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Page 1: B Pietro Metastasio · PDF file2 La canzone percorso 04 Canzonetta di sette strofe composte di quartine doppie di settenari (il primo è irre-lato, l’ultimo di ognuna è tronco),

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BPARTE Le forme poetiche

Pietro Metastasio

Pietro Trapassi, detto Metastasio, nasce a Roma nel1698 da una modesta famiglia di commercianti. Fin daragazzo dimostra un’innata capacità di improvvisareversi e diventa per questo un’attrazione dei salotti ro-mani. Gian Vincenzo Gravina, uno dei fondatori dell’Ac-cademia dell’Arcadia, incontra Pietro proprio inoccasione di uno di questi spettacoli e rimane a talpunto colpito dalla versatilità del giovane nell’improv-visare versi che si addossa la cura della sua educazione.È Gravina stesso a grecizzare in Metastasio il cognomeoriginario di Pietro, giocando sulla relazione esistentetra il termine trapasso e il temine cambiamento che ingreco viene reso con la parola metástasis.Metastasio, ricevuta una solida istruzione classica e fi-losofica, nel 1714 diventa abate, il primo passo per farecarriera nel mondo settecentesco. Quando nel 1718muore Gravina, Pietro eredita la maggior parte dei benidel maestro e ciò gli permette di dedicarsi con tranquil-lità ai propri interessi letterari, entrando anche, nel 1719,a far parte dell’Accademia dell’Arcadia.Andato a Napoli, vi trova nuovi stimoli culturali e la pro-tezione del patriziato partenopeo. Si avvicina al teatro,

che è l’ambito culturale più attivo della città, scrivendotesti per musica. Già i primi lavori riscuotono un discretosuccesso grazie anche alla fraterna relazione con unafamosa attrice del tempo, la Romanina, interprete delmetastasiano Gli orti esperidi. Su consiglio della donnadecide di lasciare la carriera legale, intrapresa per ne-cessità economiche sotto un importante avvocato na-poletano, e di dedicarsi completamente al teatro.La cantante lo accoglie a Roma nella propria casa e in-centiva il genio poetico di Pietro. Sotto la sua influenzaMetastasio scrive diversi melodrammi e nel 1724 ottieneun vero trionfo con la Didone abbandonata. Nei sei annisuccessivi scrive con pari successo altri sei melodrammi.Metastasio, che è dotato di uno eccezionale talento perla composizione e di uno speciale senso per la poetica,scrive le sue opere con incredibile facilità. Pur non es-sendo sempre capolavori letterari, i suoi libretti d’operahanno la straordinaria facoltà di diventare opere eccel-lenti appena messi in musica. La popolarità raggiuntagli frutta l’incarico di poeta cesareo, cioè di poeta uffi-ciale di corte presso il trono imperiale di Vienna, dove ri-mane dal 1730 fino alla morte avvenuta nel 1782.

L’AUTORE

Già prima del 1717 Metastasio scrive Il Giustino, Il con-vito degli dei, idillio epico in ottave, Il ratto d’Europa,idillio mitologico in endecasillabi, La morte di Catone,L’origine delle leggi, e l’ode Sopra il Santissimo Natale.Nel 1717 pubblica a Napoli un volume di Poesie. Inoltresi cimenta spesso nel corso della sua vita con la poesiaaccademica e d’occasione, ma anche con la poesia ar-cadica, con esiti di grande rilievo (famosa è la sua can-zonetta La Primavera).Estesissima è la produzione teatrale: solo tra il 1730 e il1740 Metastasio compone per il teatro imperiale idrammi Adriano, Demetrio, Issipile. Demofonte, Olim-piade, Clemenza di Tito, Achille in Sciro, Temistocle e At-tilio Regolo.Alcuni di essi sono composti per occasioni speciali e conincredibile rapidità (l’Achille in diciotto giorni e l’Iper-mestra in nove).Oltre a ciò si dedica nuovamente ai testi sacri: nel 1730

scrive La Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, che di-venta uno degli oratori più musicati del XVIII secolo.Metastasio e la riforma del melodrammaL’elemento narrativo dei libretti del melodramma sette-centesco è diviso in recitativi (formati dall’azione e daldialogo) e arie (costituite da situazioni più liriche e mu-sicali) e valorizza l’aspetto spettacolare e fantasioso deltesto scenico. Una parte della cultura di stampo razio-nalistico del Settecento disapprova però il melodramma,considerato artificioso e grossolano rispetto alle esi-genze dello spettacolo e della musica.Si avverte dunque l’esigenza di una riforma, anche se ilmelodramma continua a riscuotere un enorme successo,mentre le varie riprovazioni, tra cui quelle di Gravina e diMuratori, o la satira del mondo della musica e dello spet-tacolo fatta da Benedetto Marcello (1686-1739) in Il tea-tro alla moda (1720) non riuscivano a incrinare una delleforme espressive di maggiore rilievo internazionale.

L’OPERA

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percorso 04La canzone

Canzonetta di sette strofe composte diquartine doppie di settenari (il primo è irre-lato,l’ultimo di ognuna è tronco), a schema ABBC DDEC;l’ultimo distico è ripetuto alla fine di ogni strofe, convarianti ai vv. 47 e 55.

METRO:

Una prima riforma è tentata da Apostolo Zeno (1669-1750), poeta ufficiale della corte imperiale di Vienna, edal librettista Pietro Pariati (1665-1733).Metastasio stesso avvia una riforma graduale del melo-dramma e restituisce importanza e dignità al testo me-lodrammatico rispetto alla musica, ricollocandolo alcentro dell’azione scenica, riuscendo nello stesso tempoa far sì che la preminenza dell’aspetto verbale non dan-neggi, anzi esalti il fascino della musica e dello spetta-colo. Gli sono d’aiuto la limpida facilità dei suoi testi, cheportano in questo spettacolo musicale settecentescouna ventata di freschezza e di nuovo equilibrio.Per valorizzare le motivazioni psicologiche che spessoprendono il posto dell’azione, talvolta eccessivamentecomplessa e artificiosa, Metastasio si avvale del baga-glio mitologico della tradizione teatrale settecentesca.Gli eroi metastasiani si muovono in una dimensione dipura fantasia, volutamente irreale, e trovano la loro mas-sima capacità espressiva nelle ariette conclusive dellescene, in cui si tirano le conclusioni dell’azione per losvolgersi della quale è determinante l’intreccio amoroso

che si conclude con il trionfo della virtù. Non manca lapresenza di un’analisi psicologica che contiene in modobonariamente astuto l’idea della vita come inganno e fin-zione, e che esplora la sfera dei sentimenti in modo dametterne in risalto le contraddizioni, senza però comu-nicare allo spettatore la drammaticità del conflitto.La gradualità della riforma del melodramma metasta-siano è scandita dall’avvicendarsi di tre momenti: ini-zialmente la produzione melodrammatica appare moltoattenta alle esigenze teatrali e spettacolari, pur pre-stando una particolare attenzione alla preminenza del li-bretto sulla musica; al periodo viennese corrispondeuna fase più matura della produzione dello scrittore, in-fatti l’equilibrio tra le componenti letterarie e teatralidel testo diventa armoniosamente proporzionato.L’ultimo periodo del teatro metastasiano si conclude,dopo una pausa dovuta in parte alla morte di Carlo VI ealla conseguente guerra di secessione austriaca, conuna produzione piuttosto ripetitiva, anche se ormai bencollaudata: le tematiche affrontate sono le medesime ei personaggi sono sempre più astratti.

La partenza

Ecco quel fiero1 istante:Nice, mia Nice2 addio:Come vivrò, ben mio3

così lontan da te?Io vivrò sempre in pene,

io non avrò più bene;4

Pietro Metastasio

• struttura del testo• tempo• spazio• tema, messaggio, contesto• caratteri stilisticiLa donna amata parte, il poeta resta con i ricordi di lei, con il patimento della lon-

tananza, con la nostalgia dei momenti passati insieme e un sottile sentimento di ge-losia. Tutto è però stemperato in un vago “intenerimento del cuore”. In questacanzonetta, molto celebre nel Settecento, il poeta dimostra la sua capacità di de-scrivere una situazione affettiva infelice con delicata sensibilità, che non escludeperò una limpida acutezza psicologica introspettiva.

1 fiero: terribile, crudele; il motivo dellapartenza e della separazione dolorosaè sfumato in tenera melodia senti-mentale, ed è comune nella liricad’Arcadia.

2 Nice: la donna amata da Metastasio.

3 ben mio: mio amore.4 Io vivrò... bene: il linguaggio è sem-

plice, come in tutto il componimento,e corrisponde a sentimenti altrettantosemplici e comuni.

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BPARTE Le forme poetiche

5 e tu... di me!: alla fine di ogni doppia quar-tina si ripetono queste parole come motivoricorrente, che rappresenta il motivo dellagelosia ammorbidita nella pena dolorosa etenera del distacco. Le allitterazioni sonocentrate sul verbo sovverrai, unica parolanon monosillabica del ritornello.

6 Soffri… piè: sopporta almeno che il mio pen-siero, che ti seguirà ovunque tu vada (se-guace = che ti segue), ti venga dietro,seguendo le orme del tuo cammino, in cercadella pace che ho perduto e che solo il tuoamore mi sapeva dare.

7 Sempre... sempre: è un’anafora, che anticipaquelle presenti nei versi dispari delle due ul-time strofe (Oh, Dio!; Oh, Dio!).

8 fra remote sponde: in luoghi solitari, testi-moni del passato amore tra il poeta e Nice, eora lontani da lei; il paesaggio indeterminatoe solitario è lo sfondo del fantasticare amo-roso, ma più che nella tristezza del presenteil poeta vive già in un futuro indefinito fatto diricordi e sogni, come viene sottolineato piùoltre anche Dall’una... aurora.

9 piaggie: luoghi.10 tormento: è la dolce pena legata ai ricordi

amorosi.11 cento... cento: è un’iperbole largamente im-

piegata nel linguaggio melodrammatico.12 di pace… mi diè: Nice, arrossita per le of-

ferte d’amore del poeta, poi in segno di resagli offre la sua bella mano.

13 Quando vedrai: il discorso poetico continuain questa quartina e nella seguente, nono-stante il segno forte dell’interpunzione inter-rogativa; il poeta esprime la sua gelosiaquando pensa ai molti omaggi cavallereschiche riceverà Nice lontana da lui, la quale,forse, non si ricorderà più di lui.

e tu, chi sa se maiti sovverrai di me!5

Soffri che in traccia almenodi mia perduta pacevenga il pensier seguacesu l’orme del tuo piè.6

Sempre7 nel tuo cammino,sempre m’avrai vicino;e tu chi sa se maiti sovverrai di me!

In fra remote sponde8

mesto volgendo i passi,andrò chiedendo ai sassi,la ninfa mia dov’è?

Dall’una all’altra aurorate andrò chiamando ognora,e tu, chi sa se maiti sovverrai di me!

Io rivedrò soventele amene piaggie,9 o Nice,dove vivea felice,quando vivea con te.

A me saran tormento10

cento memorie e cento;11

e tu, chi sa se maiti sovverrai di me!

Ecco, dirò, quel fontedove avvampò di sdegno,ma poi di pace in pegnola bella man mi die’.12

Qui si vivea di speme;là si languiva insieme;e tu, chi sa se maiti sovverrai di me!

Quanti vedrai,13 giungendoal nuovo tuo soggiorno,quanti venirti intornoa offrirti amore, e fé?

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Oh Dio! chi sa fra tantiteneri omaggi e pianti,oh Dio! chi sa se maiti sovverrai di me!

Pensa qual dolce strale14

cara, mi lasci in seno:pensa che amò Fileno15

senza sperar mercé;16

pensa, mia vita, a questobarbaro addio funesto;pensa... Ah chi sa se maiti sovverrai di me!

P. Metastasio, Tutte le opere, a cura di B. Brunello, Mondadori

14 dolce strale: dolce ferita d’amore.15 Fileno: nome arcadico dell’innamorato, più volte citato

nelle cantate di Metastasio.16 mercè: ricompensa.

1 In che cosa consiste quel fiero istante?

2 Quale situazione affettiva delinea la partenza di Niceper il poeta?

Il poeta segue il viaggio dell’amata con pensieri te-neramente amorosi, a volte lievemente gelosi

Il poeta segue mentalmente il viaggio dell’amatacon cuore angosciosamente addolorato

3 Oltre a seguire il viaggio di Nice con il pensiero, chealtro fa il poeta?

Rivisita il luoghi che hanno visti felici lui e NiceRicorda i momenti gioiosi trascorsi insiemeSi tormenta perché crede che Nice non lo ami abba-

stanza, avendo preferito quel viaggio alla sua vicinanza

4 Quale particolare episodio del suo amore con Nice ri-corda il poeta?

5 In quali versi il poeta esprime la sua gelosia conside-rando i molti omaggi cavallereschi che riceverà Nicelontana da lui, la quale, forse, non si ricorderà più di lui.

6 Come appare il paesaggio che è sullo sfondo del fan-tasticare amoroso del poeta?

Definito nei vari particolari e abitato da pastoriIndeterminato e solitario

7 Il poeta vive nella tristezza del presente oppure è giàproiettato in un futuro indefinito fatto di ricordi e sogni?

8 Qual è il significato del verbo Soffri al verso 9?SubisciPatisciSopporta

9 Quale significato assume il motivo ricorrente e tu, chisa se mai / ti sovverrai di me! alla fine di ogni doppiaquartina?

Rappresenta il motivo della gelosia addolcita nellapena dolorosa e tenera del distacco

Rappresenta il motivo del rimpianto per il penosodistacco da Nice

10Qual è l’unica parola non monosillabica del ritornello?

11Quale figura retorica contiene?

12Quale figura retorica è presente nelle espressionisempre… sempre, Oh, Dio!... oh, Dio!, pensa… pensa?

13La musicalità è l’elemento dominante della canzo-netta. Da quali elementi è determinata?

14La separazione che divide due persone che si vo-gliono bene può avere effetti distruttivi su uno deidue o su entrambi, oppure può essere vissuta con se-rena accettazione dell’inevitabile. Esponi l’argomentoin un testo di tipo argomentativo.

A

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C

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COMPRENDERE ANALIZZARE

RIFLETTERE E RIELABORARE

VERIFICHE TESTUALI

percorso 04La canzone