E42 magazine n.9 2013
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...l’Assessorato alle Attività produttive, al Lavoro e al Litorale di Roma Capitale,
la Presidenza del XII - ora IX Municipio - hanno conferito il patrocinio di Roma Capitale
alla rivista “E42 Magazine Roma” per l’impegno profuso nella focalizzazione, partendo dal
territorio, delle più salienti vicende socio-istituzionali e culturali, ai giovani ed alle loro
variegate problematiche attuali nonché al tessuto economico-produttivo capitolino…
lROMA
un quartiere, una città, un mondo...
[email protected] www.e42magazineroma.it
L’editore e la redazione tutta della rivista E42 Magazine Roma, ringraziano le Istituzioni,
che hanno concesso il patrocinio di Roma Capitale alla nostra testata per i suoi contenuti
economici, culturali, sociali e di interesse collettivo. Questo importante riconoscimento, oltre
ad onorarci profondamente, ci sprona a proseguire il nostro lavoro su queste direttrici con
il massimo dell’impegno per un’informazione sempre attendibile, oggettivamente fondata e
collettivamente interessante.
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Il direttore
Gilda Tucci
Editoriale
Care lettrici, cari lettori, stiamo vivendo in un momento di democrazia decadente,
numerosi sono i segnali che lo dimostrano , in particolare la formulazione delle regole.
Lo si percepisce esaminando le leggi del parlamento, i dettami più elementari e la
stessa cultura. Spesso è addirittura vietato esprimere un’opinione non omologata al
comune sentire. Appena si afferma o addirittura si pensa qualcosa di non condiviso
dai più, si viene considerati estremisti, razzisti, settari e chissà che altro. È diventato difficile
persino essere quello che si vuole essere, il nostro intelletto è soggetto a vere e proprie limi-
tazioni. Tutto ciò vuol dire che la decadenza è compiuta; per contrastare questo stato di cose
è essenziale riaffermare un pensiero libero e in fermento come strumento di progresso. Non
dimentichiamo il principio di René Descartes , ovvero Cartesio , filosofo e matematico francese,
che recita: “cogito ergo sum “ , “penso dunque sono “. Stiamo subendo passivamente, troppo
passivamente, uno stato di cose che può provocare solo disagio. Vorrei soffermarmi a tal
proposito su Roma, la nostra bella e sfortunata città, che da anni ormai non trova un sindaco
e una giunta alla sua altezza e che da quando è stato eletto Ignazio Marino, è più che mai
ostaggio di zingari, (c’è stato un calar di braghe davanti ad una tribù che si è rifiutata di tras-
ferirsi da un campo ad un altro…. mi par di ricordare che l’Ignazio fosse in debito con i rom
…), di lavavetri, di venditori abusivi, di prostitute e altro. Piuttosto che attendere alle precedenti
ordinanze, che secondo la nuova giunta avrebbero portato pochi risultati, si è assunto un at-
teggiamento totalmente lassista con la conseguenza che il minimo effetto deterrente è stato
vanificato. È inevitabile che un atteggiamento così morbido del Comune verso ogni forma di
illecito stia provocando legittime tensioni con la Questura. Abbiano un sindaco eletto solo
dal 27% dei romani che dà copertura a tanta illegalità diffusa , promette case, ben 1500, agli
zingari italiani e stranieri, che si stanno riversando a orde su Roma dando luogo ad un vero
e proprio saccheggio (vedi aumento furti, borseggi ,occupazioni abusive…), non ha fatto una
sola delibera, ha decretato la morte di una strada, via Merulana, ha totalmente perso il con-
trollo dell’ordine pubblico della città. Non ha idea di cosa fare per mettere a frutto le enormi
risorse di Roma che potrebbero portare oro nelle casse del Comune. Il sindaco, pensa alle
piste ciclabili, a creare scontento fra i cittadini imponendo pseudo isole pedonali e inutilità
simili e a collezionare pessime figure…. A quando le cose serie ? Quando verranno affrontati
i veri problemi che mortificano la città? Immagino l’Ignazio come un pilota che da un pic-
colo aereo da turismo o meglio da un aliante si trovi a condurre un F16. Lo schianto è assicu-
rato! Marino è un medico, se continuasse a farlo sarebbe cosa buona e giusta, ad ognuno il
suo! Per essere “politically correct” (spesso mi piace essere “incorrect”), qualsiasi inesattezza
riportata nei nostri articoli, di qualsiasi natura essa sia, costituirà, alla prima occasione utile,
oggetto di rettifica .
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6 Attualità
Scappare a Londra a 20 anni
8 Attualità
Comprare casa in
Gran Bretagna
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14 Euroeconomy
Lavoro, sviluppo, welfare per la
società: quale futuro?
16 Euroeconomy
Correggere gli errori contabili
per il fisco adesso è possibile
18 Euroeconomy
Stato. Sindacati. Lavoratori.
Imprenditori. Il grande gap
20 Euroeconomy
European Space Expo,
l’europa investe nello spazio
30 Missing
32 Costume e società
I colori di Roma
Attualità
Mini vulcano a Fiumicino
44 Chirurgia estetica
Trattamenti ambulatoriali
Periodico di attualitàAnno 2- numero 9 - ottobre 2013
EDITOREPasquino Editrice S.r.l.Via Sabotino, 46 - 00195, Roma
Registrazione Tribunale di Roman. 172/2012 del 11/6/2012
Direttore ResponsabileGilda Maria Tucci Camuri
VicedirettoreDaria Onofri
Direttore editorialeAlessia Allegra
Responsabile MarketingGiorgio Maria Franceschi
CollaboratoriSergio Allegra, Jessika di Cesare, Marco Cannavicci, Natalina Orlandi, Margherita Filipponi, Susanna Russello, Fabio Campoli,Laura Solari, Pietro Maria Putti, Sabrina Allegra, Cristina Allegra, Paolo Coscione, Roberto di Carlo, Marina Giangiuliani, Michele Spremolla, Patrizia Chelini, Luigi Gemma, Federica Costa, Simone Nastasi, Andrea Lovelock, Livia Rocco, Sonia Domenici, Francesco Falvo D’Urso, PaoloCallipari, Maria Beatrice Cantore, Francesca Caschi, Pierluigi Borneti, Luigi De Valeri,Gian Maria Volpicelli, Ernesto Vetrano, PaolaMarulli, Massimo Sellan, Marco Biffani.
Redazione e Direzione:Via Sabotino, 46 - 00195, RomaInfo: cell. 331 7004005Email: [email protected]: www.e42magazineroma.it
Concessione pubblicitariaS.I.P.A. S.r.l.Servizi integrati per aziendeVia Sabotino, 4600195, RomaP.IVA e C.F. 11749291008www.serviziintegratiaziende.comsegreteria@[email protected]
FotoPaolo Callipari, Stefano Mileto e Guglielmo Rota, Giorgio Bonomo, Roberto Marchionne, Francesca Moscatelli, Chiara Sellan, Pino Bitetti. Copertina:MUAH Daria BogatovaPhoto by Anna DoctorModel Katya Cherenova
Grafica e impaginazioneAM_GT Mad graphics di Tucci - Mariotti
StampaMiligraf S.r.l.Via degli Olmetti, 36 00060 FormelloTel. 06 9075142
E’ vietata la riproduzione totale e parziale di tutti i testi, la grafica,
le immagini e gli spazi pubblicitari realizzati da Pasquino Editrice
S.r.l. Tutti i diritti sono riservati.
Periodico iscritto all’
MAGAZINEROMA
12 Attualità
In italia sta esplodendo
il crowdfunding
24 Senxa censura
Morti sospete allo Spallanzani
42 Diritto e società
I rischi specifici presenti sul luogo di lavoro.
40 Psiche e società
Nella trappola del gioco
patologico
46 Moda e design
Milano fashion week
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ottobre 2013sommario
46 Moda e design
Giorgio Armani
48 Moda e design
G. Scola e A. Garcia 50 Moda e design
Moda capelli
autunno/inverno 2013/14
54 Moda e creatività
Pamela Quinzi
da Roma a New York58 “Le chicche di Eli”
78Sorpresa!!!81
Fabio Campoli
Peperoncino, ben oltre il piccante.90 93 Quattro zampe e una penna
94 FTT
Spunti di riflessione:
il clima autunnale ispira! 96 Street Style
104
107
Leggiamo
La voce di Pasquino
60 Spettacolo
Intervista Alessio Di Clemente 62 Moda e design
Vivere la casa e abitare la vita
66 Caput Mundi International
Burlesque Award 68
INGV
Utilizzo di accelerometri
contenuti nei telefonini
106105
Lettere dei lettori
Cinenews
I Quartieri di Roma
Laurentino 38
108 Offerte di lavoro
70 Cold Case
72 La Maker Faire Rome
76 IX Municipio
Ricuciamo i quartieri del
Municipio IX
80 La grande avventura
6
Scappare a Londra a 20 anni
Attualità
di Gian Maria Volpicelli
E non è un caso che, insieme agli italiani, negli ultimi anni la City abbia accolto migliaia di
giovani in fuga da Cipro, Grecia, Spagna e Portogallo. Una geopolitica della crisi che non
lascia molti dubbi. Ovviamente Londra non è il paese dei balocchi. Molti under 30 che si
stabiliscono nella capitale finiscono a lavorare in qualche bar (anche quello dei camerieri
italiani è diventato un luogo comune, sulle rive del Tamigi). Come ha dichiarato lo stesso
sindaco di Londra, Boris Johnson, qualche giorno fa “Questa città era famosa perché aveva
troppi barristers [avvocati, ndr] adesso lo è perché ha
troppi baristi”. Ma è pur sempre un contratto di lavoro,
regolare e stabile, a fronte dell’eterna precarietà che li
aspetterebbe a casa. Per i più qualificati, comunque,
le occasioni ci sono. Tralasciando il settore alber-
ghiero e della ristorazione – tradizionale appannaggio
del Belpaese – non mancano i giovani che riescono a
soddisfare le proprie ambizioni nel campo del marke-
ting e della moda, nelle università, nei grandi studi di
architettura. Ma ci sono anche molti aspiranti giorna-
listi: i corsi della City University, considerata la miglior
scuola di giornalismo in Gran Bretagna e fra le prime
al mondo, scoppiano di italiani ansiosi di raccontare il
mondo. Un sogno senza speranza? Forse no, come di-
mostra la storia di Linda, 25 anni, torinese, e un lavoro
nella redazione della BBC, la più grande compagnia
radiotelevisiva britannica. «Ho un buon inglese, ma
ben lontano dal livello di un madrelingua. Ma dopo
che mi sono laureata in giornalismo in un’università di
Londra, qui mi hanno dato fiducia», spiega. Certo, non
è sempre facile reggere i ritmi del lavoro, e in generale
vivere a Londra può essere stressante. «È una città “di
passaggio” : la maggior parte di chi vive qui rimane
per poco, perciò è difficile stringere davvero amicizia
con qualcuno. Da questo punto di vista, l’Italia mi man-
ca», accenna un sorriso amaro, e conclude: «Ma solo
da questo punto di vista».
Sempre più numerosi sono i giovani italiani che si riversano nella capitale inglese, molticon la speranza di non tornare indietro. Come biasimarli visto che la disoccupazione giovanile, nel nostro paese, sfiora il 40%.
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Comprare casa in Gran Bretagna
di Gian Maria Volpicelli
Sempre più giovani italiani si riversano nella capitale inglese, infatti i
cittadini italiani residenti a Londra sono 390mila . Mentre nel Belpaese
il mattone arranca nel mezzo di una crisi nerissima, in Gran Bretagna
non è mai stato così vitale. Chi volesse comprare una casa in Inghilter-rr
ra si affretti, perché il prezzo medio aumenta di più di 50 sterline (circa
60 euro) al giorno. È una scalata inarrestabile che non interessa solo i
quartieri più cool di Londra (tipo Notting Hill o Kensigton, per intenderci),
ma anche quelle che fino a poco tempo fa erano considerate periferie
poco attraenti. Basti pensare a quello che sta succedendo nei sobborghi
di Islington e Hackney, a nord della City di Londra, dove il prezzo delle
case è aumentato di più del 50 percento negli ultimi dieci anni – e non
accenna a fermarsi. L’impennata riguarda anche il resto del Regno Uni-
to, quello che non vive sulle rive del fiume Tamigi. Fuori dai confini della
capitale, il valore degli immobili dell’Inghilterra Orientale sono cresciuti di
quasi il 7 percento nell’ultimo anno. Anche la Scozia partecipa al trend
ascendente, con una crescita dei prezzi delle abitazioni del 2,2 percento
all’anno, dovuto specificamente alle performance di Edimburgo, Glasgow
e Aberdeen (che in un decennio ha conosciuto un apprezzamento del
mattone del 101 percento). Tutto ciò è dovuto a un’economia tutto som-
mato più rosea di quella di molti paesi europei (in primis l’Italia) e, soprat-
tutto, all’enorme disponibilità di credito a bassi tassi d’interesse messo a
disposizione dalle banche inglesi per i potenziali compratori di immobili.
Una situazione frutto di misure governative volte a facilitare l’accesso al
credito e a stimolare il mercato, come il piano “Funding for Lending” o il
programma “Help to Buy”. Va poi messo in conto che moltissimi stranieri
benestanti (russi, greci, italiani sono ai primi posti) negli ultimi anni hanno
invaso il mercato immobiliare britannico, in cerca di un investimento sicu-
ro, lontano dalle turbolenze economiche dell’area Euro. Il rischio è che –
anche a causa dei progetti futuri del governo Cameron, che ha intenzione
di costruire 7000 nuove case popolari e introdurre ulteriori agevolazioni
per chi chiede un mutuo – l’euforia immobiliare britannica si trasformi in
una bolla, pronta a scoppiare. Le conseguenze sarebbero inaspettate e
potenzialmente disastrose per il regno di Albione: l’ultima ad avere un
problema del genere è stata la Spagna, e ancora sta cercando di uscirne.
Attualità
È un fenomeno in forte aumento, dovuto in particolare all’enorme disponibilità di credito a bassi tassi d’interesse, messo a disposizione delle banche inglesi per i potenziali acquirenti di immobili.Firmato Gian Maria Volpicelli ns inviato a Londra.
i l F R A N C H I S I N Gd e l V I N O
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...la terra si è aperta all’improvviso e il gas è cominciato a fuoriuscire con grande potenza arrivando fino a 5 metri
di altezza e lanciando anche zolle di terra
Attualità
di Francesca Caschi
Mini vulcano a...Fiumicino
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Anidride carbonica e metano: si apre la terra e a Fiumicino sbuca un
mini vulcano. Sembrava inizialmente un geyser che sputava fino a 5 metri
d’altezza gas e terra. E invece si tratta di un piccolo vulcano quello che è
emerso lo scorso 24agosto in via Coccia di Morto, vicino all’ aeroporto
Leonardo da Vinci di Fiumicino. Gli automobilisti hanno chiamato i vigili
del fuoco. Per spiegare il fenomeno sul posto sono intervenuti anche i
ricercatori dell’ Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma Tre.
La terra si è aperta all’ improvviso poi il gas è cominciato a fuoriuscire con
grande potenza arrivando fino a 5 metri di altezza e trascinandosi dietro
anche zolle di terra. L’ odore di metano è diventato fortissimo il sottosuolo
ha iniziato a gorgogliare per non smettere più. Nei giorni la situazione
è cominciata a migliorare ma il fenomeno ha solo cambiato aspetto. L’
area è stata messa in sicurezza tuttavia non c’ è pericolo per i residenti
né per il traffico aereo dell’ aeroporto, le sostanze analizzate sono nocive
solo se inalate a distanza ravvicinata e in grandi quantità. Non ci sono
dunque pericoli anche se l’ odore, in prossimità dell’ area, è fortissimo.
I primi a intervenire sono stati i vigili del Fuoco, la paura infatti era che
si trattasse di una perdita da una delle condutture proprio dello scalo
romano. E invece, quasi a sorpresa, si tratta di un fenomeno del tutto
naturale così come confermano anche i dati degli esami effettuati dal
Nucleo di rilevamento batteriologico e chimico dei pompieri. E per cercare
una spiegazione scientifica sul posto sono a lavoro ormai da giorni anche
una squadra dell’ Arpa, la protezione Civile e due vulcanologi, Franco
Barberi e Marcello Carapezza, che stanno effettuando studi e analisi ap-
profondite. Ma non solo: «Questo fenomeno naturale è molto frequente in
prossimità del delta dei fiumi esposti agli accumuli di materiale organico
durante le esondazioni avvenute nei millenni passati. E questa zona ha
tutte le caratteristiche perché si verifichi un caso naturale come questo»
hanno confermato gli uomini della protezione Civile. E già in passato in-
fatti, nella zona dell’ Isola Sacra, i ricercatori avevano trovato tracce di
sorgenti d’ acqua calda che potrebbero dare luogo a eruzioni periodiche
con la creazione di colonne d’ acqua calda e vapore, veri e propri geyser.
E proprio quando il fenomeno sembrava in via di esaurimento, con le
scariche di gas sempre più lievi, il mini vulcano è tornato a far parlare di
se. Lo scorso 8 settembre infatti altro fango ha cominciato a fuori uscire.
Questa volta da un tombino a meno di due metri dal vulcano. Gli esperti
hanno spiegato che probabilmente il gas ha scavato e fratturato il terreno
sotto il tombino. Un ampliamento comunque non inaspettato, visto che il
gas cerca vie di uscita dal sottosuolo. I vulcanologi sono quindi tornati a
lavoro effettuando ulteriori esami geolelettrici e insieme al Comune si sta
già pensando a come bloccare il vulcano. I primi risultati e i test hanno
certificato l’esistenza di sacche sotterranee da cui fuoriusciva un mix di
gas e fango. «Per noi è una sorpresa» dice Massimo Leone «inizialmente
avevamo paura ma gli esperti ci hanno più volte rassicurati che non c’è
pericolo sulla natura del gas che fuori esce. Certo – aggiunge – sta cam-
biando aspetto giorno dopo giorno e la zona interessata dal fenomeno
si sta espandendo. Comunque siamo sicuri di non essere in pericolo e
l’intera zona dal giorno della comparsa del mini vulcano è costantemente
monitorata. Attendiamo dunque che si esaurisca da solo».
12
Attualità
In Italia sta esplodendo il crowdfundingDa crowd = folla, massa e funding = ricerca di denaro.
Quanti di noi vorrebbero realizzare un progetto, anche
piccolo,
-ma non hanno i soldi
-ma hanno molti amici da contattare
per convincerli della bontà di quello che vorrebbe fare
per convincerli ad aiutarlo per quel che possono
per averne un ritorno anche piccolo
per seguirlo durante la realizzazione.
Il Crowdfunding (C.F.) è un’attività “solidale” sorta, sem-
bra, negli States, con Kickstarter, una piattaforma dedi-
cata che, in 18 mesi dalla nascita, ha raccolto 30 milioni
di dollari da 300.000 donatori, a favore di una serie di
progetti sui quali i proponenti hanno chiesto piccole e
grandi offerte. È una sorta di “mecenatismo parcelliz-
zato”. Solidale, in quanto proponenti e donatori parteci-
pano insieme, alla realizzazione di un progetto (etico o
meno) che diviene quasi comune. Funziona pressappo-
co così. Il mio sogno è di realizzare una bicicletta innova-
tiva, girare un minidocumentario, creare un disco di mu-
sica, pubblicare un saggio (ma anche: fare un pranzo di
nozze, comprarmi l’Ipad5 etc.), un progetto qualsiasi. Lo
propongo ad uno dei siti di C.F. (in Italia: Kapipal, Eppela,
Youkapital, SiamoSoci ed altri), lo descrivo, lo motivo, mi
metto in campo e lo faccio conoscere attraverso il sito
specializzato scelto, comunicandolo agli amici di Face-
book e di altri network su cui ho un profilo, chiedendo di
investirci una piccola cifra, anche pochi euro (comunque
definita), da raccogliere in un certo tempo (da me stabil-
ito). Promettere anche qualcosa in cambio (un biglietto
del cinema, la copia del disco o del libro se pubblicato,
un incontro personale etc.) facilita, coinvolge, convince.
Esistono due formule:
-“Full or Nothing” (tutto o niente), se entro la data che
ho scelto, non si raggiunge l’importo che mi serve, esso
di Marco Biffani
viene “restituito” ai donatori.
-“Acchiappa tutto”, incameri comunque tutto (anche quello che dovesse venire dopo quella
data).
E’ uno stimolo al lavoro ed alla creatività. Utilizza metodi e canali attualissimi. Permette di
realizzare quei vecchi “sogni nel cassetto” o l’intuizione di un momento. Consente a chi
vuole possedere un oggetto, realizzare un evento, creare una start up di averne i mezzi,
ma anche di spendersi per ottenerlo presso i propri parenti, amici, conoscenti, followers,
per cercare di convincere anche quelli che non conosce: i visitatori del sito di C.F. prescelto
(ormai molto popolari), che evidenzia il tuo progetto sul Web. In un periodo così negativo
come l’attuale in cui non circola denaro ma solo idee mi sembra:
-una possibilità offerta a giovani che cercano una strada (che difficilmente oggi si trova)
-di fare quel che desiderano, ottenendone anche i mezzi.
-mettersi in gioco – con passione - per convincere gli altri e raggiungere un obiettivo
-mettersi in campo per verificare la propria progettualità, creatività e ingegno
-aumentare la propria autostima organizzando qualcosa, senza rischi di perdere denaro
Con il beneplacito di amici, conoscenti e i visitatori del sito
Se poi Il Presidente degli Stati Uniti se ne è servito per la sua elezione significa che funziona!
14
EUROeconomyMicro e Macro
del Prof. Dott. Sergio Allegra
Economista e giurista
Direttore dell’area giuridico-economica dell’Accademia
forense on line, ne cura l’intera sezione di Roma
Lavoro, sviluppo, welfare per la società: quale futuro?
Il lavoro è oggi certamente la sfida cruciale nella complessa e difficile
ricerca di un equilibrio tra l’esigenza di una maggiore flessibilità e il sis-
tema delle tutele. Un timido spiraglio potrebbe aprirsi nella politica di bi-
lancio. Soprattutto in relazione al nuovo margine di manovra concesso
all’Italia dalla Commissione Europea. In questa ottica bisognerà valutare
fino a che punto l’Europa “tedescocentrica” sia realmente disposta a ve-
nire in soccorso dei Paesi mediterranei, di cui l’Italia fa parte. I dati OCSE
confermano un quadro drammatico del mondo del lavoro: più di due
milioni di giovani non sono impegnati in alcuna attività lavorativa con un
costo elevatissimo per la collettività. Il 54% dei giovani che nel 2012 hanno
avuto la possibilità di avere un contratto, lo hanno ottenuto per un la-
voro a termine. Nonostante le enormi difficoltà del momento, che hanno
origine anche dalla necessità di rivedere alcune misure della precedente
riforma Fornero. L’attuale Governo dovrebbe avere la forza di mettere in
L’attuale Governo dovrebbe avere la forza di mettere in campo riforme con un’ottica di rilancio della formazione e della dialettica di confronto sindacale.
15
campo riforme con un’ottica di rilancio della formazione
e della dialettica di confronto sindacale. Fino a che non si
passerà convintamente ad un sistema di protezione del
lavoratore, e non del lavoro, ancorché improduttivo, la
situazione attuale non cambierà e continueremo ad avere
un sistema duale con lavori precari che non porteranno a
nulla di nuovo in quanto lavoro precario non è sinonimo
di lavoro a tempo determinato. Anzi, un mercato in salute
si espande naturalmente producendo molti posti di lavoro
a tempo determinato che non sono precari; la precarietà
si manifesta solo quando non vi è alcuna prospettiva di
crescita o di carriera. La strada maestra è quella percorsa
negli ultimi venti anni da Paesi come Germania, Danima-
rca e Svezia. Da noi, invece, negli ultimi vent’anni ai cittadini
è stata ammannita la classica favola della lotta di classe
in difesa dei diritti dei lavoratori. I diritti, certo, vanno sal-
vaguardati ma in questo momento topico dobbiamo però
ricordare a tutte le parti sociali che vanno assunti atteg-
giamenti responsabili, per fare le tanto attese riforme che
possono servire finalmente ad aumentare la produttività e
quindi la ricchezza del Paese. Continuare a colpi di tasse
e a rinviare continuamente la revisione della tassazione
del lavoro è un vero suicidio. L’Italia ha già una pressione
fiscale ai massimi livelli OCSE e se la classe politica insisterà
su questa strada ci porterà ad un declino lento e doloroso,
obbligando i nostri figli a bruciare la ricchezza accumulata
dai genitori e nonni. Mantenere o meno il nostro welfare
è una scelta politica, ma se vogliamo un welfare di stile
nord-europeo dobbiamo razionalizzare la spesa e tagliare
i rami secchi.
16
EUROeconomyMicro e Macro
Correggere gli errori contabili per il fisco adesso è possibileIl 24 settembre 2013 è stata emanata un’interessante circolare da parte dell’Agenzia delle Entrate (la n. 31/E) per la correzione degli errori di contabilizzazionedi componenti positivi o negativi di redditoin esercizi già trascorsi.
La circolare chiarisce quali siano gli errori contabili oggetto di correzioni,
quali gli orientamenti giurisprudenziali e di prassi che nel tempo sono
stati applicati per risolvere il problema e infine affrontanta le modal-
ità operative da seguire per il riconoscimento di costi o ricavi emersi a
seguito di errori, esponendo in conclusione i casi operativi più ricorrenti.
Prima di analizzare le modalità operative è bene sottolineare che
l’Agenzia delle Entrate ribadisce il concetto di inderogabilità, in linea di
principio, dell’applicazione del criterio di competenza economica nella
valutazione dei componenti positivi e negativi di reddito e ciò al fine di
non lasciare il contribuente arbitro dell’imputazione, in un periodo di
imposta o in un altro, degli elementi reddituali positivi e negativi.
Gli errori contabili oggetto di un corretto trattamento tributario dopo la
loro individuazione sono:
A) per coloro che adottano i principi contabili nazionali:
contabile (se le informazioni ed i dati necessari per la sua corretta ap-
plicazione sono disponibili);
interpretazioni di fatti, negligenza nel raccogliere tutte le informazioni ed
i dati disponibili per un corretto trattamento contabile.
La correzione degli errori contabili (diversi da quelli che rendono nulla
o annullabile la delibera che ha approvato il bilancio) deve essere ef-
fettuata imputando al conto economico dell’esercizio in cui si individua
l’errore un componente a rettifica della voce patrimoniale che, a suo
tempo, fu interessata dallo stesso (voce E20 e E21: “proventi ed oneri
straordinari – componenti di reddito relativi ad esercizi precedenti”).
Fanno eccezione quelle correzioni che attengono ad errori commessi
nel rilevare fatti che non hanno mai avuto influenza diretta su conto
economico (quali, ad esempio, le rivalutazioni iniziali di una immobiliz-
zazione a seguito di specifiche norme, la correzione di scritture contabili
di Ernesto Vetrano
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operate a seguito di operazioni di conferimento, fusione, ecc.).
B) per coloro che adottano i principi contabili internazionali IAS/IFRS, il
paragrafo 5 dello IAS 8 definisce come errori contabili le omissioni e
errate misurazioni di voci nel bilancio dell’imprese per uno o più es-
ercizi precedenti derivanti dal non utilizzo o dall’utilizzo erroneo di in-
formazioni attendibili che erano disponibili nel momento di redazione
dei precedenti bilanci. Tali errori includono gli effetti di errori matematici,
gli errori nell’applicazione dei principi contabili, le sviste o le interpre-
tazioni distorte di fatti e le frodi. Tralasciando l’analisi degli orientamenti
giurisprudenziali e di prassi adottati al fine di evitare la doppia impo-
sizione sul medesimo componente di reddito ed esposti nella circolare
31/E esponiamo le indicazioni che l’Agenzia delle Entrate ha emanato
per il corretto comportamento che il contribuente deve adottare nella
correzione degli errori contabili in ordine alla imputazione di compo-
nenti di reddito. Intanto c’è da rilevare un importante principio eviden-
ziato nella circolare ossia che la correzione riguarda non solo i casi
in cui il contribuente abbia autonomamente rettificato precedenti errori
contabili applicando correttamente i principi contabili, ma anche quelli
in cui la rettifica sia stata operata da parte degli organi di controllo.
Si tratta in particolare, dell’ipotesi in cui il contribuente:
a) non ha imputato il componente negativo di reddito nel corretto eser-rr
cizio di competenza e, in un periodo di imposta successivo, ha contabi-
lizzato, al conto economico o nello stato patrimoniale, un componente
negativo per dare evidenza all’errore;
b) non ha imputato il componente positivo nel corretto esercizio di com-
petenza e, in un periodo d’imposta successivo, ha contabilizzato, al
conto economico o nello stato patrimoniale, un componente positivo
per dare evidenza all’errore.
Nell’ipotesi a), il contribuente dovrà operare, in sede di dichiarazione
dei redditi riferita al periodo di imposta in cui si registra la correzione
dell’errore, una variazione in aumento per annullare sul piano fiscale, il
componente transitato al conto economico ovvero astenersi dall’operare
una variazione in diminuzione per far concorrere alla determinazione
del reddito d’esercizio il predetto componente se imputato a patrimonio
netto. Nell’ipotesi b), il contribuente, previo assoggettamento a tassazi-
one del componente positivo nel corretto periodo d’imposta, potrà op-
erare, in sede di dichiarazione dei redditi riferita al periodo di imposta in
cui registra la correzione dell’errore, una variazione in diminuzione per
sterilizzare sul piano fiscale il componente transitato al conto economi-
co ovvero astenersi dall’operare variazioni un aumento per far concor-rr
rere alla determinazione del reddito d’esercizio il predetto componente
se imputato al patrimonio netto. L’errore che determina un costo prec-
edentemente non imputato potrà essere corretto diversamente a sec-
onda che l’annualità sia emendabile (e cioè la correzione può essere
effettuata non oltre il termine ultimo per la presentazione della dichi-
arazione relativa al periodo d’imposta seguente – con dichiarazione
integrativa) o non emendabile. Se la correzione è emendabile basterà
che la società presenti una dichiarazione integrativa per correggere
l’annualità non corretta. Per esempio la società ha riscontrato nel 2013
la mancata imputazione di un costo di competenza del 2011 nel bilancio
di riferimento (anno di imposta 2012). La società imputerà, pertanto, il
componente negativo nel periodo di imposta 2012 tramite la dichiarazi-
one integrativa, presentando la dichiarazione integrativa a favore Unico
2013 entro, quindi, il 30 settembre 2014. Se invece l’errore non sia più
emendabile con la dichiarazione integrativa a favore, la società potrà
correggere l’errore per mezzo di una riliquidazione autonomamente
effettuata per i periodi antecedenti a quelli coperti dalla dichiarazione
integrativa. Ciò avverrà attraverso una “ricostruzione” di tutte le annual-
ità di imposta interessate all’errore risalendo fino all’ultima annualità di
imposta dichiarata. In altri termini, il contribuente provvede a riliquidare
autonomamente la dichiarazione relativa all’annualità dell’omessa
imputazione e, nell’ordine, le annualità successive, fino all’annualità
emendabile, per la quale verrà presentata una apposita dichiarazione
integrativa che ricostruisca tutte le annualità di imposta interessate. Va
da sé che le annualità successive dovranno tenere in considerazione
di tale rideterminazione. Poi, a seguito dei controlli automatizzati della
predetta dichiarazione integrativa, emergendo degli importi non coer-rr
enti con la dichiarazione del periodo di imposta precedente, sarà gen-
erata una comunicazione di irregolarità inviata al contribuente, il quale
potrà esibire la documentazione idonea ad evidenziare le modalità di
rideterminazione delle risultanze che emergono dalla dichiarazione
integrativa ed ottenere l’annullamento della comunicazione. Procedi-
mento speculare avverrà nel caso il contribuente rilevi errori consistenti
nell’omessa imputazione di elementi positivi. Qualora si presenti la di-
chiarazione entro i termini previsti dall’art. 13 del d. lgs. 18/12/1997, n.
472, ci si potrà avvalere della riduzione delle sanzioni applicabili alla
fattispecie concreta, secondo le misure e le modalità previste per il rav-
vedimento operoso e sempreché la violazione non sia stata già con-
statata e comunque non siano iniziati accessi, ispezioni e verifiche o
altre attività amministrative di accertamento delle quali l’autore o i sog-
getti solidalmente obbligati, abbiano avuto formale conoscenza. Infine
l’Amministrazione finanziaria evidenzia il fatto che la possibilità data al
contribuente di recuperare quanto versato in più, sia nel caso di errata
imputazione di un costo che di un ricavo, deve coniugarsi con l’esigenza
dell’Agenzia delle Entrate di dover esperire l’eventuale azione accerta-
tiva entro e non oltre il termine stabilito dall’art. 43 del d.p.r. 600/73, il
quale dispone che “…gli avvisi di accertamento devono essere notifi-
cati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quarto anno succes-
sivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione. Ciò significa che
laddove si voglia far valere l’esistenza di elementi di costo non dedotti
nel 2008 presentando una dichiarazione integrativa a favore a unico
2013, entro il prossimo 31 dicembre 2013, gli uffici potranno controllare
la legittimità dei nuovi elementi rigenerati entro il 31 dicembre 2017.
18
Stato. Sindacati. Lavoratori. Imprenditori. Il grande gap Mentre il Governo fa il grande assente e i sindacati si autoescludono dalle trattative con lo Stato, lavoratori e imprenditori si deprimono. Ma la verità è che nullasarà possibile finché non cambierà la cultura nei confronti del lavoro.
di Marina Giangiuliani
Il lavoro in Italia. Quante e quali sono le forme contrattuali vigenti? Quanti
sono i contratti che corrispondono alle reali mansioni che il lavoratore
svolge? I contratti sono talmente tanti e complessi da confondere le idee
persino ai più esperti e capaci operatori del settore. Quasi quotidiana-
mente si trova qualche “ritocchino” ma mai niente cambia davvero. A far
le spese di tale confusione ci sono da un lato i lavoratori che cercano di
ottenere stipendi dignitosi e un minimo di stabilità per il presente e per il
futuro senza troppo pensare a quali sono le proprie potenziali aspetta-
tive. Dall’altro ci sono gli imprenditori che, facendo fatica persino a man-
tenere in vita l’azienda, studiano nei più piccoli dettagli le possibilità per
“aggirare” i costi, cuneo fiscale in primis, andando così inevitabilmente
a ledere i diritti, o almeno alcuni dei reali interessi, del lavoratore. Ecco
come è diventato impossibile stabilire rapporti di lavoro chiari, lineari e
trasparenti. Tutta colpa della politica? Decisamente no. Una bella fetta
di responsabilità va attribuita anche ai sindacati, figli che non vogliono
crescere di un’epoca in cui la società era prettamente fondata sul capi-
talismo e la tutela del lavoratore era esigenza essenziale per la vita
d’impresa. E’ tempo che certe relazioni cambino in funzione del fatto che
oggi l’iniziativa imprenditoriale privata è strettamente legata ai mercati
europei e internazionali quindi il mercato del lavoro è una realtà dinam-
ica e in continua evoluzione e altrettanto deve essere per i rapporti di
lavoro. Così, ai cittadini, imprenditori e lavoratori alla pari, non resta che
pagare, e anche caro, un Governo che fa il grande assente e strutture
“istituzionali” che si autoescludono dalle trattative con lo Stato, cui sono
deputate, perché perse nelle loro faide interne. I neoliberisti americani
sostengono che l’uscita dalla crisi sia avvenuta solo grazie alla iniziativa
imprenditoriale privata. In realtà, se l’azienda non opera in uno Stato che
applica corrette politiche economiche e di welfare, rischia comunque il
fallimento. Tuttavia, in questo preciso momento storico, in cui il fenom-
eno della disoccupazione è al 40% e ha dimostrato di essere una piaga
EUROeconomyMicro e Macro
19
sociale che incide in maniera decisiva sul benessere complessivo del
Paese. Non bisogna dimenticare, però, che il disagio sociale è causato
anche dalla frustrazione di chi lavora. Gli imprenditori e i dirigenti vivono
un forte senso di precarietà dovuto all’incertezza di poter mantenere in
vita la propria azienda. I lavoratori, da un lato, vivono nella precarietà e
nell’incertezza, parallelamente agli imprenditori, perché incerti di poter
mantenere il proprio posto di lavoro o di sapere che il proprio impegno
sarà adeguatamente ricompensato oppure, dall’altro, hanno ottenuto, a
vario titolo, il famoso ed agognato (ma, forse esagerando, anche estre-
mamente dannoso) “Contratto” e, di conseguenza, sono così certi di tale
posizione che spesso perdono di vista il proprio dovere. Ecco le basi per
cui tutti iniziano a cedere. Ci si limita a cercare di sopravvivere, si cercano
strenuamente compromessi e scorciatoie. Il raggiungimento degli obiet-
tivi complessivi è inesistente! L’ambiente di lavoro, dunque, è depresso
quanto le persone che ne fanno parte e quanto coloro che un lavoro non
ce l’hanno. In un tempo di crisi come il nostro, coloro che hanno la fortuna
di avere un lavoro e quegli imprenditori che riescono a mantenere in vita
la propria azienda, invece, hanno una responsabilità quasi più sociale
che personale. Sono proprio loro, dunque, che non possono e non devo-
no rispondere deprimendosi a loro volta. E tanto vale per tutti i giovani
che non riescono a trovare lavoro o che lavorano “accontentandosi. Solo
per arrivare a fine mese”. La vera forza non è accettare o no un determi-
nato tipo di lavoro. Il vero coraggio risiede nella capacità di decidere quali
sono i compromessi possibili. Scegliere e sacrificarsi per i propri obiettivi.
Pensare che domani non è quello che arriva fra 24 ore ma quello che
si sta costruendo oggi pensando al “quando sarò grande”. Economisti,
giuristi ed esperti che condividono tale punto di vista sono in grado di
creare e prospettare azioni concrete e gli stessi politici potrebbero addi-
rittura eventualmente applicarle ma nulla sarà possibile finché non cam-
bierà la cultura nei confronti del lavoro.
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European Space Expo, l’europa investe nello spazio L’industria spaziale europea registra un fatturato annuale di 5,4 miliardi di euro e garantendo oltre 31.000 posti di lavoro. Grazie agli investimenti europei numerosi benefici per i cittadini: dalla qualità della vita al rilancio economico.
EUROeconomyMicro e Macro
Commissione europea
21
di S. A.
European Space Expo è la mostra itiner-rr
ante organizzata dalla Commissione Eu-
ropea per avvicinare le persone alle ap-
plicazioni terrestri del settore spaziale. Sui
programmi per la navigazione satellitare,
Galileo e quello per l’osservazione della
Terra, Copernicus, infatti, l’UE sta inves-
tendo grandi risorse e il percorso, iniziato
nel 2012 è giunto a Roma a settembre 2013.
Ben 180.000 visitatori sono arrivati da ogni
parte d’Italia, facendo della nostra capitale
la città che ha riscosso il maggior successo.
Lo European Space Expo è stato collocato
in una grande struttura allestita in piazza
del Popolo e sarà visitabile, in maniera to-
talmente libera e gratuita. All’interno della
struttura sono stati predisposti display inter-rr
attivi, educativi e lucidi appositamente real-
izzati per l’esposizione e i cittadini potranno
vedere, toccare, sperimentare, l’ampia
gamma di tecnologie e di servizi innovativi
che lo spazio può offrire. Infatti, a partire dal
2014 la nuova costellazione consentirà di
migliorare una serie di servizi il cui corretto
funzionamento dipende sostanzialmente
dalle tecnologie di navigazione satellitare:
dai navigatori per le auto, alla gestione dei
trasporti su strada, ai servizi di ricerca e
salvataggio, alle operazioni bancarie, che
saranno più sicure, all’affidabilità della for-rr
nitura di elettricità, all’efficienza dei settori
agricolo e ittico. L’obiettivo è quello di mos-
trare al pubblico il ritorno dagli investimenti
nel settore spaziale in termini di applicazio-
ni pratiche che hanno impatto diretto sulla
vita quotidiana dei cittadini, offrendo al tem-
po stesso nuove opportunità di sviluppo,
di crescita e di occupazione. In occasione
dell’inaugurazione della mostra sono in-
tervenuti Ignazio Marino, Sindaco di Roma
Capitale, e Antonio Tajani, Vice Presidente
della Commissione europea, responsabile
per l’industria e l’imprenditoria e Aurelio Re-
gina, Vice Presidente di Confindustria. Anto-
nio Tajani, nel suo intervento, ha dichiarato
che “per ripartire dalla crisi l’Europa punta
sull’innovazione e la tecnologia. Per Galileo
sono stati spesi circa 10 miliardi di euro ri-
sparmiando così 90 miliardi che sarebbero
Ignazio Marino e Antonio Tajani inagurano lo European Space Expo a Roma
Commissione europea
Commissione europea
22
stati spesi dai cittadini per i servizi
che la costellazione ci fornirà” e im-
mediatamente dopo, ha ringraziato
il Presidente del Governo Enrico
Letta per aver concesso il Patrocinio
del Consiglio dei Ministri all’iniziativa
quale dimostrazione dell’interesse
anche dell’Italia alla tecnologia spa-
ziale. Ignazio Marino, in merito alla
posizione di Roma, ha dichiarato
che la città “deve assolutamente in-
vestire in ricerca, innovazione e svi-
luppo. Roma ha due straordinarie
risorse: i suoi centri di ricerca, la sua
arte, cultura ed archeologia. Questi
sono i settori su cui creare nuovo
lavoro, nuovi investimenti e migliore
qualità della vita per i romani e le
romane”. Per l’inaugurazione è in-
tervenuto anche Lucio Battistotti,
Direttore Rappresentanza in Italia
della Commissione Europea. Erano
presenti, inoltre, Davide Bordoni,
Consigliere di Roma Capitale e
Antonello Aurigemma, Consigliere
regionale. Prima della cerimonia di
apertura, Mauro Facchini, Capo Unità G2 della Commissione Europea e Gian Gherardo Calini, Capo
Sviluppo Mercati dell’Agenzia Europea GNSS, hanno presentato la mostra in una visita guidata riservata
alla stampa. In numeri, il attualmente l’industria spaziale europea registra un fatturato annuale di 5,4
miliardi di euro e fornisce occupazione ad una manodopera altamente qualificata, garantendo oltre
31.000 posti di lavoro ed è destinato a crescere esponenzialmente già dal futuro più immediato.
Antonio Tajani
Ignazio Marino e Antonio Tajani durante l’inaugurazione
Foto rilasciate dalla Commissione europea
Commissione europea
Commissione europea
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24
di Francesca Caschi
Morti sospette allo Spallanzani
Infezioni e morti sospette dopo il trapianto di reni: il Centro Nazionale dei
Trapianti (Cnt) e la Regione Lazio aprono un’indagine interna all’ospedale
Lazzaro Spallanzani. In circa 18 mesi infatti, 12 pazienti operati ai reni
hanno contratto infezioni e 4 di loro sono poi morti, sembrerebbe proprio
in seguito al contagio. Un numero troppo elevato dunque. La segnalazi-
one è arrivata nella prima settimana di agosto alla Regione Lazio che ha
subito fatto scattare l’allarme attivando tutte le procedure di controllo. È
stata quindi costituita una commissione straordinaria in collaborazione
con il Cnt per effettuare indagini approfondite sul centro specializzato
dell’ospedale. Per tutto il mese l’indagine è stata affidata a un’équipe di
esperti e specialisti nel controllo che ha effettuato tutti gli accertamenti del
caso per stabilire la causa della malattia. Sull’esito dei test però c’è an-
cora da aspettare. E sulla vicenda è intervenuto anche Alessandro Nanni
Costa, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) che in una nota pub-
blica ha spiegato: «Prima di tutto è stato avviato un audit con gli esperti
del Cnt e la Regione Lazio, ha deciso di avviare due commissioni chiarisce
Nanni Costa - Attendiamo a breve i risultati. È un tema delicato non solo
per Roma - conclude Nanni Costa - E qui il problema è stato affrontato
con grande serietà e sensibilità. Esattamente come andava affrontato».
La commissione è stata comunque incaricata di verificare le valutazioni
di rischio clinico e di accertare se siano state rispettate tutte le misure
igieniche di prevenzione alle infezioni durante l’intervento. L’ipotesi al mo-
mento è che i pazienti possano aver contratto un germe all’interno delle
sale operatorie proprio dove sono stati eseguiti i trapianti. Il sospetto è
che si tratti di Klebsiella, un genere di batteri negativi normalmente pre-
sente nella mucosa respiratoria e nell’intestino dell’uomo. Oppure di aci-
netobatteri, batteri che possono essere la causa di infezioni urinarie o di
infezioni respiratorie. Le analisi si sono quindi concentrate all’interno della
SENZA CENSURA
25
struttura ospedaliera, dove opera un équipe medica del San Camillo, e
all’interno delle sale operatorie dove sono stati effettuati rilievi scientifici
e test antibatterici. Intanto è stato già accertato che i pazienti sottoposti
a trapianto pancreas e fegato nello stesso periodo di tempo non hanno
contratto alcuna infezione e hanno seguito un decorso ospedaliero nella
norma. Bisognerà comunque attendere i risultati degli esperti per far luce
sulla vicenda che rischia di finire sui tavoli della Procura di Roma, là dove
dovessero emergere negligenze da parte dei medici o dell’ospedale
stesso. Intanto, da oltre un mese, è stata chiusa la sala operatoria dei
trapianti e il reparto di rianimazione all’ ospedale Spallanzani. L’ ordine è
arrivato dalla Regione Lazio, i pazienti già ricoverati e le operazioni in pro-
gramma sono state quindi spostate all’ ospedale San Camillo. La chiusu-
ra si sarebbe resa necessaria per consentire a una squadra di esperti di
sanificare e ristrutturare l’ intero reparto. Il sospetto infatti è che il batterio
del contagio provenga proprio dalla sala operatoria. Mentre i sindacati
sono sul piede di guerra: «In seguito alle indagini eseguite dalla Asl e
dalla Regione Lazio» scrivono in una nota Adriano De Iuliis (Rsu Nursind)
e Lorenzo Fanelli (Rsu Cobas) «con successivo “provvisorio” trasferimento
dei pazienti di rianimazione, sala operatoria e chirurgica dei trapianti all’
ospedale San Camillo, vogliamo sottolineare l’ alta professionalità degli
operatori sanitari nonostante la riduzione dell’ organico. Più volte - ag-
giungono - abbiamo sottolineato che questa grave carenza di personale
aumenta notevolmente il rischio clinico non solo dei pazienti ma anche
degli operatori stessi. Abbiamo già denunciato agli ispettori provinciali -
concludono De Iuliis e Fanelli - le condizioni di disagio lavorativo dovuto
alle carenze di organico, ci auguriamo che le indagini avviate in seguito
alle nostre segnalazioni portino presto a risultati significativi».
26
Apre RIZcafé al Porto di Roma. Un nuovo locale che rilancia tutta la nautica.Le aspettative sono tante, la tensione è palpabile. RIZcafé, nuovo lo-cale del Porto di Roma a Ostia, sta per aprire le sue sale per inaugurare una nuova stagione della marina della capi-tale. Un’apertura che è in totale contro tendenza con quanto sta succedendo un pò dappertutto in città dove gli esercizi commerciali che chiudono sono sempre di più. E anche al Porto di Roma le cose non sono andate così bene, forse anche a causa di una gestione non oculata delle aperture, fatte senza tener conto della
particolarità della location, unica nel suo genere ma proprio per questo non as-similabile a un centro commerciale. Chi invece ha creduto nel rilancio sono pro-prio gli imprenditori che hanno dato il via al progetto del RIZcafé, un concept store prima che un locale. Infatti ci troviamo di fronte a un progetto di ampie vedute, de-dicato a pubblici diversi e trasversali, ma tutti accomunati dalla passione: passione per il mare, per le barche, per la buona cucina e per la compagnia. Tanto che il claim del locale è proprio Passionate for Passion. Il layout delle sale richiama su-bito l’origine marinara degli ideatori del
progetto: colori chiari, linee slanciate, vetri, spazi aperti, per unire l’acqua alla terra e far vivere sensazioni uniche. Due proposte diverse per i clienti: il RIZcafé ristorante e wine store per mangiare a base di pesce grazie a una cucina guidata da Marco Milani, chef di grande bravura e inventiva. E il RIZpizza, guidato da Marco Merola, chef pizzaiolo capace di creare degli impasti a lenta lievitazione che as-sicurano un gusto unico agli amanti del-la pizza. Ma l’offerta di RIZ non si ferma
qui: ci sarà anche la possibilità di eventi riservati a bordo di uno yacht o un caicco appositamente predisposto per offrire un’esperienza di alta cucina e confort in alto mare, e RIZcambusa, dedicato a tutti gli armatori che vogliono portare a bor-do il meglio della cucina italiana e delle cantine, grazie ai consigli degli chef e del sommellier che ha effettuato la se-lezione dei vini. Tutto è pronto per una nuova stagione del Porto di Roma. Il Nau-tical Lounge sta per mollare gli ormeggi.
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Costume e società
di Paolo Marziale
foto di Marco Biffani
Restaurare con stileIl restauro di una autovettura MG TF 1500del dicembre 1954
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È vero, era nata già vecchia. Nel 1953 le vendite del modello precedente
TD erano in calo, anche se ne era stato prodotto un modello conosciuto
come MKII, con modifiche meccaniche (carburatori, valvole maggiorate,
etc.) per migliorarne le prestazioni, specie per il mercato statunitense,
consentendo un aumento della potenza da 54 a 57 HP sempre con la
stessa cilindrata di 1250 cc, noto come motore con sigla XPAG. Inoltre
il mercato offriva delle alternative di auto molto più moderne, sia per la
linea sia per le motorizzazioni; solo sul mercato inglese erano in vendita,
per esempio, le Austin – Healy 100 e le Triumph TR-2. Non bisogna di-
menticare però che già nel 1952 per Le Mans, la MG aveva approntato
un prototipo con carrozzeria aerodinamica, che sarebbe stata la base
per il nuovo modello siglato MG-A. La nuova dirigenza confluita nella
neonata BMC non vedeva di buon occhio la MG e nutriva simpatia per
la Austin ,per cui bloccò per due anni tutti gli studi atti a migliorare le
sportive MG…e così fu permesso di fare solo qualche miglioria partendo
non da disegni tecnici, ma direttamente su una TD con l’aiuto di un “bat-
tilastra”! Furono così riveduti i parafanghi, alloggiando i fari sugli stessi;
diminuendo l’altezza del radiatore; reso centrali gli strumenti di controllo
sul cruscotto e diviso infine i sedili. La motorizzazione e i componenti te-
laistici rimasero gli stessi, deludendo ancora una volta gli acquirenti e la
stampa, che volevano qualcosa di nuovo. Il prototipo era pronto nel Mag-
gio 1953, ma la produzione stentava a partire e dall’agosto dello stesso
anno fu congiunta, all’inizio, con la linea di montaggio delle ultime TD.
Ufficialmente il primo chassis parte dal numero 0501 del 3 settembre e
la vettura era verniciata di nero, con interno rosso e cerchi stampati. Pro-
babilmente proprio per il suo “old fashioned look” le vendite non furono
scoraggianti e alla fine della sua produzione (aprile 1955) queste furono
9600 in totale. Durante la sua vita, nell’agosto-Settembre 1954, proprio
per favorire le richieste del mercato, fu incrementata la cilindrata e modi-
ficato il prefisso del motore (da XPAG di 1250 cc a XPEG di 1466 cc con 63
HP) ma ancora una volta in maniera discontinua, fino allo chassis n. 6951,
per poi proseguire con solo la cilindrata maggiore fino alla fine (chassis
n.10100) e di queste ultime ne risultavano essere uscite dalla fabbrica solo
3400. Inoltre di queste, due su tre montavano fin dall’inizio le ruote a raggi
invece che a disco stampato. Oggi tra tutta la serie “T” della MG, è la più
desiderata e rappresentativa, con in più la possibilità della facile reperibi-
lità dei ricambi. Molte vetture hanno vissuto a lungo in Paesi dai climi caldi
e asciutti.E’ un punto di arrivo di una linea tradizionale nata nel 1936, ma
con il tempo si è rivelata una delle più belle che la fabbrica di Abingdon
abbia mai costruito e una delle più desiderabili tra le auto sportive più
tradizionali. In Italia ai tempi della sua produzione ne furono venduti solo
63 esemplari, tutti con motorizzazione più piccola.-
SCHEDA TECNICA MG mod.TF 1500 (1953 – 1955)MotoreTipo: XPEG 1466 ccN. cilindri: 4Alesaggio x corsa: 72 x 90Valvole in testa, aste e bilanceri.Compressione: 8,3:1Alimentazione: due SU H 4; pompa elettricaCavalli: 63 a 5000 g/mTrasmissioneFrizione monodico a seccoCambio a quattro marce; 2 – 3 – 4 sincronizzateTelaioLongheroni a sezione scatolareLunghezza: 3,74Larghezza: 1,51Altezza: 1,34Peso a vuoto: 878 KgSospensione anteriore :indipendenteSospensione posteriore: a balestreFreni: a tamburo sulle quattro ruoteDimensioni pneumatici: 5,50 x 15PrestazioniVelocità massima: 142 Km/hAccelerazione: 0-100: 16 sec.Consumo: 11 lt/100 Km
L’autore, il Dott.Paolo Marziale, Medico Chirurgo da poco in pensione, appassionato cultore di auto storiche, già possessore di una Fiat 124 sport, de-
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Persone scone scomparse
Natalina Orlandi, Presidente Penelope Lazio
Per informazioni e segnalazioni scrivere aASSOCIAZIONE TERRITORIALE PENELOPE LAZIOPresidente: Natalina OrlandiVia Stellanello, 9 – 00168 Roma Tel. 347 1045017e-mail: [email protected] sito: www.penelopeitalia.orgASSOCIAZIONE PENELOPE NAZIONALE
Presidente: Elisa Pozza TascaSede Nazionale: Salita De Crescenzi, 30 – 00186 RomaTel. 335 7204449e-mail: [email protected] sito: www.penelopeitalia.orgCOMMISSARIO STRAORDINARIODEL GOVERNO PER LE PERSONE SCOMPARSE
Prefetto Michele PentaVia Urbana, 9 – 00100 Romae-mail: [email protected] E42 MAGAZINETel.: 331 7004005Email: [email protected]: www.e42magazineroma.it
Mirco, qualunque cosa sia successa, la tua famiglia ti aspetta solo per abbracciarti. Fai sapere anche solo che stai bene.
POOOOORTO TURISTICO DDDDII ROOOOMAULLULULUUNGOMAAARE DUCA DEEEEGLI ABRUUUUUUUUZU ZZZIZ , 84 (LOC. 893)
0000122221 OSTIA LIIIIDO - ROMMMMMMMMMA AA - ITALIAT +39999 000600 56462500000 - E INFO@@@R@ IZCAFEEEEEEEEE.ITTTT - WWW.RIZCAFE.IT
Costume e Società
I colori di Roma32
Per gli stranieri che vivono in Italia è importante avere dei momenti di svago e incontro con i connazionali e soprattutto un‘occasione per mantenere vive le proprie tradizioni. Per chi si trova lontano dalla patria, la condivisione della propria storia con gli italiani è un passaggio cruciale per l’integrazione.
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A Roma sono presenti numerose etnie; noi, attraverso delle
immagini allegre e colorate raccontiamo alcune di queste
tradizioni che contribuiscono a rappresentare i colori di
ROMA. Ecco quindi le comunità sudamericane che al ritmo
della loro musica travolgente, con danze e costumi sgar-rr
gianti, danno vita ad una grande festa , in occasione del
carnevale. Perù, Venezuela, Cile, Bolivia; Ecuador con le loro
compagnie più rappresentative, regalano gioia per gli occhi
e le orecchie !Inoltre, nella capitale, vi sono parecchie mi-
gliaia di peruviani, che si riuniscono a S. Maria degli Angeli e
ogni anno il 18 e 19 di ottobre, in qualsiasi parte del mondo
si trovino, celebrano la festa del Senior de los Milagros, con
una interminabile processione, ricca di fede, di folklore e
patriottismo; una festa espressa con canti, danze sacre e
di Gilda Tucci
foto di Paolo Callipari
indu-bangladesh_ festa
processione_ecuadorena
coloratissimi e caratteristici costumi. Continuiamo il nostro viaggio, alla
scoperta della cultura bangladese e del suo popolo. Le migrazioni dal
Bangladesh hanno avuto inizio nel 700, alternandosi secondo le vicende
politiche nazionali. La prima grande onda migratoria verso l’Europa co-
minciò nel 600, come manodopera a basso costo importata nel Regno
Unito dalla Compagnia delle Indie Orientali. In Italia il flusso migratorio
dal Bangladesh iniziò negli anni 80, principalmente nell’area romana,
dove negli anni 90, si registrò la prima occupazione di uno stabile (la
Pantanella, ex fabbrica di pasta abbandonata), da parte di immigrati, a
causa della mancanza di posti dove dormire. Da quel momento il mo-
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vimento d’entrata nella nostra nazione non si è più arrestato. All’ inizio del
2011, si registavano 82.451 residenti, con permesso di soggiorno. Roma
è la città con la più alta presenza di bengladesi (il 18,5 % della collettiv-
ità). Gli alunni bengladesi nelle scuole sono stati 10500, nel 2010/2011. La
stragrande maggioranza dei probashi è in Italia per lavoro, soprattutto
di tipo subordinato ma è in forte aumento anche l’imprenditoria: sono
al quarto posto fra le collettività immigrate in questo ambito, in primo
luogo nel commercio. Come rimesse, dall’Italia, nel 2010, sono partiti 193
milioni e 500mila euro verso il Bangladesh. Il 27% (52 milioni di euro)
solo da Roma. Ancora riguardo alla conservazione delle tradizioni, che
nella maggior parte dei casi equivale, per le comunità migranti, ad una
riproduzione in terra d’ immigrazione, delle abitudini della terra d’origine,
sususudadadaamem rica_carnevale
susus dadadad memeriiir caaca c_ccc_caraarnenenevavavavaalelelele373737373773777
va ricordato che a Roma è stato donato qualche
anno fa uno spazio verde dove erigere una co-
pia, in scala minore, del Monumento ai Martiri,
presso cui vengono deposti i fiori dalla comunità
nella notte del 20 febbraio. I bangladesi sono
in prevalenza musulmani e hindu. Nel nostro
paese sono molte le moschee e i centri islamici
gestiti da imam bengladesi, a volte site in ga-
rage dove si insegna anche l’arabo ai bambini.
Ai bambini viene insegnata anche la musica e
la danza tradizionali. La musica è nel sangue di
questa gente, quasi tutti suonano l’harmonium e
le percussioni. Il 14 aprile si celebra il capodanno
bengalese, in questa occasione si può assi-
stere a esibizioni di artiste in danze coloratissime,
come pure il 13 febbraio quando si celebra la
Festa di Primavera o la Festa delle Torte. Gli abiti
tradizionali delle donne, per queste occasioni,
sono i saree o sari: magnifici tessuti di seta o co-
tone di infinite variazioni di colore, lunghi 6 metri
(per gli abiti da cerimonia possono superare i 20
metri), i quali si avvolgono sui fianchi senza avere
ne lacci ne bottoni. Si indossano con sotto il choli,
la blusa aderente che copre il seno ed altri acces-
sori come braccialetti, cavigliere, i bindi, il terzo
occhi dipinto o incollato sulla fronte, fra gli occhi .
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www.operaroma.it
Agenzia delle Doganee dei Monopoli
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di Marco Cannavicci
Psichiatra forense e criminologo in Roma
www.marcocannavicci.it
Psiche e societàL’individuo tra comunità e solitudine
Nella trappola del gioco patologico“ In principio era il caos... ...poi venne la mente e mise tutto in ordine”
(Anassagora)
Da sempre il gioco d’azzardo rientra tra le tipiche e consuete attività uma-
ne, tuttavia oggi assistiamo ad una progressiva e costante espansione.
In origine il gioco d’azzardo aveva lo scopo di sondare o indirizzare le
volontà del Fato, del destino, come una sorta di rito magico in grado di
prevedere l’evolvere casuale degli eventi. Nell’antichità, spesso, le con-
troversie sulle proprietà o sulla scelta delle persone venivano affidate ai
dadi, interpretando l’esito dei dadi come espressione della volontà divi-
na. Tuttavia non è mai stata persa la sua funzione di attività gioco dell’uo-
mo con la sorte e con il destino, ee
negli ultimi anni sono sempre di
più le persone che vengono attrat--
te dal gioco in modo da scatenaree
in loro delle passioni irrefrenabili
e dei comportamenti compulsivvi
che progressivamente si estendo--
no a tutti gli ambiti della vita e deel
sociale. Le molteplici fonti di giocoo
attualmente disponibili (slot ma--
chine, bingo, internet, …) hannoo
aperto la strada agli effetti compul--
sivi negativi della passione del gio--
co, con le condotte di assenteismoo
dal lavoro, con le problematiche finanziarie e familiari, gli effetti dell’usura
ed i loro collegamenti con il crimine ed il rischio suicidario. Contro il gioco
d’azzardo si è inizialmente schierata la chiesa (il gioco è peccato), poi il
diritto (il gioco d’azzardo è reato) ed infine anche la medicina psicologica
(il gioco d’azzardo, se compulsivo, è malattia). Nel 1980 il “gioco patologi-
co” è stato riconosciuto come vero ed autonomo disturbo psicopatologico
ed inserito fra le malattie dovute al mancato controllo degli impulsi. Fra i
criteri psichiatrici che l’Associazione Americana degli Psichiatri ha descrit-
to nel proprio Manuale Diagnostico (DSM) vi ritroviamo che il soggetto:
- è eccessivamente assorbito dal gioco
- ha bisogno di giocare quantità crescenti di denaro per raggiungere l’ec-
citazione desiderata
- ha ripetutamente tentato con insuccesso di controllare, ridurre o inter-rr
rompere il gioco d’azzardo
- gioca d’azzardo per sfuggire a problemi o per alleviare un umore de-
pressivo
- dopo aver perso denaro al gioco, torna per giocare ancora (“rincorren-
do” le proprie perdite)
- mente ai familiari, ai medici ed alla fine a tutti per nascondere l’entità del
proprio coinvolgimento nel gioco
- ha commesso azioni illegali per finanziarsi il gioco d’azzardo
- ha messo a repentaglio o ha perso-
una relazione affettiva significativa, il u
avoro od opportunità scolastiche o dil
carriera per il gioco d’azzardoc
- fa affidamento sugli altri per reperire -
denaro o per alleviare una situazione d
finanziaria disperata causata dal giocofi
d’azzardo. Secondo dati forniti dall’Eud -
rispes, in Italia le persone che abitualr -
mente giocano ad una qualche formam
di azzardo sarebbero circa il 60% dellad
popolazione (contro un 85% circa deglip
nglesi). Secondo dati internazionali ili
tasso d’incidenza del gioco d’azzardot
sulla popolazione generale sarebbe compreso tra l’1% ed il 3%. Sono stati
identificati anche dei fattori di rischio demografici, come ad esempio il
sesso maschile (gli uomini giocano il doppio delle donne), il basso livello
sociale, culturale ed economico, l’essere celibi ed in un’età compresa tra i
18 ed i 25 anni. Altri studi mettono in evidenza dei collegamenti tra il gioco
d’azzardo ed alcuni tratti specifici della personalità come l’insicurezza,
l’impulsività, la bassa tolleranza allo stress ed alle frustrazioni, alla ten-
denza all’aggressività, fino ad arrivare a collegamenti con vere e proprie
patologie come la depressione o il disturbo ossessivo-compulsivo. Inol-
tre il giocatore d’azzardo è maggiormente esposto all’abuso di alcolici,
di sigarette e di sostanze stupefacenti. Infine si è osservato che il gioco
d’azzardo termina il suo percorso evolutivo con un tentativo di suicidio o
con un suicidio riuscito. Il “giocatore patologico” ha perso il controllo sul
41
gioco, trasformando tale attività in un elemen-
to portante della vita quotidiana ed oggetto di
ogni loro pensiero. In loro è possibile identifi-
care le 4 fasi tipiche del giocatore d’azzardo
patologico: la fase vincente, la fase perdente,
la fase della disperazione, la ricerca della via
d’uscita (suicidio, carcere, fuga, richiesta d’a-
iuto). Al “giocatore patologico” vengono as-
sociate anche delle componenti tipiche della
dipendenza e che stanno conducendo alla
messa a punto di un’ulteriore categoria di di-
pendenze: le dipendenze comportamentali o
tossicomanie senza sostanza. Sigmund Freud
osservò che il giocatore nevrotico non gio-
ca per vincere denaro, ma per il gioco in se
stesso, “il gioco per il gioco” come scrive auto-
biograficamente Dostoieskij ne “Il Giocatore”.
Il giocatore, dopo aver ripetutamente perso,
continua a giocare a causa di un forte senso
di colpa che deve essere espiato tramite una
continua e ripetuta perdita. Il giocatore quindi
non solo non aspirerebbe ad una vincita, ma
necessita proprio di una sconfitta, per viverne
il carattere prettamente autopunitivo. Spesso
per placarlo servono proprio le sconfitte, le
perdite ed i fallimenti. Qualche volta servono
dei veri e propri crimini, commessi con lo spe-
cifico ed inconscio scopo di essere catturato e
di finire in carcere. La simbologia del gioco è
un modo per sfidare la fortuna e la sorte con
l’inconscia domanda “mio padre mi ama?”.
Se mi ama vincerò, se non mi ama allora per-rr
derò. Nel gioco d’azzardo agiscono quindi
a livello inconscio molteplici desideri e paure
che non riescono a trovare un accordo né una
integrazione, per cui il comportamento oscilla
continuamente tra la trasgressione, il rimorso
e la ricaduta in un circolo vizioso apparente-
mente senza fine e senza via d’uscita possibile
che non sia quella del carcere o del suicidio.
Possiamo concludere questo viaggio intorno
alla mente del giocatore d’azzardo ricordan-
do che mai come in questo momento storico
stanno emergendo e si affermano sempre
più delle nuove psicopatologie che ruotano
intorno ai disturbi di personalità, alle tossico-
dipendenza ed alle varie forme di addiction
comportamentale. Se un secolo fa le psicopa-
tologie erano legate alla repressione ed all’inibi-
zione delle emozioni, com’era il caso dell’isteria,
oggi le psicopatologie sono collegate all’eccesso
di liberazione dell’impulsività ed al mancato con-
trollo delle emozioni. Questo mancato controllo
crea violente oscillazioni del tono dell’umore,
facili instabilità relazionali, difficoltose integra-
zione degli aspetti conflittuali e contraddittori che
normalmente fanno parte della personalità. Le
facili perdite del senso della linea di confine, che
caratterizza l’epoca attuale, induce una continua
ricerca del limite, attraverso comportamenti di sfi-
da e di trasgressione. L’aumento della ricerca del
sensazionale o del magico determina inoltre un
aumento della ricerca delle fonti di emozioni e di
piacere con non possono essere facilmente con-
tenute dall’attuale stile di vita e che hanno biso-
gno di “bruciarsi al fuoco dell’alcol, della droga,
del sesso e del gioco”.
42
Diritto e societàUbi Ius Ibi Societas
(commento a Cass. civ. sez. lavoro 14468/2013).
Come noto l’art. 2087 del codice civile, norma di chiusura del sistema di previ-
sioni legislative per la tutela del lavoratore, impone al datore di lavoro di adottare
tutte le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica,
sono necessarie a tutelare l’integrità fisica, e la personalità morale dei prestatori
di lavoro.
Ebbene va precisato che il datore per adempiere a tale obbligo deve considerare
l’esistenza di patologie pregresse del lavoratore e comportarsi di conseguenza
quanto a verifica del corretto funzionamento delle apparecchiature in dotazi-
one onde scongiurare la possibilità di arrecare danni alla salute del lavoratore
richiesto di usarle. Una recente decisione della sezione lavoro della Cassazione
civile, n. 14468 pubblicata il 7 giugno 2013 è intervenuta sul tema e merita di
essere posta all’attenzione dei datori di lavoro, pubblici e privati. Nel caso parti-
colare una ex dipendente ospedaliera affetta da carcinoma mammario, adiva il
Tribunale di Roma per ottenere il risarcimento del danno biologico e morale sos-
tenendo che tale patologia era stata causata dal malfunzionamento delle ap-
parecchiature radiologiche presenti nel reparto dove aveva prestato servizio nel
corso di un ventennio. Il Giudice del lavoro aveva accolto il ricorso, accertando
la natura professionale della patologia, la sussistenza del nesso di causalità tra
l’attività lavorativa e la malattia con una riduzione della capacità lavorativa del
100% e diritto alla rendita, condannava il nosocomio al risarcimento del danno
non patrimoniale. La controversia, rigettato l’appello del datore di lavoro, è ap-
prodata in Cassazione che ha confermato, quanto alla responsabilità datoriale,
le conclusioni dei gradi di merito.
I giudici di legittimità, considerato che il giudice di merito aveva ritenuto con-
figurarsi la malattia professionale, relativamente alla responsabilità datoriale,
tenuto conto della patologia di radiotermite della dipendente rilevata dai medici
dell’INAIL alcuni decenni prima, evidenziavano come il malfunzionamento dei
macchinari in uso nel reparto di radiologia, agli atti erano stati acquisiti docu-
menti attestanti ripetuti guasti ed eccessiva emissione di radiazioni, risultante da
varie segnalazioni dei primari, dimostrava la conoscenza o la facile conoscibilità
di una situazione a rischio per chi vi lavorava. Il datore di lavoro sarebbe dovuto
intervenire per sostituire il macchinario evitando in tal modo le conseguenze
negative per la salute della lavoratrice poi verificatesi. Va sottolineato che in sede
processuale il datore deve provare di aver adottato tutte le misure necessarie
a garantire il lavoratore dopo aver individuato le situazioni di rischio specifiche
presenti nel caso concreto, interventi che le leggi speciali non possono regolare.
L’adempimento dell’obbligo di tutela dell’integrità fisica del lavoratore imposto
dall’art. 2087 c.c. è un obbligo di prevenzione che impone al datore di lavoro
di adottare non solo le particolari misure tassativamente imposte dalla legge in
relazione allo specifico tipo d’attività esercitata e quelle generiche dettate dalla
comune prudenza, ma anche tutte le altre misure che in concreto si rendano
necessarie per proteggere il lavoratore dai rischi connessi tanto all’impiego
d’attrezzi e macchinari quanto all’ambiente di lavoro, e deve essere verificato,
nel caso di malattia derivante dall’attività lavorativa svolta, esaminando le mis-
ure in concreto adottate dal datore di lavoro per prevenire l’insorgere della pato-
logia. Il rispetto della normativa specifica in vigore all’epoca dei fatti non esclude
la possibilità di configurare una responsabilità colposa ai sensi dell’art. 2087 c.c.
La responsabilità derivante dalla norma in questione ha natura contrattuale per
cui, se il lavoratore dimostra l’esistenza dell’obbligazione lavorativa, il danno
patito ed il nesso causale con la prestazione svolta, sarà onere del datore conv-
enuto in giudizio provare che il danno è derivato da causa a lui non imputabile
nel rispetto di quanto previsto dall’art. 1218 c.c. ovvero di aver adempiuto al suo
obbligo di sicurezza.
Luigi De Valeri
La tutela del lavoratore impegna il datore a verificarei rischi specifici presenti sul luogo di lavoro.
di Luigi De Valeri, avvocato del Foro di Roma.
44
FILLER: sostanze riempitive che vengono iniettate più o meno profondamente nel derma, si utiliz-
zano per distendere le rughe, e fare in modo che siano meno visibili. Possono essere usati anche
per correggere i difetti volumetrici del volto quali riempitivi per l’aumento di labbra, zigomi, mento,
profilo mandibolare. L’infiltrazione si esegue ambulatorialmente, in anestesia locale, con ripresa
immediata della propria attività lavorativa e sociale. Tali sostanze possono essere di tipo rias-
sorbibile (durata 3-5 mesi) ovvero semipermanenti. PEELING: Con questo termine si indicano quei
trattamenti che causano una esfoliazione più o meno profonda della cute, fino, in alcuni casi, ad
arrivare al derma; ciò provoca una rigenerazione epidermica reattiva e un notevole effetto stimo-
lante sui fibroblasti, a cui segue una attenuazione delle rughe e delle macchie presenti sulla cute.
I peeling possono essere di tipo chimico (ac. Glicolico, ac. Salicilico, ecc.), meccanico (dermoabra-
sione con frese), fisico (laser). BIORIVITALIZZAZIONE CUTANEA: Con dei microaghi viene iniettato nel
derma superficiale un insieme di sostanze (vitamine, ac. Ialuronico, coenzima q 10, ecc.) nelle zone
dove vi sono delle problematiche specifiche quali rughe, smagliature, acne. Ciò causa un aumento
dell’attività delle cellule del derma, a cui segue un aumento di produzione del collagene. MES-
OTERAPIA: Viene applicata per il trattamento localizzato dell’adipe, iniettando un farmaco specifico
con dei microaghi completamente indolori. LASER: Ovvero Light Amplification Stimulation Emission
on Radiations: con questo strumento in mani esperte si possono ottenere ottimi risultati. Agisce
vaporizzando gli strati superficiali della cute, arrivando più o meno profondamente al derma. Ciò
causa una stimolazione intensa e profonda dei tessuti a cui segue una rigenerazione degli stessi.
Gli effetti di tale stimolazione saranno una marcata riduzione delle rughe e delle macchie super-rr
ficiali della cute. Molto utile in caso di telangectasie cutanee ( capillari venosi cutanei superficiali )
ricorrere al laser, il quale andrà a cauterizzare esclusivamente i capillari interessati, lasciando la
cute circostante indenne.
MACCHINARI COMPUTERIZZATI USATI IN MEDICINA ESTETICA
ULTRASUONI: Vengono utilizzati per stimolare e aumentare il metabolismo delle cellule adipose, ciò
comporta una notevole azione lipolitica localizzata (addome, fianchi, cosce, glutei, ecc.). E’ indo-
lore. PRESSOTERAPIA: Agisce prevalentemente sul sistema linfatico e sul ritorno venoso, favorendo
in tal modo un riassorbimento del fluido extracellulare accumulato prevalentemente nelle gambe.
Tale fluido verrà successivamente eliminato con le urine. Dopo la seduta il paziente avvertirà un
notevole senso di leggerezza alle gambe stesse. E’ indolore. ELETTROSCULTURA: Vengono applicate
delle bende elastiche nelle zone da trattare, attraverso le quali un debole flusso di elettricità attra-
versa i tessuti (cute - derma - adipe - muscolo) causando una contrazione dei muscoli interessati.
Ciò comporta un rassodamento dei muscoli stessi con un notevole miglioramento della silhouette.
E’ indolore. INFRARED (RAGGI INFRAROSSI): Vengono irradiati sopra la cute in corrispondenza degli
accumuli adiposi ; la loro azione è quella di aumentare localmente la temperatura agendo anche
Chirurgia estetica La bellezza non ha età
--
Del Dott. Pierluigi Borneti Medico ChirurgoSocio ACPIC Socio SIDEC Socio AICPEMembro Aderente della società Italiana diChirurgia plastica ed esteticaProfessore a contratto presso lo IAF sito web: www.borneti.ite-mail: [email protected]
Trattamenti ambulatoriali di medicina estetica La medicina estetica si avvale di sostanze che vengono iniettate ove sia necessario o di macchinari computerizzati e laser che possono dare ottimi risultati
naso: prima naso: dopo
bocca: prima
bocca: dopo
in profondità a livello delle masse adipose, ciò
stimola il metabolismo delle cellule che conten-
gono i grassi favorendo il dimagrimento. E’ in-
dolore. ENDERMOLOGIE: Questo macchinario è
composto da un unità centrale e da un manipo-
lo ad essa collegato tramite tubi e cavi elettrici.
IL manipolo viene applicato in corrispondenza di
zone dove c’è cellulite e accumulo di grasso. La
sua azione è quella di causare uno scollamento
dei tessuti, ciò favorisce un aumentato riassorbi-
mento dei liquidi accumulati. E’ indolore.
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L’Eur Park Adventure, a ridosso del Fungo, è un meraviglioso parco avventura che propone divertenti ed emozionanti attrazioni sugli alberi e immerse nella natura, è un parco avventura unico a Roma e tra i più grandi in italia. Con i suoi nove per-corsi garantisce divertimento per bambini, ragazzi ed adulti in totale sicurezza ed immersioni un ambiente incontaminato ed adrenalinico. Cavi, passerelle, reti sospese, carrucole, ponti di tutti i tipi, pareti d’arrampicata per trascorrere una giornata fuori del comune all’aria aperta. Inoltre area relax, wifi, area picnic e un bar fornitissimo!
Ideale per famiglie. Gruppi. Compleanni. Addio al celibato/nubilato. Gite scolastiche. Eventi aziendali e team building.
Parco Carlo Ciocci - piazza Pakistan (Eur-fungo) E-mail: [email protected] www.eurpark.com
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Moda e design
Milano Fashion week
La sfilata di Giorgio Armani si intitola Garconne e propone giacche senza revers, strette
in vita da una cintura alta di vernice, pantaloni di velluto, un nuovo modello di basco in
testa, oppure giacche con revers a cuore, pantaloni da smoking con banda laterale e
innesca una polemica contro la moda spettacolo ….. Per Emporio Armani le donne non
debbono mai perdere la dignità, afferma re Giorgio, con la sua collezione denominata
kajal, collezione che descrive un inverno sfumato, schiarito, tenue e dolce, mai estremo.
Per Ferragamo la versatilità è l’essenza della sensualità. Massimiliano Giornetti racconta
una donna bella, languida composta ma nello stesso tempo forte e spigliata come la Vitti
in Deserto Rosso. Il successo della moda di Marni curata da Consuelo Castiglioni, sta
nella capacità di rendere leggibile le fleur du temps. Ogni stagione è una declinazione
di ciò che il tempo elabora, da qui le stampe quasi malinconiche di romantici boschi
invernali, abiti bustier, giubbotti che riprendono una declinazione maschile/femminile
Peter Dundas e la dolce vita di una Pucci Girl. La Pucci Girl ama la vita, la bellezza e
l’ottimismo perciò la collezione è chiara, solare con più confort, più ricca e decorata. Jil
Sander. La femminilità incorruttibile fra ragione e sentimento. La donna avrà una fem-
minilità pregiata, un portamento aggraziato e una notevole personalità. Fausto Puglisi,
Trussardi, ricerca, da una parte un nuovo aspetto del punk, dall’altra una rilettura del
classico, ripescando in archivio. Per Roberto Cavalli ogni donna è unica, protagonista,
piena di fascino e deve fare la differenza. Gli abiti sono fatti a mano, ricamati a mano,
ottenuti con una tecnica che fonde arte e artigianato. I colori poi vanno dal bianco e nero
a quelli lussureggianti dei volatili tropicali. Propone giacche da smoking stampate a fiori ,
paillettes brillanti e borchiette applicate a gonne corte e bluse . Bottega Veneta , attraver-rr
di G.M.T.
Sfilate donna autunno inverno 2013/2014
Scervino
Pucci
Prada
47
so il suo direttore creativo Tomas Majer incentra la collezione sulla proporzione , la precisione , la facilità e la bellezza semplice della materia Versace.
Vunk, nuovo movimento glamorous di Donatella Versace è il nuovo Punk del 2013, che non si riporta al passato ma guarda al futuro proponendo
una donna energica ed energetica che si ribella al fatto di non essere considerata e valorizzata per quello che vale. Il Vunk non è solo nero ma giallo,
rosso, tartan bianco e nero, usa pellicce colorate, stampate, zebrate. Ha bustier di vinile e pelle e taglia con le lamette gli abiti da sera ottenendo effetti
di body art super glamour. Iceberg, Blumarine : nella moda di quest’autunno è molto sentito il tema dell’ Heritage inteso come modo per rendere
sempre più riconoscibile il marchio, per una seria esigenza commerciale. Il futuro riparte dal passato: per il primo marchio, maglioni con teste di tigre
Dolce e Gabbana Emporio Armani
Ferretti Ferragamo
Jil Sander
Marni
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ricamate; per il secondo, i maglioni grossi a punto pelliccia, gonne di organza, di tweed e di pelle in tutte le declinazioni del rosa, tutti autentici marchi
di fabbrica. Moschino propone una collezione di tessuti tartan in rosso, blu e verde arricchiti da ricami dorati e rose ricamate. Ecco quindi pantaloni
dalle bande ricamate con rose, mini kilt con le M in oro. Gonne in tartan a palloncino e per la sera abitini corti in bianco e nero, drappeggiati e spesso
asimmetrici. Prada: l’esagerazione contro l’autocensura del politically chic. Per Miuccia Prada ci si autocensura per realizzare il consentito, perciò
la sua collezione va controcorrente, il disordine è un ottimo metodo per creare il nuovo. L’esagerazione è ottima per non omologarsi. Troviamo il
tweed mescolato a ricami di jais su abiti e talleur dalle lunghezze asimmetriche, sandali di raso con suole di gomma, gonne a ruota. Dolce e Gab-
bana e il lusso come idea di storia presentano una collezione i cui riferimenti si ripartiscono fra l’arte, l’arte sacra e la sartoria con una proposta che
Marni Moschino
Bottega VenetaCavalli
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incarna un’idea precisa del lusso, che proviene
da qualcosa di importante storico. Quindi tro-
viamo abiti dorati e quelli costruiti con tessuti
maschili, dove però non compaiono i pantaloni,
abiti e bluse lavorate e stampate come i mosaici
e incrostate di pietre preziose. La collezione è
ispirata al Duomo di Monreale e all’arte bizan-
tina. Gucci, attraverso Frida Giannini racconta la
sensualità femminile, fatta da mille sfumature.
La donna Gucci è algida e sexy, pronta a modi-
ficarsi in modi impensabili, una ladylike con
fantasie fetish. Troviamo tailleur con la gonna
a tubo e le giacche a mantella, giubbini stret-
tissimi di rettile, tubini con le spalle nude, tail-
leur di bretschwanz, spencer con maniche a tre
quarti su gonne strette e lunghe sotto il ginoc-
chio. Alberta Ferretti presenta degli abiti senza
sovrastrutture che rendono naturale l’eleganza.
Ermanno Scervino tratteggia una femminilità
poetica e sensuale proponendo un guardaroba
di pezzi sartoriali mixati ad abiti fascianti fatti di
sete luminose che scivolano sul corpo. Fendi e
la metamorfosi. Karl Lagerfeld e Silvia Venturini
Fendi mandano in passerella una collezione inti-
tolata Icons Unchained e la prima icona liberata
è la pelliccia seguita da altre icone del passato.
La pelliccia riportata a materiale principale della
firma. Cappotti di pelliccia rasata in cui vengono
inserite strisce ricolorate a contrasto, gonne cor-rr
te e voluminose si alternano ad abiti dalla linea
pulita e ancora inserti di pelliccia si insinuano in
cappotti e da soli costituiscono tagli anatomici.
Torna alla ribalta il punk e viene riproposto cos-
truendo una cresta di volpe colorata da portare
come un copricapo .
Fendi
Fendi
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Moda capelliautunno/inverno 2013/14Come spesso accade per le stagioni fredde, a prevalere sono le acconciature sciolte. Con molte variazioni sul tema: iper-lisce e sciolte, con riga centrale o laterale,cotonate alle radici, con morbidi ricci e dal finish naturale.I raccolti non sono mai banali: trecce dove non ti aspetteresti ecode a partire dalla nuca, morbide e scenografiche.Ecco come ci pettineremo il prossimo autunno e inverno
di G.M.T.C.
Moda e design
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La novità forse è il ritorno in grande stile del ric-
cio, morbido, lucente e vaporoso a suggerire
una feminilità civettuola e sofisticata insieme.
Poi si sa, per l’inverno si preferiscono le acco-
nciature sciolte e in passerella se ne sono viste
molte e in più varianti. Dal lungo ordinato e iper-
liscio con accenti vagamente bon ton a uno stile
più ricercato che spesso sfocia nel rock glam,
lechiome anni ‘80 e nel grunge, con ciocche
spettinate e lavorate con cere e mousse. Non
mancano poi i raccolti, eleganti e sofisticati con
chignon che sembrano rubati a foto di moda
delle riviste anni ‘50 e ‘60 o più destrutturati e
moderni, con ciocche che fuoriescono quasi a
suggerire una manualità veloce. Interessanti gli
influssi retrò, con chiome cotonate o semplici
raccolti gonfi solo sulle radici.
CAPELLI LUNGHI, MOSSI, MORBIDI, CON RITOR-
NO AL VINTAGE
Ci sarà un ritorno deciso del capello lungo, che
potrà essere morbido, mosso o anche liscio.
Si guarderà anche al passato, a tutto ciò che
definiamo vintage, recuperando uno stile tipo
figlie dei fiori. Torneranno prepotenti, poi, so-
prattutto fino alla fine dell’anno, il carré e la
frangia, per donne che vogliono apparire sem-
pre eleganti e raffinate.(TESSITURE)
COLORE, SPAZIO A QUELLI NATURALI E SEMPLICI
Le tinte ed i colori dei capelli di tendenza
nell’autunno inverno 2013 2014 sono, neanche
a dirlo, naturali. Stop ai biondo platino delle sta-
gioni scorse e alle sfumature artificiali! Che sia
chiaro o scuro, monocromo o sfumato, il colore
di capelli alla moda nell’autunno inverno 2013
2014 deve sembrare autenticamente naturale.
PIEGHE
La piega dei capelli alla moda nell’autunno in-
verno 2013 2014 è dolce: il liscio non deve la-
sciare intravedere la nettezza della piastra e
deve cadere morbido; il mosso, che non è mai
un riccio scolpito né mai parte dalle radici, è
fatto di onde fluide che muovono solo le punte.
TRATTAMENTI RISTRUTTURANTI
Ci affidiamo a REDKEN Un trattamento per
essere efficace deve assolutamente essere
personalizzato e preparato al momento. Un
cocktail unico scelto su misura tra 6 formule di
concentrati attivi per compensare le carenze
Tamara con Sabrina Ferilli
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dei capelli. il vero motore dell´efficacia e della trasformazione dei capelli
per donare forza e flessibilità sono le proteine . La diagnosi è il punto di
inizio del trattamento. Ma la differenza si fa ancora più evidente a capelli
asciutti. Il Redken Chemistry apporta forza e corposità, rassoda la fibra
che acquisisce forza, volume, cambia proprio la sua texture. Il Redken
Chemistry agisce per ricostruire in profondità i capelli sensibilizzati; in
superficie, liscia la fibra e lascia il capello più forte. Un risultato che si
contraddistingue dagli abituali standard di cosmeticità e di morbidezza.
L´azione di trattamento è immediata, visibile e anche duratura. Il con-
siglio professionale è di fare il servizio con una frequenza mensile. Per
chi ha capelli molto sensibilizzati, si può anche prevedere un trattamento
intensivo. Questo servizio “ricostruzione’’ è ideale per i capelli più inde-
boliti oppure nei momenti di grande fragilità, come ad esempio, prima
e dopo l´estate per rafforzare i capelli di fronte alle aggressioni estive.
Una volta che l’hai provato, non lo dimentichi più Il Redken Chemistry
è dedicato a tutti i tipi di capelli. Fini o grossi, colorati o naturali, secchi,
ribelli, tutti i capelli trovano una risposta su misura e personalizzata. Una
certezza: più sono sensibilizzati, più spettacolare è il risultato. Il Redken
Chemistry è dedicato a tutte le donne che sono insoddisfatte dei propri
capelli e hanno perso il piacere di toccarli. Chi lo prova non lo dimentica.
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Moda e creatività
Pamela Quinzi da Roma a New York con spirito, ironia e passione... tutta italiana!
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“Follow your dreams. Kilame is the proof that if you believe in yourself your dreams can come true!” Seguite i vostri sogni, vi porteranno lontano.
di G.M.
Pamela Quinzi Designer, una storia di passione che ti ha portato lon-
tano. Raccontacela.
Una bellissima avventura inziata a Roma anni fa e che nel 2001 dopo il
mio trasferimento a Milano per continuare studi nel mondo della moda
all’Istituto Marangoni mi ha portato fino alla Fashion avenue di New York
City. E’ una storia di duro lavoro, passione e amore per il mio lavoro pas-
sando tra gavette, ore insonni e tante soddisfazioni negli anni. Mi sono
diplomata nel 2005 a Milano e ho iniziato il mio lavoro con uno stage per
Exté come designer scarpe donna per finire come responsabile collezioni
accessori per Fiorucci, fashion designer collezione donna ed accessori
per Nijole srl, assistente personale di Rossana Buriassi con la quale ha
collaborato allo sviluppo di esclusive collezioni accessori per Armani
Prive’,Dolce e Gabbana, Fiona Swarovski. Cala di Volpe-Bain de Minuit,
Shane, Paola Ferrari. Nell’estate del 2009 decisi di partire per un viaggio
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di ricerca a New York. “Ero appena arrivata a Manhattan,
ancora nel taxi verso l’albergo, guardavo dal finestrino le
luci e l’immensità di Time Square…Ero nel centro del mon-
do, come lo chiamo io…e decisi di farne parte!”.
Ora parliamo delle tue creazioni e delle presenze negli
showroom.
Le mie creazioni sono tutte One-of-a Kind. Uso ricami di
ogni genere e lavoro tutto a mano personalmente. Pail-
lettes, perline, cristalli Swarovski, piume, applicaioni. Il mio
studio e’ a Manhattan e ricevo privatamente le mie clienti.
Roma, Milano, New York. Dove ti troveremo domani?
Sulla luna!
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto lavorando duro per far conoscere sempre di più il mio
brand a livello internazionale. Il prossimo 17 Ottobre sarò
ospite, con le mie modelle e la mia collezione, sul red car-
pet dei Latin Award 2013 in Time Square a New York. Ve-
trina internazionale e sono molto onorata di farne parte.
Nel 2012 la creazione più grande: KILAME Designed by
Pamela Quinzi...Si, la mia creaturina...KILAME. Il sogno
che diventa realtà. Un brand dedicato a donne che non
hanno mai smesso di sentirsi principesse, moderne con
un carattere forte che non si spaventa di un design diverso
e unico.
In Italia, la crisi non risparmia neanche il settore della
moda. Un messaggio da New York dedicato ai giovani
talenti italiani...
La crisi c’è ovunque anche negli Stati Uniti, e’ un momento
di crisi mondiale. L’importante è credere in se stessi e nelle
proprie capacità. Il problema più grande non è la crisi, è la
mentalità. Dobbiamo liberarci da barriere e freni, in Amer-rr
ica mi sono potuta esprimere e vorrei che in Italia si inizi a
fare lo stesso, a cambiare il modo di pensare. Questo mes-
saggio e’ rivolto ai giovani. Io pian piano sto cercando di
far conoscere la mia esperienza in Italia e il mio brand che
non rientra negli standard del mondo della moda italiana,
ma va oltre. Il mio motto è: Chi mi ama mi segua!
Lo slogan che ti ha portata dove sei...
“Follow your dreams. Kilame is the proof that if you believe
in yourself your dreams can come true!”. Seguite i vostri
sogni, vi porteranno lontano.
Potete leggere l’intervista in inglese sul nostro sito web www.e42magazineroma.it
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I love new tartandi Elisabetta Rullo
Care Chicche, avete cominciato la vostra corsa agli acquisti? Penso pro-
prio di si, amanti della Moda come siete e....delle novità!!! Cosa vi ha col-
pito? Quale tendenza vi ha condotto verso il vostro “ stile personale”? Per
questa stagione la scelta è ampia e, strano a dirsi, varia e “curiosamente
disordinata”... Si Chicche, così amo definire la particolare commistione di
stili, vecchi e nuovi, rivisitati ed impreziositi da un’ondata di novità, emerse
espressamente sulle passerelle italiane ed estere. Classici della moda di
tutti i tempi che, ripescati come per incanto da un “ polveroso baule della
nonna”, vengono adattati ed assaporati nuovamente con l’entusiasmo
che si ha di fronte alle cose nuove.... Linee morbide per camicie e giac-
che, ma anche abiti sottoveste sexy ed avvolgenti... Le forme riprendono
e riproducono le linee anni 70/80 (spalline squadrate ) ma con contami-
nazioni di vera femminilità che hanno il potere di rendere uniche le “Chic-
che” di moda di questo autunno. La novità per eccellenza e’ il “ NewTar-
tan”, il classico tessuto scozzese tanto amato ed utilizzato per kilt, sciarpe
e camicie di stampo classico...rielaborato e proposto per Noi Chicche
moderne! Chi di Voi non ha mai posseduto,anche da bambina,un capo
in tartan? Classico di tutti i tempi,caratterizzato da forme geometriche
“Le chicche di Eli”
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precise,rigorose e schematiche.... Per lo più in colori
freddi come il verde ed il blu ma anche con il rosso
che spesso domina e da’ calore ad un capo in Tartan.
Ora Chicche dimenticate per un momento la “Moda
Tartan” del passato , pervasa da classicismo e
tradizione; la tendenza per questo autunno/inver-rr
no ha stravolto il Tartan e lo ha dotato di un grado
di modernità e sensualità che mai avremmo im-
maginato. Il rigore delle linee e dei colori del “vec-
chio” tartan ha ceduto il passo a forme morbide e
dotate di trasparenze come, ad esempio, camicie
in seta in tessuto scozzese ( adoro quelle in nero e
rosso)... Abiti in stretch contaminati da disegni e
stampe floreali,adornate di pizzo (ogni riferimento
e’ puramente casuale)... Colori più brillanti come
l’abbinamento blu e giallo proposto da Burberry o
il tradizionale tartan in rosso e nero ,ravvivato da un
tocco di oro, anch’esso presenza costante in questo
periodo nella moda. Rigore nei tailleur movimentati
dall’ampiezza dei pantaloni e da colori sfumati sul
tono dei marron e del verde.....sempre con un tocco
di eccentricità! Si perché il vecchio Tartan ,care Chic-
che, ha abbandonato nel baule il suo vecchio man-
tello e si è vestito di stravaganza, femminilità affasci-
nando anche le seguaci dello “Street Style”: camicie
poggiate su gonne in pelle ,legate in vita con disin-
voltura, oppure abbinate a tute ed abbigliamento
sportivo come jeans o shorts.... Cappottini a mantella
dai colori vivaci movimentate da rouches e colli im-
portanti, dominante il Tartan... Scarpe,borse ed anche
leggins da indossare con maxi maglie tinta unita o,
per chi come Noi Chicche ama sperimentare.....Pro-
pongo la “Commistione di stili”. Di cosa si tratta?? Vo-
lete veramente saperlo Chicche? Dicesi Commistioni
di stili, (termine coniato da Chicca Eli), una tendenza,
propria dell’autunno/inverno2013/2014, caratterizza-
ta dall’eccentrico abbinamento tra capi ed accessori
di stile e soprattutto stampe diverse....a volte anche
completamente opposti. Significa azzardare un po’
ma..... se vogliamo. Noi Chicche lo sappiamo fare!
Pantalone tartan,cappottino maculato e scarpa maschile...Una vera miscellanea tut-
ta da sperimentare!!! Che dite, optiamo per una commistione di stili ?? Ci divertiamo
un po’ insieme?? Sono sicura che renderemo UNICO questo autunno di gran Moda!!!
Proviamo e creiamo la nostra personale “commistione di stili”e la caratteristica pecu-
liare e bizzarra sarà, questa volta ,un capo in Tartan. Certo, non a tutte può piacere.....
Io tenterei...Con eleganza, un pizzico di gusto e tanta fantasia! Buon divertimento!
A prestissimo Chicche!
www.lechicchedieli.com
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intervista: Alessio Di Clemente
Spettacolo
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Nell’intervista ad Alessio Di Clemente, abbiamo sco-
perto che la parola vip lo fa ridere perché lui resta, ed è,
“quello che giocava per strada da ragazzino sognando
una vita piena di bellezza e dolci sorrisi…”
Chi è Alessio Di Clemente?
Sono un uomo che ha fatto della dignità personale e
creativa uno stile di vita.
Ci racconta il suo percorso artistico?
Mi sono diplomato al Centro sperimentale di cinemato-
grafia di Roma dove attualmente insegno,ho frequen-
tato il Meisner studio di Los Angeles e sono membro
dell’Actor’s Center di Michael margotta a Roma:il tea-
tro è la mia vita, più di 46 spettacoli tutti con ruoli da
protagonista o coprotagonista,ho lavorato in Francia,
al festival di Edinburgo e al Burghteather di Vienna. Ho
partecipato a 14 film per il cinema e corti e a 21 per la
televisione. Insegno per Innovactor Milano dove sono il
direttore artistico.
Una recensione della carriera firmata... Alessio Di
Clemente.
Mi recensisco volentieri perché così ho l’opportunità di
ribadire che il mio è un mestiere che prevede lo stu-
dio e la rinascita interiore di ciò che è; ciò che è vero
e vitale, ma filtrato attraverso il mio strumento interiore
immaginativo ed esteriore fisico. Questo è il mio credo.
Sono un professionista e vivo per creare ed essere in
sintonia con le forze naturali che ci trasformano e ci ren-
dono sempre nuovi e pronti a rinascere. Carattere non
facile,ma carattere. Sano e diretto. Amo l’amore e sic-
come ne sono circondato niente è impossibile per me.
Sono un attore fortunato.
di M.G.
vivo per creare ed essere in sintonia con le forze naturali che ci trasformano e ci rendono sempre nuovi e pronti a rinascere”
Cinema, tv e teatro hanno fatto di Lei un “vip”. Cosa vuol dire essere un
vip? Da cosa deriva la fama autentica e soddisfacente?
La parola vip mi fa ridere. Io sono Alessio e sono quello che giocava per
strada da ragazzino sognando una vita piena di bellezza e dolci sorrisi: cosa
che, insieme a tutto il resto, si è avverata. Ripeto:sono un uomo fortunato.
L’opinione pubblica vede nella crisi economica un ulteriore ostacolo alla
possibilità di emergere nel mondo dello spettacolo per i giovani di ta-
lento. E’ davvero così? Quanto premiano passione e impegno nel 2013?
Assolutamente no. I momenti di difficoltà sono i più creativi e lasciano spazio
all’ingegno di tutti, proprio perché il panorama professionale è incerto e ci
sono possibilità per tutti: perciò chi ha idee si faccia avanti!
Cosa può dire in merito alle vicende e alle attività del Teatro Valle Oc-
cupato?
Il teatro Valle è un posto dove per decenni migliaia di esseri umani si sono
raccolti per scambiarsi emozioni; è un luogo mistico quindi. Ogni altra desti-
nazione sarebbe inappropriata e irrispettosa.
Suerte. Lo Sfascio, Il Berretto a sonagli (Pirandello), Molto rumore per
nulla (Shakespeare): 4 spettacoli in una stagione. Il prossimo futuro è
decisamente impegnativo. Parliamone...
Parlare dell’impegno creativo è come parlare di cosa si prova a fare l’amore..
non ha senso... ha senso essere profondamente grati allo spirito vitale che ci
guida e ci fa questi doni e cercare di farli fruttare con riconoscenza e umiltà.
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Moda e design
Materiali pregiati, arte e innovazione per vivere il design: MOA CASA, la mostra di arredo e designalla Nuova Fiera di Roma dal 26 ottobre al 3 novembre.
Vivere la casa e abitare la vita
Tante le proposte tra tradizione e futuro: dai pezzi unici di sedie, tavoli
e poltrone firmati dai maggiori designer, all’arredo più sperimentale ed
ecosostenibile dei giovani creativi che introdurranno nuove forme di
design, catturando la curiosità del pubblico. Tecnologie e materiali eco-
compatibili diventano punti fermi per un’attuale e non invasiva qualità
del vivere, perché creare prodotti rispettosi dell’ambiente e in grado di
semplificarci la vita, è oggi una priorità. La presenza di CNA e Camera
di Commercio è invece la testimonianza dell’attenzione che MOA Società
Cooperativa da sempre riserva alla tradizione artigianale italiana: legni
pregiati, colori naturali, e intarsi fatti a mano sono i caratteri distintivi dei
maggiori produttori nazionali, apprezzati in tutto il mondo. Prodotti di
qualità per ogni ambiente della casa, trovano spazio nelle più variegate
soluzioni in termini di stile e design, dal classico al moderno. “Una mostra
di rilevanza nazionale – sottolinea Massimo Prete, presidente di MOA
di G.M.T.
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Società Cooperativa – che accoglie espositori e mobilieri delle diverse
regioni d’Italia. Tutte le aziende, altamente qualificate e specializzate, of-
frono una serie di servizi a valore aggiunto che vanno dalla progettazi-
one, all’assistenza tecnica, al montaggio, alla garanzia. Servizi sempre
più richiesti e apprezzati dall’utente finale. Moa Casa è una manifes-
tazione che propone diverse soluzioni d’arredo, ma sempre all’insegna
di alta qualità”. Per un arredo che diventa sempre più personalizzato, in
cui la scelta del dettaglio, delle linee e degli oggetti diventa fondamen-
tale, rispecchiando perfettamente l’individualità e il carattere di chi vive
la casa. Decine di migliaia di visitatori ad ogni edizione hanno ormai
eletto Moa Casa come guida del comparto per idee proposte, progetti
realizzati e, naturalmente, per la varietà di prodotti presentati sempre in
linea con le ultime tendenze in fatto di arredamento e design dei mag-
giori brand nazionali. Appuntamento al 26 ottobre per Moa Casa 2013,
la fiera dell’arredo e del design dove il made in Italy è di casa.
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Da circa 40 anni è il felice mix tra tradizione e innovazione che consolida
Moa Casa come una delle manifestazioni più importanti per il mercato
dell’arredo e del design. Tra i suoi espositori sono infatti presenti le miglio-
ri aziende italiane specializzate nel settore, la cui qualità viene valorizzata
da un format espositivo progettato con lo specifico intento di far dialogare
con intelligenza industria e artigianato di alto livello, classico e design, pro-
muovendo i marchi più significativi del made in Italy. Nel 1983 nasce Sabo,
il Salone Nazionale della Bomboniera, organizzato da FiviT. Per i primi due
anni si svolge nella suggestiva cornice di Piazza San Lorenzo a Viterbo,
sotto l’occhio vigile di Palazzo dei papi. Nel 1985 la manifestazione si tra-
sferisce presso la Fiera di Viterbo perché lo richiede l’aumento delle richi-
este di partecipazione da parte degli espositori e dei visitatori. A Fiera
di Viterbo FiviT resta fino al 2007, ma già dal 2003 Sabo si era evoluto
in Sabopiù, aprendosi ai settori del regalo, del complemento d’arredo,
degli oggetti natalizi, della cucina, del bijoux, del tessile. Un ampliamento
dell’offerta espositiva che permette alla manifestazione di compiere un
About Moa Casa
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ulteriore salto di qualità. Dal 2008 Sabopiù si trasferisce ad Arezzo Fiere e Congressi, una struttura
adeguata alle rinnovate esigenze del Salone Nazionale che ha bisogno di spazi opportuni, servizi
all’avanguardia e di una posizione logistica favorevole per poter sostenere, in ogni suo aspetto, un
marchio in continua trasformazione, dinamico, veloce nel pensiero e nella realizzazione delle idee.
Dal 2012 la manifestazione si sposta alla Nuova Fiera di Roma per soddisfare le esigenze di un pub-
blico nazionale.
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Caput Mundi International Burlesque Award,il festivalinternazionale di burlesque a Roma dal 1 al 3 novembre.
Per celebrare la magia delBurlesque nella Città Eternadi A.M.
da Ufficio Stampa R. Savona
Spinte dal desiderio di recuperare il prestigio dell’Arte del Burlesque e di
creare una grande famiglia del Burlesque in Italia, Dixie Ramone e Alba-
doro Gala daranno vita ad una kermesse scintillante di bellezza, glam-
our, risate ed irriverenza. Il festival, alla sua prima edizione, avrà luogo
a Roma dal 1 al 3 Novembre 2013, presso il Teatro Centrale Carlsberg,
nelle prime due giornate di esibizione, per poi spostarsi al The Yellow
Hostel, dove si terrà la giornata conclusiva della manifestazione, dove
talenti da tutto il mondo si esibiranno nella magica atmosfera della Città
Eterna. Voce e Radio ufficiale dell’evento sarà RDM - Radio Dimensione
Musica 95.3, che ospiterà le performer via etere, con irriverenti interviste,
già dai giorni precedenti all’inizio della kermesse. Due le serate di punta
della competizione. La prima dal titolo Newcomers Competition, in cui
si esibiranno le artiste emergenti e la seconda dal titolo International
Performers Showcase, in cui si esibiranno le performer internazionali; il
tutto al cospetto di una giuria decisamente d’eccezione come: lo tzuna-
mi giapponese Erochica Bamboo, il cantante cabarettista inglese Jack
Woodhead e la costumista e performer Maria Freitas, che non man-
cheranno di deliziare il pubblico con alcuni dei loro cavalli di battaglia,
a partire già dalla serata d’apertura. Il Caput Mundi I.B.A. (International
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www.caputmundiaward.com
Burlesque Award) ospiterà nomi di caratura internazionale come Clea Cutthroat
(N.Y.C.), Eliza DeLite (Londra), Raven – Mister Boylesque Australia 2012 (Boylesque
Performer from Australia), Fräulein Frauke (Stoccolma) e tanti altri ancora... Madrina
d’eccezione della serata, che premierà la vincitrice della Newcomers Competition,
sarà la folgorante e fascinosa LOU LOU D’VIL - Miss Exotic World 2013. Durante il
Festival si terranno workshop, vintage market, aste di beneficenza, dj set, feste …e
tanto altro ancora. Il Caput Mundi International Burlesque Award, da un’idea di Al-
badoro Gala e Dixie Ramone (aka The Missunderstanding, neonato duo burlesque
tutto all’italiana, ma dal respiro decisamente internazionale), è un evento pensato
dalle performer e per le performer, con l’auspicio e la volontà di poter continuare un
progetto artistico attuale e in costante mutamento come il Burlesque, con la voglia
di ricreare anche entro i confini italiani, quella Burlesque Family che le performer
nostrane trovano oltreoceano.
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Laurentino 38I Quartieri di Roma
di G.T.
L’ insediamento è stato progettato da un equipe di architetti, ispirati ad esperienze europee, in particolare inglesi e olandesi, con l’intento di realizzare un modello di quartiere moderno.Prende il nome dalla via Laurentina e dal numero del Piano di Zona, ma è chiamato anche Undici Ponti, caratteristica principale, a destinazione residenziale e commerciale.
Di proprietà dei Torlonia, la zona fu espropriata nel 1975 per la realizzazi-
one di edifici di edilizia popolare, sulla base della legge 167 del 1962, che
conteneva l’impegnativo proposito dello Stato di costruire case per chi ne
aveva bisogno, mentre dilagava l’abusivismo e il boom edilizio andava
esaurendosi. Il quartiere sorse su un terreno di 160 ettari e si proponeva
di ospitare 32000 persone . Il progetto del Laurentino 38 risale al 1972
/73 in un area dove sorgevano una serie di baracche abusive, che furono
interamente demolite per dare la possibilità ai loro abitanti di avere
delle vere e proprie case. L’idea era quella di creare un quartiere autosuf-
ficiente, dotato i tutti i servizi, con 14 insulae ognuna con 7 edifici, di cui 5
in linea, una torre e un ponte di collegamento dotato di negozi e servizi
con un percorso solo pedonale. Tutto ciò fu realizzato solo parzialmente.
La strada principale, via I . Silone, costeggia 11 isole abitative collegate da
altrettanti ponti che avrebbero dovuto fungere da collegamento pedon-
ale tra le case, con il primo piano riservato agli uffici e il piano terra alle
attività commerciali ma che in breve si sono trasformate in strutture
degradate e in gran parte fortemente compromesse. L’ insediamento del
quartiere avvenne attraverso lo IACP e , in numero minore ,attraverso le
cooperative, per questo motivo è abitato da un ceti sociali medi oltre che
da quelli più bassi. Sono proprio questi ultimi a conferire al quartiere
la sinistra fama di ghetto malfamato, esso è infatti conosciuto come il
Bronx romano a causa della massiccia microcriminalità o criminalità più
o meno organizzata , dove avvengono violenze di varia natura e dove
si registra un intenso traffico di droga. C’è da dire che i baraccati , fruitori
delle nuove abitazioni, non avevano la cultura della casa poiché non ne
avevano mai posseduta una e non erano perciò in grado improvvisa-
mente di occuparsene in modo adeguato. All’ epoca dell’insediamento
il quartiere era, per la maggior parte, privo di servizi essenziali come
strade asfaltate, acqua corrente, elettricità, fognature, scuole, consultori,
centro servizi, centri sportivi e una centrale di Polizia .Questa situazione si
protrasse per alcuni anni tanto che quando alcuni di tali servizi vennero
attivati , si era giunti ormai ad un avanzato stato di degrado; il destino
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del quartiere era ormai irrimediabilmente compromesso, perciò nel 2006
,su iniziativa della giunta di Veltroni, furono abbattuti gli ultimi 3 ponti,
mentre fu deliberata la distruzione ( nel 2010 ) del V e VI. Nel tempo sono
avvenute occupazioni da parte di abusivi che si sono sistemati dove er-rr
ano previsti uffici e negozi ; la manutenzione è stata abbandonata, molte
famiglie hanno smesso di pagare l’ affitto, gli ascensori non sono stati
riparati, si contano numerose le perdite di acqua per cui l’odore di muffa
a causa della grande umidità è insopportabile, la corrente manca sp-
esso, le finestre sono rotte e rattoppate alla meno peggio. I più prepotenti
riscuotono affitti inesistenti, gli assegnatari e gli occupanti sono ai ferri
corti, qualcuno ha subaffittato case IACP, o le ha rivendute agli extraco-
munitari …. Regna il caos più totale. Il primo e secondo ponte sono sedi
del Municipio il terzo della ASL, il quarto il quinto e il sesto rappresentano
il problema più grave in quanto è proprio qui che si registrano le più
disparate attività criminose quali giro di danaro sporco, centro di ricet-
tazione di ogni cosa, spaccio di droga, in poche parole vige il degrado
più assoluto. Lo spaccio di sostanze stupefacenti è molto florido tanto da
conferire al Laurentino 38 lo “status “ di importante piazza di smercio delle
medesime insieme a San Basilio e Ostia. Gli spacciatori, organizzatissimi,
sono coadiuvati da “vedette” atte a segnalare l’arrivo delle forze dell’ or-rr
dine e persino da barriere metalliche che servono a rendere ancora più
inavvicinabili i nascondigli della droga e consentire, di conseguenza, la
fuga dei pusher. L’uso delle vedette, importato direttamente da Scampia,
serve a monitorare il quartiere, inoltre, per ovvi motivi di opportunità, ven-
gono “arruolate” preferibilmente fra i minorenni. Più volte i Carabinieri
della compagnia Roma Eur sono stati impegnati in difficili operazioni per
contrastare tali attività criminali. Contemporaneamente sono sorti comi-
tati di cittadini, associazioni culturali, scuole popolari e polisportive per
cercare di reagire a tale stato di abbandono .
70
di Francesca Caschi
Davide Cervia è sparito nel nulla
Sono le cinque del pomeriggio. Davide saluta i suoi colleghi ed esce
dall’ufficio, a casa sua moglie e i bambini lo aspettano per la cena. Come
ogni giorno, sale a bordo della sua auto, una Volkswagen Golf bianca,
percorre una manciata di chilometri sull’Appia sud fino a via Colle dei Mar-
mi, a Velletri, dove sorge la sua villetta. È un perito elettronico, ha 31 anni.
Nato a San Remo, vicino Imperia, in Liguria, ancora giovanissimo si arru-
ola come militare in Marina sulla nave Maestrale. Ma quando conosce
Marisa capisce che vuole una vita più tranquilla, vuole dei figli, e conclusa
la leva marina di 5 anni decide di congedarsi. Lavoro, casa e famiglia: le
sue giornate trascorrono serene e tranquille, metodiche. Almeno fino a
quel pomeriggio. È il 12 settembre 1990, sono le sette di sera e il capore-
parto non è ancora rientrato a casa. Sua moglie capisce subito che qual-
cosa non va, chiama un collega per sapere se nella ditta, la Enertecnel Sud
di Ariccia, ci sono stati dei problemi, ma le viene detto che l’uomo è uscito
alla solita ora. Marisa è in allarme e preoccupata va dai carabinieri di Vel-
letri e sporge denuncia di scomparsa: Davide Cervia è sparito nel nulla.
Le ricerche
Marisa Gentile chiede che inizino subito le ricerche, è certa che a suo
marito sia capitato qualcosa. Insieme a lui anche la sua macchina è
sparita, dunque è necessario diramare un ordine di controllo anche
per le auto. Viene aperto un fascicolo, ma per i militari l’uomo si è al-
lontanato da casa volontariamente, la pista che seguono è quella
della fuga d’amore. Secondo loro, l’uomo si sarebbe innamorato di
un’altra donna e non sapendo come dirlo alla moglie avrebbe prefer-rr
ito svanire nel nulla. Ma Marisa conosce suo marito, sono sposati da
otto anni e hanno due bambini, Erika e Daniele, di sei e quattro anni.
COLD CASE i casi irrisolti
È uno dei massimi esperti di armamenti militari navali
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Proprio non può credere che li abbia abbandonati. Dopo 75 giorni a
rompere il silenzio è un vicino di casa, Mario Cavagnero, che conferma
alla moglie Marisa che il marito non si è allontanato volontariamente.
Il rapimento
Cavagnero decide di parlare. Non l’ha fatto prima per paura. la donna
si presenta a casa dell’uomo munita di registratore, perché in quei mesi
di silenzio e indagini ha già capito che qualcosa non torna. Scopre che
la foto del marito consegnata agli investigatori il giorno della scomparsa
è sparita, non si trova più. Ancora, viene a sapere che la macchina di
Davide non viene inserita subito nel terminale della Questura centrale,
ma solo quattro giorni dopo: questo significa che nessuno sta cercando
quella Golf bianca. Il custode racconta: «Non la vedevo bene, ma ho no-
tato una macchina verdina» confessa a Marisa «non potevo prendere
la targa perché non ci vedo bene da qui. Io annaffiavo e vedevo che
loro stavano lì, lui mi ha visto e chiamava “Mario, Mario”. Era lui, dopo
si vedeva che l’hanno pestato e gli hanno messo un fazzoletto in bocca»
I precedenti
I familiari hanno cominciato a rimettere insieme i pezzi: a giugno di quello
stesso anno, a Davide viene accordato il porto d’armi di cui aveva fatto
richiesta a gennaio. Il 20 agosto i coniugi trovano un buco nella recinzione,
anche se la casa è in ordine, ai carabinieri viene segnalato lo spiacevole
episodio. E infine, un paio di giorni prima la sparizione del marito, tra il 10 e
il 12 settembre, Marisa nota diverse macchine proprio nel vialetto di casa.
Un via vai insolito, che si dilegua in tutta fretta appena fa per avvicinarsi.
Cinque mesi dopo la sua scomparsa la famiglia contatta la trasmissione
Chi l’ha visto? e lancia un primo appello che non cade nel vuoto. Poco
dopo alla redazione arriva una lettera anonima in cui si dice che la mac-
china dell’uomo è alla stazione Termini. I carabinieri accorrono sul posto
e la trovano parcheggiata lì: la Golf è in perfette condizioni. Per gli investi-
gatori è la conferma che abbia abbandonato moglie e figli e che sia salito
su un treno per far perdere le proprie tracce. Per la moglie invece è la
certezza che non qualcuno si stia adoperando per depistare le indagini.
La nave Maestrale
La moglie di Davide riesce a mettersi in contatto con un vecchio col-
lega e scopre l’unica ombra nella vita del marito. Dopo il diploma di
perito elettronico, nel 1978, all’età di 19 anni, si arruola come volon-
tario entrando a far parte come sottufficiale degli addetti agli arma-
menti tecnologici della nave Maestrale. In realtà ha iniziato un peri-
odo di superspecializzazione sulle tecniche di disturbo dei radar, un
settore nel quale le aziende italiane hanno grandi capacità. Su cento
candidati solo quindici superano le selezioni, e Cervia è uno di loro.
Nel 1980 viene trasferito a La Spezia dove cura il montaggio di ap-
parecchiature segretissime del sistema Albatros sulla nave Maes-
trale. Di fatto, è uno dei massimi esperti di armamenti militari navali e
uno dei pochi tecnici in grado di utilizzare un sistema militare appena
sperimentato sulle navi. E’ lui che lo allinea e lo sperimenta per primo.
Venti di guerra
Il 2 agosto 1990 il presidente iracheno, Saddam Hussein, invade il Ku-
wait: già da tempo sul golfo Persico soffiano venti di guerra, fino al giorno
dell’invasione. Coinvolti in questo nuovo conflitto non sono però solo
i Paesi arabi, ci sono anche gli Stati Uniti d’America, l’Europa e quindi
l’Italia. Il 12 settembre, mentre Cervia spariva nel nulla, al Parlamento
europeo Giulio Andreotti, allora presidente del Consiglio, riferisce della
crisi in Medio Oriente ed espone la posizione dell’Italia: «Era necessario
scongiurare altre aggressioni e restaurare la libertà del Kuwait». Così, il
fatto che proprio pochi giorni prima della sua scomparsa nel go fo Per-
sico si sia scatenata la guerra sembra essere molto più di una semplice
coincidenza.
Archiviato
Si continua a scavare e a cercare. Nessuno pensa che Davide sia
morto perché, anche se sono pochissime le tracce che l’esperto in-
formatico si è lasciato alle spalle, queste sono significative. La pista di
un mercato nero di armi ed esperti bellici resta quella seguita dalla
famiglia e dalla magistratura. Dietro la sua sparizione potrebbero es-
serci i Servizi segreti e dunque, poiché è un esperto, è necessario ten-
erlo in vita. Sette anni dopo la scomparsa dell’uomo, nella casa di Vel-
letri, verso mezzanotte, arriva una telefonata strana: quando la donna
alza la cornetta sente la voce del marito che parla di lavoro. Lo chiama
ripetutamente, finché si rende conto che si tratta di una registrazione.
La donna ha però riconosciuto Davide mentre parla ad altre persone,
discutono di lavoro, e la fiamma della speranza di ritrovare il marito si
riaccende. Siamo nel 1997. La magistratura ha già confermato la tesi del
“sequestro a opera di ignoti”, ma nel 2000 archivia per l’impossibilità
di rintracciare i responsabili. Il caso resta un’inchiesta privata.
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La Maker Faire Rome ovvero l’esposizione della creatività mondiale
di Marco Biffani
foto di Gabriele Guerci
Segnali di fumo, telegrafo, telefono, telescrivente, fax, email, sms, mms, la
trasmissione delle informazioni si è fatta sempre più veloce, ma il trasferi-
mento degli oggetti, il teletrasporto sembrava una chimera. Oggi è ma-
terialmente possibile con le stampanti 3D. Le ho viste in funzione, grandi,
medie, piccole, pieghevoli, portatili alla Esposizione delle invenzioni, la
Maker Faire Rome, che si è svolta nel Palazzo delle Esposizioni all’Eur,
dal 3 al 6 di ottobre scorso. La prima Edizione Europea di una Maker
Faire, la più grande esposizione europea sulla creatività e la manifattura
digitale. 30.000 persone l’hanno visitata (a pagamento). Le file erano
lunghissime soprattutto di giovani affamati di innovazioni. Sulla spianata
esterna, antistante la costruzione dell’arch Libera, faceva bella mostra
un ultraleggero italiano, lo Sky Harrow. Man mano che si entrava, nella
scalinata d’ingresso ed all’interno, circa 200 piccoli stand erano attorniati
da gente avida di conoscere le 250 invenzioni ed i progetti provenienti da
tutta Europa, selezionati dall’organizzazione della manifestazione, curata
dalla Asset Camera - l’azienda specializzata della Camera di Commer-rr
cio di Roma - e da Riccardo Luna che ne è stato il curatore. La prima
giornata del 3 ottobre, è stata dedicata ad “How to remake the world”
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(che traduco liberamente in: “come trasformare e migliorare il mondo”),
una serie di conferenze aperta dall’intervento di Dale Dougherty, il fon-
datore statunitense del movimento dei Makers (creatori/ inventori). Sono
seguiti, nella seconda giornata, destinata esclusivamente ad istituti sco-
lastici, centinaia di workshop educativi per docenti e studenti. Laboratori
interattivi, competizioni sulla manualità per i più piccoli, educational sul
riciclo creativo, la eco compatibilità, l’elettricità in sicurezza ed altri, con
l’intento di coinvolgere i giovani nella soluzione dei problemi, provare il
piacere di seguire i propri sogni, esercitare la competitività ed imparare
il lavoro di gruppo. Per farli diventare “hobbisti tecnologici”, insegnando
manualità, tecnicismo, come saldare, usare scarti per trasformarli in cose
utili ed avvicinarli alla tecnologia elettronica e digitale. Non è un caso
che il simbolo della manifestazione fosse un Robot, perché la “robotica”
ha una funzione educativa. La meccanica che aiuta l’uomo. Cacciavite,
chiave spaccata, martello, sega, ingranaggio, pen-drive, matita e ogget-
tistica prodotta in 3D, accompagnano, nel logo della manifestazione, un
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razzo come simbolo della proiezione delle idee ver-rr
so il futuro con il motto: “scopri, inventa, crea”. Mi ci
sono volute oltre 3 ore, passeggiando velocemente
tra gli stand superaffollati, per vederli tutti o quasi,
soffermandomi davanti a:
-Un auto sperimentale attivata da energia solare,
prodotta da una università di Bologna, che ha parte-
cipato al World Polar Challenge 2013
-Una motocicletta elettrica
-Un telaio di auto ibrida, con motori, freni e acces-
sori separati, disponibili per realizzare liberamente
un proprio modello. L’OSVehicle; la prima auto
open-source
-Un gruppo energetico autonomo per il recupero di
acqua piovana, il suo filtraggio e riscaldamento me-
diante il calore del sole ed un produttore di energia
elettrica con cellule fotovoltaiche (www.offgridacad-
emy.it).
-Un tandem francese: “l’affollante”, a 3 posti seduti,
con ciascuna postazione dotata di cambio autono-
mo, per ciclisti con differenti pedalate
-Apparecchiature digitali per la osservazione e la
cura di piante domestiche, altre per accelerare la
germogliazione dei semi; uno stand raccomandava
la salvezza di specie di piante in via di estinzione
75
Numerose le stampanti 3D, che hanno polarizzato l’attenzione
dei visitatori, producendo piccoli oggetti, utilizzando rotoli di fili
di plastica (che fondevano a 250°) riproducendo pressoché ogni
cosa. Macchine che, utilizzando la stessa tecnica, usavano argilla,
polvere di marmo e persino Nutella. Si proprio quella, scrivendone
“dolcemente” il nome su fettine di pane abbrustolito. Molte le mac-
chine comandate da computer, per disegnare, incidere, riprodurre,
tagliare su legno, metallo e plastica, e con altre funzioni. Giochi
Giocattoli e oggettistica strettamente legati alla loro produzione
digitale, ed altro. Parecchie le schede elettroniche “Arduino” – un
hardware open source che consente di realizzare liberamente at-
trezzature digitali di ogni genere - utilizzate in molte stampanti 3D
ed altre applicazioni presenti. Vendute, come anche molti accessori
elettronici e non, ad hobbisti e professionisti, in uno stand interno
alla fiera. Manifestazione sponsorizzata principalmente da INTEL
(che aveva un suo stand), con la collaborazione ed il supporto di
Atmel Focus, Unidata, Tecnopolo, Arduino ed altri. Con il Patrocinio
di Roma Capitale.
76
IXIX Mu
IIIRicuciamo i quartieri delMunicipio IX Il Presidente Andrea Santoro ha inaugurato una nuova strada tra Laurentino
e Ferratella e annuncia la ristrutturazione di due casali per restituirli ai cittadini.
di Silvia Roberto
“Ricuciamo, uniamo i quartieri del Municipio IX”. Così Andrea San-
toro, Presidente del Municipio IX Roma Eur, ha presentato, durante
l’inaugurazione del 26 settembre scorso, la nuova strada tra via Ig-
nazio Silone e via Salvatore Quasimodo, collegamento tra i quartieri
Laurentino e Ferratella. Il progetto è stato fortemente voluto dal Muni-
cipio IX e dal suo Presidente che lo definisce “simbolico”. Parla così il
giorno dell’inaugurazione: “Con un’opera che è costata davvero poco
all’amministrazione, siamo riusciti a mettere in collegamento due
quartieri che storicamente erano divisi anche per tessuto sociale. E ov-
viamente diamo anche una mano alla viabilità del Municipio”. “Sono
contento che a siglare questa unione siano proprio i bambini delle scu-
ole elementari dei due quartieri”, ha aggiunto al taglio del nastro da
parte di due classi degli istituti scolastici di zona. Il progetto si inserisce
nel Programma di Recupero Urbano “Laurentino” all’interno del IX Muni-
cipio. All’inaugurazione erano presenti anche i rappresentanti del Con-
siglio del quartiere Laurentino e del Comitato di quartiere Ferratella. Non
poteva mancare l’Assessore alle Periferie e ai Lavori Pubblici di Roma
Capitale Paolo Masini che ha proposto di intitolare la strada alla gior-rr
nalista, scrittrice e politica italiana Miriam Mafai, scomparsa nell’aprile
scorso: “Crediamo che questo sia il luogo giusto perché è il luogo dei
poeti e degli scrittori. Una strada piccola ma che lega Quasimodo a
Silone, pertanto una strada importante”. “In questo Municipio – ha ricor-rr
dato poi - si trova il liceo artistico che porta il nome del padre di Miriam,
il pittore Mafai: è come se Miriam tornasse fra le braccia del papà”.
Digitando “Due strade, una storia” su YouTube, è possibile vedere dal
web il risultato di questo grande progetto, con immagini della giornata
77
di inaugurazione. Nello stesso giorno, Santoro e Masini hanno visi-
tato il Casale all’interno del parco di Via Alfonso Gatto, facente parte
del complesso dei Casali della Massima e recentemente oggetto di
un progetto di riqualificazione. L’intervento prevede il ripristino delle
caratteristiche originarie dell’edificio che ospiterà attività culturali
e socio-ricreative. Sempre in tema di riqualificazione, di recente il
minisindaco si è espresso sul Casale del Papillo. I cittadini del Muni-
cipio non hanno dimenticato il suo fontanile, ricordano bene quando
venivano portate le classi della scuola media la domenica per res-
taurarlo. Un progetto educativo e pedagogico. “Presenteremo un pi-
ano per ristrutturare il casale per poterlo dare ai cittadini con funzioni
scelte insieme – ha detto il Presidente Andrea Santoro - Perché ab-
biamo recuperato i soldi che qualcuno prima di me voleva togliere”.
Tanti i progetti, tante le iniziative che il Municipio IX e il Suo Presidente,
Andrea Santoro, stanno mettendo sul tavolo da lavoro. Avanti tutta!
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Pubblicato su BSSA: utilizzo di accelerometri contenuti nei telefonini allo scopo di ricerca sismologica
di G.T.
da Ufficio Stampa dell’INGV
Negli anni 90 gli accelerometri MEMS (Micro Electro-Mechanical Systems)
hanno rivoluzionato l’industria automobilistica nel settore dell’airbag e
sono oggi ampiamente utilizzati in computer portatili, periferiche di gio-
co e telefoni cellulari. Sotto la spinta dei grandi successi commerciali, la
ricerca e lo sviluppo dei sensori basati su tecnologia MEMS prosegue at-
tivamente e velocemente in tutto il mondo. Grazie al loro costo contenuto
(pochi Euro) e alle dimensioni ridotte (pochi millimetri), gli accelerometri
MEMS potrebbero oggi essere impiegati per il monitoraggio di eventi sis-
mici. Come dimostrerebbe una pubblicazione di due ricercatori dell’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Antonino D’Alessandro e
Giuseppe D’Anna, lo stesso accelerometro utilizzato nell’iPhone prodotto
dalla Apple, potrebbe essere impiegato per monitorare i terremoti. I test
eseguiti dai due ricercatori hanno mostrato come l’accelerometro MEM
modello LIS331DLH, prodotto dalla STMicroelectronics sia in grado di reg-
istrare fedelmente terremoti di moderata-forte magnitudo. I test sono stati
eseguiti confrontando i dati acquisititi dall’accelerometro MEMS con quelli
di accelerometro professionale (del valore di diverse migliaia di euro) co-
munemente utilizzato in campo sismologico per il monitoraggio di forti
terremoti. I risultati sono stati strabilianti; la performance del minuscolo
sensore MEMS, nel registrare forti accelerazioni, sono state quasi iden-
tiche a quelle dell’accelerometro professionale. L’Italia è un Paese ad el-
evato rischio sismico, sia per l’elevata pericolosità sismica del territorio,
sia per la presenza di numerosi centri storici densamente popolati. Dal
1900 ad oggi si sono verificati 30 terremoti distruttivi, la maggior parte
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dei quali hanno avuto effetti disastrosi su molti centri abitati. Il numero
delle vittime a seguito di un forte terremoto dipende chiaramente da nu-
merosi fattori tra i quali la tempestività degli interventi di soccorso. Come
ben noto i terremoti tendono a ripetersi in zone già colpite in passato. In
questa prospettiva sarebbe importante predisporre, per i centri abitati già
in passato colpiti da forti terremoti e quindi ad alto rischio, appositi sistemi
di monitoraggio e di allerta terremoto.
Già da qualche anno, alcuni centri di ricerca e monitoraggio sismologico
(vedi ad esempi il caso Quake-Catcher Network), hanno iniziato a creare
reti sismiche e sistemi di allerta terremoto interamente basati sugli ac-
celerometri contenuti in smartphone e in computer portatili messi a dis-
posizione da cittadini.
Il lavoro scientifico, dal titolo: “Suitability of Low-Cost Three-Axis MEMS Ac-
celerometersin Strong-Motion Seismology: Tests on the LIS331DLH (iPhone)
Accelerometer” è in procinto di pubblicazione sulla rivista BSSA (Bulletin of
the Seismological Society of America, Vol. 103, No. 5, pp. –, October 2013,
doi: 10.1785/0120120287)
Per maggiori info contattare l’esperto Giuseppe D’Anna
Cel: + 39.337.733740
80
La grande avventuraSi è appena aperta a Roma la mostra che Palazzo delle Esposizioni
dedica al National Geographic, la più grande organizzazione scientifico-
pedagogica al mondo, che nella sua ultra centenaria storia, ha saputo
raccontare il pianeta Terra nella sua stupefacente complessità come
forse nessun altro. Questo anche grazie all’omonimo magazine, a dir
poco leggendario, il cui primo numero apparve come un’austera rivista
dalla copertina color terracotta contenete un saggio scientifico dal titolo
“The Classification of Geographic Forms by Genesis”, vale a dire “La clas-
sificazione delle forme geografiche per genesi”. La Grande Avventura,
questo il nome scelto per la rassegna fotografica, che fino al 2 febbraio
2014 ripercorre la storia dei 125 anni dalla fondazione della National
Geographic Society, costituita il 13 gennaio 1888 al Cosmos Club di Wash-
ington DC, e dei 15 anni dell’edizione italiana della rivista in edicola dal
1998, proprio attraverso le immagini dei protagonisti, siano essi animali,
culture, personaggi, piante, minerali. E lo fa attraverso gli obiettivi di al-
cuni tra coloro che hanno fatto la storia della fotografia, che immortalato
la straordinaria varietà del regno animale e vegetale, documentando la
scoperta della città perduta di Machu Picchu, le spedizioni nei luoghi più
impervi della terra, siano essi gli abissi più profondi, i vulcani in eruzione,
le montagne più inospitali del pianeta, o ancora la conquista dello spazio
o l’incontro con le cosiddette società tradizionali. Un suggestivo racconto
per immagini, che documenta l’evoluzione della tecnica fotografica dalla
pellicola al digitale, capace di essere al contempo storia del progresso
scientifico, del pensiero antropologico, storia del costume della società
occidentale, delle esplorazioni, delle culture e molto altro ancora. Questo
del resto è il senso delle parole di Guglielmo Pepe, curatore della mostra:
“Poter gettare ponti che scavalchino millenni, continenti, civiltà, raggiun-
gere esseri umani che lingue, scritture, leggi, costumi, fedi diverse par-
rebbero dividere inesorabilmente da noi, e scoprire invece che ci sono
similissimi - quasi dei fratelli - ecco un insigne piacere”.
Il Palazzo delle Esposizioni dedica una mostra a National Geographic, la più grande organizzazione scientifico-pedagogica al mondo.di Margherita Filipponi
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Slanciata, elegante, aggressiva, potente, quella auto sportiva, attirava l’attenzione di tutti i visitatori nel Museo Storico della Motorizzazione Militare della Cecchignola di Roma, quel 24 aprile del 2008.
Sorpresa!!!
Slanciata, elegante, aggressiva, potente, quella auto spor-rr
tiva, attirava l’attenzione di tutti i visitatori nel Museo Storico
della Motorizzazione Militare della Cecchignola di Roma,
quel 24 aprile del 2008. Fra le vecchie glorie del museo la
6C 1750 Alfa Romeo SS risaltava come un gioiello, facendo
sembrare ancora più antichi e sbiaditi gli storici esemplari
di autovetture militari e civili che le facevano compagnia. Il
Museo, sorto nel 1955 per iniziativa del Capo del Corpo Au-
tomobilistico in carica, costituisce l’unica mostra esistente in
Italia dei veicoli che hanno caratterizzato un secolo di mo-
torizzazione militare. Nel complesso sono presenti più di
300 unità tra automobili ed autocarri civili e militari d’epoca,
sessanta tra mezzi cingolati, blindati e corazzati e sessanta
moto d’epoca. Cannoni, missili, e cimeli di ogni genere,
taluni rari e prestigiosi, testimoniano le tappe di quella
evoluzione tecnologica del mezzo meccanico che ha pro-
di M. R.
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mosso la crescita della nostra società. Il sole che filtrava dall’ingresso del
Padiglione 1314, dedicato alla Medaglia d’oro Tenente Colonnello Arturo
Mercanti, esaltava il rosso lucido e fiammante della carrozzeria che con-
trastava nettamente col nero della capote e dei copertoni. Sembrava una
macchina appena uscita dall’impianto di lavaggio! Sulle ruote a raggi
di generoso diametro, si stagliavano i mozzi lucidi, da vettura sportiva.
Addossata al cofano rigido, enormemente lungo, interrotto dalle fessure
di raffreddamento, sporgeva la grossa ruota di scorta a raggi – soste-
nuta dal parafango aperto sul davanti - che suscitava ricordi di viaggi, più
che di corse. Il sovradimensionato predellino alla base dello sportello,
esaltato dalla cromatura degli appoggi, interrompeva la sinuosa voluta
del parafango che marcava le notevoli misure del passo. Restaurata di
recente dai tecnici del Museo quella vettura del 1929 è targata EI 003.
Il frontale, dominato dall’ampio e squadrato radiatore, con la mitica firma
sghemba dell’Alfa Romeo, era parzialmente coperto da 3 grandi fari
rotondi e protetti, mostrava la sua aggressività nella essenzialità delle
parti meccaniche a vista, fra le quali dominavano i grossi tamburi dei
freni delle ruote anteriori, i semiassi e i leveraggi dello sterzo. In alto, sul
radiatore, lo scudetto Alfa Romeo risultava ben visibile. Tondo, suddiviso
verticalmente in due parti, lo stemma Alfa Romeo presenta da sempre
sulla mezzeria sinistra la croce rossa in campo bianco simbolo della
città di Milano e sulla mezzeria destra lo storico “biscione” incoronato,
il serpente simbolo della casata dei Visconti. Dal 1918 oltre alla scritta
Alfa Romeo che contornava in alto lo stemma, era riportata, in basso, la
scritta “Milano” (poi scomparsa nel 1971) e dal 1925 esso presentava una
modanatura a mo di corona d’alloro, in ricordo della vittoria, nel primo
Campionato del Mondo, di una P2 Alfa Romeo condotta da Gastone Brilli.
Le estremità anteriori sporgenti delle due balestre, erano collegati da una
lamiera che favoriva il profilo aerodinamico della vettura. Più indietro, le
due parti in cui era diviso il parabrezza, apparivano, basse e curiose, al
di sopra del cofano motore, come due finestrelle bordate di metallo; al
limite dell’efficienza. Imperniate orizzontalmente, potevano infatti essere
abbattute! Lo spirito marcatamente sportivo della macchina si sposava
con l’eleganza della più prestigiosa vettura degli anni 30 che – soprat-
tutto nelle forme - è stata l’antesignana della maggior parte delle auto
sportive che sono venute dopo. L’Ingegner Giano dell’Alfa Romeo, aveva
portato il suo precedente motore da 1.500 di cilindrata a 1752 centimetri
cubi ripartiti su 6 cilindri in linea, con monoblocco e testa in ghisa; lo ave-
va dotato di una distribuzione con valvole a V in testa azionate da 2 assi
a camme e doppio albero a camme in testa, ruotante su 5 supporti con
boccole di bronzo. Lo nutriva un carburatore orizzontale a doppio corpo
Memini (nella Gran Sport del 1930) che venne successivamente affian-
cato da un compressore a lobi che ne incrementava la potenza e faceva
guadagnare alla vettura parecchi chilometri l’ora di velocità. Un motore
talmente versatile che, in quegli anni di autarchia, fu alimentato in corsa
anche con “gasogeno”(da carbonella) e addirittura ad alcool! Il raffred-
damento del motore era ad acqua con circolazione forzata, come forzata
era anche la lubrificazione, dotata di un serbatoio da 10 litri d’olio. Era
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munita di due serbatoi di carburante che avevano una capacità comples-
siva di circa 97 litri. Il principale era posteriore, quello di scorta, anteriore.
Come ho potuto in seguito appurare su Internet, la 6C 1750 Alfa Romeo,
entrata in produzione nel 1929 vi è rimasta fino al 1933 e - in quei 4 anni -
è stata costruita in 6 serie: la Super Sport dal 1929 al 1930, la Sport dal 29
al 33, la Turismo dal 29 al 33, la Gran Turismo dal 30 al 33, la Gran Sport
dal 30 al 33, la Gran Turismo C dal 31 al 32. Fin dagli esordi quella vettura
sportiva aveva dominato i circuiti di tutto il mondo guidata da piloti italiani
come Tazio Nuvolari, Achille Varzi, Giuseppe Campari, Gastone Brilli-Peri,
Mario Borzacchini, Guidotti, ed altri. Lo stesso Enzo Ferrari partecipava
alle competizioni con le Alfa Romeo ed aveva creato, all’interno dell’Alfa,
la Scuderia Ferrari che ne curava il reparto corse – poi staccatasi e dive-
nuta autonoma. Le vittorie nei circuiti mondiali come alla 24 ore di SPA,
con Marinoni, al Tourist Trophy con Nuvolari e nelle Mille Miglia del 28,
29 e 30, ne sancirono la superiore potenza, accelerazione, velocità ed
affidabilità, facendone la vettura da corsa più famosa e ricercata del
mondo. Molti furono anche i piloti stranieri che la acquistarono per parte-
cipare alla Mille Miglia, alle competizioni internazionali dell’epoca ed alle
numerose corse in salita ed in circuito. Vestita dai più famosi carrozzieri
come Zagato, Pinin Farina, James Young ed altri, che ne esaltavano la
sportività nei modelli Torpedo, Berlina Corta, Berlina Lunga, Spider e Tu-
rismo, la 6C 1750 Alfa Romeo era diventata non solo la macchina vincente
nelle corse, ma anche la più elegante ed ambita. Era divenuta un Cult.
Una Moda. Farsi vedere alla guida di quella autovettura significava es-
sere “arrivati”.(Come adesso con una Ferrari o una Lamborghini!). Molte
delle Gran Turismo contemporanee e che vennero dopo, ne seguirono
le linee, lo spirito e l’impostazione ad un tempo sportiva, essenziale ed
elegante. Non era solo la sua linea ad attirare, ma soprattutto il mix di
potenza, accelerazione, agilità e guidabilità che la connotavano come la
vettura sportiva per eccellenza che, vincendo le corse, diventava l’auto più
richiesta dai piloti professionisti. Molti gli episodi che resero celebri i piloti
alla sua guida. Il più mitico fu, in una Mille Miglia del 1930, l’inseguimento
che fece Tazio Nuvolari a Varzi, suo avversario di sempre, guidando peri-
colosamente per un tratto, di notte, a luci spente, per non essere avver-rr
tito dall’antagonista che lo precedeva, per poi sorprenderlo, superarlo e
vincere la gara. E fu Nuvolari che, sempre in quella corsa di 1600 chilo-
metri, con quell’autovettura, riuscì, per primo, a mantenere una media,
allora irraggiungibile, di 100 chilometri l’ora! La sua trazione era posteri-
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ore attivata da un cardano in asse-vettura; aveva la frizione
pluridisco a secco, il cambio meccanico a 4 marce con
retro-marcia, l’acceleratore con il pedale in posizione cen-
trale fra quello della frizione a sinistra e del freno a destra;
gli abbaglianti erano azionati da un pulsante sul fondo, alla
sinistra del pedale della frizione. I corridori con quella vettura
facevano cose eccezionali! I suoi 840 chilogrammi di peso
a secco ed il telaio a longheroni e traverse in lamiera di ac-
ciaio stampato la rendevano una vettura leggera, rigida e
maneggevole che richiedeva comunque molta profession-
alità, soprattutto a causa dei freni!. Con il suo sterzo a vite
e ruota e l’ampio volante in guida destra, molto vicino al
petto (come si usava allora nella guida sportiva), Nuvolari si
esaltava in corsa con le sue derapate controllate su circuiti
spesso in terra battuta, nei quali cercava di posizionare in
curva le ruote il più possibile parallele e di tenere il motore
sempre su di giri, per rispondere prontamente alle sue ac-
celerate! L’esemplare restaurato dal Museo, per la sua ec-
cellenza, compare ora nel prestigioso Registro Italiano Alfa
Romeo. Una targa fa bella mostra di se sotto il parabrezza
della vettura e riporta il numero di omologazione 20. Fra le
attività del Museo Storico della Motorizzazione Militare, oltre
alla promozione di attività culturali - in una attrezzata sala
multifunzione - a mostre tematiche, conferenze, seminari e
convegni c’è anche una biblioteca-archivio ricca di materi-
ale storico d’epoca. A queste molteplici funzioni relazionali
svolte alla Cecchignola di Roma si aggiunge quella di essere
presente in molte occasioni motoristiche, e di impiegare in
gare di regolarità, alcuni degli esemplari più prestigiosi che
ha in carico. Questo al fine di sottolineare la capacità di re-
cupero dei suoi Tecnici e anche di dimostrare che gli esem-
plari storici militari e civili che ha in mostra statica nel Museo,
sono funzionanti, manutenuti perfettamente ed in grado di
partecipare persino a delle gare di regolarità. Non è un caso
che il motto del Museo sia: “Con fede custodisco!”.
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NOTTE BIANCA A EUROMA2. MUSICA, SPETTACOLI E SALDI! Benvenuti a
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VENERDI 19 LUGLIO 2013, APERTI FINO ALL’UNA!! EUROMA2!
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Venerdì 19 luglio 2013, l’estate romana si arricchisce di un nuovo
evento ideato dal Centro Commerciale Euroma2: LA NOTTE BIANCA
DI EUROMA2. MUSICA, SPETTACOLI E SALDI! I battenti del centro com-
merciale resteranno eccezionalmente aperti fino all’una di notte per
una serata insolita all’insegna dello shopping, ma anche di tanto di-
vertimento.
Una notte ricca di eventi interessanti, ma anche un’occasione imperdibile
per fare shopping nel centro commerciale più glamour della Capitale a
prezzi irripetibili. Solo per questa notte saranno in vendita, fino ad esau-
rimento scorte, buoni spesa al 50% del loro valore reale, da utilizzare nei
negozi del Centro entro la fine della notte bianca. All’interno del Centro,
poi, i visitatori troveranno attrazioni per tutti i gusti e tutte le età, a comin-
ciare soprattutto dai più piccoli: per loro sarà allestito uno Spazio Bimbi
con animatori professionisti, musica, giochi, balloon art, piccole magie,
teatrino, laboratori artistici e gigantesche bolle di sapone. Saranno inoltre
offerti gratuitamente a tutti zucchero filato, pop corn ed altre golosità. Ma
anche gli adulti potranno ‘giocare’ nello spazio dedicato alle caricature, o
nel corner riservato al karaoke. E ancora, danze caraibiche e l’imperdibile
appuntamento con l’intrattenimento di Alberto Laurenti. Il tutto sarà vis-
suto tra lo shopping notturno per un pieno di saldi e coronato da uno
spettacolo di mirabolanti fuochi d’artificio. L’evento sarà seguito in diretta
dai conduttori di Capito?!? trasmissione di punta del palinsesto di Radio
Roma Capitale (93.00 FM).
info
www.euroma2.it
www.facebook.com/CentroCommercialeEuroma2
Da “Davide Causio” a “Delizie di pane” in tre generazioni!
90
Il sublime piacere del gusto
FABIO CAMPOLI. Un modo di fare cucina che è diventato uno stile inimitabile. Una cucina che porta il
segno della contaminazione tra la sperimentazione che ricerca il nuovo e la tradizione che affonda nei
sapori tipici. Ma non solo. Chef di Rai Uno, food designer, consulente, testimonial, docente, organiz-
zatore di eventi, tre libri all’attivo e Presidente del Circolo dei Buongustai: tutto questo è Fabio Campoli.
“Elogio del peperoncino” (Autentica Edizioni) è il nuovo progetto del Circo-
lo dei Buongustai di Fabio Campoli in collaborazione con l’Associazione
Peperoncino a Rieti. Protagonista della scorsa edizione di Rieti Cuore Pic-
cante, dopo la presentazione del 27 agosto presso la Città del Gusto del
Gambero Rosso a Roma. Centosessanta pagine “piccanti” dedicate alla
spezia più famosa nel mondo. Un pamplhet che racchiude cultura, sci-
enza e gastronomia, pensato in occasione della fiera internazionale sul
peperoncino di Rieti. L’idea di questo libro nasce dalla volontà di dare
importanza e diffondere sempre di più la cultura del “non solo piccante”
e l’utilizzo del peperoncino in cucina. Una spezia da sempre considerata
povera e per i poveri, vista la facilità di coltivazione e l’uso abbondante
che i contadini ne facevano per insaporire i loro piatti. Per molto tempo
relegata in una categoria poco “aristocratica e alta” della cucina e più
vicina alla cucina popolare e alle tipicità regionali. Contrariamente da
quello che si può pensare il peperoncino è una spezia internazionale,
simbolo di incontro e confronto tra le varie culture. Dall’Area del Mediter-rr
raneo all’America Latina, passando per l’Africa ogni continente ha il suo
peperoncino tipico. Una bacca preziosa che va assolutamente riscoperta
in cucina. E i piatti proposti ne sono una dimostrazione, dall’antipasto
arrivando fino al dolce, il peperoncino è coprotagonista di ogni ricetta,
regalando carattere e personalità. Lo conferma lo chef Fabio Campoli,
autore delle sessanta ricette all’interno del libro: “Amo il peperoncino e
sono dell’avviso che bisogna scardinare l’idea di un’alta cucina lontana
dai gusti “piccanti”. La cucina ha bisogno di colore e di sapore. E il peper-rr
oncino con le sue tonalità, i profumi e gli aromi arricchisce e rinvigorisce
il gusto. Inoltre in questo libro non si parla semplicemente di peperon-
cino, ma si fa cultura del peperoncino va ben oltre il piccante”. Il pep-
eroncino rappresenta in pieno il binomio gusto-salute, ricco di vitamine
e proprietà benefiche, conserva anche storia e tradizioni, che giungono
a noi dall’epoca di Cristoforo Colombo. Il libro “Elogio del peperoncino”
unisce tutto questo. Nelle sue pagine sono raccontate le diverse specie,
come il Diavolicchio calabrese, il Red Scorpions, l’Habanero o il Cayenna,
per citarne alcuni tra i più conosciuti, attraverso delle schede tecniche
del professor Valter Marmo, la sua applicazione in cucina con le ricetta
dall’antipasto al dolce di Fabio Campoli e gli abbinamenti con i vini selezi-
onati dal sommelier del Gambero Rosso Marco Sabellico.
Pubblicato “Elogio del peperoncino” con le ricette di Fabio Campoli
Peperoncino, ben oltre il piccante.
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Ingredienti per 4 persone
calamarata g350
Olio extra vergine cucchiai 3
Rosmarino ciuffi1
Aglio spicchi 2
Peperoncini fresco g5
Ceci bolliti g100
Baccalà bollito nel latte g100
Prezzemolo ciuffi 3
Pomodori freschi n°2
In una padella preparate un fondo di olio extra
vergine ed aglio tritato, fatelo cuocere lenta-
mente, quindi aggiungete il pomodoro tagliato
a cubetti(meglio se privo della buccia e semi) ed
il rosmarino, il peperoncino e condite con il sale,
lasciate cuocere per 5 minuti. Unite i ceci e fate
proseguire la cottura per almeno 5 minuti. Fate
cuocere la pasta, scolatela e versatela nella
padella. Aggiungete a questo punto il baccalà
sfogliato e togliete il ramoscello di rosmarino.
Lasciate insaporire la pasta sul fuoco e servite
spolverata di prezzemolo tritato.
Calamarata con baccalà, peperoncino e ceci
Il sublime piacere del gusto
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Quattro zampe e una penna
X favore portami con te
di A.M.
STELLINA TAGLIA MEDIO PIICCOLA
DOLCISSIMA CUCCIOLA, FUTURA TAGLIA
MEDIO PICCOLA, CHIUSA IN UN CANILE DEL
LAZIO CON ALRI 500 CANI, ASPETTA FIDU-
CIOSA CHE UNA FAMIGLIA LA SCELGA... È
CARINISSIMA, DELICATA...
339-6094625
ROTTWEILER MASCHIO ADULTO
UN BELLISSIMO ROTTWEILER MASCHIO... IN
8MQ DI UN PREFABBRICATO DI UN CANILE
DEL LAZIO.
MI HA FATTO UN’OTTIMA IMPRESSIONE
339-6094625
CUCCIOLA DERIVATA SETTER CERCA CASA
BELLISSIMA, HA SUPERATO I TRE MESI E LA
SUA ADOZIONE È URGENTE!
SI TROVA IN UN CANILE DEL LAZIO MA
FAREMO IL POSSIBILE PER FARLA ARRIV-
ARE ANCHE IN ALTRE REGIONI
339-6094625
GIGI BEAGLE ANZIANO ABBANDONATO
IN CANILE
BEAGLE DISPERATO RECLUSO IN UN CANILE
DEL LAZIO... SICURAMENTE CANE DI CASA...
339-6094625
NOIR UN DOLCISSIMO CUCCIOLO...
NOIR CUCCIOLO MASCHIO DI TAGLIA
MEDIO CONTENUTA DA ADULTO, DICIA-
MO SUI 15 KG FORSE MENO,
BELLO E DOLCE, GIOCHERELLONE E AF-
FETTUOSO... RECLUSO IN UN CANILE
DEL LAZIO NELLA SPERANZA DI UNA
FAMIGLIA...
339-6094625
HILLY CUCCIOLA DI 3 MESI FUTURA
TAGLIA MEDIA
E’ UNA BELLISSIMA CUCCIOLOTTA, ANCORA
IN CANILE CON LA SUA MAMMA (DI CIRCA 15
KG). E’ BELLA E DOLCE SI TROVA IN UN CANILE
DEL LAZIO MA PER ADOZIONE AFFIDABILE LA
FACCIAMO ARRIVARE ANCHE IN ALTRE REGIO-
NI (CENTRO NORD ITALIA)
CRISTIANA 339-6094625
www.misha.cc
> Avrete sicuramente almeno ragionato tutti una volta sul concetto per
il quale, essendo l’uomo un essere finito (in quanto soggetto ad un ciclo
vitale che termina con la morte) questo non sia in grado di farsi un’idea
dell’infinito. La nostra mente, finita, non è capace di immaginare qual-
cosa di infinito: provate a pensare all’Universo. Lo immaginate finito, le
immagini che si disegnano nella vostra mente hanno degli orizzonti. La
mia per esempio è una cupola nera come una notte cupa piena però di
punti, brilluccichii, polveri nebbiose, gas colorati, che riempiono la volta
del cielo nerissimo all’ennesima potenza rispetto ad un cielo stellato co-
mune. Ho però detto che immagino una cupola, ed una cupola, come
ben sapere, ha dei limite, ha una fine rotonda, nel caso del cielo, ha un
orizzonte. Ehi sono sempre io, Susanna, solo stasera un po’ più filosofa!
Insomma se si immagina una caduta infinita, per esempio io penso
all’immagine di un uomo che si butti da un palazzo (e già questo pre-
suppone che il palazzo abbia delle fondamenta su strada, che deter-
minano quindi una fine alla caduta dell’uomo) ma non arrivi mai a toc-
care la strada perchè l’immagine riparte, si ripete: insomma immagino
una scena cui poi metto stop e automaticamente riparte dall’inizio sino
allo stop. Capite bene, che il mio mettere stop nasconde comunque
il finito. Ok ok, non voglio ingarbugliarvi le menti: alla fine di questo
articolo ognuno di voi tornerà alle sue faccende: c’è chi studiava, chi
in fila alla cassa ha visto su questa la rivista e ha pensato di passare il
tempo così invece che innervosendosi per la lentezza della commes-
sa, chi mi conosce e poi mi dirà: ”Susi, ti ho letta l’altroieri!”. Vi rubo
poco poco tempo, ma seguitemi: l’uomo tende all’infinito forse per-
ché non può ottenerlo, perché non saprà mai gestirlo. Cerca di rag-
giungerlo in ogni modo: scientificamente, rintracciando la presenza di
questo nel mondo reale; matematicamente, cioè servendosi di stru-
menti razionali per determinarlo (perché, lettori e lettrici, l’infinito non
è quello che la maggior parte dei ..mi si passi il registro colloquiale
più basso che esiste, “bimbiminkia” portano al polso o tatuato ad-
dosso a ricordare l’amore per la migliore amica, per il boyfriend o
per gli One Direction.); filosoficamente, elaborando una concezione
compiuta di infinito ed in ultimo, la via che per indole personale prefe-
Susanna Russello
FTTFFrreeeeTTiimmeeTTeeeennaaagggeerrrsssss
Spunti di riflessione: il clima autunnale ispira!di Susanna Russello
94
risco, tentando l’ambito artistico-letterario, attraverso l’espressione
del sentimento dell’infinito che ognuno ha dentro di sé o quelle pas-
sioni, tecnicamente incarnate dal “sublime”, che l’infinito ci provoca
quando ci rendiamo conto di fronte ad esso della nostra piccolezza.
Di fronte all’infinito l’uomo si sente schiacciato: Tutto il nostro mondo
è costantemente in bilico tra l’infinitamente grande e l’infinitamente
piccolo e ci suggerisce il sentimento dell’illimitato; ma la sensa-
zione più bella, più sconvolgente e profonda, nasce dalla presa di
coscienza di ciò che sta avvenendo nell’animo. Quando rimaniamo
profondamente turbati da un paesaggio od un’atmosfera, od una
semplice scenetta, una luce particolare, quel sentimento d’infinito
c’invade e non ci lascia. Quell’immagine poi, o quell’odore o quel
qualunque cosa vi ha trapassato l’anima e vi ha fatto rendere conto
dell’infinita bellezza, dell’infinita sensibilità e dell’infinita potenza.
Bene, bene, questo discorso lasciamolo così, non ho intenzione di for-
giare un’idea e imporvela. Ognuno ci pensi un pò, pensare è bello.
Passiamo al frivolo: sto studiando per prendere la patente! Uno di quei
traguardi da diciottene, uno di quelli tipo: “Vado a vivere da solo, così
faccio quello che me pare!” o anche: “Oooh ora ho la macchina ragazzi,
dove andiamo quest’estate?” ma quanto ci piace sognare eh, noi giovani
con la perenne illusione – o certezza – che un giorno cambieremo il mon-
do: siamo davvero bellissimi, siamo la parte migliore di questa società.
Buonanotte teenagers!
Se volete scrivermi a FTT per chiedermi qualsiasi tipo di parere su
ogni aspetto della vostra vita da teenagers inviate una mail a su-
[email protected]. Dai piccoli problemi di cuore ad un con-
siglio per fare un regalo, una sorpresa, su qualche locale per organ-
izzare una festa, posso consigliarvi dei ristoranti o dei pubs con bella
musica, delle palestre attrezzate in cui allenarvi o qualche esercizio
semplice ma efficace da fare in casa (amo il fitness!), io sono qui!
95
Street La moda e l’arte nascono
Style dalla strada di A.M.
Davide Tosi con Manuela Arcuri
Sofia Club_Fondi
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Leggiamo
Novemila giorni e una sola mattinaJessica Brockmole
Novemila giorni e una sola notte ha tutti i requisiti per essere un suc-cesso. Prova d’esordio di Jessica Brockmole, è un romanzo episto-lare che racconta una storia d’amore e di speranza, di attesa e di distanza. La vicenda di una madre si rispecchia in quella di sua figlia, vent’anni dopo, ed eccoche il passato riemerge. Tutto inizia quando Margaret scopre una lettera che appartienea sua madre Elspeth. È indirizzata a una ragazza di nome Sue da parte di un giovaneamericano che si chiama David. La lettera, una dichiarazione d’amore assoluto cheresiste al tempo, è il primo tassello da cui la ragazza parte per ricostruire la vita della madre, una donna taciturna e riservata che, alle sue domande ha sempre risposto:”Ilprimo volume della mia vita è esaurito”. Cosa nasconde Elspeth? Chi sono Sue e Da-vid e perché non ha mai voluto che Margaret sapesse nulla riguardo a suo padre? Jessica Brockmole fa parlare le lettere ed esse danno voce ai sentimenti più intensi dei per-sonaggi, restituiti con voce diretta, senza il filtro del racconto che spesso attenua e nasconde. Come in un gioco a incastro, le lettere si alternano nel tempo: dalla prima alla seconda guerra mondiale assistiamo al ritorno di paure e desideri che accomunano i personaggi. ano. Perché Elspeth è una poetessa e la loro storia d’amore passa proprio attraverso i libri.
€ 16,00 Nord Editore
Il mio nome è nessuno - Il ritornodi Valerio Massimo Manfredi
Odysseo, per antonomasia l’uomo ingegnoso e multiforme, grazie ad un abile strata-gemma ha finalmente espugnato Troia. Sono passati dieci anni dall’inizio della guerra e l’eroe non desidera altro che ritornare agli affetti familiari e alla sua Itaca. Intraprende così un lungo strepitoso viaggio di ritorno, una nuova avventura piena di continui incidenti eincredibili peripezie, contrastata dall’odio di un dio avverso: Poseidone.Valerio Massimo Manfredi con Il mio nome è Nessuno. Il ritorno conclude la duologiadedicata all’eroe più complesso della mitologia greca. Dopo aver descritto l’infanzia e laformazione di Odysseo ne Il giuramento, l’autore chiude la narrazione con il racconto piùavventuroso di tutti i tempi: il viaggio di ritorno. In passato Manfredi, archeologo e studiosodel mondo classico, si era già imbattuto in un simile esperimento narrando, attraverso unatrilogia, la nascita e la morte del grande condottiero greco Alessandro Magno, ma questa volta ha il merito di veicolare la conoscenza del mito al grande pubblico e soprattutto aigiovani che hanno letto di un eroe molto simile agli uomini, pieno di contraddizioni, in cuicoesistono gloria e debolezza, ingegno e distruzione, capace di soffrire e infliggere sof-ferenza.
€ 19,00 Mondadori Editore
Marina Bellezzadi Silvia Avallone
Marina Bellezza è in primo luogo uno sguardo inedito sui territori in cui la scrittrice è nata e vissuta. Il romanzo ha la crisi sullo sfondo, questa crisi a noi così vicina, che ciaccompagna nei discorsi e nelle azioni di tutti i giorni, ma non parla della crisi. Piuttosto racconta l’amore e il coraggio di personaggi che trovano delle risposte possibili, delle vie di uscita. Marina è la ragazza che dà il nome al romanzo, caparbia, testarda, talen-tuosa. Canta e balla nei centri commerciali, sogna di diventare famosa e di sfondare nel mondo della musica e dello spettacolo. Un po’ eroina ottocentesca, un po’ ragazza diprovincia con una storia difficile come tante altre, Marina è sfuggente, inafferrabile maha un punto di riferimento che resta sempre fermo: Andrea. Ventisette anni, bibliotecario, ha un sogno che tutti considerano impossibile: fondare un’azienda casearia nei luoghidei nonni, ritornare laddove è nato per ricostruire. Qui arriviamo al cuore del romanzo: se con Acciaio Silvia Avallone aveva raccontato una guerra aperta, un mondo che, nel be-nessere generale di cui parlavano i telegiornali, sembrava dimenticato, Marina Bellezzaè un modo per rispondere a questo senso di generale impossibilità che ci circonda, l’impotenza della crisi, dello stallo. Dopo Piombino, quindi, anche questa Valle Cervo è un po’ terra di confine.
€ 18,50 Rizzoli Editore
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Cinenews
GravityRegia di Alfonso CuarónInterpreti: Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris, Orto Ignatiussen, Phaldut Sharma
Gli astronauti Ryan Stone e Matt Kowalsky lavorano ad alcune riparazioni di una stazioneorbitante nello spazio quando un’imprevedibile catena di eventi gli scaraventa contro unatempesta di detriti. L’impatto è devastante, distrugge la loro stazione e li lascia a vagarenello spazio nel disperato tentativo di sopravvivere e trovare una maniera per tornaresulla Terra. Lo spazio non è più l’ultima frontiera, nel nuovo film di Cuaròn non c’è nullada esplorare, si rimane a un passo dal nostro pianeta ma lo stesso la profondità spaziale continua a non essere troppo distante dalle lande desolate del cinema western, un luogo talmente straniante da confinare con il mistico, l’ultimo rimasto in cui esista ancora laconcreta sensazione che tutto possa accadere, in cui si avverte la presenza dell’ignoto e quindi in grado di mettere alla prova l’essenza stessa dell’essere umani.C’è tutto questo nel blockbuster con Sandra Bullock e George Clooney che Alfonso Cuaròn è riuscito a realizzare senza muovere un passo dalle convenzioni hollywoodiane, quelle che impongono l’inevitabile coincidenza dell’avventura personale con un mutamento in-teriore e il superamento del solito trauma radicato nel passato.
RiddickRegia di David TwohyInterpreti: Karl Urban, Vin Diesel, Katee Sackhoff, Matthew Nable, Dave Bautista
Il ricercato Richard Riddick, che abbiamo già incontrato in Pitch Black e The Chronicles of Riddick, si ritrova su un pianeta brullo e popolato da bestie feroci, lontano da casa e alla mercé dei cacciatori di taglie dell’intera galassia. Il suo obiettivo è ritornare al pianeta Furya e a renderlo possibile, ma anche a mettere in pericolo la sua vita, sono due gruppi di mer-rrcenari atterrati proprio allo scopo di catturare Riddick, guidati l’uno dallo psicopatico San-tana, l’altro da Johns, combattente intergalattico che ha con il ricercato un antico conto dasaldare. Ancora una volta quella di Riddick è la parabola dell’uomo solo contro un mondo spietato, impegnato a sopravvivere in un universo oscuro nel quale si muove con agilitàdopo aver modificato chirurgicamente gli occhi, che ora possono contare su una sorta divisione a raggi infrarossi. Una metafora potente per i nostri tempi bui e la nostra epoca individualista che, nell’episodio iniziale della saga, si era tradotta in un B movie originalee divertente, anche grazie al modesto budget che spingeva il regista David Twohy ad “ar-rangiarsi” in modo creativo. Con l’aumento di budget il secondo capitolo si era adagiatosui cliché sacrificando lo spirito irriverente e iconoclasta di Pitch Black al conformismo hol-lywoodiano. In questo terzo episodio Twohy cerca una difficile sintesi fra lo spirito del Bmovie originale, evidente nell’ironia con cui vengono descritti i personaggi, e la necessitàcommerciale di confezionare un blockbuster globalizzato.
ILl cacciatore di donneRegia di Scott WalkerInterpreti: Nicolas Cage, Vanessa Hudgens, John Cusack, Dean Norris, Kevin Dunn
Jack Holcombe è un detective della polizia dell’Alaska in procinto di ritirarsi dal servizio. Gli viene affidato un caso estremamente complesso. C’è un serial killer che attira giovani donne, le incatena, le violenta e poi le uccide. Jack sospetta di una persona appar-rrentemente tranquilla: Robert Hansen. Occorrono però prove schiaccianti contro di luie potrebbero arrivare dalla testimonianza di Cyndy Paulsen che è riuscita a scappareprima di essere uccisa. Cyndy però è una ragazza complicata e indurla a testimoniare non è facile. Ispirato a delitti realmente accaduti questo film torna a mettere l’uno difronte all’altro Nicholas Cage e John Cusack che non si incontravano dai tempi di Con Air. Questa volta il confronto è a distanza con l’eccezione dell’ultima parte del film e la bilancia pende a favore di un maggiore spazio offerto alla psicologia del detective (Cage) rispetto a quella del killer (Cusack). Se infatti di Jack comprendiamo le motivazioni (spora a tutte un senso di protezione paterna) che lo spingono a cercare di risolvere il caso, Robert viene soprattutto mostrato in azione e i motivi (se così si possono chiamare) percui uccide vengono più detti degli altri che non fatti emergere dalla sua presenza sullascena. In realtà però il film (che ripercorre luoghi ormai più che comuni del genere) hail pregio di centrare l’attenzione sulla fragilità di Cyndy Paulsen interpretata con grandeadesione da Vanessa Hudgens.
106
le lettere dei lettori di ROMA
Riceviamo sempre e-mail da parte dei nostri numerosi llettori, neneeneene pppppppp bbbbubububububububblblblblbblblblblblbliiiiiiiiii-
chiamo alcune ringraziando ed invitando tutti a continuuare a mandarci
commenti, richieste e perché no, anche critiche, qualora ce ne fossero. ra ce ne fossero.
Grazie!
Gilda Tucci
Gentile Direttrice,
a seguito della recente sentenza della Corte d’Appello di Roma
con cui il giudice ha disposto il reintegro degli operatori dial-
cuni call center Vodafone, licenziati ingiustamente, mi fa pi-
-
voratori a livello soprattutto sociale. Trovo che E42 Magazine
Roma sia davvero una rivista ben strutturata perché, pur non
trascurando mai la drammatica congiuntura politico-econom-
ica e sociale della nostra epoca, riusce a lanciare sempre quel
bagliore di positività che serve a noi giovani per continuare
a credere e ad impegnarci. Le segnalo la parte di un articolo
che ho molto apprezzato. “La nota “sociale”. Le decisioni sono
state imposte da un pugno di manager Vodafone che lavorano
comodamente protetti da incarichi strapagati Gli operatori del
call center, di contro, hanno dovuto combattere una battaglia
legale e sindacale lunga 6 anni e che, dato drammatico, han-
e donne, quarantenni, che non hanno ancora certezze e che
oggi si trovati a dover combattere una battaglia in nome del ri-
spetto della legalità e della difesa del proprio posto di lavoro.
Non sono gli unici ad essere coinvolti in circostanze di questo
genere e proprio per questo il loro impegno assume una note-
vole valenza sociale. La loro vittoria di oggi deve rappresen-
tare una lezione positiva per tutti coloro che non combattono o
che hanno smesso di farlo piegandosi alla rassegnazione e al
timore dei potenti e prepotenti. Dall’altro lato della medaglia,
giudice a dover “creare” soluzioni e possibilità tuttavia questa
politica e il rispetto del lavoro e dei lavoratori sono concetti
quasi assenti, ma chi combatte può (sempre) vincere.” Lavoro
in un call center. Da ora penso che “CHI COMBATTE PUÒ
mese su E42 Magazine Roma!
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La Parola di PasquinoIl Forum dei Cittadini e delle Istituzioni
di Roma Capitale
Sono la madre di un alunno iscritto alla 1 Media dell’Istituto L.da Vinci, Viale
della Grande Muraglia di Roma. Nel mese di giugno 2012 ho fatto richiesta
sia online che verbale alla Professoressa Labriola motivando, ampiamente,
la mia scelta per la sezione F, in quanto in tale sezione erano state inviate
le richieste di alcuni compagni di classe e di vita di Tommaso. Sono stata
rassicurata dalla Professoressa Labriola ma all’inizio del nuovo anno sco-
lastico, mio figlio è stato inserito nella sezione B perche’ la Professoressa ha
dimenticato di segnalare le mie motivazioni alla Commissione Classi, non-
ostante la mia richiesta fosse supportata dalla relazione dello Psicologo
Dottor Di Giuseppe assegnato allo stesso Istituto. Le mie argomentazioni
non sono legate a rapporti di simpatia o antipatia verso alcuno, bensi’ a
motivazioni molto valide legate al benessere di mio figlio Tommaso. Mi
sono trasferita due anni fa a Roma da Milano in seguito alla separazione
da mio marito e qui sono riuscita a costruire relazioni amicali e di aiuto
reciproco con le famiglie di alcuni di questi compagni di classe sulle quali
posso contare e dare “ in affidamento “ i miei figli quando ho necessità di
allontanarmi da loro. Anche Tommaso è molto sereno e ha rapporti ottimali
di convivenza e di empatia con tutti loro tali da considerarli parti integranti
della nostra famiglia. Ho chiesto spiegazioni di quanto avvenuto andando
a vari colloqui con il Dirigente Scolastico, con lo Psicologo, con la Prof.ssa
Labriola supportata da alcuni di questi genitori che sono stati ascoltati e
hanno relazionato con le suddette Persone. L’unica giustificazione datami è
-che la sez. F èmolto numerosa, ma so che esiste una classe con 30 alunni
e nella sez. F un alunno non si è ancora presentato. La mia richiesta è che
sia rivisto l’inserimento di mio figlio Tommaso nella sez. F, per il suo be-
nessere e la sua serenita’ senza nulla togliere al valore degli Insegnanti che
ha incontrato in questi primi giorni di scuola. Personalmente porto avanti
ancora questa richiesta perche’ sento che la mia Famiglia è stata ingius-
tamente e profondamente colpita soprattutto, notando il disinteresse rav-
visato nelle Istituzioni. Ho sempre creduto che la Scuola fosse dalla parte
dei ragazzi o lavorasse per evitare disagi , per questo ho cercato di essere
sempre presente,disponibile e collaborativa ma oggi ho dei forti dubbi !G M
Il sindaco Marino e “il taglio” delle auto blu… senza successo
Questo è quanto ci costano oggi le auto blu di Roma Capitale: 11 milioni di euro ogni anno. Quasi
100mila euro al mese. Ma com’è possibile? Non erano diminuite? La prima e più ovvia deduzione è:
“l’amministrazione di Roma Capitale è negligente”! Ma stavolta non è così! Stavolta siamo di fronte ad
un assurdo paradosso tutto firmato Ignazio Marino (mi si conceda)! Le auto blu sono state effettivamente
ridotte peccato che… le autorimesse costano quanto l’utilizzo! Quelli che di solito chiamo “i tagli finti” sono
all’ordine del giorno e non sorprendono più nessuno perché tutti sappiamo bene che nessun politico si
taglierà nulla ma questo caso mi lascia assolutamente esterrefatto: qui siamo di fronte ad una ingenuità,
o forse superficialità, di un’amministrazione che durerà 5 anni… E che sta già stravolgendo Roma…
Daniele Consoli
L’appello di una mamma
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Centro per l’impiego Profilorr
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CINECITTA’ 1.2.2.5.0.5 - Direttore Di Mensa AziendaleAssistente Direttore Mensa Per Gestione Operativa E Gestionale Di Un Impianto Di Ristorazione
SUBIACO 6.1.1.2.0.7 - Fresatore Di PietraFresatore Su Macchina Computerizzata/Rifinitore
SILD 4.1.1.2.0.6 - Impiegato AmministrativoImpiegato Amministrativo
TIVOLI 3.1.3.5.0.3 - GeometraContabilita’ Cantiere, Gestione Commesse E Ordini
CINECITTA’ 4.1.1.2.0.1 - Addetto Ad Attività Di Back OfficeAddetto All’amministrazione (Contabilita’ E Fatturazione) E Mansioni Di Back Office
PALESTRINA 3.1.3.1.0.0 - Tecnici MeccaniciTecnico Delle Industrie MeccanicheTT
COLLEFERRO 4.1.1.2.0.6 - Impiegato AmministrativoSi Ricerca Una Figura Professionale Da Inserire Nell’area Amministrativa Di Un Importante Gruppo Edile. Il Candidato Dovrà Occuparsi In Autonomia Della Contabilità
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Di Alcune Delle Aziende Del Gruppo, Registrazioni In Partita Doppia, Scritture Contabili Di Chiusura, ControlliDel Registro Iva. Registrazione In Contabilità Delle Fatture. Registrazioni Note Contabili Delle Retribuzioni Del Perrsonale. Riconciliazioni Bancarie. L’aspetto Fondamentale LLChe Si Richiede È La Capacità Di Svolgere Le ProprieMansioni In Autonomia, Caratteristiche Di Problem Solving E Capacità Di Lavorare In Gruppo. Possibile Trasformazione Del Rapporto Di Lavoro A TempoTTIndeterminato Al Termine Dell’iniziale T/D.TT
SUBIACO 5.1.2.5.2.3 - Operatore Di TelemarketingTirocinio Formativo: Attività Di Telemarketing E ModalitàDi Comunicazione Telefonica Per La Campagna PubbliciTTtaria 2014
CINECITTA’ 6.1.3.6.1.2 - IdraulicoIdraulico Esperto Per Interventi Su Utenze Idriche,Sostituzione Contatori D’acqua,Distacchi E Riallacci.
CINECITTA’ 4.1.1.1.0.6 - Addetto Alla SegreteriaAddetto/A Alla Segreteria E Commerciale (RapportiClienti/Fornitori) Redazione Offerte,Gestione Ordini,Ddt E Fatture,Riparazioni,Servizi Tecnici,Organizzazione Corsi Tecnici (Formazione)TT
OSTIA 3.1.3.4.0.4 - Tecnico Di Apparati E Sistemi ElettroniciControllo E Riparazione Apparecchiature ElettronicheIndustriali
PRIMAVALLE 8.1.4.3.0.15 - Pulitore Di LocaliPulitore,Addetto Al Lavaggio Stewarding,Riassetto E Pulizia Delle Dotazioni E Degli Ambienti Di Lavoro.
MONTEROTONDO 5.3.1.1.0.4 - Operatore SociosanitarioOss
OSTIA 3.3.1.2.1.21 - Ragioniere ContabileImpiegato Amministrativo Addetto Alla Contabilita’ ConSoftware Teamsystem, Emissione Fatture, Gestione BancheTT
PORTA FUTURO 5.1.2.2.0.12 - Commesso Di VenditaIl Candidato Prescelto Si Occuperà Del Servizio Bar (Caffè,Pulizia Macchina, Panini, Gastronomia) E Dell’accoglienza Clienti E Piccole Mansioni Di Vendita.VV
POMEZIA 3.1.2.1.0.1 - Programmatore InformaticoSviluppo Software E Programmazione Con LinguaggioJava
CINECITTA’ 3.4.4.1.1.1 - Grafico PubblicitarioCompetenze Tecniche 1) Dattilografia E Comandi Rapidi TTDella Tastiera; 2) Comunicazione; 3) Organizzazione Di TTEventi; 4) Filemaker Pro (Nozioni); 5) Indesign; 6) Quarkxpress; 7) Photoshop; 8) Illustrator; 9) Dreamweaver. Mansioni Ideazione Campagne Pubblicitarie; Organizzazione E Partecipazione A Eventi; Sviluppo Delle Vendite.VV
CINECITTA’ 6.1.3.7.0.2 - Elettricista Impiantista Di Cantiere1 Elettricista Qualificato - 1 Elettricista /Apprendista
GUIDONIA MONTECELIO 4.3.1.2.0.9 - Impiegato Di MagazzinoFatturazione, Sistemazione Magazzino, Piccola Contabilita’
PRIMAVALLE 1.2.2.5.0.5 - Direttore Di Mensa AziendaleLa Persona Si Dovrà Occupare Della Gestione Delle Diverse Unità Operative (Mense) Site Nel Territorio Del CoTTmune Di Roma. E’ Richiesto Diploma O Laurea In ScienzeDell’alimentazione O Esperienza Almeno Triennale Nel CamTTpo Della Ristorazione
POMEZIA 6.2.3.1.1.6 - Meccanico Riparatore D’autoRiparazione E Sostituzione Di Parti Di Motore E Pezzi Meccanci
CINECITTA’ 6.3.4.1.0.20 - ImpaginatoreUfficio Autori Competenze Tecniche Indispensabili: 1) DatTTtilografia E Comandi Rapidi Della Tastiera; 2) Filemaker TTPro (Nozioni); Latex; Indesign; Quarkxpress; Photoshop;Illustrator; 3) Impaginazione; 4) Redazione. Mansioni Impagina Testi, Riceve Le Proposte Di Pubblicazione; ProTT
pone Le Opere Ai Direttori Delle Collane; Redige I Contratti Di Edizione E I Preventivi; Acquisisce I Diritti Esteri.
OSTIA 3.3.2.3.0.1 - Agente Di AssicurazioneConsulente Assicurativo Con Portafoglio Clienti E Potenziale Inquadramento
PORTA FUTURO 2.1.1.4.2.6 - Responsabile Di Sistemi InformativiResponsabile Sistemi Informativi
PORTA FUTURO 5.2.2.3.2.6 - Cameriere Di Sala1 Cameriere Ai Piani Oppure Di Sala (Obbligatoria Iscrizione L. 68/99 Art. 18). Il Cameriere Ai Piani Si Occuperà Dell’allestimento Camere E Della Loro Pulizia ComprensiveDei Bagni Ed Aree Comuni. Il Cameriere Di Sala Dovrà Conoscere Le Diverse Tipologie Di Servizio E Relative Tecniche .TT
CINECITTA’ 6.3.3.2.2.4 - Pellettiere Artigiano Artistico Accessori Di Pelle
Pratico Nella Lavorazione Della Pelle(Borse, Cinte, Portafogli Etc)
COLLEFERRO 4.1.1.1.0.1 - Addetto A Mansioni D’ordine Di SegreteriaIl/La Candidato Ha Maturato Minima Pregressa Esperienza Presso Studi Professionali/Commerciali O PressoL’amministrazione Di Società. Si Richiede DimestichezzaLLCon La Gestione Di Semplici Pratiche Amministrative, Gestione Archivio. Possibile Trasformazione Del Rapporto DiTTLavoro Al Termine Del Tirocinio.TT
PORTA FUTURO 4.1.1.2.0.1 - Addetto Ad Attività Di Back OfficeLa Figura Opererà All’interno Del Reparto CustomerCare, Riportando Al Back Office Supervisor, E Si Occuperà DiGestire Le Richieste Di Assistenza Dei Clienti Non Gestite Direttamente Dal Call Center In Outsourcing, Opererà In Stretto Coordinamento Con Gli Atri Reparti Aziendali(Merchandising, Logistica E Finance), Controllerà Il BuonAndamento Dei Processi Non Interamente Automatizzati, Sovrintenderà Il Processo Di Inserimento Degli Ordini Web Ed Effettuerà Dei Check Volti A Prevenire Le Frodi,
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