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Politica Meridionalista - Civiltà d’Europa • Dicembre 2012 1

Con l’intervento del presiden-te della Corte Costituzionale, Alfonso Quaranta e la parte-

cipazione di esponenti del mondo delle istituzioni e della cultura sono stati con-segnati nel corso di una cerimonia svol-tasi al Senato della Repubblica, presso la sala Zuccari di palazzo Giustiniani, i premi “Guido Dorso”, promossi dall’omonima associazione, presieduta da Nicola Squi-tieri. L’iniziativa - patrocinata dal Senato della Repubblica e dall’Università degli studi di Napoli “Federico II” - segnala dal 1970 contestualmente sia giovani studio-si che operano nel nostro Mezzogiorno sia personalità del mondo istituzionale, economico, scientifico e culturale che “hanno contribuito con la loro attività a sostenere le esigenze di sviluppo e di pro-gresso del Sud ”. Destinatari quest’anno per le varie sezioni della XXXIII edizione sono stati: Luigi Mazzella, giudice della Corte Costituzionale (istituzioni); Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Roma (economia); Marta Herling, segre-tario generale dell’ istituto italiano di studi storici (cultura); Alfredo Fusco, direttore dell’ istituto per l’endocrinologia e l’onco-logia “Gaetano Salvatore”del Cnr (ricerca); Lida Viganoni, rettore dell’ università l’O-rientale (università); Francesco Giannini, amministratore delle officine grafiche Giannini spa (editoria); Giuseppe Tritto, executive president World Academy of Biomedical Technologies (sezione inter-nazionale); Alessia Manzella, presidente della cooperativa “Luna nuova”- Palermo (sezione ordinaria).

La targa del presidente della Repubbli-ca, Napolitano, destinata ad una istituzio-ne scientifico-culturale del Mezzogiorno, è stata assegnata alla Fondazione con il Sud, presieduta da Carlo Borgomeo. Nell’occasione è stato distribuito il nume-ro speciale realizzato per i quarant’anni di vita della rivista “Politica meridionalista-Civiltà d’Europa” edita a cura dell’asso-ciazione Dorso.

Nell’albo d’onore dei vincitori del “Guido Dorso” figurano alcuni tra i più autorevoli esponenti del mondo delle istituzioni, della ricerca, dell’economia e della cultura: da Giovanni Leone a Giorgio Napolitano; da Renato Dulbecco e Franco Modigliani; da Antonio Marzano a Piero Grasso; da Pasquale Saraceno a Francesco Paolo Casavola; da Antonio D’Amato a Do-minick Salvatore. Il premio Dorso consiste in un’artistica opera in bronzo creata, in esclusiva, dallo scultore Giuseppe Pirozzi. A consegnare i vari riconoscimenti sono stati con i componenti della commissione giudicatrice - composta da Andrea Ama-tucci, presidente del comitato scientifico; Massimo Marrelli, rettore dell’universi-tà di Napoli “Federico II”; Luigi Nicolais, presidente del Cnr e Nicola Squitieri, presidente dell’associazione Dorso - il presidente del Cnel, Antonio Marzano e il sen. Luigi De Sena, vicepresidente della commissione antimafia. Le motivazioni e le dichiarazioni dei premiati vengono qui di seguito pubblicate nel contesto di un numero speciale (curato da Chiara Licen-ziati) che come di consueto la rivista dedi-ca all’evento.

ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALEAnno XL - Dicembre 2012

direttore responsabile

NICOLA SQUITIERI

vice direttore

ANTONIO PISANTI

coordinamento editoriale

BRUNO LATELLA

segretario di redazione

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«Politica Meridionalista

Civiltà d’Europa»

è edita a cura dell’Associazione

per la valorizzazione

delle risorse del Mezzogiorno

“Guido Dorso”

www.assodorso.it/rivistaonline.htm

Periodico associato all’USPI

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I Farella snc

Napoli

In copertina: i premiati e la giuria del XXXIII Premio “Guido Dorso” al Senato della Repub-blica, in sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.

Consegnati al Senato i Premi Dorso 2012ai nuovi ambasciatori del Mezzogiorno

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Mezzogiorno: ripartire insiemedalle eccellenze del territorio

L’intervento di saluto del presidente dell’Associazione Guido Dorso

Nicola Squitieri

Il rinnovato ambito patrocinio del Senato della Repubblica alla 33ma edizione del premio Dorso conferma quel rapporto di consolidata collabo-razione che si è instaurato da oltre un decennio con l’associazione che pro-muove l’iniziativa. Collegare quest’ul-tima infatti ad una delle massime isti-tuzioni della Repubblica significa per noi voler mantenere sempre alta l’at-tenzione del Paese nei confronti di una problematica che è stata per troppo tempo assente dal dibattito politico. Il nostro impegno teso a voler sempre più ricercare le migliori energie del Mezzogiorno segnalandole e renden-dole visibili, viene ulteriormente riba-dito nel convincimento che oggi più che mai la cultura rappresenti il vero motore per il rinnovamento dei no-stri valori. Di fronte alle difficoltà del presente ci sembra il caso di ribadire con Benedetto Croce - che ricordiamo quest’anno nel 60° anniversario della morte - che a nessuno ”è dato sottrarsi al senso del dovere… quale che sia il nostro dovere: combattere ciascuno di noi, nella sua cerchia e coi suoi mezzi” perché, ancora una volta, come nel passato, tali difficoltà possano essere superate. La celebrazione a palazzo Giustiniani del Premio Dorso ha sem-pre più rappresentato, nel corso degli anni, una importante occasione per discutere di Mezzogiorno, onorando le varie eccellenze del territorio.

Mi sia perciò consentito di rinno-vare al Presidente del Senato, Renato Schifani, la più sincera gratitudine dell’Associazione Dorso per aver vo-luto confermare con significativa sen-sibilità questo prezioso rapporto di collaborazione.

Un vivo ringraziamento desidero

rivolgere a quanti hanno fatto giun-gere la loro adesione, primo fra tutti il Presidente della Repubblica, desti-natario nel 1998 del Premio Dorso. Il Presidente Napolitano nell’inviare il suo saluto augurale e il vivo compia-cimento a tutti i premiati, esprime il “rinnovato apprezzamento per il signi-ficativo valore culturale e sociale dell’i-niziativa”.

Il capo dello Stato ha voluto con-fermare l’assegnazione di un suo personale riconoscimento ad una istituzione che operi per il Mezzo-giorno. Quest’anno l’Associazione Dorso ha indicato quale destinataria dell’ambìto riconoscimento la Fon-dazione con il Sud presieduta da Carlo Borgomeo, una Fondazione che - come è stato autorevolmente sottolineato - ha lavorato e lavora non per “enunciazioni” ma per progetti, in una nuova visione dello sviluppo del nostro Mezzogiorno. Un rinnovato

ringraziamento per il lavoro svolto, desidero poi rivolgere alla commis-sione giudicatrice composta: dal prof. Andrea Amatucci, presidente del comitato scientifico; dal prof. Massi-mo Marrelli. rettore dell’Università di Napoli “Federico II” che da sempre patrocina il Premio Dorso e dal prof. Luigi Nicolais, presidente del CNR e già Premio Dorso nel 1998, al quale rinnoviamo gli auguri di buon lavoro.

L’associazione Dorso, confortata dalla collaborazione offerta dal Comi-tato scientifico, prosegue la sua attivi-tà nel portare avanti un programma che vede accanto alla celebrazione del Premio, anche una impegnativa attività sia editoriale sia di studio che quest’anno si è, in particolare, concretizzata con la fattiva collabora-zione, insieme ad altre istituzioni me-ridionaliste, alla organizzazione del

Al tavolo della presidenza da sinistra nella foto con Nicola Squitieri, presidente dell’associazione Dorso; Mas-simo Marrelli, rettore della Federico II; Antonio Marzano, presidente del Cnel, Andrea Amatucci, presidente del comitato scientifico e Luigi De Sena, senatore della Repubblica.

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Occorre trasmettere ai giovani un seriomessaggio di profonda coesione sociale

reNato SchifaNi

Il presidente del Senato della Repub-blica, Renato Schifani, ha inviato al pre-sidente dell’associazione Dorso, Nicola Squitieri, il seguente messaggio:

Gentile Presidente, la ringrazio per l’invito a partecipare alla cerimonia di consegna di consegna della XXXIII edizione del Premio Internazionale “Guido Dorso” che il Senato ha il pia-cere di ospitare il prossimo 11 ottobre presso la Sala Zuccari. concomitanti impegni non mi consentono di parte-cipare come pure avrei voluto, ma de-sidero esprimere il mio sincero plauso per questa iniziativa, che si propone come un’ampia riflessione sulla que-stione meridionale, nei suoi aspetti sia economici che sociali. La lezione di moralità e rigore di Guido Dorso, insi-gne meridionalista, fermo sostenitore di una politica di sostegno e di svilup-po del Mezzogiorno, è ancor oggi di fortissima attualità. Il Meridione rive-ste un’importanza primaria all’interno del sistema Paese e la modernizza-zione dell’Italia non può prescindere dalla modernizzazione del Sud: il su-peramento di ogni dualismo e con-trapposizione regionalista è sinonimo di profonda coesione sociale. è mio auspicio che questo messaggio sia trasmesso ai giovani, a quella che sarà la futura classe dirigente dell’italia che, applicando i principi di un corret-to meridionalismo, possa contribuire al rilancio dell’economia del nostro paese. Augurando pieno successo alla manifestazione, invio a lei, ai premiati e a tutti gli intervenuti i miei più cor-diali saluti.

L’adesione del Presidente del Senato della Repubblica

I PREMIATI

Sezioni Speciali

IstituzioniLuigi MAZZELLA

Giudice della Corte Costituzionale

EconomiaEmmanuele F. M. EMANUELE

Presidente della Fondazione Roma

CulturaMarta HERLING

Segretario generale dell’Istituto italiano studi Storici

RicercaAlfredo FUSCO

Direttore dell’Istituto per l’endocrinologia e l’oncologia “Gaetano Salvatore” del Cnr

UniversitàLida VIGANONI

Rettore dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale

EditoriaFrancesco GIANNINI

Amministratore delle Officine Grafiche Giannini spa

Sezione InternazionaleGiuseppe TRITTO

Executive President World Academy of Biomedical Technologies (Wabt)

Sezione ordinariaProgetto “Itaca” - Cooperativa “Luna Nuova” - Palermo

Presidente Alessia Manzella

Targa del Presidente della RepubblicaFondazione con il Sud

Presidente Carlo Borgomeo

LA COMMISSIONE GIUDICATRICEAndrea AMATUCCI

Presidente del Comitato scientifico dell’Associazione Dorso

Massimo MARRELLIRettore Magnifico dell’Università degli Studi di Napoli Federico II

Luigi NICOLAISPresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche

Nicola SQUITIERIPresidente dell’Associazione Dorso

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Luigi MazzellaIstituzioniNato a Salerno, una città del Sud

ricca di storia e di cultura, Luigi Maz-zella, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Napoli, nel 1956 vinse, giovanissi-mo, il concorso per l’Avvocatura dello Stato percorrendo tutti i gradini fino a giungerne al vertice, nel 2001, come Avvocato Generale.

La lunga e prestigiosa carriera di Luigi Mazzella si è tutta svolta al ser-vizio delle istituzioni del nostro Pae-se: da Avvocato Generale dello Stato, a Ministro della Funzione Pubblica, a Giudice della Corte Costituzionale. Negli incarichi direttivi poi ricoperti dagli anni’70 agli inizi degli anni ’90 - sia alla Presidenza del Consiglio che nei ministeri della Difesa, dei Lavori Pubblici, dell’Ambiente, del Turismo e delle Aree urbane - Mazzella è stato apprezzato elemento di grande equi-librio e moderazione dei rapporti tra le componenti cattoliche e socialiste nel delicato avvio dell’esperienza po-litica di centro-sinistra. Attività sem-pre ispirate ad un alto senso dello Sta-to. E’ stato inoltre per circa 20 anni, dal 1981 al 2002, componente del Consi-glio Superiore delle Forze Armate ed in ambito internazionale, membro di Comitati CEE a Bruxelles e dell’Ocse a Parigi. Nell’ambito delle più presti-giose istituzioni culturali del nostro Paese ha ricoperto l’ incarico di Com-missario dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Il suo eclettismo culturale e la sua passione letteraria lo hanno portato ad una produzione originale ed interessante di saggi e romanzi de-stinatari di ambiti riconoscimenti.

Luigi Mazzella rappresenta, fra i meridionali, uno dei più significativi esempi di servitore civile delle pub-bliche Istituzioni.

Riscoprire le vocazioni del MezzogiornoL’era della società industriale sta per tramontare e dobbiamo prepararci

all’avvento di una società elettronica digitale di servizi. Il Sud è stato sottrat-to alla sua vecchia vocazione agricola senza passare ad una industrializza-zione vera; quella predisposizione che il Mezzogiorno poi aveva, per effetto del Grand Tour, a fornire servizi turistici ed alberghieri non è stata portata avanti e ci siamo trovati a metà di una industrializzazione che non sempre ha funzionato e che oggi pare funzioni ancora meno. Il Sud però ha grandi capacità di fantasia e creatività che potranno consentirgli in un prossimo futuro, quando i servizi saranno in preponderanza rispetto alla costruzione dei manufatti, di superare tutti i gap che fino ad ora ha avuto, attraverso gli strumenti che l’alta tecnologia oggi consente.

Gli intervenutiAnche quest’anno la sala Zuccari di palazzo Giustiniani ha accolto per la cerimonia di consegna dei premi Dorso gli esponenti del mondo politico, istituzionale, economico e culturale. A rendere onore ai nove premiati della 33ma edizione del Dorso sono intervenuti il presidente della Corte Costituzionale, Alfonso Quaranta accompagnato dal segretario generale Troccoli; il giudice della Consulta, Paolo Na-politano; il presidente emerito del Senato, Mancino; l’ambasciatore di Polonia in Italia, Poniekiewski; l’on. Antonio Marzano, presidente del Cnel; il sen. Luigi De Sena, vicepresidente della commissione antimafia; il sen. Luigi Compagna; l’avv. Santini in rappresentanza del ministro Ornaghi; il consigliere Basile in rappresentanza del sindaco di Roma; il prefetto Carlo Alfiero; il gen. Nicola Canarile dell’asso-ciazione nazionale Granatieri di Sardegna; il gen. Goffredo Mencagli dell’Associazione ex allievi della Scuola militare Nunziatella; i professori Serafino Gatti, Sandro Gros Pietro, Natalino Irti, Gennaro Sasso, Giulio Tarro, Sergio Zoppi; il presidente dell’istituto di studi politici S.Pio V, Antonio Iodice; il direttore generale della Fondazione Roma, Franco Parasassi; il direttore dell’ associazione studi e ricerche per il Mezzogiorno, Massimo Deandreis; il presidente della Fondazione Adone Zoli, Maria Frunzio; il rettore dell’Università Marconi, Alessandra Briganti; il presidente dell’accademia di belle arti di Napoli, Sergio Sciarelli; il segretario generale dell’Animi, Cinzia Cassani; il presidente della società spaziale europea Astrium, Serafino D’Angeloantonio; il direttore generale della Ficei, Michele Giannattasio; il presidente e il segretario generale di Unimpresa Paolo Longobardi e M.Grazia Lupo Albore; i giornalisti: Guido Bossa, Cipriano Cavaliere, Chiara De Stefano, Simone Di Carlo, Maria Esposito, Bruno Latella, Vincenzo Lucarelli, Fabrizio Minnella, Renato Ribaud, Annamaria Ricci, Antonella Salerno.

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Emmanuele Francesco Maria EmanueleEconomiaEmmanuele Francesco Maria Ema-

nuele, nato a Palermo dove è vissuto fino al conseguimento della laurea, è docente universitario, avvocato cassa-zionista, economista, banchiere, esperto in materia finanziaria, tributaria ed as-sicurativa, saggista, protagonista della vita civile, economico-fmanziaria e po-litica nazionale ed internazionale. Nel corso delle molteplici attività svolte ha costantemente conservato un’attenzio-ne particolare alle problematiche del Mezzogiorno, offrendo un qualificato ed originale contributo di riflessione, ac-compagnato da spunti di natura propo-sitiva, e risolutiva. Questa sensibilità per i problemi meridionali è stata una costan-te del suo lungo percorso accademico negli atenei di Napoli, Salerno, Roma e nell’università Luiss, di cui è stato anche vicepresidente. E’ Cattedratico Ordinario Emerito presso l’Università Francisco de Viteria di Madrid in Scienza delle Finan-ze e dello Sviluppo economico. E’ inoltre autore di numerose pubblicazioni di na-tura economica. Ha ricoperto incarichi gestionali in società operanti nel Meri-dione, quali la ‘Tirrenia Navigazione” e la società “Stretto di Messina SpA”. E’ creato-re e Presidente della Fondazione Roma - Mediterraneo che opera principalmente nelle aree di intervento: “sviluppo eco-nomico sociale”, “formazione”, “arte e dia-logo interculturale”, consolidando rela-zioni e creando partnership con soggetti ed Istituzioni nazionali ed internazionali che perseguono finalità analoghe a quelle della Fondazione. Il suo obiettivo è quello di promuovere la crescita dei Paesi del Mediterraneo, incoraggiando la realizzazione di iniziative comuni che conducano alla riscoperta di valori con-divisi, alla valorizzazione del patrimonio di questi territori, nonché all’affermazio-ne di un’identità mediterranea: in questo ambito è stato Presidente della sezione italiana del Consiglio Mediterraneo della Cultura sorto con il patrocinio dell’UNE-SCO. Lo spiccato spirito filantropico di cui è dotato, lo ha portato a dedicare gran parte del suo tempo e delle sue energie ai meno fortunati, attraverso l’incarico di Presidente della Fondazione Roma.

La cultura favorisce il dialogo tra le gentiPer chi ha avuto il privilegio di nascere nel Meridione si è posto quasi

istantaneamente l’obbligo di contribuire con il proprio lavoro al suo svilup-po; io ho cercato di farlo come docente universitario, professionista e im-prenditore, non dimenticando mai che la parte più significativa della mia formazione, in cui personaggi come Dorso, De Santis e Sonnino mi hanno fatto da guida, è stata fatta nel periodo giovanile proprio in quell’area terri-toriale per la quale continuo a mantenere inalterata la sensibilità e l’atten-zione. Credo sinceramente che la cultura sia lo strumento principe per con-sentire il dialogo tra le genti, è il vero ponte tra i mondi diversi, tra le anime, le sensibilità e le religioni diverse. Senza questa attenzione alla cultura non c’è nessuna possibilità che il mondo trovi quell’equilibrio che deve avere. Ed è per questo che mi sforzo da tempo di attrarre a quell’area e a quella grande civiltà mediterranea da cui tutto nacque. Bisogna ritornare al Mediterraneo e impegnarsi per il dialogo culturale e interreligioso per aprire nuove strade che sembrano impraticabili.

Le adesioniNumerose le adesioni pervenute in occasione della 33ma edizione del Premio Dorso. Hanno inviato messaggi di adesione: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano; il presidente del Consiglio, Monti; il sot-tosegretario alla presidenza del Consiglio, Catricalà; il consigliere per la conservazione del patrimonio artistico della presidenza della Repubblica, Godart; il capo di gabinetto del ministro dell’Interno, prefetto Procaccini; il presidente dell’Abi, Mussari; il presidente del Banco di Napoli, Barracco. Particolarmente significativa l’adesione di Elisa Dorso che ha rinnovato il suo vivo apprezzamento per l’alto valore culturale e civile dell’iniziativa.Hanno anche manifestato la loro ideale partecipazione alla cerimonia al-cuni dei destinatari delle precedenti edizioni del Premio Dorso.

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Marta Herling GrundzinskiCulturaMarta Herling Grundziski laureata in

Lettere moderne a Napoli, sua città na-tale, ha manifestato il suo interesse per gli studi storici sin dalla redazione della tesi, intitolata Witold Kula e la storiogra-fia polacca del Novecento. Ha consegui-to il titolo di Dottore di ricerca in “Storia della Società europea”, con una tesi su Storiografia e questione nazionale in Po-lonia negli ultimi decenni dell’Ottocento. La storia della Polonia, settore nel quale è una specialista di rilievo internaziona-le, viene approfondita in molti dei suoi numerosi saggi, ai quali si affiancano fondamentali traduzioni tra cui quelle delle opere di Kula, Geremek e Herling. Di Gustav Herling, suo padre, cura an-che l’archivio ed i programmi di edizio-ne delle opere in Italia, in Polonia ed al-tri Paesi. Dal 1988 è Segretario generale dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli, fondato da Benedetto Croce, suo nonno. In questa sede la sua opera di conservazione e valorizzazione degli archivi, attraverso la digitalizzazione dei preziosi documenti in essi contenuti, si rivela decisiva per rendere fruibile agli studiosi un patrimonio di eccezionale rilevanza storica. A tale impegnativo compito Marta Herling Grudziński af-fianca la collaborazione a periodici di primaria importanza in Italia ed in Polo-nia, nonché la partecipazione in qualità di relatore a prestigiosi convegni e se-minari in tutta Europa. Gli innumerevoli incarichi e riconoscimenti conseguiti in Italia e all’estero, tra cui il premio “Be-nemerito per la cultura Gloria Artis” del Ministro della Cultura della Polonia, te-stimoniano l’indiscusso valore del suo contributo alla comprensione ed all’ap-profondimento dei grandi temi della storia europea.

Con la sua opera Marta Herling con-tinua e rivitalizza la grande tradizione della storiografia meridionale, collocan-dola nel più ampio contesto internazio-nale, e trasmette in dono alla sua città un inestimabile patrimonio di memoria e di conoscenza.

Nell’alta formazionela mission dell’Istituto studi storici

Sono molto onorata del titolo di Ambasciatore del Mezzogiorno che ci è sta-to conferito; in esso mi riconosco perché il mio percorso è stato sempre quello del dialogo, per cercare un ponte di collegamento tra le culture. Napoli è la mia città, la mia patria naturale, ma l’ho anche scelta e le sono profondamente le-gata anche per lo straordinario patrimonio intellettuale e culturale tramandato dalla mia famiglia e custodito a Palazzo Filomarino, sede dell’Istituto italiano per gli studi storici, a cui mi dedico con passione e dedizione. Mi sono forma-ta nella straordinaria Università di Napoli dove ho avuto grandi maestri della tradizione meridionalistica; questi consigliavano a noi laureati di andare prima come borsisti all’Istituto degli Studi Storici e in seguito nelle università del Nord, per tornare poi però nel Meridione, creando un ponte per poter costruire nella propria città d’origine. Io ho potuto farlo e ho avuto la fortuna di contribuire at-traverso l’Istituto per gli studi storici alla vita della mia città, agli studi e all’alta formazione in Italia e oltre.

La scultura di Giuseppe Pirozzi simbolo del PremioIl simbolo del Premio “Guido Dorso” è stato realizzato, in esclusiva, dallo scultore napoletano Giuseppe Pirozzi. Per la sezione cultura, nel 1980, fu destinatario del Premio Dorso e nel 1988 volle firmare un progetto che aveva in animo da tempo. Scultore di fama internazionale, Pirozzi ha insegnato plastica ornamentale all’Ac-cademia di Belle Arti di Napoli. Su di una faccia della scultura ideata per il Premio è incisa la firma di Guido Dorso. La firma dell’illustre meridionalista è stata così inserita nel contesto plastico per far parte del simbolo che lo onora e che premia uomini che spendono le proprie energie a favore del Mezzogiorno d’Italia. Dalla parte in-feriore, dalla firma di Guido Dorso partono elementi vettori in germinazione e la loro verticalità sottolinea una crescita, una rinascita. I rami di questa germinazione si estroflettono dall’elemento basilare circolare e tra pieghe e rientranze formano e determinano una plastica che tende a sollevarsi da una situazione tormentata per raggiungere una sofferta catarsi. Questa creazione di Giuseppe Pirozzi fissa le spinte meridionalistiche di rinascita che si proiettano nell’avvenire.

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Alfredo FuscoRicercaIl prof. Alfredo Fusco è direttore

dell’Istituto di endocrinologia e onco-logia sperimentale (IEOS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli e, dal 2011, è professore ordinario di Patolo-gia generale alla facoltà di Medicina e chirurgia all’Università Federico II. In precedenza il prof. Fusco ha insegnato alla facoltà di Medicina dell’Università di Catanzaro. Inoltre ha fatto esperienza in America presso la Jefferson Universi-ty a Philadelphia e al Cancer Center del-la Ohio University a Columbus.

Dal 2004 al 2008 è stato coordinato-re del progetto Centro Oncogenomica (AIRC) con istituzione del Noger – Na-ples Oncogenomic Center.

Nel 2008 è Presidente eletto della Società Italiana di Cancerologia.

Guidati dal direttore Fusco il gruppo di ricercatori dell’Istituto di endocrino-logia e oncologia sperimentale del Cnr di Napoli, hanno individuato, dopo anni di studio, il ruolo del gene cbx7, onco-compressore, la cui assenza o mutila-zione è associata a numerosi casi di tu-mori maligni nei topi, e dimostrato che meccanismi simili sono alla base delle neoplasie negli esseri umani, identifi-cando la ciclina E, proteina che regola l’espressione di cbx7, come possibile bersaglio terapeutico. I risultati ottenu-ti si inseriscono nell’ambito del percor-so sperimentale cominciato all’Ieos-Cnr già negli anni `80 il cui progetto è stato finanziato dall’Associazione italiana per le ricerche sul cancro (Airc).

Se si considera, come in questi gior-ni è stato pubblicato, che nel 2012 in Italia vengono registrati mille nuovi casi al giorno di cancro e il big killer è quello ai polmoni, si comprende la necessità di avere in Italia ricercatori come Alfredo Fusco che ha dimostrato: costanza e caparbietà di impegno scientifico nella lotta al carcinoma polmonare; capacità organizzative e gestionali di complesse strutture scientifiche; passione e cura con cui attrae, motiva, sostiene e valo-rizza i giovani ricercatori.

Al Sud centri di ricercache il mondo ci invidia

Mi ritengo un uomo del Sud; anche se in passato ho avuto occasione di lavorare all’estero con ottime possibilità di risorse, per me è stato sempre inimmaginabile esercitare la mia professione lontano da Napoli e dal Sud. Avere gli stessi buoni risultati in altre città non mi darebbe la stessa gratifica-zione. Lavorare a Napoli è un grosso vantaggio perché nel campo biologico questa città non ha rivali, almeno in Italia. Napoli ha infatti delle potenzia-lità enormi grazie alle quali, se utilizzate bene, potrebbe fare invidia a tutti i centri mondiali, anche ad Harvard che è quello più importante al mondo. In questo campo infatti è richiesta la fantasia e la creatività, ambiti in cui i napoletani non hanno niente da invidiare a nessuno.

V RAPPORtO ObI-SRM

Imprese e competitività per una nuova crescita del SudIl V° Rapporto su Imprese e competitività - realizzato da Studi e Ricerche per il Mez-zogiorno (SRM) e dall’Osservatorio Banche - Imprese di Economia e Finanza (OBI) - analizza nelle otto regioni meridionali le dinamiche che riguardano le imprese che operano nei settori del manifatturiero, delle costruzioni, dei servizi ICT e turi-stico-ricettivi. Il Rapporto - illustrato presso la sede del Dipartimento del Tesoro dai rispettivi direttori di SRM e OBI, Massimo Deandreis e Antonio Corvino - individua in particolare 5 fattori su cui intervenire: impresa, imprenditorialità, investimenti, in-novazione e internazionalizzazione. L’ analisi dei dati rappresentativo di cinquemi-la imprese non soltanto meridionali (la ricerca per la prima volta si estende anche all’intero territorio nazionale) offre un quadro completo delle condizioni operative dei sistemi produttivi regionali e macroregionali rispetto all’adozione di un modello di business in grado di reggere la competizione globale, un modello incentrato su competenze, qualità e innovazione.

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Lida ViganoniUniversitàLida Viganoni, professore ordinario

di Geografia, riveste dal 2008 la carica di Rettore dell’Università di Napoli “L’Orien-tale”, dopo aver ricoperto dal 2001 quella di Prorettore. Da oltre trenta anni appro-fondisce i temi della Geografia urbana e dello sviluppo regionale, campo di studi nel quale ha tracciato importanti percorsi centrati, da una parte, su regioni come la Campania e la Basilicata, e dall’altra su in-dagini specifiche sui problemi della città e dei sistemi urbani. Su questi temi, e su altri come turismo, fonti statistiche, inno-vazione tecnologica, la prof.ssa Viganoni è autrice di molti studi, presentati an-che in occasione di Congressi Geografici nazionali e internazionali. La sua attività di ricerca si è svolta inoltre per un anno presso l’Università di Berkeley, in qualità di Visiting professor. Collabora a riviste specializzate e partecipa a diversi grup-pi di ricerca, tra cui quello formato dalla Commissione della Comunità per la ste-sura di un rapporto preliminare per una politica mediterranea globale. L’estrema attenzione per le problematiche peculiari delle aree del Mezzogiorno, non solo d’I-talia l’ha condotta sovente all’estero (Ma-rocco, Francia, Egitto, Tunisia), per indaga-re con lo sguardo attento del geografo il nesso tra organizzazione delle trame urbane, commercio internazionale, valo-rizzazione delle risorse locali e sviluppo regionale. Proprio al tema dello sviluppo, e dei possibili interventi per le popolazio-ni delle aree svantaggiate, è dedicata tra l’altro una ricerca in ambito nazionale da lei coordinata. Alla guida dell’Università “L’Orientale”, con i suoi tre secoli di vita la più antica Scuola di Sinologia e Orien-talistica d’Europa, la prof.ssa Viganoni ha sempre ispirato la sua azione sia alla conservazione della tradizione culturale sia ai valori delle differenti culture e della mediazione interculturale, a partire dalle innovazioni introdotte nel nostro Pae-se dal Collegio dei Cinesi. L’ampiezza e acutezza degli studi, l’impegno profuso in favore del Mezzogiorno per il migliora-mento della qualità di vita in queste aree, il brillante percorso accademico di Lida Viganoni ne fanno una figura di rilievo in àmbito cittadino e nazionale.

Fermare la nuovaemigrazione intellettuale dei giovani

Il Mezzogiorno che ho visto come studiosa delle problematiche meridionali è certamente diverso da quello che ho conosciuto nei primi anni della mia car-riera universitaria; è profondamente cambiato, non forse come gli studiosi spe-ravano, e quel processo di sviluppo che sembrava avviato nella seconda metà degli anni ottanta si è interrotto, e le responsabilità sono da molte parti, anche nella politica. Oggi il Mezzogiorno è in difficoltà, come tutto il Paese; resta però un’importante ricchezza del Sud ed è il suo grande patrimonio culturale. Oltre ad essere studiosa del Mezzogiorno, oggi sono alla guida dell’Università degli Studi di Napoli l’Orientale, una delle eccellenze del Sud, di grande tradizione, dal 1732 nucleo originario dell’insegnamento delle lingue orientali nel mondo occi-dentale. Una preziosa risorsa sono anche i nostri studenti che, come messaggeri nel mondo, fanno conoscere all’estero la nostra formazione meridionale di alta qualità. Molti di loro però non tornano. Perdere questi giovani con le loro grandi potenzialità significa non avere un futuro. Questa nuova emigrazione intellet-tuale nel tempo può produrre danni irreparabili.

La IV edizione dell’iniziativa promossa dall’Istituto di stuti politici “S. Pio V”

Diritti umani: un premio nel ricordo di Maria Rita SaulleRiconoscimenti speciali a Louis Godart, Laura Boldrini e Francesco Pittau

Con la tesi su “Il principio di non-Refoulement”la dott.ssa Giorgia Ficorilli ha vinto la IV edizione del Premio nazionale “Maria Rita Saulle” per una tesi di dottorato sui diritti umani, promosso dall’Istituto di studi politici “S.Pio V”, presieduto da Antonio Iodice. Il premio è patrocinato dal Parlamento Europeo, dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei Deputati. Nell’occasione sono stati anche consegnati riconoscimenti speciali a Louis Godart, consigliere per la conservazione del patrimonio artistico della presidenza della Repubblica; Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati; Francesco Pittau, coordinatore di “Dossier statistico immigrazione” curato dalla Caritas e dalla Fondazione Emigrantes. La commissione giudicatrice, presieduta da Giuseppe Tesauro, giudice della Corte Costituzionale, è composta da Giuseppe Acocella, Paolo de Nardis, Sebastiano Maffettone, Nicola Occhiocupo e Ortensio Zecchino. Il premio è intitolato alla memoria di Maria Rita Saulle di cui intende ricordare l’insigne attività scientifica e didattica svolta a tutela dei diritti umani.

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Francesco GianniniEditoriaLe officine

grafiche Giannini rappresentano a buon diritto una delle realtà rile-vanti della vita culturale della città di Napoli, a cui è strettamen-te legata da un

rapporto che nasce nel lontano 1856. Una storia quella della famiglia Gian-nini che oggi ancora vive nella fede-le eredità culturale e imprenditoriale dei discendenti di Francesco Giannini con un’attività che ha visto l’azienda muoversi su un doppio binario quello dell’attività grafica e quella editoriale. A guidare oggi l’azienda, nella storica sede situata nel cuore di Napoli, con professionalità e passione sono i fra-telli Paolo e Francesco con i figli Ar-mando e Giulia, Francesco e Andrea.

La Giannini non è stata soltanto luogo di produzione ma anche fucina di incontro tra esponenti del mondo letterario, artistico, sociale e politico: da Di Giacomo a Croce, da Morelli a Mastriani, a De Sanctis e tanti altri.

Particolarmente intenso e proficuo anche il legame della Giannini editri-ce con le più prestigiose istituzioni accademiche e culturali cittadine che ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento importante nella storia culturale e civile napoletana.

L’impegno editoriale della Gianni-ni oggi si articola anche nella pubbli-cazione di numerose collane distribu-ite in Italia e all’estero sempre realiz-zate attraverso un costante processo di rinnovamento tecnologico al passo con i tempi nel solco delle migliori tradizioni dell’editoria meridionale

Un impegno di sei generazionilungo 156 anni

Mi ha fatto molto piacere che l’associazione che porta il nome dl’illustre meri-dionalista Guido Dorso abbia scelto la nostra casa editrice per assegnare il premio per l’editoria 2012. Confesso che è una forte carica per noi che lavoriamo a Na-poli avere un riconoscimento così prestigioso per il lavoro che svolgiamo in una realtà, sicuramente non facile. In questa realtà siamo presenti da ben 156 anni, da prima dell’Unità d’Italia, e vediamo oggi affacciarsi alla conduzione dell’a-zienda la sesta generazione dei Giannini. Come i nostri padri e nonni cerchiamo di essere liberi e indipendenti senza condizionamenti ed abbiamo sempre colla-borato con le istituzioni napoletane per portare avanti un programma culturale che abbia come base la questione morale, momento centrale per il riscatto del Mezzogiorno. E tra queste istituzioni mi fa piacere citare l’Animi, l’Associazione per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia già destinataria nella 31ma edizione del premio Dorso e della quale siamo gli editori. La sesta generazione Giannini, dopo un periodo di esperienza lavorativa lontano dalla nostra regione, ha deciso di entrare in azienda per proseguire la tradizione familiare. L’ingresso di queste forze nuove ha dato un forte contributo a noi della precedente generazione im-mettendo nell’azienda idee nuove ed entusiasmo giovanile. Credo che di questo abbia bisogno il Mezzogiorno: credere nella propria forza, nella propria tradizio-ne e soprattutto guardare al futuro con l’ottimismo necessario per promuovere azioni di riscatto atte a favorire la ripresa produttiva per superare il divario Nord-Sud. Non dobbiamo fondare le nostre speranze su aiuti esterni, ma sulle capacità ed energia di noi stessi: possiamo e dobbiamo chiedere che lo Stato amministri la giustizia rendendoci liberi, perché solo con la libertà si innescano processi di sviluppo economico positivo. Tutti i nostri ragazzi che si realizzano al di fuori del Mezzogiorno, e sono veramente troppi, devono avere la possibilità di estrinsecare la loro capacità nel nostro territorio con le garanzie di giustizia che solo lo Stato deve fornire. Ringrazio questa autorevole commissione del prestigioso premio e come napoletano apprezzo e sono riconoscente all’associazione Dorso che con la sua attività riesce a tenere alta l’attenzione sulla questione meridionale.

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Giuseppe trittoSezione InternazionalePugliese di Altamura, la città fon-

data da Federico II che diede i natali al meridionalista Tommaso Fiore, amico di Dorso, il prof. Giuseppe Tritto è specialista in urologia, an-drologia e microchirurgia ricostrut-tiva del settore urologico. Il suo im-pegno scientifico si svolge a livello internazionale: è presidente esecu-tivo del World Accademy of Biome-dical Sciences and Tecnologies con sede presso l’Unesco House a Pari-gi. Conduce programmi e progetti sulla riproduzione umana in India con il Ministero del Family Welfare, in Cina per l’innovazione tecnologi-ca in campo medico, collabora con il governo Albanese per il settore della biotecnologia, con il governo britannico per Health Service and Providers in Health Care. A Budapest ricopre la carica di presidente del WABT European Institute for Life; è anche presidente del Forum Inter-nazionale “Scienza e Pace” ( SPES); dell’International Council for Engi-nering and Technology (ICET) e del World Association of Bio-info-tecno-logy (WABIT).

Ha fondato la sezione di andro-logia clinica e chirurgica presso il reparto di urologia dell’ospedale Saint Louis di Parigi, mentre a Roma è direttore del servizio di urologia presso l’ospedale San Carlo. Per gli importanti traguardi scientifici con-seguiti ha ricevuto prestigiosi rico-noscimenti internazionali.

L’attività che il prof. Giuseppe Tritto svolge nel mondo dimostra la sua passione per l’innovazione e lo sviluppo in campo medico e fa di lui l’esempio che incoraggia la creati-vità e l’eccellenza.

Porto con me nel mondoi valori del Sud

Nel 1995 Federico Mayor, direttore generale dell’Unesco, mi chiamò nell’ICET (In-ternational Council for Engineering and Technology) per il settore biomedico. Con colleghi provenienti da tutto il mondo fondammo l’Accademia mondiale per le tec-nologie biomediche e se oggi ricevo questo premio è anche per merito di tutti quelli che hanno lavorato insieme a me, attuando il concetto di collective intelligence. Dai cinesi ho imparato che la cosa importante è una coesione sociale, economica e cul-turale di un Paese, se questo vuole essere vincente e proporre ad altri i propri valori. Provengo dalla tradizione culturale di una famiglia che si divideva tra Tommaso Fiore e Benedetto Croce, e porto fuori come esempio questa eredità di valori del no-stro Meridione. Oggi c’è la tendenza a dimenticare quello che eravamo, che siamo e rappresentiamo nel mondo, senza considerare che invece all’estero ci considera-no speciali. L’America chiede oggi agli operatori europei di formare dei leaders per l’Europa dell’Est e per la Cina. Dobbiamo uscire da questa immagine di depressione interna; l’Italia ha valori straordinari, fortemente riconosciuti e rispettati all’estero; occorre però saper lavorare ed essere capaci di dimostrare di essere dei vincenti. Tut-ti gli operatori italiani che vivono nel mondo sono pronti a dare una mano al nostro Paese in difficoltà, e a collaborare perché il Sud Italia diventi il centro di una nuova strategia sociale ed economica del Mediterraneo.

UNA RICERCA DELLA SVIMEZ

Nel 2013 con l’industria della cultura 250mila nuovi posti di lavoro al SudSecondo una ricerca della Svimez entro il 2013 oltre 250mila nuovi posti di lavoro, di cui 100mila laureati, potrebbero essere creati nelle regioni meridionali con risorse nazionali ed europee, nel settore dell’in-dustria culturale grazie a precisi interventi di politica industriale misti a strumenti di valorizzazione del patrimonio. La tesi sostenuta da Luca Bianchi, vicedirettore dell’associazione, parte dal confronto con quanto accade in Europa: nel 2010 il settore dell’industria culturale (comprendente cioè oltre a musei e archivi le produzioni industriali a supporto della cultura) ha dato lavoro a 16,4 milioni di persone. Il Mez-zogiorno che potrebbe giocare un ruolo rilevante considerando l’enorme patrimonio artistico-culturale di cui dispone, registra nel 2010 una occupazione di soltanto 275mila unità rispetto al milione e 356mila delle regioni settentrionali. Una sfida quella di Bianchi che va raccolta e realizzata dalla classe dirigente a tutti i livelli che dovrà finalmente ricredersi sulle effettive potenzialità della cultura e non consentire cosi di perdere un’altra grande occasione per il Sud.

Politica Meridionalista - Civiltà d’Europa • Dicembre 2012 11

Alessia ManzellaSezione OrdinariaLa Commissione giudicatrice della 33°

edizione del Premio “Guido Dorso” ha ri-tenuto meritevole dell’assegnazione del Premio Dorso per l’anno 2012 il PROGET-TO ITACA realizzato dalla Cooperativa So-ciale Luna Nuova di Palermo, presieduta dalla dott.ssa Alessia Manzella.

Il progetto si realizza in una comunità di prima accoglienza e orientamento per minori stranieri. Il fenomeno dell’arrivo in Italia di minori stranieri non accompa-gnati è diventato una realtà per la regione Sicilia, cui non si è riusciti a dare risposte efficaci e strutturali. Le cifre indicano mi-gliaia fra bambini e ragazzi soli che sbar-cano a Lampedusa e vengono collocati in comunità sorte per affrontare altre pro-blematiche e da cui tendono a scappare.

Il progetto ITACA, sostenuto dalla Fon-dazione con il Sud nell’ambito della linea di intervento per il riutilizzo sociale di beni confiscati alle mafie nel Mezzogiorno, è rivolto a bambini e adolescenti immigra-ti presenti nel palermitano. L’obiettivo generale è quello di affrontare il disagio sociale dei minori stranieri e prevenire il loro ingresso in percorsi di emarginazione e illegalità.

All’interno della villa confiscata al boss mafioso Tommaso Spadaro (ubica-ta in località Riviera) è nata una comuni-tà educativa: una struttura residenziale di accoglienza pubblica a carattere co-munitario, di tipo familiare. La struttura è caratterizzata dalla convivenza di un gruppo di minori con un’equipe di ope-ratori professionali, per svolgere attività con finalità educative e sociali. Il minore risiede all’interno della comunità per un breve periodo di tempo durante il quale viene elaborato un progetto educativo a medio/lungo termine. Il progetto Itaca si fa così carico di creare nuovi spazi di ag-gregazione e di incontro fra minori italia-ni e stranieri, favorendo la circolazione e lo scambio di risorse sul territorio per la strutturazione di un network antidiscrimi-nazioni e di supporto al giovane cercando altresì di facilitare l’affido dei ragazzi a fa-miglie italiane e straniere.

Nuovi percorsi di vita contro l’emarginazioneRingrazio la commissione giudicatrice e il presidente Squitieri per aver pensato alla no-

stra realtà e averla ritenuta meritevole del Premio Dorso. Siamo davvero lusingati e onorati di ricevere un riconoscimento così prestigioso. La nostra è una realtà che mira ad attivare delle reti sociali di strutture e di persone che pongono al centro di ogni strategia di sviluppo la per-sona, la persona con le proprie capacità, con le proprie possibilità; ci proponiamo di ridurre il disagio sociale promuovendo benessere, favorendo autonomia, crescita e integrazione so-ciale, secondo i principi fondamentali di dignità e uguaglianza contemplati dalla Costituzio-ne. Ed è proprio nell’ottica della nostra filosofia, delle norme a cui ci ispiriamo, dell’emergenza sociale di flussi migratori che negli ultimi anni hanno visto la Sicilia rivestire un ruolo centrale rispetto all’esigenza di dare risposte efficaci e strutturate per questi giovani che approdano da noi, è qui che nasce il Progetto Itaca. Esso si realizza in ATS con altre realtà del nostro ter-ritorio e si concretizza grazie al sostegno della Fondazione con il Sud, in seno al bando del-la Fondazione sulla valorizzazione e la sostenibilità dei beni confiscati alla mafia. Abbiamo potuto partecipare grazie all’assegnazione di un bene da parte del Comune di Casteldaccia dove è stato realizzato un Centro di accoglienza ed orientamento per l‘integrazione di minori stranieri non accompagnati. Il bene è stato ristrutturato ed è stata realizzata sia la Comunità residenziale, sia un centro ludico aperto al territorio, che è stato intitolato al piccolo G. Di Mat-teo, vittima della mafia. Abbiamo cercato di “tamponare” e di rispondere in modo adeguato a questa emergenza sociale, seppur con tantissime difficoltà poiché l’emergenza nord Africa sta gravando in maniera onerosa sulla Regione Sicilia e sui piccoli comuni, i quali trovandosi in situazioni di scarsa liquidità trasferiscono le responsabilità agli operatori del terzo settore, così che molte realtà come la nostra si ritrovano ad affrontare difficoltà non indifferenti per portare avanti i percorsi di questi ragazzi. Percorsi di vita nei quali crediamo e che devono essere in qualche modo assolutamente garantiti. Ed è proprio la comunità che rappresenta il primo approdo per questi ragazzi e l’inizio del loro percorso di integrazione, percorso suppor-tato da un’équipe multi-funzionale che vuole prevenire il disagio sociale, l’emarginazione e l’illegalità. Abbiamo cercato di dare adeguato riconoscimento alle diverse culture di cui sono portatori questi minori; sono stati avviati percorsi di inclusione sociale e creati spazi di ag-gregazione e di incontro fra minori italiani e stranieri, trasmettendo loro i sani principi morali per potersi inserire in modo onesto nel nostro territorio. Ragazzi per cui abbiamo investito e continuiamo a investire le nostre energie e che hanno saputo ricambiare e darci tanto. Vorrei condividere questo premio con Marianna Cirone, presenza fondamentale per la realizzazio-ne di questo progetto e con tutta l’équipe di lavoro che ci ha creduto. Questa esperienza ci ha insegnato che aprirsi all’altro è comunque un’esperienza che ognuno di noi dovrebbe fare. E questo premio ci gratifica particolarmente, è davvero un regalo; sapere che il nostro lavoro non è passato inosservato è davvero importante per noi.

12 Politica Meridionalista - Civiltà d’Europa • Dicembre 2012

Fondazione con il SudTargadel Presidentedella Repubblica

L’Associazione Dorso ha deciso di assegnare per il 2012 la Targa del Presidente della Repubblica alla Fon-dazione con il Sud presieduta dal prof. Carlo Borgomeo.

La Fondazione è nata sei anni fa dall’alleanza tra le fondazioni di ori-gine bancaria e il mondo del volonta-riato e del terzo settore per promuo-vere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno quale pre-condizione imprescindibile per un reale sviluppo del territorio meridionale.

La Fondazione non interviene direttamente, ma si rivolge alle or-ganizzazioni del terzo settore e del volontariato invitandole a “fare rete” attorno a progetti esemplari per il ter-ritorio, sostenuti attraverso una logica di erogazione mirata ben lontana dal-le tipologie dei vecchi finanziamenti a pioggia. Negli anni gli interventi si sono in particolar modo rivolti alla formazione dei giovani, alla tutela e valorizzazione dei beni comuni, all’in-tegrazione sociale e culturale degli immigrati e al welfare di comunità. La Fondazione ha sostenuto in partico-lare oltre 300 progetti ”esemplari” e programmi di volontariato, la nascita delle prime 3 “fondazioni di comuni-tà” meridionali coinvolgendo com-plessivamente 4500 organizzazioni diverse e oltre 160mila “destinatari diretti”, soprattutto giovani.

La Fondazione con il Sud ha oggi al suo attivo il grande merito di aver pro-mosso e di sostenere una importante inversione di tendenza nel processo di sviluppo delle aree più depresse del Mezzogiorno, con un cambio di cultura a 360 gradi che costituisce la più impegnativa sfida portata avanti dal presidente Carlo Borgomeo.

Il presidente del CNR, Luigi Nicolais, consegna la targa del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano al presidente della Fondazione con il Sud, Carlo Borgomeo.

Non c’è svilupposenza coesione sociale

Si dice spesso che non c’è sviluppo se non c’è coesione sociale. Dobbiamo convin-cerci che è così. Il Mezzogiorno è stato condannato ad inseguire un modello, a dover fare i conti con un livello più alto di reddito presente in altre zone, sottovalutando le questioni più qualitative dello sviluppo. Lavorando alla Fondazione possiamo veri-ficare che in alcuni territori è evidente che un afflusso di risorse che non rimescolino il livello di coesione sociale (e cioè un po’ di comunità in più, l’amore per le regole, un maggiore rispetto per il capitale sociale) produce sviluppo. Dovremmo inoltre recupe-rare una dimensione culturale diversa; oggi si parla di economia civile, disciplina nata proprio nell’Università di Napoli con Genovesi. Al Sud c’erano tanti che lavoravano su questi temi, pur essendo una minoranza. Il nostro Mezzogiorno non può essere conti-nuare a cercare di riprodurre un modello irraggiungibile, ma deve riuscire a superare il vero divario, quello di civiltà, non quello del reddito; i giovani vanno via non solo perché cercano lavoro, ma soprattutto perché desiderano contesti e relazioni migliori.

I 50 anni di impegno culturale e civiledella Fondazione Adone Zoli

La Fondazione intitolata al sen. Adone Zoli, ex presidente del Consiglio ed esponen-te di spicco del mondo cattolico italiano ha celebrato quest’anno il suo primo mezzo secolo di vita. La Fondazione, nata nel 1962 a Napoli per l’intuizione e il forte impegno dell’ing. Luigi Frunzio, ha al suo attivo la realizzazione di una serie di iniziative nel cam-po culturale, politico e sociale di alto livello che si avvalgono dell’opera di un prestigioso comitato scientifico presieduto da Francesco Paolo Casavola. Quest’anno il Premio Zoli è stato assegnato al dott. Michele M. Ippolito per il suo studio sulle Acli di Napoli, men-tre le Targhe Coerenza sono state rispettivamente conferite a tre personalità del mondo cattolico: Raffaele Cananzi, Antonio Iodice e madre Rosanna Russo, per il loro lungo e fecondo impegno politico, culturale e religioso nel portare avanti con grande coerenza, nei rispettivi ruoli, i più alti valori cristiani. Il consiglio di amministrazione della Fonda-zione Zoli è presieduto da Maria Frunzio e composto da Almerinda De Franciscis, Maria Antonietta De Meo Giusti, Flavia Duca, Gabriele Fasano, Paolo Pisanti e Nicola Squitieri.

Politica Meridionalista - Civiltà d’Europa • Dicembre 2012 13

La riscoperta delle identità locali oggi,attraverso le opere minori di benedetto Croce

Condivisione del comune passato e del patrimonio culturalecondizione essenziale per la solidarietà e l’avanzamento civile

aNtoNio PiSaNti

Abbiamo sottolineato più volte il ruolo che la conoscenza del territorio e del suo patrimonio culturale, mate-riale e immateriale, va assumendo per il recupero delle identità locali, soffo-cate sempre più dalle pulsioni di una globalizzazione invasiva e spersona-lizzante.

Nel 60° anniversario della morte di Benedetto Croce, vogliamo ricor-dare un aspetto della sua indagine e della sua produzione “giovanile” particolarmente attenta al tema del-la memoria storica locale, che egli stesso, incamminatosi ormai nella seconda metà del suo percorso teo-retico, avrebbe giudicato con severi-tà, in quanto caratterizzato da pure e semplici “esercitazioni erudite e let-terarie”.

Le esercitazioni alle quali Croce si riferiva erano le pagine in cui aveva narrato eventi e personaggi, rievo-cando fatti del passato, aneddoti e curiosità legati a luoghi e a monu-menti la cui testimonianza, in alcuni casi, sopravvive ancora oggi proprio grazie all’opera sua e di quanti ne hanno scritto, tramandandone il ri-cordo ai contemporanei e alle gene-razioni successive. Nelle ultime opere, Croce sarebbe ritornato con maggio-re indulgenza su quelle sue attività, talvolta rivedendo e riproponendo testi e ricerche, sottolineando ancor più il valore del passato e della sua conoscenza, indispensabile per assi-curare il cammino della civiltà verso immancabili seppur sofferte mete di progresso. Nel progresso il Filoso-fo ha sempre mostrato di aver fede, considerando i periodi bui della storia come interruzioni paragonabili agli accadimenti che in natura, pur nella loro drammaticità, non interrompono il corso della sua evoluzione.

In una tale visione ottimistica di fondo, “il legame sentimentale con il passato prepara e aiuta l’intelligenza storica, condizione di ogni vero avan-zamento civile”, purché, ancor più nei momenti di crisi, ciascuno, “quale che sia il suo dovere”, mostri il proprio im-pegno, “nella sua cerchia e con i suoi mezzi”. Le speranze di progresso e i miti di opposti razionalismi non ba-stano per alimentare quella fiducia nel futuro che ha bisogno di essere supportata con un senso di identità originato dalla coscienza di un pas-sato comune e dall’appartenenza al territorio, con tutta la sua storia, le sue caratteristiche e i suoi problemi.

Il vincolo identitario, ricorda l’in-segnamento della storia, se male in-terpretato ed esasperato, può dare origine a teorie prevaricatrici e fatti di violenza e di conflitto. Talvolta le iden-tità originano da bisogni di resistenza, magari senza progetto, o possono es-sere identità anagrafiche o di genere

che danno per scontata la positività di alcune situazioni e condizioni non sufficienti, invece, a garantire da sole la bontà delle azioni.

In una realtà globalizzata, le pro-prie identità ed appartenenze non possono ignorare altre identità ed al-tre appartenenze, a meno che queste non esprimano un rifiuto di quel sen-so dell’etica che, comunque, trascen-de ogni particolare visione culturale. Le testimonianze che si possono trar-re da una conoscenza ormai planeta-ria delle civiltà e delle culture, infatti, evidenziano la sussistenza di ricorren-ti valori comuni mai accantonati nella loro essenzialità, indipendentemente dal luogo e dal tempo in cui si sono manifestati.

La volontà di ampliare la sfera del-le conoscenze e della tolleranza, nel-la ricerca di princìpi comuni sempre più ampiamente diffusi e condivisi, fa pensare ad identità concentriche, comunque comprensive di identità minori da salvaguardare in quanto indispensabili per assicurare il rispet-to del territorio e delle regole comuni in cui riconoscersi. Le testimonianze storiche del territorio e le persistenze paesaggistiche sono elemento imme-diato, essenziale premessa di aggre-gazione e motivo di convivenza per la comunità locale. In questa prospet-tiva, la stessa erudizione si fa cultura, caricandosi di una tensione morale che trova nella scuola e nell’educa-zione i primi strumenti per l’impegno civile. Nel nostro tempo, le fonti della conoscenza e dell’educazione tendo-no ad uscire dalle loro sedi tradiziona-li, le aule e le stesse biblioteche, grazie alla disponibilità di nuovi modelli di conservazione e di trasmissione della memoria, che, pur a costo di rischi e di comprensibili diffidenze, estendono e democratizzano le possibilità di frui-zione e di diffusione del sapere.

Marta Herling, segretario generale dell’Istituto di studi storici con l’ambasciatore di Polonia in Italia, Wojciech Poniekiewski alla cerimonia di conse-gna dei Premi Dorso.

14 Politica Meridionalista - Civiltà d’Europa • Dicembre 2012

Il Premio Scanno festeggiai primi quarant’anni

Nel ricordo del suo fondatore Riccardo Tanturri

Alberto Arbasino si è aggiudicata la 40ma edizione del Premio Scanno per la Letteratura. La giuria (presieduta da Ruggero Marino e composta da Gae-tano Bonetta, Antonio del Giudice, Fran-cesco Marroni) ha conferito il prestigio-so riconoscimento alla carriera allo scrit-tore “amante e conoscitore dell´America (quella politica, letteraria, cinematografi-ca), romanziere sofisticato e sperimentale. Arbasino “che ha ultimamente dato alle stampe per Adelphi, America amore, una serie di saggi e di notazioni sulle sue espe-rienze americane, che compongono una affascinante radiografia degli Stati Uniti è un autentico protagonista, a cavallo del millennio, nel panorama nazionale e internazionale delle lettere.” L’Accade-mia dei Lincei ha vinto il Premio della sezione Valori, dedicato a Riccardo Tan-turri, che è stato consegnato da Gianni Letta al Presidente Lamberto Maffei, con questa motivazione: ”la giuria del Premio Valori, ha deciso di onorare nel quarantennale l’attività dell´Accademia Nazionale dei Lincei, la più importante ed antica istituzione culturale internazio-nale. In questa occasione la Giuria è lieta di consegnare la targa al Prof. Lamberto Maffei, Presidente dei Lincei, promotore fra l´altro, di un ciclo di conferenze varato proprio per sostenere e rinnovare i Valori, al fine di evitare che possano essere per-si di vista nel tempo di una farraginosa globalizzazione. “Talvolta anch´io - ha detto ancora il Prof. Maffei - come mol-ti, ho l´impressione di vivere in un paese dove domina il sonno della ragione”, e “l´Accademia dei Lincei ha il compito di suonare le campane per il risveglio dei cervelli”. Il Premio Scanno fondato da Riccardo Tanturri è dal 1972 che as-segna riconoscimenti a personaggi di spicco del panorama italiano ed inter-nazionale come Jeremy Rifkin, Gianni Letta, Michelangelo Antonioni, Vandana Shiva, Mario Draghi, Josè Saramago e Alberto Bevilacqua. Altre sezioni si sono

aggiunte negli anni, dall’Economia, al Diritto, dai Valori alla Medicina e all’Eco-logia attraverso momenti culturali come tavole rotonde, mostre e convegni. La fondazione Tanturri oggi è guidata da Alessandra Schoenburg Waldenburg Tanturri e da Manfredi Tanturri. Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, ha vinto il premio per l’Eco-nomia, perché “figura di alto riferimento nel nostro Paese in un quadro di coerenza istituzionale e di etica dei comportamenti testimoniata da un percorso di alta pro-fessionalità, di competenza e di coscienza scientifica.”

Oscar Farinetti, imprenditore e creatore del format Eataly, il primo su-permercato al mondo dedicato inte-ramente ai cibi di alta qualità, ha vinto il Premio Alimentazione. Pier Paolo Pandolfi direttore scientifico del Cen-tro per la Ricerca e la Cura del Cancro e del Dipartimento di Genetica dei Tumori del BIDMC dell’Harvard Me-dical School, insignito della George C. Reisman Endowed Professorship, Cat-tedra a Vita in Medicina e Patologia dell’Harvard Medical School, ha vinto il Premio per la Medicina per le “ricerche

scientifiche che hanno permesso l’identifi-cazione degli oncogeni e di altri geni che sopprimono il cancro, chiamati oncosop-pressori e per i suoi studi sul processo di senescenza cellulare.”

Nella sezione Diritto, il Premio è sta-to assegnato a Gabriele Pescatore già Presidente del Consiglio di Stato e giudice costituzionale, perché “riunisce in sé tutte le qualità del giurista completo e sapiente, capace di spaziare in maniera acuta ed equilibrata tra dottrina, giuri-sprudenza e prassi.” Desideria Pasolini dall’Onda, componente del Comitato per la tutela dei giardini storici del ministero per i beni e le attività cul-turali, ha vinto il Premio Ecologia, per le “battaglie per la tutela del paesaggio, con Italia Nostra, di cui è stata fondatri-ce e presidente.” Nella sezione Musica è stato premiato il maestro Michele Cam-panella, perché “è un grande interprete universalmente riconosciuto della musica pianistica di Franz Liszt e le sue esecuzioni, dall’alto livello artistico e assoluta perfe-zione tecnica, lo annoverano tra i maggio-ri pianisti italiani dei nostri tempi.”

Premio Speciale per la Musica al giovane talento Vittorio Testa Edgar Morin filosofo e sociologo francese, ha vinto il XL Premio Scanno per la So-ciologia per “l’impegno civile e la pro-fonda analisi che hanno animato i suoi libri e il suo pensiero sociologico.” A Ma-ria Pascuzzi docente di Antropologia culturale alla facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria, è stato assegnato il Premio Antropolo-gia Culturale e Tradizioni Popolari per l’opera “Luoghi di Mnemosine”, apprez-zandone il rigore espositivo e la ricchezza della documentazione iconografica.“ Pre-mio speciale al Comitato Italiano World Food Programme, “per la costante ca-pacità di sensibilizzare le istituzioni, la sfera economica e la società civile sui programmi di assistenza alimentare nei Paesi in via di sviluppo.”

I colori del costumi antichi di Scanno da una pub-blicazione di Ezio Farina.

Politica Meridionalista - Civiltà d’Europa • Dicembre 2012 15

Il 29 ottobre l’Associazione Gene-rale delle Cooperative Italiane (AGCI) ha festeggiato il suo sessantesimo compleanno. Pre-sieduta da Rosa-rio Altieri (nella foto), l’AGCI ope-ra, secondo i suoi principi statutari, per la diffusione, il consolidamen-to, l’integrazione e lo sviluppo della Cooperazione, nel rispetto dei prin-cipi di democrazia e mutualità. L’idea di cooperazione che si volle pro-muovere con la costituzione, nel 1952, dell’AGCI era legata ad una concezione libera, più imprenditoriale e meno assistenziale delle cooperati-ve: essa doveva essere infatti autono-ma da condizionamenti tanto interni quanto esterni, ed in grado di com-petere con gli altri soggetti operanti sul mercato. Nel suoi sessant’anni di vita l’Associazione ha combattuto nel nostro Paese, in nome della coope-razione laica, una serie di importanti battaglie per la piena affermazione dei principi di solidarietà insiti nell’im-presa cooperativa. Oggi l’AGCI - come ha ricordato il suo presidente Rosario Altieri - è sempre più impegnata in particolare ad incalzare il Governo e le forze politiche che lo sostengono a perseguire, attraverso una politica di spesa attenta ed idonea, a reperire risorse per lo sviluppo rendendo cosi anche utili i pesanti sacrifici imposti ai cittadini, alle famiglie e alle imprese.

Stiamo vivendo - secondo il pre-

Solidarietàe cooperazione

1952-2012: i sessant’anni dell’AGCIMAURIZIO VALENZI

ARTE E POLITICA

sidente Altieri - una crisi epocale, molto più cruenta ed estesa di quella del 1929, sempre citata ad esempio

ad ogni accenno di rallentamento d e l l ’ e c o n o m i a : stiamo altresì, assi-stendo ad una de-generazione della classe dirigente, in particolare quel-la politica, che ha travalicato qua-lunque confine della decenza. In questo contesto la navigazione del Governo Monti - rileva il presidente dell’AGCI - appare sempre più im-pervia e l’obiet-tivo di condurre

l’Italia fuori dall’uragano che l’ha col-pita sempre più difficilmente perse-guibile. E’ ora necessario pensare che non è possibile che la revisione della spesa possa essere realizzata con una scure con la quale infliggere tagli indi-scriminati, a prescindere dalla valuta-zione costi-benefici. In questa direzio-ne l’AGCI - ha ricordato il presidente Altieri - ha rappresentato al Governo in una lettera inviata al Presidente del Consiglio e lo ha successivamente ri-badito in un incontro a palazzo Chigi:i tagli lineari non risolvono i problemi della spesa improduttiva, anzi inci-dono poco sugli sprechi e riducono le potenzialità di sviluppo del Paese, determinando un inammissibile ab-bassamento della quantità e della qualità dei servizi sociali per quelle fasce di cittadini sempre meno in gra-do di soddisfare in proprio i bisogni primari.

Maurizio Valenzi arte e poli-tica è il titolo della mostra ospita-ta presso la Sala della Pace della Provincia di Roma, sotto l’Alto Pa-tronato del Presidente della Re-pubblica. La mostra - curata dallo storico d’arte Claudio Strinati - è stata promossa dalla Fondazione Valenzi presieduta da Lucia Valenzi, segretario generale, Roberto Race. La mostra ha inteso mettere in luce il lato artistico di Maurizio Valenzi che lo ha accompagnato dalla sua formazione a Tunisi dove nacque nel 1909 e attraversato la sua lunga e prestigiosa carriera nella politica e nelle istituzioni che lo ha visto par-lamentare nazionale ed europeo e sindaco di Napoli dal 1975 al 1983. Cinquanta le opere che sono state esposte provenienti da collezioni pubbliche e private arricchite da un poderoso corpo di disegni molti dei quali raffigurano esponenti di primo piano della scena politica italiana. Tra questi, Nenni, Craxi, Iotti, Andreotti, Lauro, Berlinguer, Ingrao. La mostra ha uno sviluppo cronologico e tematico: i ritratti, le nature morte, i paesaggi, la rivolu-zione francese e quella napoletana, i disegni dal carcere e i disegni de-gli uomini del Palazzo. (Nella foto il Presidente Napolitano in visita alla mostra).

16 Politica Meridionalista - Civiltà d’Europa • Dicembre 2012

La babele politicadisorienta i cittadini

Osservatorio

BruNo latella

Oggi, non solo in Italia, si vive un periodo di grande confusione dovuta all’affermazione di personaggi politici che provengono dalla “scuola dei furbi”, la quale ha cercato di scacciare dalle coscienze i pilastri della convivenza civile: i valori della famiglia, la solida-rietà, il lavoro, la legalità, la religione, l’onestà ecc. I periodi bui nel nostro Paese, per quanto riguarda la politica, non sono una novità.

Dante Alighieri, già nel 1200, scriveva: “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello”. La babele politica e go-vernativa negli anni 2000 sembra che sia molto simile a quella dell’epoca di Dante poiché molto spesso, chi gover-na, a livello nazionale, regionale o loca-le, invece di pensare a navigare lungo la giusta rotta, pensa ad organizzare festini per se, per le cricche privilegiate e per i pirati di rendite e prebende lega-lizzate, anche quando la nave rischia di affondare nella tempesta scatena-ta dalle grandi mafie internazionali e nostrane. Anche questa volta, come in passato, la nave Italia riprenderà la navigazione, nonostante l’assenza o l’incapacità dei “nocchieri”.

I cattivi politici spesso si legano ai cattivi giornalisti, ai cattivi burocrati e ai cattivi tutori e custodi della legalità per combattere i concorrenti e buttare fango sugli avversari politici, conside-rati nemici, perché potrebbero ostaco-lare le loro “arrampicate” alle poltrone delle mangiatoie nelle stanze dei bot-toni del comando.

Da tutto ciò viene fuori una imma-gine fortemente negativa degli italiani

che offusca quanto in ogni campo c’è di buono e di ec-cellente nel nostro Paese: scienza, cultura, storia, arte, ambiente, industria, agri-coltura, artigianato, ecc. Gli aspetti negativi della politi-ca penalizzano in modo più marcato le Regioni meridio-nali del Paese, nei confronti delle quali vengono messe in evidenza, quasi sempre, solo le cose che non vanno, mentre si tace su tutto ciò che c’è di positivo. Anche nei periodi di cattiva politica e di latitanza dello Sta-to, la gente del Sud ha dato vita ad una imprenditoria nuova, attingendo al grande serbatoio di risorse, costituito dal capitale umano, preparato profes-sionalmente, intelligente e coraggioso, deciso a combattere le sacche di ille-galità che, purtroppo, ancora esistono, anche a causa di una politica sbagliata a livello nazionale e locale. L’esistenza nell’area meridionale di molte imprese, costituite con la partecipazione delle giovani generazioni, è stata di recente documentata. I comparti nei quali le nuove imprese si sono affermate sia in

campo nazionale che internazionale sono tanti a cominciare dell’agroali-mentare, del turismo dell’artigianato e dei servizi. Il nostro Paese ha bisogno di una nuova politica che favorisca lo svi-luppo economico e sociale e crei lavoro e benessere per tutti attraverso la so-lidarietà, la cooperazione, la certezza del diritto e l’eliminazione delle grandi disuguaglianze tra i cittadini. Possia-mo ricominciare ad avere fiducia nel futuro perché, finalmente, “l’Italia s’è desta”, e gli italiani, soprattutto i giova-ni, armati di ramazze sono decisi a fare pulizia al grido di “via dalla politica i ladri, i faccendieri e i disonesti”.

UN RAPPORtO DELLA bANCA D’ItALIA

La crisi colpisce un’impresa su treUna impresa su tre chiuderà il 2012 in rosso e avrà dato un taglio alla forza

lavoro. E’ l’amara previsione che emerge da un Rapporto congiunturale re-

datto dalla Banca d’Italia tra i mesi di settembre e ottobre di quest’anno. Il

Rapporto fotografa anche un rallentamento della domanda di credito. Se-

condo il sondaggio si è infatti assottigliato, rispetto alla scorsa primavera,

il saldo tra le imprese che indicano un incremento della domanda di prestiti

e quante ne segnalano una riduzione.

Politica Meridionalista - Civiltà d’Europa • Dicembre 2012 17

eSter caPuaNo

Un falò di 25 metri di altez-za e 20 di diametro: è il fuoco più grande del bacino del Me-diterraneo che viene acceso a Novoli (Lecce), nel cuore del Salento nella magica notte della “Fòcara”. Costruita con migliaia di fascine di tralci di vite secchi provenienti dai feu-di del Parco del Negroamaro sapientemente posate con tecniche tramandate di padre in figlio, la “Fòcara” tornerà a bruciare il prossimo 16 genna-io 2013 in occasione delle cele-brazioni della festa di Sant’An-tonio Abate, patrono della città. Una tradizione secolare che si ripete ogni anno e che vede una lunga preparazione: dall’8 dicembre, a Novoli, inizia la costruzione del grandissimo falò che si chiude con la sua accensione la sera del 16 gen-naio, vigilia della festa del Pa-trono e giorno in cui la “Fòcara” è la vera e unica protagonista: La mattina del 16 gennaio si compie il rito antichissimo della bardatura che vede una catena umana issare sulla cima del falò l’immagine di Sant’An-tonio. Nel primo pomeriggio della stessa giornata si celebra la benedizione degli animali e appena scende la sera un avvolgente fuoco pi-rotecnico accompagnato da musica, in-nesca l’accensione della “Fòcara”. Quindi, mentre il fuoco brucia ininterrottamente, anche per più giorni, nella notte intorno alla Fòcara si balla e si degustano specia-lità tipiche ai ritmi di un concerto inedi-to che anima la piazza. La festa racconta l’identità culturale di questa terra con un evento unico e carico di simboli legati alla cultura popolare e contadina del ter-ritorio, che si muove tra sacro e profano. Promossa da Regione Puglia, Provincia di Lecce e Comune di Novoli in collabo-razione con numerosi partner pubblico-

privati, “La Fòcara” è stata inserita tra i beni della cultura immateriale della Re-gione Puglia e partecipa alla cataloga-zione Ministeriale per il riconoscimento dell’Unesco quale Patrimonio Intangibile dell’Umanità, da valorizzare e tutelare. Proprio per la promozione di questo pa-trimonio della tradizione popolare novo-lese è nata la Fondazione Fòcara di Novoli con gli obiettivi di tutelare, conservare e tramandare nei valori e nei significati più profondi lo spirito della festa. La festa del fuoco è diventata ormai da anni occasio-ne di incontro tra culture e religioni diver-se che si riuniscono idealmente intorno al “fuoco buono di Puglia, messaggero

di pace nel mondo”, diventato un simbolo universale di pace e di solidarietà nell’area medi-terranea. L’edizione 2013 vedrà insieme Novoli e Oria che co-niugano la preziosa storia del-le importanti tradizioni locali, Torneo dei Rioni e la Fòcara, per contribuire a promuovere la cultura immateriale di Pu-glia in ambito nazionale ed internazionale. La delegazione della Città di Oria partecipe-rà all’accensione della Fòcara promuovendo le bellezze ed i costumi locali con gli sbandie-ratori ed i Gonfaloni dei 4 Rioni, Lama, Castello, San Basilio e Ju-dea di Oria. Musica, arte, eno-gastronomia, cultura, tradi-zione e innovazione: attorno alla Fòcara c’è davvero di tutto. Come ogni anno, infatti, saran-no tanti gli eventi che rende-ranno questo appuntamento davvero imperdibile. Oltre al Fòcara Festival che vedrà pro-tagonisti artisti provenienti da ogni parte del mondo come Mory Kanté, Enzo Avitabile & Bottari, Raiz, Sud Sound System, Asian Dub Founda-tion, Balkan Beat Box, “I Gior-ni del Fuoco” profumano di enogastronomia con la mostra mercato dei prodotti tipici e la

Rassegna delle Cantine del Parco del Negramaro e dell’Associazione Città del Vino.

Grande spazio all’arte: una mostra dedicata a Ugo Nespolo autore del “ma-nifesto d’autore” e dell’installazione sulla Fòcara 2013.In mostra anche gli scatti di Mario Cresci che documentano l’edizio-ne 2012 della festa, mentre Letizia Bat-taglia partecipa all’evento come Premio Fòcara Fotografia 2013.

E le fasi salienti della festa potran-no essere seguite sul portale dedicato all’appuntamento dell’inverno salentino, consultabile all’indirizzo www.fondazio-nefocara.com

tra sacro e profano torna a bruciare la “Fòcara”il fuoco più grande del bacino del Mediterraneo

A Novoli di Lecce, il 16 gennaio 2013, si rinnovala tradizione attorno ad un falò alto 25 metri

Il manifesto della Fòcara 2013 è firmato dall’artista Gino Nespolo

18 Politica Meridionalista - Civiltà d’Europa • Dicembre 2012

È ormai un classico. Tutte le grandi idee e le grandi aziende sono nate in un garage. Quello spa-zio quasi intimo e familiare sembra così essere diventato l’incubatore dove tanti imprenditori hanno mos-so i primi incerti passi. E’ successo per esempio con due ragazzi un po’ visionari di Cupertino che trasfor-marono, senza nemmeno volerlo, il modo in cui siamo abituati a consi-derare oggi i computer. Così, sono passati 40 anni tondi da quando Rosario Rubbettino diede vita, in

Ricomincio da Sud. E qui il futuroLino Patruno - Rubbettino ed. - pag. 250 - euro 14,00 Lino Patruno, scrittore e giornalista da sempre impegnato sulle tematiche

meridionaliste,nel suo nuovo libro prova a declinare - come scrive Oscar Iarussi sul-la Gazzetta del Mezzogiorno - il canone di una riscossa grazie a decine di esempi virtuosi rintracciati nelle regioni meridionali con la curiosità e la passione del gior-nalista consumato. Settantuno “inaspettati tesori”: fatti, comportamenti, esperienze personali o imprenditoriali.

L’amica realtàLuciana De Vries ZanuccoliIl nuovo romanzo di Luciana De Vries Zanuccoli è ambientato nella sua Firenze

dove è nata e si è laureata in lingua e letteratura francese. Da subito ha intrapreso la strada del giornalismo scrivendo articoli di terza pagina per “La Nazione”. Trasferitasi in Olanda, è diventata corrispondente oltre che per la stessa testata, anche per il “Corriere della sera” e, nel 1973, ha aperto all’Aia un ufficio di corrispondente. Ha vinto per due volte il premio “Scrittori italiani nel Benelux”. Un volume, come pochi, dalle cui pagine emanano sentimenti, emozioni e valori ormai purtroppo sempre più rari nella nostra realtà contemporanea.

Nell’altroGianluca Pirozzi (ed. Libri di Emil, www.ilibridiemil.it)Nell’altro è il titolo del primo romanzo di Gianluca Pirozzi, napoletano, esperto

di relazioni internazionali. Pirozzi attualmente vive a Roma dove lavora in un’am-ministrazione pubblica. Con un ritmo scandito da andate e ritorni, nuove partenze, soste e improvvise riprese, Francesco, Pietro, Lucia, Viola, Gianni, Zoe e tutti gli altri protagonisti di Nell’altro passano da un’epoca all’altra, da una città italiana a un pae-se straniero, da un accadimento improvviso a eventi che prendono forma con tempi più lenti. Tutto segue un itinerario emozionale che, proprio perché reale, mantiene intatta un’assoluta purezza, capace di incarnare alla perfezione una delle massime più belle di Goethe: “vivere con qualcuno o vivere in qualcuno fa gran differenza. Vi sono individui nei quali si può vivere senza vivere con essi, e viceversa. Riunire le due cose è dato solo all’amore e all’amicizia pura”.

uno scantinato di Soveria Mannelli, piccolo ma vivace centro sulla presila catanzarese, al primo nucleo di quella che sarebbe successivamente diven-tata una delle più significative realtà ti-pografiche ed editoriali del Sud Italia, ma soprattutto a quella casa editrice che per prima, con audacia e corag-gio riuscì a sdoganare in Italia i grandi classici del pensiero liberale, offrendo finalmente al pubblico italiano nuovi strumenti interpretativi della realtà al-ternativi a quella visione marxista che all’epoca la faceva da padrona. Crea-

Libri ricevuti

ALL’INIZIO UN GARAGE... RUbEttINO FEStEGGIA 40 ANNI DI IDEE LIbEREre una casa editrice così lontana dai grandi circuiti dell’editoria nazionale sembrava una follia, e solo Rubbet-tino, con la caparbietà del calabrese e l’audacia dell’imprenditore schum-peteriano poteva riuscire nell’inten-to. Rosario Rubbettino (Premio Dor-so per l’editoria) non c’è più, portato via troppo presto da una brutta ma-lattia, ma quella creatura uscita dalle sue mani è oggi più che mai attiva e vivace assolvendo ad un ruolo di pri-mo piano nel panorama della gran-de editoria italiana.

Napoleone il comunicatoreRoberto Race - edizioni Egea -

pag.144 - euro 16,00 prefazione di Luigi Mascilli Migliorini - postfazione di Mario Rodriguez

In questo libro Roberto Race, gior-nalista e consulente di comunicazio-ne, spiega modalità ed eventi che se-gnano l’ennesimo primato di Napole-one Bonaparte, meno conosciuto dei tanti conquistati nelle battaglie con-dotte per mezza Europa: la capacità comunicativa del ventisettenne ge-nerale. Un libro utile sia a chi intende approfondire le radici delle tecniche moderne di comunicazione, sia a chi voglia entrare in contatto con una di-mensione ancora non completamen-te esplorata di una delle figure più originali della storia moderna.

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I Novant’anni di Pietro LezziSe la distanza tra la politica e i cittadini aumenta ogni giorno di più, una delle cause si può anche cercare nell’assenza sempre maggiore dalla scena politica di esponenti delle istituzioni che sappiano dialogare con la gente e comprenderne problemi e aspirazioni. Uno di questi è stato certamente Pietro Lezzi (90 anni a dicembre) - parlamentare nazionale ed europeo, sindaco di Napoli dal 1987 al 1990 - che ha fatto della pro-pria vita pubblica e privata un nobile esempio di correttezza, onestà e coerenza, cercando sempre un rapporto diretto con i suoi concittadini. Lezzi dopo essersi laureato in Giurisprudenza, lasciò la professione forense per intraprendere la vita politica nel Partito Socialista Italiano ac-canto a Francesco De Martino proveniente dal Partito d’Azione, che ebbe tra i suoi esponenti di spicco Guido Dorso. Di grande rilievo l’impegno politico svolto da Pietro Lezzi a livello europeo dove si ricordano le sue importanti battaglie per realizzare attraverso una Comunità del lavoro, un’area di pace tra i Paesi del Mediterraneo. Quanta lungimiranza in questo progetto se solo si pensa oggi a quello che sarebbe poi accaduto. In campo culturale da sindaco di Napoli e da presidente dell’Ente per le ville vesuviane, Lezzi si fece promotore di iniziative di alto valore e signi-ficato per la città e l’intero hinterland vesuviano che gli valsero il Premio Dorso per la Cultura. A Pietro Lezzi giungano dalle colonne di Politica meridionalista, che lo hanno visto assiduo e autorevole collaboratore, gli auguri più sinceri per questo importante traguardo.

Napoli: cento anni di arte,architettura e cultura

La storia di palazzo Mannajuolo tra memorie e testimonianze

Paola de ciuceiS

Era il lontano 1912 quando, in una primaverile sera di maggio, a Napoli, in via Filangieri, con un via vai di carroz-ze a uno o più cavalli alternate a primi esemplari di automobili, l’ingegnere Giuseppe Mannajuolo inaugurava con tutta la migliore società cittadina del tempo il palazzo di famiglia, un elegante edificio in stile modernista, opera emblematica del geniale archi-tetto piacentino Giulio Ulisse Arata. Tra i più riusciti esempi di architettura Liberty in città, con la sua imponente mole dall’originale linea ellittica con-clusa da una finta cupola, il raffinato corredo decorativo delle facciate, l’edificio - in posizione angolare, nel punto di snodo tra via Filangieri e via dei Mille cui fa da quinta di sfondo - resta, da sempre, simbolo del floreale partenopeo nonché nevralgico e cen-tralissimo punto di riferimento nello scenario urbano del quartiere Chiaia che prende corpo proprio all’alba del Novecento. E non solo. Il bel palazzo Mannajuolo, trova ulteriore motivo apicale anche nella scenografica e sensuale scala ellissoidale in marmo e ferro battuto che collega interna-mente gli appartamenti distribuiti

sui sei piani del corpo principale della costruzione che, interamente pro-gettata e realizzata da Arata, trova il contributo dello stesso Mannajuolo, esperto nel calcolo del cemento ar-mato, proprio nell’elaborazione della particolare tecnica esecutiva della scala a rampa unica. Insomma, vero e proprio pezzo di storia della città per l’architettura, l’edificio è citatissimo in riviste e pubblicazioni di settore, ma

anche come quartier generale della famiglia Mannajuolo che nel tempo ne ha fatto un luogo d’arte e cultura. Sin dagli anni immediatamente suc-cessivi alla II guerra mondiale, infatti, si deve a Guido, uno dei quattro figli dell’ingegnere Mannajuolo, la nasci-ta dello spazio “Al Blu di Prussia” che, negli anni 1943-57, si distinse tra i più vivaci centri d’arte della città ospi-tando mostre, dibattitti, incontri con i maggiori protagonisti della cultura internazionale del tempo indican-do la strada per un progetto ripreso nel 2008 dal nipote Giuseppe che, rispolverato lo stesso nome, ha ria-perto l’antica galleria per farne luogo di promozione culturale ed artisti-ca affidato alla direzione artistica di Mario Pellegrino. Nasce così, nel 2012, in occasione del centenario, l’idea di Giuseppe e Patrizia Mannajuolo di testimoniare la lunga vita del pa-lazzo tra memoria e continuità in un elegante volume che, uscito per i tipi della Paparo Edizioni, riunisce i contributi, tra gli altri di Renato de Fusco, Nicola Pagliara, Massimo Rosi, Benedetto Gravagnuolo, Gherardo Mengoni, Alessandro Castagnaro, Almerico Realfonzo, Marinetta Picone, Giovanna Mozzillo e Dora C. Amato.

Napoli - Lo spettacolare batiment d’angle di palazzo Mannajuolo in via Gaetano Filangieri. L’edificio ospita la vecchia e nuova Galleria d’arte e cultura Al Blu di Prussia.

20 Politica Meridionalista - Civiltà d’Europa • Dicembre 2012

2° Meeting Internazionale sui Mezzo-giorni d’Europa, tenutosi a Sorrento il 6 e 7 luglio per iniziativa dell’Osservatorio Banche-Imprese di Bari. Anche questa edizione ha offerto una preziosa occa-sione per dibattere a livello internazio-nale, attraverso una comune riflessione, i problemi dell’area mediterranea e delle nuove generazioni nell’attuale crisi. L’associazione ha poi realizzato la pubblicazio-ne di un numero speciale di Politica Meridionali-sta-Civiltà d’Europa per celebrare i 40 anni di vita della rivista, contenen-te una serie di autorevoli contributi editoriali di al-cuni destinatari dei Premi Dorso.In questa occasione il presidente Napolitano ha voluto inviare un suo messaggio augurale in cui, tra l’altro, ha sottolineato il lungo e fecondo impegno della testata nell’offrire “una importante occasione di riflessio-ne sulle potenzialità e le eccellenze del nostro Mezzogiorno”. Il Premio Dorso, da sempre destinato a tesi di laurea o a monografie inedite, quest’anno, per la prima volta, viene assegnato ad un progetto esecutivo che promuova il re-cupero socio-economico del territorio meridionale. Il progetto vincitore per il 2012 - realizzato dalla Cooperativa “Luna Nuova”di Palermo, presieduta da Alessia Manzella - è destinato a bambi-ni e adolescenti immigrati attraverso il riutilizzo sociale di beni confiscati alla mafia. Con questo premio l’Associazio-ne Dorso intende testimoniare un do-veroso riconoscimento a quanti opera-no nel Mezzogiorno, con generoso im-pegno, per il recupero sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Anche in questa 33ma edizione, i Premi Dorso, secondo le finalità della iniziati-va, sono stati conferiti a personalità che, nel Mezzogiorno e per il Mezzogiorno, con altissimo valore professionale ope-rano in Italia e all’Estero: dalle istituzioni all’economia, alla cultura, alla ricerca, all’imprenditoria. Ancora una volta l’im-portante testimonianza professionale e umana dei destinatari del Premio Dorso , viene così oggi onorata da un ricono-

scimento, nel nome di un grande meri-dionalista, che consente loro di entrare a far parte di diritto di quel. prestigioso albo d’onore e che li vede insigniti di diritto del titolo di “ambasciatori del Mezzogiorno”. Un titolo che siamo certi li accompagnerà ad affrontare, negli im-portanti rispettivi ruoli, le decisive sfide che si affacciano sullo scenario interno

e internazionale per il Sud nei prossimi anni. Siamo infatti sempre più convinti che occorrerà ripartire dalle eccellen-ze e dalle realtà in movimento di tante aree del nostro Sud per dare più forza ad una progettualità del Mezzogiorno. Il Sud oggi non chiede trattamenti spe-ciali e non intende più indulgere ad un “rivendicazionismo” deteriore; è un Sud che invoca invece meno tutela ma più investimenti mirati al sostegno dell’i-struzione, della ricerca, dell’innovazione. In questa direzione saranno sempre più necessari anche da parte dell’Europa investimenti strategici. Per il 2013 sono forti le preoccupazioni per la spirale di arretramento economico e sociale in

cui il Sud si è avvitato in questi ultimi anni e lo confermano i dati sempre più allarmanti riportati dall’ultimo rapporto della Svimez, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione dei nostri giova-ni. Nel Mezzogiorno si sta creando una situazione di malessere sociale che nel Sud pone seri motivi di drammatica emergenza sociale e democratica ag-

gravando ulteriormente lo storico divario. I problemi e vincoli che ancora frenano lo sviluppo di intere aree dovranno diventare occa-sioni di opportunità. Non ci stancheremo perciò di ribadire che non ci potrà mai essere una reale cresci-ta del sistema Italia senza una crescita del Mezzo-giorno. In questa prospet-tiva occorrerà sempre più realizzare, ai vari livelli, una grande azione sinergica e solidale, in una parola, “fare squadra”, nella piena con-

sapevolezza che sarà quindi necessario un impegno condiviso della classe diri-gente meridionale sempre più matura e responsabile nel quadro di un generale disegno di sviluppo dell’intero Paese. E’ necessario quindi che, con grande senso di responsabilità, ognuno faccia la propria parte ad iniziare dalle stesse istituzioni locali e regionali, anche per l’affermazione di un’etica pubblica che risani la politica attraverso una robusta cura di legalità e rigore, nella consape-volezza che oggi la questione morale, cosi come all’epoca di Guido Dorso, rappresenta la condizione imprescindi-bile per il riscatto del Mezzogiorno.

Nicola Squitieri

continua da pag. 2 - Mezzogiorno: ripartire insieme dalle eccellenze del territorio

Si ringrazia per la realizzazione di questo numero