Anno XIII Numero 2 Febbraio 2011 · 2019. 3. 22. · sile in A.P. 70% C.P.O. Vicenza Febbraio 2011...

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Anno XIII Numero 2 Mensile in A.P. 70% C.P.O. Vicenza Febbraio 2011

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  • Anno XIII - Numero 2 Febbraio 2011coordinamento editorialeGiovanni CostantinicollaboratoriFilippo LovatoPaolo MeneghiniAndrea ScarparifotoLuca ZanonimpaginazioneGuido Zovicoper le altre foto l’Editore è a disposizione di quanti provassero diritti di Copyright

    Periodico di cultura, musica e spettacolodella Società del Quartetto di VicenzaDirettore Resp.: Matteo SalinEditore: Società del Quartetto di VicenzaRedazione: vicolo cieco Retrone, 24 Vicenza - Tel. 0444/543729 Fax 0444/543546http//:www.quartettovicenza.orgemail:[email protected] iscritto al registro Stampa del Tribunale di Vicenza n. 977Stampa: Tipografia Pavansu carta Cyclus offset da 90 g/mqTiratura 3000 copie

    Per questo numero si ringrazia: Giuseppe Lattante

    Paolo PigatopresidenteRiccardo De Fonzovice presidentePiergiorgio Meneghinidirettore artisticoAntonino Manganotesoriere

    consiglieriDonata Folco Zambelli CattaneoPaolo CaoduroFabio PupilloLuca Trivellato

    revisore dei contiAntonio Dal Maso

    organizzazioneGiovanna ReghellinamministrazioneSandro Pupilloaffari generaliAlessandra MelisoncomunicazioneMaria Carolina di Valmaranarelazioni esterneGiovanni Costantiniprogetti

    ufficio stampaPaolo Meneghini Tro

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    OuvertureLezioni di flautodi Francesco Guarino 4MusicaMeseFriede auf Erden di Andrea Scarpari 5MusicaMeseDue prodigi italiani di Paolo Meneghini 10NotEventiI volti in arrivoa cura di Giovanni Costantini 12EchiAlluvione 2010, non solo note tristia cura di Giovanni Costantini 14TracceOttima musica, senza esibizionismidi Filippo Lovato 15

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    riforma ha cancellato l’insegnamento della musica da quell’in-dirizzo di studio e quindi ora sono alle scuole medie”. È moltodiretta la risposta dell’insegnante che sento al telefono, comediretta ed immediata è la reazione di sconforto misto a sde-gno del sottoscritto. Ma c’è anche una nota positiva. “Conalcuni ragazzi sono rimasto in contatto e fuori dall’orario sco-lastico li porto ad ascoltare qualche concerto: alle volte bastaun po’ di musica…”. Sembra il verso di una canzone di VascoRossi la conclusione del simpatico professore, ma ringraziandoDio è proprio così: basta un po’ di musica, alle volte. Quella èsempre diretta, come diretto è un’artista che esprime sé stes-so, sia autore o interprete.E quando il messaggio parte, da qualche parte arriva. Alcuore, al cervello, ossia all’animo o all’intelletto. O anche“solo” al fisico, al nostro corpo: comunque libera qualcosa. Èutile osservare come i bambini reagiscono, fin da piccolissimi,alla musica che proponiamo loro, per ricordarci degli effettiche questa ha sull’uomo. Sempre e comunque c’è un’emozio-ne: non esiste un momento importante della vita, ed il suorelativo stato d’animo, senza la “sua” musica.Solo una riforma miope e dettata da ragioni non culturalipuò diminuire ulteriormente l’offerta musicale a scuola, l’in-segnamento di un linguaggio universale, l’origine stessa diquel termine ideale, “armonia”, oggi così assente nella no-stra società.Si può leggere anche così, all’insegna dell’armonia, dell’emo-zione e della “rivalsa culturale”, un cartellone musicale riccoed eterogeneo come quello che la Società del Quartetto conti-nua a cercare di offrire. Concerti per più gusti possibili, trasilenzi e sorrisi, per i più affezionati e per i più curiosi. Oltreche per quei bambini che rischiano di perdere la musica ascuola, che cantano poco e gridano tanto. Perché se l’armonianon ci viene data, ad un certo punto dobbiamo suonarcela. ●

    Giovanni Costantini

    In copertina:Frieder Bernius, tedesco classe 1947,direttore di coro e d’orchestra pluripremiato in diversi concorsi internazionali e fondatore del Stuttgart Kammerchor.

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    Sono Francesco Guarino insegnante di musicadella Scuola secondaria di primo grado del-l’Istituto comprensivo di Creazzo, e ho partecipa-to con i miei ragazzi di classe 3 ̂media alla lezione con-certo del 12 novembre 2010, con protagonista laCorOrchestra di Torino diretta dal maestro ClaudioDina, nell’ambito del Progetto Scuole della Società delQuartetto. Devo subito dire che è stata un’esperienzamolto significativa e sorprendente, ed i miei ragazzi, unavolta tornati a scuola, hanno manifestato il loro apprez-zamento e la loro soddisfazione per aver vissuto inmodo attivo questo evento. Devo essere sincero: l’ascolto musicale è un po’secon-dario nella mia attività didattica, perché ritengo che iragazzi adolescenti facciano fatica a comprendere lamusica colta, così come “subiscono” la “loro” musicaquando la ascoltano. Cerco di dare fin dalla classe pri-ma media molta importanza alla pratica strumentale evocale in modo da far vivere loro in prima personasoprattutto il livello emotivo del fantastico mondo deisuoni, e successivamente li conduco all’ascolto. In questi giorni, in una trasmissione di Rai 3 condottada Fabio Fazio, ho avuto occasione di ascoltare il mae-stro Muti, il quale nei suoi interventi è stato molto duronei confronti degli insegnanti della scuola, sostenendoche non favoriscono la diffusione della cultura musicalee della frequentazione delle sale da concerto, addiritturacon scelte didattiche deleterie (vedi, ad esempio, l’usodel flauto dolce). Potrei anche essere d’accordo con ilmaestro Muti, se non fosse che nella scuola italiana solopochi possono frequentare l’indirizzo musicale: e glialtri? Anche con il semplice e “deleterio” flauto dolce sipossono far vivere esperienza musicali ai ragazzi signi-ficative, dipende da quale dignità si dà alla musica chesi propone d’interpretare. Attacchi e critiche di questanatura erano già giunti anche dal maestro Ughi.Ecco, allora, con molto rispetto per quanto hanno fattoper la cultura italiana questi due grandi maestri, li invi-

    terei a vestire per un mese gli abiti del semplice inse-gnante e a quel punto, forse, si renderebbero conto chela realtà con la quale hanno a che fare i docenti dellescuole è ben diversa da quella che si può percepire dalpodio della Scala.Sempre pronto a recepire gli insegnamenti di grandimaestri del calibro di Ughi e Muti per avvicinare il piùpossibile al mondo della musica colta i ragazzi, mi per-metto però di dare io loro un consiglio: si e ci regalinoqualche sorriso in più quando fanno musica, senzaprendersi troppo sul serio. I ragazzi, almeno, anche conil semplice flauto dolce, quando fanno musica manife-stano gioia e sano divertimento.Colgo l’occasione per manifestare il mio gradimento, equello dei ragazzi, per l’evento del 12 novembre scorso:certamente quella è la modalità con cui bisogna avvici-nare i ragazzi – e forse non solo i ragazzi ma anche gliadulti – all’ascolto della musica! Inoltre, aver ricevuto ascuola i materiali per prepararli al concerto aveva crea-to già un approccio favorevole al concerto: ero tentato difarli venire con il loro strumento avendo a scuola analiz-zato e suonato i vari temi dei brani proposti. Quando,una volta in sala, ho intuito che erano proposti nelle stes-se tonalità con cui li avevamo studiati, mi sono pentito dinon averlo fatto perché difficilmente i ragazzi possonoavere l’occasione di suonare con una vera orchestra.Concludo facendo i miei più sinceri complimenti per l’or-ganizzazione dell’evento per i ragazzi e invitando laSocietà del Quartetto a riproporre questo genere di inizia-tive, proseguendo su quest’ottima strada. L’esperienza èservita anche al sottoscritto che ha modificato la lineadidattica e rivalutato anche l’aspetto dell’ascolto e parte-cipazione ai concerti. Giusto inoltre il pagamento delbiglietto, magari contenendo la cifra, perché anche que-sto serve ad educare i ragazzi e il pubblico in genere edare dignità a chi lavora nel mondo della musica.●

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    All’attenzione dei “grandi maestri”: un insegnante della scuola “inferiore” ci scrive

    Lezioni di flautoRiflessioni dopo una lezione-concerto: condividiamo (in gran parte) e volentieri pubblichiamo

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    L a guerra è un elemento purtroppo co-stante nella storia dell’uomo: da semprenel mondo si verificano battaglie, scon-tri (talora violenti, altrove “freddi”, ma non perquesto meno dolorosi), dure controversie. Puòcambiare la scala del conflitto, ma chi ne rima-ne coinvolto è spesso segnato in maniera indele-bile e profonda dagli avvenimenti: se poi glianimi, semplicemente turbati o drammatica-mente sconvolti, sono quelli sensibili degli arti-sti, generano capolavori di grande intensità etensione emotiva. Chi non ha in mente Guer-nicadi Picasso, o le liriche di Ungaretti scrittein seguito alle battaglie del Carso? Opere che,nonostante i numerosi commenti e le tante cita-zioni, non hanno perso il loro potere evocativo.Non sempre tuttavia l’arte ha mostrato gli orroridella guerra: dalle colonne romane, innalzateper celebrare i trionfi delle legioni, ai quadridelle grandi battaglie campali o marittime, i vin-citori hanno commissionato opere che garantis-sero nei secoli il ricordo di quelle imprese;anche la musica, spesso defilata rispetto alle artifigurative, non è priva di qualche esempio simi-le: nel 1813 Beethoven compose “La battagliadi Wellington”, un esperimento sinfonico forsefra i meno riusciti, per consacrare la disfatta diNapoleone, e poi Tchaikovskij, con la celebrati-va Ouverture 1812, solo per citare lavori ricor-dati oggi ancora.

    Il concerto di sabato 26 febbraio, inserito nella101^ stagione della Società del Quartetto, non siconcentra su questo repertorio: i pezzi in pro-gramma infatti pongono l’attenzione sulla situa-zione disastrosa che una guerra lascia alle suespalle, non soltanto in termini di distruzionimateriali, ma nello spirito delle popolazioni.Questa consapevolezza si accompagna ad unaintensa speranza di pace per il mondo, come perSchönberg, che nel 1907, quasi profetizzandogli orrori del XX secolo, compone Friede aufErden(Pace sulla terra) per coro a cappella: iltesto di Conrad Ferdinand Meyer individuanella Natività di Cristo il segno di una pace pos-sibile per l’uomo, nonostante il sangue che tantevolte è stato inutilmente sparso. Lo stile diSchönberg, che in quegli anni pone le basi dellaatonalità, è diretto e sottolinea il contrasto fra ildolore connaturato all’esistenza e il richiamoalla necessità di concordia fra le persone.Anche Haydn, nonostante la sua preferenza peri temi sereni e distesi ed il suo carattere gioviale,vive nel 1798 una fase tormentata della sua vita:nasce allora la messa “in Angustiis”. La preoc-cupazione è data probabilmente dalla forza diNapoleone in Europa, che l’anno precedente haassediato Vienna costringendo l’Austria ad unapace forzata: i cannoni alle porte della città han-no sicuramente scosso l’animo del musicista,già duramente provato dalla sofferta e lunga

    Concerto imperdibile: Stuttgart Kammerchor e Accademia d’archi di Bolzano diretti da Frieder Bernius

    Friede auf ErdenDa “Pace sulla Terra” di Schönberg alla “Nelsonmesse” di Haydn: alla ricerca della pace in musica

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    composizione dell’oratorio “La Creazione”.Con questo spirito inquieto egli affronta la suaterza messa per la cappella degli Esterhazy: latensione si percepisce fin dal Kyrie, in un acce-so re minore, dove la richiesta della misericor-dia di Dio sembra presagire un buio futuro; lamessa si sviluppa poi in modo più disteso, conun grandioso Gloria pieno di esultanza. La mes-sa fu eseguita nel settembre 1798, quando eraormai giunta nella capitale asburgica la notiziadella sconfitta della flotta francese in Egitto adopera dell’ammiraglio Nelson: in seguito a que-sto importante avvenimento la messa assunse iltitolo di “Nelsonmesse” e forse lo stesso Nelsonebbe modo di sentirla nel 1800, durante unavisita presso gli Esterhazy.Risale al 1791 la sinfonia 95, l’unica, fra le lon-dinesi, in tonalità minore: a dispetto della tonali-tà di impianto e di alcuni momenti più tesi,Haydn sceglie uno stile diretto e disteso, capacedi cogliere l’attenzione e di accattivarsi il pub-blico inglese. La perizia del compositore in que-ste opere è totale ed egli dimostra di muoversicon disinvoltura senza essere per questo superfi-ciale: il grande successo riscosso a Londra ripa-

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  • ga le fatiche dell’impresario Salomon, che a lun-go aveva insistito per ospitare in Gran Bretagnail compositore austriaco.Protagonisti sul palcoscenico del Comunalesaranno l’Accademia d’archi di Bolzano e ilKammerchor di Stoccarda, con il suo direttoreFrieder Bernius. La compagine orchestrale alto-atesina è nata nel 1987 sotto la guida di GeorgEgger e negli anni si è distinta per il repertoriovasto e il livello delle sue collaborazioni, fra glialtri con Sergio Azzolini, Louis Lortie ed An-dràs Schiff, solo per citare i nomi noti al pubbli-co vicentino.Frieder Bernius fondò il Kammerchor nel 1968,

    per soddisfare il suo interesse verso la musicacorale: la predilezione per le composizioni percoro lo ha portato a concentrare la sua attenzio-ne sullo studio di tali opere, divenendone unodei più apprezzati interpreti a livello europeo.L’abbinamento di questi due complessi di altis-simo livello consentirà di apprezzare particolar-mente il programma proposto, costituito dapezzi solo apparentemente lontani tra loro, edinvece legati attraverso un tema, il rifiuto dellaguerra e l’aspirazione alla pace, sempre attualenella storia della civiltà.●

    Andrea Scarpari

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    Sabato 26 febbraio 2011ore 20.30 Teatro ComunaleAccademia d’Archi di BolzanoKammerchor StuttgartFrieder Bernius, direttoreMusiche di Haydn e Schönberg

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    Una serata cameristica per palati fini: violino e pianoforte in Beethoven, Schumann e Bartók

    Due prodigi italianiI pluripremiati Massimo Quarta e Giovanni Bellucci debuttano al Comunale di Vicenza

    I l concerto di venerdì 4 marzo al Teatro Co-munale di Vicenza è un appuntamento danon perdere, per chi ama la grande Musica.Un “concertone” per palati fini che ha per prota-gonisti due fra i massimi interpreti italiani deinostri giorni che propongono alcune fra le piùbelle pagine della letteratura per violino e piano-forte.Scorrendo solo la parte più recente delle corpo-se note biografiche di Giovanni Bellucci e Mas-simo Quarta (che includono premi discografici,recital nei più importanti centri musicali delmondo, collaborazioni con rinomate orchestre edirettori e critiche lusinghiere), ci si rende contodella caratura internazionale raggiunta dai dueartisti italiani.Di Giovanni Bellucci stupisce il fatto che incon-tra il pianoforte quasi per caso nel 1979 quando

    ha già 14 anni, un’età nella quale i pianisti soli-tamente hanno intrapreso da tempo lo studiodello strumento. Ancor più sorprendente il fattoche solo un paio d’anni più tardi, da autodidatta,il ragazzo è in grado di eseguire le 32 Sonate diBeethoven e di tenere il suo primo concerto conorchestra cimentandosi addirittura nel “Toten-tanz” di Liszt, un brano impervio dal quale si“tengono lontani” perfino i pianisti più esperti.Si iscrive, poi, al Conservatorio S. Cecilia di Ro-ma dove brucia le tappe diplomandosi quattroanni più tardi, ventenne, con massimo dei voti,lode e menzione d’onore. Seguono i preziosiinsegnamenti di Lazar Berman (all’AccademiaPianistica di Imola) che dirà di lui: “È uno deipiù grandi talenti che io abbia mai ascoltato…attraverso un fenomenale virtuosismo, realizzaun discorso musicale altamente innovativo”. E

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    poi conosce “pezzi da novanta” come Badura-Skoda, Brendel, Perahia e Pollini, dai quali at-tinge preziosi consigli.Si stabilisce a Parigi ed inizia un’intensa attivitàconcertistica che lo vede solista con le miglioriorchestre del mondo – poche, in verità, le italia-ne – come Los Angeles Philharmonic, SydneySymphony, BBC Philharmonic, National deFrance, Philharmonique di Monte-Carlo, Singa-pore Symphony e molte altre. Tiene anche nu-merosi recital ed è spesso in sala di registrazio-ne: la sua incisione delle Parafrasi di Liszt sulleOpere di Verdi e Bellini è stata inserita dalla ri-vista Diapason nella top ten dei dischi lisztianidella storia.Il palmarès del violinista Massimo Quarta – edello straordinario Stradivari “Conte de Fonta-na” che ha il privilegio di suonare – non è certo dameno. Primo al Concorso “Paganini” di Genova(primo italiano, a 33 anni dalla storica afferma-zione di Salvatore Accardo del 1958), in ven-t’anni di attività concertistica Quarta ha suonatoper le più prestigiose istituzioni e nei più rino-mati teatri d’Europa: dalla Philharmonie di Ber-lino al Théâtre du Châtelet di Parigi alla Scala diMilano e al Metropolitan Art Space di Tokyo.

    Negli ultimi anni ha gradualmente affiancatoalla sua intensa attività di solista quella di diret-tore d’orchestra, collaborando con orchestre co-me la Royal Philharmonic Orchestra, i BerlinerSymphoniker, la Philharmonia Wien e la Ne-therland Symphony.L’aspetto rivoluzionario dato alla rilettura delrepertorio paganiniano, anche attraverso i nu-merosi cd registrati, ha conquistato il pubblicoed ha ottenuto ampi consensi dalla stampa inter-nazionale che gli ha assegnato un posto d’onoretra i più insigni violinisti in attività.Quarta e Bellucci debuttano al “Comunale” diVicenza con due capolavori come la Sonata“Primavera” di Beethoven, datata 1800, e la So-nata in re minore op. 121, composta mezzo se-colo più tardi da Robert Schumann. Il finale, dedicato alla prima delle sue Sonateper violino e pianoforte di Bartók (1921), ciporta a scoprire un nuovo rapporto fra i duestrumenti che appaiono come «due fratelli sia-mesi legati per il dorso: vivono dello stessobattito cardiaco, ma non sono in grado di ve-dersi».●

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    Venerdì 4 marzo2011ore 20.30 Teatro ComunaleMassimo Quarta, violinoGiovanni Bellucci, pianoforteMusiche di Beethoven, Schumann, Bartók

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  • Programmare con ampio anticipo nonsempre basta a scongiurare cambiamentiin corso d’opera. Il sipario sulla 101^ sta-gione concertistica della Società del Quartetto siè aperto ormai da qualche mese, al punto che siè vicini al giro di boa, come sempre cercando diaccontentare tutti i palati. Da gennaio, poi, si èaggiunto il mini cartellone dei Concerti dellaDomenica, da anni un appuntamento fisso, neiprogrammi della Società del Quartetto di Vi-cenza, che va ad aggiungersi alla stagione in ab-bonamento. I prossimi appuntamenti riservanodunque varietà, ma anche qualche variazione didata: ne facciamo memoria a tutti, abbonati espettatori dell’ultima ora.

    L’edizione 2011 dei Concerti della Domenica èdedicata in particolar modo al mondo dei bam-bini e delle famiglie con tre fiabe musicali, Elio(quello delle Storie Tese) nei panni di Gian Bur-rasca e una versione inedita dei Quadri da un’E-sposizione. L’idea è quella di allargare gli oriz-zonti della Musica con eventi “crossover”, tra-sgressivi, insoliti, (ma sempre di elevato spesso-re artistico) per divertirsi, per scoprire nuoveproposte, per coinvolgere un pubblico diverso,per buttare l’occhio - ma soprattutto l’orecchio -al di là del serioso mondo della “Classica”.

    Dopo “Il rospo e il topo”, andata in scena loscorso 16 gennaio, domenica 13 febbraio2011,alle ore 17, sarà la volta della seconda fiabamusicale in programma: la Zanzafiaba. Scrittaper voce recitante, chitarra, piccole percussioniafricane e voce cantante, la Zanzafiaba è unafiaba originale di Massimiliano Fratter e SaulBeretta, con la musica, sempre originale, di Ga-briele Bazzi Berneri e Arsene Duevi, ambientatain Africa e dal messaggio culturale-morale sulrispetto della vita e delle differenze.

    Un mese dopo esatto, domenica 13 marzo,sempre alle 17.00, il programma abbandonerà ilmondo delle fiabe per portarsi a quello delleimmagini con i “Quadri da un’esposizione”,celebre composizione di Modest Musorgskij perdue pianoforti, nota anche nella trascrizione di

    Maurice Ravel per orchestra sinfonica, che verràproposta in prima mondiale al teatro Comunaledi Vicenza nella versione per due pianoforti epercussioni del compositore Giovanni Petterlini.Oltre ai pianoforti di Virginio Pavarana e FilippoGamba, alle percussioni di Saverio Tasca e Mas-simo Pastore, ed alla regia di Marco Olivotto, lospettacolo proporrà le immagini dipinte da Ma-rio Albanese, ed il programma musicale offriràanche “La sagra della primavera” di Igor Stra-vinskij.

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    11Promemoria degli imperdibili appuntamenti musicali del Quartetto da marzo a maggio

    I volti in arrivoDalle fiabe musicali ai grandi interpreti: concerti e spettacoli per tutti i gusti, ma occhio alle date

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  • Tornando alla stagione serale, dopo il concerto disabato 26 febbraio, con protagonista l’Accade-mia d’Archi d Bolzano insieme al KammerchorStuttgart diretti da Frieder Bernius, altro pregiatoappuntamento con gli ensemble orchestrali saràquello del 14 aprile (e non 13, come erronea-mente scritto nel programma generale): i rifletto-ri si accenderanno sull’Orchestre des ChampElysées, che sotto la guida di Philippe Herre-weghesarà protagonista di una serata nel segnodi Schumann, con Thomas Zehetmairviolinosolista.

    Non resta da dire di un imperdibile appuntamen-to. Sabato 30 aprile(e non mercoledì 6), infine,il Teatro Comunale ospiterà la Prima nazionaledell’opera “La regina delle nevi”, ultima faticadella coppia Valtinoni-Madron, già affermata dalsuccesso alla Komische Oper di Berlino. LaRegina delle Nevi, opera in due atti tratta dal-l’omonima fiaba di Andersen, verrà proposta indue turni: sabato 30 aprile (ore 20:30) in ab-bonamento, e domenica 1 maggio (ore 17.00)fuori abbonamento.

    In coda a tutto ciò la tre-giorni di maggio conAndrás Schiff e la sua Cappella Andrea Barcaper la XIV edizione di “Omaggio a Palladio”:il 6 maggio alla Basilica dei santi Felice eFortunato, le due sere successive, 7 e 8 maggioal Teatro Olimpico. ●

    Giovanni Costantini

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    Tra i risvolti positivi di un’esperienzadrammatica come è stata l’alluvionedello scorso novembre 2010, vi è senzadubbio il circuito virtuoso di solidarietà alimen-tato da tante persone e da molteplici soggettiistituzionali, sociali e culturali. Anche la Societàdel Quartetto, colpita dall’esondazione al puntoda dover lasciare gli uffici per un periodo, habeneficiato della sensibilità e collaborazione diqualche amico, oltre che di una persona ina-spettata, un “nuovo amico”.Nel passa-parola di quei giorni frenetici, infatti,anche il postino di zona in vicolo cieco Retrone,Franco Gallo, raccontava ad un collega, AdamoMassimo Lancia, le condizioni in cui versava lasede della nostra associazione. Adamo Lancia nonè solo un dipendente delle Poste italiane, ma ancheun musicista, diplomato in corno e in Biblioteco-nomia musicale; originario di Pontecorvo (provin-cia di Frosinone), vive a Vicenza da qualche annoper motivi di lavoro, senza però aver abbandonatola passione per la musica ed il legame con la suaterra d’origine. Nasce così anche il suo ultimolavoro editoriale, “I nostri ricordi - musica e cantopopolare”, ricerca etnomusicologia effettuata conil patrocinio del International Rotary Club di Cas-

    sino e con il supporto scientifico dell’Associazio-ne Culturale EOLO Etnolaboratorio per il Patri-monio Culturale immateriale(Roma).Il libro di Adamo Lancia è il sentito omaggiodell’autore alle tradizioni culturali e musicali diPontecorvo, sua città natia, che rappresenta perl’autore una madre amorevole, come traspare findalla citazione shakespeariana in seconda dicopertina: “La Terra ha musica per coloro cheascoltano”. Ed è proprio questa frase a costituireun elemento di congiunzione forte tra le vicissi-tudini della terra vicentina e la sensibilità diAdamo Lancia, che ha deciso di dedicare i pro-venti della serata di presentazione del libro, svol-tasi il 18 dicembre scorso presso la SalaConvegni della Biblioteca Comunale diPontecorvo, alla Società del Quartetto, associa-zone musicale della sua città “adottiva”. Questopiccolo gesto, che brilla per generosità e condivi-sione, è di quelli che faranno ricordare la storiadell’alluvione con meno tristezza.Intanto, sul finire del mese di gennaio, gli ufficidel Quartetto son tornati agibili e, dopo nonpochi sforzi fisici ed economici, anche la vitalavorativa dell’associazione riprende il suocorso ordinario.●

    La Società del Quartetto torna nella sua sede dopo tre mesi di lavori post-alluvione

    Alluvione 2010, non solo note tristiIl gesto di un musicista laziale che ha devoluto i proventi di un libro all’associazione vicentina

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    La Streicherakademie Bozen:pulizia e colore

    autori Schubert, Beethoven,Hartmanntitolo CD Ouverture D8,Quartetto op. 135, Concerto funebreinterpreti Streicherakademie Bozen, F. Berniusdirettore, U.A. Mathé violinoetichetta CD Carus – Verlag CV83.230/00, DDD, 2007

    Come suona bene la Streicherakademie di Bolza-no! È un piacere ascoltare quella sfumatura ambra-ta negli archi, compattissimi, che si raccolgononelle intense perorazioni di Beethoven, nell’intro-duzione misteriosa dell’ouverture di Schubert, onell’incedere composto del concerto per violino diKarl Amadeus Hartmann. Ed è con altrettanto pia-cere, se non con sorpresa, che li si ascolta scattarenei tempi rapidi, mai una sbavatura. Frieder Ber-nius li istruisce a dovere e questa disciplinata or-chestra, composta per gran parte da musicisti al-toatesini, ci ricorda il bel suono degli ensemblemitteleuropei. Il programma del CD, registrato allaMahler–Woche di Dobbiaco nel 2003, è ben scel-to. Anche la giovanile Ouverture in Do minore D8di Schubert era stata concepita per ensemblecameristico, nella fattispecie per quintetto d’archi(due violini, due viole e cello). L’Ouverture e l’e-stremo Quartetto di Beethoven, l’op. 135 in Famaggiore, vengono proposti in una gradevole ver-sione orchestrale. Si ha la sensazione che la purequilibrata dilatazione del suono tenda ad addome-sticare gli esiti delle ardite ricerche di Beethoven,nondimeno il risultato è di buon gusto. Il Concertofunebre, il suo lavoro più conosciuto, fu compostoda Hartmann nel 1939. Il tedesco, celebrato sinfo-nista (ne completò otto) e abile architetto di formemusicali, come si addice a un allievo di Max Re-ger, inserì nel concerto citazioni di opere che ilregime nazista aveva proibito. Ulrike-Anima Ma-thé, che i vicentini ricorderanno per essere mem-bro della Cappella Andrea Barca, l’orchestra direttada András Schiff, dà voce alla parte solistica.Un’interpretazione sofferta, intensa e generosa di unautore che meriterebbe maggiore considerazione.

    F. L.

    Paganini senza show: Quarta è da premio

    autore Nicolò Paganinititolo CD Opere per violino e pianoforteinterpreti Massimo Quarta violino,Stefania Redaelli pianoforteetichetta CD Dynamic CDS 232, DDD, 1999

    Tutti i violinisti, prima o poi, devono confrontarsicon l’opera di Nicolò Paganini. Alcuni inserisconoincidentalmente qualche pezzo del genovese inconcerto, spesso come bis a effetto. Altri prendonosul serio le partiture del grande virtuoso e vi si dedi-cano con lodevole devozione. Massimo Quarta,come Salvatore Accardo prima di lui, appartienealla seconda categoria. Entrambi, d’altra parte,hanno vinto il primo premio al concorso Paganinidi Genova: è quindi inevitabile che l’opera del gran-de maestro occupi un posto speciale nel loro reper-torio. Quarta nello specifico ha inciso i Capricci,tutti i Concerti, un Adagio inedito e questa raccoltadi Variazioni presentate per la prima volta nelle ver-sioni originali dal manoscritto autografo. Lo affian-ca la brava Stefania Redaelli, pianista milanese edocente al Conservatorio di Vicenza. L’approcciodi Quarta alla musica di Paganini è tutt’altro cheeffettistico. Il violinista pugliese vaglia i manoscrit-ti, confronta le versioni, perché i pezzi del genovesemeritano la stessa acribia d’indagine cui vengonosottoposte le partiture antiche. È anche vero che Pa-ganini andava dritto al sodo: orchestrazioni o ac-compagnamenti pianistici erano solo di cornice. Alcentro della scena c’è sempre il violino impegnato inacrobazie che rendevano i concerti del maestroeventi indimenticabili. La tracklist del CD includele Variazioni “I palpiti” da Rossini, la Sonata sullaquarta corda “Napoleon”, le Variazioni su un temadi Weigl, la “Maestosa suonata sentimentale” (varia-zione sull’inno imperiale austriaco), ancora sullaquarta corda, e le variazioni “Le streghe” da Süs-smayr. Massimo Quarta li affronta con distesa ele-ganza, quasi senza sforzo. Del Paganini diabolicoshowman rimane ben poco. Ne beneficia la musica.

    Filippo Lovato

    Recensioni. Dal violino al pianoforte, nomi noti al pubblico vicentino

    Ottima musica, senza esibizionismi

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    Libreria Galla 1880– Libreria Librarsi

    – Libreria Traverso– Liceo “Pigafetta” – Liceo “Lioy”

    – Scuola Media “M

    affei” – Scuola Media “Giuriolo”

    Istituto “Fogazzaro” – Istituto “Montagna” – Conservatorio di M

    usica “Pedrollo” –Biblioteca B

    ertoliana “Palazzo Costantini” – Teatro Olimpico

    Ufficio informazioni turistiche – H

    otel Cristina–

    Hotel Castello

    – Hotel Giardini–

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    po Marzo

    – Hotel Due M

    ori - HotelPalladio…

    Biblioteche e luoghi culturali dei principali centri urbani della provincia di Vicenza…

    agli abbonati alla stagione concertisticadella Società del Quartetto di Vicenza

    ed ai principali enti musicali italiani

    arriva per spedizione in abbonamento postale…

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    w.quartettovicenza.org

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