Anno XIX - n. 6 Giugno 1980 · La moda e una cosa che cambia sempre, ma non passa mai, ritorna...

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Anno XIX - n. 6 Giugno 1980 PAUPERIBUS MISIT ME

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Anno XIX - n. 6

Giugno 1980

PAUPERIBUS MISIT ME

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Evangefizare BOLLETTINO MENSILE DELL'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO

D'lTALIA D1RETTA DALLA FAMIGLIA DEI DISCEPOLI Direzione - Redazione - Amministraz.: Via dei Pianellari, 7 - Tel. 6541409 - C.c.p. J3870007

R O M A

Sommario

Evangelizare Sul fondamento clegli apostoli .

Pensiero mariano Madre nella chiesa . . . .

Alia sorgentc Sul filo dei ricordi . . . .

La pagina del magistero .

Si fa per dire

Religione, arte, eultura e vita

Educazione religiosa nella scuola . Fior di pensiero... . . . .

.../: un'oncia di buon sangue

Echi dai nostri seminar/ Ofena

Roma

Dalle ease nostre Cassino - S. Benedetto .

Amatrice

Barile

Festa della mamma . . . .

Maschito

S. Giorgio a Liri .

S. Martino dellc Scale .

La sveglia: L'angolo dell'assistente

Di volta in volta . . . .

Esperienza tra ex-alunni

Pag.

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In (opertina: « COMPOSIZIONE » (C. Blasi - L. Fame).

Direttore Responsabile: F)on ROMFO PAN/.ON1 Redattore Capo: Patuelli Egisto; Redattori: Chouquer Mario, D'Angelo Francesco, Iacobellis Salvatore. Molinaro Tommaso, Panetta Franco. Segretario di Amministrazione: Angelo Masciotta

Autorizz. Trib. Roma N. 8504 del 20 febbraio 1962 - Sped, in Abb. postale Gnippo ITT 70°r

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La moda

e una cosa che cambia sempre,

ma non passa mai,

ritorna continuamente su se stessa,

e ha il potere

di far passare tutti i vizi,

quando sono di moda, per virtu.

(Moliere)

EVANGELIZARE pauperibus misit me

Ordinaho L 5.000

Sostenitore L 10.000

d'Amicizia L 20.000

Una cop/a L 500

i

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Abbonament, e rinnovi LIRE 1.000

Di Marco Mario, L'Aquila; Saporiti Rosa, Monterosso al Mare.

LIRE 2.000 Di Gianni Lucia, Varallo Sesia; Pirrello Antonina, Palermo; De Feo Sr. Isidora,

Avezzano.

LIRE 3.000 Massari Pia in D'Ambrosio, Genova; Colarossi Carla, Ofena; Di Gianni Lucia,

Varallo Sesia; Partenopeo Antonio, Grassano; Pugliarelli Lucia Roma; Pellerano Ric-cardo, Genova; Usai Bruno, Genova; Caprioli Michele, Bari; Lombardi Rosa Lina, Mirabello Sannitico; Di Camillo Mario, Mirabello Sannitico.

LIRE 3.500 Vincenti Idelma, Orvieto.

LIRE 5.000 Luccio Luigi, Napoli; Ranchetti Cappelli Lisa, Milano; Di Napoli Carmela, Rog-

giano Gravina; Letizia Antonio, Scurcola Marsicana; D'Addario Anselmina, Ofena; Baldassarri Bianca, S. Egidio alia Vibrata; Di Paolo Maria, S. Egidio alia Vibrata; Sabatini Umberto, Pescara; Emanuele Angela, Ofena; Vitale Alvaro, Roma; Carducci Don Luciano, Offida; Di Giannantonio Remo, Roma; D'Annunzio Gilda, Pavia; Cerini Giovanna, Voghera; Istituto « Pietruccio Leone», Mondello; Scuola Materna, Civi-tacampomarano; Di Muzio Emilio, Pescara; Larocchia Mario, Brescia; Marsili Gio­vanni, Torre dei Passeri; Beatrice Enzo, Sparanise; Di Stefano Sr. Leda, Asola; La Bella Antonio, Potenza; Inzini Teresa, Pianello; D'Amico Giuseppe, Pescara; An-driulli Giuseppe, Matera; Pasquali Edvige, Castel di leri; Isernia Salvatore, Roma; Vulpiani Elena, S. Egidio alia Vibrata; Orlando Rocco, Pietragalla; Migllore Ema­nuele, Modica; Silveri Nicolina, Ofena; Lo Martire Franco, Matera; Inglese Paolo, Roma; Marinacci Fausto, S. Donato Milanese; Berardi Franco, Poggio Cancelli; lannacchero Ugo, Gizzeria; Agostinelli Francesco, Bonefro; Ricioppo Marino, Varallo Sesia; Bruno Elena, Castrovillari; Perrino Carmela, Sesto Campano; Minervino Bru-na, Limosano.

LIRE 6.000 Allamprese Nicola, Pescara.

LIRE 10.000 Polla Don Domenico, Celano; Istituto maschile, Amatrice; Istituto «Princi-

pessa di Piemonte», Greve in Chianti; D'Achille Elena, Roma; Minozzi Maria, Roma; Corteggiani Francesco, Roma; Del Grande Ida, Como; Di Marco Mario, L'Aquila; Tancorre Ida, Gioia del Colle; La Mendola Sr. Angela, S. Martino sulla Marruccina; Tesini Don Giuseppe, Bellano; D'Anello Caterina, Campo di Giove; Solinas Felice, Cagliari; Rella Ciro, Torino; Testori Umberto, Bergamo; Istituto « F. Ventura, Matera; Bitetti Lorenzo, Matera; Stingone Anita, Montemilone; Di Bene­detto Francesco, Roma; Veronica Teresa, Palermo; Petrangeli Maria Teresa, Orvieto; Palombi Oiivieri Anna, Roma; Di Tursi Giuseppe, Roma; Sarra Luigi, Roma; Cerso-simo Olga, Senise; Verna Diamante, Firenze; Giuntella Vittorio, Roma; Piccolo Michele, Roma.

LIRE 20.000 Garofani Alberto, Torino; Istituto «Stella Maris», Siponto; Andriani Marco,

Milano, Famiglia Di Gennaro, Irsina.

LIRE 30.000 Istituto « Roberto Darmon », Napoli.

LIRE 50.000 Mastichelli Giulia, Castel di Lama; Balsamo Filippo, La Spezia; Marcario Giu­

seppe, Latina.

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SUL FONDAMENTO DEGLI APOSTOLI

Quando recitiamo il Credo della nostra fede affermiamo: credo la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Diciamo apostolica volendo speci-ficare che la Chiesa e fondata sugli Apostoli.

Gesu Cristo ha fondato con una struttura gerarchica la sua Chiesa. Ma la sua costituzione gerarchica non deve indurci a immaginarla come una piramide. Rimane sempre vero che la Chiesa e una comunione di fratelli, dei quali l'uno e servitore dell'altro. La gerarchia infatti non e in funzione di dominio: il comando si traduce sempre in servizio respon-sabile reso ai membri della comunita perche come tali funzionino e si realizzino.

Fra gli Apostoli il Primato nella Chiesa lo ebbe san Pietro: « Tu sei Pietro — gli disse Gesu — e su questa pietra edifichero la mia Chie­sa... » (Mt 19,18). Pietro fu stabilito come fondamento, come pastore del gregge, come detentore delle chiavi, in possesso cioe della potesta suprema di governare visibilmente la Chiesa, dopo che il Maestro divino sarebbe asceso al cielo. Diciamo semplicemente che fu costituito vicario di Cristo.

Pero dobbiamo aggiungere, per ricollegarci ai nostri tempi, cio che afferma il primo Concilio Vaticano: « E' stato stabilito dallo stesso Cri­sto Signore, ovvero e di diritto divino, che il beato Pietro avra sempre dei successori nel Primato sulla Chiesa universale » (D 1825); e dobbia­mo anche aggiungere che e verita certa che storicamente la Chiesa ha sempre considerato il vescovo di Roma come successore di san Pietro. Dunque, attraverso il ponte della successione apostolica, il Papa e il suc­cessore di s. Pietro nel Primato sull'intera Chiesa ed e, nel tempo attuale, vicario di Cristo.

Ma s. Pietro va considerato come capo dei dodici discepoli che Ge­su scelse e che chiamo Apostoli, i quali furono costituiti collegialmente, cioe come gruppo stabile di persone rivestite di poteri (Lc 6, 12-13), dove l'autorita non deriva dai membri, non sale dal basso, ma proviene

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dall'alto, da Cristo. Fondamento della Chiesa percio sono Pietro e gli Apostoli collegialmente considerati.

Facciamo un'ulteriore riflessione. Gesu Cristo aveva liberamente scelto gli Apostoli, li aveva tenuti

sempre con se in una convivenza di carita, perchc ne conoscesscro e ne assumessero mentalita, sentimenti e comportamento, e fossero ascoltatori frequenti e attenti della dottrina che via via andava esponendo e dive-nissero testimoni dei suoi miracoli; insomnia li aveva presi come soci nel-Ia missione di salvezza. L'attenzione costante del Maestro fu alia for-mazione di questi suoi Apostoli, che poi, all'atto di ascendere in cielo, mando a evangelizzare il mondo, a combattere contro il dominio di satana, a santificare tutti i popoli della terra. Esiste una continuita, anzi una iden-titii tra la missione di Cristo e quella da lui affidata agli Apostoli. Ma il mandato dura per tutti i tempi. Percio implica chiaramente la volonta divina che ci siano i successori degli Apostoli per guidare la Chiesa lino alia fine del mondo.

II Papa e i Vescovi sono i successori degli Apostoli. Tale successione costituisce il dispositive) mediante il quale la missione e l'ufficio del Col-legio degli Apostoli passa, per volere di Cristo, al Collegio dei Vescovi, e cosi il Vangelo e la Redenzione arrivano a noi e la Chiesa di oggi si salda con continuita alia Chiesa di allora. Non si tratta pero di una suc-cesione di tipo umano, che avvenga per diritto ereditario o per elezione; in essa e'e sempre Pintervento divino: Cristo col suo Spirito agisce direi visibilmente mediante il sacramento dell'Ordine sacro per consacrare e deputare i successori.

I dodici Apostoli rappresentarono davanti ai fedeli il Maestro e la sua azione salvifica irrogata con la dottrina e con le opere; di lui custo-divano fedelmente l'insegnamento sempre rievocandolo nelle assemblee. II contcnuto della nostra fede noi l'abbiamo dalla testimonianza e dal ministero degli Apostoli. I dodici Apostoli vivono ancora: vivono ncl Papa e nei Vescovi, che sono loro successori. La Chiesa ha quindi, tra le sue note di autenticita, il fatto che e apostolica.

D. Romeo Piwzone d.D.

E Gesu, avvicinatosi, disse loro: « Mi e stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nei nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, in-segnando loro a osservare tutto cio che vi ho coman-dato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alia fine del mondo » (Mt. 28, 19-20).

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I fiori sono I'ornamento dell'ambiente. Le virtu sono I'ornamento dell'anima e si colgono, come la Stella alpina, sul monte della perfezione.

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Madre

dei Discepoli

Madre

degli orfani

prega per noi

MADRE NELLA CHIESA

La Madonna non ha esaurito il suo « si » alia maternita verginale negli anni della vita terrena del Figlio, o in quelli della primitiva comunita apo-stolica.

Madre si diventa e si resta per sempre. Continua il suo « si » storicamente ora nella

Chiesa con affetto immutato ed efficace soccorso di Madre Ausiliatrice. II suo ministero a fianco del Re-dentore continua con la sua intercessione materna dalle risorse infinite per ottenere ai figli il dono del­la fede viva e fruttificante nella testimonianza di una vita, che non tema di amare, perche credere non e sapere, ma donarsi.

Don Salvatorc

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SUL FILO DEI RICORDI... 1945-1946 — Periodo pienissimo per l'attivita caritativa del Padre. Riempi tutte le Case dell'Italia centro meridionale, Palermo, Potenza, Gioia

del Colle, Padula, Barile, Rionero in Vulture ecc. curandone direttamente l'organiz-zazione e viaggiando su e giu, con i treni ancora poco efficienti.

Ma ad Amatrice, nei grandi Istituti, l'afflusso dei piccoli porto un grave disa-gio che sulle prime a tutti parve insormontabile o per lo meno scoraggiante, ma che trovo risoluzione nella magnifica intraprendenza e direi meglio « trovata » del Padre. Ed ecco di che si tratto.

La grande istituzione comprendeva, oltre la sezione femminile, quella di « San Fortunato », nel centro della cittadina, e ospitava i piu piccoli, fino ai sei anni; quella del « S. Giuseppe » che comprendeva il primo ciclo delle Elementari (allora fino alia terza classe), attig.ua agli immensi edifici del « Maschile... » o dei « gran­di », che comprendeva le Elementari superiori, l'Avviamento Professionale e Scuo-la Tecnica con diverse specializzazioni e i « Laboratori » di tipografia, meccanica, falegnameria, calzoieria, sartoria, elettricisti con annessa una efficienlissima azienda agricola.

Proprio alia prima ripresa dell'organizzazione per i nuovi accolti, tra i piccolis-simi del S. Fortunato e del San Giuseppe, si scoprirono diversi casi di una malattia molto infettiva, la « tricofizia » (volgarmente tigna).

I malati si moltiplicavano e bisognava provvedere. La salvezza era solo nel ricovero in ospedale specializzato. L'unico era il « San Gallicano » in Roma, dove, purtroppo il Padre non trovo posti disponibili. Eppure la cura per la guarigione era lunga e specialistica, con applicazioni di raggi X, quoditiane, fino alia completa caduta dei capelli e pennellature a ripetizione di particolari unguenti.

Umanamente il Padre era preoccupatissimo, ma anche questa volta la sua « insonne attivita di mente e di cuore » risolse il problema.

Incontro la generosa carita dei Padri Missionari del Sacro Cuore ai quali era legato da fratellanza antica e veramente evangelica. Questi, alia sua richiesta, misero a disposizione il loro salone delle conferenze, al primo piano e la cucina per quei malatini. II meglio che si poteva avere.

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Una mattina presto parti da Roma i! « gasogeno » della Ditta Ansuini, guidato

da « Sergente », l'autista che sapeva ad occhi chiusi la Salaria che percorreva conti-

nuamente. (II « gasogeno » era un autocarro da trasporto con le sponde, andava

a gas e che faceva i 50-60 km. orari si e no).

Ad Amatrice carico materassi, le.nzuola, coperte ecc. ed una veniina dei piccoli

malati piu gravi, avendo isolati i sospetti al « S. Giuseppe ».

A Roma, in Corso Rinascimento 23, (il Padre aveva il suo ufficio al n. I1)),

furono accohi dai PP. Missionari ed accompagnati al salone che divenne l'« accam-

pamento di cmergenza », ma provvidenziale.

E cli li ogni giorno si accompagnavano al San Clallica.no in Trastevere per

la cuia. Qualche febbricitanle (per fortuna pochi e rari) in bicicletta, dietro il

sedile (ricordate, se mi leggete, Morelli, Leggi, Landini, Testa).

Per i passanti che ci incontravano, con la testa lasciata e coperia da un cap-

pellina bianco, erano « leriti cli guerra »; e la stessa cosa credette ejucll'iifficiale

statunitense che li totografo al Giardino Zoologico e che poi lece pervenirc a cia-

senno una copia della loto scattata.

Con la liherazione del Nord la guerra ebbe termine ullicialmente. I."Italia era

da ricostruire, specie nei posti dove piu feroce si era fermato il home.

l.d il Padre pensava alia costruzione spirituale dei futuri cittadini che a\revano

impressi nella mente e nell'animo quegli orrori...

All'incremento gia accennato delle case costruite, aggiunse progetti a progetti,

specialmente di Asili per i piccoli, dal Centro Italia alia Sicilia.

Passando e ripassando nella zona di Cassino, martoriata ed annientata dai

combattimenti per terra e per aria, ripensando certo, alia Storica Abbazia, dove,

in gioventu aveva insegnato e di cui aveva scritto due vohimi di Stoiia, ora CM-

nuilo di macerie, voile ciisseminarla di istitiiti (Broccostella, San Giorgio, I'.speria,

Vallcmaio ecc) . Ma il suo ideale era di realizzarc propiio a Cassino un grande Isii

tuto, degno del ricordo per tanto sangue sparse

E mentre la citta « nuova » sorgeva ai piedi di quella distrutta, I.gli aveva

gia pronto nella mente e nel cuore il progetto.

(continue!)

Virginio Di Marco, </./).

m L'OPINIONE DEGLI ALTRI

Credo che non bisogna assolutamente preoc-cuparsi dell'opinione, in modo da proseguire sotto lo sguardo di Dio tutto cio che si sta facendo; l'idea che la gente si fa di noi e cosa secondaria.

(J. Danielou)

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= PER OGNI UOMO: « NON COMMETTERE ADULTERIO ».

II Matrimonio, sacramento di unita nel piano di Dio, per sua natura esclu-de l'adulterio. U Vangelo, in proposi-to, non concede spazio a discussioni oziose. L'uomo a cui Cristo si rivolge e l'uomo nel suo spazio storico. Ogni uomo si trova di fronte a Cristo. II contenuto del « Non commettere adul-terio » e scritto, nel suo presente, nel cuore delFuomo-maschio, chiamato a conoscere la propria moglie conforme al piano del Creatore. L'adulterio e rot-tura dell'unita, mediante cui donna e uomo, solo come coniugi, formano una sola carne.

Lo sguardo veicolo del desiderio fuo-ri del Matrimonio e un atto interiore ben definito, che si carica di un rappor-to che la coscienza deve sottoporre al­ia legge morale.

Questo e l'argomento della cateche-si che il Papa svolge negli incontri del mercoledi sul sacramento del Matrimo­nio, fatto umano in cui Dio non pu6 non intervenire.

La paqina del magistero = SIATE VOI STESSI

Al ritorno dal suo ultimo viaggio a-postolico, il Papa ha espresso ricono-scenza a Dio, che ha guidato i suoi pas-si sulle vie dell'Africa, di cui ha visita-to sei paesi in dieci giorni, vivendo la comunione di vita con fratelli che lo hanno accolto « come Pastore, Padre e Fratello, nella gioia della loro gio-vinezza spirituale che iiempie il cuo­re e trabocca in gratitudine.

« A che serve il Papa? », e il titolo d'un libro recente. II Papa, tra l'altro, serve per sentirsi amati da Dio, che ama come trova, senza ricatti. Solo il Papa, tra quanti si dicono interessati alia pace e alia giustizia dell'umanita, puo incontrare i popoli a cuore aperto, illuminando la vita con la speranza in una nuova stagione dellumanita.

I frutti del viaggio del Papa attra-verso l'Africa sono affidati ai ritmi del tempo della grazia. Ha incoraggiato la « inculturazione » della fede cristiana nel contesto religioso, umano e sociale africano. Cio richiede una fede matu-ra per salvare la fedelta alia Tradizio-ne e 1'unita della Chiesa. La maturita della Chiesa africana il Papa la vede come quella « d'un giovane che ha gioia e forza, e aperta al nuovo, con grandi possibilita, anche se carica di rischi, da superare con maggiore fedelta a Cristo e alia Chiesa ».

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l'.sce dal cuore del Papa la sua rac-

comandazione: « Siatc voi stessi », per

superare la tentazione, diffusa nel terzo

mondo, di riferirsi ai modelli delle

societa occidentali, tanto capitaliste che

marxiste, che premono a gara sui po-

poli in via di sviluppo con malcelati in-

tenti di accaparramento di dominio.

Sono modelli stranieri iondati sul-

I'interesse egoistico, che mortificano

l uomo creandogli bisogni artificiali e

liberta illusorie o rimandando la feli-

cita ad un domani che mai diventa og-

gi. Dovere per PAfrica e salvaguardare

il proprio « patrimonio religioso » per

sfuggire all'ingranaggio disastroso per

la dignita di creature di Dio. E' la

<' terza via » che la fede cristiana da in

risposta alle esigenze profonde dell'a-

nima africana, riconoscendone con ri-

spetto i ricchi fondamcntali valori u-

mani: ospitalita, famiglia, senso comu-

nitario, dono inestimabile della vita a

cui si riserva un'accoglienza generosa e

lieta ».

Nel suo viaggio di missionario evan-

gelico, il Papa non ha mancato di invi-

tare ad adoperarsi per arrestare « la de­

sert ificazione della regione del Sahel »,

che sta cancellando intere popolazioni

dalla carta geografica.

Non occorre sforzo per capire che e

urn occasione in piu offerta all'Euro-

pa per soddisfare i pesanti « debiti sto-

rici » contratti verso l'Africa.

AVETE NELLE VOSTRE MANI

IL MONDO DEL FUTURO

« Gli uomini che sanno guardare al

htturo sono quelli che fanno la storia;

gli altri nc sono rimorchiati... chi si

impegna nel presente senza farsene cat-

turare, itsso alle « cose di lassu » do­

ve si trova Cristo, puo orientare la sto­

ria verso il suo compimento », lo ha

affermato il Papa ai 50.000 giovani fo-

colarini del mondo convenuti a Roma

per il Gen-Fest '80, chiamandoli ad es-

sere avanguardia del popolo di Dio ver­

so « i nuovi cieli e la terra nuova ».

Nel primo focolare « al piano di so-

pra », ove gli Apostoli in preghiera

con Maria erano nell'attesa dello Spi-

rito S., si realizza il principio « per un

mondo piu unito », fonte spirituale dei

focolarini, che si ispirano all'amore, 1'

unica alternativa alle tensioni derivan-

ti dalle ideologic materialistiche. 11 Pa­

pa ha detto che i giovani non si arren-

dono alia realta presente, si rivolgono

al futuro per lasciare il mondo miglio-

re di c|uello ricevuto. Fa fiducia e nel

la preghiera di Cristo, che garantisce

l'intervento della sua grazia, che apre

« alia comunione di vita con I'altro ».

Ci si perde come singolo, ma ci si

ritrova nel « noi » con Cristo, fratello

primogenito. « Ritrovarsi pienamente

col dono di se » ( G . S . 24), apre oriz-

zonti impervi alia ragione umana, ma

solo cosi si incontra l'uomo, i suoi er-

rori sono visti nelle proporzioni reali,

si correggono Ie opinioni proprie da-

vanti agli aspetti di verita emergenti

c'al dialogo, unica via all'unita. Non si

puo incontrare l'uomo realmente, ha

concluso il Papa, senza incontrare il

« suo » peccato: fa parte del bagaglio

deH'uomo storico. Chi vuole incontrare

l'uomo deve porsi una pregiudiziale:

riconciliarsi perdonando, per avere le

mani libere e il cuore aperto all'«altro»

diverso da se, suH'esempio di Cristo.

]ac

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* * *

Un giudice costituzionale ha parlato, in un convegno a Bari, della esondazione del potere sindacale dalla quale ha finito per essere sopraf-jatta la volonta del Parlamento nazionale, che pure e dcpositario della sovranita popolare.

Pinalmente qualcuno ha detto puhhlicamente quello che era ed e una nostra ferma convinzione.

Per aver detto cib, quel giudice ha ricevuto hiasimo e critiche da parte di certa stampa di sinistra, quella per la quale i sindacati sono tabu.

Senonche, pochi giorni dopo, un esponente qualificato del sindacato, nua specie di vice-Lama, ha detto testuamente {e rijerito da « Paese Sera »):

« II sindacato ha stahilito una cosa su cui non intende tornare in­die tro: la necessita di camhiare la societa programmando gli interventi ed entrando nel merit o delle scelte senza doverle vol l a per volt a rivendi-care a qualche padrone e a qualche governo che poi decide se dargli seguito o meno ».

Questo e grave. Ma la legge inspiegabilmente lo ignora. In queste parole si potrehhe infatti configurare il reato di istigazione alia disobbe-dienza civile (sarebbe piu preciso dire disobbedienza incivile).

Ma a parte questo, ci sembra spiegato e confermaio quanto si e azzardato dire il nostro giudice; al quale evidentemente sta a cuore il nostro ordinamento costituzionale e lo vede messo in pericolo dalle sin-dacali velleita di cambiare la societa, di non dover di volta in volta riven-dicare ecc. ecc, usando lo sciopero come arma per il ricatto facile.

II Parlamento messo sotto i piedi e trattato come una pezza per i medesimi: il governo messo a servizio del sindacato; questa e la societa che desiderano i sindacati e le sinistre sinistre.

Si fa per dire...

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Sempre a proposito di sindacati. Se il sindacato fosse quel che do­vrebhe essere, dovrebhe essere un sostenitore delle leggi dello stato. In-vece e solidale con quelli che delle leggi se ne fanno un haffo.

Esempi eclatanti di cib sono di questi giorni. Sciopero proclamato dal sindacato degli avvocati, a sostegno di uno

di loro messo in prigione per commesso reato. Sciopero proclamato dal sindacato dei giornalisli per protesta con­

tro la condanna di uno di loro colpevole di reato. Ora attendiamo che sia proclamato uno sciopero generale per pro-

testare contro la cattura dei terroristi, poverini, privati della liherta di uccidere.

Si fa per dire.

E' com in data la fiera. Fioriscono i muri sotto i manifesti variopinti. La carta si spreca. I giornali lamentano la mancanzci di carta. Si spreca no an che le prom esse. Si sprecano le hugie. Si sprecano grandi e piccole cattiverie. Si spreca tutto. E' cominciata da un pezzo la campagna elettorale.

PA­

IL CRISTIANO E IL MONDO

I cristiani si sono impegnati in diversi movi-menti di apostolato. II pericolo di andare verso il mondo e quello di lasciarsene contaminare. C'e una crisi morale nella nostra societa materializzata, trop-po permissiva. (Card. F. Marty)

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EDUCAZIONE RELIGIOSA NELLA SCUOLA

Penso sia interessante vedere qual e l'attuale situazione della edu-cazione religiosa nella scuola (d'ora in poi ERS). Possiamo dire che, in linea generale, si va da una diffusissima e preoccupante indifferenza, alia ricerca di posizioni nuove, piu adeguate alle attuali richieste della scuola e dell'educazione e tuttavia, anche in chi e favorevole, con note-voli incertezze sulle ragioni della presenza della religione nella scuola, sui contenuti e sui metodi.

Le cose, ovviamente, diventano ancora piu complesse quando il problema e affrontato, o magari solo sfiorato, da chi non ne e favorevole.

Vediamo di dare un breve sguardo informativo. Tra i laicisti annoveriamo due posizioni nette; la prima quella di

chi e contrario, perche ateo o agnostico e pone la religione come insi-gnificante e improduttiva dal punto di vista dell'educazione. La finalita educativa propria della scuola, con Pobbligo concordatario dell'insegna-mento religioso e con l'assiomatica proposizione che la religione catto-lica e « fondamento e coronamento dell'educazione », viene ad essere posta non gia nello Stato che la organizza e la sostiene, ma in un potere esterno, la chiesa, che tenta di raggiungere i suo scopi servendosi delle utili strutture della scuola statale. II Movimento di Cooperazione Educa­tiva, che si fa paladino di queste idee, giunge alia conclusione che la re­ligione non puo trovare posto nella scuola, palestra di spirito critico e di liberta, e che, pertanto, e da combattere ogni indebita ingerenza estranea.

Certo non hanno torto quando affermano che la scoula non puo es­sere diretta da fattori esterni o estranei, come potrebbe essere 1'ideolo-gia ateistica, agnostica o marxista, ma e del tutto forzata ed errata l'attri-buzione al concordato dell'insegnamento religioso. Che si possa anche arrivare alia revisione del concordato e alia revisione dell'insegnamento religioso (IR) per quegli aspetti di finalita e di contenuti che ormai

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sono sorpassati e un fat to positive, ma cio non vuol dire che, nella ra-gione delle cose, la validita educativa della religione debba dipendere da una legge dello Stato. E' assurdo pensare che lo Stato abbia una cub tura e delle finalita educative e possa decidere sul significato da dare al­ia eticita della vita umana. Ne sappiamo qualcosa con le leggi sul divor-zio e sull'aborto!

Ci siamo fermati anche troppo su una posizione in realta cultural-mente povera, anche se non e da sottovalutare l'incidenza che pud avere in chi non ha alcun interesse per l'ERS ed e facilmente favorevole alia sua abolizione.

L'altra posizione che s'incontra tra i laicisti e meno animosa e su-perficiale, anzi annovera nomi prestigiosi come L. Lombardo Radice, R. Laporta, R. Mazzetti, L. Borghi.

Pur tra le diversita si riscontrano alcuni tratti comuni. Tutti sono dell'avviso che non si possa negare l'apertura al trascendente, inteso co­me Totalmente Altro, Assoluto. L'ammissionc tcoretica, come risultato dell'indagine del pensiero, si limita solo a questo. L'andare oltre. cioe 1'ammissione positiva, confessionale del trascendente, di Dio, e allare del tutto personale e chiama in causa la scelta privata. Ne consegue che la scuola, in quanto di tutti e in quanto laica, pur non negando l'apertura al trascendente, non puo porsi come posizione confessionale, perche in tal caso, anziche favorire il maturarsi della coscienza, quindi della libera scel­ta, coarterebbe la liberta ed imporrebbe la volonta altrui, eteronoma ed arbitraria.

Tutt'al piu si possono porre gli educandi dinanzi all'attuarsi storico del fatto religioso, come susseguirsi di vicende variamente determinante, come fatto di pensiero e di arte, e nello stesso tempo tar considerare ac­canto al fatto religioso quello areligioso, accanto a quello teistico quello ateistico, come espressioni della liberta umana, della ragione e quindi del­la scelta libera e responsabile. La religione, insomnia, non e nell'accetta-zione passiva del dogma, ma nella ricerca continua di forme sempre \M\O-ve della vita, nella razionale, piu profondamente umana creativita. « L'e-ducazione religiosa non deve partire da una religione precostituita al fanciullo, da un Tutto gin. dato in forma sistematica e massimalista, ma deve muovere dalla scoperta della realta della vita come gli educandi la possono realizzare secondo l'eta ».

Le conseguenze delle pur varie proposte laiciste sono, per es., 1'am­missione della facoltativita o della opzionahta dell'IR; in qualcuno 1'am­missione, anziche della religione, che darebbe adito a continue infinite contese, di una disciplina che piu o meno le si avvicina, anche senza iden-tificarsi con essa, e cioe l'etica.

Tn campo cattolico, accanto a posizioni di stasi e di conservazione,

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si hanno tentativi di innovazione die riflettono in buona parte le istanze fatte valere in epoca postconciliare. Ci fermiamo su tre aspetti che ci sembrano piu rappresentativi.

Una posizione e quella di chi appare al di fuori di ogni problema: si accontenta di continuare il vecchio modo catechistico, insegna le pre-ghiere, ricorda puntualmente tutte le feste delPanno e la vita di qualche santo piu importante. Forse Tunica difficolta e come sostituire alle vec-chie e tanto comode formule di Pio X gli argomenti del nuovo catechismo, cost poco restringibili in definizioni schematiche. Per il resto si conti-nua con la spiegazione del Credo e del Padre nostro in terza, dei coman-damenti in quarta, dei sacramenti in quinta, giusta la classica ripartizio-ne in fede, morale, grazia, corrispondente alia non meno classica distin-zione della persona in ragione, volonta, sentimento.

E' forse, la piu povera forma di ER, perche e per lo piu attuata per scrupolo di coscienza, per paura di venir meno a un dovere verso Dio, della cui verita ci si sente apostoli e responsabili. Da cio l'accentuazione della difesa e della conservazione della « verita », il prevalere del meto-do oggettivistico con il quale si trasferisce sui ragazzi il complesso di principi e di credenze cosi come sono compresi e vissuti dall'adulto. Ma la vita, i problemi che emergono da essa, quindi la possibile positivita della ricerca di una risposta religiosa, mancano del tutto. E' una religio-ne aerea, labile parvenza di un mondo pressoche irreale, tanto e lontano; o ritenuto congiunto a questo mondo solo perche Dio e giudice che pre-mia, castiga e incute timore. A questa concezione si associano i libri di testo, nei quali imperversa il miracolismo, per cui si attribuisce a Dio ogni fenomeno, dalla nascita dei fiori al naso lungo dell'elefante; il moralismo e gli immancabili castighi per le mancanze commesse; il sentimentalismo dove i candidi gigli e i luminosi splendori e le dolcezze del cuore si per-dono, l'angelologia, che fa apparire angeli dappertutto e nei modi piu impensati.

Ben povera cosa, dicevamo, che attende il coraggio di spazzar via tutto cio che e vecchio, inservibile e contrario.

Per fortuna prendono sempre piu piede, anche se raticosamente, nuovi indirizzi o ipotesi di diverse possibili attuazioni.

Una e quella che esige non una religione razionalistica, tipica del-Pindividualismo borghese, come nei programmi didattici del 1955, culmi-nante in un moralismo che si pone a priori come scontato e valido per tut-ti; o una religione come momenta separato e inconciliabile con la vita della scuola, ma come legittima presenza di servizio per la formazione della persona, come valida proposta culturale intimamente legata alia vita di cui assorbe e manifesta le piu profonde e fondamentali richieste. Lungi dalPessere una vaga religiosita o una religione senza nerbo e ana-

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cronistica, essa si presenta come cherigma e catechesi ed ha conic line che « il fanciullo incontri un'ipotesi globale ed esplicita, rigorosa, quali-licata sulla propria esistenza, che inizi a verificarla nell'esperienza comu-nitaria scolastica e nell'esperienza ecclesiale piu ampia, e che sappia ren­der ragione della propria fede a se stesso e agli altri in termini adeguati alia sua eta ». Ovviamente la presenza di questa forma religiosa non si oppone alia possibile presenza di altre forme o confessioni.

Quello che ci sembra di poter sottolineare e che questa posizione, sostenuta da CL, apparentemente integralista, e in realta un chiaro invito a chiamare le cose col proprio nome e cioe non aggirare subdolamente la natura ontologica e la realta storica del fatto cristiano con concetti pseudo religiosi o false esigenze di liberta. Ne tanto meno a voler presentarc una religione frutto di una fredda aristocrazia intelletualisiica, dimenticando la piu vera, sofferta, ricca anima popolare.

Un'altra tendenza, sostenuta fra gli altri dal Pontificio Ateneo Sa-lesiano e dalPAssociazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC), parte dalla considerazione attuale della scuola, come istituzione pubblica laica e democratica (laica nel senso di aconfessionale, ma non areligiosa o neu-tra o agnostica, e democratica come scuola di tutti) e dalla sua (malita lormativa, intesa come acquisto di capacita.

In questa finalita entra di diritto e per intrinseca virtu la religione che ha una validita culturale specifica e inconfondibile oltreche irrinun-ciabile. Percio non e possibile pensare di sovrapporre al diritto inaliena-bile del fanciullo le diatribe degli adulti (religone si, religione no), ma aiutarlo a saper trovare nella religione le piu valide risposte agli interro-gativi della vita.

D'altra parte non si pud considerare la scuola come estensione del­la missione evangelizzatrice della Chiesa, quindi con un preponderante, se non esclusivo, contenuto cherigmatico e catechetico, ma come possibili­ty culturale anche nell'incontro col fatto religioso, pur mantenendo la religione la sua struttura caratteristica. E questo non perche la scuola si ponga al di fuori o contro la vita di fede, della quale anzi si presenta come preparazione e prerequisite ma perche i limiti che la caratteriz-zano non le consentono l'educazione alia fede vera e propria che, peraltro, spetta alia famiglia e alia comunita ecclesiale.

Attualmente nella scuola primaria si stanno tentando esperienze nuove che cercano di individuare le nuove esigenze e le richieste di in-novazione che salvaguardino il diritto del fanciullo, tendano alia chiari-ficazione della natura e della portata educativa della religione, stimoli la scuola ad una piu corretta e ricca prestazione.

E' quello che tenteremo di vedere prossimamente. Luigi Galaffu

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FIOR DI PENSIERO...

PARLARE E TACERE

Raunai le fronde sparte. {Dante - Inf. 14)

?|£ Chi non sa tacere, non sa neppure parlare.

% Non sara mai sapiente chi non sa tacere.

% Per imparare a parlare, bisogna saper tacere.

% Saper parlare e un dono di molti. Saper tacere una saggezza di pochi. Saper ascoltare una generosita di pochissimi.

TK Tacere di se e umilta. Tacere i difetti altrui e carita. Tacere parole inutili e penitenza. Tacere a tempo e luogo e prudenza. Tacere nelle croci e eroismo.

?1\ Dopo il saper parlare, il silenzio e la piu grande potenza del mondo. {Lacordaire)

[Seneca)

(S. Ambrogio)

(P. Senteria)

(Salvaneschi)

% Saper fare e facile, il difficile e saper tacere (Proverbio cinese)

?^ Oh, quanta silentio nascitur vox! = Qual voce potente nasce da un grande e pensoso silenzio!

(S. Pier Crisologo, parlando del Battista)

% La prima cosa che s'insegna ai bambini e a parlare. Quanto sa-rebbe meglio insegnar loro a tacere. (Quintilliano)

?£ Molte sono le vittime della loquacita, poche del silenzio. (U. Tarchetti)

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>K Raramente ci vien fatto di pentirci del silenzio, spessissimo della loquacila: questa e una massima vecchia e volgarc, che tutti sanno e che nessuno pratica. (/. La Bruyere)

% La dote piu preziosa della parola e la misura. (Esodo)

% Ecco la peste che sconvolge e distrugge le citta: discorsi speciosi, le belle parole... Non si deve piacere agli orecchi: si deve dir cose.

(Euripide)

7^ Si ascoltano dei discorsi. Si ascolta la radio. Si ascoltano delle chiacchiere. C'e un Maestro che non si ascolta: il silenzio! Ascoltarc il silenzio e mettersi all'ascolto di Dio. (Card. Saliege)

...E UN'ONCIA DI BUON SANGUE In un'osteria cli Roma

La icga della Temperanza ha fatto esporre tin cartcllo cos) concepito: -- l.'al-cool nccidc lentamente.

Qualche giorno dopo un ignoto bevitorc aveva cos) postillato quella massima: — 'I anto meglio: to non ho fretta'

Detta tra amiche

Odio taimente il fidanzato di mia figlia chc non redo Vora di di vent arc sua suocera.

Delusione Pier/no: — Papa, quest a nolle ho sognato che mi rcgalavi una hicicletta. Mi

sai dire che cosa vuol dire? — Vuol dire chc sognavi!

Questi studentelli

- Mammiiia, per favore, mi aiuti ad eseguire questa traduzione dal jrancese? - Aspetlt' chc torni a casa il babbo; to il franccsc non lo conosco.

— Come map - Pcrche... pcrche i mici genitori non me lo hanno fat to studiare.

— Oh, ttiammina, che hravi genitori avevi tu!

Cesario Sacchetto, d.D.

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Che mese di maggio piovoso, e sembrato ottobre. I fiori sono sbocciati nei nostri giardini, ma la troppa acqua ha fatto svanire i profumi. Una primavera bagnata!

Maggio pero per noi e sempre il mese dedicato alia Madonna. Sono fioriti cosi i nostri fioretti, la nostra pre-ghiera e stata piu affettuosa. Abbiamo sentito lodare le vir­tu di Maria, ci siamo messi sotto la sua protezione cercan-do di imitare le sue virtu.

Nella prima domenica di maggio siamo andati a com-memorare Padre Tito nella chiesa parrocchiale di Casteldie-ri, dove il Padre Superiore ha ricordato il Padre nel sesto anniversario. La chiesa era piena e la comunita parrocchiale ha risentito le virtu e i meriti di Padre Tito. E' ormai un pellegrinaggio annuale che ci commuove sempre.

II pranzo lo abbiamo consumato a Rocca di Mezzo, nel­la bella casa e con la cortesia di Don Pierino. Don Mario ci ha trattenuti fino al tramonto per farci cantare alia sua Messa vesperina davanti a tutto il paese. Gli siamo grati e preghiamo per il suo fruttuoso lavoro parrocchiale in tutto l'altipiano delle rocche.

II Padre Superiore, che e venuto con noi al semina-rio, si e intrattenuto per tre giorni; ci ha parlato della Ma­donna, della nostra vocazione e del nostro impegno. La sua venuta ci e sempre d'incoraggiamento e ci infonde fiducia.

Sabato 17 siamo invece andati in gita ad Assisi, nella patria di San Francesco, nella verde Umbria, ma in quel

Ofena

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giorno troppo bagnata, Una noiosa pioggia ci ha accompa-

gnati per tutta la giornata. Abbiamo pregato e cantato nel­

la sua chiesa, visitato Santa Maria degli Angioli e la Por-

ziuncola. Ci e parso di sentire la presenza soave di San Fran­

cesco. Al ritorno siamo passati per Orvieto, dove pero non

abbiamo trovato i nostri compagni, che, beati loro, erano

andati a Roma in udienza dal Papa con tutta l'Umbria.

Ci hanno pero accolti la premurosa generosita delle

Suore, di Don Michele e di Don Franco. L'incontro con i

nostri compagni sara per un altr'anno.

Con maggio finisce anche l'anno scolastico, siamo preoc-

cupati per I'esito dei nostri studi, fidiamo pero semprc nella

generosita degli insegnanti. Sono avvenimenti imminenti,

ma futuri e ne riparleremo.

Quiilam

E' inutile aggiungere anche le nostre lagnanze a quelle

di mezzo mondo sulla prepotenza dell'inverno, che allunga

sempre piu il proprio spazio ai danni di quello della pri-

mavera. Pare che il tempo metereologico si adegui al tem­

po politico adattandosi al bipolarismo netto inverno-estate.

Ci sarebbe da dire che maggio e stato piuttosto generoso

gi goccioloni romani, ma il confronto con chi e andato peg-

gio non fa invidiare che e andato meglio.

Abbiamo chiuso aprile celebrando il centenario di S.

Benedetto con una gita-pellegrinaggio ai luoghi santi bene

dettini di Subiaco, a cui ha fatto seguito una scampagnata

ai « prati », non ancora verdi, di Arcinazzo.

A piu riprese nel mese, il Padre Cenerale e staio as-

sente perche in visita alle varie comunita. Nelle pause tra

un viaggio e l'altro, ci ha animato la celebrazione eucaristi-

ca del mattino richiamandoci alia presenza della Madonna

come riferimento necessario della nostra vita cristiana e

religiosa.

Maggio e anche il mese delle « gite scolastiche » e noi

abbiamo allungato le braccia ed allargato cuore ed ambien-

Roma

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ti per ospitare la comitiva eterogenea della Casa di Barile (Pz), guidata da D. Luigi Corsini.

Lietissimi, poi, siamo stati di offrire fraterna ospitali-ta ai Discepolini orvietani, che hanno gocluto deH'udienza del Papa riservata alle Diocesi dell'Umbria. C'e una postilla: in ogni viaggio di comitiva di D. Manfredi c'e sempre mate­ria per un poema sempre nuovo. Si parte e, nonostante tut-to, si arriva, a volte con qualche ritardo: si riparte e si ritorna, nonostante i pezzi seminati (e recuperati) per via. Da sempre Io « sciaraballo », ormai leggendario, va piu a fede che a benzina

Abbiamo concluso il mese di maggio secondo una tra-dizione, che Fra Giovanni fa risalire al Padre Fondatore, prestando servizio liturgico nella chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore di Piazza Navona alia celebrazione presie-duta dal Card. Ciappi, gia insegnante di teologia dei Con-fratelli anziani e meno. Con giugno, tempo di raccolta, arri-vano gJi esami, che auguriamo a tutti gli interessati siano sereni e... degni del lavoro svolto durante l'anno.

Is.

DISCORSO CRISTIANO TOTALE

Continuo ad essere persuaso, per esperienza, che quando ai giovani si chiede poco essi non presta-no attenzione e comunque non danno nulla. Quan­do invece si chiede molto si fanno attend e arriva-no a dar tutto.

Parlo, ovviamente, non della « massa » giova-nile, ma degli « alcuni » che esistono quasi sem­pre — magari senza mettersi in mostra, magari si-lenziosi — in ognuna delle piccole masse con le quali trattiamo. (V. Rotondi)

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CASSINO - S. BENEDETTO

Quasi per voto filiale di padre Minozzi, ex insegnante di lettere a Montecassino, sorse questo nostro istituto dell'Opera, alia fine della se-conda guerra mondiale, sulle falde del monte « a cui Cassino e sulla Costa ».

L'Istituto prospera provvidenzialmente nella terra di S. Benedetto, vivendo la sua esistenza per la educazione della gioventu, vegliato di cer-to dal grande Patriarca, che, innamorato di Dio, fu d'ogni bene verace nel mondo l'intrepido assertore e realizzatore, per la gloria esclusiva del Vangelo di Gesu Cristo.

Nel XV centenario della nascita del gran Santo di Norcia, gia solo nel vedere innumere schiere di pellegrini che da ogni parte del mondo ven-gono a rendergli omaggio a Montecassino, noi, pur nella nostra pochezza o nullita, non possiamo non unirci umilmente al coro universale di esalta-zione per l'Ordine dei Benedettini. Questa istituzione, monastica per an-tonomasia, nel Medio Evo con gli ammirabili Santi, Mauro, Gregorio Magno, Agostino di Cantorburi, Villibrordo e Bonifazio, dalle abazie d'ltalia, centro irradiatore, fu il portatore delPEvangelo e della civilta cristiana in tutta Europa, dalla Gallia alia Germania, dalle isole Britanni-che alia Scandinavia, si che meritatamente la Chiesa ha definito S. Benedet­to Patrono dell'Europa. Dei cenobi monastici restano sempre i piii celebri nel mondo Clunj (Francia), Fulda e Beuron (Germania), S. Gallo (Hel vetia). II ventuno marzo di quest'anno, per l'apertura delle celebrazioni del XV centenario della nascita di S. Benedetto, concelebrando nella pa-triarcale basilica di Montecassino con S. Em. il card. Agostino Casaroli,

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Segretario di Stato di Sua Santita, sentimmo da lui pronunciare l'ufficiale discorso d'occasione tessente in mirabile storica sintesi la vita e l'opera di evangelizzazione, che costituirono il fine primario ed essenziale dei Be-nedettini nello incamminare verso la civilta larghi strati di popolazioni ancora barbare, o rese selvagge dalla dominazione dei barbari, realizzan-do nello stesso tempo la ripresa dell'economia distrutta.

II discorso fu pronunziato alia presenza di tutte le Rappresentanze statali, accreditate presso la Santa Sede e presso lo Stato Italiano.

I Benedettini dissodarono e bonificarono terreni dovunque, co-struirono canali e acquedotti, inoltre salvarono, trascrivendo, i preziosis-simi capolavori delle letterature classiche e le opere dei Padri della Chiesa.

Dai Benedettini uscirono circa quaranta Papi e migliaia di Santi e Cardinali, con le diramazioni dei Camaldolesi, dei Maurini, dei Mechi-taristi, dei Silvestrini e dei Vallombrosani, in gara nella fedelta al motto della Regola santa benedettina « Ora et labora ». Fu ed e tutto un ruti-lare di grandezza nella Chiesa di Dio. Noi ci inchiniamo estatici e rive-renti di fronte a questo splendore di grandiosita, che temporalmente eb-be ed ha la sua enorme importanza, ma che e stato anche il segno indica-tore dell'innegabile progresso della Fede Cristiana, attraverso la piu lu-minosa spiritualita. Gia nel suo sorgere l'Ordine porto la pace nelle tem-peste delle passioni, fu il segno luminoso nella notte medioevale, fu l'oa-si della universale rovina.

S. Benedetto conobbe e risano lo sbandamento morale dei suoi tem­pi rozzi e violenti, consacrando intera la sua vita a Cristo e alia Chiesa.

I nostri tempi, di disordine universale di orgoglio sconfinato e di egoismo spietato, devono essere aiutati da S. Benedetto a riscoprire e ri-conoscere la onnipotenza di Dio, se vogliono essere salvati dall'incom-bente immenso sfacelo.

Chiaro e il messaggio dei Vescovi italiani per il XV centenario, che suona cosi: « Ogni giorno ciascuno di noi e tutti insieme possiamo risco­prire il fascino della presenza di Dio e il bisogno che abbiamo di lui per respirare e per vivere ».

Oggi ci vogliono uomini che trattano il Signore da Signore, che si spendano nella Sua adorazione, che affondino nel suo mistero, sotto il segno della gratuita e senza umano compenso, per attestare che Egli e l'Assoluto », il vero Signore del progresso e della pace. E noi questa preghiera formuliamo a S. Benedetto, il Santo dotato del senso squi-sitissimo di misura e di discernimento, doti che mirabilmente vengono fuse nella sua Regola e nobilitate nella pratica cristiana dell'amore del prossimo e daH'amore di Dio, a cui nulla si prepone.

/. d'a.

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AMATRICE « LA CODA DE LU DIAVOLU »

di A. LABELLA IN VERNACOLO

AMATRICIANO NEL TEATRO

« l». MINOZZl ».

La Filodrammatica « CITTA' DI A-

M A T R I C E » e riuscita a mettere in

scena linalmente la commedia in tre

atti « La coda de lu diavolu », dopo

quasi un anno di rinvii involontari.

Scritta in vernacolo reatino da Al­

berto Labella, con il titolo « La coda de

In diavolu », la commedia e stata tra-

dotia in vernacolo amatriciano e por-

lata sulla scena con Lin lavoro paziente,

diretto da Anna Fontanella ed Elvira

Piroli. Un lavoro dilazionato per il ter-

remoto del settembre seorso, che rese

pericolante il Tcatro ENAL e non a-

gibile appieno il Tcatro « 1'. Minozzi ».

I inalmente si c fatta via libera per

questo Teatro ed e stata scelta la data

del 2s) maggio, conclusione dei festeg-

giamenti in onoie della Madonna di

Filetta, quasi omaggio giovanile del

paese alia sua celeste Patrona.

I," stato un omaggio riuscito davve-

lo, perche vi si e sentito il contributo

di tutti, del pubblico numeroso (sulla

galleria, tra le Suore e gli alunni dei

clue Istituti, occhieggiavano compiaciu-

ti anclic alcuni Anziani della Casa di

Riposo), die Ha seguito attento e com-

posto la recita nella sua lingua, fatta

dai suoi giovani, segnandola di applau-

si frequenti e spontanei, dei giovani

at tori, che hanno dato, lo si puo dire

davvero, il meglio ili se, tutti. Un ri-

lievo particolare meritano Daniela Buc-

ci, nella parte di Barbara, la protagoni­

st a, Mario Piccioni, nella parte di Fran-

ciscu, il marito, gran scolatore di « ca-

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raffette », Adrio Bizzoni, nella parte

di Tritticone, l'amico di Franciscu, an-

che nelle sbornie. Non vogliamo dimen-

ticare Silvio Tilesi, nella parte del Ge-

store del Banco del Lotto, valente in-

tcrprete di sogni. Luigia D'Annibale,

nella parte di Vincenzina, la figlia di

Barbara e di Franciscu, ledele nell'a-

more, Antonio Serafini, nella parte di

Enzo, il (idanzato appassionato e ge-

neroso, Rosio Di Filippo, nella parte del

Barone, erede della mentalita boriosa

dei ricchi. Bravi tutti, anche le giova-

nissime, come Olimpia Monteforte, nel­

la parte della vispa Lina.

Dopo l'csecuzione, nello stesso Tea

tro, del « Rigoletto » e della « Mada-

ma Butterfly », nelle serate indimenti-

cabili del 16 e 17 maggio, ad opera del­

la Compagnia teatrale del Sig. Aldo

Fasano e dell'Orchestra « Citta di Ro­

ma », diretta dal Maestro Dino Bclar-

dinelli, delle esibizioni di canti e mu-

siche della Compagnia «Umbria canta»

di Terni, il 18 maggio, preceduti nel

pomeriggio, nel piazzale antistante il

Teatro, dai giochi variopinti e arditi

dei giovani « Sbandieratori » cli Monte-

fiascone, Minturno (VT), Sangemini e

Viglianello (VT), linalmente Amatricc

ha saputo esprimere se stessa, con at-

tori suoi, nella sua lingua, in modo piu

completo che nell'estate scorsa.

E' un avvio tli lavoro, che dovra

continuare, per il bene dei giovani e

del pubblico di Amatricc, a onore an­

che, e permettete che lo dica, del gran-

de figlio di Amatricc, P. Giovanni Mi

nozzi, che voile questo Teatro, per la

formazione degli orfani suoi e per il

bene del paese.

E' un patrimonio tli tradizioni cultu-

rali e formative, che potra portare frut-

ti fecondi ancora... /'. M.

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BARILE

Siamo dei ragazzi dell'Istituto « Pa­dre Minozzi » in Barile, e dal momen-to che la T.V. ha fatto conoscere con « L'eredita della Priora » di Giulio Ma-jano (giudizi a parte!) la citta, ove il nostro Istituto e ubicato, anche noi de-sideriamo far conoscere a tutti i lettori di « Evangelizare » una gioiosa espe-rienza che abbiamo fatto visitando, sia pur frettolosamente, alcune citta d'l-talia.

Abbiamo in un sol giorno visitato la Reggia di Caserta, Cassino ed il Duo-mo di Orvieto. Qui ad Orvieto abbia­mo cenato, pernottato e pregato nella bellissima, moderna Cappella, oasi dei giovani che si preparano al Sacerdozio nella Famiglia dei Discepoli.

Domenica 4 maggio di bun'ora, dopo la Celebrazione Eucaristica, la colazio-ne abbondante e i saluti cordiali, siamo partiti per Roma, la « Caput mundi ».

Per tutti e stata questa una giornata veramente indimenticabile, soprattutto per alcuni che mai avevano avuto la possibility di vedere le bellezze sia sto-riche, sia sacre della capitale.

Tutto ha lasciato in noi un ricordo indelebile. Peccato che era assente pro-prio in quella domenica il Santo Padre, perche in Africa, ed anche il Superiore Generale dei Discepoli, che era andato a far visita ai suoi pupilli del Seminario minore!

Airimbrunire, quand'e arrivato il momento della partenza, per conclude-re in bellezza, sotto la guida di Hon Mi-chele e di Don Luciano, due ex nostri educatori che ci hanno accompagnati

per l'intera giornata, siamo andati tut­ti all'EUR, dove ci siamo divisi in grup-pi e ci siamo goduto, ripulendo quel po' di soldini rimasti, le bellezze del Luna Park.

All'ora stabilita ci siamo riuniti per consumare la cena all'aperto, con un po' di tristezza nel cuore per dover la-sciare la citta eterna.

Con l'occasione pero ci sia consenti-to ringraziare i Sacerdoti Discepoli di Cassino, Orvieto e Roma; le Suore ed i giovani che ci hanno accolto con tan-to entusiasmo ed amore fraterno... pensavamo d'essere noi i piu buoni e i piu bravi, invece ci siam dovuti ri-credere, perche altri ci hanno superati in cortesia e cordialita.

C. S. K. A.

Festa della mamma

Giorno di festa, di gioia, di emo-zione...

II portone dellAsilo diretto dalle Suore si e spalancato: moltissime mam-me, alcuni papa e tantissimi bambini di ogni eta hanno, d'un colpo, occupa-to il vasto salone, allestito a festa per-cio risonante di vecchi celeberrimi canti dedicati alia mamma, nelFattesa di applaudire i piccoli attori che, con le loro poesie, canti, balli, sogliona ren-dere omaggio al nome piu soave, « mamma ». II sipario si apre.

Tutti siamo intenti ad ammirare ed

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ascoltare questi « piccoli » che, con la

ioro naturalezza di movimcnti e voce

delicata ma sicura, trasmettono emo-

zione e gioia nei cuori di tutte le

mamme.

E' un alternarsi di canti, balli, poe-

sie, vestitini, tutti molto belli e bravi

i piccoli protagonisti.

Un elogio va alle suore che, con pa-

zienza ed amore hanno preparato i no-

stri figli ed hanno trasformato, con

giusta sensibilita, questa seconda do-

menica di maggio, dedicata, come vuolc

la tradizione, a noi mamme, veramen-

te in un giorno di festa, tli gioia, di

cmozione per tutti.

Breglia Carmela

una mamma

MASCHITO Si, e stata una giornata decisamen-

te diversa da tante alt re quella che

hanno vissuto una cinquantina di gia-

vani di Maschito (PZ) il 13 gennaio

scorso.

Diversa prima tli tutto per il moven-

te che ha spinto il gruppo ad incon-

1 tarsi: e stata una giornata di spiri-

tualita, di fraternita e di gioia.

Quando la superiora, Suor France-

scliina, mi aveva invitato ad animare

l'incontro, trovai una certa difficolta

nella scelta del tenia. Finalmente ven­

ue la luce; la liturgia della domenica,

in cui si ricordava il Battesimo di Ge-

su e la Parola tli Vita del mese tli gen­

naio: « Venga il tuo regno »! mi for-

nirono abbondanza di spunti tli rifles-

sione. Articolai il tenia in questa I ra­

se: « Collaborator! di Cristo per co-

struire il regno tli Dio ».

Armato tli una vecchia 127, di alcu-

ni pannelli che illustravano il tenia at-

traverso posters e foto, con una forte

dose tli entusiasmo e tii buona volon-

ta, partii da Foggia alia volta del mio

paese. La neve, caduta abbontlante-

mente nei giorni precedenti e che ave­

va gia fatto slittare l'incontro di una

settimana, non arresto ne la vecchia

auto, tanto meno il gruppo tli ragazzi

e di giovani i quali parteciparono in

gran numero. Iniziammo la « nostra »

giornata con 1'animazione della Messa

dei fanciulli. La liturgia ci aiuto a ri-

scoprire, e proprio il caso tli dirlo, la

bellezza e la grandezza del Battesimo

nonche gli impegni che comporta.

Nella relazione che tenni ai giovani

dopo la Messa, misi in luce gli elemen-

ti principali del Regno che Gesu in-

stauro sulla terra.

Gesit non incontro un mondo idea-

le, una societa ideale, delle persone i

deali. Tutt 'altro! Trovo un mondo

spaccato dal dominio tli pochi, su mas

se enormi tli gente, con delle piaghe

profonde come la schiavitu, l'analfa-

betismo, la corruxione morale, la guer-

ra ecc. Ma non ebbe paura tli semina-

rt- e di pagare tli persona quanto ave­

va seminato.

In un secondo momento abbiamo

cercato tli attualizzare il messaggio di

Gesu per il mondo tli oggi. Attraver-

st) le immagini e stata fatta una lettu-

ra deH'umanita, mettentlo in risaltti

le luci e le ombre. Si e notato come, a

uispetto delle grandi conquiste spazia

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li e scientifiche, 1'umanita di oggi e la-cerata da profonde divisioni e da un cu-mulo di problemi gravissimi che atten-dono una soluzione.

Altri pannelli ci presentavano i col­laborator! di Cristo, grandi e piccoli, illustri e sconosciuti che con i loro ge-sti di servizio, di amore, di ascolto, di partecipazione, di amicizia, diffondo-no il Regno di Dio sulla terra.

I lavori di gruppo hanno visto i gio-vani impegnati al massimo nel rispon-dere ad un questionario. E' uscito an-

che il tempo per ascoltarsi e mettere in comune quanto ogni gruppo aveva maturato e discusso. Dalle risposte e-mergeva l'interesse per i problemi reli-giosi; la dichiarazione sincera di una conoscenza del Battesimo a livello su-perficiale; il desiderio di autenticita e di testimonianza da parte del mondo degli adulti, da cui i giovani dipendo-no; l'ammirazione per quanti lottano e lavorano oggi nel mondo per salvare l'uomo nella sua dimensione materia-le e spirituale; la consapevolezza che

Rionero in Vulture (PZ).

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ognuno pud seminare delle briciole di

amore nel proprio ambiente. Non so-

no mancati momenti di gioia, di disten-

sione, di fraternita. Attorno all'altare

di Cristo abbiamo concluso la giorna-

ta traendo for/a dalla sua parola e

dal suo Corpo, per diventare tutti suoi

colalboratori nella costruzione del Re­

gno di Dio, che e regno di verita e di

vita, regno di santita e di grazia, re­

gno di giustizia, di amore e di pace.

Don Giovanni Colasuono

Nozze d'argento nella chiesa del Caroseno

Sovente la Chiesa del Caroseno,

presso cui sorge Pasilo, vede la nasci-

ta di nuove famiglie cristiane, forma-

te dalle coppie che chiedono di cele-

brarvi il loro matrimonio.

Domenica 20 aprile, Donato e Giu-

seppina Giuralarocca, hanno voluto ce-

lebrare il 25" del loro matrimonio sot-

to lo sguardo della Madonna Incorona-

la che si venera nella Chiesa del Ca­

roseno. Ci siamo unite alia loro gioia,

dei loro figli, dei parenti e degli amici.

Attraverso il nostro giornale formu-

liamo alia signora Giuseppina e al si-

gnor Donato gli auguri piu cordiali e

fraterni. La Madonna benedica sempre

la loro lamiglia. \l... arrivederci per le

nozze d'oro!

S. Giorgio a Liri

Le suore festeggiano quest'anno le

nozze d'argento con la nostra cittadina.

Sono infatti 25 anni che San Gior­

gio a Liri accolse le « Piccole Ancelle

del Sacro Cuore » in quello che oggi e

l'asilo d'infanzia, realizzato all'epoca

grazie a Don Minozzi e all'Opera Na-

zionale Mezzogiorno d'ltalia.

II 24 novembre 1955 arrivarono, no-

velle missionarie, Madre Rosaria, Snot-

Serena, Suor Remigia e poi Suor Mini­

ma, nomi che poi sarebbero divenuti fa-

miliari a tutta la popolazione.

San Giorgio a Liri, allora, mostrava

ancora le ferite della guerra e certo non

dovette fare buona impressione. L'asi­

lo poi era spoglio, freddo, senza arre-

damento, insomma senza l'essenziale.

Madre Serena, allora semplice suora,

in questo momento certo rivivra quei

giorni e ricordera la carita del popolo

di San Giorgio.

Dopo il necessario ambientamento,

grazie all'attivita entusiasta di quelle

suore e alia loro azione, tutta tesa all'e-

ducazione cristiana dei piccoli e della

gioventii di allora, a San Giorgio si ma­

nifesto un fervore nuovo.

Inizio cosi la refezione per i bam­

bini dell'asilo, fu aperto alle giovinet-

te un laboratorio di ricamo. Insomma,

I'opera delle Piccole Ancelle del Sacro

Cuore ebbe modo di essere apprezzata

dalla popolazione, che oggi come al­

lora sente le suore parte integrante e

necessaria della nostra comunita.

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Le bambine del 1955, oggi mamme, indirizzano fiduciose i loro figli alia scuola materna del Centro, sicure che l'educazione cristiana impartita li aiu-rera nella vita.

Ancora, 25 anni dopo, queste mam­me trovano la Suor Serena di allora nel-le vesti di madre Superiora, in una con-tinuita ideale piena di significato.

Era nostro dovere esprimere con que ste poche riflessioni il ringraziamento della popolazione alle suore per I'atti-vita svolta in tutto questo tempo a fa-vore dei bambini del paese. Attivita che continua e di cui oggi, in occasio-ne della festa della Mamma, abbiamo un segno tangibile.

Anche per aver organizzato questa manifestazione, vada il plauso di tutti noi a Madre Serena, a Suor Annama-lia e a Suor Eusebia.

un papa

S. Martino delle Scale

Festa nel nostro Istituto per la cele-brazione del Sacramento della Cresima, amministrata da S. Eminenza il Card. Salvatore Pappalardo.

41 i cresimandi, di cui 23 alunni, 8 ex-alunni, 10 alunne di Mondello.

Un'efficace preparazione ha precedu-to questo giorno solenne. Si sono per-corse, passo passo, tutte le tappe neces-sarie per giungere di fronte ad una scel-ta chiara, categorica: soldati di Cristo, o schiavi del mondo?

Non si e andati avartti con i paraoc-chi; ad ogni nuova acquisizione, ci si e fermati a guardarsi intorno, a conside-rare le difficolta ed ogni altro aspetto per la messa in opera di quanto si ap-prendeva. Discussioni, dibattiti, lavori di gruppo, preghiere ed una « due gior-ni » a Castellammare del Golfo di in­terna riflessione spirituale per compren-dere meglio quello che si andava pre-parando. Le iniziative sono state nume-rose e tutte hanno contribuito a raffor-zare la scelta che in ognuno si andava delineando: Cristo come unico condot-tiero nella battaglia della vita.

La cerimonia si e svolta nella cap-pella dell'Istituto, straripante di fedeli; erano numerosi i parenti dei cresimandi.

I nostri alunni formavano un bel co-ro e sottolineavano coi i loro canti i momenti piij salienti della santa messa.

Durante l'omelia, il Cardinale ha rin-forzato il discorso di saluto fattogli i-nizialmente da un giovane cresimando ed ha aggiunto che il mondo non lo si puo affrontare da sprovveduti: occor-re una disponibilita totale a Cristo e non si puo fare a menu dei doni dello Spirito Santo, che sono le armi vincen-ti per rimanere accanto a Cristo, anche quando tutto sembra perduto. Le pa­role del Cardinale hanno scosso i pre-senti, la sua voce forte ed incisiva ha raggiunto tutti. Si e congratulato cal-damente dell'accoglienza e della visto-sa maturita raggiunta dai cresimandi. I segni esterni della festa (pannelli, di-segni, frasi, saluti...) erano senz'altro spie accese di tutta una gioia interiore che ribolliva in ogni cresimato, ma che in quel momento solenne, si mostrava meravigliosamente contenuta e serena.

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LJn ringraziamenio particulars per la buona riuscita va al Discepolo don Ma­rio Natalini, chc ha lasciato la sua par-rocchia per curare i cresimandi a Castel-lammare; alia gent.ma sig.ra RITA LOM-

BARDI, che da Avez/ano ha accettato di essere madrina di una nostra alunna, nonche alia dottoressa PAOI.A GERACI,

ginecologo, che 11011 manca mai di far sentire la sua benevola presenza nel no-

stro Istituto, nci momenti piu particu­lar!.

K chc dire di Giuseppe Perrone? I.' stato unico, in genere suo, ricolmando di ogni dono il suo figlioccio Calugcro Gianvecchio e tli tanta gioia tutta la nostra comunita.

II cronista Vinccnzo Spezzucatcua

E' gia stagione di ferie. Ai lettori auguriamo riposanti vacanze, a contatto con la natura.

2<S

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N O T I Z I A R I O DELLA ASSOCIAZIONE EX-ALUNNI

L'ANGOLO DELL'ASSISTENTE

COME LE RONDINI A SERA

Come le rondini che a sera volano basso, stri-dendo veloci, premurose piu che mai de' loro nati, cosi noi, come inclina in giorno e si distende sulla terra la notte dal mantello gemmato, dobbiamo rac-coglierci attend a riandare le ore passate, a provve-dere in fretta che tutto sia in ordine entro I'anima nostra, pronti a ogni evenienza.

Che sara di noi mentre il sole e scomparso e tace l'attivita diurna? Ci risveglieremo domani, ci rialzeremo ancora al lavoro?

O squillera per noi la diana del giudizio supre­mo? E come ci troveremo allora, come comparire-mo davanti al Signore?

Padre Minozzi — « Buona notte »

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DI VOLTA IN VOLTA Per questa volta niente considerazioni profonde o presunte tali, ne

orgamenti di riflessione, cari amici lettori. Provo, invece, a proporre a tutti, e a qualcuno in particolare, una

collaborazione diretta per la rivista Evangelizare. Di che si tratta e presto detto. E' nostra intenzione iniziare con il prossimo numero di ottobre una

rubrica tutta nostra, di noi EX che scriviamo per gli altri amici; che ri­cordiamo qualcosa dei tempi andati, che ricordiamo qualcuno di quanti vissero con noi o che riproponiamo alia attenzione dei vecchi amici ricor-di o persone rimaste nel nostro cuore e nel nostro affetto. Ma la rubrica sara aperta anche ai piu disparati temi di attualita o di cultura.

So che sono molti coloro che potenzialmente sono in grado di pren-dere la penna e di scrivere in modo facile e piano sui temi piu comuni e su quelli piu impegnati. Credo sia sufficiente un po di voglia e qualche minuto per preparare una pagina di considerazioni o di ricordi.

Le vacanze prossime potrebbero essere un momento ideale per ef-fettuare tale « fatica ».

La riuscita dell'operazione e, percio, legata alia buona volonta di quanti leggono e di quanti potrebbero, come dicevo, armarsi di buona volonta ed inviarci qualche pagina. Sarebbe auspicabile avere, assieme al­io scritto, qualche rigo biografico dell'autore.

Lancio un invito a Circeo e De Rentiis di Pescara; a Monaco Pep-pino e Di Nardo di Potenza; a Gigino GalafFu di Milano; a D'Alfonso, fapadre e Dell'Orso di L'Aquila... e a tutti gli altri amici di cui ora mi sfugge il nome ma che hanno pari capacita e competenza.

Non vorrei, poi, dimenticare di lanciare un invito tutto particolare a quanti un tempo mi furono piu vicini negli studi e dei quali ricordo la capacita e la buona volonta, molto piu valida della mia che al tempo non era eccessiva, e che sicuramente sono ancora capaci di prendere la pen­na; manca, forse, solo di una spinta.

Parlo di Palermo che sta a Torino; di Buttiglionc che sta a Gioia del Colle; di Di Martile che sta a Padova e che lavora sempre con la penna; di... ne vorrei citare ancora molti di questi amici, ma di tanti non so molte notizie.

Spero proprio di ricevere da tutti articoli e soprattutto notizie. Se l'iniziativa e valida lo dira il tempo e l'eventuale rubrica del

prossimo autunno. Per quello che mi riguarda me lo auguro proprio.

Michele Leone Gruppo A.A.

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ESPERIENZA TRA EX-ALUNNI E' indubbio che I'ideale di P. Minozzi riguardo agli Ex non ruota

se non intorno alia loro crescita in Cristo, inseriti sempre piu profonda-mente nella Chiesa, attraverso l'Opera, animata dai Padri Discepoli.

E' bene precisare che i Discepoli non cercano, come fine primario, strumentalizzazioni, applausi, riconoscenze, ammirazione, sostegno e so­

il Dr. Mario Caruso, impegnato animatore del Gex di Palermo.

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lidarieta dagli EX, almeno per se, come ex-superiori. Queste sono posi-zioni consequenziali, proporzionate alia sensibilita dei singoli EX, e, co-munque, sempre finalizzate alia gloria di Dio, a ringraziamento del bene che opera attraverso i suoi ministri.

I Discepoli, animando l'Associazione Ex-alunni, hanno di mira solo la possibility di favorire lo sviluppo di quei semi depositati negli animi degli — allora — alunni, perche fruttifichino nella vita di ognuno, co-niugata secondo il « Verbo » di Dio.

Insomma, se l'ideale dei Discepoli e formare negli Istituti cristia-ni specializzati (cio che esclude qualunquismo e genericismo religioso) questo stesso ideale essi perseguono nel contatto con i loro Ex.

E' quanto si e voluto raggiungere in San Martino delle Scale, dove un gruppo di Ex ha incontrato ogni sabato il Direttore delPIstituto, con il quale si sono preparati a ricevere il sacramento della cresima.

I coniugi Scinardi, papa e figli Gagnino, la signorina Maria Grazia Cicchirillo, fidanzata del nostro Maestro Giuseppe Vernaci, la signorina Anna Maria Caruso, sorella di Mario, segretario del GEX palermitano, Elio Ponte, Natale Eugenio, accompagnati da madri, padri, fidanzate e figli, superando ogni distanza ritrosa con il Direttore, nuovo per loro e mai loro superiore, hanno dato bella prova di impegno e serieta cristiana.

I nostri rapporti ora sono piu veri, perche fondati in Cristo che ci unisce e che abbiamo meglio conosciuto ed amato.

Credo negli incontri cordiali ed amichevoli, credo alPutilita delle gite, delle partite di calcio, delle visite e di altre iniziative varie; non sono contro queste cose, ma non ne approvo una se non orientata in questo senso.

Cos! mi spiego la mancata riuscita di tentativi precedenti di riunire Ex per formare una vera e stabile Associazione.

Lo spirito e gli ideali di P. Semeria e don Minozzi sono il solo ce-mento capace di dare consistenza, forma e senso allAssociazione Ex-alun­ni, che come timidamente si e accenato negli incontri, intederebbe supe-rare lo stato di associazionismo meccanico ed estemporaneo, per sfociare in una sorta di movimento religioso ecclesiale di « Discepoli nel Mondo ».

Michele Caliberti, d.D.

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CASA DI SPIRITUALITA' E DI SOGGIORNO « MADONNA DELLE ROCCHE »

ROCCADIMEZZO (L'Aquila)

Tel. 0862/91329 a m. 1329 di altitudine

La Casa dispone di 110 posti letto, in catnere singole o in stanze per famiglie, ed ha quanto altro si desidera per trascorrere un periodo di riposo e di ripresa spirituale in ambiente tranquillo e confortevole. I luo-ghi di alloggio, di riunione, di soggiorno, di studio, di refezione, di svago sono assolutamente decorosi e comodi. AU'ingresso c'e subito la Cappella.

Nclla Casa potranno essere ospitate famiglie che desiderano trascor­rere qualche giorno per recuperarsi e godersi e rifarsi, umanamente e cristianamente, dalla dispersiva vita di lavoro e di responsabilita; per gruppi organizzati con fini di formazione cristiana e di ricreazione; per riunioni di categoria; per incontri di studio e di preghiera; per giomate di dibattiti e di aggiomamento; per esercizi spirituali.

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CENTRO RESIDENZIALE PERMANENTE « PADRE GIOVANNI SEMERIA » — MONTEROSSO AL MARE (LA SPEZIA)

A Monterosso al Mare (La Spezia), una delle localita piu sugge­stive delle Cinque Terre, funziona il Centro residenziale permanente per persone anziane autosufficienti d'ambo i sessi.

L'edificio, che gia ospitava l'Istituto P. Semeria, e stato ristruttu-rato, ottenendone ambienti ospitali per la permanenza degli anziani e la loro convivenza assistita da affettuosa presenza umana e cristiana.

Le domande di ammissione devono essere indirizzate alia Direzio-ne del Centro residenziale « P.G. Semeria » - 19016 MONTEROSSO AL MARE (SP) - Tel. (0187) 817514.

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EDIZIONI DELL'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA (ad esclusivo beneficio degli assistiti)

P.G. Semeria

P.G. Semeria P.G. Semeria

P.G. Semeria

P.G. Minozzi

P.G. Minozzi P.G. Minozzi P.G. Minozzi P.G. Minozzi P G. Minozzi P.G. Minozzi

P.G. Minozzi

P.G. Minozzi

Quel Cuore che ha tanto amato gli uomini (L. 1.000) Pater noster (L. 1.200) La famiglia umana e cri-stiana (L. 1.500)

Gli inni eucaristici (of-ferta libera) P. Giovanni Semeria (L. 2.000)

Meditazioni (L. 2.000) La buona notte (L. 1.300) Oe profundis (L. 200) Fausto Saivatori (L. 500) Giovanni Grosoli (L. 500) Rifugi dello spirito (L. 500)

La preghiera di Dante

(L. 600)

Paolo Segneri (2 volumi L. 1.500)

PG Minozzi Pater noster (L. 1.000)

P.G. Minozzi Ricordi di Guerra (II vol.

L. 2.000)

P.G Minozzi Con Lei sulle orme di Lui • La vita del Signore (7 volumi L. 3.500)

DR. Panzone

D.E. Patuelli

D.E. Patuelli

Edin Holme

G. Caruso

G. Toffanin

D.R. Panzone

DR. Panzone

Federico Ozanam (L. 1.000)

P. Giovanni Semeria (L. 1.000) 50° anno di fondazlone dell'Opera (offerta libera)

II figliuol prodigo (L. 600)

L'avvio - Poesie (off. lib.)

P. Giovanni Semeria (of­ferta liberal

P. Giovanni Minozzi (L. 1.500) P. Tito Pasquali (L. 1.000)

Per la richiesta delle pubblicazioni rivolgersi a: OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA Via Caccianino, 19 - 20131 MILANO - c.c.p. 828202

EVANGELIZARE pauperibus misit me Bollettino mensile dell'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'ltalla e della Famiglia Religiosa dei Discepoli (abbonamento ord. L. 5.000 - sostenitore L. 10.000 - di amicizia L. 15.000).

Gli abbonamenti al Bollettino mensile devono essere indirizzati a:

OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA

Via dei Pianellari. 7 - 00186 ROMA - c.c.p. 1-9019

LOPERA si aiuta inoltre:

• con la preghiera. col consiglio. con I'opera arnica. • con le offerte in generi e in denari; • sovvenendo alle necessita degli assistiti; • offrendo impiego ad alunni e a ex-alunni; • assegnando ai DISCEPOLI la celebrazione di Sante Messe: • indirizzando al SEMINARIO DEI DISCEPOLI giovinetti che aspirano a diventare

sacerdoti

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«£vange£i2ate paupeti bus mis it me.

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Lire 500