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3/2012 CASA E TEMPO LIBERO Sicurezza per bambini e anziani INTOSSICAZIONI Nuovi simboli di pericolo per i prodotti chimici WATER SAFETY Tuffo di una classe di Ecublens La rivista upi per i partner della prevenzione

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La rivista upi per i partner della prevenzione

Transcript of area sicurezza 3/2012

3/2012

CASA E TEMPO LIBERO

Sicurezza per bambini e anziani

INTOSSICAZIONI

Nuovi simboli di pericolo per i prodotti chimici

WATER SAFETY

Tuffo di una classe di Ecublens

La rivista upi per i partner della prevenzione

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Giovani e meno giovani si allenanoAd oggi le cadute rimangono la causa d’infortunio di gran lunga più fre­quente. Oltre la metà degli incidenti che si verificano in casa e nel tempo libero è riconducibile a una caduta. Secondo il nuovo dossier sicurezza dell’upi, le atti­vità di prevenzione danno risalto essen­zialmente a due fasce d’età: bambini e giovani da un canto, persone anziane dall’altro.

Due gruppi che non potrebbero es­sere più diversi e per i quali occorrono concetti di prevenzione distinti. Ciò no­nostante, i tratti comuni non mancano. Dall’età più giovane alla quinta età una buona forma fisica, mobilità, forza e re­attività sono la migliore prevenzione delle cadute. Motivo più che sufficiente per indurre l’upi a concentrare maggior­mente sull’esercizio fisico le sue attività di prevenzione – dal modo di cadere senza ferirsi insegnato nelle lezioni di educazione fisica scolastica, agli esercizi di equilibrio per anziani eseguiti in corsi o a casa. Ma un aspetto resta fondamen­tale anche per le fasce d’età intermedie: praticato con moderazione lo sport mi­gliora la tempra e accresce le difese con­tro infortuni e ferite – ed è divertente!

Altrettanto importanti sono le mi­sure di sicurezza edilizie: parapetti e ringhiere adatti proteggono dalle ca­dute dall’alto, maniglie e corrimani assi­curano un appiglio in ogni circostanza, pavimenti non sdrucciolevoli e privi di ostacoli prevengono gli scivoloni … solo per citarne alcuni. L’upi ringrazia tutti i suoi partner per la proficua collabo­razione nella prevenzione delle cadute. Vogando insieme nella stessa direzione, molti bambini e anziani saranno rispar­miati da dolorosi capitomboli!

Ursula Marti

Sommario EDITORIALE

ABACOL’opinione della popolazione in merito alle zone 30 3

DOSSIER CASA E TEMPO LIBERO Per una protezione migliore di bambini e anziani 4

Di vetri infranti, animali e corrente 6

Il punto di vista di Thomas Mattig, direttore di Promozione Salute Svizzera: contrastare i pericoli e promuovere la salute 7

Nuovi simboli di pericolo per l’uso dei prodotti chimici 8

PARTNER Scuole Water Safety: tuffo in una classe di Ecublens 10

Collaborazioni L’esercito quale moltiplicatore 13

Aziende La Svizzera fa una turbosiesta 15

CAMPAGNANel 2013 l’upi compie 75 anni 16

COLOPHON

Editore: upi – Ufficio prevenzione infortuni, Hodlerstrasse 5a, CH-3011 Berna, [email protected], www.upi.ch, telefono + 41 31 390 22 22

Cambiamenti d’indirizzo: [email protected]

Redazione: Ursula Marti (wortreich gmbh), Magali Dubois (upi), Rolf Moning (upi), Tom Glanzmann (upi)

Indirizzo di redazione: Ursula Marti, wortreich gmbh, Maulbeerstrasse 14, 3011 Berna, [email protected], telefono + 41 31 305 55 66

Traduzione: Francesca Grandi, Riva San Vitale

Correzione: Antonio Cifelli (upi)

Foto: pagine 1, 4: Simone Wälti; pagine 2, 4 (Michel), 12 (sacca proteggi casco), 13, 15 (Slow Down), 16: upi; pagine 5, 7, 8: Iris Andermatt; pagine 10, 11, 12: Giovanni Antonelli / Arno Murith; pagine 14, 15: Centro di distribuzione Coop

Layout: SRT Kurth & Partner AG, Ittigen Stampa: UD Print AG, Lucerna, stampa ecosostenibile

Tiratura: italiano: 1100, francese: 3300, tedesco 9200 esemplari. Rivista trimestrale.

ISSN 2235-8889 (Print) / ISSN 2235-8897 (PDF)

© Riproduzione degli articoli solamente con l’autorizzazione della redazione e con indicazione completa della fonte

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Il 36 % del migliaio di persone intervi­state abita in una zona 30. E come preve­dibile, è più favorevole all’introduzione del regime 30 nelle zone residenziali ri­spetto alla rimanente percentuale di in­terpellati. Sembra dunque che chi bene­ficia delle zone 30 sia più propenso a una sua maggiore diffusione.

Complessivamente il 53 % degli in­tervistati approva l’introduzione delle zone 30 nei quartieri residenziali, man­tenendo però il limite di 50 km/h sulle strade principali. Questa percentuale è aumentata – era del 48 % nel 2008. Ol­tre alle persone già residenti nelle zone 30, emerge in particolare che le donne, gli anziani e gli abitanti del Cantone Ti­cino considerano questo provvedimento appropriato.

Quale motivo più frequente di op­posizione alle zone 30 gli intervistati hanno citato la perdita di tempo cau­

sata dal rallentamento (32 %). La sop­pressione dei passaggi pedonali abbi­nata alle zone 30 è stata citata soltanto nel 3 % delle risposte. Infine, il 70 % delle persone interpellate ritiene che le zone 30 contribuiscano a diminuire il

rischio d’incidente. È interessante no­tare che questo tasso è addirittura del 75 % nella Svizzera francofona, ben­ché in questi ultimi mesi l’introdu­zione in alcuni Cantoni di nuove zone 30 abbia alquanto riscaldato gli animi. Ragione in più per l’upi per realizzare altre azioni volte a promuovere il mo­dello 50 / 30. md

ABACO

SONDAGGIO Ogni primavera l’upi realizza sull’intero territorio nazionale un sondaggio rappresentativo. Quest’anno, fra le altre cose, ha voluto conoscere il parere della popolazione sull’utilità delle zone 30. Alcune cifre interessanti.

L’opinione della popolazione in merito alle zone 30

70

L’apprezzata posta upi per i bambini –

un opuscolo spedito a cadenza seme-

strale e contenente tanti suggerimenti

per la sicurezza dei bambini dalla na-

scita agli 8 anni – desidera avvicinarsi

alla popolazione immigrata. In collabo-

razione con l’organizzazione Public He-

alth Services l’upi sta organizzando un

progetto pilota per genitori di lingua

turca. «La sola traduzione non è però

sufficiente», spiega la responsabile del

progetto dell’upi Barbara Schürch. «La

posta upi va anche adattata al target

specifico, ad esempio a livello di imma-

gini». Gli opuscoli saranno più concisi e

verranno consegnati di persona ai ge-

nitori. In occasione di particolari serate

informative, dei mediatori e delle me-

diatrici culturali illustreranno ai genitori

il materiale proposto. Se il progetto pi-

lota avrà successo l’upi valuterà di adat-

tarlo anche all’albanese, al portoghese

e ad altre lingue. um

Posta upi ora anche per i figli di immigrati

ZOOM

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DOSSIER CASA E TEMPO LIBERO

Per una protezione migliore di bambini e anzianiDOSSIER SICUREZZA Un nuovo dossier sicurezza dell’upi illustra i punti essenziali e gli approcci preventivi degli infortuni in casa e nel tempo libero. Le cadute rimangono di gran lunga le più frequenti. Dai risultati emerge che ogni fascia d’età richiede programmi di prevenzione particolari, soprattutto i bambini e gli anziani.

Quando si parla di incidenti la mag­gior parte della gente pensa imme­diatamente alla circolazione stradale. In realtà, soltanto il 10 % del milione di infortuni non professionali si ve­rifica sulle strade. Il 30 % avviene du­rante la pratica di un’attività sportiva, e la chiara maggioranza – ben il 60 % – in casa e nel tempo libero. Osservando soltanto gli infortuni con esito letale, in questo stesso ambito la percentuale di decessi è addirittura del 75 %.

Nonostante le cifre, finora la preven­zione ha analizzato e trattato in ma­niera poco sistematica gli infortuni in

casa e nel tempo libero. Ma le cose sono destinate a cambiare, non da ultimo a seguito dell’evoluzione demografica, che vede aumentare gli anziani e con essi le persone di una certa età vittime di un infortunio – sovente grave – fra le mura domestiche. Nel suo nuovo dos­sier sicurezza l’upi ha creato una base scientifica che analizza l’incidentalità e i rischi e illustra possibili misure di prevenzione.

Sette ambiti d’incidentalità Il rapporto si sofferma su sette am­biti particolari d’incidentalità. Le ca­

dute restano la causa d’infortunio di gran lunga più frequente. Le altre cate­gorie: vetri infranti / lamiere, animali, apparecchi / attrezzature / macchine, usti­oni / causticazioni, intossicazioni, elet­trocuzioni (panoramica a pag. 6). Se­condo Frank Michel, collaboratore scientifico Ricerca presso l’upi e coau­tore del rapporto, questa lista di sette ambiti è un’assoluta novità, anche a li­vello internazionale. «Abbiamo scelto queste categorie in base ai settori in cui si farà della prevenzione, per essere in grado di fornire indicazioni di preven­zione concrete». Se i fatti e le raccoman­dazioni sono raggruppati per tema, è più facile discuterli con i gruppi inte­ressati e le organizzazioni specializzate. In fondo lo scopo è quello di un’attua­zione pratica di misure alla base. E qui l’upi deve poter contare sui suoi part­ner e moltiplicatori, tanto più che gran parte della prevenzione consiste in atti­vità di sensibilizzazione. «Creare delle

Frank Michel del team di ricer-

catori dell’upi.

Pericolo di caduta eliminato grazie alla protezione.

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categorie stando seduti alla scrivania è facile – ma l’upi non può e non intende imporre nulla ai partner, bensì fornire informazioni e basi decisionali», sotto­linea Michel.

Le cadute in primo piano Oltre l’80 % dei decessi in casa e nel tempo libero è causato da una caduta. Si tratta pur sempre di 1500 persone ogni anno, soprattutto anziane. Le intossica­zioni, le ustioni e le causticazioni sono le altre cause di decesso più frequenti.

Anche a livello di ferite, le cadute in­teressano oltre il 50 % dei casi o 300 000

persone, seguite dalle ferite per vetri in­franti e cocci (105 000 persone), appa­recchi e macchinari, e animali (40 000 persone per ognuna di queste due ca­tegorie).

In maniera molto generale emerge la forte correlazione tra rischi ed età delle vittime. «Questa evidenza ci ha alquanto stupiti e convinti della neces­sità di orientare all’età anche le attività di prevenzione, sviluppando specifi­che misure di profilassi». Bambini e ragazzi costituiscono un gruppo a ri­schio in tutti i segmenti, tranne quello degli animali. Negli ambiti vetri in­

franti / lamiere, animali e apparec­chi / attrezzature / macchine, anche gli adulti sono un gruppo a rischio. Per quanto riguarda le cadute, invece, in considerazione del numero elevato di ferimenti e decessi tutte le fasce d’età vanno considerate a rischio, benché le misure di prevenzione possano es­sere molto differenti secondo il target. In maniera generale le misure antin­fortunistiche devono tenere in parti­colare considerazione i bambini e gli anziani.

Ursula Marti

L’esercizio fisico protegge dalle caduteFra alcuni mesi l’upi lancerà il suo programma di prevenzione delle cadute. La collaboratrice scientifica dell’upi e responsabile di questo progetto, Barbara Pfenninger, risponde ad alcune domande sui principali contenuti del programma.

Le persone anziane sono un gruppo particolarmente interessato dagli in-fortuni gravi dovuti alle cadute. Quali misure di prevenzione avete posto in primo piano? Barbara Pfenninger: L’approccio si basa sull’individuo, ovvero una «preven­zione a livello di comportamento»: per prevenire le cadute è importante rima­nere fisicamente attivi e muoversi tutti i giorni in vario modo. Occorre alle­nare soprattutto la forza e l’equilibrio. Una muscolatura sana delle gambe e del tronco e un buon equilibrio sono la migliore prevenzione contro le cadute – ma è importante anche agire a livello di comportamenti: rimuovere le fonti d’inciampo, montare corrimani e ma­

niglie, assicurare un’illuminazione suf­ficiente e indossare buone calzature.

Nelle sue attività di prevenzione l’upi fa distinzione tra persone di una certa età autonome, che vivono ancora al proprio domicilio, e anziani accuditi. Quali differenze ci sono? Per gli anziani ancora autonomi pun­tiamo soprattutto sulla forma fisica. Raccomandiamo un allenamento di gruppo settimanale sotto la guida di un istruttore, più uno­due allenamenti al proprio domicilio. Spesso gli anziani accuditi sono fisicamente più limitati, perciò oltre alla lezione di ginnastica è essenziale che l’ambiente sia privo di ostacoli e si sfruttino le possibilità of­ferte dagli ausili tecnici. Un esempio sono i tappetini con sensori o le bar­riere fotoelettriche, che prevengono immediatamente il personale di cura se una persona si alza di notte.

Quali misure di prevenzione prevede l’upi?Stiamo elaborando un pacchetto di mi­

sure a tre livelli: formatori ed esperti riceveranno una documentazione com­pleta con una parte teorica e una pra­tica di prevenzione delle cadute fra le persone anziane. Ai responsabili dei corsi verrà messo a disposizione del materiale didattico. Per le persone an­ziane, invece, stiamo elaborando un opuscolo informativo con esercizi di base che possono essere eseguiti anche a casa. Tutto il materiale sarà disponi­bile fra qualche mese.

Come intende procedere l’upi per ridurre le cadute fra i bambini? Le informazioni del dossier sicurezza HaSiDo saranno integrate nei nostri apprezzati strumenti di prevenzione, come la posta upi per i bambini o i Sa­fety Tool. Stiamo inoltre allestendo un concetto globale di prevenzione degli infortuni fra i bambini. Stu­dieremo in maniera ancora più ap­profondita le misure da mantenere e quelle nuove. um

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DOSSIER CASA E TEMPO LIBERO

Di vetri infranti, animali e correnteAMBITI D’INCIDENTALITÀ Oltre alle cadute – di gran lunga l’infortunio più frequente – altri sei segmenti emergono per la loro frequenza in casa e nel tempo libero. Qui di seguito vi proponiamo un breve giro d’orizzonte su numero di feriti, gruppi a rischio e possibili misure di prevenzione.

Vetri infranti, lamiere

Numero di feriti (in Svizzera all’anno): 105 000 Gruppi a rischio: bambini / ragazzi,

adulti

Negli edifici e per il mobilio utilizzare sempre del vetro di sicurezza. Le porte di vetro possono essere rese visibili me­diante demarcazioni. I bambini vanno tenuti lontani da vetri e oggetti fragili. Nelle feste utilizzare bicchieri di pla­stica riciclabile anziché di vetro.

Ustioni, causticazioni

Numero di feriti: 15 000

Gruppi a rischio: bambini / ragazzi

L’acqua dello scaldabagno non do­vrebbe eccedere la temperatura di 50 – 60 °C. Conservare le sostanze infiam­mabili, i combustibili, i fiammiferi e gli accendini fuori dalla portata dei bambini. Si consiglia inoltre di svi­luppare sigarette autoestinguenti ed emanare leggi in materia di rilevatori di fumo.

Apparecchi, attrezzature, macchine

Numero di feriti: 40 000

Gruppi a rischio: bambini / ragazzi, adulti

I bambini e chi li sorveglia vanno in primo luogo sensibilizzati sui rischi. Gli adulti dovrebbero affidare i lavori più complessi allo specialista. Pianifi­care i lavori e prevedere tempo a suffi­cienza, staccare la presa degli apparec­chi da pulire o maneggiare.

Intossicazioni

Numero di feriti: 5000

Gruppi a rischio: bambini / ragazzi

Oltre a sensibilizzare i bambini e le persone alle quali vengono affidati, conservare sempre sotto chiave le so­stanze tossiche e i medicinali. Oc­corre favorire gli imballaggi a prova di bambino. Per ogni evenienza, me­morizzare nella rubrica del telefono il numero del Centro Svizzero d’Infor­mazione Tossicologica CSIT.

Animali (insetti inclusi)

Numero di feriti: 40 000

Gruppi a rischio: adulti

Quando si mangia all’aperto coprire bevande, cibo e rifiuti per prevenire le punture di insetti. Per evitare i morsi di cani, sensibilizzare i proprietari sulle loro responsabilità e generalizzare i corsi di formazione per i cani e i loro padroni.

Elettrocuzioni

Numero di feriti: meno di 500

Gruppi a rischio: bambini / ragazzi

L’attuale standard di sicurezza va pre­servato mediante misure di sensibiliz­zazione, ma anche manutenzioni perio­diche degli impianti elettrici, l’impiego di interruttori salvavita e di prese di corrente a prova di bambino. Non col­locare mai gli apparecchi elettrici in prossimità dell’acqua e tenerli fuori dalla portata dei bambini. um

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Contrastare i pericoli e promuovere la saluteIL PUNTO DI VISTA di Thomas Mattig, direttore di Promozione Salute Svizzera, sulla collaborazione di prevenzione degli infortuni e promozione della salute

Con la Legge federale sull’assicura-zione malattia del 1994 la fonda-

zione Promozione Salute Svizzera ha ricevuto il mandato di promuovere e re-alizzare attività atte a favorire la salute della popolazione in Svizzera. La salute, si sa, è un tema vasto che interessa tutti gli ambiti dell’esistenza. Promozione Sa-lute Svizzera si concentra soprattutto sul peso forma e sulla promozione della sa-lute nelle imprese, ma anche la salute de-gli anziani ha crescente rilevanza.

Quale importanza riveste la preven-zione degli infortuni per la promozione della salute? Non è al primo posto, ma non per questo è di minore interesse. Prevenzione e promozione della salute vanno a braccetto – anche se questo bino-mio non è sempre privo di tensioni. Tra-dizionalmente la prevenzione è gover-nata dalla prudenza; individua i rischi e li allontana. La promozione della salute, invece, incoraggia l’individuo ad avere una vita attiva. Ciò significa anche as-sumere dei rischi. Questo apparente con-flitto d’interessi può però essere volto po-sitivamente – come nel calcio: una buona squadra schiera un numero equilibrato di attaccanti e difensori; e migliore è la difesa, più semplice è il gioco per gli at-taccanti.

Le misure di prevenzione hanno spesso – e anche a torto – la fama di met-tere sotto tutela le persone. Ma non si tratta di neutralizzare ogni pericolo. I ri-schi sono parte integrante di un’esistenza libera! Ma non bisogna nemmeno correre

rischi inutili: cinture di sicurezza in au-tomobile, casco sugli sci e in bici, vacci-nazioni contro malattie potenzialmente pericolose – rientrano negli standard di sicurezza che una società moderna deve offrire alla sua popolazione.

Nella pratica, entrambi gli approcci di promozione della salute e prevenzione formano da tempo un’accoppiata vin-cente, come in una buona squadra di calcio, dove i difensori assumono anche compiti offensivi e viceversa. In SlowUp, le giornate senz’auto lanciate da Promo-zione Salute Svizzera, la prevenzione de-gli infortuni gioca un ruolo importante. Inversamente, la promozione del movi-mento è un’importante misura di pre-venzione degli infortuni. Una moderna prevenzione non si limita a contrastare i rischi, ma promuove le competenze delle

persone. L’interazione di promozione della salute e prevenzione si esprime nelle azioni comuni delle rispettive istituzioni. Il partenariato di Promozione Salute Svizzera e upi nel progetto «Via» ne è un ottimo esempio. Scopo precipuo di que-sto progetto: migliorare le opportunità di condurre una vita autonoma nella vec-chiaia – dando la dovuta importanza alla prevenzione delle cadute.

La società è in costante trasforma-zione, la mobilità aumenta, le tecnolo-gie dell’informazione evolvono a velocità esponenziale. Ogni novità tecnica e ogni cambiamento culturale porta con sé delle opportunità e anche dei rischi. Enume-rarli e valutarli realisticamente è il com-pito comune di tutti gli attori impegnati nella prevenzione e nella promozione della salute. •

Thomas Mattig: «Una moderna prevenzione non si limita a contrastare i rischi,

ma promuove le competenze delle persone».

DOSSIER CASA E TEMPO LIBERO

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CAMPAGNA UFSP Ognuno di noi entra in contatto quasi quotidianamente con prodotti chimici – in casa, in giardino, nel fai da te, in ufficio o nell’esercizio della professione. Per molti prodotti d’uso quotidiano l’eventuale tossicità non è sempre evidente. Nuovi simboli di pericolo fanno maggiore chiarezza.

Nuovi simboli di pericolo per l’uso delle sostanze chimiche

Le sostanze chimiche possono avere effetti tossici sulla salute dell’essere umano. Il loro crescente numero e la larga diffusione rendono estremamente importante un’informazione traspa­rente alla popolazione. Infatti, un de­tergente per il WC viene facilmente classificato come prodotto chimico – ma questa peculiarità è meno evidente per un detersivo per rigovernare o un

sapone per le mani. L’ONU ha pertanto elaborato un sistema di classificazione e marcatura delle sostanze chimiche armonizzato a livello mondiale, chia­mato GHS (Globally Harmonized Sy­stem of Classification and Labelling of Chemicals). Parte del sistema è costitu­ito da pittogrammi in vigore anche in Svizzera dal dicembre del 2010. «Non coincidono appieno con i simboli pre­

cedenti, ma sono meglio visibili sugli imballaggi e anche più chiari», spiega Heribert Bürgy, capo sezione presso la divisione Prodotti chimici dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

Ogni simbolo è sempre accompa­gnato da una descrizione precisa del pericolo e da consigli di sicurezza per evitare incidenti. «Dalla soppressione delle classi di tossicità le persone ma­

DOSSIER CASA E TEMPO LIBERO

Cinzia Pastore Ferrari e Heribert Bürgy dell’UFSP spiegano i cambiamenti intervenuti a livello di simboli di pericolo.

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neggiano i prodotti chimici con meno prudenza. Un terzo dei consumatori è convinto che un prodotto privo della fascia di tossicità rossa, gialla o nera non sia nocivo», constata Bürgy. Un sondaggio fra le economie domesti­che ha rivelato che agli attuali simboli di pericolo non si presta attenzione. L’UFSP ha perciò deciso di correre ai ri­pari: «Occorre assolutamente una cam­pagna d’informazione e di sensibilizza­zione», commenta Bürgy.

Incidenti con prodotti chimici Il Centro Svizzero d’Informazione Tos­sicologica CSIT, chiamato più comu­nemente Tox, fornisce ogni anno 7000 consulenze su casi di avvelenamento manifesto o sospetto con prodotti chi­mici comunemente presenti nelle no­stre case. Ma non è che la punta dell’i­ceberg: non in tutti i casi viene chiesta una consulenza al CSIT – vuoi perché il medico ha le necessarie conoscenze per curare l’intossicazione, vuoi perché l’incidente si risolve senza conseguenze gravi per il malcapitato. Secondo un sondaggio rappresentativo condotto fra la popolazione, ogni anno i casi sa­rebbero fino a 50 000. Heribert Bürgy spiega la discrepanza tra gli incidenti effettivi e quelli notificati sull’esempio delle causticazioni agli occhi: «Ogni anno il CSIT riceve non più di una­due notifiche di causticazione grave agli occhi, ma attraverso la statistica sugli infortuni sappiamo che i casi effettivi sono da 35 a 45 all’anno». Ma l’aspetto veramente preoccupante, spiega lo spe­cialista dell’UFSP, è che molti incidenti si verificano perché i prodotti tossici ven­gono travasati e conservati in bottiglie di PET o in altri contenitori inappropriati.

Vanessa Kuhn

L’upi quale moltiplicatore

Nelle statistiche degli infortuni le intossi-

cazioni sono una nota dolente. Lo con-

ferma Manfred Engel, responsabile della

sezione upi Casa e tempo libero: «Ogni

anno gli incidenti gravi sono circa 24. Il

gruppo più a rischio è quello dei bambini

e ragazzi». L’uniformità dei simboli mi-

gliora la conoscenza del pericolo – ecco

perché l’upi desidera rendere attenta la

popolazione tramite i propri canali d’in-

formazione e veicolare semplici regole

per un uso sicuro dei prodotti chimici. La

campagna nazionale durerà da settembre

2012 al 2014. Informazioni per i consuma-

tori alla pagina www.cheminfo.ch e mate-

riale informativo gratuito per il commer -

cio al dettaglio su www.ufsp.admin.ch /

Temi/Prodotti chimici. vk

Set informativo con app e test online

area sicurezza: Come verrà lanciata la campagna? Cinzia Pastore Ferrari: Prenderà il via a settembre 2012 con una conferenza stampa. Oltre a sensibilizzare la popo­lazione attraverso i mass media, un sito web fungerà da piattaforma d’informa­zione sui simboli di pericolo e sull’uso appropriato dei prodotti chimici. Utiliz­zeremo degli opuscoli elaborati in base al target – i consumatori, il commercio al dettaglio o l’industria. Vi saranno an­che dei promemoria e del materiale di­dattico, fra cui un video di tre minuti.

Avete preparato anche delle app? Sì, una app gratuita per iPhone e An­droid con i simboli di pericolo, consi­gli e informazioni. L’aspetto interessante è che tramite la app è possibile stabi­lire direttamente una comunicazione con il numero 145 del Centro Svizzero d’Informazione Tossicologica. L’anno prossimo lanceremo anche delle app ri­guardanti lo smaltimento e le misure di sicurezza. E per gli amanti dei giochi ab­biamo anche un test ondine sui rischi.

Com’è nata la campagna?Come Ufficio federale della sanità pub­

blica abbiamo l’obbligo legale d’in­formazione. La campagna nasce ora perché stiamo adeguando i simboli al sistema mondiale. Questo cambia­mento deve essere comunicato agli uti­lizzatori. La campagna durerà tre anni. Dopo una prima informazione attra­verso i mass media ci rivolgeremo ai differenti target in maniera più mirata.

Qual è la sfida più complessa che dovrà affrontare la campagna?I simboli di pericolo e i rischi sia a casa, sia al lavoro sono poco noti, e i prodotti chimici vengono utilizzati con sempre maggiore disinvoltura. Lo scopo della campagna è evidenziare i rischi e sen­sibilizzare le persone sui pericoli – un obiettivo che intendiamo raggiungere con i nostri partner, come l’upi. Que­ste collaborazioni ci permettono di vei­colare e moltiplicare le informazioni ai target corretti. Per noi l’upi è partico­larmente interessante per l’informa­zione ai genitori e alle scuole, poiché ha già dei canali in tal senso. La collabora­zione consente di consolidare vicende­volmente la reputazione e di accrescere il grado d’accettazione della popola­zione. vk

La responsabile del progetto Cinzia Pastore Ferrari dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sulla nuova campagna di sensibilizzazione.

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Water Safety: tuffo in una classe di EcublensVINCITORI Per aver vinto il concorso di disegno abbinato alla campagna sulla sicurezza in acqua, i bambini della scuola secondaria di Ecublens sono stati ricompensati in modo alquanto insolito: l’upi li ha infatti invitati a un corso d’introduzione all’immersione. Impressioni sopra e sotto il livello dell’acqua della piscina di Renens.

PARTNER SCUOLE

Soffiare aria nel naso: un riflesso salvavita!

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Sul prato della piscina pubblica di Re­nens i bambini sono indaffarati con le mute. La giornata è iniziata sotto i mi­gliori auspici: a dispetto della pioggia incessante della sera prima il cielo ora è azzurro. Mica facile indossare una muta di neoprene! Per alcuni bam­bini la metamorfosi in piccoli pesci ri­esce soltanto con l’aiuto degli istruttori della scuola di immersione Maui­Di­ving school.

Segue una spiegazione sul pro­gramma delle attività: parte della classe si dedicherà all’immersione mentre l’altra effettuerà il controllo della sicu­rezza in acqua (CSA); poi i ruoli si in­vertiranno. L’insegnante di nuoto e di educazione fisica della classe Patricia Nicod è felice che dall’anno scolastico 2012­2013 il CSA sia stato introdotto in tutte le scuole elementari vodesi, sosti­tuendo il vecchio test di nuoto: «Molti bambini non riuscivano ad affrontare i 300 metri di nuoto obbligatorio e i 15 metri sott’acqua. Per i bambini il CSA, che pone maggiormente l’accento sulla reazione corretta in caso di emergenza in acqua, è molto più gratificante», spiega la docente.

Una partita a frisbee molto particolare I primi a tuffarsi nell’avventura sott’ac­qua vengono istruiti su alcuni principi fondamentali. Breve rassegna della lin­gua dei segni, essenziale per comunicare sott’acqua, con le necessarie raccoman­dazioni sul comportamento da adot­tare nell’acqua, soprattutto quando le orecchie reagiscono alla pressione. Da non dimenticare: per evitare di ingerire acqua è importante stringere bene la bocca attorno al regolatore della pres­sione! Gli istruttori della Maui­Diving school riescono ad assistere i bambini quasi individualmente. Per molti di

loro sarà forse l’unica esperienza di im­mersione. Nessuno sembra avere parti­colare timore, anzi: l’impazienza è pal­pabile: «Per i bambini è un’esperienza speciale e molto più motivante di una semplice lezione di nuoto», commenta Patricia Nicod.

A bordo piscina i bambini ricevono le pinne, un giubbotto e una bombola di aria. Uno ad uno sperimentano la di­scesa sott’acqua, sotto lo sguardo vigile degli istruttori. Per alcuni è più facile,

altri si immergono più lentamente. Ca­larsi sul fondo della vasca continuando a respirare con calma non è sempre fa­cile, la prima volta. Chi si sente a pro­prio agio rimane sott’acqua una decina di minuti – giusto il tempo di una par­tita subacquea a frisbee con gli istrut­tori!

Nuove leve assicurate A proprio agio in acqua in ogni occa­sione, Meriem scopre una nuova pas­

Colloquiando spensieratamente sul fondo della piscina.

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PARTNER SCUOLE

sione. Sott’acqua si muove con serenità e sicurezza – e già pensa di ripetere l’e­sperienza in occasione delle prossime vacanze al mare. Yoann, invece, ha avuto qualche difficoltà iniziale: «La maschera mi dava fastidio, non riu­scivo a controllare i piedi e ruotavo su me stesso», spiega una volta tornato in superficie. Ma è un ragazzino perseve­rante e vuole ritentare. E questa volta ci riesce: «È veramente bello! Sul fondo

della piscina sembra di trovarsi in spazi immensi», racconta.

Per la prima squadra è arrivato il mo­mento di cedere il passo ai compagni. Si sfilano le pinne e si passano le mute ba­gnate… Indossarle? Bell’affare! L’inse­gnante di disegno e la docente di classe venute a sostenere i loro allievi li osser­vano divertite. Come i predecessori, anche i bambini del secondo gruppo affrontano la prima esperienza di im­

mersione con gioia e serenità. Tutti si immergono più di una volta – e il tempo vola! Tornati sul prato i bambini esprimono eccitati le loro emozioni – è stata indubbiamente un’esperienza av­vincente! Con orgoglio stringono fra le mani il certificato di prima immersione. Quest’anno la foto di classe immortalerà l’inconsueta avventura …

Magali Dubois

Ecco finalmente la soluzione geniale a

un problema quotidiano: dove lasciare

il casco? Semplice: sulla bicicletta, ben

assicurato contro il furto grazie a una

sacca ripiegabile. Una rete in filo d’ac-

ciaio protegge il casco dalle mani le-

ste – con un altro vantaggio decisa-

mente utile: grazie alla protezione il

casco rimane bello asciutto e pulito.

L’upi ha partecipato allo sviluppo di

questo innovativo prodotto. Maggiori

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può essere acquistata

presso l’ATE al prezzo

di 30 franchi. tg

EINFACH GENIAL

Una sacca protegge il casco.

Una foto di classe molto particolare …

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L’esercito quale moltiplicatoreLEZIONI DI SPORT Il progetto «Sport nell’esercito» intende contribuire ad invertire la tendenza all’aumento degli infortuni nello sport e a ridurre del 10 per cento nei prossimi cinque anni il numero dei feriti gravi.

PARTNER COLLABORAZIONI

Perché fare della prevenzione nello sport proprio in seno all’esercito? Ogni anno in Svizzera le persone tra i 21 e i 45 anni subiscono 120 000 infortuni praticando un’attività sportiva. E fra gli incidenti sportivi con conseguenze gravi o mortali i giovani uomini sono i più rappresentati. L’esercito è, dunque, un luogo ideale per informare i ragazzi che praticano sport sulle misure di pre­venzione degli infortuni.

L’upi collabora strettamente con il Centro di competenza sport di Macolin dell’esercito svizzero. L’accento viene posto sulla formazione dei moltiplica­tori. Durante le lezioni si trattano siste­maticamente aspetti inerenti alla sicu­rezza come l’assunzione misurata dei rischi, il carico appropriato o l’equipag­giamento di protezione raccomandato. Ciò contribuisce a ridurre i rischi d’in­fortunio e di ferimento fra gli sportivi.

Concretamente, durante i cinque giorni di perfezionamento per moni­tori di sport militari l’upi dispone di mezza giornata per approfondire il tema della sicurezza. Ciò consente di incontrare a ritmo triennale tutti i mo­nitori attivi, che con i soldati delle com­pagnie effettuano tre lezioni di sport alla settimana. Fra i monitori vi sono anche i responsabili sportivi delle 40 piazze d’armi, che ogni anno veicolano

a 30 000 soldati nozioni di prevenzione degli infortuni.

L’upi tiene il corso di mezza giornata una decina di volte all’anno, formando annualmente 200 monitori di sport militari. Il modulo è moderato da due consulenti dell’upi specializzati nella prevenzione degli infortuni nello sport ed è incentrato sui seguenti temi: con­trollo della sicurezza con la Safety Card dell’upi nelle tre discipline sportive cal­cio, ciclismo e nuoto, Sport Basics (pro­gramma Suva per la stabilità del tronco e delle articolazioni), equipaggiamento di protezione, riflessione.

L’esercito è molto interessato all’of­ferta dell’upi, conferma il tenente colon­nello dello Stato maggiore Stephan Zehr, responsabile della formazione degli spor­tivi: «La collaborazione è ed è sempre stata ottima. Apprezziamo molto l’at­tività pratica. I partecipanti giudicano l’offerta da buona ad eccellente. Parteci­pano volentieri perché tutti ne traggono beneficio – perfino gli assi dello sport!»

Rolf Moning

Campagne

La collaborazione tra upi ed esercito

è molto proficua anche in altri am-

biti, come le campagne di preven-

zione. Dal mese di ottobre, infatti,

l’esercito si avvarrà della campagna

dell’upi per tematizzare il consumo

di alcol nella circolazione stradale

sia militare che civile. Il prossimo

anno la campagna sarà visibile anche

su oltre 120 veicoli pesanti dell’eser-

cito. mor

Il consulente sportivo dell’upi Christoph Müller mostra l’esecuzione corretta.

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La Svizzera fa una turbosiestaTURBOSIESTA Dal 10 al 20 per cento degli incidenti stradali è riconducibile alla stanchezza al volante. Per divulgare la turbosiesta come rimedio efficace, dal 2011 l’upi conduce una campagna nazionale. Trecento imprese in ogni angolo del Paese contribuiscono a diffondere questo messaggio. Area sicurezza ha voluto sapere come si sono svolte alcune azioni.

PARTNER AZIENDE

Ruag, Lodrino«La prevenzione degli infortuni è un tema che mi sta molto a cuore» af­ferma Vittore Domenighetti della Ruag di Lodrino. Domenighetti è re­sponsabile della sicurezza nell’offi­cina che si occupa della riparazione

e manutenzione di aeroplani ed eli­cotteri. «Credo che il rischio che si corre quando si guida stanchi venga sottovalutato». Domenighetti non ha mai avuto dubbi sull’importanza di informare il centinaio di collabora­tori – e non ha esitato ad avvalersi del

materiale che l’upi mette a disposi­zione delle imprese.

«Ho ordinato occhialini da siesta, appendiporta, opuscoli e manifesti e li ho collocati all’entrata e nell’officina o consegnati personalmente ai collabora­tori», ricorda Domenighetti. Qualche

Presso il centro di distribuzione Coop di Dietikon i coordinatori della sicurezza hanno interpellato personalmente

i collaboratori che si recano al lavoro in automobile, consegnando loro un set informativo.

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bontempone ha pure appeso l’appendi­porta con la scritta «Do not disturb – 15 minuti di turbosiesta» … alla mani­glia dell’ufficio! Il personale ha accolto l’azione per lo più positivamente, dopo che Domenighetti ha spiegato chi è l’upi e che molti incidenti avvengono perché ci si mette al volante troppo stanchi.

Coop, DietikonNel centro di distribuzione Coop di Dietikon, che impiega 500 collabora­tori, tutti e cinque i coordinatori della sicurezza hanno aderito alla campa­gna. Per due pomeriggi, sul parcheg­gio dell’azienda hanno interpellato di persona i collaboratori che si accinge­vano a rincasare in automobile al ter­mine del turno di lavoro, distribuendo un set informativo e soprattutto cer­cando il dialogo, come racconta Chri­stian Ryser: «Abbiamo personale di 25 nazioni che spesso rientra nel paese di origine percorrendo lunghe tratte in automobile. I collaboratori erano felici di venire informati personalmente sul tema». Ryser è convinto che alcuni di loro rifletteranno sulle loro abitudini ed eviteranno ad esempio di mettersi in viaggio per le vacanze appena termi­nato il lavoro.

Per quattro settimane il parcheg­gio per i collaboratori Coop ha an­che ospitato un posteggio riservato alle turbosieste. Dai pannelli indica­tori adesivi alle demarcazioni, l’upi ha fornito tutto il materiale necessa­rio. Qualcuno ha colto l’occasione di schiacciare un riposino tra il lavoro e il rientro a casa. Ma secondo Ryser la maggior parte dei conducenti aveva qualche esitazione.

«Le azioni sono state un successo su tutta la linea», riassume Ryser. Sicura­mente anche per il fatto che tutti e cin­que i coordinatori della sicurezza erano assolutamente convinti della sua effi­cacia e realizzano sempre con piacere questo tipo di azione. «I collaboratori

Jérémy Bertschy di Conthey (VS) è

il fortunato vincitore dello «Slow

Down» Trophy, il gioco online – una

sorta di quartetto d’auto – lan-

ciato in Facebook nell’ambito della

campagna contro la velocità ecces-

siva al volante. Jérémy Bertschy è

un grande fan dell’angelo Franky:

«Sono felice di viaggiare all’inse-

gna del motto ‹Slow Down. Take it

easy›!» ha dichiarato raggiante alla

consegna del primo premio – una

VW Polo easy «Franky Edition» um

DISTINZIONE

«Slow Down» Trophy

vedono che siamo qui per loro, e questa credibilità ci ripaga nelle nostre attività quotidiane di tutela della salute e prote­zione sul lavoro».

CRH Swiss Distribution, VeveyAnche nella Svizzera romanda si pra­tica la turbosiesta – ad esempio alla CRH Swiss Distribution, Gétaz­Ro­mang, impresa di Vevey di materiali per l’edilizia. Il responsabile alla sicu­rezza per la Romandia e il Ticino Pa­trick Croci conferma che la sua azienda utilizza gli ausili dell’upi e ha allestito delle postazioni per le turbosieste. «Abbiamo comunicato chiaramente che la siesta è l’unico rimedio efficace contro la sonnolenza al volante e che l’effetto di un caffé è di breve durata. Abbiamo sollevato anche temi come l’alcol al volante, l’assunzione di me­dicinali e la sonnolenza dopo un pa­sto. Abbiamo avuto reazioni molto po­sitive dai collaboratori, molti dei quali sono camionisti. Desidero ringraziare l’upi per l’enorme sostegno al servizio della sicurezza!»

Ursula Marti

Su questo parcheggio demarcato i collaboratori Coop

potevano schiacciare una turbosiesta.

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CAMPAGNA

Nel 2013 l’upi compie 75 anni

Sicherheit sei unsere Losung (Che la sicurezza sia il nostro motto) – è quanto si era proposto l’upi alla sua nascita, avvenuta nel 1938 su ini­ziativa dell’Istituto d’assicurazione contro gli infortuni e della Conferenza dei direttori. Ini­zialmente le sue attività interessavamo soprat­tutto la circolazione stradale. La penuria di carburante ha poi spostato l’attenzione sulla bicicletta, mentre la disciplina nel traffico dava ancora parecchio filo da torcere. Anche gli infortuni nel tempo libero destavano pre­occupazione: lo sci era molto popolare, ma gli attacchi erano ancora rigidi. E nelle case degli svizzeri gli incidenti con il gas erano all’ordine del giorno.

75 anni dopo l’incidentalità è cambiata, ma l’impegno per la sicurezza e la necessità di un’istituzione come l’upi sono immutati. E

così l’anno prossimo volgeremo uno sguardo al passato, analizzeremo il presente e soprat­tutto elaboreremo visioni per il futuro. E il motto «Altri 75 anni al tuo fianco» scelto per il giubileo lo evidenzierà.

Cosa abbiamo in serbo per voi? Il 22 marzo 2013 saremo ospiti alla Notte dei mu­sei di Berna. Oltre alla sede storica l’upi mo­strerà grandi e piccoli tesori del suo archivio di immagini e manifesti. Il 19 giugno 2013 è previsto un evento per la rete dell’upi dedi­cato alla prevenzione. L’upi sta anche prepa­rando una mostra interattiva che farà tappa presso i delegati alla sicu­rezza dei comuni interes­sati. Trovate il programma completo del giubileo su www.upi.ch/75. tg

«Altri 75 anni al tuo fianco» – il motto del giubileo

su un vecchio manifesto del grafico Edi Hauri.

P.S. Nel mese di gennaio non riceverete il numero 4 / 2012 di area sicurezza, ma un numero speciale del giubileo. Non vi sveliamo di più!