Anno xxxi n 19 25 maggio 2014

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ANNO XXXI N° 19 - 25 Maggio 2014 1.00 Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno È da un po’ di tempo che è iniziata la gazzarra delle parole e delle promesse che sta in- vadendo tutta l’Italia, non trat- tenute neppure dal vento ge- lido di questi giorni. Una cac- cia spietata al voto che, stando così le cose, speriamo non ci porti ad una situa- zione politica peggiore. E, come sempre, la selvaggina più appetibile si trova tra i cattolici. Qui subentra «la coda del diavolo» che fin dal- l’origine tramandata nei detti popolari, continua a far danni, specie là dove trova un ambiente ostico per lui. Sta mettendo in atto il sistema del “doce doce”, presentando in primo piano il problema delle coppie di fatto, dell’omofobia, dell’aborto. Ha accorciato il divorzio, ma non si è preoccupato della famiglia e dalla sua «pentola scoperchiata» si è saputo che tra i maggiori giocatori d’azzardo ci sono ra- gazzi dai 7 ai 12 anni. Sta cercando, con la sua intuizione fulmi- nea, di far apparire la Chiesa come un parti- to, nonostante i propri peccati interni, preoc- cupato solo di questi problemi. Essendo queste votazioni prin- cipalmente Europee, vuol far dimenticare l’esproprio fatto al Cri- stianesimo nella Costituzione. Le crisi materiali sono anche la conseguenza di valori ignorati e dimenticati. Alcuni partiti vorrebbero spaventarci anche con il problema dell’immigrazione a getto continuo. Ma torniamo alla “coda” e ai suoi disastri, ri- cordiamoci che il diavolo è senza cervello e quindi arriva prima allo scopo. Bisogna evitare che questa campagna eletto- rale faccia vedere che i cat- tolici sono poco interessati ai problemi contingenti che assillano la nostra quotidia- nità, come la mancanza di lavoro. Noi abbiamo una “dottrina sociale” che è partita da una situa- zione di crisi e che quindi, senza ideologismi, è preoccupata a che nel mondo si operi secondo giustizia. Attenzione a non disertare le urne. In- coraggiamo anche altri ad andare a votare! Va, tuttavia ricordato che l’impegno nel mondo, se è una necessità della fede, non esaurisce la fede. È necessaria grande oculatezza per evi- tare di cadere nell’ambiguità interpretativa del fenomeno della secolarizzazione, scivolando nel secolarismo. Una volta, quando nelle vo- tazioni, c’era il rischio della libertà, nelle no- stre chiese si pregava, oggi una proposta di questo genere potrebbe ap- parire ridicola. Ep- pure il cattolico sa quanto importate, anche oggi, è la no- stra scelta per il no- stro futuro e quanto altrettanto impor- tante è la preghiera nelle nostre scelte. Forse un po’ di se- colarismo è entrato in mezzo a noi operando una regressione verso un rovesciamento dei valori che hanno come idoli il consumo, il profitto, il neo-naturismo, la patente subito, le vacanze ad ogni costo. Un po’ di New Age ci spinge a guardare il mondo della politica dal punto di vista di chi vi vuol trovare solo una egoistica ed edonistica tran- quillità di vivere. Non c’è bisogno di parlare molto per dire qualcosa di grande su Maria. Dio, che non è chiacchie- rone, pronunciò solo poche parole su questa donna. I vangeli raccolsero amorevolmente i detti ispirati dall’Alto e la Chiesa li ha con- servati come un testamento ripetuto da tutte le generazioni che proclamano Maria beata. Sono come un «credo». Paolo VI lo formulò in questo modo: «Noi crediamo che Maria è la Madre, rimasta sempre Vergine, del Verbo Incarnato, nostro Dio e Salvatore Gesù Cri- sto, e che, a motivo di questa singolare ele- zione, ella, in considerazione dei meriti di suo Figlio, è stata redenta in modo più emi- nente, preservata da ogni macchia di peccato originale e colmata del dono della grazia più che tutte le altre creature. Associata ai misteri della Incarnazione e della Redenzione con un vincolo stretto e indissolubile, la Vergine Santissima, l’Immacolata, al termine della sua vita terrena è stata elevata in corpo e anima alla gloria celeste e configurata a suo Figlio risorto, anticipando la sorte futura di tutti i giusti». «Crediamo che la Madre san- tissima di Dio, nuova Eva, Madre della Chiesa, continua in cielo il suo ufficio ma- terno riguardo ai membri di Cristo, coope- rando alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle anime dei redenti». Nient’altro. E a che scopo qualcosa d’altro. Teniamole sempre nella nostra memoria. Cu- stodiamole nel cuore. Ripetiamole sovente nella nostra vita. E che questa magnitudine storica che è Maria nella storia della nostra salvezza accompagni il nostro cammino, fac- cia splendere il suo volto su di noi e ci faccia già intravedere in questo mondo la Terra pro- messa. (da «Parole semplici su Maria» di P.Garcia Barriuso). Il credo di Maria MEETING DELLA FISC Alla ricerca di senso nel cyberspazio Dal 12 al 14 giugno a Grottammare (Marche) primo incontro dei giornali cattolici on line. L’iniziativa è proposta dal settimanale diocesano “L’An- cora” in collaborazione con la Federazione italiana settimanali cattolici, le agenzie Zenit e Sir e l’Ordine dei Giornalisti delle Marche. Filo con- duttore: la trasformazione multimediale della notizia, della professione giornalistica e del lavoro redazionale. Fare squadra tra quanti vivono la rete e quanti ci stanno entrando. È l’obiettivo del primo meeting dei giornali cattolici e on line “Pellegrini nel cyberspazio”, che si terrà dal 12 al 14 giugno a Grottammare, nelle Marche: un’oc- casione per permettere ai giornalisti cattolici del web e del cartaceo di conoscersi ed essere protagonisti di un dibattito sul loro lavoro. L’iniziativa, proposta dal settimanale diocesano “L’Ancora” in collaborazione con la Federa- zione italiana settimanali cattolici (Fisc), l’agen- zia internazionale Zenit, l’agenzia Sir e l’Ordine dei Giornalisti delle Marche, prevede tre giorni in cui si ascolteranno esperienze, si affronteranno le problematiche con relazioni e workshop e si conosceranno le potenzialità del web. Filo con- duttore sarà la trasformazione multimediale della notizia, della professione giornalistica e del lavoro redazionale. Gli organizzatori hanno cercato di offrire una proposta economica ac- cessibile per tutti, che permetterà anche di ospitare le famiglie: durante il convegno gli accompa- gnatori potranno visitare il territorio e avranno un ombrellone con lettino e sdraio compresi nella quota d’iscrizione (€75 ciascuno per due notti, pensione completa). Tutte le informazioni per l’iscrizione, che scadrà lunedì 26 maggio, sono reperibili sul sito www.fisc.it. Tanti incontri e un concorso. “Saranno tre giorni ricchi d’incontri - spiega Simone Incicco, caporedattore del settimanale ‘L’Ancora’ e re- sponsabile organizzativo del Meeting - con illustri relatori tra cui il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, il caporedattore del ‘Sole 24 Ore’, Daniele Bellasio, e tanti altri. Cercheremo di fare squadra tra quanti vivono il mondo della comunicazione cattolica. Ringrazio i nostri sponsor ‘Shalom’ e ‘Go Asia’ per aver permesso di avere un costo contenuto d’iscrizione e l’intera comunità di Grottammare”. Collegato al meeting ci sarà il concorso giornalistico nazionale “Shalom - Go Asia”, al quale “sono ammesse a partecipare gratuitamente - precisa Beatrice Testadiferro, presidente della giuria - tutte le testate on line cattoliche e che si occupino della comunità cri- stiana senza tralasciare la cronaca o i fatti del territorio di riferimento. Saranno assegnati cinque premi: per la sezione giornalistica al giornalista che abbia sottolineato un aspetto o un evento di rilevanza sociale, culturale o religiosa della diocesi; per la grafica al sito che abbia la migliore fruibilità dei contenuti; per la fotografia alla miglior foto di accompagnamento a un articolo; per la sezione video al miglior video realizzato a corollario di un articolo e il premio della giuria popolare che verrà assegnato dai giornalisti stessi durante il Meeting”. Il voto, i cattolici, e «la coda del diavolo» L’importanza di questa tornata elettorale ci spinge al voto e richiede la preghiera di Pietro Pompei Segue a pag. 2 Le votazioni Amministrative nei 10 Comuni della nostra Diocesi Nei Comuni della Diocesi in cui si andrà a votare anche per il rinnovo delle Amministrazioni, i cittadini è bene che sappiano, attraverso i programmi, le priorità che debbono ruotare prevalentemente intorno alla persona. Il futuro Sindaco si deve far carico degli autentici problemi del cit- tadino che va difeso anche nei confronti di altri Organismi che spesso trattano le persone come oggetti. Il disagio di tanti ambienti, le incertezze di tante famiglie, le tragedie che silenziosamente si consumano, meritano più attenzione di un parcheggio o di un monumento. Il sommerso dei nostri paesi non è tanto il lavoro non denunciato, quanto i disagi spesso creati da forme di so- praffazioni contro le quali il cittadino trova spesso un muro di omertà e non ha i mezzi per con- trapporsi. Amministrare è gratificante solo in una società non di sudditi tenuti a bada con “panem et circenses”, ma di cittadini che sanno di avere dei doveri, ma altresì di avere spazio per i propri diritti. Il cattolico deve far appello a tutta la sua spiritualità, che va intesa, come è stato scritto, ”in un concetto più ampio e interessante; spiritualità come modo personale e interiore di vivere l’esperienza religiosa e comunque l’esperienza del mondo dei valori”. In passato il coinvolgi- mento delle masse popolari era stato favorito dalla forte dimensione interiore dei protagonisti. Ci si augura che su questa strada i nominativi che si andranno a scegliere riportino un particolare interesse verso la politica, specie tra i cattolici. P.P.

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ANNO XXXI N° 19 - 25 Maggio 2014 € 1.00

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

È da un po’ di tempo che èiniziata la gazzarra delle parolee delle promesse che sta in-vadendo tutta l’Italia, non trat-tenute neppure dal vento ge-lido di questi giorni. Una cac-cia spietata al voto che, standocosì le cose, speriamo non ci porti ad una situa-zione politica peggiore. E, come sempre, laselvaggina più appetibile si trova tra i cattolici.Qui subentra «la coda del diavolo» che fin dal-l’origine tramandata nei detti popolari, continuaa far danni, specie là dove trova un ambienteostico per lui. Sta mettendo in atto il sistemadel “doce doce”, presentando in primo piano ilproblema delle coppie di fatto, dell’omofobia,dell’aborto. Ha accorciato il divorzio, ma nonsi è preoccupato della famiglia e dalla sua«pentola scoperchiata» si è saputo che tra imaggiori giocatorid’azzardo ci sono ra-gazzi dai 7 ai 12 anni.Sta cercando, con lasua intuizione fulmi-nea, di far apparire laChiesa come un parti-to, nonostante i propripeccati interni, preoc-cupato solo di questiproblemi. Essendoqueste votazioni prin-cipalmente Europee,vuol far dimenticarel’esproprio fatto al Cri-stianesimo nella Costituzione. Le crisi materialisono anche la conseguenza di valori ignorati edimenticati. Alcuni partiti vorrebbero spaventarcianche con il problema dell’immigrazione agetto continuo.Ma torniamo alla “coda” e ai suoi disastri, ri-cordiamoci che il diavolo è senza cervello equindi arriva prima allo scopo. Bisogna evitare

che questa campagna eletto-rale faccia vedere che i cat-tolici sono poco interessati aiproblemi contingenti cheassillano la nostra quotidia-nità, come la mancanza dilavoro. Noi abbiamo una

“dottrina sociale” che è partita da una situa-zione di crisi e che quindi, senza ideologismi, èpreoccupata a che nel mondo si operi secondogiustizia. Attenzione a non disertare le urne. In-coraggiamo anche altri ad andare a votare! Va,tuttavia ricordato che l’impegno nel mondo,se è una necessità della fede, non esaurisce lafede. È necessaria grande oculatezza per evi-tare di cadere nell’ambiguità interpretativa delfenomeno della secolarizzazione, scivolandonel secolarismo. Una volta, quando nelle vo-tazioni, c’era il rischio della libertà, nelle no-

stre chiese sipregava, oggi unaproposta di questogenere potrebbe ap-parire ridicola. Ep-pure il cattolico saquanto importate,anche oggi, è la no-stra scelta per il no-stro futuro e quantoaltrettanto impor-tante è la preghieranelle nostre scelte.Forse un po’ di se-colarismo è entrato

in mezzo a noi operando una regressione versoun rovesciamento dei valori che hanno comeidoli il consumo, il profitto, il neo-naturismo,la patente subito, le vacanze ad ogni costo. Unpo’ di New Age ci spinge a guardare il mondodella politica dal punto di vista di chi vi vuoltrovare solo una egoistica ed edonistica tran-quillità di vivere.

Non c’è bisognodi parlare moltoper dire qualcosadi grande suMaria. Dio, chenon è chiacchie-rone, pronunciòsolo poche parolesu questa donna. Ivangeli raccolseroamorevolmente i

detti ispirati dall’Alto e la Chiesa li ha con-servati come un testamento ripetuto da tuttele generazioni che proclamano Maria beata.Sono come un «credo». Paolo VI lo formulòin questo modo: «Noi crediamo che Maria èla Madre, rimasta sempre Vergine, del VerboIncarnato, nostro Dio e Salvatore Gesù Cri-sto, e che, a motivo di questa singolare ele-zione, ella, in considerazione dei meriti disuo Figlio, è stata redenta in modo più emi-nente, preservata da ogni macchia di peccatooriginale e colmata del dono della grazia più

che tutte le altre creature. Associata ai misteridella Incarnazione e della Redenzione con unvincolo stretto e indissolubile, la VergineSantissima, l’Immacolata, al termine dellasua vita terrena è stata elevata in corpo eanima alla gloria celeste e configurata a suoFiglio risorto, anticipando la sorte futura ditutti i giusti». «Crediamo che la Madre san-tissima di Dio, nuova Eva, Madre dellaChiesa, continua in cielo il suo ufficio ma-terno riguardo ai membri di Cristo, coope-rando alla nascita e allo sviluppo della vitadivina nelle anime dei redenti».Nient’altro. E a che scopo qualcosa d’altro.Teniamole sempre nella nostra memoria. Cu-stodiamole nel cuore. Ripetiamole soventenella nostra vita. E che questa magnitudinestorica che è Maria nella storia della nostrasalvezza accompagni il nostro cammino, fac-cia splendere il suo volto su di noi e ci facciagià intravedere in questo mondo la Terra pro-messa. (da «Parole semplici su Maria» di

P.Garcia Barriuso).

Il credo di Maria

MEETING DELLA FISC

Alla ricerca di senso nel cyberspazioDal 12 al 14 giugno a Grottammare (Marche) primo incontro dei giornali

cattolici on line. L’iniziativa è proposta dal settimanale diocesano “L’An-

cora” in collaborazione con la Federazione italiana settimanali cattolici,

le agenzie Zenit e Sir e l’Ordine dei Giornalisti delle Marche. Filo con-

duttore: la trasformazione multimediale della notizia, della professione

giornalistica e del lavoro redazionale.

Fare squadra tra quanti vivono la rete e quantici stanno entrando. È l’obiettivo del primomeeting dei giornali cattolici e on line “Pellegrininel cyberspazio”, che si terrà dal 12 al 14giugno a Grottammare, nelle Marche: un’oc-casione per permettere ai giornalisti cattolicidel web e del cartaceo di conoscersi ed essereprotagonisti di un dibattito sul loro lavoro.L’iniziativa, proposta dal settimanale diocesano“L’Ancora” in collaborazione con la Federa-zione italiana settimanali cattolici (Fisc), l’agen-zia internazionale Zenit, l’agenzia Sir e l’Ordinedei Giornalisti delle Marche, prevede tre giorniin cui si ascolteranno esperienze, si affronterannole problematiche con relazioni e workshop e siconosceranno le potenzialità del web. Filo con-duttore sarà la trasformazione multimediale dellanotizia, della professione giornalistica e dellavoro redazionale. Gli organizzatori hannocercato di offrire una proposta economica ac-cessibile per tutti, che permetterà anche di ospitarele famiglie: durante il convegno gli accompa-gnatori potranno visitare il territorio e avrannoun ombrellone con lettino e sdraio compresinella quota d’iscrizione (€75 ciascuno per duenotti, pensione completa). Tutte le informazioniper l’iscrizione, che scadrà lunedì 26 maggio,sono reperibili sul sito www.fisc.it.Tanti incontri e un concorso. “Saranno tre

giorni ricchi d’incontri - spiega Simone Incicco,caporedattore del settimanale ‘L’Ancora’ e re-sponsabile organizzativo del Meeting - con illustrirelatori tra cui il direttore di Famiglia Cristiana,don Antonio Sciortino, il direttore di AvvenireMarco Tarquinio, il caporedattore del ‘Sole 24

Ore’, Daniele Bellasio, e tanti altri. Cercheremodi fare squadra tra quanti vivono il mondo dellacomunicazione cattolica. Ringrazio i nostrisponsor ‘Shalom’ e ‘Go Asia’ per aver permessodi avere un costo contenuto d’iscrizione e l’interacomunità di Grottammare”. Collegato al meetingci sarà il concorso giornalistico nazionale “Shalom- Go Asia”, al quale “sono ammesse a parteciparegratuitamente - precisa Beatrice Testadiferro,presidente della giuria - tutte le testate on linecattoliche e che si occupino della comunità cri-stiana senza tralasciare la cronaca o i fatti delterritorio di riferimento. Saranno assegnati cinquepremi: per la sezione giornalistica al giornalistache abbia sottolineato un aspetto o un evento dirilevanza sociale, culturale o religiosa delladiocesi; per la grafica al sito che abbia la migliorefruibilità dei contenuti; per la fotografia allamiglior foto di accompagnamento a un articolo;per la sezione video al miglior video realizzato acorollario di un articolo e il premio della giuriapopolare che verrà assegnato dai giornalisti stessidurante il Meeting”.

Il voto, i cattolici, e «la coda del diavolo»L’importanza di questa tornata elettorale ci spinge alvoto e richiede la preghiera

di Pietro Pompei

Segue a pag. 2

Le votazioni Amministrative nei 10 Comuni

della nostra Diocesi

Nei Comuni della Diocesi in cui si andrà a votare ancheper il rinnovo delle Amministrazioni, i cittadini è bene chesappiano, attraverso i programmi, le priorità che debbonoruotare prevalentemente intorno alla persona. Il futuroSindaco si deve far carico degli autentici problemi del cit-tadino che va difeso anche nei confronti di altri Organismi che spesso trattano le persone comeoggetti. Il disagio di tanti ambienti, le incertezze di tante famiglie, le tragedie che silenziosamentesi consumano, meritano più attenzione di un parcheggio o di un monumento. Il sommerso deinostri paesi non è tanto il lavoro non denunciato, quanto i disagi spesso creati da forme di so-praffazioni contro le quali il cittadino trova spesso un muro di omertà e non ha i mezzi per con-trapporsi. Amministrare è gratificante solo in una società non di sudditi tenuti a bada con “panemet circenses”, ma di cittadini che sanno di avere dei doveri, ma altresì di avere spazio per i propridiritti. Il cattolico deve far appello a tutta la sua spiritualità, che va intesa, come è stato scritto,”in un concetto più ampio e interessante; spiritualità come modo personale e interiore di viverel’esperienza religiosa e comunque l’esperienza del mondo dei valori”. In passato il coinvolgi-mento delle masse popolari era stato favorito dalla forte dimensione interiore dei protagonisti.Ci si augura che su questa strada i nominativi che si andranno a scegliere riportino un particolareinteresse verso la politica, specie tra i cattolici. P.P.

Page 2: Anno xxxi n 19 25 maggio 2014

“La sofferenza non è un valore in se stessa ma una realtà

che Gesù ci insegna a vivere con l’atteggiamento giusto”.

Lo ha detto il Papa, che ricevendo in udienza, in Aula Paolo VI, le Associazioni del BeatoLuigi Novarese, ha osservato che “ci sono modi giusti e modi sbagliati di vivere il dolore e lasofferenza”: “Un atteggiamento sbagliato - ha spiegato - è quello di vivere il dolore in manierapassiva, lasciandosi andare con inerzia e rassegnandosi. Anche la reazione della ribellionee del rifiuto non è un atteggiamento giusto”. Gesù, invece, “ci insegna a vivere il dolore ac-cettando la realtà della vita con fiducia e speranza, mettendo l’amore di Dio e del prossimoanche nella sofferenza: e l’amore trasforma ogni cosa”. “C’è chi piange perché non ha salute,chi piange perché è solo o incompreso”, ha detto il Papa: “I motivi della sofferenza sonotanti. Gesù ha sperimentato in questo mondo l’afflizione e l’umiliazione. Ha raccolto le sof-ferenze umane, le ha assunte nella sua carne, le ha vissute fino in fondo una per una. Haconosciuto ogni tipo di afflizione, quelle morali e quelle fisiche: ha provato la fame e la fatica,l’amarezza dell’incomprensione, è stato tradito e abbandonato, flagellato e crocifisso”. Madicendo “beati quelli che sono nel pianto”, Gesù “non intende dichiarare felice una condizionesfavorevole e gravosa della vita”. “Proprio questo vi ha insegnato il beato Luigi Novarese -ha esclamato il Papa - educando i malati e i disabili a valorizzare le loro sofferenze all’internodi un’azione apostolica portata avanti con fede e amore per gli altri”. “Gli ammalati devonosentirsi gli autori del proprio apostolato”. “Una persona ammalata, disabile, può diventaresostegno e luce per altri sofferenti, trasformando così l’ambiente in cui vive”, ha affermato il

Papa citando una frase del beato: “Gli ammalati devono sentirsi gli autoridel proprio apostolato”. “Con questo carisma voi siete un dono per laChiesa”, ha detto Francesco rivolgendosi ai presenti: “Le vostre sof-ferenze, come le piaghe di Gesù, da una parte sono scandalo per lafede, ma dall’altra sono verifica della fede, segno che Dio è Amore, èfedele, è misericordioso, è consolatore. Uniti a Cristo risorto voi sietesoggetti attivi dell’opera di salvezza ed evangelizzazione”. Di qui l’invitoad “essere vicini ai sofferenti delle vostre parrocchie, come testimonidella Risurrezione”. “Così voi arricchite la Chiesa e collaborate con lamissione dei pastori, pregando e offrendo le vostre sofferenze ancheper loro”, ha assicurato il Papa: “Vi ringrazio tanto di questo!”. All’iniziodel suo discorso, il Papa ha definito il beato Luigi Novarese “sacerdoteinnamorato di Cristo e della Chiesa e zelante apostolo dei malati”.

Anno XXXI

25 Maggio 20142

PAG

Continua dalla prima pagina

La Rete luogo di prossimità. “Troviamo prov-videnziale la decisione di promuovere il primoMeeting dei giornali cattolici diocesani e on linesu un tema, ‘Pellegrini del cyberspazio’, cheesprime compiutamen-te la nostra esperienzadi cercatori di sensonella Rete”, commentail direttore dell’Agen-zia Sir, Domenico

Delle Foglie, ricordan-do che nelle tre gior-nate “non mancherà ilcontributo della nostrariflessione e della no-stra piccola esperienzanella Rete. Innanzituttocome luogo di prossimità”. Per il direttore diZenit, Antonio Gaspari, l’appuntamento mar-chigiano guarda a “un giornalismo che cerchiverità, giustizia e bellezza, che lavori raccontandole storie eroiche quotidiane delle persone che

combattono il male facendo il bene”. Affinché,“invece della ‘cattiva notizia è la buona notizia’,si torni a raccontare la buona notizia”. Lo vede“come occasione di formazione e di crescita

professionale per quan-ti parteciperanno” ilpresidente dell’Ordinedei giornalisti delleMarche, Dario Gatta-

foni. Mentre Carlo

Cammoranesi, coor-dinatore cultura dellaFisc, richiama il volerfornire “una metodo-logia di lavoro più cheuna risposta esaurienteper sancire il senso di

un cammino sempre meno facile: si può conviverecon il cartaceo sotto la spinta forte del web, anziinteragendo e creando i giusti equilibri per farcrescere in modo costante l’intera testata nel ter-ritorio”.

MEETING DELLA FISC

Alla ricerca di senso nel cyberspazio

Magari sarà più facile trovare le motivazioni nei4.095 Comuni, o nelle due Regioni, che il 25maggio sono chiamati al voto: una buona am-ministrazione fa la differenza competitiva e dellaqualità della vita, in tempi di risorse decrescenti,per cui non si può delegare a nessuno la sceltadei propri più diretti rappresentanti. Eppure,anche nella restante metà d’Italia, in cui i cittadinivoteranno solo per il Parlamento europeo, votaresi deve, nonostante tutto.Votare si deve nono-stante l’Unione euro-pea faccia fatica e fac-ciano fatica i cittadinia riconoscersi nelledodici stelle gialle incerchio in campo blu,anche se ormai non nepossono fare a meno.Così come dell’euro.Basta guardarsi nelborsellino: nessuno or-mai può più trovaresolo monete del pro-prio Stato: siamo tutticonnessi e interdipendenti. Anche se ci sentiamosempre più lontani. L’Unione è una realtà, cheha fatto del suo profilo, idealmente alto ma poli-ticamente modesto, la propria identità: salvoscoprire, in anni recenti, dopo una serie di allar-gamenti che ora arrivano a 28, come questa ap-parente contraddizione generi problemi inediti,che questa tornata elettorale sembra amplificare.Votare dunque si deve, proprio per accompagnarequesto processo di adeguamento dell’idea alfatto, a livello di istituzioni dell’Unione. È unprocesso necessariamente lungo, ulteriormentecomplicato in questo momento di crisi. E quic’è il secondo punto. Votare si deve nonostante

il clima di crisi della politica e della partecipazione,con il proporzionale sviluppo della protesta, chepercorre tutti i 28 elettorati dell’Unione.Ci sono cinque candidati per la guida della Com-missione, espressione delle cinque famiglie po-litiche “ufficiali”: popolari, socialisti, liberal-de-mocratici, verdi e sinistra. I partiti e i movimentieuroscettici tradizionali non si sono curati dipresentare alcun candidato, così come i nuovimovimenti, non collegati a livello europeo, ma

ciascuno espressionedi singoli, diversi ma-lesseri nei ventottoStati dell’Unione. An-che questo significapure qualcosa. Votaredunque si deve, no-nostante tutto, ancheper scegliere l’indi-rizzo politico. Neces-sariamente, infatti, ilfuturo dell’Europapassa per la costru-zione di un sistemapolitico europeo. E

per la sua coerenza con i principi di fondo, percui in particolare proprio i cattolici, come ribaditoin un bel documento dell’episcopato europeodello scorso mese di marzo, devono impegnarsi,prima di tutto con la partecipazione. In quel do-cumento si sottolineava anche la cruciale questionedella partecipazione dei giovani, che tutti i son-daggi segnalano tentati dalla protesta fine a sestessa. In effetti c’è oggi una grande questionesull’identità, che, se non ha risposte di altoprofilo, rischia di essere risolta facendo ricorsoa surrogati purchessia. E questo forse è il veropunto culturale e politico di questa tornata elet-torale. Per l’Europa e anche per l’Italia.

I conflitti che pure esistono nella Chiesa sirisolvono “discutendo, esaminando, pregando”,“non con le chiacchiere, le invidie, le gelosie”.Papa Francesco ha commentato in questi termini,prima della recita del Regina Caeli, il passo degliAtti degli apostoli delle letture di oggi che riferisce“delle prime tensioni e i primi dissensi” emersinella Chiesa, evidenziando che “i problemi non sirisolvono facendo finta che non esistano!”, manel confronto e nel dialogo, perché “nella vita, iconflitti ci sono, il problema è come siaffrontano”.Alle 80mila persone presenti in piazzasan Pietro per la recita della preghiera mariana, ilPapa ha infatti indicato quanto accadde quando laoriginaria comunità cristiana “favorita dall’ap-partenenza ad un’unica etnia e cultura, quella giu-daica”, “si apre all’ambito culturale greco” e “vienea mancare questa omogeneità e sorgono le primedifficoltà. Serpeggia il malcontento, ci sono la-mentele, corrono voci di favoritismi e disparità ditrattamento. Pure questo succede nelle nostre par-rocchie. L’aiuto della comunità alle persone disagiate- vedove, orfani e poveri in genere -, sembra privi-legiare i cristiani di estrazione ebraica rispetto aglialtri”. “Allora davanti a questo conflitto, gli Apostoliprendono in mano la situazione: convocano unariunione allargata anche ai discepoli, discutono in-sieme la questione. Tutti. I problemi infatti non sirisolvono facendo finta che non esistano! Ed èbello questo confronto schietto tra i pastori e glialtri fedeli. Si arriva dunque ad una suddivisionedi compiti. Gli Apostoli fanno una proposta cheviene accolta da tutti: loro si dedicheranno allapreghiera e al ministero della Parola, mentre setteuomini, i diaconi, provvederanno al servizio dellemense per i poveri. Questi sette non vengono sceltiperché esperti in affari, ma in quanto uomini onestie di buona reputazione, pieni di Spirito Santo e disapienza; e sono costituiti nel loro servizio mediantel’imposizione delle mani da parte degli Apostoli.

E così da quel malcontento, da quei favoritismi siarriva a una soluzione. I problemi nella Chiesa sirisolvono confrontandoci, discutendo e pregando,con la certezza che le chiacchiere, le invidie e legelosie non potranno mai portarci alla concordia ealla pace. Quando lasciamo allo Spirito santo laguida lui ci porta all’armonia. Niente chiacchiere,niente invidie e niente gelosie. Avete capitobene?”. “La Vergine Maria - ha concluso - ci aiutiad essere docili allo Spirito Santo, perché sappiamostimarci a vicenda e convergere sempre più pro-fondamente nella fede e nella carità, tenendo ilcuore aperto alle necessità dei fratelli”. Dopo larecita del Regina Caeli, papa Francesco ha ricordatoche “ieri a Iaşi, in Romania, è stato proclamatobeato il vescovo Anton Durcovici, martire dellafede. Pastore zelante e coraggioso, fu perseguitatodal regime comunista rumeno e morì in carcere nel1951. Morì di fame e di sete. Insieme con i fedelidi Iaşi e di tutta la Romania, rendiamo grazie aDio!”.Il Papa ha anche chiesto di pregare per “ifratelli e sorelle” che stanno spffrendo per le “graviinondazioni hanno devastato vaste zone dei Balcani,soprattutto in Serbia e in Bosnia”. (AsiaNews) -

ELEZIONI DEL 25 MAGGIO

Votare si deve Nonostante tuttoPiù facile recarsi alle urne per le amministrative. Più complicato trovare

le motivazioni giuste per il rinnovo del Parlamento europeo. Abbiamo

una moneta comune, ma dobbiamo ancora gettare le basi per una poli-

tica comune. Accadrà questa volta, pur in presenza di una forte spinta

nazionalista e populista? Difficile dirlo Francesco Bonini

Papa: i conflitti nella Chiesa si risolvono “discutendo e pregando” e “non con le chiacchiere, le invidie, le gelosie”“I problemi non si risolvono facendo finta che non esistano”. Gli apostoli scelserocoloro che dovevano provvedere alla carità non “perché esperti in affari, ma inquanto uomini onesti e di buona reputazione, pieni di Spirito Santo”.

Solidarietà a Meriam dal Forum delle Famiglie (e da tutti noi)Nuova adesione alla campagna di “Avvenire” per salvare la giovane mamma sudaneseIl Consiglio direttivo del Forum delle Associazioni Familiari, riunito a Roma, ha aderitoalla campagna lanciata da Avvenire a sostegno di Meriam, la giovane donna sudanese, direligione cristiana ortodossa, condannata all’impiccagione da un tribunale islamico il 15maggio perché sposata a un cristiano. Meriam ha 27 anni, un figlio di 20 mesi, che si trovacon lei in carcere, e un altro in grembo che nascerà a giugno.Il Forum invita anche tuttele associazioni aderenti a fare altrettanto scrivendo su Twitter con l’hashtag #meriamde-vevivere o all’indirizzo [email protected].

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Era il 13 maggio 1974 quando vinsero i

“No”. No all’abrogazione della legge

che, quattro anni prima, aveva introdotto

il divorzio nell’ordinamento italiano. Il

referendum, che si svolse il 12 e 13 mag-

gio, era stato promosso dalla Democrazia

cristiana: votò a favore dell’abrogazione

della legge il 40,7% dei votanti, contro

il 59,2%. A quarant’anni da quel voto,

ripercorriamo i cambiamenti del Paese

con il sociologo Mauro Magatti, docente

all’Università Cattolica di Milano.

In questi 40 anni quanto è cambiata lasocietà italiana?“Il tempo storico che ci separa da queigiorni ha segnato profondamente lacultura, la società e l’economia. Il processodi secolarizzazione è avanzato e alcuniproblemi si sono approfonditi. Detto ciò,nella società italiana ci sono anche caratteridi lungo periodo che permangono e sonovitali: penso, ad esempio, alla radice cat-tolica”. Quali conseguenze, a suo avviso, hannoportato la legge e il referendum sul di-vorzio? “Da una parte la strada aperta con il di-vorzio si è radicalizzata con una rarefa-zione dell’idea di matrimonio, l’aumentodelle convivenze, la richiesta di un rico-noscimento per altre forme di unione.Dall’altra parte credo abbia portato asfide probabilmente meno forti ma nonmeno rilevanti circa una maggiore con-sapevolezza del significato della famigliae di un matrimonio stabile. In una culturararefatta, che fa di tutto per predicarel’instabilità delle relazioni affettive, nondimentichiamo le coppie di coniugi che

continua-no a vive-re insiemeper tutta lavita”. È possibi-

le parlare di “cambiamento antropolo-gico” avviato, in un certo senso, con lalegge sul divorzio?“La legge non ha fatto altro che ufficia-lizzare uno stato di cose. viviamo inun’epoca di temperie culturale pesan-temente orientata alla fram-mentazione. È come se fossimosul ponte di una nave sferzatadal vento: è difficile tenere in-sieme tutti i rapporti, compresiquelli tra coniugi. Non dimen-tichiamo che tutti i Paesi occi-dentali hanno legiferato in questadirezione: bisogna quindi inter-rogarsi sulle dinamiche retro-stanti, lavorando semmai sullespinte culturali che sono allabase”. Da dove partire per intervenire su queste“spinte culturali”?“Quello che è successo 40 anni fa costi-tuisce un passaggio problematico rispettoa una tradizione affermatasi in Occidente,che aveva fatto coincidere matrimoniosacramentale e civile. Dobbiamo prendereatto di questa trasformazione, capirne lecause e poi riflettere su come conservaree, anzi, rilanciare il valore del matrimonio”. Ancora oggi il matrimonio religioso“coincide” con quello civile…“Da parte della Chiesa vedo un grandespazio per qualificare il matrimoniosacramentale guadagnando autonomiarispetto alla sua dimensione civile.Vanno recuperate entrambe le dimensionidel matrimonio: come contratto civile ecome sacramento. Per far questo bisogna

evidenziare la natura contrattuale delladimensione civile, mentre per quanto ri-guarda il sacramento ci vuole la consa-pevolezza che vi si attribuisce una pro-fondità non riconducibile a un mero con-tratto”. Proprio in questi giorni si sta parlandodi un’ulteriore riduzione del tempo ne-cessario per il divorzio: negli annisettanta servivano 5 anni, poi ridotti -nel 1987 - a 3, e ora potrebbe diventareun solo anno…

“Mentre nelle intenzioni iniziali il temponecessario era il riconoscimento che sitrattava di qualcosa d’importante, il pro-gressivo accorciamento è segno di unasempre minore importanza attribuita al‘contratto’ matrimoniale”. I cattolici - come parte della società edella cultura del nostro Paese - in chemodo possono riproporre, oggi, il valoredel matrimonio e della famiglia?“Non ci si può opporre a queste spinteculturali alzando delle barricate, ma pre-sentando la bellezza della famiglia, conesempi concreti che mostrino come lafamiglia sia migliore di un individualismoe un occasionalismo che non produconosenso. Parafrasando quanto detto sabatoscorso da Papa Francesco al mondo dellascuola, non siamo ‘contro’ qualcuno, ma‘per’. Per il matrimonio e la famiglia”.

Francesco Rossi

3Anno XXXI

25 Maggio 2014 PAG

AI BorDI DELLA CronACA

In fondo, la notte è rimastaI giovani: addio discoteche. Ora abitano i luoghi della rete

Paolo Bustaffa

“L’unica certezza è che, in fondo, la notte è rimasta”. È il commento diun esperto alla crisi delle discoteche che hanno per lungo tempo rappre-sentato un luogo e un tempo che molti giovani attendevano durante lasettimana. Oggi, con l’irruzione dei social-network, lasciano i localichiusi e scelgono d’incontrarsi, spesso all’aperto, su temi e per eventi.Su questo cambiamento di rotta da parte delle nuove generazioni se nesta scrivendo e parlando anche in questi giorni. La cronaca riferiscespesso di adunate che durano una notte o poco più. Fiammate imprevisteche si consumano in poche ore per accendersi più in là nel tempo e nellospazio. Come tanti imprevedibili falò non solo nel nostro Paese sono losfogo di una comunicazione ravvicinata, sono l’appuntamento spontaneodi comunità virtuali, sono piazze in cui si ritrova il popolo immenso deisocial network. Non c’è più bisogno di luoghi per ritrovarsi e ricono-scersi. Non servono più grandi spazi organizzati con tanti e diversi effetti

speciali. Ma se non servono più le cattedrali del divertimento servono

ancora le cattedrali dello spirito? La domanda è spontanea e, con ledebite distinzioni, va a toccare il tema del vivere e del credere dei giovanidi oggi, tema dibattuto e approfondito alla luce del rapporto tra nuovi eantichi media, tra comunicazione tra volti e comunicazione tra video, traconnessioni e relazioni.“L’unica certezza è che, in fondo, la notte è ri-masta”, scrive l’esperto, e i giovani intendono continuare a vivere le orenotturne a modo loro perché è questo, secondo il loro pensiero, l’unicotempo rimasto di libertà. Il giorno resta, infatti, saldamente nelle manidegli adulti che lo modellano secondo le proprie regole, i propri obiettivi,i propri interessi. Ai giovani rimane una corsa, tra l’oscurità e i lampi ar-tificiali, che si conclude alle prime luci dell’alba. Ma in questa corsa, iericome oggi, c’è un messaggio che non può avere come risposta il solosostare con i giovani, ieri nelle discoteche e oggi nei luoghi del digitale.Gli eventi e i temi attorno ai quali i giovani si ritrovano su convocazionedella rete dicono che non si è mai spento in loro il loro desiderio dell’in-contro, la voglia di un guardarsi negli occhi, l’attesa di parlarsi e di ascol-tarsi senza maschere. Chissà se gli adulti si rendono conto di quanto staavvenendo, chissà se prendono nota che con lo spegnersi delle luci dellediscoteche non si spegne, nei loro confronti, la provocazione dei giovaniche spesso prende il sapore della trasgressione. Non si spegne nellenuove generazioni la ricerca di felicità e di libertà. “L’unica certezza è che, in fondo, la notte è rimasta” e potrebbe rientrarein quelle periferie esistenziali sulle quali Papa Francesco continua a chie-dere un supplemento di riflessione, di testimonianza e di progetto? Aibordi della cronaca, che racconta di tanti giovani che dalle discotechepassano a nuovi luoghi d’incontro e di divertimento, ci si accorge che larisposta non può essere che quella di un dialogo educativo permanentetra generazioni. Il cambiamento provocato dai social network offre, inquesta prospettiva, l’opportunità di rileggere la notte come momento dicrescita e non di sciupio. Se è vero che “l’unica certezza è che, in fondo,la notte è rimasta” è altrettanto vero che la notte non sempre è buio, nulla,fuga. È altrettanto vero che la notte di molti giovani non appartiene allacronaca nera.

Cala il Pil, ma si vive più a lungo. Infattil’economia e i soldi non sono tutto. Lavituperata Italia (più amata all’esteroche dagli stessi italiani, perché “nemopropheta in patria”) si colloca al terzoposto al mondo per aspettativa di vita,bruciata sul filo di lana solo da Svizzerae Singapore. Nel Belpaese - attesta ilWorld Health Statistics 2014 dell’Orga-nizzazione mondiale della sanità (Oms)- si può sperare di arrivarefino a 82,60 anni; nella vi-cina Confederazione elve-tica il dato è a 82,90, nelPaese asiatico a 82,65.La medaglia di bronzo asse-gnata all’italian way of lifecomprende un mix di ricette,non sempre segnalate dallestatistiche, che vanno dalladieta mediterranea all’an-cora diffusa e proverbiale“serenità” tricolore, com-preso un discreto sistema sa-nitario che non lascianessuno, o quasi, senza l’assistenza ne-cessaria (elemento tutt’altro che scon-tato in altri Paesi, Stati Uniti in primis).Non va nemmeno trascurata, per ilcaso-Italia, la distribuzione della popo-lazione in una miriade di comuni e cen-tri minori, talvolta tipici dell’ambienterurale, altre volte arrampicati sulle pen-dici di qualche bella collina, che ren-dono l’esistenza meno tesa, più “slow”,un poco più al riparo dalle grandi causedi morte che colpiscono oggi l’umanità,

specie le nazioni con il Prodotto internolordo più elevato: malattie cardiache,infezioni respiratorie, ictus.Insomma, vivere bene fa vivere più alungo, salvo, ovviamente, fare i conticon gravi patologie impreviste, inci-denti o altre disgrazie che purtropponon mancano.Per l’Oms una bambina che nasce oggiin Italia può addirittura sperare di cam-

pare fino a 85 anni, mentre i coetaneimaschi si attestano attorno agli 80 anni(non è un caso - lo dicono le statistiche- se le vedove sopravanzano di granlunga i vedovi). Sempre stando ai nu-meri, si vive a lungo anche in Islanda,Australia, Nuova Zelanda e Spagna. Manessuno, proprio nessuno, batte ledonne giapponesi che addirittura si pre-notano fino all’87° compleanno.Se le tabelle Oms inducono a qualchesegnale di speranza e di legittimo orgo-

glio italiano, richiamano però a non tra-scurare il fatto che nella parte poveradel pianeta - che va dai Paesi sottosvi-luppati alle periferie delle megalopolidel mondo ricco, Europa compresa - simuore ancora di fame, per mancanza dicure mediche o per malattie trasmissi-bili (Aids in testa). Lo ribadisce Marga-ret Chan, direttore generale Oms, chesottolinea: “A livello globale i valori

medi circa l’aspettativa di vitasono 73 anni per le donne e 68per gli uomini”; ma se un bebènato in un Paese occidentale puòattendersi di raggiungere i 76anni, uno che nasce in una na-zione povera quasi certamentenon supererà i 60. Con una ulte-riore specificazione: “L’aumentodella vita media mondiale si devefra l’altro al fatto che sempremeno bambini muoiono primadei cinque anni. Ma ci sono an-cora differenze troppo grandi frai Paesi ricchi e quelli a basso red-

dito”. Dunque in Italia, Svizzera e Sin-gapore occorre ormai fare i conti con unesercito di anziani che, necessaria-mente, richiederanno attenzioni, affettoe cure crescenti; in Eritrea, Zimbabwe,Niger o Malawi, ma anche in India oBrasile, rimane invece la necessità diassicurare un’esistenza dignitosa a mi-lioni di bambini. Perché la speranza di(una bella) vita sostituisca definitiva-mente il Pil nella misurazione della fe-licità globale.

SE IL PIL NON DICE TUTTO

Italia, niente male per viverci (a lungo)

40 AnnI fA IL DIvorzIo

Matrimonio, per ora ha vinto l’Italia della rarefazione

Daniele e Giovanna hanno celebrato i 25 anni di matrimonio presso la Parrocchia San Pio V di Grottammare, tanti auguri dalle figlie e da tutti gli amici!

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UFFICIO DIOCESANO DELLA PASTORALE FAMILIARE

Carissimi Parroci e Carissime Famiglie,dopo avervi proposto momenti di formazione-riflessione e di preghiera insieme, vo-gliamo proporvi una VACANZA PER FAMIGLIE E SACERDOTI della nostraDiocesi. Abbiamo trovato un’occasione di un hotel **** a Borca di Cadore (una lo-calità delle Dolomiti) per una settimana di riposo 13-20 LUGLIO 2014 (7 notti,pensione completa, vino incluso). La località, che vi proponiamo per questa tempodi relax, è a un’altezza di 950 m, quindi adatta anche a tutti i bambini ed è vicina adaltre mete meravigliose come Cortina d’Ampezzo (14 Km).

Il prezzo ad adulto è di 320 euro INTERO SOGGIORNO;

per quanto riguarda i figli le tariffe sono le seguenti:RIDUZIONI IN CAMERA 3° e 4° LETTO:

0 – 2 anni (non compiuti) GRATIS

2 – 8 anni (non compiuti) 50% (in tripla)

2 – 12 anni (non compiuti) 50% (in quadrupla)

3° letto e 4° letto adulti sconto 20%SPECIALE QUINTO LETTO: 3° e 4° figlio dal quinto letto in poi, al più piccolo (max12 anni n.c.) verrà applicata una riduzione dell’ 80%. L’ iniziativa è valida ove disponibilela camera quintupla.GENITORI SINGLE: Un figlio fino a 18 anni n.c. in camera con un genitore scontodel 15%.Aspettiamo le vostre prenotazioni entro il 31-05-2014. Al momento della prenotazione,

si dovrà versare la quota di euro 200,00 a famiglia da inviare all’associazione che

gestisce l’hotel. Per chi può, è un’occasione da non perdere.Un abbraccio fraterno

L’Equipe dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare

PER PRENOTAZIONI RIVOLGERSI A: Marco e Anelide 347 8255179

L’Amministrazione comunale di Ripatran-sone e la Cooperativa Koinema promuo-vono l’iniziativa “Nidi aperti alla città”grazie alla quale sarà possibile, ai genitoriinteressati ad usufruire del servizio, visitarele strutture e conoscere il personale. La vi-sita non comporta alcun impegno ma èun’occasione utile per rivolgere quesiti,esprimere dubbi, chiedere informazioni, co-noscere le educatrici il cui obiettivo è pro-muovere il benessere psico-fisico dei piccoliospiti. I giorni di visita sono i seguenti:

NIDO INFANZIA CENTO STORIE

(CENTRO STORICO) via Uno Gera-Ripatransonevenerdi 23 maggio 2014 ore 16giovedi 12 giugno 2014 ore 16

NIDO INFANZIA PICCOLI PASSI

(VALTESINO) via del Tricolore 12-BorgoRes. “La Vigna” lunedi 19 maggio 2014 ore 16venerdi 13 giugno 2014 ore 16

Per prenotare la visita contattare i numeri:Nido infanzia Cento Storie 0735.97121Nido Infanzia Piccoli Passi 0735.90383Le iscrizioni sono aperte fino al 30 giugno2014Per informazioni e per ritirare i modelli didomanda: Ufficio Servizi Sociali - Tel. 0735-917317I modelli sono disponibili anche presso lestrutture interessate

Ripatransone, Cento Storie e Piccoli Passi: nidi aperti alla città

da Janet Chiappini

DIOCESIS. BENEDETTO DEL TRONTO-RIPATRANSONE-MONTALTO

VACANZAPER FAMIGLIE E SACERDOTI

RIDUZIONE FIGLI IN CAMERA 3° e 4° LETTO:0 - 2 anni (non compiuti) GRATIS

2 - 8 anni (non compiuti) 50% (in tripla)2 - 12 anni (non compiuti) 50% (in quadrupla)

3° letto e 4° letto adulti sconto 20%SPECIALE QUINTO LETTO: 3° e 4° figlio dal quinto letto in poi, al più piccolo (max 12 anni n.c.)

verrà applicata una riduzione dell' 80%. L'iniziativa è valida ove disponibile la camera quintupla.GENITORI SINGLE: Un figlio fino a 18 anni n.c. in camera con un genitore sconto del 15%.

Aspettiamo le vostre prenotazioni entro il 2 GIUGNO 2014 Al momento della prenotazione, si dovrà versare la quota di euro 200,00 a famiglia

PER PRENOTAZIONI RIVOLGERSI A: Marco e Anelide 347 8255179

hotel **** a Borca di Cadore(una località delle Dolomiti)

per una settimana di riposo 13-20 LUGLIO 2014(7 notti, pensione completa, vino incluso)

Il prezzo ad adulto è di 320 euro INTERO SOGGIORNO.

VACANZAPER FAMIGLIE E SACERDOTI

hotel **** a Borca di Cadore(una località delle Dolomiti)

per una settimana di riposo 13-20 LUGLIO 2014(7 notti, pensione completa, vino incluso)

Il prezzo ad adulto è di 320 euro INTERO SOGGIORNO.

P E R FA FA AM

VAVACACACANZ M I G L I E E S

ZAZA SA SAC AC E R D O

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RIDUZIONE FIGLI IN CAMERA 3° e 4° LETTO:

° e 4° LETTO:

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Al momento della Aspettiamo l GENITORI SINGLE: U

verrà applicata una riduzione dell' 80%. L'iniziativa è valida ove disponibile la camera quintupla.SPECIALE QUINTO LETT

ENOTAZIONI RIVOLGERSI A: Marco e Anelide 347 8255179

a prenotazione, si dovrà versare la quota di euro 200,00 a famiglia le vostre prenotazioni entro il 2 GIUGNO 2014

Un figlio fino a 18 anni n.c. in camera con un genitore sconto del 15%. uzione dell' 80%. L'iniziativa è valida ove disponibile la camera quintupla.

3° e 4° figlio dal quinto letto in poi, al più piccolo (max 12 anni n.c.) TO:3° letto e 4° letto adulti sconto 20%

50% ( (non compiuti)2 - 12 anni 50% (non compiuti)2 - 8 anni

(non compiuti) 0 - 2 anni RIDUZIONE FIGLI IN CAMERA 3° e 4° LETTO:

e Anelide 347 8255179

a quota di euro 200,00 a famiglia entro il 2 GIUGNO 2014

ra con un genitore sconto del 15%. da ove disponibile la camera quintupla.

poi, al più piccolo (max 12 anni n.c.) onto 20%

in quadrupla) % (in tripla)

GRATIS ° e 4° LETTO:

4 %.

tupla. c.)

Siamo Nicola e Clara, sposati da trentasetteanni, abbiamo tre figlie e due splendidi nipoti.Circa quarant’anni fa abbiamo conosciuto laSpiritualità dell’unità (Movimento dei Focolari)e da quel giorno la nostra vita personale primae di coppia dopo è cambiata radicalmente. L’in-contro con la persona di Gesù nel Vangelo ciha fatto riscoprire un Dio pieno di amore versoognuno di noi, amore personale, esclusivo, to-talitario. Insieme, con la Grazia del Sacramentodel matrimonio, abbiamo deciso di risponderea questo Suo Amore con il nostro amore di gio-vani sposi, seppure piccolo e fragile. Ci siamolasciati guidare da Dio e, sostenuti dalla SuaPresenza, abbiamo cercato di mettere in pratica,nella nostra vita quotidiana, le parole di Gesùsoprattutto quelle che ci ricordavano l’amore.Abbiamo scoperto che l’amore che Gesù ciproponeva era come un’arte che si poteva sin-tetizzare in alcuni punti fondamentali: “Amareper primi” (Gesù ci ha amato per primi anchese peccatori) senza aspettare che sia l’altro adamare, prendere l’iniziativa di amare, cominciaresubito e ogni giorno; “amare sempre “anchequando non si ha voglia (momenti di stanchezza,un’incomprensione, un’idea diversa…..); “amaretutti “non solo il marito, la moglie, i figli, maogni prossimo che si incontra nel quotidiano,dal collega di lavoro al barista, dal giornalaio

al negoziante….non solo quello dellamia parrocchia, del mio quartiere, dellamia patria… non solo il ricco, il simpa-tico…ma tutti tutti; “saper vedere semprela persona di Gesù in ogni prossimoche ci passa accanto nell’attimo presentedella vita “sia esso il coniuge, un figlio,la suocera o altra persona…Ci siamosubito accorti, però, che seguire Gesùera molto difficile ed impegnativo. Ilnostro amore era fragile e incostante…il nostro carattere, le nostre diversità, il nostroegoismo, l’orgoglio personale costituivanospesso un grande ostacolo nel nostro rapportodi coppia e ne oscuravano la bellezza. Nonostanteciò, non ci siamo mai scoraggiati. Ogni volta,singolarmente e insieme, ci riaffidavamo conumiltà a Dio attraverso la preghiera e l’Eucarestia.La Sua risposta giungeva immediata…..senti-vamo il desiderio di ricominciare subito avolerci bene, ad accoglierci l’un l’altro cosìcome eravamo con i rispettivi limiti e difetti,cercando di cancellare anche pregiudizi e rancori;ciò che interessava era credere nel nostro amoree far di tutto perché non si affievolisse. Unvalore importante che scaturisce dall’amore eche ci ha aiutato a costruire un rapporto piùsolido è ed è stato, nella nostra vita di coppia, ilperdono. Esso ci ha consentito di superare i

nostri limiti, dinon fermarci difronte agli erroricommessi e dir i cominc ia resempre con unamore rinnova-to.Il perdono ciha anche resi co-scienti di appar-tenere alla Chiesa

che è la comunità dei perdonati (rimetti a noi inostri debiti come noi li rimettiamo ai nostridebitori); questa consapevolezza ci ha spintoad uscire dal nostro egoismo individuale e dicoppia per aprirci ai bisogni della comunità. Aconclusione di questa nostra piccola e semplicetestimonianza, vogliamo lasciare agli sposi unpensiero donatoci da una famiglia esperta nelletematiche di coppia, che può essere di aiuto atutti noi: Il “primo figlio “di una coppia è illoro amore e, proprio come un neonato, vanutrito, cullato, accarezzato, protetto. Non di-mentichiamo mai di donare il sorriso dell’albae del tramonto, d’essere sinceri e autenticianche quando fa male e non smettiamo di pro-nunciare parole d’amore.

Nicola e Clara

Ufficio Diocesano della Pastorale Familiare

“BEATA LA FAMIGLIA CHE CREDE”

Se per educare un figlio ci vuole un villaggio, ben l’hanno comin-ciato a mettere in atto la scuola dell’ISC di Monteprandone. Per lafesta della scuola del 10 maggio, perché tale è stata una festa “per”e non un incontro “contro” ha detto Papa Francesco, sono partitiinsieme i bambini con i propri genitori e le insegnanti, della 3 Bdella Scuola Primaria Borgo da Monte, di Monteprandone. “Final-mente la scuola dal papa” racconta di aver pensato Samantha,madre di uno degli alunni della classe terza, “dopo aver ricevuto larisposta positiva da parte degli altri genitori, alla proposta di andareinsieme come classe, e delle insegnati, ci siamo preparati a un in-contro che sapevamo sarebbe rimasto nei nostri cuori”. E così èstato per tutti, bambini e adulti, “è indescrivibile, l’emozione delSanto Padre che passa tra la folla e la sete di ricevere quel suosguardo di benevolenza e di dolcezza che parla dell’amore di Dio”Hanno atteso sotto il meraviglioso sole in piazza di incontrare, nonsemplicemente il papa, ma migliaia di bambini, ragazzi, giovani,insegnanti, genitori, educatori… Lo hanno percepito chiaramentei bambini il senso profondo della giornata vissuta a Roma. “È statobellissimo perché aspettando il Papa abbiamo giocato e cantato in-sieme a delle bambini cinesi. Anche se il Papa con la papa mobilenon è passato vicino a noi, ma non fa niente, mi sono divertita mol-tissimo ed è stata una giornata bellissima.” Le parole di Greta ci

restituiscono la bellezza dell’incontro, anche Irene glifa eco “È stato bello cantare insieme e passarci le bot-tigliette di acqua, perché faceva un caldo da morire.La cosa triste è stato che il Papa non è passato dovestavo io. Però ho provato lo stesso felicità e tantissimafiducia.” La meraviglia di essere stati tra “amici e sco-nosciuti, più di 300000” dice Rita. Un vero popolo infesta, “è stato bellissimo” ne sono convinte Elisa e Mi-riam felici di aver vissuto questa esperienza “con lamia famiglia e le maestre” e di aver potuto ascoltareil Papa che “come sempre ha detto cose bellissime edolci”. È la festa e la gioia la cifra condivisa di questa giornatacome ci racconta anche la loro maestra grata a PapaFrancesco che “con un sorriso disarmante ci ha accolti e proiettatiin un futuro carico di speranza. Grazie a papa Francesco siamocerti di farcela e andare lontano”. Ma anche le parole del papa, come sottolinea Samantha come ge-nitore, “chiare, concrete, incisive, che hanno ribadito l’importanteobiettivo che deve avere l’insegnamento scolastico, che deve mi-rare alla crescita intera di mente, cuore e mani dell’individuo, per-ché solo quando il sapere è collegato al saper essere, e al saper fare

risulta vincente e efficace allo sviluppo della persona.” Parole at-traverso le quali ”ognuno di noi, ha ricevuto la ricchezza di unagrande speranza nel cuore”. Parole di incoraggiamento e di esortazione che richiamano anchea una grande responsabilità condivisa, a ritrovare come intera co-munità un progetto condiviso per la scuola, come un bene comunefondamentale perché “per educare un bambino ci vuole un interovillaggio”. Monica Vallorani

Da Monteprandone

Gli echi dell’incontro della Scuola con il papa

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La nascita di Gesù a Betlemme 11. MArIA PArTorÌ GESÙ, Lo fASCIÒ, Lo PoSE nELLA MAnGIAToIA

Leggiamo Lc 2,1-7 ri-guardante nascita diGesù nella sua scon-certante umiltà.

1. Tre rilievi suLuca capitolo 2. -Primo. Le fonti. Lucaci fa intravvedere cheuna testimone privi-

legiata di quanto egli scrive fu precisamenteMaria, la Madre di Gesù. In due testi del capitolo2 egli lo dice quasi esplicitamente. Mentre quelliche udivano i pastori «si stupirono», «Maria, daparte sua, custodiva synetérei, tutte queste cose,tà rémata, meditandole, symbállousa, nel suocuore» (2,19); quindi un memorizzare, con-frontare – sym-bállô – e interiorizzare il tuttonel profondo della sua persona, «nel suo cuore».Lo ripete dopo l’episodio di Gesù dodicenne nelTempio: Gesù «scese con loro e venne a Nàzarete stava loro sottomesso. Sua madre custodiva -dietérei, conservava a lungo – tutte queste cosenel suo cuore» (1,51). Qui, oltre che all’episodioconcreto, Luca vuole riferirsi a quanto ha raccontatopartendo da 2,19, il testo riportato sopra. Notiamoche tà rémata indica «le cose», «i fatti», «le cir-costanze». In più, Luca si è servito anche di altrefonti, compresa la fede quale era vissuta nellasua chiesa, per la quale egli direttamente scrivevail suo Vangelo. Secondo. Luca non collega re-dazionalmente il capitolo secondo con il capitoloprimo. Per cui colpisce la mancanza di un raccordotra il racconto dell’annunciazione (1,26-38) equello della natività (2,1-7). Per cui, in Lc c. 2,Giuseppe e Maria sono i «genitori» di Gesù(2,27.41.43); Maria dice a Gesù: «Ecco, tuo

padre e io, angosciati, ti cercavamo» (2,48),quasi dimenticando la concezione verginale diGesù (1,35). Ciò è dovuto al fatto che Lucavuole sottolineare la discendenza di Gesù da

Davide, e tale discendenza viene a Gesù propriomediante Giuseppe. Inoltre, Luca fa anche affi-damento alla memoria del lettore; poi gliela rin-forza: «Gesù, quando cominciò il suo ministero,aveva circa trent’anni ed era figlio, come si rite-neva, hôs enomízeto, di Giuseppe...» (3,23).Cioè, padre putativo.

Terzo. La personalità di Maria. Risulta diprim’ordine e in vari testi che la richiamiamo. In2,7, è Maria che presta tutte le cure al suoneonato. In 2,16, è Maria che viene menzionataal primo posto. In 1,19 e 51, è Maria che conser-vava e meditava quanto riguardava Gesù. In2,34, si parla della spada che le trafigge l’anima,rendendola partecipa delle sofferenze salvifichedel Figlio. Luca aggiunge Atti 1,14 dove Maria èin preghiera con la prima comunità. In breve,

Luca mette in forte rilievo Maria come Madreunita al Figlio, partecipe delle sofferenze delFiglio, credente e orante nella chiesa apostolica.

2. L’ambientazione storica. «In quei giorni

un decreto di Cesare Augusto ordinò che si

facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo

primo censimento fu fatto quando Quirinio era

governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi

censire, ciascuno nella propria città. 4Anche

Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret,

salì in Giudea alla città di Davide chiamata Be-

tlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla

famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme

a Maria, sua sposa, che era incinta» (Lc 2,1-6).Augusto fu imperatore dal 29 a.C. al 14 d.C.Quirinio fu governatore del del Vicno Orientedal 12 a. C. al 14 d. C. Si conosce un censimentofatto da lui, però il 6 d.C.

3. La nascita di Gesù. «Mentre si trovavano

in quel luogo, si compirono per lei i giorni del

parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito,

lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia,

perché per loro non c’era posto nell’alloggio»(Lc 2,6-7). Qui Luca rileva il compimento dellapromessa. Rimanda al brano successivo la pre-sentazione della personalità del Bambino (2,8-20). Qui lo qualifica come «primogenito» nelsenso paolino di «il primogenito tra molti fratelli»(Rm 8,29). Dice che Maria è la sola che siprende cura del proprio bambimo. Gli ha preparatole «fasce» che erano segno di grande cura e ve-nivano usate dai re: «Fui allevato in fasce e cir-condato di cure» (Sap 7,4). Dice che lo ponedolcemente nella «mangiatoia», fátne, termineche usa tre volte (2,7.12.16). «Perché per loronon c’era posto», per la situazione di Mariagestante che coinvolgeva anche Giuseppe, «nel-l’alloggio», katályma.Altrove Luca usa katályma

per indicare la sala dell’ultima Cena (22,11).L’«albergo» del buon samaritano è chiamatopandokéion (10,34). Che concludere? Dato che– alla nascita di Gesù – i pastori «pernottavanoall’aperto», agrauloùntes (2,8), non si era in in-verno. Ebbene, in una delle grotte frequentate daloro d’inverno e al presente vuota, Maria partorie depose il suo divin Figlio. La tadizione, risalentea Giustino martire (+167), ha conservato la me-moria di quel luogo indicandolo in quella che èla Grotta della Natività a Betlemme, sulla qualeCostantino fece costruire la bailica che ancorasussiste e che conosciamo. Conclusione. Gesù,per amore, «si è incarnato nel seno della VergineMaria e si è fatto uomo».Vergine Santa,prendicon te Gesù Bambino, portalo nelle nostre caseperché santifichi il nostro “terribile quotidiano”,deponilo poi nel nostro cuore e tu resta vicino anoi! [email protected]

Domenica 25 maggioOre 10.30 Grottammare

Parrocchia Madonna della Speranza: Cresime

Lunedì 26 maggioAncona Seminario Regionale “Pio XI”:

Conferimento ministeri

Mercoledì 27 maggioOre 10.15 S. Benedetto Tr.

Incontro con gli alunni della scuola Marchegiani

Giovedì 29 maggioOre 18.00 S. Benedetto Tr. - Concezioniste:

presentazione di un libro di mons. Marcucci

venerdì 30 maggioOre 21.00 Centobuchi

Parrocchia Sacro Cuore: processione e S. Messa a conclusione del mese di maggio

Sabato 31 maggioOre 10.00 Porto d’Ascoli - Parr. Cristo Re:

S. Messa per il gruppo interparrocchiale dell’UNITALSI

Ore 19.00 S. Benedetto Tr.Parrocchia S. Filippo Neri: S. Messa del Donatore (AIDO)

Domenica 1 giugnoOre 9.00 Cupra Marittima

Parrocchia S. Basso: CresimeOre 11.30 Porto d’Ascoli

Parr. SS. Annunziata: Cresime

Impegni Pastorali del Vescovo

DAL 25 MAGGIO AL 1 GIuGNO 2014

Parola del SignoreSESTA DI PASQUA A

Dal VANGELO secondo GIOVANNI

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro

Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può

ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi

lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e

sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi.

Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi

invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In

quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi

in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti

e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà

amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi ma-

nifesterò a lui. (VANGELO DI GIOVANNI CAP. 14

VERSETTI 15-21)

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.Voglio provare a fare una piccola considerazione su questa affermazione di Gesù per cercare dicapire meglio cosa ci vuole dire il Signore.Domandiamoci prima quali sono i suoi comandamenti. La prima risposta che viene in mente èla sua frase che dice: VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO, CHE VI AMIATE GLI UNIGLI ALTRI COME IO HO AMATO VOI.Allora se partiamo da questa frase potremmo trasformare la frase iniziale di Gesù in questo modo:SE MI AMATE, VI AMERETE. Non è possibile amare Gesù se non si amano i fratelli. Infattil’evangelista Giovanni scrive nella sua prima lettera: Chi non ama il proprio fratello che vede,non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da Lui: chi ama Dio,ami anche il suo fratello. Tutto questo discorso di Giovanni è ancora più vero se consideriamoche l’amore a Dio e al suo Cristo lo possiamo concretizzare solo amando i fratelli; infatti Gesùnel discorso sulla fine del mondo ci dice: ogni cosa avrete fatto a uno di questi piccoli l’avretefatta a me. Se non riusciamo a vedere nel fratello che ci è vicino Gesù il Cristo, non riusciremomai a diventare cristiani, cioè seguaci di Cristo. Infatti solo i cristiani, i fedeli di Cristo, coloro che lo amano e quindi amano i fratelli, riceverannoil Consolatore, lo Spirito Santo, lo Spirito di Verità, lo Spirito d’Amore. Perché i cristiani cono-scono questo Spirito, lo Spirito dell’Amore perché essi amano, e sono animati da questo Spiritoad amare sempre di più. La parola Consolatore significa: “colui che sta insieme a”; quindi pos-siamo dire che lo Spirito continua la missione di Gesù, per stare con noi per sempre, per starci vi-cino nel momento del bisogno, per intercedere per noi, per aiutarci a capire la volontà di Dio sudi noi, per spiegarci la verità tutta intera, per aiutarci ad amare i fratelli, per pregare con noi e innoi, per farci partecipare della vita d’amore della Santissima Trinità, poiché Dio è amore, e chiun-que ama partecipa della vita di Dio ora e sempre. Chiediamo al Signore Gesù di aiutarci ad esseresempre più innamorati di Lui, e di poterlo dimostrare con l’amore ai fratelli: marito, moglie, figli,genitori, nonni e nonne, suoceri e suocere, amici e tutti quelli che il Signore pone sulla nostrastrada, sul cammino della nostra vita. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA:MANTENENDO TRA LORO UN’AMICIZIA CRISTIANA I FEDELI SI OFFRONO MUTUO

SOSTEGNO IN OGNI NECESSITA’. (Vat. II)

CHI SI ESPONE ALL’AVVENTURA DELL’AMORE INCONDIZIONATO PER IL PROSSIMO TROVA DIO (Karl Rahner)

Page 6: Anno xxxi n 19 25 maggio 2014

6 Anno XXXI

25 Maggio 2014PAG

Paolo VI sarà proclamato Beato il 19 ottobre

prossimo. La notizia, circolata nei primi giorni

di maggio, è divenuta ufficiale con la firma ap-

posta, venerdì 9 maggio, da Papa Francesco

sul decreto di un miracolo avvenuto tramite

l’intercessione di Papa Montini e comunicata

dalla sala stampa della Santa Sede. Aggiun-

gendo: Papa Francesco ha ricevuto in udienza

privata il cardinale Angelo Amato, prefetto

della Congregazione delle Cause dei Santi, e ha

autorizzato la Congregazione a promulgare i

Decreti riguardanti tra gli altri il miracolo, at-

tribuito all’intercessione del Venerabile Servo

di Dio Paolo VI (Giovanni Battista Montini),

Sommo Pontefice, nato il 26 settembre 1897 a

Concesio e morto il 6 agosto 1978 a Castelgan-

dolfo. Montini è stato arcivescovo di Milano dal

1955 al 1963 quando è stato eletto Papa.

«Nella medesima Udienza - conclude la nota -

il Santo Padre ha autorizzato il Dicastero a co-

municare che il rito della beatificazione del

Ven. Servo di Dio Paolo VI avrà luogo, in Vati-

cano, il 19 ottobre 2014».

Alla gioia della notizia i ricordi sono andati allarecente lettura di una pagina di un libro delgiornalista Giancarlo Zi-zola che riguardava l’espe-rienza di un gruppouniversitario ad Assisi inun periodo, anni cin-quanta-sessanta, di grandefermento tra i cristiani eche mi fece esclamare:

“Papa Francesco rea-

lizza il sogno di Papa

Montini”.

Così è scritto:” Cosa cer-cavano allora per i vicolidi Assisi questi ragazzi eragazze coi berretti colo-rati delle Facoltà sulle teste? ... Abitavano pertre giorni in camere d’affitto, un letto, un tavo-lino, un armadio, il catino e la brocca d’acqua.il crocifisso di Cimabue in copia alla parete,passavano San Silvestro senza troppo baccano,cantando cori di montagna o canzoni napole-tane in bivacchi tra gli olivi su per il Subasio..Forse era una generazione in attesa, nella qualefermentavano le letture dell’Avventura cristiana

di Emmanuel Mounier, dei Cimiteri sotto la

luna di Georges Bernanos, il sogno di un’altraforma cristiana, d’una riforma della Chiesacome postulato della riforma sociale disegnata

dal cinema di Delannoy, da Dio ha bisogno

degli uomini e dal Diario di un curato di cam-

pagna. Gente insospettabile, gesuiti come padreLombardi, vecchi preti tradizionali come donCalabria, cardinali come Schuster e Lercaro di-scutevano in quegli anni, a bassa voce, della ne-cessità di dare uno scossone alla stasi dellaChiesa pacelliana. di varare una riforma delclero, di reagire al connubio incipiente tra laChiesa e il nuovo potere consumistico, alla se-colarizzazione sotto specie democristiana, con-vocando un nuovo Concilio Ecumenico,aprendo una grande stagione di evangelizza-zione, abbandonando il falso delle sicurezzedella «cristianità» sociologica.Questi temi non correvano più solo nei circoli cat-tolici progressisti... C’erano anonime monache insperduti carmeli toscani che invocavano una ri-forma in lettere ai reverendi padri gesuiti. c’eranoragazzi sepolti nei molto austeri Seminari venetiche consigliavano agli amici fuori di bere il cri-stianesimo di Charles De Foucauld, la via del de-serto di Come loro di padre Voillaume, di lavorareper un cristianesimo senza potere politico, per unaChiesa di missione nelle città, con sempre menobattesimi, dell’Occidente.

Persino Montini, lassù, l’uomo più vicino al

trono supremo, si era lasciato scappare una

volta un sogno proibito, quello di un papa

che «abbandoni il Vaticano e vada a vivere,

almeno alcuni periodi, in San Giovanni in

Laterano, a vivere col suo popolo, con un

altro rituale nuovo e inizi il nuovo governo

della Chiesa come il povero Pietro» (con unanota: Zizola: Il microfono di Dio,Pio XII, Padre

Lombardi e i cattolici italiani- Milano 1991

p.232)Rubando un’espressione nota, con PapaFrancesco: “Oggi si sta avverando!” P.P.

Paolo VI sarà beato il prossimo 19 ottobrePapa Francesco ha firmato il decreto di miracolo per Montini nel pomeriggio di venerdì 9 maggio

Il sogno di Papa MontiniL’incontro conGesù nell’Eucari-stia è un momentofondamentale delcammino di fededi ogni cristiano;questi bambini chehanno ricevutoquesto dono, pos-sono sperimentare,con l’aiuto dei lorogenitori e dell’in-tera comunità, lacertezza di potercontare su un ami-co che non li tra-dirà mai: Gesù,che anzi li aiuterànelle difficoltà del-la vita, rendentolipiù forti e consa-pevoli del grandeamore di Dio perloro.Domenica 11Maggio, la comu-nità della parroc-chia Sacro Cuoredi Centobuchi, hafatto festa insiemea 31 bambini cheper la prima volta si sono accostati al BanchettoEucaristico, dove Gesù si è donato loro nellesembianze del Pane e del Vino.La celebrazione,presieduta dal parroco don Al-fonso, è stata interamente animata dagli stessibambini e dai loro genitori, con spirito di par-tecipazione e di festa.Una canzone dedicata alle proprie mamme, èstata la sorpresa finale. Un modo originale perfesteggiare la Festa della Mamma.Lunedì 12 maggio, i genitori hanno accompa-gnato i propri figli per la seconda comunione aLanciano, nella Chieisa di San Legonziano checonserva da oltre 12 secoli il primo e il piùgrande Miracolo Eucaristico della Chiesa Cat-tolica.“Un’esperienza indimenticabile per tutti noi-riferiscono i genitori- che rafforza sicuramentela consapevolezza dei bambini sull’importanzadel Sacramnento dell’Eucarestia.La giornata è proseguita poi con la visita nellaCasa Famiglia Casa Manuela a Vasto.“Qui, si è percepita ancor di più la presenza diGesù, soprattutto nel cuore di due persone,

Claudia e Gioachino, che rinunciando a tutti iloro privilegi e vivendo di provvidenza si dedi-cano completamente alla cura di bambini nonvoluti e molto malati come se fossero propri.La visita alla Casa Famiglia Manuela ha sicu-ramente dato modo a tutti ibambini di speri-mentare la presenza di Gesù e di come si puòvivere la vita nel suo nome donandosi gratuita-mente al prossimo”.

Prima e seconda comunione per i bambini

della Parrocchia del S. Cuore di Gesù

Ci ha rattristato la notizia della morte di padre Pietro Luzi per-venutaci dall’Oasi di Grottammare, il 15 maggio 2014. Apprezzato autore di tante pubblicazioni, è stato un profondostudioso della Bibbia. Frate minore, nato nel 1925 in provinciadi Ancona, ha studiato teologia dogmatica all’Ateneo Antonianodi Roma, patristica nell’Istituto Apostolico di Grottaferrata eascetica e mistica all’Angelicum di Roma. Tra le sue opere ri-cordiamo: Quando un prete nasce uomo, Gribaudi 1968; Ca-

milla Battista da Varano, Gribaudi 1990; Francesco d’Assisi:

guida spirituale di comportamento con la natura, Gribaudi1990;La passione del Nome di Dio nella storia della salvezza,

LDC 1991; Vogliamo vedere Gesù: l’Uomo del vangelo dagli

evangeli LDC1992.Nel volume La Passione ha inteso collegare i due Testamenti inun punto cruciale, quello della «kénosis» divina a partire dal-l’evento biblico dell’esilio per giungere fino a Cristo e alla suaChiesa. L’A. prende in esame la condizione di «debolezza e igno-minia» entro cui Yahvè opera negli avvenimenti mediante il suo«Nome», lasciandosi guidare dalla testimonianza della paroladei Profeti, fatta oggetto non tanto di esegesi quanto di rifles-sione. Per molti versi si tratta di libro unico nel suo genere: unaautentica e fondamentale (se non unica) chiave di lettura dell’in-tera Bibbia. Un tema non toccato, finora, dagli studiosi, tantoche non ha fonti bibliografiche specifiche. L’assenza di note, il

linguaggio chiaro e preciso, l’interesse che il tema suscita, ren-dono il volume consigliabile soprattutto ai sacerdoti e ai laicistudiosi di Bibbia, ma anche ai catechisti e agli operatori pasto-rali che vogliono migliorare la loro conoscenza della Sacra Scrit-tura nel suo complesso. Anche perché, pur affrontando il temacon serietà e precisione, il discorso è estremamente affascinantee carico di suggestione.Particolarmente interessante è il libro Quando fiorisce il Man-

dorlo, Àncora 1992 (titolo preso dal Qoelet,12, 5 ndr.). Si trattadi un libro nuovo su un antico argomento, scritto da un autoreche,diceva Ibsen, nel convito della vita è al formaggio, trovandoloperaltro eccellente.Lo stile brillante e il taglio garibaldino non invitano a quei pen-sieri desolati ai quali ci ha abituato, in materia, l ‘eutanasia let-

teraria degli ultimi decenni, sia sotto l’aspetto sociologico chepastorale.Il discorso, alieno da ogni pietismo di maniera, viene condottorealisticamente sulla linea laico-esistenziale dell’anzianità versola visione spirituale dell’intera vita.Tra le ultime opere c’è un libro di poesie dal titolo “Radiografie

allo specchio” Edizioni Segno 2003 che viene introdotto con undetto di Varrone: “Saepe ridentes vera dicimus” (Spesso, pur ri-dendo, diciamo cose vere).

Pubblichiamo: SantitàIl cristianesimo è religione / che esclude la disparità:

la divina Grazia, che innalza l’umile

e s’incammina al travagliato incontro

per le vie dell’esistenza,

è la sola che non faccia differenza,

perché regina resta / sia quand’è sul trono

sia quando per la strada / tacitamente va.Ricordiamo p.Pietro con stima,affetto e simpatia: sentimenti nondisgiunti dalla preghiera di suffragio. P.P.

ricordiamo padre Pietro Luzi

Aldo Carpi, “Paolo VI sulla riva del lago di Tiberiade” - 1977

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7Anno XXXI

25 Maggio 2014 PAG

Don Luigi - Napoli

Insieme.

Insieme ai poveri. Insieme ai dimenticati. Insieme alle vittime della camorra. Insieme ai detenuti. Insieme ai malati. Insieme agli anziani soli.Conto corrente postale n.57803009 - www.insiemeaisacerdoti.it

Segui la missione dei sacerdoti sulla pagina FB facebook.com/insiemeaisacerdoti

CEI Conferenza Episcopale ItalianaChiesa Cattolica

La forte preoccupazione espressa dal comitato diquartiere di Porto d’Ascoli Centro ci richiama auna grande responsabilità. Quello che sembra unvero e proprio grido di allarme non può rimanereinascoltato da parte di tutta la comunità. Il comi-tato di Quartiere raccoglie una crescente preoc-cupazione degli abitanti della zona nel constatareil numero sempre maggiore di familiari, amici,conoscenti giovani, anziani che si ammalano,anche giovanissimi. La richiesta forte del Comi-tato è verso le istituzioni perché indaghino e av-viino un’approfondita ricerca.

Anche la comunità ecclesiale non può esimersidal raccogliere tale appello. Il papa ci ricorda con-tinuamente il valore della solidarietà e la necessitàcome cristiani di immischiarci nella realtà che vi-viamo, ce lo ribadisce la Dottrina Sociale dellaChiesa (DSC) richiamando alla responsabilità ditutti per il bene comune. Il diritto alla salute partedal rispetto della dignità umana, perché “l’ordinesociale e il suo progresso devono sempre far pre-valere il bene delle persone” (Compendio DSC n.132). Ancora al n.166 si riafferma che le esigenze

del bene comune sono legate al rispetto e alla pro-mozione integrale della persona e dei suoi dirittifondamentali, tra cui il diritto alla salute appunto,che non prescinde anche dall’attenzione all’am-biente, come bene collettivo, da salvaguardare. Laresponsabilità di conseguire il bene comune èdelle singole persone e delle diverse istituzioniperché nessuno da solo può raggiungerlo. Emerge quindi come non si può sottacere una talerichiesta di trasparenza, di impegno e di atten-zione concreta da parte delle autorità, alle qualicompetono specifiche professionalità e impegni,

le quali dovrebbero “avviare tuttigli strumenti scientifici e tecno-logici atti ad effettuare una stati-stica di tale epidemiologia e aindagarne le eventuali casualitàconnesse”, così come si leggenel comunicato stampa del Co-mitato di Quartiere.Il problema sollevato tocca dav-vero tante, troppe famiglie, dellazona in questione, e sta facendoemergere domande sempre piùpressanti da parte dei cittadini,che devono essere raccolte e

adeguatamente convogliate in un azione efficace,perché non restino inascoltate come echi di doloripersonali. Il grido di dolore e sofferenza di questepersone, che muove solidarietà e vicinanza, deveanche rispondere alla responsabilità di tutti per unterritorio che torni a essere vivibile, rispettoso,sano e sicuro. È una responsabilità che le genera-zioni presenti hanno nei confronti anche di quellefuture.

Monica Vallorani

Il direttivo del Comitato del Quartiere Porto d’Ascoli Centro lancia un gridodi allarme sull’aumento di forme Tumorali e leucemie nella zona di Portod’Ascoli e chiede alle autorità competenti di avviare un’indagine statistica.

Da S. Benedetto del Tr.

Fantastica festa della Scuola d’Infanzia Paritaria Merlini

Domenica 11 maggio,presso il Teatro concordiadi Grottammare di SanBenedetto del Tronto siè svolto lo spettacolotutto dedicato alle mam-me, dal titolo “C’era unavolta…” Da anni infatti,tutti i bambini della scuo-la D’Infanzia ParitariaMerlini, di San Benedettodel Tronto, precisamente le sezioni di 2, 3, 5 anni, curati e diretti dalla coordinatrice Suor Grazianae da tutte le insegnanti, regalano un momento di festa davvero unico ed originale. Significativi itemi trattati e magistralmente interpretati: dall’amicizia che nasce sin dai primi giorni di scuolamaterna, alle numerose esperienze didattiche e ludiche. Il tutto coronato da una splendidacoreografia, canti dedicati dalle mamme, balletti movimento i quali: Blues Brothers, LorellaCuccarini (Vola), Heather Parisi (Disco Bambina), ed ancora Happy….! Insomma uno show daprima serata! Ma, la novità assoluta di quest’anno è stata: “…. Scete fenite de svernecchia? Che laZaotta se da spesà …!” Una simpaticissima scenetta in dialetto Sambenedettese per rivivere unmomento storico “Laboratorio del Piceno” presente ancora oggi in un’ala della struttura scolastica.Rappresenta esattamente uno dei mattoni della centenaria fondazione Teresa e Pietro Merlini che agiorni festeggerà i 150 anni! A tal proposito i bambini dell’ultimo anno, hanno vestito i panni deiscolaretti di un tempo che vestiti sui banchetti dell’epoca, ascoltavano la lezione di Suor Maddalena.Quest’ultima era una delle suore della Carità che tanti anni or sono, gestiva l’asilo accogliendo ibambini sambenedettesi. Che dire ancora? Quasi due ore di spettacolo, emozioni e sensazioni

davvero belle!Gremita la sala del teatro, in platea ed ingalleria genitori, nonni ed amici, non hannosmesso un attimo di applaudire i piccoliattori protagonisti.Congratulazioni e ringraziamenti all’interostaff - insegnanti del Merlini!Prossimo appuntamento? Il 13 maggio2015! Simone Incicco

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8 Anno XXXI

25 Maggio 2014PAG

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

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“Nell’ambito dell’VIII Concorso Marcuccianodal tema Francesco Antonio Marcucci evan-

gelizzatore si inserisce il viaggio-premio chela giuria, coordinata da suor Maria PaolaGiobbi, ha voluto offrire alle due classi quintedella nostra scuola Maria Immacolata di SanBenedetto del Tronto. Coronare il ciclo del-l’istruzione primaria con la visita ai luoghi le-gati alla vita e alla missione del nostroFondatore è per me, suora ed insegnante, unabella opportunità. Gli alunni hanno potuto co-noscere le sorgenti del carisma mariano edu-cativo della nostra famiglia religiosa che essifin dall’infanzia hanno percepito negli am-bienti della scuola ed appreso dalla comunitàeducante. A Force, nella casa dove è nato il no-stro Francesco Antonio, il 27 novembre 1717,e nella chiesa di San Paolo ove è stato battez-zato lo stesso giorno ci è sembrato di riviverei suoi primi anni di vita; nella Cattedrale diMontalto, invece, ci siamo accostati alla suafigura di Vescovo e pastore della nostra diocesidal 1770 al 1789. I ragazzi hanno compresomeglio la testimonianza di vita santa e coltadel venerabile Marcucci che spero continui adilluminare la loro esistenza. Lascio raccontaread alcuni partecipanti l’esperienza vissuta”(Suor Maria Clelia, insegnante della V A)

“Sabato 10 Maggio è stata una giornata allascoperta dei primi istanti d’infanzia del Vene-rabile F. A. Marcucci. Un’opportunità unicaper noi genitori e per i nostri figli. Sarebbebello che tutti i ragazzi che frequentano le suescuole facessero questo viaggio per godere diluoghi così ricchi di storia, spiritualità e bel-lezze naturalistiche uniche” (Stefania Rossi).

“Quando sono entrato nella casa dove il Fon-datore delle nostre suore è nato, il mio cuoresi è colmato di gioia e mi sono affezionato aquella bellissima e antichissima costruzioneche risale al 1600. Ancora più bello è stato ve-dere la stanza dove Francesco Antonio Mar-cucci nacque: mi sono sentito felicissimo diessere lì; sono onorato di frequentare questabellissima scuola che mi ha permesso di farmivivere tale esperienza” (Leonardo Nico V A).

“Durante i cinque anni della scuola Primaria asan Benedetto, noi genitori ed alunni abbiamoimparato a conoscere ed apprezzare la figuradel fondatore mons. Francesco Antonio Mar-cucci, grazie a tante iniziative promosse dallenostre suore.

Ricorderò il viaggio dello scorso sabato 10Maggio per gli affascinanti panorami dellacampagna marchigiana nel pieno del suosplendore primaverile che fanno da sfondo allacasa natale del Marcucci, alla chiesa dove èstato battezzato nel paesino di Force, alla cat-tedrale di Montalto dove Francesco Antonio èstato poi vescovo. Questa visita ha permessoa me e ai bambini di avvicinarci spiritualmenteancor di più al nostro fondatore; vedere i luo-ghi dove è nato e cresciuto lo ha reso ancor piùcaro e vivo nel nostro cuore. Un grazie vivis-simo a Suor Paola che ci ha regalato questaesperienza e ci ha accompagnato con dolcezzae fervore” (Silvia).“Il viaggio a Force, mi ha regalato una bellis-sima ed emozionante esperienza. Ho visitato iluoghi del Marcucci che mi hanno accoltocome mi avrebbe accolto lui, nella sua casa ecome avrebbe accolto tutti noi. Insieme al Si-gnor Francesco Servili, proprietario attualedella casa e a sua moglie Fausta, abbiamo pre-gato nella stanza dove il Marcucci è nato. Que-sto luogo mi è piaciuto davvero tanto. Ilpaesaggio è spettacolare, quasi da far venire lelacrime. Il piano terra della casa è occupatodalla cantina e da un atrio d’ingresso. Salendole scale, al secondo piano, ci sono varie stanzee la cucina dove purtroppo mancano gli uten-sili, sfortunatamente rubati, come pure varieporte originarie”. “E’ da non credere che tra lepiccole viuzze silenziose del piccolo paese diForce vissero una santa, Maria Assunta Pal-lotta e il nostro Venerabile Francesco AntonioMarcucci. E’ stato un vero piacere osservare ilbellissimo edificio dove nacque il Marcucci.Anche se con diverse rotture, crepe derivantidal terremoto e il pavimento un po’ affossatoin alcune stanze, la casa natale del Fondatoretrasmette ancora il sapere di un ricco casato.Un’atmosfera emozionante si è creata quandosono entrato proprio nella stanza dove, sabatodel 27 novembre 1717, nacque il fondatore,grazie anche alla fantastica spiegazione di suorPaola Giobbi! (Capriotti Alessandro, V A).

“Vedere quella casa immersa nel bosco, pen-sare che lì era nato e vissuto un bambino dinome Francesco Antonio Marcucci che sa-rebbe diventato poi il fondatore della miaamata scuola, mi ha emozionata e riempito ilcuore di gioia” (Sonia Biagini, V A).

Un viaggio nei luoghi vissuti dal venerabile Marcucci: un’esperienza da coltivare e ripetere

Una serata all’insegna della risata quella che si èsvolta sabato 17 maggio nel nuovissimo SaloneParrocchiale Don Ubaldo Grossi della ParrocchiaMadonna di Fatima.Noi giovani della Parrocchia, infatti, abbiamo inau-gurato il bellissimo palcoscenico appena rinnovatocon una recita dedicata alla comicità, alla gioia ealla risata di cuore!Ci siamo ispirati ai grandi della comicità e abbiamoprovato a riproporre alcuni loro sketch più famosi.Nonostante il breve tempo disponibile, tra impegniscolastici o lavorativi, grazie all’ impegno e al-l’aiuto reciproco siamo riusciti a ricreare in Valte-sino un cabaret tutto nostro.Lo spettacolo si componeva di cinque scenette.La prima comica scenetta, tratta da “La signora dellecamelie” di Gigi Proietti, ha divertito un mondo ilpubblico grazie agli esilaranti malintesi del ConteSimone Duval e alla bravura degli attori Michela,Martina, Francesca, Lorenzo e Alessandro!

La seconda era tratta da “Anplagghed” di Aldo, Gio-vanni e Giacomo, in cui il fantastico trio nostrano(Marco, Matteo e Andrea) si è ritrovato “Al museodi arte moderna” tra gaff artistiche d’intenditorid’arte e non. Poi sono comparsi sulla scena i famo-sissimi porcellini dall’accento marchigiano: risate acrepapelle con Peppa lu Porcu Roberto ed i suoi ge-nitori (Adamo e Anna) alle prese con la malattia delfratellino Giorg (Maria Rita) curato da un “impro-babile” dottore (Ester). Per la scenetta “I cessi inta-sati”, tratta dallo sketch de La Premiata Ditta, ilpubblico ha assistito all’ “intervista canora” di tre“bisognosi” in fila per il bagno!

Al termine del tg è seguita la spassosa reclame della“Zappa 2.0” provvista di tutti i confort per il conta-dino. Cast: Remigio, Giada, Giorgia, Tania.Infine è stata inscenato ancora uno sketch tratto da“Anplagghed” di Aldo, Giovanni e Giacomo, “Labenedizione di Padre Alfredo”, con noi diventato un

esilarante Padre Luca che insieme al neo –Cardinale Samuele tentano di truffare lanonnina Silvia! Certo, gli inconvenientinon sono mancati ma alla fine lo spettacolosi è rivelato ben riuscito! Tutto ciò grazieal regista Emidio Mora, i tecnici audio Sa-muele Mori, Loris Bonanno e MaurizioBonanno e ovviamente grazie all’aiuto ditutti i catechisti dei Gruppi Giovani e PostCresima.Ovviamente tra risate e divertimento, ilpensiero era rivolto al nostro Luca che, in-sieme a noi ragazzi, ha recitato più voltesul palco. Come ricordava Alessio in un re-cente articolo de “L’Ancora”, chi può di-

menticare la scena di Luca nelle vesti di un ubriacoche con la sua bravura ci ha fatto divertire tutti comenon mai? Il modo migliore per ricordare il nostro an-gelo è sicuramente questo: ridere, divertire, infon-dere gioia e spensieratezza! Perché, come la nostrapresentatrice Gessica ha detto prima di dare inizioalla recita, <<Ridere è stare bene insieme, essere fe-lici, rilassarsi, vedere il bicchiere mezzo pieno. Loscopo di questa serata è proprio quello di farvi di-vertire, come il nostro amico Luca faceva con noifacendoci battute a volte “idiote” ma sempre con loscopo di strapparci un sorriso!>>.

vALTESIno AMorE MIo: GrASSE rISATE nEL SALonE PArroCCHIALE

di Giorgia Mori e Gessica Fares

S. Benedetto del Tronto,

Grottammare

e Cupra Marittima

sono BANDIERA BLU

Il riconoscimento è stato asse-gnato a tutti i tre i comuni fa-centi parte della Riviera dellePalme: a ritirarlo l’assessoreall’ambiente del comune diSan Benedetto Paolo Can-ducci, il sindaco Enrico Pier-gallini e l’assessore DanieleMariani per Grottammare, dalsindaco Domenico D’Annibalie l’assessore Marco Malaigiaper Cupra Marittima.