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Anno XVI n. 73 della nuova serie Taxe perçue Italy Spedizione in a.p. art. 2 20/C legge 622/96, filiale di Trieste c.p.o. via Brigata Casale aprile 2012 in caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto. IL DALMATA Giornale fondato a Zara nel 1865 e soppresso dall’Austria nel 1916 Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo ALLA GIORNATA DELLA CULTURA DALMATA DEL RADUNO DI SAN MARINO OLTRE 60 LIBRI, PUBBLICAZIONI E DVD SULLA DALMAZIA DI IERI E DI OGGI Una minima parte delle pubblicazioni proviene dai nostri ambienti, che però appoggiano e pubblicizzano tutti gli scritti sulla Dalmazia, anche quelli scomodi e contrari agli esuli Presieduta dall’assessore dott. Chiara Motka si è svolta al Best Hotel di San Marino la Giornata della Cultura che or- mai da molto tempo non è cir- coscritta agli autori dalmati ma è aperta a tutte le pubblicazio- ni sulla Dalmazia. Con qual- che mal di pancia di molti esu- li che mal digeriscono le pub- blicazioni che minimizzano la consistenza degli esuli e degli italiani che vivevano nelle ter- re cedute e di quelli che anco- ra oggi vivono nelle comunità italiane di Dalmazia, di Fiume e dell’Istria. Un prezzo da pa- gare per garantire la libertà di stampa ed un approccio ogget- tivo alla nostra storia, non au- toreferenziale e che deve tener conto anche dei contributi di autori critici delle nostre tesi. Se siamo convinti di portare alla cultura italiana, croata ed europea una quota di verità fi- nora poco conosciuta se non addirittura nascosta, non dob- biamo tollerare alcuna censura anche nei confronti di quegli avversari che la censura ha usato contro di noi. Riportia- mo nella seconda parte del giornale le copertine dei libri presentati, complete delle in- dicazioni delle case editrici e del prezzo di vendita (la sigla “a OL” significa a offerta libe- ra). Questi dati si sono rivelati molto utili per quanti abitano in cittadine e villaggi italiani con librerie necessariamente poco fornite e soprattutto per i nostri lettori che abitano all’e- stero e leggono Il Dalmata in forma cartacea o nell’edizione on line sul sito www.dalmaziaeu.it , le cui visite superano da tem- po i lettori dell’edizione stam- pata. Letterario MOSTRA DI MISSONI A MARIBOR, CAPITALE DELLA CULTURA EUROPEA 2012 La città slovena di Maribor è stata scelta quale capitale della cultura europea per l’anno 2012. Le manifestazioni sono state inaugurate da una mostra di Ottavio Missoni che ha riscosso un grande successo, perché i colori e la fantasia del grande artista dalmata hanno colpito i numerosi visita- tori . È stato deciso di trasformare l’esposizione in una mo- stra itinerante che toccherà Capodistria e Ragusa ma, già ora, possiamo anticipare che altre città dalmate hanno chiesto di poterla inserire nei programmi culturali della prossima stagione estiva. Nel prossimo numero la cronaca della mostra a Capodistria UN DALMATA AL COMPIELLO Il prof. Piero Luxardo, docente dell’Università di Padova, è stato eletto Presidente per il biennio 2012-2013 del Premio Campiello, prestigiosa manifestazione sponsorizzata dalla Confindustria. Anche una semplice segnalazione da parte della Giuria formata da illustri scrittori e semplici lettori è particolarmente ambita dagli scrittori italiani per il prestigio che conferisce. Servizio a pag. 7 de’MISTURA E VECCHIATO A TRIESTE IL 12 LUGLIO Notizia in ultima pagina

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Anno XVI n. 73 della nuova serie Taxe perçue Italy Spedizione in a.p. art. 2 20/C legge 622/96, filiale diTrieste c.p.o. via Brigata Casale

aprile 2012 in caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzioneal mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto.

IL DALMATAGiornale fondato a Zara nel 1865 e soppresso dall’Austria nel 1916Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo

ALLA GIORNATA DELLA CULTURA DALMATA DEL RADUNO DI SAN MARINOOLTRE 60 LIBRI, PUBBLICAZIONI E DVDSULLA DALMAZIA DI IERI E DI OGGIUna minima parte delle pubblicazioni proviene dai nostri ambienti, che però appoggianoe pubblicizzano tutti gli scritti sulla Dalmazia, anche quelli scomodi e contrari agli esuli

Presieduta dall’assessore dott.Chiara Motka si è svolta alBest Hotel di San Marino laGiornata della Cultura che or-mai da molto tempo non è cir-coscritta agli autori dalmati maè aperta a tutte le pubblicazio-ni sulla Dalmazia. Con qual-che mal di pancia di molti esu-li che mal digeriscono le pub-blicazioni che minimizzano laconsistenza degli esuli e degliitaliani che vivevano nelle ter-re cedute e di quelli che anco-ra oggi vivono nelle comunitàitaliane di Dalmazia, di Fiumee dell’Istria. Un prezzo da pa-gare per garantire la libertà distampa ed un approccio ogget-tivo alla nostra storia, non au-toreferenziale e che deve tenerconto anche dei contributi diautori critici delle nostre tesi.Se siamo convinti di portarealla cultura italiana, croata edeuropea una quota di verità fi-

nora poco conosciuta se nonaddirittura nascosta, non dob-biamo tollerare alcuna censuraanche nei confronti di quegliavversari che la censura hausato contro di noi. Riportia-mo nella seconda parte delgiornale le copertine dei libripresentati, complete delle in-dicazioni delle case editrici edel prezzo di vendita (la sigla“a OL” significa a offerta libe-ra).Questi dati si sono rivelatimolto utili per quanti abitanoin cittadine e villaggi italianicon librerie necessariamentepoco fornite e soprattutto per inostri lettori che abitano all’e-stero e leggono Il Dalmata informa cartacea o nell’edizioneon line sul sito www.dalmaziaeu.it,le cui visite superano da tem-po i lettori dell’edizione stam-pata.

Letterario

MOSTRA DI MISSONI A MARIBOR, CAPITALEDELLA CULTURA EUROPEA 2012La città slovena di Maribor è stata scelta quale capitaledella cultura europea per l’anno 2012. Le manifestazionisono state inaugurate da una mostra di Ottavio Missoni cheha riscosso un grande successo, perché i colori e la fantasiadel grande artista dalmata hanno colpito i numerosi visita-tori . È stato deciso di trasformare l’esposizione in una mo-stra itinerante che toccherà Capodistria e Ragusa ma, giàora, possiamo anticipare che altre città dalmate hannochiesto di poterla inserire nei programmi culturali dellaprossima stagione estiva.

Nel prossimo numero la cronaca della mostra a Capodistria

UN DALMATA AL COMPIELLO

Il prof. Piero Luxardo, docente dell’Università di Padova, è statoeletto Presidente per il biennio 2012-2013 del Premio Campiello,prestigiosa manifestazione sponsorizzata dalla Confindustria. Ancheuna semplice segnalazione da parte della Giuria formata da illustriscrittori e semplici lettori è particolarmente ambita dagli scrittoriitaliani per il prestigio che conferisce.

Servizio a pag. 7

de’MISTURA E VECCHIATOA TRIESTE IL 12 LUGLIO

Notizia in ultima pagina

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pag. 2 aprile 2012 IL DALMATA

GLIARTISTI ZARATINI DI OGGI SI FANNO ONORE ESPONENDO IN DALMAZIAED IN ITALIA

INTERESSANTEMOSTRA A ROMA SU ZARADI DISEGNI E QUADRI CONTEMPORANEISuccesso del dirigente artistico della Comunità italiana di Zara Adam Marušić ospitatodalla galleria Tondinelli e presentato dal segretario generale della Dante Alessandro Masi

Visibilmente emozionato, epur sempre distinto, il maestroAdam Marušić dopo 16 annidi lontananza dalla scena arti-stica romana e italiana si èpresentato con una serie di di-pinti raffiguranti la “sua” Za-ra. Ha sempre avuto la cittànel cuore, anche nei 20 annitrascorsi a Roma tra il ‘76 e il‘96. prima di trasferirsi defini-tivamente a Zara. Adam hastudiato all’Accademia dellebelle arti di Roma in via Ri-petta, frequentava le galleried’arte famose negli anni ‘70,aggirandosi fra le vie del cen-tro storico, ha assorbito la cul-tura dell’arte rinascimentale ebarocca, fino alla scuola ro-mana. Sulle scalinate di piazzadi Spagna la prima lungachiacchierata con Rina Villani,brillante studentessa di sceno-

Intervento del sen. Lucio Toth con accanto l’ambasciatore ivorianoJoseph Tebah Klak, il critico d’arte Floriana Tondinelli e la Pre-sidente della C.I di Zara Rina Villani

grafia nella sua stessa Accade-mia. Dopo un anno sono giàsposati. Poi per anni AdamMarušic lavora come sceno-grafo arredatore e decoratoreper cinema, televisione e neiteatri di Roma, conoscendo larealtà dello spettacolo, attori eregisti, maestranze e stranipersonaggi. Nelle pause cine-matografiche e teatrali lavoraper varie agenzie pubblicitariecurando grafica e design. Tut-to questo hanno arricchito ilsuo bagaglio culturale e arti-stico. Da più di 10 anni inse-gna nell’istituto d’arte di Zara.

Floriana Tondinelli illustra alle autorità il significato dei dipintiesposti, il loro valore artistico e l’importanza che l’autore assume nelpanorama dei contatti pittorici tra le due sponde dell’Adriatico

Il prosindaco di Zara dott.Dražen Grgurović con il pittoreAdam Marušić

L’ambasciatore della Repubbli-ca di Croazia presso la SantaSede Filip Vučak

IL DALMATADirezione e Redazione

Via dei Giacinti n. 8 - 34135 Triestetel. 040.425118 - fax 040.4260637

Autorizzazione del Tribunale diTrieste n. 972 del 6 novembre 1997

DirettoreRenzo de’ Vidovich

tel. 040.635944 - fax 040.3483946

RedazioneFranco Luxardo, Walter Matulich,

Chiara Motka, Honorè Pitamitz,Adriana Ivanov, Elisabetta Barich, En-rico Focardi, Elio Ricciardi, Gioia Co-

lussi, Tullio Vallery, Vanni Rolli,Giorgio Varisco, Guido Battara,

Giuseppe Salghetti-Drioli,Antonio Concina e Giovanni Grigillo

SegreteriaRachele Denon Poggi

ImmagineMaria Sole de’ Vidovich

CoordinamentoAda Ceccoli Gabrieli

Conto Corrente Postalec/c postale n. 14434344

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Sito Internetwww.dalmaziaeu.it

StampaTipografia Adriatica - Trieste

Iniziativa realizzata con il contributodel Governo italiano

ai sensi della legge 193/2004

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IL DALMATA aprile 2012 pag. 3

AL SEMINARIO DI TRIESTE DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONENON SOLO ESODO, FOIBE E STORIA RECENTEMAANCHE LA NOSTRA BIMILLENARIA CULTURAOltre 130 docenti e dirigenti per far il punto sul contributo delle genti adriatiche allacultura, all’arte, allo sport e alla storia di Roma, di Venezia e dell’Italia. I libri di testo.La necessità di inserire e divalorizzare nella scuola italia-na e nelle università la nostracultura, ha trovato una splen-dida occasione nel Seminarioorganizzato dal Ministero del-l’Istruzione dell’Università edella Ricerca e dalle Associa-zioni degli esuli, finalmenteconcordi(!), nelle giornate del22 e 23 febbraio scorso, ospi-tate nella signorile cornicedell’Hotel Savoia di Trieste.Abbiamo riportato ne Il Dal-mata letterario dell’aprile2011 le nostre tesi sulla neces-sità di ampliare le dolorose te-matiche dell’Esodo e delleFoibe ad un percorso storicolungo 2000 anni per valorizza-re un apporto artistico, lettera-rio, scientifico, culturale esportivo che le terre dell’A-driatico orientale hanno datoalla civiltà italiana e forse an-che a quella europea in misurasicuramente non inferiore aquello di altre regioni italiane.Abbiamo donato a tutti i pre-senti il Catalogo sulla mostra“da Roma a Venezia all’Italiaunità” che costituisce unesempio efficace di comunica-zione diretta, perché si trattadi una pubblicazione sintetica,basata prevalentemente suimmagini molto comunicativeche, meglio di ogni altro mez-zo rendono noti i grandi meri-ti della Dalmazia.Molte di queste tesi sono stateestrapolate dagli Albi d’oro eda altri libri miei e di altri ri-cercatori pubblicati dalla Fon-dazione

Rachele Denon Poggi

Continua a pag. 7

La prof. Donatella Bracali (in foto seduta), unitamente alla dott. Ra-chele Denon Poggi, all’architetto Gianna Duda Marinelli e alladott. Italia Giacca hanno premiato gli studenti di varie scuole ita-liane vincitrici dei premi riservati agli elaborati collettivi sulla“Questione Adriatica”

La dalmata prof. Chiara Motka mentre presiede il Convegno nelquale hanno parlato il prof. Elvio Gaugnini dell’Università di Trie-ste sulla letteratura di Trieste e dell’Adriatico Orientale, il prof. Al-berto Rizzi sull’arte in Istria, Fiume e Dalmazia, il dott. Nicola Bres-si direttore del Museo di scienze naturali di Trieste sugli scienziatigiuliano dalmati e, in particolare, sullo zaratino Giuseppe Muel-ler e lo scrittore Dante Di Ragogna sui nostri atleti e sportivi.

Il prof. Roberto Spazzali ha te-nuto un avvincente prolusionesul tema “La cultura giuliano-dalmata: un ponte europea tratradizioni e innovazione”

Il prof. Fulvio Salimbeni dell’U-niversità ha tenuto un’originalelezione seguita dal pubblico congrande attenzione, sul tema“L’Adriatico, mare che non di-vide, ma unisce”.

Il gen. Silvio Mazzaroli, diret-tore dell’Arena di Pola, ha rap-presentato al Seminario tutte leassociazioni degli esuli.Ha pronunciato un articolatointervento sulla cultura veneto-italiana in Istria, Fiume e Dal-mazia, sull’apporto dato dallenostre terra alla cultura italia-na, alla sua storia bimillenariae ha sottolineato la necessità

che queste fatti siano presentinei testi scolastici e nelle lezionidei docenti, che hanno ascoltatocon grande interesse le richiestedegli esuli. Il grande applausofinale ha dato il segno della con-divisione da parte dei docentinel discorso di Mazzaroli

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pag. 4 aprile 2012 IL DALMATA

MANOVRE NELLA GIUNTA PISAPIA SUL NOME DELLO SCIENZIATO RAGUSEOSI INAUGURI ILMONUMENTOAROGERIUS BOSCOVICHSENZA FORZATURE SUL NOME CHE EGLI STESSO PRECISÒ“Il mio nome si scrive Padre Rogerius Boscovich” protestò il 9 gennaio 1768 il grandescienziato dalmata figlio della Repubblica di Ragusa e docente dell’Università di BreraLa questione di un monumentoa Ruggiero Boscovich a Mila-no risale ad ormai quasi ven-t’anni fa. Era il tempo dellaGiunta Formentini, il leghistache, con i voti della “destra” sifece eleggere Sindaco dellacittà, per passare, alla fine delmandato, con l’allora Pds, evo-luzione del Partito ComunistaItaliano.In quegli anni, la Comunitàcroata di Milano, per iniziativadella Presidente della Federa-zione della Comunità croate inItalia, Snjezana Hefti, offersedi donare alla città una statuadello scienziato dalmata. Sitrattava di una copia, di pro-prietà della stessa Hefti, del-l’opera realizzata dal più im-portante scultore croato, IvanMestrović. Il progetto preve-deva la collocazione del monu-mento a fianco del Planetario,all’interno dei Giardini pubbli-ci di Porta Venezia.Fu predisposto il basamento inmarmo nero dal quale apparveimmediatamente che lo scopodei donatori non era quello direndere omaggio al grande ra-guseo direttore dell’Osservato-rio astronomico di Brera, ma iltentativo di avvalorare la tesidella croaticità dello scienzia-to, fenomeno appropriativo al-lora molto abusato dai conna-zionali della Hefti, volto ad in-serire nella nazionalità croataopere illustri e personaggi fa-mosi totalmente non croati, co-sì come instancabilmente erastato fatto in altre occasioni(da Marko Polo/Marco Polo, aJuraj Matejev Dalmati-nac/Giorgio Orsini, da FranePetrić/Francesco Patrizi aFranjo Biundović/GiovanniFrancesco Biondi, eccetera),tutti di indiscussa nazionalità,lingua e cultura italiana: sulbasamento, infatti, il nome delBoscovich appariva scritto, ol-tre che in italiano ed in latino,

(come lo stesso scienziato ave-va preteso in vita, chiedendofosse corretto il nome storpiatoper errore) anche nella nuovaed inedita forma croata diRuđer Bošković.Insorse la comunità giulianodalmata di Milano e l’opera ri-mase incompiuta, con il solobasamento lasciato in attesa dicompletamento.Nessuna intenzione ostile all’i-dea di onorare il raguseo con lacopia del grande scultore croa-to Mestrović era nell’animodei giuliano dalmati milanesi

che, anzi, avevano ritenuto lu-singhiera la proposta, purchénon fosse avallata, con la scrit-ta del nome improprio, la ine-sistente nazionalità croata delBoscovich, nato a Ragusaquando la città era la quinta re-pubblica marinara italiana, fi-glio di padre serbo, senza alcu-na ascendenza croata, e di ma-dre bergamasca, uomo di cul-tura, lingua, religione, costu-mi e frequentazioni scolasticheitaliane.Le comunità croate, come sisa, sono tenaci. Ma il progetto

rimase incompiuto.Tra il 1997 ed il 2001, nelConsiglio Comunale della cittàdi Milano sedevano due consi-glieri di origine dalmata, en-trambi facenti parte del LiberoComune di Zara in Esilio –Dalmati italiani nel Mondo.Per due volte, in fase di bilan-cio del Comune, esattamentenel 1999 e nel 2000, venne ap-provata l’istallazione di unnuovo monumento nello stessosito. La Giunta stanziò 40mi-lioni di lire per la statua, ma lacosa non trovò realizzazione,nonostante le sollecitazioni deidue Consiglieri comunali diMilano e di Zara.Quello che non era noto aglistessi (e che pochi conosconoancor oggi) è che la Commis-sione Monumenti del Comune,nella seduta n. 12 del23.01.2001, rinviò sine die(leggasi insabbiò) la praticasenza neppure richiedere ilbozzetto del monumento pro-gettato dallo scultore Tamaso,dopo aver preso atto “delle de-licate questioni internazionaliposte all’attenzione dell’Am-ministrazione”. Potenza delladiplomazia croata!La questione è tutt’oggi aperta,ma non può essere escluso chevenga definitivamente risoltadalla Giunta Pisapia, con con-seguenze immaginabili. Visti irisultati dei governi cittadiniprecedenti, non ci resta chesperare che il monumento delMestrović, dono della Federa-zione delle Comunità croate inItalia, venga definitivamenteistallato nel sito all’uopo pre-disposto, con le scritte appro-priate sul basamento, che ri-spettino però la storia, la vo-lontà del Boscovich, le giusteistanze degli esuli dalmati el’onestà intellettuale del Sin-daco Pisapia.

Giovanni Grigillo

Il monumento dello scultore Ivan Meštrović realizzato a Zagabria,la cui copia è stata donata a Milano

La versione slava del nome dello scienziato dalmata posta sul basa-mento a Milano, oggetto delle proteste dei dalmati

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IL DALMATA aprile 2012 pag. 5

Penultimo libro di Milovan Djilas rivela uno scenario razzista ineditoIL PANGERMANESIMO NAZIONALSOCIALISTAANALOGO AL PANSLAVISMO COMUNISTANella riunione del Congresso panslavista di Sofia anche molti atei comunisti baciarono lacroce ortodossa, diventata simbolo del razzismo panslavo, contrapposta alla croce uncinataÈ stato finalmente pubblicatoin Italia un libro chel’Occidente ha volutamenteignorato, benché edito a Belgr-do già nel 1980 da uno scritto-re noto e importante esponentedel Partito Comunista Jugosla-vo, Milovan Djilas in cui ven-gono rivelati alcuni tratti fino-ra del tutto sconosciuti sul pro-gramma politico segreto, manon troppo, posto in atto daStalin, nel quale si ritrovanonon poche somiglianze tra ilnazionalsocialismo di Hitlered il comunismo della Russiasovietica.Scrive Djilas a pag. 458 “Ilcentro dei nostri incontri era ilComitato Panslavo […] l’ideadel panslavismo era antiquatae riguardava l’imperialismozarista. Ma sotto Stalin il si-gnificato degli eventi e dellecose, per non parlare dei con-cetti, era cambiato. Così si da-va per scontato che il Comita-to Panslavo fosse la facciata“antigermanica”del patronatosovietico sui popoli slavi fuoridall’Urss” e più avanti “Stalintoccò molti temi slavi: se glialbanesi avessero una qualcheradice slava […]”.Un episodio che a noi sembrainquietante e che Djilas defini-sce “un fatto curioso” meritadi essere citato “l’esarca [di-

gnitario delle Chiesa ortodossabulgara] passò con la croce inmano da un dignitario all’al-tro. Inebriati dallo spirito na-zionale e slavo, baciarono lacroce anche i membri del C.C.bulgaro [Comitato Centraledel Partito Comunista Bulga-

ro] e poi i generali sovietici,gli orgogliosi ed imbarazzatipolacchi e gli avviliti e docilicechi”.Il libro, denso di considerazionisulla Jugoslavia, che meritanouna trattazione più approfondi-ta sulla Rivista dalmatica, è

molto avaro di notizie sulloscottante argomento al qualel’Autore dedica pochi cenni,come se fosse marginale. Allostato dei fatti, non risulta che inOccidente finora si sia datogran peso alle iniziative pansla-ve di Stalin, georgiano e pertan-to appartenente ad un popoloche slavo non è né biologica-mente né per cultura e lingua,anche se riporta a pag. 520 laseguente riflessione «Stalinespose le sue ragioni per la po-litica “panslava”. “Se gli slavisaranno uniti e solidali, in futu-ro nessuno sarà in grado dimuovere un dito. Quando qual-cuno osservò che i tedeschi nonsarebbero riusciti a riprendersineppure in cinquant’anni, Sta-lin ribatté: “No, si riprende-ranno, e anche molto presto.Fra venti, già quindici anni, sa-ranno di nuovo in piedi. Ancheper questo l’unità degli slavi èimportante”».In buona sostanza, apparechiaro che nella visione del co-munismo panslavo le diatribeideologico assumono un valo-re secondario, perché lo scon-tro vero è tra la “razza” slava ela “razza” tedesca. In ciò il co-munismo sovietico sembra es-sere perfino su posizioni piùarretrate di quelle del nazional-socialismo tedesco, che, purprivilegiando il germanesimo,estendeva a tutta la cosiddettarazza “ariana” il suo progettodi dominio sul mondo.Le radici del neopanslavismo,ai quali si riconnette il Comita-to panslavo del comunismo so-vietico, risalgono al 1848 edal movimento della “Monta-gna bianca di Praga”, per ri-emergere poi, come un fiumecarsico, in vari movimenti na-zionali che, in epoche diverse,attraverseranno molte nazionislave.

Daria Garbin

Casa editrice Leg - Libreria Editrice Goriziana, (novembre 2011)Corso Giuseppe Verdi 67, 34170 Gorizia, € 35.00

PANSLAVISMO E JUGOSLAVISMONell’Enciclopedia Treccani il panslavismo “serve a presentare la razza slava come una raz-za che ha una missione redentrice nel mondo”In Dalmazia sono due i movimenti che si richiamano a queste impostazioni. Il primo è“l’Illirismo” di Ljudevit Gaj che tentò di far passare per slave le antiche popolazioni illiri-che e, in tempi più recenti lo “jugoslavismo” cioè il movimento che riunì gli Slavi del sud eche verrà utilizzato da Francia, Stati Uniti e Inghilterra per bloccare l’espansionismo ver-so l’Est dell’Italia, che aveva dimostrato tutta la sua potenzialità e vigore nella guerra 1915-1918. Le due sanguinosissime guerre civili jugoslave del 1942-45 e quella più recente del1991 dimostrarono che il collante panslavo non bastava ai vari popoli, forzatamente as-semblati prima nel Regno di Jugoslavia e poi nella Repubblica Federativa Socialista Jugos-lava, per rimanere uniti.

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pag. 6 aprile 2012 IL DALMATA

A P P U N T I Z A R A T I N I dell’estate 2011Calcare strade, piazze, rive diZara, dopo tre stagioni, mi ri-piomba in dimensioni che sonoaffatto desuete nel lembo diVal Padana che ha accolto edove spendo la più parte deimiei giorni.Nelle estati zaratine, io non sose altri lo avverta, cielo, mare,terra predispongono all’accet-tazione gioiosa d’ogni alba cheil buon Dio manda sulla Terra.Albe che io vedo spuntare, at-traverso le fessure delle fine-stre della stanza da letto, dadeclivi e crinali intorno a Pia-stre/Ploce.Levità della vita, in una parola,che s’impadronisce dell’esse-re.E che induce, quasi ogni dì, adinforcare la bicicletta, mezzodi trasporto utile nel caoticotraffico cittadino, per esplorarerioni e frazioni e rinverdire vi-sioni che empirono gli occhinell’ “ età fiorita / come ungiorno di allegrezza pieno”.Le viuzze di Ceraria e Barca-gno hanno rappresentato, nellafanciullezza, universo assaipoco indagato. V’era nato ilnonno paterno, in famiglia dicontadini e barcaioli. Attirava-no lo squero, ove nascevanopiccoli bastimenti ed il “boscodei pini”, coi suoi silenzisquarciati dal mormorio dellechiare acque del ruscello chelo solca. Ci passavo coi genito-ri, per recarmi in pellegrinag-gio a Bellafusa, nell’anniver-sario della Festa della Madon-na Grande, il 15 agosto d’ognianno. Ripercorro oggi, incu-riosito, gli antichi viottoli so-pravvissuti ad un’edificazioneche sarebbe azzardato definirearmoniosa.M’immetto nella litoranea del-la Val di Bora e, giunto sullasommità dell’erta curva,m’inoltro invariabilmente a si-nistra, verso Barcagno e laFabbrica Luxardo. Il palazzo

principale, con la sua impo-nenza, domina ancora il porto.Mi fermo e guardo: parla dasolo d’antichi splendori ed’indefiniti destini. Un turbi-nio di pensieri assale. Mio pa-dre trascorse più lustri nellafabbrica: un’ara per lui. Agliinizi degli anni ’30, soleva ri-petere, ottenne un congruoprestito aziendale, col quale ri-uscì a sistemare il focolare diBorgo Erizzo. Circostanza maidimenticata e di cui, in fami-glia, si tramanda il ricordo. IlSignor Piero, uno dei fratelli,più degli altri addentro alla ge-stione aziendale, rappresenta-va figura mitica di imprendito-re. E non solo agli occhi delgenitore. A Ceraria, Puntami-ca, Casali, Borgo Erizzo, tantele impagliatrici di bottiglie chene serbarono grata memoria:con l’umile lavoro, sfamaronobocche numerose nelle rispet-tive famiglie.Ritorno sui propri passi e, ra-sentando il “bosco dei pini”,lato ovest, imbocco la lungacarreggiata che, inerpicandosidolcemente, conduce a Bocca-gnazzo. Nelle aree adiacentisono sorti popolosi, moderni,quartieri. Stento a credere chesiano pertinenza del nucleo cit-tadino, sia pur allargato. In unazona posta a destra della car-reggiata, superato il bivio diBellafusa, esattamente in viaKornatski Prilaz n. 9 ( Accessoalle Incoronate n.9), sorgerà,ho appreso, la sede del nuovo,istituendo asilo italiano. Spiaz-zo aprico, panorama mozzafia-to sul Canale di Zara, ricca ve-getazione mediterranea a cor-redare la villetta. Sconvolge laprospettiva che l’italica favellatornerà a risuonare dopo de-cenni, sommessamente, neigiardini e nelle stanze di luogopubblico destinato a dimoragiornaliera di teneri virgulti.S’era persa la speranza che

germogli lessicali italiani,spenti, potessero rifiorire.Svolto in direzione Est, versoCasali/Stani. Frazione ovenacque mia madre, famigliaDuiella, quarta di undici figli.Riesploro cortile, orto, casa adun piano del nonno Tonci, se-rioso impiegato dell’Archiviodi Stato ed ex-sergente del-l’Imperial Regio Esercito Au-stro-Ungarico. Da bambino, enei giorni festivi, obbligatoriaera la visita all’austero avo e,quindi, un rito le sortite a Ca-sali. Il suo portamento ed ilsuo atteggiamento, solenni,quasi burberi, erano controbi-lanciati dall’indulgenza, dalladolcezza, dall’amorevolezzadella nonna Marizza, protesa acontentare ogni desiderio e ca-priccio dello stuolo di nipoti.Tornano in mente le arrampi-cate sulle piante delle more(gelsi) e su quella delle “fanfa-rigole”, nel vasto orto-cortile;e l’insistenza nel mirare dalterrazzo, col cannocchiale sot-tratto proditoriamente allo zioPino, la città che si adagiavasul Canale, in lontananza.Sovviene che anche parecchiabitanti di Casali lavoraronoalle dipendenze della FabbricaLuxardo, venendone beneficatie che il Signor Piero fu vistoda queste parti, nel novembre1944, prima che se ne perdesseogni traccia.Sfreccio con la bici, in discesa,verso l’ex-caserma “Cadorna”ed in un baleno mi ritrovo inVal de’Ghisi, al quadrivio “Relja”. Il tratto di strada, da in-fante, pareva lunghissimo e lopercorrevo, esausto e assonna-to, in groppa al papà, faticosorivelandosi il rientro serale,con le proprie gambe, a BorgoErizzo.Devio a destra e continuo a pe-dalare in direzione della RivaVecia, del porto. Hanno dasempre sedotto piroscafi, mo-

tonavi, trabaccoli, natanti ingenere. Gironzolo sulla ban-china, su e giù, guardandomiattorno. Nel 1955 furono ripri-stinate, per la prima volta neldopoguerra, le linee marittimepasseggeri con l’Italia. Da Ve-nezia salpava il “Barletta”dell’ “Adriatica”. Indescrivibi-le l’intensità delle emozioniche pervadevano, allorché lanave entrava nel porto, ormeg-giando, per l’appunto, in RivaVecia. Sul fumaiolo era scolpi-to un possente Leone Marcia-no, in poppa garriva il Tricolo-re. Io cominciavo a fremere ilgiorno prima del suo annuncia-to approdo. Correvo ansimantedalla periferia in direzione delporto, vi stazionavo per ore, inattesa di intravedere all’oriz-zonte il pennacchio di fumoche ne anticipava la bianco-giallastra sagoma. Ammiraregli Ufficiali passeggiare sulponte di comando, compìtinelle loro bianche, eleganti di-vise; osservare il lavoro deimarinai, sentirli darsi di vocenella favella che mi era fami-liare; proferire qualche scarnaparola con quello di guardia aterra: “…lingua mortal non di-ce / quel che io sentiva in se-no”.Giro il film di queste immagi-ni, mentre osservo, attraccatoall’ex-Riva Derna, il traghetto“ Zadar” della Compagnia “Ja-drolinija”, che collega quasigiornalmente Zara ad Anconae del quale mi servo, da anni,per attraversare l’Adriatico.Non sono più così lontani leMarche, l‘Emilia-Romagna, lePuglie, l’Abruzzo, il Veneto.Quanto tempo è occorso per-ché le distanze etno-geo-politi-che fossero superate ! Per per-cepire che, negli uomini delledue sponde dell’Adriatico, co-muni sono i caratteri antropo-logici, dovuti alle identiche

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condizioni ambientali nellequali essi vivono. Senza conta-re che aggreganti sono i feno-meni di comunanza culturale,prodotti in loro dagli scambiche per secoli e millenni hannocollegato le due sponde. In-somma, l’Homo Adriaticus delProf. Sante Graciotti. Quello “che ha passato il mare e si ècollocato come trait-d’uniontra le due sponde. Passare ilmare significa passarlo men-talmente, oltrepassarlo, trat-tarlo come un ponte di colle-gamento tra due aree che aspi-rano all’incontro aggregativo”(1). Quasi una doppia patriaper l’Homo Adriaticus, prefi-gura il Graciotti. Deve averlacoltivata in cuor suo, egli sog-giunge, anche Pier AlessandroParavia, una di là e una di quadell’Adriatico : “ Il Paravia haattraversato questo mare ( incircostanze non del tutto felici)e ne ha unito le sponde conuguale riverenza e amore: è unesempio di adriaticità – nelsenso da me auspicato – cheognuno dei nostri due popoli,o almeno ognuno di noi, è in-vitato a seguire” (2).Il Tommaseo, per la verità,aveva già ammonito : “ Né so-lo i sangui si sono commisti, ele glorie e i dolori, le utilità ele speranze compenetratesi;ma scambiaronsi i nomi stessi.Famiglie italiane spente vivo-no nelle slave e alle slave la-sciarono l’eredità delle memo-rie e degli averi; famiglie sla-ve assunsero nomi italiani, tal-ché gli odiatori del nome ita-liano può dirsi che a doppio ti-tolo odiano la patria, rinnega-no se stessi “ (3).Dalla Riva Vecia punto versola Fossa, le Colovare, per ritor-nare alla mia dimora.S’impone, prima, una capatinain Via Borelli, Palazzo Fozza,sede della locale minoranzaitaliana. Ambienti spaziosi, ac-coglienti, aria condizionata.Mi guardo intorno, pochi i so-ci presenti, complice il gran

caldo. Tant’è, piace avere laconsapevolezza chel’istituzione sussista, anche sea supportarne la vitalità sianoconterranei di buona volontàche si possono contare sulledita di una mano. Un sollievoche la tabella identificativa,posta all’ingresso, sotto il vol-to, non sia né imbrattata nédanneggiata. A me servono, illuogo e le persone che vi orbi-tano, da punto di riferimento,da rifugio, quando, girovagan-do per i Quattro Cantoni, ilBorgo, la Calle Larga, la RivaNova, vengo afflitto di tanto intanto da laceranti sensazioni diestraneità.

Walter Matulich

NOTE(1) Sante Graciotti : intervento in oc-casione del convegno tenutosi a Zarail 18 e 19 novembre 2005 per celebra-re i 150 anni della “Biblioteca Comu-nale Paravia”, oggi “ZnanstvenaKnjiznica”.

(2) Vedi nota (1).

(3) N. Tommaseo : “La questione dal-matica nei suoi nuovi aspetti. Osserva-zioni”.

Uno scorcio della sala dell’Hotel Savoia durante il Seminario MIUR sulla “Questione Adriatica”

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50 ANNI DEL PREMIO CAMPIELLOA presiedere il Comitato di gestione Piero Luxardo di originedalmata e triestinaA presiedere il Comitato di gestione del Premio Campiellonel novembre scorso è stato chiamato Piero Luxardo, presi-dente della Luxardo di Torreglia che continua a tenere altoil nome del Maraschino. Era il 1962 quando su iniziativa de-gli industriali veneti nacque il Premio Campiello da un’ideadi Edilio Rusconi e Mario Valeri di Manera: doppia giuriatecnica e popolare che ha reso il Campiello impermeabile adogni condizionamento. Piero fino qualche mese fa, ha inse-gnato Letteratura italiana contemporanea all’Università diPadova pur continuando a far parte del Consiglio di ammi-nistrazione della sua azienda. Il neo presidente non smette lasua duplice veste di imprenditore e letterato. Infatti la suaultima fatica è il volume “Lettere italiane del ‘900”, edito dal-la Cafoscarina: si tratta di un excursus ragionato attraverso igeneri e gli autori del secolo scorso

Continua da pag. 3Rustia Traine, ma i risultatidel Catalogo, pur cosi sempli-ficato, non hanno paragonecon nessuna altra iniziativaeditoriale precedente.E’ un’esperienza che segnalia-mo agli amici fiumani e istria-ni per completare un quadroche deve essere necessaria-mente unitario.La Fondazione sta raccoglien-do gli indirizzi elettronici utili,selezionandoli tra le 130 mi-la(!) e-mail che interessano le

classi scolastiche alle quali se-gnalare i libri di testo che me-glio rappresenteranno, in tuttele materie, la nostra cultura.Abbiamo infatti bisogno diuscire dal ghetto delle nostrecoraggiose ma poco diffusepubblicazioni e confrontarcinel mare aperto della grandecultura scolastica e universita-ria italiana. I Dalmati propor-ranno che questo sial’argomento principale del Se-minario Miur 2013. RDP

S E M I N A R I O M I U R

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INTERVENTO DI STORICI DI ALTO PROFILO ALLA ROCCA DI SAN MARINOL’APPORTO DEI DALMATI ITALIANINEI 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIADopo la prolusione del prof. Davide Rossi, il prof. Claudio Carcereri de’ Prati ha parlatosulla giurisdizione veneta nelle Bocche di Cattaro dal 1400 alla fine della SerenissimaNella prestigiosa sala dellaFondazione Cassa di Rispar-mio della Repubblica dellaRocca di San Marino, gli ami-ci di Coordinamento Adriatico,nel 150mo anniversario, hannocontribuito ad organizzare unatavola rotonda dal titolo “IDalmati e il compimento del-l’Unità d’Italia“.Ha egregiamente introdotto epresieduto i lavori il Prof. Da-vide Rossi dell’Università diTrieste.Il Prof. Avv. Claudio Carce-reri de’ Prati dell’Universitàdegli Studi di Padova, ha rela-zionato sulla Dalmazia del1400 trattando della “Giurisdi-zione d’appello di alcuni colle-gia judicum del Dominio Vene-to sulle cause della città diCattaro” e ricordando comeCattaro, dopo la dedizione aVenezia del 25 luglio 1420, ot-tenne il privilegio di mantene-re i propri statuti con la possi-bilità di appellare le cause colàpronunciate ai collegi di Ro-ma, Bologna, Perugia e Pado-va.La Dott.ssa Laura BarbaraGagliardi dell’Università de-gli Studi di Milano parlando de“La nascita dell’idea unitariae la Dalmazia agli albori del-l’età napoleonica” ha ricorda-to come all’indomani di Cam-poformio (1797) si sia profila-to il progressivo distacco del-l’italianità periferica dal restodel paese. L’esito ultimo verràconsumato solo dopo il secon-do conflitto mondiale conl’esodo delle genti di lingua ecultura italiana, dopo la vitto-ria nella Grande Guerra,l’ultima del Risorgimento, daquelle che erano definite leTerre redente. «Un filo di lun-ga continuità sembra legareCampoformio ad Osimo(1975) segnando il ritiro lentoe graduale della presenza etni-

ca, della cultura, della lingua edella civiltà italiana dalle terreche furono della Serenissima».Il Dott. Giorgio Federico Si-boni della Società StoricaLombarda ha trattato dei “Fer-menti patriottici in Alto Adria-tico. Prospettive storiograficheed interpretative” ricordandoche in Dalmazia dal 1820 al1840 si verificò la nascita e losviluppo di società segrete econfraternite legate all’am-biente delle logge patriotticheitaliane. Rilevante fu la parte-cipazione di dalmati alla Primaguerra d’indipendenza, con ilformarsi di un’intera Legionedalmato-istriana e l’appassio-nata adesione di molti volonta-ri alla difesa della Repubblicadi Venezia e poi della Repub-blica romana. A Venezia nel1848/’49, oltre a Nicolò Tom-maseo (Ministro della Giusti-zia), molti altri membri dellareggenza erano dalmati oistriani: Antonio Paulucci (mi-nistro della marina e dellaguerra), Matteo Ballovich, (so-vrintendente alla marina), Leo-ne Graziani, Vincenzo Solitro,Matteo Petronio ed altri anco-

ra. In Dalmazia dopo il 1866l’esito della «rivoluzione cul-turale» promossa da Viennacontro i sudditi italofoni del-l’Impero asburgico fu condottada nazionalisti slavi; la campa-gna condusse a ripetute e vio-lente manifestazioni anti-ita-liane che si accesero in più oc-casioni fra il novembre 1866 eil maggio 1914, con il corolla-rio di ingiurie al tricolore, rissee angherie contro lavoratori epescatori italiani, culminate inalcuni casi con le tristementenote espulsioni di regnicoli daiconfini dell’Impero.L’On. Dott. Lucio Toth ha in-vece trattato de “Il compimen-to dell’unità. La partecipazio-ne dei dalmati al Risorgimen-to” ricordando che, nel cele-brare un evento che tende arinsaldare l’identità italiana,non è pensabile escludere re-gioni e luoghi che fanno partedella memoria della nazione,come hanno più volte dichiara-to i Presidenti della Repubbli-ca Carlo Azeglio Ciampi eGiorgio Napolitano. Anche direcente, nell’incontro di Poladel 2 settembre scorso, il Pre-

sidente Napolitano ha volutoricordare pubblicamente que-sto contributo.Protagonista della stagione ri-sorgimentale italiana in Dal-mazia Pier Alessandro Para-via (1797-1857) nato a Zara elaureato in legge a Padova,nel 1830 chiamato alla catte-dra di eloquenza all’Universi-tà di Torino svolge per venti-cinque anni opera di educato-re delle classi dirigenti pie-montesi e italiane che farannoil Risorgimento. Nel 1857 aTorino prima di morire fa do-no a Zara della sua biblioteca,ottenendo la collaborazionedei più illustri letterati italianiche da ogni regione inviano aZara migliaia di volumi pre-giati che il Comune ospitanell’elegante Loggia cittadinaricostruita nel 1565 da Gian-girolamo Sammicheli. La Bi-blioteca Paravia oggi ha cam-biato nome, ma il suo archi-vio, rimane una testimonianzadella cultura latina e venetadella Dalmazia.Sarebbe inutile nominare Nic-colò Tommaseo (1802-1874)tra i campioni del Risorgimen-to nazionale, se non si fosseroformate leggende anti-italianeanche sul suo conto. Nato aSebenico anch’egli compie glistudi a Padova. La sua opera dilinguista e di lessicografo (“IlVocabolario della lingua ita-liana” e il “Il Vocabolario deisinonimi”) costituisce a tut-t’oggi un pilastro della moder-na lingua italiana esercitandoun’influenza determinante sul-l’unificazione culturale e poli-tica del Paese. Protagonistadelle rivoluzione venezianadel 1848-1849, con DanieleManin guida la rinnovata Re-pubblica Veneta di impronta li-berale. Spirito ecumenico ver-so le chiese ortodosse e sensi-

La dott. Laura Barbara Gagliardi, prof. Giorgio FedericoSiboni della Società storico lombarda, il Presidente del Con-vegno dott. Davide Rossi dell’Università di Trieste, il sen. Lu-cio Toth giurista e scrittore e il prof. Claudio Carcereri de’Prati dell’Università di Padova

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bile alle aspirazioni di libertàdei popoli studia e diffonde inEuropa la poesia popolare neo-greca, serbo-croata e corsa. Lasua poesia e la sua narrativa in-novano profondamente la liri-ca e il romanzo italiani, inse-rendoli nelle correnti più vivedella letteratura europea.Antonio Baiamonti (1822-1891) nato a Spalato, dopo glistudi di medicina a Padova,prende parte attiva ai moti li-berali divenendo membro del-la Dieta Dalmata e del Parla-mento di Vienna; fu leader del“Partito Autonomo” dell’interaregione. Viene perseguitatodalle autorità austriache per lesue idee e la sua azione a dife-sa del carattere italiano dellasua città e della Dalmazia, gui-dando in tal senso il partito au-tonomista e acquisendo con-sensi anche tra la popolazionedi lingua slava. Promuovel’emancipazione sociale delleclassi più emarginate el’introduzione dell’istruzionepubblica in lingua croata e ser-ba. Podestà di Spalato per cir-ca venti anni, trasforma la suacittà in un centro di attività in-

dustriali e marittime, rinno-vandone l’aspetto l’urbanisticoe collegandola con le regioniinterne dell’Impero.Tra i tanti protagonisti del pe-riodo della grande guerra si ri-corda Roberto Ghiglianovich(1863-1930) di Zara deputatoautonomista alla Dieta Dalma-ta. Il suo irredentismo fu aper-to alla collaborazione con lecomponenti maggioritariecroata e serba della popolazio-ne dalmata. Alla vigilia dellaGrande Guerra collabora atti-vamente con il Governo italia-no insieme ai conterranei Ales-sandro Dudan e Antonio Cip-pico. Fu Consigliere di Cassa-zione e Senatore del Regno.Di alto rilievo è anchel’impegno politico di altriesponenti dalmati come Fran-cesco Vidulich, di Lussimpic-colo; i tre Fratelli Solitro diSpalato; Luigi Lapenna, nato aSigno presso Spalato; NicolòTrigari, di Zara; Carlo Tivaro-ni, una vita di avventura gari-baldina e di responsabilità am-ministrative al servizio dellostato italiano; Arturo Colautti,giornalista e scrittore; Natale

Krekich, di Scardona; Ercola-no Salvi, spalatino; GiovanniLubin, di Traù; Oscar Randi,zaratino; Antonio Cippico, diantica famiglia di Traù, senato-re del Regno, come gli spalati-ni Antonio Tacconi e Alessan-dro Dudan. Ad essi si devel’ampio materiale di storia dal-mata custodito nella Bibliotecadel Senato. E ancora Antoniode’ Micheli, di Sebenico.Se vogliamo fare un bilanciodella nostra vicenda nel 150°dell’Unità d’Italia non può es-sere che un bilancio amaro.L’ultimo decennio dell’Otto-cento segnò l’agonia dell’Auto-nomismo dalmata. Riuscirono adifendersi Trieste, l’Istria e Fiu-me. I vent’anni di amministra-zione italiana nelle province ir-redente coincisero con la ditta-tura fascista ed aggravaronol’ostilità di sloveni e croati neinostri confronti per una condot-ta del tutto inadeguata verso leforme di autonomia locale cuil’Austria ci aveva abituato e perun tentativo maldestro di assi-milazione con forzature più omeno coercitive estese anchealle aree rurali. Coerente fu

quindi la linea della nostra diri-genza politica nei decenni traOttocento e Novecento, tesa asalvaguardare con ogni mezzol’italianità delle province impe-riali “a presenza italiana”. Lariduzione dell’elemento italia-no in Adriatico orientale alle at-tuali dimensioni minoritarie,seguite al collasso militare ita-liano del 1943 e alle ambiguitàdella Resistenza – che abban-donò il confine orientale allemire di Tito e alla tragedia del-le Foibe – finisce per essere unaconseguenza lontana propriodel processo di unificazione ita-liana, che per noi si è rivelatofatale.Troppo abbiamo amato questopaese, governato da uno Statoche si è rivelato spesso debolee diviso. L’esodo del 1945-1955 ne è stata conseguenzalontana, come lo sono le diffi-coltà che ancora incontriamonel far capire agli altri italianiche facciamo parte della storiadella Nazione; che per essa tut-to abbiamo dato e almeno unamedaglia d’oro alla nostra ca-pitale ce la meritiamo.

Patavinus

La dott. Gagliardi ha parlato sull’era napoleonica in Dalmazia, il dott.Siboni sulle società segrete e il sen. Toth sulla lunga e drammaticastagione dell’irredentismo dalmata culminata nel 1945

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Compleanno di OttavioLa mattinata dedicata alla cul-tura si è conclusa, per festeg-giare i novant’anni di Missonicon un dibattito – chiacchiera-ta sul personaggio Ottavio. Altavolo il relatore principale èstato Salvatore Giannella,giornalista famoso che vive elavora a Milano ed è una dellemigliori firme per temi cultu-rali e scientifici nel parterregiornalistico odierno. Insiemea lui, Roberto Predolin. Lachiacchierata si è svolta a piùvoci ed è stato il momento cul-minante della giornata, ricco diricordi, battute, esperienze fat-te insieme che hanno arricchi-to il personaggio Ottavio alquale tutti noi siamo affettuo-samente legati per la sua mo-destia, simpatia, generosità eper il suo indimenticabile lega-me con Zara e con la Dalmaziache ricorda sempre in tutte lesue innumerevoli interviste.L’incontro si è concluso conun interessantissimo filmatodel figlio Luca sull’opera svol-ta da Ottavio e famiglia nel-l’ambito del suo lavoro, pienodi grandi successi che hannoportato i Missoni sulle ali diuna fama mondiale. È statauna festa corale per festeggiareil compleanno di Ottavio alquale vogliamo tutti un granbene. Auguri!

Lucio TothSeconda fatica di Lucio Toth

con un romanzo su SpiridioneLascarich, alfiere delle nobiltàdalmata che combatte sotto labandiera della Serenissima,uomo ambizioso, audace ed un

po’ intrigante. Da Curzola, iso-la natia, a Venezia all’epocadelle ultime glorie militari del-la Repubblica di San Marco ealla conquista di città e fortez-ze in Morea (Peloponneso, og-gi Grecia) contro l’avanzatadell’Impero Ottomano che mi-naccia il continente europeo.Vi è un finale a sorpresa che

conduce alle radici storicheprofonde e alle diverse genti,lingue, culture della terra natiadel protagonista, sospesa trasassi e mare in un grande affre-sco corale che attraversa il Me-diterraneo e l’Europa.

Franco Ziliotto: BluffUn libro di ricordi di un ragaz-zino che, giovanissimo, ha do-vuto lasciare la città del cuoreche si è sempre portato con sécon nostalgia, anche se la suavita poi, si è riempita di suc-cessi e soddisfazioni. Francoce ne ha parlato, anche con al-cuni momenti di commozione.

Vallery: Scuola dalmata eZaraNell’ultima pubblicazione del-le ricerche storiche della colla-na Jolanda Treviri, la cronisto-ria della Scuola dalmata, doveVallery dal ’92 è il Guardiangrande, difensore dell’italiani-tà, che partecipa in modo atti-vissimo alla vita culturale del-la città. Dal 1451 la Scuola, in560 anni di ininterrotta attività,ha costituito sempre un impre-scindibile punto di riferimentoper tutti quei dalmati che tro-varono dopo la Seconda guerrarifugio a Venezia, antica Ma-dre. Benché le sue strutture or-ganizzative ed assistenziali e lerisorse fossero limitate, laScuola – sferzata dalla immanetragedia della sua gente è diret-ta da personalità attive ed in-

traprendenti – rivelò una vitali-tà sorprendente nell’opera diristrutturazione, spazio e siste-mazione dell’Archivio storicoe del Museo della Dalmaziache, alimentato ed arricchitoda lasciti e donazioni di dalma-ti si propone come testimo-nianza imperitura di una civil-tà e di una cultura che rappre-sentano un patrimonio inalie-nabile della “nazione dalmati-ca”. Nella continuità del pen-siero si è sempre mosso Tullioche ha coordinato con passionee dedizione i suoi collaboratorie che, in prima persona, hasempre scritto, fatto ricerche,illuminato la strada della cultu-ra dalmata con la sua operositàed intelligenza. Ricordiamol’augurio che Tullio formula altermine della cronistoria “legenerazioni a venire sappiano,sull’esempio dei padri, conser-vare e tramandare alla poste-rità quanto fin qui è stato co-stituito e raccolto con lo stessoimpegno e lo stesso affetto del-le generazioni che le hannoprecedute”. Grazie di cuore aTullio per tutto ciò che ha fattoe che sta facendo!La liberazione di Zara ’44-’48è uno spaccato della vita a Za-ra in quei difficilissimi anniche potevano conoscere sola-

L A G I O R N ATA D E L L A C U LT U R A D A L M ATASEGUITA DA UN PUBBLICO NUMEROSO, SCELTO E COMPETENTE

Chiara Motka ha presieduto la Giornata della Cultura: nella fotomentre apre il dibattito con accanto Franco Luxardo, Ottavio Mis-soni, Roberto Predolin ed il giornalista Salvatore Giannella

Ottavio e Rosita Missoni al centro del libro illustrato dal giornalistaGiannella assieme con la moglie Rosita

Chiara Motkacontinua in ultima pagina

Tullio Vallery, Guardian grandedella Scuola dalmata dei SS.Giorgio e Trifone di Venezia èuno scrittore di vaglia ed unprezioso testimone del calvariodi Zara

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IL DALMATA aprile 2012 pag. 11

I LIBRI PRESENTATI A SAN MARINO

TULLIO VALLERY2011La liberazione di Zara1944-1948188 p.€ 20,00Società dalmata di StoriaPatria, Castello 3297-3259a.30122 Venezia,tel./fax. 041.5208446,c/c post. n. 00303305,e-mail: [email protected].

PAOLO SCANDALETTI2011Una vita sul filo di lana168 p.€ 17,50Rizzoli, RCS MediaGroup,Via Angelo Rizzoli 8,20132 Milano,tel. 02.25841,url:http://rizzoli.rcslibri.corriere.it.

FRANCO ZILIOTTO2011Bluff. Autobiografia dei mieiprimi undici anni247 p.€ 12,00MGC edizioni, Via Frattina,89, 00187 Roma,tel. 06.93387610,fax. 06.99367403,e-mail: [email protected],url: www.mgcedizioni.com.

LUCIO TOTH2010Spiridione Lascarich, alfieredella Serenissima190 p.€ 16,00La Musa Talìa, CP 45, 30126Lido di Venezia,tel. 041.5267617,e-mail: [email protected].

MARCO PIRINA2010Registro delle vittime del Con-fine orientale, (Q-Z), IV. vol.400 p.€ 25,00Centro Studi e Ricerche Sto-riche “Silentes Loquimur”,Piazzetta Ottoboni 4, 33170,Pordenone tel. 0434.554230,0434.209008, fax. 0434.253056,e-mail: [email protected],url: www.silentesloquimur.it.

OLINTO MILETA MATTIUZ,GUIDO RUMICI2010Chiudere il cerchio. Memoriegiuliano-dalmate: il secondoconflitto mondiale. 2° vol.212 p.€ 10,00Anvgd Gorizia; ML HistriaComitato ANVGD - Gorizia,Via Oberdan 6/F,34170 Gorizia,tel./fax: 0481.533911.

GIORGIO GASPAR2010Un fiore sulla carta: ricordi diesule106 p.€ 11,00L’autore, Venezia.Per ordinazioni:http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=548927.

AA. VV.2010La nostra storia sulle pietre. Se-polture italiane nei cimiteri di

Lussinpiccolo e Lus-singrande€ 10,00Comunità di Lussin-piccolo,Via Belpoggio, 25,34123 Trieste,tel. +39 392 8591188

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pag. 12 aprile 2012 IL DALMATA

LA GIORNATA DELLA CULTURA DALMATA

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ITALO GABRIELLI2011Istria, Fiume, Dalmazia. Di-ritti negati, genocidio pro-grammato€ 16,00159 p.Edizioni Ritter, Milano,2011, prof. Italo Gabrielli,Viale Terza Armata 17, 34123Trieste, tel./fax. 040.305112,e-mail: [email protected].

VITTORIO GIORGI2010Istria, Fiume e Dalmazia, leterre del grande esodo. Unastoria italiana112 p.€ a O. L.Pubblicazione: Roma, Regio-ne Lazio. Assessorato allaCultura, Spettacolo e Sport.In fronte: Ass. Cult. UnioneRegioni Storiche Europee, Ca-serta.

CINZIA MAGGIO 2010La questione giuliano-dalma-ta nelle carte del PCI. I rap-porti tra comunisti italiani,sloveni e croati e l’alba dellaguerra fredda500 p. € 18,75Società Dalmata Di Storia Pa-tria, Via Fratelli Reiss Romoli 19,00143 Roma, tel. 06.4220890.Il Calamo, Casa Editrice Vialedelle Milizie 38, 00192 Roma, tel.06.98968058, fax. 06.98968062,e-mail: [email protected].

DIEGO ZANDEL2010I testimoni muti. Le foibe,l’esodo, i pregiudizi213 p.€ 15,00Mursia, Ufficio vendite Mila-no: tel. 02.67378508,02.67378531,e-mail: [email protected],[email protected],Ufficio vendite Roma:tel. 06.2412319.

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rapporti tra l’Abruzzo ela Repubblica di Ragu-sa144 p.€ 36,00Tipolitografia Sigraf,

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vedute fotografiche.Dal Quarnero aiconfini dell’Albania€ 18,00Italo Svevoedizioni,Via Battisti 6, 34125Trieste,tel: 040.370275,

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IL DALMATA aprile 2012 pag. 13

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I. DENNISON RUSINOW2010L’Italia e l’eredità austriaca1919-1946XX, 516, p.€ 33,00La Musa Talìa, CP 45, 30126Lido di Venezia,tel. 041.5267617,e-mail: [email protected].

MARCO PIRINA2010Bombe…1943-1945, Trieste,Udine, Pordenone, Gorizia,Istria, Fiume, Zara. Le vittimedel confine orientale, V. vol.542 p. € 30,00C.S.R.S. “Silentes Loqui-mur”, Piazzetta Ottoboni 4,33170, Pordenone tel.0434.554230, 0434.209008,fax. 0434.253056, e-mail:[email protected],url: www.silentesloquimur.it.

MARCELLO MASTROSANTI2011€ a. O. L.Il 1500 ad Ancona. Rapporticon Fiume - Istria - Dalmaziaattraverso i documentiTipografia Poligrafica Bello-mo, Via Diomede Gabrielli,60131 Ancona,tel. 071.2861711,e-mail:[email protected].

ALESSANDRA RIVAROLIMARIANI 2010DALMATIA. La memoria di-menticata (la foiba di Kevina)75 p. € a O. L.Associazione per la culturafiumana, istriana e dalmatanel Lazio, Via A. Cippico, 10,00143 Roma, tel. 06.5923485,fax: 06.5915755,e-mail: [email protected]. Spoletini, Via G. Folchi, 28 -00151 Roma, tel./fax. 06.5376609,e-mail: [email protected].

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GIUSY CRISCIONE2011La donna in Istria e Dalmazia

288 p.€ 30,00Anvgd, Via L. Serra, 32,Roma 00153,

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pag. 14 aprile 2012 IL DALMATA

CULTURA, STORIA ED ARTEFRANCO CECOTTI,IN COLL. CON DRAGAN UMEK2010Il tempo dei confini: atlantestorico dell’Adriatico nord-orientale nel contesto europeoe mediterraneo, 1748-2008€ 35,00Ist. Reg. per la Storia del Movi-mento di Liberazione nel FriuliVenezia Giulia, Villa Primc, Sali-ta di Gretta 38, 34136 Trieste, tel.e fax: 040.44004,e-mail: [email protected],url: www.irsml.eu.

FRANCESCA DE CAPRIO2010Nell’esercito di Napoleone:Un modenese dalla Dalmaziaalla Russia319 p.€ 25,00Società Dante Alighieri,Sinjska 2/IV, 21000 Spalato,Croazia,tel./fax.: +385.21.343199,e-mail:[email protected].

AA. VV. 2011L’istituzione, Provincia diLucca rompe un lungo silenzie dà voce agli esuli d’Istria,Fiume e Dalmazia€ a O.L.Con il contributo di Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Luc-ca. Provincia di Lucca, Palaz-zo Ducale - Piazza Napoleone,n. 32, 55100 Lucca, tel.0583.4171, fax. 0583.417326,e-mail:[email protected].

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MARTINO FERRARI BRAVO,STEFANO TOSATO 2010Gli Arsenali oltremarini dellaSerenissima. Approvvigiona-menti e strutture caratteristi-che per la flotta veneziana(sec. XVI-XVIII)328 p. € 40,00Regione del Veneto - Biblion Edizio-ni: Corso Magenta, 85, 20123 Mila-no, tel. 02.396.60.070, cell.347.5773640, fax: 02.936.64.052; Se-de di Venezia: San Marco, 2568,30124 Venezia, tel. 041.83.92.382,cell. 347.4327803, e-mail: [email protected].

SABINE FLORENCE FABIJANEC2010La vita marittima e commer-ciale della Dalmazia nel Me-dioevopp. 37-69 € a. O.L.in Quaderni Vergeriani, An-nuario dell’Ass. Cult. italo-un-gherese del Friuli VeneziaGiulia “Pier Paolo Vergerio”–Duino Aurisina, n. 6,e-mail: [email protected],url: www.vergerio.eu.

DEJAN DJOKIC2010Nikola Pasic and AnteTrumbic: The Kingdom ofSerbs, Croats and Slovenes200 p. £ 10,00Haus Histories, London, perordini via web: Harry Hall,tel. +44 (0)20 7838 9055,e-mail:[email protected],url:http://www.hauspublishing.com/product/299.

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IL DALMATA aprile 2012 pag. 15

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NENAD FEJIC2010Dubrovnik (Raguse) auMoyen Age, espace deconvergence, espace menace175 p.€ 17,00e-book: € 12,75L’Harmattan, Paris, url:http://www.editions-harmat-tan.fr/index.asp?navig=catalogue&obj=livre&no=32766.

GIROLAMO G. CORBANESE,A. MANSUTTI 2010Ancora sulle foibe: gli scom-parsi in Venezia Giulia, inIstria e in Dalmazia, 1943-1945 182 p.€ 16,00 + spedizioneAviani & Aviani editori, ViaTricesimo, 184/7, c/o Arti gra-fiche Fulvio, 33100 Udine, tel.0432.884057,cell. 348.9056272,fax. 0432.479918,email: [email protected].

UMBERTO DE PACE2010L’esodo di istriani, fiumani edalmati nel secondo dopo-guerra: testimonianze di citta-dini monzesi208 p. € 13,00Bellavite editore, Via I Mag-gio 41, 23873 Missaglia (LC),tel. 039.9200686, fax.039.9201174, e-mail:[email protected],[email protected].

AMEDEO COLELLA2011Breve profilo storico dell’I-stria e della Dalmazia: Giu-liani e Dalmati vessilliferi dilibertà, presentazione di Ro-berta Fidanzia52 p. € 10,00Drengo, V. G. Armellini 37,00143 Roma EUR,fax: 06.62276159,e-mail: [email protected],url: www.drengo.it.

DANTE DI RAGOGNA2010Gli atleti delle terre perdute:istriani, fiumani e dalmati conle loro imprese hanno onoratola terra d’origine248 p.€ 18,00Luglio Editore,Trieste 34148, Via Miani, 5/b,tel. 040.381416,fax. 040.280215,e-mail: [email protected].

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pag. 16 aprile 2012 IL DALMATA

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AA.VV.Le vicende del confine orien-tale ed il mondo della scuolain «Studi e documenti degliAnnali della Pubblica istruzio-ne» (Rivista trimestrale delMin. dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della Ricerca) 133(2010), VII, 255 p. € a O.L.MIUR; Le Monnier, Firenze,Consultabile sul sito:www.annaliistruzione.it/riviste/quaderni/pdf/SDAPI133_2010.pdf

RAOUL PUPO, FABIO TODERO2010Fiume, d’Annunzio e la crisidello stato liberale in Italia€ 18,00 205 p.Ist. Reg. per la Storia delMovimento di Liberazionenel Friuli Venezia Giulia,Villa Primc, Salita di Gretta38, 34136 Trieste,tel./fax. 040.44004,e-mail: [email protected],url: www.irsml.eu.

FRANCESCO CARRARA2011La Dalmazia descritta con 48tavole miniate rappresentantii principali costumi nazionali318 p.€ 19,76British Library, HistoricalPrint Editions, (ristampa)Per ordinazioni:www.amazon.it/Dalmazia-descritta-rappresentanti-principali-nazionali/dp/B003NHSB58.

ELIGIO SMIRIC2010La Dalmazia non è povera:studio compilato sulla base didati e statistiche ufficiali(ristampa anastatica)68 p.€ 8,00Edizioni Luglio, Trieste34148, Via Miani, 5/b,tel. 040.381416,fax. 040.280215,e-mail: [email protected].

DALMATICUS 2011La Question de la Dalmatie330 p. $ 36.99BiblioLife, (ristampa)Per ordinazioni:www.amazon.com/La-Question-Dalmatie-French-Edition/dp/1117621774.Si può visionare gratuitamen-te sul sito:http://openlibrary.org/books/OL6494138M/La_question_de_la_Dalmatie.?v=6 .

GIORGIO GASPAR201176 p.€ 11,50Nane Pantagana, Storie permeditareL’autore, Venezia.Per ordinazioni:http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=571926.

AMLETO BALLARINI, GIOVANNISTELLI, MARINO MICICH,EMILIANO LORIA 2010Le foibe, l’esodo, la memoria:VeneziaGiulia, Fiume,Dalmazia143 p. € a O.L.Ass. per la cultura fiumana,istriana e dalmata nel Lazio,Via A. Cippico 10, 00143 Ro-ma, tel. 06.5923485, fax06.5915755,e-mail:[email protected].

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DVDEMILIANO LORIAVivere in esilio: memorie delVillaggio giuliano-dalmata di

Roma2010Durata: 45 minAssociazioneper la culturafiumana, istria-na e dalmatadel Lazio, ViaAntonio Cippi-

co, 10, 00143 Roma, tel.06.5923485, fax: 06.5915755,e-mail:[email protected].

La Voce del Popolo di Fiumequotidiano degli italiani de-

l’Istria, Fiume e Dal-mazia pubblica trime-stralmente un inserto diotto pagine sulla Dal-

maziaPrezzo Kn 7 (€1,00)

IL DALMATA aprile 2012 pag. 17

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La Rivista dalmatica, 100(2010); 101 (2011), Associa-zione Nazionale Dalmata, Ro-maL’iscrizione all’And è di€30,00 annui, comprendentel’abbonamento annuo a La Ri-vista Dalmatica. AssociazioneNazionale Dalmata, Piazza Fi-renze 27, 00186 Roma,c/c postale N. 14037006.

Le Tre Venezie, n. 114 (2011)€ 10,00Le Tre Venezie, Via Zermane-se 161, 31100 Treviso,tel. 0422.348142,tel-fax 0422.404807,e-mail:[email protected].

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pag. 18 aprile 2012 IL DALMATA

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IL DALMATA aprile 2012 pag. 19

Alla seconda edizione per i ti-pi dell’editrice Odoya – I libridi Emil, dopo tanti altri è do-veroso e gradito dare spazio albel romanzo della nostra con-terranea Jelena Banfichi DiSanto, da quarantanni acquisi-ta pugliese per matrimonio, macome lei stessa sottolinea: “Perla sensibilità verso i sassi mur-gesi e il popolo delle formichedi Rocco Scotellaro” che dasempre l’hanno ricondotta allapietra grigia isolana della suanativa Lesina-Hvar.

Attraverso l’antica dimora sisnoda uno spaccato storico-so-ciale dal 1940 al 1968, nellacomplessa realtà della vecchiaJugoslavia monarchica agli al-bori del conflitto mondiale, oc-cupazione italiana e tedescaper proseguire, durante laguerra di liberazione e appro-dare alla difficile identificazio-ne nazionale, allo stalinismo,la rottura con la Grande MadreRussia al Nonallineamento ti-toista e l’ultima frontiera delNuovo Progresso dell’Autoge-

stione “di tutte le forme dellavita politica nazionale associa-tiva, scientifica e culturale.”Si tratta di una storia romanza-ta a livello più profondo del-l’accezione storica nella qualeil suo percorso narrativo è po-sto sull’asse dell’oggetto iden-tificativo qual è la Casa in pie-tra grigia come luogo simboli-co dove si sviluppano itineraridi esistenze singole per diven-tare collettive. Il vissuto “daldi dentro” dove si fanno veico-lo di intere generazioni; tantequante sono le presenze coraliche le affollano.Testimonianze che consentonola penetrazione nella realtàdelle piccole vicende umaneattraverso i frammenti che ani-mano i luoghi della “pietra gri-gia” allusivamente rimandan-doli alla propria duratura es-senza rispetto agli eventi, perpoi smentirsi con il procederedella narrazione nella proprIaneutralità.La scrittura della memoria di-segna i suoi arabeschi. Scalfi-sce l’infanzia sulla splendidaisola dalmata di Lesina-Hvar,luogo di amore e contrasti,crocevia degli avvicendamentidi antiche civiltà, facendoneun proprio scrigno di tesori ar-chitettonici, culturali, artistici;sospesi angoli di paesaggi iso-lani con declivi di vigneti ter-razzati in digrado sulle baieappartate, orlate di spiagge conlevigati bianchissimi ciottoli esabbie dorate; piatte scure sco-gliere immerse in distese cri-stalline dall’azzurro trasparen-

te al verde smeraldo e violaceocupo. Il mare che, come perpudore, lascia spazio a pro-montori ricoperti da pini marit-timi piegati dallo scirocco e aideclivi punteggiati da rosmari-no, erica, mirto, lavanda…Dalla favola senza tempo, lanarrazione si snoda… dall’in-fanzia nell’antica casa, negliangoli dei vecchi borghi conta-dini alla difficile ricerca dellapropria identità, la presa di co-scienza filtrata nelle esperien-ze studentesche zagabresi bru-licanti di idee, movimenti, ne-cessità di indipendenza perpassare alla grande pianuradella Slavonija pannonica conla forzata collettivizzazionecontadina piantata a girasoli etabacco invece del grano; laricca Nova Gradiška, satura dipungenti esalazioni delle di-stillerie di grappa šlivovi-ca(za); la colta Varaždin culladella assopita musica barocca,le sponde rosicchiate dalle al-luvioni sui grandi fiumi Dunave Sava; gli interrotti affluentidel tortuoso Drina incuneatonelle smaglianti foreste deglialtopiani herzegovesi, Saraje-vo, con la Baščaršija turca e il“blues-sevdach bosniaco”, lelattiginose albe sulle paludi de-gli sterminati canneti sul lagodi Scutari-Scadar, alle raduremontenegrine del Durmitor incompagnia di occasionali in-contri amicali di etnie diverseche assumono valore di unaprobabile serena convivenza…all’amorfa capitale con i palaz-zi del Potere alla turgida politi-

ca della “čaršija”… e… la de-cisione: “Lasciare tutto quelloche non si poteva più amare”.

(Piergiorgio Leaci, InterreteAgenzia Letteraria)

- Notevole capacità descritti-va, particolarmente nella te-nuta dei lunghi periodi, ar-ricchita da cadenza del ritmod’azione, sempre sospesonella morbida decantazionedel racconto;

- Arioso respiro narrativo;- Ottima capacità linguistica e

sintattica.(Fabrizio Podda, Direttore

Editoriale - Odoya editrice)

La Casa in pietra grigia faparte della Trilogia Dalmaticalegata alla terra d’origine: Ilpassato tra noi (1500-1940),La Casa in Pietra Grigia(1940-1968) e Dove tornare(1978-2005).

La Casa in pietra grigia è vin-citrice del Premio LetterarioSibilla D’Altavilla da Conver-sano - 2010 e finalista ai PremiLetterari:Albinengum Riviera delle Pal-me, Alberga;Nabokov di Lecce - 2010.

RiferimentiInterrete Agenzia Letterariawww.interrete.it

Dalmazia, Terra d’Amore e RifiutoLa scrittrice dalmata Jelena Banfichi Di Santo

nel nuovo romanzo La Casa in pietra grigia.L’arte della scrittura della memoria

Page 20: aprile 2012 IL DALMATA - dalmaziaeu.it Dalmata n. 73 originale.pdfstre/Ploce. Levitàdellavita,inunaparola, ches’impadroniscedell’esse-re. Echeinduce,quasiognidì,ad inforcarelabicicletta,mezzo

pag. 20 aprile 2012 IL DALMATA

IL DALMATA SI RINNOVACarissimi amici dalmati,in una recente riunione generale del Comitato di Redazio-ne de Il Dalmata alcuni hanno proposto qualche significa-tiva innovazione e, prima fra tutte, il ripristino della pagi-na nella quale potrete scrivere tutto ciò che pensate, porredomande, avanzare proposte e scambiare opinioni da con-frontare con gli altri. Tutto ciò diventerà la pagina dedica-ta alle “Segnalazioni” o alle “Lettere al Direttore”.Un’altra idea potrebbe essere l’istituzione della rubrica“Ricerca del tempo perduto” per dare spazio a scintille diricordi destinati anche alle nuove generazioni che a Zara ein Dalmazia non hanno vissuto, ma che hanno sete di sa-perne di più.Vorremmo collegare un po’ di più il nostro Dalmata con lamemoria, l’informazione e l’attualità.Grazie a tutti voi, perché - è bene sappiate - che dovretepartecipare maggiormente alla vita del giornale e manda-re i vostri scritti che verranno tutti attentamente letti dal-la redazione. Vi raccomandiamo di contenere gli scritti inuna decina di righe, come si usa anche nella stampa chedispone di spazi maggiori dei nostri. Saremo insieme a fa-re un giornale più vivo e coinvolgente. La Redazione

Quando siamo già in tipografia, ci giunge la notizia che nella storica Aula del Consiglio comunale di Trie-ste avrà luogo il prossimo 12 luglio la Seduta solenne della Congregazione di Discendenti della Nobiltà,del Patriziato e degli Uomini illustri della Dalmazia, nella quale verranno consegnati i titoli di socio Ho-noris Causa a Staffan de’Mistura e Diego Vecchiato. Nella foto la seduta del 19 settembre 2009 nella qua-le vennero accolti come soci Honoris Causa Isi Coppola e Yoko Hoshida Raggi Karuz. Nel prossimo nu-mero del giornale la cronaca dell’importante manifestazione alla quale sono invitati i dalmati di tuttal’Italia.

AVA N T I C ’ È P O S T OIl 5 maggio u.s. si è riunito aPadova il Comitato di Reda-zione de Il Dalmata allargatoad alcuni sostenitori e collabo-ratori del giornale come GuidoCace, direttore della RivistaDalmatica, Guido Crechici,Corrado Vecchi Orlich, DidiSalghetti Drioli, Franca Balia-na Serrentino, Donatella Bra-cali Paparella, presenti di per-sona o con proposte inviateper iscritto e in forma orale.Nel suo messaggio Cace nonha nascosto le difficoltà cheincontra la Rivista dalmaticacon un sensibile calo di abbo-nati annui, una scarsissimacollaborazione da parte deilettori che avrebbero dovutoapprofondire i temi lanciati, inestrema sintesi, da Il Dalmata.Chiede aiuto e collaborazione.Al contrario grazie all’indovi-nata formula editoriale (adot-tata da molti altri giornali de-gli esuli) che privilegia il colo-re, le foto e i titoli molto espli-cativi, il nostro giornale godedi ottima salute, i contributinon sono diminuiti, i lettoridell’edizione cartacea e on li-ne sono in aumento, le tesiesposte sono riprese dalle altreassociazioni, dai loro giornalie perfino da quotidiani italianied esteri. Insomma, Tout vatrès bien, Madame la Marqui-se? Potremmo rispondere chetutto per ora va bene, come di-ceva quel signore che stavaprecipitando da un grattacie-lo.Arrivati a 15 anni di vita, IlDalmata si interroga però suquanto tempo potrà durarequesta situazione, tenuto con-to che chi scrive comincia adavere qualche dubbio sul fattodi essere immortale e che mol-ti suoi coetanei hanno già sen-sibilmente ridotto l’intensitàdei loro impegni.A cominciare da Lucio Tothche ha lasciato la Presidenzanazionale Anvvg, una pennaeccezionale che speriamo diospitare nei prossimi numeri.Di qui la necessità di respon-sabilizzare sempre di più i col-laboratori e soprattutto abi-

tuarli a lavorare insieme.Chi ha idee, voglia di scriveree soluzioni da prospettare sifaccia avanti, tenendo contoche non tutto ciò che sarà pro-posto potrà essere attuato. Bi-

sognerà compatibilmente conle nostre possibilità, tenereconto anche delle idee degli al-tri, aver pazienza e concordarecon gli altri le proposte chesembrano a noi le più banali

ed ovvie. Tot capita tot senten-tia. Già in questo numero cisono più firme del solito e ciòsignifica che qualcosa ha co-minciato a muoversi

Dir

de’MISTURA E VECCHIATO IN LUGLIO A TRIESTE

mente quelle persone che nonerano fuggite verso l’esilio.Interessantissimo per le vec-chie e le nuove generazioniche nulla sanno di quel perio-do in cui l’essere italiani co-stava la vita. Spesso è commo-vente nella lettura ripensare e ri-vedere attraverso le parole diTullio una città che era diversada prima e in cui mancavano iriferimenti e tutto era cambiato.Anni durissimi che hanno tem-prato questi nostri zaratini cheancora danno tanto alle nuovegenerazioni che poco conscono.“Zara è rimasta italiana e tale losarà sempre nel cuore dei suoicittadini ovunque essi siano. Za-dar è un’altra città”. Queste leparole di Tullio.

C. M.

GIORNATA DELLACULTURA DALMATA

(continua da pag. 10)