Appuntiride IV numero
description
Transcript of Appuntiride IV numero
4
AI Numero 4 28/02/2014 1
Sommario
P PRIMO PIANO
R RICERCA Attenzioni ambientali nella fase di progettazione di un’infrastruttura portuale
L LEGISLAZIONE La guida comunitaria per l’integrazione dei cambiamenti
climatici e della biodiversità negli SIA
I INGEGNERIA Modellazione acustica delle infrastrutture portuali
Valutazioni ambientali: un grido di allarme
N NOI
Valutazioni ambientali: un grido di
allarme
Vorremmo lanciare con forza un grido d’allarme ed il perché risiede nelle riflessioni eseguite nel
lavoro che quotidianamente, e da tempo, IRIDE svolge nel settore delle analisi e verifiche am-
bientali.
Riflessioni che nascono dalle difficoltà o meglio, ci permettiamo di dire, criticità delle prassi che
si sono instaurate in Italia. Tali criticità non solo mettono in difficoltà tutti coloro che lavorano
nell’ambito delle valutazioni ambientali, comportando troppo spesso soggettività di approcci,
con tutto ciò che questo può comportare, ma soprattutto determinano uno spreco ingente di
risorse misurabile in tempi e costi per le approvazioni di Piani, Programmi e Progetti.
A fare le spese, e in questo caso il termine è tutt’altro che figurativo, dell’esistenza e persisten-
za di queste criticità sono in prima battuta i soggetti pubblici e privati promotori delle iniziative,
poi le Amministrazioni che hanno la competenza delle valutazioni e verifiche e infine, ma solo in
ordine temporale, tutti noi, che ci ritroviamo con un livello di servizi troppo spesso decisamente
scarso e in un contesto ambientale, anche in termini di salute pubblica, a rischio per il futuro.
Diversamente, siamo convinti che le valutazioni ambientali, oltre a essere un obbligo dettato
dalla norma, aspetto tutt’altro che trascurabile, siano un’opportunità perché costituiscono un
utile strumento verso la buona pianificazione e la buona progettazione, consentendo di portare
dentro ad ambiti che storicamente ne erano scevri, i principi dello sviluppo sostenibile. Con tut-
to ciò che questo implica in termini di equilibri per gli ecosistemi naturali e antropici e per la
società in generale.
Perché siamo convinti che riuscire a individuare gli anelli deboli della catena (identificazione del
tema) è il primo passo del processo che conduce ad avere una catena solida che risponde al
proprio scopo.
APPUNTIRIDE
6
1
3
4
6
7
L’opinione del Direttore tecnico
IRIDE articoli e convegni...
P
Perché un grido di allarme?
Uno spunto risolutivo: ripartire dalla norma
I passi successivi potranno evidentemente consistere nel capire perché quegli anelli sono de-
boli (caratterizzazione del fenomeno), nel vagliare le diverse possibilità di riparazione (analisi
del fenomeno) e nella scelta della soluzione (spunti e proposte di ottimizzazione).
L’esperienza fatta ci ha condotti alla convinzione che, al fine di risolvere le criticità tratteggia-
te, è assolutamente necessario ripartire dalla norma. Si ha infatti la sensazione che molte
difficoltà dipendano da singolari meccanismi che si sono instaurati nelle prassi, di cui, primo
tra tutti, la deriva di alcune interpretazioni, che causa una forte soggettività nelle elaborazioni
e valutazioni e, ancora più grave, l’arroccamento su posizioni rigide che impediscono il neces-
sario dialogo tra gli attori coinvolti. Ripartire dalla norma equivale a ricreare un linguaggio
comune, necessario per consentire quella comunicazione, senza la quale le difficoltà non pos-
sono essere risolte, in una materia in cui caso per caso ci si trova di fronte situazioni diverse.
In questa sede si intendono citare alcune criticità messe a fuoco, per semplicità raggruppate
in 6 macro argomenti, che vengono sviluppati in maniera esaustiva nell’ultimo numero della
rivista “Le strade”, di cui la presente trattazione rappresenta un estratto. Per ognuno dei 6
argomenti, sono stati sviluppati un processo di caratterizzazione, analisi, spunti e proposte di
ottimizzazione.
Il rapporto tra Piani/Programmi e Progetti
La concertazione con il territorio
Piani/Programmi e Progetti “vuoti” ai fini delle valutazioni
ambientali
Idoneità del livello di dettaglio dei contenuti informativi di
Piani/Programmi e Progetti ai fini delle valutazioni ambientali
Chiarezza dei contenuti degli studi ambientali di Piani/
Programmi e Progetti ai fini della valutazioni ambientali
Chiarezza dei contenuti dei monitoraggi ambientali di Piani/
Programmi e Progetti ai fini delle valutazioni e verifiche am-
bientali
Quindi il “grido di allarme” vuole essere uno spunto di riflessione e di presa di coscienza che
alcuni temi devono essere affrontati in modo più maturo e consapevole. E’ questo il campo di
lavoro in cui è attualmente dedicata l’attività di ricerca dell’Istituto IRIDE e tale ricerca ha già
condotto ad alcune proposte ed alla definizione di metodologie di lavoro che potrebbero esse-
re applicate e/o implementate in casi concreti. Ci si augura inoltre, e per quanto ci riguarda
l’impegno è messo in tutte e sedi in cui ci è richiesto un contributo, da quelle progettuali, a
quelle attuative, a quelle di supporto alla valutazione, a quelle formative e culturali, che que-
ste “grida” consentano di generare alcune azioni virtuose nei processi di valutazione ambien-
tale.
2
AI 4
APPUNTIRIDE n. 4/2013
...riuscire a indivi-
duare gli anelli de-
boli della catena è il
primo passo del
processo...
Sei Argomenti per
trasformare le criti-
cità in opportunità
Dalle criticità alle proposte migliorative
3
AI 4
APPUNTIRIDE n. 4/2013
Attenzioni ambientali nella fase di
progettazione di un’infrastruttura portuale R
Punti di attenzione:
1. Le attività di dra-
gaggio
2. Il dimensionamento
delle vasche
3. La gestione delle
terre
4. La presenza fisica
dell’infrastruttura
5. L’incremento dei
traffici
6. Le attività cantieri-
stiche
7. Le tempistiche
Punti di attenzione nella progettazione ecosostenibile
L’esperienza della prassi come motore di evoluzione
Dall’esperienza acquisita dallo studio di piani e progetti relativi alla realizzazione di un’infra-
struttura portuale, presentati all’Autorità competente per verifica ambientale (che si tratti di
VIA o VAS), si nota come le richieste di approfondimento / chiarimento che vengono rivolte ai
proponenti, siano molto spesso ricorrenti. Da qui nasce la domanda: non sarebbe meglio af-
frontare in modo corretto e completo le diverse tematiche ambientali durante la stesura del
progetto e non a posteriori con l’evidente insorgere di problemi legati all’eventuale parziale, o
addirittura totale, revisione e modifica del progetto già redatto?
Si è provato quindi ad approfondire gli aspetti salienti che devono essere studiati durante la
fase di progettazione al fine di non incorrere nelle mancanze riscontrati in numerose valuta-
zioni ambientali.
1. Le attività di dragaggio
È necessario effettuare un’accurata analisi della composizione del fondale marino che dovrà
essere sottoposto a dragaggio: la presenza di particolari specie di fauna e flora protette po-
trebbe invalidare la scelta progettuale con evidenti problemi nel trovare una soluzione alterna-
tiva; deve essere sempre predisposta una analisi per verificare la presenza di sostanze inqui-
nanti sul fondale oggetto di dragaggio nel caso fossero presenti, allora prevedere direttamen-
te nella fase progettuale (onde evitare la successiva richiesta in fase di verifica) un dragaggio
di bonifica ambientale propedeutico a quello meccanico. Devono essere predisposti sistemi di
contenimento che mantengano circoscritta la diffusione dell’intorbidimento delle acque duran-
te le attività di dragaggio.
2. Il dimensionamento delle vasche di colmata
Deve essere posta attenzione nel definire il volume delle vasche tale da permettere di acco-
gliere tutti i volumi dragati. Deve essere definita in modo corretto la conterminazione delle
vasche al fine di non disperdere i sedimenti refluiti in mare. E’ necessario prevedere un ade-
guato sistema di allontanamento delle acque in esubero (mediante l’installazione di pozzi dre-
nanti e canale di allontanamento delle acque sfioranti). Deve essere segnalata la destinazione
d’uso della futura vasca al termine del suo riempimento e della sua copertura.
3. La gestione delle terre
Deve essere sempre calcolato il bilancio tra i materiali derivanti e quelli necessari per la
realizzazione dell’opera. Devono essere indicate le destinazioni e le modalità di conferi-
mento dei materiali di scarto e prediligere il loro possibile riutilizzo. È essenziale preve-
dere un sistema di trattamento qualora fossero presenti materiali inquinati per l’even-
tuale refluimento nelle vasche di colmata, oppure definire in modo accurato la messa a
dimora definitiva.
Nella valutazione del rumore indotto da una infrastruttura di trasporto oramai si fa sempre più
uso di software acustici che consentono di simulare la propagazione del suono in ambiente
esterno. Grazie anche ad una normativa specifica ben definita, per le infrastrutture viarie, ferro-
viarie ed aeroportuali esistono definite metodologie di studio attraverso una consolidata model-
lazione acustica delle diverse sorgenti , per quelle portuali la situazione è del tutto differente.
Una infrastruttura portuale risulta una realtà altamente complessa nella quale intervengono mol-
teplici variabili acustiche rappresentate dalle singole attività che si svolgono all’interno.
4
AI 4
APPUNTIRIDE n. 4/2013
I Modellazione acustica delle infrastrutture
portuali
Direttiva Europea
2003/613/CE del
06/03/2003
4. La presenza fisica dell’infrastruttura
Durante la fase di scelta del layout dell’opera deve essere posta attenzione all’ambiente
che circonda la futura struttura; in particolare dovrà essere preferita la configurazione che
meglio si inserisce nel territorio e che riduce al minimo l’impatto sulla costa, sulla visuale,
ecc.; devono essere valutate le modifiche al ricircolo delle acque interne del porto per evi-
tare problematiche di inquinamento delle acque esterne. È essenziale che la scelta della
configurazione debba essere accompagnata dallo studio della variazione del trasporto soli-
do per verificare l’influenza della presenza del porto sulle spiagge ad esso limitrofe.
5. L’incremento dei traffici
L’inevitabile incremento dei traffici terrestri dovrà essere supportato da uno studio che
verifichi l’idoneità della rete stradale e ferroviaria; È fondamentale effettuare opportune simu-
lazioni, sia acustiche che atmosferiche, sullo scenario futuro in seguito alla variazione dei
traffici sia marini che terrestri.
6. Le attività di cantierizzazione
È fondamentale predisporre un piano che illustri i percorsi di cantiere che interesseranno
l’area oggetto di intervento. Si devono prevedere tutte le misure al fine di ridurre l’ inquina-
mento atmosferico e acustico generati dalle attività di cantiere.
7. Le tempistiche
È doveroso fornire cronoprogrammi dettagliati di tutte le attività previste nella realizzazione
dell’infrastruttura. È necessario evidenziare il rispetto dei tempi degli eventuali depositi tem-
poranei di materiale stabiliti dalle normative vigenti. Si deve garantire la tempestività di svol-
gimento dell’attività di copertura delle vasche di colmata.
Punti fermi e nuove esigenze
5
AI 4
APPUNTIRIDE n. 4/2013
L’approccio metodologico sviluppato da IRIDE al fine di determinare il clima acustico
indotto dall’esercizio del porto si fonda sulla seguente tipizzazione delle attività:
Traffico marittimo, nelle operazioni di manovra e stazionamento, considerando
sia le fasi di ingresso e uscita dal porto, di evoluzione, di accosto e staziona-
mento all’interno del bacino portuale, che il funzionamento dei motori princi-
pali ed ausiliari in riferimento al periodo giornaliero (diurno e notturno) e alla
tipologia di attività, associando un diverso profilo operativo in funzione della
categoria di nave per fascia oraria;
Attività portuali, con riferimento alle operazioni di carico/scarico, movimenta-
zione e gestione delle merci su piazzali e banchine considerando tutti i diversi
mezzi operativi impiegati in funzione della tipologia di trasporto marittimo e
le relative condizioni di funzionamento (percorsi, diagrammi temporali, etc.);
Traffico indotto di origine portuale lungo la rete di accessibilità portuale in
relazione alla generazione/attrazione dei flussi di traffico veicolare e/o ferro-
viario originati dal trasporto marittimo in funzione delle diverse tipologie di navi com-
merciali.
Proprio quest’ultimo aspetto risulta particolarmente significativo in quanto la corretta correla-
zione tra traffico marittimo e quello veicolare indotto incide sulla entità e sulla articolazione
temporale dei flussi che si riversano sulla rete di accessibilità portuale. Tale aspetto dipende
significativamente dalla differente dinamica delle operazioni di imbarco/sbarco caratteristica di
ciascuna tipologia di nave. Se per una nave Ro-Ro infatti le merci viaggiano su veicoli che
sbarcano autonomamente e si riversano direttamente sulla rete viaria esterna, per le navi Lo-
Lo invece i container vengono prima stoccati sulle banchine e in fase poi successiva trasporta-
ti all’esterno su ferro o su gomma.
Il riuscire ad individuare correttamente la correlazione tra traffico marittimo e veicolare/
ferroviario in relazione allo scenario operativo del oggetto di studio, rappresenta quindi il pun-
to cruciale per la corretta modellazione acustica. Il contesto territoriale in cui la maggior parte
dei porti italiani si collocano di fatto è caratterizzato dalla vicinanza di insediamenti urbani,
pertanto riuscire a quantificare correttamente la tipologia di traffico nonché la distribuzione
giornaliera risulta un aspetto fondamentale data la significatività dell’azione connessa.
Definiti quindi tutti gli aspetti legati alla caratterizzazione delle sorgenti emissive, l’ultima fase
richiede l’individuazione di uno scenario operativo giornaliero del porto caratteristico delle reali
condizioni. L’operatività di una infrastruttura portuale tuttavia è fortemente dipendente da
parametri giornalieri e stagionali, di difficile previsione e stima, che rendono complicata la
definizione di uno scenario medio, che invece è tipico degli studi acustici previsionali connessi
ad infrastrutture stradali, ferroviarie ed aeroportuali. Stante le suddette problematiche, si è
ritenuto pertanto procedere individuando uno scenario rappresentativo, definito come giorno
caratteristico, inteso come il giorno, all’interno del mese di più intenso flusso di traffico marit-
timo, tipico della configurazione operativa con maggior numero di acco-
sti.
La metodologia sviluppata rappresenta dunque un valido strumento per
l’analisi acustica di una infrastruttura portuale, in quanto tiene conto non
solo di tutte le diverse sorgenti acustiche presenti, ma anche dell’effetto
della contemporaneità delle azioni stesse, consentendo pertanto di ope-
rare una modellazione accurata senza il rischio di errori di sovrastima
degli impatti, né, ben più importante a livello ambientale, di sottostima.
La definizione di uno schema di analisi
6
AI 4
APPUNTIRIDE n. 4/2013
Tematica di primo piano sono sicuramente le direttive europee ed i documenti normativi pro-
dotti dalla Commissione, che forniscono una sorta di “linee guida” per i paesi comunitari che, a
loro volta, le recepiscono nei propri quadri normativi. Avere quindi un’attenzione all’Europa
significa guardare in maniera lungimirante ed essere sempre aggiornati rispetto alle nuove
tematiche emergenti.
In tale ottica si intende evidenziare la redazione di un importante documento “Guidance on
Integrating Climate Change and Biodiversity into Environmental Impact Assessment” del
04/04/2013. Nella guida vengono forniti spunti per gli Stati Membri al fine di migliorare il livel-
lo delle Valutazioni di Impatto Ambientale, ovvero degli studi, integrando tali procedure con
valutazioni specifiche riferite ai cambiamenti climatici, nonché alle analisi sulla biodiversità.
La guida stessa evidenzia come, nonostante la salvaguardia della biodiversità e l’attenzione ai
cambiamenti climatici siano obbiettivi principali delle politiche Europee e degli Stati Membri,
queste vengano raramente considerati negli studi di impatto ambientale. La ragione di tale
carenza è da ricercarsi nella mancanza formale di tali due tematiche all’interno delle procedure
di VIA. E’ quindi auspicabile che gli Stati Membri aggiornino i propri standard normativi al fine
di poter considerare le tematiche relative alla biodiversità ed i cambiamenti climatici necessità
divenute ormai imprescindibili.
La guida comunitaria per l’integrazione
dei cambiamenti climatici e della
biodiversità negli Studi di Impatto
Ambientale
L
Guidance on Inte-
grating Climate
Change and Biodi-
versity into Envi-
ronmental Impact
Assessment
Uno dei temi più ricorrenti nelle attività dell’ingegneria ambientale è quello delle azioni con-
nesse alle autorizzazioni di una iniziativa ovvero dell’approvazione di un progetto.
Non è solo il tema della VIA quello che rovina le giornate di diversi soggetti pubblici o privati
che intendono realizzare un’opera ma a questo si aggiungono anche tutte le approvazioni che
a diverso titolo devono essere acquisite in materia ambientale. Il TU così come modificato ad
oggi si è posto il tema e ha individuato il momento della VIA come quello in cui l’autorità
competente all’emissione del parere di compatibilità ambientale potrebbe svolgere un ruolo
essenziale, prevedendo che la stessa “coordina e sostituisce” le diverse autorizzazioni am-
bientali. Questo però non è in effetti mai stato veramente assunto come un momento così
“potente” e quindi non si è definito un percorso efficace in tal senso; inoltre è da dire che lo
stesso momento di conclusione della VIA coincide con l’apertura di una successiva fase che
innesca a sua volta ulteriori richieste di autorizzazioni, di controlli e di verifiche. Il percorso ad
ostacoli per l’iniziativa continua!
Partendo dalla convinzione personale che un’opera è compatibile con l’ambiente solo qualora
il progetto che si propone la immagina e la configura tale, non ho mai condiviso l’idea di un
apparato prescrittivo importante ed invasivo; di conseguenza ritengo che sarebbe opportuno
compattare l’insieme delle autorizzazioni e nulla osta che l’opera nei suoi vari aspetti (dalla
esistenza alla necessità di realizzazione) deve ottenere ed, in ogni caso, definire un sistema
più efficace ed efficiente (come dicono i bravi amministratori!) per la sua approvazione. Al
riguardo che ne dite di instaurare anche per gli aspetti ambientali una Conferenza dei Servizi
quale momento in cui tutti debbono e possono esprimersi al fine di “liberare” l’opera e indiriz-
zarla verso al sua realizzabilità?
N L’opinione del Direttore Tecnico
Se si ipotizzasse
una Conferenza dei
Servizi Ambientale?
Continua il filone di ricerca sviluppato
con la collaborazione del dipartimento di
Ingegneria dell’Università di Roma 3,
che ha visto la partecipazione del grup-
po di lavoro al 93esimo meeting annua-
le del Transportation Research Board (12—16 Gennaio 2014, Washington D.C.).
L’articolo è incentrato sulla definizione dell’influenza degli stili di guida in ambito autostradale
su di un veicolo di tipo “utilitaria” alimentato a diesel. I condizionamenti della sperimentazione
sono stati focalizzati sugli aspetti delle interferenze, valutando i risultati in termini emissivi, con
particolare riferimento ai surplus di
emissione emessi all’aumentare delle
interferenze. L’articolo “Influence of
highway traffic flow condition on
pollutant emissions of diesel passen-
ger cars using driving simulator” è
stato inserito negli atti del convegno.
Transportation Research Board 2014
7
AI 4
APPUNTIRIDE n. 4/2013
IRIDE articoli e convegni...
Le Strade: VIA-VAS, da prassi a opportunità green
L’articolo pubblicato sul prossimo numero di “Le Strade” rappresenta un “grido di allarme”
lanciato dall’Istituto rispetto alle criticità delle prassi che si sono instaurate in Italia, compli-
cando il lavoro dei tecnici e determinando, il più delle volte, uno spreco di risorse in termini
economici e temporali.
Per chi volesse approfondire la tematica si rimanda prossimo articolo di Le Strade, in cui è ne
è presentata una versione estesa.
La VIA del Climate Change: spunti di sostenibilità per
le infrastrutture viarie
Il primo articolo della Commissione Valutazioni Ambientali, presente sul prossimo numero
della Rivista dell’Ordine degli Ingegneri di Roma, è a firma IRIDE.
L’articolo tratta della tematica dei cambiamenti climatici e di come l’attuale panorama norma-
tivo italiano si relazioni rispetto ad essa, ormai divenuta elemento imprescindibile di analisi,
nell’ottica sia della progettazione tecnica, sia della progettazione ambientale.
Tale articolo rappresenta il quadro generale di un filone di ricerca portato avanti dalla Com-
missione rispetto a spunti di sostenibilità per le infrastrutture viarie che possono essere presi
in considerazione al fine sia di migliorare gli standard degli SIA, sia di aiutare i pianificatori
nell’adottare Best Practice nella gestione del territorio.
APPUNTIRIDE n. 4/2013 8
Anteprima
P PRIMO PIANO
R RICERCA La VIA del Climate Change
L LEGISLAZIONE Aggiornamento Normativo
I INGEGNERIA La modellazione ambientale dei cantieri
La VAS è utile alla VIA
N NOI
La costruzione di IRIDE, come soggetto capace di coniugare teoria e prassi, ricerca ed appli-
cazione, è un’operazione che si rinnova ogni giorno e che trova nel “fare” quotidiano la sua
linfa.
Dal confronto con le problematiche che di volta in volta si prospettano nello svolgimento della
sua attività di società di ingegneria ambientale, IRIDE coglie occasione per individuare nuovi
ambiti di speculazione e per sperimentare approcci innovativi che sappiano dare risposta a
quesiti ricorrenti nella pratica professionale. Così è nata la ricerca “Sostenibilità ambientale
delle infrastrutture ferroviarie”, sviluppata insieme ad Italferr S.p.A. – UO Ambiente ed Ar-
cheologia, come anche quella riferita al “Progetto del Progetto”, ossia alla costruzione di un
processo progettuale che, percorrendo in modo differente sentieri già tracciati dal dettato
normativo, sappia giungere a mete nuove e soprattutto più sostenibili sotto il profilo ambien-
tale e sociale, così come meglio illustrato nel prossimo numero di AppuntIride.
Per questa ragione IRIDE intende porsi come una sorta di laboratorio plurale ed aperto, nel
quale possano trovare occasione di conoscenza e sperimentazione tutti coloro che ritengano
che sia effettivamente perseguibile uno sviluppo ecosostenibile. Le porte dell’Istituto sono
quindi aperte a tutti coloro che sono animati da passione verso le tematiche ambientali e che
vogliono, insieme a noi, concorrere a costruire percorsi di ricerca volti a sviluppare approcci e
metodologie innovative e, soprattutto, capaci di integrare la dimensione ambientale all’interno
della progettazione.
APPUNTIRIDE L’opinione del Direttore tecnico
IRIDE articoli e convegni...
N Partecipare alle ricerche
di IRIDE
IRIDE srl
Via G. Trevis, 88
00147 Roma
Tel 06/51.60.60.33
Fax 06/ 83.69.20.55
www.istituto-iride.com
5