ASSOCIAZIONISMO 15 Quello che gli uomini non fanno...colo >, ma abbiamo vo - luto abbracciare il...

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V olevamo intitolare questo arti- colo << “Quello” … che le donne non dicono >>, ma abbiamo vo- luto abbracciare il pensiero della dott.ssa Ilde Loreti, presidente dell’associazione L’altro volto delle Donne” e responsa- bile della casa famiglia “Ma Maisonche con fermezza a proposito della lotta alla violenza di Genere ci dice: “Questa battaglia dovrebbero portarla avanti gli uomini perché l’identificazio- ne di uomo è con l’uomo che crede nel rapporto con la donna, che crede che la stessa non sia una subalterna e che abbia delle potenzialità elevate; questo lo dico- no i più grandi saggi, lo diceva anche Pla- tone che la donna è l’essenza della vita”. La dott.ssa Ilde Loreti, continua a farci conoscere il suo lavoro e le sue battaglie accompagnandoci in un mondo di cui spesso, troppo spesso, ne parliamo scan- dalizzati anche se non si conosce il dram- ma che molte donne, unitamente ai pro- pri figli vivono, un dato allarmante sono le 165 donne uccise dal- l'inizio dell'anno per mano dell'uomo di cui si fidavano! L'unica arma che la donna ha per proteg- gere se stessa ed i propri figli è sporgere denuncia querela contro l'autore della violenza e attivata la denuncia la donna dovrà seguire un percorso di sostegno ad elaborazione della sua storia, ed affidar- si ad un avvocato per evitare la possibile di archiviazione! L'uomo violento non può essere identifi- cato come "Uomo", poiché “l’Uomo, in- teso come Genere, è quell’essere che con una donna crea un rapporto di scambio, che costruisce insieme a lei l’amore indi- spensabile per costruire una sana fami- glia ed educare i propri figli nel rispetto reciproco”. Chi è l’uomo violento e come agisce? L’uomo violento è un uomo lucido nel proprio intento, non è quindi da conside- rare malato! L’uomo violento è l’uomo che abbiamo accanto, è l’uomo a cui ri- poniamo la nostra vita, la fiducia, ed è l’uomo che tradisce tutto questo. L’uomo violento è un uomo molto fragile che ha un at- teggiamento patriarcale molto accentuato e molto spesso ne è connivente la sua famiglia di origine; è un uomo che lucidamente eser- cita atteggiamenti prevari- canti verbali e fisici sulla donna che considera sua proprietà. L’uomo violento tesse una vera e propria tela come un ragno, svilisce lentamente la donna. La spirale della violenza , nasce agli inizi del secolo scorso in America, arriva in Italia negli anni '70; a tut- t'oggi è presente nelle Asso- ciazioni di Genere come strumento di individuazione visiva delle tecniche maschiliste per il con- trollo sulla donna. Uomini, le donne sono l’essenza della vita, amiamole, difen- diamole e proteggiamole, insieme ai lo- ro figli, da chi "Uomo" non é ! 15 ASSOCIAZIONISMO IN PRIMO PIANO L’altro volto delle donne Quello che gli uomini non fanno … L ’intervento del Pedagogista Fami- liare®, mette in luce alcuni aspetti di problematicità dei rapporti all’inter- no del nucleo familiare del bambino con DSA - Disturbi Specifici dell'Appren- dimento e interviene per aiutare il bam- bino o il ragazzo, al fine di renderlo au- tonomo, nell'apprendimento e nel lin- guaggio, sostenendo i genitori per una collaborazione con il proprio figlio nel- la famiglia. La Legge 8 ottobre 2010, n. 170 ricono- sce la dislessia, la disgrafia, la disorto- grafia e la discalculia, quali difficoltà specifiche di apprendimento, denomi- nati «DSA», che si manifestano in pre- senza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. I DSA so- no quindi un gruppo eterogeneo di dif- ficoltà che si manifestano solamente nell’acquisizione delle abilità scolasti- che quali la lettura, la scrittura e il cal- colo. La loro caratteristica principale è quin- di la specificità; la difficoltà riguarda uno specifico dominio di abilità in mo- do significativo ma circoscritto, la- sciando intatto il funzionamento intel- lettivo generale. La presente Legge persegue, per le per- sone con DSA, le seguenti finalità: a) garantire il diritto all'istruzione; b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di suppor- to, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzia- lità; c) ridurre i disagi relazionali ed emo- zionali; d) adottare forme di verifica e di valuta- zione adeguate alle necessità formative degli studenti; e) preparare gli insegnanti e sensibiliz- zare i genitori nei confronti delle pro- blematiche legate ai DSA; f) favorire la diagnosi precoce e percor- si didattici riabilitativi; g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione; h) assicurare eguali opportunità di svi- luppo delle capacità in ambito sociale e professionale. Il compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, attivano, previa apposita comunicazio- ne, alle famiglie interessate interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla ba- se dei protocolli regionali di cui all'arti- colo 7, comma 1. Per questo motivo negli anni 2010 e 2011, nell'ambito dei programmi di for- mazione del personale docente e diri- genziale delle scuole è assicurata un'adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA. Genitori con figli DSA - 1^ parte di Angelo Zammuto www.logoseditore.com Novembre 2017 I FATTI NOVEMBRE 2017 VERS 3_Layout 1 23/10/2017 22:45 Pagina 15

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Volevamo intitolare questo arti-colo << “Quello” … che le

donne non dicono >>, ma abbiamo vo-luto abbracciare il pensiero della dott.ssaIlde Loreti, presidente dell’associazione“L’altro volto delle Donne” e responsa-bile della casa famiglia “Ma Maison”che con fermezza a proposito della lottaalla violenza di Genere ci dice:“Questa battaglia dovrebbero portarlaavanti gli uomini perché l’identificazio-ne di uomo è con l’uomo che crede nelrapporto con la donna, che crede che lastessa non sia una subalterna e che abbiadelle potenzialità elevate; questo lo dico-no i più grandi saggi, lo diceva anche Pla-tone che la donna è l’essenza della vita”.La dott.ssa Ilde Loreti, continua a farciconoscere il suo lavoro e le sue battaglieaccompagnandoci in un mondo di cuispesso, troppo spesso, ne parliamo scan-dalizzati anche se non si conosce il dram-ma che molte donne, unitamente ai pro-pri figli vivono, un dato

allarmante sono le 165 donne uccise dal-l'inizio dell'anno per mano dell'uomo dicui si fidavano!L'unica arma che la donna ha per proteg-gere se stessa ed i propri figli è sporgeredenuncia querela contro l'autore dellaviolenza e attivata la denuncia la donnadovrà seguire un percorso di sostegno ad

elaborazione della sua storia, ed affidar-si ad un avvocato per evitare la possibiledi archiviazione!L'uomo violento non può essere identifi-cato come "Uomo", poiché “l’Uomo, in-teso come Genere, è quell’essere che conuna donna crea un rapporto di scambio,

che costruisce insieme a lei l’amore indi-spensabile per costruire una sana fami-glia ed educare i propri figli nel rispettoreciproco”. Chi è l’uomo violento e come agisce?L’uomo violento è un uomo lucido nelproprio intento, non è quindi da conside-rare malato! L’uomo violento è l’uomoche abbiamo accanto, è l’uomo a cui ri-poniamo la nostra vita, la fiducia, ed èl’uomo che tradisce tutto questo. L’uomo violento è un uomomolto fragile che ha un at-teggiamento patriarcalemolto accentuato e moltospesso ne è connivente lasua famiglia di origine; è unuomo che lucidamente eser-cita atteggiamenti prevari-canti verbali e fisici sulladonna che considera suaproprietà. L’uomo violento tesse unavera e propria tela come unragno, svilisce lentamente ladonna.La spirale della violenza ,nasce agli inizi del secoloscorso in America, arriva inItalia negli anni '70; a tut-t'oggi è presente nelle Asso-ciazioni di Genere comestrumento di individuazione

visiva dellet e c n i c h emaschilisteper il con-trollo sulladonna.uomini, ledonne sonol’essenza della vita, amiamole, difen-diamole e proteggiamole, insieme ai lo-ro figli, da chi "uomo" non é !

15ASSOCIAZIONISMO

IN PRIMO PIANO

L’altro volto delle donne

Quello che gli uomini non fanno …

L’intervento del Pedagogista Fami-liare®, mette in luce alcuni aspetti

di problematicità dei rapporti all’inter-no del nucleo familiare del bambino conDSA - Disturbi Specifici dell'Appren-dimento e interviene per aiutare il bam-bino o il ragazzo, al fine di renderlo au-tonomo, nell'apprendimento e nel lin-guaggio, sostenendo i genitori per unacollaborazione con il proprio figlio nel-la famiglia. La Legge 8 ottobre 2010, n. 170 ricono-sce la dislessia, la disgrafia, la disorto-grafia e la discalculia, quali difficoltàspecifiche di apprendimento, denomi-nati «DSA», che si manifestano in pre-senza di capacità cognitive adeguate, inassenza di patologie neurologiche e dideficit sensoriali, ma possono costituireuna limitazione importante per alcuneattività della vita quotidiana. I DSA so-no quindi un gruppo eterogeneo di dif-ficoltà che si manifestano solamentenell’acquisizione delle abilità scolasti-che quali la lettura, la scrittura e il cal-colo. La loro caratteristica principale è quin-di la specificità; la difficoltà riguardauno specifico dominio di abilità in mo-do significativo ma circoscritto, la-sciando intatto il funzionamento intel-lettivo generale.La presente Legge persegue, per le per-sone con DSA, le seguenti finalità:a) garantire il diritto all'istruzione; b) favorire il successo scolastico, anche

attraverso misure didattiche di suppor-to, garantire una formazione adeguata epromuovere lo sviluppo delle potenzia-lità; c) ridurre i disagi relazionali ed emo-zionali; d) adottare forme di verifica e di valuta-zione adeguate alle necessità formativedegli studenti; e) preparare gli insegnanti e sensibiliz-zare i genitori nei confronti delle pro-blematiche legate ai DSA; f) favorire la diagnosi precoce e percor-si didattici riabilitativi; g) incrementare la comunicazione e lacollaborazione tra famiglia, scuola eservizi sanitari durante il percorso diistruzione e di formazione; h) assicurare eguali opportunità di svi-luppo delle capacità in ambito sociale eprofessionale. Il compito delle scuole di ogni ordine egrado, comprese le scuole dell'infanzia,attivano, previa apposita comunicazio-ne, alle famiglie interessate interventitempestivi, idonei ad individuare i casisospetti di DSA degli studenti, sulla ba-se dei protocolli regionali di cui all'arti-colo 7, comma 1.Per questo motivo negli anni 2010 e2011, nell'ambito dei programmi di for-mazione del personale docente e diri-genziale delle scuole è assicurataun'adeguata preparazione riguardo alleproblematiche relative ai DSA.

Genitori con figli DSA - 1^ parte

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