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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’AZIENDA USL VALLE D’AOSTA ONLINE SUL SITO AUSL.VDA.IT MEDICINA STRUTTURE E SERVIZI N 63/anno XVI - giugno 2015 - Aosta - REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE DI AOSTA N. 2 10/99 DEL 29/11/99 Continua a pag 2 SPECIALE 20 PAGINE CAMBIO AL VERTICE DELL’AZIENDA SANITARIA Massimo Veglio è il Direttore Generale pro tempore, affiancato da Daniela Tarello, nel ruolo di Direttore amministrativo. A settembre è prevista la nomina del nuovo manager Il saluto di Lorenzo Ardissone, nominato da poco Direttore generale della USL TO4, ai dipendenti e collaboratori Per me non è semplice trovare le parole capaci di rappresentare cosa provo prima dal lato umano e poi da quello professionale. Quello che riesco a dirVi è grazie, grazie davvero di cuore. Grazie per la collaborazione professionale che ho avuto da Voi in questi anni e grazie per come siete dal lato umano. È il Vostro essere professionisti e persone, persone e professionisti che ga- rantisce alla cittadinanza della Valle d’Aosta la certezza di essere curati nel- la maniera appropriata, sia nell’ascolto che nella professionalità. Idealmente Vi stringo la mano e Vi abbraccio. Ciao a Tutti. Lorenzo Massimo Veglio, come è noto, svolgerà le funzioni di Direttore ge- nerale pro tempore fino alla nomina di un nuovo Direttore genera- le da parte della Giunta regionale. Nel frattempo sono stati riaperti i termini per l’aggiornamento dell’elenco regionale degli aspiranti manager. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 9 luglio. Secondo quanto dichiarato recentemente dall’Asses- sore alla Sanità, Antonio Fosson, nel mese di settembre l’Azienda sanitaria valdostana dovrebbe avere un nuovo direttore generale e, con esso, la nuova direzione strategica. L’AZIENDA USL PREMIATA ALL’EXPO 2015 Il progetto di promozione della salute “La sincronia del benes- sere” si è classificato al 1° posto nel concorso nazionale Bollini Rosa 2015 promosso da Onda (Osservatorio nazionale sulla sa- lute della Donna) L a comunicazione ufficiale era giunta in Azienda il 4 febbraio scorso, con una lettera firmata dalla Presidente di Onda (Osservatorio na- zionale sulla salute della donna), Francesca Merzagora e con la richiesta precisa del “silenzio stampa” fino a premiazione avvenuta. Nella nota si leggeva che il progetto “la sincronia del benessere: alimentazione, atti- vità fisica, autostima e bellezza autentica” era risultato vincitore all’in- terno del concorso 2015 “Alimentazione nei cicli vitali della donna” “es- sendo stato valutato tra i quattro migliori pervenuti”. La premiazione, così veniva scritto, si sarebbe svolta nel Media Center di Expo nel corso del mese di giugno. E così, lunedì 22 giugno, a Milano, all’interno di Expo 2015, sono stati proclamati i vincitori del concorso nazionale dedicato all’alimentazione nei diversi cicli vitali della donna, concorso che ha visto la partecipazio- ne delle principali realtà sanitarie italiane impegnate nella prevenzione in ambito alimentare. Tra i quarantasHanno ritirato il prestigioso ricono- scimento, in rappresentanza il responsabile del progetto, Cesare Ario- ni, Direttore del Dipartimento Materno Infantile, e il referente operativo Andrea Perruquet, Psicoterapeuta presso la SC di Pediatria e presso il Centro dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Il progetto come già ricordato, dal titolo “La sincronia del benessere: alimentazione, atti- vità fisica, autostima e bellezza autentica”, è inserito nel Piano Regionale della Prevenzione ed è frutto della collaborazione tra l’Assessorato Sa- nità, Salute e Politiche Sociali e l’Azienda USL Valle d’Aosta. A partire dal Da sinistra a destra: Daniela Tarello, direttore amministrativo, Massimo Veglio, attuale direttore generale pro tempore e l’ex direttore generale Lorenzo Ardissone.

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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’AZIENDA USLVALLE D’AOSTA

ONLINE SUL SITOAUSL.VDA.IT

M E D I C I N A S T R U T T U R E E S E R V I Z I

N 63/anno XVI - giugno 2015 - Aosta - REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE DI AOSTA N. 2 10/99 DEL 29/11/99

Continua a pag 2

SPECIALE20 PAGINE

CAMBIO AL VERTICE DELL’AZIENDA SANITARIAMassimo Veglio è il Direttore Generale pro tempore, affiancato

da Daniela Tarello, nel ruolo di Direttore amministrativo. A settembre è prevista la nomina del nuovo manager

Il saluto di Lorenzo Ardissone, nominato da poco Direttore generale della USL TO4, ai dipendenti e collaboratori

Per me non è semplice trovare le parole capaci di rappresentare cosa provo prima dal lato umano e poi da quello professionale.Quello che riesco a dirVi è grazie, grazie davvero di cuore.Grazie per la collaborazione professionale che ho avuto da Voi in questi anni e grazie per come siete dal lato umano.È il Vostro essere professionisti e persone, persone e professionisti che ga-rantisce alla cittadinanza della Valle d’Aosta la certezza di essere curati nel-la maniera appropriata, sia nell’ascolto che nella professionalità.Idealmente Vi stringo la mano e Vi abbraccio.

Ciao a Tutti. Lorenzo

Massimo Veglio, come è noto, svolgerà le funzioni di Direttore ge-nerale pro tempore fino alla nomina di un nuovo Direttore genera-le da parte della Giunta regionale. Nel frattempo sono stati riaperti i termini per l’aggiornamento dell’elenco regionale degli aspiranti manager. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 9 luglio. Secondo quanto dichiarato recentemente dall’Asses-sore alla Sanità, Antonio Fosson, nel mese di settembre l’Azienda sanitaria valdostana dovrebbe avere un nuovo direttore generale e, con esso, la nuova direzione strategica.

L’AZIENDA USL PREMIATA ALL’EXPO 2015

Il progetto di promozione della salute “La sincronia del benes-sere” si è classificato al 1° posto nel concorso nazionale Bollini Rosa 2015 promosso da Onda (Osservatorio nazionale sulla sa-lute della Donna)

La comunicazione ufficiale era giunta in Azienda il 4 febbraio scorso, con una lettera firmata dalla Presidente di Onda (Osservatorio na-

zionale sulla salute della donna), Francesca Merzagora e con la richiesta precisa del “silenzio stampa” fino a premiazione avvenuta. Nella nota si leggeva che il progetto “la sincronia del benessere: alimentazione, atti-vità fisica, autostima e bellezza autentica” era risultato vincitore all’in-terno del concorso 2015 “Alimentazione nei cicli vitali della donna” “es-sendo stato valutato tra i quattro migliori pervenuti”. La premiazione, così veniva scritto, si sarebbe svolta nel Media Center di Expo nel corso del mese di giugno. E così, lunedì 22 giugno, a Milano, all’interno di Expo 2015, sono stati proclamati i vincitori del concorso nazionale dedicato all’alimentazione nei diversi cicli vitali della donna, concorso che ha visto la partecipazio-ne delle principali realtà sanitarie italiane impegnate nella prevenzione in ambito alimentare. Tra i quarantasHanno ritirato il prestigioso ricono-scimento, in rappresentanza il responsabile del progetto, Cesare Ario-ni, Direttore del Dipartimento Materno Infantile, e il referente operativo Andrea Perruquet, Psicoterapeuta presso la SC di Pediatria e presso il Centro dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Il progetto come già ricordato, dal titolo “La sincronia del benessere: alimentazione, atti-vità fisica, autostima e bellezza autentica”, è inserito nel Piano Regionale della Prevenzione ed è frutto della collaborazione tra l’Assessorato Sa-nità, Salute e Politiche Sociali e l’Azienda USL Valle d’Aosta. A partire dal Da sinistra a destra: Daniela Tarello, direttore amministrativo, Massimo Veglio,

attuale direttore generale pro tempore e l’ex direttore generale Lorenzo Ardissone.

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N O T I Z I E D A L L ’ O S P E D A L E

2008 il Dipartimento Materno-infantile, in stretta collaborazione con il Centro Disturbi del Comportamento Alimentare e la Strut-tura di Dietologia e Nutrizione Clinica, ha avviato un ampio programma di prevenzio-ne intersettoriale per favorire, dall’infanzia all’età adulta, una corretta alimentazione, un’equilibrata attività fisica, l’autoefficacia e per valorizzare le peculiarità della persona a discapito dell’omologazione dei modelli di bellezza.

Le caratteristiche del progettoSecondo un percorso psicoeducativo adot-tato su tutto il territorio regionale, operatori sanitari (ostetrici, assistenti sanitari, pedia-tri, psicologi, dietisti), operatori scolastici ed educatori, forniscono al genitore stru-menti semplici e pratici per promuovere nel nucleo familiare uno stile di vita sano e positivo. Con due testimonial speciali della salute, il draghetto “Ghigò” e la draghetta “Eloé”, bambini e bambine imparano (at-traverso fiabe, giochi, spot, strumenti inte-rattivi, sportelli di counselling) fino all’ado-lescenza, in modo indifferenziato, ad adot-tare stili alimentari e motori in linea con le raccomandazioni del Word Cancer Research Fund (WCRF) e a far crescere la loro auto-stima (con la collaborazione primaria delle famiglie e della scuola). Dallo sviluppo in poi le stesse tematiche vengono trattate in modo differenziato in funzione del genere e dell’età con percorsi di prevenzione mirati e individualizzati. La sezione del progetto dedicata alle Istitu-zioni scolastiche nel corso degli anni ha rag-giunto, nelle scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di I e II grado, picchi di adesio-ne dell’80% arrivando a coinvolgere fino a

8000 studenti l’anno. Sul fronte dell’eccesso alimentare, per quanto riguarda i risultati sanitari più incoraggianti, è da sottolineare la riduzione statisticamente significativa del numero dei bambini in sovrappeso e obesi. Infatti, dall’indagine antropometrica Okkio alla salute, condotta periodicamente dal Dipartimento di Prevenzione, la percentua-le dei bambini valdostani in sovrappeso e obesi dal 2008 (data di avvio del progetto) ad oggi è scesa in modo statisticamente si-gnificativo, passando dal 24% a circa il 19% (una delle percentuali più basse d’Italia). Ri-sultato conseguito anche grazie ad un am-bulatorio specialistico multidisciplinare (pe-diatra, psicologo, dietista) dedicato all’obe-sità infantile che prende in carico ogni anno circa 250 bambini con obesità conclamata. Per quanto riguarda i Disturbi del Compor-

tamento Alimentare non esistono indagini che consentano di quantificare l’andamento del fenomeno, ma negli ultimi anni la colla-borazione intercorsa con le scuole attraver-so la prevenzione ha consentito di facilitare e rendere più tempestivi gli accessi al Centro DCA, favorendo una migliore prognosi.L’importante riconoscimento e i dati sanitari conseguiti mostrano che attraverso il lavoro di rete e la collaborazione tra le principali istituzioni del territorio (famiglia, scuola e sanità) è possibile, investendo nella pre-venzione, ottenere importanti risultati con ridotti investimenti economici. Alla luce di queste considerazioni nel prossimo futuro il progetto verrà ampliato e reso maggior-mente misurabile attraverso una ricerca-a-zione e un portale informatizzato consulta-bile da tutta la popolazione.

(Giorgio Galli e Andrea Perruquet)

Da sinistra a destra: Elena Ripamonti (amministratore delegato Elma Research), Francesca Merzagora (presidente Onda), Francesco Branca (capo dipartimento Nutrition for Health-OMS), Emilia Grazia De Biasi (presidente commissione Igiene e Sanità del Senato)

APERTO L’AMBULATORIO DEDICATO AL DOLORE PELVICO CRONICO E ALL’ENDOMETRIOSIIl nuovo servizio è stato attivato nel reparto di Ostetricia e Ginecologia

Un ambulatorio dedicato al dolore pel-vico e all’endometriosi è stato da poco

istituito nel reparto di Ostetricia e Ginecolo-gia nel presidio ospedaliero di Beauregard. “Si tratta di un ambulatorio specialistico di 2° livello – spiega il Direttore del reparto, Livio Leo – specifico per lo studio e la presa in carico dell’endometriosi e di tutte le forme di dolore pelvico cronico. L’approccio a questa patolo-gia deve essere multidisciplinare e coinvolgere, all’occorrenza, altre professionalità, dal chirur-go intestinale all’urologo, dall’ortopedico allo specialista in terapia antalgica”.

Il colloquio approfondito con il medico è la base per effettuare la diagnosi e mentre la paziente descrive dettagliatamente i suoi

sintomi e i suoi disturbi è già possibile so-spettare un’endometriosi”. Ricerche com-plementari come l’ecografia transvaginale e la risonanza magnetica concorrono al completamento del quadro diagnostico.

Sono pochi In Italia gli ambulatori dedicati all’endometriosi e al dolore pelvico croni-co. Lo stesso Livio Leo, aveva già attivato sia a Torino che a Novara (dove operava prima dell’incarico ottenuto ad Aosta) ana-loghi ambulatori specialistici.

Per accedere al nuovo ambulatorio è suffi-ciente farsi rilasciare l’impegnativa dal me-dico di famiglia e prenotare la prestazione telefonando al CUP.

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N O T I Z I E D A L L ’ O S P E D A L E

ISTITUITA LA “BREAST UNIT” PRESSO L’OSPEDALE “PARINI” DI AOSTA

Un approccio multidisciplinare nella diagnosi, cura e reinserimento delle donne affetta da carcinoma della mammelladi Giorgio Galli – Direttore Ufficio Stampa e SC Comunicazione

La Breast Unit, termine tradu-cibile in italiano come “Unità

funzionale di senologia”, laddove breast significa seno e unit unità funzionale, è la struttura che si prende carico dei tumori al seno ed è il nuovo fiore all’occhiello dell’ospedale “Parini”. Si pone, come obiettivo generale, quello di offrire alle donne un percorso multidisciplinare di alta qualità che soddisfi i bisogni clinici assi-stenziali e relazionali legati alla patologia neoplastica mammaria, affinché, fin dal momento della diagnosi clinico-istologica, la don-na venga accompagnata e sup-portata nelle varie fasi del percor-so di cura. Si tratta di un modello organizzativo caratterizzato dalla presenza di un team coordinato che garantisce un idoneo livello di

specializzazione delle cure, al fine di ottimizzare la qualità delle pre-stazioni e della vita delle pazienti. L’ospedale di Aosta ha formalizza-to con apposito atto deliberativo (n. 594 del 25 maggio 2015) un modello organizzativo operante già da alcuni anni. Il percorso assi-stenziale vede il coinvolgimento di numerose specialità cliniche:

• Radiologia diagnostica e inter-ventistica

• Radioterapia • Medicina Nucleare• Chirurgia Senologica• Oncologia medica• Chirurgia plastica e ricostruttiva• Anatomia Patologica• Medicina fisica e riabilitazione• Psico-oncologia

L’organizzazione e il coordina-mento della Breast Unit sono stati affidati alla dott.ssa Fulvia Grasso, specialista oncologa di compro-vata esperienza professionale. La stessa, in occasione della confe-renza stampa di presentazione avvenuta il 16 giugno 2015, ha vo-luto precisare che “la parola chiave è interdisciplinarietà. Ancora di più che in altri ambiti, in oncologia è

dimostrato scientificamen-te che il modo di lavorare è garanzia di qualità e porta a precisi risultati in termini di sopravvivenza e di soddisfa-zione delle pazienti. È grazie alla collaborazione tra più specialisti che sono stati su-perati i tempi degli interventi demolitivi e della chirurgia

come unica risposta alla neoplasia”.

L’Assessore alla Sanità, Antonio Fosson, ha invece ricordato che “la Breast Unit rappresenta una riorga-nizzazione funzionale che incontra la domanda degli utenti, basata sul-la capacità di mettersi insieme per una presa in carico della paziente in tutto il percorso di cura, così come

previsto dalle indicazioni dell’Unio-ne Europea. Il confronto con le as-sociazioni di volontariato VIOLA e LILT porterà a compimento questo percorso”. In effetti alla conferen-za stampa erano anche presenti come ospiti il Presidente di LILT Valle d’Aosta, Salvatore Luberto, e la Presidente di VIOLA, Raffaela Longo. Ancora l’Assessore Fosson ha pre-annunciato ai giornalisti che In autunno verrà presentato il nuovo programma di screening in Valle d’Aosta, un programma “persona-lizzato” in base alla storia clinica e alla familiarità con i tumori di cia-scuna donna.

Gli obiettivi specifici che si pone la Breast Unit possono essere così riassunti: garantire un unico siste-ma di presa in carico della popo-lazione femminile, facilitando il percorso diagnostico terapeutico; superare l’approccio settoriale e funzionale; garantire omogeneità di trattamento attraverso la defi-

nizione di protocolli e linee guida e supporto psicologico e riabili-tativo alle donne che entrano nei percorsi terapeutici; migliorare l’accessibilità ai servizi di diagnosi e cura; interagire con i medici di famiglia per favorire una maggiore capillarità nelle azioni di preven-zione e controllo periodico.

L’Azienda sanitaria valdostana ha aderito alle indicazioni dell’UE che stabiliscono, con decorrenza dal gennaio 2016, che il trattamento del tumore della mammella debba essere svolto esclusivamente all’in-terno di un modello organizzativo multidisciplinare. Inoltre, come ha sottolineato il Direttore generale pro tempore dell’Azienda sanita-ria valdostana, Massimo Veglio, “l’istituzione formale della Breast Unit adempie anche ad un obbligo nei confronti della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta richiesto perché nelle altri sedi del Piemonte questo percorso di cura non era presente”

La laparoscopia con un solo accesso nell’ombelico: l’inizio di una nuova era al Beauregard

La chirurgia laparoscopica mininvasiva sta cambiando l’aspetto della chirurgia. È ora-

mai diventata il traguardo in molti interventi poiché offre una metodica sicura e rispettosa della integrità corporea della donna e mette in pratica ciò che per molti anni è stato un obiet-tivo dei chirurghi. La laparoscopia con un solo accesso o LESS o Single Incision o Single Port è un’innovativa e promettente tecnica chirurgica che permette di eseguire gli interventi utiliz-zando come accesso alla cavità addominale una unica incisione di 2-3 cm eseguita a livello della cicatrice ombelicale invece di impiegare 3-4 punti di accesso in sedi diverse dell’addo-me. Al suo interno si inserisce un unico trocar

che consente di posizionare simultaneamente più strumenti. Questa metodica offre indub-bi vantaggi di carattere cosmetico, poiché la cicatrice chirurgica, dopo qualche settimana, scompare completamente all’interno dell’om-belico. Ulteriori vantaggi dovrebbero derivare

dalla riduzione del trauma chirurgico con con-seguenti benefici in termini di riduzione del dolore e più rapida ripresa delle funzionalità in-testinali, ridotta durata di degenza ospedaliera e minori complicanze correlate all’uso dei port.L’equipe chirurgica della SC di Ostetricia e Gi-necologia diretta dal dott. Livio Leo ha messo a punto la tecnica per eseguire alcuni inter-venti di chirurgia ginecologica benigna quali la rimozione delle ovaie anche in quelle don-ne affette da neoplasia mammaria in cui ci sia l’indicazione. Un significativo salto di qualità e l’inizio di una nuova “era” nel presidio ospe-daliero di Beauregard.

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N O T I Z I E D A L L ’ O S P E D A L E

BILANCIO DI UN ANNO DI CHIRURGIA MAXILLO–FACCIALEdi Gabriella Delfino (coordinatrice infermieristica SSD ORL/ODT/MXF) e di Paolo Boffano (dirigente medico c/o ambulatorio di chirurgia maxillo-facciale)

Il nuovo ambulatorio di Chirurgia Maxillo–Facciale ha concluso il suo primo anno di

attività ed è tempo di bilanci. La costituzione della nuova struttura ambulatoriale rientra in un ampliamento dell’offerta sanitaria in ambito maxillo-facciale della SSD Otorinolaringoiatria /Maxillo-Facciale/Odontostomatologia diretta dal Dr. Stefano Righi (referente amministrati-vo Fanny Aguettaz). L’attività ambulatoriale maxillo-facciale si divide tra un ambulatorio

di visite e medicazioni (martedì mattina pres-so l’ambulatorio n. 22, piano terra, piastra) e l’ambulatorio operativo per interventi chirur-gici ambulatoriali (n. 24, piano terra, piastra). All’ambulatorio si accede con richiesta di pri-ma visita di chirurgia maxillo-facciale rilascia-ta dal medico di famiglia. Durante la visita lo specialista valuta il problema e stabilisce se il paziente necessita un intervento chirurgico in anestesia locale o generale.

Nell’ultimo anno, con l’attività dei due chirurghi maxillo-facciali, Pao-lo Rossi e Paolo Boffano, si è potuto pressoché annullare la mobilità pas-siva di pazienti vittime di traumi del volto, con notevole beneficio per i residenti. Inoltre, si è intensificata l’attività di chirurgia ambulatoriale focalizzata sulle estrazioni dentarie complesse e sull’exeresi di neofor-mazioni tumorali, abbattendo le li-ste d’attesa e riducendo l’utilizzo di sedute di sale operatorie ai soli casi

strettamente necessari e non eseguibili in ane-stesia locale. L’espansione dell’attività di chirur-gia maxillo-facciale, resa possibile dall’elevata professionalità del personale infermieristico e OSS coordinato dalla C.I. Gabriella Delfino, ha consentito così di ampliare l’offerta sanitaria in ambito di traumatologia facciale, disturbi dell’articolazione temporo–mandibolare, estra-zioni dentarie complesse ed in pazienti a rischio (cardiopatici, oncologici, nefropatici), ed exere-si di neoformazioni cistiche e tumorali del cavo orale e dei mascellari. Infine, negli ultimi mesi, si sta potenziando anche l’attività di chirurgia ricostruttiva maxillo-facciale dopo ampie rese-zioni di neoplasie del distretto testa collo.Un ulteriore sviluppo potrebbe essere rappre-sentato dall’istituzione di un ambulatorio setti-manale di otorinolaringoiatria e chirurgia ma-xillo-facciale in bassa Valle presso il poliambu-latorio di Donnas, per poter offrire un servizio migliore anche ai pazienti provenienti da co-muni distanti dall’ospedale “Parini” e per incre-mentare la mobilità attiva dall’alto Canavese.

GLI SPECIALISTI IN MEDICINA DI EMERGENZA-URGENZAIntervista al dott. Franco Brinato

PremessaNelle corsie del Pronto Soccorso del “Pa-rini” Aosta debutta lo specialista in me-dicina di emergenza-urgenza. Si tratta di una nuova figura professionale per l’in-quadramento diagnostico-terapeutico intra ed extra ospedaliero delle urgenze mediche, chirurgiche e traumatologiche.L’ospedale di Aosta ha così i suoi “E.R.”, i medici in prima linea, che negli Stati Uniti e in molti Paesi europei si sono affermati diventando un punto fermo di riferimen-to nel campo dell’emergenza. Si tratta di professionisti specializzati in emergenza e urgenza che, completato un corso uni-versitario di cinque anni, sono stati for-mati per affrontare e organizzare all’interno e all’esterno del Ponto Soccorso, emergenze cardiologiche, neurologiche, allergologiche, gastroenterologiche, psichiatriche, traumato-logiche, tossicologiche. Sono inoltre preparati a fare fronte ad emergenze derivanti da cata-strofi derivanti conseguentu ad attentati terro-ristici. Sono in grado di valutare e decidere ra-pidamente, diagnosticare, curare e stabilizzare i pazienti.Il salto di qualità è elevato: non più “smistatori” di pazienti da un reparto all’altro, ma protago-nisti attivi dell’emergenza urgenza. Più in generale va ricordato che fino a un anno fa nei dipartimenti di emergenza lavoravano medici, internisti, chirurghi e altri specialisti (neurologi, nefrologi, geriatri) non del tut-to motivati, dove la scelta era un ripiego per avere un posto di lavoro per poi, alla prima occasione, trasferirsi in altri reparti. L’universi-tà italiana, per diverse ragioni, non aveva mai

attivato un percorso di studi specifico. Oggi finalmente in Italia le cose sono cambiate e il pronto soccorso e l’emergenza sono diventati parte centrale dell’organizzazione sanitaria con la necessità di avere professionisti dedicati.

L’intervistaPer conoscere più da vicino la figura profes-sionale del medico di emergenza-urgenza, abbiamo intervistato il dott. Franco Brinato, che si è fatto portavoce della categoria

D. In qualità di specialista di medicina d’e-mergenza-urgenza, come cambierà secon-do lei l’organizzazione del pronto soccorso nei prossimi anni?R. Rispondo in sintesi e in modo schematico:

1) si arriverà ad avere una figura profes-sionale unica peculiare e con maggiore competenze tecniche e organizzative, con grande capacità nell’affrontare

l’urgenza e l’emergenza sia all’interno del Pronto Soccorso che sul territorio;2) maggiore competenze nel tratta-

mento del paziente politraumatiz-zato e del paziente cardiologico, con maggiore utilizzo della Advan-ced Trauma Life Support(ATLS) e dell’Advanced Cardiac Life Suppor-t(ACLS);

3) maggior sviluppo dell’unita OBI (Osservazione Breve Intensiva) nell’ambito del DEA (Dipartimento d’Emergenza Accettazione) per la diagnostica e le terapia di base in urgenza per la sincope, il dolore toracico, il trattamento delle sin-dromi dolorose acute, lo shock, ecc.

4) istituzione di ambienti dedicati quali shock room, syncope unit e chest pain unit su mo-dello anglosassone;

5) nascita di un trauma center di fondamentale importanza nella nostra realtà

D. Qual è il suo auspicio?R. L’auspicio è la nascita di una rete d’emergen-za tra il territorio il Pronto soccorso, la cardiolo-gia, la rianimazione, la traumatologia, la radio-logia, la chirurgia vascolare e la neurologia.

D. E in cosa si tradurrebbe tutto ciò?R. A mio avviso in una migliore gestione dei pazienti, una migliore organizzazione del DEA e un risparmio della spesa sanitaria

Ringraziamo il dott. Franco Brinato e il Diretto-re della MCUA, Antonio Cerruti, per la preziosa collaborazione

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N O T I Z I E D A L L ’ O S P E D A L E

IO NON MI AMMALO MAI DI INFLUENZA. PERCHÉ DOVREI VACCINARMI?I risultati dello studio condotto in ospedale dalle assistenti sanitarie della DMP

a cura delle Assistenti Sanitarie Marisa Mastaglia e Mirella Marana - Direzione Medica di Presidio

“Non mi ammalo mai d’influenza”, “non sono a rischio” “l’influenza è una malattia bana-

le”… Queste sono le locuzioni che più frequen-temente gli operatori ospedalieri riportano alla domanda sul motivo per cui non eseguono la vaccinazione antinfluenzale.Durante il mese di aprile, ad epidemia influen-zale conclusa, nel presidio ospedaliero di Aosta é stata condotta un’indagine fra gli operatori su conoscenze, atteggiamenti e comportamenti rispetto alla vaccinazione.La vaccinazione antinfluenzale negli opera-tori sanitari è efficace nel ri-durre l’incidenza di malattia e la morbilità correlata, con vantaggi economico-ge-stionali e clinici. Un’elevata adesione alla vaccinazioni antinfluenzale degli ope-ratori sanitari ha, oltre ai normali obiettivi delle vacci-nazioni, anche lo scopo non trascurabile di garantire la continuità assistenziale delle strutture sanitarie in perio-di di particolare diffusività dell’influenza, limitando le assenze lavorative dei pro-fessionisti.Nel nostro ospedale le co-perture vaccinali degli opera-tori sanitari sono sempre state molto basse (7,9% nel 2014), confermando la tenden-za di altri ospedali nazionali. Scopo dello studio è stato quello d’indagare, ri-spetto alla vaccinazione antinfluenzale, le mo-tivazioni che ne causano il diniego, portare alla luce le convinzioni vere o false e sondare alcuni elementi significativi del bagaglio conoscitivo.Abbiamo organizzato delle interviste dirette ponendo 22 quesiti, finalizzati a descrivere ol-tre che le caratteristiche anagrafiche, anche lo

stato vaccinale, sondare i motivi della vaccina-zione/non vaccinazione, il gradimento di pro-poste organizzative per migliorare l’adesione e conoscere le principali fonti informative uti-lizzate. Le persone intervistate (202) sono state sele-zionate tramite campionamento bilanciato per qualifica e struttura.Solo il 7,9% degli intervistati pratica la vaccina-zione regolarmente.

La motivazione più frequente per chi si è vaccinato è risultata quella della pro-

tezione personale (80,7%), mentre il 29,5% del campio-ne ha eseguito la vaccinazione per proteggere i propri pazienti e solo il

30% per entrambe le ragioni. Nel 18% la

protezione dei familiari è stata segnalata come principale ragione.

Fra i motivi di mancata adesione alla vacci-nazione (vedi tabel-la) emergono la sot-

tostima del rischio di malattia (57%) e i fattori

di sicurezza/efficacia del vaccino (circa 42%). Si evidenzia che la proposta di cambiamenti organizzativi (possibilità di autovaccinazione, ampliamento orari sedute vaccinali, operato-re vaccinale in reparto) avrebbero una scarsa incidenza sull’aderenza alla pratica vaccinale (73,3%). Le sindromi influenzali sono risultate ad alta incidenza nel campione studiato (21%), con un rischio relativo nei soggetti non vaccinati pari

a 11: in pratica viene confermata l’efficacia pro-tettiva della vaccinazione. La maggior parte dei soggetti ritiene di riceve-re sufficienti informazioni sulla vaccinazione (71,7%), confermando così sia la valenza posi-tiva dei precedenti interventi promozionali, at-tuati a livello locale in collaborazione con la SC Comunicazione, sia l’influsso esercitato annual-mente dalla campagna mediatica nazionale. I dati dimostrano che è necessario un forte intervento di sensibilizzazione, focalizzato, so-prattutto, ad incentivare le motivazioni all’ade-sione alla vaccinazione. Malgrado numerosi operatori sanitari siano co-scienti di appartenere alle categorie di soggetti a cui il vaccino è raccomandato, tale condizione non viene tenuta in debita considerazione.

Da sottolineare che buona parte delle infor-mazioni degli operatori sanitari provengono da stampa, riviste, media e navigazione libera in internet, dove movimenti anti-vaccinatori riportano notizie non supportate da evidenze sperimentali, determinando sovente disinfor-mazione e condizionamenti devianti. Va, quin-di, compiuta un’opera di contrasto culturale, in quanto gli operatori sanitari dovrebbero basa-re le loro convinzioni su conoscenze evidence based.Le future azioni propagandistiche della vacci-nazione dovranno affrontare soprattutto temi quali la gravità della malattia, le conseguenze sociali, l’efficacia e la sicurezza del vaccino, la re-sponsabilità professionale del singolo operato-re per la protezione dei pazienti. Quest’ultimo aspetto richiederà metodologie comunicative, che unite ai normali strumenti didattici impie-gati (per es. slide), siano in grado di richiamare più interesse e coinvolgimento etico personale.

Nella tabella: motivi di non adesione alla vac-cinazione antinfluenzale

MOTIVAZIONE FREQUENZA

PERCENTUALE sul tot. dei soggetti che non

si sono mai vaccinati o non si vaccinano con regolarità

Sottostima del rischio di malattia 106 57

Scarsa sicurezza del vaccino e timore effetti collaterali 42 22,6

Sviluppo d’influenza malgrado vaccinazione e/o pregressi effetti collaterali dopo vaccinazione

19 10,2

Dimenticanza/mancanza interesse /pigrizia /non so 17 9,1

Convinzione di scarsa efficacia del vaccino 15 8

Contrarietà alle vaccinazioni in genere/scelta di cura con farmaci alternativi/ evitare farmaci non indispensabili

14 7,5

Personali motivi di salute/terapie in atto 10 5,8

Preferisco ammalarmi e rimanere a casa 5 2,7

Opinione che il vaccino alteri il sistema immunitario/stato salute complessivo 4 2,1

Scarsa fiducia industria farmaceutica/ ritiro dosi dal commercio 3 1,6

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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA6

BED MANAGEMENT: NASCE LA COLLABORAZIONE TRA OSPEDALI

di Roberto Novati – Dirigente medico DMP

Abbiamo parlato spesso su Newsl della funzione di bed manage-ment, attiva in ospedale dal 2012; vogliamo oggi informare i nostri

lettori di una novità, a nostro parere piuttosto interessante. Come è noto in Italia sono descritte esperienze di BM dal 2011 e sono proba-bilmente in aumento gli ospedali che hanno attivato tale funzione: i tempi sono dunque maturi per il confronto reciproco, superando l’em-pirismo home-made, alla ricerca di standard condivisi e solidamente argomentati. A tal fine abbiamo creato un gruppo di lavoro intero-spedaliero, coordinato dagli ospedali di Aosta e Lucca, comprendente oltre ai citati gli ospedali di Rivoli, Savona, Genova Galliera, Terni (poli-clinico), San Benedetto del Tronto, Ancona e Merano. L’obiettivo è am-bizioso: analizzare la funzione di BM in una rete di ospedali e proporre uno standard condiviso per tale funzione, applicabile nella maggior parte degli ospedali italiani. Il metodo di lavoro è semplice: osservazione diretta dei singoli modelli di BM attraverso visite reciproche tra tutti i componenti del gruppo, preceduta da una fase di raccolta dati attraverso scheda di rilevazio-ne appositamente creata. Ogni visita di audit si concluderà con una relazione descrittiva del modello osservato, inclusi punti di forza e di debolezza degli stessi e margini di miglioramento suggeriti. Gli audit si svolgeranno da giugno a novembre del 2015; al termine sarà elabo-rata una proposta di standard di BM negli ospedali italiani e un set di indicatori di efficacia del sistema, da condividere nel tempo. Il tutto sarà presentato in un convegno dedicato e proposto alle so-cietà scientifiche di riferimento.

Genova ha ospitato il convegno interregionale di ostetrici e ginecologi

Un importante contributo è stato fornito da tre rappresentanti del nostro reparto di Ostetricia e Ginecologiadi Loredana Tessarin – RPD Dipartimento materno-infantile

Si è svolto a Genova il 17 e 18 aprile 2015 il Convegno Interregionale Piemonte, Li-

guria e Valle d’Aosta AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani), AIO (Associazione Ostetriche Italiane) e AGITE (Associazione Ginecologi Territoriali). Il conve-gno ha visto la presenza di Livio Leo, Direttore della SC di Ostetricia e Ginecologia, di Marco Salvatores, quale segretario Regionale AOGOI, e della RPD Loredana Tessarin, referente regio-nale AIO. Il simposio, che ha coinvolto illustri professio-nisti del settore, ha avuto come temi principali la depressione post-partum, le disfunzioni del pavimento pelvico, l’approccio diagnostico e terapeutico al tumore dell’endometrio, la vac-

cinazione anti-HPV, dalla con-traccezione alla terapia della postmenopausa.Nel corso della sessione de-dicata al pavimento pelvico, moderata dal dott. Livio Leo, l’ostetrica Loredana Tessarin ha relazionato sull’esperienza e sugli ottimi risultati ottenuti dall’ambulatorio di riabilitazio-ne del pavimento pelvico del post parto (valutazione non prima dei 40 giorni dal parto). L’ambulatorio, che si trova nel presidio di Beauregard, è stato attivato in via sperimentale nel

gennaio 2013 e vede la presenza di due ostetriche dedica-te. Obiettivo principale è di riportare la donna ad avere un buon rapporto con il suo pavimento pelvico inter-rotto al momento del parto o mai esistito.La promozione della salute del pe-rineale è un obiettivo primario di sanità pubblica in quanto le disfun-zioni del perineo incidono signi-ficativamente sulla qualità della vita della donna che può risultare fortemente compromessa sotto di-versi aspetti: sociale psicologico, relazionale e, di conseguenza pre-

venire tutto ciò non solo è possibile ma, per l’ostetrica, è sicuramente doveroso.L’incoraggiamento in gravidanza nell’adozio-ne di stili di vita salubri, di esercizi fisici per la conservazione del tono muscolare del pavi-mento pelvico e l’attenzione verso una corret-ta conduzione del periodo espulsivo del parto, favoriscono un’adeguata ripresa del tono mu-scolare perineale durante il puerperio e un suo mantenimento per tutto il decorso della vita.Proprio nei giorni del convegno l’AIO ha co-stituito, al suo interno il GOIPP, gruppo oste-triche italiane pavimento pelvico, al fine di produrre lavori scientifici in merito a questa tematica.

IL LAVORO DI SQUADRA IN SANITÀ

Tre incontri destinati a di-rigenti, coordinatori e a

tutti coloro che sono interes-sati a questo tema, per cono-scere le dinamiche di gruppo e imparare (o migliorare) a lavorare in una squadra. Il primo incontro, avvenuto il 15 giugno, ha affrontato il tema delle dinamiche di gruppo in sanità. I prossimi incontri avranno luogo il 21 settembre (Il ruolo dei lea-der nei gruppi in sanità) e il 9 novembre (La gestione del processo decisionale nei conflitti). Il ciclo di incontri “Il lavoro di squadra in sani-tà” è stato promosso da Gian-mauro Numico, Meri Madeo e Giorgio Galli.

Le caratteristiche del lavoro di gruppo che ne determinano il buon funzionamento

QUADRA

Il lavoro

SANITÀ

di in

Terzo Incontro Lunedì 9 novembre 2015

LA GESTIONE DEL PROCESSO DECISIONALE E DEI CONFLITTI

ModeratoreMassimo VeglioDirettore Generale Pro TemporeAzienda USL Valle d’Aosta

Relatore Francesco Nicosia Direttore SC Anestesia e Rianimazione, Ospedale Galliera, Genova

Al termine degli incontriseguirà momento conviviale

15 giugno

21 settembre

9 novembre

Incontri

S

Segreteria Scientifica Giorgio Galli

Meri Madeo

Gianmauro Numico

AOSTAOspedale Regionale “Umberto Parini” Sala Riunioni (4°piano)

ore 16,30 -18,30

Grafica: Paola Bocco - Ufficio Stampa - Azienda USL

N O T I Z I E D A L L ’ O S P E D A L E

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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA 7

N O T I Z I E D A L L ’ O S P E D A L E

La cura della donna in Medicina Interna e in Medicina Generaledi Sara Bredy – assistente amministrativo, Dipartimento delle Medicine a Larga Diffusione

L’incontro organizzato dalla SC Medicina In-terna, con la collaborazione del Presidente

dell’Ordine dei Medici della VDA e dell’Asses-sorato alla Sanità, Salute e Politiche Sociali, si è svolto il 18 maggio scorso nella sala riunio-ni del “Parini”. L’Assessore alla Sanità, Antonio Fosson, ha sottolineato l’importanza del man-tenere viva la stretta collaborazione esistente nella nostra Regione tra ospedale e territorio, nonostante il periodo di crisi e restrizioni. All’incontro erano presenti alcuni Medici di Assistenza Primaria (MAP) operanti nei quat-tro distretti, in particolare cinque medici a rap-presentanza del Distretto 1, diciotto medici del Distretto 2, tre del Distretto 3 e quattro del Distretto 4.I temi trattati riguardavano le problematiche mediche in cui può incorrere la donna. Sono infatti i Medici di Assistenza Primaria a ricono-scere il più precocemente possibile dati anam-nestici, segni, sintomi sospetti di possibili patologie e a farsene carico interfacciandosi

con gli specialisti ospeda-lieri. Questi ultimi hanno analizzato i possibili pro-blemi, ne hanno definito i contenuti e hanno propo-sto metodi di intervento collaborativi con i colleghi del territorio.Mestruazioni, menopausa e gravidanza, importanti momenti fisiologici nella vita di una donna, posso-no esser gravati da pro-blemi severi (amenorrea, dismenorrea, polimenor-rea, endocrinopatie, iper-tensione, allergie, asma): gli stessi sono stati affron-tati e sviscerati in modo interattivo.È stato anche affrontato un tema piuttosto recente, di particolare interesse: la sindrome

fibromialgica, che affligge in maniera preponderan-te il sesso femminile e che, come nelle altre patologie dibattute, necessita di defi-nizione di un percorso col-laborativo fra specialisti e medici del territorio.A conclusione degli inter-venti, la RPD del Diparti-mento delle Medicine a Larga Diffusione, ha pre-sentato il progetto di lavoro dell’Ambulatorio infermie-ristico, nato recentemente per far fronte alla riduzione di risorse, rapidamente e progressivamente cresciu-to grazie all’impegno delle

infermiere interessate alla gestione ambulato-riale delle patologie internistiche e del percor-so “post-ricovero”.

Quali sono le mani sicure per le cure sicure?di Gianluca Del Vescovo - I.C.I. Direzione Medica di Presidio

Quest’anno la Direzione Medica di Presidio in collaborazione con SC Comunicazione, in occasione della giornata mondiale che ricorda l’importanza dell’igiene delle mani ha “lanciato” un concorso fotografico a tutti gli operatori sanitari dell’Azienda USL dal titolo “Mani Sicure per cure sicure”.

Il messaggio era: “QUAL È LA MANO SICURA PER UN OPERATORE SANITARIO?”.Dal 2005 ad oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità con la campagna “Cure pulite per cure sicure” ha cercato di mantenere alta nel tempo l’attenzione di tutti gli operatori sanitari sull’importanza di una corretta igiene umana durante la cura e l’assistenza ai pazienti, ai fini di contenere le infezioni correlate all’assistenza e all’antibiotico resistenza.Il 5 maggio è stata scelta come data simbolica per ricordare le 5 dita della mano e i 5 momenti raccomandati per l’esecuzione dell’igiene delle mani.Il livello di adesione nel nostro Presidio a questa pratica, a questo semplice gesto, si aggira intorno al 55%, un dato che si mantiene discreto rispetto alla media nazionale ed europea.Nel mese di marzo e aprile tutti gli operatori

dell’Azienda (sia ospedalieri che territoriali) hanno potuto inviare all’Ufficio Stampa una foto che rappresentasse la sicurezza della mano, una foto che facesse vedere sia il dorso che il palmo della mano posata su un camice o una divisa.Il 27 aprile una commissione composta dal Dott Papalia e AS Mastaglia (Direzione Medica di Presidio), Dott. Stella (Oncologia), OSS

Macori (ORL), Dott. Galli (Comunicazione), CI Resburgo (SITRA), RPD Tessarin (Ostetricia), inf. Bellotto (Rianimazione) ha analizzato “con la lente d’ingrandimento” tutte le 25 foto arrivate.Quali sono le mani sicure?Mani senza smalto alle unghie, senza unghie artificiali, con unghie corte e pulite; mani con una cute non lesionata, ben idratate, mani e polsi senza monili (anelli, bracciali).Di seguito i vincitoriPer la categoria 2 (infermieri, assistenti sanitari, fisioterapisti, logopedisti assistenti sociali,…): Beatrice Terroni, infermiera del Distretto 4 e Nicole Torresan, fisioterapista del Distretto 3; Per la categoria 3 (operatori socio sanitari, operatori tecnici assistenza ausiliari, …): Renata Nex, ausiliaria del Servizio Trasporto Provette.Per loro 3 biglietti di ingresso alle Terme di Pré-Saint-Didier.

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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA8

DIARIO DI BORDO A cura della SC Comunicazione

Inaugurazioni, convegni, conferenze stampa

21 aprile Aosta, Biblioteca regionaleINCONTRO PUBBLICO SUL TEMA “DEMENZA E DEMENZE– DIAGNOSI DIFERENZIATA E TRATTAMENTO DEI PAZIENTI CON DISTURBI COGNITIVI”Promosso dal dott. Paolo Bonino, direttore della SC Geriatria, l’incontro ha visto la presen-za di Lucia Pontarollo (Presidente AIMA VdA) e di Antonino Cotroneo (psicogeriatra, direttore del Dipartimento salute anziani ASL TO2)

21 aprileSede Azienda USL, via Guido Rey, 1CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA CARTELLA RADIOLOGICA ELETTRONICA (CRE)Sono state presentate ai giornalisti, nel corso di una conferenza stampa, le caratteristiche della CRE, la Cartella Radiologica Elettroni-ca. Grazie alla CRE sarà possibile visionare da qualsiasi PC, tablet o smartphone connessi a internet, i referti e le immagini degli esami ra-diologici e di medicina nucleare eseguiti pres-so le strutture dell’Azienda USL VdA e metterli a disposizione del proprio MMG. Per accedere al servizio occorre utilizzare apposite creden-ziali personali rilasciate dai reparti di Radio-logia e Medicina nucleare o da altri sportelli territoriali.

21 maggio – Biblioteca ospedaliera “Maria Bonino”INCONTRO PUBBLICO SUL TEMA “LA MONTAGNA IN SICUREZZA”La biblioteca “Maria Bonino” ha promosso un incontro dedicato a tutti gli appassionati dell’escursionismo in montagna con lo scopo di fornire utili indicazioni per affrontare il trekking con la massima tranquillità. Sono intervenuti la guida alpina Lucio Trucco, che è anche responsabile del soccorso alpino “Guide del Cervino” e il medico neurologo, Responsabile della struttura di Medicina e

Neurologia di Montagna, Guido Giardini.L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la CARD (Confederazione Associazioni Regionali di Distretto). Hanno presentato l’incontro Giorgio Galli, Direttore della SC Comunicazione e Responsabile della biblioteca “Maria Bonino” e Federica Duò, Presidente della CARD Valle d’Aosta. L’iniziativa rientrava nel programma “Ospedale: porte aperte alla cultura”.

29 maggio – presidio di Beauregard“H-OPEN DAY” CONTRO IL DOLORE DELLA DONNA

L’iniziativa, promossa da Onda (Os-servatorio nazionale sulla salute della donna) a livello nazionale, prevede che gli ospedali aderenti alla rete Bollini Rosa (come quello di Aosta) promuovano consulenze ed esami gratuiti a beneficio delle donne. L’ospedale Beauregard ha aperto le porte per esami gratuiti nell’ambito del dolore cronico (Lo-renzo Pasquariello), del dolore pelvico (Livio Leo) e del dolore psi-cologico (Meri Madeo).

29 giugnosala conferenze, ospedale “Parini”INCONTRO PUBBLICO SUL TEMA “SINDONE E SCIENZA – UN APPROCCIO MEDICO-LEGALE”L’iniziativa, promossa dalla Biblio-teca “Maria Bonino” nell’ambito del programma “Ospedale: porte aper-te alla cultura”, ha visto la presenza del Prof. Claudio Cardellini, do-cente di Medicina legale e Bioetica dell’Università degli Studi di Torino.

SINDONE E SCIENZAUn appro c c i o m e d i c o - l e g a l e

L u n e d ì 2 9 g i u g n o 2 0 1 5 - o r e 1 7 , 3 0

S a l a r i u n i o n i - O s p e d a l e “ Um b e r to Pa r i n i” - 4 ° p i a n o

In te r v i e n e i l Pr o f . C l au d i o C a r d e l l i n iProfe s s ore d i Me d i c i n a l e g a l e e B i o e t i c a e g i à D i re t t ore d e l m a s t e r i n Profe s s i on i s an i t ar i e fore ns i n e l l ’ Un ive r s i t à d i Tor i n o, s p e c i a l i s t a i n Me d i c i n a l e g a l e e d e l l e As s i c u r a z i on i

L’iniziativa rientra nel programma “Ospedale: porte aperte alla cultura” promosso dalla SC Comunicazione

L a Bi b l i o te c a o s p e d a l i e r a “M a r i a B o n i n o”p r o m u o v e u n i n c o n t r o s u l te m a

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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA 9

RAPPORTI CON LE UNIVERSITA’: IL “PARINI” OSPITERA’ GLI STUDENTI DEL CORSO DI LAUREA IN MEDICINA PER LO SVOLGIMENTO DEL TIROCINIO

di Giorgio Galli – Direttore SC Comunicazione e referente per i rapporti con le Università

Da qualche anno se ne parlava e ora, final-mente, le ipotesi teoriche stanno per tra-

sformarsi in realtà.In occasione di un recente incontro tra la Dire-zione strategica, il referente per i rapporti con le Università (lo scrivente) e la prof.ssa Rossana Cavallo, presidente del Corso di Laurea Magi-strale in Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino, fermo restando la di-sponibilità manifestata da numerosi direttori di strutture complesse e dipartimenti di area ospedaliera, si è dato il via alla collaborazione tra l’Azienda sanitaria valdostana e, per l’ap-punto, la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino. La collaborazione verrà formalizzata attraverso la stipula di una apposita conven-zione tra le parti in base alla quale numerosi reparti ospedalieri ospiteranno gli studenti iscritti al IV, V e VI anno della Facoltà di Medici-na e Chirurgia per lo svolgimento del tirocinio

per l’acquisizione dell’esperienza pratico-ap-plicativa.Sotto il profilo pratico ogni singolo studente effettuerà un tirocinio professionalizzante di 40 ore, che avverrà nell’arco di almeno due settimane. È pre-vista l’attività di tutorato che dovrà essere ga-

rantita dal direttore della struttura complessa presso la quale saranno assegnati i tirocinanti. Ai tutor verrà affidata la cura di un numero di studenti non superiore a cinque. La collaborazione verrà avviata a partire dall’Anno Accademico 2015-2016.

È sicuramente un onore e un valore aggiun-to per le nostre strutture sanitarie

essere individuati dall’Uni-versità degli Studi di Tori-no quale sede di tirocinio

per gli studenti iscritti alla Facoltà di Medicina e Chirurgia.

A tutt’oggi hanno risposto positi-vamente i direttori dei reparti di

Chirurgia, Ortopedia e Traumatolo-gia, Neurologia e Stroke Unit, Medicina

Interna, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria e del Dipartimento di Emergenza, Rianimazio-ne e Anestesia.

L’ECOLE A L’HOPITALPROSEGUE CON SUCCESSO NELLE SEDI OSPEDALIERE IL SERVIZIO DI ASSISTENZA

SCOLASTICA PER PAZIENTI DAI 3 AI 18 ANNIdi Giorgio Galli – Direttore SC Comunicazione

“L’Ecole à l’Hôpital”, è questo il nome dell’iniziativa che si prefigge di fornire

sostegno scolastico a tutti quegli alunni in età compresa tra i 3 e i 18 anni che, a segui-to di un ricovero ospedaliero medio-lungo, sono costretti a sospendere la frequenza delle lezioni nella scuola di appartenenza. Il servizio, che rientra nei programmi di umanizzazione dell’ospedale, viene garan-tito dalla docente Solange Herren coadiu-vata, all’occorrenza, dalla sorella Muriel. Solange Herren opera per conto dell’asso-ciazione di volontariato Aspert, con la qua-le l’Azienda ha già attivato una convenzione per il supporto alla biblioteca ospedaliera “Maria Bonino” e per la gestione dello “spa-zio gioco” nel reparto di Pediatria. “Il servizio garantisce innanzitutto il diritto allo studio – spiega Solange Herren – pro-muovendo l’istruzione degli alunni degenti e offrendo loro l’opportunità di svolgere attività

didattica compatibilmente con le terapie in corso. Le lezioni sono individualizzate: pre-vio raccordo con la scuola di provenienza gli alunni ricoverati proseguono regolarmente il percorso di studi e si mantengono alla pari dei loro compagni di scuola”.Il servizio è completamente gratuito e vie-ne effettuato, di norma, due giorni alla setti-mana: il martedì dalle 14,30 alle 16,00 pres-so la biblioteca ospedaliera “Maria Bonino” e il giovedì dalle 14,30 alle 16,30 presso la “spazio gioco” della Pediatria.

Per contattare la docente:Prof.ssa Solange Herren4348 [email protected] ogni reparto ospedaliero sono stati affisse apposite locandine che illustrano l’iniziativa. Analoghe informazioni sono pubblicate sul sito web aziendale.

N O T I Z I E D A L L ’ O S P E D A L E

La dott.ssa Anita Mombelloni, RSPP aziendale, è stata confermata componente del CTS dell’AIRESPSA

In occasione della Airespsa School 2015 tenutasi a Pe-saro tra il 10 e il 13 giugno la dott.ssa Anita Mombel-

loni, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Pro-

tezione, è stata confermata componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’As-sociazione Italiana Responsabili e Addetti dei Servizi Prevenzione e Protezione in ambiente Sanitario (AIRE-SPSA), incarico già ricoperto nel precedente triennio. Inoltre è entrata a far parte del comitato di redazione del sito web dell’Associazione www.AIREPSA.eu

Paolo Borrelli è il nuovo Presidente della Sezione Piemonte-Valle

d’Aosta della Associazione Allergologi e Immunologi Territoriali

e Ospedalieri (AAITO)Il 5 maggio si è riunita a Cavaglià la Sezione Piemon-te-Valle d’Aosta della Associazione Allergologi e Im-munologi Territoriali e Ospedalieri (AAITO). Il Comi-tato Direttivo ha designato, quale nuovo Presidente (per i prossimi quattro anni), Paolo Borrelli, Allergo-logo e Immunologo Clinico dell’Ospedale “Parini che coordina una équipe di specialisti operanti in alcuni dei migliori servizi allergologici piemontesi.

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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA10

N O T I Z I E D A L L ’ O S P E D A L E

UFFICIO STUDI CLINICI: UN VALORE AGGIUNTO PER LE ATTIVITÀ DI SPERIMENTAZION E RICERCAa cura di Giorgio Galli (Direttore SC Comunicazione), Cristina Baré e Genny Jocollé (Ufficio Studi Clinici)

L’Ufficio Studi Clinici, istituito nel 2013, rap-presenta il nucleo di coordinamento delle

sperimentazioni cliniche realizzate in Azien-da. Ogni nuova proposta di studio, sia questo spontaneo o sponsorizzato, una volta appro-vata dal Comitato Etico, viene valutata da uno staff composto dal data manager, il biologo molecolare, l’infermiere, il medico superviso-re ed il medico che si occupa, nello specifico, della patologia proposta. La disponibilità di un ufficio dedicato alla ricerca in grado di sup-portare le équipe professionali delle strutture nella conduzione degli studi clinici, contribu-isce a semplificare e ottimizzare le procedure necessarie per l’adesione a programmi di ri-cerca nazionali e internazionali, garantendo il rispetto delle GCP (Good Clinical Practice) e permettendo di implementare lo sviluppo di questo importante settore dell’attività clinica.

Compiti dell’Ufficio Studi Cinici (USC)Svolge funzioni di programmazione, verifica dell’attuazione, rendicontazione e monitorag-gio dei programmi e progetti di formazione, di sviluppo e di ricerca.

In particolare sono attribuiti all’USC i seguenti compiti:• accettazione delle proposte di adesione agli

studi clinici da parte delle Strutture aderenti e creazione di un sistema di archivio degli studi;

• predisposizione della documentazione ne-cessaria al Comitato Etico (CE) di riferimento ed eventuale gestione tecnico-scientifica della documentazione sottomessa al parere del CE;

• predisposizione del materiale necessario per la conduzione dello studio (consensi in-formati, sinossi infermieristiche, sinossi me-diche, flowchart per cartelle cliniche);

• gestione dei rapporti con i finanziatori;• compilazione delle CRF (case report form)

ed assistenza dei medici in occasione dei monitoraggi esterni;

• gestione pratica delle sperimentazioni in tutte le fasi e assistenza degli operatori clini-ci nelle procedure correlate allo studio;

• gestione dei contatti con le aziende promo-trici e con le agenzie incaricate del monito-raggio;

• gestione delle procedure biologiche richie-ste da protocollo (prelievi, trattamento dei campioni e loro invio a laboratori centraliz-zati);

• collaborazione all’ideazione, pianificazione e conduzione di studi clinici spontanei (de-finizione del disegno, degli obiettivi princi-pali e secondari, identificazione degli end point);

• supporto ai ricercatori per gli aspetti meto-dologici e statistici per la corretta conduzio-ne di uno studio;

• organizzazione e implementazione dei data

base per gli studi interni; • supporto ai ricercatori nella stesura di arti-

coli scientifici;• collaborazione con il CE Regionale per la

presentazione e discussione degli studi cli-nici.

SedeL’USC è attualmente collocato al 3° piano dell’ospedale “Parini” – tel. 0165- 543752

StaffAttualmente è composto da:Cristina Baré – biologaGenny Jocollé – biotecnologa (anche respon-sabile del laboratorio di biologia molecolare)Sabrina Peretto – infermiera di ricercaAlessia Bordet – amministrativa

L’Ufficio Studi Clinici opera in stretta sinergia con l’Ufficio Innovazione e Ricerca della SC Comunicazione. Per la sua strategicità e la tra-sversalità delle funzioni, l’Ufficio Studi Clinici è stato collocato in staff alla Direzione stra-tegica dal 1° maggio 2015.

Un po’ di storiaL’Ufficio Studi Clinici (USC) viene riconosciu-to a livello aziendale nel 2015, ma in realtà è il frutto di un percorso iniziato diversi anni prima nel reparto di Cardiologia dell’Ospeda-le “Parini” di Aosta. Nel 2005, infatti, il Centro Studi dell’Associazione Nazionale dei Medici Cardiologi Ospedalieri (A.N.M.C.O.) aveva pro-posto ad alcuni centri italiani di istituire negli ospedali un’Unità di Ricerca Clinica (URC). L’ANMCO considerava le URC come unica ri-sposta concreta per ritornare ad essere un pa-ese fortemente competitivo nell’ambito della ricerca cardiologica. La ricerca clinica produce risorse per chi la pratica in modo continuativo ed organizzato e può quindi rappresentare, per un ospedale, una fonte di conoscenza e di

possibilità, oltre che di visibilità qualificante. Nel 2008, grazie al grande impegno ed entu-siasmo del dr. Giorgio Begliuomini, supporta-to prima dal dr. Marco De Marchi e, successiva-mente, dal dr. Costante Aillon e dal dr. Marco Sicuro (attuale Direttore della SC Cardiologia), questo progetto si è concretizzato. È stata così creata in Cardiologia la figura del “data mana-ger” e l’incarico è stato affidato alla dott.ssa Cristina Baré (biologa).Il data manager o study coordinator gestisce le attività legate alla ricerca clinica, svolgendo un ruolo ampio e variegato perché gestisce la documentazione degli studi, i campioni bio-logici, i farmaci e si interfaccia con i pazienti arruolati, permettendo così al medico di limi-tarsi ai compiti strettamente attinenti al suo ruolo (visita e valutazione dati clinici). Nel 2011, grazie alla volontà del dr. Gianmauro Numico (attuale Direttore della SC Oncologia) e alle competenze della dr. Alessandra Malos-si, già responsabile dell’Ufficio di Ricerca Clini-ca dell’Ospedale di Biella, l’attività di ricerca si è estesa anche all’Oncologia. Dal 2011 l’attività di ricerca clinica in Onco-logia è stata affiancata dalla ricerca di base,

affidata alla dott.ssa Genny Jocollè (biotec-nologa), responsabile dei progetti di biologia molecolare dell’Oncologia. Le due attività di ricerca si sono incontrate ed è nato un connubio propizio che ha favorito l’avvio dell’USC, inizialmente costituito dalla dott.ssa Cristina Baré e dalla dott.ssa Genny Jocollè.Successivamente nel settembre 2013 il pro-getto di costituzione di un Ufficio Studi Cli-nici aziendale è stato approvato e finanziato dalla Fondazione per la Ricerca sul Cancro.Lo staff dell’USC è stato recentemente imple-mentato con la figura dell’infermiere di ricer-ca e di un amministrativo, così da garantire una gestione ottimale degli studi in tutte le loro fasi.

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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA 11

Notizie dal territorioN O T I Z I E D A L T E R R I T O R I O

Esenzioni ticket, redditi e stato di disoccupazione nel mirino dei Robin Hood dell’Ufficio Controllo Esenzioni

Luca Pietrosanti e Milena Carlin - Direzione Area Territoriale

Alcune condizioni personali e sociali, asso-ciate a determinate situazioni reddituali,

danno diritto all’esenzione dalla partecipazio-ne al costo (ticket) sulle prestazioni di diagno-stica strumentale, di laboratorio e sulle altre prestazioni specialistiche ambulatoriali.In particolare, in base a quanto previsto dal-la  Legge 537/1993 e successive modifica-zioni  (art. 8, comma 16) hanno diritto a tale tipo di esenzione i cittadini che appartengono alle categorie di seguito elencate.

Categorie di esenti(CODICE E01) Cittadini di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque anni, ap-partenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo lordo inferiore a 36.151,98 euro;

(CODICE E02) Disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico;

(CODICE E03) Titolari di pensioni sociali e loro familiari a carico;

(CODICE E04) Titolari di pensioni al minimo di età superiore a sessant’anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico. 

Nel corso del 2011 sono entrate in vigore le nuove modalità di verifica delle esenzioni per reddito, stabilite dal Decreto Ministeriale 11 dicembre 2009.In base al suddetto decreto ogni anno il Mini-stero Economia e Finanze fornisce un elenco degli aventi diritto all’esenzione. Pertanto il

medico prescrittore, all’atto della compila-zione della ricetta, verifica il diritto all’esen-zione e riporta i relativi codici.Se l’assistito non risulta nell’elenco degli esenti, e ritiene di possedere i requisiti per l’esenzione al ticket per reddito, deve rivol-gersi agli sportelli del proprio distretto per ottenere l’attestato provvisorio.L’esenzione relativa allo stato di disoccu-pazione (codice E02) non è prevista negli elenchi inviati dal MEF e quindi deve essere autocertificata annualmente dall’assistito.Per verificare la veridicità delle autocertifi-cazioni provvisorie e potenziare i controlli l’Azienda ha deciso di creare un apposito ufficio denominato “Ufficio controllo Esen-zioni” che effettua controlli sul reddito com-plessivo del nucleo familiare, sullo stato di disoccupazione, la situazione anagrafica, le invalidità ecc.L’ufficio dispone di collegamenti telematici e convenzioni con vari Enti: Agenzia delle Entrate, Centro per l’Impiego, Ufficio Inva-lidi della Regione, Anagrafica del Comune di Aosta, ecc. È in corso di definizione una convenzione con l’I.N.P.S. per poter avere ac-cesso alle loro banche dati.Questo ufficio ha proposto un apposito rego-lamento per il recupero credito, approvato con la deliberazione del Direttore Generale n°. 213 del 25/02/2015, che specifica l’iter

adottato per le varie tipologie di recupero. L’Ufficio Esenzioni Ticket ha controllato fino ad ora circa 13.000 autodichiarazioni e ri-scontrato n. 1.105 dichiarazioni non veritie-re.Parlando di cifre, si riporta uno specchietto dove si possono notare gli importi richiesti/recuperati per le vari tipologie di esenzione e la relativa percentuale di recupero.Stiamo predisponendo e contabilizzando dei recuperi crediti relativi all’esenzione E01 per un importo di circa 30.000 euro.L’attività di controllo può risultare spesso e volentieri poco carina sia per l’utente che per noi, però va fatta anche per giustizia di chi paga e di chi dichiara il vero, consideran-do che i ticket impropriamente esentati van-no a pesare sulle spalle di chi giustamente contribuisce.Spesso il dichiarare il falso non è sinonimo di malafede ma frutto di difficoltà ad interpre-tare la normativa vigente, sarà un obiettivo in futuro dare maggiore informazioni sia al personale addetto agli sportelli che ai mezzi di informazioni.L’ufficio nella sua attività ha effettuato circa 6.000 controlli preventivi al fine di evitare agli ultrasessantacinquenni di presentarsi agli sportelli per compilare l’autodichiara-zione annuale.ì

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ESENZIONE E04 € 1.885,66 € 1.186,51 62,92%

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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA12

N O T I Z I E D A L T E R R I T O R I O

Il bilancio ad un anno dalla ricostituzione di CARD VdAdi Federica Duò – Presidente CARD VdA

CARD (Confederazione delle Associazioni di Distretto), è una società scientifica multi

professionale presente a livello nazionale, con la finalità di fare formazione e ricerca in am-bito territoriale. In Valle d’Aosta era presente, alla guida del Dr. Corrado Allegri, quando ad accedervi erano i soli direttori. Oggi CARD ha assunto una nuova veste e ha aperto le porte a tutti professionisti che operano nella rete dei servizi nel distretto. A ridare vita a CARD lo scorso 28 febbraio 2014 sono stati i soci fondatori, oggi membri del Consiglio Direttivo: Federica Duo’ (Presiden-te), Albert Lanièce (Vice Presidente), Carmen Theodule (Segretario), Cristina Bich (Tesorie-re), Alleyson Denise, Antonella Lacroix, Nunzio Venturella e Helga Zen (Consiglieri). In questo primo anno di attività sono stati or-ganizzati diversi eventi rivolti non soltanto agli operatori, ma anche aperti al pubblica. Il primo evento, che si è realizzato il 30 maggio 2014, ha visto la partecipazione del Presidente Nazionale CARD, Gilberto Gentili, del Vice Pre-sidente, Antonio Trimarchi, e della Senatrice Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Com-missione permanente Igiene e Sanità, che hanno affrontato i risvolti dell’Omnibus sul riordino delle professioni sanitarie in ambito territoriale. Ad ottobre è stata poi organizzata una serata, aperta alla popolazione, sul tema del corretto impiego delle cellule staminali, condotta dalla ricercatrice, insignita della nomina di Senatore a vita, Elena Cattaneo. Il 2014 si è concluso con un evento dedicato alla presa in carico della persona affetta da patologie neurodegenera-tive con particolare riferimento alla SLA. In ambito di ricerca CARD ha partecipato, con un ampia adesione, alla ricerca promos-

sa dall’Università Bocconi e Cipomo (collegio italiano dei primari medici oncologi) circa la situazione dell’oncologia nei territori, i cui dati sono stati diffusi dai ricercatori del Cergas di Milano durante il Congresso Nazionale 2014 che si è svolto a Torino. Il primo semestre del 2015 è stato caratterizza-to da un evento, svoltosi a Chatillon, sul tema dell’assistenza transculturale a cui ha fatto se-guito, il 6 giugno scorso, un incontro che ha affrontato la tematica del paziente affetto da Asma e BPCO.Durante questi mesi CARD ha organizzato due serate destinate alla popolazione: la prima in collaborazione con il Comune di Hone dal ti-tolo “La malattia di Alzheimer”, la seconda re-lativa alla presentazione del libro “Camminare con la demenza - manuale teorico pratico per professionisti e famigliari”. Ancora, in colla-borazione con la Struttura di Comunicazione dell’Azienda, è stato organizzato, presso la biblioteca ospedaliera “Maria Bonino”, un in-

contro dal titolo “La montagna in sicurezza” (vedere articolo dedicato). Per l’autunno CARD sta organizzando un evento in collaborazione con l’Associazione Fi-brosi Cistica e un convegno interregionale con il vicino Piemonte. Ho anche avuto l’onore, come Presidente-In-fermiera, di coordinare la sessione infermie-ristica che quest’anno ha avuto come filo conduttore “le competenze infermieristiche specialistiche”, in occasione del XIII Congresso nazionale CARD che si è tenuto dal 28 al 30 maggio a Bologna. Oltre al sostegno degli operatori che fin da subito hanno creduto in quest’associazione e nel lavoro che sta portando avanti, a nome di tutto il Consiglio Direttivo voglio ringrazia-re l’Azienda USL che ha sempre patrocinato i nostri eventi, l’Ufficio Stampa che ci ha sup-portati nella loro diffusione e il Collegio IPA-SVI che ha accreditato le iniziative per tutte le professioni.

Aggressioni fisiche e verbali: proteggiamo gli operatori della salutedi Anita Mombelloni – Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione

Gli atti di violenza nelle realtà sanitarie costi-tuiscono dei veri e propri eventi sentinella e richiedono l’adozione da parte dei soggetti preposti, di opportune misure di prevenzione e protezione dei lavoratori. Le probabilità di subire attacchi per gli operatori sanitari sono più elevate rispetto ad altri lavoratori che ope-rano a stretto contatto con l’utenza. I medici, gli infermieri, gli operatori socio sanitari, gli operatori addetti all’assistenza sono esposti in misura maggiore, in quanto sono in relazio-ne diretta con il paziente e devono gestire rapporti caratterizzati da una condizione di forte emotività sia da parte del paziente stesso che dei familiari, che si trovano in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo, specialmente se sotto l’effetto di alcol o droga.

Il tipo di violenza interessata è quella prove-niente dai pazienti e dai loro caregiver, attra-verso attacchi fisici, verbali o di atteggiamen-to. La violenza ha un impatto negativo sulla produttività e sul coinvolgimento del lavora-tore nell’organizzazione, nonché sulla qualità delle prestazioni erogate.

I dati disponibili sul fe-nomeno nella realtà delle Aziende Sanitarie italiana sono tuttora molto lacunosi.

La prevenzione degli atti di violenza contro gli operatori sanitari richiede che il Datore di lavoro identifichi i fattori di rischio per la sicurezza del personale

e ponga in essere le strategie di prevenzione ritenute più opportune. In questa prospet-tiva, la nostra Azienda ha progettato un percorso che, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro, verifichi la situazio-ne delle strutture sanitarie in proposito e programmi eventuali interventi di miglio-ramento al fine di tutelare l’integrità fisica e psicologica dei propri dipendenti.Compiti del gruppo di lavoro, composto da figure appositamente individuate in diversi settori di competenza (un referen-te della direzione sanitaria, un referente dell’area affari legali, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, un rappresentante della professione infermie-ristica, un rappresentante della professio-ne medica, un RLS, un addetto alla sicu-rezza dei luoghi di lavoro e un eventuale rappresentante delle forze dell’ordine) sa-

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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA 13

INIDONEITÀ E IDONEITÀ PARZIALI ALLA MANSIONE SPECIFICA DEL PERSONALE: UN FENOMENO EMERGENTE

i Giuliana Vuillermin – Dirigente SSD SITRA

A partire da un’idea della Federazione Nazionale

dei Collegi IPASVI, l’Università Commerciale “Luigi Bocconi” – CERGAS, ha promosso, a livello nazionale, una ricerca sul tema delle inidoneità e idoneità par-ziali alla mansione specifica, fe-nomeno di particolare rilevan-za in termini di management, di politica sanitaria e di rela-zioni sindacali, che condiziona l’organizzazione del lavoro ed il cui impatto è destinato ad es-sere sempre più significativo, alla luce dell’invecchiamento della popolazione lavorativa degli infermieri e degli altri esercenti le professioni sanita-rie, dovuto alla riduzione del turnover ed alle riforme previdenziali. Secondo rilevazioni IPA-SVI, infatti, i professionisti over 61 sono 23.351 su un totale di 412.070. Questo fenomeno in-cide sulla tenuta del sistema in termini di effi-cienza organizzativa e sugli assistiti in termini di qualificazione del processo diagnostico, te-rapeutico e assistenziale, tanto che, allo scopo di contrastare tale problematica, valorizzando la sostenibilità economica della cosiddetta «staffetta generazionale» fra operatori, senza nuovi oneri per le finanze pubbliche, in data 18 giugno, è stato presentato al Senato il Ddl n. 1472 “Norme per favorire il ricambio gene-razionale nella professione infermieristica e nelle professioni sanitarie di cui alla legge 10 agosto 2000, n. 251”.L’Azienda USL della Regione Valle d’Aosta con-sapevole dell’incidenza della problematica sull’organizzazione, con DDG n. 735 del 30 giugno 2014, ha aderito al progetto CERGAS, impegnandosi ad analizzare il fenomeno in tutti i suoi aspetti, al fine di collaborare all’indi-

viduazione di possibili soluzioni da proporre, in ultima analisi, al Ministero della Salute.Dopo una prima rilevazione presso 24 Azien-de Ospedaliere/ASL/IRCCS, il 17 giugno si è svolta una riunione del comitato guida, com-posto da Direttori Generali, Medici Compe-tenti, Responsabili Infermieristici e Tecnici, Responsabili SPP e Ricercatori, allo scopo di analizzare i risultati finora ottenuti, le criticità e gli elementi da approfondire, con l’obiettivo di individuare delle best practice condivise per impiegare al meglio le persone con inidoneità parziali, tenuto conto del contesto.A livello generale, sono emerse alcune proble-matiche, tra cui la differenza tra sanità pubbli-ca e privata, dove la prima è in larga misura al riparo dalle pressioni competitive del mercato e favorisce la tutela dei lavoratori. Vi sono poi le normative, i profili professionali e le specia-lizzazioni che, talora, rendono difficoltosa una ricollocazione degli operatori parzialmente idonei alla specifica mansione.Dalla prima indagine risulta che il fenomeno

più diffuso è la limitazione del-la movimentazione dei carichi animati ed inanimati e posture incongrue, cui seguono le pre-scrizioni relative al turno not-turno/reperibilità, lo stress/burn out/problematiche psichiatri-che ed, infine, le allergie/rischio chimico.Una delle difficoltà riscontrate dai ricercatori consiste nella di-versa modalità utilizzata dai me-dici competenti per la compila-zione della prescrizione (reda-zione libera, utilizzo di schemi con attività possibili o precluse, ecc.), in una terminologia non condivisa, in una mancata co-noscenza dei contesti lavorativi,

con conseguente difficoltà di comparazione e di lettura delle prescrizioni stesse.Ulteriore dato interessante e comune a tutte le AO/ASL analizzate, riguarda l’ambito lavorati-vo al momento del giudizio, prevalentemente riferito alle degenze, dove, a seguito di trasfe-rimenti adottati quali misure per favorire l’atti-vità dei lavoratori con prescrizioni, si è legger-mente ridotta la presenza, con saturazione, al contrario, dei servizi (attività ambulatoriali) ed altre attività territoriali. Tale situazione, non priva di problemi gestionali, è largamente rap-presentata anche presso l’AUSL VdA.Al termine dell’incontro del Comitato Guida, si sono analizzate le criticità, tra cui emergono:•• eterogeneità nelle dotazioni di personale

per attività di sorveglianza sanitaria;•• problemi di coordinamento tra i medici

competenti in realtà interaziendali o azien-de multipresidio;•• difficoltà di disporre di specialisti di riferi-

mento su patologie occupazionali, ritenuta importante;•• arretratezza dei sistemi informativi (molte

aziende impiegano file di excel);•• problemi di mancata conoscenza/utilizzo

del DVR da parte del medico competente;•• mancanza di standardizzazione nell’indica-

zione delle limitazioni;•• assenza di momenti formalizzati di incontro

fra medici competenti e Direzione per ana-lizzare casi complessi;•• eccessiva indicazione al cambio di mansio-

ne, da sanitario ad amministrativo, con sa-turazione delle dotazioni, a fronte di una ne-cessità di efficienza ed efficacia di quest’ul-timo settore.

Sulla base di tali criticità sono state ipotizzate delle possibili revisioni per la prosecuzione del progetto e la proposta di “soluzioni”, a supporto del citato Ddl, creando, inoltre, un osservatorio delle regioni, nel rigoroso rispetto dell’anonimato dei lavoratori.

R U B R I C H E E C O M M E N T I

ranno i seguenti:• analisi del contesto operativo al fine di

individuare le situazioni a maggiore vul-nerabilità, anche mediante esame dei dati degli episodi di violenza segnalati;

• definizione delle misure di prevenzione e protezione da proporre al Datore di La-voro al fine della loro adozione. L’analisi delle condizioni lavorative è finalizzata ad individuare nel contesto lavorativo i fattori di rischio, esistenti o potenzia-li, che aumentano la probabilità di oc-correnza di episodi di violenza.

Al fine di individuare le azioni preventive più efficaci da adottare verranno valutate le condizioni degli ambienti di lavoro, del contesto organizzativo, della tipologia di utenza e delle prestazioni erogate.L’analisi potrà essere attuata, in particola-re, mediante esame degli episodi di violen-

za verificatisi al fine di mettere in evidenza fattori di rischio che potrebbero essere rimossi mediante modifiche strutturali, approcci procedurali o addestramento del personale.

IL QUESTIONARIO CONOSCITIVONell’ottica di raccogliere gli elementi utili per valutare le situazioni a rischio, è stato predisposto un questionario rivolto a tutti i lavoratori che abbiano subito violenza fi-sica e/o verbale; il questionario, disponibile cliccando su link apposito “questionario per la rilevazione degli episodi di aggressione” in Andromeda - home page - documen-tazione e informazioni- di interesse tra-sversale - deve essere compilato ed inviato al Servizio Prevenzione e Protezione che pro-cederà alla raccolta ed all’elaborazione dei dati pervenuti.

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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA14

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questo contributo che giunge dal Dipartimento di Prevenzione, poiché il tema trattato è di grande importanza. Da anni l’Azienda, nelle sue diverse articolazioni, ha attivato – seppur a fasi alterne – progetti di promozione della salute dedicati anche ai dipendenti, oltre che alla po-polazione. Le esperienze avviate da altre aziende sanitarie/ospedaliere, citate nell’articolo, sono sicuramente stimolanti. Le idee dunque ci sono. Non ci resta che passare dalla teoria alla pratica e attendere una o più proposte progettuali in tema di attività fisica (e corretti stili di vita) indirizzate ai nostri lavoratori

L’importanza dell’attività fisica nei luoghi di lavorodi Rosa Maria Cristaudo – Dirigente SC Igiene e Sanità Pubblica - e di Maurizio Castelli – Direttore Dipartimento di Prevenzione

La Dichiarazione di Lussemburgo del 1997, aggiornata nel 2007, definisce la promozio-

ne della salute nei luoghi di lavoro “… come lo sforzo congiunto dei datori di lavoro, dei lavo-ratori e della società per migliorare la salute e il benessere dei lavoratori”.Infatti, tra le azioni della Workplace Health Pro-motion (WHP), rientra la promozione dell’attivi-tà fisica che si prefigge di migliorare la sicurez-za, la salute e il benessere nei luoghi di lavoro. Il Piano di Prevenzione 2014-2018, approvato il 13 novembre 2014 dall’Intesa Stato Regioni e Province Autonome (in attesa di essere rece-pito dalla Giunta della Regione Valle d’Aosta), tra i suoi macro obiettivi prevede la riduzione del carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmis-sibili con un setting specifico per gli ambienti di lavoro e tra gli obiettivi generali l’aumento dell’attività fisica nei lavoratori.La letteratura scientifica definisce il problema della sedentarietà come una vera e propria pandemia “con importanti conseguenze per la salute, l’economia, l’ambiente, la società”. Tutto ciò è strettamente correlato al costante e cre-scente aumento delle malattie croniche non trasmissibili (MCNT), con una conseguente ri-caduta sui costi sanitari e sociali. La sedentarietà/inattività fisica rappresenta uno dei determinanti di salute legati agli stili di vita, pertanto modificabili, con una ricaduta in termini di qualità di vita e di benessere psico-fi-sico generale.L’ambiente di lavoro è un setting strategico per promuovere la salute, in particolar modo l’atti-vità fisica in età adulta, poiché le persone vi tra-scorrono la maggior parte della loro giornata. Pertanto si possono raggiungere e coinvolgere più facilmente, sia a livello informativo, diffon-dendo informazioni e conoscenze sull’impor-tanza di uno stile di vita salutare e attivo che su un piano formativo, offrendo delle opportunità per praticare attività fisica (es. invito all’uso del-le scale; spostamenti casa-lavoro attivi -biciclet-ta, bus/a piedi: indennizzo di 25 centesimi per chilometro percorso ai lavoratori che, sceglien-do di abbandonare l’auto, cominceranno ad an-dare in ufficio in bicicletta; realizzazione di corsi di avvio all’attività di Nordic-Walking in orario di lavoro; esercizi di mobilità; gruppi di cammino durante le pause; ecc.).Inoltre, agire sul miglioramento dello stile di vita e del livello di efficienza fisica della popo-lazione adulta, significa investire sulla futura popolazione anziana, in termini di maggior be-nessere psico-fisico.Negli ambienti di lavoro, per affrontare in modo efficace il problema della sedentarietà e della inattività fisica, è fondamentale un approccio di tipo multi-componente, con programmi che prevedano:

•• la stesura di un protocollo di luoghi di lavoro che promuovano salute; •• la realizzazione di policies aziendali a favore della promozione di uno stile di vita sano e attivo;•• la riorganizzazione dell’ambiente di lavoro al fine di facilitare la pratica dell’attività fisica;•• la promozione da parte dell’Azienda al cambia-mento degli stili di vita non salutari del singolo e del gruppo.

Investire sulla promozione degli stili di vita in ambito lavorativo può indurre, non solo, effetti positivi sul benessere psico-fisico dei lavoratori ma anche sull’azienda, con ricadute positive sia su un piano sociale che economico (vedi Tabella 1, tratta da “Augmentez vos “acti-fs” pubblicazione del programma canadese Kino-Quebec che si prefigge di promuovere l’adozione di uno stile di vita attivo in tutti gli ambienti di vita. In: www.kino-quebec.qc.ca/publications/augmentezvosactifs.pdf.)In molte Regioni italiane e Aziende Sanitarie

sono stati attivati programmi di promozione della salute, non solo relativamente all’attivi-tà fisica ma per tutti gli stili di vita sia per i lavoratori che per la popolazione generale.Ad esempio la Regione Piemonte ha aderi-to a due progetti CCM: “Promozione attività motoria e gruppi di cammino” e “Promozione dell’attività fisica – Azioni per una vita in sa-lute”, ecc.A livello di Aziende Sanitarie ricordiamo: “Corri…al lavoro” dell’ASL di Asti; “C’è un ranocchio dentro di te… liberalo” e “Muo-viamoci insieme!” dell’ASL di Cuneo2; “Man-gia sano e corri lontano” dell’ASL di Novara; “Progetto fitwalking in ambiente di lavoro” dell’ASL Torino1; “4000 passi nel parco” dell’A-SL di Torino 3 e Comune di Collegno; “Gruppi di cammino: formazione di WALKin leader” dell’ASL di Torino3; “Pausa in movimento” dell’ASL di Perugia2; “Muoviti, se puoi fai le scale” dell’ULSS di Treviso; ecc.

In Valle d’Aosta non esistono programmi aziendali strutturati e specifici in merito alla promozione dell’attività fisica in ambiente di lavoro. Qualche anno fa la richiesta da parte della Direzione del Dipartimento di Prevenzio-ne di attivare una zona da adibire a palestra per i dipendenti nella nuova sede di Quart fu considerata “ardita”. Peccato, la realizzazione di un progetto simile avrebbe avuto un impat-to comunicativo ed una valenza promozionale (riguardo corretti stili di vita) notevole anche sulla popolazione, oltre che migliorare il be-nessere degli operatori. Crediamo fermamente, però, che lo svilup-po di strategie per accrescere la diffusione dell’attività fisica (attraverso l’attivazione di interventi di dimostrata efficacia) sia un im-portante obiettivo da perseguire e realizzare con progetti semplici, facilmente realizzabili ed integrabili con le esigenze lavorative. È ora di muoversi!!!

Per i lavoratori Per imprese/aziende

Per migliorare

•• la salute e la qualità della vita anche sul posto di lavoro•• la soddisfazione lavorativa motivazione, concentrazione,•• memoria, interesse, rapporto con i colleghi,…)•• la gestione dello stress

•• la qualità della vita sul luogo di lavoro l’immagine dell’impresa•• le relazioni lavorative•• la produttività

Per aumentare •• il benessere psico-sociale •• il senso di appartenenza

Per ridurre

•• il rischio di mortalità prematura•• il rischio di soffrire di alcune malattie (malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia)

•• assenze per malattia•• infortuni sul lavoro•• turn over•• costi sociali (indennizzi, assicurazioni,…)

N O T I Z I E D A L D I P A R T I M E N T O D I P R E V E N Z I O N E

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ATTIVATO L’UFFICIO INNOVAZIONE E RICERCA ALL’INTERNO DELLA SC COMUNICAZIONE

di Giorgio Galli – Direttore SC Comunicazione, URP, Corso di Laurea in Infermieristica, Innovazione e Ricerca, Rapporti con le Università

La revisione dell’Atto Aziendale (l’ultimo è quello deliberato nel

dicembre 2014) ha modificato in larga misura le strutture tecnico-am-ministrative aziendali. Alla Struttura Complessa Comunicazione, in sede di riorganizzazione delle attività e delle competenze, la Direzione strategica ha affidato, oltre all’Ufficio Relazioni con il Pubblico, l’Ufficio Stampa ed Editoria Multimediale e l’Ufficio Pro-getti di comunicazione e gestione del Bilancio sociale, la Biblioteca ospeda-liera “Maria Bonino”, il Corso di Laurea in Infermieristica, la comunicazione web, ovvero la gestione diretta del sito Internet aziendale (appena modi-ficato) e della Intranet Andromeda (per la quale è in corso lo studio per rinnovarla), l’Innovazio-ne e la Ricerca, i rapporti con le Università. Nella fattispecie, a seguito di una riorganizza-zione interna della struttura complessa e gra-zie al ritorno, dopo una esperienza lavorativa di un anno presso l’Assessorato alla Sanità, nel settore delle Politiche sociali, di Anna Casti-glion, già referente del disciolto Ufficio Progetti Innovativi, si è proceduto alla creazione di una nuova realtà, denominata Ufficio Innovazio-ne e Ricerca, nel quale sono anche confluite le attività prima svolte dall’Ufficio progetti di comunicazione e gestione del Bilancio sociale. Il nuovo Ufficio, allo stato attuale composto da due persone, Anna Castiglion e Elisa Pasini (con il supporto, per alcune attività progettuali, di Giovan Battista De Gattis, attualmente tu-tor presso il CLI), dal 1° luglio riavrà la gestione dell’Asilo Nido aziendale, che era stata affidata, per un certo periodo di tempo, alla SC Bilancio e Finanze. Resta anche alla SC Comunicazione lo studio e lo sviluppo di progetti di promozio-ne della salute di cui alla rete HPH & HS, alcuni dei quali “storici” (Mai più violenza contro le donne, Migrant Friendly Hospital, Sincronia del benessere: alimentazione, attività fisica, autostima e bellezza autentica ), altri di recente avvio (Health Literacy). Non per nulla stiamo collaborando, con altre reti regionali italiane, alla pianificazione della prossima conferenza

nazionale della rete HPH che si terrà in autun-no a Cagliari. L’azione del nuovo Ufficio si delinea secondo tre direttrici: equità, qualità, modelli organiz-zativi e soluzioni partecipative, le prime due già presenti nel PSR 2011-2013 e nel bilancio sociale e di genere dell’Azienda USL. In parti-colare:Equità - rendere i servizi sanitari accessibili, rispondenti ai bisogni e adeguati per tutte le categorie di pazienti e promuovere la salute e il benessere uguale per tutti. In questa macro area di intervento rientra anche il progetto aziendale sulla Health Literacy.Qualità - implementare l’innovazione tecno-logica, ricercare l’appropriatezza diagnostica e terapeutica, adottare la medicina basata sulle evidenze e garantire il miglioramento dei servi-zi in funzione della soddisfazione della popola-zione nel rispetto dei vincoli di contesto.Modelli organizzativi e soluzioni partecipa-tive - orientare lo sviluppo valorizzando le per-sone, i gruppi, le comunità e le relazioni, agire in una logica di processo e di sistema piuttosto che di singola azione o progetto, favorire l’inte-razione tra professionalità e ambiti diversi nel livello sia micro sia macro dell’organizzazione. Le aree di intervento sono individuate tenen-do in considerazione non solo le attuali con-dizioni di contesto (aziendale e regionale),ma anche gli obiettivi posti e i risultati attesi nel

Quadro Strategico regionale, strumento di definizione e di governance dell’attua-zione della politica regionale di sviluppo 2014-20, direttamente derivata dalla Strategia Europa 2020 (crescita intelli-gente, sostenibile e inclusiva).Dalle aree di intervento derivano le atti-vità specifiche dell’Ufficio che, come in-dicato dalla sua denominazione “Ricerca e innovazione”, si articoleranno nel ciclo virtuoso “ricerca-innovazione-sviluppo”, ossia nelle fasi di studio e analisi, speri-mentazione (ad esempio di una buona prassi o di un modello) e, in prospettiva, dell’integrazione dei risultati della speri-mentazione nel sistema.Preliminare ad ogni attività, derivata dal-

le aree di intervento, è la valutazione delle risorse – finanziarie, ma anche umane, strut-turali e tecnologiche – disponibili o ottenibili a seguito di un’accurata attività di fund raising, della sostenibilità degli interventi a medio/lun-go periodo e della loro efficacia in termini di ri-sposta ai risultati attesi nei confronti dei target individuati. Riguardo alla procedura di utilizzo dei fondi europei o nazionali, il percorso virtuoso, che è già stato oggetto di confronto con la direzione strategica e che viene attuato anche da struttu-re analoghe appartenenti ad altre realtà sanita-rie (come la ASL di Reggio Emilia) parte in pri-mis dalla rilevazione e dall’analisi dei bisogni per poi procedere alla ricerca di finanziamenti che si possano correlare alla progettualità indi-viduata.A breve verrà inviata una lettera formale, da parte della direzione generale, a tutte le strut-ture aziendali, per informarle della presenza del nuovo Ufficio, dei suoi compiti e della tra-sversalità delle sue funzioni.L’Ufficio Innovazione e Ricerca, oltre alle attivi-tà sopra indicate, continua ad occuparsi della predisposizione di piani e strategie di comuni-cazione (in stretta relazione con l’Ufficio Stam-pa e l’URP), della realizzazione del Bilancio sociale e di genere e della gestione del Nido aziendale. Infine, ha il compito di supportare le attività dell’Ufficio Studi Clinici.

ISCRIZIONI AL NIDO AZIENDALEDal 15 giugno al 16 luglio 2015 sono aperte le iscrizioni al nido dell’Azienda USL, “Le Marachelle”.

Sperimentalmente, il bando di iscrizione al nido aziendale per l’annualità 2015-2016 presenta due importanti novità:1. possono presentare la domanda d’iscrizione al nido anche i dipendenti che

prestano la loro attività in part time esclusivamente all’83,33 %. In que-sto caso sarà applicata una decurtazione sul punteggio complessivo, otte-nuto sommando tutti i punteggi riferiti ai criteri previsti, pari a 0,5 punti. La disciplina relativa alle restanti percentuali di part time rimane invariata.

2. l’età minima di inserimento dei bimbi al nido è ridotta da 9 a 6 mesi.

Tutta la documentazione è pubblicata sulla intranet aziendale “Andromeda”

N O T I Z I E D A L L ’ A M M I N I S T R A Z I O N E

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TITOLO: C’era una volta il CRUSLSOTTOTITOLO: abbiamo trovato l’alternativa

di Giorgio Galli – Direttore SC Comunicazione e dirigente della biblioteca “Maria Bonino”

C’era una volta il CRUSL. Sembra l’inci-pit di una favola e forse è un po’

così, perché le favole si ricordano con nostalgia. Il CRUSL altro non era se non il glorioso Circolo Ricreativo dell’Azienda USL, di cui sono an-che stato a lungo Presidente, co-stretto all’estinzione alcuni anni fa per volontà superiore (così come gli altri circoli ricreativi delle pubbli-che amministrazioni) per confluire nel super colosso CRER. Rispetto e stimo da sempre il CRER, con il quale il CRUSL colla-borò intensamente a suo tempo, sia per la ca-pacità organizzativa che per l’ampia gamma dell’offerta, però…non è la stessa cosa…Il CRUSL è nato con una filosofia ben precisa e operava con uno scopo altrettanto preciso che andava, in qualche misura, ad interagire con i programmi aziendali dedicati al benes-sere organizzativo. Il CRUSL, attraverso le sue iniziative, aggregava le persone, favoriva la co-noscenza tra lavoratori provenienti da settori diversi (ospedale, territorio, amministrazione), abbatteva le gerarchie (di fronte ad un dipin-

to, ad una scultura o ad un buon piatto di tagliatelle

ci sentivamo tutti ugua-li), offriva l’opportunità

di scoprire insieme musei, pinacoteche, città d’arte, merca-ti dell’antiquariato,

ristoranti e trattorie, ma anche di divertirsi

in un torneo di bowling o di calcetto. Tutto ciò pur-

troppo non lo si può ritrovare nella grande organizzazione del CRER,

che raggruppa intorno a sé le migliaia di di-pendenti pubblici regionali. Il CRUSL era a misura d’uomo, o meglio “a misura di dipen-dente”. Per decenni è stato il volano di nume-rose e variegate iniziative culturali, sportive, ludiche, ecc. che hanno permesso ai dipen-denti e agli operatori aziendali di conoscersi, magari anche di apprezzarsi vicendevolmen-te, scoprendo o riscoprendo quel senso di appartenenza che nel corso di questi anni è lentamente e inesorabilmente scemato.

Oggi il volano per il rilancio di iniziative ag-greganti lo possiamo ritrovare nella nostra “biblioteca” (naturalmente mi riferisco alla biblioteca ospedaliera “Maria Bonino” che, come saprete, è parte integrante della strut-tura di Comunicazione), luogo per eccel-lenza deputato alla cultura, che da qualche tempo ha iniziato a promuovere in modo sistematico eventi culturali aperti a tutta la popolazione. Sta nascendo all’interno dell’Azienda un gruppo spontaneo, assolutamente trasversa-le ed eterogeneo (ci siamo definiti “i creativi”, con un pizzico di supponenza) con lo scopo di promuovere iniziative culturali, sportive, enogastronomiche, ecc. a beneficio di tutti i dipendenti. Insomma, una sorta di resur-rezione del CRUSL, naturalmente sotto altra veste (la biblioteca) e con diverse modalità (niente tessere associative, niente sconti). Chi è interessato ad allargare il gruppo dei “creativi” con idee, proposte e quant’altro non deve fare altro che mettersi in contatto con lo scrivente. Basta una semplice e-mail. In autunno ci faremo vivi.

Il lavoro ai tempi della crisidi Maria Paola Antonietti – dirigente medico, SC Geriatria

A chi noi non è mai capi-tato di guardare a un

collega o a un amico pros-simo alla pensione con una punta di invidia, sospirando: “Beato te!”?In barba alla Fornero, il for-tunato sfugge a una realtà conflittuale e insicura per approdare meritatamente a una vita che appaga.C’è una parte di verità in tut-to questo. Con l’alibi della crisi e della disoccupazione si insinua che avere un posto di lavoro più o meno sicuro è un privilegio che autorizza a sopportare qualsiasi rospo indigesto.Le giornate sono scandite da situazioni di emergenza continua, in cui è difficile una minima pianifica-zione, perché i programmi di ieri oggi non sono più adatti.Spesso fa capolino la sensazione di dare fa-stidio proprio per il fatto di essere un lavora-tore. Se si potesse mandare avanti l’azienda, rispondere ai bisogni di salute della popo-lazione, senza tutti questi dipendenti che costano, pensano, hanno esigenze umane, come sarebbe tutto più facile e perfetto!Eppure proprio in questo concetto consiste la dignità e l’onore che dobbiamo dare prima di

tutto noi stessi all’incarico che ci è stato affi-dato. Il posto di lavoro è in primo luogo uno spazio di relazioni da custodire e coltivare: verso i colleghi, i pazienti, i fornitori piutto-sto che i referenti amministrativi o politici. È difficile immaginare, se non la si è provata, la sensazione di vuoto bruciante che invade la mente quando improvvisamente, per qual-siasi motivo, questo mondo quotidiano viene a mancare.Tempo fa un mio amico mi ha fatto notare che la rubrica telefonica del cellulare è in gran

parte abitata da numeri di persone che conoscia-mo per il solo fatto che svolgiamo un lavoro.Per tanti di noi poi l’oc-cupazione che abbiamo è stata una scelta, la re-alizzazione di un sogno di cui poco conosceva-mo i contorni, ma di cui avevamo ben presenti le caratteristiche che ci affascinavano.Queste ci sono ancora adesso, pur se masche-rate da sedimenti e contraddizioni. Resistere ed essere presenti, mettendo in circolo l’amore come di-rebbe Ligabue, ci resti-

tuisce la dignità di essere lavoratori. Il lavoro è lo strumento principe per sentirsi protagonisti nello stare al mondo, amare se stessi, la famiglia e il prossimo e contribuire alla felicità altrui. Non saremo più pedine in un gioco più grande, ma persone consapevoli di una vocazione e responsabilità personali, in grado di considerare i propri doveri, ma anche i diritti, a qualunque gradino della scala azien-dale ci troviamo.In fondo nella savana, quando mancano le gazzelle, anche i leoni muoiono di fame.

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L’aforisma di oggi(a cura di Pierluigi Berti)

«Gli uomini vincenti trovano sempre una strada, i perdenti una scusa» (John Fitzgerald Kennedy)

Certamente di questi tempi non ci mancano le giustificazioni per non riuscire ad affron-

tare le difficoltà quotidiane. Ci viene chiesto di mantenere costantemente il livello qualitativo e quantitativo delle prestazioni sanitarie che eroghiamo ai nostri utenti, ma nel contempo a causa dei vincoli di spesa imposti all’Azienda ci vediamo limitare sempre più le risorse. Quasi quotidianamente dobbiamo far fronte a ridu-zioni nell’approvvigionamento dei materiali necessari per lavorare, da quelli più complessi e costosi a quelli più banali come la carta per le fotocopie; come sappiamo, esistono vinco-li pesantissimi alla sostituzione del personale assente a vario titolo, di tutte le professioni e le qualifiche; come se non bastasse, la reale possibilità di compensare in modo flessibile le dotazioni organiche fra le strutture in ambito dipartimentale o fra le aree ed i dipartimenti è oggettivamente assai limitata, stanti gli attuali meccanismi, oggetto di contrattazione sin-dacale, dei trasferimenti e della mobilità, che sicuramente dovrebbero essere rivisti alla luce dei tempi mutati. Inoltre, il personale “super-stite” non sempre dispone dell’energia, o della volontà, di farsi carico della quota di lavoro che prima veniva svolto dal personale assen-

te e non sostituito. I cittadini, poi, nonostante l’aumento dei ticket ed gli altri meccanismi messi in atto per disincentivare il consumi-smo sanitario, non sembrano aver diminuito in modo sostanziale le richieste di prestazioni: ciò in parte è un effetto degli aumentati biso-gni sanitari reali, in parte è figlio dell’inappro-priatezza e della medicina difensiva, due pato-logie di sistema che non si riescono a guarire del tutto. Infine, ogni giorno ci scontriamo, a tutti i livelli, con le difficoltà, i disallineamenti e le lentezze della macchina decisionale, vera-mente non agile e scattante, quanto i tempi attuali richiederebbero, nell’indicare e quando è il caso nel modificare la rotta.Di scuse, come si vede, ce ne sarebbero fin troppe per giustificare i nostri piccoli o gran-di fallimenti, e magari accadrà davvero, e per colpe non solamente nostre, che non tutti gli obiettivi che ci sono stati attribuiti verranno raggiunti. Ma questo è il mare nel quale oggi ci tocca di navigare, e qui “si parrà la nostra no-bilitate”. Terminando con un altro aforisma di un grande Direttore (d’orchestra), Herbert von Karajan, «Coloro che hanno raggiunto tutti i loro obiettivi, probabilmente li hanno posti a un livello troppo basso».

Tuteliamo il Servizio Sanitario NazionaleÈ fuor di dubbio che il nostro Sistema

Sanitario Nazionale sia sotto attacco e i cittadini debbano far squadra con i profes-sionisti della salute per tutelare quello che per Cittadinanzattiva è un fondamentale bene comune.Dal nostro ultimo rapporto annuale, che ha registrato oltre 27000 segnalazioni c/o i 330 sportelli del Tribunale per i diritti del Malato, emerge in maniera nuova (quanto preoccupante) che la prima difficoltà dei cit-tadini consiste nell’accedere alle prestazioni garantite dal sistema sanitario pubblico; se poi andiamo ad analizzare anche i principi introdotti dai diversi governi che si sono succeduti fino ad oggi, lo sfondo su cui ci muoviamo oggi è assai inquietante.L’ultimo documento di economia e finanza (DEF), che prevede per la sanità un trend di spesa in discesa e contestualmente una ri-definizione del perimetro dei LEA, non deve farci dormire sonni tranquilli: marcato è il rischio che non sia una riprogettazione ba-sata sulle evidenze scientifiche, ma un vero e proprio stravolgimento dettato dalle sole esigenze della finanza pubblica.Le Regioni diligentemente stanno rientran-do dal punto di vista economico (oltre la metà è in piano di rientro) perdendo di vista la garanzia e la qualità dei LEA. Per rendere l’idea basti pensare alla Campania dove una

persona attende in media 77,8 giorni per essere sottoposta ad un ciclo di chemiote-rapia.Ma se da un lato sopravvivono le storture e gli sprechi, dall’altra non riusciamo a far par-tire la riqualificazione dell’offerta che ine-vitabilmente dovrà basarsi sulle evidenze scientifiche ed una sinergica collaborazione pubblico-privato.L‘era del clientelismo e/o dei tagli lineari deve diventare uno sbiadito ricordo ed è indispensabile rilevare il fabbisogno (ad oggi non esiste un registro nazionale delle patologie croniche ), prevedere la valutazio-ne delle performance, creare una cabina di regia nazionale sull’ Health Technology As-sessment e rivedere il monitoraggio dei LEA, inserendo il punto di vista dei cittadini oltre che i dati degli esiti in possesso dell’AGENAS.Alcune cose le possono fare in autonomia i nostri rappresentanti politici, altre tocca promuoverle a noi cittadini. Se veramente vogliamo tutelare il Servizio Sanitario Nazio-nale iniziamo non chiedendo di creare e/o mantenere quei servizi che rendono conten-ti gli elettori, ma che di fatto sono antieco-nomici o non sono supportati da sufficienti evidenze scientifiche.

Giovan Battista De GattisSegretario CittadinanzAttiva Valle d’Aosta

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IL PROCESSO RIABILITATIVO PSICHIATRICO PRESSO UN CENTRO DIURNO: NARRAZIONE DI UN INCONTRO TRA

GLI STUDENTI DEL CLI E GLI OSPITI DI UN CENTRO DIURNOdi Patrizia Polana con la collaborazione di Resi, Loredana, Marco e gli studenti del Corso di Laurea in Infermieristica di Aosta

Nell’ambito di un progetto sperimentale di collaborazione tra il Dipartimento di Salu-

te Mentale, il Corso di Laurea in Infermieristica di Aosta e la Cooperativa Sociale “Arc en ciel” si è svolto il 30 dicembre scorso un Seminario per 12 studenti del 3°anno di Corso, quale re-alizzazione di un’attività didattica a scelta re-lativa all’insegnamento di Psichiatria Clinica e Salute Mentale. La finalità dell’incontro è stata quella di far conoscere, ai futuri infermieri, l’or-ganizzazione ed il funzionamento di una strut-tura riabilitativa psichiatrica territoriale. Come prima esperienza “sul campo” è stata identifi-cata, quale sede più idonea, il Centro Diurno di Aosta di via Innocenzo V Papa alla quale afferi-scono persone portatrici di disturbi psichici e bisognose di un progetto riabilitativo. Per con-cretizzare il progetto è stata indispensabile la collaborazione degli educatori di queste strut-ture e dei loro responsabili che hanno messo a disposizione le loro competenze professionali ed il loro entusiasmo per illustrare la “storia” e

l’organizzazione del Centro Diurno da loro ge-stito. Inoltre è stata fondamentale, per il senso dato a questa iniziativa, la disponibilità di Resi, Loredana e Marco, attori principali della gior-nata. La collaborazione che hanno fornito, con grande spontaneità, è stata la narrazione delle loro storie di vita, la descrizione della com-plessità di vivere con una patologia psichia-trica e l’utilità delle terapie farmacologiche e del percorso riabilitativo. Queste sono state le tematiche principali dell’incontro. Grazie alla loro disponibilità verso il progetto di cura e l’a-derenza alla proposta riabilitativa sono stati in grado di arginare e meglio tollerare non solo le fasi critiche del loro disturbo, ma anche di migliorare la loro autonomia ed autodetermi-nazione. Lo scambio interpersonale tra loro e gli studenti infermieri si è svolto in un clima disteso e cordiale e l’incontro è stato molto caldo, fluido, di grande intesa ed interesse re-ciproco. Non sono mancati i momenti d’ilarità, di commozione e di condivisone rispetto alle storie personali e alle esperienze narrate. Di questa esperienza Resi e Loredana dicono: “… l’incontro è stato molto emozionante nel vede-re gli studenti ascoltarci ed essere partecipi del-le nostre vicende… è stata una grande possibi-lità di essere compresi ed accettati ed abbiamo potuto farci conoscere “senza filtri”….”. Marco sottolinea la “leggerezza” e l’utilità di un’espe-rienza così autentica e veritiera “… come unico modo per esprimere i problemi che abbiamo dovuto affrontare, le vicissitudini passate e pre-senti e le nostre emozioni ad ampio spettro…”.Come hanno vissuto gli studenti infermieri questa opportunità formativa? Nicole condensa la propria esperienza “in quat-tro parole: umiltà, condivisione, rinascita e cu-riosità”, mentre Chiara, altrettanto ermetica, scrive ”emozionante, divertente e istruttivo”.Kristel ed Alessandro sottolineano “un’espe-

rienza di crescita per noi e per loro…. si sono messi in gioco aprendosi completamente senza paura di essere giudicati”. “È stata un’e-sperienza bellissima e molto toccante”, scrive Federica sostenuta da Marie Emily che rin-forza affermando “d’aver avuto la possibilità di entrare in contatto con una realtà con la quale non avevo avuto modo di confrontarmi”.Silvia tocca un altro aspetto “hanno saputo trovare la forza per aprirsi con noi e noi ci sia-mo sentiti coinvolti per questa loro apertura e capacità di saper raccontare le proprie vicen-de nonostante le sofferenze affrontate”.In conclusione non posso che ringraziare tutti quanti per la partecipazione e per aver dato anche a me, docente del corso, la possibilità di vivere una vicenda personale e umana nuova e arricchente in un clima cordiale e spontaneo.

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APP-ASSIONANTI APPSecondo appuntamento con la rubrica dedicata alle app.

Ricordiamo che la rubrica è aperta al contributo di tutti i lettoriAlzheimer AppApplicazione ideata e realizzata dalla Fede-razione Alzheimer Italia. È destinata a tutti quanti si prendono cura dei pazienti affetti da Malattia di Alzheimer, in primis familiari e caregiver, ma può essere utile anche agli operatori. È uno strumento di informazione aggiornato e preciso. Fornisce consigli pratici per molti dei problemi, chiaramente elencati e accessibili, che coinvolgono quotidiana-mente chi si prende cura del malato e risposte geniali, mai banali.Dall’applicazione è possibile accedere diret-tamente al servizio telefonico “Pronto Alzhei-mer”; basta cliccare l’icona del telefono per

ricevere subito supporto e informazioni utili. Può essere un aiuto per non sentirsi soli davanti alla sfida “Alzheimer”.

Sistema operativo: Android 2.1 e seguentiVersione corrente: 1.0Ultimo aggiornamento: 3 luglio 2012Prezzo: gratisPro: fornisce informazioni pertinenti, pre-cise e utili, con una grafica semplice e ben fatta. È in ItalianoContro: è disponibile il database delle strutture esistenti solo per la Lombardia.

Maria Paola Antonietti dirigente medico SC Geriatria

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OLTRE L’USLA cura di Anna Castiglion – SC Comunicazione

Gli s-palmati: ovvero gli italiani senza Palma (d’oro)

L’arrivo al Festival di Cannes dei nostri tre più importanti registi, Matteo Garrone, Nanni

Moretti e Paolo Sorrentino, è stato accompa-gnato dall’eco del grido “ Cinema italiano alla riscossa!” proveniente dalla patriottica stampa.Infatti, fin dalla notizia della partecipazione di ben tre autori italiani a questa importante rassegna, il sapore di vittoria (una, due o l’en plein) ha riempito i palati di giornalisti e di ci-nefili nostrani anche perché le opere presen-tate, al netto dell’orgoglio nazionale, consen-tivano di pensare alla grande. Speranza ben alimentata dai lunghi applausi alle proiezioni ufficiali raccolti da tutti e tre i film e dal favore, e calore, della critica francese, soprattutto per la pellicola di Moretti.Purtroppo le speranze si sono infrante con-tro la corrazzata francese che ha fatto man bassa di tutti i premi maggiori: miglior film, miglior attore e miglior attrice.Tutte e tre i nostri eroi sono rientrati dalla Croisette a bocca asciutta. La delusione in Patria per queste “inspiegabili” esclusioni è stata enorme. Stampa e televisione, persi-no il bonaccione Mollica, si sono scagliate contro le scelte della giuria presieduta dai fratelli Cohen, tirando in ballo il sospetto di decisioni prese per compiacere l’ospite, la Francia appunto.Un’esagerazione, hanno scritto in molti. Come se Venezia premiasse solo il cinema

italiano, hanno sentenziato altri. Insomma la mai sopita rivalità Ita-lia–Francia, di calcistica memoria, si è rinvigorita nell’aria di Cannes.Ma i film italiani in concorso me-ritavano i premi non avuti? Come ha detto un giurato le scelte sono destinate ad essere rinnegate non appena compiute ed è difficile fare previsioni sui vincitori, esclu-dendo l’applausometro. Innega-bilmente i film di Garrone, Moretti e Sorrentino sono dei bei film e rappresentano certamente il meglio della cinematografia italiana di oggi. Non solo perché sono film di autori premiati internazionalmente (Oscar, Palme d’oro) che, quindi, godono di vantaggi produttivi e di-stributivi importanti (= soldi), ma anche per-ché raccontano un cinema italiano moderno, nel suo classicismo, che riesce ad allontanare il pensiero da una visione stereotipata del

nostro cinema, troppo spesso circoscritto nei confini nazionali.Cast, location, talmente fiabesche da sem-brare irreali, storie e musica sapientemente calibrati fanno de “Il racconto dei racconti” di Garrone e di “Youth” di Sorrentino due pellico-le dal respiro internazionale che meritano di essere viste e riviste, malgrado qualche perdo-nabile scivolatina di Sorrentino un po’ troppo, per i miei gusti, impegnato nell’autocitazione

della Grande Bellezza.Moretti è altro. Il suo è un film d’essenza. Un concentrato di sentimenti, vita e dolore raccontati sen-za fronzoli o ammiccamenti. Sentimenti universali che la propria personale e inti-ma sensibilità fanno diventare autentica-mente propri. E questa libertà offerta a chi guarda è un regalo che solo pochi autori ri-escono a permettersi. La programmazione estiva del cinema De La Ville ci consentirà di rivedere (o vedere), ad agosto, Youth e Mia Madre. Come si diceva una volta “con-siglio la visione”.

VOLETE UNO SNACK VELOCE? ECCO I MINI CORNETTI di Roberta Oriani – tutor presso il CLI

Ricetta veloce, ma di grande effetto per un aperitivo organizzato all’ultimo minuto

Una confezione di pasta sfoglia rotonda da dividere in tanti triangolini che pos-

sono essere farciti a piacere con prosciutto cotto, formaggio fresco, olive, acciughe, wur-stel e altro ancora (spazio alla fantasia!). Poi ciascun triangolino viene arrotolato su se stesso per formare dei mini cornetti. In forno a 180° per 15 minuti. Tiepidi sono buonissimi!

Buon appetito!

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Direttore Responsabile

Giorgio GALLI

Segretaria di Redazione:

Paola BOCCO

Grafica

Pier Francesco Grizi

Aosta - 0165/364161

Hanno collaborato a questo numero

Maria Paola Antonietti

Cristina Baré

Pierluigi Berti

Paola Bocco

Paolo Boffano

Sara Bredy

Franco Brinato

Milena Carlin

Maurizio Castelli

Anna Castiglion

Rosa Maria Cristaudo

Giovan Battista De Gattis

Gabriella Delfino

Federica Duò

Giorgio Galli

Genny Jocollé

Livio Leo

Mirella Marana

Marisa Mastaglia

Anita Mombelloni

Roberto Novati

Roberta Oriani

Andrea Perruquet

Luca Pietrosanti

Patrizia Polana

Loredana Tessarin

Giuliana Vuillermin

Il video della manifestazione è disponibile sul sito www.ausl.vda.it

Chi si ferma è perduto 7 giugno 2015 - Aosta, area sportiva Tzamberlet

12a edizione della Giornata nazionale dello sportPhoto Gallery