AZZARITI-Afasia Delle Opposizioni

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Ti trovi in: Home SOTTOLINEATO Sulle riforme, l'afasia delle opposizionisabato, 21 marzo, 2015 12:28 0 commentiViews: 6Condividi su TwitterTwitter FacebookFacebook DeliciousDelicious DiggDigg StumbleuponStumble RedditRedditAutore:RedazioneTags:Opposizione Renzi Riforma costituzione310x0_1425989949010_rainews_20150310131653879Nel dibattito parlamentare sulla riforma costituzionale emersa in tutta la sua drammatica evidenza l'impotenza delle opposi L'epilogo del dibattito alla Camera appare, anche dal punto di vista simbolico, espressione della confusione e della debolezza delle forze che a volte coraggiosamente, aolte meno provano a contrastare la rivoluzione passiva del governo in carica. Tutti in balia ormai dei giochi e dei tatticismi che permettono al pi abile tra i giocolieri incere a mani basse ogni partita, mentre le altre parti in causa non riescono neppure a far comprendere i motivi della propria sconfitta. Sfumano sino a sparire le ragio del conflitto, rimangono in superficie solo i lamenti ovvero i sempre pi inverosimilopositi di rivalsa.Pensiamo alla vicenda dell'Aventino. Le opposizioni, a conclusione di una battaglia parntare confusa, dominata dalla forzatura di tutti gli strumenti procedurali, poste nelondizioni di non poter far valere le proprie ragioni nel dibattito in assemblea, decidono di non partecipare pi ai lavori. Un atto estremo, che vale a denunciare (se i comportamenti politici avessero ancora un senso) l'assoluta impraticabilit della via par Non pi solo radicale dissenso, bens ben oltre la pratica dell'ostruzionismo parlamenil disconoscimento definitivo del processo di riforma costituzionale in corso di svolnto.E, infatti, gran parte degli articoli della nuova costituzione sono stati votati in assenza delle opposizioni, in un aula tragicamente semi-vuota. Non so se l'Aventino sia stata una scelta opportuna francamente non credo ma quel che dimostra l'approssimazione dei comportamenti politici, anche di radicale contrasto, stato il repentino ripeto. Il ritorno in aula per la votazione finale rappresenta, infatti, una clamorosa confessione di errore.Come si pu spiegare altrimenti prima la rinuncia a opporsi nel merito per delegittimare le azioni parlamentari di una maggioranza arrogante, poi la rilegittimazione della maggioranza nel momento della ratifica finale? Dov' la logica politica, oltre che costituzionale, di un simile atteggiamento? Evidentemente quel che s' cercato stato l'momento, la polemica spicciola, la risonanza mediatica che un'azione plateale, ma vuota, avrebbe ottenuto. Poi, prodotto l'effetto, si pu ricominciare a trattare, tornare, co se niente fosse, al tavolo da gioco. Un tavolo che, se non si voleva far saltare, non si doveva mai abbandonare. Un gioco quello della democrazia parlamentare che ebbe indurre ciascun giocatore a non uscire in nessun momento dal campo neppure di fronte all'arroganza del potere dei pi forti. La sinistra, le opposizioni, non vinceranno mai se staranno pi attente ai titoli dei telegiornali che non alla sostanza delle cose.Ed anche guardando alla sostanza delle cose si percepiscono le difficolt delle opposii a contrapporsi al disegno di riforma costituzionale del governo in carica. Infatti, solo in un momento s' affacciata da parte delle opposizioni l'ipotesi di un'altra riforma costituzionale possibile: il cosiddetto progetto Chiti, che auspicava l'istituzione diSenato delle garanzie. Non che questa fosse la migliore delle riforme possibili, ben pi radicale e auspicabile sarebbe stata la proposta del monocameralismo accompagsistema elettorale proporzionale, che non a caso nessuno ha avanzato in sede parla Nondimeno s' trattato almeno di un tentativo di far sentire un'altra voce e non solo lce del padrone. Dopo di allora, incardinata la discussione sul progetto governativo, nessun altra proposta alternativa stata avanzata, s' provato solo nei casi miglioriare gli eccessi di un disegno mai pi rimesso in discussione nella sua filosofia di fondo, agendo unicamente di rimessa.Non credo che la miseria della cronaca possa spiegare l'afasia delle opposizioni. Sar pur vero che il successo della riforma trova il proprio fondamento nei patti privati contratti in luoghi appartati (il Nazareno), che ha prosperato in forza delle minacce o lle blandizie ai singoli (l'incombente paura di una conclusione ravvicinata di una legra che terrorizza i pi pavidi tra i nostri rappresentanti), che conta sul richiamo ai vincoli d'appartenenza (la lealt al governo, la disciplina di partito). Tutti questi fatti, in caso, spiegano le meschinit cui si ricorre per imporre una riforma di Palazzo, ma non giustifica la mancanza di idee alternative forti da parte di chi aspira a ribaltare lo stato di cose presenti.Mentre si rinunciato a condurre battaglie di principio sulle questioni di fondo, la ca puramente emendativa al progetto di riforma del governo ha ottenuto alcuni risultati: qualche competenza in pi ad un senato scombiccherato, un addolcimento delle modaloto sui provvedimenti che il governo potr pur sempre imporre ad un parlamento recalcite, un illusorio rafforzamento delle modalit di elezione per le istituzioni di garan potranno comunque essere conquistate dalle maggioranze parlamentari. stata questa ndotta tesa a limitare i danni, ma anche la confessione di una debolezza strategica.In verit, il quesito di fondo un altro. Le opposizioni anzich oscillare tra i pi r rifiuti e le pi dialoganti proposte emendative si sarebbero dovute concentrare sumendamenti tesi a ribaltare la prospettiva del governo. Perch non stata chiesta con ecessaria energia la cancellazione di un Senato irrimediabilmente dopolavoristiaggiosamente un reale superamento del bicameralismo perfetto per garantire la riunlla rappresentanza politica reale? Perch non si rivendicato il riequilibrio dellagoverno a favore del parlamento contro il dominio dell'esecutivo? Perch non si voluto maginare il rafforzamento delle istituzioni di garanzia costituzionale al fine di ai controlli sui poteri governanti?Perch tali proposte non avrebbero avuto nessuna possibilit di essere accolte, la ri buon senso. Un eccesso di buon senso. In tal modo si finisce per scordare che il parlamento non serve solo a decidere, ma anche a rappresentare. il luogo dove le diverse visioni politiche devono confrontarsi e che il dibattito in pubblico nelle assembe un modo privilegiato di formazione dell'opinione pubblica consapevole. In parlrebbero pi di frequente condurre battaglie di minoranza, senza possibilit di vittodiato, ma con lo sguardo rivolto al prossimo futuro, quando si pu sperare di riuscire a modificare gli equilibri politici del presente.Se questo vero sempre, nel caso delle riforme costituzionali doveroso. Infatti, dopoe decisioni del parlamento c' la possibilit di un referendum. Se non si sar in gradmergere con forza un'altra idea di democrazia costituzionale, assai probabile che l'al popolo si trasformer in un plebiscito sul solo progetto proposto dall'unico attore to sulla scena.Ora la discussione alla Camera s' chiusa. C' poco da sperare che nei prossimi passaggi pamentari possa riaprirsi qualche spazio per rimettere in discussione l'impianto comple di una riforma regressiva. Fuori dal Palazzo per le formazioni sociali i partiti, i sindacati, le associazioni culturali, i ceti intellettuali, le coalizioni sociali ltima possibilit per cercare di proporre un'altra visione della politica e della costine. Oggi minoritaria, domani chiss.Gaetano Azzariti - il manifesto