Anno II - n. 7Luglio/agosto 2008 - azionecattolicatrento.it · rizzare non solo con i più famosi...

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Anno II - n. 7 Luglio/agosto 2008 Mensile dell’Azione cattolica trentina - Aut. Trib. Trento nr. 768 del 23/05/1992 - Sped. In AP fil. Trento D.L: 353/2003 Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 art. 1, comma 2, DCB Trento - Dir. Resp. Alessandro Cagol - Via Borsieri, n° 7 - 38100 Trento

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Anno II - n. 7

Luglio/agosto 2008

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Camminiamo Insieme

SOMMARIO

3 Lungo la strada della conoscenza...

4 I cantici dell’Apocalisse. Riserve di speranza per i giorni di impegno e di lotta

7 Appunti per la programmazione

8 Crescere insieme

10 Sulle note dell’unità

12 I Santi nel quotidiano

14 Linguaggi dell’universo

16 Estate… tempo per osservare

19 72h senza compromessi

Segreteria Ac via Borsieri 7, 38100 - Trento tel. 0461 260985 • fax 0461 [email protected] www.azionecattolica.trento.it

La segreteria è chiusafino a martedì 19 agosto

Incontro nazionale - Roma 2008

La Presidente ci racconta i primi passi intrapresi per avvicinare il Centroalla periferia.

La mia prima “urgenza” associativa è stata conoscere ed incontrare le nostre as-sociazioni parrocchiali, i nostri presidenti e con loro i nostri aderenti. Mi sono ri-trovata con dei nominativi su un foglio (di un bel colore rosa peraltro) dalleprovenienze più disparate, e così tanto per iniziare a mettere ordine nei pensieri,con l’aiuto di Anna che mi ha recuperato una bellissima cartina del Trentino, hosegnato le località dove èpresente l’Ac per averneuno sguardo d’insieme.Sono così emerse vici-nanze (magari scontate)ma anche distanze geogra-fiche sensibili. Ho iniziatoa sentire il polso incon-trando i presidenti prima diTrento e di Villazzano, poidella Vallagarina, ascol-tando i loro racconti di vitaassociativa, la gioia per nuovi aderenti, le perplessità per il futuro, i progetti peruna maggior visibilità all’interno della realtà parrocchiale, in un clima crescente di“reciproca scoperta”, e concludendo con la promessa di rincontrarsi e di favorireincontri di conoscenza fra le varie realtà.Fatto il “vicino” ho affrontato il “lontano” e così ho incontrato e conosciuto leassociazioni di Arco e Riva del Garda, in un piacevolissimo pomeriggio di maggio,per poi visitare i nostri amici di Vigo di Fassa, proprio sulla scia del Giro d’Italia,per un’occasione di approfondimento dell’identità associativa e della propostaformativa di Ac. Negli incontri successivi con le associazioni di Mezzocorona, NaveS. Rocco, Roveré della Luna, Lavis, Pressano, Ville e Mori gli incontri sono stati oc-casione per una conviviale cena in compagnia, con l’opportunità di scambiarsi lefamose “quattro chiacchiere” e scoprire comunanza di abitudini, di interessi e diconoscenze. Con i presidenti che ho avuto modo di sentire anche solo per tele-fono la ripromessa è di incontrarci a settembre e così inaugurare questo nuovoanno associativo e con entusiasmo rimetterci in cammino. Conservo un piacevolissimo ricordo di tutti questi incontri; questo mi permettedi vivere il mio servizio in Ac condividendolo con tutti voi per poter così crescerein una rete di relazioni sempre più vicine.

Fabiola

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Camminiamo Insieme

Lungo la strada della conoscenza...

Consiglio diocesano marzo 2008

Anche il libro dell’Apocalisse,contrariamente a quanto spesso sipensa, è una buona notizia per icristiani. I suoi cantici aprono lapreghiera dei Vespri su orizzontiimpensabili e offrono unsupplemento di speranza ai nostrigiorni, spesso cattivi.

Chi frequenta con una certa assiduità laLiturgia delle Ore ha imparato a familia-rizzare non solo con i più famosi inni lu-cani del Benedictus, Magnificat e Nuncdimittis, ma anche con diversi altri can-tici mutuati dalla Scrittura. La preghieradelle Lodi riporta infatti, accanto a duesalmi, un cantico dell’Antico Testa-mento, mentre quella dei Vespri vi af-fianca sempre un cantico del NuovoTestamento, tra cui alcuni presi dallibro dell’Apocalisse, che danno un tonocaratteristico ai Vespri di domenica,martedì, giovedì e venerdì. A mo’ di as-saggio ci lasciamo stuzzicare da quellodella domenica, che riporta in formasintetica e adattata alla preghiera litur-gica delle Ore il testo di Ap 19,1-9.

Un testo da decifrareL’Apocalisse di Giovanni presenta la sto-ria quale palcoscenico su cui si scon-trano senza esclusione di colpi le forzedel bene e quelle del male. Il dramma,nonostante ciò che spesso appare agliocchi degli uomini, ha però un esito giàstabilito da Dio: la vittoria definitiva delbene, in cui i cristiani possono confi-

dare a motivo della croce e della risur-rezione di Gesù Cristo.

L’autore comincia il capitolo 19 con leparole «Dopo di ciò...», ricollegandosialla caduta di Babilonia, città-simboloche riassume tutte le negatività presentinella storia dell’umanità, e fa seguire al-cuni versetti che raccontano di diversicanti di giubilo che si alternano tra cieloe terra, ma che appaiono come ununico cantico di lode e di gioia rivolto aDio, che ha finalmente reso giustizia acoloro che confidavano in lui e gli sonorimasti fedeli.Diverse sono le voci che intervengono,come in una sinfonia cosmica. Inizia lavoce potente dell’immensa folla che stain cielo (vv. 1-2.3) e che loda Dio per

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Camminiamo Insieme

I cantici dell’Apocalisse. Riserve di speranza per i giorni di impegno e di lotta

aver giudicato e distrutto definitiva-mente Babilonia, la grande prostituta, evendicato il sangue dei suoi servi. Seguel’intervento dei ventiquattro vegliardi edei quattro esseri viventi (v. 4), che conil loro «Amen. Alleluia!» fanno propria econfermano la proclamazione prece-dente. Continua una voce che parte daltrono (v. 5) per esortare tutti indistinta-mente, nelle sedi celesti come sullaterra, a persistere in quella lode. In ri-sposta, conclude una voce fragorosa epossente, ancora di folla immensa, checelebra Dio non più solo per il castigo diBabilonia ma anche perché ha portato acompimento il tempo per le nozze del-l’Agnello (vv. 6-8). Ogni voce intona ilsuo canto di giubilo con un Alleluia, chesi ripete quindi per quattro volte (cin-que nel testo dei Vespri). Alleluia èun’espressione della liturgia ebraica, as-sunta poi anche da quella cristiana, chesignifica “Lodate Dio” e occupa neltesto il ruolo di un ritornello che lega lediverse voci in un unico cantico di lodee di gloria (dossologia) e ne dà la formadi un dialogo liturgico, così caro allapreghiera domenicale dei Vespri.Chi sono coloro che si alternano nei cantidi giubilo? L’immensa folla che inaugurala grandiosa proclamazione liturgica delgiudizio giusto e salvifico di Dio sulmondo rappresenta coloro che hanno giàraggiunto la meta della loro vita, la gloriadel cielo: è la folla dei salvati. Da notareche si tratta di una «folla immensa»!Segue una voce che appare come unasemplice eco della prima e appartienequindi ancora al popolo di Dio definitiva-mente salvato. Il terzo intervento è di uncoro molto più ristretto, costituito da fi-

gure un po’ misteriose, «i ventiquattro ve-gliardi e i quattro esseri viventi». I primi

possiamo considerarli rappresentanti deisanti in cielo, ai quali i fedeli che sonosulla terra si ispirano, sentendoli partico-larmente vicini nel cammino verso la me-desima meta. I quattro esseri viventirappresentano invece l’intera creazione,permeata dall’azione dello Spirito che lasospinge di nuovo verso Dio, dopo averlacondotta fuori dal suo seno. La voce ano-nima che esce dal trono di Dio è identi-ficata da molti studiosi con quelladell’Agnello, Gesù morto e risorto, che Ap5,6 afferma stare ritto sul trono. Questavoce solista invita di nuovo alla lode diDio e si indirizza a tutti i suoi servi, cheformano l’ultimo, immenso coro che rac-coglie l’invito celeste e grida anch’esso ilsuo possente «Alleluia!». A quest’ultimauniversale dossologia partecipano i «servidi Dio», cioè l’insieme dei fedeli chestanno in cielo e sulla terra, dunque fi-nalmente anche i cristiani che sono an-cora per via, il popolo di Dio che vivenella speranza della salvezza definitiva,rappresentata appunto dalla partecipa-zione alle nozze dell’Agnello.

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Camminiamo Insieme

Un cantico per la nostra speranzaNon può non colpire la grandiosità diquesta liturgia celeste e ancor più il suolegame con la vita che scorre sulla terra.È sì celebrata al cospetto di Dio, ma nonè avulsa dalla storia degli uomini, anzi èproprio il destino dell’umanità che lamotiva. Gli abitanti del cielo partecipanoperfino con passione alle vicende ter-rene: il giudizio e la sconfitta del maleche deturpa il volto dell’umanità e neperverte il cuore suscita una reazione en-tusiastica che attraversa come un’ondatutte le realtà celesti ed esplode nelcanto pieno di lode e di riconoscenza al-l’Onnipotente. «Ne deriva che la comu-nità cristiana non deve mai sentirsi sola»(L. Zani), anche se le vicende di questomondo possono alle volte indurla a cre-dere che il cielo si chiuda sopra di essoe che Colui che invoca come creatore eredentore si disinteressi delle sue diffi-coltà e sofferenze, come un re impassi-bile e beatamente isolato. Non solo gliocchi di Dio che vegliano su di noi, mac’è anche l’azione provvidente di coloroche, ormai vincitori, vivono della sua glo-ria e misteriosamente contribuiscono alraggiungimento della medesima meta daparte di coloro che sono ancora nelcombattimento quaggiù sulla terra.Le prospettive vertiginose dell’Apocalisseaprono squarci di luce anche sulla com-prensione delle nostre spesso povere edimesse liturgie ecclesiali. Il documentosulla Liturgia delle Ore (PNLO) al n. 16si riferisce esplicitamente all’ultimo librodella Bibbia quando afferma che laChiesa, dando lode a Dio nelle Ore, siunisce al canto di lode che viene eter-namente innalzato nelle sedi celesti;

anzi, quando la comunità dei credenti èradunata per tale liturgia qui sulla terra,«già pregusta, nel medesimo tempo,quella lode celeste descritta da Gio-vanni nell’Apocalisse, lode che ininter-rottamente risuona davanti al trono diDio e dell’Agnello».

Verrebbe da dire che mai come nella li-turgia si realizza in anticipo quell’unitàtra noi, ancora viatori, e coloro che cihanno anticipato nella patria celeste.Nelle nostre liturgie i cari defunti sonoaccanto a noi e con noi pregano, invo-cano, lodano. Lì possiamo misteriosa-mente di nuovo incontrarli e ancorafamiliarizzare con loro nel medesimoservizio a Dio, in attesa di essere persempre insieme nella medesima gloria,nel medesimo canto. Quando alla do-menica sera celebriamo i Vespri, da solio in comunità, il cantico dell’Apocalisseche il testo titola “Le Nozze dell’Agnello”sta lì a ricordarci che, pur nella povertàdel luogo, dei segni o dei modi, in realtàil cielo scende sulla terra e la terra è in-nalzata fino al cielo.

Don Albino

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Camminiamo Insieme

7luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

Al Convegno di giugno sono state definite le iniziative diocesane per ilprossimo anno associativo; ve ne proponiamo una breve sintesi.

La programmazione per l’anno associativo 2008-2009 prevede:

Incontri diocesani unitari:- 2 Giornate Diocesane, in cui curare

particolarmente l’unitarietà e la parteci-pazione degli aderenti;

- Incontri di spiritualità: corso di EserciziSpirituali in collaborazione con la diocesi;6 Giornate di Spiritualità animate dall’as-sistente diocesano, incentrate sulla figuradi S. Paolo, in collaborazione con l’ufficioper la pastorale dei laici, organizzate disabato, in luoghi decentrati;

- Gita associativa: proposta di una quattro giorni a Roma sulle orme di S. Paoloper l’estate 2009.

Incontri di settore: - Acr: vengono confermati gli incontri diocesani (festa del Ciao, festa della Pace,

festa degli Incontri); verrà riproposto un fine settimana per ragazzi delle mediee per gli educatori e il Campo scuola diocesano Acr;

- Giovani: incontri approfondimento a livello zonale; fine settimana di spiritua-lità per giovanissimi e per giovani; iniziativa “72h senza compromessi” in colla-borazione con la Caritas diocesana (vedi pag. 19);

- Adulti: incontri di approfondimento a livello zonale; attività del gruppo dioce-sano adulti.

Incontri di formazione:rivolti ad animatori, presidenti e aderenti;partecipazione agli incontri nazionali.

Promozione sul territorio:- iniziativa di solidarietà da proporre

come impegno concreto unitario;- iniziativa ad ampia risonanza - evento

culturale (serata con dibattito a tema).

Appunti per la programmazione

Assemblea diocesana 2008

Incontro educatori Acr 2008

8 luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

«Camminiamo Insieme vuolessere una voce di incontro, distimolo, di verifica per tutti inostri amici, un’offerta dicontributi di riflessione e diesperienze, che possono essereutilizzati nelle riunioni di gruppoper un servizio pastorale piùqualificato».(“Camminiamo Insieme” n. 1,gennaio - febbraio 1975).

Aprendo l’armadio dell’archivio asso-ciativo, gli occhi corrono lungo la filadi edizioni accuratamente rilegate di“Camminiamo Insieme”, a partire danovembre 1968. Da allora si sono sus-seguiti formati e copertine diverse, sisono alternate Presidenze, commis-sioni diocesane e assistenti ecclesia-stici, ma è rimasto immutato ildesiderio di mantenere un contattotra le associazioni parrocchiali, di of-frire un approfondimento ai respon-sabili, di farsi conoscere. Guardandoal passato si coglie tra le righe la sto-ria di un’epoca che si intreccia allavita di un’Associazione che cerca diessere significativa per le comunità edi rispondere alle esigenze pastorali eumane delle persone, testimoniandoun cammino ispirato al dialogo, fattodi eventi, di incontri, di scelte, di vitadei gruppi. E oggi?Così come era stata intesa alle sueorigini, la nostra rivista diocesana èessenzialmente l’organo di collega-mento dell’Azione cattolica trentina,dove gli aderenti e quanti si sentono

vicini all’Associazione possono cono-scere e approfondire le iniziative dio-cesane, le esperienze parrocchiali, itemi associativi, la formazione e laspiritualità.Nella marea di carta stampata da cuisiamo circondati, spesso è difficile es-sere significativi e originali, trovare ar-gomenti appetibili e comunicare inmodo efficace chi siamo e cosa fac-ciamo; ma avvertiamo l’esigenza dirafforzare i legami tra i gruppi parroc-chiali, di tessere quel filo associativoche ci unisce e ci vincola, che ci fasentire famiglia. All’ultimo Convegno diocesano, comegià più volte in passato, è emersa la

Crescere insieme

La nostra rivista diocesana si èrinnovata nel gennaio del 2007 in occasione della settimana di promozione “incontrACI”.

Attualmente “CamminiamoInsieme” viene stampato in

900 copie, che vengono spedite a tutti gli aderenti di tutte le età,

ad alcuni simpatizzanti, a tutte le parrocchie del Trentino,

agli uffici pastorali, a 23 centri diocesani di Ac,

a 33 tra ordini religiosi e sacerdotiche ci accompagnano con la

simpatia e la preghiera.

9luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

necessità di condividere le iniziativeparrocchiali e gli spunti di riflessioneelaborati dai gruppi, perché sono unimportante contributo e un preziosoaiuto per la vita del gruppo, oltre cheun segno visibile della vivacità e dellavitalità della nostra Associazione. La veste grafica rinnovata risponde al-l’esigenza di essere al passo con itempi, grazie ad uno stile più agile eleggibile e alla documentazione foto-grafica, che a volte testimonia piùdelle parole la partecipazione agli in-contri diocesani e l’attenzione versotutte le realtà della nostra Associa-zione. Al di là dell’apparenza, però,quello che conta è ancora e sempre illegame tra i gruppi e con il centro, damantenere e rafforzare. Per questochiediamo (e non ci stancheremo maidi proporvelo) un contributo vitale adogni aderente, a tutte le nostre asso-ciazioni: partecipare da protagonisti,“camminare insieme” al centro dioce-

sano offrendo stimoli, spunti di rifles-sione, contributi e testimonianze. Scri-vere è spesso difficile e, ancor peggio,il più delle volte siamo convinti che lenostre iniziative non siano di alcun in-teresse, che siano troppo “normali”,

tanto da non renderciconto di quanto diventiimportante condividerlee offrirle agli altri. Ci pia-cerebbe che “Cammi-niamo Insieme” fosseper chi lo legge comeun amico fedele cheracconta ai vicini e ailontani quel che suc-cede nella nostragrande famiglia di Ac.

Proviamoci, insieme!

Il comitato di redazione

Il Comitato di redazione accoglie qualsiasi articolo che tratti temi

associativi, esperienze di formazione e di vita dei gruppi

parrocchiali, testimonianze espunti di riflessione che abbianoattinenza con l’Azione cattolica.

Si riserva la facoltà di valutarne la pubblicazione e di effettuareeventuali correzioni. È aperto asuggerimenti, proposte, critiche

e segnalazioni.

10 luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

È incredibile come le cose piùsemplici talvolta richiedano tantoimpegno e diano alla fine tantasoddisfazione. Me l’ha dimostratol’ultima puntata della (speriamo)infinita telenovela dell’Ac diRovereto.

Mentre preparavo gli incontri, scopiaz-zavo commenti biblici trovati sul web,perlustravo i reconditi universi dellamusica classica, rompevo le scatole acappellani, assistenti, preti-musicisti ingenere… pensavo che tutto questoera frutto delle fatiche di qual-cun altro prima di me. Sì, in-somma, non che dal passatomi sia venuto pronto un mini-campo di tre giorni… ma dicerto mi è arrivata l’idea, l’ispi-razione, l’entusiasmo e, perchéno, l’interrogativo cui cercaredi rispondere con questa pro-posta. Mi dicevo: cosa deside-rano i miei fratelli, i mieigenitori adottivi, ovvero i mieianimatori ormai cresciutelli,tutta la schiera di zie e nonni in pectore,come si direbbe in linguaggio ecclesia-stico, in una parola l’Azione cattolicadi Rovereto?Non so se un camposcuola sia statauna risposta alle esigenze reali diun’associazione, non nascondiamo-celo, in crisi e con grandi difficoltà: dicerto, come mi ha dimostrato chi lo havissuto, ha aiutato a riscoprirsi fami-glia, affiancando gli animatori di ven-t’anni fa a quelli di oggi.

Fabio mi ha detto chiaramente: «mai epoi mai avrei pensato di tornare qui,dopo anni, con i miei genitori e i mieifigli contemporaneamente». Ed io, inqueste righe, gli rispondo: mai avreipensato di poter saldare un qual certodebito di gratitudine così. Questo ciproietta nel futuro!Sono convinto che, nell’anno del cen-toquarantesimo di Ac, più che mai dob-biamo sentirci fieri del nostro passato,non solo dei grandi santi e beati, maanche delle nostre colonne locali, perproporci con energia oggi e domani.

Per rendere partecipi i lettori di “Cam-miniamo Insieme”, questa famosa tregiorni si è svolta alla colonia di Volano,dal 31 maggio al 2 giugno. Come tema, insieme a don Rolandoabbiamo scelto il dono della diversità.Il gruppo adulti e giovani, mentre al-cuni animatori giocavano con i bam-bini, ha percorso la strada che daBabele porta a Pentecoste: dalla no-iosa uniformità, dove non c’è nessuno“originale” e dove tutti hanno lo stesso

Sulle note dell’unità

11luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

obiettivo, quello di essere dèi, dopol’intervento di Dio per confondere gliuomini così intenzionati, si arriva, gra-zie al dono dello Spirito Santo, allacomprensione reciproca, addirittura alvalore positivo delle differenze. Per ca-pire meglio abbiamo ascoltato dellamusica, in particolare una Rytmique diPierre Boulez, compositore vivente, incui ogni strumento andava per la suastrada, perfettamente a ritmo, masenza che l’orchestra riuscisse a co-municare e ad elaborare un linguaggiocomprensibile. Il tutto in contrasto conil terzo movimento della VII sinfonia diBeethoven, in cui la diversità di timbrie sonorità costituisce proprio la piùgrande ricchezza e testimonia la forzaincredibile della musica.I bambini hanno imparato che ognunodi loro è splendido soprattutto quandogioca con gli altri… stare da soli, con-cordano tutti, è noiosissimo!!! Poihanno costruito dei bellissimi stru-menti, con i legnetti del bosco, con lescatole, con i sassi, per regalare ai lorogenitori e nonni un concerto improvvi-sato, sapendo che se anche uno solodi loro smetteva di suonare… non eralo stesso!

La sera don Rolando ha esposto il San-tissimo ed ha guidato un’ora di adora-zione, perché dopo aver riflettuto sullacomunione (sull’unità), era necessarioassaporare la bellezza della comunionein Cristo, contemplando la sua dolcezza.Dopo l’adorazione molti si sono fer-mati nella chiesetta in preghiera.

La domenica il nostro supercappellanoha celebrato la messa, poi ci siamo de-dicati ad una bella gita alla Malga degliAlpini, dove ci hanno raggiunti la Presi-dente Fabiola e l’Assistente don Albino.Lunedì la riflessione si è spostata sullamissione, in particolare sul problemaconcreto e attuale dell’accoglienza deglistranieri, portatori quotidiani della di-versità nelle nostre città.Non ho termini di paragone, ma conun’associazione così, con le preghierein particolare della zia Bruna, le letteredella zia Giorgina, la saggezza di chicon lei ha iniziato tutto questo a Ro-vereto, l’esperienza in fatto di scherzi edi “clima camposcuola” dei papà e ladolcezza delle mamme, l’affetto deibambini, l’energico aiuto dei fratelli delgruppo giovani… sono il presidentepiù coccolato della diocesi! Avantitutta… semper fideles!!!

Giovanni

12 luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

Tra le tante figure di Santipresenti in Piazza S. Pietroall’incontro nazionale di Romac’era anche Guido Acquadro, un ragazzo biellese semplice e umile che ha professato la sua fede nel quotidiano.Un nostro aderente ce lo presenta.

Normalmente quando si parla di Santie a come si può fare per diventarlo, sipensa sempre alle grandi figure cheadornano gli altari delle nostre chiese,oppure a coloro ai quali ci si rivolge nelmomento del bisogno. Ci sono statiperò dei Santi che come noi hanno la-vorato, sofferto e svolto dei semplicilavori come operai. Questa è la storiadi Guido Acquadro, un ragazzo sem-plice e umile che ha professato la suafede nel quotidiano.

Guido Acquadro nasce il 30 dicembre1912 a San Giuseppe di Casto (Biella),quarto di cinque figli. Sono gli annidella 1a guerra mondiale e la sua fan-ciullezza è tutt’altro che facile, maGuido riceve dai suoi genitori una lu-minosa educazione cristiana. Il suoprimo giorno di festa è il 16 aprile1919, quando a sette anni non ancoracompiuti accoglie per la prima voltaGesù Eucaristico. Da allora Gesù Eu-caristico è il suo grande amico: lo ri-ceve sempre più spesso, e presto ognigiorno, preparato dalla Confessionefrequente e regolare, dalla preghiera eda una intensa vita cristiana. Nel me-desimo anno, il 19 agosto, Guido gio-vanissimo riceve la Cresima. A scuola,in mezzo ai compagni, e anche tra gliadulti che incontra testimonia Gesù; siaffida alla Madonna e comincia a re-carsi a pregarla intensamente al vicinoSantuario di Oropa. Lavora come semplice operaio in unafabbrica tessile a Tollegno, affron-tando ogni giorno due ore di cam-mino per andare al lavoro e tornare acasa. Nel 1923 la famiglia di Guido ri-torna a Pralungo S. Eurosia e vi si sta-bilisce; questa diventerà la suaparrocchia ed il luogo del suo apo-stolato. Proprio nella piazza del paeseincontra Alfonso Mosca, presidentedel circolo giovanile di Azione catto-lica, che diventa suo amico e lo avviaall’apostolato nella vita e nell’asso-ciazione. Accolto nell’Ac, si distingueper il suo stile di fede e di intensaoperosità apostolica.

I Santi nel quotidiano

Incontro nazionale - Roma 2008

13luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

Sarà, come operaio, nel suo ambiente dilavoro, ciò che il suo conterraneo PierGiorgio Frassati era stato nell’ambientedello studio e della cultura. Nel novem-bre 1926 incontra per la prima volta donAugusto Viotto, andato a predicare aPralungo; il futuro assistente diocesanodi Azione cattolica gli apre orizzontinuovi di impegno e di santità nel mondo.Nel 1929 sarà il suo direttore spirituale escriverà la sua bella biografia, che lo de-linea come giovane cattolico, ricco difede, di preghiera, purezza, amore aGesù Eucaristico e alla Madonna.A soli 16 anni, nel 1928, Guido è se-gretario dell’Associazione, impegnan-dosi in un attivo apostolato dellaparola, dell’azione, della preghiera edell’esempio. Gli vengono affidati,nello stesso anno, i più piccoli, gli“aspiranti”; è catechista e trascinatorein mezzo a loro, alla sequela di Gesù. I“suoi” ragazzi ne sono affascinati, nelvederlo tanto giovane – uno di loro infondo – ma così slanciato verso levette della santità. La sua biografia riporta stupendi branidelle sue lettere ai ragazzi, agli amici, adiverse persone. Dà vita così a un me-raviglioso apostolato epistolare, che ri-vela la sua anima e il suo lavoro perportare Gesù ai fratelli. «Sii sempre alle-gro e non lasciarti turbare quella gioia cherende così bella la vita, sta con il Signore. Chiè con Lui, nella grazia, riceve tanta forza, persopportare con gioia le avversità e non venirmeno ai suoi doveri: e per questo è allegro,cerca di farti dei meriti perché il tempo passaveloce e di giorno in giorno si avvicina semprepiù l’ultima ora, che c’è di più bello che vivere,lavorare e morire per il Signore».

Nella primavera del 1933, i reumatismidi cui soffre da qualche tempo lo col-piscono con violenza; il 18 aprile simette a letto, sicuro di non alzarsi più,anche se ha compiuto 20 anni solo dapochi mesi. Guido unisce le sue soffe-renze a quelle del Crocifisso, pregacontinuamente con il Rosario alla Ma-donna, vuole tutti i giorni Gesù Eucari-stico nella Comunione; la sera del 29aprile, Guido Acquadro contempla Dio.Fin qui il percorso terreno di Guido Ac-quadro; la semplice tomba nel Cimi-

tero di Santa Eurosia è l’umile loculodi un umile operaio, ma la purezza divita, la fedeltà a Cristo, alla Chiesa, al-l’Azione cattolica lo uguagliano allasplendida cripta in cui anni or sono fudeposto Pier Giorgio Frassati. Comedice il biografo Don Viotto: «Entrambivissero senza smarrimenti e non di-spersero il tesoro della giovinezza mal’impiegarono con somma coerenzaper Dio. La loro vita fu e sarà modelloai fratelli di fede, la loro gloria e prote-zione!».

Renè Drigo (Mezzocorona)

Santuario di Oropa

14 luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

È questo il titolo della quartapubblicazione di un nostroaderente, Luigi Zadra di Trento, a cui abbiamo chiesto diparlarcene.

Quando hai cominciato a scoprire nellascienza i segni dell’esistenza e della na-tura?Io sono nato e cresciuto all’ombradell’Istituto Agrario di S. Micheleall’Adige, ambiente tutta natura di-versificata e vocato alla sperimenta-zione. Fin da piccolo sono statoattratto dal perché delle cose, ma so-prattutto dagli accostamenti similiche vedevo in molti punti e occa-sioni. Tutte queste cose non facevano chestuzzicare sempre di più la mia curio-sità, convinto che tutte rispondesseroad un disegno unitario, tutto da sco-prire. Quando m’accorsi che questonon poteva esistere senza un pen-siero o volontà creatrice divina, decisidi approfondire quello che mi man-cava, ovvero la conoscenza teologica.Sarei arrivato alla Sapienza, madre ditutte le Scienze.

Il libro è la sintesi di una vita di studio, approfondimento e riflessione; a chi si rivolge e perché?Lo scopo della presente ricerca èquello di mettere a confronto il libro“scritto” della creazione in terminimatematici con quello “parlato” dellaRivelazione, di vederne le analogie e

di scoprirne la sorprendente unicitàdell’Autore. Lo studio non è stato fatto per con-vincere atei dell’esistenza di Dio,quanto per rassicurare me stessonella mia visione del mondo e perdare ai credenti la gioia di sapere chequanto Dio ha detto lo si trova con-fermato nei fatti visibili e tangibili. Inquesto sono stato aiutato da specia-listi delle varie Scienze di Trento, Bol-zano, Bressanone, Padova e Bologna.

L’universo che lingua parla?Immediatamente – per chi l’osserva el’ascolta – l’universo parla con la suabellezza, ripetitività, evoluzione, ar-monia, colpendo in modo specialel’emozione. Secondariamente parla per quello cheè – che non si vede – ovvero per viamatematica o per via di Sapienzacreata.

In che modo le scienze ci parlano di Dio? Le scienze parlano di Dio in quantodiramazioni della Sapienza creata.Sono state individuate tre piste tra-scendentali:a) Circolarità: diffusissima in

natura – basta osservare tuttociò che rotola o che muovendosiva e ritorna – riflette la circolaritàche esiste all’interno dellaTrinità: il Padre dona incontinuazione la vita al Figlio,senza che noi lo vediamo, ed ilFiglio la restituisce al Padre,

Linguaggi dell’universo

15luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

avendola noi vista con la mortein croce, e in continuazionenell’Eucaristia, il tutto tramite loSpirito Santo.

b) Triadicità: il mondo è “triadico”,perché se due cose stannoassieme, c’è di mezzo un legame,un rapporto, una forza, un amoreche li lega, e questo è il terzoelemento. Al mondo qualsiasicosa o entità autonoma, è una oè composta di tre elementicostitutivi. La triadicità delmondo è specchio di Dio uno etrino.

c) Analogia (somiglianza):l’analogia fra la creazione ed ilCreatore non è eguaglianzastrettamente matematica, ma c’ècontinuità logica e razionale fral’essere più basso della creazionecon il Creatore. In mezzo c’èl’uomo, sintesi di materialità e didivinità, maschio e femmina. Lafamiglia, padre, madre e figlio, èl’immagine più fedele epertinente della Trinità: DioPadre, Dio Spirito Santo (madre-comunione), Dio figlio Cristo;l’indissolubilità del matrimonioricalca l’indissolubilitàdell’unione trinitaria.

Come mai i tre modelli che presenti sono riferiti alle scienze e non alle arti, che tradizionalmente sono un mezzo perscoprire e per parlare di Dio?Probabilmente per la mia forma men-tis che cerca primariamente il perchédelle cose, ma soprattutto l’intelaia-tura portante, senza disdegnare la cu-

riosità tipo Tommaso apostolo e lavoglia di confrontarmi con gli schemied i numeri. La bellezza artistica miattira ma dopo aver percepito il verosottostante.Certamente la natura bisogna ascol-tarla e vederla in profondità, forsecon un po’ di fatica. Siamo circondatida una verità complessa dove è diffi-cile trovare il bandolo. Dotati d’intelligenza – riflesso diquella divina – possiamo investigaree rafforzare la speranza e quindi lagioia in un Dio credibile che ha par-lato dal di sopra, ma che noi pos-siamo confrontare dal di sotto conquanto ha scritto nella creazione,quasi fossero impronte lasciate dal-l’animale sulla neve.

16 luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

Talvolta mi capita di portare a terminequanto programmato ben prima diquanto la mia perfetta programma-zione prevedeva e, così, di avanzaredel tempo… mi è accaduto anche lasettimana scorsa. Il tempo non erasufficiente per infilarci nient’altro evisto che c’era una panchina nelle vi-cinanze ho deciso che mi sarei godutaqualche minuto per osservare ilmondo in corsa che mi passava ac-canto. Invece sono stata attratta dauna scritta sulla panchina. Per unavolta non erano un insieme di volga-rità ma era l’accorato “dolore” delcuore di qualche adolescente lasciatadal primo amore. Lì per lì ho pensatoche era esagerata (e detto da me ètutto dire) e che la vita con il tempol’avrebbe fatta sorridere al ricordo diquel momento… poi però mi ha fattariflettere su un altro aspetto: l’esi-genza che ha l’uomo di ogni età e diogni epoca di lasciare una traccia di sestesso, del proprio pensiero, del suodolore, della sua gioia, del suo disagio.E tutto ciò diventa una sorta di donoal cammino della storia umana.

Se andiamo a cercare le origini dellaparola scritta ci accorgeremo di averfatto un lungo percorso a ritroso per-ché fin dagli inizi dell’umanità l’uomoha cercato di comunicare con qual-cosa che rimanesse “eterno”. Non èpiù facile e immediato usare la voce?Non è la stessa cosa. Vorrei azzardarea dire che se parlo uso la ragione e lamente; se scrivo uso il cuore el’anima. Arte ben più difficile la se-conda che la prima! Sono convintache tutti noi ricordiamo con gioia diaver ricevuto una lettera: ci ha fattocompagnia in un momento di solitu-dine o di difficoltà, ci ha portato bellenotizie, ci ha raccontato la bellezza diun’amicizia, la tenerezza di un amore. Una lettera resta per sempre, si puòleggere e rileggere, la si può metteredentro un libro e ritrovarla dopo annie accorgersi che conserva ancoratutta la sua ricchezza. Che bello pen-sare che una pagina bianca si riempiadi piccoli segni che sono l’espres-sione di ciò che siamo dentro, chesono la testimonianza di quello che ilnostro cuore ha visto e vuole raccon-

tare ad un altro cuore percondividere un’emozione!Forse è per questo che ècosì difficile scrivere: civuole tempo, silenzio ecoraggio per lasciare checiò che abbiamo dentroprenda la parola. Ma se èdifficile non è detto chesia impossibile… pos-siamo almeno provarci.

Estate… tempo per osservare

17luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

Eppure senza accorgercene siamo cir-condati da moltissime testimonianzeche la storia dell’umanità ci ha lasciatoe continua a lasciarci scritte. Vi saràsuccesso di percorrere la solita, abi-tuale strada di tutti i giorni e, forse di-stratti da un insolito rumore, alzando latesta, scoprire che sul muro di una casavi è l’affresco di una Madonna in tronoe cominciate a chiedervi se è apparsadurante la notte, ma poi vi accorgeteche porta una data e quell’affresco stalì dal lontano 1600. E se approfondisteil mistero scoprireste che racconta unastoria affascinante fatta di persone, divolti, di scelte, di battaglie, di scom-messe, di speranza. E che la stessa per-sona che l’ha dipinta ha voluto direqualcosa di sé, che i colori non sonomessi a caso e raccontano anch’essi unaltro pezzetto di storia. Se qualcuno vichiedesse su “due piedi” quanti altari cisono nella vostra chiesa parrocchiale ea chi sono dedicati, quanti ne sapresteraccontare? Eppure chi più di voi co-nosce la vostra chiesa parrocchiale chefrequentate da una vita? Abbiamo perso un po’ il gusto di os-servare e con esso di approfondire,preferendo la fugace e superficialeesclamazione: «Che bello!». Siamo at-torniati da espressioni e da esperienzeprofonde e significative anche ri-guardo alla nostra fede, alle sue radicima abbiamo perso il codice per leg-gerle. Un po’ come da bambini,quando ci si inventava un alfabeto se-greto per comunicare solo con gliamici più cari; se però perdevi il fo-glietto dove i segni erano tradotti erifritto… non capivi più nulla.

Qualcuno di voi starà pensando che misono scordata che adesso esiste inter-net e che con due tasti e la parola giustasi può comprendere tutto. È anche vero!Ma io voglio proporvi una sfida per que-sto tempo d’estate: spegnete internet, ilcellulare, la tv e dedicatevi alla risco-perta della vostra città, della vostrachiesa parrocchiale, del luogo dove an-date in vacanza. Cominciate con l’os-servare le tradizioni cominciando dallepiù piccole come l’uso di certe espres-sioni dialettali; fermatevi ad osservarequalche capitello, qualche affresco.

Non limitatevi all’osservazione ocu-lare, provate ad osservare con il cuoreper vedere se quella testimonianza“umana” a voi dice qualcosa. E se viincuriosisce ancora, provate a ricer-care in biblioteca qualche fontescritta che esaudisca le vostre curio-sità. E per ultimo prendete carta e

18 luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

penna e regalate questa scoperta aqualcuno che pensiate possa condivi-derla e conservarla. Ai bambini sidanno i compiti delle vacanze perchési dice sia necessario tenerli in allena-mento; ma noi adulti abbiamo dav-vero già conquistato tutto? Nonabbiamo forse qualche volta bisognodi rimetterci in allenamento per nonperdere il codice se-greto della “relazione”con l’altro? Se qual-cuno prima di noi nonci avesse lasciato ilcodice per leggere lagioia e il dolore diogni giorno saremmosenza memoria. Ma gliesperti in materia miinsegnano che anchei computer senza me-moria non servono anulla. La mia nonnami ripeteva spessoche ciò che lasceremodi noi su questa terranon saranno né i titolinobiliari, né i diplomoni scolastici: ciòche lasceremo saranno le parole,spesso mute perché fatte di gesti diquotidianità, che il cuore di ognuno dinoi regala al cuore di chi incontriamosulla strada della vita. Non resterànull’altro. Perché lasciarci sfuggirequesta occasione di “immortalità”?Foscolo ha scritto “I Sepolcri” ed è ri-

masto immortale, ma che tristezza…Noi proviamoci con qualcosa di piùsemplice, che magari ci darà meno“gloria” del suddetto poeta ma cheriuscirà a far sorridere il volto e ilcuore di un altro uomo come noi. Voi conoscete una gioia più bella?Basta poco: una cartolina, una lettera,una gita insieme, una telefonata, una

sorpresa… proviamo a cancellare lapigrizia e il tornaconto, lasciamoci in-cantare e affascinare dalla meravi-gliosa storia che l’uomo di oggi sevuole sa ancora scrivere… facciamola nostra parte.

Buona estate.Patrizia

Sono disponibili presso il centro diocesano i testi formativi personali e di gruppo per l’anno 2008 - 2009

19luglio/agosto 2008

Camminiamo Insieme

La Caritas diocesana proporrà in collaborazione con Ac, Agesci, Pastorale Giovanile eGiovani per un Mondo Unito, e congiuntamente alla Caritas diBolzano e Bressanone l’iniziativa“72h senza compromessi”, rivoltaai giovani dai 14 ai 25 anni, neigiorni dal 22 al 25 ottobreprossimi.

I giovani che vi parteciperanno sa-ranno suddivisi in gruppi da 5 a 15persone e, guidati da un referente, sa-ranno coinvolti nell’arco di 72 ore inun progetto di utilità sociale dislocatonel territorio diocesano.L’obiettivo è quello di far conoscere aigiovani mondi nuovi e offrire la possi-bilità di impiegare il lorospirito sociale e creativoper dare un contributodi solidarietà alle per-sone in situazione di bi-sogno o semplicementea favore della comunità.Le attività richieste al-l’interno di ogni pro-getto potranno esseredi tipo pratico, relazio-nale, organizzativo o dianimazione, come: ani-mare una festa perospiti di una casa di ri-poso, ristrutturare, rior-dinare, ripulire spaziricreativi per minori oper il servizio pubblico,

prestare la propria manodopera percooperative sociali, ecc. Le modalità di svolgimento delle atti-vità proposte verranno spiegate epresentate ai gruppi partecipanti soloall’inizio delle 72h; i progetti po-tranno avere luogo in qualsiasi paesedel Trentino e l’ente proponente sioffrirà di garantire vitto e alloggio etutto il necessario per la realizzazionedel progetto ed una persona di riferi-mento che li seguirà per tutto iltempo.Quest’iniziativa darà modo ai giovanidi incontrare realtà e gente nuova e diconoscere esperienze e proposteecclesiali diverse da quella di prove-nienza; vuole essere una propostadi crescita nella dimensione umana

e cristiana, nel lasciarsicoinvolgere “senza com-promessi fino all’ultimosecondo”.Per informazioni e chiarimenti si può contattare direttamentel’ufficio Caritas diocesanaal numero 0461.261166([email protected] )o per l’Ac Fabiola (320.2669850). Le iscrizioni dovrannopervenire entro il 30 settembre 2008presso la Caritas. Gli studenti avrannol’assenza giustificatadalle lezioni.

72h senza compromessi

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