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Anno IX - Numero 1-2 15-31 gennaio 2008 DIREZIONE, REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via di San Pancrazio, 8 00152 Roma Tel. 06 5899344 Fax 06 5818096 www.grandeoriente.it E-MAIL: [email protected] prima pagina “Tu sei mio fratello” Gran Loggia 2008 MONTECATINI / 23-24 febbraio. Seminario di studi esoterici in primo piano Cronaca IL CASO / Liberi Muratori e Partito Democratico PISTOIA / Vincoli di doppia lealtà? FRIULI VENEZIA GIULIA / Chiuso definitivamente il caso della legge regionale antimassonica Servizio Biblioteca Presentati al Vascello due libri di Fulvio Conti Manifestazioni SIRACUSA / I 60 anni della loggia “Archimede” FRANCAVILLA / Conferenza sul cammino iniziatico POPPI / Tommaso Crudeli, primo martire della Massoneria IN BREVE Solidarietà LUCCA / Iniziativa della loggia “Burlamacchi” MASSA MARITTIMA / Autombulanza per Prata GROSSETO / La loggia “Ombrone” per una casa famiglia 2 35 6 10 Parigi, 1 dicembre 2007 Assemblea annuale della Gran Loggia Nazionale Francese che ha ufficializzato la ripresa dei rapporti con il Grande Oriente d'Italia dopo 14 anni d'interruzione. Nel riquadro, da sinistra: il Gran Segretario Giuseppe Abramo, il Gran Maestro della GLNF François Stifani, il Gran Maestro Gustavo Raffi, il Gran Maestro uscente della GLNF Jean-Charles Foellner, il Gran Tesoriere Antonio Catanese attività Grande Oriente d’Italia Notizie dalla Comunione rassegna stampa storia e cultura attualità anniversari 4 12 12 sommario 5

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Anno IX - Numero 1-215-31 gennaio 2008

DIREZIONE, REDAZIONEAMMINISTRAZIONE:

Via di San Pancrazio, 800152 Roma

Tel. 06 5899344Fax 06 5818096

www.grandeoriente.it

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prima pagina“Tu sei mio fratello” Gran Loggia 2008MONTECATINI / 23-24 febbraio. Seminario distudi esoterici

in primo pianoCronaca IL CASO / Liberi Muratori e Partito DemocraticoPISTOIA / Vincoli di doppia lealtà?FRIULI VENEZIA GIULIA / Chiuso definitivamente ilcaso della legge regionale antimassonica

Servizio BibliotecaPresentati al Vascello due libri di Fulvio Conti

Manifestazioni SIRACUSA / I 60 anni della loggia “Archimede”

FRANCAVILLA / Conferenza sul camminoiniziatico

POPPI / Tommaso Crudeli, primo martire dellaMassoneria

IN BREVE

Solidarietà LUCCA / Iniziativa della loggia “Burlamacchi”MASSA MARITTIMA / Autombulanza per Prata

GROSSETO / La loggia “Ombrone” per unacasa famiglia

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Parigi, 1 dicembre 2007 Assemblea annuale della Gran Loggia Nazionale Francese che ha ufficializzato

la ripresa dei rapporti con il Grande Oriente d'Italia dopo 14 anni d'interruzione. Nel riquadro, da sinistra: il Gran Segretario Giuseppe Abramo, il Gran Maestro della GLNF François Stifani,

il Gran Maestro Gustavo Raffi, il Gran Maestro uscente della GLNF Jean-Charles Foellner, il Gran Tesoriere Antonio Catanese

attività Grande Oriente d’ItaliaNotizie dallaComunione

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La Gran Loggia 2008 sarà intitolata“Tu sei mio fratello” e si svolgerà, co-me di consueto, al Palacongressi diRimini. Dal 4 al 6 aprile il tradiziona-le appuntamento di primavera delGrande Oriente d’Italia presenta, acornice dei lavori rituali, un ricco pa-linsesto di mostre, tavole rotonde eincontri aperti al pubblico.Per favorire la diffusione e la conoscenza dei principi e dei va-lori della Massoneria, anche quest’anno il Gran Maestro Gusta-vo Raffi terrà due allocuzioni: una pubblica, venerdì 4 aprile, euna domenica mattina, riservata a tutti i membri del GrandeOriente. Alle ore 17,45 di venerdì, i lavori rituali saranno sospe-si e le porte del Tempio si apriranno per accogliere i fratelli ap-prendisti e compagni, le famiglie, gli amici e i rappresentantidelle istituzioni. Dopo un intermezzo musicale, il Gran Maestroterrà il suo intervento. Dedicata ai soli fratelli, invece, l’allocu-zione di domenica 6 aprile: il momento più solenne della tor-nata di Gran Loggia nel quale saranno presenti le delegazionidelle Gran Logge estere. In questa occasione potranno parteci-pare anche fratelli apprendisti e compagni che dovranno indos-sare le loro insegne e presentare la tessera d’appartenenza ai

questori situati all’ingresso del Tem-pio.Per quanto riguarda il programmaculturale, accessibile anche ai non-massoni, l’inizio dei lavori sarà lamattina del 4 aprile. Nei tre giornisono previsti tre talk show, animatida alcuni dei principali protagonistidella cultura e dell’informazione, e

la presentazione di libri d’interesse massonico organizzata dalServizio Biblioteca che anche quest’anno esporrà nella Sala “Pao-lo Ungari”, trasferita da Roma a Rimini, una interessante colle-zione di libri, riviste e di documenti, alcuni inediti. Saranno sem-pre visitabili gli stand della “Fiera del Libro”, di opere d’arte edi oggettistica massonica, dislocati negli ampi spazi del Pala-congressi, senza dimenticare le consuete iniziative dell’Associa-zione italiana di Filatelia Massonica con l’annullo speciale rea-lizzato con le Poste italiane e una ricca esposizione di materia-le filatelico da tutto il mondo. Anche quest’anno la sera del sa-bato sarà dedicato a un grande evento musicale.

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RIMINI / Tradizionale appuntamento dell’assemblea annuale del Grande Oriente d’Italia

‘Tu sei mio fratello’

GRAN LOGGIA 2008

4-6 APRILE

MONTECATINI / Seminario di studi esoterici

I valori della MassoneriaSarà interamente dedicato ai massoni del Grande Oriente d’Italia il seminario di studi esoterici che si terrà il 23 e il 24 febbraio a Montecatini. Potranno partecipare i fratelli di ogni grado.

SSAABBAATTOO 2233 FFEEBBBBRRAAIIOO

ore 15:00 Registrazione dei partecipantiore 15:30 Introduce e modera

Stefano Bisiore 15:40 Ordine Iniziatico Tradizionale

Morris Ghezziore 16:00 Esoterismo e linguaggi simbolici

Mino Gabrieleore 16:20 Iniziazione

Bent Parodiore 16:40 Ritualità

Luigi Sessaore 17:00 Coffee breakore 17:30 Esoterismo nella cultura italiana

contemporaneaGian Mario Cazzaniga

ore 20:00 Agape

DDOOMMEENNIICCAA 2244 FFEEBBBBRRAAIIOO

ore 9:30 Ripresa lavoriIntroduce e modera Morris Ghezzi

ore 9:45 Presentazione dell’opera di Irène MainguyBernardino Fioravanti

ore 10:00 Simbolismo e iniziazione massonicaIrène Mainguy

ore 10:30 Logos e MitoFerdinando Testa

ore 10:50 Il Grande Architetto dell’UniversoAntonio Panaino

ore 11:10 L’EsoterismoClaudio Bonvecchio

ore 11:30 Conclusioni del Gran Maestro Gustavo Raffi

MMOONNTTEECCAATTIINNII TTEERRMMEE,, 2233--2244 FFEEBBBBRRAAIIOO 22000088

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Maggiori dettagli saranno pubblicati nel prossimo numero diErasmo Notizie e diffusi online su www.grandeoriente.it .

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Un freno alla pratica del trasformismo e palet-ti per il conflitto di interessi: sono questi due

dei capitoli sui quali si è concentrata la riflessione della commis-sione del Codice etico del Partito Democratico, che si è riunita il13 gennaio, e sui quali si è trovata un’intesa di massima. Resta invece aperta la questione legata alla libertà di associazione. Stabilita anche la tabella di marcia: il testo dovrebbe ottenere ilvia libera entro la fine del mese, in contemporanea con la fine deilavori delle altre due commissioni, quella statuto e quella valori. Il testo del Codice etico, relatrice Marcella Lucidi, prevede infat-ti il divieto di “appartenere a associazioni che comportino un vin-

colo di segretezza o comunque a carattere riservato, ovvero checomportino forme di mutuo sostegno tali da porre in pericolo ilrispetto dei principi di eguaglianza di fronte alla legge e di im-parzialità delle pubbliche istituzioni”. Una definizione che non convince però alcuni esponenti tra cui ilsenatore Valerio Zanone. “Non si tratta di difendere la Massone-ria o altre associazioni – spiega Zanone – ma di difendere la li-bertà di associazione e i diritti civili, così come previsto in modoinderogabile dalla Costituzione”. Al momento però le proposteemendative di Zanone non sono state accolte, anche se “la di-scussione – dice il senatore – è ancora aperta”. (...)

IL CASO

Liberi Muratorie Partito DemocraticoStatuto e codice etico in discussione: resta nodo Massoneria

cronaca cronaca

“Io al Grande Oriente con un fratello di Prodi e Maccanico” domande a Valerio Zanone senatore Partito Democratico

12 gennaio 2008

Uno degli incontri del Grande Oriente d’Italia con Valerio Zanone a Villa il Vascello

SSeennaattoorree ZZaannoonnee,, lleeii nneellllaa CCoommmmiissssiioonnee ppeerr iill CCooddiiccee eettiiccoo hhaaddiiffeessoo llee rraaggiioonnii ddeellllaa MMaassssoonneerriiaa?? “No, io dico una cosa semplice: la Massoneria non è un’asso-ciazione illecita e dunque se si ponesse un divieto di iscrizio-ne, si offenderebbe chi vi partecipa”. NNoonn nneegghheerràà cchhee llaa ssttoorriiaa iittaalliiaannaa èè ppiieennaa ddii ddeeggeenneerraazziioonnii aann--cchhee mmoollttoo ggrraavvii ddaa ppaarrttee ddii ssppeezzzzoonnii ooccccuullttii ddeellllaa MMaassssoonneerriiaa?? “Vero, ma per quelle c’è il codice penale. Io non sostengo leattività coperte o illegali, ci mancherebbe altro. Prenda me...”. IInn cchhee sseennssoo?? “Io non sono affiliato, ma lo sono stato fino al 1976, quando so-no diventato segretario del Partito liberale. Allora, per ragioni diopportunità, mi sono “assonnato”. Ma ogni tanto mi sveglio: peresempio in occasione dei convegni storici organizzati il 20 set-tembre di ogni anno dal Grande Oriente. In una delle ultime oc-casioni ho anche tenuto una relazione, assieme ad Antonio Mac-

canico e ad uno dei fratelli di Prodi, di cui non ricordo il nome”. MMaa nneell PPaarrttiittoo DDeemmooccrraattiiccoo nnoonn ttuuttttii llaa ppeennssaannoo ccoommee lleeii...... “Io credo che alla fine passerà la formulazione che ho propo-sto: “I dirigenti e gli eletti al partito democratico comunicanola propria appartenenza ad altre associazioni”, tra cui anche laMassoneria”. In altre parole, sostengo che ciò che serve a que-sto partito non è un regolamento di Pubblica Sicurezza, ma sem-mai un codice deontologico, con regole di trasparenza affida-te alla responsabilità degli aderenti”.DDuunnqquuee ppuuòò iissccrriivveerrssii cchhii èè mmaassssoonnee aallllaa lluuccee ddeell ssoollee ee lloo ddii--cchhiiaarraa?? “Sì. Il vincolo della segretezza poteva essere comprensibilequando esser massoni – prima dell’Unità, durante il fascismo– poteva esser pericoloso. Oggi no: io devo sapere con chiparlo, altrimenti viene meno il vincolo della lealtà reciproca”.

C.B

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TRIESTE - Gli iscritti alla Massoneria nondovranno più dichiarare la loro apparte-nenza alle logge in caso di candidature anomine e designazioni di competenza re-gionale. Lo ha deciso ieri (15 gennaio), alarga maggioranza, il Consiglio regionale.Che ha però previsto l’obbligo di renderenota l’eventuale appartenenza a società acarattere segreto. Favorevole la maggio-ranza di Id e le opposizioni di Fi, An, Legae Udc. Astenuto il consigliere Giorgio Ve-nier Romano (Udc), contrari Bruna ZorziniSpetic (Pdci) e Alessandro Metz (Verdi). Con questa previsione – ha spiegato il re-latore Antonio Marini (Margherita-Pd) – laRegione modifica la legge 1/2000, “che im-poneva ai candidati a nomine regionali didichiarare l’eventuale appartenenza a log-ge massoniche”. Il 13 giugno scorso I’Av-vocatura regionale ha segnalato alla presi-denza del Consiglio regionale la sentenzadella Corte europea dei diritti dell’uomo,pronunciata il 31 maggio 2007, a seguito delricorso dell’associazione di obbedienzamassonica Grande Oriente di Italia di Pa-lazzo Giustiniani. Secondo la Corte euro-pea la norma regionale avrebbe irragione-

volmente discriminato tali soggetti.La proposta sì è giovata di un emenda-mento a firma Carlo Monai (Cittadini): “L’e-mendamento vuole garantire la regione Friu-li Venezia Giulia da eventuali infiltrazionideviate della Massoneria, perché lascia invigore una previsione di incompatibilità diincarichi dirigenziali con l’appartenenza adassociazioni segrete”. Per tutte le nomine di competenza regiona-le – è previsto nella proposta approvata –i candidati dovranno dichiarare alla presi-denza della giunta regionale e alla giunta del-le nomine del consiglio regionale l’eventua-le appartenenza a società a carattere segre-to. “La mancata dichiarazione – ha eviden-ziato Monai – costituirà condizione ostativaalla nomina”. Contrario il relatore di mino-ranza, Antonio Pedicini (Fi), secondo il qua-le la sentenza della Corte europea sarebbestata rispettata solo sopprimendo la normanella legge 1/2000 e non modificandola. Ma sul voto unanime alla nuova legge, so-no state sollevate anche delle perplessità. Afarlo è stata la consigliere regionale di Inte-sa per la Regione, Alessandra Battellino. “Per-ché la Regione ha approvato in tempo re-

cord la legge che toglie l’obbligo di indica-re, negli incarichi pubblici, la propria ap-partenenza alla Massoneria?”, si è chiesta lapresidente del gruppo consiliare Ipr. Che haaggiunto: “Si può pensare che sia stato perottemperare a un obbligo dettato dalla Cor-te europea dei diritti dell’uomo, ma forse nonsbaglia anche chi ritiene che l’urgenza siadovuta a pressioni esterne”. “Gli appartenentialle logge massoniche dovrebbero dichiara-re la loro appartenenza per candidarsi a no-mine della Regione” ha invece sostenuto ilconsigliere regionale dei Verdi, AlessandroMetà, spiegando il proprio voto negativo alProgetto di legge che modifica la normativapreesistente in materia di nomine. La modi-fica prevede per i soli iscritti alle associa-zioni segrete l’obbligo di dichiarare la loroadesione a tali realtà. “A Trieste – ha spie-gato Metz – la Massoneria è una realtà ra-dicata. Esistono situazioni, di cui mi occupo,in cui esistono pressioni pesanti ed espliciteda parte della Massoneria. Situazioni per lequali io mi batto a tutela della salute dei cit-tadini. Per questo ho votato contro: l’obbli-go di dichiarazione – ha concluso – dove-va essere esteso anche ai massoni”.

Il consiglio comunale di Pistoia “consideraobbligo morale di ciascun amministratoredel Comune di Pistoia, nel rispetto di quelpubblico ufficio che liberamente ha decisodi assumere, dichiarare ogni associazione,ogni organizzazione economica, politica esociale cui sia iscritto”. L’ordine del gior-no, votato a maggioranza nelle ultime set-timane, da 23 consiglieri pistoiesi contro 6astenuti e 4 contrari, è stato presentato dalconsigliere Alberto Niccolai del Gruppo Lai-ci Riformisti, in seguito ad una serie di “ve-leni” in merito ad illazioni di “pressioni chele massonerie avrebbero effettuato per de-terminare alcune scelte amministrative” ein seguito ad affermazioni da parte di unconsigliere di opposizione che ha dichia-rato di fronte al Consiglio che “nella co-struzione della giunta avrebbero pesato le

ingerenze della Massoneria”. Per ora a Pi-stoia ci si limita alle schermaglie tra i ban-chi del consiglio comunale ma non vor-remmo che al dibattito seguisse un perio-do di veleni e ostracismi, tanto che la que-stione è sconfinata anche sulla stampa lo-cale. Il consiglio pistoiese non ha dato cre-dito alle voci di ingerenza e ha invitato ilconsigliere, che ha esternato le dichiara-zioni, “a voler dichiarare se sussistano ele-menti a sostegno di quanto affermato”. Achiedere un’azione che sveli le iscrizioni aqualsiasi associazione anche il consigliereRosalia Billero (Rifondazione Comunista)che ha ricordato che esiste una legge chevieta a chiunque l’iscrizione a logge mas-soniche segrete. “Fatta salva la libertà diassociazione e la libertà politiche nel ri-spetto della Costituzione repubblicana”, la

maggioranza dei consiglieri pistoiesi ritie-ne necessario “salvaguardare la trasparen-za e la pubblicità dei processi decisionali”e vuole evitare “che possano esserci vin-coli di doppia lealtà”.Il Grande Oriente d’Italia non è un’asso-ciazione segreta né una loggia “coperta” ela Massoneria non ha come finalità quelladi “impicciarsi” di piani regolatori o rego-lamenti edilizi. E’ un’associazione iniziati-ca che mira a creare buoni cittadini che se-guono e rispettano le leggi dello Stato e lasua Costituzione, oltre a rispettare regolemorali ed etiche di valore universale. E’ fa-cile, invece, creare voci su presunte inge-renze delle massonerie magari per far fron-te alle carenze di una politica che pare averperso la via maestra.

Stefano Bisi

PISTOIA / Il consiglio comunale vota odg contro libertà di associazione

Vincoli di doppia lealtà?

Nomine, i massoni non dovranno dichiararsiAccolti i rilievi della corte di giustizia, ma la legge garantirà da infiltrazioni deviate

cronacacronaca

Chiuso definitivamente

il caso della

legge antimassonica

del Friuli Venezia Giulia

16 gennaio 2008

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Firenze e Livorno massoniche. Due libri editi dal Mulino de-scrivono le vicende della Libera Muratoria in Toscana in quasi300 anni di vita documentata dell’Istituzione. Il loro curatore èlo storico Fulvio Conti, dell’Università di Firenze, che ha coor-dinato, per entrambi i saggi (“La massoneria a Livorno. Dal Set-tecento alla Repubblica” e “La massoneria a Firenze. Dall’etàdei Lumi al secondo Novecento”), uno staff di studiosi di di-verse discipline artefice del recupero di una grande quantità difonti inedite.Il Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia ha presentatoi due libri il 14 dicembre, a Villa ‘Il Vascello’, alla presenza delGran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi - che ha presieduto ilavori - e, in prima fila, tra il pubblico, del Gran Maestro Ag-giunto Giuseppe Anania, del sottosegretario di Stato Elidio DePaoli e del senatore Marco Filippi. Hanno portato contributi ilcuratore Fulvio Conti e altri due storici: Marcello Verga dell’U-niversità di Firenze e Ferdinando Cordova dell’Università “LaSapienza” di Roma.Nella Toscana “massonica” Firenze e Livorno emergono per laloro alta concentrazione di influssi e presenze liberomuratorie:questa è la sintesi della presentazione del bibliotecario delGrande Oriente d’Italia Dino Fioravanti che ha definito il capo-luogo labronico “porto franco di libertà”, custode della pre-senza massonica anche in momenti drammatici e di intensi con-flitti. “Livorno è una miniera di informazioni e notizie per glistudiosi della storia della Massoneria – ha aggiunto - , graziealla ricchezza dei fatti e dei personaggi ad essa collegati. In-sieme a Firenze costituisce una testimonianza fondamentaledella storia dell’insediamento e dello sviluppo della Libera Mu-ratoria in Italia”.Anche il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi ha sostenu-to questa tesi, in apertura e chiusura dell’incontro, precisan-do che “la Massoneria a Livorno non è mai stata un corpoestraneo, anzi è molto difficile analizzare la storia della cittàsenza ripercorrere la vita e l’impegno di tanti fratelli”. Il vo-lume mette in luce questo legame e Bianchi ha ricordato unaltro saggio, di imminente pubblicazione per Il Mulino dalle

logge livornesi, su Alessandro Tedeschi, medico di Livorno re-sponsabile in Argentina della rete di assistenza sanitaria pergli italiani all’estero che, a seguito della diffusione del fasci-smo nelle comunità italiane, tornò in Europa e diventò GranMaestro del Grande Oriente d’Italia in esilio a Parigi. Per Bian-chi, l’esempio di Tedeschi è emblematico per spiegare il ruo-lo dei massoni livornesi nella crescita della città e dell’Istitu-zione.La “genesi” del saggio su Firenze è stato invece descritto dalvicepresidente del Collegio toscano Moreno Milighetti (già pre-sidente delle logge fiorentine all’epoca della pubblicazione dellibro) che, invitato al tavolo dei relatori dal Gran Maestro Ag-giunto Bianchi, ha spiegato come gli studiosi, coordinati daFulvio Conti, abbiano avuto massima libertà d’azione per cer-care ragioni e legami di tanti personaggi ed eventi tra la Mas-soneria e la città di Firenze.Per lo storico Marcello Verga, le origini delle logge massoni-che a Firenze e Livorno sono strettamente collegate, anche secon sviluppi differenti. Livorno prosperò grazie ai fitti scam-bi commerciali che rendevano la città portuale un croceviadei commerci nel Mediterraneo; “città di più nazioni”, aveva

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In prima fila, da destra, il Gran Maestro Aggiunto Giuseppe Anania, ilsottosegretario di Stato Elidio De Paoli e il senatore Marco Filippi

servizio biblioteca servizio bibliioteca

ROMA / Incontro al Vascello. Presentati due libri di Fulvio Conti

Massoneria in Toscana

Il convegno. Al tavolo dei relatori, da sinistra, Ferdinando Cordova, il Gran Maestro Aggiunto Bianchi, Fulvio Conti e Marcello Verga

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manifestazioni manifestazioni

una tipicità unica, in termini socio-politici, rispetto alle altrecittà toscane. Uno degli obiettivi del volume su Firenze è sta-to, inoltre, quello di mettere in luce, a partire dal Settecento,la presenza e l’influenza dei principi di uguaglianza, fratel-lanza e libertà, sostenuti dalle logge, all’interno del dibattitoculturale e politico della città. Lo storico ha ripercorso le fa-si della storia della Massoneria fiorentina: dalle grandi diffi-coltà delle logge nella Restaurazione, alla loro rapida ascesatra il 1861 e il 1865, anche più tardi con Firenze capitale. Fuimportante il loro contributo ideale allo sviluppo dei diritti ci-vili, alla lotta anticlericale, al matrimonio civile, all’abolizionedell’insegnamento della religione nelle scuole. Tutte questionipoi diffuse e affrontate a livello nazionale dopo l’Unità, quan-do, come ha evidenziato nel suo intervento Fulvio Conti, lapresenza massonica a Firenze cominciò ad essere meno inci-siva per lasciare spazio all’egemonia della classe aristocrati-ca. Occorre attendendere la prima guerra mondiale per tro-vare nuovi spazi.Ferdinando Cordova ha analizzato l’aspetto particolare delconflitto tra lo Stato italiano e il Vaticano e quello della que-stione sociale in cui la Massoneria è stata l’anello di congiun-zione tra le forze politiche, democratiche, e le prime forme diassistenza di matrice laica. Lo sforzo della Massoneria è statoquello di laicizzare lo Stato, ha spiegato lo storico, estenden-do la sfera dei diritti dei cittadini. Tuttavia, in questa lotta so-ciale e politica - nei confronti di una società conservatrice eclericale - non tutte le battaglie furono vinte; al contrario, so-prattutto in età giolittiana, mostrarono il loro volto, fino allascissione massonica di Piazza del Gesù del 1908: inizio di unacrisi interna che si rivelò nei rapporti dell’Istituzione massoni-

ca con il fascismo, fino all’inevitabile conflitto con il GrandeOriente d’Italia.In chiusura il Gran Maestro Aggiunto Bianchi ha evidenziato co-me questi lavori di ricerca storica siano fondamentali per la dif-fusione degli ideali massonici e la conoscenza di quanti, con laloro opera, hanno contribuito allo sviluppo dell’Istituzione. “In questi anni - ha precisato - il Grande Oriente d’Italia ha rag-giunto risultati importanti con le sue attività culturali pubblicheche gli hanno permesso di crescere, in qualità e quantità. Di quil’interesse e l’ingresso dei giovani che hanno dato vitalità allaComunione. Se i nostri Orienti avranno la capacità di coniuga-re la ricerca della memoria e delle radici con un progetto orien-tato al futuro, la Massoneria italiana potrà sostenere, come inpassato, lo sviluppo del nostro Paese”.

Moreno Milighetti con Cordova e Bianchi

servizio bibliotecaservizio biblioteca

SIRACUSA / Il Gran Maestro Raffi festeggia la loggia “Archimede”

Sessant’anni e due giorni di celebrazioni

P er festeggiare i sessant’anni della sua ricostituzione laloggia “Archimede” (342) di Siracusa ha scomodatoaddirittura Garibaldi approfittando del suo bicentena-

rio della nascita commemorato, in tutto il 2007, anche e so-prattutto dalla Massoneria. Anche la “Archimede” ha celebra-to il propio compleanno per un anno intero e la grande mani-festazione del 15 e 16 dicembre è stata la conclusione di unaserie di iniziative a carattere pubblico e riservato. Significati-va quella dello scorso giugno con la presentazione “accade-mica” del volume “Architettura e Massoneria” di Marcello Fa-giolo.Le due giornate siracusane sono state oggetto di grande at-tenzione da parte della stampa, anticipando l’evento e pubbli-cando una cronaca completa degli avvenimenti alla quale ri-mandiamo nella nostra rubrica rassegna stampa.Il programma ha proposto il 15 dicembre un convegno al Pa-lazzo del Governo della Provincia di Siracusa dal titolo “Da Ga-

ribaldi alla Loggia Archimede – 60 anni dalla ricostruzione del-la Loggia Archimede”. Hanno portato contributi, dopo il salutodel maestro venerabile della loggia Giovanni Conigliaro, il GranMaestro Onorario Morris Ghezzi, il Grande Oratore AggiuntoBent Parodi, il fratello Benedetto Brandino (attuale maestro ve-nerabile della “Archimede”). I lavori, moderati dal garante d’a-micizia Biagio Scandurra, sono stati chiusi dal Gran MaestroGustavo Raffi che ha partecipato a tutte le iniziative dei duegiorni. Erano presenti anche il presidente della Provincia Bru-no Marziano e il sindaco Giambattista Bufardeci che hanno sa-lutato il pubblico ed espresso soddisfazione per l’iniziativa. Bu-fardeci, in particolare, ha detto di essere figlio di un massone,scomparso da qualche anno, proprio della loggia “Archimede”.Numerosissima la partecipazione massonica da tutta Italia, an-che alla tornata di loggia che si è svolta in serata. Erano pre-senti rappresentanze delle logge: “Giustizia e Libertà” ed“Hermes” di Siracusa, “Stretta Osservanza”, “Centrale”, “Ri-

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Il convegno al Palazzo della Provincia

16 dicembre. L’articolo è stato pubblicato nella rubrica rassegna stampa

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L e Stelle d’Oriente dell’Umbria ospiti dei fratelli abruz-zesi. La loggia “Ariel” (1252) di Francavilla al Mare, conil patrocinio del Collegio circoscrizionale dei maestri

venerabili di Abruzzo e Molise, ha organizzato il 17 novembreuna conferenza di Tiziana Cassetti, worthy matron del capitoloIside (10) di Perugia dell'Ordine paramassonico della Stellad'Oriente, sul tema “Il cammino iniziatico della Stella d'Orien-te attraverso i suoi simboli. Complementarietà dei lavori fem-minili e maschili”.Nella casa massonica di Francavilla, sede dell’incontro, la par-tecipazione è stata altissima: numerosi rappresentanti di loggedi tutta la regione, accompagnati dalle mogli, hanno seguitocon attenzione la relazione della worthy matron Cassetti sulleorigini dell'Ordine della Stella d'Oriente, le sue finalità e il sim-bolismo di base, evidenziando i molteplici elementi di possibi-le scambio e confronto con il lavoro massonico vero e proprio.Tra il pubblico, significativa la presenza del presidente circo-scrizionale Riccardo Dorati, del grande ufficiale Fausto Bellan-te, del giudice della Corte Centrale Vincenzo Bua e del presi-dente del Circolo di corrispondenza della loggia perugina“Quatuor Coronati” (1166), Raffaele Stoppini.L’incontro è terminato con uno scambio di doni tra il maestrovenerabile della “Ariel” Vincenzo De Lauretis e Tiziana Casset-

ti, per il suo capitolo, e con un’agape organizzata dal Collegio.Entro la prima metà di quest’anno è previsto un nuovo appun-tamento con l’Ordine della Stella d’Oriente che i fratelli abruz-zesi e molisani ritengono un ottimo ausilio per creare un tes-suto massonico solido e proficuo nella loro circoscrizione.

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sveglio-Sicilia Libera” e “Triquetra” di Palermo, “Giuseppe Ga-ribaldi” di Catania, “Atena” di Favara, “Concordia” e “GiuseppeGaribaldi” di Agrigento, “Sigonella Traveller’s Lodge” di Sigo-nella, “Galileo Galilei” di Roma, “La Pigneta” di Ravenna. Tra ifratelli, oltre quelli citati, hanno partecipato i garanti d’amiciziaAnnino Roberto, Giuseppe Lo Sardo, Liborius Ceran, il GrandeUfficiale della Gran Loggia Nazionale Francese Giancarlo Car-doni. Il nostro Grande Ufficiale Salvo Pulvirenti ha accompa-gnato il Gran Maestro Raffi che, nel corso dei lavori, ha rice-vuto l’affiliazione onoraria alla loggia insieme al Gran MaestroOnorario Ghezzi e al Grande Oratore Aggiunto Parodi. Sempre

nel corso della tornata il Gran Maestro ha decorato BiagioScandurra, ex venerabile della “Archimede” e Grande Rappre-sentante della Gran Loggia di Haiti presso il Grande Oriente d’I-talia, con le insegne dell’Ordine “Giordano Bruno”.L’indomani è stata la giornata dell’ingresso pubblico alla casamassonica al cui esterno, prima dell’apertura, è stata collocatauna targa con il nome e il simbolo del Grande Oriente d’Italia. Nu-merosa l’affluenza “non massonica”: i visitatori sono stati guidatinei locali dai fratelli che hanno spiegato il significato dei simbolie degli arredi all’interno del tempio. Un’analoga iniziativa si erasvolta nel febbraio 2007 nella sede del Grande Oriente a Catania.

FRANCAVILLA / La loggia “Ariel” ospita le Stelle d’Oriente

Conferenza sul cammino iniziatico

Tiziana Cassetti tra il presidente Dorati (a sinistra) e il venerabile De Lauretis

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POPPI / L’Istituto Studi Storici Tommaso Crudeli invita i massoni newyorkesi

Per il primo martire della MassoneriaL’antico Palazzo Crudeli di Poppi, situato sulla cima del colle chesovrasta l’intera vallata dell’alto Arno, ha ospitato il 9 dicembreuna delegazione della Gran Loggia dello Stato di New York gui-data dal Gran Maestro Neal I. Bidnick.E’ stata la seconda visita nel 2007 della Massoneria newyorkesedopo quella di aprile in occasione della sua partecipazione al-l'assemblea annuale del Grande Oriente a Rimini.L’invito è giunto dall’Istituto Studi Storici Tommaso Crude-li, dedicato al massone Tommaso Crudeli, condannatoingiustamente dall'Inquisizione.L’istituto, retto da un discendente, opera da vent’anniper custodire e divulgare la memoria di questo martiredel libero pensiero e organizza eventi culturali di altoprofilo. Per la seconda visita, in pochi mesi, dei fratellinewyorkesi, ha realizzato una manifestazione ad hoc,articolata in più momenti.Il programma ha avuto inizio con lo scopri-mento di una lapide di pietra nella facciataprincipale di Palazzo Crudeli, la cui epi-grafe – in inglese e con le dovute ab-breviazioni di testo massoniche – ricor-da la visita dello scorso aprile della rap-presentanza statunitense insieme a un fol-to gruppo (in tutto erano 40 persone)delle logge “Garibaldi” e “Mazzini” diNew York. L’iscrizione termina con l’invo-cazione al Grande Architetto dell’Universo edè una delle pochissime citazioni su suolo pubblico inalfabeto latomico. Alla cerimonia erano presenti il sindaco Graziano Agostini, vesti-

manifestazioni manifestazioni

CCAAGGLLIIAARRII – La loggia cagliaritana“Giorgio Asproni” (1055) organizza peril 1° marzo febbraio (ore 17,30) una ta-vola rotonda sul contributo dei liberimuratori alla diffusione della culturalaica in Sardegna tra Ottocento e No-vecento. Patrocinata dal Collegio cir-coscrizionale della Sardegna, l’iniziati-va si svolgerà a Palazzo Sanjust (Piaz-za Indipendenza 1), sede massonica re-gionale, e offrirà l’occasione di pro-muovere, alla presenza del Gran Mae-stro Gustavo Raffi, il libro “GiorgioAsproni, eredità morale e attualità po-litica” che contiene gli atti del conve-gno nazionale realizzato dall’officinanel novembre 2006 per il suo venten-

nale di nascita e il 130esimo anniversa-rio della morte del politico sardo.Il volume, curato dalla storica AnnaMaria Isastia, autrice di numerosi sag-gi sulla Massoneria e i suoi personag-gi (il più recente è “L’eredità diNathan. Guido Laj, 1880-1948, Pro sin-daco di Roma e Gran Maestro”) saràpresentato dagli storici Paolo Gastaldi(Università di Pavia), Santi Fedele(Università di Messina) e Tito Orrù,decano dell’ateneo cagliaritano, insi-gnito dal Gran Maestro Raffi dell’ono-rificenza “Galileo Galilei”. Sarà presen-te anche la curatrice.

FFIIRREENNZZEE – Si è svolta il pomeriggio

del 5 dicembre, alla Fondazione Spa-dolini, la cerimonia di assegnazionedel “Premio Domizio Torrigiani” istitui-to, per il suo centenario di fondazione,dalla loggia fiorentina intitolata alGran Maestro del Grande Oriente d’I-talia, martire del fascismo.Sono stati premiati due studenti del-l’ultimo anno del Liceo sperimentaleSan Giovanni, autori dei migliori ela-borati sul tema “Sussidiarietà, volonta-riato e solidarietà”. Hanno partecipatoalla premiazione il Gran Maestro Ag-giunto Massimo Bianchi, il presidentedel Collegio circoscrizionale StefanoBisi, il presidente delle logge di Firen-ze Roberto Bartoli.

IINN BBRREEVVEE

TTOOMMMMAASSOO CCRRUUDDEELLII

Nacque nel 1703 a Poppi, nel Casentino, da un’abbiente fa-miglia di giuristi. Nel 1723 anch’egli si laureò in legge a Pisa,ma decise di non esercitare la professione e di dedicarsi al-

le lettere e all’insegnamento. Contrariamente ai co-stumi, rinunciò al maggiorascato a favore dei

fratelli. Dopo un soggiorno a Venezia presso i contiContarini si stabilì a Firenze, dove intrecciòstretti rapporti con il mondo culturale ingle-se, assieme a un gruppo di fraterni amici tracui Antonio Cocchi. Spinto dal suo pensieroeterodosso e dall’agile eloquio, nel 1733 lessein Santa Croce (Cappella de’ Pazzi) un’ode fu-

nebre per Filippo Buonarroti, che determinòla sua futura condanna da parte della

Chiesa. Nel maggio 1735 fu ammessoalla loggia massonica di Firenze, laprima in Italia, fondata dagli ingle-si.Il 9 maggio 1739 fu arrestato a Fi-renze e rinchiuso nelle carceri del-la Santa Inquisizione in Santa Cro-ce. Dopo sedici mesi trascorsi incondizioni durissime, fra i moltepli-ci, cruenti tentativi di estorsione daparte del Sant’Uffizio, nell’agosto

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Il Teatro di San Girolamo ha ospitato, ilpomeriggio del 6 gennaio, il tradizio-nale “Concerto dell’Epifania”, eventobenefico organizzato da cinque annidall’Associazione “La Piramide”, ema-nazione della loggia “Burlamacchi”(1113) di Lucca. Il ricavato, sempre de-voluto a bambini e anziani disagiati (iprimi tre anni all’Anffass e nel 2007 al-la Consulta delle Associazioni del Vo-lontariato), quest’anno è stato conse-gnato, su invito del sindaco, all’asses-sorato comunale per le Politiche Socia-li che lo destinerà al costituendo comi-tato per la cura delle gravi patologiepediatriche. Questo è il primo contri-buto.Il concerto tenuto dal pianista RobertoCappello – che ha eseguito musiche diLiszt, Ravel e Gerschwin – ha registrato il tutto esaurito. Nel-le prime file hanno preso posto le autorità massoniche e “pro-fane” con il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi, il presi-

dente del Collegio toscano Stefano Bisi, ilsuo predecessore Arturo Pacinotti, il fra-tello Vittorio Vanni, insieme al senatoreNedo Poli, al presidente della Camera diCommercio di Lucca Claudio Guerrieri, aldirettore dell’Associazione Industriali, po-litici ed amministratori, Vittorio Armani.Folta la presenza di massoni tra il pubbli-co, non solo di Lucca, ma anche di Livor-no, Viareggio e Pistoia.“Noi dell’Associazione “La Piramide” – hadetto il maestro venerabile Gino Bertiniall’assessore Angelo Monticelli – deside-riamo collaborare e far parte di questocomitato perché è nella nostra natura es-sere solidali verso le persone che soffro-no e soprattutto quando si tratta di bam-bini”.Monticelli, ringraziando, ha espresso pa-

role di apprezzamento per l’iniziativa accettando il sostegnodell’associazione.“Il nostro saluto e il nostro ringraziamento – ha concluso Ber-

to della fascia tricolore, dal vicesindacoPaola Tognarini (che ha scoperto la la-pide con la signora Bidnick) e dall’as-sessore Luciano Pancini, accompagnatida ufficiali del comune in divisa oltre chedal labaro di Poppi. Dopo i vari inter-venti, primo tra tutti quello del sindaco,il Gran Maestro Bidnick ha consegnatoal primo cittadino un dono per la chie-sa cattolica locale. Si tratta di un calicesormontato da un coperchio con croci-fisso, senza alcun simbolo massonico macon la scritta significativa “Per l’umanitàuniversale”.Il regalo, inatteso e non concordato, co-me invece accade per protocollo, nonha mancato di sorprendere i presenti.Subito dopo, il Gran Maestro di NewYork, dichiaratosi ebreo, ha chiesto alsindaco di visitare le chiese di Poppi.Davanti al tempio di San Torello, di cuiha voluto vedere anche la cripta con lespoglie mortali del santo, ha rilasciatoun’intervista televisiva, diffusa a livelloregionale. E non sono mancati i lavori massonici.Nella stessa giornata i fratelli america-ni, raggiunti dal Gran Maestro Aggiunto

Massimo Bianchi e dal Gran MaestroOnorario Mauro Lastraioli, hanno magi-stralmente condotto una tornata rituale,forse la prima nella storia di Poppi. Du-rante la serata e nella mattinata succes-siva il Gran Maestro Bidnick ha accetta-to di registrare, per le strade e nel Pa-lazzo Crudeli, alcuni spezzoni video aduso divulgativo e a nome della Masso-neria dello Stato di New York. Tutte queste attività, compresa la cenacon le autorità di Poppi e personalità delCasentino, hanno sollevato un’eccezio-nale attenzione sulla località e la figuradi Tommaso Crudeli che si cerca didiffondere anche all’estero.L’Istituto di Studi Storici Tommaso Cru-deli ha già preso accordi con il settoremuseale dell’Università di Harvard peruna esposizione dedicata al martire, acui viene attribuito il sacrificio a dife-sa dei diritti umani e della liberaespressione eterodossa. Non a caso, aseguito dell’affaire Crudeli, l’illuminatoLeopoldo di Lorena, Granduca di To-scana e massone, fece chiudere, perprimo in Europa, il tribunale dell’Inqui-sizione.

del 1740 Tommaso Crudeli fu condannatoper eresia e confinato nella propria casaa Poppi; ma il suo fisico era già definiti-vamente segnato. Nei quattro anni di iso-lamento raccolse e dettò, tra i gravi po-stumi della carcerazione, la gran partedelle sue poesie e prose, nonchè la nar-razione della detenzione e del processoad opera del Sant’Uffizio, che vennestampata anonima da Francesco Becatti-ni (1782) e recentemente ritrovata mano-scritta, con le chiose autografe del poe-ta, nella Biblioteca Estense di Modena.Il 27 marzo del 1745 si spense a Poppi. Lacondanna per eresia non ebbe termine:la sua opera letteraria fu posta all’Indicee i suoi fratelli dovettero misconoscereogni opera del congiunto.Il martirio di Crudeli non fu però inutile:il Granducato della Toscana, infatti, fecechiudere il Tribunale del Sant’Uffizio nel1743, provvisoriamente, e nel 1782 defini-tivamente, con l’abbattimento materialedell’edificio (ingresso nel chiostro diSanta Croce a Firenze).

www.crudeli.org

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LUCCA / Iniziativa della loggia “Burlamacchi”

Concerto dell’Epifania

L’interno del Teatro di San Girolamo

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Con una brevema significativacerimonia nellacasa massonicadi Massa Marit-tima, il GranMaestro Ag-giunto MassimoBianchi ha con-segnato il 19 di-cembre l’asse-gno di 10milaeuro del GrandeOriente d’Italiaall’Associazionedi Misericordiadi Prata, in pro-vincia di Gros-seto, per l’ac-quisto di un’au-toambulanza. Ilcontributo èstato affidato alpresidente dell’associazione, Benito Starnini, alla presenza delGran Maestro Onorario Mauro Lastraioli, del presidente circo-scrizionale della Toscana Stefano Bisi, del consigliere dell’Or-

dine Renzo Cappel-lini, dei maestri ve-nerabili delle loggemassetane “Vetulo-nia” (123) e “Giusti-zia e Libertà” (823),Gianpiero Cagliano-ne e Luigi Quattruc-ci. La donazione sanci-sce lo stretto lega-me tra la Massone-ria di Massa Marit-tima e il paese diPrata che così puòaffrontare la diffi-coltà di collega-menti, per la suaposizione impervia,e la mancanza distrutture adeguatealla salute dei suoiabitanti.

Il presidente Starnini, accettando il contributo, ha ringraziato ilGrande Oriente d’Italia a nome dell’Associazione di Misericor-dia e dell’intera popolazione di Prata.

tini rivolgendosi al pubblico – va a tutti voi che avete accoltoil nostro invito e con la vostra presenza avete fatto un gestod’amore e di solidarietà verso i bambini che soffrono”.“Un saluto e un ringraziamento particolare – ha aggiunto –va al Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia Mas-simo Bianchi e al presidente del Collegio dei maestri venera-bili della Toscana Stefano Bisi che hanno creduto nella nostraattività e ci hanno sempre sostenuto. Non solo continueremo

in questa lodevole iniziativa, divenuta un punto fisso nel ca-lendario delle iniziative lucchesi, ma cercheremo di miglio-rarla e possibilmente, con il supporto della città, ampliarlacon nuovi progetti. Il nostro impegno di umana solidarietà,che continuamente mettiamo in pratica nel silenzio delle no-stre anime, fa parte del pensiero e della filosofia della Mas-soneria assieme ai principi universali di libertà, fratellanza etolleranza”.

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La loggia massonica“Ombrone” (122) di Grosseto, aderente alGrande Oriente d’Italia, ha deciso di con-tribuire alla realizzazione della casa fami-glia della Fondazione Il Sole, effettuandouna donazione di 1.500 euro.A consegnare il contributo al presidentedella fondazione, Massimiliano Frascino,sono stati Luigi Paragona, che riveste lacarica di ‘maestro venerabile’, e CarloCassioli, tesoriere della loggia.“L’interesse e la disponibilità manifestati

dagli aderenti alla loggia “Ombrone” per ilnostro progetto – spiega Fascino – ci han-no fatto davvero molto piacere. Per la Fon-dazione e i suoi attivisti, infatti, è motivodi orgoglio essere riusciti ad attrarre l’at-tenzione di tutti gli ambienti culturali citta-dini, guadagnando la fiducia anche diun’associazione di grandi tradizioni comela Massoneria. Come ha spiegato il signorParagona, tra i compiti della Massoneriac’è anche quello di fare opere di solida-rietà concreta, e per questo ringrazio sin-

ceramente la loggia “Ombrone” per averscelto il progetto della Fondazione Il Sole”.

Grosseto / La loggia “Ombrone” dona 1500 euro per una casa famiglia

Contributo alla Fondazione Il Sole

MASSA MARITTIMA / Iniziativa benefica delle logge massetane

Autoambulanza per Prata

Il Gran Maestro Aggiunto Bianchi consegna il contributo del Grande Oriente al presidente Starnini

La casa famiglia in costruzione

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notizie dalla comunionenotizie dalla comunione

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CORTONA –– Il 5 dicembre la loggia “Elia Coppi” (930)di Cortona ha festeggiato i primi trent’anni di vita. L’officina por-ta il nome di frate Elia Coppi che fu discepolo di San Francescoe poi Ministro dell’Ordine dei Frati Minori Francescani, prima dientrare a far parte della corte di Federico II, a seguito della sco-munica papale. Le due esperienze gli permisero di operare nelladoppia prospettiva di “sacro” e “profano”, senza mai però confon-dere e intrecciare l’uno con l’altro, grave errore che usava attri-buire ad altre importanti istituzioni del tempo.I principali interventi della tornata, svoltasi nel tempio di Corto-na, sono stati incentrati proprio su questa figura e sulla loggia,nata e cresciuta in una terra di forti tradizioni ecclesiastiche e dasempre baluardo di laicità. Significativi quelli del maestro vene-rabile Sergio Ceccarelli, del fratello Marco Conti e del Gran Mae-stro Aggiunto Massimo Bianchi, presente alle celebrazioni, cheha inoltre ricordato gli importantissimi avvenimenti del GrandeOriente d’Italia nelle ultime settimane: la partecipazione allo “Spe-cial Meeting” della Gran Loggia Unita d’Inghilterra e la ripresa uf-ficiale dei rapporti con la Gran Loggia Nazionale Francese dopoben 14 anni.Tra i numerosi ospiti alla tornata, è da segnalare la presenza delpresidente del Collegio circoscrizionale della Toscana Stefano Bi-si, del vicepresidente Moreno Milighetti e del garante di amiciziaRinaldo Giannelli, insieme a rappresentanze delle logge: “DanteAlighieri” (827) e “Benedetto Cairoli” (119) di Arezzo, “XX Set-tembre” (604) di Montepulciano, “Arbia” (138) e “Montaperti”(722) di Siena, “Alberto Mario” (121) di Sansepolcro, “XX Giugno1859” (1286) e “Francesco Guardabassi” (146) di Perugia.

MONDOVÌ –– La loggia monregalese “Fratellanza” (953)di Mondovì ha celebrato il 15 dicembre trent’anni di nascita conuna tornata rituale solenne nel tempio della città. Erano presenti

il Gran Maestro Onorario Maurizio Volkhart, l’ex Gran MaestroAggiunto Mario Misul, il consigliere dell’Ordine Franco Sannia, ilpresidente del Collegio dei maestri venerabili di Piemonte e Val-le d’Aosta Marco Jacobbi e i fratelli delle logge cuneesi.Nel corso dei lavori, il fratello Paolo Maria Vannini, fondatore del-l’officina, ha effettuato un excursus storico, dall’innalzamento del-le colonne ad oggi, ricordando l’esistenza, già nel 1860, di unaloggia “Fratellanza” a Mondovì.Il maestro venerabile Pier Franco Sciolla ha poi ufficializzato l’i-stituzione del “gioiello di loggia”, investendone tutti i fratelli.Tra gli intervenuti il presidente circoscrizionale Jacobbi ha an-nunciato, in chiusura, l’attribuzione da parte del Gran MaestroGustavo Raffi dell’onorificenza “Giordano Bruno” al fratello Pao-lo Maria Vannini per i suoi meriti in oltre trent’anni di attività mas-sonica.Un’agape fraterna ha chiuso le celebrazioni.

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CONVEGNO ALLA PROVINCIA / Due giorni di celebrazioni per il 60º anniversariodella ricostituzione della loggia Archimede

Massoneria “trasparente”Il Gran Maestro Raffi: Non abbiamo segreti. Ma siamo riservati”Paola Altomonte

Un convegno di studi intitolato “Da Gari-baldi alla loggia Archimede”: E’ questa l’i-niziativa che si è tenuta il 15 dicembre, alpalazzo del Governo di via Roma, per ce-lebrare i sessant’anni della Massoneria si-racusana e in particolare della loggia Ar-chimede che, fondata nel 1894, fu inter-rotta, a seguito delle leggi fasciste, nel1925, e ricostituita ufficialmente nel 1947.Il convegno, che si è avvalso del patroci-nio del Comune e della provincia di Sira-cusa, del collegio circoscrizionale deimaestri venerabili della Sicilia e dall’As-sociazione culturale Giordano Bruno, èstato aperto dai saluti del presidente del-

la Provincia, Bruno Marziano e del sinda-co, Giambattista Bufardeci. “Sono molto soddisfatto – ha dichiaratoMarziano – che questa iniziativa si svolgaproprio nel palazzo dell’istituzione pro-vinciale e soprattutto che sia dedicata auna figura memorabile come quella di Ga-ribaldi, troppo spesso offuscata e appan-nata”. Bufardeci ha invece posto l’accentosulla lunga tradizione massonica dellapropria famiglia, soffermandosi in partico-lare sulla figura del padre e sulla lungastoria della Massoneria, basata sui princi-pi della fratellanza – ha dichiarato – edell’uguaglianza”. Quindi ha aperto i lavo-

ri il maestro venerabile della loggia, Gio-vanni Conigliaro, che ha portato i proprisaluti. Al convegno, moderati da BiagioScandurra, sono intervenuti Morris Ghez-zi, sociologo del diritto all’università diMilano e Gran Maestro Onorario del Gran-de Oriente d’Italia su “Garibaldi massone”,Bent Parodi, giornalista e scrittore e Gran-de Oratore Aggiunto del Grande Oriented’Italia. sul “Ruolo sociale della Massone-ria siciliana” e Benedetto Brandino su“Origine e storia della loggia Archimede”. Ha infine chiuso i lavori il Gran MaestroGustavo Raffi che ha posto l’attenzione sualcuni valori fondanti della Massoneria,

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culla storica del pensiero laico e della li-bertà intellettuale, “che – ha spiegatoRaffi – costituisce un punto di riferimen-to per un dialogo libero da ogni condi-zionamento dottrinario e metafisico, unpunto di riferimento per ricostruire unavisione del mondo a misura d’uomo e cheabbia nei lavori della tolleranza, dell’u-guaglianza, della solidarietà e della li-

bertà i principi regolatori dei rapporti tragli uomini, E’ con questo spirito – haconcluso Raffi – che dialoghiamo con lasocietà civile e partecipiamo alla vita cul-turale e sociale della città di Siracusa”.Morris Ghezzi si é invece soffermato sul-la Massoneria intesa non come ideologiabensì come metodo, come possibilità dicritica e di riflessione, uno spazio “dove

ciascuno – ha chiarito – può pensarlacome crede”. Una concezione, questa, ribadita anche daBent Parodi che si è soffermato sulla fun-zione quasi “educativa” della Massoneria,“i valori laici e di libertà su cui si fonda –ha precisato – hanno un forte senso oggipiù che mai. In un momento in cui sonotramontate tutte le ideologie, in cui si par-

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La pubblica il Grande Oriente con i consigli del gran maestro, si acquista on line

Smemoranda? No, l’agenda massonicaVito Francesco Paglia

la di disagio della civiltà e in cui anche leconfessioni religiose hanno difficoltà a dia-logare, la Massoneria, basata sulla laicità el’uguaglianza dei diritti, può costituire unsaldo ancoraggio e una speranza per i gio-vani. E infatti nell’ultimo decennio – haconcluso Parodi – sempre più ragazzi han-no bussato alle porte del tempio, assetati divalori e di punti di riferimento”, E il 16 di-cembre, sempre nell’ambito delle celebra-zioni della loggia Archimede, la più anticadi Siracusa, apertura pubblica della casamassonica della città che si trova in via Ar-senale 54. Un’ulteriore testimonianza, questa, dellapolitica della trasparenza che ormai da an-ni contraddistingue l’attività del GrandeOriente d’Italia di palazzo Giustiniani.“Quella della Massoneria – ha infatti pre-cisato Biagio Scandurra – non è segretez-za bensì riservatezza”.

Anche il Gran Maestro alle celebrazioni per i 60 anni della loggia “Archimede”

Raffi: la Massoneria può contribuire al progressoFrancesco Alfieri(...)“Abbiamo intrapreso un percorso che parte da Garibal-di e continua ancora oggi con tanti uomini di minore visibi-lità – ha affermato il Gran Maestro Gustave Raffi –; imma-giniamo che possiamo tanto contribuire al progresso dellanostra Italia oggi più di prima, visto che la politica non creaoccasioni di confronto e di dialogo. Il sale della democra-zia rimangono i partiti – ha concluso Raffi – ma noi, poi-ché sganciati dalla gestione del potere, siamo in grado dianalizzare i processi politico-sociali in modo più obiettivo easettico. Un modo per uscire dalla “riservatezza” del pas-sato e scuotere la società contro il qualunquismo? Fatto sta

che la Massoneria vuole ricreare un dibattito sociale e poli-tico oramai scomparso. “Non siamo depositari di verità as-soluta ma dominati dal relativismo”, ha sottolineato BentParodi, giornalista, scrittore e oratore aggiunto del GrandeOriente d’Italia, siamo stati costretti alla risevatezza per l’o-stracismo della Chiesa nei nostri confronti.

LOGGIA ARCHIMEDE

Basta misteri la massoneriapunta tutto sulla trasparenza

Un tempio, una chiesa, un partito, una palestra di pensiero che attrae a sé con de-dizione e affetto i massoni, potrebbero essere le sfaccettature che oggi rappre-sentano l’attualizzazione della Massoneria aretusea che il 16 dicembre ha conclu-so la celebrazione dei 60 anni dalla ricostruzione della “Loggia Archimede” con loscoprimento di una targa all’ingresso del tempio massonico. L’apertura delle por-te del proprio tempio al pubblico per visitare i luoghi e le simbologie di un mon-do ancora tanto misterioso che nei secoli ha conservato una religione laica e nondogmatica, come una chiesa illuministica dove la fede scaturisce dalla ragione e laragione della conoscenza. “Oggi è la testimonianza che la nostra realtà ha ragion d’essere più di ieri – hasottolineato il Gran Maestro Gustavo Raffi – e la realtà aretusea, per tradizione epersonaggi, è un modello nazionale. Occorre liberarsi del culto di sé e incomin-ciare a concepire l’uomo come essere del dubbio: l’errore è una ricchezza”. f.a

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6 gennaio 2008

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Il titolo del Giornale di Sicilia del 16 dicembre

“Smemoranda”? “No grazie, ho l’agenda del Grande Oriente d’I-talia!”Anche la Massoneria, come i giornalisti, i parlamentari o i sinda-cati, si organizza. Formato: 17,5 x 24,8 con ben 16 pagine a colori.

All’interno sono inserite: la presentazione del Gran Maestro, le ca-riche istituzionali del Grande Oriente d’Italia, le scadenze e gli ap-puntamenti dell’anno massonico in corso e gli indirizzi utili. Il tut-to in 336 pagine che contengono dall’agenda giornaliera alle sche-

CORRIERENAZIONALE

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de personali del Fratello. L’agenda massonica 2008 è dispo-nibile online al prezzo di 20 euro più spese di spedizione.Un prodotto nuovo lanciato su un mercato, in realtà, già ric-co di offerte. Anche le richieste di antiquariato o oggettisti-ca massonica aumentano. Infatti basta un click per avere ac-cesso ai diversi portali internet e poter acquistare online daiportasigarette ai ciondoli tutti rigorosamente contrassegna-ti dalla squadra e dal compasso. Anche uno dei siti più no-ti di vendite su Internet, Ebay, ha una vastità di offerte im-pressionante. Cappellini, medaglie della Massoneria ingle-se o francese, polo “griffate”. L’idea dell’agenda è ancheuna maniera per rendere “trasparente” quella che spessoviene considerata una “setta”.Nella sola Umbria, roccaforte della Massoneria, le logge so-no 28 e contano un migliaio di membri. La più antica, laGuardabassi, risale a 125 anni fa. “La Massoneria è, innan-zitutto, una scuola di vita – spiega Giancarlo Zuccacciaesponente perugino – che ha sempre vantato una fede edei principi che hanno sempre puntato a migliorare l’aspettointeriore”.“Da qualche tempo – dice Zuccaccia – proprio quei prin-cipi, il mantener fede alle tradizioni, l’espressione del con-cetto di “amore” per il prossimo, sembrano essere stati sot-terrati a causa anche del particolare periodo storico che stia-mo vivendo”.Va ricordato che in Italia la prima Loggia massonica fu fon-data nel 1732 a Firenze e fu opera di residenti inglesi. Il cen-tro più importante di sviluppo massonico sembra sia statoNapoli, ma anche nello Stato sabaudo la Massoneria assu-me progressivamente grande rilievo. In Italia la Massoneriaha sempre contato migliaia di “Fratelli”. Sicuramente colnuovo anno tutti gli adepti si saranno muniti di carnet. In-somma se Chatwin rese nota la Moleskyne, a lanciare que-sta agenda ci penseranno le logge.

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• Formato: 17,5 x 24,8• 16 pagine a colori con la

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Nascel’AGENDAMASSONICA

8 gennaio 2008

LIVORNO. Se n’è andato in puntadi piedi, spegnendosi senza sof-frire. La famiglia, vale a dire i fi-gli Alberto e Lina, ha rispettatole sue volontà fino in fondo, di-sponendo la cremazione del cor-po e dando notizia della mortesolo a esequie avvenute. Flam-men Del Corona (nella foto)avrebbe compiuto 88 anni nelprossimo marzo. Era una perso-na assai conosciuta. E’ morto neigiorni scorsi, nella sua casa divia Carolina Internari. Era un uo-mo proveniente dall’ambiente

portuale, animato dagrande passione politica.Fu consigliere comunalesocialista e, sempre per ilPsi, fece l’assessore allacultura dal 1980 al 1983,nella giunta guidata dalsindaco Alì Nannipieri. Inquegli anni Del Corona ri-coprì anche l’incarico dipresidente del collegiodei maestri venerabilidella massoneria toscana.Fu, insomma, numero unoregionale del Grande

Si è spento Flammen Del CoronaDa massone combattè la loggia P2Luciano De Majo

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Oriente. Una milizia riconosciuta recentemente, quando, nellecelebrazioni per il centenario della morte di Adriano Lemmi, ilGran Maestro della Massoneria di palazzo Giustiniani GustavoRaffi ha voluto consegnargli al teatro Goldoni la massima ono-rificenza massonica, l’Ordine di Giordano Bruno classe oro. Nelpanorama massonico locale Del Corona guidò la “Scienza e la-voro”, loggia madre dell’Oriente di Livorno, e fondò la loggia“Adriano Lemmi”, fra le più attive e conosciute in città. “ConFlammen Del Corona – dice Massimo Bianchi, numero due del-la Massoneria italiana – scompare sicuramente un pezzo dellanostra storia migliore e una persona coerente, anche nei mo-menti di maggiore discussione. Fu uno dei primi che segnalòl’anomalia della P2 e intuì che quella vicenda avrebbe prodot-to gravi danni per la Massoneria”. Flammen Del Corona prove-

niva dagli ambienti portuali. Aveva conosciuto le banchine e iproblemi che caratterizzavano quel mondo così tipico dellacittà. Anche gli ormeggiatori del porto, di cui fu amministrato-re, ne ricordano adesso la figura con cordoglio e commozione.Ma la sua era una famiglia livornese fino al midollo. Lo testi-moniano i nomi che il padre e la madre avevano scelto per luie per i numerosi fratelli: Flammen era, infatti, il nome del pro-tagonista di “Lodoletta”, la sorella Suzel porta il nome di unodei personaggi più importanti dell’“Amico Fritz”. L’amore per ilmelodramma mascagnano si capiva, insomma, già dai nomi chei fratelli Del Corona si sarebbero portati dietro per tutta la vi-ta. Un altro dei fratelli di Flammen, Nadir (anche questo nomelirico, protagonista dei “Pescatori di perle” di Bizet), era statodirigente della Compagnia portuale.

Bologna e la Massoneria, un connubioantico quasi come la storia della città. Adandare oltre il luogo comune e le “leg-gende metropolitane” – stiamo natural-mente parlando della Massoneria legale eufficiale (e non di quella deviata che tan-ta responsabilità ha in alcune delle pagi-ne più oscure della storia di questo no-stro difficile Paese) – ci aiuta un librouscito da poco, Bologna massonica. Leradici, il consolidamento, la trasformazio-ne del latomismo felsineo (edito daClueb, pp. 346, euro 25), nel quale variautori ripercorrono la (lunga) storia se-greta delle logge cittadine. Il curatore è

Giovanni Greco, professore di Storia con-temporanea alla facoltà di Scienze dellaformazione dell’Università di Bologna(dove presiede il corso di laurea in Ope-ratore culturale), a Giurisprudenza aModena e Reggio Emilia, e presso l’Ac-cademia militare di Modena, con all’at-tivo oltre 127 pubblicazioni. Fra i suoiultimi volumi, insieme alla storia del-

la massoniera felsinea, Il diritto e il rove-scio della storia (Napoli 2006) e Flagellid’Italia (Cesena 2006, con Davide Mon-da).

PPrrooffeessssoorr GGrreeccoo,, ppeerrcchhéé llaa ssttoorriiaa ddii BBoolloo--ggnnaa,, aanncchhee nneell sseennssoo ccoommuunnee,, ssii iinnttrreecccciiaaddaa sseemmpprree ccoonn qquueellllaa ddeellllaa MMaassssoonneerriiaa??“Bologna ha indubbiamente una tradizio-ne massonica di alto profilo e di respiro

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storia e culturaBologna, 15 dicembre 2007

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La Rivista Massonica

Tra i membri iscritti si contano anche

Aglebert e Minghetti,Ugo Bassi,

Carducci e Pascoli

La Charta di Bolognaè il più antico

documento cheattesti esistenza

e regoledell’associazione

E’ uscito, edito da Clueb, un volume dedicato alla tradizione felsinea della ‘societàsegreta’: ce ne parla il curatore Giovanni Greco

Storia e virtù delle logge celate all’ombra dei porticiMassimiliano Panarari

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internazionale.Basti pensareche è bologne-se il documentonormativo piùantico al mon-do della proto-Massoneria me-dievale: alludoalla cosiddetta“Charta di Bo-logna” del 1248,con logge felsi-nee di cui si hanotizia sin daldodicesimo se-colo. Da queltempo – e spe-cialmente dallaseconda metàdel Settecento– fino ad oggi,la vita sostan-ziale della cittàappare intrec-ciata col dive-nire dell’attività massonica la quale, difatto, ha saputo spesso fondersi econfondersi virtuosamente con i suoi mi-gliori gangli professionali e istituzionali.E non è certo un caso che il professorGianfranco Morrone, presidente del Col-legio circoscrizionale dell’Emilia Roma-gna, nella Presentazione del volume dame coordinato, abbia evidenziato legrandi potenzialità sociali e culturali del-la Massoneria nella Bologna del terzomillennio”.

QQuuaallii ttiippii ddii MMaassssoonneerriiaa ssoonnoo ssttaattii pprree--sseennttii ee iinnfflluueennttii aa BBoollooggnnaa?? “Nel Settecento il vero fulcro della Mas-soneria bolognese è rappresentato dal-l’ambiente nobiliare: mi riferisco soprat-tutto a uomini come il conte ProsperoFerdinando Ranuzzi, “soccorritore deimiseri” e cultore delle nuove scienze, ilmarchese Luigi Angelelli, generale, ilmarchese Muzio Spada Bonaccorsi, se-natore di Bologna e gonfaloniere, il con-te Carlo Caparra, il notaio Antonio Mar-chi e Ludovico Vittorio Savioli (1729-1804), ingegno acutissimo e versatile e –secondo Carducci – “il più grande citta-dino bolognese del XVIII secolo”. Nel-l’Ottocento e Novecento, accanto a mas-soni con questa matrice, si unirono arti-giani, commercianti, insegnanti, impiega-ti, che tendevano tutti quanti in primis

all’unità del Paese, e quindi alla sua sta-bilizzazione democratica. Nel Novecen-to, inoltre, la Massoneria bolognese, do-po la chiusura delle logge ad opera delfascismo, ha ricostituito le sue fila, ridi-

venendo unarealtà solida econservando, co-me da antica tra-dizione, un profilopubblico estrema-mente riservato”.

CChhii ssoonnoo ssttaattii iibboollooggnneessii eecccceell--lleennttii mmeemmbbrrii ddeelllleellooggggee mmaassssoonniicchhee??“Come si eviden-zia nel volumeBologna massoni-ca, immaginatoanche per celebra-re l’anniversariodei cento anni del-la nascita dellaloggia “Ca ira”(1908-2008), periniziativa delGrande Oriented’Italia in generalee del Collegio cir-

coscrizionale in particolare, fra i tantidel Settecento e Ottocento vorrei alme-no ricordare alcuni letterati, intellettuali,artisti quali Francesco Albergati Capacel-li, Antonio Aldini, Giuseppe Gioannetti,Alessandro Guidotti, Faustino Malagutidi Pragatto, Giambattista Ercolani, Augu-sto Aglebert, Giuseppe Barilli di Budrioalias Quirico Filopanti, Marco Minghetti,Giuseppe Pacchioni; giuristi come Giu-seppe Galletti, Giuseppe Petroni, Giusep-pe Ceneri; patrioti quali Luigi Zamboni,Ugo Bassi di Cento, Livio Zambeccari,Pietro Pietramellara, Paolo Bovi Campeg-gi, Gaetano Tacconi, Andrea Costa diImola. A costoro vanno aggiunte tantepersone, non nate a Bologna, ma il cuipercorso si è svolto prevalentementenella città: Giosue Carducci, Giovanni Pa-scoli, Olindo Guerrini e vari altri”.

EE ooggggii??“Oggi, il Grande Oriente d’Italia è tesoverso uno sforzo di trasparenza mai com-piuto prima d’ora e non è più ripiegato suse stesso e nelle sue dinamiche interne,altrimenti, come scrive il Gran MaestroGustavo Raffi, rischierebbe di ritrovarsimarginalizzato come un contenitore in-comprensibile o sterile, oppure, e questosarebbe peggio, invischiato in interessimolto profani, sebbene ammantati di “sa-certà esoterica””.

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Simboli massonici (foto Alinari)

Dal Medioevo a oggila vita della città

appare intrecciatacon l’attività dei ‘fratelli’

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PRATO – Franco Riccomini, autore insie-me ai figli Piero e Marco del volume checelebra i 36 anni della loggia massonica“Intelligenza e Lavoro”, sostiene che c’èstato un tempo non lontano in cui “i mas-soni venivano discriminati nelle istituzio-ni pubbliche” e che – addirittura – i gior-nali, tra cui il nostro, pubblicavano glielenchi degli iscritti alle logge come se sitrattasse di liste di proscrizione. E’ acca-duto qualche anno fa. Ammesso e nonconcesso che qualche massone sia statomai discriminato nelle istituzioni, ora queltempo è passato e la Massoneria è un po’più trasparente. Prova ne sia la presenta-zione pubblica del volume di Riccomini,che la sera del 12 dicembre, nel saloneApollo della Pubblica Assistenza, ha atti-rato un folto pubblico di massoni e cu-riosi. Il libro ripercorre la storia della log-gia “Intelligenza e Lavoro” negli ultimi 130anni, perché risale al 1876 la prima fon-dazione da parte di Giuseppe Mazzoni eal 1914 la prima interruzione dell’attività.

Un letargo durato 56 anni, fino al 1970,quando sette fratelli della loggia “Meoni-Mazzoni” ottennero dal Grande Oriente dipoter fondare una seconda loggia di ritoscozzese. Quei sette erano lo stesso gior-nalista Franco Riccomini, l’assicuratoreFranco Bigagli, i medici Giuseppe BanciBuonamici e Nedo Boscherini, il rappre-sentante Carlo Bartolini, l’ottico GiorgioBertini, l’industriale Marcello Giuliani. Inrealtà di logge Prato è arrivata ad averneanche tre: nel 1981 nacque la “Umanitànuova” per iniziativa di nove fratelli, cheperò ebbe vita breve, visto che già nel1995 fu costretta a sciogliersi. La terzaloggia, ancora in vita, è la “Filippo Maz-zei”, nata alla fine di maggio del 2002 periniziativa del maestro venerabile Giovan-ni Fazzi, psichiatra e colonnello dell’eser-cito. Il nuovo corso della Massoneria pra-tese è testimoniato dall’ultima iniziativa inordine di tempo, l’istituzione da parte del-la “Intelligenza e Lavoro” di una borsa distudio riservata alle scuole elementari sul

tema “Prato, città multietnica: ascoltiamoi nostri figli”. Il libro di Riccomini ricordai maestri venerabili della “Intelligenza eLavoro” dal 1970 a oggi (Franco Bigagli,Giovanni Mati, Giuseppe Banci Buonami-ci, Giovanni Mazzarrini, Franco Lotti, Al-berto Martini, Edo Sodini, Giovanni Faz-zi, Alberto Valentini, Fiorello Innocenti, Lo-renzo Buchignani e Gianni Dormi), oltre aquelli “passati all’Oriente eterno” (BeppeBanci, Carlo Bartolini, Nedo Boscherini,Giorgio Bertini, Puccio Di Giovanni, Mar-cello Giuliani, Stefano Losito, Marco Ma-riotti, Andrea Masini, Franz Matteini, Gio-vanni Mazzarrini, Edo Sodini e Renzo Vi-gnolini). Non è un caso che la presenta-zione del libro di Riccomini sia stata fat-ta nel salone della Pubblica Assistenza. Lostesso autore, alla presenza del Gran Mae-stro Aggiunto Massimo Bianchi, ha ricor-dato che la maggioranza dei soci fonda-tori dell’associazione di volontariato era-no massoni e che la Pubblica Assistenza èsempre stata presieduta da massoni.

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Massoneria, operazione trasparenzaUn libro racconta la storia della loggia pratese “Intelligenza e lavoro”Paolo Nencioni

MMAADDRRIIDD – Sono più di duemila i docu-menti tra lettere, relazioni e dispacci diguerra sulle associazioni clandestine emassoniche che operavano al di fuoridella Spagna, fonte di ‘fobia’ per il “ge-neralissimo” Francisco Franco, venuti al-la luce e raccolti nel romanzo ‘Francocontro i massoni’ di Xavier Casinos e Jo-sep Brunet, di cui riferisce l’agenzia spa-gnola Europa Press.I documenti segreti sono stati consegnati

il 4 dicembre dagli autori al sindaco diBarcellona Jordi Hereu, per essere con-servati nella biblioteca catalana ‘Arus’, ilmaggiore archivio spagnolo in tema dimovimenti popolari e sociali.Il complesso dei documenti riveste unalto valore storiografico perché consen-te di portare alla luce la rete di infor-mazioni che possedeva Franco sulle as-sociazioni che riteneva tramassero con-tro di lui e contro il suo potere. E forse

permette di spiegare come possa esserestata così longeva la dittatura franchista,protrattasi per oltre trent’anni dopo lacaduta degli altri fascismi europei.Il primo cittadino di Barcellona ha de-scritto la Massoneria come “un movi-mento progressista in favore della li-bertà che lottò segretamente contro ilfranchismo per poi soccombere davantialla real politik dell’epoca”.

(ANSA)

IINN BBRREEVVEE

UFO: mito post-moderno

Abbiamo già spiegato come per il pen-siero tradizionale le vibrazioni foniched’una voce correttamente modulatacreino materialmente l’oggetto presen-te al pensiero. Bene, la fisica del XXsecolo sulla scia della già acquisita no-zione dell’equivalenza materia-energiaha potuto scandagliare il microcosmo

atomico dimostrando che le forme del-l’universo fisico dipendono, in ultimaanalisi, dalla frequenza vibratoria delleparticelle elementari; basterebbe inver-tire, modificare la polarità, accelerareo diminuire il rapporto vibratorio per-ché si abbia una metamorfosi evidentenella costituzione della materia.Si pensi allo spettro della luce, allagamma dei colori, al frenetico diveniredei suoni nelle ottave della scala acu-

Bent Parodi

U COMEUFO

(seconda e ultima parte)

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stica, e – ancora – alle infinite situa-zioni ambientali, l’una differente dal-l’altra, che caratterizzano i mondiastrali.“La scala crea il fenomeno”, amava di-re Henry Poincaré. E l’affermazione èesatta ai più disparati livelli della realtàunica nella quale siamo immersi: nonv’è cesura tra materia e psiche, fra ter-ra e cielo, tra soggettivo e oggettivo,tra fantasia ed evidenza. Un ecosiste-ma diverso dal nostro ha in comunecon noi le stesse leggi fondamentali diattrazione (gravitazione) e repulsione,forza centripeta e forza centrifuga(amore-odio nella vulgata fìlosofica);la polarità è ovunque e ogni distinzio-ne nell’universo è solo quantitativa enon qualitativa.Tutto ciò è ormai solido bagaglio dellafisica contemporanea, è scienza nelsuo significato più ampio. Eppure, aben vedere, sottintende – se pur nonriconosciuta apertamente – la medesi-ma ideologia che caratterizzava il pen-siero magico dell’uomo arcaico, delKheri-Heb egizio, del taumaturgo gre-co, degli alchimisti e occultisti medioe-vali. La differenza sta nell’orgoglio delsapiente tradizionale, nella pretesa dipoter modificare in prima persona lacostituzione della realtà, di poterla do-minare a proprio piacimento, allo stes-so modo degli dèi, rivivendo in picco-lo l’attimo della cosmogonia (ognicreazione, anche elementare, è solida-le con la fattura del mondo, ne è unamicroprotezione su scala).In più v’è la convinzione, affermata,che ogni cosmofanìa (l’apparizioned’un mondo) è anzitutto il frutto dellavolontà, di un comando della psiche,perché la ‘parola creatrice’ presupponeil pensiero. In questa situazione esi-stenziale, che ripete a volontà la ‘per-fezione degli inizi’, chi celebra un mitonon è poi tanto lontano dalle posizionidell’idealismo filosofico (“Pensare edessere sono la medesima cosa”, af-fermò Parmenide di Eléa), li distanzia ilmetodo e non la fede.Ogni creazione è buona per l’uomo ar-caico perché sorta a imitazione ritualedella cosmogonia mitica operata dalDivino. E perciò è anche bella proprioin quanto è perfetta, frutto della perfe-zione. Non v’è traccia di dualismo ma-

lato in questa posizione del mondo mi-tico: bellezza e bontà si equivalgono alivello di struttura ontologica.I due termini si confondono tutt’oggi,come persistenza d’immagine neimeandri oscuri della psiche.Ogni fenomeno di struttura mitica pre-suppone una serie di costanti, che par-lano con immediatezza alla totalitàdell’uomo: le prove iniziatiche adom-brate dalla straordinarietà delle impre-se, il regressus ad uterum che allude alritorno al caotico, preformale, per unari-nascita, il contatto immediato con leregioni celesti (simbologia dell’ascen-sione o della discesa), l’alloglossia co-me emblematico rapporto col mondosuperiore. Ma, fra tutte, un’immaginesembra esercitare una indubbia premi-nenza sulle altre ed è quella della lucecome tale.L’approccio col divino, reale o presun-to, col diverso, si risolve sempre intermini di illuminazione improvvisa, ditimore in cui l’attrazione è più forte, distupore che ha la luminescenza dellagloria.È la percezione del ‘numinoso’ – perdirla con le parole di Rudolf Otto (//sacro, 1917) – che si manifesta cometeofania luminosa, in un gioco sma-gliante di luci multicolori.Torniamo dalla lunga, ma necessaria,digressione ai fenomeni ufologici cheabbiamo visto possedere le caratteri-stiche del mito travestito in forma ine-dita.Chi non ricorda l’insistenza sui baglio-ri accecanti che in Incontri ravvicinatidel terzo tipo accompagnano – e pre-cedono – l’atterraggio dei dischi vo-lanti? Ed è altrettanto, e maggiormen-te, noto che tutti coloro che si dicono‘contattisti’ hanno sempre fatto riferi-mento a immagini, come quella dellaluce, del calore bruciante, di fantasma-gorie che si accompagnano alla disce-sa dell’ ‘alieno’.Si tratta, in ogni caso, di epifanìe lumi-nose, quelle stesse epifanie che infor-mano di sé – e così solidamente – lastruttura di tutti i miti ritualizzati, del-le iniziazioni oligocratiche degli eletti,al culmine delle cerimonie mitologiche.E mutata la forma dell’evento ma nonla sostanza: che esistano, per davvero,o che siano frutto di fantasia (non sta

a noi giudicare), gli extratterestri peradulti e per bambini rivelano la seteinesausta dell’uomo d’oggi, le sue piùsegrete modalità psichiche, la ripostasperanza d’un mondo migliore e piùuniversale, il suo desiderio inconfessa-to di trasformarsi presto in un uomocosmico, esattamente come accadevaall’homo religiosus delle società arcai-che ansioso di indiarsi in un uomo di-vino (il théios anér dei greci, l’au-goeidés dei neoplatonici).Il bimbo che crede ciecamente (guai asmentirlo...) nella realtà degli eroi spa-ziali, l’adulto sempre più aduso adascoltare di presunti incontri ravvicina-ti, sono psicologicamente maturi, assaipiù dei nostri padri, a un incontro congli altri mondi. E senza paura ossessi-va per il ‘diverso’.È questo che conta, ciò che ci premesottolineare: l’ultima riedizione del mi-to assomiglia fortemente alla prima,manifesta appieno la ‘sindrome paradi-siaca’, l’urgenza dell’unità universale,dell’abbattimento naturale delle barrie-re, prefigura in terra un nuovo ‘centro’di intersezione fra i diversi livelli delreale, celeste, terreno ed infero (cioè,nel piano del subconscio).E come in tutti i miti veri, viventi, il mi-racolo si compie nella sfera del tran-sconscio. Ufo, come simbolo dunque. Eperché no? Veri, anzitutto, perché sen-titi come tali da una massa crescente dipersone, ormai consapevole d’unapossibilità imposta dall’estrema vastitàdell’universo, dalle conquiste dellascienza, dal rinnovato rapporto con lestrutture della sapienza mitica. Ci si la-menta della cattiva ufografia, quotidia-namente propinataci dai mass-media:poco male se essa è servita (come èservita) a riabituarci al cielo.E se ancora oggi l’ufologia, come fon-dazione d’una scienza esatta del feno-meno ufologico, muove i suoi primipassi incerti, più aspirazione che tra-guardo acquisito, è l’ufosofia, comemetodo e dialettica, che può contribui-re a un chiarimento degli aspetti es-senziali della nuova epifania del fanta-stico. Dirà l’avvenire quanto essa abbiacolto nel segno.

(fine)

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Diciamolo: è un compleanno amaro, per lanostra vecchia Carta. Sessant’anni fa, En-rico De Nicola la promulgò sotto lo sguar-do accigliato di Terracini e De Gasperi; neresta una fotografia sbiadita, in bianco enero come certe foto della nonna. D’al-tronde in questo torno d’anni si è sbiadi-ta pure la nostra memoria collettiva. Eppure cinque giorni prima la facciata diMontecitorio s’accendeva come una lumi-naria, mentre l’Assemblea costituenteesprimeva il voto decisivo: dentro il pa-lazzo i bagliori dei fotografi, con le loromacchine al lampo di magnesio; fuori unagirandola di luci e il campanone che suo-na a distesa nella piazza. Ci fu anche un fuoriprogramma, con ungruppo di garibaldini assiepati nelle tribu-ne di Montecitorio che intonò l’Inno di Ma-meli, subito imitato dall’intera assemblea. Ma la distanza che ormai separa il popo-lo italiano dalla sua Costituzione non ècolpa di quelle camicie rosse, di quellebarbe incanutite. Per un testo costituzio-nale la longevità è anzi prova di vigore.Significa che la pianta ha messo radicinella società civile, rendendola al con-tempo più forte, più coesa. Non è forseper questo che la Costituzione più vetu-sta del pianeta – quella americana –rappresenta anche l’emblema della nazio-ne più potente del pianeta? Eppure inquella Costituzione si parla ancora degliindiani. Insomma la durata, la capacitàd’opporsi all’usura del tempo, descrive laspecifica virtù di ogni documento costitu-zionale; e ogni suo anniversario segnaperciò un successo. Ma in Italia no, non ècosì. Non è una festa quella che celebria-mo in questi giorni. Piuttosto l’occasioneper riflettere sulla nostra identità civile,sulla nostra qualità di cittadini. Perché stadi fatto che nei suoi sessant’anni di vita laCostituzione italiana ha ricevuto in sorteun triplice tradimento. E questo tradi-mento è un po’ come il peccato originaleda cui discende l’illegalità che ci circon-da: non puoi avere rispetto per le leggi,quando t’insegnano che non ne è dovutoper la legge più alta, per la legge delleleggi. In primo luogo, la Carta del 1947 rimaneun documento misterioso. I più non laconoscono, non ne hanno mai letto il te-

sto. Colpa della sua scarsa diffusionenelle scuole così come nelle case. Ma an-che. colpa dell’educazione civica, il piùnegletto fra i nostri insegnamenti. Neigiorni scorsi vi ha puntato l’indice il pre-sidente Napolitano, e ha fatto bene.L’Osservatorio permanente giovani-edi-tori ha stampato la Costituzione in unmilione e mezzo d’esemplari, e anchequesta è una buona iniziativa. Difatti nonè vero che cittadini si nasce solo perchéè cittadino il genitore. No, cittadini si di-venta. Siamo cittadini in quanto cono-sciamo il patrimonio di diritti che ci han-no lasciato in dote le generazioni prece-denti, e in quanto conosciamo altresì inostri specifici doveri. Ma che ne sappiamo delle libertà costitu-zionali, che ne sappiamo dell’architetturadei poteri? Bene che vada, abbiamo sen-

tito parlare dì ciò che non funziona. […]Da almeno trent’anni la politica ci tra-smette l’immagine di una Costituzione di-fettosa, senza tuttavia riuscire a riformar-la. Questo è il secondo tradimento alla le-galità costituzionale, giacché ci ha con-dotto in ultimo a vivere da separati in ca-sa con le nostre istituzioni. Per forza: èun po’ come dire a una donna “vorrei la-sciarti”, e dirglielo ogni giorno, e poi nonfarlo mai. Difficile ottenerne in cambiodevozione. NeI 1988 fu Maccanico il pri-mo ministro deputato alle riforme, capo-fila d’una lunga schiera, fino al ministroattuale Chiti; se il prossimo governo in-trodurrà in sua vece un ministro per l’at-tuazione della Costituzione, forse la Re-pubblica ne guadagnerà in salute, e forsepotremo battezzare anche qualche rifor-ma ben mirata.

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Costituzione traditaMichele Ainis

MMIICCHHEELLEE AAIINNIISSInsegna Istituzioni di diritto pubblico nell’Uni-versità di Teramo. Oltre all’impegno accade-mico, svolge un’intensa attività di editoriali-sta. Tra i suoi ultimi volumi, Se 50.000 leggivi sembran poche (con i disegni di Vincino,Mondadori 1999), Le libertà negate (Rizzoli2004), Vita e morte di una Costituzione (La-terza 2006), Stato matto. L’Italia che non fun-ziona (e qualche proposta per rimetterla inmoto) (Garzanti 2007).

L’approvazione dell’Assemblea Costituente

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Ma il tradimento piùnefasto è il terzo. Muove da lontano, per-ché la nostra Carta futradita quand’era ancorain fasce, amputandoladei suoi organi essen-ziali: è così la Consultadebuttò dopo 8 anni diritardo, il Csm dopo 10,le Regioni dopo 22. At-tuazioni tardive, ma inmolti casi anche distortee deformanti. A leggerneda cima a fondo il testo,si danno infatti almeno

15 circostanze in cui laprassi viaggia in direzioneopposta rispetto alla lette-ra della Costituzione. Si-gnifica che per oltre un de-cimo quest’ultima è statarimpiazzata da una normanon scritta, una norma do-ve per esempio il Parla-mento è ostaggio di maxie-mendamenti e voti di fidu-cia, e dove gli italiani sonoostaggio dei partiti. Ecco, èquesta doppia legalità –l’una formale, l’altra reale– il veleno della nostraconvivenza. Perché alla fi-ne non prendiamo più sulserio né la seconda né laprima. [email protected]

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COSTITUZIONE: GOI RICORDA MASSONI CHE VI CONTRIBUIRONOROMA – La Massoneria celebra i 60 anni dell’approvazione della Costituzione, ricordando che il22 dicembre 1947 l’Assemblea Costituente approvava la Carta Costituzionale della Repubblica, maanche i massoni che contribuirono a quel traguardo.“Nel celebrarne l’anniversario, i Liberi Muratori del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani,riaffermano solennemente, oggi come ieri, il loro strenuo impegno a difesa della democrazia e del-le libertà garantite dalla Costituzione repubblicana”, afferma in una nota Gustavo Raffi, Gran Mae-stro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani.“I Liberi Muratori Meuccio Ruini, Presidente della Commissione dei 75 per l’elaborazione della Co-stituzione, e Giovanni Conti, vicepresidente della Costituente, appassionati ed intransigenti testi-moni delle virtù repubblicane – ha detto ancora – contribuirono insieme ad altri massoni a rea-lizzare la Carta fondamentale della Repubblica, che 60 anni or sono fece degli Italiani finalmentedei cittadini di uno Stato democratico”.

Il 10 gennaio 1946, a Londra, si tenne la seduta inaugurale del-l’Assemblea delle Nazioni Unite, la più estesa organizzazioneinternazionale, frutto della Carta Atlantica per il mantenimentodella pace e della sicurezza firmata nel 1941 da Franklin Dela-no Roosevelt e Winston Churchill (che per primo usò la defini-zione Nazioni Unite citando una frase di Byron, definizione chevenne utilizzata ufficialmente l’1 gennaio 1942 a Washington conl’adesione di 26 nazioni in guerra contro l’Asse).Quel 10 gennaio di 62 anni fa le Nazioni Unite comprendevanoi rappresentanti di 51 Stati membri e oggi ne contano 192. Po-chi giorni prima il Senato e la Camera dei Rappresentanti ave-vano con voto unanime chiesto che la sede delle Nazioni Uni-te fosse negli Stati Uniti. La richiesta fu accettata e la sede fu

Nel 1946 la prima assemblea generale dell’OnuNel 1946 la prima assemblea generale dell’Onu

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21 dicembre 2007

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costruita a New York sulle rive dell’East River e su un terrenoacquistato tramite una donazione di 8,5 milioni di dollari daJohn D. Rockefeller e inaugurata il 9 gennaio 1951, esattamente57 anni fa. Oltre alla sede principale di New York, l’Onu ha de-gli uffici a Ginevra, L’Aja, Vienna, e in altre città.Il fulcro dell’Organizzazione, oltre all’Assemblea generale, è co-stituito dal Consiglio di sicurezza, poiché ad esso è affidata “la

responsabilità principale del mantenimento della pace e della si-curezza internazionale”. Esso è composto da 11 membri, cinquedei quali (la Cina, la Francia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti el’Unione Sovietica), sono membri permanenti con diritto di ve-to. Il terzo organo è il Segretario generale – attualmente BanKi-Moon -, il più alto funzionario amministrativo dell’organizza-zione. Organi Onu sono anche il Consiglio Economico e Sociale

e la Corte Internazio-nale di Giustizia. Inparticolare l’Assembleagenerale delle NazioniUnite e il ConsiglioEconomico e Socialedispongono di 22 orga-ni secondari che hannola forma di fondi oprogrammi istituiti percompiti specifici e di-rettamente dipendentidall’Assemblea. Quali,ad esempio, l’Unicef, laFao e l’Alto commissa-riato per i rifugiati. Visono poi un numero diorganizzazioni autono-me ma legate alle Na-zioni Unite da accordi– gestiti dal ConsiglioEconomico e Sociale –come l’Unesco, l’Oms,le istituzioni che gravi-tano intorno alla BancaMondiale, il Wto el’Iaea. (Mgr)

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ONU: RAFFI (GOI), A 62 ANNI DALLA PRIMAASSEMBLEA URGONO MODIFICHE CONCRETE‘ISTITUZIONE CARENTE DI STRUMENTI E POTERI ADEGUATI’“L’aspirazione alla pace di per sè, senza il supporto di Istituzioni internazionali adeguate, non realizza un ordine mondiale sta-bile e tanto meno le condizioni di una ‘pace possibile’”. Lo ha dichiarato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’I-talia di Palazzo Giustiniani, in occasione dell’anniversario della prima riunione dell’Assemblea Generale dell’Onu, tenutasi a Lon-dra il 10 gennaio del 1946. “Purtroppo l’Onu è attualmente in crisi – aggiunge – paralizzato non solo da un anacronistico di-ritto di veto, attribuito ai singoli membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, anomalia politica che ne inibisce il buon fun-zionamento, ma soprattutto dalla carenza di quei poteri e strumenti che possono farle assumere un ruolo attivo e funzionale alperseguimento e alla realizzazione in concreto dei grandi princìpi e valori che la stessa Carta delle Nazioni Unite afferma”. “Ildiritto internazionale e l’Onu non possono essere, infatti, modellati sulla presunzione utopica che si possa prescindere dal fat-to che gli Stati siano o meno coerenti nella loro azione con i princìpi fondanti dell’Ente e che rispettino, in particolare, i dirit-ti umani. Come Liberi Muratori sentiamo il dovere di rammentare ai governanti l’importanza centrale della costruzione di pro-cessi di pace – continua Raffi – che potrà essere assicurata solo rinunziando ai propri interessi particolari, dotando l’Onu diquei poteri e di quegli strumenti di cui oggi è carente”.

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Q uando apprendiamo ciò che èsuccesso in Sudafrica durantel’apartheid, o in Argentina sotto

la junta, o in Bosnia durante le guerre ge-nocide dei Balcani, o molte notti nelle sta-zioni di polizia delle grandi città america-ne, sembra puramente accademico inter-rogarsi sul carattere filosofico dei di-ritti umani. Vogliamo piuttosto risposte a do-mande empiriche – in quali altriposti sono in corso palesi viola-zioni di ciò che pacificamenteconsideriamo diritti umani? – estrategiche: come possiamo fer-mare queste violazioni? Quali ti-pi di sanzioni e interventi sa-rebbero efficaci? Quali sarebbe-ro legittimi?Ovviamente non intendo sminuirel’importanza di queste domande em-piriche e strategiche: sono di impor-tanza primaria e persistente. Ma la do-manda filosofica che pongo è pure impor-tante, da un punto di vista sia pratico cheteorico, particolarmente adesso, in un mo-mento in cui esiste un grande disaccordosu cosa sono i diritti umani, o perfino serealmente ve ne siano. Siamo in disaccor-do su importanti diritti, in primo luogo indiverse aree geografiche, e in diverse tra-dizioni culturali. Culture diverse ri-spondono diversamente alladomanda se esista un dirittoalla democrazia bipartiticao multipartitica, se le don-ne abbiano un diritto a es-

sere trattate come uguali rispetto agli uo-mini, se le persone abbiano un diritto a pro-fessare la propria (o alcuna) religione, sevi sia libertà di espressione e di stampa. Ildisaccordo esiste anche, per alcuni versi in

modo altrettanto profondo, all’internodella nostra cultura. Siamo in disac-

cordo, perfino tra noi, se la pena dimorte o l’aborto o l’ingegneria ge-netica costituiscano violazioni deidiritti umani, se i diritti economi-ci e sociali siano diritti umani alpari dei diritti di libertà, se, co-me il governo del mio paesesembra affermare, i soldati tale-bani non siano titolari di diritti

umani, e se il rispetto del dirittoumano alla privacy e dei diritti

umani di certe minoranze comporti-no limiti alla libertà di espressione,

per fare alcuni esempi.Siamo in disaccordo sui diritti umani an-

che a un livello più filosofico, in maniera

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pa19 gennaio 2008

Perché i diritti umania volte sono invisibiliL’argomento da discutere è di tipo teorico. Cosa sono i diritti umani,i diritti che devono essere garantiti alle persone semplicemente invirtù del loro status di esseri umani? Questa potrebbe sembrare unadomanda accademica. Sappiamo che la tortura e il genocidio e gliabusi della polizia e il rapimento di oppositori politici e la lorouccisione gettandoli in mare da aerei sono tutte violazioni di dirittiumani, e sappiamo che tutte queste cose accadono, forse moltopiù regolarmente di quanto ci piaccia ammettere.Ronald Dworkin

RROONNAALLDD DDWWOORRKKIINNFilosofo americano, accademico aPrinceton, è nato nel 1931. Il testopubblicato è tratto dall’ultimo nu-mero di Ragion Pratica, rivista editada Il Mulino.

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talmente profonda da farci dubitare chetroveremo mai un accordo su una struttu-ra teorica sulla base della quale discuteredi problemi più concreti. I diritti umani so-no universali e obiettivi? Se sì, su quali piùprofonde assunzioni o posizioni morali so-no fondati? O si tratta semplicemente deidiritti che la maggior parte delle nazioni odelle culture convengono di rispettare divolta in volta? O di diritti che derivano dal-le tradizioni culturali di specifiche aree, epertanto differiscono da un’area geografi-ca all’altra?

Queste sono le domande da di-scutere oggi. Anche se non pos-siamo trovare un accordo sullanatura e il contenuto dei dirittiumani, possiamo essere d’ac-cordo, credo, su cosa questi di-ritti dovrebbero essere o riven-dicare se esistano. Bisogna distinguere la que-stione dell’identificazione deidiritti umani dalla questionedella loro identificazione. Ab-biamo tre strategie. La primaè il bastone e la carota, ne-goziati, incontri come quelli diHelsinki, processi penali perdelinquenti come Milosevic ePinochet. La seconda è la stra-tegia che John Rawls ha chia-mato del consenso per inter-sezione (overlapping consen-sus). Sappiamo che, ad esem-pio, alcune versioni dell’ideo-logia musulmana e alcune ideologie afri-cane rifiutano l’individualismo etico. Masperiamo di poter trovare principi moltodiversi che producano gli stessi risultatidei nostri principi. Gli studiosi dell’Islampotrebbero sperare di trovare nei loro te-sti sacri argomenti per condannare gli at-tentatori suicidi e il terrorismo. La terza strategia potrebbe sembrare la

meno promettente. Potremmo sperare chele differenze tra culture cui ho fatto rife-rimento siano sopravvalutate, che quan-do guardiamo più da vicino, sotto la tri-ta retorica e le idiozie postmoderne, sco-priremo che l’ideologia dell’Illuminismonon appartiene solo a noi, che anche al-tri in culture molto diverse vi sono lega-ti e possiamo ancora sperare di alimen-tare conversazioni che incrementino unprofondo terreno comune. La prima stra-tegia, il bastone e la carota, può conti-nuare a dimostrarsi la migliore. Non è

umiliante: dobbiamo fare ciò chepossiamo per proteggere le personee questo sembra essere qualcosa chepossiamo fare, con maggiore o mi-nore successo, ma comunque conqualche possibilità di successo. La se-conda strategia, trovare un consen-so per intersezione, mi sembra inve-

ce un’illusione falsa e pericolosa. Consi-deriamo cosa pensano le persone cherealmente rifiutano i principi dell’egualeimportanza e della speciale responsabi-lità. Pensano che alcune vite siano più im-portanti di altre, o che spetta alla comu-nità nel suo complesso, o ai suoi preti oai saggi, scegliere i valori per le perso-ne. Non possiamo sperare di trovare, nei

loro valori, principi che condannino net-tamente la discriminazione, o che pro-teggano anche minimamente la libertà dicoscienza, di parola o di dissenso.Se dobbiamo passare dal bastone e la ca-

rota a qualcosa dipiù soddisfacente,allora dobbiamorivolgerci alla ter-za strategia. Dob-biamo sperare ditrovare sufficienticonvinzioni condi-vise e fondamenta-li, sull’eguaglianzae la libertà indivi-duale, per instau-rare genuine con-versazioni e spera-re che le nostreopinioni, che po-tremmo anche mo-dificare nel corsodi quelle conver-sazioni, siano con-tagiose. È un pro-cesso lento e sco-raggiante, non fa-cile da intrapren-dere di fronte all’11settembre e agli

orrori dei terroristi suicidi a Gerusalemmee a un corpo militare fuori controllo in Ci-sgiordania. Non è una prospettiva per do-mani, o per il giorno dopo, ma è tutto ciòche abbiamo a parte il bastone e la caro-ta e, nel lungo periodo, offre un impor-tante vantaggio: abbiamo la verità dallanostra parte.

Traduzione di Giorgio Pino

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pa16 gennaio 2008

Da laico vi dico: quanti errori abbiamo fattoMassimo Teodori

Benedetto XVI,dunque, ha ri-nunciato alla vi-sita all’Univer-sità La Sapienzadi Roma. È lac o n s e g u e n z adell’intolleranzadei contestatori?Si tratta dell’esi-to prevedibile didecisioni forsetroppo affretta-te? Si è cadutinella trappola diuna minoranzafaziosa, intolle-rante e violenta?Al di là deglianatemi checontinuerannoad essere sca-gliati in tutte le direzioni, a me pare chela decisione dolorosa, per la quale io lai-co mi rammarico, sia l’ultimo anello diuna lunga catena di errori. È stato un errore iniziale invitare ilPontefice alla Sapienza come orato-re ufficiale alla solenne inaugurazio-ne dell’anno accademico, quasi chel’alta autorità religiosa potesseesprimere un’opinione comune suigrandi problemi del nostro tempo, ingrado di essere condivisa dalla co-munità universitaria. Un errore mal-destramente corretto con il declas-samento della lectio magistralis innormale allocuzione da tenere nello

stesso giorno dell’inaugurazione solen-ne. È stato un errore volere discutere il pen-siero di Benedetto XVI su religione escienza, con schieramenti abbastanza ri-

dicoli di soste-nitori e detrat-tori, come se sitrattasse di giu-dicare un filo-sofo qualsiasi,e non il capodella religionecattolica cheproclama la suadottrina, al dilà di qualsiasiargomentazio-ne scientifica. È stato un erro-re tirare in bal-lo Galileo, lasua condannada parte dellaChiesa, la storiadelle posizionidella Chiesa

sulla scienza e i riferimenti ancor oggicompiuti dalle gerarchie ecclesiastiche,quasi si trattasse di imbastire una discus-sione storico-scientifica tra soggetti che

non hanno e non possono avere al-cun terreno in comune tra fede escienza. È stato un errore la contestazionedella visita di un capo religioso, co-me di qualsiasi altro leader religio-so, politico o intellettuale, in una se-de universitaria che dovrebbe sem-pre restare il tempio del Free Spee-ch (come dicevano gli studenti in ri-volta a Berkeley nel 1964), ossia del-le libere manifestazioni di qualsivo-

glia opinionepolitica, ideolo-gica, sociale ereligiosa. È stato un erro-re anche pren-dersela con icritici del pen-siero del Ponte-fice nella pre-sunzione che lacontestazione

repubblica.it

MMAASSSSIIMMOO TTEEOODDOORRIIDeputato e senatore radicale per tre legislature, si è distinto per le bat-taglie sui diritti e le libertà civili. Insegna Storia degli Stati Uniti ed è opi-nionista di giornali, radio e televisioni nazionali. Tra gli ultimi suoi libri disuccesso: Maledetti americani. Destra, sinistra e cattolici: storia del pre-giudizio antiamericano, Mondadori 2002 (4 ed. e Oscar); Benedetti ame-ricani. Dall’alleanza atlantica alla guerra al terrorismo, Mondadori 2003 (3ed. e Oscar); Raccontare l’America. Due secoli di orgogli e pregiudizi,

Oscar Mondadori 2005 (3 ed.), Luiss University Press 2007; Laici. L’imbroglio italiano, Marsilio 2006. Ha vin-to diversi premi ed è stato insignito della Menorah d’oro.

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di una così alta figura morale sia inam-missibile, senza pensare che qualsiasipubblico dibattito comporta sempre i ri-schi della contestazione. Certo, le criti-che e le contestazioni sarebbero dovuterestare nei limiti della civiltà, della tolle-ranza e del dibattito delle idee senzatradursi in atti di violenza materiale overbale. È stato un errore chiamare in ballo il di-ritto della Chiesa ad un maggiore spaziopubblico perché la questione vera delmomento attuale, all’università di Roma,

come in qualsiasi altra sede della cosid-detta “società civile”, non è tanto l’ac-cessibilità, quanto il mantenimento dellesfere autonome e distinte di religione epolitica. Perché ogni volta che le siconfonde, accadono dei grandi pasticcicome oggi a Roma. È certo che l’invito al Pontefice sarebbestato più opportuno se fosse stato for-mulato normalmente come ad altre gran-di personalità, senza conferirgli la con-troversa responsabilità di aprire ufficial-mente l’anno accademico in rappresen-

tanza, o almeno non in contrasto, con isentimenti e le ragioni dell’intera comu-nità accademica. E i docenti, che hannogiudicato l’intervento del Pontefice “in-congruo” perché “non in linea con la lai-cità della scienza”, avrebbero fatto me-glio a comportarsi davvero da laici se sifossero battuti per garantire che la pub-blica università restasse aperta e dispo-nibile per tutte le idee, tutte le fedi, tut-te le ideologie, e tutti i punti di vista, in-dipendentemente dalle opinioni cheognuno ha.

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PAPA/SAPIENZA: MASSONERIA, NO POLEMICHEMA TAPPA RIFLESSIONERAFFI, NO AL RIFIUTO DELLA TOLLERANZACOME STRUMENTO DI CONFRONTOROMA – “Nell’impossibilità di poter parlare all’Università La Sapienza di Roma, il Pontefice, con un coup de théâtre, vi ha pla-tealmente rinunziato, cogliendo l’occasione per denunciare il clima di intolleranza che si era ingenerato. Benedetto XVI ha pro-vato su di sé, come tanti altri semplici cittadini, oggi e nel passato, cosa significa il rifiuto della tolleranza come strumento diconfronto.” Lo ha dichiarato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani.“I Liberi Muratori del Grande Oriente d’Italia – è detto in una nota – condannano questo, come ogni altro evento, in cui il dia-logo e la tolleranza soccombono di fronte all’intolleranza e all’arroganza del dogmatismo”.“Ci auguriamo che ciò che è accaduto e di cui è stato vittima il Papa – ha concluso Raffi – più che una sterile e pretestuosapolemica diventi una tappa di riflessione sulla strada della libertà, le cui tappe sono il dialogo, la chiarezza, la tolleranza e ilrispetto: i cardini della Libera Muratoria, che esprime le sue idee con la forza della ragione, ripudiando le ragioni della forza”.

(ANSA)

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pa18 gennaio 2008

L’ostracismo della Sapienza, con papa Ratzinger indotto dallecontestazioni a rinunciare all’invito che gli aveva rivolto l’uni-versità di Roma, sembra per molti aspetti un esito fuori stagio-ne di un rapporto fra lo Stato e la Chiesa che è stato oggetto difortissime tensioni durante la storia italiana degli ultimi cento-cinquant’anni. Da un lato è facile infatti comprendere l’animo anticlericale del-le élite risorgimentali, che si trovavano di fronte il papa re e ilpotere temporale, insieme con la rete episcopale ed ecclesiasti-ca, concepiti come un simbolo reazionario di resistenza alle am-bizioni nazionali e un macigno sull’unificazione. Tanto più chefurono gli stessi protagonisti rivoluzionari del Risorgimento, acominciare da Mazzini a Garibaldi, a individuare ben presto nelpapato il “fattore di blocco” del nazionalismo ottocentesco.Mazzini con la sua religiosità popolare, sostanzialmente alienadalle organizzazioni formalizzate della gerarchia cattolica, sul-la scia di quel “Dio e popolo” che lo avrebbe condotto all’av-ventura della Repubblica romana nel 1848, finita l’anno dopocontro i francesi del generale Oudinot nella battaglia del Giani-colo; e l’Eroe dei due mondi, autore del motto “I preti alla van-ga!”, che non avrebbe mai nascosto, a cominciare dalle sue pro-ve letterarie, l’avversione quasi fisica che gli ispiravano tonache

e porpore, cioè gli appartenenti a una “setta contagiosa e per-versa” (dovrebbe appartenere gli annali della comicità nazio-nale l’episodio in cui Garibaldi chiede al Vaticano di annullargliil matrimonio, offrendo in cambio, forse neppure senza sarca-smo, di cambiare il nome al proprio somaro, in precedenza spre-giosamente battezzato “Pionono”).L’aneddotica anticlericale e di riflesso la suscettibilità cattolicaavrebbero memorizzato nei decenni la definizione garibaldina diPio IX come “un metro cubo di letame”. Ma è anche vero che labreccia di Porta Pia, con i bersaglieri che irrompono contro glizuavi del papa, era per la chiesa una ferita pressoché insanabi-le. Perché essa non significava solo un atto violento di espro-priazione, motivato dagli slogan patriottici, ma rappresentavauna sorta di alterità irrimediabile delle classi dirigenti postunita-rie, con la loro cultura liberoscambista, le affiliazioni massoni-che e un anticlericalismo spesso esplicito.A lungo, per il mondo cattolico, il “libera Chiesa in libero Sta-to” propugnato dal conte di Cavour venne percepito dal cleroe dai fedeli come l’intenzione di estromettere la religione dallavita pubblica, “escludendola dalla società civile, dal mondo del-la politica, dall’istruzione, dalla scienza”, come ebbe a scrivereil laico Giovanni Spadolini (e come una violazione altrettanto

Laicisti e clericaliQuello scontro fra due estremiEdmondo Berselli

Porta Pia

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grave era apparsa a metà dell’Ottocentola legge del parlamento piemontese, vo-luta da Cavour e Rattazzi, volta alla sop-pressione di numerosi enti religiosi e al-l’acquisizione dei loro beni).Che l’astio reciproco fosse più che visibi-le lo si può desumere dalle scomuniche in-flitte ai “piemontesi” dal papa, e più dif-fusamente lo si può cogliere sul-l’altro fronte nel proliferare in po-litica di inni, canti, poemetti e il-lustrazioni di tipico stampo anti-clericale, di cui L’Asino fondato dalcarducciano, e quindi “satanico”,Guido Podrecca è soltanto l’esem-pio più noto (semmai, è la vita diPodrecca, deputato socialista, in-terventista e infine candidato nel1919 nelle liste fasciste, a testimo-niare la trasversalità evolutiva del-l’anticlericalismo). D’altronde, se i primi due decennidel Ventesimo secolo sono scandi-ti dall’emergere dei partiti di mas-sa, e fra questi delle organizzazionipolitiche dei cattolici, dopo il “non expe-dit”, il patto Gentiloni e l’azione dei popo-lari sturziani, l’avvento del fascismo signi-ficò per l’Oltretevere una profonda ambi-guità: agli occhi della chiesa, Benito Mus-solini era il “lazzarone” romagnolo che in

gioventù era stato un anticlericale virulen-to, fra l’altro autore nel 1910 del romanzoscandaloso L’amante del cardinale; per poidiventare secondo Pio XI “l’uomo dellaProvvidenza” con i Patti Lateranensi del1929; ma restando anche agli occhi di mol-ti fedeli il persecutore del movimento diAzione cattolica (tanto che un’enciclica del1931 avrebbe definito l’ideologia fascista“una vera e propria statolatria pagana”).Nel secondo dopoguerra invece lo scon-tro fu dominato e a suo modo modellatodal confronto fra Dc e Pci. Vero è che al-le spalle c’è il drammatico “scontro di ci-viltà” rappresentato dalle elezioni del 18aprile 1948, precedute dalle processioni, icomitati civici, i microfoni di Dio, le ma-donne piangenti, e seguite dalla scomuni-ca inflitta da Pio XII ai comunisti. Ma, sot-to un altro punto di vista, a partire dal-l’Assemblea costituente e in particolare dal-

la decisione di Palmiro Togliatti di appro-vare l’articolo 7 della Carta costituziona-le, che recepiva il Concordato, la traietto-ria politica dell’Italia repubblicana si è di-segnata in larga misura sul profilo del rap-porto fra comunisti e cattolici.

Si tratta di un rapporto che si è sviluppatosu due piani: sul terreno istituzionale, comeun rapporto fra due poteri, due autentiche“chiese”, dotate dei propri ambasciatori edi specifici ancorché sottaciuti canali diplo-matici; in campo politico invece nel tentati-vo da parte comunista di trovare intese conla parte progressista del cattolicesimo da farconfluire nel solco delle “grandi masse”.Il lato specificamente anticlericale, nella

seconda Repubblica, è risultatoquindi un’esclusiva di ambientimolto ristretti e scarsamente po-polari, a meno di non voler con-siderare espressamente “anti-clericali” le campagne civili deiradicali a favore del divorzio edella depenalizzazione dell’a-borto. Per risentire vibranti ac-centi sostanzialmente anticleri-cali occorre riandare al con-gresso socialista di Milano nel1991, allorché Bettino Craxi, l’au-tore del nuovo concordato conil Vaticano, se la prese con il“clero politicante” e il suo rin-novato attivismo.

Per qualche aspetto, l’anticlericali-smo sembra un atteggiamento semplice-mente fuori moda. Ma è anche possibile cheil permanere di un attrito e il riaffiorare ditensioni fra settori della società italiana e laChiesa derivi da quello che Ernesto Gallidella Loggia ha definito “l’incontro manca-to” fra liberali e cattolici. Secondo questainterpretazione, il liberalismo nel nostropaese non è mai diventato un orientamen-to politico di massa proprio perché i libe-rali non hanno saputo “dirsi cristiani”, cioèfare i conti con l’antropologia profonda del-l’Italia. Nello stesso tempo, può anche dar-si che la dissoluzione delle forze politiche“costituenti” negli anni Novanta abbia tol-to autoconsapevolezza e sicurezza alla cul-tura politica. E che l’anticlericalismo di og-gi dipenda in fondo dall’incertezza delleidee, di fronte invece all’intenso pressingintellettuale del papa e dei suoi seguaci,credenti o semplicemente devoti.

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EEDDMMOONNDDOO BBEERRSSEELLLLIIEditorialista di Repubblica e L’Espresso, dirige la ri-vista il Mulino.Ha pubblicato nel 1995 il volume L’Italia che non muo-re e un saggio sull’eccentricità, Il più mancino dei ti-ri, dedicato a Mario Corso, ripubblicato con una po-stfazione nel 2006. Tra i suoi libri recenti vanno ricor-dati: Post italiani. Cronache di un paese provvisorio e

Quel gran pezzo dell’Emilia. Terra di comunisti, motori, musica, bel gioco, cucinagrassa e italiani di classe, entrambi per Mondadori (2004). Per l’editore Aliberti nel2005 ha pubblicato nel volume collettivo Mai dire mai a un martini dry un raccontoche ha per protagonista James Bond a Campogalliano. Nell’opera Venerati maestri,Berselli traccia un ritratto ironico e spietato del decadente mondo culturale italiano.

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Pio IX

Per i Patti Lateranensi

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“Sono massone e non l’ho mai nascosto, tutt’altro. Forte diquesta mia appartenenza e ascendenza culturale laica, di-chiaro che è un dovere difendere il Papa, il suo diritto a par-lare in una università pubblica e che, anzi, il confronto conun Papa come BenedettoXVI, che difende a spada tratta la-ragione, è una grande opportunità per tutti”. Paolo Amato,senatore di Forza Italia e massone dichiarato, spiega perchéanche la Massoneria – che la Storia spesso e volentieri hacontrapposto anche violentemente alla Chiesa cattolica – de-ve scendere in campo e prendere una precisa posizione, do-po “il caso Sapienza”. II mmaassssoonnii iinn pprriimmaa lliinneeaa ppeerr ddiiffeennddeerree iill PPaappaa?? “Una sana laicità deve prevedere uno spazio pubblico per laChiesa, per la sua più completa espressione. La Chiesa nonva certo ricacciata nelle catacombe, come qualcuno vorreb-be. Insomma, è doveroso esprimere in questo momento so-lidarietà a papa Ratzinger, ma bisogna andare oltre, perchéin gioco c’è ben altro: l’idea stessa di laicità. oggi messa a ri-schio, minata da un laicismo volgare, che si riduce a nichili-smo o al relativismo”. EE ll’’aannttiicclleerriiccaalliissmmoo cchhee rriiaallzzaa llaa tteessttaa?? “E’ finito il tempo dell’anticlericalismo ottocentesco. Non so-no più i tempi di Porta Pia. Rivendico l’importanza di una sa-na laicità, capace di capire il mondo nuovo e l’importanzache hanno oggi la Chiesa e un Papa che si appella alla ra-gione. Mi affascina moltissimo questo Papa e la sua sfida cul-turale: il rapporto tra fede e ragione”. LLaa rraaggiioonnee èè iimmppoorrttaannttee,, nneelllloo ssppiirriittoo ddeellllaa mmaassssoonneerriiaa...... “Certo, per un massone la ragione è uno strumento per av-

venturarsi nella ri-cerca di una dimen-sione spirituale del-l’esistenza. Non si può certonegare l’anello al Mistero profondamente insito nell’espe-rienza massonica. I massoni si interrogano sul rapporto traragione e senso del sacro. Spero che questo episodio, tragi-co, che ha dato dell’Italia nel mondo un’immagine tanto de-leteria, si trasformi in un’occasione per aprire una seria ri-flessione sul concetto di laicità”. PPeerròò ii vveerrttiiccii ddeell GGrraannddee OOrriieennttee hhaannnnoo mmoossttrraattoo uunnaa cceerrttaattiieeppiiddeezzzzaa nneeii lloorroo iinntteerrvveennttii aa ssoosstteeggnnoo ddeell PPaappaa..“lo appartengo al Grande Oriente d’Italia, ma non posso ri-spondere per i vertici. Certo un Gran Maestro non è certo unPapa... Però penso che il convegno che si terrà a Pisa, dopola provocazione intelligente di Gaetano Quagliariello, possaessere l’occasione per fare certe precisazioni ‘pubbliche’”.SSii rriiffeerriissccee aall ccoonnvveeggnnoo ssuu ““LLaaiicciittàà ddeelllloo SSttaattoo iinn uunnaa ssoocciieettààmmuullttiiccoonnffeessssiioonnaallee””,, oorrggaanniizzzzaattoo nneellll’’uunniivveerrssiittàà ddii PPiissaa iill 2266ggeennnnaaiioo......“Esatto, e Il senatore Quagliarello ha chiesto che il rettoredell’ateneo condanni pubblicamente quanto avvenuto alla Sa-pienza. Da massone, ritengo che questo sia il momento perrilanciare appunto il dialogo e la collaborazione e riaprire ildibattito su cosa significhi essere laici oggi. Ho un sogno: chesi definisca un’alleanza tra i “portatori” di senso, di valori,come la Chiesa e la Massoneria. Per sconfiggere il senso dismarrimento che pervade la nostra società”. C.MA.

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PAOLO AMATO

“Fidatevi di un massone, il SantoPadre va sempre fatto parlare”

Il senatore Paolo Amato

Quando, all’università, con alcuni amicistudiavamo tedesco, lingua allora nonmolto diffusa, e alcuni compagni che l’i-gnoravano ci chiedevano di insegnar loroqualche dolce parolina romantica con cuiattaccar bottone alle ragazze tedesche

che venivano in Italia, noi suggerivamoloro un paio di termini tutt’altro che ga-lanti e piuttosto irriferibili, con le imma-ginabili conseguenze sui loro approcci.Questa goliardata, stupidotta come tuttele goliardate, conteneva in sé il dramma

della Torre di Babele: quando gli uominiparlano senza capirsi e credono di direuna cosa usando una parola che ne indi-ca una opposta, nascono equivoci, taloradrammatici sino alla violenza. Nel peno-so autogol in cui si è risolta la gazzarra

Dibattito

Il senso del laicoQuesto termine non è un sinonimo di ateo o miscredente maimplica rispetto per gli altri e libertà da ogni idolatria

Claudio Magris

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contro l’invito del Papa all’università diRoma, l’elemento più pacchiano è stato,per l’ennesima volta, l’uso scorretto, di-storto e capovolto del termine “laico”,che può giustificare un ennesimo, nel miocaso ripetitivo, tentativo di chiarirne il si-gnificato.Laico non vuol dire affatto, come igno-rantemente si ripete, l’opposto di creden-te (o di cattolico) e non indica, di per sé,né un credente né un ateo né un agnosti-co. Laicità non è un contenuto filosofico,bensì una forma mentis; è essenzialmentela capacità di distinguere ciò che è dimo-strabile razionalmente da ciò che è inve-ce oggetto di fede, a prescindere dall’a-desione o meno a tale fede; di distingue-re le sfere e gli ambiti delle diverse com-petenze, in primo luogo quelle della Chie-sa e quelle dello Stato.La laicità non si identifica con alcun cre-do, con alcuna filosofia o ideologia, ma èl’attitudine ad articolare il proprio pensie-ro (ateo, religioso, idealista, marxista) se-condo principi logici che non possono essere condizionati, nel-la coerenza del loro procedere, da nessuna fede, da nessunpathos del cuore, perché in tal caso si cade in un pasticcio,sempre oscurantista. La cultura – anche cattolica – se è tale èsempre laica, così come la logica – di San Tommaso o di unpensatore ateo – non può non affidarsi a criteri di razionalità

e la dimostrazione di un teorema, anche se fatta da un Santodella Chiesa, deve obbedire alle leggi della matematica e nonal catechismo.Una visione religiosa può muovere l’animo a creare una societàpiù giusta, ma il laico sa che essa non può certo tradursi im-mediatamente in articoli di legge, come vogliono gli aberrantifondamentalisti di ogni specie. Laico è chi conosce il rapportoma soprattutto la differenza tra il quinto comandamento, cheingiunge di non ammazzare, e l’articolo del codice penale chepunisce l’omicidio. Laico – lo diceva Norberto Bobbio, forse il

più grande dei laici italiani — è chi si appassiona ai propri “va-lori caldi” (amore, amicizia, poesia, fede, generoso progettopolitico) ma difende i “valori freddi” (la legge, la democrazia,le regole del gioco politico) che soli permettono a tutti di col-tivare i propri valori caldi. Un altro grande laico è stato Artu-ro Carlo Jemolo, maestro di diritto e libertà, cattolico ferventee religiosissimo, difensore strenuo della distinzione fra Stato e

Chiesa e duro avversariodell’inaccettabile finanzia-mento pubblico alla scuo-la privata – cattolica,ebraica, islamica o doma-ni magari razzista, se al-cuni genitori pretende-ranno di educare i loro fi-gli in tale credo delirante.Laicità significa tolleran-za, dubbio rivolto anchealle proprie certezze, ca-pacità di credere forte-mente in alcuni valori sa-pendo che ne esistono al-tri, pur essi rispettabili; dinon confondere il pensie-ro e l’autentico sentimen-to con la convinzione fa-

natica e con le viscerali reazioni emotive; di ridere e sorridereanche di ciò che si ama e si continua ad amare; di essere libe-ri dall’idolatria e dalla dissacrazione, entrambe servili e coatte.Il fondamentalismo intollerante può essere clericale (come lo èstato tante volte, anche con feroce violenza, nei secoli e con-tinua talora, anche se più blandamente, ad esserlo) o faziosa-mente laicista, altrettanto antilaico.I bacchettoni che si scandalizzano dei nudisti sono altrettantopoco laici quanto quei nudisti che, anziché spogliarsi legitti-mamente per il piacere di prendere il sole, lo fanno con l’en-

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CCLLAAUUDDIIOO MMAAGGRRIISSHa insegnato letteratura tedesca pri-ma all’Università di Torino, poi diTrieste. Impostosi giovanissimo al-l’attenzione della critica, è stato fra iprimi a rivalutare il filone letterariodi matrice ebraica all’interno dellaletteratura mitteleuropea con Lonta-no da dove, Joseph Roth e la tradi-zione ebraico-orientale (1971). Danu-bio (1986), forse il suo capolavoro,lo consacra come uno dei massimiscrittori italiani contemporanei e glifa vincere il Premio Bagutta nel 1986.Nel 1997 è la volta del Premio Stre-ga con il romanzo Microcosmi, nel1999 del Premio Chiara alla carrierae nel 2004, nella sezione Letteratura,

del Premio Principe delle Asturie. Scrive per il Corriere della Sera. È stato sena-tore dal 1994 al 1996 eletto nella “lista Magris”.

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fatica presunzione di battersi contro la repressione, di sentirsipiccoli Galilei davanti all’Inquisizione, mai contenti finché qual-che tonto prete non cominci a blaterare contro di loro.Un laico avrebbe diritto di diffidare formalmente la cagnarasvoltasi alla Sapienza dal fregiarsi dell’appellativo “laico”. È le-cito a ciascuno criticare il senato accademico, dire che potevafare anche scelte migliori: invitare ad esempio il Dalai Lama oJamaica Kincaid, lagrande scrittrice neradi Antigua, ma è al se-nato, eletto secondole regole accademi-che, che spettava de-cidere; si possono cri-ticare le sue scelte(...). Si è detto, in un dibat-tito televisivo, che ilPapa non doveva par-lare in quanto la Chie-sa si affida a un’altraprocedura di percorsoe di ricerca rispetto aquella della ricercascientifica, di cui l’uni-versità è tempio. Manon si trattava di isti-tuire una cattedra diPaleontologia cattoli-ca, ovviamente unascemenza perché lapaleontologia non èné atea né cattolica oluterana, bensì diascoltare un discorso,il quale – a secondadel suo livello intellet-tuale e culturale, chenon si poteva giudica-re prima di averlo let-to o sentito – potevaarricchire di poco, dimolto, di moltissimo odi nulla (come tantidiscorsi tenuti all’inaugurazione di anni accademici) l’uditorio.Del resto, se si fosse invitato invece il Dalai Lama – contro ilquale giustamente nessuno ha, né avrebbe sollevato obiezioni,che è giustamente visto con simpatia e stima per le sue opere,alcune delle quali ho letto con grande profitto – anch’egliavrebbe tenuto un discorso ispirato a una logica diversa daquella della ricerca scientifica occidentale.Ma anche a questo proposito il laico sente sorgere qualchedubbio. Così come il Vangelo non è il solo testo religioso del-l’umanità, ma ci sono pure il Corano, il Dhammapada buddhi-sta e la Bhagavadgita induista, anche la scienza ha metodolo-gie diverse. C’è la fisica e c’è la letteratura, che è pure ogget-to di scienza – Literaturwissenschaft, scienza della letteratura,dicono i tedeschi – e la cui indagine si affida ad altri metodi,

non necessariamente meno rigorosi ma diversi; la razionalitàche presiede all’interpretazione di una poesia di Leopardi è di-versa da quella che regola la dimostrazione di un teorema ma-tematico o l’analisi di un periodo o di un fenomeno storico. Eall’università si studiano appunto fisica, letteratura, storia e co-sì via. Anche alcuni grandi filosofi hanno insegnato all’univer-sità, proponendo la loro concezione filosofica pure a studenti

di altre convinzioni; non per questo è stata loro tolta la paro-la.Non è il cosa, è il come che fa la musica e anche la libertà erazionalità dell’insegnamento. Ognuno di noi, volente o nolen-te, anche e soprattutto quando insegna, propone una sua ve-rità, una sua visione delle cose. Come ha scritto un genio lai-co quale Max Weber, tutto dipende da come presenta la suaverità: è un laico se sa farlo mettendosi in gioco, distinguendociò che deriva da dimostrazione o da esperienza verificabile daciò che è invece solo illazione ancorché convincente, mettendole carte in tavola, ossia dichiarando a priori le sue convinzio-ni, scientifiche e filosofiche, affinché gli altri sappiano che for-se esse possono influenzare pure inconsciamente la sua ricer-ca, anche se egli onestamente fa di tutto per evitarlo. Mettere

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sul tavolo, con questo spirito, un’esperienza e una riflessioneteologica può essere un grande arricchimento. Se, invece, si af-fermano arrogantemente verità date una volta per tutte, si è in-tolleranti totalitari, clericali.Non conta se il discorso di Benedetto XVI letto alla Sapienzasia creativo e stimolante oppure rigidamente ingessato oppure– come accade in circostanze ufficiali e retoriche quali le inau-gurazioni accademiche – dotto, beneducato e scialbo. So soloche – una volta deciso da chi ne aveva legittimamente la fa-coltà di invitarlo – un laico poteva anche preferire di andarequel giorno a spasso piuttosto che all’inaugurazione dell’annoaccademico (come io ho fatto quasi sempre, ma non per con-testare gli oratori), ma non di respingere il discorso prima diascoltarlo.Nei confronti di Benedetto XVI è scattato infatti un pregiudizio,assai poco scientifico. Si è detto che è inaccettabile l’opposi-zione della dottrina cattolica alle teorie di Darwin. Sto dallaparte di Darwin (le cui scoperte si pongono su un altro pianorispetto alla fede) e non di chi lo vorrebbe mettere al bando,come tentò un ministro del precedente governo, anche se lacontrapposizione fra creazionismo e teoria della selezione nonè più posta in termini rozzi e molte voci della Chiesa, in nomedi una concezione del creazionismo più credibile e meno miti-ca, non sono più su quelle posizioni antidarwiniane. Ma Bene-detto Croce criticò Darwin in modo molto più grossolano, ri-fiutando quella che gli pareva una riduzione dello studio del-l’umanità alla zoologia e non essendo peraltro in grado, diver-samente dalla Chiesa, di offrire una risposta alternativa alle do-mande sull’origine dell’uomo, pur sapendo che il Pitecantropoera diverso da suo zio filosofo Bertrando Spaventa. Anche al-la matematica negava dignità di scienza, definendola “pseudo-concetto”. Se l’invitato fosse stato Benedetto Croce, grande fi-

losofo anche se più antiscientista di Benedetto XVI, si sarebbefatto altrettanto baccano? Perché si fischia il Papa quando ne-ga il matrimonio degli omosessuali e non si fischiano le amba-sciate di quei Paesi arabi, filo- o anti-occidentali, in cui si de-capitano gli omosessuali e si lapidano le donne incinte fuori dalmatrimonio?In quella trasmissione televisiva Pannella, oltre ad aver infeli-cemente accostato i professori protestatari della Sapienza aiprofessori che rifiutarono il giuramento fascista perdendo lacattedra, il posto e lo stipendio, ha fatto una giusta osserva-zione, denunciando ingerenze della Chiesa e la frequente supi-na sudditanza da parte dello Stato e degli organi di informa-zione nei loro riguardi. Se questo è vero, e in parte è certo ve-ro, è da laici adoperarsi per combattere quest’ingerenza, perdare alle altre confessioni religiose il pieno diritto all’espres-sione, per respingere ogni invadenza clericale, insomma perdare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio,principio laico che, come è noto, è proclamato nel Vangelo.Ma questa doverosa battaglia per la laicità dello Stato non au-torizza l’intolleranza in altra sede, come è accaduto alla Sa-pienza; se il mio vicino fa schiamazzi notturni, posso denun-ciarlo, ma non ammaccargli per rivalsa l’automobile.Una cosa, in tutta questa vicenda balorda, è preoccupante perchi teme la regressione politica del Paese, i rigurgiti clericali eil possibile ritorno del devastante governo precedente. Èpreoccupante vedere come persone e forze che si dicono ecerto si sentono sinceramente democratiche e dovrebberodunque razionalmente operare tenendo presente la gravitàdella situazione politica e il pericolo di una regressione, sem-brano colte da una febbre autodistruttiva, da un’allegra irre-sponsabilità, da una spensierata vocazione a una disastrosasconfitta.

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Ma chi ha impedito al Papa di parlare?Silvia Berti*

Il pressante invito rivolto ai fedeli e ai ro-mani dal cardinal Ruini perché si strin-gessero attorno a Benedetto XVI ha su-scitato ieri (20 gennaio) in piazza SanPietro un’adesione tanto massiccia quan-to prevedibile. La Chiesa ha scelto la pro-va di forza. Dimenticando – non è unanovità – che la forza non crea il diritto.Lo sapeva già Blaise Pascal, cattolico fer-vente ma nemico dei soprusi ecclesiasti-ci, quando faceva dire a un prelato a cor-to di argomenti: “La spunteremo comun-que noi, perché siamo più numerosi”.Il punto, quindi, torna ad essere: era le-gittimo, oltre che sensato, che un Ponte-fice inaugurasse l’anno accademico diun’università pubblica italiana? Quanto èsuccesso in questi giorni alla Sapienza, eil conseguente corredo di reazioni media-tiche, sarebbe grottesco e inimmaginabi-le in qualsiasi Paese civile del mondo.Con rarissime eccezioni, su tutti i quoti-diani e telegiornali nazionali, si è detto,da destra e da sinistra, che una minoran-za intollerante di professori e di studentidella Sapienza avrebbe “impedito al Papadi prendere la parola”. Ciò che è accadu-to – e che malgrado le numerose preci-sazioni si continua a far finta di non ca-pire – è molto diverso.Alcuni membri del corpo accademico (aiquali in questi giorni è stata espressa so-lidarietà da circa 700 altri docenti dellaSapienza, fra cui chi scrive) e un gruppodi studenti hanno, separatamente, consi-derato improprio che il Rettore invitasseil Pontefice ad inaugurare l’anno accade-mico tenendo in tale occasione, come siera progettato in un primo tempo, la lec-tio magistralis. Perché appariva e appare

incongruo e lesivo dell’autonomia dell’U-niversità – un’istituzione aconfessionaleper eccellenza in cui diverse posizioni fi-losofiche, etiche e religiose si incontranoe scontrano quotidianamente – che unmomento altamente simbolico della suaattività fosse segnato dall’intervento diun’altissima autorità religiosa che affermase stessa come depositaria della Verità(rivelata e assoluta, naturalmente), e checontinuamente indica nel relativismo ilmale che corrode il mondo moderno.Ora, ciò che definisce il carattere più in-trinseco di una comunità scientifica qualè l’Università è la costruzione di nuoveconoscenze, più ampie e dettagliate diquelle già possedute, o di nuovi punti divista che diano nuovi significati alle pre-cedenti acquisizioni. Si procede attraver-so il faticoso raggiungimento di verità re-lative, destinate ad essere superate, cor-rette o negate grazie a nuove scoperte,verifiche o interpretazioni che revocanoin dubbio ciò che sembrava irrevocabil-mente vero. Per antica abitudine, gli studiosi diffida-no delle auctoritates e di qualsiasi im-primatur esterni. Ma se davvero si te-nesse al “dialogo” di cui si è lamentatala mancanza, e il Pontefice accettasse –in un’occasione diversa dall’inaugurazio-ne dell’anno accademico – di confron-tarsi in un pubblico dibattito su ragionee fede con filosofi, matematici, fisici,storici, o con eminenti rappresentantidel mondo protestante, ebraico e islami-co (o di altre fedi), questo scambio sa-rebbe di altissimo interesse conoscitivo,e non credo di sbagliare dicendo chequesti ipotetici incontri sarebbero accol-

ti con il più vivo interesse, dal corpodocente tutto e dagli studenti. Ma un’i-potesi del genere è davvero immaginabi-le? E comunque: alla fine, è stato Bene-detto XVI, abituato a un pubblico di gio-vani festanti, a rinunciare alla sua visitaalla Sapienza. Forse un segno di scarsaaccettazione del dissenso. E’ stata co-munque una sua decisione che non puòfarsi ricadere in alcun modo sulle spalledi quanti hanno mostrato di pensarla di-versamente. Se una lettera di professori,e alcuni striscioni di studenti, sono statiequiparati a una manifestazione di intol-leranza tesa ad impedire l’arrivo del Pa-pa, allora vuol dire, puramente e sem-plicemente, che le opinioni di chi non siriconosce nelle parole del Pontefice so-no davvero mal tollerate, e che l’inte-gralismo e il temporalismo della Chiesasono diventati soffocanti. Come si vede,l’esatto contrario di quanto si affermacon sostanziale unanimismo su quasitutti i mezzi di informazione. Un’ultima considerazione. Mercoledì sera(16 gennaio), durante la trasmissione te-levisiva Porta a porta, abbiamo ascoltato,increduli, un influente Monsignore adot-tare toni a metà tra il dannunziano e l’in-timidatorio per definire “vecchie cariati-di” gli insigni fisici firmatari della letteraincriminata. Sono docenti e scienziati,merita ricordarlo, che onorano l’univer-sità italiana nel mondo. E’ con questo sti-le che la Chiesa pensa di ristabilire undialogo? Speriamo di no, anche perché leintimidazioni hanno successo solo con chisi lascia intimidire.

*Facoltà di Scienze UmanisticheLa Sapienza

foto ANSA

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ROMA – Crolla la fiducia degli italiani per le istituzioni. Loconferma il sondaggio dell’Eurispes anticipando il suo rap-porto sull’Italia per il 2008. Nel trionfo della disillusione ver-so la politica e i politici si salva solo il presidente della Re-pubblica, a cui la maggioranza dei cittadini (58,5%) confer-ma la propria fiducia, sebbene anche se anche per il Quiri-nale si registri un calo rispetto alla rilevazione del 2007(63,2%). Molto peggio fa il governo che mantiene il soste-gno del 25,1% degli intervistati, contro il 30% di un anno fa.Ancora più giù troviamo il Parlamento (19,4%) che perde ben11% percentuali di “fiduciosi” in anno e i partiti (14,1%) comesempre sul fondo della classifica. Nelle risposte dei 1042 cittadini emerge anche un senso didiffidenza più diffuso: un italiano su due ha visto diminuirenel corso dell’ultimo anno la propria fiducia nelle istituzioni,per il 40,7% è rimasta invariata, solo per il 5,1% è aumenta-ta. Il calo si registra soprattuttotra coloro che appartengono all’a-rea politica di destra e di centro-destra, mentre la quota di chi sisente più fiducioso è più consi-stente tra gli elettori di sinistra ecentro-sinistra, che comunque se-gnalano una forte caduta del con-senso. L’unica istituzione a guadagnare incredibilità rispetto all’anno scorsoè la magistratura di cui si fida il42,5% del campione rispetto al39,6% dell’anno scorso e anchequesto dato può essere stato in-fluenzato dalle numerosi contrap-posizioni tra giudici e politiciemerse ancora nel corso del 2007. Spicca, invece, il crollo della chie-sa cattolica e le altre istituzioni re-ligiose non riesce raggiunge lametà (49,7%) di fiduciosi, con uncalo di 10 punti rispetto al 2007(60,7%). Punteggi più gratificanti portano acasa le associazioni di volontaria-to (71,6%) e le forze dell’ordine:Carabinieri (57,4%), la Polizia(50,7%) e Guardia di Finanza46,3%. In forte crisi anche la scuo-la, che ispira fiducia solo a un ter-zo del campione (33%) e la pub-blica amministrazione che si ferma

al 20%, mentre sindacati (19,5%) eassociazioni degli imprenditori(23,5%) condividono il destinodelle istituzioni politiche. La larga maggioranza (77,1%) di-chiara comunque di andare semprea votare seppur in calo rispetto al2007 (81,5%). Il presidente di Euri-spes Gian Maria Fara ha spiegatoche il sondaggio è stato realizzatoagli inizi del gennaio 2008, unascelta temporale al fine di ottenererisultati “non influenzati da quel-l’ondata emotiva che ha accompa-gnato i più recenti fatti di cronaca”.Per molti esponenti dell’opposi-zione come Maurizio Gasparri eAltero Matteoli di An è una boc-ciatura per il governo Prodi, con-corda il leader Dc, Gianfranco Ro-tondi. Per il ministro dello Svilup-po Economico Pierluigi Bersani“Gli italiani sono ipercritici con lo-ro stessi. Ma mentre stiamo cosìstiamo riconquistando quote delcommercio internazionale, siamoanche quelli che in un anno emezzo hanno ridotto il deficit diun paio di punti e hanno comin-ciato a ridurre il debito. È bene ri-cordare anche queste cose”.

Luca Iezzi

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Le “pagelle” rilevate dall’Eurispes: solo un cittadino su quattro crede nel governo euno su cinque nel Parlamento

Crolla la fiducia nelle istituzionimale la Chiesa, tiene il Quirinale

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IL COLLE. Il Quirinale è una delle poche istituzioni non delegittimata

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anniversari anniversari

N ato a Firenze nel 1838 da una ric-ca famiglia anglosassone, fu edu-

cato in Inghilterra. Venne iniziato Libe-ro Muratore il 5 dicembre 1861 nella Log-gia “Concordia” di Firenze. Fratello Ono-rario il 13 aprile 1891, continuò a pagareregolarmente i contributi alla Loggia.Combatté tra le fila delle Guide con Ga-ribaldi nella terza guerra per l’Indipen-denza, coprendosi di gloria a Condino,il 16 luglio 1866, dove meritò una me-

daglia al valore. Proprietario di una vil-la fiorentina in Montughi con annessogiardino, già appartenuta alla famigliaDavanzati, vi depose una splendida rac-colta di porcellane, mobilio, bronzetti,medaglie, armi antiche europee ed estre-mo orientali. Intorno al 1870 iniziò i la-vori di restauro della villa e del giardi-no, coadiuvato da figure di spicco comeGiuseppe Poggi, Gaetano Fortini, Gaeta-no Bianchi e Augusto Passaglia. Alla sua

morte, avvenuta il 13 aprile 1906, volleche il museo di Montughi passasse alComune di Firenze insieme ad una dotedi 80mila lire per il suo mantenimento.Dal 1909 il Museo Stibbert è aperto alpubblico.

Dal libro di Vittorio Gnocchini, “L’Italia dei Liberi Muratori.

Piccole biografie di massoni famosi”, Mimesis-Erasmo

L’Italia dei Liberi MuratoriPiccole biografie di massoni famosi

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Periodico informativo culturale Anno IX • Numero 1-2 • 15-31 gennaio 2008

EEddiittoorreeErasmo s.r.l.

PPrreessiiddeennttee

MMaauurroo LLaassttrraaiioollii

C.P. 5096 - 00153 Roma 50 OstienseP.I. 01022371007 - C.C.I.A.A. n. 26466/17.09.62

Iscrizione Tribunale Registro Imprese n. 1959/62

DDiirreezziioonnee RReeddaazziioonnaalleeErasmo Notizie - Via di San Pancrazio 8 - 00152 Roma

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SSttaammppaaConsorzio Grafico E Print - Via Empolitana km. 6,400 - 00024 Castelmadama (Roma)Tel. 0774 449961/2 - Fax 0774 440840 - e-mail: [email protected]

Registrazione Tribunale di Roma n. 00370/99 del 20 agosto 1999

AABBBBOONNAAMMEENNTTIIItalia, per posta, annuo (22 numeri) euro 17,04 - Arretrati euro 2,60 a numeroEstero, per posta, annuo (22 numeri) euro 41,32 - Arretrati euro 5,20 a numeroUnica soluzione più di 500 abbonamenti (Italia) euro 8,84 per abbonamento annuale BBoolllleettttiinnoo ddii vveerrssaammeennttoo aaErasmo s.r.l. - C.P. 5096 - 00153 Roma 50 Ostiensec/c postale n. 32121006

IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIAREAL CRP DI ROMA ROMANINA

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E 1,03

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Si precisa che la convenzione alberghiera è un servizio offerto per maggiore comodità dei partecipanti che sono liberi di effettuare prenotazioni presso altri alberghi non convenzionati e non elencati in queste pagine.

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» » standard EE 45,00Doppia superior EE 33,00

» standard EE 28,00

Hotel Helvethia ParcoLungomare Porto Palos 40 - 47811 Viserbella (RN)

Singola BB EE 40,00Doppia BB EE 35,00Supplemento mezza pensione x persona al giorno EE 12,00

(min. 30 pax)

Hotel KursallVia Regina Elena 80 - 47900 Rimini

Doppia uso singola BB EE 70,00Doppia BB EE 35,00

Hotel Parioli*** SupV.le Vittorio Veneto 14 - 47900 Rimini

Doppia uso singola BB EE 65,00Doppia BB EE 42,50

Hotel Villa Bianca ***SupV.le Regina Elena 24 - 47900 Rimini

Doppia uso singola BB EE 65,00Doppia BB EE 42,50

Hotel Corallo *** SupV.le Vespucci 46 (marina centro) - 47900 Rimini

Doppia uso singola BB EE 62,00Doppia BB EE 45,00

Hotel Marittima *** SupV.le Parisano 24 (marina centro) - 47900 Rimini

Doppia uso singola de luxe BB EE 65,00Doppia de luxe BB EE 38,50

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Grand Hotel di RiminiVia G.B. Ramusio 1 (marina centro) - 47900 Rimini

Doppia uso singola Classic/Superior BB EE 170,00

Doppia Classic/Superior BB EE 115,00

Supplementi camere (su richiesta, previa disponibilità)Regal Suite EE 165,00Junior ed Executive Suite EE 115,00Camera deluxe EE 63,00

HOTEL 4**** SUP.

I prezzi sono da intendersi al giorno per persona comprensivi di Iva e prima colazione continentale

Hotel NationalV.le A. Vespucci 42 - 47900 Rimini

Singola BB EE 99,00Doppia uso singola favorita BB EE 120,00Doppia EE 75,00Suppl. giornal. camera executive EE 20,00

Hotel AmbasciatoriV.le Vepucci 22 - 47900 Rimini

Singola BB EE 135,00Doppia uso singola BB EE 155,00Doppia BB EE 97,50

Hotel Holiday InnV.le Vespucci 16 - 47900 Rimini

Doppia uso singola BB EE 135,00Doppia BB EE 74,50Hotel

Club HouseV.le Vespucci 52 - 47900 Rimini

Doppia uso singola BB EE 128,00Doppia BB EE 79,00

Hotel De LondresV.le Vespucci 24 - 47900 Rimini

Doppia uso singola superior BB EE 132,00Doppia uso singola executive BB EE 156,00Doppia superior BB EE 87,00Doppia executive BB EE 93,50

Hotel WaldorfV.le Vespucci 28 - 47900 Rimini

Doppia uso singola BB EE 125,00Doppia BB EE 77,50

Hotel PoloV.le Regina Elena 23 - 47900 Rimini

Doppia uso singola BB EE 99,00Doppia BB EE 59,50

HOTEL 5*****

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AL MAS’ UDI TOUR TAMARINDO VIAGGIViale Pascoli, 210/B – 47900 Rimini

Tel: 0544/1935249-214385 Fax: 0544/219024 Cell: 393/9000039

SCHEDA PRENOTAZIONE SERVIZI Rimini 4-6 Aprile 2008

Il sottoscritto ………………………………………………………………………………………………………………………...

Residente a ……………………………………… In via …………………………………………………………..................

Accompagnatori/trici … … … … … ………………………………………………………………………………………………..

Tel. ……………………… Fax. ………………………….…… a cui inviare la conferma di prenotazione.

E-Mail ……………………………………………………………

Sistemazione alberghiera:

dal ………………………….. al ………………………n° notti ……………………………………………………………………

hotel……………………………………………………………………………………………………………………………………

n° camere richieste: singola ……… doppia uso singola……… twin……… matrimoniale ………

trattamento: B&B …………………….. mezza pensione ………………..…..….. pensione completa …………………

Trasferimenti:Trasferimento in pullman GT aeroporto Bologna – hotel su richiestaTrasferimento in pullman GT hotel – aeroporto Bologna su richiestaTrasferimento dall’hotel al Palacongressi con bus urbano riservato per n° ……… persona / eTrasferimento dal Palacongressi all’hotel con bus urbano riservato per n° ……… persona / e

Escursioni e Visite saranno comunicate al desk della fieraPossibilità di organizzare shop tour

Assicurazione facoltativa medica e bagaglio ee 10,00 ❑

Modalità di pagamento:- All’atto della prenotazione acconto pari al costo della prima notte.- Il saldo verrà pagato direttamente all’albergo.- In caso di mancata disdetta (3 gg. dalla data di arrivo) verrà applicata una penale pari al costo della prima notte

Il pagamento può essere effettuato a mezzo di:

❑ Carta di credito ( non elettronica):

VISA ............. MASTERCARD ................ CARTA SI’............... AMERICAN EXPRESS .......... DINERS ............

Numero ................................................................................................ Scadenza .......................................

❑ Assegno bancario / circolare non trasferibile n° ……………………………………………………………………Intestato a Al Mas’Udi Tour – Rimini

❑ Bonifico bancario a favore di Erasmo Turismo Viaggi s.r.l.Banca d’appoggio: UNICREDIT – Piazza del Popolo - RavennaC/C : 657866 ABI: 02008 CAB: 13120

Luogo e data Firma

…………………………………… ………………………………………