Seminario Area Tecnica su "DEMOLIZIONI E SICUREZZA" Studio Amati Architetti_Maggio 2013

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Seminario Area Tecnica “DEMOLIZIONI e SICUREZZA” 02 Maggio 2013 1 STUDIO AMATI ARCHITETTI

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Seminario Area Tecnica

“DEMOLIZIONI e SICUREZZA”

02 Maggio 2013

1

STUDIO AMATI ARCHITETTI

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DEMOLIZIONI

con

ESPLOSIVO

DEMOLIZIONI

ESPLOSIVI

SAFETY

TECNOLOGIA

DINAMICA dei CROLLI

DINAMICA delle

ESPLOSIONI

TIPOLOGIA

SECURITY

SAFETY

TECNICA

DINAMICA delle ESPLOSIONI con

ESPLOSIVO

USO degli ESPLOSIVI per la

DEMOLIZIONE

COLLASSO

PROGRESSIV

O

PROIEZIONE DETRITI URTO con il TERRENO

VOLUME

INGOMBRO

MACERIE

DIMENSIONAMENTO CARICHE

LINEA di TIRODETONATORI

P.O.S.

P.S.C.

CONTROLLATA

TRADIZIONALE

CONFINATA

SEMICONFINATA

NON CONFINATADETONANTI

DEFLAGRANTI

TRASPORTO

INGRESSO non

AUTORIZZATO in

CANTIERE/CAVA

DEPOSITOSTABILITA’ dei PENDII

SOCCORSO ALPINO

SPELEOLOGICO

SPEGNIMENT

O INCENDI

TESI di LAUREA M 1_“Demolizione Controllata con Esplosivo”

Corso di Progettazione Strutturale Antincendio

Dr.-Ing. Franco Bontempi

Ph.D., P.E., Professor of Structural Analysis and DesignLAUREA MAGISTRALE in INGEGNERIA della SICUREZZA e della PROTEZIONE CIVILE

La Sapienza, University of Rome

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DINAMICA ESPLOSIVA

I FASE - INTRODUZIONE

F 1_Figura 3.2.A-B Pressure-time history e tipica configurazione di test-vessel per polveri

combustibili (Genova, Silvestrini “Dinamica delle Reazioni Esplosive”)

F 2_Figura 3.3 Evoluzione della

sovrappressione in esplosioni

semiconfinate di aria-gas (Genova,

Silvestrini “Dinamica delle Reazioni

Esplosive”)

A – Fase di

esplosione

confinata

B – Fase di

rimozione della

copertura dello

sfogo (vent)

C – Fase di

sfogo della

sovra -

pressione

(venting)

D – Massima

superficie di

fiamma

possibile e

deflusso dei

gas combustiSE

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DEMOLIZIONI

I FASE - INTRODUZIONE

OPERAZIONE

Tecniche per operare in precisione, con estrema rapidità di

esecuzione per contenere i costi. Utensileria al diamante

che taglia e fora conglomerati e ferri. Gli strumenti

garantiscono:

-Assenza di percussioni

-Assenza di vibrazioni

-Assenza sollevamento polveri

-Rumorosità contenuta

-Precisione di esecuzione

In passato si usavano tecnologie per niente o

scarsamente controllate: martello demolitore, sfera

metallica, ecc..

Attualmente per edifici e strutture speciali si possono

riassumete in:

-Demolizione selettiva

-Demolizione mediante l’uso di microcariche esplosive

Bisogna valutare caso per caso il metodo più idoneo. In

almeno due casi, ovvero altezze superiori a 12-15m, o

quando è fondamentale la sequenza temporale, il

mezzo più sicuro ed efficace e con l’impiego di

esplosivo.

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DINAMICA dei CROLLI

I FASE - INTRODUZIONE

Logica prestazionale:

Si definisce fallimento strutturale un’inaccettabile

differenza tra prestazione attesa e realizzata.

Dissesti

Strutturali /

Crolli

Analisi dei fallimenti

strutturaliIndividuazione delle cause e

delle responsabilitàOttimizzazione della

progettazione futura

È necessario che lo studio dei dissesti strutturali e dei crolli sia supportato da

un approccio di tipo metodologico.

LA MASSIMA AMPLIFICAZIONE

DEL DISSESTO E’ IL CROLLO

Necessità di verificare la sicurezza al

crollo della struttura nelle nuove

condizioni di equilibrio

Calcolo a

rottura

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DINAMICA dei CROLLI

I FASE - INTRODUZIONE

PUNTI di FORZA della STRUTTURA

POSSIBILITA’ di PERCORSI di CARICHI

ALTERNATIVIELEVATA RESISTENZA LOCALE

Travature

continue con

luci piccole

Staffature

molto fitte nei

pilastriContinuità delle

armature

inferiori nei

nodi

Orizzontamenti ed

elementi verticali progettati

per un carico molto

superiore a quello di

esercizioElevato grado di

iperstaticità

Efficienza dei

collegamenti

Possibilità di

sviluppare grosse

deformazioni

plastichePossibilità di sopportare il

carico trasmesso dagli

elementi danneggiati e

amplificato dall’effetto

dinamico

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II FASE - APPLICAZIONE

STRUTTURE che si

SVILUPPANO in

ELEVAZIONE

STRUTTURE che si

SVILUPPANO in

ORIZZONTALE

1 D : Strutture assimilabili ad uno sviluppo

monodirezionale verticale. Rappresentazione

strutturale di tipo a mensola (ciminiere,

tralicci, ecc..)

3 D : Direzione predominante

sempre in altezza, ma ci sono

complicazioni strutturali (vani

scale e/o ascensori, lame di

irrigidimento, solai con particolari

caratteristiche strutturali,

ecc..)..grattacieli!

1 D : Strutture assimilabili ad uno sviluppo

monodirezionale orizzontale. Un esempio

classico è il ponte

3 D : Direzione predominante

sempre una delle orizzontali, ma

ci sono complicazioni strutturali

(strutture irrigidenti controvento,

tecnologie avanzate per garantire

grandi luci, ecc..)..capannoni

industriali!

INTRO:

Demolizione

Strutture

Civili

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II FASE - APPLICAZIONE

ESECUZIONEDurante la caduta sembra che la struttura in acciaio abbracci quella in c.a. che rimane in piedi

pericolosamente sbilanciata in avanti.

Vengono effettuati dei lavori di indebolimento direttamente sotto il lato inclinato di caduta.

In laboratorio, all’università si procede alla simulazione della caduta da indurre nella nuova

configurazione instabile, per capire se minando i soli pilastri frontali è possibile avere il crollo della

restante parte.

Nella preparazione della struttura da abbattere, si procede addirittura all’indebolimento del setto del

vano ascensore nel lato di caduta, dentro la struttura, aprendo n.2 grandi vani e altri due lungo i

fianchi a forma triangolare.

2. CORAL GABLES, FLORIDA – Demolizione di un edificio storico in struttura

mista acciaio/cls

M 9_ESECUZIONE: Coral Gables, Florida M 10_COMMENTI: Coral Gables, Florida

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

Analisi dei Rischi

Rischio Esplosivo

Rischio Strutturale

Pre-Demolizione

In-Demolizione

Post-Demolizione

• Uso Esplosivo

• Trasporto e Stoccaggio

• Scoppi Accidentali

• Vibrazioni

• Proiezioni Detriti

• Sovrappressioni

• Colpi Mancati

Pre-Demolizione

In-Demolizione

Post-Demolizione

• Progetto ≠ Costruito

• Sottoservizi

• Crolli Accidentali

• Vibrazioni

• Proiezioni Detriti

• Polveri

• Non Crollo /

Crollo Parziale

CAUSE TEMPO AZIONI

Qualitative Risks Analysis

Quantitative Risks Analysis

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

Rischio Strutturale

Pre-Demolizione

In-Demolizione

Post-Demolizione

• Progetto ≠ Costruito : causa errata

valutazione strutturale sulla instabilità iniziale della

struttura

• Sottoservizi : la presenza può creare danni

rilevanti alla rete e causarne

• Crolli Accidentali : legati ai fenomeni naturali

in relazione Tr

• Vibrazioni : dovute al solo crollo

• Proiezioni Detriti : qui si intendo quelle per

caduta dall’alto, e non quella legata alla cinematica

impressa dall’esplosione

• Polveri : legato al crollo a terra di parti strutturali

• Non Crollo / Crollo Parziale : il

non crollo è un caso non contemplato, ma il

crollo parziale non atteso, è comune nelle

demolizioni tradizionali

Decido di fare una valutazione dei rischi analizzando separatamente i rischi riguardanti gli aspetti

strutturali, basandomi sulla letteratura di settore recuperandola dalle demolizioni controllate con

mezzi meccanici, e quelli riguardanti gli esplosivi, basandomi sulla letteratura di settore estrazione

mineralogica, con le analisi riguardanti l’impiego in cava.

In termini di qualificazione del rischio ipotizzo che siano aspetti sviluppabili separatamente in

quanto concettualmente indipendenti.

(Dalle demolizioni tradizionali e

legato alla dinamica di crollo)

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

Rischio Esplosivo

Pre-Demolizione

In-Demolizione

Post-Demolizione

• Uso Esplosivo : in riferimento all’uso errato

(personale qualificato)

• Trasporto e Stoccaggio : errore

attuazione prescrizioni

• Scoppi Accidentali : legati ai fenomeni

naturali in relazione Tr

• Vibrazioni : onde sismiche impresse

dall’azione impulsiva dello scoppio

• Proiezioni Detriti : esplosioni in cava che

determinano il lancio dei detriti a distanza

• Sovrappressioni : il maggior rischio è la

rottura dei vetri e sugli operatori – uso DPI

• Colpi Mancati

Nell’approccio suddiviso dei n.2 rischi, si rimarca che nella fase pre-demolizione, anche nell’uso

degli esplosivi, molto spesso si ricorre alle tecniche di demolizione controllata con mezzi meccanici

per predisporre la struttura alla caduta voluta non appena avvenuta l’esplosione.

(Dalle lavorazioni in cava con

l’impiego degli esplosivi)

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

Rischi Comuni

Rischio Vibrazioni

Rischio Sovrappressioni

Rischio Proiezioni(Rischi che sono sommabili

considerando l’impiego

dell’esplosivo nelle demolizioni)

I rischi che vengono analizzati per primi sono quei rischi che mettono in relazione la demolizione

controllata con l’impiego degli esplosivi. Ovvero è possibile prendere le due classi di rischi dalle

letterature di settore e sommarle in quanto indipendenti. A differenza dei rischi che si analizzeranno

in seguito, per questi esistono studi scientifici anche approfonditi.

In termini qualitativi è facile dedurre quale fa riferimento a uno dei due e perché. Ma in generale ci

permette di capire la pericolosità delle due insieme.

Rischio Polveri

SCHEMA di SVILUPPO

• Effetti che determinano il

rischio;

• Cause che determinano il

rischio;

• Prescrizioni a norma di

legge;

• Procedure di sicurezza

(Per ogni potenziale sorgente di

rischio comune si segue il

seguente schema di sviluppo)

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Con “esplosivi” si intendono, come usato di seguito, tutti o uno qualsiasi dei seguenti termini :

esplosivi di 2^ categoria, polvere nera, detonatore a fuoco, inneschi diversi di 3^ categoria e

miccia detonante.

Il termine “innesco elettrico”, come usato nel contesto, include sia gli inneschi elettrici

istantanei sia tutti i tipi di inneschi elettrici o non elettrici ritardati. Il termine “carica primaria” sta

ad indicare una cartuccia di esplosivo in combinazione con detonatore comune o con un

innesco diverso (smorza).

III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

Rischi Impiego Esplosivo

Rischio Uso Esplosivo

Rischio Trasporto Esplosivo

Rischio Stoccaggio Esplosivo

In questo caso si prendono in considerazione i rischi propri dell’impiego dell’esplosivo così come

vengono ereditati dall’ambito estrattivo mineralogico.

Sono una serie di prescrizioni da seguire a norma di legge, che garantiscono la riduzione notevole

del rischio insito nel materiale esplodente.

Colpi Mancati

Con riferimento alle Norme di

Polizia Mineraria e le Leggi in

tema di Sicurezza

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

COLPI MANCATICARICAMENTO VOLATA

SECONDO PROGETTO

EVACUAZIONE ZONE di

PERICOLO

INNESCO non ELETTRICO

CONTROLLO VISIVO della

DISPOSIZIONE di TIRO

INNESCO ELETTRICO

CONTROLLO della

CONTINUITA’ del CIRCUITO

CONTROLLO OK

SEGNALI ACUSTICI di AVVISO

BRILLAMENTO

DETONAZIONE DETONAZIONE non AVVENUTA

ATTESA 30/60 MINUTI ATTESA 10/15 MINUTI

ATTENDERE lo SMALTIMENTO dei FUMI

ed ESAMINARE l’AREA

VOLATA con

RISULTATO

POSITIVO

SEGNALE di

RIAVVIO

CANTIERE

COLPO MANCATO PARZIALE

RIPOSIZIONARE il DETONATORE

BRILLAMENTO

RICONTROLLO del

CIRCUITO

NUOVO BRILLAMENTO

DETONAZIONEDETONAZIONE non AVVENUTA

Isolare per porre

rimedio al difetto

Innesco con detonatore ordinario Innesco elettrico

MICCIA

DETONANTE

VISIBILE

controllo non ok controllo ok

DIFETTO all’INTERNO del FORO

DIFETTO nell’ESPLODITORE

RIMOZIONE CONNESSIONI

CONTROLLO CIRCUITO BRILLAMENTO

detonatore fuori foro detonatore in foro

COLLEGAMENT

O di UNO o più

DETONATORI

AUMENTARE la ZONA di

SICUREZZA

BRILLAMENTO

BORRAGGIO FACILMENTE

RIMOVIBILE

RIMOZIONE del BORRAGGIO con

ATTREZZATURE IDONEE ACQUA

o ARIA COMPRESSA

Se NECESSARIO RIMUOVERE le

CARTUCCE con ATTREZZATURE

IDONEE

RICONTROLLO della SPALLA

INSERIMENTO di un NUOVO

INNESCO

AMPLIAMENTO ZONA di SICUREZZA

IMPOSSIBILE RIMUOVERE il BORRAGGIO

PERFORAZIONE di FORI di SUPPORTO di

PICCOLO DIAMETRO MINIMO ad 1m dalla

MINA MANCATA

CARICARE con CARICA LEGGERMENTE

RIDOTTA

BRILLAMENTO SELETTIVO per METTERE

a NUDO la CARICA INESPLOSA

RICERCA dei FILI dei DETONATORI

INESPLOSI e LORO IDENTIFICAZIONE

PERFORAZIONE di FORI di SUPPORTO a

DISTANZA non INFERIORE a 1.5m dalla

MINA MANCATA e PARALLELI ad ESSA

CARICARE con CARICA RIDOTTA

AUMENTARE la ZONA di SICUREZZA

BRILLAMENTO

RICERCA dei FRAMMENTI dei

DETONATORI e delle CARTUCCE

INESPLOSE

spalla sufficiente spalla insufficiente

F 6_Da IL TRATTAMENTO dei

COLPI MANCATI di pag.296

“Manuale Pratico di

Esplosivistica Civile”, Coppe

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

Rischi Demolizioni

Rischio Danni ai Sottoservizi

Rischio Danni dai Sottoservizi

Rischio Crollo Accidentale

In questo caso si prendono in considerazione i rischi propri delle demolizioni controllate e che

rientrano in parte nello studio preliminare del progetto di demolizione, e in parte nei rischi durante

la demolizione.

Anche in questo caso, come nel precedente, non esistono studi scientifici esatti che permettono la

risoluzione in generale della problematica. C’è bisogno di uno studio del singolo caso, il quale può

differire anche di molto da numerosissime casistiche precedenti.

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

CROLLO ACCIDENTALE

- Due sono gli aspetti più importanti su cui porre l’attenzione : lo schema statico e la natura dei

materiali resistenti.

- Tale obiettivo preliminare non è sempre di semplice esecuzione. Le strutture portanti sono quasi

sempre coperte dai finiti : pareti, controsoffitti ed altri elementi non strutturali che possono celare

meccanismi di trasferimento di carichi complessi.

- In questa fase di verifica, un grande vantaggio si ottiene nei casi in cui si può disporre di disegni

originali della struttura e delle eventuali modifiche apportate in fase costruttiva (as built) o nel corso

degli anni di esercizio dell’opera.

- Altro aspetto che deve essere subito messo in luce è la qualità e la resistenza dei materiali

attualmente presenti nella struttura.

Poiché durante le fasi di demolizione la struttura si troverà in configurazioni differenti da quella

attuale che è evidentemente di equilibrio (potrebbe anche non esserlo e bisogna accertarlo), il

percorso dei carichi dovrà subire delle deviazioni da quello attuale. Occorre quindi essere certi che

tali aggravi tensionali siano compatibili, con ragionevoli livelli di sicurezza, con la qualità dei

materiali. Un caso tipico sono le strutture danneggiate da incendio o da esplosioni.

COMPRENSIONE

FUNZIONAMENTO STATICOÈ indispensabile in presenza di strutture

particolari che potrebbero giungere a

collasso per attivazione di meccanismi

instabilizzanti nel percorso dei carichi al

suolo

COMPRENSIONE

TIPOLOGICA dei MATERIALIOltre alla conoscenza delle caratteristiche

meccaniche che possono condurre ad un

collasso a catena della struttura e persino di

quelle adiacenti.16

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

CROLLO ACCIDENTALE

Le azioni che possono portare al collasso tipicamente sono riconducibile a:

- Spinte non bilanciate;

- Sbilanciamenti laterali per fuori piombo della struttura a gravità;

- Forze indotte da strutture adiacenti;

- Effetto di riempimenti eccessivi contro strutture verticali;

- Perdita di contrasti per strutture di sostegno;

- Eccessivo rilascio di cavi di precompressione in strutture post-tese;

- Effetto di eccentricità e disallineamenti tra elementi portanti verticali (elementi in falso);

- Soppressione di controventi necessari a ridurre le snellezze degli elementi

COMPRENSIONE

FUNZIONAMENTO STATICOÈ indispensabile in presenza di strutture

particolari che potrebbero giungere a

collasso per attivazione di meccanismi

instabilizzanti nel percorso dei carichi al

suolo

Nelle demolizioni l’aspetto che può

causare crolli strutturali è

l’interruzione del percorso dei

carichi verso le fondazioni, ossia

una variazione dello schema statico

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

CROLLO ACCIDENTALE

Attenta indagine deve essere

riservata all’identificazione dei

materiali resistenti con cui è

realizzata la struttura, alla loro

qualità attuale, alla presenza di

degrado per vetustà o altre cause

COMPRENSIONE

TIPOLOGICA dei MATERIALIOltre alla conoscenza delle caratteristiche

meccaniche che possono condurre ad un

collasso a catena della struttura e persino di

quelle adiacenti.

STRUTTURE IN C.A.

STRUTTURE IN

ACCIAIO

STRUTTURE IN

LEGNO

STRUTTURE IN

MURATURA- deformazioni anomale;

- fessurazioni

pronunciate e spalling

dei copriferri;

- corrosione delle

armature;

- attacchi chimici, ad

esempio reazioni alcali-

aggregato o attacchi di

agenti aggressivi con

solfuri e cloruri.

- eccessive inflessioni;

- corrosioni pronunciate

del piastrame di

connessione e della

bulloneria;

- integrità di tiranti,

catene e controventi;

- presenza di

espulsione di chiodi e

bulloni.

- inflessioni anomale;

- fessurazioni e lesioni

anomale;

- nodi importanti;

- integrità degli elementi

di connessione e dei

collegamenti;

- presenza di parassiti

infestanti;

- presenza di

pronunciate

imputrescenze, umide o

secche.

- tipologie delle

murature (a secco o

meno);

- presenza di aperture e

vuoti celati nella trama

muraria;

- inflessioni verticali

anomale;

- fessurazioni

pronunciate;

- grado di connessione

tra elementi adiacenti.

Per le strutture precompresse, si possono avere: degrado dei

cavi, degli ancoraggi terminali ed intermedi, delle malte di

iniezione in quelle post-tese con sigillatura.18

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

Rischi Meteorologici

Rischio Vento

Rischio Fulmini

Dalla fenomenologia aleatoria legata ad eventi meteorologici, ho deciso di mettere in risalto quei

rischi che maggiormente potrebbero capitare nella vita utile di un cantiere temporaneo per

demolizioni con esplosivo. La scelta è ricaduta tra eventi che hanno tempi di ritorno non

eccezionali, ma che nello stesso tempo potrebbero creare problemi di sicurezza in cantiere.

Per il vento nella stabilità strutturale, anche quando non è di eccezionale potenza, per il fatto che la

struttura ha cambiato, sta cambiando o cambierà configurazione. Per i fulmini, in quanto le cariche

elettrostatiche che rimangono in superficie dopo la loro caduta, o nell’aria nel loro avvicinarsi, o per

colpo diretto, creano situazioni pericolose in luoghi in cui si trovano materiali esplodenti,

maggiormente se innescati elettricamente.

La risk analysis nasce, si sviluppa e trova

giusta applicazione nel contesto definito

dell'ingegneria industriale; la complessa

metodologia scientifica posta alla base

delle analisi di rischio industriale permette

di sviluppare, in un ambito

tendenzialmente oggettivo, dei criteri e

delle modalità di gestione dei rischi

uniformi su scala mondiale.

Analoga considerazione non può essere

svolta, purtroppo, per le analisi di rischio

associate a fenomeni naturali

(esondazioni, frane, eventi meteorologici

avversi, etc.); in tali ambiti sono poco

sviluppati i riferimenti scientifici volti

all’applicazione delle tecniche della risk

analysis.

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

PROGETTAZIONE della DEMOLIZIONE

Elaborato di macro progettazione

Relazione sul sito•Vincoli urbanistici

•Planimetrie

•Attività limitrofe

•Indagine e stato dei terreni

Sottoservizi da salvaguardare•Tavole tecniche con indicazione

delle reti presenti

Opere di bonifica•Mappatura amianto

•Certificato di bonifica impianti

•Prove, analisi e campionamenti

Sicurezza•Redazione PSC/POS

•Redazione Piano delle Demolizioni

•Relazione ex. Art.7 626/94

Tempistiche •Redazione cronoprogramma

Relazione sul manufatto•Descrizione stato di conservazione

•Patologie riscontrate

•Indagini ed analisi statiche

•Volumi fuori terra e fondazioni

•Disegni ed eventuali schemi di processo

•Tavole tecniche con eventuali adiacenze di

edifici

•Tavole tecniche con indicazione dei limiti di

batteria della demolizione

Gestione operativa•Organigramma previsto

•Gestione documenti richiesti

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

SECURITY

7.5 Migliorare la sicurezza delle

infrastrutture destinate ad esplosivi

Dovranno essere operativi:

- Piani di Sicurezza

- Sistemi di Gestione della Sicurezza

Che dovranno:

- essere Funzione dei rischi

- avere Misure operative

- riportare Identità delle “persone responsabili” e del

“direttore della sicurezza”

- riportare Limitazioni all’accesso e disposizioni per

l’identificazione

Per le competenti autorità nazionali:- Informare fabbricanti e distributori delle minacce

regionali

- Richiedere redazione piano di reazione in funzione

dell’allarme

Contabilizzazione e Riscontro:

- è importante che furti e discordanze siano scoperte

immediatamente

Rafforzare la sicurezza delle MEMU (unità mobili

fabbricazione esplosivi)

- Miglioramento della sicurezza sia per chi fabbrica

che per chi trasporta

- Due sistemi indipendenti di registrazione quantità

- Serrature elettroniche e parcheggio in sito

sorvegliato

(Consiglio dell’Unione Europea – documento della

Commissione COM(2007) 651 definitivo –

Comunicazione della Commissione su come migliorare

la sicurezza degli esplosivi)

7.6 Migliorare la selezione del personale

basata su criteri di sicurezza

Tutto il personale addetto alla fabbricazione,

stoccaggio, distribuzione e utilizzo e avente

accesso ad esplosivi dovrà essere selezionato in

base a criteri di sicurezza ed essere

formalmente autorizzato ad avere accesso agli

esplosivi

7.7 Migliorare la sicurezza dei trasporti di

esplosivi

Il trasporto di esplosivi è un'attività

particolarmente delicata, dato il rischio di

attacchi diretti o di illecito dirottamento verso una

destinazione diversa da quella voluta. Quindi un

elemento cruciale per rafforzare la sicurezza

degli esplosivi in generale è l'adozione di

rigorose disposizioni di sicurezza per il loro

trasporto.21

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III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

SECURITY

DEPOSITO ESPLOSIVO

Scattato l'Allarme dell'antiterrorismo

Francia, rubati 28 kg di esplosivo ad alto potenziale alla Protezione civile. Si tratta del Semtex, che

era custodito in un deposito a Corbas, vicino a Lione. Sotto accusa le misure di sicurezza .

LIONE (Francia) - Sono spariti 28 chilogrammi d'esplosivo ad alto potenziale e detonatori da un sito della

Protezione civile francese (la Securitè civile) e l'antiterrorismo è in allarme. Lo hanno reso noto fonti

giudiziarie e di polizia, annunciando l'apertura di un'inchiesta.

IL FURTO - Il furto è avvenuto a Corbas, vicino a Lione, ed è stato scoperto venerdì ma, secondo le fonti,

potrebbe anche risalire a una settimana fa.

IL TIPO DI ESPLOSIVO - L'esplosivo rubato sarebbe il Semtex, spesso usato da gruppi terroristici. Due chili

posso spezzare in due un aereo ma anche un solo chilo, se ben piazzato, può portare a una

depressurizzazione tale da far precipitare un aereo.

SCARSE MISURE DI SICUREZZA - Il ministro dell'interno, signora Michele Alliot-Marie, ha dichiarato che il

furto è avvenuto a causa di mancanze comprovate nei sistemi di sicurezza del sito. «Il furto d'esplosivo

usato dai genieri per distruggere le munizioni recuperate da vecchi campi di battaglia - ha spiegato - è

avvenuto in un sito di stoccaggio annesso al centro di sminamento della protezione civile a Fort de Corbas.

Il responsabile del centro è stato immediatamente sospeso ed è stata anche aperta un'inchiesta

amministrativa interna». «È una vicenda che prendiamo molto seriamente», ha aggiunto un inquirente

dell'antiterrorismo.

18 luglio 2008

http://www.corriere.it/esteri/08_luglio_18/esplosivo_rubato_fran

cia_4a63049a-550c-11dd-92de-00144f02aabc.shtml

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2. Per "esplosivo" si intende:

a) i) una sostanza o un preparato che crea un pericolo di esplosione per effetto di urto, attrito, fiamma o altre fonti di

ignizione (frase che descrive il rischio R2);

ii) sostanza pirotecnica: una sostanza (o una miscela di sostanze) destinata a produrre un effetto calorifico, luminoso, sonoro,

gassoso o fumogeno e una combinazione di tali effetti grazie a reazioni chimiche esotermiche automantenute non detonanti; o

iii) una sostanza o preparato esplosivo o pirotecnico contenuto in oggetti.

b) una sostanza o un preparato che crea un pericolo gravissimo di esplosione per effetto di urto, attrito, fiamma o altre fonti

di ignizione (frase che descrive il rischio R3).

III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI

RISCHIO INCENDIO e PIANO di EMERGENZA

DPR 151/11, ALLEGATO I (di cui

all'articolo 2, comma 2)

ELENCO DELLE ATTIVITÀ

SOGGETTE ALLE VISITE E AI

CONTROLLI DI PREVENZIONE

INCENDI

Per il D.Lvo 17.8.99 n.334 (Seveso bis) “attuazione della Direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei

pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose” introduce:

- Depositi di sostanze esplosive con quantità pari o superiori a 10t (se le sostanze rientrano nella

definizione della nota 2 a. della norma) o 50t (se le sostanze rientrano nella definizione della nota 2

b. della norma)

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GRAZIE per l’ATTENZIONE

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