Seminario Area Tecnica su "DEMOLIZIONI E SICUREZZA" Studio Amati Architetti_Maggio 2013
area sicurezza 3/2012
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3/2012
CASA E TEMPO LIBERO
Sicurezza per bambini e anziani
INTOSSICAZIONI
Nuovi simboli di pericolo per i prodotti chimici
WATER SAFETY
Tuffo di una classe di Ecublens
La rivista upi per i partner della prevenzione
2 area sicurezza 3 / 2012
Giovani e meno giovani si allenanoAd oggi le cadute rimangono la causa d’infortunio di gran lunga più frequente. Oltre la metà degli incidenti che si verificano in casa e nel tempo libero è riconducibile a una caduta. Secondo il nuovo dossier sicurezza dell’upi, le attività di prevenzione danno risalto essenzialmente a due fasce d’età: bambini e giovani da un canto, persone anziane dall’altro.
Due gruppi che non potrebbero essere più diversi e per i quali occorrono concetti di prevenzione distinti. Ciò nonostante, i tratti comuni non mancano. Dall’età più giovane alla quinta età una buona forma fisica, mobilità, forza e reattività sono la migliore prevenzione delle cadute. Motivo più che sufficiente per indurre l’upi a concentrare maggiormente sull’esercizio fisico le sue attività di prevenzione – dal modo di cadere senza ferirsi insegnato nelle lezioni di educazione fisica scolastica, agli esercizi di equilibrio per anziani eseguiti in corsi o a casa. Ma un aspetto resta fondamentale anche per le fasce d’età intermedie: praticato con moderazione lo sport migliora la tempra e accresce le difese contro infortuni e ferite – ed è divertente!
Altrettanto importanti sono le misure di sicurezza edilizie: parapetti e ringhiere adatti proteggono dalle cadute dall’alto, maniglie e corrimani assicurano un appiglio in ogni circostanza, pavimenti non sdrucciolevoli e privi di ostacoli prevengono gli scivoloni … solo per citarne alcuni. L’upi ringrazia tutti i suoi partner per la proficua collaborazione nella prevenzione delle cadute. Vogando insieme nella stessa direzione, molti bambini e anziani saranno risparmiati da dolorosi capitomboli!
Ursula Marti
Sommario EDITORIALE
ABACOL’opinione della popolazione in merito alle zone 30 3
DOSSIER CASA E TEMPO LIBERO Per una protezione migliore di bambini e anziani 4
Di vetri infranti, animali e corrente 6
Il punto di vista di Thomas Mattig, direttore di Promozione Salute Svizzera: contrastare i pericoli e promuovere la salute 7
Nuovi simboli di pericolo per l’uso dei prodotti chimici 8
PARTNER Scuole Water Safety: tuffo in una classe di Ecublens 10
Collaborazioni L’esercito quale moltiplicatore 13
Aziende La Svizzera fa una turbosiesta 15
CAMPAGNANel 2013 l’upi compie 75 anni 16
COLOPHON
Editore: upi – Ufficio prevenzione infortuni, Hodlerstrasse 5a, CH-3011 Berna, [email protected], www.upi.ch, telefono + 41 31 390 22 22
Cambiamenti d’indirizzo: [email protected]
Redazione: Ursula Marti (wortreich gmbh), Magali Dubois (upi), Rolf Moning (upi), Tom Glanzmann (upi)
Indirizzo di redazione: Ursula Marti, wortreich gmbh, Maulbeerstrasse 14, 3011 Berna, [email protected], telefono + 41 31 305 55 66
Traduzione: Francesca Grandi, Riva San Vitale
Correzione: Antonio Cifelli (upi)
Foto: pagine 1, 4: Simone Wälti; pagine 2, 4 (Michel), 12 (sacca proteggi casco), 13, 15 (Slow Down), 16: upi; pagine 5, 7, 8: Iris Andermatt; pagine 10, 11, 12: Giovanni Antonelli / Arno Murith; pagine 14, 15: Centro di distribuzione Coop
Layout: SRT Kurth & Partner AG, Ittigen Stampa: UD Print AG, Lucerna, stampa ecosostenibile
Tiratura: italiano: 1100, francese: 3300, tedesco 9200 esemplari. Rivista trimestrale.
ISSN 2235-8889 (Print) / ISSN 2235-8897 (PDF)
© Riproduzione degli articoli solamente con l’autorizzazione della redazione e con indicazione completa della fonte
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Il 36 % del migliaio di persone intervistate abita in una zona 30. E come prevedibile, è più favorevole all’introduzione del regime 30 nelle zone residenziali rispetto alla rimanente percentuale di interpellati. Sembra dunque che chi beneficia delle zone 30 sia più propenso a una sua maggiore diffusione.
Complessivamente il 53 % degli intervistati approva l’introduzione delle zone 30 nei quartieri residenziali, mantenendo però il limite di 50 km/h sulle strade principali. Questa percentuale è aumentata – era del 48 % nel 2008. Oltre alle persone già residenti nelle zone 30, emerge in particolare che le donne, gli anziani e gli abitanti del Cantone Ticino considerano questo provvedimento appropriato.
Quale motivo più frequente di opposizione alle zone 30 gli intervistati hanno citato la perdita di tempo cau
sata dal rallentamento (32 %). La soppressione dei passaggi pedonali abbinata alle zone 30 è stata citata soltanto nel 3 % delle risposte. Infine, il 70 % delle persone interpellate ritiene che le zone 30 contribuiscano a diminuire il
rischio d’incidente. È interessante notare che questo tasso è addirittura del 75 % nella Svizzera francofona, benché in questi ultimi mesi l’introduzione in alcuni Cantoni di nuove zone 30 abbia alquanto riscaldato gli animi. Ragione in più per l’upi per realizzare altre azioni volte a promuovere il modello 50 / 30. md
ABACO
SONDAGGIO Ogni primavera l’upi realizza sull’intero territorio nazionale un sondaggio rappresentativo. Quest’anno, fra le altre cose, ha voluto conoscere il parere della popolazione sull’utilità delle zone 30. Alcune cifre interessanti.
L’opinione della popolazione in merito alle zone 30
70
L’apprezzata posta upi per i bambini –
un opuscolo spedito a cadenza seme-
strale e contenente tanti suggerimenti
per la sicurezza dei bambini dalla na-
scita agli 8 anni – desidera avvicinarsi
alla popolazione immigrata. In collabo-
razione con l’organizzazione Public He-
alth Services l’upi sta organizzando un
progetto pilota per genitori di lingua
turca. «La sola traduzione non è però
sufficiente», spiega la responsabile del
progetto dell’upi Barbara Schürch. «La
posta upi va anche adattata al target
specifico, ad esempio a livello di imma-
gini». Gli opuscoli saranno più concisi e
verranno consegnati di persona ai ge-
nitori. In occasione di particolari serate
informative, dei mediatori e delle me-
diatrici culturali illustreranno ai genitori
il materiale proposto. Se il progetto pi-
lota avrà successo l’upi valuterà di adat-
tarlo anche all’albanese, al portoghese
e ad altre lingue. um
Posta upi ora anche per i figli di immigrati
ZOOM
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DOSSIER CASA E TEMPO LIBERO
Per una protezione migliore di bambini e anzianiDOSSIER SICUREZZA Un nuovo dossier sicurezza dell’upi illustra i punti essenziali e gli approcci preventivi degli infortuni in casa e nel tempo libero. Le cadute rimangono di gran lunga le più frequenti. Dai risultati emerge che ogni fascia d’età richiede programmi di prevenzione particolari, soprattutto i bambini e gli anziani.
Quando si parla di incidenti la maggior parte della gente pensa immediatamente alla circolazione stradale. In realtà, soltanto il 10 % del milione di infortuni non professionali si verifica sulle strade. Il 30 % avviene durante la pratica di un’attività sportiva, e la chiara maggioranza – ben il 60 % – in casa e nel tempo libero. Osservando soltanto gli infortuni con esito letale, in questo stesso ambito la percentuale di decessi è addirittura del 75 %.
Nonostante le cifre, finora la prevenzione ha analizzato e trattato in maniera poco sistematica gli infortuni in
casa e nel tempo libero. Ma le cose sono destinate a cambiare, non da ultimo a seguito dell’evoluzione demografica, che vede aumentare gli anziani e con essi le persone di una certa età vittime di un infortunio – sovente grave – fra le mura domestiche. Nel suo nuovo dossier sicurezza l’upi ha creato una base scientifica che analizza l’incidentalità e i rischi e illustra possibili misure di prevenzione.
Sette ambiti d’incidentalità Il rapporto si sofferma su sette ambiti particolari d’incidentalità. Le ca
dute restano la causa d’infortunio di gran lunga più frequente. Le altre categorie: vetri infranti / lamiere, animali, apparecchi / attrezzature / macchine, ustioni / causticazioni, intossicazioni, elettrocuzioni (panoramica a pag. 6). Secondo Frank Michel, collaboratore scientifico Ricerca presso l’upi e coautore del rapporto, questa lista di sette ambiti è un’assoluta novità, anche a livello internazionale. «Abbiamo scelto queste categorie in base ai settori in cui si farà della prevenzione, per essere in grado di fornire indicazioni di prevenzione concrete». Se i fatti e le raccomandazioni sono raggruppati per tema, è più facile discuterli con i gruppi interessati e le organizzazioni specializzate. In fondo lo scopo è quello di un’attuazione pratica di misure alla base. E qui l’upi deve poter contare sui suoi partner e moltiplicatori, tanto più che gran parte della prevenzione consiste in attività di sensibilizzazione. «Creare delle
Frank Michel del team di ricer-
catori dell’upi.
Pericolo di caduta eliminato grazie alla protezione.
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categorie stando seduti alla scrivania è facile – ma l’upi non può e non intende imporre nulla ai partner, bensì fornire informazioni e basi decisionali», sottolinea Michel.
Le cadute in primo piano Oltre l’80 % dei decessi in casa e nel tempo libero è causato da una caduta. Si tratta pur sempre di 1500 persone ogni anno, soprattutto anziane. Le intossicazioni, le ustioni e le causticazioni sono le altre cause di decesso più frequenti.
Anche a livello di ferite, le cadute interessano oltre il 50 % dei casi o 300 000
persone, seguite dalle ferite per vetri infranti e cocci (105 000 persone), apparecchi e macchinari, e animali (40 000 persone per ognuna di queste due categorie).
In maniera molto generale emerge la forte correlazione tra rischi ed età delle vittime. «Questa evidenza ci ha alquanto stupiti e convinti della necessità di orientare all’età anche le attività di prevenzione, sviluppando specifiche misure di profilassi». Bambini e ragazzi costituiscono un gruppo a rischio in tutti i segmenti, tranne quello degli animali. Negli ambiti vetri in
franti / lamiere, animali e apparecchi / attrezzature / macchine, anche gli adulti sono un gruppo a rischio. Per quanto riguarda le cadute, invece, in considerazione del numero elevato di ferimenti e decessi tutte le fasce d’età vanno considerate a rischio, benché le misure di prevenzione possano essere molto differenti secondo il target. In maniera generale le misure antinfortunistiche devono tenere in particolare considerazione i bambini e gli anziani.
Ursula Marti
L’esercizio fisico protegge dalle caduteFra alcuni mesi l’upi lancerà il suo programma di prevenzione delle cadute. La collaboratrice scientifica dell’upi e responsabile di questo progetto, Barbara Pfenninger, risponde ad alcune domande sui principali contenuti del programma.
Le persone anziane sono un gruppo particolarmente interessato dagli in-fortuni gravi dovuti alle cadute. Quali misure di prevenzione avete posto in primo piano? Barbara Pfenninger: L’approccio si basa sull’individuo, ovvero una «prevenzione a livello di comportamento»: per prevenire le cadute è importante rimanere fisicamente attivi e muoversi tutti i giorni in vario modo. Occorre allenare soprattutto la forza e l’equilibrio. Una muscolatura sana delle gambe e del tronco e un buon equilibrio sono la migliore prevenzione contro le cadute – ma è importante anche agire a livello di comportamenti: rimuovere le fonti d’inciampo, montare corrimani e ma
niglie, assicurare un’illuminazione sufficiente e indossare buone calzature.
Nelle sue attività di prevenzione l’upi fa distinzione tra persone di una certa età autonome, che vivono ancora al proprio domicilio, e anziani accuditi. Quali differenze ci sono? Per gli anziani ancora autonomi puntiamo soprattutto sulla forma fisica. Raccomandiamo un allenamento di gruppo settimanale sotto la guida di un istruttore, più unodue allenamenti al proprio domicilio. Spesso gli anziani accuditi sono fisicamente più limitati, perciò oltre alla lezione di ginnastica è essenziale che l’ambiente sia privo di ostacoli e si sfruttino le possibilità offerte dagli ausili tecnici. Un esempio sono i tappetini con sensori o le barriere fotoelettriche, che prevengono immediatamente il personale di cura se una persona si alza di notte.
Quali misure di prevenzione prevede l’upi?Stiamo elaborando un pacchetto di mi
sure a tre livelli: formatori ed esperti riceveranno una documentazione completa con una parte teorica e una pratica di prevenzione delle cadute fra le persone anziane. Ai responsabili dei corsi verrà messo a disposizione del materiale didattico. Per le persone anziane, invece, stiamo elaborando un opuscolo informativo con esercizi di base che possono essere eseguiti anche a casa. Tutto il materiale sarà disponibile fra qualche mese.
Come intende procedere l’upi per ridurre le cadute fra i bambini? Le informazioni del dossier sicurezza HaSiDo saranno integrate nei nostri apprezzati strumenti di prevenzione, come la posta upi per i bambini o i Safety Tool. Stiamo inoltre allestendo un concetto globale di prevenzione degli infortuni fra i bambini. Studieremo in maniera ancora più approfondita le misure da mantenere e quelle nuove. um
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DOSSIER CASA E TEMPO LIBERO
Di vetri infranti, animali e correnteAMBITI D’INCIDENTALITÀ Oltre alle cadute – di gran lunga l’infortunio più frequente – altri sei segmenti emergono per la loro frequenza in casa e nel tempo libero. Qui di seguito vi proponiamo un breve giro d’orizzonte su numero di feriti, gruppi a rischio e possibili misure di prevenzione.
Vetri infranti, lamiere
Numero di feriti (in Svizzera all’anno): 105 000 Gruppi a rischio: bambini / ragazzi,
adulti
Negli edifici e per il mobilio utilizzare sempre del vetro di sicurezza. Le porte di vetro possono essere rese visibili mediante demarcazioni. I bambini vanno tenuti lontani da vetri e oggetti fragili. Nelle feste utilizzare bicchieri di plastica riciclabile anziché di vetro.
Ustioni, causticazioni
Numero di feriti: 15 000
Gruppi a rischio: bambini / ragazzi
L’acqua dello scaldabagno non dovrebbe eccedere la temperatura di 50 – 60 °C. Conservare le sostanze infiammabili, i combustibili, i fiammiferi e gli accendini fuori dalla portata dei bambini. Si consiglia inoltre di sviluppare sigarette autoestinguenti ed emanare leggi in materia di rilevatori di fumo.
Apparecchi, attrezzature, macchine
Numero di feriti: 40 000
Gruppi a rischio: bambini / ragazzi, adulti
I bambini e chi li sorveglia vanno in primo luogo sensibilizzati sui rischi. Gli adulti dovrebbero affidare i lavori più complessi allo specialista. Pianificare i lavori e prevedere tempo a sufficienza, staccare la presa degli apparecchi da pulire o maneggiare.
Intossicazioni
Numero di feriti: 5000
Gruppi a rischio: bambini / ragazzi
Oltre a sensibilizzare i bambini e le persone alle quali vengono affidati, conservare sempre sotto chiave le sostanze tossiche e i medicinali. Occorre favorire gli imballaggi a prova di bambino. Per ogni evenienza, memorizzare nella rubrica del telefono il numero del Centro Svizzero d’Informazione Tossicologica CSIT.
Animali (insetti inclusi)
Numero di feriti: 40 000
Gruppi a rischio: adulti
Quando si mangia all’aperto coprire bevande, cibo e rifiuti per prevenire le punture di insetti. Per evitare i morsi di cani, sensibilizzare i proprietari sulle loro responsabilità e generalizzare i corsi di formazione per i cani e i loro padroni.
Elettrocuzioni
Numero di feriti: meno di 500
Gruppi a rischio: bambini / ragazzi
L’attuale standard di sicurezza va preservato mediante misure di sensibilizzazione, ma anche manutenzioni periodiche degli impianti elettrici, l’impiego di interruttori salvavita e di prese di corrente a prova di bambino. Non collocare mai gli apparecchi elettrici in prossimità dell’acqua e tenerli fuori dalla portata dei bambini. um
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Contrastare i pericoli e promuovere la saluteIL PUNTO DI VISTA di Thomas Mattig, direttore di Promozione Salute Svizzera, sulla collaborazione di prevenzione degli infortuni e promozione della salute
Con la Legge federale sull’assicura-zione malattia del 1994 la fonda-
zione Promozione Salute Svizzera ha ricevuto il mandato di promuovere e re-alizzare attività atte a favorire la salute della popolazione in Svizzera. La salute, si sa, è un tema vasto che interessa tutti gli ambiti dell’esistenza. Promozione Sa-lute Svizzera si concentra soprattutto sul peso forma e sulla promozione della sa-lute nelle imprese, ma anche la salute de-gli anziani ha crescente rilevanza.
Quale importanza riveste la preven-zione degli infortuni per la promozione della salute? Non è al primo posto, ma non per questo è di minore interesse. Prevenzione e promozione della salute vanno a braccetto – anche se questo bino-mio non è sempre privo di tensioni. Tra-dizionalmente la prevenzione è gover-nata dalla prudenza; individua i rischi e li allontana. La promozione della salute, invece, incoraggia l’individuo ad avere una vita attiva. Ciò significa anche as-sumere dei rischi. Questo apparente con-flitto d’interessi può però essere volto po-sitivamente – come nel calcio: una buona squadra schiera un numero equilibrato di attaccanti e difensori; e migliore è la difesa, più semplice è il gioco per gli at-taccanti.
Le misure di prevenzione hanno spesso – e anche a torto – la fama di met-tere sotto tutela le persone. Ma non si tratta di neutralizzare ogni pericolo. I ri-schi sono parte integrante di un’esistenza libera! Ma non bisogna nemmeno correre
rischi inutili: cinture di sicurezza in au-tomobile, casco sugli sci e in bici, vacci-nazioni contro malattie potenzialmente pericolose – rientrano negli standard di sicurezza che una società moderna deve offrire alla sua popolazione.
Nella pratica, entrambi gli approcci di promozione della salute e prevenzione formano da tempo un’accoppiata vin-cente, come in una buona squadra di calcio, dove i difensori assumono anche compiti offensivi e viceversa. In SlowUp, le giornate senz’auto lanciate da Promo-zione Salute Svizzera, la prevenzione de-gli infortuni gioca un ruolo importante. Inversamente, la promozione del movi-mento è un’importante misura di pre-venzione degli infortuni. Una moderna prevenzione non si limita a contrastare i rischi, ma promuove le competenze delle
persone. L’interazione di promozione della salute e prevenzione si esprime nelle azioni comuni delle rispettive istituzioni. Il partenariato di Promozione Salute Svizzera e upi nel progetto «Via» ne è un ottimo esempio. Scopo precipuo di que-sto progetto: migliorare le opportunità di condurre una vita autonoma nella vec-chiaia – dando la dovuta importanza alla prevenzione delle cadute.
La società è in costante trasforma-zione, la mobilità aumenta, le tecnolo-gie dell’informazione evolvono a velocità esponenziale. Ogni novità tecnica e ogni cambiamento culturale porta con sé delle opportunità e anche dei rischi. Enume-rarli e valutarli realisticamente è il com-pito comune di tutti gli attori impegnati nella prevenzione e nella promozione della salute. •
Thomas Mattig: «Una moderna prevenzione non si limita a contrastare i rischi,
ma promuove le competenze delle persone».
DOSSIER CASA E TEMPO LIBERO
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CAMPAGNA UFSP Ognuno di noi entra in contatto quasi quotidianamente con prodotti chimici – in casa, in giardino, nel fai da te, in ufficio o nell’esercizio della professione. Per molti prodotti d’uso quotidiano l’eventuale tossicità non è sempre evidente. Nuovi simboli di pericolo fanno maggiore chiarezza.
Nuovi simboli di pericolo per l’uso delle sostanze chimiche
Le sostanze chimiche possono avere effetti tossici sulla salute dell’essere umano. Il loro crescente numero e la larga diffusione rendono estremamente importante un’informazione trasparente alla popolazione. Infatti, un detergente per il WC viene facilmente classificato come prodotto chimico – ma questa peculiarità è meno evidente per un detersivo per rigovernare o un
sapone per le mani. L’ONU ha pertanto elaborato un sistema di classificazione e marcatura delle sostanze chimiche armonizzato a livello mondiale, chiamato GHS (Globally Harmonized System of Classification and Labelling of Chemicals). Parte del sistema è costituito da pittogrammi in vigore anche in Svizzera dal dicembre del 2010. «Non coincidono appieno con i simboli pre
cedenti, ma sono meglio visibili sugli imballaggi e anche più chiari», spiega Heribert Bürgy, capo sezione presso la divisione Prodotti chimici dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
Ogni simbolo è sempre accompagnato da una descrizione precisa del pericolo e da consigli di sicurezza per evitare incidenti. «Dalla soppressione delle classi di tossicità le persone ma
DOSSIER CASA E TEMPO LIBERO
Cinzia Pastore Ferrari e Heribert Bürgy dell’UFSP spiegano i cambiamenti intervenuti a livello di simboli di pericolo.
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neggiano i prodotti chimici con meno prudenza. Un terzo dei consumatori è convinto che un prodotto privo della fascia di tossicità rossa, gialla o nera non sia nocivo», constata Bürgy. Un sondaggio fra le economie domestiche ha rivelato che agli attuali simboli di pericolo non si presta attenzione. L’UFSP ha perciò deciso di correre ai ripari: «Occorre assolutamente una campagna d’informazione e di sensibilizzazione», commenta Bürgy.
Incidenti con prodotti chimici Il Centro Svizzero d’Informazione Tossicologica CSIT, chiamato più comunemente Tox, fornisce ogni anno 7000 consulenze su casi di avvelenamento manifesto o sospetto con prodotti chimici comunemente presenti nelle nostre case. Ma non è che la punta dell’iceberg: non in tutti i casi viene chiesta una consulenza al CSIT – vuoi perché il medico ha le necessarie conoscenze per curare l’intossicazione, vuoi perché l’incidente si risolve senza conseguenze gravi per il malcapitato. Secondo un sondaggio rappresentativo condotto fra la popolazione, ogni anno i casi sarebbero fino a 50 000. Heribert Bürgy spiega la discrepanza tra gli incidenti effettivi e quelli notificati sull’esempio delle causticazioni agli occhi: «Ogni anno il CSIT riceve non più di unadue notifiche di causticazione grave agli occhi, ma attraverso la statistica sugli infortuni sappiamo che i casi effettivi sono da 35 a 45 all’anno». Ma l’aspetto veramente preoccupante, spiega lo specialista dell’UFSP, è che molti incidenti si verificano perché i prodotti tossici vengono travasati e conservati in bottiglie di PET o in altri contenitori inappropriati.
Vanessa Kuhn
L’upi quale moltiplicatore
Nelle statistiche degli infortuni le intossi-
cazioni sono una nota dolente. Lo con-
ferma Manfred Engel, responsabile della
sezione upi Casa e tempo libero: «Ogni
anno gli incidenti gravi sono circa 24. Il
gruppo più a rischio è quello dei bambini
e ragazzi». L’uniformità dei simboli mi-
gliora la conoscenza del pericolo – ecco
perché l’upi desidera rendere attenta la
popolazione tramite i propri canali d’in-
formazione e veicolare semplici regole
per un uso sicuro dei prodotti chimici. La
campagna nazionale durerà da settembre
2012 al 2014. Informazioni per i consuma-
tori alla pagina www.cheminfo.ch e mate-
riale informativo gratuito per il commer -
cio al dettaglio su www.ufsp.admin.ch /
Temi/Prodotti chimici. vk
Set informativo con app e test online
area sicurezza: Come verrà lanciata la campagna? Cinzia Pastore Ferrari: Prenderà il via a settembre 2012 con una conferenza stampa. Oltre a sensibilizzare la popolazione attraverso i mass media, un sito web fungerà da piattaforma d’informazione sui simboli di pericolo e sull’uso appropriato dei prodotti chimici. Utilizzeremo degli opuscoli elaborati in base al target – i consumatori, il commercio al dettaglio o l’industria. Vi saranno anche dei promemoria e del materiale didattico, fra cui un video di tre minuti.
Avete preparato anche delle app? Sì, una app gratuita per iPhone e Android con i simboli di pericolo, consigli e informazioni. L’aspetto interessante è che tramite la app è possibile stabilire direttamente una comunicazione con il numero 145 del Centro Svizzero d’Informazione Tossicologica. L’anno prossimo lanceremo anche delle app riguardanti lo smaltimento e le misure di sicurezza. E per gli amanti dei giochi abbiamo anche un test ondine sui rischi.
Com’è nata la campagna?Come Ufficio federale della sanità pub
blica abbiamo l’obbligo legale d’informazione. La campagna nasce ora perché stiamo adeguando i simboli al sistema mondiale. Questo cambiamento deve essere comunicato agli utilizzatori. La campagna durerà tre anni. Dopo una prima informazione attraverso i mass media ci rivolgeremo ai differenti target in maniera più mirata.
Qual è la sfida più complessa che dovrà affrontare la campagna?I simboli di pericolo e i rischi sia a casa, sia al lavoro sono poco noti, e i prodotti chimici vengono utilizzati con sempre maggiore disinvoltura. Lo scopo della campagna è evidenziare i rischi e sensibilizzare le persone sui pericoli – un obiettivo che intendiamo raggiungere con i nostri partner, come l’upi. Queste collaborazioni ci permettono di veicolare e moltiplicare le informazioni ai target corretti. Per noi l’upi è particolarmente interessante per l’informazione ai genitori e alle scuole, poiché ha già dei canali in tal senso. La collaborazione consente di consolidare vicendevolmente la reputazione e di accrescere il grado d’accettazione della popolazione. vk
La responsabile del progetto Cinzia Pastore Ferrari dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sulla nuova campagna di sensibilizzazione.
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Water Safety: tuffo in una classe di EcublensVINCITORI Per aver vinto il concorso di disegno abbinato alla campagna sulla sicurezza in acqua, i bambini della scuola secondaria di Ecublens sono stati ricompensati in modo alquanto insolito: l’upi li ha infatti invitati a un corso d’introduzione all’immersione. Impressioni sopra e sotto il livello dell’acqua della piscina di Renens.
PARTNER SCUOLE
Soffiare aria nel naso: un riflesso salvavita!
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Sul prato della piscina pubblica di Renens i bambini sono indaffarati con le mute. La giornata è iniziata sotto i migliori auspici: a dispetto della pioggia incessante della sera prima il cielo ora è azzurro. Mica facile indossare una muta di neoprene! Per alcuni bambini la metamorfosi in piccoli pesci riesce soltanto con l’aiuto degli istruttori della scuola di immersione MauiDiving school.
Segue una spiegazione sul programma delle attività: parte della classe si dedicherà all’immersione mentre l’altra effettuerà il controllo della sicurezza in acqua (CSA); poi i ruoli si invertiranno. L’insegnante di nuoto e di educazione fisica della classe Patricia Nicod è felice che dall’anno scolastico 20122013 il CSA sia stato introdotto in tutte le scuole elementari vodesi, sostituendo il vecchio test di nuoto: «Molti bambini non riuscivano ad affrontare i 300 metri di nuoto obbligatorio e i 15 metri sott’acqua. Per i bambini il CSA, che pone maggiormente l’accento sulla reazione corretta in caso di emergenza in acqua, è molto più gratificante», spiega la docente.
Una partita a frisbee molto particolare I primi a tuffarsi nell’avventura sott’acqua vengono istruiti su alcuni principi fondamentali. Breve rassegna della lingua dei segni, essenziale per comunicare sott’acqua, con le necessarie raccomandazioni sul comportamento da adottare nell’acqua, soprattutto quando le orecchie reagiscono alla pressione. Da non dimenticare: per evitare di ingerire acqua è importante stringere bene la bocca attorno al regolatore della pressione! Gli istruttori della MauiDiving school riescono ad assistere i bambini quasi individualmente. Per molti di
loro sarà forse l’unica esperienza di immersione. Nessuno sembra avere particolare timore, anzi: l’impazienza è palpabile: «Per i bambini è un’esperienza speciale e molto più motivante di una semplice lezione di nuoto», commenta Patricia Nicod.
A bordo piscina i bambini ricevono le pinne, un giubbotto e una bombola di aria. Uno ad uno sperimentano la discesa sott’acqua, sotto lo sguardo vigile degli istruttori. Per alcuni è più facile,
altri si immergono più lentamente. Calarsi sul fondo della vasca continuando a respirare con calma non è sempre facile, la prima volta. Chi si sente a proprio agio rimane sott’acqua una decina di minuti – giusto il tempo di una partita subacquea a frisbee con gli istruttori!
Nuove leve assicurate A proprio agio in acqua in ogni occasione, Meriem scopre una nuova pas
Colloquiando spensieratamente sul fondo della piscina.
12 area sicurezza 3 / 2012
PARTNER SCUOLE
sione. Sott’acqua si muove con serenità e sicurezza – e già pensa di ripetere l’esperienza in occasione delle prossime vacanze al mare. Yoann, invece, ha avuto qualche difficoltà iniziale: «La maschera mi dava fastidio, non riuscivo a controllare i piedi e ruotavo su me stesso», spiega una volta tornato in superficie. Ma è un ragazzino perseverante e vuole ritentare. E questa volta ci riesce: «È veramente bello! Sul fondo
della piscina sembra di trovarsi in spazi immensi», racconta.
Per la prima squadra è arrivato il momento di cedere il passo ai compagni. Si sfilano le pinne e si passano le mute bagnate… Indossarle? Bell’affare! L’insegnante di disegno e la docente di classe venute a sostenere i loro allievi li osservano divertite. Come i predecessori, anche i bambini del secondo gruppo affrontano la prima esperienza di im
mersione con gioia e serenità. Tutti si immergono più di una volta – e il tempo vola! Tornati sul prato i bambini esprimono eccitati le loro emozioni – è stata indubbiamente un’esperienza avvincente! Con orgoglio stringono fra le mani il certificato di prima immersione. Quest’anno la foto di classe immortalerà l’inconsueta avventura …
Magali Dubois
Ecco finalmente la soluzione geniale a
un problema quotidiano: dove lasciare
il casco? Semplice: sulla bicicletta, ben
assicurato contro il furto grazie a una
sacca ripiegabile. Una rete in filo d’ac-
ciaio protegge il casco dalle mani le-
ste – con un altro vantaggio decisa-
mente utile: grazie alla protezione il
casco rimane bello asciutto e pulito.
L’upi ha partecipato allo sviluppo di
questo innovativo prodotto. Maggiori
informazioni su www.
lovebici.ch. La sacca
può essere acquistata
presso l’ATE al prezzo
di 30 franchi. tg
EINFACH GENIAL
Una sacca protegge il casco.
Una foto di classe molto particolare …
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L’esercito quale moltiplicatoreLEZIONI DI SPORT Il progetto «Sport nell’esercito» intende contribuire ad invertire la tendenza all’aumento degli infortuni nello sport e a ridurre del 10 per cento nei prossimi cinque anni il numero dei feriti gravi.
PARTNER COLLABORAZIONI
Perché fare della prevenzione nello sport proprio in seno all’esercito? Ogni anno in Svizzera le persone tra i 21 e i 45 anni subiscono 120 000 infortuni praticando un’attività sportiva. E fra gli incidenti sportivi con conseguenze gravi o mortali i giovani uomini sono i più rappresentati. L’esercito è, dunque, un luogo ideale per informare i ragazzi che praticano sport sulle misure di prevenzione degli infortuni.
L’upi collabora strettamente con il Centro di competenza sport di Macolin dell’esercito svizzero. L’accento viene posto sulla formazione dei moltiplicatori. Durante le lezioni si trattano sistematicamente aspetti inerenti alla sicurezza come l’assunzione misurata dei rischi, il carico appropriato o l’equipaggiamento di protezione raccomandato. Ciò contribuisce a ridurre i rischi d’infortunio e di ferimento fra gli sportivi.
Concretamente, durante i cinque giorni di perfezionamento per monitori di sport militari l’upi dispone di mezza giornata per approfondire il tema della sicurezza. Ciò consente di incontrare a ritmo triennale tutti i monitori attivi, che con i soldati delle compagnie effettuano tre lezioni di sport alla settimana. Fra i monitori vi sono anche i responsabili sportivi delle 40 piazze d’armi, che ogni anno veicolano
a 30 000 soldati nozioni di prevenzione degli infortuni.
L’upi tiene il corso di mezza giornata una decina di volte all’anno, formando annualmente 200 monitori di sport militari. Il modulo è moderato da due consulenti dell’upi specializzati nella prevenzione degli infortuni nello sport ed è incentrato sui seguenti temi: controllo della sicurezza con la Safety Card dell’upi nelle tre discipline sportive calcio, ciclismo e nuoto, Sport Basics (programma Suva per la stabilità del tronco e delle articolazioni), equipaggiamento di protezione, riflessione.
L’esercito è molto interessato all’offerta dell’upi, conferma il tenente colonnello dello Stato maggiore Stephan Zehr, responsabile della formazione degli sportivi: «La collaborazione è ed è sempre stata ottima. Apprezziamo molto l’attività pratica. I partecipanti giudicano l’offerta da buona ad eccellente. Partecipano volentieri perché tutti ne traggono beneficio – perfino gli assi dello sport!»
Rolf Moning
Campagne
La collaborazione tra upi ed esercito
è molto proficua anche in altri am-
biti, come le campagne di preven-
zione. Dal mese di ottobre, infatti,
l’esercito si avvarrà della campagna
dell’upi per tematizzare il consumo
di alcol nella circolazione stradale
sia militare che civile. Il prossimo
anno la campagna sarà visibile anche
su oltre 120 veicoli pesanti dell’eser-
cito. mor
Il consulente sportivo dell’upi Christoph Müller mostra l’esecuzione corretta.
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La Svizzera fa una turbosiestaTURBOSIESTA Dal 10 al 20 per cento degli incidenti stradali è riconducibile alla stanchezza al volante. Per divulgare la turbosiesta come rimedio efficace, dal 2011 l’upi conduce una campagna nazionale. Trecento imprese in ogni angolo del Paese contribuiscono a diffondere questo messaggio. Area sicurezza ha voluto sapere come si sono svolte alcune azioni.
PARTNER AZIENDE
Ruag, Lodrino«La prevenzione degli infortuni è un tema che mi sta molto a cuore» afferma Vittore Domenighetti della Ruag di Lodrino. Domenighetti è responsabile della sicurezza nell’officina che si occupa della riparazione
e manutenzione di aeroplani ed elicotteri. «Credo che il rischio che si corre quando si guida stanchi venga sottovalutato». Domenighetti non ha mai avuto dubbi sull’importanza di informare il centinaio di collaboratori – e non ha esitato ad avvalersi del
materiale che l’upi mette a disposizione delle imprese.
«Ho ordinato occhialini da siesta, appendiporta, opuscoli e manifesti e li ho collocati all’entrata e nell’officina o consegnati personalmente ai collaboratori», ricorda Domenighetti. Qualche
Presso il centro di distribuzione Coop di Dietikon i coordinatori della sicurezza hanno interpellato personalmente
i collaboratori che si recano al lavoro in automobile, consegnando loro un set informativo.
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bontempone ha pure appeso l’appendiporta con la scritta «Do not disturb – 15 minuti di turbosiesta» … alla maniglia dell’ufficio! Il personale ha accolto l’azione per lo più positivamente, dopo che Domenighetti ha spiegato chi è l’upi e che molti incidenti avvengono perché ci si mette al volante troppo stanchi.
Coop, DietikonNel centro di distribuzione Coop di Dietikon, che impiega 500 collaboratori, tutti e cinque i coordinatori della sicurezza hanno aderito alla campagna. Per due pomeriggi, sul parcheggio dell’azienda hanno interpellato di persona i collaboratori che si accingevano a rincasare in automobile al termine del turno di lavoro, distribuendo un set informativo e soprattutto cercando il dialogo, come racconta Christian Ryser: «Abbiamo personale di 25 nazioni che spesso rientra nel paese di origine percorrendo lunghe tratte in automobile. I collaboratori erano felici di venire informati personalmente sul tema». Ryser è convinto che alcuni di loro rifletteranno sulle loro abitudini ed eviteranno ad esempio di mettersi in viaggio per le vacanze appena terminato il lavoro.
Per quattro settimane il parcheggio per i collaboratori Coop ha anche ospitato un posteggio riservato alle turbosieste. Dai pannelli indicatori adesivi alle demarcazioni, l’upi ha fornito tutto il materiale necessario. Qualcuno ha colto l’occasione di schiacciare un riposino tra il lavoro e il rientro a casa. Ma secondo Ryser la maggior parte dei conducenti aveva qualche esitazione.
«Le azioni sono state un successo su tutta la linea», riassume Ryser. Sicuramente anche per il fatto che tutti e cinque i coordinatori della sicurezza erano assolutamente convinti della sua efficacia e realizzano sempre con piacere questo tipo di azione. «I collaboratori
Jérémy Bertschy di Conthey (VS) è
il fortunato vincitore dello «Slow
Down» Trophy, il gioco online – una
sorta di quartetto d’auto – lan-
ciato in Facebook nell’ambito della
campagna contro la velocità ecces-
siva al volante. Jérémy Bertschy è
un grande fan dell’angelo Franky:
«Sono felice di viaggiare all’inse-
gna del motto ‹Slow Down. Take it
easy›!» ha dichiarato raggiante alla
consegna del primo premio – una
VW Polo easy «Franky Edition» um
DISTINZIONE
«Slow Down» Trophy
vedono che siamo qui per loro, e questa credibilità ci ripaga nelle nostre attività quotidiane di tutela della salute e protezione sul lavoro».
CRH Swiss Distribution, VeveyAnche nella Svizzera romanda si pratica la turbosiesta – ad esempio alla CRH Swiss Distribution, GétazRomang, impresa di Vevey di materiali per l’edilizia. Il responsabile alla sicurezza per la Romandia e il Ticino Patrick Croci conferma che la sua azienda utilizza gli ausili dell’upi e ha allestito delle postazioni per le turbosieste. «Abbiamo comunicato chiaramente che la siesta è l’unico rimedio efficace contro la sonnolenza al volante e che l’effetto di un caffé è di breve durata. Abbiamo sollevato anche temi come l’alcol al volante, l’assunzione di medicinali e la sonnolenza dopo un pasto. Abbiamo avuto reazioni molto positive dai collaboratori, molti dei quali sono camionisti. Desidero ringraziare l’upi per l’enorme sostegno al servizio della sicurezza!»
Ursula Marti
Su questo parcheggio demarcato i collaboratori Coop
potevano schiacciare una turbosiesta.
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CAMPAGNA
Nel 2013 l’upi compie 75 anni
Sicherheit sei unsere Losung (Che la sicurezza sia il nostro motto) – è quanto si era proposto l’upi alla sua nascita, avvenuta nel 1938 su iniziativa dell’Istituto d’assicurazione contro gli infortuni e della Conferenza dei direttori. Inizialmente le sue attività interessavamo soprattutto la circolazione stradale. La penuria di carburante ha poi spostato l’attenzione sulla bicicletta, mentre la disciplina nel traffico dava ancora parecchio filo da torcere. Anche gli infortuni nel tempo libero destavano preoccupazione: lo sci era molto popolare, ma gli attacchi erano ancora rigidi. E nelle case degli svizzeri gli incidenti con il gas erano all’ordine del giorno.
75 anni dopo l’incidentalità è cambiata, ma l’impegno per la sicurezza e la necessità di un’istituzione come l’upi sono immutati. E
così l’anno prossimo volgeremo uno sguardo al passato, analizzeremo il presente e soprattutto elaboreremo visioni per il futuro. E il motto «Altri 75 anni al tuo fianco» scelto per il giubileo lo evidenzierà.
Cosa abbiamo in serbo per voi? Il 22 marzo 2013 saremo ospiti alla Notte dei musei di Berna. Oltre alla sede storica l’upi mostrerà grandi e piccoli tesori del suo archivio di immagini e manifesti. Il 19 giugno 2013 è previsto un evento per la rete dell’upi dedicato alla prevenzione. L’upi sta anche preparando una mostra interattiva che farà tappa presso i delegati alla sicurezza dei comuni interessati. Trovate il programma completo del giubileo su www.upi.ch/75. tg
«Altri 75 anni al tuo fianco» – il motto del giubileo
su un vecchio manifesto del grafico Edi Hauri.
P.S. Nel mese di gennaio non riceverete il numero 4 / 2012 di area sicurezza, ma un numero speciale del giubileo. Non vi sveliamo di più!