AGnnio uX g- nn.6o 2016 - azionecattolicatrento.it · schiamo e mettiamoci in gioco. ... Il...

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Anno X - n. 6 Giugno 2016 Mensile dell’ Azione cattolica trentina - Aut. Trib. Trento nr. 768 del 23/05/1992 - Sped. in AP fil. Trento D.L. 353/2003 Poste Italiane S.P.A. Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 art. 1, comma 2, DCB Trento - Dir. Resp. Alessandro Cagol - Via Borsieri, 7 - 38122 Trento

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Anno X - n. 6

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2 giugno 2016

SOMMARIO

Camminiamo Insieme

Chiusura in redazione26 maggio 2016

Editoriale Noi “giovani ricchi”……………………………………………………………………………………………………………………pag. 3

Spiritualità La lavanda dei piedi ……………………………………………………………………………………………………………pag. 4

Attualità Buon compleanno, Repubblica Italiana!……pag. 6

Approfondimenti L’Ac nel cammino della Chiesa ……………………………………………………pag. 8

Vita di Ac L’Ac per rimanere col Signore …………………………………………………………pag. 10

Cammini formativi Riflessi di cultura ………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 11

Partecipare La bellezza del partecipare insieme………………………pag. 12

Vale la pena impegnarsi …………………………………………………………………………………………pag. 13

Il libro La fuga delle quarantenni ………………………………………………………………………………pag. 14

L’Agenda di Ac Appuntamenti di luglio/agosto ………………………………………………………pag. 15

Orari di segreteria:lunedì dalle 8.30 alle 12.30martedì dalle 14.30 alle 18.30mercoledì dalle 8.30 alle 12.30giovedì dalle 8.30 alle 12.30

Azione cattolica Diocesi di TrentoVia Borsieri, 7 - 38122 Trentotel. 0461 260985 / fax 0461 233551segreteria@azionecattolica.trento.itwww.azionecattolica.trento.it

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Nei mesi di luglio e agosto chiusoil venerdì

Con la giornata di spiritualità a Pomarolo (21 maggio2016) si conclude l’itinerario di spiritualità su “I segni perun cammino di Misericordia”.

Un grazie grande e sincero a don Giulio, a quanti hannopartecipato, ospitato, organizzato e condiviso il percorso.

Il giovane viene esortato da Gesù a rispettare i comandamenti, ma lui afferma chegià li osserva. «Che bravo!» Dico fra me e me... chi può dire di osservarli in toto!?Allora il Signore lo guarda e lo ama. Gesù avverte un desiderio in questo ragazzo a cui non basta più fare il bravo, masente come lo slancio di donarsi davvero, di più, per un di Più. Quindi Gesù loama e lo provoca, suscitando il salto del fossato, ossia gli propone di venderetutto, il ricavato di darlo ai poveri e di seguirlo. Mi piace vedere in questo modello molti giovani e adulti generosi, volonterosi, oche magari, al contrario, agli inviti della Chiesa rispondono picche. Peggio! Perchénon se ne vanno via tristi come quello del Vangelo, ma con l’aria scanzonata di chinon c’è cascato, non si è fatto “incastrare”. Che fare? Gesù non gli corre dietro. Non insiste e non cerca di convincere per vie traverse(come magari a volte faccio io): lo guarda mentre se ne va. In mezzo alle troppefalse ricchezze che riempiono le nostre vite è questa la strada che dobbiamo se-guire: convincere prima di tutto noi stessi, ma – attraverso la nostra vita – anchegli altri, che accogliere il Vangelo non è una perdita, ma un grande vantaggio.Questo è il nostro compito: annunciare il Vangelo in modo chiaro, libero e libe-rante! Purtroppo però troppo spesso per “Chiesa” s’intende il Papa, i Vescovi, ipreti, i religiosi... È questo l’errore che dobbiamo assolutamente superare, pernon continuare a vedere tristemente il giovane ricco del Vangelo moltiplicato permille e mille. È necessario un cambiamento profondo! Da famiglie, parrocchie e associazioni che delegano la proposta del Vangelo a pre-ti e laici volenterosi, a famiglie, parrocchie e associazioni capaci di far vivere la ric-chezza del Vangelo nel quotidiano.Allo stesso tempo, sentiamoci anche dall’altra parte: lasciamoci coinvolgere, ri-schiamo e mettiamoci in gioco. Scommetto che non ci sentiremo “incastrati” e che non partiremo tristi e a testabassa!

Maddalena

C’è un episodio del Vangelo che mi piace e torna spesso nellecelebrazioni e nei momenti di preghiera. È tratto dal Vangelo di Matteoe narra la vicenda del giovane ricco che interroga Gesù per saperecome fare per avere la vita eterna (Mt 19, 16-22).

3giugno 2016

Camminiamo Insieme

Noi “giovani ricchi”Editoriale

4 giugno 2016

Camminiamo Insieme

Essa è segno di santificazione e di pu-rificazione nell’acqua, che richiama ilBattesimo; modello ed esempio diamore, di servizio e di umiltà che Gesù“servo” compie verso i suoi discepoli,per la sua Chiesa, alla vigilia della suamorte di Croce; anticipo dell’offertache egli fa della sua persona e della suavita, del suo Corpo e del suo Sangue.Nella Pasqua si compie così il donodella sua vita per l’umanità, con l’effu-sione del sangue, dell’acqua e dello

Spirito, pienezza di purificazione e san-tificazione. Nel dicembre scorso papa Francesco hascritto una lettera al Prefetto della Con-gregazione per il Culto Divino chieden-do «che venga modificata la rubrica se-condo la quale le persone prescelte perricevere la Lavanda dei piedi debbano es-sere uomini o ragazzi, in modo tale cheda ora in poi i Pastori della Chiesa pos-sano scegliere i partecipanti al rito tratutti i membri del Popolo di Dio». Nelmese di gennaio 2016 è stato pubblica-to un Decreto apposito in cui tra l’altrosi dice: «Che i Pastori possano scegliereun gruppetto di fedeli che rappresentila varietà e l’unità di ogni porzione delpopolo di Dio. Tale gruppetto può con-stare di uomini e donne, e convenien-temente di giovani e anziani, sani e ma-lati, chierici, consacrati, laici».È un gesto, un rito importante che ca-ratterizza la celebrazione della Cenadel Signore nel Giovedì santo, intesocome mandatum (comandamento), in ri-ferimento alle parole stesse di Gesù,che dal VI secolo risuonano nella pro-clamazione del Vangelo di quella sera:«Vi ho dato un esempio, perché anchevoi facciate come io ho fatto a voi» (Gv

La lavanda dei piediUn “Sacramento” dimenticato da vivere nel servizio ai fratelli

Spiritualità

Il grembiule dell’Ultima Cena è sempre e an-cora il simbolo del cristiano; uno stile chie-sto oggi anche a noi, come ricorda papaFrancesco nella Bolla per l’Anno Santo dellaMisericordia (MV 15): «In questo Anno Santo,potremo fare l’esperienza di aprire il cuore aquanti vivono nelle più disparate periferieesistenziali, che spesso il mondo modernocrea in maniera drammatica. Quante situa-zioni di precarietà e sofferenza sono pre-senti nel mondo di oggi! Quante ferite sonoimpresse nella carne di tanti che non hannopiù voce perché il loro grido si è affievolito espento a causa dell’indifferenza dei popoliricchi. In questo Giubileo ancora di più laChiesa sarà chiamata a curare queste ferite,a lenirle con l’olio della consolazione, fa-sciarle con la misericordia e curarle con lasolidarietà e l’attenzione dovuta».

Uno dei segni più noti e indicativi della storia e della persona di GesùCristo, ma anche dell’identità cristiana, è certamente quello dellaLavanda dei piedi di cui ci parla il Vangelo di Giovanni (13, 1-17) e che inmolte delle nostre chiese viene riproposto nella sera del Giovedì santo.

5giugno 2016

Camminiamo Insieme

13, 15). Esse sono analoghe a quelleche troviamo in Paolo e nei Vangeli si-nottici, che non raccontano questo ge-sto di Gesù, ma riportano l’istituzionedell’Eucaristia (1Cor 11; Mt 26; Mc 14;Lc 22) con la conclusione, al terminedella narrazione: «Fate questo in me-moria di me!» (Lc 22, 19; 1Cor 11, 24-25). Un comando esplicito, quello diGesù, che invita alla ripetizione cultua-le e vitale. È un gesto importante quel-lo narrato nel quarto Vangelo, che ap-profondisce il senso dell’Eucaristianella prospettiva della carità, di chi sichina e offre la sua vita nel servizio. Quello del lavare i piedi appare tuttaviaun gesto che oggi sembra aver perdu-to di evidenza: era vero e significativoquando era effettivamente in uso ritual-mente e come segno di ospitalità e diservizio; oggi rischia di essere un’azio-ne teatrale che distrae. Forse si potreb-be meglio recuperarne il significato inaltro modo (ad es. accompagnandolo evalorizzandolo con la colletta per laQuaresima di Fraternità). Con la Lavanda dei piedi ai discepoli, Ge-sù rende visibile la logica di amore e diservizio che ha guidato la sua vita finoalla morte in croce. Questo gesto com-piuto da Gesù è anche fondamento diuno stile ecclesiale. La comunità cri-stiana è invitata a ripercorrere la stradadel servizio: «Anche voi dovete lavare ipiedi gli uni agli altri» (Gv 13, 14). Ma co-sa voleva fare Gesù? Voleva istituire unSacramento? Forse non nella nostra ac-cezione odierna di Sacramento. DalConcilio di Trento (e già da prima conSan Tommaso) i Sacramenti propria-mente detti sono 7, ma – come dice il

Catechismo – tutto quello che Gesù hafatto è un’azione salvifica che diventaSacramento della Chiesa: «Le parole ele azioni di Gesù nel tempo della sua vi-ta nascosta e del suo ministero pubbli-co erano già salvifiche. Esse anticipava-no la potenza del suo mistero pasquale.Annunziavano e preparavano ciò cheegli avrebbe donato alla Chiesa quandotutto fosse stato compiuto. I misteridella vita di Cristo costituiscono i fon-damenti di ciò che, ora, Cristo dispensanei sacramenti mediante i ministri dellasua Chiesa, poiché “ciò che era visibilenel nostro Salvatore è passato nei suoisacramenti”» (CCC 1115).Lo aveva ben compreso MadeleineDelbrêl (1902-1964), assistente socia-le, mistica e poetessa francese, che co-sì si esprimeva in una sua preghiera:«Signore, se dovessi scegliere una reliquia del-la tua passione prenderei proprio quel catinodi acqua sporca. Girerei il mondo con quel re-cipiente e davanti a ogni piede cingermi dal-l’asciugatoio e curvarmi giù in basso, non al-zando mai la testa oltre ai polpacci per nondistinguere i nemici dagli amici e lavare i pie-di del vagabondo, dell’ateo, del drogato, delcarcerato, dell’omicida, di chi non mi salutapiù, di quel compagno per cui non prego mai,in silenzio. Finché tutti abbiano capito nelmio, il tuo amore».

don Giulio

6 giugno 2016

Camminiamo Insieme

Già, siamo noi, perché un pezzo del no-stro DNA contiene il “ricordo, le sensa-zioni, gli ideali” dei nostri bisnonni, cheil 2 e il 3 giugno del 1946 furono chia-mati al referendum indetto per determi-nare la forma di stato da dare all’Italiadopo la fine della Seconda guerra mon-diale. In ballo c’era la conferma dellamonarchia o il passaggio alla repubbli-ca: una scelta epocale, perché volevadire passare da un governo nelle manidi una persona con pochi consiglieri(scusate la semplicità) a un governo benstrutturato dove il popolo aveva poteredecisionale a mezzo dei suoi rappre-sentanti votati nelle periodiche elezio-ni. Fatto rilevante, per la prima avevanodiritto di voto anche le donne!Le cronache (che amo rileggere perchésono appassionato di storia e geogra-fia) raccontano di un’Italia divisa indue, con l’aggiunta di una battuta nontanto comica, ma reale, che al 31 mag-gio per motivi di interesse personalec’erano ancora 23 milioni di sudditi,fedeli alla monarchia, mentre nellanotte metà di questi si trasformaronoin 12.717.923 repubblicani contro i10.719.284 a favore della monarchia.Insomma, una vittoria risicata del54,3% contro il 45,7%.Fu un momento di sofferenza per mol-ti trentini, che passarono dall’Austria

all’Italia. Ancora oggi una questioneaperta. Ma ci fu anche unrisveglio di or-goglio trentino, perché nella notte del12 giugno il “nostro” Alcide Degasperiassunse le funzioni di Capo provvisoriodello Stato repubblicano in attesa dinuove elezioni. Alcide Degasperi, nati-vo di Pieve Tesino, è stato un perso-naggio chiave nella formazione delgoverno italiano. La sua formazione de-mocristiana, la sua preparazione cultu-rale e l’umanità lo resero famoso in tut-to il mondo. Bene è ricostruita la suafigura nel film coprodotto dalla Provin-cia di Trento e Ciao Film di Claudia Mo-ri: “De Gasperi. L’uomo della speranza”(1985) con la regia di Liliana Cavani.Tornando alla Storia, il 13 giugno reUmberto II, diventato ex, lasciò l’Italiaper trasferirsi in Portogallo. Sappiamo

Attualità Buon compleanno, Repubblica Italiana!

«La storia siamo noi, nessuno si senta escluso…» così inizia unasplendida canzone di De Gregori; e a me piace iniziare così questoapprofondimento dedicato ai 70 anni dalla nascita della Repubblica.

7giugno 2016

Camminiamo Insieme

benissimo dell’esilio del Re e dei suoiparenti prossimi per decenni, fino al 15marzo del 2003. La missione repubbli-ca intanto procedeva, poiché alle ele-zioni erano stati votati anche i membridell’assemblea costituente: coloro inpratica che dovevano formare l’attualeCostituzione, salvo alcune modifiche.Alla sua prima seduta, il 28 giugno 1946,l’Assemblea Costituente elesse a CapoProvvisorio dello Stato Enrico De Nico-la, con 396 voti su 501, al primo scruti-nio. Con l’entrata in vigore della nuovaCostituzione della Repubblica Italiana,il 1º gennaio 1948, De Nicola assunseper primo le funzioni di Presidente del-la Repubblica. Si trattò di un passaggiodi grande importanza per la storia del-l’Italia contemporanea.Per una persona quasi cinquantennecome me, tanti sono i ricordi relativi al-le crisi di governo, agli attentati politi-ci, all’uccisione di Aldo Moro, alla in-cancellabile strage di Bologna (proprioil 2 agosto, giorno del mio complean-no). Tanti sono i movimenti politici chesi sono susseguiti al governo, dalla De-mocrazia Cristiana per anni con lamaggioranza assoluta sia alla Camerache al Senato, per poi passare ai So-cialisti, poi a Forza Italia, non dimenti-cando il boom passeggero dei Verdi ela continua pressione della Lega Nord.In tutti questi periodi si sono distintipersonaggi per battaglie furibonde afavore di certi ideali non condivisi datutti. Ricordiamo Pannella, scomparsoqualche settimana fa; e non possiamodimenticare una figura tanto famosaquanto scomoda per tanti come GiulioAndreotti, che mise il suo sigillo su più

governi, sicuro protagonista di fatti eantefatti (più positivi che negativi), an-cora sconosciuti al popolo italiano. Fa-mosa la sua frase: «Il potere logora chinon ce l’ha», che è la perfetta sintesidell’invidia politica.Un capitolo a parte meritano i Presi-denti della Repubblica, che hanno piùuna figura di garantismo che di gestio-ne del governo. Sandro Pertini e il suomodo di fare rimarranno nella storiad’Italia. Un uomo non ligio al proto-collo e molto impulsivo, a volte forsesbagliando. Di certo non ha sbagliatonel 1982, il 13 luglio, il luogo e il mo-mento della sua presenza in quel diMadrid per la finale dei mondiali traItalia e Germania con il mitico 3 a 1della squadra di Bearzot campione delmondo. Immagini che a distanza di 34anni amiamo ancora rivedere, con Per-tini con il bastone in alto che grida al redi Spagna e al cancelliere tedesco do-po il terzo goal di Tardelli: «Non ciprendete più, non ci prendete più!».Anche il costume, lo sport, l’evoluzionetecnologica hanno fatto la storia di que-sta Repubblica. E finisco da dove sonopartito, da Alcide Degasperi, che ognidue anni è ricordato con un premioconsegnato proprio a Trento in occa-sione della festa dell’Autonomia il 5 set-tembre. Come Degasperi e la sua visio-ne d’Europa è in sintesi la motivazioneche va ai premiati. E di Degasperi è lafrase celebre che deve rimanere monitoper tutti i politici impegnati nel governoattuale e futuro: «Un politico guarda al-le prossime elezioni. Uno statista guar-da alla prossima generazione».

Alessandro Cagol

8 giugno 2016

Camminiamo Insieme

Tema che trova la sua rappresentazionenella figura del poliedro, composto datante facce che si incontrano all’inter-no di un’unica figura geometrica. Ognifaccia corrisponde idealmente ad ognilaico impegnato (e, in modo particola-re, ad ognuno dei 650 partecipanti alconvegno) a rilanciare il ruolo del-l’Azione cattolica italiana nel camminodella Chiesa. «Vogliamo essere – ci hadetto Matteo Truffelli, nostro presiden-te nazionale – costruttori di una Chiesasinodale, che pensa e vive come popo-lo di Dio, capace di ascolto e dialogoautentico nei confronti della cultura edel clima che si respira nel mondo». Uncammino da compiere alla luce del-l’Evangelii Gaudium, dove ogni creden-te – parte che si mette a disposizione del tut-to – sa mettere in relazione le persone,nella loro molteplicità di esperienze. L’intreccio di temi, idee, esperienze – chevolevano valorizzare e riproporre l’invi-to di papa Francesco a essere volto nuo-

vo di una Chiesa aperta e in uscita – si èconcretizzato in cinque miniconvegni su scuola, lavoro, dialogo intercultura-le, dialogo intergenerazionale e ambito sociopolitico; ambiti in cui l’associazio-ne è chiamata a vivere il suo servizio alprossimo. I lavori del Convegno di saba-to mattina sulla “Sinfonia della sinodalità”sono iniziati con un sorprendente inter-vento del maestro Umberto Scipione,compositore di colonne sonore, piani-sta e direttore d’orchestra, venuto ad al-lietare i cuori dei partecipanti con in-trecci di sinfonie di diversi strumentimusicali fatti interagire tra di loro, e dia-logare, come una vera famiglia. Una me-lodia come “parte del tutto” che ha fat-to da sfondo alle parole di mons.Ermenegildo Manicardi, il quale soste-neva come l’idea di sinodalità sintetizzaefficacemente due idee essenziali per ilcristiano: l’idea di cammino e l’idea dicomunione. Sinodalità, quindi, comedialogo, come espressione di coscienzelibere che si parlano, che si confronta-no; come momento privilegiato dellasinfonia dell’anima, di una Chiesa che siapre al mondo lasciando parlare il cuo-re e la sua misericordia. Una Chiesa fat-ta da persone che vogliono essere den-tro la realtà, che l’accettano perchésanno bene che questa realtà non èsenza Dio. Una Chiesa che ha voglia diguardare il volto dell’Altro lungo le stra-

L’Ac nel cammino della Chiesa

Il Convegno delle Presidenze diocesane di Azione cattolica 2016,intitolato “Il tutto abbraccia la parte”, si è svolto a Roma dal 29 aprileall’1 maggio.

ACI

9giugno 2016

Camminiamo Insieme

de del mondo. Per una Chiesa davveroin uscita. Il miniconvegno al quale hopartecipato era sul dialogo intercultura-le, con la presenza di padre Laurent Ma-zas, del Pontificio Consiglio della Cultu-ra, che lavora in Vaticano soprattuttonell’ambito de “Il cortile dei Gentili”, unastruttura fortemente voluta da papa Be-nedetto XVI. Ci ha ricordato le parole delPapa emerito in cui diceva che «la Chie-sa dovrebbe aprire un cortile dei gentilidove gli uomini possono avvicinarsi aDio pur senza conoscerlo ancora. Biso-gna cominciare il dialogo con coloro peri quali la Chiesa è estranea, bisogna an-dare incontro a chi non la pensa comenoi». Nell’incontro dell’altro devi scopri-re il volto del fratello: credenti e ateihanno bisogno gli uni degli altri; l’ateodeve cercare ancora e il credente deveaprirsi ancora. Il Papa chiama tutta laChiesa ad andare incontro ai non cre-denti. Il dialogo è un lavoro continuoche si può realizzare su campi diversi,come quello sociale, sia a livello localeche nazionale e internazionale. È un la-

voro continuo, che si svolge per sempre,senza fine. Non per raggiungere un pun-to o una conclusione definitiva: dopoquesta generazione ne verrà un’altra chedovrà essere educata al dialogo. Nell’in-tervento conclusivo, il nostro Presiden-te nazionale Matteo Truffelli ha sintetiz-zato come l’Ac può essere spazio diaffiatamento, esercitando lo stile sino-dale. Ci ha detto: «La direzione che cisiamo dati è la realizzazione della Chiesa del-l’Evangelii Gaudium, la tessitura di una tra-ma di relazioni buone dentro cui le personesi sentano accolte, accompagnate, so-stenute per vivere con speranza la pro-pria quotidianità, la cura di una vita spi-rituale di spessore e adatta all’esistenzadei laici di oggi, l’impegno per la costru-zione di una società più giusta, acco-gliente, umana». Ha poi usato un’imma-gine di uso quotidiano particolarmentesignificativa, semplice ma efficace: «L’Acè come una grande impastatrice capacedi amalgamare, tenere insieme e far lie-vitare il tutto nel quale siamo immersi,la vita del mondo, delle persone, dellasocietà, e dentro di essa, fa lievitare laChiesa». Ci hanno lasciato poi come ri-cordo un pezzetto di lego. È stata vera-mente un’esperienza ricca e positivaquella vissuta a Roma, grazie anche allapresenza di Anna, ottima amica e com-pagna di viaggio!

Eletta

«Mi piacerebbe che ognuno dei nostri ade-renti fosse contento di pensare a se stesso ealla propria associazione parrocchiale e dio-cesana come a un gioco che è stato compa-gno di infanzia per tanti di noi, il lego: un in-sieme di tanti pezzi diversi tra loro, percolore, dimensione, utilità, ma tutti accomu-nati dalla capacità di collegarsi tra loro, diconnettersi per dare vita a qualcosa di piùgrande, di più bello. Vorrei – allora – che daquesto convegno delle presidenze vi portastevia, insieme a tante parole, suoni, preghiere,incontri, anche questa immagine, dell’asso-ciazione come una piccola grande scatola dilego, dalle potenzialità immense». (MatteoTruffelli, discorso conclusivo del Convegno)

10 giugno 2016

Camminiamo Insieme

Al rientro da vacanze estive moltosofferte, ci si è presentato un ritornoall’ordinario molto doloroso e diffici-le: l’abituarsi a vivere il vuoto lasciatoda una persona cara che sembra nonpoter essere colmato da nulla, il crol-lo di certezze, progetti e speranze sucui si è improntata tutta la vita, la so-litudine.Sono momenti in cui cadere nel baratropiù profondo è facile, rinnegare tuttociò in cui si è creduto semplice e como-do, prendersela con LUI è automatico. Fabiola, collega ma soprattutto amica,se ne è accorta e, senza farci pesarel’impegno, per aiutarci ad interiorizzarequanto accaduto, ci ha invitato a par-tecipare alle riunioni del gruppo Ac diVolano. La naturalezza e l’immediatezza del-l’accoglienza ricevuta è paragonabile

solo a quella riservata ad un nuovomembro in una famiglia.Sera dopo sera, grazie al GRUPPO,condividendo le situazioni faticose del-la vita quotidiana che accomunanotutti, riscoprendo la Parola che a tuttoriesce a dare una risposta, che porta lasperanza di fronte alle sfide che la vitariserva, consapevoli della nostra pic-colezza/limitatezza dinanzi a Dio, sia-mo riuscite a rimanere “fedeli”. Come Simeone, abbiamo resistito ecreduto, non siamo state sopraffattedalla più facile opzione del “fuggire”:siamo riuscite a riscoprire e a rimane-re nel SIGNORE! E questo è stato il dono più grande cheil gruppo sia riuscito a darci: il farci col-mare il vuoto con la “riscoperta” dellafede nel Signore.

Claudia e Paola

L’Ac per rimanere col SignoreVita di Ac

Si dice che Dio, per ogni momento della nostra vita, non ci dà le persone che vogliamo ma quelle di cui abbiamo bisogno per farcidiventare ciò che siamo destinati ad essere!!!… a noi è successo proprio così!

Sabato 14 maggio si è riunito in Con-vegno il Consiglio diocesano, per me-ditare e approfondire la parabola delSeminatore (Mt 13, 3-9) alla luce del-l’essere Chiesa e Ac in uscita.Grazie a Maddalena per i semi dapiantare, grazie ai responsabili par-rocchiali e diocesani per i frutti di vi-ta buona condivisi e sognati.

11giugno 2016

Camminiamo Insieme

In quest’anno associativo, a fianco deltesto per la formazione “#Viaggiando” ciè stato proposto dall’Ac diocesana unlibretto di facile e piacevole lettura: sul-la traccia delle opere d’arte proposte sultesto adulti alla fine di ciascun capitolo,Patrizia Mazzurana (presidente dell’Acdi Besenello) ha sviluppato con garbo lapresentazione e l’approfondimento del-le “Immagini” tratte da quadri di pittorifamosi. Ci è sembrato bello e interessante di-stribuire ad ogni aderente del gruppocopia del libretto, dopo aver constata-to l’interesse che aveva suscitato. Ci èparsa anche una maniera leggera e pia-cevole per concludere ogni capitolo delsussidio, che è sempre molto impegna-tivo. Quasi tutti hanno pure chiesto diportarsi a casa il fascicolo per rileggerlocon calma e fissare nelnella memoria leimmagini che ci hanno meravigliato etalvolta commosso, insegnandoci unmodo nuovo per guardare un quadro,soprattutto se di carattere religioso (cheha significati e riferimenti che rimanda-no alla Sacra Scrittura e al Nuovo Te-stamento, non sempre conosciuti o af-ferrabili). Grazie Patrizia!Qualcuno ha detto di essersi trovato indifficoltà davanti all’opera d’arte. Si so-no sentiti impreparati o impacciati. Nelcomplesso però il gruppo ha parteci-

pato intervenendo alla discussione erispondendo alle domande.

Giovanna e l’Ac di S. Maria Assunta(Riva del Garda)

Riflessi di culturaCamminiformativi

Conoscere le opere d’arte e approfondirle indagando la biografiadell’autore, per arrivare attraverso l’analisi della dimensione visiva,della dimensione guidata e del confronto, all’invito alla preghiera:questo è stato il nostro percorso di quest’anno.

«La forte accentuazione verticale del dipin-to conferisce alla scena il movimento che èproprio della Pentecoste, quel movimento chediventa missione e invio, gioia e testimo-nianza, capacità di esprimersi nella lingua diciascuno e certezza della presenza del Risorto.Proviamo a rileggere Romani 8 con gli occhifissi all’opera, immaginandoci anche noi pre-senti, magari al posto del pittore». (da “#Viaggiando”)

La Pentecoste di El Greco

12 giugno 2016

Camminiamo Insieme

La bellezza del partecipareinsieme

Partecipare

In questo tempo di crisi della (cor)re-sponsabilità a tutti i livelli e in tutti gliorganismi di rappresentanza e decisio-nali, l’Azione cattolica continua a cre-dere nel valore e nell’importanza del-l’assunzione di responsabilitàpersonale e reciproca, educando a par-tecipare con uno stile democratico: nelconfronto, nell’ascolto, nel dialogo enella condivisione… nella cura dellerelazioni autentiche, insomma.Dove si sperimenta questa palestra divita? Nella vita di gruppo, ma soprat-tutto nel luogo dove si incontrano tut-ti gli aderenti dell’Azione cattolica:l’Assemblea.

Perché, come affermava Vittorio Ba-chelet (Presidente nazionale che ac-

compagnò l’Azione cattolica nell’inten-so e difficile rinnovamento dello Statu-to in una lettera agli aderenti datata 4ottobre 1972: «Occorre saper far pre-senti le ragioni che fanno ritenere indi-spensabile per una vita associativa unminimo di organizzazione… Quest’an-no vi sarà il rinnovo dei consigli, sia alivello parrocchiale che diocesano, re-gionale e nazionale, e quindi la convo-cazione delle rispettive assemblee. Inesse ogni membro effettivo dell’Asso-ciazione – e naturalmente solo lui –concorrerà a decidere il programmadell’Ac per il prossimo triennio, a sce-gliere le persone che ne dovranno se-guire l’attuazione, in posizione di par-ticolare responsabilità in mezzo aglialtri». Questo è garanzia del fatto chel’Assemblea non è un organo formale,una sovrastruttura: è la struttura orga-nizzativa di base, che deve garantire «lapartecipazione di tutti gli aderenti» (art.23 dello Statuto ACI). La partecipazione di tutti, che sia pre-senza attiva o sintonia di cuore, rendepiù ricca e bella l’Ac. Partecipiamo in-sieme ai momenti di festa, di preghiera,

«Il percorso assembleare è occasione preziosa per rilanciare il sensodella corresponsabilità, a partire da un discernimento comunitariosull’individuazione dei responsabili e da una lettura profonda econdivisa della realtà non solo associativa, ma anche ecclesiale eterritoriale. Questo è il senso delle Assemblee associative, che altrimentidiventano sovrastrutture, frammento che perde di vista il tutto».(Matteo Truffelli nel discorso conclusivo al Convegno delle Presidenze diocesane 2016)

«L’Assemblea riunisce tutti gli aderenti del-l’Associazione territoriale che hanno com-piuto il 14° anno di età. I ragazzi sono rappre-sentati dai loro responsabili ed educatori.L’Assemblea viene convocata dal Consiglioparrocchiale in occasione di momenti for-mativi, celebrativi, elettivi e per l’elaborazio-ne delle linee generali della vita dell’Associa-zione». (Atto Normativo diocesano, art. 13)

13giugno 2016

Camminiamo Insieme

di servizio, di condivisione, avendo cu-ra di invitare tutti e di favorirne la pre-senza; visitando chi non ha potuto es-serci, sentendoci compagni di viaggio

che camminano accanto, con il passodi ognuno. Questo è un primo passonella corresponsabilità associativa.

Anna

L’Assemblea è il luogo in cui «(almeno due volte l’anno) tutti i soci si riuniscono, avvertendo, da unlato, il calore del sentirsi famiglia e, dall’altro, la voglia di compiere scelte coraggiose insieme, aven-do a cuore le istanze di tutti e valorizzando al massimo il contributo di ciascuno nella semplicitàe nella creatività delle forme. L’Assemblea deve diventare un luogo di condivisione famigliare, incui, come in tutte le famiglie, generazioni diverse interagiscono, confrontando ideali, aspettative,sogni e delusioni, amarezze e gioie». (da “Obiettivo Promozione”, collana AVE “Tra il dire e il fare”)

Vale la pena impegnarsiPartecipare

Dopo un primo momento nel quale hoelencato le tante obiezioni, le paure, gliimpegni, la famiglia, la poca conoscen-za dell’associazione, non sono riuscita asvicolare e così ho accettato: al terminedel mio impegno di catechista, svoltoper oltre vent’anni, mi sembrava natu-rale rimanere collegata con qualche as-sociazione della parrocchia e allora misono avvicinata all’Ac, per un appro-fondimento della Parola di Dio. All’As-semblea Parrocchiale di tre anni fa, donGiulio a commento di una lettura delgiorno nella preghiera dei vespri ha det-to più o meno così: «non dobbiamopreoccuparci troppo di mettere in pra-tica la Parola, ma lasciar posto alla Pa-rola perché Dio agisca in noi». Allora ho

preso questa frase come motto e ho in-cominciato il cammino con una certaserenità. Sono stata sostenuta e accol-ta con simpatia dal parroco e da tutto ilgruppo, incoraggiata e aiutata soprat-tutto da Eletta e da Amelia, che sono lecolonne dell’Ac di Lavis. Anche i vari in-contri con l’Ac diocesana sono statimomenti di riflessione e di conoscenza.In questi tre anni non abbiamo fattograndi cose, anche perché i numeri so-no modesti e la nostra età è un po’ so-pra i 20 anni!!! Ma il semplice fatto diesserci, di stare bene assieme, di pre-gare, di riflettere e cercare di crescerenella fede mi fa dire che è valsa la penaimpegnarsi e mettersi alla prova.

Elena (Ac di Lavis)

Prendo spunto anch’io dall’editoriale di aprile per chiedermi:«Ma il tempo passa sempre nella stessa maniera?». Mi sembra proprio dietro l’angolo il giorno in cui mi è stato chiesto sepotevo rendermi disponibile come responsabile del gruppo di Ac di Lavis.

14 giugno 2016

Camminiamo Insieme

La lettura, fatta da don Ar-mando Matteo in “La fugadelle quarantenni - il diffi-cile rapporto delle donnecon la Chiesa” [ed. Rub-bettino - 2012], si concen-tra sul senso religioso chel’universo femminile inquesti decenni ha elabo-rato. Un universo già grava-to, come scriveva Alessan-dro nel numero scorso diCamminiamo Insieme, da ri-tardi in emancipazione, ri-conoscimento e dignità. Giovanni Paolo II aveva proposto il ri-baltamento della figura femminile conl’enciclica Mulieris dignitatem in cui Ma-ria, riconosciuta madre di Dio, trova insé – e non fuori di sé – il senso del suoesistere. Ma dalla teoria alla pratica… Alla donna di ieri e a quella di oggi, inmodo più velato, è affidata la cura di ciòche è intimo e personale, lasciando al-l’uomo ciò che è gestionale, ammini-strativo, di potere. Grazie a questo ruo-lo della donna, la consistenza internadella Chiesa – quella mantenuta graziealla trasmissione della fede e alla ge-stione del quotidiano della vita delle co-munità – fino ad oggi è rimasta stabile.Ora tutto questo non è più così sconta-

to e, purtroppo, l’ambienteecclesiale non coglie a fon-do il vuoto di tradizioneche si sta diffondendo.Del libro, che approfondi-sce vari aspetti dell’esseredonna nella Chiesa, qui ri-prendo solo alcune solleci-tazioni operative finali chel’autore propone. Riequi-librare l’immagine pubbli-ca nella Chiesa italiana an-cora troppo maschile (suquesto, papa Francesco

potrebbe regalarci delle aperture) e la-vorare per un’effettiva corresponsabili-tà delle donne. Pensare i tempi, le atte-se, i bisogni delle donne e affrontare labattaglia per la vita buona dell’umano,confrontandosi con la dittatura dellagiovinezza e il terrorismo della bellezzaper riconfigurare in modo positivo l’es-sere adulti nello spessore anche dram-matico del quotidiano. Sono strade,queste e molte altre, che potrebbero es-sere di stimolo anche per i nostri gruppiassociativi per continuare a focalizzarel’attenzione sui reali bisogni delle don-ne (e degli uomini) che si mettono allaricerca, più o meno consapevole, di unloro posto nelle nostre comunità.

Roberta

Percepiamo nelle nostre parrocchie la diminuzione della presenzafemminile: al pari di quella maschile ma, secondo l’autore del libro, ben più dirompente per una prospettiva di trasmissione della fede allenuove generazioni.

La fuga delle quarantenni Il libro

15giugno 2016

Camminiamo Insieme

L’Agenda di AcAppuntamenti di luglio/agosto

Domenica 3 luglio

Pellegrinaggio sul Sentier

o Frassati

del Trentino

dal Santuario della Madonna

delle Grazie di Arco al Rifugio San Pietro

• ore 8.30 ritrovo; breve presentazione

e preghiera

• ore 9.00 partenza; tempo di percorrenza:

3 h 20 min circa

dislivello 874 m, distanza 5,9 km

(difficoltà media, necessario

abbigliamento da montagna)

• ore 13.00 circa arrivo al rifugio; pranzo

• ore 14.30 momento di preghiera e ritorno

Per info e note tecniche leggi “Vi

ta Trentina”!

Campi scuola estivi diocesani• per ragazzi dalla III elementare alla III mediada domenica 10 a sabato 16 luglio(iscrizioni chiuse)• per famiglie da venerdì 15 a domenica 17luglio, con servizio di animazione per i piccolissimi

(info presso la segreteria diocesana)presso la Colonia S. Maria Goretti di Volano, sul monte Finonchio

APPELLO PER UN’EUROPA SOLIDALEL’Azione Cattolica Italiana promuove e invita ad aderire all’Appello per un’Europa Solidale lanciatodall’Agesci e già sottoscritto da numerosi movimenti, associazioni e aggregazioni del nostro Paese.Scopo dell’iniziativa è richiamare l’attenzione di tutti sulla necessità di rilanciare il sogno europeo diun Continente coeso al suo interno e in grado di essere solidale con il resto del mondo. Noi rifiutiamo la costruzione di barriere come risposta al fenomeno migratorio. Noi chiediamo ai nostri rappresentanti politici:- la creazione di corridoi umanitari per evitare i cosiddetti “viaggi della morte”;- che venga rivisto il Trattato di Dublino secondo il principio di solidarietà e la libera manifestazio-

ne di volontà delle persone;- che venga istituito un sistema di riconoscimento reciproco delle decisioni positive in materia di

protezione internazionale;- che venga creato un sistema di inte(g)razione europeo.Noi ci impegniamo a metterci in gioco personalmente. Ci impegniamo ad essere i primi ad accogliere.

Aderisci firmando online- su Facebook “Petition for a Europe of solidarity”- dal Sito http://www.europeofsolidarity.eu

4 giovanissimi di Volano

parteciperanno alla

Giornata mondiale

della Gioventù

a Cracovia dal 26 al 31 luglio

Accompagniamoli con la preghiera

e la simpatia

da Adone (Volano)