazionali ili

tasso d’incidenza del gioco d’azzardot

sulla popolazione generale sarebbe compreso tra l’1% ed il 3%. Sono stati

identificati anche dei fattori di rischio demografici, come ad esempio il

sesso maschile (gli uomini giocano il doppio delle donne), il basso livello

sociale, culturale ed economico, l’essere celibi ed in un’età compresa tra i

18 ed i 25 anni. Altri studi mettono in evidenza dei collegamenti tra il gioco

d’azzardo ed alcuni tratti specifici della personalità come l’insicurezza,

l’impulsività, la bassa tolleranza allo stress ed alle frustrazioni, alla ten-

denza all’aggressività, fino ad arrivare a collegamenti con vere e proprie

patologie come la depressione o il disturbo ossessivo-compulsivo. Inol-

tre il giocatore d’azzardo è maggiormente esposto all’abuso di alcolici,

di sigarette e di sostanze stupefacenti. Infine si è osservato che il gioco

d’azzardo termina il suo percorso evolutivo con un tentativo di suicidio o

con un suicidio riuscito. Il “giocatore patologico” ha perso il controllo sul

Page 43: E42 magazine n.9 2013

41

gioco, trasformando tale attività in un elemen-

to portante della vita quotidiana ed oggetto di

ogni loro pensiero. In loro è possibile identifi-

care le 4 fasi tipiche del giocatore d’azzardo

patologico: la fase vincente, la fase perdente,

la fase della disperazione, la ricerca della via

d’uscita (suicidio, carcere, fuga, richiesta d’a-

iuto). Al “giocatore patologico” vengono as-

sociate anche delle componenti tipiche della

dipendenza e che stanno conducendo alla

messa a punto di un’ulteriore categoria di di-

pendenze: le dipendenze comportamentali o

tossicomanie senza sostanza. Sigmund Freud

osservò che il giocatore nevrotico non gio-

ca per vincere denaro, ma per il gioco in se

stesso, “il gioco per il gioco” come scrive auto-

biograficamente Dostoieskij ne “Il Giocatore”.

Il giocatore, dopo aver ripetutamente perso,

continua a giocare a causa di un forte senso

di colpa che deve essere espiato tramite una

continua e ripetuta perdita. Il giocatore quindi

non solo non aspirerebbe ad una vincita, ma

necessita proprio di una sconfitta, per viverne

il carattere prettamente autopunitivo. Spesso

per placarlo servono proprio le sconfitte, le

perdite ed i fallimenti. Qualche volta servono

dei veri e propri crimini, commessi con lo spe-

cifico ed inconscio scopo di essere catturato e

di finire in carcere. La simbologia del gioco è

un modo per sfidare la fortuna e la sorte con

l’inconscia domanda “mio padre mi ama?”.

Se mi ama vincerò, se non mi ama allora per-rr

derò. Nel gioco d’azzardo agiscono quindi

a livello inconscio molteplici desideri e paure

che non riescono a trovare un accordo né una

integrazione, per cui il comportamento oscilla

continuamente tra la trasgressione, il rimorso

e la ricaduta in un circolo vizioso apparente-

mente senza fine e senza via d’uscita possibile

che non sia quella del carcere o del suicidio.

Possiamo concludere questo viaggio intorno

alla mente del giocatore d’azzardo ricordan-

do che mai come in questo momento storico

stanno emergendo e si affermano sempre

più delle nuove psicopatologie che ruotano

intorno ai disturbi di personalità, alle tossico-

dipendenza ed alle varie forme di addiction

comportamentale. Se un secolo fa le psicopa-

tologie erano legate alla repressione ed all’inibi-

zione delle emozioni, com’era il caso dell’isteria,

oggi le psicopatologie sono collegate all’eccesso

di liberazione dell’impulsività ed al mancato con-

trollo delle emozioni. Questo mancato controllo

crea violente oscillazioni del tono dell’umore,

facili instabilità relazionali, difficoltose integra-

zione degli aspetti conflittuali e contraddittori che

normalmente fanno parte della personalità. Le

facili perdite del senso della linea di confine, che

caratterizza l’epoca attuale, induce una continua

ricerca del limite, attraverso comportamenti di sfi-

da e di trasgressione. L’aumento della ricerca del

sensazionale o del magico determina inoltre un

aumento della ricerca delle fonti di emozioni e di

piacere con non possono essere facilmente con-

tenute dall’attuale stile di vita e che hanno biso-

gno di “bruciarsi al fuoco dell’alcol, della droga,

del sesso e del gioco”.

Page 44: E42 magazine n.9 2013

42

Diritto e societàUbi Ius Ibi Societas

(commento a Cass. civ. sez. lavoro 14468/2013).

Come noto l’art. 2087 del codice civile, norma di chiusura del sistema di previ-

sioni legislative per la tutela del lavoratore, impone al datore di lavoro di adottare

tutte le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica,

sono necessarie a tutelare l’integrità fisica, e la personalità morale dei prestatori

di lavoro.

Ebbene va precisato che il datore per adempiere a tale obbligo deve considerare

l’esistenza di patologie pregresse del lavoratore e comportarsi di conseguenza

quanto a verifica del corretto funzionamento delle apparecchiature in dotazi-

one onde scongiurare la possibilità di arrecare danni alla salute del lavoratore

richiesto di usarle. Una recente decisione della sezione lavoro della Cassazione

civile, n. 14468 pubblicata il 7 giugno 2013 è intervenuta sul tema e merita di

essere posta all’attenzione dei datori di lavoro, pubblici e privati. Nel caso parti-

colare una ex dipendente ospedaliera affetta da carcinoma mammario, adiva il

Tribunale di Roma per ottenere il risarcimento del danno biologico e morale sos-

tenendo che tale patologia era stata causata dal malfunzionamento delle ap-

parecchiature radiologiche presenti nel reparto dove aveva prestato servizio nel

corso di un ventennio. Il Giudice del lavoro aveva accolto il ricorso, accertando

la natura professionale della patologia, la sussistenza del nesso di causalità tra

l’attività lavorativa e la malattia con una riduzione della capacità lavorativa del

100% e diritto alla rendita, condannava il nosocomio al risarcimento del danno

non patrimoniale. La controversia, rigettato l’appello del datore di lavoro, è ap-

prodata in Cassazione che ha confermato, quanto alla responsabilità datoriale,

le conclusioni dei gradi di merito.

I giudici di legittimità, considerato che il giudice di merito aveva ritenuto con-

figurarsi la malattia professionale, relativamente alla responsabilità datoriale,

tenuto conto della patologia di radiotermite della dipendente rilevata dai medici

dell’INAIL alcuni decenni prima, evidenziavano come il malfunzionamento dei

macchinari in uso nel reparto di radiologia, agli atti erano stati acquisiti docu-

menti attestanti ripetuti guasti ed eccessiva emissione di radiazioni, risultante da

varie segnalazioni dei primari, dimostrava la conoscenza o la facile conoscibilità

di una situazione a rischio per chi vi lavorava. Il datore di lavoro sarebbe dovuto

intervenire per sostituire il macchinario evitando in tal modo le conseguenze

negative per la salute della lavoratrice poi verificatesi. Va sottolineato che in sede

processuale il datore deve provare di aver adottato tutte le misure necessarie

a garantire il lavoratore dopo aver individuato le situazioni di rischio specifiche

presenti nel caso concreto, interventi che le leggi speciali non possono regolare.

L’adempimento dell’obbligo di tutela dell’integrità fisica del lavoratore imposto

dall’art. 2087 c.c. è un obbligo di prevenzione che impone al datore di lavoro

di adottare non solo le particolari misure tassativamente imposte dalla legge in

relazione allo specifico tipo d’attività esercitata e quelle generiche dettate dalla

comune prudenza, ma anche tutte le altre misure che in concreto si rendano

necessarie per proteggere il lavoratore dai rischi connessi tanto all’impiego

d’attrezzi e macchinari quanto all’ambiente di lavoro, e deve essere verificato,

nel caso di malattia derivante dall’attività lavorativa svolta, esaminando le mis-

ure in concreto adottate dal datore di lavoro per prevenire l’insorgere della pato-

logia. Il rispetto della normativa specifica in vigore all’epoca dei fatti non esclude

la possibilità di configurare una responsabilità colposa ai sensi dell’art. 2087 c.c.

La responsabilità derivante dalla norma in questione ha natura contrattuale per

cui, se il lavoratore dimostra l’esistenza dell’obbligazione lavorativa, il danno

patito ed il nesso causale con la prestazione svolta, sarà onere del datore conv-

enuto in giudizio provare che il danno è derivato da causa a lui non imputabile

nel rispetto di quanto previsto dall’art. 1218 c.c. ovvero di aver adempiuto al suo

obbligo di sicurezza.

Luigi De Valeri

[email protected]

La tutela del lavoratore impegna il datore a verificarei rischi specifici presenti sul luogo di lavoro.

di Luigi De Valeri, avvocato del Foro di Roma.

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44

FILLER: sostanze riempitive che vengono iniettate più o meno profondamente nel derma, si utiliz-

zano per distendere le rughe, e fare in modo che siano meno visibili. Possono essere usati anche

per correggere i difetti volumetrici del volto quali riempitivi per l’aumento di labbra, zigomi, mento,

profilo mandibolare. L’infiltrazione si esegue ambulatorialmente, in anestesia locale, con ripresa

immediata della propria attività lavorativa e sociale. Tali sostanze possono essere di tipo rias-

sorbibile (durata 3-5 mesi) ovvero semipermanenti. PEELING: Con questo termine si indicano quei

trattamenti che causano una esfoliazione più o meno profonda della cute, fino, in alcuni casi, ad

arrivare al derma; ciò provoca una rigenerazione epidermica reattiva e un notevole effetto stimo-

lante sui fibroblasti, a cui segue una attenuazione delle rughe e delle macchie presenti sulla cute.

I peeling possono essere di tipo chimico (ac. Glicolico, ac. Salicilico, ecc.), meccanico (dermoabra-

sione con frese), fisico (laser). BIORIVITALIZZAZIONE CUTANEA: Con dei microaghi viene iniettato nel

derma superficiale un insieme di sostanze (vitamine, ac. Ialuronico, coenzima q 10, ecc.) nelle zone

dove vi sono delle problematiche specifiche quali rughe, smagliature, acne. Ciò causa un aumento

dell’attività delle cellule del derma, a cui segue un aumento di produzione del collagene. MES-

OTERAPIA: Viene applicata per il trattamento localizzato dell’adipe, iniettando un farmaco specifico

con dei microaghi completamente indolori. LASER: Ovvero Light Amplification Stimulation Emission

on Radiations: con questo strumento in mani esperte si possono ottenere ottimi risultati. Agisce

vaporizzando gli strati superficiali della cute, arrivando più o meno profondamente al derma. Ciò

causa una stimolazione intensa e profonda dei tessuti a cui segue una rigenerazione degli stessi.

Gli effetti di tale stimolazione saranno una marcata riduzione delle rughe e delle macchie super-rr

ficiali della cute. Molto utile in caso di telangectasie cutanee ( capillari venosi cutanei superficiali )

ricorrere al laser, il quale andrà a cauterizzare esclusivamente i capillari interessati, lasciando la

cute circostante indenne.

MACCHINARI COMPUTERIZZATI USATI IN MEDICINA ESTETICA

ULTRASUONI: Vengono utilizzati per stimolare e aumentare il metabolismo delle cellule adipose, ciò

comporta una notevole azione lipolitica localizzata (addome, fianchi, cosce, glutei, ecc.). E’ indo-

lore. PRESSOTERAPIA: Agisce prevalentemente sul sistema linfatico e sul ritorno venoso, favorendo

in tal modo un riassorbimento del fluido extracellulare accumulato prevalentemente nelle gambe.

Tale fluido verrà successivamente eliminato con le urine. Dopo la seduta il paziente avvertirà un

notevole senso di leggerezza alle gambe stesse. E’ indolore. ELETTROSCULTURA: Vengono applicate

delle bende elastiche nelle zone da trattare, attraverso le quali un debole flusso di elettricità attra-

versa i tessuti (cute - derma - adipe - muscolo) causando una contrazione dei muscoli interessati.

Ciò comporta un rassodamento dei muscoli stessi con un notevole miglioramento della silhouette.

E’ indolore. INFRARED (RAGGI INFRAROSSI): Vengono irradiati sopra la cute in corrispondenza degli

accumuli adiposi ; la loro azione è quella di aumentare localmente la temperatura agendo anche

Chirurgia estetica La bellezza non ha età

--

Del Dott. Pierluigi Borneti Medico ChirurgoSocio ACPIC Socio SIDEC Socio AICPEMembro Aderente della società Italiana diChirurgia plastica ed esteticaProfessore a contratto presso lo IAF sito web: www.borneti.ite-mail: [email protected]

Trattamenti ambulatoriali di medicina estetica La medicina estetica si avvale di sostanze che vengono iniettate ove sia necessario o di macchinari computerizzati e laser che possono dare ottimi risultati

naso: prima naso: dopo

bocca: prima

bocca: dopo

in profondità a livello delle masse adipose, ciò

stimola il metabolismo delle cellule che conten-

gono i grassi favorendo il dimagrimento. E’ in-

dolore. ENDERMOLOGIE: Questo macchinario è

composto da un unità centrale e da un manipo-

lo ad essa collegato tramite tubi e cavi elettrici.

IL manipolo viene applicato in corrispondenza di

zone dove c’è cellulite e accumulo di grasso. La

sua azione è quella di causare uno scollamento

dei tessuti, ciò favorisce un aumentato riassorbi-

mento dei liquidi accumulati. E’ indolore.

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45

L’Eur Park Adventure, a ridosso del Fungo, è un meraviglioso parco avventura che propone divertenti ed emozionanti attrazioni sugli alberi e immerse nella natura, è un parco avventura unico a Roma e tra i più grandi in italia. Con i suoi nove per-corsi garantisce divertimento per bambini, ragazzi ed adulti in totale sicurezza ed immersioni un ambiente incontaminato ed adrenalinico. Cavi, passerelle, reti sospese, carrucole, ponti di tutti i tipi, pareti d’arrampicata per trascorrere una giornata fuori del comune all’aria aperta. Inoltre area relax, wifi, area picnic e un bar fornitissimo!

Ideale per famiglie. Gruppi. Compleanni. Addio al celibato/nubilato. Gite scolastiche. Eventi aziendali e team building.

Parco Carlo Ciocci - piazza Pakistan (Eur-fungo) E-mail: [email protected] www.eurpark.com

Page 48: E42 magazine n.9 2013

46

Moda e design

Milano Fashion week

La sfilata di Giorgio Armani si intitola Garconne e propone giacche senza revers, strette

in vita da una cintura alta di vernice, pantaloni di velluto, un nuovo modello di basco in

testa, oppure giacche con revers a cuore, pantaloni da smoking con banda laterale e

innesca una polemica contro la moda spettacolo ….. Per Emporio Armani le donne non

debbono mai perdere la dignità, afferma re Giorgio, con la sua collezione denominata

kajal, collezione che descrive un inverno sfumato, schiarito, tenue e dolce, mai estremo.

Per Ferragamo la versatilità è l’essenza della sensualità. Massimiliano Giornetti racconta

una donna bella, languida composta ma nello stesso tempo forte e spigliata come la Vitti

in Deserto Rosso. Il successo della moda di Marni curata da Consuelo Castiglioni, sta

nella capacità di rendere leggibile le fleur du temps. Ogni stagione è una declinazione

di ciò che il tempo elabora, da qui le stampe quasi malinconiche di romantici boschi

invernali, abiti bustier, giubbotti che riprendono una declinazione maschile/femminile

Peter Dundas e la dolce vita di una Pucci Girl. La Pucci Girl ama la vita, la bellezza e

l’ottimismo perciò la collezione è chiara, solare con più confort, più ricca e decorata. Jil

Sander. La femminilità incorruttibile fra ragione e sentimento. La donna avrà una fem-

minilità pregiata, un portamento aggraziato e una notevole personalità. Fausto Puglisi,

Trussardi, ricerca, da una parte un nuovo aspetto del punk, dall’altra una rilettura del

classico, ripescando in archivio. Per Roberto Cavalli ogni donna è unica, protagonista,

piena di fascino e deve fare la differenza. Gli abiti sono fatti a mano, ricamati a mano,

ottenuti con una tecnica che fonde arte e artigianato. I colori poi vanno dal bianco e nero

a quelli lussureggianti dei volatili tropicali. Propone giacche da smoking stampate a fiori ,

paillettes brillanti e borchiette applicate a gonne corte e bluse . Bottega Veneta , attraver-rr

di G.M.T.

Sfilate donna autunno inverno 2013/2014

Scervino

Pucci

Prada

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47

so il suo direttore creativo Tomas Majer incentra la collezione sulla proporzione , la precisione , la facilità e la bellezza semplice della materia Versace.

Vunk, nuovo movimento glamorous di Donatella Versace è il nuovo Punk del 2013, che non si riporta al passato ma guarda al futuro proponendo

una donna energica ed energetica che si ribella al fatto di non essere considerata e valorizzata per quello che vale. Il Vunk non è solo nero ma giallo,

rosso, tartan bianco e nero, usa pellicce colorate, stampate, zebrate. Ha bustier di vinile e pelle e taglia con le lamette gli abiti da sera ottenendo effetti

di body art super glamour. Iceberg, Blumarine : nella moda di quest’autunno è molto sentito il tema dell’ Heritage inteso come modo per rendere

sempre più riconoscibile il marchio, per una seria esigenza commerciale. Il futuro riparte dal passato: per il primo marchio, maglioni con teste di tigre

Dolce e Gabbana Emporio Armani

Ferretti Ferragamo

Jil Sander

Marni

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ricamate; per il secondo, i maglioni grossi a punto pelliccia, gonne di organza, di tweed e di pelle in tutte le declinazioni del rosa, tutti autentici marchi

di fabbrica. Moschino propone una collezione di tessuti tartan in rosso, blu e verde arricchiti da ricami dorati e rose ricamate. Ecco quindi pantaloni

dalle bande ricamate con rose, mini kilt con le M in oro. Gonne in tartan a palloncino e per la sera abitini corti in bianco e nero, drappeggiati e spesso

asimmetrici. Prada: l’esagerazione contro l’autocensura del politically chic. Per Miuccia Prada ci si autocensura per realizzare il consentito, perciò

la sua collezione va controcorrente, il disordine è un ottimo metodo per creare il nuovo. L’esagerazione è ottima per non omologarsi. Troviamo il

tweed mescolato a ricami di jais su abiti e talleur dalle lunghezze asimmetriche, sandali di raso con suole di gomma, gonne a ruota. Dolce e Gab-

bana e il lusso come idea di storia presentano una collezione i cui riferimenti si ripartiscono fra l’arte, l’arte sacra e la sartoria con una proposta che

Marni Moschino

Bottega VenetaCavalli

Page 51: E42 magazine n.9 2013

49

incarna un’idea precisa del lusso, che proviene

da qualcosa di importante storico. Quindi tro-

viamo abiti dorati e quelli costruiti con tessuti

maschili, dove però non compaiono i pantaloni,

abiti e bluse lavorate e stampate come i mosaici

e incrostate di pietre preziose. La collezione è

ispirata al Duomo di Monreale e all’arte bizan-

tina. Gucci, attraverso Frida Giannini racconta la

sensualità femminile, fatta da mille sfumature.

La donna Gucci è algida e sexy, pronta a modi-

ficarsi in modi impensabili, una ladylike con

fantasie fetish. Troviamo tailleur con la gonna

a tubo e le giacche a mantella, giubbini stret-

tissimi di rettile, tubini con le spalle nude, tail-

leur di bretschwanz, spencer con maniche a tre

quarti su gonne strette e lunghe sotto il ginoc-

chio. Alberta Ferretti presenta degli abiti senza

sovrastrutture che rendono naturale l’eleganza.

Ermanno Scervino tratteggia una femminilità

poetica e sensuale proponendo un guardaroba

di pezzi sartoriali mixati ad abiti fascianti fatti di

sete luminose che scivolano sul corpo. Fendi e

la metamorfosi. Karl Lagerfeld e Silvia Venturini

Fendi mandano in passerella una collezione inti-

tolata Icons Unchained e la prima icona liberata

è la pelliccia seguita da altre icone del passato.

La pelliccia riportata a materiale principale della

firma. Cappotti di pelliccia rasata in cui vengono

inserite strisce ricolorate a contrasto, gonne cor-rr

te e voluminose si alternano ad abiti dalla linea

pulita e ancora inserti di pelliccia si insinuano in

cappotti e da soli costituiscono tagli anatomici.

Torna alla ribalta il punk e viene riproposto cos-

truendo una cresta di volpe colorata da portare

come un copricapo .

Fendi

Fendi

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50

Moda capelliautunno/inverno 2013/14Come spesso accade per le stagioni fredde, a prevalere sono le acconciature sciolte. Con molte variazioni sul tema: iper-lisce e sciolte, con riga centrale o laterale,cotonate alle radici, con morbidi ricci e dal finish naturale.I raccolti non sono mai banali: trecce dove non ti aspetteresti ecode a partire dalla nuca, morbide e scenografiche.Ecco come ci pettineremo il prossimo autunno e inverno

di G.M.T.C.

Moda e design

Page 53: E42 magazine n.9 2013

51

La novità forse è il ritorno in grande stile del ric-

cio, morbido, lucente e vaporoso a suggerire

una feminilità civettuola e sofisticata insieme.

Poi si sa, per l’inverno si preferiscono le acco-

nciature sciolte e in passerella se ne sono viste

molte e in più varianti. Dal lungo ordinato e iper-

liscio con accenti vagamente bon ton a uno stile

più ricercato che spesso sfocia nel rock glam,

lechiome anni ‘80 e nel grunge, con ciocche

spettinate e lavorate con cere e mousse. Non

mancano poi i raccolti, eleganti e sofisticati con

chignon che sembrano rubati a foto di moda

delle riviste anni ‘50 e ‘60 o più destrutturati e

moderni, con ciocche che fuoriescono quasi a

suggerire una manualità veloce. Interessanti gli

influssi retrò, con chiome cotonate o semplici

raccolti gonfi solo sulle radici.

CAPELLI LUNGHI, MOSSI, MORBIDI, CON RITOR-

NO AL VINTAGE

Ci sarà un ritorno deciso del capello lungo, che

potrà essere morbido, mosso o anche liscio.

Si guarderà anche al passato, a tutto ciò che

definiamo vintage, recuperando uno stile tipo

figlie dei fiori. Torneranno prepotenti, poi, so-

prattutto fino alla fine dell’anno, il carré e la

frangia, per donne che vogliono apparire sem-

pre eleganti e raffinate.(TESSITURE)

COLORE, SPAZIO A QUELLI NATURALI E SEMPLICI

Le tinte ed i colori dei capelli di tendenza

nell’autunno inverno 2013 2014 sono, neanche

a dirlo, naturali. Stop ai biondo platino delle sta-

gioni scorse e alle sfumature artificiali! Che sia

chiaro o scuro, monocromo o sfumato, il colore

di capelli alla moda nell’autunno inverno 2013

2014 deve sembrare autenticamente naturale.

PIEGHE

La piega dei capelli alla moda nell’autunno in-

verno 2013 2014 è dolce: il liscio non deve la-

sciare intravedere la nettezza della piastra e

deve cadere morbido; il mosso, che non è mai

un riccio scolpito né mai parte dalle radici, è

fatto di onde fluide che muovono solo le punte.

TRATTAMENTI RISTRUTTURANTI

Ci affidiamo a REDKEN Un trattamento per

essere efficace deve assolutamente essere

personalizzato e preparato al momento. Un

cocktail unico scelto su misura tra 6 formule di

concentrati attivi per compensare le carenze

Tamara con Sabrina Ferilli

Page 54: E42 magazine n.9 2013

52

dei capelli. il vero motore dell´efficacia e della trasformazione dei capelli

per donare forza e flessibilità sono le proteine . La diagnosi è il punto di

inizio del trattamento. Ma la differenza si fa ancora più evidente a capelli

asciutti. Il Redken Chemistry apporta forza e corposità, rassoda la fibra

che acquisisce forza, volume, cambia proprio la sua texture. Il Redken

Chemistry agisce per ricostruire in profondità i capelli sensibilizzati; in

superficie, liscia la fibra e lascia il capello più forte. Un risultato che si

contraddistingue dagli abituali standard di cosmeticità e di morbidezza.

L´azione di trattamento è immediata, visibile e anche duratura. Il con-

siglio professionale è di fare il servizio con una frequenza mensile. Per

chi ha capelli molto sensibilizzati, si può anche prevedere un trattamento

intensivo. Questo servizio “ricostruzione’’ è ideale per i capelli più inde-

boliti oppure nei momenti di grande fragilità, come ad esempio, prima

e dopo l´estate per rafforzare i capelli di fronte alle aggressioni estive.

Una volta che l’hai provato, non lo dimentichi più Il Redken Chemistry

è dedicato a tutti i tipi di capelli. Fini o grossi, colorati o naturali, secchi,

ribelli, tutti i capelli trovano una risposta su misura e personalizzata. Una

certezza: più sono sensibilizzati, più spettacolare è il risultato. Il Redken

Chemistry è dedicato a tutte le donne che sono insoddisfatte dei propri

capelli e hanno perso il piacere di toccarli. Chi lo prova non lo dimentica.

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Moda e creatività

Pamela Quinzi da Roma a New York con spirito, ironia e passione... tutta italiana!

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“Follow your dreams. Kilame is the proof that if you believe in yourself your dreams can come true!” Seguite i vostri sogni, vi porteranno lontano.

di G.M.

Pamela Quinzi Designer, una storia di passione che ti ha portato lon-

tano. Raccontacela.

Una bellissima avventura inziata a Roma anni fa e che nel 2001 dopo il

mio trasferimento a Milano per continuare studi nel mondo della moda

all’Istituto Marangoni mi ha portato fino alla Fashion avenue di New York

City. E’ una storia di duro lavoro, passione e amore per il mio lavoro pas-

sando tra gavette, ore insonni e tante soddisfazioni negli anni. Mi sono

diplomata nel 2005 a Milano e ho iniziato il mio lavoro con uno stage per

Exté come designer scarpe donna per finire come responsabile collezioni

accessori per Fiorucci, fashion designer collezione donna ed accessori

per Nijole srl, assistente personale di Rossana Buriassi con la quale ha

collaborato allo sviluppo di esclusive collezioni accessori per Armani

Prive’,Dolce e Gabbana, Fiona Swarovski. Cala di Volpe-Bain de Minuit,

Shane, Paola Ferrari. Nell’estate del 2009 decisi di partire per un viaggio

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di ricerca a New York. “Ero appena arrivata a Manhattan,

ancora nel taxi verso l’albergo, guardavo dal finestrino le

luci e l’immensità di Time Square…Ero nel centro del mon-

do, come lo chiamo io…e decisi di farne parte!”.

Ora parliamo delle tue creazioni e delle presenze negli

showroom.

Le mie creazioni sono tutte One-of-a Kind. Uso ricami di

ogni genere e lavoro tutto a mano personalmente. Pail-

lettes, perline, cristalli Swarovski, piume, applicaioni. Il mio

studio e’ a Manhattan e ricevo privatamente le mie clienti.

Roma, Milano, New York. Dove ti troveremo domani?

Sulla luna!

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sto lavorando duro per far conoscere sempre di più il mio

brand a livello internazionale. Il prossimo 17 Ottobre sarò

ospite, con le mie modelle e la mia collezione, sul red car-

pet dei Latin Award 2013 in Time Square a New York. Ve-

trina internazionale e sono molto onorata di farne parte.

Nel 2012 la creazione più grande: KILAME Designed by

Pamela Quinzi...Si, la mia creaturina...KILAME. Il sogno

che diventa realtà. Un brand dedicato a donne che non

hanno mai smesso di sentirsi principesse, moderne con

un carattere forte che non si spaventa di un design diverso

e unico.

In Italia, la crisi non risparmia neanche il settore della

moda. Un messaggio da New York dedicato ai giovani

talenti italiani...

La crisi c’è ovunque anche negli Stati Uniti, e’ un momento

di crisi mondiale. L’importante è credere in se stessi e nelle

proprie capacità. Il problema più grande non è la crisi, è la

mentalità. Dobbiamo liberarci da barriere e freni, in Amer-rr

ica mi sono potuta esprimere e vorrei che in Italia si inizi a

fare lo stesso, a cambiare il modo di pensare. Questo mes-

saggio e’ rivolto ai giovani. Io pian piano sto cercando di

far conoscere la mia esperienza in Italia e il mio brand che

non rientra negli standard del mondo della moda italiana,

ma va oltre. Il mio motto è: Chi mi ama mi segua!

Lo slogan che ti ha portata dove sei...

“Follow your dreams. Kilame is the proof that if you believe

in yourself your dreams can come true!”. Seguite i vostri

sogni, vi porteranno lontano.

Potete leggere l’intervista in inglese sul nostro sito web www.e42magazineroma.it

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I love new tartandi Elisabetta Rullo

Care Chicche, avete cominciato la vostra corsa agli acquisti? Penso pro-

prio di si, amanti della Moda come siete e....delle novità!!! Cosa vi ha col-

pito? Quale tendenza vi ha condotto verso il vostro “ stile personale”? Per

questa stagione la scelta è ampia e, strano a dirsi, varia e “curiosamente

disordinata”... Si Chicche, così amo definire la particolare commistione di

stili, vecchi e nuovi, rivisitati ed impreziositi da un’ondata di novità, emerse

espressamente sulle passerelle italiane ed estere. Classici della moda di

tutti i tempi che, ripescati come per incanto da un “ polveroso baule della

nonna”, vengono adattati ed assaporati nuovamente con l’entusiasmo

che si ha di fronte alle cose nuove.... Linee morbide per camicie e giac-

che, ma anche abiti sottoveste sexy ed avvolgenti... Le forme riprendono

e riproducono le linee anni 70/80 (spalline squadrate ) ma con contami-

nazioni di vera femminilità che hanno il potere di rendere uniche le “Chic-

che” di moda di questo autunno. La novità per eccellenza e’ il “ NewTar-

tan”, il classico tessuto scozzese tanto amato ed utilizzato per kilt, sciarpe

e camicie di stampo classico...rielaborato e proposto per Noi Chicche

moderne! Chi di Voi non ha mai posseduto,anche da bambina,un capo

in tartan? Classico di tutti i tempi,caratterizzato da forme geometriche

“Le chicche di Eli”

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precise,rigorose e schematiche.... Per lo più in colori

freddi come il verde ed il blu ma anche con il rosso

che spesso domina e da’ calore ad un capo in Tartan.

Ora Chicche dimenticate per un momento la “Moda

Tartan” del passato , pervasa da classicismo e

tradizione; la tendenza per questo autunno/inver-rr

no ha stravolto il Tartan e lo ha dotato di un grado

di modernità e sensualità che mai avremmo im-

maginato. Il rigore delle linee e dei colori del “vec-

chio” tartan ha ceduto il passo a forme morbide e

dotate di trasparenze come, ad esempio, camicie

in seta in tessuto scozzese ( adoro quelle in nero e

rosso)... Abiti in stretch contaminati da disegni e

stampe floreali,adornate di pizzo (ogni riferimento

e’ puramente casuale)... Colori più brillanti come

l’abbinamento blu e giallo proposto da Burberry o

il tradizionale tartan in rosso e nero ,ravvivato da un

tocco di oro, anch’esso presenza costante in questo

periodo nella moda. Rigore nei tailleur movimentati

dall’ampiezza dei pantaloni e da colori sfumati sul

tono dei marron e del verde.....sempre con un tocco

di eccentricità! Si perché il vecchio Tartan ,care Chic-

che, ha abbandonato nel baule il suo vecchio man-

tello e si è vestito di stravaganza, femminilità affasci-

nando anche le seguaci dello “Street Style”: camicie

poggiate su gonne in pelle ,legate in vita con disin-

voltura, oppure abbinate a tute ed abbigliamento

sportivo come jeans o shorts.... Cappottini a mantella

dai colori vivaci movimentate da rouches e colli im-

portanti, dominante il Tartan... Scarpe,borse ed anche

leggins da indossare con maxi maglie tinta unita o,

per chi come Noi Chicche ama sperimentare.....Pro-

pongo la “Commistione di stili”. Di cosa si tratta?? Vo-

lete veramente saperlo Chicche? Dicesi Commistioni

di stili, (termine coniato da Chicca Eli), una tendenza,

propria dell’autunno/inverno2013/2014, caratterizza-

ta dall’eccentrico abbinamento tra capi ed accessori

di stile e soprattutto stampe diverse....a volte anche

completamente opposti. Significa azzardare un po’

ma..... se vogliamo. Noi Chicche lo sappiamo fare!

Pantalone tartan,cappottino maculato e scarpa maschile...Una vera miscellanea tut-

ta da sperimentare!!! Che dite, optiamo per una commistione di stili ?? Ci divertiamo

un po’ insieme?? Sono sicura che renderemo UNICO questo autunno di gran Moda!!!

Proviamo e creiamo la nostra personale “commistione di stili”e la caratteristica pecu-

liare e bizzarra sarà, questa volta ,un capo in Tartan. Certo, non a tutte può piacere.....

Io tenterei...Con eleganza, un pizzico di gusto e tanta fantasia! Buon divertimento!

A prestissimo Chicche!

www.lechicchedieli.com

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intervista: Alessio Di Clemente

Spettacolo

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Nell’intervista ad Alessio Di Clemente, abbiamo sco-

perto che la parola vip lo fa ridere perché lui resta, ed è,

“quello che giocava per strada da ragazzino sognando

una vita piena di bellezza e dolci sorrisi…”

Chi è Alessio Di Clemente?

Sono un uomo che ha fatto della dignità personale e

creativa uno stile di vita.

Ci racconta il suo percorso artistico?

Mi sono diplomato al Centro sperimentale di cinemato-

grafia di Roma dove attualmente insegno,ho frequen-

tato il Meisner studio di Los Angeles e sono membro

dell’Actor’s Center di Michael margotta a Roma:il tea-

tro è la mia vita, più di 46 spettacoli tutti con ruoli da

protagonista o coprotagonista,ho lavorato in Francia,

al festival di Edinburgo e al Burghteather di Vienna. Ho

partecipato a 14 film per il cinema e corti e a 21 per la

televisione. Insegno per Innovactor Milano dove sono il

direttore artistico.

Una recensione della carriera firmata... Alessio Di

Clemente.

Mi recensisco volentieri perché così ho l’opportunità di

ribadire che il mio è un mestiere che prevede lo stu-

dio e la rinascita interiore di ciò che è; ciò che è vero

e vitale, ma filtrato attraverso il mio strumento interiore

immaginativo ed esteriore fisico. Questo è il mio credo.

Sono un professionista e vivo per creare ed essere in

sintonia con le forze naturali che ci trasformano e ci ren-

dono sempre nuovi e pronti a rinascere. Carattere non

facile,ma carattere. Sano e diretto. Amo l’amore e sic-

come ne sono circondato niente è impossibile per me.

Sono un attore fortunato.

di M.G.

vivo per creare ed essere in sintonia con le forze naturali che ci trasformano e ci rendono sempre nuovi e pronti a rinascere”

Cinema, tv e teatro hanno fatto di Lei un “vip”. Cosa vuol dire essere un

vip? Da cosa deriva la fama autentica e soddisfacente?

La parola vip mi fa ridere. Io sono Alessio e sono quello che giocava per

strada da ragazzino sognando una vita piena di bellezza e dolci sorrisi: cosa

che, insieme a tutto il resto, si è avverata. Ripeto:sono un uomo fortunato.

L’opinione pubblica vede nella crisi economica un ulteriore ostacolo alla

possibilità di emergere nel mondo dello spettacolo per i giovani di ta-

lento. E’ davvero così? Quanto premiano passione e impegno nel 2013?

Assolutamente no. I momenti di difficoltà sono i più creativi e lasciano spazio

all’ingegno di tutti, proprio perché il panorama professionale è incerto e ci

sono possibilità per tutti: perciò chi ha idee si faccia avanti!

Cosa può dire in merito alle vicende e alle attività del Teatro Valle Oc-

cupato?

Il teatro Valle è un posto dove per decenni migliaia di esseri umani si sono

raccolti per scambiarsi emozioni; è un luogo mistico quindi. Ogni altra desti-

nazione sarebbe inappropriata e irrispettosa.

Suerte. Lo Sfascio, Il Berretto a sonagli (Pirandello), Molto rumore per

nulla (Shakespeare): 4 spettacoli in una stagione. Il prossimo futuro è

decisamente impegnativo. Parliamone...

Parlare dell’impegno creativo è come parlare di cosa si prova a fare l’amore..

non ha senso... ha senso essere profondamente grati allo spirito vitale che ci

guida e ci fa questi doni e cercare di farli fruttare con riconoscenza e umiltà.

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Moda e design

Materiali pregiati, arte e innovazione per vivere il design: MOA CASA, la mostra di arredo e designalla Nuova Fiera di Roma dal 26 ottobre al 3 novembre.

Vivere la casa e abitare la vita

Tante le proposte tra tradizione e futuro: dai pezzi unici di sedie, tavoli

e poltrone firmati dai maggiori designer, all’arredo più sperimentale ed

ecosostenibile dei giovani creativi che introdurranno nuove forme di

design, catturando la curiosità del pubblico. Tecnologie e materiali eco-

compatibili diventano punti fermi per un’attuale e non invasiva qualità

del vivere, perché creare prodotti rispettosi dell’ambiente e in grado di

semplificarci la vita, è oggi una priorità. La presenza di CNA e Camera

di Commercio è invece la testimonianza dell’attenzione che MOA Società

Cooperativa da sempre riserva alla tradizione artigianale italiana: legni

pregiati, colori naturali, e intarsi fatti a mano sono i caratteri distintivi dei

maggiori produttori nazionali, apprezzati in tutto il mondo. Prodotti di

qualità per ogni ambiente della casa, trovano spazio nelle più variegate

soluzioni in termini di stile e design, dal classico al moderno. “Una mostra

di rilevanza nazionale – sottolinea Massimo Prete, presidente di MOA

di G.M.T.

Page 65: E42 magazine n.9 2013

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Società Cooperativa – che accoglie espositori e mobilieri delle diverse

regioni d’Italia. Tutte le aziende, altamente qualificate e specializzate, of-

frono una serie di servizi a valore aggiunto che vanno dalla progettazi-

one, all’assistenza tecnica, al montaggio, alla garanzia. Servizi sempre

più richiesti e apprezzati dall’utente finale. Moa Casa è una manifes-

tazione che propone diverse soluzioni d’arredo, ma sempre all’insegna

di alta qualità”. Per un arredo che diventa sempre più personalizzato, in

cui la scelta del dettaglio, delle linee e degli oggetti diventa fondamen-

tale, rispecchiando perfettamente l’individualità e il carattere di chi vive

la casa. Decine di migliaia di visitatori ad ogni edizione hanno ormai

eletto Moa Casa come guida del comparto per idee proposte, progetti

realizzati e, naturalmente, per la varietà di prodotti presentati sempre in

linea con le ultime tendenze in fatto di arredamento e design dei mag-

giori brand nazionali. Appuntamento al 26 ottobre per Moa Casa 2013,

la fiera dell’arredo e del design dove il made in Italy è di casa.

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Da circa 40 anni è il felice mix tra tradizione e innovazione che consolida

Moa Casa come una delle manifestazioni più importanti per il mercato

dell’arredo e del design. Tra i suoi espositori sono infatti presenti le miglio-

ri aziende italiane specializzate nel settore, la cui qualità viene valorizzata

da un format espositivo progettato con lo specifico intento di far dialogare

con intelligenza industria e artigianato di alto livello, classico e design, pro-

muovendo i marchi più significativi del made in Italy. Nel 1983 nasce Sabo,

il Salone Nazionale della Bomboniera, organizzato da FiviT. Per i primi due

anni si svolge nella suggestiva cornice di Piazza San Lorenzo a Viterbo,

sotto l’occhio vigile di Palazzo dei papi. Nel 1985 la manifestazione si tra-

sferisce presso la Fiera di Viterbo perché lo richiede l’aumento delle richi-

este di partecipazione da parte degli espositori e dei visitatori. A Fiera

di Viterbo FiviT resta fino al 2007, ma già dal 2003 Sabo si era evoluto

in Sabopiù, aprendosi ai settori del regalo, del complemento d’arredo,

degli oggetti natalizi, della cucina, del bijoux, del tessile. Un ampliamento

dell’offerta espositiva che permette alla manifestazione di compiere un

About Moa Casa

Page 67: E42 magazine n.9 2013

65

ulteriore salto di qualità. Dal 2008 Sabopiù si trasferisce ad Arezzo Fiere e Congressi, una struttura

adeguata alle rinnovate esigenze del Salone Nazionale che ha bisogno di spazi opportuni, servizi

all’avanguardia e di una posizione logistica favorevole per poter sostenere, in ogni suo aspetto, un

marchio in continua trasformazione, dinamico, veloce nel pensiero e nella realizzazione delle idee.

Dal 2012 la manifestazione si sposta alla Nuova Fiera di Roma per soddisfare le esigenze di un pub-

blico nazionale.

Page 68: E42 magazine n.9 2013

66

Caput Mundi International Burlesque Award,il festivalinternazionale di burlesque a Roma dal 1 al 3 novembre.

Per celebrare la magia delBurlesque nella Città Eternadi A.M.

da Ufficio Stampa R. Savona

Spinte dal desiderio di recuperare il prestigio dell’Arte del Burlesque e di

creare una grande famiglia del Burlesque in Italia, Dixie Ramone e Alba-

doro Gala daranno vita ad una kermesse scintillante di bellezza, glam-

our, risate ed irriverenza. Il festival, alla sua prima edizione, avrà luogo

a Roma dal 1 al 3 Novembre 2013, presso il Teatro Centrale Carlsberg,

nelle prime due giornate di esibizione, per poi spostarsi al The Yellow

Hostel, dove si terrà la giornata conclusiva della manifestazione, dove

talenti da tutto il mondo si esibiranno nella magica atmosfera della Città

Eterna. Voce e Radio ufficiale dell’evento sarà RDM - Radio Dimensione

Musica 95.3, che ospiterà le performer via etere, con irriverenti interviste,

già dai giorni precedenti all’inizio della kermesse. Due le serate di punta

della competizione. La prima dal titolo Newcomers Competition, in cui

si esibiranno le artiste emergenti e la seconda dal titolo International

Performers Showcase, in cui si esibiranno le performer internazionali; il

tutto al cospetto di una giuria decisamente d’eccezione come: lo tzuna-

mi giapponese Erochica Bamboo, il cantante cabarettista inglese Jack

Woodhead e la costumista e performer Maria Freitas, che non man-

cheranno di deliziare il pubblico con alcuni dei loro cavalli di battaglia,

a partire già dalla serata d’apertura. Il Caput Mundi I.B.A. (International

Page 69: E42 magazine n.9 2013

67

www.caputmundiaward.com

Burlesque Award) ospiterà nomi di caratura internazionale come Clea Cutthroat

(N.Y.C.), Eliza DeLite (Londra), Raven – Mister Boylesque Australia 2012 (Boylesque

Performer from Australia), Fräulein Frauke (Stoccolma) e tanti altri ancora... Madrina

d’eccezione della serata, che premierà la vincitrice della Newcomers Competition,

sarà la folgorante e fascinosa LOU LOU D’VIL - Miss Exotic World 2013. Durante il

Festival si terranno workshop, vintage market, aste di beneficenza, dj set, feste …e

tanto altro ancora. Il Caput Mundi International Burlesque Award, da un’idea di Al-

badoro Gala e Dixie Ramone (aka The Missunderstanding, neonato duo burlesque

tutto all’italiana, ma dal respiro decisamente internazionale), è un evento pensato

dalle performer e per le performer, con l’auspicio e la volontà di poter continuare un

progetto artistico attuale e in costante mutamento come il Burlesque, con la voglia

di ricreare anche entro i confini italiani, quella Burlesque Family che le performer

nostrane trovano oltreoceano.

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Laurentino 38I Quartieri di Roma

di G.T.

L’ insediamento è stato progettato da un equipe di architetti, ispirati ad esperienze europee, in particolare inglesi e olandesi, con l’intento di realizzare un modello di quartiere moderno.Prende il nome dalla via Laurentina e dal numero del Piano di Zona, ma è chiamato anche Undici Ponti, caratteristica principale, a destinazione residenziale e commerciale.

Di proprietà dei Torlonia, la zona fu espropriata nel 1975 per la realizzazi-

one di edifici di edilizia popolare, sulla base della legge 167 del 1962, che

conteneva l’impegnativo proposito dello Stato di costruire case per chi ne

aveva bisogno, mentre dilagava l’abusivismo e il boom edilizio andava

esaurendosi. Il quartiere sorse su un terreno di 160 ettari e si proponeva

di ospitare 32000 persone . Il progetto del Laurentino 38 risale al 1972

/73 in un area dove sorgevano una serie di baracche abusive, che furono

interamente demolite per dare la possibilità ai loro abitanti di avere

delle vere e proprie case. L’idea era quella di creare un quartiere autosuf-

ficiente, dotato i tutti i servizi, con 14 insulae ognuna con 7 edifici, di cui 5

in linea, una torre e un ponte di collegamento dotato di negozi e servizi

con un percorso solo pedonale. Tutto ciò fu realizzato solo parzialmente.

La strada principale, via I . Silone, costeggia 11 isole abitative collegate da

altrettanti ponti che avrebbero dovuto fungere da collegamento pedon-

ale tra le case, con il primo piano riservato agli uffici e il piano terra alle

attività commerciali ma che in breve si sono trasformate in strutture

degradate e in gran parte fortemente compromesse. L’ insediamento del

quartiere avvenne attraverso lo IACP e , in numero minore ,attraverso le

cooperative, per questo motivo è abitato da un ceti sociali medi oltre che

da quelli più bassi. Sono proprio questi ultimi a conferire al quartiere

la sinistra fama di ghetto malfamato, esso è infatti conosciuto come il

Bronx romano a causa della massiccia microcriminalità o criminalità più

o meno organizzata , dove avvengono violenze di varia natura e dove

si registra un intenso traffico di droga. C’è da dire che i baraccati , fruitori

delle nuove abitazioni, non avevano la cultura della casa poiché non ne

avevano mai posseduta una e non erano perciò in grado improvvisa-

mente di occuparsene in modo adeguato. All’ epoca dell’insediamento

il quartiere era, per la maggior parte, privo di servizi essenziali come

strade asfaltate, acqua corrente, elettricità, fognature, scuole, consultori,

centro servizi, centri sportivi e una centrale di Polizia .Questa situazione si

protrasse per alcuni anni tanto che quando alcuni di tali servizi vennero

attivati , si era giunti ormai ad un avanzato stato di degrado; il destino

Page 71: E42 magazine n.9 2013

69

del quartiere era ormai irrimediabilmente compromesso, perciò nel 2006

,su iniziativa della giunta di Veltroni, furono abbattuti gli ultimi 3 ponti,

mentre fu deliberata la distruzione ( nel 2010 ) del V e VI. Nel tempo sono

avvenute occupazioni da parte di abusivi che si sono sistemati dove er-rr

ano previsti uffici e negozi ; la manutenzione è stata abbandonata, molte

famiglie hanno smesso di pagare l’ affitto, gli ascensori non sono stati

riparati, si contano numerose le perdite di acqua per cui l’odore di muffa

a causa della grande umidità è insopportabile, la corrente manca sp-

esso, le finestre sono rotte e rattoppate alla meno peggio. I più prepotenti

riscuotono affitti inesistenti, gli assegnatari e gli occupanti sono ai ferri

corti, qualcuno ha subaffittato case IACP, o le ha rivendute agli extraco-

munitari …. Regna il caos più totale. Il primo e secondo ponte sono sedi

del Municipio il terzo della ASL, il quarto il quinto e il sesto rappresentano

il problema più grave in quanto è proprio qui che si registrano le più

disparate attività criminose quali giro di danaro sporco, centro di ricet-

tazione di ogni cosa, spaccio di droga, in poche parole vige il degrado

più assoluto. Lo spaccio di sostanze stupefacenti è molto florido tanto da

conferire al Laurentino 38 lo “status “ di importante piazza di smercio delle

medesime insieme a San Basilio e Ostia. Gli spacciatori, organizzatissimi,

sono coadiuvati da “vedette” atte a segnalare l’arrivo delle forze dell’ or-rr

dine e persino da barriere metalliche che servono a rendere ancora più

inavvicinabili i nascondigli della droga e consentire, di conseguenza, la

fuga dei pusher. L’uso delle vedette, importato direttamente da Scampia,

serve a monitorare il quartiere, inoltre, per ovvi motivi di opportunità, ven-

gono “arruolate” preferibilmente fra i minorenni. Più volte i Carabinieri

della compagnia Roma Eur sono stati impegnati in difficili operazioni per

contrastare tali attività criminali. Contemporaneamente sono sorti comi-

tati di cittadini, associazioni culturali, scuole popolari e polisportive per

cercare di reagire a tale stato di abbandono .

Page 72: E42 magazine n.9 2013

70

di Francesca Caschi

Davide Cervia è sparito nel nulla

Sono le cinque del pomeriggio. Davide saluta i suoi colleghi ed esce

dall’ufficio, a casa sua moglie e i bambini lo aspettano per la cena. Come

ogni giorno, sale a bordo della sua auto, una Volkswagen Golf bianca,

percorre una manciata di chilometri sull’Appia sud fino a via Colle dei Mar-

mi, a Velletri, dove sorge la sua villetta. È un perito elettronico, ha 31 anni.

Nato a San Remo, vicino Imperia, in Liguria, ancora giovanissimo si arru-

ola come militare in Marina sulla nave Maestrale. Ma quando conosce

Marisa capisce che vuole una vita più tranquilla, vuole dei figli, e conclusa

la leva marina di 5 anni decide di congedarsi. Lavoro, casa e famiglia: le

sue giornate trascorrono serene e tranquille, metodiche. Almeno fino a

quel pomeriggio. È il 12 settembre 1990, sono le sette di sera e il capore-

parto non è ancora rientrato a casa. Sua moglie capisce subito che qual-

cosa non va, chiama un collega per sapere se nella ditta, la Enertecnel Sud

di Ariccia, ci sono stati dei problemi, ma le viene detto che l’uomo è uscito

alla solita ora. Marisa è in allarme e preoccupata va dai carabinieri di Vel-

letri e sporge denuncia di scomparsa: Davide Cervia è sparito nel nulla.

Le ricerche

Marisa Gentile chiede che inizino subito le ricerche, è certa che a suo

marito sia capitato qualcosa. Insieme a lui anche la sua macchina è

sparita, dunque è necessario diramare un ordine di controllo anche

per le auto. Viene aperto un fascicolo, ma per i militari l’uomo si è al-

lontanato da casa volontariamente, la pista che seguono è quella

della fuga d’amore. Secondo loro, l’uomo si sarebbe innamorato di

un’altra donna e non sapendo come dirlo alla moglie avrebbe prefer-rr

ito svanire nel nulla. Ma Marisa conosce suo marito, sono sposati da

otto anni e hanno due bambini, Erika e Daniele, di sei e quattro anni.

COLD CASE i casi irrisolti

È uno dei massimi esperti di armamenti militari navali

Page 73: E42 magazine n.9 2013

71

Proprio non può credere che li abbia abbandonati. Dopo 75 giorni a

rompere il silenzio è un vicino di casa, Mario Cavagnero, che conferma

alla moglie Marisa che il marito non si è allontanato volontariamente.

Il rapimento

Cavagnero decide di parlare. Non l’ha fatto prima per paura. la donna

si presenta a casa dell’uomo munita di registratore, perché in quei mesi

di silenzio e indagini ha già capito che qualcosa non torna. Scopre che

la foto del marito consegnata agli investigatori il giorno della scomparsa

è sparita, non si trova più. Ancora, viene a sapere che la macchina di

Davide non viene inserita subito nel terminale della Questura centrale,

ma solo quattro giorni dopo: questo significa che nessuno sta cercando

quella Golf bianca. Il custode racconta: «Non la vedevo bene, ma ho no-

tato una macchina verdina» confessa a Marisa «non potevo prendere

la targa perché non ci vedo bene da qui. Io annaffiavo e vedevo che

loro stavano lì, lui mi ha visto e chiamava “Mario, Mario”. Era lui, dopo

si vedeva che l’hanno pestato e gli hanno messo un fazzoletto in bocca»

I precedenti

I familiari hanno cominciato a rimettere insieme i pezzi: a giugno di quello

stesso anno, a Davide viene accordato il porto d’armi di cui aveva fatto

richiesta a gennaio. Il 20 agosto i coniugi trovano un buco nella recinzione,

anche se la casa è in ordine, ai carabinieri viene segnalato lo spiacevole

episodio. E infine, un paio di giorni prima la sparizione del marito, tra il 10 e

il 12 settembre, Marisa nota diverse macchine proprio nel vialetto di casa.

Un via vai insolito, che si dilegua in tutta fretta appena fa per avvicinarsi.

Cinque mesi dopo la sua scomparsa la famiglia contatta la trasmissione

Chi l’ha visto? e lancia un primo appello che non cade nel vuoto. Poco

dopo alla redazione arriva una lettera anonima in cui si dice che la mac-

china dell’uomo è alla stazione Termini. I carabinieri accorrono sul posto

e la trovano parcheggiata lì: la Golf è in perfette condizioni. Per gli investi-

gatori è la conferma che abbia abbandonato moglie e figli e che sia salito

su un treno per far perdere le proprie tracce. Per la moglie invece è la

certezza che non qualcuno si stia adoperando per depistare le indagini.

La nave Maestrale

La moglie di Davide riesce a mettersi in contatto con un vecchio col-

lega e scopre l’unica ombra nella vita del marito. Dopo il diploma di

perito elettronico, nel 1978, all’età di 19 anni, si arruola come volon-

tario entrando a far parte come sottufficiale degli addetti agli arma-

menti tecnologici della nave Maestrale. In realtà ha iniziato un peri-

odo di superspecializzazione sulle tecniche di disturbo dei radar, un

settore nel quale le aziende italiane hanno grandi capacità. Su cento

candidati solo quindici superano le selezioni, e Cervia è uno di loro.

Nel 1980 viene trasferito a La Spezia dove cura il montaggio di ap-

parecchiature segretissime del sistema Albatros sulla nave Maes-

trale. Di fatto, è uno dei massimi esperti di armamenti militari navali e

uno dei pochi tecnici in grado di utilizzare un sistema militare appena

sperimentato sulle navi. E’ lui che lo allinea e lo sperimenta per primo.

Venti di guerra

Il 2 agosto 1990 il presidente iracheno, Saddam Hussein, invade il Ku-

wait: già da tempo sul golfo Persico soffiano venti di guerra, fino al giorno

dell’invasione. Coinvolti in questo nuovo conflitto non sono però solo

i Paesi arabi, ci sono anche gli Stati Uniti d’America, l’Europa e quindi

l’Italia. Il 12 settembre, mentre Cervia spariva nel nulla, al Parlamento

europeo Giulio Andreotti, allora presidente del Consiglio, riferisce della

crisi in Medio Oriente ed espone la posizione dell’Italia: «Era necessario

scongiurare altre aggressioni e restaurare la libertà del Kuwait». Così, il

fatto che proprio pochi giorni prima della sua scomparsa nel go fo Per-

sico si sia scatenata la guerra sembra essere molto più di una semplice

coincidenza.

Archiviato

Si continua a scavare e a cercare. Nessuno pensa che Davide sia

morto perché, anche se sono pochissime le tracce che l’esperto in-

formatico si è lasciato alle spalle, queste sono significative. La pista di

un mercato nero di armi ed esperti bellici resta quella seguita dalla

famiglia e dalla magistratura. Dietro la sua sparizione potrebbero es-

serci i Servizi segreti e dunque, poiché è un esperto, è necessario ten-

erlo in vita. Sette anni dopo la scomparsa dell’uomo, nella casa di Vel-

letri, verso mezzanotte, arriva una telefonata strana: quando la donna

alza la cornetta sente la voce del marito che parla di lavoro. Lo chiama

ripetutamente, finché si rende conto che si tratta di una registrazione.

La donna ha però riconosciuto Davide mentre parla ad altre persone,

discutono di lavoro, e la fiamma della speranza di ritrovare il marito si

riaccende. Siamo nel 1997. La magistratura ha già confermato la tesi del

“sequestro a opera di ignoti”, ma nel 2000 archivia per l’impossibilità

di rintracciare i responsabili. Il caso resta un’inchiesta privata.

Page 74: E42 magazine n.9 2013

72

La Maker Faire Rome ovvero l’esposizione della creatività mondiale

di Marco Biffani

foto di Gabriele Guerci

Segnali di fumo, telegrafo, telefono, telescrivente, fax, email, sms, mms, la

trasmissione delle informazioni si è fatta sempre più veloce, ma il trasferi-

mento degli oggetti, il teletrasporto sembrava una chimera. Oggi è ma-

terialmente possibile con le stampanti 3D. Le ho viste in funzione, grandi,

medie, piccole, pieghevoli, portatili alla Esposizione delle invenzioni, la

Maker Faire Rome, che si è svolta nel Palazzo delle Esposizioni all’Eur,

dal 3 al 6 di ottobre scorso. La prima Edizione Europea di una Maker

Faire, la più grande esposizione europea sulla creatività e la manifattura

digitale. 30.000 persone l’hanno visitata (a pagamento). Le file erano

lunghissime soprattutto di giovani affamati di innovazioni. Sulla spianata

esterna, antistante la costruzione dell’arch Libera, faceva bella mostra

un ultraleggero italiano, lo Sky Harrow. Man mano che si entrava, nella

scalinata d’ingresso ed all’interno, circa 200 piccoli stand erano attorniati

da gente avida di conoscere le 250 invenzioni ed i progetti provenienti da

tutta Europa, selezionati dall’organizzazione della manifestazione, curata

dalla Asset Camera - l’azienda specializzata della Camera di Commer-rr

cio di Roma - e da Riccardo Luna che ne è stato il curatore. La prima

giornata del 3 ottobre, è stata dedicata ad “How to remake the world”

Page 75: E42 magazine n.9 2013

73

(che traduco liberamente in: “come trasformare e migliorare il mondo”),

una serie di conferenze aperta dall’intervento di Dale Dougherty, il fon-

datore statunitense del movimento dei Makers (creatori/ inventori). Sono

seguiti, nella seconda giornata, destinata esclusivamente ad istituti sco-

lastici, centinaia di workshop educativi per docenti e studenti. Laboratori

interattivi, competizioni sulla manualità per i più piccoli, educational sul

riciclo creativo, la eco compatibilità, l’elettricità in sicurezza ed altri, con

l’intento di coinvolgere i giovani nella soluzione dei problemi, provare il

piacere di seguire i propri sogni, esercitare la competitività ed imparare

il lavoro di gruppo. Per farli diventare “hobbisti tecnologici”, insegnando

manualità, tecnicismo, come saldare, usare scarti per trasformarli in cose

utili ed avvicinarli alla tecnologia elettronica e digitale. Non è un caso

che il simbolo della manifestazione fosse un Robot, perché la “robotica”

ha una funzione educativa. La meccanica che aiuta l’uomo. Cacciavite,

chiave spaccata, martello, sega, ingranaggio, pen-drive, matita e ogget-

tistica prodotta in 3D, accompagnano, nel logo della manifestazione, un

Page 76: E42 magazine n.9 2013

74

razzo come simbolo della proiezione delle idee ver-rr

so il futuro con il motto: “scopri, inventa, crea”. Mi ci

sono volute oltre 3 ore, passeggiando velocemente

tra gli stand superaffollati, per vederli tutti o quasi,

soffermandomi davanti a:

-Un auto sperimentale attivata da energia solare,

prodotta da una università di Bologna, che ha parte-

cipato al World Polar Challenge 2013

-Una motocicletta elettrica

-Un telaio di auto ibrida, con motori, freni e acces-

sori separati, disponibili per realizzare liberamente

un proprio modello. L’OSVehicle; la prima auto

open-source

-Un gruppo energetico autonomo per il recupero di

acqua piovana, il suo filtraggio e riscaldamento me-

diante il calore del sole ed un produttore di energia

elettrica con cellule fotovoltaiche (www.offgridacad-

emy.it).

-Un tandem francese: “l’affollante”, a 3 posti seduti,

con ciascuna postazione dotata di cambio autono-

mo, per ciclisti con differenti pedalate

-Apparecchiature digitali per la osservazione e la

cura di piante domestiche, altre per accelerare la

germogliazione dei semi; uno stand raccomandava

la salvezza di specie di piante in via di estinzione

Page 77: E42 magazine n.9 2013

75

Numerose le stampanti 3D, che hanno polarizzato l’attenzione

dei visitatori, producendo piccoli oggetti, utilizzando rotoli di fili

di plastica (che fondevano a 250°) riproducendo pressoché ogni

cosa. Macchine che, utilizzando la stessa tecnica, usavano argilla,

polvere di marmo e persino Nutella. Si proprio quella, scrivendone

“dolcemente” il nome su fettine di pane abbrustolito. Molte le mac-

chine comandate da computer, per disegnare, incidere, riprodurre,

tagliare su legno, metallo e plastica, e con altre funzioni. Giochi

Giocattoli e oggettistica strettamente legati alla loro produzione

digitale, ed altro. Parecchie le schede elettroniche “Arduino” – un

hardware open source che consente di realizzare liberamente at-

trezzature digitali di ogni genere - utilizzate in molte stampanti 3D

ed altre applicazioni presenti. Vendute, come anche molti accessori

elettronici e non, ad hobbisti e professionisti, in uno stand interno

alla fiera. Manifestazione sponsorizzata principalmente da INTEL

(che aveva un suo stand), con la collaborazione ed il supporto di

Atmel Focus, Unidata, Tecnopolo, Arduino ed altri. Con il Patrocinio

di Roma Capitale.

Page 78: E42 magazine n.9 2013

76

IXIX Mu

IIIRicuciamo i quartieri delMunicipio IX Il Presidente Andrea Santoro ha inaugurato una nuova strada tra Laurentino

e Ferratella e annuncia la ristrutturazione di due casali per restituirli ai cittadini.

di Silvia Roberto

“Ricuciamo, uniamo i quartieri del Municipio IX”. Così Andrea San-

toro, Presidente del Municipio IX Roma Eur, ha presentato, durante

l’inaugurazione del 26 settembre scorso, la nuova strada tra via Ig-

nazio Silone e via Salvatore Quasimodo, collegamento tra i quartieri

Laurentino e Ferratella. Il progetto è stato fortemente voluto dal Muni-

cipio IX e dal suo Presidente che lo definisce “simbolico”. Parla così il

giorno dell’inaugurazione: “Con un’opera che è costata davvero poco

all’amministrazione, siamo riusciti a mettere in collegamento due

quartieri che storicamente erano divisi anche per tessuto sociale. E ov-

viamente diamo anche una mano alla viabilità del Municipio”. “Sono

contento che a siglare questa unione siano proprio i bambini delle scu-

ole elementari dei due quartieri”, ha aggiunto al taglio del nastro da

parte di due classi degli istituti scolastici di zona. Il progetto si inserisce

nel Programma di Recupero Urbano “Laurentino” all’interno del IX Muni-

cipio. All’inaugurazione erano presenti anche i rappresentanti del Con-

siglio del quartiere Laurentino e del Comitato di quartiere Ferratella. Non

poteva mancare l’Assessore alle Periferie e ai Lavori Pubblici di Roma

Capitale Paolo Masini che ha proposto di intitolare la strada alla gior-rr

nalista, scrittrice e politica italiana Miriam Mafai, scomparsa nell’aprile

scorso: “Crediamo che questo sia il luogo giusto perché è il luogo dei

poeti e degli scrittori. Una strada piccola ma che lega Quasimodo a

Silone, pertanto una strada importante”. “In questo Municipio – ha ricor-rr

dato poi - si trova il liceo artistico che porta il nome del padre di Miriam,

il pittore Mafai: è come se Miriam tornasse fra le braccia del papà”.

Digitando “Due strade, una storia” su YouTube, è possibile vedere dal

web il risultato di questo grande progetto, con immagini della giornata

Page 79: E42 magazine n.9 2013

77

di inaugurazione. Nello stesso giorno, Santoro e Masini hanno visi-

tato il Casale all’interno del parco di Via Alfonso Gatto, facente parte

del complesso dei Casali della Massima e recentemente oggetto di

un progetto di riqualificazione. L’intervento prevede il ripristino delle

caratteristiche originarie dell’edificio che ospiterà attività culturali

e socio-ricreative. Sempre in tema di riqualificazione, di recente il

minisindaco si è espresso sul Casale del Papillo. I cittadini del Muni-

cipio non hanno dimenticato il suo fontanile, ricordano bene quando

venivano portate le classi della scuola media la domenica per res-

taurarlo. Un progetto educativo e pedagogico. “Presenteremo un pi-

ano per ristrutturare il casale per poterlo dare ai cittadini con funzioni

scelte insieme – ha detto il Presidente Andrea Santoro - Perché ab-

biamo recuperato i soldi che qualcuno prima di me voleva togliere”.

Tanti i progetti, tante le iniziative che il Municipio IX e il Suo Presidente,

Andrea Santoro, stanno mettendo sul tavolo da lavoro. Avanti tutta!

Page 80: E42 magazine n.9 2013

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Pubblicato su BSSA: utilizzo di accelerometri contenuti nei telefonini allo scopo di ricerca sismologica

di G.T.

da Ufficio Stampa dell’INGV

Negli anni 90 gli accelerometri MEMS (Micro Electro-Mechanical Systems)

hanno rivoluzionato l’industria automobilistica nel settore dell’airbag e

sono oggi ampiamente utilizzati in computer portatili, periferiche di gio-

co e telefoni cellulari. Sotto la spinta dei grandi successi commerciali, la

ricerca e lo sviluppo dei sensori basati su tecnologia MEMS prosegue at-

tivamente e velocemente in tutto il mondo. Grazie al loro costo contenuto

(pochi Euro) e alle dimensioni ridotte (pochi millimetri), gli accelerometri

MEMS potrebbero oggi essere impiegati per il monitoraggio di eventi sis-

mici. Come dimostrerebbe una pubblicazione di due ricercatori dell’Istituto

Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Antonino D’Alessandro e

Giuseppe D’Anna, lo stesso accelerometro utilizzato nell’iPhone prodotto

dalla Apple, potrebbe essere impiegato per monitorare i terremoti. I test

eseguiti dai due ricercatori hanno mostrato come l’accelerometro MEM

modello LIS331DLH, prodotto dalla STMicroelectronics sia in grado di reg-

istrare fedelmente terremoti di moderata-forte magnitudo. I test sono stati

eseguiti confrontando i dati acquisititi dall’accelerometro MEMS con quelli

di accelerometro professionale (del valore di diverse migliaia di euro) co-

munemente utilizzato in campo sismologico per il monitoraggio di forti

terremoti. I risultati sono stati strabilianti; la performance del minuscolo

sensore MEMS, nel registrare forti accelerazioni, sono state quasi iden-

tiche a quelle dell’accelerometro professionale. L’Italia è un Paese ad el-

evato rischio sismico, sia per l’elevata pericolosità sismica del territorio,

sia per la presenza di numerosi centri storici densamente popolati. Dal

1900 ad oggi si sono verificati 30 terremoti distruttivi, la maggior parte

Page 81: E42 magazine n.9 2013

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dei quali hanno avuto effetti disastrosi su molti centri abitati. Il numero

delle vittime a seguito di un forte terremoto dipende chiaramente da nu-

merosi fattori tra i quali la tempestività degli interventi di soccorso. Come

ben noto i terremoti tendono a ripetersi in zone già colpite in passato. In

questa prospettiva sarebbe importante predisporre, per i centri abitati già

in passato colpiti da forti terremoti e quindi ad alto rischio, appositi sistemi

di monitoraggio e di allerta terremoto.

Già da qualche anno, alcuni centri di ricerca e monitoraggio sismologico

(vedi ad esempi il caso Quake-Catcher Network), hanno iniziato a creare

reti sismiche e sistemi di allerta terremoto interamente basati sugli ac-

celerometri contenuti in smartphone e in computer portatili messi a dis-

posizione da cittadini.

Il lavoro scientifico, dal titolo: “Suitability of Low-Cost Three-Axis MEMS Ac-

celerometersin Strong-Motion Seismology: Tests on the LIS331DLH (iPhone)

Accelerometer” è in procinto di pubblicazione sulla rivista BSSA (Bulletin of

the Seismological Society of America, Vol. 103, No. 5, pp. –, October 2013,

doi: 10.1785/0120120287)

Per maggiori info contattare l’esperto Giuseppe D’Anna

[email protected]

Cel: + 39.337.733740

Page 82: E42 magazine n.9 2013

80

La grande avventuraSi è appena aperta a Roma la mostra che Palazzo delle Esposizioni

dedica al National Geographic, la più grande organizzazione scientifico-

pedagogica al mondo, che nella sua ultra centenaria storia, ha saputo

raccontare il pianeta Terra nella sua stupefacente complessità come

forse nessun altro. Questo anche grazie all’omonimo magazine, a dir

poco leggendario, il cui primo numero apparve come un’austera rivista

dalla copertina color terracotta contenete un saggio scientifico dal titolo

“The Classification of Geographic Forms by Genesis”, vale a dire “La clas-

sificazione delle forme geografiche per genesi”. La Grande Avventura,

questo il nome scelto per la rassegna fotografica, che fino al 2 febbraio

2014 ripercorre la storia dei 125 anni dalla fondazione della National

Geographic Society, costituita il 13 gennaio 1888 al Cosmos Club di Wash-

ington DC, e dei 15 anni dell’edizione italiana della rivista in edicola dal

1998, proprio attraverso le immagini dei protagonisti, siano essi animali,

culture, personaggi, piante, minerali. E lo fa attraverso gli obiettivi di al-

cuni tra coloro che hanno fatto la storia della fotografia, che immortalato

la straordinaria varietà del regno animale e vegetale, documentando la

scoperta della città perduta di Machu Picchu, le spedizioni nei luoghi più

impervi della terra, siano essi gli abissi più profondi, i vulcani in eruzione,

le montagne più inospitali del pianeta, o ancora la conquista dello spazio

o l’incontro con le cosiddette società tradizionali. Un suggestivo racconto

per immagini, che documenta l’evoluzione della tecnica fotografica dalla

pellicola al digitale, capace di essere al contempo storia del progresso

scientifico, del pensiero antropologico, storia del costume della società

occidentale, delle esplorazioni, delle culture e molto altro ancora. Questo

del resto è il senso delle parole di Guglielmo Pepe, curatore della mostra:

“Poter gettare ponti che scavalchino millenni, continenti, civiltà, raggiun-

gere esseri umani che lingue, scritture, leggi, costumi, fedi diverse par-

rebbero dividere inesorabilmente da noi, e scoprire invece che ci sono

similissimi - quasi dei fratelli - ecco un insigne piacere”.

Il Palazzo delle Esposizioni dedica una mostra a National Geographic, la più grande organizzazione scientifico-pedagogica al mondo.di Margherita Filipponi

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Slanciata, elegante, aggressiva, potente, quella auto sportiva, attirava l’attenzione di tutti i visitatori nel Museo Storico della Motorizzazione Militare della Cecchignola di Roma, quel 24 aprile del 2008.

Sorpresa!!!

Slanciata, elegante, aggressiva, potente, quella auto spor-rr

tiva, attirava l’attenzione di tutti i visitatori nel Museo Storico

della Motorizzazione Militare della Cecchignola di Roma,

quel 24 aprile del 2008. Fra le vecchie glorie del museo la

6C 1750 Alfa Romeo SS risaltava come un gioiello, facendo

sembrare ancora più antichi e sbiaditi gli storici esemplari

di autovetture militari e civili che le facevano compagnia. Il

Museo, sorto nel 1955 per iniziativa del Capo del Corpo Au-

tomobilistico in carica, costituisce l’unica mostra esistente in

Italia dei veicoli che hanno caratterizzato un secolo di mo-

torizzazione militare. Nel complesso sono presenti più di

300 unità tra automobili ed autocarri civili e militari d’epoca,

sessanta tra mezzi cingolati, blindati e corazzati e sessanta

moto d’epoca. Cannoni, missili, e cimeli di ogni genere,

taluni rari e prestigiosi, testimoniano le tappe di quella

evoluzione tecnologica del mezzo meccanico che ha pro-

di M. R.

Page 84: E42 magazine n.9 2013

82

mosso la crescita della nostra società. Il sole che filtrava dall’ingresso del

Padiglione 1314, dedicato alla Medaglia d’oro Tenente Colonnello Arturo

Mercanti, esaltava il rosso lucido e fiammante della carrozzeria che con-

trastava nettamente col nero della capote e dei copertoni. Sembrava una

macchina appena uscita dall’impianto di lavaggio! Sulle ruote a raggi

di generoso diametro, si stagliavano i mozzi lucidi, da vettura sportiva.

Addossata al cofano rigido, enormemente lungo, interrotto dalle fessure

di raffreddamento, sporgeva la grossa ruota di scorta a raggi – soste-

nuta dal parafango aperto sul davanti - che suscitava ricordi di viaggi, più

che di corse. Il sovradimensionato predellino alla base dello sportello,

esaltato dalla cromatura degli appoggi, interrompeva la sinuosa voluta

del parafango che marcava le notevoli misure del passo. Restaurata di

recente dai tecnici del Museo quella vettura del 1929 è targata EI 003.

Il frontale, dominato dall’ampio e squadrato radiatore, con la mitica firma

sghemba dell’Alfa Romeo, era parzialmente coperto da 3 grandi fari

rotondi e protetti, mostrava la sua aggressività nella essenzialità delle

parti meccaniche a vista, fra le quali dominavano i grossi tamburi dei

freni delle ruote anteriori, i semiassi e i leveraggi dello sterzo. In alto, sul

radiatore, lo scudetto Alfa Romeo risultava ben visibile. Tondo, suddiviso

verticalmente in due parti, lo stemma Alfa Romeo presenta da sempre

sulla mezzeria sinistra la croce rossa in campo bianco simbolo della

città di Milano e sulla mezzeria destra lo storico “biscione” incoronato,

il serpente simbolo della casata dei Visconti. Dal 1918 oltre alla scritta

Alfa Romeo che contornava in alto lo stemma, era riportata, in basso, la

scritta “Milano” (poi scomparsa nel 1971) e dal 1925 esso presentava una

modanatura a mo di corona d’alloro, in ricordo della vittoria, nel primo

Campionato del Mondo, di una P2 Alfa Romeo condotta da Gastone Brilli.

Le estremità anteriori sporgenti delle due balestre, erano collegati da una

lamiera che favoriva il profilo aerodinamico della vettura. Più indietro, le

due parti in cui era diviso il parabrezza, apparivano, basse e curiose, al

di sopra del cofano motore, come due finestrelle bordate di metallo; al

limite dell’efficienza. Imperniate orizzontalmente, potevano infatti essere

abbattute! Lo spirito marcatamente sportivo della macchina si sposava

con l’eleganza della più prestigiosa vettura degli anni 30 che – soprat-

tutto nelle forme - è stata l’antesignana della maggior parte delle auto

sportive che sono venute dopo. L’Ingegner Giano dell’Alfa Romeo, aveva

portato il suo precedente motore da 1.500 di cilindrata a 1752 centimetri

cubi ripartiti su 6 cilindri in linea, con monoblocco e testa in ghisa; lo ave-

va dotato di una distribuzione con valvole a V in testa azionate da 2 assi

a camme e doppio albero a camme in testa, ruotante su 5 supporti con

boccole di bronzo. Lo nutriva un carburatore orizzontale a doppio corpo

Memini (nella Gran Sport del 1930) che venne successivamente affian-

cato da un compressore a lobi che ne incrementava la potenza e faceva

guadagnare alla vettura parecchi chilometri l’ora di velocità. Un motore

talmente versatile che, in quegli anni di autarchia, fu alimentato in corsa

anche con “gasogeno”(da carbonella) e addirittura ad alcool! Il raffred-

damento del motore era ad acqua con circolazione forzata, come forzata

era anche la lubrificazione, dotata di un serbatoio da 10 litri d’olio. Era

Page 85: E42 magazine n.9 2013

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munita di due serbatoi di carburante che avevano una capacità comples-

siva di circa 97 litri. Il principale era posteriore, quello di scorta, anteriore.

Come ho potuto in seguito appurare su Internet, la 6C 1750 Alfa Romeo,

entrata in produzione nel 1929 vi è rimasta fino al 1933 e - in quei 4 anni -

è stata costruita in 6 serie: la Super Sport dal 1929 al 1930, la Sport dal 29

al 33, la Turismo dal 29 al 33, la Gran Turismo dal 30 al 33, la Gran Sport

dal 30 al 33, la Gran Turismo C dal 31 al 32. Fin dagli esordi quella vettura

sportiva aveva dominato i circuiti di tutto il mondo guidata da piloti italiani

come Tazio Nuvolari, Achille Varzi, Giuseppe Campari, Gastone Brilli-Peri,

Mario Borzacchini, Guidotti, ed altri. Lo stesso Enzo Ferrari partecipava

alle competizioni con le Alfa Romeo ed aveva creato, all’interno dell’Alfa,

la Scuderia Ferrari che ne curava il reparto corse – poi staccatasi e dive-

nuta autonoma. Le vittorie nei circuiti mondiali come alla 24 ore di SPA,

con Marinoni, al Tourist Trophy con Nuvolari e nelle Mille Miglia del 28,

29 e 30, ne sancirono la superiore potenza, accelerazione, velocità ed

affidabilità, facendone la vettura da corsa più famosa e ricercata del

mondo. Molti furono anche i piloti stranieri che la acquistarono per parte-

cipare alla Mille Miglia, alle competizioni internazionali dell’epoca ed alle

numerose corse in salita ed in circuito. Vestita dai più famosi carrozzieri

come Zagato, Pinin Farina, James Young ed altri, che ne esaltavano la

sportività nei modelli Torpedo, Berlina Corta, Berlina Lunga, Spider e Tu-

rismo, la 6C 1750 Alfa Romeo era diventata non solo la macchina vincente

nelle corse, ma anche la più elegante ed ambita. Era divenuta un Cult.

Una Moda. Farsi vedere alla guida di quella autovettura significava es-

sere “arrivati”.(Come adesso con una Ferrari o una Lamborghini!). Molte

delle Gran Turismo contemporanee e che vennero dopo, ne seguirono

le linee, lo spirito e l’impostazione ad un tempo sportiva, essenziale ed

elegante. Non era solo la sua linea ad attirare, ma soprattutto il mix di

potenza, accelerazione, agilità e guidabilità che la connotavano come la

vettura sportiva per eccellenza che, vincendo le corse, diventava l’auto più

richiesta dai piloti professionisti. Molti gli episodi che resero celebri i piloti

alla sua guida. Il più mitico fu, in una Mille Miglia del 1930, l’inseguimento

che fece Tazio Nuvolari a Varzi, suo avversario di sempre, guidando peri-

colosamente per un tratto, di notte, a luci spente, per non essere avver-rr

tito dall’antagonista che lo precedeva, per poi sorprenderlo, superarlo e

vincere la gara. E fu Nuvolari che, sempre in quella corsa di 1600 chilo-

metri, con quell’autovettura, riuscì, per primo, a mantenere una media,

allora irraggiungibile, di 100 chilometri l’ora! La sua trazione era posteri-

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ore attivata da un cardano in asse-vettura; aveva la frizione

pluridisco a secco, il cambio meccanico a 4 marce con

retro-marcia, l’acceleratore con il pedale in posizione cen-

trale fra quello della frizione a sinistra e del freno a destra;

gli abbaglianti erano azionati da un pulsante sul fondo, alla

sinistra del pedale della frizione. I corridori con quella vettura

facevano cose eccezionali! I suoi 840 chilogrammi di peso

a secco ed il telaio a longheroni e traverse in lamiera di ac-

ciaio stampato la rendevano una vettura leggera, rigida e

maneggevole che richiedeva comunque molta profession-

alità, soprattutto a causa dei freni!. Con il suo sterzo a vite

e ruota e l’ampio volante in guida destra, molto vicino al

petto (come si usava allora nella guida sportiva), Nuvolari si

esaltava in corsa con le sue derapate controllate su circuiti

spesso in terra battuta, nei quali cercava di posizionare in

curva le ruote il più possibile parallele e di tenere il motore

sempre su di giri, per rispondere prontamente alle sue ac-

celerate! L’esemplare restaurato dal Museo, per la sua ec-

cellenza, compare ora nel prestigioso Registro Italiano Alfa

Romeo. Una targa fa bella mostra di se sotto il parabrezza

della vettura e riporta il numero di omologazione 20. Fra le

attività del Museo Storico della Motorizzazione Militare, oltre

alla promozione di attività culturali - in una attrezzata sala

multifunzione - a mostre tematiche, conferenze, seminari e

convegni c’è anche una biblioteca-archivio ricca di materi-

ale storico d’epoca. A queste molteplici funzioni relazionali

svolte alla Cecchignola di Roma si aggiunge quella di essere

presente in molte occasioni motoristiche, e di impiegare in

gare di regolarità, alcuni degli esemplari più prestigiosi che

ha in carico. Questo al fine di sottolineare la capacità di re-

cupero dei suoi Tecnici e anche di dimostrare che gli esem-

plari storici militari e civili che ha in mostra statica nel Museo,

sono funzionanti, manutenuti perfettamente ed in grado di

partecipare persino a delle gare di regolarità. Non è un caso

che il motto del Museo sia: “Con fede custodisco!”.

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NOTTE BIANCA A EUROMA2. MUSICA, SPETTACOLI E SALDI! Benvenuti a

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VENERDI 19 LUGLIO 2013, APERTI FINO ALL’UNA!! EUROMA2!

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Venerdì 19 luglio 2013, l’estate romana si arricchisce di un nuovo

evento ideato dal Centro Commerciale Euroma2: LA NOTTE BIANCA

DI EUROMA2. MUSICA, SPETTACOLI E SALDI! I battenti del centro com-

merciale resteranno eccezionalmente aperti fino all’una di notte per

una serata insolita all’insegna dello shopping, ma anche di tanto di-

vertimento.

Una notte ricca di eventi interessanti, ma anche un’occasione imperdibile

per fare shopping nel centro commerciale più glamour della Capitale a

prezzi irripetibili. Solo per questa notte saranno in vendita, fino ad esau-

rimento scorte, buoni spesa al 50% del loro valore reale, da utilizzare nei

negozi del Centro entro la fine della notte bianca. All’interno del Centro,

poi, i visitatori troveranno attrazioni per tutti i gusti e tutte le età, a comin-

ciare soprattutto dai più piccoli: per loro sarà allestito uno Spazio Bimbi

con animatori professionisti, musica, giochi, balloon art, piccole magie,

teatrino, laboratori artistici e gigantesche bolle di sapone. Saranno inoltre

offerti gratuitamente a tutti zucchero filato, pop corn ed altre golosità. Ma

anche gli adulti potranno ‘giocare’ nello spazio dedicato alle caricature, o

nel corner riservato al karaoke. E ancora, danze caraibiche e l’imperdibile

appuntamento con l’intrattenimento di Alberto Laurenti. Il tutto sarà vis-

suto tra lo shopping notturno per un pieno di saldi e coronato da uno

spettacolo di mirabolanti fuochi d’artificio. L’evento sarà seguito in diretta

dai conduttori di Capito?!? trasmissione di punta del palinsesto di Radio

Roma Capitale (93.00 FM).

info

www.euroma2.it

www.facebook.com/CentroCommercialeEuroma2

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Da “Davide Causio” a “Delizie di pane” in tre generazioni!

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Il sublime piacere del gusto

FABIO CAMPOLI. Un modo di fare cucina che è diventato uno stile inimitabile. Una cucina che porta il

segno della contaminazione tra la sperimentazione che ricerca il nuovo e la tradizione che affonda nei

sapori tipici. Ma non solo. Chef di Rai Uno, food designer, consulente, testimonial, docente, organiz-

zatore di eventi, tre libri all’attivo e Presidente del Circolo dei Buongustai: tutto questo è Fabio Campoli.

“Elogio del peperoncino” (Autentica Edizioni) è il nuovo progetto del Circo-

lo dei Buongustai di Fabio Campoli in collaborazione con l’Associazione

Peperoncino a Rieti. Protagonista della scorsa edizione di Rieti Cuore Pic-

cante, dopo la presentazione del 27 agosto presso la Città del Gusto del

Gambero Rosso a Roma. Centosessanta pagine “piccanti” dedicate alla

spezia più famosa nel mondo. Un pamplhet che racchiude cultura, sci-

enza e gastronomia, pensato in occasione della fiera internazionale sul

peperoncino di Rieti. L’idea di questo libro nasce dalla volontà di dare

importanza e diffondere sempre di più la cultura del “non solo piccante”

e l’utilizzo del peperoncino in cucina. Una spezia da sempre considerata

povera e per i poveri, vista la facilità di coltivazione e l’uso abbondante

che i contadini ne facevano per insaporire i loro piatti. Per molto tempo

relegata in una categoria poco “aristocratica e alta” della cucina e più

vicina alla cucina popolare e alle tipicità regionali. Contrariamente da

quello che si può pensare il peperoncino è una spezia internazionale,

simbolo di incontro e confronto tra le varie culture. Dall’Area del Mediter-rr

raneo all’America Latina, passando per l’Africa ogni continente ha il suo

peperoncino tipico. Una bacca preziosa che va assolutamente riscoperta

in cucina. E i piatti proposti ne sono una dimostrazione, dall’antipasto

arrivando fino al dolce, il peperoncino è coprotagonista di ogni ricetta,

regalando carattere e personalità. Lo conferma lo chef Fabio Campoli,

autore delle sessanta ricette all’interno del libro: “Amo il peperoncino e

sono dell’avviso che bisogna scardinare l’idea di un’alta cucina lontana

dai gusti “piccanti”. La cucina ha bisogno di colore e di sapore. E il peper-rr

oncino con le sue tonalità, i profumi e gli aromi arricchisce e rinvigorisce

il gusto. Inoltre in questo libro non si parla semplicemente di peperon-

cino, ma si fa cultura del peperoncino va ben oltre il piccante”. Il pep-

eroncino rappresenta in pieno il binomio gusto-salute, ricco di vitamine

e proprietà benefiche, conserva anche storia e tradizioni, che giungono

a noi dall’epoca di Cristoforo Colombo. Il libro “Elogio del peperoncino”

unisce tutto questo. Nelle sue pagine sono raccontate le diverse specie,

come il Diavolicchio calabrese, il Red Scorpions, l’Habanero o il Cayenna,

per citarne alcuni tra i più conosciuti, attraverso delle schede tecniche

del professor Valter Marmo, la sua applicazione in cucina con le ricetta

dall’antipasto al dolce di Fabio Campoli e gli abbinamenti con i vini selezi-

onati dal sommelier del Gambero Rosso Marco Sabellico.

Pubblicato “Elogio del peperoncino” con le ricette di Fabio Campoli

Peperoncino, ben oltre il piccante.

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92

Ingredienti per 4 persone

calamarata g350

Olio extra vergine cucchiai 3

Rosmarino ciuffi1

Aglio spicchi 2

Peperoncini fresco g5

Ceci bolliti g100

Baccalà bollito nel latte g100

Prezzemolo ciuffi 3

Pomodori freschi n°2

In una padella preparate un fondo di olio extra

vergine ed aglio tritato, fatelo cuocere lenta-

mente, quindi aggiungete il pomodoro tagliato

a cubetti(meglio se privo della buccia e semi) ed

il rosmarino, il peperoncino e condite con il sale,

lasciate cuocere per 5 minuti. Unite i ceci e fate

proseguire la cottura per almeno 5 minuti. Fate

cuocere la pasta, scolatela e versatela nella

padella. Aggiungete a questo punto il baccalà

sfogliato e togliete il ramoscello di rosmarino.

Lasciate insaporire la pasta sul fuoco e servite

spolverata di prezzemolo tritato.

Calamarata con baccalà, peperoncino e ceci

Il sublime piacere del gusto

Page 95: E42 magazine n.9 2013

93

Quattro zampe e una penna

X favore portami con te

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Page 96: E42 magazine n.9 2013

> Avrete sicuramente almeno ragionato tutti una volta sul concetto per

il quale, essendo l’uomo un essere finito (in quanto soggetto ad un ciclo

vitale che termina con la morte) questo non sia in grado di farsi un’idea

dell’infinito. La nostra mente, finita, non è capace di immaginare qual-

cosa di infinito: provate a pensare all’Universo. Lo immaginate finito, le

immagini che si disegnano nella vostra mente hanno degli orizzonti. La

mia per esempio è una cupola nera come una notte cupa piena però di

punti, brilluccichii, polveri nebbiose, gas colorati, che riempiono la volta

del cielo nerissimo all’ennesima potenza rispetto ad un cielo stellato co-

mune. Ho però detto che immagino una cupola, ed una cupola, come

ben sapere, ha dei limite, ha una fine rotonda, nel caso del cielo, ha un

orizzonte. Ehi sono sempre io, Susanna, solo stasera un po’ più filosofa!

Insomma se si immagina una caduta infinita, per esempio io penso

all’immagine di un uomo che si butti da un palazzo (e già questo pre-

suppone che il palazzo abbia delle fondamenta su strada, che deter-

minano quindi una fine alla caduta dell’uomo) ma non arrivi mai a toc-

care la strada perchè l’immagine riparte, si ripete: insomma immagino

una scena cui poi metto stop e automaticamente riparte dall’inizio sino

allo stop. Capite bene, che il mio mettere stop nasconde comunque

il finito. Ok ok, non voglio ingarbugliarvi le menti: alla fine di questo

articolo ognuno di voi tornerà alle sue faccende: c’è chi studiava, chi

in fila alla cassa ha visto su questa la rivista e ha pensato di passare il

tempo così invece che innervosendosi per la lentezza della commes-

sa, chi mi conosce e poi mi dirà: ”Susi, ti ho letta l’altroieri!”. Vi rubo

poco poco tempo, ma seguitemi: l’uomo tende all’infinito forse per-

ché non può ottenerlo, perché non saprà mai gestirlo. Cerca di rag-

giungerlo in ogni modo: scientificamente, rintracciando la presenza di

questo nel mondo reale; matematicamente, cioè servendosi di stru-

menti razionali per determinarlo (perché, lettori e lettrici, l’infinito non

è quello che la maggior parte dei ..mi si passi il registro colloquiale

più basso che esiste, “bimbiminkia” portano al polso o tatuato ad-

dosso a ricordare l’amore per la migliore amica, per il boyfriend o

per gli One Direction.); filosoficamente, elaborando una concezione

compiuta di infinito ed in ultimo, la via che per indole personale prefe-

Susanna Russello

FTTFFrreeeeTTiimmeeTTeeeennaaagggeerrrsssss

Spunti di riflessione: il clima autunnale ispira!di Susanna Russello

94

Page 97: E42 magazine n.9 2013

risco, tentando l’ambito artistico-letterario, attraverso l’espressione

del sentimento dell’infinito che ognuno ha dentro di sé o quelle pas-

sioni, tecnicamente incarnate dal “sublime”, che l’infinito ci provoca

quando ci rendiamo conto di fronte ad esso della nostra piccolezza.

Di fronte all’infinito l’uomo si sente schiacciato: Tutto il nostro mondo

è costantemente in bilico tra l’infinitamente grande e l’infinitamente

piccolo e ci suggerisce il sentimento dell’illimitato; ma la sensa-

zione più bella, più sconvolgente e profonda, nasce dalla presa di

coscienza di ciò che sta avvenendo nell’animo. Quando rimaniamo

profondamente turbati da un paesaggio od un’atmosfera, od una

semplice scenetta, una luce particolare, quel sentimento d’infinito

c’invade e non ci lascia. Quell’immagine poi, o quell’odore o quel

qualunque cosa vi ha trapassato l’anima e vi ha fatto rendere conto

dell’infinita bellezza, dell’infinita sensibilità e dell’infinita potenza.

Bene, bene, questo discorso lasciamolo così, non ho intenzione di for-

giare un’idea e imporvela. Ognuno ci pensi un pò, pensare è bello.

Passiamo al frivolo: sto studiando per prendere la patente! Uno di quei

traguardi da diciottene, uno di quelli tipo: “Vado a vivere da solo, così

faccio quello che me pare!” o anche: “Oooh ora ho la macchina ragazzi,

dove andiamo quest’estate?” ma quanto ci piace sognare eh, noi giovani

con la perenne illusione – o certezza – che un giorno cambieremo il mon-

do: siamo davvero bellissimi, siamo la parte migliore di questa società.

Buonanotte teenagers!

Se volete scrivermi a FTT per chiedermi qualsiasi tipo di parere su

ogni aspetto della vostra vita da teenagers inviate una mail a su-

[email protected]. Dai piccoli problemi di cuore ad un con-

siglio per fare un regalo, una sorpresa, su qualche locale per organ-

izzare una festa, posso consigliarvi dei ristoranti o dei pubs con bella

musica, delle palestre attrezzate in cui allenarvi o qualche esercizio

semplice ma efficace da fare in casa (amo il fitness!), io sono qui!

95

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Street La moda e l’arte nascono

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Style dalla strada di A.M.

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Davide Tosi con Manuela Arcuri

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Sofia Club_Fondi

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Leggiamo

Novemila giorni e una sola mattinaJessica Brockmole

Novemila giorni e una sola notte ha tutti i requisiti per essere un suc-cesso. Prova d’esordio di Jessica Brockmole, è un romanzo episto-lare che racconta una storia d’amore e di speranza, di attesa e di distanza. La vicenda di una madre si rispecchia in quella di sua figlia, vent’anni dopo, ed eccoche il passato riemerge. Tutto inizia quando Margaret scopre una lettera che appartienea sua madre Elspeth. È indirizzata a una ragazza di nome Sue da parte di un giovaneamericano che si chiama David. La lettera, una dichiarazione d’amore assoluto cheresiste al tempo, è il primo tassello da cui la ragazza parte per ricostruire la vita della madre, una donna taciturna e riservata che, alle sue domande ha sempre risposto:”Ilprimo volume della mia vita è esaurito”. Cosa nasconde Elspeth? Chi sono Sue e Da-vid e perché non ha mai voluto che Margaret sapesse nulla riguardo a suo padre? Jessica Brockmole fa parlare le lettere ed esse danno voce ai sentimenti più intensi dei per-sonaggi, restituiti con voce diretta, senza il filtro del racconto che spesso attenua e nasconde. Come in un gioco a incastro, le lettere si alternano nel tempo: dalla prima alla seconda guerra mondiale assistiamo al ritorno di paure e desideri che accomunano i personaggi. ano. Perché Elspeth è una poetessa e la loro storia d’amore passa proprio attraverso i libri.

€ 16,00 Nord Editore

Il mio nome è nessuno - Il ritornodi Valerio Massimo Manfredi

Odysseo, per antonomasia l’uomo ingegnoso e multiforme, grazie ad un abile strata-gemma ha finalmente espugnato Troia. Sono passati dieci anni dall’inizio della guerra e l’eroe non desidera altro che ritornare agli affetti familiari e alla sua Itaca. Intraprende così un lungo strepitoso viaggio di ritorno, una nuova avventura piena di continui incidenti eincredibili peripezie, contrastata dall’odio di un dio avverso: Poseidone.Valerio Massimo Manfredi con Il mio nome è Nessuno. Il ritorno conclude la duologiadedicata all’eroe più complesso della mitologia greca. Dopo aver descritto l’infanzia e laformazione di Odysseo ne Il giuramento, l’autore chiude la narrazione con il racconto piùavventuroso di tutti i tempi: il viaggio di ritorno. In passato Manfredi, archeologo e studiosodel mondo classico, si era già imbattuto in un simile esperimento narrando, attraverso unatrilogia, la nascita e la morte del grande condottiero greco Alessandro Magno, ma questa volta ha il merito di veicolare la conoscenza del mito al grande pubblico e soprattutto aigiovani che hanno letto di un eroe molto simile agli uomini, pieno di contraddizioni, in cuicoesistono gloria e debolezza, ingegno e distruzione, capace di soffrire e infliggere sof-ferenza.

€ 19,00 Mondadori Editore

Marina Bellezzadi Silvia Avallone

Marina Bellezza è in primo luogo uno sguardo inedito sui territori in cui la scrittrice è nata e vissuta. Il romanzo ha la crisi sullo sfondo, questa crisi a noi così vicina, che ciaccompagna nei discorsi e nelle azioni di tutti i giorni, ma non parla della crisi. Piuttosto racconta l’amore e il coraggio di personaggi che trovano delle risposte possibili, delle vie di uscita. Marina è la ragazza che dà il nome al romanzo, caparbia, testarda, talen-tuosa. Canta e balla nei centri commerciali, sogna di diventare famosa e di sfondare nel mondo della musica e dello spettacolo. Un po’ eroina ottocentesca, un po’ ragazza diprovincia con una storia difficile come tante altre, Marina è sfuggente, inafferrabile maha un punto di riferimento che resta sempre fermo: Andrea. Ventisette anni, bibliotecario, ha un sogno che tutti considerano impossibile: fondare un’azienda casearia nei luoghidei nonni, ritornare laddove è nato per ricostruire. Qui arriviamo al cuore del romanzo: se con Acciaio Silvia Avallone aveva raccontato una guerra aperta, un mondo che, nel be-nessere generale di cui parlavano i telegiornali, sembrava dimenticato, Marina Bellezzaè un modo per rispondere a questo senso di generale impossibilità che ci circonda, l’impotenza della crisi, dello stallo. Dopo Piombino, quindi, anche questa Valle Cervo è un po’ terra di confine.

€ 18,50 Rizzoli Editore

Page 107: E42 magazine n.9 2013

105

Cinenews

GravityRegia di Alfonso CuarónInterpreti: Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris, Orto Ignatiussen, Phaldut Sharma

Gli astronauti Ryan Stone e Matt Kowalsky lavorano ad alcune riparazioni di una stazioneorbitante nello spazio quando un’imprevedibile catena di eventi gli scaraventa contro unatempesta di detriti. L’impatto è devastante, distrugge la loro stazione e li lascia a vagarenello spazio nel disperato tentativo di sopravvivere e trovare una maniera per tornaresulla Terra. Lo spazio non è più l’ultima frontiera, nel nuovo film di Cuaròn non c’è nullada esplorare, si rimane a un passo dal nostro pianeta ma lo stesso la profondità spaziale continua a non essere troppo distante dalle lande desolate del cinema western, un luogo talmente straniante da confinare con il mistico, l’ultimo rimasto in cui esista ancora laconcreta sensazione che tutto possa accadere, in cui si avverte la presenza dell’ignoto e quindi in grado di mettere alla prova l’essenza stessa dell’essere umani.C’è tutto questo nel blockbuster con Sandra Bullock e George Clooney che Alfonso Cuaròn è riuscito a realizzare senza muovere un passo dalle convenzioni hollywoodiane, quelle che impongono l’inevitabile coincidenza dell’avventura personale con un mutamento in-teriore e il superamento del solito trauma radicato nel passato.

RiddickRegia di David TwohyInterpreti: Karl Urban, Vin Diesel, Katee Sackhoff, Matthew Nable, Dave Bautista

Il ricercato Richard Riddick, che abbiamo già incontrato in Pitch Black e The Chronicles of Riddick, si ritrova su un pianeta brullo e popolato da bestie feroci, lontano da casa e alla mercé dei cacciatori di taglie dell’intera galassia. Il suo obiettivo è ritornare al pianeta Furya e a renderlo possibile, ma anche a mettere in pericolo la sua vita, sono due gruppi di mer-rrcenari atterrati proprio allo scopo di catturare Riddick, guidati l’uno dallo psicopatico San-tana, l’altro da Johns, combattente intergalattico che ha con il ricercato un antico conto dasaldare. Ancora una volta quella di Riddick è la parabola dell’uomo solo contro un mondo spietato, impegnato a sopravvivere in un universo oscuro nel quale si muove con agilitàdopo aver modificato chirurgicamente gli occhi, che ora possono contare su una sorta divisione a raggi infrarossi. Una metafora potente per i nostri tempi bui e la nostra epoca individualista che, nell’episodio iniziale della saga, si era tradotta in un B movie originalee divertente, anche grazie al modesto budget che spingeva il regista David Twohy ad “ar-rangiarsi” in modo creativo. Con l’aumento di budget il secondo capitolo si era adagiatosui cliché sacrificando lo spirito irriverente e iconoclasta di Pitch Black al conformismo hol-lywoodiano. In questo terzo episodio Twohy cerca una difficile sintesi fra lo spirito del Bmovie originale, evidente nell’ironia con cui vengono descritti i personaggi, e la necessitàcommerciale di confezionare un blockbuster globalizzato.

ILl cacciatore di donneRegia di Scott WalkerInterpreti: Nicolas Cage, Vanessa Hudgens, John Cusack, Dean Norris, Kevin Dunn

Jack Holcombe è un detective della polizia dell’Alaska in procinto di ritirarsi dal servizio. Gli viene affidato un caso estremamente complesso. C’è un serial killer che attira giovani donne, le incatena, le violenta e poi le uccide. Jack sospetta di una persona appar-rrentemente tranquilla: Robert Hansen. Occorrono però prove schiaccianti contro di luie potrebbero arrivare dalla testimonianza di Cyndy Paulsen che è riuscita a scappareprima di essere uccisa. Cyndy però è una ragazza complicata e indurla a testimoniare non è facile. Ispirato a delitti realmente accaduti questo film torna a mettere l’uno difronte all’altro Nicholas Cage e John Cusack che non si incontravano dai tempi di Con Air. Questa volta il confronto è a distanza con l’eccezione dell’ultima parte del film e la bilancia pende a favore di un maggiore spazio offerto alla psicologia del detective (Cage) rispetto a quella del killer (Cusack). Se infatti di Jack comprendiamo le motivazioni (spora a tutte un senso di protezione paterna) che lo spingono a cercare di risolvere il caso, Robert viene soprattutto mostrato in azione e i motivi (se così si possono chiamare) percui uccide vengono più detti degli altri che non fatti emergere dalla sua presenza sullascena. In realtà però il film (che ripercorre luoghi ormai più che comuni del genere) hail pregio di centrare l’attenzione sulla fragilità di Cyndy Paulsen interpretata con grandeadesione da Vanessa Hudgens.

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106

le lettere dei lettori di ROMA

Riceviamo sempre e-mail da parte dei nostri numerosi llettori, neneeneene pppppppp bbbbubububububububblblblblbblblblblblbliiiiiiiiii-

chiamo alcune ringraziando ed invitando tutti a continuuare a mandarci

commenti, richieste e perché no, anche critiche, qualora ce ne fossero. ra ce ne fossero.

Grazie!

Gilda Tucci

Gentile Direttrice,

a seguito della recente sentenza della Corte d’Appello di Roma

con cui il giudice ha disposto il reintegro degli operatori dial-

cuni call center Vodafone, licenziati ingiustamente, mi fa pi-

-

voratori a livello soprattutto sociale. Trovo che E42 Magazine

Roma sia davvero una rivista ben strutturata perché, pur non

trascurando mai la drammatica congiuntura politico-econom-

ica e sociale della nostra epoca, riusce a lanciare sempre quel

bagliore di positività che serve a noi giovani per continuare

a credere e ad impegnarci. Le segnalo la parte di un articolo

che ho molto apprezzato. “La nota “sociale”. Le decisioni sono

state imposte da un pugno di manager Vodafone che lavorano

comodamente protetti da incarichi strapagati Gli operatori del

call center, di contro, hanno dovuto combattere una battaglia

legale e sindacale lunga 6 anni e che, dato drammatico, han-

e donne, quarantenni, che non hanno ancora certezze e che

oggi si trovati a dover combattere una battaglia in nome del ri-

spetto della legalità e della difesa del proprio posto di lavoro.

Non sono gli unici ad essere coinvolti in circostanze di questo

genere e proprio per questo il loro impegno assume una note-

vole valenza sociale. La loro vittoria di oggi deve rappresen-

tare una lezione positiva per tutti coloro che non combattono o

che hanno smesso di farlo piegandosi alla rassegnazione e al

timore dei potenti e prepotenti. Dall’altro lato della medaglia,

giudice a dover “creare” soluzioni e possibilità tuttavia questa

politica e il rispetto del lavoro e dei lavoratori sono concetti

quasi assenti, ma chi combatte può (sempre) vincere.” Lavoro

in un call center. Da ora penso che “CHI COMBATTE PUÒ

mese su E42 Magazine Roma!

Page 109: E42 magazine n.9 2013

107

La Parola di PasquinoIl Forum dei Cittadini e delle Istituzioni

di Roma Capitale

Sono la madre di un alunno iscritto alla 1 Media dell’Istituto L.da Vinci, Viale

della Grande Muraglia di Roma. Nel mese di giugno 2012 ho fatto richiesta

sia online che verbale alla Professoressa Labriola motivando, ampiamente,

la mia scelta per la sezione F, in quanto in tale sezione erano state inviate

le richieste di alcuni compagni di classe e di vita di Tommaso. Sono stata

rassicurata dalla Professoressa Labriola ma all’inizio del nuovo anno sco-

lastico, mio figlio è stato inserito nella sezione B perche’ la Professoressa ha

dimenticato di segnalare le mie motivazioni alla Commissione Classi, non-

ostante la mia richiesta fosse supportata dalla relazione dello Psicologo

Dottor Di Giuseppe assegnato allo stesso Istituto. Le mie argomentazioni

non sono legate a rapporti di simpatia o antipatia verso alcuno, bensi’ a

motivazioni molto valide legate al benessere di mio figlio Tommaso. Mi

sono trasferita due anni fa a Roma da Milano in seguito alla separazione

da mio marito e qui sono riuscita a costruire relazioni amicali e di aiuto

reciproco con le famiglie di alcuni di questi compagni di classe sulle quali

posso contare e dare “ in affidamento “ i miei figli quando ho necessità di

allontanarmi da loro. Anche Tommaso è molto sereno e ha rapporti ottimali

di convivenza e di empatia con tutti loro tali da considerarli parti integranti

della nostra famiglia. Ho chiesto spiegazioni di quanto avvenuto andando

a vari colloqui con il Dirigente Scolastico, con lo Psicologo, con la Prof.ssa

Labriola supportata da alcuni di questi genitori che sono stati ascoltati e

hanno relazionato con le suddette Persone. L’unica giustificazione datami è

-che la sez. F èmolto numerosa, ma so che esiste una classe con 30 alunni

e nella sez. F un alunno non si è ancora presentato. La mia richiesta è che

sia rivisto l’inserimento di mio figlio Tommaso nella sez. F, per il suo be-

nessere e la sua serenita’ senza nulla togliere al valore degli Insegnanti che

ha incontrato in questi primi giorni di scuola. Personalmente porto avanti

ancora questa richiesta perche’ sento che la mia Famiglia è stata ingius-

tamente e profondamente colpita soprattutto, notando il disinteresse rav-

visato nelle Istituzioni. Ho sempre creduto che la Scuola fosse dalla parte

dei ragazzi o lavorasse per evitare disagi , per questo ho cercato di essere

sempre presente,disponibile e collaborativa ma oggi ho dei forti dubbi !G M

Il sindaco Marino e “il taglio” delle auto blu… senza successo

Questo è quanto ci costano oggi le auto blu di Roma Capitale: 11 milioni di euro ogni anno. Quasi

100mila euro al mese. Ma com’è possibile? Non erano diminuite? La prima e più ovvia deduzione è:

“l’amministrazione di Roma Capitale è negligente”! Ma stavolta non è così! Stavolta siamo di fronte ad

un assurdo paradosso tutto firmato Ignazio Marino (mi si conceda)! Le auto blu sono state effettivamente

ridotte peccato che… le autorimesse costano quanto l’utilizzo! Quelli che di solito chiamo “i tagli finti” sono

all’ordine del giorno e non sorprendono più nessuno perché tutti sappiamo bene che nessun politico si

taglierà nulla ma questo caso mi lascia assolutamente esterrefatto: qui siamo di fronte ad una ingenuità,

o forse superficialità, di un’amministrazione che durerà 5 anni… E che sta già stravolgendo Roma…

Daniele Consoli

L’appello di una mamma

Page 110: E42 magazine n.9 2013

108

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Page 111: E42 magazine n.9 2013

109

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PORTA FUTURO 5.1.2.2.0.12 - Commesso Di VenditaIl Candidato Prescelto Si Occuperà Del Servizio Bar (Caffè,Pulizia Macchina, Panini, Gastronomia) E Dell’accoglienza Clienti E Piccole Mansioni Di Vendita.VV

POMEZIA 3.1.2.1.0.1 - Programmatore InformaticoSviluppo Software E Programmazione Con LinguaggioJava

CINECITTA’ 3.4.4.1.1.1 - Grafico PubblicitarioCompetenze Tecniche 1) Dattilografia E Comandi Rapidi TTDella Tastiera; 2) Comunicazione; 3) Organizzazione Di TTEventi; 4) Filemaker Pro (Nozioni); 5) Indesign; 6) Quarkxpress; 7) Photoshop; 8) Illustrator; 9) Dreamweaver. Mansioni Ideazione Campagne Pubblicitarie; Organizzazione E Partecipazione A Eventi; Sviluppo Delle Vendite.VV

CINECITTA’ 6.1.3.7.0.2 - Elettricista Impiantista Di Cantiere1 Elettricista Qualificato - 1 Elettricista /Apprendista

GUIDONIA MONTECELIO 4.3.1.2.0.9 - Impiegato Di MagazzinoFatturazione, Sistemazione Magazzino, Piccola Contabilita’

PRIMAVALLE 1.2.2.5.0.5 - Direttore Di Mensa AziendaleLa Persona Si Dovrà Occupare Della Gestione Delle Diverse Unità Operative (Mense) Site Nel Territorio Del CoTTmune Di Roma. E’ Richiesto Diploma O Laurea In ScienzeDell’alimentazione O Esperienza Almeno Triennale Nel CamTTpo Della Ristorazione

POMEZIA 6.2.3.1.1.6 - Meccanico Riparatore D’autoRiparazione E Sostituzione Di Parti Di Motore E Pezzi Meccanci

CINECITTA’ 6.3.4.1.0.20 - ImpaginatoreUfficio Autori Competenze Tecniche Indispensabili: 1) DatTTtilografia E Comandi Rapidi Della Tastiera; 2) Filemaker TTPro (Nozioni); Latex; Indesign; Quarkxpress; Photoshop;Illustrator; 3) Impaginazione; 4) Redazione. Mansioni Impagina Testi, Riceve Le Proposte Di Pubblicazione; ProTT

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pone Le Opere Ai Direttori Delle Collane; Redige I Contratti Di Edizione E I Preventivi; Acquisisce I Diritti Esteri.

OSTIA 3.3.2.3.0.1 - Agente Di AssicurazioneConsulente Assicurativo Con Portafoglio Clienti E Potenziale Inquadramento

PORTA FUTURO 2.1.1.4.2.6 - Responsabile Di Sistemi InformativiResponsabile Sistemi Informativi

PORTA FUTURO 5.2.2.3.2.6 - Cameriere Di Sala1 Cameriere Ai Piani Oppure Di Sala (Obbligatoria Iscrizione L. 68/99 Art. 18). Il Cameriere Ai Piani Si Occuperà Dell’allestimento Camere E Della Loro Pulizia ComprensiveDei Bagni Ed Aree Comuni. Il Cameriere Di Sala Dovrà Conoscere Le Diverse Tipologie Di Servizio E Relative Tecniche .TT

CINECITTA’ 6.3.3.2.2.4 - Pellettiere Artigiano Artistico Accessori Di Pelle

Pratico Nella Lavorazione Della Pelle(Borse, Cinte, Portafogli Etc)

COLLEFERRO 4.1.1.1.0.1 - Addetto A Mansioni D’ordine Di SegreteriaIl/La Candidato Ha Maturato Minima Pregressa Esperienza Presso Studi Professionali/Commerciali O PressoL’amministrazione Di Società. Si Richiede DimestichezzaLLCon La Gestione Di Semplici Pratiche Amministrative, Gestione Archivio. Possibile Trasformazione Del Rapporto DiTTLavoro Al Termine Del Tirocinio.TT

PORTA FUTURO 4.1.1.2.0.1 - Addetto Ad Attività Di Back OfficeLa Figura Opererà All’interno Del Reparto CustomerCare, Riportando Al Back Office Supervisor, E Si Occuperà DiGestire Le Richieste Di Assistenza Dei Clienti Non Gestite Direttamente Dal Call Center In Outsourcing, Opererà In Stretto Coordinamento Con Gli Atri Reparti Aziendali(Merchandising, Logistica E Finance), Controllerà Il BuonAndamento Dei Processi Non Interamente Automatizzati, Sovrintenderà Il Processo Di Inserimento Degli Ordini Web Ed Effettuerà Dei Check Volti A Prevenire Le Frodi,

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Effettuerà Survey Volte A Valutare La Qualità Del Servizio Percepito Dai Clienti E Gestirà La Pubblicazione Dei Feedback Sui Prodotti Sul Sito Web.

TORRE ANGELA 3.3.1.3.1.1 - Consulente Informazioni CommercialiConsulente, Gestione E Sviluppo Rapporti Con La Clientela, Call Center E TecniciTT

PORTA FUTURO 4.2.2.2.0.6 - Portiere Di NotteLa Figura Dovrà Occuparsi Dell’accoglienza Clienti: Check In E Check Out; Dovrà Procedere Agli Addebiti Ed Alla Quadratura Finale Dei Reparti, In Particolari Di Quelli A Gestione Indiretta; Procederà Alle Stampe Ed Alla Chiusura Contabile Giornaliera Nel Sistema Computerizzato Eseguendo Le Richieste Formulate Dal Sistema; DovràGestire La Corrispondenza, L’archiviazione Istat/LibroLLQuestura; Dovrà Compilare Il Rapporto Notte Con Tutte TTLe Notizie Da Comunicare Alla Direzione. La Sede Di Lavoro E’ A Roma, Raggiungibile Con I Mezzi Pubblici. Si Offre Contratto A Tempo Determinato Di 12 Mesi, ProroTTgabili, Full-Time Con Turni Solo Notturni Dalle 23,00 Alle07,00.

OSTIA 3.1.2.1.0.1 - Programmatore InformaticoCustomizzatore/Programmatore Sap

TIVOLI 3.3.2.3.0.1 - Agente Di AssicurazioneGestione E Sviluppo Portafoglio Clienti

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