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AUSTRALOPITHECUS AFRICANUS SPECIE: Australopithecus africanus. ETÀ: da 3,3 a 2,1 milioni di anni fa. LOCALITÀ: Taung, Sterkfontein, Makapansgat e Gladysvale (Sud Africa)

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AUSTRALOPITHECUS AFRICANUS

SPECIE: Australopithecus

africanus.

ETÀ: da 3,3 a 2,1 milioni

di anni fa.

LOCALITÀ: Taung,

Sterkfontein,

Makapansgat e Gladysvale

(Sud Africa)

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INDICE.

IL BAMBINO DI TAUNG

UNA NUOVA SPECIE DI OMINIDE

COPINIONI CONTRASTANTI

LA CONFERMA VENNE DA: STERKOFONTEIN ALTRE CONFERME DA: MAKAPANSGAT - KROMDRAAI - SWARTKRANS.

IL CIOTTOLO DI MAKAPANSGAT

FILMATO

L'ingresso principale delle grotte di Sterkfontein

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IL BAMBINO DI TAUNG.

Per l’arco di tempo che va dai

tra 3 ai 2,5 milioni di anni fa,

la più importante

documentazione di Ominidi

fossili proviene dal

Sudafrica, mentre quella

dell’Africa orientale, così

ampia e significativa per le

epoche precedenti, è del

tutto lacunosa e

frammentaria. Negli strati

della fine del Pliocene del

Sudafrica sono stati scoperti

numerosi resti di Ominidi,

databili tra 3 e 2,4 milioni di anni e attribuibili per la

maggior parte a un’unica specie: l’Australopithecus africanus. Nel 1924 il proprietario di una cava di calcare trovò

casualmente un piccolo cranio scimmiesco in un blocco di

breccia che costituiva il deposito consolidato del crollo di

un’antica caverna a Taung in Sudafrica. Il campione venne

portato a Raymond Dart, un anatomista dell’università di

Witwatersrand di Johannesburg (Sud Africa). Egli intuì

immediatamente l’importanza della scoperta, in quanto il

cranio, malgrado il suo aspetto superficialmente

scimmiesco,

possedeva diverse

caratteristiche

umane. Assieme al

cranio non furono

trovati utensili di

pietra, ma

numerose ossa di

mammiferi. Il

cranio, completo di

mascelle e di denti,

fu subito chiamato

il "Bambino di Taung". L'età di

questo fossile

venne stimata tra i

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2 e i 3 milioni di anni. I denti dimostravano che si trattava di un bambino di 5 o 6 anni,

ma considerando che gli umani maturano meno velocemente forse ne aveva soltanto 3.

Il cranio del bambino di Taung TORNA

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UNA NUOVA SPECIE DI OMINIDE.

Raymond Dart studiò con attenzione il reperto e notò che:

Il cranio era arrotondato.

Mancava una pronunciata arcata sopraccigliare.

Il foramen magnum (l’apertura che consente il passaggio del midollo spinale),

era situato al centro della base

cranica, come negli esseri umani,

invece di essere spostata all’indietro

come nelle scimmie antropomorfe.

L’arcata dentaria presentava un

aspetto regolare ed arrotondato, i

canini erano corti e che l’anatomia dei

molari era regolare.

Il volume del cervello era di 410

cc, e da adulto poteva arrivare ad un

volume di 440 cc.

Senza alcun dubbio Dart arrivò alla

conclusione che quei reperti fossili,

decisamente più moderni dell'A.

afarensis, dovevano appartenere ad una nuova specie che chiamò: Australopithecus africanus. TORNA

OPINIONI CONTRASTANTI. Nonostante la sua fama, quando Dart annunciò la sua scoperta, trovò molti oppositori

che asserivano che il cranio di Taung era sicuramente di una scimmia antropomorfa. In Inghilterra il singolo reperto di Dart non aveva convinto gli scienziati, affascinati da una visione eurocentrica delle origini umane sorretta dal cranio di Piltdown, più tardi rivelatosi uno dei più fortunati falsi scientifici. Alcuni studiosi europei dubitarono

della legittimità di usare un esemplare immaturo per istituire una nuova specie e si

spinsero fino al punto di ipotizzare che se l'individuo di Taung avesse raggiunto la

maturità, esso si sarebbe evoluto in una scimmia. Dart venne emarginato dalla

comunità scientifica, nonostante i ripetuti tentativi di pubblicazioni dei suoi studi sul

fossile di Taung. Dart ebbe la sua rivincita a partire dagli anni cinquanta, quando

cominciarono a saltar fuori in tutta l’Africa meridionale ed orientale (Kenya, Etiopia)

fossili che, in qualche modo, assomigliavano al bambino di Taung. Sembrava proprio che l’A. afarensis si fosse evoluto in A. africanus. TORNA

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LA CONFERMA VENNE DA: STERKFONTEIN.

Nel 1936 Robert Broom (vedi foto)

(paleontologo che aveva sostenuto Dart nella

sua battaglia per il riconoscimento dello

status di ominide del cranio di Taung)

organizzò, con l’assistenza del Dr, John

Robinson, una campagna di scavi a

Sterkfontein (foto sotto) a 30 miglia da

Johnnesburg.

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Furono trovate molte ossa di ominidi, tra cui: una mascella, molti denti, ossa di arti e

del tronco tra cui, particolarmente interessante, una pelvi quasi completa ed una parte

di un femore di un esemplare adulto di femmina

molto piccolo (un esempio di dimorfismo sessuale).

Nei luoghi di scavo furono rinvenuti diversi utensili

di pietra e ossa di mammiferi, tra cui insettivori,

primati, roditori e qualche carnivoro. Broom ritenne

che questi fossili di ominidi fossero simili al piccolo

australopiteco di Taung, ma non identici; quindi

impose un suo nome a questi ominidi: Plesianthropus

transvaalensis. Nel 1947 fu ritrovato un bel cranio

di un individuo cui fu affibbiato il nomignolo di:

"Mrs. Ples” che, a dispetto del nome, era un

maschio adulto, risalente a 2,5 milioni di anni. Questo cranio possedeva diverse

caratteristiche interessanti:

La volta arrotondata e con un volume del cervello di 485 cm3. ;

L’arcata sopracciliare leggera.

Il foramen magnum era in posizione avanzata.

La cresta ossea sul

retro era bassa.

Mancavano i denti,

ma gli alveoli erano

disposti su un’arcata

arrotondata e non

allungata.

Dalla conformazione della

mandibola si dedusse che

i denti anteriori dovevano

essere piccoli e i molari

grandi e di forma

irregolare.

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Era un onnivoro quindi poteva metabolizzare energia da uno spettro molto ampio di

risorse (erba, tuberi coriacei, carne rinsecchita di animali morti nella savana).

Le ossa degli arti superiori erano

piccole, non dissimili da quelle

umane; mentre le pelvi erano un

mescolanza di caratteristiche

umane e scimmiesche. L'osso

pelvico era più allungato rispetto a

quello delle scimmie, costituendo

un'altra prova del bipedismo (a

differenza del bipedalismo, il bipedismo

non richiede

alcun ausilio

delle

braccia per

il mantenimento dell'equilibrio) di queste specie.

Questo esemplare prima di essere riconosciuto come

Australopithecus africanus venne chiamato Plesianthropus

transvaalensis ossia "prossimo all'uomo.

Per concludere i reperti di Sterkfontein assieme al cranio di

Taung vennero raggruppati e considerati rappresentanti della

specie: A. africanus. Questi ominidi devono aver avuto una

costituzione definita “gracile”, con ossa poco massicce. Il

loro peso si aggirava intorno ai 30 kg.

TORNA

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ALTRE CONFERME DA: MAKAPANSGAT – KROMDRAAI - SWARTKRANS.

Makapansgat è un sito archeologico situato nelle valli Makapansgat e Zwartkrans, a

nordest di Mokopane nella provincia del Limpopo, in Sudafrica.

Si tratta di un importante sito paleontologico, con depositi calcarei che contengono

anche resti di Australopithecus, il che permette di datare il sito tra i 3,0 ed i 2,6

milioni di anni fa.

In questo sito Dart trovò altri resti di A. africanus. Questi reperti consistevano in

crani incompleti, mandibole, denti ed ossa postcraniche e la datazione di questi

reperti era simile a quella di Taung e Sterkfontein.

La scoperta dei ricchi depositi fossiliferi nelle caverne dei siti di Makapansgat (a

partire dal 1948) e Sterkfontein (a partire dal 1936), nella regione sudafricana del

Transvaal, fornì numerosi esemplari adulti di A. africanus, confermando la concezione

di Dart, secondo il quale queste creature erano veri ominidi e non scimmie

antropomorfe fossili.

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Un'ulteriore comprensione della differenziazione degli australopitecini si ebbe con la

scoperta di esemplari fossili

di ominidi nelle caverne di due

altri siti, Kromdraai (dal

1938) e Swartkrans (dal

1948), sempre nella regione

del Transvaal.

Gli ominidi di questi ultimi due

siti erano di costituzione più

robusta, con creste

variamente sviluppate sul

cranio e poderose mascelle

con molari e premolari

massivi.

L'appellativo iniziale di

Paranthropus robustus,

conferito a questi ominidi da

R. Broom, è ancora utilizzato

da alcuni ricercatori, anche se

la maggior parte di essi vi si

riferisce con il nome di

Australopithecus robustus.

TORNA

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IL CIOTTOLO DI MAKAPANSGAT.

In questo sito fu scoperto il famoso “ciottolo di Makapansgat” (foto della valle sotto).

Un ciottolo di 260 grammi,

in cui è raffigurato

grezzamente un volto

umano, trovato nel 1925 a

Makapansgat, nel Sud Africa. Si tratta di un

ciottolo antropomorfo,

ritenuto casuale dagli studiosi, (non si sono trovate

tracce di lavorazione) che un australopiteco avrebbe

trasportato della caverna di Makapansgat facendo un

percorso di 4,8 km (la distanza dal fiume più vicino).

Quando questo ominide pescò il sasso dal torrente, lo

fissò e intuì la sua strana somiglianza con un volto, incuriosito lo portò con sé nella sua

grotta. Potrebbe essere il primo esempio conosciuto di un antenato umano che espone

un pensiero simbolico o un senso estetico. Il colore rosso così marcato, aveva convinto gli archeologi che il reperto fosse stato dipinto. Questa convinzione resse per 72 anni, quando, l'analisi al miscroscopio, stabilì che il colore era naturale.

TORNA

(La grotta dove è stato trovato il ciottolo)