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CAMMINIAMO INSIEME Foglio di collegamento delle parrocchie di Dosimo e Quistro CAMMINIAMO INSIEME - 1 NATALE 2012 Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama Il Natale è un evento per il quale non c’è posto: non nell’albergo, non presso qualche buon cuore. Solo una stalla rimane, una greppia. Il Signore, il bambino Gesù inizia e finisce la sua vita con un rifiuto, rifiuto d’accoglienza, rifiuto che condanna: è doveroso riconoscerlo, soprattutto quando un certo sentire ci suggerisce che a Natale son tutti più buoni (?). Non per questo il male ed il peccato, compagni così noti dei nostri tempi, di molti tempi dell’uomo, rovinano la festa, anzi, ne sono convertiti, rovesciati e sconfitti. Che divina ironia: il liberatore annunziato dagli angeli è un povero neonato, il più inatteso Messia. La notte di Giudea, la buia notte della schiavitù è illuminata dalla stella che guida i Magi. Solo loro? E’ già il sole di Pasqua quello che sfolgora nel tempo in cui Gesù è deposto non in un sepolcro, ma nella mangiatoia: entra nelle umane tenebre della morte (sì, nientemeno) la luce della vita. E’ Natale, nasce per noi il Salvatore! Dio non impone un usato, mieloso sorriso tra luminarie, dolciumi, regali, cenoni e ultimo dell’anno. Sono luci che passano. Nella preghiera auguro piuttosto a tutti, alle famiglie in particolare, ai giovani e ai ragazzi di riunirsi nella gioia di questo Natale sotto la Luce che non passa. Questa è gioia vera, il dono che ci permette di donare, di donarci. Certo, la notte rimane. Ma il Signore viene per rimanere con noi “fino alla fine del mondo” (Mt 28,20) nonostante tutto, nasce nonostante tutto, dona la sua vita nonostante tutto, perché tutto possa essere salvato dal suo dono. Uno stile che Giuseppe e Maria per primi col Cristo hanno fatto loro, questa vergine e madre, madre di Dio, nonostante tutte le infamie pensabili al tempo e i dubbi di oggi, quello padre, sposo fedele, nonostante tutto. La forza inerme di Dio fatto uomo rinvigorisca anche noi. Cristiani, nonostante tutto. don Simone Duchi

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CAMMINIAMO INSIEMEFoglio di collegamento delle parrocchie di Dosimo e Quistro

CAMMINIAMO INSIEME - 1

NATALE 2012

Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama

Il Natale è un evento per il quale non c’è posto: non nell’albergo, non presso qualche

buon cuore. Solo una stalla rimane, una greppia. Il Signore, il bambino Gesù inizia e

finisce la sua vita con un rifiuto, rifiuto d’accoglienza, rifiuto che condanna: è doveroso

riconoscerlo, soprattutto quando un certo sentire ci suggerisce che a Natale son tutti

più buoni (?). Non per questo il male ed il peccato, compagni così noti dei nostri tempi, di

molti tempi dell’uomo, rovinano la festa, anzi, ne sono convertiti, rovesciati e sconfitti.

Che divina ironia: il liberatore annunziato dagli angeli è un povero neonato, il più

inatteso Messia. La notte di Giudea, la buia notte della schiavitù è illuminata dalla stella

che guida i Magi. Solo loro?

E’ già il sole di Pasqua quello che sfolgora nel tempo in cui Gesù è deposto non in un

sepolcro, ma nella mangiatoia: entra nelle umane tenebre della morte (sì, nientemeno)

la luce della vita. E’ Natale, nasce per noi il Salvatore!

Dio non impone un usato, mieloso sorriso tra luminarie, dolciumi, regali, cenoni e

ultimo dell’anno.

Sono luci che passano.

Nella preghiera auguro piuttosto a tutti, alle famiglie in particolare, ai giovani e ai

ragazzi di riunirsi nella gioia di questo Natale sotto la Luce che non passa. Questa è

gioia vera, il dono che ci permette di donare, di donarci.

Certo, la notte rimane. Ma il Signore viene per rimanere con noi “fino alla fine del

mondo” (Mt 28,20) nonostante tutto, nasce nonostante tutto, dona la sua vita

nonostante tutto, perché tutto possa essere salvato dal suo dono. Uno stile che

Giuseppe e Maria per primi col Cristo hanno fatto loro, questa vergine e madre, madre

di Dio, nonostante tutte le infamie pensabili al tempo e i dubbi di oggi, quello padre,

sposo fedele, nonostante tutto.

La forza inerme di Dio fatto uomo rinvigorisca anche noi. Cristiani, nonostante tutto.

don Simone Duchi

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E' una considerazione spontanea , giunti al termine dell'anno, fare una sorta di bilancio del 2012. Anche quest'anno il Signore ha avuto misericordia di noi, dando la possibilità alle nostre parrocchie di celebrare i sacramenti, di annunciare la parola di Dio, di incontrare tanti fratelli, mediante l'incontro personale e le varie iniziative rese possibili da generosi collaboratori. Nell'anno 2012 abbiamo impiegato tante forze per organizzare la catechesi secondo le indicazioni che il nostro Vescovo ci ha lasciato nella scorsa Visita Pastorale, dove genitori, bambini e catechisti sono “compagni di viaggio”. Il Vescovo, a partire dalla fine di Settembre, ci ha donato la presenza di don Simone, il nostro diacono che si sta preparando ad essere ordinato prete nel prossimo Giugno. Don Simone è entrato in relazione con i nostri ragazzi, condividendo con loro la formazione e l'apertura dell'oratorio, ha avviato per giovani e adulti una puntuale formazione biblica e offre una omiletica profonda e curata. Egli ha preso in meno l'iniziazione cristiana secondo il metodo catecumenale, curando la formazione dei catechisti e guidando gli incontri con i genitori. Nel corso dell'anno abbiamo ulteriormente curato le nostre chiese e le nostre strutture e ci siamo organizzati per pagare l'I.M.U. Il 2012, come ho già riferito al Consiglio Pastorale Parrocchiale, è stato l'ultimo anno pieno della mia presenza a Dosimo e a Quistro, in quanto nel settembre del 2013 scadono i nove anni del mio mandato. Quello che sarà nel prossimo anno, verrà deciso con il Vescovo. Voglio vivere questi prossimi mesi con la stessa passione

con la quale ho iniziato il mio cammino tra voi e con voi, forte di quella familiarità costruita in anni di condivisione. Guardando al 2013 esprimo alcuni desideri: trovare risorse finanziare – chiamasi benefattori - per continuare i restauri della chiesa di Dosimo; condividere con gli altri la contentezza di far parte del la Chiesa, soprattutto leggerla sui volti delle persone che già bazzicano la parrocchia nelle sue molteplici proposte; vedere che tanti – ragazzi, giovani coppie, adulti - hanno capito che la Messa e le proposte

parrocchiali sono un arricchimento per la loro vita; constatare che la parola di Dio tocca l’esistenza di quanti l'ascoltano, liberandoci da quelle beghe tribali che ci impediscono di essere cristiani.

don Claudio

Bilancio e desiderate del Parroco

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In quest’anno di preparazione al presbiterato ho il piacere ed il compito di condividere il passo della vita cristiana con le comunità di Dosimo e Quistro. Per questo motivo il parroco don Claudio mi ha chiesto d’illustrare il ministero del diacono, al quale «sono imposte le mani» non per il sacerdozio, ma per il servizio. Infatti, sostenuto dalla grazia sacramentale, nel servizio della liturgia, della parola e della carità si dedica al popolo di Dio, in comunione col Vescovo e con il suo presbiterio. Conformemente a quanto gli sarà stato assegnato dalla competente autorità, appartiene al diacono amministrare il battesimo, conservare e distribuire l’Eucarestia, assistere e benedire le nozze in nome della Chiesa, proclamare la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali [cioè, ad esempio, le benedizioni], presiedere al rito funebre e alla sepoltura” (LG 29). Con queste parole della costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium (se non ne avete mai sentito parlare, urge davvero la lettura) il Concilio Vaticano II intese riassumere i tratti e l’opera del diacono. Per comprendere chi sia, il testo si riferisce da subito al sacramento che ne fonda l’identità: l’Ordine. La vocazione battesimale propria di ogni cristiano e il dono dello Spirito santo trovano in esso una caratterizzazione propria: colui che è chiamato da Dio a servire la Chiesa ed il prossimo da lui pure riceve la grazia per questa testimonianza. La missione del diacono trae infatti dal sacramento l’impronta, il sigillo di Cristo Gesù, la conformazione a lui come servo. Ricordate? “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45). Proprio questo termine così scomodo e assai poco ricercato, non solo per il sentire contemporaneo, è l’autentica sintesi del ministero diaconale: si tratta di servire la Parola nella preghiera, nello studio, nell’annuncio, nella catechesi; servire la mensa del Signore (come vedete a Messa) nonché la mensa della quotidianità, lì dove s’incontra ogni uomo, secondo quella carità che innerva il ministero ordinato sin dal suo primo grado, cui possono seguire il presbiterato e l’episcopato. Tanto la Chiesa cattolica (latina e orientale) quanto le Chiese “ortodosse” (dette pure “Chiese orientali separate”) conoscono infatti la figura del coniuge cui vengono imposte le mani: per le prime ciò si traduce nel cosiddetto diaconato permanente, per le seconde invece il coniuge ordinato può diventare prete, ma non vescovo. Chi volesse saperne di più, specie riguardo al tema del celibato e alle ragioni storiche e teologiche in gioco, non fa che chiedere al sottoscritto. Per ora basti questa sintesi: con la sua persona e la sua opera il diacono attesta che fidarsi del Signore è fonte di sapienza e gioia, mettersi a servizio significa arricchire, condividere è moltiplicare i doni di ciascuno, nell’ascolto e nella scelta di quella vocazione che Dio, Padre buono, affida ad ognuno.

don Simone Duchi

Chi è il diacono?

Non si insegna quello che si sa quello che si crede di sapere. Si insegna e si può insegnare solo quello che si è.J. Jaurés

Leggo questa frase e sempre più, in questa momento confuso e complesso della storia scolastica italiana, mi sembra importante e vera.Non più tardi di una decina di giorni or sono stata invitata ad un corso di formazione e aggiornamento per docenti. Il professore che conduceva l'incontro sosteneva che, nella scuola dell'innovazione e della tecnologia, ciò che realmente importa non è il Sapere, quanto più il Saper Fare.Il passaggio sarebbe stato, dunque, negli ultimi dieci-quindici anni, dalla scuola delle conoscenze a quella delle competenze.Un primato indiscutibile della Teknè che soppianta letteratura, poesia, arte insomma l'intero Umanesimo, come qualcosa di vetusto e polveroso, inutile ed anzi quasi dannoso.Difficile, per me, essere d'accordo con questa visione ed anche con la conseguenza della stessa che pone nell'allievo la richiesta di una domanda di conoscenza e non prevede un'offerta di Sapere che il docente, e lui solo, è e deve essere in grado di fare.Una difficile e pericoloso capovolgimento di fronte che chiede ad un ragazzo di porre al docente domande che non è in grado di formulare perché non ne conosce presupposti e conseguenze.Una riflessione surreale che genera un malinteso dannoso soprattutto per i ragazzi che, già in cerca di sicurezze e regole, si vedono furbescamente scippati di quanto può renderli più capaci e più forti, consapevoli e maturi.Facile, infatti, ricorrere alla retorica buonista per sottrarsi alla responsabilità di un'educazione cosciente, consapevole e certa. Il Docente in realtà dovrebbe essere guida ed esempio, innanzi tutto, che sa offrire conoscenze sicure e vere capaci di far sognare, di arricchire, di migliorare, di far crescere e di far sentire il conforto rassicurante della Cultura.Dovrebbe anche risultare una figura adulta autentica, con le sue rigidità fatalmente indispensabili ma anche con sensibilità nuove ed antiche che devono adattarsi ad una società in trasformazione velocissima che legge la realtà, spesso, come un videogioco.Chi, come me, ogni giorno si confronta con la difficoltà dell'Educazione, in particolare in contesti complessi, sa che proprio lì - ed a maggior ragione - forte è la necessità della ricerca profonda della Conoscenza.Di certo questi adolescenti confusi e complessi, spesso soli e senza regole, non ci chiedono di conoscere un artista o un poeta; siamo noi che dobbiamo darglielo non per sfoggio di cultura quanto più perché l'esposizione al Bello rende migliori, aiuta, consola.E dunque la frase di Jaurès assume un'importanza centrale, riportando l'Individuo alla sua preminenza contro l'invadenza della prassi che rischia di diventare o di apparire una scatola vuota e un po' fredda.

Cristina Aroldi

La Scuola che verrà: tra Prassi ed Umanesimo

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Anagrafe ParrocchialeBattesimi

DosimoLoria MiaBertoletti EmmaGalli Francesca Paola MonicaArdigò MarcoConsigli ManuelDall’Anna FrancescoGaravelli AldoMerli BenedettaGenerali Niccolò

Paccetta FrancescoBrignani DavidCardamone AlessiaQuistroCastelli Stella Celeste MariaMori Giovanni GiacomoNicoli FrancescaPodestà LauraVitale SofiaGalletti Riccardo Angelo

Comunioni Dosimo: Tegagni Sofia, Spataro Luca, Zabriesak Margherita, Marchini Federico, Faccio Nicolas, Coretti Lorenzo, Dossena Benedetta, Superchi Alessandro, Arcuri Sara, Muto Elisa, Amighini Simone, Felletti Denise, Ghidini Camilla, Ghidini Giancarlo, Greppi Chiara, Maestri Alice.

Cresime Belloni Elettra, Capelli Federica, Di Rubbo Elisa, Faccio Sharon, Fiorentini Nicola, Lorandi Matteo, Parma Irene, Raffaini Alice, Travi Gioia

MatrimoniDosimoGuarneri Domenico - Assirati IlariaBertolametti Roberto - Sompeth MalisaQuistroBattaglia Gianluca - Cardamone FabianaRaffi Nicola - Maestri RobertaCappellini Fabio - Stringhini MelaniaMerigo Vincenzo - Nolli ChiaraAntoioli Paolo - Zanacchi MartinaScibilia Moreno - Caprini DanilaBrogi Roberto - Salini Elisa JosèBruni Paolo - Caminiti Federica

DefuntiBiondi GiovannaRossetti Francesco MarcelloRavasi EnricoTabacela Adrian LiviuGrisi GiuseppinaFratoni Sandro

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Boni CesiraVolta PietroChiari MariaZagni EldaFerrari AnnaCapelli Aldo

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Numeri Utili:don Claudio casa 0372/455777

cell 347/4350542

segui la tua Parrocchia on-line!!!!www.dosimoquistroparrocchie.it

Lunedì 31 dicembre alle ore 16 a Quistro e alle 17,30 a Dosimo Messa di fine anno con il ricordo dei fratelli defunti.

Lunedì 31 sera presso l'Oratorio, Cenone di San Silvestro, iscrizioni presso il bar dell’Oratorio.

Domenica 6 Gennaio ore 16: Festa dell'Epifania animata dai bambini di I, II e III elementare. Segue “Briscolata” in Oratorio.

Domenica 13 Dicembre: “Giornata della Famiglia”. Nella Messa delle ore 11 sono invitati tutti i “capi famiglia” con le rispettive famiglie e si ricorderanno gli Anniversari che saranno celebrati nel 2013. Nel pomeriggio spettacolo proposto da “Gard-Art” (sentire Angelo e Attilia)

Domenica 20 Gennaio: gnoccatta di Sant'Antonio Abate in Oratorio.

Nel tempo di Natale don Claudio e don Simone passeranno nelle case a visitare i presepi, chi fosse interessato comunichi la sua adesione. Se possibile, al momento della visita, si fornisca una foto del presepe scattata secondo la propria ispirazione.

Prossimi Appuntamenti

Na Fiucàada

Stamatina, apèena desedàada,gòo subit pensàat a ‘na bèla fiucàada,per el s’carùur che da la finestra trapelàva.Eco il cèel el pariiva en gràan sedàas,la farìna biàanca spésa spésa la fiucàava,miliòon de fiòch de nèef sfarinùus,tot i quarciàava: piàanti, stràadi,téc e cuntràadi!L’éera na fiucàada imaculàada e intàta,se vedìiva apéena li imprùunti de la me gàta.Spaurìit e en pò cerìit, i pasarìi saltelàava da na piàanta a l’àaltra del giardìin,e pò jé vulàant vèeloci in so ‘l balcòon,per veder si truàava el sòlit bucòon...Wl sòon de li campàani l’èera atutìit,pariiva che ‘l rivès da chissà quàal luntàan campàanil,da ‘n paèes incàantàate che ‘l purtès, finalmèent,lannunsi che in de ‘l mòont ghe la pàas!

Antonietta Bottini Filippini

Una NevicataQuesta mattina, appena svegliata,ho subito pensato ad una bella nevicata,per il chiarore che dalla finestra penetrava.Ecco il cielo sembrava un gran setaccio,la farina bianca fitta fitta fioccava,milioni di fiocchi di neve sfarinosi, lentamente si posavan silenziosi,tutto coprivano: piante, strade,tetti e contrade.Era una nevicata immacolata e intatta,si vedevano solo le impronte della mia gatta.Spauriti e un po’ spaventati i passerinisaltellavano da una pianta all’atra del giardinoe poi, veloci, son volati sul balcone,per vedere se trovavano il solito boccone...Il suono delle campane era attutito, pareva che giungesse da chissà quale lontano campanile,da un paese incantatoe che portasse, finalmente, l’annuncio che nel mondo c’è la pace!