Appuntiride IV numero

8
4 AI Numero 4 28/02/2014 1 Sommario P PRIMO PIANO R RICERCA Attenzioni ambientali nella fase di progettazione di un’infrastruttura portuale L LEGISLAZIONE La guida comunitaria per l’integrazione dei cambiamenti climatici e della biodiversità negli SIA I INGEGNERIA Modellazione acustica delle infrastrutture portuali Valutazioni ambientali: un grido di allarme N NOI Valutazioni ambientali: un grido di allarme Vorremmo lanciare con forza un grido d’allarme ed il perché risiede nelle riflessioni eseguite nel lavoro che quotidianamente, e da tempo, IRIDE svolge nel settore delle analisi e verifiche am- bientali. Riflessioni che nascono dalle difficoltà o meglio, ci permettiamo di dire, criticità delle prassi che si sono instaurate in Italia. Tali criticità non solo mettono in difficoltà tutti coloro che lavorano nell’ambito delle valutazioni ambientali, comportando troppo spesso soggettività di approcci, con tutto ciò che questo può comportare, ma soprattutto determinano uno spreco ingente di risorse misurabile in tempi e costi per le approvazioni di Piani, Programmi e Progetti. A fare le spese, e in questo caso il termine è tutt’altro che figurativo, dell’esistenza e persisten- za di queste criticità sono in prima battuta i soggetti pubblici e privati promotori delle iniziative, poi le Amministrazioni che hanno la competenza delle valutazioni e verifiche e infine, ma solo in ordine temporale, tutti noi, che ci ritroviamo con un livello di servizi troppo spesso decisamente scarso e in un contesto ambientale, anche in termini di salute pubblica, a rischio per il futuro. Diversamente, siamo convinti che le valutazioni ambientali, oltre a essere un obbligo dettato dalla norma, aspetto tutt’altro che trascurabile, siano un’opportunità perché costituiscono un utile strumento verso la buona pianificazione e la buona progettazione, consentendo di portare dentro ad ambiti che storicamente ne erano scevri, i principi dello sviluppo sostenibile. Con tut- to ciò che questo implica in termini di equilibri per gli ecosistemi naturali e antropici e per la società in generale. Perché siamo convinti che riuscire a individuare gli anelli deboli della catena (identificazione del tema) è il primo passo del processo che conduce ad avere una catena solida che risponde al proprio scopo. APPUNTIRIDE 6 1 3 4 6 7 L’opinione del Direttore tecnico IRIDE articoli e convegni... P Perché un grido di allarme? Uno spunto risolutivo: ripartire dalla norma

description

Il IV numero degli “Appunti” di I.R.I.D.E. è dedicato a due aspetti centrali pur se contrapposti nelle valutazioni ambientali: le criticità e le proposte. Con questo il Gruppo di Coordinamento dell’Istituto avrebbe piacere di rinnovare l’invito al dibattito e quindi di ricevere, da chi è interessato, contributi ed idee anche per arricchire il Notiziario stesso.

Transcript of Appuntiride IV numero

4

AI Numero 4 28/02/2014 1

Sommario

P PRIMO PIANO

R RICERCA Attenzioni ambientali nella fase di progettazione di un’infrastruttura portuale

L LEGISLAZIONE La guida comunitaria per l’integrazione dei cambiamenti

climatici e della biodiversità negli SIA

I INGEGNERIA Modellazione acustica delle infrastrutture portuali

Valutazioni ambientali: un grido di allarme

N NOI

Valutazioni ambientali: un grido di

allarme

Vorremmo lanciare con forza un grido d’allarme ed il perché risiede nelle riflessioni eseguite nel

lavoro che quotidianamente, e da tempo, IRIDE svolge nel settore delle analisi e verifiche am-

bientali.

Riflessioni che nascono dalle difficoltà o meglio, ci permettiamo di dire, criticità delle prassi che

si sono instaurate in Italia. Tali criticità non solo mettono in difficoltà tutti coloro che lavorano

nell’ambito delle valutazioni ambientali, comportando troppo spesso soggettività di approcci,

con tutto ciò che questo può comportare, ma soprattutto determinano uno spreco ingente di

risorse misurabile in tempi e costi per le approvazioni di Piani, Programmi e Progetti.

A fare le spese, e in questo caso il termine è tutt’altro che figurativo, dell’esistenza e persisten-

za di queste criticità sono in prima battuta i soggetti pubblici e privati promotori delle iniziative,

poi le Amministrazioni che hanno la competenza delle valutazioni e verifiche e infine, ma solo in

ordine temporale, tutti noi, che ci ritroviamo con un livello di servizi troppo spesso decisamente

scarso e in un contesto ambientale, anche in termini di salute pubblica, a rischio per il futuro.

Diversamente, siamo convinti che le valutazioni ambientali, oltre a essere un obbligo dettato

dalla norma, aspetto tutt’altro che trascurabile, siano un’opportunità perché costituiscono un

utile strumento verso la buona pianificazione e la buona progettazione, consentendo di portare

dentro ad ambiti che storicamente ne erano scevri, i principi dello sviluppo sostenibile. Con tut-

to ciò che questo implica in termini di equilibri per gli ecosistemi naturali e antropici e per la

società in generale.

Perché siamo convinti che riuscire a individuare gli anelli deboli della catena (identificazione del

tema) è il primo passo del processo che conduce ad avere una catena solida che risponde al

proprio scopo.

APPUNTIRIDE

6

1

3

4

6

7

L’opinione del Direttore tecnico

IRIDE articoli e convegni...

P

Perché un grido di allarme?

Uno spunto risolutivo: ripartire dalla norma

I passi successivi potranno evidentemente consistere nel capire perché quegli anelli sono de-

boli (caratterizzazione del fenomeno), nel vagliare le diverse possibilità di riparazione (analisi

del fenomeno) e nella scelta della soluzione (spunti e proposte di ottimizzazione).

L’esperienza fatta ci ha condotti alla convinzione che, al fine di risolvere le criticità tratteggia-

te, è assolutamente necessario ripartire dalla norma. Si ha infatti la sensazione che molte

difficoltà dipendano da singolari meccanismi che si sono instaurati nelle prassi, di cui, primo

tra tutti, la deriva di alcune interpretazioni, che causa una forte soggettività nelle elaborazioni

e valutazioni e, ancora più grave, l’arroccamento su posizioni rigide che impediscono il neces-

sario dialogo tra gli attori coinvolti. Ripartire dalla norma equivale a ricreare un linguaggio

comune, necessario per consentire quella comunicazione, senza la quale le difficoltà non pos-

sono essere risolte, in una materia in cui caso per caso ci si trova di fronte situazioni diverse.

In questa sede si intendono citare alcune criticità messe a fuoco, per semplicità raggruppate

in 6 macro argomenti, che vengono sviluppati in maniera esaustiva nell’ultimo numero della

rivista “Le strade”, di cui la presente trattazione rappresenta un estratto. Per ognuno dei 6

argomenti, sono stati sviluppati un processo di caratterizzazione, analisi, spunti e proposte di

ottimizzazione.

Il rapporto tra Piani/Programmi e Progetti

La concertazione con il territorio

Piani/Programmi e Progetti “vuoti” ai fini delle valutazioni

ambientali

Idoneità del livello di dettaglio dei contenuti informativi di

Piani/Programmi e Progetti ai fini delle valutazioni ambientali

Chiarezza dei contenuti degli studi ambientali di Piani/

Programmi e Progetti ai fini della valutazioni ambientali

Chiarezza dei contenuti dei monitoraggi ambientali di Piani/

Programmi e Progetti ai fini delle valutazioni e verifiche am-

bientali

Quindi il “grido di allarme” vuole essere uno spunto di riflessione e di presa di coscienza che

alcuni temi devono essere affrontati in modo più maturo e consapevole. E’ questo il campo di

lavoro in cui è attualmente dedicata l’attività di ricerca dell’Istituto IRIDE e tale ricerca ha già

condotto ad alcune proposte ed alla definizione di metodologie di lavoro che potrebbero esse-

re applicate e/o implementate in casi concreti. Ci si augura inoltre, e per quanto ci riguarda

l’impegno è messo in tutte e sedi in cui ci è richiesto un contributo, da quelle progettuali, a

quelle attuative, a quelle di supporto alla valutazione, a quelle formative e culturali, che que-

ste “grida” consentano di generare alcune azioni virtuose nei processi di valutazione ambien-

tale.

2

AI 4

APPUNTIRIDE n. 4/2013

...riuscire a indivi-

duare gli anelli de-

boli della catena è il

primo passo del

processo...

Sei Argomenti per

trasformare le criti-

cità in opportunità

Dalle criticità alle proposte migliorative

3

AI 4

APPUNTIRIDE n. 4/2013

Attenzioni ambientali nella fase di

progettazione di un’infrastruttura portuale R

Punti di attenzione:

1. Le attività di dra-

gaggio

2. Il dimensionamento

delle vasche

3. La gestione delle

terre

4. La presenza fisica

dell’infrastruttura

5. L’incremento dei

traffici

6. Le attività cantieri-

stiche

7. Le tempistiche

Punti di attenzione nella progettazione ecosostenibile

L’esperienza della prassi come motore di evoluzione

Dall’esperienza acquisita dallo studio di piani e progetti relativi alla realizzazione di un’infra-

struttura portuale, presentati all’Autorità competente per verifica ambientale (che si tratti di

VIA o VAS), si nota come le richieste di approfondimento / chiarimento che vengono rivolte ai

proponenti, siano molto spesso ricorrenti. Da qui nasce la domanda: non sarebbe meglio af-

frontare in modo corretto e completo le diverse tematiche ambientali durante la stesura del

progetto e non a posteriori con l’evidente insorgere di problemi legati all’eventuale parziale, o

addirittura totale, revisione e modifica del progetto già redatto?

Si è provato quindi ad approfondire gli aspetti salienti che devono essere studiati durante la

fase di progettazione al fine di non incorrere nelle mancanze riscontrati in numerose valuta-

zioni ambientali.

1. Le attività di dragaggio

È necessario effettuare un’accurata analisi della composizione del fondale marino che dovrà

essere sottoposto a dragaggio: la presenza di particolari specie di fauna e flora protette po-

trebbe invalidare la scelta progettuale con evidenti problemi nel trovare una soluzione alterna-

tiva; deve essere sempre predisposta una analisi per verificare la presenza di sostanze inqui-

nanti sul fondale oggetto di dragaggio nel caso fossero presenti, allora prevedere direttamen-

te nella fase progettuale (onde evitare la successiva richiesta in fase di verifica) un dragaggio

di bonifica ambientale propedeutico a quello meccanico. Devono essere predisposti sistemi di

contenimento che mantengano circoscritta la diffusione dell’intorbidimento delle acque duran-

te le attività di dragaggio.

2. Il dimensionamento delle vasche di colmata

Deve essere posta attenzione nel definire il volume delle vasche tale da permettere di acco-

gliere tutti i volumi dragati. Deve essere definita in modo corretto la conterminazione delle

vasche al fine di non disperdere i sedimenti refluiti in mare. E’ necessario prevedere un ade-

guato sistema di allontanamento delle acque in esubero (mediante l’installazione di pozzi dre-

nanti e canale di allontanamento delle acque sfioranti). Deve essere segnalata la destinazione

d’uso della futura vasca al termine del suo riempimento e della sua copertura.

3. La gestione delle terre

Deve essere sempre calcolato il bilancio tra i materiali derivanti e quelli necessari per la

realizzazione dell’opera. Devono essere indicate le destinazioni e le modalità di conferi-

mento dei materiali di scarto e prediligere il loro possibile riutilizzo. È essenziale preve-

dere un sistema di trattamento qualora fossero presenti materiali inquinati per l’even-

tuale refluimento nelle vasche di colmata, oppure definire in modo accurato la messa a

dimora definitiva.

Nella valutazione del rumore indotto da una infrastruttura di trasporto oramai si fa sempre più

uso di software acustici che consentono di simulare la propagazione del suono in ambiente

esterno. Grazie anche ad una normativa specifica ben definita, per le infrastrutture viarie, ferro-

viarie ed aeroportuali esistono definite metodologie di studio attraverso una consolidata model-

lazione acustica delle diverse sorgenti , per quelle portuali la situazione è del tutto differente.

Una infrastruttura portuale risulta una realtà altamente complessa nella quale intervengono mol-

teplici variabili acustiche rappresentate dalle singole attività che si svolgono all’interno.

4

AI 4

APPUNTIRIDE n. 4/2013

I Modellazione acustica delle infrastrutture

portuali

Direttiva Europea

2003/613/CE del

06/03/2003

4. La presenza fisica dell’infrastruttura

Durante la fase di scelta del layout dell’opera deve essere posta attenzione all’ambiente

che circonda la futura struttura; in particolare dovrà essere preferita la configurazione che

meglio si inserisce nel territorio e che riduce al minimo l’impatto sulla costa, sulla visuale,

ecc.; devono essere valutate le modifiche al ricircolo delle acque interne del porto per evi-

tare problematiche di inquinamento delle acque esterne. È essenziale che la scelta della

configurazione debba essere accompagnata dallo studio della variazione del trasporto soli-

do per verificare l’influenza della presenza del porto sulle spiagge ad esso limitrofe.

5. L’incremento dei traffici

L’inevitabile incremento dei traffici terrestri dovrà essere supportato da uno studio che

verifichi l’idoneità della rete stradale e ferroviaria; È fondamentale effettuare opportune simu-

lazioni, sia acustiche che atmosferiche, sullo scenario futuro in seguito alla variazione dei

traffici sia marini che terrestri.

6. Le attività di cantierizzazione

È fondamentale predisporre un piano che illustri i percorsi di cantiere che interesseranno

l’area oggetto di intervento. Si devono prevedere tutte le misure al fine di ridurre l’ inquina-

mento atmosferico e acustico generati dalle attività di cantiere.

7. Le tempistiche

È doveroso fornire cronoprogrammi dettagliati di tutte le attività previste nella realizzazione

dell’infrastruttura. È necessario evidenziare il rispetto dei tempi degli eventuali depositi tem-

poranei di materiale stabiliti dalle normative vigenti. Si deve garantire la tempestività di svol-

gimento dell’attività di copertura delle vasche di colmata.

Punti fermi e nuove esigenze

5

AI 4

APPUNTIRIDE n. 4/2013

L’approccio metodologico sviluppato da IRIDE al fine di determinare il clima acustico

indotto dall’esercizio del porto si fonda sulla seguente tipizzazione delle attività:

Traffico marittimo, nelle operazioni di manovra e stazionamento, considerando

sia le fasi di ingresso e uscita dal porto, di evoluzione, di accosto e staziona-

mento all’interno del bacino portuale, che il funzionamento dei motori princi-

pali ed ausiliari in riferimento al periodo giornaliero (diurno e notturno) e alla

tipologia di attività, associando un diverso profilo operativo in funzione della

categoria di nave per fascia oraria;

Attività portuali, con riferimento alle operazioni di carico/scarico, movimenta-

zione e gestione delle merci su piazzali e banchine considerando tutti i diversi

mezzi operativi impiegati in funzione della tipologia di trasporto marittimo e

le relative condizioni di funzionamento (percorsi, diagrammi temporali, etc.);

Traffico indotto di origine portuale lungo la rete di accessibilità portuale in

relazione alla generazione/attrazione dei flussi di traffico veicolare e/o ferro-

viario originati dal trasporto marittimo in funzione delle diverse tipologie di navi com-

merciali.

Proprio quest’ultimo aspetto risulta particolarmente significativo in quanto la corretta correla-

zione tra traffico marittimo e quello veicolare indotto incide sulla entità e sulla articolazione

temporale dei flussi che si riversano sulla rete di accessibilità portuale. Tale aspetto dipende

significativamente dalla differente dinamica delle operazioni di imbarco/sbarco caratteristica di

ciascuna tipologia di nave. Se per una nave Ro-Ro infatti le merci viaggiano su veicoli che

sbarcano autonomamente e si riversano direttamente sulla rete viaria esterna, per le navi Lo-

Lo invece i container vengono prima stoccati sulle banchine e in fase poi successiva trasporta-

ti all’esterno su ferro o su gomma.

Il riuscire ad individuare correttamente la correlazione tra traffico marittimo e veicolare/

ferroviario in relazione allo scenario operativo del oggetto di studio, rappresenta quindi il pun-

to cruciale per la corretta modellazione acustica. Il contesto territoriale in cui la maggior parte

dei porti italiani si collocano di fatto è caratterizzato dalla vicinanza di insediamenti urbani,

pertanto riuscire a quantificare correttamente la tipologia di traffico nonché la distribuzione

giornaliera risulta un aspetto fondamentale data la significatività dell’azione connessa.

Definiti quindi tutti gli aspetti legati alla caratterizzazione delle sorgenti emissive, l’ultima fase

richiede l’individuazione di uno scenario operativo giornaliero del porto caratteristico delle reali

condizioni. L’operatività di una infrastruttura portuale tuttavia è fortemente dipendente da

parametri giornalieri e stagionali, di difficile previsione e stima, che rendono complicata la

definizione di uno scenario medio, che invece è tipico degli studi acustici previsionali connessi

ad infrastrutture stradali, ferroviarie ed aeroportuali. Stante le suddette problematiche, si è

ritenuto pertanto procedere individuando uno scenario rappresentativo, definito come giorno

caratteristico, inteso come il giorno, all’interno del mese di più intenso flusso di traffico marit-

timo, tipico della configurazione operativa con maggior numero di acco-

sti.

La metodologia sviluppata rappresenta dunque un valido strumento per

l’analisi acustica di una infrastruttura portuale, in quanto tiene conto non

solo di tutte le diverse sorgenti acustiche presenti, ma anche dell’effetto

della contemporaneità delle azioni stesse, consentendo pertanto di ope-

rare una modellazione accurata senza il rischio di errori di sovrastima

degli impatti, né, ben più importante a livello ambientale, di sottostima.

La definizione di uno schema di analisi

6

AI 4

APPUNTIRIDE n. 4/2013

Tematica di primo piano sono sicuramente le direttive europee ed i documenti normativi pro-

dotti dalla Commissione, che forniscono una sorta di “linee guida” per i paesi comunitari che, a

loro volta, le recepiscono nei propri quadri normativi. Avere quindi un’attenzione all’Europa

significa guardare in maniera lungimirante ed essere sempre aggiornati rispetto alle nuove

tematiche emergenti.

In tale ottica si intende evidenziare la redazione di un importante documento “Guidance on

Integrating Climate Change and Biodiversity into Environmental Impact Assessment” del

04/04/2013. Nella guida vengono forniti spunti per gli Stati Membri al fine di migliorare il livel-

lo delle Valutazioni di Impatto Ambientale, ovvero degli studi, integrando tali procedure con

valutazioni specifiche riferite ai cambiamenti climatici, nonché alle analisi sulla biodiversità.

La guida stessa evidenzia come, nonostante la salvaguardia della biodiversità e l’attenzione ai

cambiamenti climatici siano obbiettivi principali delle politiche Europee e degli Stati Membri,

queste vengano raramente considerati negli studi di impatto ambientale. La ragione di tale

carenza è da ricercarsi nella mancanza formale di tali due tematiche all’interno delle procedure

di VIA. E’ quindi auspicabile che gli Stati Membri aggiornino i propri standard normativi al fine

di poter considerare le tematiche relative alla biodiversità ed i cambiamenti climatici necessità

divenute ormai imprescindibili.

La guida comunitaria per l’integrazione

dei cambiamenti climatici e della

biodiversità negli Studi di Impatto

Ambientale

L

Guidance on Inte-

grating Climate

Change and Biodi-

versity into Envi-

ronmental Impact

Assessment

Uno dei temi più ricorrenti nelle attività dell’ingegneria ambientale è quello delle azioni con-

nesse alle autorizzazioni di una iniziativa ovvero dell’approvazione di un progetto.

Non è solo il tema della VIA quello che rovina le giornate di diversi soggetti pubblici o privati

che intendono realizzare un’opera ma a questo si aggiungono anche tutte le approvazioni che

a diverso titolo devono essere acquisite in materia ambientale. Il TU così come modificato ad

oggi si è posto il tema e ha individuato il momento della VIA come quello in cui l’autorità

competente all’emissione del parere di compatibilità ambientale potrebbe svolgere un ruolo

essenziale, prevedendo che la stessa “coordina e sostituisce” le diverse autorizzazioni am-

bientali. Questo però non è in effetti mai stato veramente assunto come un momento così

“potente” e quindi non si è definito un percorso efficace in tal senso; inoltre è da dire che lo

stesso momento di conclusione della VIA coincide con l’apertura di una successiva fase che

innesca a sua volta ulteriori richieste di autorizzazioni, di controlli e di verifiche. Il percorso ad

ostacoli per l’iniziativa continua!

Partendo dalla convinzione personale che un’opera è compatibile con l’ambiente solo qualora

il progetto che si propone la immagina e la configura tale, non ho mai condiviso l’idea di un

apparato prescrittivo importante ed invasivo; di conseguenza ritengo che sarebbe opportuno

compattare l’insieme delle autorizzazioni e nulla osta che l’opera nei suoi vari aspetti (dalla

esistenza alla necessità di realizzazione) deve ottenere ed, in ogni caso, definire un sistema

più efficace ed efficiente (come dicono i bravi amministratori!) per la sua approvazione. Al

riguardo che ne dite di instaurare anche per gli aspetti ambientali una Conferenza dei Servizi

quale momento in cui tutti debbono e possono esprimersi al fine di “liberare” l’opera e indiriz-

zarla verso al sua realizzabilità?

N L’opinione del Direttore Tecnico

Se si ipotizzasse

una Conferenza dei

Servizi Ambientale?

Continua il filone di ricerca sviluppato

con la collaborazione del dipartimento di

Ingegneria dell’Università di Roma 3,

che ha visto la partecipazione del grup-

po di lavoro al 93esimo meeting annua-

le del Transportation Research Board (12—16 Gennaio 2014, Washington D.C.).

L’articolo è incentrato sulla definizione dell’influenza degli stili di guida in ambito autostradale

su di un veicolo di tipo “utilitaria” alimentato a diesel. I condizionamenti della sperimentazione

sono stati focalizzati sugli aspetti delle interferenze, valutando i risultati in termini emissivi, con

particolare riferimento ai surplus di

emissione emessi all’aumentare delle

interferenze. L’articolo “Influence of

highway traffic flow condition on

pollutant emissions of diesel passen-

ger cars using driving simulator” è

stato inserito negli atti del convegno.

Transportation Research Board 2014

7

AI 4

APPUNTIRIDE n. 4/2013

IRIDE articoli e convegni...

Le Strade: VIA-VAS, da prassi a opportunità green

L’articolo pubblicato sul prossimo numero di “Le Strade” rappresenta un “grido di allarme”

lanciato dall’Istituto rispetto alle criticità delle prassi che si sono instaurate in Italia, compli-

cando il lavoro dei tecnici e determinando, il più delle volte, uno spreco di risorse in termini

economici e temporali.

Per chi volesse approfondire la tematica si rimanda prossimo articolo di Le Strade, in cui è ne

è presentata una versione estesa.

La VIA del Climate Change: spunti di sostenibilità per

le infrastrutture viarie

Il primo articolo della Commissione Valutazioni Ambientali, presente sul prossimo numero

della Rivista dell’Ordine degli Ingegneri di Roma, è a firma IRIDE.

L’articolo tratta della tematica dei cambiamenti climatici e di come l’attuale panorama norma-

tivo italiano si relazioni rispetto ad essa, ormai divenuta elemento imprescindibile di analisi,

nell’ottica sia della progettazione tecnica, sia della progettazione ambientale.

Tale articolo rappresenta il quadro generale di un filone di ricerca portato avanti dalla Com-

missione rispetto a spunti di sostenibilità per le infrastrutture viarie che possono essere presi

in considerazione al fine sia di migliorare gli standard degli SIA, sia di aiutare i pianificatori

nell’adottare Best Practice nella gestione del territorio.

APPUNTIRIDE n. 4/2013 8

Anteprima

P PRIMO PIANO

R RICERCA La VIA del Climate Change

L LEGISLAZIONE Aggiornamento Normativo

I INGEGNERIA La modellazione ambientale dei cantieri

La VAS è utile alla VIA

N NOI

La costruzione di IRIDE, come soggetto capace di coniugare teoria e prassi, ricerca ed appli-

cazione, è un’operazione che si rinnova ogni giorno e che trova nel “fare” quotidiano la sua

linfa.

Dal confronto con le problematiche che di volta in volta si prospettano nello svolgimento della

sua attività di società di ingegneria ambientale, IRIDE coglie occasione per individuare nuovi

ambiti di speculazione e per sperimentare approcci innovativi che sappiano dare risposta a

quesiti ricorrenti nella pratica professionale. Così è nata la ricerca “Sostenibilità ambientale

delle infrastrutture ferroviarie”, sviluppata insieme ad Italferr S.p.A. – UO Ambiente ed Ar-

cheologia, come anche quella riferita al “Progetto del Progetto”, ossia alla costruzione di un

processo progettuale che, percorrendo in modo differente sentieri già tracciati dal dettato

normativo, sappia giungere a mete nuove e soprattutto più sostenibili sotto il profilo ambien-

tale e sociale, così come meglio illustrato nel prossimo numero di AppuntIride.

Per questa ragione IRIDE intende porsi come una sorta di laboratorio plurale ed aperto, nel

quale possano trovare occasione di conoscenza e sperimentazione tutti coloro che ritengano

che sia effettivamente perseguibile uno sviluppo ecosostenibile. Le porte dell’Istituto sono

quindi aperte a tutti coloro che sono animati da passione verso le tematiche ambientali e che

vogliono, insieme a noi, concorrere a costruire percorsi di ricerca volti a sviluppare approcci e

metodologie innovative e, soprattutto, capaci di integrare la dimensione ambientale all’interno

della progettazione.

APPUNTIRIDE L’opinione del Direttore tecnico

IRIDE articoli e convegni...

N Partecipare alle ricerche

di IRIDE

IRIDE srl

Via G. Trevis, 88

00147 Roma

Tel 06/51.60.60.33

Fax 06/ 83.69.20.55

[email protected]

www.istituto-iride.com

5