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75 ANNI upi, 40 ANNI DELEGATI UPI ALLA SICUREZZA Gli auguri della consigliera federale Doris Leuthard e di Franky Slow Down GIORNATA NAZIO- NALE DELLA LUCE See you – fatti vedere SLITTA DI PROVA PER CINTURE DI SICUREZZA Giornata dedicata alla sicurezza presso FFS RailClean 3/2013 La rivista upi per i partner della prevenzione

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La rivista upi per i partner della prevenzione

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75 ANNI upi, 40 ANNI DELEGATI UPI ALLA SICUREZZA

Gli auguri della consigliera federale Doris Leuthard e di Franky Slow Down

GIORNATA NAZIO-NALE DELLA LUCE

See you – fatti vedere

SLITTA DI PROvA PER CINTURE DI SICUREZZA

Giornata dedicata alla sicurezza presso FFS RailClean

3/2013La rivista upi per i partner della prevenzione

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2 area sicurezza 3 / 2013

Insieme siamo fortiUn vero successo: 1000 persone hanno partecipato il 19 giugno 2013 al grande evento sulla prevenzione nel Kursaal di Berna per i 75 anni dell’upi. Delegati alla sicurezza, istruttori del traffico, specialisti della sicurezza nelle aziende e altri partner hanno seguito con grande interesse i blocchi tematici sulla prevenzione degli infortuni ieri, oggi e domani.

Un numero inaspettato visto che i de-legati alla sicurezza, generalmente im-piegati da Città e Comuni, sostengono gli sforzi di sicurezza dell’upi su base vo-lontaria. E anche gli specialisti della si-curezza nelle imprese sono impegnati quotidianamente a molti altri livelli.

La consigliera federale Doris Leu-thard lo ha puntualizzato: l’upi ha una «rete geniale. Una rete tipica per la Svizzera: sostenuta dalla base, dalle Città e dai Comuni, largamente sup-portata nel mondo del lavoro e ricono-sciuta come altamente professionale ed efficace». E ha esortato i presenti a por-tare avanti questo impegno a favore della sicurezza. Un appello rivolto, in particolare, anche alla rete di delegati alla sicurezza creata 40 anni fa dall’upi.

La direttrice dell’upi Brigitte Buhmann ha ringraziato per questo straordinario impegno. Infatti, senza partner la pre-venzione degli infortuni sarebbe ineffi-cace. E il gran numero di presenti a Berna ha illustrato perfettamente ciò che intendeva Brigitte Buhmann affer-mando: «insieme siamo forti».

Tom Glanzmann

La vostra opinione su area sicurezza ci inte-

ressa! Compilando il questionario anonimo

allegato ci aiutate a soddisfare meglio le

vostre esigenze.

SOMMARIO EDITORIALE

ABACO La Svizzera ai primi ranghi 3

DOSSIER 40 ANNI DELEGATI ALLA SICUREZZA NEI COMUNIDa 40 anni in prima linea 4

L’upi festeggia con la sua rete di partner 6

L’opinione di Renate Amstutz, direttrice dell’Unione delle città svizzere: città sicure, spazi vitali 9

PARTNER POLIZIA Giornata nazionale della luce: See you – fatti vedere 10

PARTNER RICERCA15 000 economie domestiche interpellate sugli infortuni 12

PARTNER AZIENDE Come una caduta dal terzo piano: giornata della sicurezza da FFS RailClean con la slitta upi di prova delle cinture di sicurezza 14

CAMPAGNA E-bike sfrenatamente alla moda 16

COLOPhON

Editore: upi – Ufficio prevenzione infortuni, Hodlerstrasse 5a, CH-3011 Berna, [email protected], www.upi.ch, telefono + 41 31 390 22 22

Cambiamenti d’indirizzo: [email protected]

Redazione: Ursula Marti (wortreich gmbh), Magali Dubois (upi), Rolf Moning (upi), Tom Glanzmann (upi)

Indirizzo di redazione: Ursula Marti, wortreich gmbh, Maulbeerstrasse 14, 3011 Berna, [email protected], telefono + 41 31 305 55 66

Traduzione: Francesca Grandi, Riva San vitale

Correzione: Antonio Cifelli (upi)

Foto: pagine 1, 2, 3, 4, 8, 13, 16: bfu; pagina 4 (a sinistra): Ruben Wyttenbach; pagine 5, 6, 7, 9: Alain D. Boillat; pagine 10, 11: Giovanni Antonelli; Seite 11 (box): AG SdS; pagine 12, 14, 15: Iris Andermatt; pagina 15 (Freizeitkick): Marie Deillon

Layout: SRT Kurth & Partner AG, Ittigen Stampa: UD Print AG, Lucerna, stampa ecosostenibile

Tiratura: italiano: 1100, francese: 3300, tedesco 9200 esemplari. Rivista trimestrale.

ISSN 2235-8889 (Print) / ISSN 2235-8897 (PDF)

© Riproduzione degli articoli solamente con l’autorizzazione della redazione e con indicazione completa della fonte

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Gli enormi sforzi profusi dalla Svizzera per lottare contro gli incidenti stradali gravi stanno dando risultati straordi-nari. In 40 anni il numero delle vittime della strada è precipitato da 266 a 41 su 1 milione di abitanti. Nel confronto con altri 27 Paesi OCSE la Svizzera è passata dal 21° rango nel 1970 al 4° rango nel 2010. La buona notizia: il nu-mero di morti è diminuito in tutti i Pa-esi. Ai vertici di questa classifica si trova la Svezia con 28 decessi ogni mi-lione di abitanti.

«L’evoluzione positiva non va da sé, ma è il risultato di attività di preven-zione mirate», spiega Roland Allenbach, responsabile della sezione upi Ricerca. Vi hanno contribuito l’obbligo di allac-ciare le cinture di sicurezza e di indos-

sare il casco, i limiti di velocità di 120 e 50 km/h, la regola alcolemica dello 0,5 per mille – ma anche gli enormi pro-

gressi a livello di infrastruttura stra-dale, tecnica dei veicoli e organizza-zioni di soccorso. L’upi persegue ancora l’obiettivo di ridurre ulteriormente il numero di infortuni attraverso misure mirate. um

ABACO

STATISTICA OCSE La Svizzera è riuscita a ridurre più di altri Paesi i morti sulle strade, passando in 40 anni dal 21° al 4° posto della graduatoria stilata dall’OCSE. Il risultato di attività di prevenzione mirate.

La Svizzera ai primi ranghi

04

4I pareri sono unanimi: l’assunzione di

droghe e medicamenti influisce negativa-

mente sulla guida. Eppure la scienza

sembra faticare a provare chiaramente

ciò che pare un’evidenza. È quanto

emerge da una recente pubblicazione

dell’upi, secondo la quale resta difficile

quantificare la diffusione del fenomeno

e l’effettiva pericolosità per la guida. La

varietà delle sostanze (sul mercato ne

vengono immesse regolarmente delle

nuove) e le possibili interazioni quando

vengono assunte combinate fra loro non

facilitano di certo il compito della ricerca.

Nemmeno rintracciarle, è cosa semplice:

se per verificare l’alcolemia è sufficiente

un test dell’alito, per verificare la

presenza di droghe e medicamenti

occorre analizzare il sangue, le urine o

la saliva – sistemi, questi, più invasivi e

onerosi sia dal profilo dei costi che del

tempo. Secondo le stime l’assunzione di

droghe e medicamenti concorrerebbe

nel 3 % degli incidenti gravi della

circolazione, una percentuale molto

probabilmente ben al di sotto della

realtà: i risultati variano secondo il

metodo di analisi, e i controlli non sono

automatici. La loro sistematicità permet-

terebbe però di comprendere meglio il

fenomeno. Queste ed altre possibilità di

prevenzione, segnatamente attraverso

l’educazione e la ricerca, sono descritte

nella citata pubblicazione, disponibile

alla pagina shop.upi.ch, art. n. 2.115.

L’upi consiglia anche la app «Risk» di

mymedi.ch, che fornisce informazioni sui

medicamenti che pregiudicano l’idoneità

alla guida. md

Droghe e medicamenti al volante: un problema reale?

zOOM

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DOSSIER 40 ANNI DELEGATI ALLA SICUREZZA NEI COMUNI

Da 40 anni in prima linea IERI, OGGI, DOMANI Sono le specialiste e gli specialisti della sicurezza nel tempo libero nei Comuni e nelle città: i delegati upi alla sicurezza. 40 anni fa l’upi creava questa rete di esperti, oggi più importante che mai e anche domani pilastro della prevenzione degli infortuni.

I delegati alla sicurezza vengono citati per la prima volta nel rapporto annuale dell’upi datato 1968, in cui l’upi auspi-cava la creazione – sull’esempio delle imprese – di una rete in grado di assi-curare un accesso diretto alla popola-zione. «Come l’industria organizza dei servizi per la sicurezza in azienda, così è nostra opinione che anche i Comuni politici dovrebbero affidare la preven-zione degli infortuni a un delegato alla

sicurezza», si poteva leggere nel rap-porto. Il 1973 segna la nascita dei dele-gati upi alla sicurezza. L’idea piace so-prattutto in Romandia: alla fine di quell’anno, erano già cinque i Cantoni e un centinaio i Comuni della Svizzera francese con un delegato. Ben presto, anche nel resto della Svizzera l’upi conta un numero crescente di delegati. Inizialmente l’attenzione è rivolta so-prattutto alla sensibilizzazione per la prevenzione degli infortuni e alla di-stribuzione degli strumenti d’informa-zione abbinati alle campagne. Ma i compiti aumentano progressivamente, a livello di consulenze inerenti all’in-frastruttura.

Nel 1980 l’upi nomina il millesimo delegato alla sicurezza. Gestire la rete centralmente da Berna diviene sempre più difficile. Perciò, nel 1985 l’upi crea delle regioni di responsabilità di capi delegati upi alla sicurezza. Sul fronte dell’istruzione si pone maggiormente l’accento sulla formazione e il perfezio-namento. Ancora oggi i delegati alla si-curezza assolvono due corsi introdut-tivi e regolari corsi di aggiornamento. Dal 2003 l’upi affina l’ancoraggio nei Comuni e nelle città, sviluppando in maniera mirata il valore della sicurezza e la considerazione per i delegati e solle-citando i Comuni ad elaborare una con-cezione e un mansionario e ad investire più mezzi nella sicurezza. Un concetto tutt’altro che ovvio, visto e considerato il carattere accessorio dell’attività di de-

legato alla sicurezza. I delegati vengono generalmente assunti in qualità di am-ministratori edili, agenti di polizia, re-sponsabili di centri di manutenzione o nell’esecutivo comunale. Con il 10 per cento di quota femminile, le donne sono ancora sottorappresentate e, dun-que, tanto più benvenute!

Ognuno degli oltre 1200 delegati ef-fettua più di 50 consulenze l’anno. L’upi sta valutando come sostenerli in ma-niera ancora più mirata. È al vaglio l’of-ferta di un perfezionamento professio-nale come «specialista della sicurezza nei Comuni». Nell’attesa i delegati upi alla sicurezza continueranno ad impe-gnarsi per la qualità di vita della popo-lazione.

Tom Glanzmann

73, anno di fondazione: 100 Comuni in 5

Cantoni assumono un delegato upi alla

sicurezza, come indica il rapporto annuale.

2013: 1200 delegate e delegati upi alla sicurezza

offrono consulenze in tutta la Svizzera.

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Ho vestito questo ruolo sempre con estrema soddisfazione. Ricordo, in particolare, una casa plurifamiliare in cui le ringhiere e i parapetti non raggiungevano l’altezza minima prescritta dalla norma SIA 358. Ho avvisato il proprietario, che in breve tempo ha provveduto a fatto mettere a norma le protezioni anticaduta. Al termine dei lavori una mamma mi ha telefonato per ringraziarmi. Era così sollevata che il figlioletto di tre anni potesse finalmente giocare in balcone in tutta sicurezza!

Mi sono molto divertita a partecipare alla campagna Water Safety 2011 in qualità di delegata upi alla sicurezza. Con alcuni membri della Società Svizzera di Salvataggio SSS, cui aderisco anche io, ci siamo recati ogni domenica nella piscina comunale rendendo attenti i genitori e i bambini sui rischi per i bagnanti. Abbiamo anche effettuato un centinaio di controlli della sicurezza in acqua.

Sono una delegata upi alla sicurezza fresca di formazione. Mi piace molto collaborare con architetti e progettisti. Questi contatti mi confermano l’eccellente reputazione di cui gode l’upi, e di come le sue raccomandazioni siano molto apprezzate. Con i suoi consigli di sicurezza e i perfezionamenti l’upi ci aiuta moltissimo nelle attività di tutti i giorni a favore della sicurezza nel nostro Comune.

Delle mie consulenze sui parchi giochi apprezzo in maniera particolare i più disparati contatti e le piacevoli chiacchierate. È un bel successo quando, dopo iniziali divergenze d’opinione, riesco a mediare una soluzione costruttiva. Una volta ero in anticipo ad un appuntamento, e un ragazzino mi ha chiesto perché ero lì. Quando gliel’ho spiegato mi ha subito mostrato una vecchia altalena con viti pericolosamente sporgent

Beat von Euw, delegato upi alla sicurezza nel Comune di Svitto

Isaline Feremutsch, delegata upi alla sicurezza nel Comune di La Chaux-de-Fonds

Renata Albertoni, delegata upi alla sicurezza nel Comune di Bellinzona

Andreas Hochstrasser, delegato upi alla sicurezza nella Città di Zurigo

La parola ai delegati alla sicurezza

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DOSSIER 40 ANNI DELEGATI ALLA SICUREZZA NEI COMUNI

L’upi festeggia con la sua rete di partnerOPPIO COMPLEANNO 75 anni fa nasceva l’upi, 40 anni fa veniva creata l’organizzazione dei delegati upi alla sicurezza. Con un festoso evento di prevenzione e networking l’upi ha ringraziato tutti i delegati e le delegate alla sicurezza e i numerosi altri moltipli catori, ammiccando al futuro.

È un momento particolare, per l’upi: i suoi collaboratori e un migliaio fra de-legati alla sicurezza, istruttori del traf-fico e responsabili della sicurezza nelle aziende si sono dati appuntamento al Kursaal di Berna per passare in rasse-gna le pietre miliari nella storia dell’upi e volgere uno sguardo al futuro. Si per-cepisce immediatamente il carattere eccezionale di questo convegno: il palco è stato trasformato in un labora-torio per test dell’upi più faceto che se-rio e dotato delle più disparate curio-sità. La coppia di artisti Rico Grandjean e Cédric Dubois interpretano due arzi-gogoloni dell’upi e vivacizzano l’evento in compagnia dell’abile moderatrice Isabel Florido, elegantemente vestita nei colori dell’upi.

«Dobbiamo fare il possibile per impedire gli infortuni evitabili.»

La prima a calcare il palco-laborato - rio è la direttrice dell’upi Brigitte Buhmann, che dà il benvenuto a un ospite molto particolare: la consigliera federale Doris Leuthard. La capa del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comu-nicazioni DATEC profonde elogi per il lavoro dell’upi e ringrazia i presenti per l’instancabile impegno. «Anche se oggi gli incidenti mortali sono meno fre-

quenti di ieri, rimane nostro compito rendere attenta la popolazione sui ri-schi d’infortunio», afferma la Consi-gliera federale ribadendo l’importante funzione dell’upi. «Molti infortuni sono evitabili, e noi dobbiamo fare il possibile affinché vengano effettiva-mente evitati».

Il programma è ricco di momenti culminanti: una retrospettiva delle pietre miliari che hanno segnato la storia della prevenzione degli infor-tuni – dal primo prodotto dell’upi, la protezione per falce, all’obbligo di al-lacciare le cinture di sicurezza, fino al

limite alcolemico dello 0,5 per mille – l’intervista con il già direttore dell’upi Peter Hehlen e l’intervento della di-rettrice in carica Brigitte Buhmann, che illustra le attuali modalità di la-voro dell’upi. «La ricetta di una buona prevenzione degli infortuni ha tre in-gredienti: in primo luogo, l’upi segue il ciclo della prevenzione; in secondo luogo procede in base alle cinque E (Education, Engineering, Enforce-ment, Economy, Emergency); infine, l’upi è un’organizzazione nazionale che persegue il proprio obiettivo lavo-rando instancabilmente».

La consigliera federale Doris Leuthard ha elogiato il lavoro dell’upi e dei suoi partner.

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Tra un bizzarro esperimento e l’altro dei due pseudo-ricercatori dell’upi, ta-vole rotonde e blocchi tematici su argo-menti d’attualità anticipano ai parteci-panti anche i futuri sviluppi della nostra società e l’importanza per le at-tività di sicurezza. Il ricercatore futuro-logo Georges T. Roos evidenzia varie tendenze che celano nuovi rischi d’in-fortunio – come l’accelerazione gene-ralizzata delle nostre attività e la crescente mobilità, o l’evoluzione demografica, che fa invecchiare la po-polazione e aumentare il numero di persone attive nel tempo libero. Su un altro fronte, gli sviluppi della tecnica offrono nuove possibilità per far sì che situazioni di rischio non debbano nem-meno presentarsi. Ad esempio i sistemi di assistenza alla guida altamente evo-luti, che agiscono come piloti automa-tici escludendo errori umani, o i sistemi e gli apparecchi intelligenti, come la sega che si arresta in una frazione di secondo se un dito sfiora anche solo la lama.

Fiato sospeso anche poco prima di concludere la giornata: un altro ospite d’onore, l’angelo Franky Slow Down, annuncia il fortunato vincitore del con-corso abbinato all’evento. Il primo pre-mio: un fine settimana wellness. Segue il gran finale: i collaboratori dell’upi salgono sul palco e intonano, sotto la sapiente direzione del famoso beatbox Knackeboul, il rap dell’upi!

Ursula Marti

Grazie di cuore!Care delegate, cari delegati upi alla sicurezza,rimango sempre profondamente col-pita dal vostro instancabile impegno di delegati alla sicurezza. Giorno dopo giorno, nei vostri Comuni fornite indi-stintamente aiuto con i vostri preziosi consigli alle persone più diverse – auto-rità, proprietari di abitazioni, funzio-nari di società, direzioni scolastiche, genitori, bambini e molti altri ancora.

Chi conosce il vostro lavoro sa molto bene che i delegati alla sicurezza sono talenti a tutto tondo: dispongono di un solido know-how e hanno buon senso, intervengono in base alla situazione con decisione o con riserbo, e sono abi-tuati ad accomunare interessi anche molto diversi. Tutti questi talenti li mettete a frutto a favore della preven-zione degli infortuni sulle strade, negli impianti sportivi, negli edifici pubblici, nelle scuole o alle feste di paese.

La collaborazione dell’upi con i dele-gati alla sicurezza nei Comuni è una ri-cetta efficace da a quarant’anni, ma che viene costantemente affinata. Alla cen-trale upi si fa ricerca, si creano concetti, si scrive, stampa e istruisce. E voi trasferite queste conoscenze nei vostri Comuni e nelle vostre Città. Fate in modo che gli standard di sicurezza vengano rispettati e che la popolazione venga informata sui pericoli e sensibilizzata sui comporta-menti sicuri. Ad esempio con le campa-gne di affissione su larga scala, che sareb-bero impossibili da realizzare senza il vostro prezioso sostegno. L’upi dipende da tutti voi – non soltanto come nostri moltiplicatori e ambasciatori, ma anche perché l’esperienza che maturate con le consulenze è una preziosa fonte di arric-chimento del nostro lavoro comune.

Senza i delegati alla sicurezza, l’upi non sarebbe mai potuto divenire ciò che è oggi. Perciò ringrazio tutti voi di cuore, care delegate, cari delegati upi, per il vostro enorme impegno! Il vostro

lavoro contribuisce a salvare vite umane e a migliorare la qualità di vita della nostra popolazione. Un sentito grazie anche a tutti i Comuni che, no-minando dei delegati alla sicurezza, partecipano a questa rete più unica che rara. Ai prossimi quarant’anni di colla-borazione per la sicurezza!

Brigitte Buhmann, direttrice upi

La direttrice dell’upi Brigitte Buhmann

all’evento upi della prevenzione.

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DOSSIER 40 ANNI DELEGATI ALLA SICUREZZA NEI COMUNI

Esperti a colloquio. Sul grande schermo: Georges T. Roos.

Il duo di artisti mentre testa il salva-anche …

La consigliera federale Doris Leuthard riceve dalla direttrice dell’upi

una borsa esclusiva cucita con materiale delle campagne upi.

La direzione upi con la consigliera federale Doris Leuthard e

Franky Slow Down.

Alcuni delegati alla sicurezza compilano il tagliando del concorso.

… e inventa un involucro protettivo.

Gran finale con il rapper Knackeboul e il team upi al completo.

1000 invitati hanno partecipato al evento al Kursaal di Berna.

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Renate Amstutz: «La sicurezza è sempre più spesso un fattore di ubicazione.»

Città sicure, spazi vitaliL’OPINIONE di Renate Amstutz, direttrice dell’Unione delle città svizzere, sull’importanza della sicurezza nelle Città e nei Comuni.

«Senza sicurezza l’uomo non può né col-tivare le proprie forze, né fruire dei frutti che esse gli portano; perché senza sicu-rezza non c’è libertà». Questa citazione dello studioso tedesco Wilhelm von Humboldt illustra in maniera esemplare l’importanza della sicurezza per una so-cietà – anche quella dei nostri giorni. Ma quanto la sicurezza può limitare la li-bertà? Quanta insicurezza fa parte della vita – soprattutto in un denso ambiente urbano in cui molte persone vivono e convivono? Quale portata ha il compito di uno Stato di proteggere la sua popola-zione?

Per quanto si appelli alla responsa-bilità individuale, fra i compiti centrali di uno Stato o di un Comune vi è anche quello di consentire ai propri cittadini di condurre un’esistenza in sicurezza. Gli spazi pubblici devono essere così gradevoli e accoglienti da invitare a soggiornarvi, il traffico sicuro, l’ap-provvigionamento di energia e le tele-comunicazioni possibilmente ininter-rotti. E questi non sono che alcuni esempi – la sicurezza ha innumerevoli sfaccettature.

La percezione individuale della sicu-rezza può divergere notevolmente dai dati oggettivi sulla situazione della sicu-rezza, ma entrambi sono decisivi. Solita-mente si sente bene chi si sente sicuro. Benché non sia possibile raggiungere lo standard di una sicurezza assoluta, per gli individui e la collettività questo ri-mane un bene al quale aspirare. Per le

Città e i Comuni, avvicinarsi a questo obiettivo è un’impresa impegnativa e complessa. Lo dimostra anche lo studio pubblicato di recente «Città svizzere si-cure 2025», che analizza gli sviluppi e le sfide per la sicurezza nelle Città e nei Co-muni fino al 2025 e dal quale traggo tre conclusioni.

In primo luogo, la sicurezza è un tema trasversale che spazia dal littering all’a-buso di alcol, dalle effrazioni alle panne di elettricità, alle inondazioni. Di conse-guenza, le attività di sicurezza necessi-tano di un approccio integrale che va ol-tre la classica immagine di sicurezza infusa dalla polizia e che coinvolge tutte le dimensioni di una collettività – poli-

tica, amministrazione, economia e so-cietà civile. I delegati upi alla sicurezza giocano, a tale proposito, un ruolo im-portante. Confederazione, Cantoni e Co-muni devono collaborare strettamente e anche a livello di reti transfrontaliere. Bi-sogna, inoltre, cogliere le opportunità, scambiarsi esperienze e imparare l’uno dall’altro. Secondariamente, la sicurezza dipende dalle particolari condizioni qua-dro locali, dagli obiettivi nel mirino, dai mezzi disponibili e dalle priorità. Il mix perfetto di misure non esiste. In terzo luogo, la sicurezza è sempre più spesso un fattore di ubicazione. Affinché le nostre Città e i nostri Comuni siano anche in fu-turo spazi vitali, devono essere sicuri. •

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GIORNATA NAzIONALE DELLA LUCE In un’azione dell’anno scorso, durante cinque giorni la polizia cantonale vodese ha invitato la popolazione a cimentarsi in test di vario genere – come quello della vista o dell’udito, o quello sugli effetti dell’alcol. Anche il 2013 promette interessanti azioni all’insegna dello slogan «See you – prima o poi».

See you – fatti vedere

PARTNER POLIZIA

biciclette, distribuzione ai pedoni di bracciali rif lettenti, controlli gratuiti dell’acuità visiva – le attività sono molto variate sull’intero territorio na-zionale. Nel Cantone di Vaud l’azione 2012 è durata addirittura una setti-mana.

Test per veicoli e conducenti Appena giunto sul posto un condu-cente viene accolto da un esperto della

sezione vodese del TCS – partner dell’a-zione. In programma ci sono controlli di vario genere: luci, pressione dei pneumatici, batteria, spazzole tergicri-stalli e livello dei liquidi. Durante i 15 minuti necessari alla verifica del vei-colo, il conducente ha la possibilità di sottoporsi ad esami dell’acuità visiva e dell’udito. «È l’occasione per verificare che la vista non sia calata. E un test dell’udito non fa mai male, sono anni che non ne faccio uno!»

Come lui, in ogni giornata dell’a-zione più di trenta persone si avvalgono dei test gratuiti. «Per questa prima edi-zione abbiamo informato la popola-zione a mezzo stampa, tramite il sito Internet della polizia e via Facebook, e abbiamo anche messo a disposizione dei posti di polizia del Cantone e dei nostri partner oltre 5000 buoni per i test gratuiti», spiega Jean-Christophe Sauterel, portavoce della polizia canto-nale vodese.

Fatal Vision: sperimentare gli effetti dell’alcol rimanendo sobri I meno frettolosi assolvono il percorso «Fatal Vision» ideato dal capo della bri-gata per la prevenzione sulle strade Marc-André Daven e dai suoi collabo-ratori. Con un paio di occhiali che si-mulano gli effetti di un tasso di alcole-mia dello 0,8 per mille, i visitatori percorrono un tragitto insidioso: salire delle scale, chiudere a chiave una porta, schivare ostacoli … Il passo è malfermo,

In questa fresca mattinata d’autunno il parcheggio della Blécherette sfugge a stento al grigiore della nebbia che av-volge Losanna e dintorni. L’autunno la fa ormai da padrone. E chi dice au-tunno dice anche giornate più brevi. Dal 2007 in questa stagione il gruppo di lavoro «Sicurezza tramite la visibilità», al quale aderisce anche l’upi, organizza una giornata nazionale della luce. Con-trollo dei sistemi d’illuminazione delle

L’occasione ideale per un test della vista e dell’udito

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i movimenti imprecisi. Un’esperienza a dir poco dissuasiva per chi la speri-menta!

Mentre qualcuno si riprende lenta-mente dalla sbornia indotta, incuriositi altri si avvicinano per ingannare l’at-tesa dei risultati dei test della vista e dell’udito. Di tutta evidenza le giornate d’azione non sono solo utili, ma incon-trano anche il favore del pubblico. Scommettiamo che il Cantone di Vaud non mancherà di ripetere l’esperienza?

Magali Dubois

Marc-André Daven, capo della brigata

per la prevenzione sulle strade.

Jean-Christophe Sauterel, portavoce

della polizia cantonale vodese.

Giornata nazionale della luce 2013

Ogni mese di novembre la Giornata nazionale della luce ricorda agli utenti della circolazione

di prestare attenzione ad una buona visibilità. Essere individuati per tempo può salvare la vita!

Per i pedoni e i ciclisti significa indossare abiti chiari e materiali riflettenti e accendere le luci

della bicicletta. Anche i conducenti di autoveicoli hanno degli obblighi: rispettare i limiti di

velocità, sottoporsi a regolari controlli dell’acuità visiva e mantenere il parabrezza pulito.

La prossima Giornata della luce si tiene il 14 novembre 2013. In molte località della Svizzera si

svolgeranno attività sul tema. A Zurigo, Berna, Lucerna, Bulle

e Sion sono previste azioni maggiori in collaborazione con

corpi di polizia, ottici e altri partner, con stand informativi,

test della vista, concorsi e gare podistiche organizzate dagli

sponsor. Zurigo organizza anche un evento particolare: un

balletto sulla Paradeplatz dal titolo «See you – vedere ed

essere visti».

Per far sì che in futuro la Giornata nazionale della luce

seduca target sempre più ampi, è stata creata una stuzzicante

veste e il nuovo slogan «See you – fatti vedere». Informa-

zioni alla pagina www.seeyou-info.ch um

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nel 1997 con uno studio completo in-centrato su bambini e anziani. I dati sono stati utilizzati per calcolare le pro-iezioni nelle statistiche annuali degli infortuni. Nell’ultimo studio l’upi si è basato sui dati forniti dai medici. Oggi questa procedura sarebbe però eccessi-vamente onerosa. Siamo giunti alla conclusione che un sondaggio rappre-sentativo fra le economie domestiche sia il mezzo migliore per ottenere cifre aggiornate sul numero complessivo di infortuni fra la popolazione svizzera. Avete chiesto a 15 000 economie dome-

PARTNER RICERCA

15 000 economie domestiche interpellate sugli infortuniSTATISTICA DEGLI INFORTUNI Per la prima volta l’upi ha rilevato l’incidentalità globale con un sondaggio su larga scala condotto fra le economie domestiche. Un progetto stimolante, come spiega il capoprogetto Steffen Niemann.

stiche di tutte le regioni del Paese quali infortuni hanno subito i loro compo-nenti. Come ha reagito la popolazione?Abbiamo innanzitutto mandato una lettera alle famiglie selezionate, spie-gando l’obiettivo del sondaggio – nes-sun marketing di vendita, ma la pre-venzione degli infortuni. Dopo questo primo contatto, molte persone si sono dette disponibili a fornire le informa-zioni richieste.

All’upi il risultato del sondaggio era atteso con trepidazione, perché si voleva capire se avrebbe confermato o disatteso le vecchie cifre. Che cosa è emerso? Essendo il sistema di rilevamento com-pletamente rinnovato, effettivamente il risultato del sondaggio era un po’ come un terno al lotto. Ma ci ha tranquilliz-zati: le cifre complessive sono rimaste, suppergiù, invariate (totale: circa 1 mi-lione), seppur con uno spostamento degno di nota: dalle cifre attuali emer-gono più infortuni nello sport (400 000) e meno infortuni in casa e nel tempo libero (550 000).

Questo dato la sorprende? L’aumento degli infortuni nello sport, soprattutto fra gli anziani, è più che plausibile dato che gli ultra 65enni sono oggi molto più attivi che in passato. Il calo degli infortuni in casa e nel tempo libero nella fascia di età da 0 a 16 anni è un dato rallegrante – ma è impossibile

Per la prima volta l’upi ha calcolato le cifre globali relative agli infortuni 2010 secondo un nuovo sistema. Per quale motivo? La statistica annuale degli infortuni non professionali si basa essenzial-mente sui dati dell’assicurazione contro gli infortuni professionali, che però non contempla le cifre inerenti alle per-sone senza attività lucrativa – soprat-tutto bambini e anziani. Questi dati de-vono essere rilevati a parte. Questa misurazione è stata realizzata per la prima volta nel 1994 e successivamente

Steffen Niemann, capoprogetto presso la sezione upi Ricerca: «Il lavoro con i nuovi

dati inizia solo ora».

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area sicurezza 3 / 2013 13

determinare in quale misura questo ri-sultato sia riconducibile a una ridu-zione dei rischi frutto di una preven-zione efficace o al nuovo metodo di rilevamento.

Quale impatto avranno i nuovi dati sulle attività dell’upi? I nostri programmi di prevenzione vengono coerentemente orientati ai ri-sultati scientifici. Lo sport nella terza età sarà sicuramente un argomento d’attualità anche in futuro, anche se le priorità tematiche rimarranno essen-zialmente invariate. Prime fra tutte, le cadute in casa e nel tempo libero. Al centro delle attività continuerà ad es-serci anche la circolazione stradale, per la gravità degli infortuni. Ma il lavoro con i nuovi dati inizia solo ora. Oltre a determinare la gravità delle ferite, sarà anche necessario aggiornare le cifre re-lative ai costi causati dagli infortuni all’economia nazionale.

Interview: Ursula Marti

Tazze riempite di acqua bollente che si

spezzano, giocattoli per bambini che

perdono pezzi che potrebbero essere

ingeriti: sono solo due esempi di

prodotti che possono essere in com-

mercio senza soddisfare i requisiti di

sicurezza. Si tratta spesso di piccoli

difetti che, possono causare infortuni

anche gravi.

«Sono, in primo luogo, i fabbricanti

e commercianti di prodotti ad avere

l’obbligo di verificare le loro merci al

fine di rilevare eventuali lacune nella

sicurezza. E se sussistono rischi, il

prodotto non può essere immesso sul

mercato», spiega Mathias Steuri,

ispettore per la sicurezza dei prodotti

presso l’upi. «Ma questo autocontrollo

non sempre funziona come dovrebbe.

Perciò, anche i consumatori sono chiamati

a notificarci i prodotti non sicuri».

La segnalazione può avvenire diretta-

mente all’upi scrivendo a [email protected],

per il tramite del portale www.upi.ch o

chiamando lo 031 390 22 22. Ente di

controllo competente per macchine,

dispositivi di protezione individuale ed

altri prodotti del settore al di fuori delle

aziende, l’upi ha il mandato di elaborare

le notifiche e ordinare eventuali misure

appropriate. Può trattarsi di un divieto

di vendita, di un ritiro o di un richiamo.

Su www.upi.ch, al menu «Prodotti di

sicurezza» trovate maggiori informa-

zioni e un link al modulo di notifica

della Segreteria di Stato dell’economia

SECO, l’organo federale di vigilanza

sull’esecuzione della sicurezza dei

prodotti, e il formulario di notifica per

l’osservatore del mercato.

«Le segnalazioni della popolazione

sono un importante contributo alla

sicurezza di tutti», è convinto Mathias

Steuri, «e ci permettono di proteggere

altre persone da possibili infortuni». um

EUREKA

visibili a 360 gradi nella circolazione

stradale: questo il tema da tradurre in

manifesto proposto dal concorso per la

gioventù indetto dall’upi in collabora-

zione con il gruppo di lavoro «Sicurezza

tramite la alla visibilità» in occasione della

Giornata nazionale della luce 2012. Sono

stati oltre un centinaio i progetti ricevuti

da studenti di scuole superiori, tecniche

superiori e professionali. La giuria del

concorso ha selezionato sei manifesti,

proiettati per un intero mese nelle sale

cinematografiche nazionali. Il soggetto

«Sans – Avec» elaborato dalla classe

3LETM2 della CPLN, sezione École

technique, di Neuchâtel ha convinto la

giuria, aggiudicandosi il 1° premio. «Il

progetto si è distinto per l’originalità

dell’idea, il messaggio chiaro e compren-

sibile e l’esecuzione precisa e accurata»,

spiega Barbara Schürch, responsabile

della sezione upi Formazione. I sei

manifesti meglio piazzati sono visibili su

www.upi.ch > Prevenzione nelle scuole >

Concorso Safety Tool.

Nel 2013 il concorso per la produzione

di un manifesto sarà riservato alle classi

dalla 3a elementare alla 4a media e sarà

incentrato sul tema del

divertimento in slitta. Le

informazioni sul concorso,

che verranno spedite diretta-

mente alle scuole, possono

anche essere richieste a

[email protected]. um

DISTINzIONE

Avete scovato un prodotto pericoloso? Annunciatelo!

Concorso: primo premio a classe di Neuchâtel

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14 area sicurezza 3 / 2013

«Come una caduta dal terzo piano» SLITTA DI PROvA PER CINTURE DI SICUREzzA Alla giornata di formazione e di sicurezza i dipendenti di FFS RailClean ricevono molti consigli pratici per la loro salute e sicurezza. E sperimentano sulla propria pelle un incidente della circolazione – e perché la cintura di sicurezza sia essenziale. Area sicurezza li ha seguiti in questa giornata particolare.

PARTNER AZIENDE

È piacevolmente caldo nella zona di consegna dell’autosilo della stazione ferroviaria di Lucerna. La Smart fissata sul rimorchio è pronta per il prossimo giro sulla slitta di prova per cinture di sicurezza. Un gruppo di dipendenti di FFS RailClean attornia incuriosito il consulente dell’upi Raphael Burry. Su un tavolo sono allineati opuscoli, ta-gliandi di un concorso, penne e calibri per battistrada. Un beamer proietta delle immagini su una parete.

Per Raphael Burry è la terza presen-tazione della giornata. Servendosi di si-tuazioni concrete e materiale video te-matizza la guida in stato di ebbrezza, la

visibilità degli utenti della circolazione, la sicurezza dei carichi in automobile e le cinture di sicurezza. La presenta-zione è completata con consigli di sicu-rezza per il veicolo, affinché i viaggi per le imminenti vacanze si svolgano senza inconvenienti.

Bambini in auto Quello delle cinture di sicurezza è un tema che sta particolarmente a cuore al consulente upi, che lancia un accorato appello ai partecipanti al workshop: «Per il bene della vostra famiglia, veri-ficate sempre che anche gli occupanti dei sedili posteriori siano allacciati. I

bambini fino a 12 anni o di statura in-feriore a 150 cm devono utilizzare un seggiolino adatto alla loro età. Non fate un favore né a voi stessi, né ai vostri figli lasciandoli liberi di muoversi sui sedili posteriori durante un lungo viaggio per le vacanze!»

Subito un collaboratore chiede la ri-cetta contro bambini piagnucolosi nei lunghi viaggi. Si recherà in vacanza in Macedonia – 1800 km in automobile – e vorrebbe giungere alla meta il più velocemente possibile … Burry gli rac-comanda di fare assolutamente delle pause. «In qualsiasi area di servizio i bambini possono sfogarsi all’aperto e

Il consulente upi Raphael Burry (con camicia bianca) illustra la slitta di prova upi per cinture di sicurezza. I collaboratori possono

provare sulla propria pelle quanto possa essere violento un urto già a bassissima velocità.

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area sicurezza 3 / 2013 15

lei ha un po’ di tempo per schiacciare una turbosiesta e recuperare le forze. Magari il viaggio durerà qualche ora in più, ma tutta la famiglia arriverà a de-stinazione sana e salva!» I colleghi an-nuiscono.

Impatto non frenato Segue il clou della presentazione: il giro sulla slitta di prova per cinture di sicu-rezza. «Quando salite, fate attenzione alla testa. Allacciate le cinture, rilassa-tevi e chiudere la bocca per non mor-

dervi la lingua!» spiega Raphael Burry ai partecipanti che a gruppi di si acco-modano in macchina. Si parte! E già dopo pochi metri la corsa termina bru-scamente con un impatto. Anche se la velocità è di soli 11 km/h, l’urto scara-venta violentemente in avanti gli occu-panti. Le due persone scendono dalla Smart scioccate, perfettamente una-nimi sul fatto che senza le cinture di si-curezza sarebbe stato impossibile reg-gersi perfino ad una velocità tanto bassa, per non parlare di un bambino, che è pure impreparato all’impatto. «Già un incidente a 14 km/h moltiplica per otto il vostro peso corporeo. Un impatto a 50 km/h equivale a gettarsi dal terzo piano di una palazzina», ag-giunge Burry.

Dopo essersi rimessi da questo par-ticolare viaggio, i partecipanti al wor-kshop si cimentano in un concorso. Le cinque domande passano in rassegna i messaggi chiave. Così le informazioni

appena ottenute vengono interiorizzate più facilmente. E i premi sono allet-tanti!

Meno assenze Da quattro anni il settore aziendale RailClean della divisione Immobili di FFS SA organizza annualmente una giornata della sicurezza, che alle quat-tro centinaia di collaboratori spiega come vivere la sicurezza al quotidiano. «Oggi Lucerna accoglie i dipendenti di cinque sedi diverse, che possono così beneficiare delle esperienze recipro-che», spiega André Eggimann, respon-sabile tecnico per sicurezza sul lavoro presso la divisione FFS Immobili, illu-strando il concetto. «Al Safety Day par-tecipano i collaboratori, gli apprendisti e gli ausiliari di RailClean», aggiunge Viviane Zaslawski, responsabile della formazione specialistica presso FFS Immobili RailClean. «Oltre a nozioni teoriche, ogni postazione prevede degli esercizi pratici, per dare ai partecipanti il numero massimo di input». I due re-sponsabili hanno compilato un pro-gramma molto eterogeneo: i collabora-

tori apprendono e sperimentano i benefici di un’alimentazione sana in un mondo perennemente di fretta. Impa-rano a svolgere le pulizie in maniera er-gonomica, discutono sulla corretta organizzazione del lavoro, sulle attrez-zature migliori e sull’uso di macchine speciali. E, ultimo ma non meno im-portante, due postazioni sono dedicate alla sicurezza sui marciapiedi delle sta-zioni e nella circolazione stradale. Che il programma sia pagante, lo dimostra la statistica di RailClean sui giorni di assenza: «Negli ultimi quattro anni gli infortuni con giorni di assenza sono drasticamente diminuiti», constata Eg-gimann con grande soddisfazione.

Beatrice Suter

Hanno organizzato la giornata per la

sicurezza del personale: Viviane Zaslawski e André Eggimann presso

la stazione di Lucerna.

Durante l’estate 2013 un bus con i colori

della campagna sulla sonnolenza al vo -

lante ha fatto tappa in una dozzina di

open air del Paese. Obiettivo: sensibilizzare

sui rischi della stanchezza al volante e del

colpo di sonno. Il bus ha attirato un folto

pubblico di festivalieri che hanno schia-

cciato un pisolino di 15 minuti prima di

rimettersi al volante – e non, come ri -

cordato a qualche spettatore, per ripar -

arsi dalla pioggia! L’esperienza si è rivelata

estremamente positiva, fornendo all’upi e

ai suoi partner numerose occa sioni per

veicolare il messaggio di prevenzione. md

TEMPO LIBERO

Turbosiesta in tournée

Prevenzione nelle imprese

L’upi dispone attualmente di undici

differenti presentazioni a disposi-

zione delle imprese con almeno 250

collaboratori o per l’impiego su

almeno due giornate. Gli argomenti:

sicurezza nel tempo libero, sport,

casa e sicurezza nella circolazione

stradale. Esposizioni, relazioni, video

e relativo materiale pratico consen-

tono un impiego flessibile e creano

un quadro interessante per sensibiliz-

zare il personale.

Maggiori informazioni alla pagina

www.upi.ch > Sicurezza nelle

imprese > Esposizioni tematiche.

Persona di contatto: Christian

Wyssmüller, tel. 026 913 81 01. Si

prega di prenotare il materiale con

largo anticipo!

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16 area sicurezza 3 / 2013

CAMPAGNA

E-bike sfrenatamente alla moda

«La bicicletta elettrica è più veloce di quanto si pensa.» Lo slogan della campagna congiunta di upi e Visana business lo puntualizza: sia gli e-biker che gli altri utenti della circolazione sottovalutano le alte velocità e sovente non sono consapevoli dei rischi, come lo spazio di frenata più lungo. Il soggetto del manifesto enfatizza questa problematica.

«Non vogliamo rovinare a nessuno il pia-cere di inforcare un’e-bike», afferma la diret-trice della campagna Camilla Krebs dell’upi. «Desideriamo, piuttosto, mostrare come ri-durre al minimo i rischi, ad esempio indos-sando il casco, adottando uno stile di guida difensivo o frequentando un corso di guida si-cura». Per le biciclette elettrice veloci il casco è in tutti i casi obbligatorio.

Nell’ambito della campagna, in collabora-zione con la nota azienda bernese Thömus Bike Academy Visana business offre in tutta la Svizzera corsi di guida sicura per e-biker, che possono così migliorare le competenze di guida ed essere sensibilizzati sulla velocità di un’e-bike – che può essere decisamente più so-stenuta che con una bicicletta senza propul-sione elettrica.

Il numero di e-bike è in forte crescita – parallelamente al numero di incidenti che coinvolgono questo tipo di veicolo. Con que-sta campagna l’upi auspica una riduzione dei rischi d’infortunio.

Maggiori informazioni sui corsi di guida si-cura: www.thoemus-bike-academy.ch (ru-brica «E-Bike») um

Attenzione! La bicicletta elettrica è più veloce di quanto si pensa.

5.19

4.03

– 0

4.20

13

1.02

1.03

– 0

9.20

13

Il manifesto della campagna.