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Liceo Scientifico - Liceo Classico Statale “F. Quercia” Marcianise (Ce) Art. 9 “Cittadinanza attiva ed appartenenza al territorio” Modulo: Conoscenza per la vita

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Liceo Scientifico - Liceo ClassicoStatale

“F. Quercia”Marcianise (Ce)

Art. 9“Cittadinanza attiva ed appartenenza al territorio”

Modulo: Conoscenza per la vita

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Costruzione e dissoluzione del sistema

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La filosofia come sistema

Il sistema non è una comoda cornice che chiude al proprio interno parti tra loro eterogenee, bensì ciò che tiene in relazione queste parti

Per Hegel la filosofia è il sistema della comprensione razionale del mondo

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La filosofia come sistemaLa filosofia è, perciò, scienza, ossia sapere

che abbraccia e connette la totalità dei saperi, in modo tale che il sapere si prospetti nella sua

unitarietà

L'unità del sapere è la forma adeguata per

cogliere l'unità della realtà. Questo, però, significa che

alle spalle dell'unità del sapere già è all'opera

l'unità del reale, e che la realtà stessa è la totalità alla quale il sapere deve

indirizzarsi

Quando Hegel parla di totalità non intende un somma di parti,

bensì una reciproca

integrazione tra la totalità e le

parti

L'integrazione tra totalità e parti altro non è che la relazione tra infinito e finito: la totalità non ha nulla fuori di sé, dunque è infinita (non-finita); le parti sono sempre determinate e dunque limitate da altro e perciò finite.

L'infinito è la totalità che include le parti.L’infinito si finitizza infinitamente.

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La dialetticaPer Hegel non si da conoscenza se non nella forma del concetto. Il suo

filo conduttore è che soltanto l’INTERO è il VERO.L’intero, però, altro non è che l’infinito che infinitamente si finitizza,

perciò ogni conoscenza vera non può non includere anche la negazione(nella serie a, b, c… n, conoscere l’intero implica conoscere anche che b non a [b limita a], c non è b etc., perciò la conoscenza dell’intera serie contiene tutti i termini positivi, ma anche la relazione negativa che ogni termine conserva verso l’altro).

Che una conoscenza contenga tanto i termini positivi quanto quelli negativi, ossia termini tra loro in rapporto di contrarietà o contrapposti, questo significa per Hegel che ogni conoscenza, per essere vera, deve integrare al proprio interno anche la contraddizione.

Questa modo di conoscere è l’anima della dialettica hegeliana e l’elemento dinamico del sistema.

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La Fenomenologia dello Spirito (Introduzione)

La filosofia è conoscenza di “ciò che è”

La filosofia giunge soltanto alla fine

La Fenomenologia dello Spirito è il tentativo di legare tra loro queste due differenti prospettive conoscitive [conoscere “ciò che è” significa conoscere la struttura di una cosa; una conoscenza che, invece, giunge soltanto alla fine è conoscenza del processo.Attraverso la Fenomenologia dello Spirito, Hegel mira alla conoscenza sia della struttura della realtà quanto del processo attraverso il quale questa si manifesta nel suo realizzarsi, ossia nel suo DIVENIRE reale. Conoscere tanto la struttura quanto il processo significa per Hegel eliminare ogni sapere apparente dall’atto conoscitivo, ma una tale eliminazione deve avvenire nello stesso atto conoscitivo perché il sapere apparente altro non è che il sapere di ciò che ci appare in quanto ci appare [questo tavolo, questa sedia] nella sua unilateralità.

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La Fenomenologia dello Spirito (Introduzione)

Un utile esempio:Se della serie a, b, c, … n, conosco soltanto i singoli termini, la mia conoscenza, nella sua unilateralità, è una conoscenza apparente; ma se della serie conosco anche il tratto negativo dei termini (a non è b, etc.), allora nella conoscenza di ognuno dei termini della serie è inclusa anche la conoscenza degli altri termini.

Il sapere, essendo conoscenza tanto della struttura del reale quanto del processo mediante il quale si realizza manifestandosi [fenomeno = manifestazione], esso è sapere assoluto perché “sciolto” [ab-solutus = sciolto] da ogni apparente unilateralità. E poiché per togliere ogni apparente unilateralità è necessario negarle esplicitamente, a guidare il “processo” è il “negativo” come elemento dinamico dello sviluppo dialettico. Per Hegel la negazione ha carattere produttivo in quanto determina ogni termine della serie. Essa è, perciò, NEGAZIONE DETERMINATA.

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La Fenomenologia dello Spirito (Schema generale) La Fenomenologia dello Spirito ha lo scopo di eliminare l’apparenza per

conoscere il vero Descrive il processo che, attraverso diverse forme di sapere apparente,

giunge al sapere vero Ha per oggetto lo spirito che procede verso la conoscenza di sé attraverso

tutte le forme del sapere umano E’ articolata in sei momenti (Coscienza, Autocoscienza, Ragione, Spirito,

Religione, Spirito assoluto) e molte figure costituiscono delle esemplificazioni sia di tipo ideale che di tipo storico

La negazione determinata è essenziale per passare da una figura all’altra E’ un processo guidato dall’analisi (ogni struttura è sciolta nei suoi

momenti semplici) Procede dalla coscienza individuale a quella collettiva per giungere alla

manifestazione dello spirito

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La struttura della Fenomenologia dello Spirito

Coscienza individuale Coscienza La certezza sensibile e il “qui” ed “ora” La percezione e la molteplicità L’intelletto ed il passaggio dal fenomeno al soggetto

Autocoscienza Vita e appetito Lotta per il riconoscimento Dialettica servo-padrone Scetticismo e stoicismo Coscienza infelice

Ragione Ragione osservativa Ragione attiva: affermazione di sé nel mondo senza tener conto del mondo Individualità reale

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La struttura della Fenomenologia dello Spirito

Coscienza collettiva Spirito Eticità Cultura come estraneazione Moralità e libertà (Kant) Critica della dottrina kantiana dei postulati Il fallimento dell’”anima bella”

Religione Religione naturale Religione artistica Religione rivelata

Manifestazione dello Spirito

Sapere assoluto Lo spirito conosce se stesso e la necessità di tutti i suoi momenti

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I caratteri dello Spirito oggettivoNelle opere successive alla Fenomenologia dello Spirito Hegel ha rivisto l’articolazione del “sistema” e la parte dedicata allo Spirito oggettivo è stata interamente cambiata

Lo Spirito oggettivo è una riflessione che include tutti gli aspetti della prassi umana Mira alla comprensione razionale della realta: il reale è razionale e il razionale è reale Esclude che tutto ciò che esiste è razionale Abbandona il rimpianto per l’eticità greca [presente nella Fenomenologia dell Spirito La moderna morale individualistica è considerata una conquista Riconosce il ruolo della società civile e del mondo dei bisogni Afferma la supremazia del pubblico sul privato: lo Stato

Si articola in: Diritto astratto Moralità Eticità

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La struttura dello Spirito oggettivoDiritto astratto La persona giuridica

proprietà contratto illecitoAttraverso il carattere universalmente razionale della pena si passa alla moralità

Moralità Diritto del soggetto libero proponimento e responsabilità come presupposti dell’agire morale intenzione e benessere come fini soggettivi della moralità bene e coscienza morale: la scelta è sempre in bilico tra bene e male, è a rischio di erroreSolo nella vita collettiva (eticità) diritti e doveri divengono concreti

Eticità La forma della vita collettiva degli individui liberi che si realizzano in una molteplicità di istituzioni la famiglia: eticità immediata la società civile: istituzioni che armonizzano la vita associata lo Stato: totalità che unifica famiglia e società civile

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La Filosofia della storiaLa Filosofia della storia di Hegel poggia su tre presupposti che la guidano e la orientano: L’inevitabilità della guerra La storia come dispiegamento della libertà L’astuzia della ragione che vincola la storia al compimento del suo fine (la libertà)In questa visione della storia un ruolo decisivo è giocato dalle individualità che Hegel

chiama “cosmico-storiche” (Alessandro, Cesare, Napoleone) perché realizzano le singole tappe del processo storico.

Le tappe principali che caratterizzano la Filosofia della storia sono per Hegel: Il regno orientale Il regno greco Il regno romano Il regno germanicoOssia si procede dall’assoluta assenza di libertà (il regno orientale) alla realizzazione piena

di quest’ultima (il regno germanico)

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Lo Spirito assolutoLo Spirito assoluto è il punto più alto della filosofia hegeliana. Esso abbraccia tanto lo Spirito soggettivo quanto lo Spirito oggettivo e si articola nella triade arte-religione-filosofia

Arte Lo Spirito si comprende attraverso l’intuizione: arte simbolica arte classica arte romanticaMorte dell’arte: non spetta più all’arte dare espressione alla verità dello spirito

Religione Lo Spirito si comprende attraverso la rappresentazione: religione immediata o della natura religione dell’individualità spirituale: a) Ebraismo: il sublime

b) Regione greca: la bellezza c) Religione romana: il fato religione rivelata e passaggio alla filosofia

Filosofia Lo Spirito si comprende attraverso il concetto: La filosofia come processo della manifestazione dello Spirito La storia della filosofia come storia del processo dialettico che comprende razionalmente in unità le molteplici filosofie

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La dissoluzione del sistema hegelianoAttraverso l’opera di Marx, Kierkegaard e Nietzsche è portata a compimento la dissoluzione

del sistema hegeliano.Per Hegel lo Spirito assoluto rappresentava la conciliazione di Stato e Religione, il loro

contenuto essendo il medesimo [la natura dello Stato è lo Spirito che si sviluppa nell’organizzazione reale del mondo, e la religione cristiana non ha altro contenuto che l’assoluta verità dello Spirito]. E’ questa la risposta hegeliana alla vecchia questione del rapporto tra ragione e fede.

A) Marx rompe con la visione hegeliana dello StatoB) Kierkegaard rompe con la visione hegeliana della religioneMarx vede nella conciliazione hegeliana un processo che non avviene nella realtà, bensì

unicamente nell’elemento del concettoKierkegaard vede nella filosofia hegeliana l’espressione del “livellamento” dell’esistenza

singola nella generalità del mondo storicoPer Marx e Kierkegaard la filosofia hegeliana si limita a descrivere il “divenuto” (la filosofia

giunge alla fine), tacendo sul “divenire”

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La dissoluzione del sistema hegelianoLa critica al concetto hegeliano di realtàSia Marx che Kierkegaard rovesciano (= separano) la conciliazione (= unificazione) di ragione e realtà.Per Hegel la realtà è data dall’unita di essenza ed esistenza (il reale è razionale ed il razionale è reale).Marx, criticando la filosofia politica di Hegel, sottolinea che l’esistenza reale è quella economica delle

masse.Kierkegaard, criticando il cristianesimo filosofico di Hegel, rileva che l’esistenza reale è quella etico-

religiosa dell’individuo.Per Marx, Hegel spaccia per essenza dello Stato la realtà di fatto.Per Kierkegaard, Hegel vuole inserire l’essenza nell’esistenza, trasformando così l’esistenza in qualcosa

di non reale, ma semplicemente concetuale.

Per Kierkegaard l’esistenza isolata è: 1. la realtà distinta e unica di fronte al sistema 2. la realtà del singolo di fronte all’universalità della storia 3. l’esistenza interiore di fronte all’esteriorità dei rapporti 4. l’esistenza cristiana di fronte a Dio 5. l’esistenza che decide pro o contro il cristianesimo

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La dissoluzione del sistema hegelianoLa critica del mondo capitalistico e del cristianesimo mondanizzato

MarxAnalisi dell’estraneazione da sé dell’uomo nello Stato, nella società, nell’economia: l’antitesi tra società borghese e Stato è la sua espressione politica l’esistenza del proletariato la sua espressione sociale il carattere di merce degli oggetti d’uso la sua espressione economica

KierkegaardPolemica contro la mediazione tra Stato e cristianesimo: separazione tra Stato e cristianesimo estraneità del cristianesimo originario da borghese cristiano di Hegel il cristianesimo è “fuori del mondo”

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La dissoluzione del sistema hegelianoNietzsche

Con Nietzsche si compie il completo rovesciamento della prospettiva hegeliana:se per Hegel lo spirito assoluto e l’uomo procedono di pari passo [la filosofia hegeliana è anche una teologia ed una antropologia, ma in modo che non sia l’una senza l’altra e viceversa],nella coppia nietzscheana “morte di dio”-”oltreuomo” entrambi i poli della filosofia hegeliana scompaiono.Nietzsche abbandona a se stesso l’hegeliano spirito dei tempi e guarda unicamente allo spirito del tempo che trova il suo più alto compendio nel “nichilismo” o “epoca del nichilismo”.Di fronte ad un’epoca che ha nell’insensato nulla la sua cifra, il compito di Nietzsche è quello di “operare contro il tempo, al di sopra del tempo, forse in favore di un tempo di là da venire”.

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La dissoluzione del sistema hegelianoPer Nietzsche il nichilismo ha carattere diagnostico ed è l’esito rigoroso dei presupposti dell’epoca socratica [interpretazione morale del mondo].Rovesciando i termini dell’hegeliana filosofia della storia, Nietzsche rileva che, nella sua fase finale, l’epoca socratica si rivela nella nullità dal suo fondamento.Dalla prospettiva nietzscheana, Hegel, avendo reso Dio immanente al mondo, ha compiuto il passo decisivo per eliminare l’ipotesi di Dio dal mondo [la morte di Dio].Ciò che resta non un mondo senza Dio o un uomo non più bisognoso di Dio. Per Nietzsche sprofonda l’intera triade Dio-Uomo-Mondo, ossia il contenuto di tutta la metafisica. Da qui l’idea di riprogettare un mondo dall’umano, non troppo umano, oltreuomo, capace di eliminare ogni giustificazione morale del mondo e di rimettere il passato, il “così fu” [Aristotele afferma che il passato non può essere cambiato né dagli uomini né dagli dei] al “così volli che fosse” (volontà di potenza).

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AppendiceHegel Marx Kierkegaard NietzcheLa realtà è unità di essenza ed esistenza

Hegel ha spacciato come "essenza dello Stato" la realtà di fatto

La realtà non può essere compresa mediante la ragione

Mediazione dialettica tra principio individualistico della società borghese e principio totalitario dello Stato

Eliminazione della mediazione dialettica ed instaurazione di una comunità assoluta

Riduzione del mondo sociale alla sua individualità

La democrazia borghese non ha alcuna sostanza, ma è soltanto la forma storica della decadenza dello Stato

Il lavoro come alienazione di sé nella forma del mondo

Il lavoro come autoalienazione dell'uomo in un mondo che non gli appartiene

Il lavoro come mezzo per diventare se stessi

Il lavoro come dispersione del raccoglimento e della contemplazione

La cultura come estraneazione di ciò che è proprio ed è da appropriare

Critica alla cultura del passato e del presente

Lo spirito assoluto come essenza universale dell'uomo

Il proletariato come possibilità dell'uomo generico

La personalità singola come umanità assoluta

L'oltreuomo come superamento dell'uomo

Il superamento della religione nella filosofia

Il cristianesimo come mondo rovesciato

Il carattere paradossale della fede

Il cristianesimo come morale degli schiavi

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Lavoro a cura degli studenti della V G:Alberico FrancescaCaroprese PasqualeDe Santis GentilinaDi Biase AnnaFamoso CarolinaIodice ChiaraIuliano DomenicaMigliaccio AngelaPetino FrancescoPetruolo MariarosariaSacco SoniaTartaglione AntimoSalzillo Manuel

e del docente di Filosofia e StoriaCarpentieri Rosario