Analisi Biomeccanica Della Pedalata

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Analisi biomeccanica della pedalata La corretta posizione sulla bici è un fattore determinante per poter sviluppare il massimo dell’efficienza senza dispersioni di energia e nella posizione più confortevole possibile. La ricerca della posizione ottimale è utile sia per i ciclisti più esperti che per i principianti e deve soddisfare due principi soggettivi che vanno messi in correlazione e mediati: comfort e giusta biomeccanica. Il primo principio serve per riuscire a mantenere la posizione il più a lungo possibile,il secondo è necessario per poter esprimere al meglio le proprie potenzialità. L’assetto che si assume in bicicletta è vincolato a dei punti particolari:gli appoggi. I punti di contatto fra il corpo e la bicicletta, quali sella-bacino, piedi-pedali, mani-manubrio descrivono un triangolo la cui lunghezza dei lati è caratteristica per ogni individuo; Proprio questo aspetto legati agli appoggi fa della pedalata una azione motoria definita a catena cinetica chiusa a causa del fatto che mani bacino e piedi sono praticamente fissi. La regolazione dei punti di contatto tra l’atleta e la bici risultano fondamentali per esprimere la maggior potenza possibile, garantire il giusto comfort all’atleta permettendogli di restare in bici il più tempo possibile e soprattutto ridurre il rischio di insorgenza di patologie osteo-muscolari dovute a posture scorrette e sovraccarico funzionale. Gli spetti biomeccanici fondamentali sono caratterizzati da: Giusto posizionamento delle tacchette: Per esprimere la massima potenza ed imprimere energia al pedale è necessario che combacino perfettamente i punti di contatto tra piede (testa del primo metatarso) e tacchette (centro dell’asse del pedale). Figura 1 Figura 1 – Il punto di contatto piede-tacchette Altro elemento fondamentale è la giusta distanza tra i pedali (è ideale che sia uguale alla larghezza del bacino) che dovrebbe garantire un giusto posizionamento delle gambe con quest’ultime che risultino perfettamente perpendicolari al suolo. In questo modo viene stabilizzata anche la posizione del bacino.

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Analisi dettagliata della biomeccanica della pedalata nel ciclismo

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Analisi biomeccanica della pedalata

La corretta posizione sulla bici è un fattore determinante per poter sviluppare il massimo

dell’efficienza senza dispersioni di energia e nella posizione più confortevole possibile. La

ricerca della posizione ottimale è utile sia per i ciclisti più esperti che per i principianti e deve

soddisfare due principi soggettivi che vanno messi in correlazione e mediati: comfort e giusta

biomeccanica. Il primo principio serve per riuscire a mantenere la posizione il più a lungo

possibile,il secondo è necessario per poter esprimere al meglio le proprie potenzialità.

L’assetto che si assume in bicicletta è vincolato a dei punti particolari:gli appoggi. I punti di

contatto fra il corpo e la bicicletta, quali sella-bacino, piedi-pedali, mani-manubrio descrivono un

triangolo la cui lunghezza dei lati è caratteristica per ogni individuo; Proprio questo aspetto legati

agli appoggi fa della pedalata una azione motoria definita a catena cinetica chiusa a causa del fatto

che mani bacino e piedi sono praticamente fissi.

La regolazione dei punti di contatto tra l’atleta e la bici risultano fondamentali per esprimere la

maggior potenza possibile, garantire il giusto comfort all’atleta permettendogli di restare in bici il

più tempo possibile e soprattutto ridurre il rischio di insorgenza di patologie osteo-muscolari

dovute a posture scorrette e sovraccarico funzionale.

Gli spetti biomeccanici fondamentali sono caratterizzati da:

• Giusto posizionamento delle tacchette: Per esprimere la massima potenza ed imprimere

energia al pedale è necessario che combacino perfettamente i punti di contatto tra piede

(testa del primo metatarso) e tacchette (centro dell’asse del pedale). Figura 1

Figura 1 – Il punto di contatto piede-tacchette

Altro elemento fondamentale è la giusta distanza tra i pedali (è ideale che sia uguale alla larghezza

del bacino) che dovrebbe garantire un giusto posizionamento delle gambe con quest’ultime che

risultino perfettamente perpendicolari al suolo. In questo modo viene stabilizzata anche la

posizione del bacino.

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• Altezza della sella: essa può essere definita come la distanza che va dal punto del

movimento centrale della bici al centro della sella. (figura 3). La sua regolazione è

fondamentale in quanto incide sui gradi di escursione articolare a livello dell’anca, del

ginocchio e della caviglia. Nella tabella seguente gli angoli di flesso-estensione del

ginocchio.

Angolo ginocchio PMI (punto morto inf.) PMS (punto morto sup.) Pedivella centrale

Flesso-estensione 130°-140° 80° 105°-115°

Figura 2 – Il PMS ed il PMI

Figura 3 – L’altezza della sella espressa dalla linea rossa

• Arretramento della sella: la posizione antero-posteriore della sella è responsabile del giusto

posizionamento degli arti inferiori nonché della distanza sella-manubrio e della flesso-

estensione di busto e spalla. Per ottenere una corretta posizione della sella ci sono due

modi rappresentati nella figura 4.

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Figura 4

• Distanza sella-manubrio: essa non è definibile attraverso un sistema di calcolo ma risulta

molto personalizzata ed influita da fattori come: la lunghezza degli arti superiori, la

flessibilità del busto e del bacino e dalla posizione del bacino sulla sella. Il modo migliore

per trovare la giusta distanza è quella di salire sulla bici o sul simulatore e regolare man

mano la distanza sella-manubrio fino a ricercare il miglior equilibrio tra comfort e

prestazione.

Effettuando una analisi cinematica dell’atleta che va in bici possiamo analizzare diversi elemento

biomeccanici su diversi piani:

• Piano sagittale: angoli di flesso-estensione di spalla, busto, anca, ginocchio e caviglia

• Piano frontale-dorsale: l’adduzione/abduzione del ginocchio e la prono-supinazione del

piede

• Piano trasverso: la rotazione di busto e bacino.

L’analisi e la valutazione di tutti questi elementi biomeccanici è di fondamentale importanza per

una giusto equilibrio ed integrazione tra l’uomo e la macchina al fine di:

1. Evitare l’insorgenza di patologie osteo-tendinee-muscolari dovute a posture scorrette e

sovraccarichi funzionali;

2. Rispetto dei regolamenti sportivi;

3. Garantire comfort e guidabilità del mezzo

4. Ridurre le resistenze aerodinamiche

5. Migliorare la performance sportiva.