Area Liberal Democratica n°4 - Dicembre 2012

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Periodico dell’Associazione Area Democratica - n. 1 - maggio 2012 - email: [email protected] liberal democratica L PERIODICO DEI LIBERALI, POPOLARI E RIFORMATORI Periodico dell’Associazione Area Democratica - n. 4 - dicembre 2012 - email: [email protected] www.facebook.com/areademocratica1 I l Paese ha bisogno di un leader e di un pro- gramma vero, efficace, realizzabile. Il tempo è sca- duto. I cittadini se ne sono accorti da tempo, hanno mostrato il loro malcon- tento; molti hanno preferito rimanere a casa piuttosto che andare a votare lad- dove c’è stata la possibilità di esprimersi; tanti altri hanno, invece, dato voce alla protesta dando la pre- ferenza ai rappresentanti dell’antipolitica. Un po’ di entusiasmo, una sorta di riavvicinamento della gente, abbiamo potuto os- servarlo per le primarie del PD. Matteo Renzi, dob- biamo e vogliamo ricono- scerlo, si è rivelato, ancor di più se possibile, un grande comunicatore, un uomo prima che un espo- nente politico, una persona capace di arrivare al cuore di chi lo ascolta. Il sindaco di Firenze, apprezzato non solo dagli elettori del cen- tro sinistra ma anche da tanti simpatizzanti del cen- tro destra, ha inaugurato una nuova stagione dal punto di vista del linguag- gio politico: quella della cri- tica necessaria non per fare polemica sterile ma per fare un passo avanti. La storia ci racconta che Renzi ha poi perso le pri- marie, che ha dovuto ac- cettare, e lo ha fatto con grande stile e dignità, cosa a cui non eravamo abituati, la sconfitta. Una sconfitta che certamente rappresen- terà un nuovo punto di par- tenza. Nel centro destra le acque, invece, rimangono agitate. La nave procede lentamente senza un co- mandante in grado di rad- drizzare la rotta. Silvio Berlusconi, poche ore fa, dopo settimane di silenzi, di frasi dette e non dette, ha diffuso una nota con la quale annuncia pratica- mente la sua volontà di ri- tornare al timone. “Leggo su un’agenzia una frase a me attribuita del tutto in- ventata e addirittura sur- reale: ‘Io non mi candido perché non mi volete’, frase che avrei rivolto ai miei colleghi del Popolo della Libertà. La realtà è l’opposto: sono assediato dalle richieste dei miei per- ché annunci al più presto la mia ridiscesa in campo alla guida del PdL”. “La si- tuazione - aggiunge l’ex presidente del Consiglio - oggi è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo per senso di re- sponsabilità e per amore del mio Paese. Oggi l’Italia è sull’orlo del baratro. L’economia è allo stremo, un milione di disoccupati in più, il debito che aumenta, il potere d’acquisto che crolla, la pressione fiscale a livelli insopportabili”. “Le famiglie italiane - prosegue - angosciate perché non riescono a pagare l’Imu. Le imprese che chiudono, l’edilizia crollata, il mercato dell’auto distrutto. Non posso consentire che il mio Paese precipiti in una spi- rale recessiva senza fine. Non è più possibile andare avanti così. Sono queste le dolorose constatazioni - conclude - che determine- ranno le scelte che tutti in- sieme assumeremo nei prossimi giorni.” Chi può sostenere che que- sta nota non fotografi bene la realtà? Ora accanto- nando riserve e pregiudizi, evitando di sbandierare quell’anti berlusconismo fine a se stesso, anche in questo caso come ab- biamo fatto con Renzi, una cosa dobbiamo e vogliamo riconoscerla: Silvio Berlu- sconi è stato un leader e ri- marrà un leader. Ha fatto errori, ha avuto condotte criticabili, ha dato in pasto all’opinione pubblica, con troppa leggerezza, la sua vita privata. Ma continua a metterci la faccia, per de- nunciare il dramma che sta vivendo il nostro Paese, per cercare un’alternativa con un programma responsa- bile e persone serie. Di fronte a tutto ciò non si può far finta di niente: il baratro lo intravediamo più o meno tutti, alle urne non dimenti- chiamolo perché il rischio di scivolare è alto e perché la risalita è innegabilmente sempre difficile. Confusione e sconcerto di Marco Mattei Presidente Area Democratica di Enrica Cammarano I n un momento di grande confusione poli- tica, amministrativa ed economica come quello che stiamo vivendo, in cui i cittadini faticano a com- prendere questo inaspri- mento della tassazione ad ogni livello, faticano a comprendere chi ci go- verna e perché ci governa visto che non ha ricevuto il consenso elettorale, fati- cano a comprendere per- ché dopo la caduta di un governo legittimamente eletto non si torni alle urne per sceglierne un altro, siamo arrivati al balletto delle date. Dopo lo sconcerto per le dimissioni di un presidente di Regione, Renata Polverini, che alla luce dei fatti successivi non ha un fondamento né giuridico, perché le vicende accadute in Consiglio regionale non potevano e non possono coinvolgere le attività della Giunta, né morale perché si è capito che la questione non riguardava solo una parte politica o un partito, come purtroppo la Presi- dente ha lasciato intendere con i suoi manifesti che accusavano la maggioranza tutta di chissà quali ne- fandezze. Ad oggi, almeno stando alle cronache, si tratta di due casi isolati di consiglieri regionali, Franco Fiorito e Vincenzo Maruccio, che la magistratura sta valutando, che appartenevano uno alla maggioranza, l’altro all’opposizione. Non solo: dopo il voto unanime del Consiglio sulla riduzione dei costi dei gruppi con- siliari, dopo un inasprimento ulteriore su vitalizi e quant’altro, dopo che il Consiglio aveva dato mandato pieno e la Giunta aveva fatto le sue delibere, siamo arrivati a queste dimissioni incomprensibili e inopi- nate. Da quel giorno è iniziato il balletto delle date. Chi sosteneva inizialmente che si dovesse votare con le elezioni politiche ad aprile, chi che bisognava anti- cipare le elezioni politiche addirittura a dicembre per accorparle alle amministrative, chi riteneva che an- davano mantenute separate, a dicembre quelle re- gionali e ad aprile le politiche, chi dichiarava che dicembre era una data impossibile anche se giuridi- camente percorribile, chi affermava che si poteva vo- tare per la fine di gennaio. E mentre il Governo faceva sapere che la decisione era solo della presidenza della Regione si sono intromessi anche Tar e Consi- glio di Stato, intimando la fissazione della data entro cinque giorni. Si arriva finalmente al decreto della Presidente che indicava il 10 e l’11 febbraio , ma a distanza di pochissimi giorni, ecco un’altra pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale: bocciato il decreto Polverini, si vota il 3 e il 4 febbraio. In tutto questo non possiamo non ricordare la riunione tra il presidente della Repubblica, quello del Consiglio, e i presidenti di Camera e Senato, al termine della quale era emersa l’indicazione di fissare un ipotetico elec- tion day per il 10 marzo. È evidente che lo sconcerto è enorme, tanto che potremmo anche dubitare del fatto che qualcuno abbia compreso realmente (Segue a pag. 3) “Italia nel baratro” Il Cav medita il ritorno

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Il nuovo numero del periodico Area Liberal Democratica dell'Associazione Area Democratica.

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Periodico dell’Associazione Area Democratica - n. 1 - maggio 2012 - email: [email protected]

liberal democratica

L

PERIODICO DEI LIBERALI, POPOLARI E RIFORMATORIPeriodico dell’Associazione Area Democratica - n. 4 - dicembre 2012 - email: [email protected]

www.facebook.com/areademocratica1

Il Paese ha bisogno di unleader e di un pro-gramma vero, efficace,

realizzabile. Il tempo è sca-duto. I cittadini se ne sonoaccorti da tempo, hannomostrato il loro malcon-tento; molti hanno preferitorimanere a casa piuttostoche andare a votare lad-dove c’è stata la possibilitàdi esprimersi; tanti altrihanno, invece, dato vocealla protesta dando la pre-ferenza ai rappresentantidell’antipolitica. Un po’ dientusiasmo, una sorta diriavvicinamento dellagente, abbiamo potuto os-servarlo per le primarie delPD. Matteo Renzi, dob-biamo e vogliamo ricono-scerlo, si è rivelato, ancordi più se possibile, ungrande comunicatore, unuomo prima che un espo-nente politico, una personacapace di arrivare al cuoredi chi lo ascolta. Il sindacodi Firenze, apprezzato nonsolo dagli elettori del cen-tro sinistra ma anche datanti simpatizzanti del cen-tro destra, ha inauguratouna nuova stagione dalpunto di vista del linguag-gio politico: quella della cri-tica necessaria non perfare polemica sterile maper fare un passo avanti.La storia ci racconta cheRenzi ha poi perso le pri-marie, che ha dovuto ac-cettare, e lo ha fatto congrande stile e dignità, cosaa cui non eravamo abituati,la sconfitta. Una sconfittache certamente rappresen-terà un nuovo punto di par-tenza. Nel centro destra leacque, invece, rimangonoagitate. La nave procedelentamente senza un co-mandante in grado di rad-drizzare la rotta. SilvioBerlusconi, poche ore fa,dopo settimane di silenzi,di frasi dette e non dette,ha diffuso una nota con la

quale annuncia pratica-mente la sua volontà di ri-tornare al timone. “Leggosu un’agenzia una frase ame attribuita del tutto in-ventata e addirittura sur-reale: ‘Io non mi candidoperché non mi volete’,frase che avrei rivolto aimiei colleghi del Popolodella Libertà. La realtà èl’opposto: sono assediatodalle richieste dei miei per-ché annunci al più prestola mia ridiscesa in campoalla guida del PdL”. “La si-tuazione - aggiunge l’expresidente del Consiglio -oggi è ben più grave di unanno fa quando lasciai ilgoverno per senso di re-sponsabilità e per amoredel mio Paese. Oggi l’Italiaè sull’orlo del baratro.L’economia è allo stremo,un milione di disoccupati inpiù, il debito che aumenta,il potere d’acquisto checrolla, la pressione fiscalea livelli insopportabili”. “Lefamiglie italiane - prosegue- angosciate perché nonriescono a pagare l’Imu. Leimprese che chiudono,l’edilizia crollata, il mercatodell’auto distrutto. Nonposso consentire che il mioPaese precipiti in una spi-rale recessiva senza fine.Non è più possibile andareavanti così. Sono queste ledolorose constatazioni -

conclude - che determine-ranno le scelte che tutti in-sieme assumeremo neiprossimi giorni.” Chi può sostenere che que-sta nota non fotografi benela realtà? Ora accanto-nando riserve e pregiudizi,evitando di sbandierarequell’anti berlusconismofine a se stesso, anche inquesto caso come ab-biamo fatto con Renzi, unacosa dobbiamo e vogliamoriconoscerla: Silvio Berlu-sconi è stato un leader e ri-marrà un leader. Ha fattoerrori, ha avuto condotte

criticabili, ha dato in pastoall’opinione pubblica, controppa leggerezza, la suavita privata. Ma continua ametterci la faccia, per de-nunciare il dramma che stavivendo il nostro Paese, percercare un’alternativa conun programma responsa-bile e persone serie. Difronte a tutto ciò non si puòfar finta di niente: il baratrolo intravediamo più o menotutti, alle urne non dimenti-chiamolo perché il rischiodi scivolare è alto e perchéla risalita è innegabilmentesempre difficile.

Confusione e sconcerto

di Marco MatteiPresidente Area Democratica

di Enrica CammaranoIn un momento di

grande confusione poli-tica, amministrativa ed

economica come quelloche stiamo vivendo, in cuii cittadini faticano a com-prendere questo inaspri-mento della tassazione adogni livello, faticano acomprendere chi ci go-verna e perché ci governavisto che non ha ricevuto ilconsenso elettorale, fati-cano a comprendere per-

ché dopo la caduta di un governo legittimamenteeletto non si torni alle urne per sceglierne un altro,siamo arrivati al balletto delle date. Dopo lo sconcertoper le dimissioni di un presidente di Regione, RenataPolverini, che alla luce dei fatti successivi non ha unfondamento né giuridico, perché le vicende accadutein Consiglio regionale non potevano e non possonocoinvolgere le attività della Giunta, né morale perchési è capito che la questione non riguardava solo unaparte politica o un partito, come purtroppo la Presi-dente ha lasciato intendere con i suoi manifesti cheaccusavano la maggioranza tutta di chissà quali ne-fandezze. Ad oggi, almeno stando alle cronache, sitratta di due casi isolati di consiglieri regionali, FrancoFiorito e Vincenzo Maruccio, che la magistratura stavalutando, che appartenevano uno alla maggioranza,l’altro all’opposizione. Non solo: dopo il voto unanimedel Consiglio sulla riduzione dei costi dei gruppi con-siliari, dopo un inasprimento ulteriore su vitalizi equant’altro, dopo che il Consiglio aveva dato mandatopieno e la Giunta aveva fatto le sue delibere, siamoarrivati a queste dimissioni incomprensibili e inopi-nate. Da quel giorno è iniziato il balletto delle date.Chi sosteneva inizialmente che si dovesse votare conle elezioni politiche ad aprile, chi che bisognava anti-cipare le elezioni politiche addirittura a dicembre peraccorparle alle amministrative, chi riteneva che an-davano mantenute separate, a dicembre quelle re-gionali e ad aprile le politiche, chi dichiarava chedicembre era una data impossibile anche se giuridi-camente percorribile, chi affermava che si poteva vo-tare per la fine di gennaio. E mentre il Governo facevasapere che la decisione era solo della presidenzadella Regione si sono intromessi anche Tar e Consi-glio di Stato, intimando la fissazione della data entrocinque giorni. Si arriva finalmente al decreto dellaPresidente che indicava il 10 e l’11 febbraio , ma adistanza di pochissimi giorni, ecco un’altra pronunciadel Tribunale Amministrativo Regionale: bocciato ildecreto Polverini, si vota il 3 e il 4 febbraio. In tuttoquesto non possiamo non ricordare la riunione tra ilpresidente della Repubblica, quello del Consiglio, e ipresidenti di Camera e Senato, al termine della qualeera emersa l’indicazione di fissare un ipotetico elec-tion day per il 10 marzo. È evidente che lo sconcertoè enorme, tanto che potremmo anche dubitare delfatto che qualcuno abbia compreso realmente

(Segue a pag. 3)

“Italia nel baratro” Il Cav medita il ritorno

Sociologo e saggi-sta italiano, do-cente di Analisi

dell'opinione pubblica,Tecniche di analisi del-l'opinione pubblica, Tec-niche di rilevazionepresso l'Università deglistudi Milano - Bicocca,Renato Mannheimer col-labora con diversi pro-grammi televisivi diinformazione, tra cuiPorta a Porta. Inoltre è sondaggista eanalista delle tendenzeelettorali per il Corrieredella Sera. Guida l'ISPO, Istituto pergli Studi sulla PubblicaOpinione che esegue ri-cerche di elevata qua-lità, rigore scientifico edefficacia per aziende,media, istituzioni,mondo politico, associa-zioni di categoria, terzosettore e no profit. Mannheimer recente-mente ha presentato aRoma, insieme al vicepresidente della Com-missione Europea, Anto-nio Tajani, i risultati di unsondaggio su “Gli italianie l’Unione Europea”. Dalla rilevazione emergeuna tendenza di calodella fiducia nell'Europada parte dei cittadini delBelpaese. Dal 2010 a oggi essa siè ridotta, infatti, di ben17 punti percentuali finoad arrivare attorno al40%. Nonostante ciòl'UE si colloca a metànella classifica delle isti-tuzioni, piazzandosi da-vanti a Governo,Sindacati, Parlamento ePartiti politici. Tra levarie fasce della popola-zione ad avere maggiorefiducia sono i laureati(59%), i residenti delNord Ovest (45%), gli im-piegati/insegnanti e glistudenti (58%). Spicca invece la sfiduciadi casalinghe (70%),pensionati (63%) e di-soccupati (68%). “Mai come adesso l’Eu-ropa ha la responsabilitàdi dimostrare il valoreaggiunto dell’agire in-sieme per dare risposteconcrete e rapide”, haaffermato Tajani.Mannheimer ha accet-tato di commentare idati che sono emersicon “Area Liberal Demo-cratica” e di risponderead altre domande che gliabbiamo rivolto.

Professore sono questi idati più significativiemersi dalla ricercacommissionata dalla

rappresentanza in Italiadell’Unione Europea?

Sì, abbiamo in sostanzarilevato che solo quattroitaliani su dieci si fidanodell'Unione Europea, maè emerso in generale unatteggiamento di sfidu-cia verso tutte le istitu-zioni. Noi che eravamo ilpopolo più europeistaadesso lo siamo un po’meno. Quello che si chiede al-l’Europa è di aiutare dipiù, specialmente nel-l’ambito del lavoro che èla preoccupazione prin-cipale degli italiani oggi.Ma anche se si ponessela domanda “cosa do-vrebbe fare il governoitaliano oggi?” la richie-sta principale sarebbequella relativa al lavoro. Nonostante ciò la mag-gioranza degli italianivuole rimanere nell'euroe chiede più Europa po-litica per far fronte allacrisi e creare nuova oc-cupazione e crescita.

È emersa una differenzadi percezione tra Nord eSud, tra uomini edonne?

No, sostanzialmente nontanta. La cosa interessanteche viene fuori è inveceche i giovani sono quelliche in questo momentohanno avuto un calo difiducia maggiore nell’Eu-ropa. La sfiducia, inoltre, ri-guarda soprattutto unafetta dell'elettorato,quella di centro destra,che contesta non tantol’Unione quanto il tipo dipolitica adottata, equella degli aderenti alMovimento CinqueStelle.

Gli italiani sembrano de-moralizzati e questosentimento non rispar-mia neanche la poli-tica?

Assolutamente sì, spe-cialmente verso i partitila fiducia è al minimostorico, ha raggiunto il4%. Questo significa chela maggioranza assolutadella popolazione nonha fiducia nel mondodella politica. Si tratta di un dato im-portante che caratte-rizza il nostro presente.

Secondo lei impostarela comunicazione inmodo diverso sarebbeutile per riavvicinare i

cittadini alle istituzioni?

Certamente, perché esi-ste un vero e proprio pro-blema di comunicazione,anche da parte dell’Eu-ropa che in questo mo-mento ci chiede tantisacrifici e non riesce afarsi comprendere ade-guatamente. Dunque, si-curamente un cambio dicomunicazione, miglioree più efficace sia sotto ilprofilo mediatico, chesotto quello istituzionale,sarebbe più utile pertutti, per chi la fa e perchi la riceve. La gente non capiscecos'è veramente l'Eu-ropa: i cittadini e le im-prese sono pocoinformati sulle opportu-

nità che l'Unione offre. I mezzi di informazione ei leader politici dovreb-bero parlare di più e inmaniera più concreta diEuropa e non solo.

Un’ultima domanda pro-fessore: gli italiani conti-nuano a credere inqualcosa?

Le istituzioni che più re-sistono sono quelle deicarabinieri e della poliziain cui da sempre ripo-niamo grande fiducia, epoi resiste la figura delPresidente della Repub-blica, anche se, inquest’ultimo caso, ri-spetto al passato i nu-meri sono diminuiti.

Mannheimer: “Continua a calarela fiducia degli italiani nelle Istituzioni”

la città dei castelli

La crisi di identità che ha in-vestito il Popolo della Li-bertà, a livello nazionale e

locale, ha creato non pochi ma-lumori tra gli esponenti territo-riali, tra coloro che sono astretto contatto con gli elettori.Il senso di smarrimento, soprat-tutto dopo le primarie del cen-trosinistra, tra i militanti dellaprima ora, lascia spazio a unanuova speranza.Preso atto del fallimento del-l’unificazione delle componentitra ex forzisti ed ex An, e del-l’ipotesi di una nuova discesa incampo di Silvio Berlusconi, ifondatori di quella che fu ForzaItalia del ‘94, rilanciano l’ipotesidi una nuova rinascita del Movi-mento azzurro.Tra i primi a ipotizzarla l’ex sin-daco di Albano Laziale ed ex as-sessore regionale, MarcoMattei, che in un comunicatotrasmesso alle agenzie, di-chiara:"Forza Italia é stato un grandemovimento popolare e riforma-tore. Le vicende del recente passatohanno imposto l'aggregazionedella stessa con altri soggettipolitici. Quell'aggregazione ha avuto ungrande riscontro elettorale manon è stata capace di dare se-guito all'iniziativa politica origi-naria e consolidarne i risultatiottenuti. Per non disperdere un patrimo-nio di idee, di valori e di spe-ranze che hanno animato la

rivoluzione liberale del 1994,ora più che mai occorre ripor-tare in campo Forza Italia. Ho voluto dare un contributo intal senso promuovendo la costi-tuzione del Comitato per la Ri-nascita di Forza Italia". "Il mio obiettivo - continua Mat-tei, già esponente di Forza Italia- è di raccogliere la voce e laforza di tanti militanti chehanno creduto, e ancora oggicredono, di aver fatto parte diun grande movimento di moder-nizzazione dell'Italia e che sonoconvinti di poter svolgereun'utile azione in tal senso. In-tendo offrire questo ulterioreelemento di valutazione al Pre-sidente Berlusconi affinché,oltre ai sondaggi e alle prospet-tive delle alleanze, tenga contopure del cuore e della volontàdei tanti che hanno contribuitoa fare di Forza Italia quel grandemovimento che é stato e chepotrà sicuramente tornare adessere". "Su questa iniziativa - concludeMarco Mattei - ho già raccolto ilsostegno e la partecipazione ditanti amici, entusiasti di tornareprotagonisti della rivoluzione li-berale". A poche ore dall’annuncio sonostate numerose le adesioni allaproposta di Mattei.Ex presidenti dei circoli, sem-plici cittadini, amministratori etanti giovani hanno aderito alcomitato promotore che in-tende, nei prossimi giorni, mani-festare allo stesso Silvio

Berlusconi, la propria insoddi-sfazione per come è stato ge-stito il Pdl, sia a livello nazionaleche a livello locale. Analoghe ini-ziative sono in corso anchenelle altre province laziali, dovegli amministratori locali pos-sono contare su un forte con-senso nei confronti di SilvioBerlusconi e di una rinascita diForza Italia. Al momento in cui scriviamo ilPresidente Berlusconi non haancora deciso il suo addio alPdl. Un addio che in molti au-spicano e che rilancerebbe,nelle intenzioni, le azioni del-l’area moderata in chiave elet-torale e di rappresentanza. Un passo certamente trauma-tico, ma indispensabile per an-dare incontro alla necessità diprofondo cambiamento cheviene dalla società civile.

Petracappa

AREA LIBERAL DEMOCRATICA

Registrazione del Tribunale di Velletri n. 29/09 del 10 dicembre 2009

Proprietario ed editore: Associazione Area Democratica

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Direttore responsabile: Enrica Cammarano

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• Stampato presso la tipografia: Europrint Sud srl • Ferentino (FR)

E-mail:

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Creato un comitato per la rinascita di Forza Italia

L2

Natale. Si tira la cinghiaPRiMO PiaNO

In tutta Italia proseguela stretta sui consumi:l’Istat registra da gen-

naio a settembre di que-st’anno una contrazionedelle vendite al dettagliodell’1,7% rispetto allostesso periodo del 2011.La spesa familiare, nelsecondo trimestre 2012,è arrivata a segnare unmeno 3,5% annuo. Uncalo che vede resisterela grande distribuzione,mentre i piccoli negozinon riescono a tenere ilpasso. “ Con le feste si tornerà aspendere”, potrebbepensare qualcuno. Diffi-cile. Le previsioni sonotutt’altro che rosee: 7 ita-liani su 10 sono convintiche la crisi inciderà pe-santemente, il14% diceche non ha intenzione difare acquisti per i regali.Risultati di un’indagineConfcommercio – For-mat. Magari si tirerannofuori i soldi per pranzi ecenoni, ne è convinta laColdiretti, ma le spese,‘pazze’ per molti di que-sti tempi, potrebbero fi-nire lì.E la stretta colpisceanche Roma e dintorni.La Confesercenti dellaCapitale prevede un Na-tale sotto il segno “dellaparsimonia e dell’atten-zione negli acquisti’”,anche per colpa “dell’au-mento dell’imposizionefiscale e, per quello cheriguarda il mese di di-cembre, dalla scadenzaImu che su Roma si atte-sta, in media, su circa un60% in più rispetto aquanto versato in ac-conto”. Secondo Valter Giamma-ria, presidente Confeser-centi Roma, “lacontrazione dei consumiè determinata non solodalla diminuzione deiredditi e del potere d’ac-quisto, in conseguenzadell’aumento dell’impo-sizione fiscale, ma anchedall’incertezza del futuroe dal cambiamento delleabitudini di consumodelle famiglie”. Giammaria è convintoche questo clima condi-zionerà negativamentele attitudini di spesa deicittadini anche durantele festività e negli acqui-sti di ricorrenza, cosìcome già avvenuto nel2011. “Sebbene il consuma-tore italiano sia legatoalle tradizioni – spiega –e il Natale rappresenta lafestività più importante,potremo assistere aduna più alta sensibilità alprezzo esercitata su tuttii tipi di acquisto alla lucedella voglia di gratifica-

zione, che continuerà adavere una buona in-fluenza”. Giammaria sottolinea,poi, le pesanti difficoltàche vivono le piccole emedie attività economi-che. “Il calo dei consumi daun lato – spiega – e ilcontinuo aumento ditasse, imposizioni e costidi gestione rischiano diportare al collasso il si-stema dell’impresa dif-fusa, della sua capacitàdi dare occupazione efare economia.” Nel mirino anche l’au-mento dell’IVA e i provve-dimenti dideregolamentazione at-tuati negli ultimi tempi.“Sono stati secondo noiun grave errore, inquanto non riteniamo, inuna fase di recessioneeconomica, possano,come sostengono i fau-tori e come è stato dimo-strato nella realtà,favorire una ripresa deiconsumi.” Sotto accusa, inoltre, leliberalizzazioni chehanno riguardato il set-tore del commercio negli

ultimi dieci anni. L’inten-zione dichiarata eraquella di rilanciare i con-sumi, obiettivo rag-giunto? “Una risposta immediata– replica Giammaria –viene dall’andamentodelle vendite a saldo diquest’anno, dove si regi-stra un calo, in media,del 20 – 25% e dimostraconcretamente che nonsi crea più consumo consemplici azioni di libera-lizzazione selvaggia,come quella degli orari edelle aperture festive,bensì queste da unaparte fanno sicuramenteaumentare i costi, dall’al-tro spostano quel pococonsumo nelle grandistrutture di vendita impo-

verendo ulteriormente iltessuto economico a ser-vizio dei quartieri dellecittà. Secondo il presidente diConfesercenti Roma“siamo su una chinamolto pericolosa permoltissime piccole emedie imprese del set-tore”. “Si favorisce – aggiunge– solo la grande distribu-zione, ma così facendo siva verso un commerciocon un numero sempreminore di piccole emedie imprese a garan-tire servizio, vivibilità e si-curezza nel territorio,senza regole e senza ga-ranzie”. Il settore del commercionegli ultimi è stato deci-mato. A Roma e nell’areametropolitana, si con-tano, soltanto nei primisette mesi dell’anno,1500 chiusure e il saldonati - mortalità, a con-fronto con i dati dellostesso periodo 2011,fanno registrare un’ulte-riore perdita di esercizipari a 500 imprese e2000 addetti. Sulla base di questi dati

l’associazione di catego-ria prevede nei prossimianni, “se le cose noncambiano”, un saldo ne-gativo di almeno altre8000 piccole aziendecommerciali. Si teme un crollo dell’ab-bigliamento (meno1600), dei negozi di mo-bili ed elettrodomestici (-700), di macellerie e pa-netterie (- 650), di calza-ture (- 500), di frutta everdura (- 200). Oltre alla scomparsa dipiù di 4000 di altre atti-vità diffuse. “Le vendite del commer-cio al dettaglio delle pic-cole superfici – rilevaGiammaria – dal 2008 aoggi fanno registrare unmeno 9 % a Roma, che

al netto dell’inflazione ar-rivano a soglie di oltre il19%”. Per questo la Confeser-centi della Capitale nonesclude, nei prossimimesi, forti iniziative diprotesta e mobilitazione. Lancia un grido d’al-larme anche l’altra asso-ciazione di categoria, laConfcommercio. L’UfficioStudi della confedera-zione punta i riflettorisulle abitudini di spesadelle famiglie italiane:sempre più “low cost”.L’ultimo rapporto sulleEconomie Territoriali ri-leva un aumento diforme di vendita alterna-tive al commercio tradi-zionale e unaconseguente eclissi deinegozi di vicinato. Cresce il numero dei di-scount seguito dallemedie e grandi strutturedi vendita, a tutto svan-taggio del piccolo com-mercio al dettaglio. Eppure, fa notare la ri-cerca, nei primi settemesi del 2012 il prezzomedio del vendutopresso gli ipermercati ècresciuto del 2,4%,quello del venduto neinegozi tradizionali menodella metà ovverodell’1,1%. Aumenti che, comunque,viene sottolineato, re-stano al di sotto dell’in-flazione media, pari adoltre il 3%, e sono obbli-gati dai costi delle mate-rie prime, soprattuttoenergetiche, e da politi-che fiscali restrittive (ac-cise e Iva). I piccoli negozi devonoanche subire l’avanzatadelle imprese che ope-rano con modalità nontradizionali (vendita viainternet, tv, corrispon-denza, vendita a domici-lio e tramite distributoriautomatici). Soprattutto nel Lazio, re-gione che, con quasi cin-quemila aziende diquesto tipo, si piazza alquarto posto in Italiadopo Piemonte, Lombar-dia e Veneto. Queste attività, rileva an-cora Confcommercio,hanno registrato nell’ul-timo anno un livello didiffusione elevato, so-prattutto l’e-commerceche può contare suprezzi contenuti e sullosviluppo dei gruppi di ac-quisto on-line. Tra Roma e provincia cre-sce anche la presenzadel commercio ambu-lante e della media egrande distribuzione.Nel nostro territorio iltasso di terziarizzazioneè alto: nella provincia diRoma sono quasi300mila le imprese regi-strate nel commercio,nel turismo, nei pubblici

esercizi, ma anche nellavasta rete dei servizi checomprende attività fi-nanziarie, professionali,immobiliari. E sono digran lunga superiori atutti gli altri settori. Questo vale anche perquanto riguarda l’occu-pazione. Il numero di coloro chelavora nel terziario, sianoessi imprenditori o di-pendenti,è maggiore chein qualsiasi altro com-parto: solo a Roma eprovincia nei servizi è oc-cupato l’83,5% della po-polazione, a fronte del15,8% degli occupatinell’industria e dello0,7% nell’agricoltura. Ma la morsa della reces-sione, ora, sta strito-lando questopatrimonio. “Oggi – dice il presidentedella Confcommercio diRoma Giuseppe Roscioli– ci troviamo a fare iconti con una crisi diffi-cile dai contorni spessoindefiniti e imprevedibiliche mette a dura prova illavoro dell’imprenditoree il suo stesso ruolo nelsistema economico, unruolo che fino a qualcheanno fa era quello di ca-talizzare risorse e met-tere a punto progetti dicrescita e sviluppo”.“Ora – prosegue – conti-nuare a discutere convecchi parametri sui so-liti temi della stretta cre-ditizia, di una burocraziaelefantiaca, del crollodei consumi non bastapiù, anzi rischia di attor-cigliare in una spiralesterile la nostra esigenzadi cambiamento, di ri-forme concrete, neces-sarie quanto l’ossigenoper l’intero tessuto im-prenditoriale”. E lancia un appello alleprossime amministra-zioni, comunale e regio-nale. “Dovranno impegnarsi –avverte – per dare rispo-ste concrete ai problemidei cittadini. Proprio lacrisi, infatti, con la suaestremizzazione degliopposti, ci ha portato aun cambio di prospet-tiva, a una riclassifica-zione delle priorità,alla necessità di con-frontarci ad esempiosui temi urgenti dellaricerca, dell’innova-zione, dell’urbanistica,dell’ambiente, del-l’energia, dell’imprendi-toria giovanile. Un cambio di passo èimprocrastinabile perdare a tutti i cittadini, so-prattutto ai più giovani,la possibilità di scegliereed indirizzare al meglio ilproprio futuro”.

di Gianluca Gizzi (Marco Mattei

dalla prima pagina)

quando ci si dovrà recarealle urne per esprimere ilproprio consenso. Tutto questo non fa altroche allontanare sempre dipiù i cittadini dalla poli-tica. È chiaro che le colpedella classe dirigentesono molteplici, ma è al-trettanto vero che la man-cata modifica del titolo Vdella Costituzione, chemette continuamente incompetizione lo Stato conle Regioni, un atteggia-mento politico elettoraleche si fonda solo sulle in-discrezioni e molto spessoscade nel chiacchiericcio,un metodo per il qualel’abbattimento dell’avver-sario passa quasi esclusi-vamente per ladenigrazione sulle que-stioni personali, non aiu-tano i cittadini aindividuare i soggetti chedovranno rappresentarlinei vari consessi, regio-nali e nazionali. Di fronte a tutto questonoi proseguiamo, perchénon abbiamo maismesso, con un’azioneinformativa e con un’atti-vità politica che si fon-dano innanzitutto sullapartecipazione. Continuiamo a invitaretutti voi a farci avere idee,segnalazioni e consigli perla stesura di un pro-gramma per le prossimeelezioni regionali e nazio-nali da poter sottoporre aivari organi decisionali. Andiamo avanti, comeArea Democratica, percercare di sostenere unpartito che in certi mo-menti sembra agoniz-zante. L’auspicio è che anchequesta volta il presidenteBerlusconi, seppur contutte le riserve del caso,possa trovare la soluzionea un declino che chi stadirigendo il Pdl, sia livelloregionale che nazionale,non è riuscito a scongiu-rare. Non siamo convintiche votare il 3 e il 4 feb-braio 2013, in un climacosì complesso e confuso,rappresenti una solu-zione. Il rischio è quello diessere trascinati ancorauna volta nel qualunqui-smo e soprattutto di ve-dere tanti cittadiniscegliere per il non voto oper il voto di protesta. In-vece, mai come in questomomento, ci sarebbe bi-sogno di un governo poli-tico stabile, sia per laregione Lazio che per ilnostro Paese, che sappia,forte del consenso dei cit-tadini, portare fuori l’Italiadalle secche in cui si èarenata.

Pessimismo

tra i commercianti di Roma

e provincia

L3

la città dei castelli

Nell’anno in cui la pressione fi-scale da parte del governo cen-trale è stata tra le più alte di

tutti i tempi, il comune di Albano La-ziale ha deciso di fare la sua parte peraggravare la già difficile situazione deisuoi cittadini.In questi giorni stanno arrivando nellenostre case le bollette dei rifiuti solidiurbani, maggiorate del 10%, il saldodell’IMU, con le aliquote tra le più altedei comuni dei Castelli Romani e, nonultimo, c’è pure l’aggravio dei buonimensa scolastici, aumentati di circa 1euro al giorno, per le famiglie chehanno un figlio a pranzo a scuola. Ana-lizziamo i tre balzelli singolarmente. LaTARSU è aumentata di circa il 10% sututte le bollette di Albano, non tenendoconto che in questo incremento non èstato considerato l’aggravio di costoderivante dalla raccolta differenziata,che se mai inizierà il prossimo anno,per la metodologia di raccolta scelta,comporterà un aumento della tariffa diun ulteriore trenta per cento sullatassa imposta oggi. La domanda

sorge spontanea: non si può prevedereuna forma diversa di conferimento deirifiuti dalla raccolta “ porta a porta”,come in alcuni Comuni vicini, dove conuna differenziazione a valle del “talquale”, hanno risparmiato in bollettaun 10% dalla tassazione imposta per il2011?L’aumento dei buoni pasto è stato tra-sferito per intero dalle casse comunaliai portafogli dei cittadini, che semprepiù vedono tassato il proprio reddito enucleo familiare. La decisione comporta un incrementodi spesa di circa 200 euro l’anno a fi-glio per chi usufruisce delle mensescolastiche negli istituti scolastici di Al-bano. Tutto questo è stato realizzato dall’Am-ministrazione Marini, che in Giunta hadeliberato della fasce ISEE così basseche i cittadini non possono ottenere,se non molto raramente, sgravi oesenzioni di pagamento sull’acquistodei buoni. Le aliquote IMU, previste al 4.9 % perla prima casa e al 10.6 % per la se-conda, daranno il colpo di grazia allenostre tredicesime, tenuto conto dellarivalutazione del 65% delle già alte ren-dite catastali attribuite agli immobili sitinelle nostre zone.

È necessario tutto ciò per tenere inlinea i conti del Comune di Albano La-ziale? A questa domanda gli ammini-stratori di Albano risponderebbero disi, ma io non la penso in questo modo. Con circa 5 mesi di ritardo dalla sca-denza definita per legge, la maggio-ranza Marini ha approvato a

novembre il Bilancio Consuntivo 2011con un avanzo di Amministrazione dicirca 1 milione e seicento mila euro;se a questo si aggiungono circa un mi-lione e ottocento mila euro messi nelFondo rischi vari, nel 2011 non ab-biamo speso quasi tre milioni e mezzodell’incassato. Dopo tutti questi au-menti della TARSU, dell’IMU e deibuoni pasto, come chiuderemo il pros-simo consuntivo 2012? Crescerà il va-lore assoluto di questo tesoretto, cosìcome ha definito l’avanzo di ammini-strazione il consigliere comunale Mat-tei in Consiglio? Se così fosse, perché invece di crearequesti enormi avanzi non si pensa adaliquote di tassazione più umane per inostri concittadini? Magari avere un milione in meno diavanzo potrebbe significare un puntoin meno di IMU, prelevato forzosa-mente dai nostri conti. Lascio questi spunti di riflessione ai let-tori del giornale e agli amministratoridel nostro Comune che magari facen-doli propri riusciranno a far vivere piùserenamente queste festività nataliziea noi tutti, costretti a pensare alle tre-dicesime come a una partita di giro trale nostre tasche e le amministrazionicentrali e locali.

di Fabio Ginestra

Rilanciare l’econo-mia e creare postidi lavoro attra-

verso il turismo. È la proposta che rivolgoagli imprenditori, ai com-mercianti, ai cittadini, maanche alle istituzioni, perfar crescere i nostri terri-tori. I Castelli Romani sono unpatrimonio unico che vatutelato e valorizzato, ap-profittando anche dellavicinanza con Roma, dasempre meta di turistiche arrivano da tutto ilmondo. La mia idea è quella dicreare dei consorzi pri-vati che possano realiz-zare progetti seriproponendo un pac-chetto di visite e itinerarinei Castelli. Abbiamo la fortuna diavere nelle nostre zoneboschi e percorsi natura-

listici di grande pregio, diavere due laghi, quello diAlbano e quello di Nemi,che offrono vedute mera-vigliose, di avere monu-menti di alto valore,reperti archeologici pre-ziosissimi, senza dimen-ticare Castel Gandolfo, ilpaese che ospita la resi-denza estiva del Papa. Si potrebbe creare un cir-cuito museale, mettere asistema come già accadein altre capitali europee

le ricchezze che posse-diamo. Non solo: il rilancio po-trebbe avvenire anchecon la valorizzazione deiprodotti tipici locali che,pur essendo apprezzatiin tutto il mondo, spessolocalmente non hanno ilgiusto riconoscimento. Piuttosto che togliere ul-teriormente soldi dalletasche dei cittadini contasse e balzelli, i Co-muni potrebbero inter-

venire investendo suquesto settore, riqualifi-cando laddove necessa-rio le bellezze dei nostriterritori e mantenendofruibili i siti già rivalutati. In questo modo pos-siamo anche scongiu-rare il rischio di essereinglobati da Roma edalla Città Metropoli-tana. A oggi non sono mancatiesperimenti in talsenso, tutti falliti acausa delle logiche dispartizione dei partiti edel campanilismo tra ipaesi. È arrivato il momento dimettere da parte i “car-rozzoni” inutili, come leaziende partecipate delsettore nate e morte nelpassato a causa dellamiopia di una certaclasse dirigente. Ed è probabilmente arri-vato il momento di com-prendere pure che gliinvestimenti non pos-sono essere fatti solo at-traverso la nuovaedificazione. È ora di pensare al recu-pero e al riuso del patri-

monio edilizio esistente. Oggi più che mai è ne-cessario valorizzare perrilanciare, utilizzando lastoria e il passato per in-vestire sul futuro. Per andare sul concretoritengo che gli Enti localidovrebbero agevolare lacostituzione di soggettiassociativi, soprattuttocooperative di giovani,che si occupino di pro-

muovere i siti storici earcheologici, ambientalie del turismo legato al-l’agricoltura. Si creerebbero, in talmodo, centinaia di postidi lavoro e si rilance-rebbe l’economia locale,oggi in grande difficoltàper la crisi che strozzacentinaia di famiglie epiccole imprese locali.

di GiovambattistaCascella

Coordinatore di AD

dei Castelli Romani

L4

alBaNO laZiale

"Con la convocazione diquesto Consiglio comu-nale, abbiamo ottenuto ilrisultato di risvegliare l'at-tenzione di un'ammini-strazione distratta suigravi problemi che afflig-gono i lavoratori dell'Alba-for. Durante il dibattito siè fatta chiarezza sullecause del disastro econo-mico-finanziario che hacolpito la società". Così ilconsigliere comunale delPdl Marco Mattei, dopo ildibattito in aula a PalazzoSavelli. Carte alla manol’ex sindaco di Albano La-ziale ha dimostrato diaver lasciato una societàsana e con un bilancio inpareggio, con un finanzia-mento annuo da partedella Provincia e della Re-gione che aveva oscillatonegli ultimi anni del suomandato intorno ai 9 mi-lioni di euro. Sempre conil supporto dei docu-menti, Mattei ha certifi-cato al Consiglio che dal2010 in poi c'è stato untracollo dei finanziamentidi circa 4 milioni, dovuto,a suo avviso, all'incapa-cità del management so-cietario, che ha portatol'Albafor alla liquidazione.

Dopo l’intervento in auladel commissario liquida-tore, Massimo Bareato,che ha illustrato il pianomesso a punto per un ri-lancio concreto della so-cietà, l'opposizione tutta,forte della propria azionepolitica, ha voluto comun-

que trovare un accordocon la maggioranza su untesto condiviso da votarein consiglio.Il documento approvatorecita così: “Il ConsiglioComunale di Albano,vista la grave situazioneeconomico-finanziariadella società Albafor in li-quidazione; preso atto diquanto affermato dal li-quidatore in merito agliinterventi contenuti nelpiano economico finan-ziario nonché nel piano dipianificazione commer-ciale per il quinquennio2012-2017, approvatonell’Assemblea dei Soci

del 21 ottobre 2012 che,come riferito dal liquida-tore, non prevede licen-ziamenti di personale;considerato che la so-cietà, pur con capitaleallo stato attuale azze-rato, rimane un patrimo-nio dell’ente comunale e

riveste carattere di inte-resse generale, per gliimportanti riflessi sulpiano sociale e formativo,chiede la salvaguardiadelle attività formative at-traverso soluzioni a ca-rattere sovra comunalecon il coinvolgimentodella Regione Lazio edella futura Città Metro-politana di Roma, al finedi giungere alla crea-zione dell’Agenzia Forma-tiva Regionale. Impegnainoltre l’Amministrazionea trovare concrete solu-zioni per salvaguardare ilmantenimento del valoreeconomico e professio-

nale della società stessa,fermo restando i criteri dilegittimità ed economi-cità”. Marco Mattei ha quindisostenuto che “si tratta diun gesto responsabileche, come forze di oppo-sizione, abbiamo volutofare per coinvolgere tuttoil Consiglio nel trovareuna soluzione definitiva,ai problemi dei lavoratoridell'Albafor e della so-cietà stessa."Solo due i consiglieri chesi sono astenuti. "Come ho detto in aula -ha spiegato ancora l’exprimo cittadino - negli ul-timi due anni, nonostanteavessi l’incarico di asses-sore regionale all’Am-biente e allo SviluppoSostenibile - non ho maismesso di cercare solu-zioni ai problemi che mivenivano posti dai rap-presentanti della societàe dal Comune e credoche in questo Consigliocomunale sia stata fattachiarezza anche sulle re-sponsabilità del disastroodierno." "In ogni caso –ha concluso - mi riterròsoddisfatto solo il giornoin cui la Regione Lazio

istituirà, come previstodalla legge, l'Agenzia For-mativa Regionale, dandostabilità lavorativa ai di-pendenti e certezze aigiovani e alle famiglie delterritorio che vedononella formazione un'op-portunità per l'accesso almondo del lavoro”.Numerosi dipendenti del-l’Albafor hanno ascoltatoin aula il dibattito, iniziatola mattina e terminato amezzanotte. Da tempo,infatti, mancano per lorocertezze e prospettive,senza contare che da lu-

glio non percepiscono lostipendio. “Non si puògiocare in questa aula –aveva ammonito Matteidurante i lavori - forse laProvincia risolverà il pro-blema attuale degli sti-pendi provvedendo aerogare in tempi rapidi lesomme dovute alla so-cietà. Tutto possiamo per-metterci tranne ilfallimento dell’Albafor. Daquesto Comune fino aoggi è arrivato ben poco,ma le soluzioni ci sono,basta saperle individuaree applicare”.

Un'amministrazione comu-nale lontana dai bisognireali dei cittadini. Questo il

quadro che delinea il consiglieredel Pdl, Romeo Giorgi, in una in-tervista rilasciata al nostro perio-dico e nella quale, oltre asottolineare i problemi che de-vono affrontare i cittadini, si sof-ferma sulle prospettive politichelocali e nazionali.

Consigliere Giorgi, cos'è che nonva nell'amministrazione Marini?"Farei prima a risponderLe sucosa va. Cioè pressochè nulla, acominciare dai servizi sociali e aquelli a domanda individuale. Inquasi trenta mesi di amministra-zione il centrosinistra è riuscito adistruggere tutto ciò che in diecianni con Marco Mattei, alla guidadella città, eravamo riusciti, fati-cosamente a costruire. Oggi assi-stiamo impotenti allosmantellamento progressivo ditutto il sistema di protezione so-ciale che garantiva alle fasce piùdeboli una decorosa e sufficienterete di assistenza. E questo nonvale solo per i servizi sociali, maanche per il sistema dei trasporti,della sanità, del lavoro.Basta pensare alla vicenda Alba-for e alla cronica mancanza di

idee per lo sviluppo e per il futurodei nostri ragazzi.

Ma viviamo in tempi di crisi.È vero. La crisi c'è e morde pesan-temente le famiglie, i giovani e ledonne. Ma non può essere l'alibiper un sindaco e un'amministra-zione che hanno sbandierato aiquattro venti la volontà di stareaccanto alle esigenze dei citta-dini.

Cosa rimprovera?Rimprovero a Marini e alla suaGiunta di aver presentato un ren-diconto finanziario all'attivo, perquasi un milione di euro, e di averaumentato la tassa sui rifiuti,l'Imu, i costi della mensa scola-stica. Quel milione di euro poteva e do-veva essere impiegato per alleg-gerire la pressione fiscale oquantomeno migliorare i servizi el'assistenza ai soggetti più deboli,andando incontro alle famigliemonoreddito o a quelle che il red-dito l'hanno perso. I lavoratori Al-bafor non percepiscono lostipendio da sei mesi e vivonouna condizione di estremo disa-gio, al pari di tanti altri che acausa della crisi hanno perso ilposto di lavoro o vivono, si fa per

dire, con il sussidio della cassaintegrazione. Sono i nuovi poveriche Marini e la sinistra, al go-verno della città, fanno finta dinon vedere.

La sua ricetta?Io non ho ricette miracolose. Sosolo che questa amministrazionenon rappresenta più la nostra co-munità. Ciò nonostante chie-diamo una più ampiapartecipazione alla gestione dellacosa pubblica. Confrontiamoci al-l'interno del Consiglio e con i citta-dini per affrontare le emergenze dioggi, senza schieramenti preco-stituiti e senza demagogie. Così facendo potremmo ridaresperanza e fiducia nella politica,alla nostra comunità.

A proposito di politica, come vivela crisi del Pdl?Il progetto del Pdl ha dimostratodi non poter funzionare. Troppe levisioni divergenti tra gli ex-forzistie gli ex-An. Oggi è necessario re-cuperare i valori fondanti che nellontano ‘94, hanno portato allanascita di Forza Italia. È per questo che ho aderito al Co-mitato promotore per la rinascitadi Forza Italia.

Francesco Natile

Tutto possiamo

permetterci tranne il fallimento

dell’Albafor

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Dopo i lunghi disagi pa-titi dai genzanesi acausa della presenza

di arsenico nelle acque pub-bliche, sembra che la situa-zione stia finalmente permigliorare.Solo un ultimo pozzo, situatoin località “La Villa”, rimaneancora con concentrazionisuperiori ai limiti di leggema, attraverso l'utilizzo di unimpianto di sollevamento, leacque del Simbrivio sarannousate per miscelare quelledel pozzo facendo in modoche diluiscano la presenzadelle sostanze nocive di-sciolte.“Entro il 31 Dicembre non cisaranno più problemi di po-tabilità in tutti i pozzi citta-dini”, la promessa delsindaco Gabbarini durantel’ultimo Consiglio Comunaleannunciando anche l'immi-nente realizzazione di un im-pianto di dearsenificazioneoltre a quello di solleva-mento.Ci avrebbe fatto piacere sa-pere che valore, inteso come

giorni, dare alla parola immi-nente, ma non ci lamen-tiamo di certo quando unagrave minaccia alla salutedei cittadini sta per esserescongiurata. Sarà stata l'at-mosfera pre-natalizia ma ilSindaco ha regalato alla cit-tadinanza altre due pro-messe che mirano a rendereefficiente quello che, fino adora, è stato solo un enormespreco di denaro pubblico ealla risoluzione di un disagioal quale i genzanesi avevanooramai fatto il callo.La prima riguarda l'attiva-zione, entro la metà del2013, del depuratore realiz-zato nel 2006 in zona Landi- e mai entrato in funzione -che versa ormai in condizioni

di totale degrado e abban-dono in quanto invaso dallavegetazione; la seconda pro-messa è quella di risolvere,una volta per tutte, le giorna-liere interruzioni del servizioidrico sia nelle frazioni deiLandi - Colli di Cicerone chenel centro cittadino, frequen-tissime durante il periodoestivo. La speranza di tutti icittadini è che queste pro-messe non restino ancorauna volta parole al vento mache si realizzino le opere conefficacia e soprattutto intempi brevi. Il nodo sul fazzo-letto è stato fatto: non man-cheremo di aggiornarvi sulmantenimento degli impegniassunti dall'Amministra-zione.

Ad Ariccia in questigiorni è ancoraguerra di manifesti

e volantini con reciprocheaccuse su cementifica-zioni e giravolte politiche.Probabilmente l’ attesaper la sentenza del Con-siglio di Stato, previstaper il 14 dicembre, sta in-nervosendo le diverse ti-foserie in campo. In tuttoquesto proliferare di at-tacchi, a volte anche per-sonali, manca peròtotalmente una propostaper la città e sono costan-temente dimenticati i cit-tadini e le loro esigenze. Il Comune di Ariccia viveuna situazione econo-mica abbastanza seriacon un bilancio che faacqua da tutte le parti:questo ha comportatonegli ultimi anni aumenti

delle tariffe e delle tassecomunali (TIA, IRPEF,IMU, ecc.) senza che sisia proceduto a una seriarivisitazione della spesapubblica e a una reale va-lorizzazione del patrimo-nio immobiliare ancheattraverso una dismis-sione di immobili nonstrategici per la città. Inun momento come que-sto di crisi economica permolte famiglie il Comuneavrebbe dovuto limitareal massimo il prelievo acarico dei cittadini limi-tando le proprie spese at-traverso la cosiddettaspending review, con l’az-zeramento delle consu-lenze esterne e con unamaggiore valorizzazionedelle risorse umane in-terne all’ente, con una ra-zionalizzazione degli

acquisti, con la collabora-zione con altri Comuniper una gestione unitariadi alcuni servizi con con-seguente abbattimentodelle spese per singoloente, con una gestioneimprenditoriale delle far-macie comunali attra-verso le quali aumentarele entrate per il Comune. Crediamo, infatti, cheanche un piccolo entecome il Comune di Aricciapossa dare il proprio con-tributo per una crescitaeconomica e quindi occu-pazionale attraverso mol-teplici strumenti, quali unserio piano del commer-cio con iniziative per valo-rizzare i nostri prodottitipici, la messa a puntodel piano regolatore ge-nerale atteso da troppianni che preveda una

zona artigianale e dia lapossibilità a tante giovanicoppie di potersi com-prare una casa a prezziconcordati attraversozone 167.

È inoltre necessario in-centivare iniziative di pro-mozione esensibilizzazione delleproduzioni tipiche dellacampagna Ariccina con i

ben noti ortaggi di vallericcia, con il vino, l’olio ela frutta; è opportuno av-vicinare i giovani all’ im-prenditoria agricola. Molto può essere fattodal Comune per prenderedi petto questa crisi eco-nomica, ma alcune forzepolitiche, in questo mo-mento, invece di proporreidee e soluzioni pensanosia meglio spendere soldiper manifesti e volantiniche non hanno nulla incomune con la politicadel fare ma molto con lapolitica del fango, unapolitica, quest’ultima, chesempre più allontana icittadini e continua ad ali-mentare un sentimentodi anticasta e di allonta-namento dagli uominiche rappresentano le isti-tuzioni.

la città dei castelli

GenzanoGabbarini promette: “Pozzi potabili entro

la fine dell’anno”

Lanuvio. Montebovi, continua lo stato

di agitazione

Fortini: “Basta fango, si tornialla politica del fare”

Non accenna a placarsi loscontro tra l'azienda e gliottantanove lavoratori

della Montebovi di Lanuviodopo l'annuncio, da parte dellanuova proprietà, della riduzionedel 30% della forza lavoro.L'azienda alimentare, specializ-zata nella produzione di pro-dotti da forno tipici italiani, acausa del grave indebitamentosubito negli ultimi anni (le stimeparlano di oltre 12 milioni dieuro) è stata ceduta dalla vec-chia proprietà al consorzio Puli-system di Aprilia che, “a motivodi sopravvenute esigenze di so-pravvivenza aziendale e allagravissima sofferenza finanzia-ria che non rendono più soste-nibile l'assetto organizzativo”,

ha consegnato lettere di licen-ziamento a 21 dipendenti eprovveduto all'affitto di alcunirapporti di lavoro ad un'altra so-cietà. A seguito degli scioperi che sisono susseguiti dopo questedecisioni, l'azienda ha sostituitogli scioperanti con manodoperaesterna e minacciato il bloccodella produzione con le conse-

guenze immaginabili per tutti ilavoratori dello stabilimento. Forte è il coinvolgimento nellavicenda delle sigle sindacali edell'Amministrazione Comunalealla quale spetta una difficilemediazione tra la tutela dellacompetitività dell'azienda, cheda oltre un ventennio contribui-sce all'occupazione e allo svi-luppo della cittadinacastellana, e la preservazionedel posto di lavoro della mano-dopera coinvolta. Nei prossimi giorni sono pro-grammati incontri nella sedecomunale tra i rappresentantidell'azienda e dei sindacati, iquali chiedono di concordareun piano aziendale che punti alrilancio delle attività.

Sono previsti presidi e protestenel centro di Lanuvio e davantial Comune in occasione di que-sti incontri. Nel manifestare so-lidarietà ai lavoratori e alle lorofamiglie ci auguriamo chepossa essere presto indivi-duata una soluzione, e che ladifficile congiuntura economicache ha condotto a questa soffe-renza passi al più presto.

di Andrea GirvasiAD di Genzano

Grazie ai contatti atti-vati nel corso delleattività di forma-

zione, il servizio Educazioneambientale e Promozionedel Parco dei Castelli Ro-mani ha ottenuto un finan-ziamento, finalizzato alrecupero ambientale di sitidi particolare pregio, perl’annualità 2012 da DHLGlobal Forwarding Italy,azienda che si occupa ditrasporti internazionali e in-tercontinentali via aerea evia mare.“Essere stati scelti comedestinatari della donazioneè un ulteriore riconosci-mento al Parco per l’eccel-lente lavoro svolto fino adoggi- commenta il commis-sario straordinario, MatteoMauro Orciuoli. “Utilizzeremo questi fondi

per bonificare alcuni dei sitipiù compromessi dell’areaprotetta. In tempi di forte revisionedella spesa pubblica, il con-tributo dei privati diventaessenziale per portareavanti progetti di tutela delpatrimonio ambientale deiCastelli Romani, soprat-tutto quelli non stretta-mente di competenzaistituzionale, come la boni-fica dei rifiuti, per le quali ilParco non dispone di ri-sorse finanziarie dedicate. Auspico - conclude Orciuoli- che l’esempio di DHL Glo-bal Forwarding, cui va ilmio personale ringrazia-mento, venga seguitoanche da altre aziende pri-vate: azioni di questo tipoassumono maggior rilievovalore soprattutto nell’at-

tuale contesto economicocaratterizzato da una con-giuntura a dir poco sfavore-vole, sia per i privati che perle Istituzioni”.“Per DHL Global Forwar-ding è un grande onorecontribuire a questo impor-tante progetto di riqualifica-zione ambientale”, haosservato Giuseppe Fio-rani, Managing Directordella società.“Già da alcuni anni la no-stra azienda destina fondial recupero ambientale ealla valorizzazione del patri-monio naturalistico ita-liano. La sostenibilità ambientaleè parte integrante dellastrategia di Deutsche PostDHL: il Gruppo ha infatti av-viato un programma glo-bale per la riduzione del

proprio impatto ambien-tale, chiamato GoGreen,fissando obiettivi chiari diabbattimento delle proprieemissioni di anidride carbo-nica. Il progetto di recupero delParco dei Castelli Romani

ben si coniuga con il pro-

gramma GoGreen: identità

di obiettivi e sinergie sono

fondamentali per la riquali-

ficazione ed il recupero di

aree di particolare pregio

ambientale”.

la città dei castelli

L7GoGreen: Dhl premia

il Parco dei Castelli Romani

Cara direttrice, è di questi giorni la notizia cheRenata Polverini intende rican-didarsi alla Presidenza dellaRegione Lazio.Ma con quale faccia tostapensa di farlo davanti ai citta-dini del Lazio e agli elettori dicentrodestra?Due anni e mezzo fa avevamodato fiducia e speranza nellesue capacità di governo, ma cel’ha data da bere a tutti quanti.Un disastro del genere non sel’aspettava nessuno. Ha di-strutto un partito (il Pdl) e hagettato un’intera regione nelcaos politico e amministrativo.Ma la cosa più grave è che al-cuni esponenti del Pdl gli vannoancora dietro.Personalmente non la voteròmai più, a costo di cedere allatentazione dell’astensionismo.Luigi Coppi

Caro Luigi,la Sua delusione è anche la no-stra. Non vogliamo ripercorrerela storia di questi ultimi mesi, nèricordare ai nostri lettori daquale episodio è scaturito iltutto.Dopo le vicende dei Fiorito e deiMaruccio che hanno destabiliz-zato il quadro politico regionale,la condotta, di Renata Polveriniha dell’incredibile. Le ultime cronache relative al-l’indizione delle elezioni ne sonoun esempio emblematico.Non vogliamo accanirci sulle vi-cende che hanno riguardato e

che riguardano la sanità, i tra-sporti, il lavoro, le infrastrutture,la sicurezza.Noi crediamo ancora nelle ca-pacità di una classe dirigenteche proviene da esperienze di-rette di amministrazione dellacosa pubblica e che ha dimo-strato capacità e forza di idee,sia pure in un contesto digrande difficoltà.Per quanto riguarda il suo even-tuale non voto, mi permetta: ab-dicare agli altri non è unasoluzione. Il suo voto e quello di tutti i cit-tadini è indispensabile per rin-novare il nostro Paese. Il voto, infatti, oltre a essere undiritto, è un segno di responsa-bilità nei confronti delle genera-zioni future. Dei nostri figli.Quindi vada a votare, magariponendo maggiore attenzione achi darà la Sua preferenza.Cordialmente.

Caro direttore,ciò che sto per rappresentarLeforse per Lei non è una novità.Mi riferisco all’ormai ben notaquestione dei trasporti pubblici,ed in particolare della situa-zione del Cotral (o di quello cherimane) e delle Ferrovie.Siamo ormai alla follia collet-tiva.Ogni mattina e di solito anchealla sera, non sappiamo se il fa-moso autobus blu arriverà o sela corsa è stata cancellata. Nessuno ci avvisa.

Dobbiamo sperare solo chel’autista di turno abbia decisodi andare al lavoro, e quand’an-che riusciamo a prenderlo (ilbus) non sappiamo se arrive-remo a destinazione visti i con-tinui guasti delle vetture. Esperiamo in Dio che il tempo ciaiuti. Che non piova o peggionon nevichi. Roba da terzomondo.Carlo Cittadini

Caro Carlo,comprendo benissimo le Sue ri-mostranze. Il trasporto pub-blico, e in particolare quellogestito dal Cotral, è uno dei pro-blemi che andrebbero affrontatiin maniera seria ed efficace.Paghiamo fior di quattrini a de-cine di dirigenti ma non riu-sciamo ad avere lamanutenzione delle vetture epulizie degne di questo nome. Il risultato è sotto gli occhi ditutti.Alle prossime votazioni teniamopresente anche questo.

Fra pochi mesi i cittadini di Nettuno sa-ranno chiamati alle urne per scegliere ilnuovo Sindaco e rinnovare l’assemblea

consiliare. Un appuntamento importante perla vita della Città e per il suo futuro.Sicurezza, lavoro e infrastrutture saranno itemi sui quali, da qui al prossimo aprile, leforze politiche si confronteranno.Da una parte il centrosinistra che guida attual-mente il governo locale, dall’altra l’opposi-zione, per lo più rappresentata dal centrodestra che attualmente non gode di ottima sa-lute.Sembrerebbe, quindi, che la sinistra abbiabuon gioco per una vittoria, che in molti giu-rano scontata.Eppure, a ben guardare, gli elementi di rifles-sione e di dibattito sono molti.A cominciare dalla sicurezza e dalle infiltra-zioni malavitose nei vari settori dell’economialocale. Nettuno, purtroppo, vanta un primatonon invidiabile. Non passa settimana senzache le cronache registrino arresti e sequestridi elementi di spicco della criminalità organiz-zata. Problema primario, quello della sicu-rezza, ma certamente non unico. L’ambiente,la riqualificazione delle aree degradate, il la-voro, il commercio, l’agricoltura, le infrastrut-ture e la trasparenza amministrativa sono iproblemi irrisolti di una Città che reclama mag-giore attenzione e che la classe politica che siè alternata negli ultimi decenni non ha saputogovernare. È necessario maggiore impegno epassione civile per uscire dalla crisi che stamettendo in ginocchio le attività imprendito-riali e le famiglie. L’attuale dirigenza politica ha già dimostratoincapacità e incoerenza. È opportuna, dun-que, una nuova spinta al rinnovamento, unaspinta che parta dalla società civile.

Nettuno versole elezioni

di Stefano Proietto

Lettere e commenti

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