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    Musica nell'antica Grecia 

    Lezione di musica, idria attica a figure rosse, c. 510 a.C., Staatliche Antikensammlungen (Inv. 2421).

     Nella storia della cultura occidentale, l'antichità greca ha rappresentato un concreto modello di

    classicità, specialmente per l'architettura, la scultura, la filosofia e la letteratura. Diverso è stato

     per la musica, arte altrettanto importante e praticata nel mondo classico, della quale, a differenzadelle discipline precedentemente dette, ci sono rimasti solo pochi frammenti e di difficile

    interpretazione. L'elemento di continuità tra il mondo della civiltà musicale ellenica e quella

    dell'Occidente europeo è costituito principalmente dal sistema teorico greco, che fu assorbito dai

    romani e da essi fu trasmesso al Medioevo cristiano. Il sistema diatonico, con le scale di sette

    suoni e gli intervalli di tono  e di semitono, che sono tuttora alla base del nostro linguaggiomusicale e della nostra teoria, è l'erede e il continuatore del sistema musicale greco. Altri aspetti

    comuni alla musica greca e ai canti della liturgia cristiana dei primi secoli dopo Cristo furono ilcarattere rigorosamente monodico della musica e la sua stretta unione con le parole del testo.

    La notazione 

    L'esistenza della notazione  risale al IV secolo a.C.  La scrittura musicale greca serviva solo ai

    musicisti professionisti per loro uso privato.

    Tra i pochi reperti sopravvissuti:

    • 

    Un frammento del primo stasimo  della tragedia Oreste  di Euripide, scritto su  papiro; dalla

    collezione dell'arciduca Rénier. Notazione vocale

    •  Sempre dall'Oreste di Euripide: frammento di un coro (480-406 a.C.), Papyrun Wien G 2315. Notazione vocale

    •  Frammenti strumentali sempre dall'Oreste di Euripide, nel Papyrus Berlin 6870. Notazionestrumentale

    •  Due inni delfici, in onore di Apollo, uno in notazione vocale, l'altro in notazione strumentale,

    entrambi incisi su pietra; scoperti nelle rovine del tesoro degli ateniesi a Delfi nel maggio

    del 1893 (Delphi inv. NR. 517,526,494,499)• 

     Pianta di Tecmessa, Papyrus Berlin 6870. Notazione vocale

    • 

    Tre inni di Mesomede di Creta, dedicati al Sole, a Nemesi e alla musa Calliope, pubblicati da

    Vincenzo Galilei alla fine del Cinquecento

    •  Aenaoi Nefelai, da Aristofane. Museo di Monaco di Baviera (Aristophane 275/277)•  Epitaffio di Sicilo, (Seikilos figlio di Euterpe). Inciso su una colonnetta di pietra scoperta in

    Asia minore e pubblicata da Ramsay nel 1883. I segni musicali furono scoperti daWessely nel 1891. Attualmente nel museo di Copenaghen (Inv NR. 14897). Notazione

    vocale

    •  Prima ode Pitica, da Pindaro. Fonte: Biblioteca del monastero di S. Salvatore, Messina 

    •  Papyrus oxyrhynchus 2436 - Frammento di una monodia estratta forse dal Meleagos di

    Euripide • 

     Homero Hymnus  (Omero?) Fonte: Benedetto Marcello,  Estro poetico-harmonico  (Venezia,

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    1724). "Parte di canto greco del Modo Hippolidio sopra un inno d'Omero a Cerere"

    • 

    Poema (Mor 1,11 f Migne 37,523) di Grigorios Nazianzenos - Fonte: Athanasius Kircher ,

     Musurgia universalis  (1650), "Schema Musicae Antiquae". Biblioteca del monastero di

    S. Salvatore, Messina •  Papyrus Oslo A/B: Papiro di Oslo  1413 (Testo tragico). Pubblicato da Amundsen e

    Winnington-Ingram in Symbolae Osloensen (1955). Notazione vocaleAlla fine del periodo arcaico visse il primo musico non leggendario di cui abbiamo notizia,

    Terpandro, a cui fu riconosciuto il merito di aver raccolto, classificato e denominato le melodiein base alla loro origine geografica (una melodia che veniva dalla regione dorica venne chiamata

    dorica, dalla regione frigia, frigia…), nonché di aver organizzato le melodie in funzione dei testi

     poetici. Queste melodie vennero chiamate nomoi (termine che, in greco, significa legge) perché

    il musico doveva utilizzarle in funzione del tipo di testo che metteva in musica. In questa fase fu

    decisiva, nell'ambito dell'esecuzione musicale del testo poetico, la funzione della memoria,

    considerata la madre delle muse, nonché madre delle arti perché aveva un ruolo fondamentale per la sopravvivenza e la trasmissione della cultura.

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    La teoria 

     Nella Grecia antica, la musica era assolutamente inseparabile dalla  poesia, soprattutto nel periodo più antico della sua storia. Nella poesia greca e in quella latina, la metrica era governata

    dalla successione, secondo schemi prefissati, di sillabe lunghe e brevi. Da questi schemiderivavano le alternanze fra tempi forti e deboli, cioè il ritmo.

    La ritmica greca si estendeva all'area delle arti temporali, quindi la musica adottava gli stessi principi della  poesia. Fondamentale ed indivisibile della metrica greca era il tempo primo,

    misura della sillaba  breve. La breve corrispondeva alla durata di una croma, mentre la lunga

    corrispondeva alla durata di due sillabe brevi, ossia di una semiminima. Il ritmo si produce solo

    quando ci sono due o più note o sillabe, cioè più brevi e lunghe; esse si ordinavano in schemi

    ritmici chiamati piedi. Nella poesia, i piedi si raggruppavano in combinazioni varie a formare i

    versi, e i versi a formare le strofe.

    Il canto 

    Verso la fine del periodo arcaico cominciò a svilupparsi una lirica monodica, affidata ad unavoce sola ed eseguita in contesti conviviali. In alcune città come Sparta, invece, dove si sviluppò

    un forte senso civile e si diede importanza alla dimensione collettiva della vita sociale, nacque

    una produzione di musica corale, affidata ad eventi celebrativi pubblici sia religiosi che laici.Forme della lirica corale furono: il  peana in onore di Apollo, il ditirambo in onore di Dioniso,

    l'imeneo, canto di nozze, il threnos, canto funebre, il partenio, canto di fanciulle, gli inni in onore

    degli dei e degli uomini e gli epinici in onore dei vincitori dei giochi panellenici. Nella lirica

    corale si realizza pienamente l'unione delle tre arti della Mousikè, perché alla poesia si aggiunge

    la danza (il coro si muoveva coreograficamente durante l'esecuzione dei canti corali).Il ritmo di questi canti era lo stesso della poesia. Il coro greco cantava all'unisono, utilizzando il

     procedimento dell'eterofonia: veniva cantata un'unica melodia, ma ad altezze diverse. Massimi poeti e musicisti dei canti corali furono Stesicoro  e Pindaro. Siamo tra il periodo arcaico e

    classico.

    Gli strumenti 

    Lo strumento associato alla civiltà greca fu l'aulos. Era uno strumento a fiato ad ancia, sacro al

    culto di Diòniso, dio del vino, dell'ebbrezza  e dell'incantamento. Una striscia di cuoio  girava

    intorno al capo dell'esecutore, aiutandolo a fermare, tra le labbra, le imboccature dell'aulosdoppio, il diaulos, strumento più diffuso dell'aulos semplice.

    Un altro strumento utilizzato in Grecia fu la cetra, utilizzato, generalmente, per accompagnare iracconti delle leggende degli dei e degli eroi. La lira o cetra era ritenuta sacra al culto di Apollo,

    il dio della bellezza simboleggiava una diversa idea della musica, molto più razionale di quella

    associata al dio Diòniso. Era formata da una cassa di risonanza dalle cui estremità salivano due

     bracci collegati da un giogo. Tra la cassa e il giogo erano tese le corde: dapprima 4, poi 7 (poi unnumero maggiore. Si suonava pizzicando le corde con un plettro d'avorio. Varietà della lira erano

    la forminx degli aedi, la pectis lidia, la grande magadis.

    C'è un mito che dimostra la superiorità che acquistò, per i greci, la  poesia accompagnata dalla

    cetra. Si tratta del mito di Atena, dea della sapienza, la quale gettò via l'aulos  perché lacostringeva a contorcere il viso  per suonare, scegliendo la cetra. C'è, quindi, quest'idea della

    superiorità della musica razionale rispetto a quella irrazionale. Vengono riconosciute entrambe ledimensioni e associate una ad Apollo e l'altra a Dioniso.

    Altri strumenti erano la siringa (o flauto di Pan), formata da 7 canne disposte una vicina all'altra

    e di altezza digradante, la salpinx  (simile alla tromba). Tra gli strumenti a percussione si

    ricordano i tamburi, i cimbali (gli attuali piatti), i sistri e i crotali.

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    Musica nella civiltà romana 

    Trio di musicisti che sta suonando un aulos, un cimbalo, e un timpano (mosaico di Pompeii)

    La musica nella civiltà romana era una parte della cultura già dai tempi antichi. [1] La musica

    era in uso ai funerali, e la tibia (Aulos in greco), uno strumento a fiato, è stata suonata a sacrifici

     per allontanare gli influssi negativi.[2]

      La canzone (carmen) era parte integrante di quasi ognioccasione sociale.[3] Il Carmen saeculare di Orazio, per esempio, fu commissionata da Augusto e

    fu eseguita da un coro misto per bambini ai Giochi secolari ( Ludi Saeculares) nel 17 a.C.. Sottol'influenza della teoria antica greca, la musica fu pensata per riflettere la regolarità del cosmo, e

    venne associata in particolare con la matematica e la conoscenza.[4] 

    La musica etrusca ebbe un'influenza sulla musica più antica dei Romani. Durante il  periodo

    imperiale, i Romani portarono la loro musica alle  province, mentre le tradizioni dell'Asia

    Minore, del Nord Africa e della Gallia divennero parte integrante della cultura romana.[5] 

    La musica accompagnava gli spettacoli e gli eventi nelle arene, e faceva parte dello spettacolochiamato  pantomimus, una prima forma di balletto narrativo  che combinava danza espressiva,

    musica strumentale e un libretto cantato.[6]

     

    Notazione musicale 

    Musicisti in un dettaglio dal Mosaico di Zliten  (II secolo d.C.), originariamente rappresentati

    mentre accompagnano un combattimento fra gladiatore e rappresentazioni con gli animali feroci

    nell'arena: da sinistra, la tuba, l'idraulio (organo ad acqua), e due corni

    I Romani potrebbero aver preso in prestito il metodo greco di 'notazione enchiriadic' per

    registrare la loro musica, ma forse non utilizzavano nessun tipo di notazione musicale.[7] Quattro

    lettere (in inglese notazione 'A', 'G', 'F' e 'C') indicavano una serie di quattro toni successivi.

    Segni ritmici, scritti sopra le lettere, indicavano la durata di ogni nota.

     Nessun musicista è raffigurato nelle opere d'arte mentre legge la musica, e non è stato ancora

    scoperto nessun esempio scritto della musica romana. I Romani potrebbero aver accordato i loro

    strumenti sulle scale greche.[8]

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     Strumenti 

    L'arte romana raffigura vari fiati, "ottoni", percussioni e strumenti a corda. [9]  Gli strumenti in

    stile romano si trovano in parti dell'Impero dove non erano costruiti. Questo indica che la musicafaceva parte degli aspetti della cultura romana che si diffusero in tutte le province.

    Strumenti a fiato La tuba 

    La tuba romana era una lunga e dritta tromba di bronzo con un bocchino conico staccabile comequello del moderno corno francese. Esemplari ancora oggi esistenti sono lunghi circa 1,3 metri, e

    hanno un fori cilindrici dal boccaglio al punto in cui diventa a campana bruscamente,[10] simile

    alla moderna tromba dritta vista nelle presentazioni di 'musica d'epoca'. Dal momento che non vi

    erano le valvole, la tuba era capace di riprodurre solo una singola serie di note che probabilmente

    suonerebbe familiare per l'orecchio moderno, dati i limiti di acustica musicale per strumenti di

    questa costruzione.[8]

     In campo militare, è stata utilizzata per le "marce militari". La tuba è ancheraffigurata nell'arte, per esempio in mosaici mentre accompagna i giochi (ludi) ed eventi di

    spettacolo.

    Il cornu 

    Il cornu (latino "corno"), era un lungo strumento a fiato in metallo diforma tubolare che girava intorno al corpo del musicista con una

    forma simile a una G  maiuscola. Aveva un foro conico (anche

    questo simile a un corno francese) e un bocchino conico. Può essere

    difficile da distinguere dalla buccina. Il cornu è stato utilizzato per i

    segnali militari e in parata.[11]

      Il cornicen  era un segnale militareufficiale che trasformava gli ordini in chiamate. Come la tuba, il

    cornu appare anche come accompagnamento per eventi pubblici e

    spettacoli d'intrattenimento.

    La tibia 

    La tibia (greco aulos) ai giorni nostri corrisponde al flauto ed al clarinetto , di solito doppia,

    aveva due tubi con doppie ance (come in un oboe moderno), non uniti ma generalmente suonati

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    con una fascia per la bocca per tenere entrambi i tubi costantemente tra le labbra del

    suonatore.[12] Studi moderni affermano che essa produceva un suono basso simile a quello del

    clarinetto. Vi è una certa confusione circa l'esatta natura dello strumento.

    Varie versioni del flauto moderno e del flauto di Pan.

    Flauti di Pan suonati da Pan e aulos attraverso una menade (tesoro di Mildenhall, IV secolo)

    Strumenti a corda 

    La lira 

    La lira, presa in prestito dai Greci, era essenzialmente un primitivo tipo di arpa, con una cornice

    di legno o di guscio di tartaruga e vari numeri di fili tesi da una barra trasversale al corpo sonoro.La lira si teneva o si faceva ondeggiare con un braccio e una mano e suonata con l'altra mano. [13] 

    La cetra 

    I Romani gradualmente abbandonarono la lira a favore della sofisticata cetra, uno strumento più

    grande, con una cornice a forma di scatola con corde tese dalla traversa in alto fino alla cassa di

    risonanza in basso, era tenuta in posizione verticale e suonata con il plettro. Le corde erano

    accordabili regolando cunei di legno lungo la traversa.

    Il liuto 

    Il liuto, il vero precursore della chitarra (chitara), è considerato uno strumento medievale , maera suonato dagli antichi romani. Il liuto romano aveva tre corde, e non era tanto popolare quanto

    la lira o la cetra, ma era più facile da suonare.

    La chitara 

    La chitara era lo strumento musicale più importante della

    Roma antica ed era suonata sia nella musica popolare che nelleforme più serie di musica. Più grande e più pesante di una lira,

    la chitara era uno strumento forte, dolce e penetrante che

     poteva essere accordato con precisione. Si diceva che alcuni

    suonatori fossero soliti piangere. Dalla chitara deriva la nostra parola chitarra e anche se la chitarra è evoluta più direttamente

    dal liuto, lo stesso misticismo circonda gli idoli di chitarra dioggi che gli antichi virtuosi, il citharista e cantanti popolari di

    Roma antica. Come altri strumenti, essa proveniva

    originariamente dalla Grecia e le immagini greche ritraggono le

    citharas più elaboratamente costruite. Si riteneva che gli dei

    della musica, le Muse e Apollo, avessero dato ai suonatori di cetra il dono di ipnotizzare gliascoltatori.

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    Organi 

     Hydraulis e cornu su un masaico di Nennig, Germania.

    I mosaici raffigurano strumenti che assomigliano a un incrocio tra la zampogna e l'organo. I tubi

    sono stati dimensionati in modo da produrre molti delle note (scale) conosciute dai greci. Non è

    chiaro se l'aria fosse soffiata direttamente a bocca o da qualche mantice meccanico.

    L' organo idraulico (hydraulis), che funzionava grazie alla pressione dell'acqua, è stato "una

    delle più significative realizzazioni tecniche e musicali dell'antichità".[14] 

    In sostanza, l'aria che va ai tubi che producono il suono proviene da un meccanismo della cassa a

    fiato connesso attraverso un tubo alla cupola; l'aria è pompata all'interno per comprimere l'acqua,e l'acqua sale nella cupola, comprimendo l'aria e facendo in modo che un rifornimento costante

    raggiunga i tubi.[15]

      Lo strumento risale agli antichi greci e un modello ben conservato inceramica è stato trovato a Cartagine nel 1885.[16] 

    Le hydraulis  accompagnava spettacoli di gladiatori  e manifestazioni nell'arena, così comespettacoli teatrali.

    Percussioni 

    Lo scabellum 

    Si usava un dispositivo di legno o di metallo a cerniera (chiamato scabellum) per battere il

    tempo.

    Il sistro 

    Il sistro era un sonaglio composto da anelli infilati attraverso i buchi di un telaio metallico, che

    era spesso utilizzato per scopi rituali.I cymbali 

    I Cymbala (lat. plurale di cymbalum, da kymbalon greco) erano piccoli cembali: dischi metallici

    con centri concavi e bordi girati, usati in coppie si facevano sbattere l'uno contro l'altro. [17] La musica nella società 

     Nonostante la presunta mancanza di originalità musicale da parte dei romani, a loro la musica

     piaceva molto e la utilizzavano in molte attività.

    Gli usi militari della tuba per la segnalazione, così come la musica per i funerali, riunioni private,

    gli spettacoli sul palco e i grandi spettacoli gladiatori. La musica veniva utilizzata anche nelle cerimonie religiose. I Romani coltivavano la musica

    come un segno di educazione.[18]

     I concorsi musicali erano abbastanza comuni e attiravano unavasta gamma di concorrenti.