area sicurezza 3/2011

16
3/2011 PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI A SCUOLA Safety Tool: insegnare la sicurezza con una prepara- zione poco onerosa FAMIGLIE BENVENUTE Audit della sicurezza ad Arosa SENZA OSTACOLI E SICURI Inaugurato nuovo parco giochi nel Toggenburgo La rivista upi per i partner della prevenzione

description

La rivista upi per i partner della prevenzione

Transcript of area sicurezza 3/2011

Page 1: area sicurezza 3/2011

3/2011

PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI A SCUOLA

Safety Tool: insegnare la sicurezza con una prepara-zione poco onerosa

FAMIGLIE BENVENUTE

Audit della sicurezza ad Arosa

SENZA OSTACOLI E SICURI

Inaugurato nuovo parco giochi nel Toggenburgo

La rivista upi per i partner della prevenzione

Page 2: area sicurezza 3/2011

2 area sicurezza 3 / 2011

I bambini hanno bisogno di modelli Sin dalla più tenera età i bambini de-vono imparare a tutelare se stessi e gli altri da incidenti. Da qui, ovviamente, l’impegno dell’upi per un’educazione alla sicurezza globale nelle scuole e l’e-laborazione di ausili pratici a disposi-zione del corpo insegnante: lezioni bell’e pronte, giochi didattici interattivi, con-corsi, elementi espositivi e opuscoli.

Ma ancor più importante di gio-chi, album da colorare o bambole Stop-pli sono gli insegnanti stessi, i genitori e ogni altro adulto che i bambini incon-trano quotidianamente. Infatti, sono loro – volenti o nolenti – a fungere da modello per i più piccoli, nei quali si im-primono le azioni degli adulti al pari dei valori ad esse associati.

E spesso si tratta delle piccole cose: accordare con un sorriso la precedenza a un altro utente della circolazione, pia-nificare accuratamente un’escursione, sottoporre la bicicletta a manutenzione regolare perché sia sempre perfetta-mente funzionante, indossare il casco con la stessa naturalezza con cui si allac-ciano le scarpe e si mette la giacca, spe-gnere le candele quando si esce da un locale... Senza rendercene conto, ai bam-bini diamo importanti segnali e veico-liamo standard comportamentali. Noi «grandi» dovremmo esserne sempre con-sapevoli – soprattutto quando non assu-miamo comportamenti così esemplari.

Educare alla sicurezza non è certa-mente sbagliato – ma «essere da mo-dello» è indubbiamente più efficace. Questa è, tra parentesi, la strategia dell’upi, le cui offerte per la scuola non si limitano di gran lunga agli ausili didat-tici. Trovate maggiori informazioni fra le pagine di questo numero.

Ursula Marti

EDITORIALE

COLOPHON

Editore: upi – Ufficio prevenzione infortuni, Hodlerstrasse 5a, CH-3011 Berna, [email protected], www.upi.ch, telefono + 41 31 390 22 22

Cambiamenti d’indirizzo: [email protected]

Redazione: Ursula Marti (wortreich gmbh), Magali Dubois (upi), Rolf Moning (upi), Tom Glanzmann (upi)

Indirizzo di redazione: Ursula Marti, wortreich gmbh, Maulbeerstrasse 14, 3011 Berna, [email protected], telefono + 41 31 305 55 66

Traduzione: Francesca Grandi, Riva San Vitale

Correzione: Antonio Cifelli (upi)

Foto: pagina 1: Ruben Wyttenbach; pagine 3, 4, 5, 6 (Jara), 7: Iris Andermatt; pagine 6 (Esercitazione di emergenza), 16: upi; pagina 8: Paolo Antonelli; pagina 9: Baspo; pagine 10, 13 (Tempo libero): messe a disposizione; pagine 14, 15: Denk an mich

Layout: SRT Kurth & Partner AG, Ittigen Stampa: UD Print AG, Lucerna, stampa ecosostenibile

Tiratura: italiano: 1100, francese: 3300, tedesco 9200 esemplari. Rivista trimestrale.

© Riproduzione degli articoli solamente con l’autorizzazione della redazione e con indicazione completa della fonte

Sommario

ABACOFC Consiglio nazionale ed FC upi: la competizione non esclude il fairplay 3

DOSSIER PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI A SCUOLAInsegnare la sicurezza con una preparazione poco onerosa: in visita alle scuole elementari Gotthelf di Thun 4

L’opinione di Barbara Schürch, upi: la prevenzione degli infortuni va inserita nelle attività scolastiche 7

Nelle escursioni scolastiche con la sicurezza non si scende a patti 8

PARTNERComuni Arosa punta sulle famiglie e sulla sicurezza 11

Collaborazioni L’integrazione inizia fra i giochi: festa d’inaugurazione di un parco giochi senza barriere nel Toggenburgo 14

CAMPAGNATurbosiesta? Funziona così! 16

Page 3: area sicurezza 3/2011

area sicurezza 3 / 2011 3

Una squadra di calcio conta undici gio-catori – nota pressoché inutile, visto che nell’immaginario collettivo «11» è già di per sé sinonimo di «squadra di cal-cio». «L’11» è anche un programma d’al-lenamento di prevenzione della SUVA: dieci esercizi e il fairplay, affinché nes-

suna partita si concluda con un rico-vero all’ospedale. Leggendario anche il motto dell’ex allenatore nazionale te-desco Sepp Herberger: «Dovete essere undici amici!» – applicabile purtroppo soltanto nelle leghe inferiori, oggi che a dettar legge (anche) nel calcio sono i soldi…

Un problema del quale gli sportivi dell’FC Consiglio nazionale non de-vono preoccuparsi: giocano allo sport più popolare del pianeta per il piacere di praticare dell’attività fisica e di stare in buona compagnia: il «re calcio», piat-taforma ideale per curare contatti inter-partitici. 28 soci attivi e 40 soci passivi di entrambe le Camere conta il club che, durante le sessioni parlamentari, gioca quasi settimanalmente una partita ami-chevole e partecipa regolarmente a tor-nei internazionali di parlamentari.

Da molti anni l’upi è partner dell’FC Consiglio nazionale. Perciò, che c’è di strano nell’organizzare di tanto in tanto un incontro amichevole? Detto, fatto: a inizio giugno, dopo il calcio d’inizio della direttrice dell’upi Bri-gitte Buhmann e dell’angelo-icona Franky Slow Down, sul prato sinte-tico dello Stade de Suisse 130 entusiasti fan dell’upi hanno assistito a un incon-tro equilibrato. Forte della presenza di due signore, pur dando del filo da tor-cere all’eminente avversario l’FC upi ha dovuto infine piegarsi a un risicato 2 a 1. Tre pali hanno ostacolato la via

della vittoria contro un FC Consiglio nazionale che, invalidato da parecchie assenze per infortunio, si è presentato in campo con quattro giocatori supple-mentari reclutati all’UFSPO.

A proposito di infortuni: con ol-tre 54 000 feriti l’anno il calcio è l’atti-vità sportiva più rischiosa in assoluto. L’upi ha quindi deciso di intensificare il suo impegno in quest’ambito – tra-mite attività per bambini e giovani dai 5 ai 16 anni nelle società sportive e nelle scuole.

Rolf Moning

SPONSORING L’upi sponsorizza le magliette dell’FC Consiglio nazionale, esprimendo così il suo sostegno alla sicurezza e al fairplay nello sport. A inizio giugno l’FC upi ha avuto il piacere di giocare un’amichevole contro i parlamentari.

FC Consiglio nazionale ed FC upi: competizione e fairplay

11I capitani dell’FC Consiglio nazionale (Lieni Füglistaller, UDC/AG, a sin.) e dell’FC upi (il capo Comunicazione Guido Fürer, a d.) prima dell’incontro amichevole.

ABACO

Page 4: area sicurezza 3/2011

4 area sicurezza 3 / 2011

DOSSIER PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI A SCUOLA

Safety Tool: insegnare la sicurezza con una preparazione poco onerosaAUSILI DIDATTICI La sicurezza deve fare scuola – nel vero e proprio senso del termine! Per tale motivo l’upi offre agli insegnanti lezioni ad hoc su temi inerenti la sicurezza, i cosiddetti Safety Tool. area sicurezza ha accompagnato una classe ele-mentare di Thun impegnata ad affrontare il tema del «percorso casa-scuola».

Dal 1997 sono parte integrante delle pubblicazioni dell’upi: i Safety Tool. Questi ausili didattici si propongono di sensibilizzare le scolare e gli sco-lari a comportamenti sicuri tramite una prevenzione degli infortuni con-facente all’età degli allievi. Ogni Sa-fety Tool comprende un opuscolo di sei pagine destinato all’insegnante, con informazioni di fondo sul tema trat-tato, gli obiettivi didattici e una propo-sta per la realizzazione di una o più le-zioni con l’indicazione approssimativa del tempo necessario ad ogni unità di-dattica. In allegato all’opuscolo vi sono

delle schede didattiche fotocopiabili destinate agli allievi. Le lezioni ad hoc dovrebbero motivare gli insegnanti a trattare a scuola temi di sicurezza senza accollarsi l’onere di lunghe prepara-zioni. E che la motivazione c’è, lo prova la pratica!

La grande sfida del percorso casa-scuolaBarbara Märki ci chiama in aula dal corridoio dell’istituto scolastico Gott-helf. I 22 allievi di seconda elementare ripartiti su quattro gruppi di banchi ci accolgono con un coro di entusiastici

«buongiorno!». In programma ci sono i pericoli e i comportamenti sicuri sul percorso casa-scuola. I bambini hanno già svolto due compiti a casa sul tema. Con i genitori hanno discusso del loro percorso tra il domicilio e l’istituto scolastico e compilato la lista di con-trollo «Quali sono le difficoltà sul tuo percorso casa-scuola?» riportata nella scheda didattica. Questa attività ha consentito di individuare e di valutare gli aspetti critici del proprio percorso, che ogni scolaro ha anche disegnato. Anche la signora Märki ha preparato a dovere la sua parte di lezione con il Sa-

Sulla cartina del quartiere Jara mostra ai compagni come percorre il suo tragitto tra casa e scuola.

Page 5: area sicurezza 3/2011

area sicurezza 3 / 2011 5

fety Tool «Percorso casa-scuola». I tanti oggetti per la promozione della perce-zione descritti nell’ausilio didattico che giacciono in aula lasciano supporre che presto la lezione sarà molto più vivace. Alla lavagna è affissa una cartina del quartiere con l’istituto scolastico, tap-pezzata di post-it indicanti i domicili degli allievi. A turno i bambini si al-zano e alla lavagna illustrano ai com-pagni il tragitto percorso tra casa e scuola. Luana non deve mai attraver-sare la strada, segue un marciapiede lungo il quale è segnalata una zona 30. La bimba considera il suo percorso si-curo. Ma non tutti ritengono sicuri il marciapiede e la velocità 30. Una com-pagna fa notare che spesso i veicoli cir-colano non a 30, ma a 50 km/h. «Slow down!» intona qualcuno ad alta voce,

proprio come nella campagna upi. E Dominik alza il braccio bendato. La vi-gilia una bicicletta l’ha investito… sul marciapiede!

La docente riassume: sul percorso casa-scuola bisogna sempre prestare at-tenzione – anche nei punti ritenuti si-curi. E ancor più nei punti pericolosi. Perciò i bambini ricevono il compito di incollare dei simboli sul percorso che

hanno disegnato: un punto esclamativo nei tratti pericolosi, un sole in un punto dove si sentono al sicuro. Jara passa da-

vanti allo sbocco di un garage che con-sidera pericoloso. Si sente invece sicura nel punto in cui incontra i suoi cagno-lini preferiti. Più si occupano del loro tragitto, più i bambini divengono con-sapevoli del fatto che ognuno di loro at-traversa almeno un punto pericoloso. Perciò, ora occorre esercitare i compor-tamenti sicuri.

Fermati, guarda, ascolta, cammina! E questi comportamenti sono legati alle percezioni. La docente spiega perché sul percorso casa-scuola è importante fer-marsi. E dato che la pratica vale molto più della grammatica, ha preparato de-gli esercizi improntati sulle percezioni. Un classico: i bambini si spostano a ca-saccio, e appena la musica si ferma de-vono rimanere assolutamente immo-

Il comportamento sicuro è legato alle percezioni. Queste si possono esercitare.

Nuova veste per 12 temi

Quest’anno l’upi ha rielaborato to-

talmente i suoi Safety Tool orientan-

doli maggiormente alla pratica. Per

gli insegnanti preparare e tenere le

lezioni di sicurezza è ora ancora più

semplice. I seguenti dodici argo-

menti sono disponibili in lingua ita-

liana, francese e tedesca: • Alcol e droghe nella circolazione

stradale• Giochi di palla• Il passaggio pedonale• Velocità nella circolazione stradale• Sci e snow• Percorso casa-scuola• Fatti vedere!• Cadute• Tecnica e creatività• Gite in bicicletta• Passeggiate – Gite scolastiche –

Escursioni • Controllo della sicurezza in acqua

CSA

Fogli didattici e materiale

aggiuntivo disponibili alla pagina

www.safetytool.ch. tg

Signora Märki, ha realizzato con i suoi allievi la prima lezione Safety Tool. Cosa ne pensa di questo ausilio didattico?Barbara Märki: Trovo questo Safety Tool molto prezioso. Disegnando il tra-gitto di scuola i bambini divengono consapevoli dei pericoli nascosti, e i gio-chi di percezione permettono di eserci-tarsi in un ambiente protetto. Gli eser-cizi proposti sono molto variati, ce n’è

veramente per tutti i gusti e tutte le esi-genze! C’è stato qualche problema con il questionario «Quali sono le difficoltà sul tuo percorso casa-scuola?», che però rappresenta un importante spunto per intavolare la discussione con i genitori. In fondo, sono loro ad avere la respon-sabilità del percorso casa-scuola. Ma l’aspetto più importante è che i Safety Tool mi facilitano la preparazione delle lezioni senza limitarmi.

Con quale esito?Credo fermamente che una lezione del genere sia di enorme vantaggio. I bam-bini divengono più consapevoli del loro tragitto tra casa e scuola e imparano ad assumere comportamenti più sicuri. Ogni aspetto sperimentato di prima persona rimane impresso. E, non da ul-timo, la lezione è anche divertente. Mi ha dato voglia di utilizzare anche i Sa-fety Tool su altri argomenti! tg

«Le esperienze vissute si imprimono indelebilmente»

A Barbara Märki, insegnante presso le scuole elementari Gotthelf di Thun, il tema del percorso casa-scuola sta molto a cuore.

Page 6: area sicurezza 3/2011

6 area sicurezza 3 / 2011

bili. In classe l’ambiente si fa vivace e la distrazione è elevata – proprio come sul tragitto di casa. L’esercizio succes-sivo è un po’ più impegnativo, poiché si aggiungono rumori del traffico che i bambini devono riuscire a distinguere. Non tutti riconoscono il campanello di una bicicletta o un motore che si avvia! Seguono esercizi di orientamento, di ascolto delle direzioni e di marcia. La docente fascia gli occhi di un’allieva, un sonaglio viene passato di mano in mano. Da quale direzione proviene il

rumore? Dopo 20 minuti, la grande sfida: attraversare la strada tra vet-ture parcheggiate. Per questo eserci-zio la maestra ha messo in scena delle automobili posteggiate utilizzando se-die e lenzuola. Alcuni bambini corrono lungo la carreggiata simulando auto di passaggio, mentre gli altri tentano di attraversare la strada. Un esercizio tutt’altro che facile – si è addirittura sfiorato l’incidente! Fortunatamente ci troviamo fra le mura protette dell’aula scolastica…

Che cosa hanno imparato gli allievi da questa lezione? Una cosa li rende una-nimi: si sono divertiti! Altri spiegano: «Devo fare attenzione quando vengo a scuola». Ma i bambini non sono gli unici a dover prestare attenzione sui tragitti scolastici: «I miei genitori non devono guidare troppo in fretta!» esclama un alunno – al quale la classe fa eco intonando allegramente «Slow down. Take it easy.»

Tom Glanzmann

Jara ha disegnato il suo tragitto – e segnalato con un punto esclamativo soltanto lo sbocco di un garage.

Concorso per le scuole

Anche quest’anno viene indetto il

popolare concorso Safety Tool. La

sfida: disegnare, dipingere o fare il

collage di una scenetta ambientata

in piscina, al lago, al fiume o al mare.

Non dovrà naturalmente mancare

Didi la Doccia, la protagonista della

campagna upi per la sicurezza in ac-

qua. In palio lezioni di nuoto con un

istruttore professionista e un contri-

buto alla cassa di classe, e tanti premi

in natura. Il termine di partecipazione

è il 30 novembre 2011. Tutte le infor-

mazioni su www.safetytool.ch. tg

Esercitazione di emergenza a scuolaLa sicurezza di un istituto scolastico include anche un concetto d’allarme. Ma affinché sia attuato correttamente in caso di allarme, il concetto va alle-nato! La scuola di Steinen (OW) ha dato il buon esempio, esercitando più volte con le classi le modalità di evacuazione dell’edificio in caso d’incendio o di altra situazione di crisi. Poi, senza preavviso, è stato lanciato l’allarme incendio, con intervento reale dei pompieri ed eva-cuazione dell’intera scuola. Gli allievi sono rimasti davvero impressionati! Ora sanno come comportarsi in caso di emergenza, e sono molto più sensibili agli argomenti riguardanti la sicurezza.

Lo spunto è stato dato dal nuovo concetto di sicurezza del comune di Steinen, sviluppato in stretta collabora-zione con il delegato upi alla sicurezza

Heiri Portmann. Il concetto coinvolge tutti gli ambiti di un comune – perciò anche la scuola. La direttrice scolastica Christa Wehrli ha preso molto sul se-rio la questione, avviando gli esercizi di evacuazione. Trattandosi di una no-vità, ha dovuto affrontare qualche op-posizione, ma non si è mai lasciata di-

stogliere dall’obiettivo. «Ho assistito all’esercitazione e sono rimasto molto impressionato», afferma il responsabile delegati upi alla sicurezza Rolf Win-kelmann. «Spero vivamente che que-sto esempio faccia scuola. L’upi racco-manda a tutti i comuni di sviluppare un concetto di sicurezza». um

I docenti esercitano con le rispettive classi l’evacuazione rapida e ordinata dell’edificio scolastico in caso d’allarme.

Page 7: area sicurezza 3/2011

area sicurezza 3 / 2011 7

DOSSIER PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI A SCUOLA

La prevenzione degli infortuni va inserita nelle attività scolasticheIL PUNTO DI VISTA di Barbara Schürch, responsabile Educazione presso l’upi.

Oltre alla classica missione di tra-smissione del sapere, la scuola as-

sume compiti viepiù complessi – tanto diversificati quanto i bambini e i ragazzi da istruire! Oggi si tratta di trovare un buon equilibrio tra competenze discipli-nari, personali e sociali, puntando a una comprensione globale della didattica e dell’apprendimento.

Prevenzione della violenza, Lehrplan 21, gestione professionale del sapere, uso dei nuovi media, gestione della salute – questi spunti sono solo una piccola parte delle numerose tematiche appassionanti che bussano con crescente insistenza alle porte degli istituti scolatici. L’evoluzione sociale e lo spirito del tempo dettano condizioni e tendenze sempre nuove. Le scuole sono chiamate ad agire.

Anche la prevenzione degli infortuni rientra in questi ambiti tematici. Ma nelle scuole non è sufficientemente siste-matica. Spesso la consapevolezza della sua necessità è soltanto implicita. E tal-volta obiettivi e punti di vista pedagogici collidono con le necessità di prevenzione. Per esempio a livello di promozione dell’attività fisica, della strutturazione delle aree destinate alle lezioni e alle pause, o ancora delle escursioni.

Ed è proprio qui che l’upi intende mol-tiplicare il proprio impegno: in futuro la prevenzione degli infortuni dovrà essere

affrontata consapevolmente nelle scuole. Il tema della sicurezza in versione peda-gogica dovrà animare quotidianamente le aule scolastiche. L’upi può sostenere at-tivamente le scuole – con unità didattiche preconfezionate per la promozione della sicurezza (come i Safety Tool, vedi con-tributo precedente), con suggerimenti per integrare concettualmente nella gestione della salute dell’istituto la promozione della sicurezza, o con consulenze in loco.

Considerata la complessità dei com-piti l’upi vuole contenere il più possi-bile l’onere per le scuole. La sua ricca offerta verrà dunque ottimizzata e ulte-riormente coordinata con quella di altri enti. Parallelamente verranno illustrate misure di prevenzione ad hoc in grado di soddisfare le condizioni specifiche dei singoli istituti scolastici.

Riuscendo a coinvolgere il maggior numero possibile di scuole, a diventare più sicuro non sarà soltanto lo spazio prettamente scolastico. L’upi è convinto che l’educazione scolastica alla sicurezza viene assimilata durevolmente dai bam-bini, trasformandoli in adulti responsa-bili. E chi sa, forse saranno proprio que-sti adulti attenti a far sì che in futuro – in un perfetto spirito montessoriano – non siano i bambini a doversi adattare all’ambiente, ma viepiù l’ambiente ai bambini. •

Barbara Schürch: «Il tema della sicurezza in versione pedagogica dovrà animare quotidiana-mente le aule scolastiche».

La scuola è invasa da temi nuovi.

Page 8: area sicurezza 3/2011

8 area sicurezza 3 / 2011

ATTIVITÀ FUORI SEDE In collaborazione con l’upi, il servizio per l’educazione fi- sica e sportiva del canton Vaud (SEPS) ha pubblicato una guida con misure di sicurezza per le uscite e le colonie scolastiche – seguito da altri cantoni come Friburgo e Giura. Ma perché dotarsi di uno strumento del genere, e quali sono i vantaggi nella pratica? A colloquio con Raoul Vuffray e Christophe Botfield, collaboratori pedagogici del SEPS.

Con la sicurezza non si scende a patti

area sicurezza: Christophe Botfield, quali esigenze soddisfa la guida? Christophe Botfield: L’insegnante si trova spesso sul filo del rasoio. Nell’am-bito dei campi scolastici, ad esempio, deve proporre agli allievi un’ampia gamma di attività sportive pur assicu-rando un elevato livello di sicurezza. La GMS (Guide des mesures de sécurité), che illustra l’insieme delle attività au-torizzate al di là delle discipline d’in-segnamento tradizionali, i relativi ri-schi e le misure di sicurezza applicabili, rappresenta un aiuto decisionale. Con-sente agli insegnanti, d’intesa con la di-

rezione, di organizzare un’attività nelle condizioni migliori, ossia conside-rando adeguatamente ogni parametro che influisce sulla sua riuscita (allievi, ambiente, attrezzatura ecc.). La GMS definisce dunque un quadro nel quale gli insegnanti possono proporre tran-quillamente un’attività. Propone anche un elenco chiaro delle attività vietate.

Si può dunque affermare che la GMS precisa un quadro giuridico?CB: Certamente, poiché nel peggiore dei casi – un incidente causato dall’i-nosservanza di una direttiva – il canton

Vaud può secondo i casi procedere con-tro i suoi collaboratori, nel caso speci-fico gli insegnanti.

Come è stata accolta la guida? Avete avuto delle reazioni? Raoul Vuffray: La GMS è stata distri-buita su larga scala e presentata ai di-rettori degli istituti scolastici e a tutti gli insegnanti di educazione fisica per il tramite dei capigruppo di materia. La maggior parte degli insegnanti ha apprezzato l’iniziativa, solamente al-cuni l’hanno considerata di ostacolo alla loro libertà d’azione. La GMS è il-lustrata in maniera completa anche ai futuri insegnanti di educazione fisica dell’alta scuola pedagogica. Per for-tuna, poiché negli ultimi anni la forma-zione dei docenti di educazione fisica si è molto «accademizzata» a scapito dell’esperienza sul terreno. La GMS ri-corda ai futuri insegnanti che fra i loro compiti fondamentali vi è la consape-volezza dei rischi assunti dagli allievi e la trasmissione di best practice.

Il canton Vaud cura una statistica degli infortuni nello sport scolastico? RV: Disponiamo di cifre recenti relative alle colonie scolastiche: nei 766 campi organizzati nel 2009 si sono verificati 272 infortuni. Nel 2010 sono stati re-censiti 768 campi e 311 incidenti. Nella maggior parte dei casi si tratta di cadute sulla neve. A tale proposito, riguardo alla carenza di neve durante l’inverno

DOSSIER PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI A SCUOLA

Raoul Vuffray e Christophe Botfield, due degli autori della guida alla sicurezza vodese.

Page 9: area sicurezza 3/2011

area sicurezza 3 / 2011 9

2011, il nostro servizio ha scritto a tutte le direzioni scolastiche rammentando le disposizioni di sicurezza contenute nella GMS.

Alla luce della crescente diffusione di nuove attività sportive la GMS andrà aggiornata regolarmente…CB: Sì, nella prossima edizione ter-remo conto dei feedback ricevuti. Te-niamo anche regolari discussioni che possono influire sul contenuto. Come il controllo della sicurezza in acqua (CSA), che potrebbe in futuro sostitu-ire il test sostenuto da quasi 40 anni dai nostri allievi. Quest’ultimo si concen-tra molto sulle prestazioni – 300 metri di nuoto in superficie e 15 metri sott’ac-qua, il che causa in talune classi un forte tasso d’insuccesso. Il CSA insegna invece ai bambini a portarsi in salvo in una situazione di pericolo. Ma la par-tita non è ancora vinta, poiché dob-

biamo ancora convincere diverse istanze della validità di questo test, che chiede ai bambini di realizzare una pi-roetta in acqua dal bordo vasca, tenersi a galla in acque profonde per 1 minuto e nuotare su 50 metri. Con queste ca-

pacità e un giubbotto di salvataggio, gli allievi potrebbero svolgere senza pro-blemi attività sull’acqua.

Intervista: Magali Dubois

Il giusto equilibrio

Anche la Svizzera tedesca conosce

procedure simili a quelle del canton

Vaud: infatti, anche i cantoni di Uri e

Obvaldo si sono dotati di un vademe-

cum sulla sicurezza simile alla guida

vodese. «Collaboriamo volentieri in

progetti volti a definire standard di si-

curezza e raccomandazioni. È essen-

ziale che gli insegnanti che propon-

gono attività fuori sede siano in grado

di realizzare il dispositivo di sicurezza

necessario», commenta Fränk Hofer,

capo della sezione upi Sport. «L’at-

tuale formazione pone dei problemi.

Un insegnante di scuola elementare

può ottenere la patente d’insegna-

mento senza aver trascorso un solo

minuto in acqua, ma nella maggior

parte dei casi prima o poi dovrà ac-

compagnare gli allievi in piscina». Per

Fränk Hofer si tratta di trovare il giu-

sto mezzo. A voler fare (troppo) bene

si corre il rischio di limitare la varietà

delle attività proposte e frenare lo

slancio degli insegnanti. Per raggiun-

gere il giusto equilibrio l’upi si impe-

gna con i cantoni nell’elaborazione di

linee guida, ma è anche attivo ad altri

livelli: propone ad esempio alle alte

scuole pedagogiche moduli improntati

alla sicurezza per coinvolgere diret-

tamente gli insegnanti in formazione

o in formazione continua e partecipa

alle riflessioni condotte nell’ambito

della Conferenza dei responsabili can-

tonali dello sport (CRCS). md

Ogni attività fuori sede richiede un dispositivo di sicurezza studiato nei dettagli.

Page 10: area sicurezza 3/2011

10 area sicurezza 3 / 2011

Bruno Rueger, insegnante di educazione fisica e sportiva, Villars-sur-Glâne (FR).

«In quasi 25 anni di pratica ho avuto la fortuna di assistere solamente a po-chi infortuni di lieve entità, senza con-seguenze gravi per i bambini. Nel 2010 il canton Friburgo ha introdotto delle direttive di sicurezza per le attività di sport scolastico. Nella mia giornata d’insegnante non è cambiato nulla, poiché sono sempre stato attento alla salute e alla sicurezza dei miei allievi. Ma con gli anni e l’evolvere della so-cietà, sono sempre più consapevole dei rischi inerenti ad alcune attività spor-tive, siano esse praticate a scuola o nel tempo libero.

Poiché credo nel valore educativo e nei vantaggi per la salute dell’educa-zione fisica e sportiva, mi rifiuto di ce-

dere alla psicosi che dilaga fra gli inse-gnanti, ma anche nella società, anche se oramai prescrizioni più severe sulla si-curezza fanno parte della mia prepara-zione.

Oltre a enunciare chiaramente ciò che è o non è permesso, le direttive fri-burghesi intendono promuovere l’edu-cazione alla sicurezza nei giovani che praticano sport. Lo trovo interessante e mi permette di abbordare il tema della sicurezza dei bambini vista dagli adulti.

Il rovescio della medaglia di queste direttive di sicurezza nello sport scola-stico è che alcuni insegnanti si rifiutano oramai di organizzare attività sportive fuori sede o addirittura di utilizzare al-cuni attrezzi come gli anelli o i cassoni svedesi. Ci stiamo dunque muovendo – come l’intera società, d’altronde – verso uno stile di vita che cerca di escludere il

minimo rischio di ferita anche leggera, verso una sorta di esistenza asettica.

Ho avuto paura due volte, entrambe in bicicletta: in una discesa a velocità relativamente bassa (circa 20 km/h), al-cuni allievi mi hanno lasciato partire con i compagni più timorosi che mi se-guivano, poi hanno approfittato della pendenza per scendere a tutta birra. La prima volta hanno mancato una curva – fortunatamente non sopraggiungeva nessun veicolo, visto che ci trovavamo come d’abitudine su una strada poco trafficata. La seconda volta c’è stata una caduta dopo un’uscita di strada infelice in una scarpata bagnata ricoperta di erba alta, fortunatamente senza conse-guenza se non un freno rotto. Da allora non inizio più una discesa senza capa-citarmi che le regole di sicurezza siano chiare».

«Ci sono insegnanti che si rifiutano di organizzare attività fuori sede»

«Alla scuola secondaria di Breuleux or-ganizziamo molte attività fuori sede: campi di sci o settimane di studio du-rante le quali esploriamo in bicicletta una regione coniugando la pratica sportiva ad attività culturali. La balne-azione è parte integrante dei campi sco-lastici, d’inverno facciamo spesso delle escursioni notturne con le racchette e

dormiamo in capanna. Queste attività sono importanti poiché infondono nei bambini il gusto per il movimento e fa-voriscono la vita in comune. Non ho mai portato gli allievi in un posto che non avevo dapprima ispezionato. Ciò mi consente di farmi un quadro delle difficoltà e dei rischi, ma anche delle possibilità di fare tappa lungo il per-corso. E talvolta si impongono provve-dimenti: una volta ho dovuto annul-lare un’escursione in racchette poiché il tracciato era semplicemente troppo lungo.

Anche se talvolta brontolano, gli al-lievi si attengono alle direttive. Il casco obbligatorio in bici o sugli sci, ad esem-pio, non fa più discutere. E per dare il buon esempio, chiaramente è obbliga-torio per tutti, non solo per gli allievi!

Fortunatamente ai miei allievi non è mai accaduto nulla di grave. Ma una volta ho avuto veramente paura, quando con un gruppo di allievi ci

siamo fatti sorprendere dalla nebbia ri-entrando da un’escursione con le rac-chette. Per un momento ho creduto che ci fossimo persi… Poi però mi sono ri-preso e ho ritrovato i punti di riferi-mento. Fortunatamente i ragazzi non si sono accorti del mio momento di spa-vento.

La sicurezza è un elemento fonda-mentale per il buon andamento delle attività fuori sede. Ma anche il dialogo con i genitori è molto importante, poi-ché essi si preoccupano – soprattutto quando le condizioni del tempo non sono ottimali. A Les Breuleux siamo molto attenti a comunicare aperta-mente su questi argomenti. Le attività extrascolastiche sono presentate nelle riunioni con i genitori e nel bollettino scolastico pubblicato due volte all’anno. Prima di ogni colonia informiamo i ge-nitori con una circolare sulle regole e le disposizioni di sicurezza che gli allievi devono rispettare».

«Il dialogo con i genitori è fondamentale»

Gilles Grandjean, direttore della scuola secondaria Les Breuleux (JU) e insegnan-te di sport.

DOSSIER PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI A SCUOLA

Page 11: area sicurezza 3/2011

area sicurezza 3 / 2011 11

PARTNER COMUNI

Arosa punta sulle famiglie e sulla sicurezzaAUDIT DELLA SICUREZZA Le mete turistiche con il marchio di sicurezza «Famiglie benvenute» sono particolarmente a misura di bambino – e particolarmente sicure. Infatti, nell’ambito della certificazione l’upi realizza un audit della sicurezza con specialisti interni della sicurezza. area sicurezza ha seguito l’audit di Arosa.

Appuntamento alle 10.30 all’Obersee di Arosa presso il molo con stazione bici. «Buongiorno, sono Stefan Meile, capo delegato upi alla sicurezza. Effettuerò l’audit della sicurezza necessario ad ot-tenere la certificazione “Famiglie ben-venute”». Dopo una breve spiegazione della procedura Meile analizza diversi punti insieme all’operatore, a Sandra Buchli di Arosa Turismo e al delegato upi alla sicurezza locale Marzell Caluori.

«Veramente notevole!» esclama Ste-fan Meile ammirando i nuovi mountain

bike a disposizione degli ospiti estivi di Arosa. A disposizione anche caschi da bici e giubbotti di salvataggio per bam-bini e adulti. I bambini sotto i 12 anni possono utilizzare le imbarcazioni e i pedalò soltanto se accompagnati da un adulto. «Manca soltanto l’informazione per i turisti di lingua straniera, nel li-mite del possibile con pittogrammi – per il resto è perfetto», commenta Meile al locatario.

Dopo un breve controllo degli alloggi comuni alle 10.45 si prosegue alla volta

del parco giochi dell’Obersee. La metà del vasto impianto è già stata rinnovata e ha un aspetto magnifico. Nella parte vecchia del parco Meile illustra le norme di sicurezza, indica una protezione in-sufficiente dalle cadute e alcuni punti in cui i bambini rischiano di rimanere incastrati o strangolati. Si parla anche della manutenzione settimanale e delle ispezioni regolari. Il capo delegato upi alla sicurezza accenna ai corsi per futuri specialisti della sicurezza dei parchi gio-chi (proposti dall’Unione svizzera dei

Uscita di famiglia in bici o in barca: un’attività molto apprezzata ad Arosa.

Page 12: area sicurezza 3/2011

12 area sicurezza 3 / 2011

Famiglie benvenute

24 mete di vacanza in Svizzera hanno

già ottenuto il marchio «Famiglie ben-

venute» della Federazione svizzera

del turismo. Propongono alloggi e ri-

storanti orientati alle famiglie e pro-

grammi estivi e invernali a misura di

bambino. Dal 2012 tutte queste desti-

nazioni saranno sottoposte a un con-

trollo della sicurezza da parte dell’upi,

che valuterà le

zone perico-

lose come ve-

tri, parapetti,

ringhiere e

superfici d’ac-

qua di alber-

ghi, appar-

tamenti di vacanza, impianti sportivi

e parchi giochi. Le raccomandazioni

saranno riassunte in un rapporto con-

segnato ai responsabili del turismo

della località, che le inoltreranno alle

aziende interessate, cui compete l’at-

tuazione. La Federazione svizzera del

turismo verifica comunque la realizza-

zione delle misure raccomandate. «Dai

responsabili del turismo che hanno

già fatto l’audit abbiamo ricevuto

molti feedback positivi. Sono felici

della sensibilizzazione sulle potenziali

fonti di pericolo», così Fabienne Känel

della Federazione svizzera del turi-

smo spiega la collaborazione con l’upi.

Maggiori informazioni alla pagina su

www.swisstourfed.ch/family bs

Meta pilota Engelberg-Titlis

Già nel 2009 Engelberg-Titlis Turismo

ha sottoposto al controllo della sicu-

rezza dell’upi una quindicina di im-

prese, piste sportive di vario genere,

parchi giochi e parchi avventura.

Samuel Bichsel, responsabile mar-

keting di Engelberg-Titlis Turismo, è

convinto dei vantaggi del marchio:

«Le famiglie rappresentano un tar-

get importante. Avere la certezza

di soggiornare in una località a mi-

sura di famiglia, che presta atten-

zione anche agli aspetti particolari

connessi alla sicurezza dei bambini,

è un argomento sufficiente a far

propendere la scelta a nostro fa-

vore». bs

servizi parchi e giardini USSP). «Sa-rebbe interessante se un giovane impie-gato del servizio tecnico frequentasse un corso», consiglia Meile.

Palazzetto del ghiaccio con tribuna sicuraAlle 11.30 è la volta del campo spor-tivo e della vicina pista di pattinaggio. Sulla nuova tribuna la delimitazione con la pista è già costituita da vetro di sicurezza stratificato (VSG) anticaduta, perfettamente in linea con le norme vi-genti. Sulla vecchia tribuna si discu-tono invece misure di sicurezza com-plementari. Dato che il luogo è spesso

frequentato da bambini e si crea so-vente della calca, il parapetto dovrebbe essere leggermente alzato. Tuttavia, un parapetto metallico più alto preclude-rebbe la visuale sulla pista di ghiaccio. Pragmatico come sempre, Meile cerca con i responsabili una giusta via di mezzo. Alla fine, a verbale viene messa la raccomandazione di aumentare l’al-tezza dei parapetti lungo le entrate e le uscite. «Della consulenza upi possiamo soltanto trarre benefici, ma per poter eliminare i punti pericolosi va conside-rato anche l’aspetto finanziario», spiega il responsabile del palazzetto Roland Schuler.

Ore 13.30, terrazza di un albergo con vista mozzafiato sul panorama alpino di Arosa. Stefan Meile illustra l’immi-nente giro d’ispezione: «Negli alberghi verifichiamo le condizioni di sicurezza delle aree accessibili agli ospiti». In par-ticolare, si analizzano l’altezza dei pa-rapetti su balconi e terrazze, ma anche la sicurezza della sala giochi per bam-bini, le possibilità di accesso per bam-bini alla zona Spa e piscina, la piscina stessa e le scale. In tutto l’edificio si ve-rifica che le porte di vetro siano idonee e sufficientemente visibili. Si chiarisce anche dove porta l’allarme degli ascen-sori e se viene udito di giorno come di

Nelle piscine con molti turisti i cartelli indicatori con pittogrammi sono i più adatti. Stefan Meile mostra al bagnino Sepp Nauer quali consiglia per queste rive idilliache.

Sulla mezzanina di questa cameretta in futuro una rete proteggerà i bambini dalle cadute.

Page 13: area sicurezza 3/2011

area sicurezza 3 / 2011 13

Come dimostrano le misurazioni di Marzell Caluori, questo parapetto della pista di pattinaggio dovrebbe essere un po’ più alto. Soluzione pragmatica cercasi!

Visana ha immaginato un regalo parti-

colare, invitando cento collaboratori dei

suoi clienti commerciali a un «Stop Risk

Day» nel Centro Gwatt di Thun. Tema

della giornata dedicata alla prevenzione:

la bicicletta, con workshop per mountain

bike, bici da corsa, bici elettrica o bici-

cletta ordinaria. Al centro delle attività: il

piacere per lo sport e la sensibilità per

i temi della sicurezza. Esperti dell’upi, già

coinvolti nella fase concettuale dell’even-

to – e personaggi di spicco come la cam-

pionessa di biathlon Karin Thürig hanno

condiviso trucchi e suggerimenti con i

partecipanti.

La responsabile del progetto Rita

Buchli di Visana è soddisfatta dell’eco

positiva dell’evento: «Nata come offerta

alternativa alla nostra giornata invernale

su sci e snowboard, la manifestazione ha

suscitato vivo interesse. Le persone erano

estremamente motivate – molte hanno

preso appositamente una giornata libera

– e l’atmosfera era ideale». A contribuirvi

è stato certamente anche il bel tempo,

visto che l’evento si è svolto in gran parte

all’aperto. Lo «Stop Risk Day» verrà ri-

proposto anche l’anno prossimo. um

TEMPO LIBERO

Stop Risk Day, l’evento speciale per i clienti

notte. Il rapporto dell’audit verrà inol-trato ad Arosa Turismo e, da qui, alle singole imprese unitamente agli inter-venti raccomandati. La realizzazione o meno dei provvedimenti compete all’albergatore, spiega Meile al respon-sabile tecnico.

Il comune risponde del lido pubblicoDopo aver controllato altri due al-berghi, alle 16.15 il programma pre-vede un’ispezione al lido pubblico dell’Untersee. La magnifica spiaggia sulle sponde dell’idilliaco laghetto al-pino comprende anche zona picnic, campo di pallavolo, parco giochi e va-sca per bambini accessibile 24 ore su 24. Ed il problema sta proprio qui, poi-ché il bagnino non è presente 24 ore su 24. Dopo un giro d’ispezione si discu-tono sul posto soluzioni pragmatiche di sbarramento e cartelli di divieto – naturalmente in più lingue. Infatti, in caso d’incidente a responsabilità rica-drebbe sul comune di Arosa in qualità di proprietario dell’opera. Altre racco-mandazioni spaziano da una migliore demarcazione delle zone balneabili e non balneabili al divieto di tuffarsi nella zona dell’edificio storico del lido. Essendo costruito su palafitte, sotto di esso potrebbero trovarsi dei bagnanti. Il delegato upi alla sicurezza Marzell Caluori coglie l’occasione per conse-gnare al bagnino del materiale infor-mativo sull’attuale campagna upi per la sicurezza in acqua, che attraverso il motto «Bambini sempre sottocchio – I più piccoli a portata di mano» sensibi-

lizza i genitori con manifesti, set da ta-vola, tatuaggi e tanto altro materiale a sorvegliare costantemente i loro bam-bini.

Per concludere la giornata d’ispe-zione, alle 17 è in programma la visita a un complesso di appartamenti di va-canza. Nella piscina mancano ancora le indicazioni sulla profondità dell’ac-qua e i divieti di tuffarsi a testa. Il capo delegato upi alla sicurezza consiglia altresì di inserire nel contratto di lo-cazione che «i bambini sotto i 6 anni possono accedere alla piscina soltanto se accompagnati da un adulto». Come accade spesso negli edifici costruiti prima del 1994, i parapetti dei balconi sono un po’ troppo bassi. Allargando il corrimano a 20 cm soddisferebbero le norme più recenti. Essendo già previsti lavori di ristrutturazione esterni, è pos-sibile considerare anche questa miglio-ria, spiega l’amministratrice.

Il secondo giorno viene verificata la sicurezza di altri impianti alberghieri, poi Meile fa ritorno in ufficio a Ober-egg (AI) e stila il rapporto tecnico. Dopo una decina di giorni il docu-mento è già in mano ai responsabili ad Arosa – e attende la realizzazione delle raccomandazioni.

Beatrice Suter

Page 14: area sicurezza 3/2011

14 area sicurezza 3 / 2011

L’integrazione inizia fra i giochiARCHITETTURA PRIVA DI OSTACOLI I parchi giochi sono un importante luogo d’incontro e dovrebbero essere accessibili a tutti. La Fondazione Denk an mich («pensa a me») si impegna ampiamente perché in tutte le regioni del Paese sorgano «parchi giochi per tutti». area sicurezza ha assistito all’inaugurazione del parco giochi di Toggenburgo.

«Con ‹Parchi giochi per tutti› le per-sone portatrici di handicap devono po-ter partecipare parimenti alla vita so-ciale ed essere integrate. È un aspetto particolarmente importante, poiché è al parco giochi che si sviluppano i com-portamenti sociali». Nel suo discorso per l’inaugurazione del parco giochi di Unterwasser/Toggenburgo l’ex con-sigliere federale Samuel Schmid non nasconde il suo entusiasmo per il pro-getto. «Dalla piazza d’armi alla piazza di gioco!» esordisce scherzando sul suo nuovo ruolo di consigliere di fonda-zione in seno a Denk an mich, la nota organizzazione benevola della Radiote-levisione Svizzera.

Pensato fin nei minimi dettagli Anche i numerosi altri ospiti – grandi e piccini, con e senza handicap – osser-vano con ammirazione il nuovo parco giochi e se ne appropriano. All’osserva-trice non sfugge che nulla sembra fuori posto. Secondo Sandra Remund, l’ar-chitetto che ha accompagnato il pro-getto, l’obiettivo è proprio questo: «Il parco giochi sembra assolutamente normale, poiché utilizziamo gli at-trezzi e il materiale abituali. L’impor-tante è scegliere bene, ad esempio ta-voli ai quali ci si può sedere in sedia a rotelle, e strutturare lo spazio in modo che sia privo di ostacoli: passaggi ampi, nessuno scalino, nessuna pavimenta-zione ghiaiosa. È perfettamente fat-tibile – con una pianificazione accu-

PARTNER COLLABORAZIONI

Sulla gettonatissima altalena a nido c’è posto per tutti – con o senza handicap.

Page 15: area sicurezza 3/2011

area sicurezza 3 / 2011 15

rata sin dall’inizio». «I dettagli sono importanti», aggiunge lo specialista per la sicurezza dei parchi giochi An-dreas Hochstrasser. «Ogni particolare va valutato attentamente». Anche gli attrezzi: esistono ad esempio altalene con lo schienale o a nido d’uccello (vedi foto) sulle quali possono sedere tutti i bambini, anche portatori di handicap gravi. Oggi pomeriggio quest’altalena è costantemente occupata da più bam-bini – sembra abbia molto successo! Le pietre collocate a margine della va-sca con la sabbia hanno – non a caso – l’altezza di una sedia a rotelle: consen-tono così di spostarsi con la forza delle braccia da una superficie a sedere all’al-tra. Lo stesso principio è applicato alla scala dello scivolo. È costruita in modo tale che i bambini con difficoltà moto-rie possano arrampicarvisi con la forza delle braccia. I parchi giochi del pro-getto della Fondazione Denk an mich offrono, come suggerisce il nome, qualcosa a tutti. Così, anche i bambini senza particolari difficoltà motorie af-frontano con impegno l’impianto d’ar-rampicata.

Luogo d’incontro per grandi e piccini Il progetto «Parchi giochi per tutti» è un’opera collettiva: lanciato e coordi-nato dalla Fondazione Denk an mich gode fra gli altri del sostegno tecnico dell’upi, che lo accompagna sin dagli inizi con un occhio particolare di ri-

Organizzato due volte all’anno dall’upi,

il forum della segnaletica «Sigfor» è

un appuntamento irrinunciabile per i

rappresentanti delle autorità canto-

nali e i responsabili della segnaletica

stradale, che hanno l’opportunità di

dialogare con rappresentanti dell’upi

e dell’USTRA. Queste giornate of-

frono numerosi interventi sugli argo-

menti più disparati. A primavera 2011,

ad esempio, il programma prevedeva

l’avanzamento del progetto VERVE,

che mira a ridurre la «giungla» dei se-

gnali stradali, o le esperienze effet-

tuate all’estero con il concetto «Sha-

red Space» (soppressione di ogni

regolamentazione e segnale in una

determinata area). Anche lo scam-

bio di esperienze e le domande hanno

ampio spazio – ed è questa una delle

maggiori attrattive della piattaforma

Sigfor. La quarantina di partecipanti

discute delle esperienze pratiche e

delle difficoltà affrontate quotidiana-

mente – come le regolamentazioni

possibili su un terreno privato, la de-

marcazione necessaria a garantire che

una zona con divieto di sosta resti li-

bera o le nuove illuminazioni per pas-

saggi pedonali. md

SOTTO LA LENTE

Sigfor: piattaforma per specialisti

guardo per gli aspetti inerenti alla si-curezza degli impianti. «La collabora-zione con altre organizzazioni in un progetto del genere è per noi appassio-nante e istruttiva, poiché non esistono ricette preconfezionate», spiega Man-fred Engel, capo della sezione upi Casa e tempo libero. «Il parco giochi è per-fettamente in linea con la nostra filo-sofia: è un luogo d’incontro per gio-vani e meno giovani, offre elementi d’integrazione ludici, ma anche posti a sedere ombreggiati per ciondolare». Oltre all’upi, al progetto collaborano anche l’Ufficio federale per le pari op-portunità delle persone con disabilità (UFPD) e il Centro svizzero per la co-struzione adatta agli andicappati.

Che il primo parco giochi del pro-getto sia sorto proprio nel Toggenburgo non è un caso: la regione è già stata pre-corritrice con il progetto pilota «Va-canze per tutti» e propone numerose offerte per il tempo libero, luoghi di pernottamento e sentieri escursioni-stici adatti a persone portatrici di han-dicap. Frattanto sono stati inaugurati «parchi giochi per tutti» anche a Bi-schofszell TG, Wil SG, Bivio GR, Lenk BE e Goldach SG. Ed altri seguiranno – in tutte le regioni del Paese.

Ursula Marti

Fondazione Denk an mich

La fondazione Denk an mich è l’a-

zione di solidarietà della Radiotele-

visione Svizzera. Da 43 anni agevola

vacanze e attività del tempo libero

per persone portatrici di handi-

cap e organizza progetti d’integra-

zione sostenibili. Nei prossimi anni

la Fondazione darà il suo contributo

concettuale e finanziario affinché

in tutta la Svizzera sorgano «parchi

giochi per tutti». Maggiori infor-

mazioni su www.denkanmich.ch/

spielplaetze um

Senza dare particolarmente nell’occhio il parco giochi è completamente accessibile alle sedie a rotelle.

Page 16: area sicurezza 3/2011

16 area sicurezza 3 / 2011

Turbosiesta? Funziona così!

Da qualche mese l’upi pubblicizza la turbo-siesta, affinché i conducenti sopraffatti dalla sonnolenza abbiano il rif lesso di fare una pausa. Infatti, un pisolino di 15 minuti è l’u-nico rimedio efficace contro la stanchezza al volante.

Ma non a tutti riesce facile fare una siesta in pieno giorno, lontano da casa. Ecco dunque alcuni suggerimenti per conciliare il sonno. • Il segreto di una buona siesta risiede nell’abi-

tudine. Nel limite del possibile, fate un piso-lino tutti i giorni alla stessa ora e nello stesso luogo – ma soprattutto scegliete un parcheg-gio sicuro e possibilmente tranquillo, chiu-dete a chiave il veicolo e mettetevi comodi.

• Impostate una sveglia, ad esempio il cellu-lare. Idealmente la pennichella dura tra i 15 e i 20 minuti, poiché in questo breve inter-vallo di tempo non cadete nel sonno pro-fondo, e dopo vi sentirete freschi e riposati.

• Se apprezzate le bevande contenenti caf-feina, potete assumerne una o due qualche minuto prima di appisolarvi. Hanno un ef-fetto stimolante, ma soltanto una quaran-tina di minuti dopo l’assunzione – proprio quando sarete nuovamente svegli!

Il sito www.turbosiesta.ch offre numerose al-tre informazioni, fra cui un video con sugge-rimenti per una turbosiesta efficace. Provare per credere! um

Il «turbosiesteur», eroe della campagna, proprio non si fa problemi ad appisolarsi nei luoghi più impensabili!

CAMPAGNA