Camminiamo insieme - Dicembre 2014

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Monteleone in visita al Duomo di Poz- zuoli 2 Aiutare il prossimo 2 Memo, appuntamenti ed informazioni 3 Introduzione alle fiabe 4 La piccola fiammiferaia 5 Breve storia del Presepe 7 Un tempo di grazia sciupato ... 7 La festa dell’Immacolata 8 Anno pastorale 2014 8 Dicembre 2014 Sommario vivere tutti i rischi e le fatiche dell’essere uomo, senza eccezioni. […] Maria e Giuseppe accolgono l’inaudito di Dio nella loro vita senza porre condizioni; la loro vita viene scavata, arata, continuamente messa alla prova. Il loro atteggiamento ci è proposto come modello di discepolato, come percorso di conversione. Luca, nel racconto dell’infanzia, ci dice per due volte che Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose meditandole in cuor suo (Lc 2,19; 2,51). Davanti al mistero della vita e della presenza di Dio, il modo migliore per coglierne l’ampiezza è la riflessione interiore, la meditazione, come fa Maria. […] «Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore» (Lc 2,11). Non per i bravi ra- gazzi che se lo meritano, non per i devoti che già possiedono Dio, ma per i perdenti senza giustificazione, per gli sconfitti della storia, per i per sempre bastonati, per i miseri e gli umiliati, per i peccatori. Che notizia straordi- naria! [.] Se vi dicessi che Dio viene a premiare i buoni, che buona notizia sarebbe? Che novità sarebbe? Da subito Dio scardina i nostri luoghi co- muni, anche quelli religiosi. Dio viene proprio per chi non se lo aspetta. Bollettino informativo della Comunità Parrocchiale S. Alfonso Maria de’ Liguori - Castello di Monteleone Via Castel Belvedere, 323 80016 Castello di Monteleone - Marano di Napoli (NA) tel. e fax 081 57.63.214 - email: [email protected] Giorni Feriali 18:30 Giorni Festivi 09:00 11:00 18:30 In occasione del Santo Natale mi piacereb- be condividere con voi questa riflessione e augurare a voi e alle vostre famiglie un Sere- no e Felice Natale. Dal libro “Gesù Zero” di Paolo Curtaz. Chi mi conosce e mi legge da tanti anni lo sa bene: Natale è una festa che non soppor- to. Mi suscita prurito, mi inquieta, mi mette di malumore. Capiamoci: non il Natale del Van- gelo, quello che stiamo per meditare. Non sopporto l’altro natale, quello tarocco, quello rassicurante e mieloso, pieno di (finti) buoni sentimenti, quello dopato per far spendere la tredicesima, quello che suscita un’immensa tristezza in chi vive situazioni di solitudine o di fatica affettiva. Natale è ormai una festa di compleanno in cui ci si dimentica di invitare il festeggiato. Col passare degli anni vedo che sempre di più il Natale vero è dimenticato, abbandonato. Meglio un Natale tradizionale, con qualche apertura alla modernità e politicamente cor- retto. […] A rileggere bene i testi del Vangelo, capi- sco che sono troppo destabilizzanti per non suscitare qualche inquietudine. Siamo onesti: non abbiamo fatto una gran bella figura in quel primo Natale. Il messaggio soggiacente ai racconti di Luca e di Matteo è espresso bene da Giovanni: la luce viene, ma le tene- bre non l’hanno accolta (cfr. Gv 1,5). Dio viene, ma l’umanità non se n’è accor- ta. Il Natale ribalta la concezione moderna dell’assenza di Dio: è l’uomo a essere assente, non Dio. Capisco, allora, che col passare dei secoli si sia aggiunto zucchero a tanta urticante verità. Quel bambino, che i fratelli orto- dossi non esitano a rappresentare avvolto nel suda- rio, è segno di contraddizione, è — da subito — il crocifisso. Ecco il vero volto di Dio: un Dio inerme, donato, bisognoso di tutto, come è fragile e bisognoso un neonato. A me quel bambino non suscita tenerezza: mi inquieta. […] Dio viene, ma molti non se ne accorgono, altri rifiutano la sua venuta, pochi lo accolgo- no. Tra quanti lo rifiutano Luca pone il grande Cesare Augusto, che deve contare i suoi sud- diti per ragioni fiscali. Egli possiede l’impero, le vite gli appartengono, anche quella di Dio. Cesare assomiglia ai tanti imperatori che an- cora vivono in mezzo a noi, alle multinazionali, ai grandi responsabili delle istituzioni, a chi esercita un potere e si prende per Dio. Ancora oggi Dio viene sottomesso e censito da quanti pensano di possederlo, di annoverarlo tra le proprie file. Lui, l’inconoscibile, è trattato come un suddito. La brava gente di Betlemme non se la sente di accogliere una donna partoriente (come dar loro torto!): la città brulica di per- sone scese per il censimento, l’affitto delle camere rende bene, meglio evitare scocciatu- re. Alla fine solo qualcuno dei parenti di Giu- seppe, inteneritosi, offre agli stremati coniugi di Nazareth il sottoscala della casa, là dove sono custoditi gli animali necessari alla so- pravvivenza, perché il piano alto è occupato da altri parenti giunti a Betlemme per il censi- mento. Così Dio nasce in una mangiatoia. Mi hanno sempre fatto riflettere i bravi abitanti di Betlemme. Brava gente, bravissi- ma, che va a Messa la Domenica e firma l’8- x1000 alla Chiesa Cattolica, ma che non riesce a riconoscere nel volto del viandante e dello straniero il volto di Dio. Dio viene: nel nascondimento, nella povertà, nel disagio di nascere in una città stra- niera. Me lo vedo, Giuseppe, che cerca disperata- mente un luogo per fermarsi e che deve — lui, spa- ventato a morte — rassicurare la sua piccola Maria. Sin dall’inizio Dio non vuole privile- gi, accetta di

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Page 1: Camminiamo insieme - Dicembre 2014

Monteleone in visita al Duomo di Poz-

zuoli

2

Aiutare il prossimo 2

Memo, appuntamenti ed informazioni 3

Introduzione alle fiabe 4

La piccola fiammiferaia 5

Breve storia del Presepe 7

Un tempo di grazia sciupato ... 7

La festa dell’Immacolata 8

Anno pastorale 2014 8

Dicembre 2014

Sommario

vivere tutti i rischi e le fatiche dell’essere uomo, senza eccezioni. […]

Maria e Giuseppe accolgono l’inaudito di Dio nella loro vita senza porre condizioni; la loro vita viene scavata, arata, continuamente messa alla prova. Il loro atteggiamento ci è proposto come modello di discepolato, come percorso di conversione.

Luca, nel racconto dell’infanzia, ci dice per due volte che Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose meditandole in cuor suo (Lc 2,19; 2,51). Davanti al mistero della vita e della presenza di Dio, il modo migliore per coglierne l’ampiezza è la riflessione interiore, la meditazione, come fa Maria. […]

«Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore» (Lc 2,11). Non per i bravi ra-gazzi che se lo meritano, non per i devoti che già possiedono Dio, ma per i perdenti senza giustificazione, per gli sconfitti della storia, per i per sempre bastonati, per i miseri e gli umiliati, per i peccatori. Che notizia straordi-naria! [.]

Se vi dicessi che Dio viene a premiare i buoni, che buona notizia sarebbe? Che novità sarebbe?

Da subito Dio scardina i nostri luoghi co-muni, anche quelli religiosi. Dio viene proprio per chi non se lo aspetta.

Bollettino informativo della Comunità Parrocchiale

S. Alfonso Maria de’ Liguori - Castello di Monteleone

Via Castel Belvedere, 323 80016 Castello di Monteleone - Marano di Napoli (NA) tel. e fax 081 57.63.214 - email: [email protected]

Giorni Feriali 18:30

Giorni Festivi 09:00 11:00 18:30

In occasione del Santo Natale mi piacereb-be condividere con voi questa riflessione e augurare a voi e alle vostre famiglie un Sere-no e Felice Natale.

Dal libro “Gesù Zero” di Paolo Curtaz.

Chi mi conosce e mi legge da tanti anni lo sa bene: Natale è una festa che non soppor-to. Mi suscita prurito, mi inquieta, mi mette di malumore. Capiamoci: non il Natale del Van-gelo, quello che stiamo per meditare. Non sopporto l’altro natale, quello tarocco, quello rassicurante e mieloso, pieno di (finti) buoni sentimenti, quello dopato per far spendere la tredicesima, quello che suscita un’immensa tristezza in chi vive situazioni di solitudine o di fatica affettiva.

Natale è ormai una festa di compleanno in cui ci si dimentica di invitare il festeggiato. Col passare degli anni vedo che sempre di più il Natale vero è dimenticato, abbandonato. Meglio un Natale tradizionale, con qualche apertura alla modernità e politicamente cor-retto. […]

A rileggere bene i testi del Vangelo, capi-sco che sono troppo destabilizzanti per non suscitare qualche inquietudine. Siamo onesti: non abbiamo fatto una gran bella figura in quel primo Natale. Il messaggio soggiacente ai racconti di Luca e di Matteo è espresso bene da Giovanni: la luce viene, ma le tene-bre non l’hanno accolta (cfr. Gv 1,5).

Dio viene, ma l’umanità non se n’è accor-ta. Il Natale ribalta la concezione moderna dell’assenza di Dio: è l’uomo a essere assente, non Dio. Capisco, allora, che col passare dei secoli si sia aggiunto zucchero a tanta urticante verità. Quel bambino, che i fratelli orto-dossi non esitano a rappresentare avvolto nel suda-rio, è segno di contraddizione, è — da subito — il crocifisso. Ecco il vero volto di Dio: un Dio inerme, donato, bisognoso di tutto, come è

fragile e bisognoso un neonato. A me quel bambino non suscita tenerezza: mi inquieta. […]

Dio viene, ma molti non se ne accorgono, altri rifiutano la sua venuta, pochi lo accolgo-no. Tra quanti lo rifiutano Luca pone il grande Cesare Augusto, che deve contare i suoi sud-diti per ragioni fiscali. Egli possiede l’impero, le vite gli appartengono, anche quella di Dio. Cesare assomiglia ai tanti imperatori che an-cora vivono in mezzo a noi, alle multinazionali, ai grandi responsabili delle istituzioni, a chi esercita un potere e si prende per Dio. Ancora oggi Dio viene sottomesso e censito da quanti pensano di possederlo, di annoverarlo tra le proprie file. Lui, l’inconoscibile, è trattato come un suddito.

La brava gente di Betlemme non se la sente di accogliere una donna partoriente (come dar loro torto!): la città brulica di per-sone scese per il censimento, l’affitto delle camere rende bene, meglio evitare scocciatu-re. Alla fine solo qualcuno dei parenti di Giu-seppe, inteneritosi, offre agli stremati coniugi di Nazareth il sottoscala della casa, là dove sono custoditi gli animali necessari alla so-pravvivenza, perché il piano alto è occupato da altri parenti giunti a Betlemme per il censi-mento. Così Dio nasce in una mangiatoia.

Mi hanno sempre fatto riflettere i bravi abitanti di Betlemme. Brava gente, bravissi-ma, che va a Messa la Domenica e firma l’8-x1000 alla Chiesa Cattolica, ma che non riesce a riconoscere nel volto del viandante e dello straniero il volto di Dio.

Dio viene: nel nascondimento, nella povertà, nel disagio di nascere in una città stra-niera.

Me lo vedo, Giuseppe, che cerca disperata-mente un luogo per fermarsi e che deve — lui, spa-ventato a morte — rassicurare la sua piccola Maria. Sin dall’inizio Dio non vuole privile-gi, accetta di

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Sabato 8 novembre 2014 la comunità

parrocchiale di Monteleone, accompa-

gnata dal parroco don Marco, si è recata

a far visita alla Basilica Cattedrale di

Pozzuoli, nel rione Terra, e alla non meno

importante Chiesa di San Raffaele, poco

distante, per riscoprire le ricchezze

culturali e spirituali della Diocesi di Poz-

zuoli.

E’ stato un giorno memorabile per la

Comunità della Chiesa di Sant’Alfonso

de’ Liguori, che, mossa da sincero entu-

siasmo e da autentico fervore religioso,

si è avvicinata a conoscere la Chiesa di

San Raffaele, notevole rifugio spirituale

ed autentico scrigno di gioielli d’arte.

Classico esempio del

Barocco settecentesco,

la Chiesa ha suscitato

l’interesse e l’attenzione

di tutto il gruppo. Ha

colpito e suscitato com-

mozione la magnificenza

delle opere pittoriche

del maestro puteolano

Giacinto Diano: le figure

rappresentate nei suoi

dipinti sono così reali-

stiche che sembrano

possedere proprie capacità di movimen-

to. Non minore attrazione ha prodotto

l’imponente organo a canne della Chiesa,

di inestimabile valore.

Le emozioni non sono finite qui per la

gente di Monteleone, che ha continuato

instancabile il suo itinerario verso la

Basilica Cattedrale nel Rione Terra. La

Basilica, motivo di vanto per la Diocesi di

Pozzuoli, dopo lunghi lavori di restauro

durati oltre venticinque anni, lo scorso

undici maggio 2014 ha riaperto le porte

al culto cristiano. I fedeli di Montele-

one al loro arrivo sono rimasti estasia-

ti dalla sua bellezza. La cattedrale, di

origini assai remote, fu costruita sui

resti di un antico tempio di Augusto.

Per la particolarità della conformazio-

ne e della sua collocazione nel conte-

sto storico-artistico-culturale crea

un’atmosfera che dà vita a quel filo

straordinario che lega il

presente al passato, un im-

mediato ritorno al Cristia-

nesimo primitivo, con il ri-

chiamo a San Paolo e al suo

sbarco a Pozzuoli. L’atten-

zione dei fedeli si è soffer-

mata sul soffitto della Cat-

tedrale, sul quale un sapien-

te gioco di luci riproduce

l’esatta disposizione delle

costellazioni così come ap-

parvero nella notte dello

sbarco di Paolo. Grazie all’-

apporto di due esperte gui-

de, sono stati illustrati in modo minu-

zioso le diverse gemme del patrimonio

storico-culturale di questo prezioso

bene della Diocesi puteolana, cui il

gruppo di fedeli in visita si onora di

appartenere.

A conclusione della visita e’ stata cele-

brata la Santa Messa, presieduta, con

grande sorpresa, dal Vescovo emerito

Silvio Padoin, che ha regalato un sorri-

so sulla bocca di tutti i presenti.

Quindi è giunto il momento del ritorno

a casa, in cui ciascuno, rientrando nella

propria famiglia, ha portato con sé un

piccolo grande pezzetto di cristianità,

capace di diffondere quel sentimento

più puro e più bello che è l’amore.

Valeria Migliaccio

Mi chiamo Maria e faccio parte di questa comunità parrocchiale e da circa due anni sono nel gruppo Caritas. Insie-me con le mie sorelle in Cristo, Rosaria, Gabriella e Carmela aiutiamo i fratelli extracomunitari, ogni giovedì distribuia-mo dei viveri “quanto poco” per le loro esigenze. Al mattino presto andiamo a prendere il pane che ci viene donato dalla signora Caterina, a cui va il nostro ringraziamento, ad esso aggiungiamo qualche pacco di pasta e ciò che la prov-videnza può donarci. Con il vestiario usato che le persone della parrocchia donano, lo dividiamo per consegnarlo in modo che possono avere qualche ricam-bio. Durante l’inverno cerchiamo anche di fornire delle coperte, affinché il gelo e la solitudine non li emargini sempre di più.

Carissimi, stiamo vivendo dei momen-ti bellissimi con loro, perché come ci insegna il libro degli Atti “vi è più gioia nel dare che nel ricevere”At 20,35. Gesù dice “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito… In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo dei miei fratelli più piccoli, li avete fatto a me.” Mt 25,35-36.40

Fratelli ringraziamo il Signore che ci ha fatto dono di questo servizio perché la felicità è aiutare il tuo prossimo e co-me dice Madre Teresa di Calcutta “non importa quanto si dà ma quanto amore si mette nel dare”, ognuno nel suo picco-lo cerca di mettere un po’ d’amore.

Maria Minichino

Estrazione 6 gennaio 2015

LOTTERIA PARROCCHIALE

DI BENEFICENZA

In palio:

1° premio Televisore Led 23”

2° premio Macchina fotografi ca digitale

3° premio Cesto di salumi della Salumeria Belvedere

4° premio Calza della Befana

Costo del singolo Biglietto € 1.50

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Mercoledì 24 dicembre 2014

Ore 23.45 Santa Veglia

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***

Giovedì 25 dicembre 2014

Natale del signore Ore 9.00 - 11.00 - 18.30

Natale 2014

Domenica 28 e Lunedì 29 dicembre 2014

Presepe vivente Nel piazzale della parrocchia, dalle ore 19.00 in poi,

varie scene saranno animate e dialogate

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Mercoledì 31 dicembre 2014

Ore 17.30 S. Messa di ringraziamento di fine anno

con il canto del Te Deum

Giovedì 1 gennaio 2015

Solennità Maria SS. Madre di Dio S. Messe ore 11.00 - 18.30

Martedì 6 gennaio 2015

Epifania del signore S. Messe 9.00 - 11.00 - 18.30

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Una sera dello scorso novembre, du-rante un incontro per definire i contenu-ti dell’edizione di Natale del nostro gior-nalino, don Marco mi prospettò l’idea di inserire una fiaba di autore famoso, che fosse ambientata nell’atmosfera natali-zia. Mi chiese di sceglierla e subito mi venne in mente la “Piccola fiammiferaia” di Hans Christian Andersen. Don Marco fu subito d’accordo. Proposi allora di inserire in ogni futuro numero del gior-nalino una nuova fiaba, che occupasse insieme con le illustrazioni due facciate di una stesso foglio, in modo da favorir-ne, volendo, la conservazione. Eccoci quindi a pubblicare la prima fiaba, con-vinti che l’iniziativa sarà accolta favore-volmente dai nostri lettori. E per coloro che desiderano godere appieno dei colori delle belle illustrazioni

delle fiabe che pubblicheremo, che nel no-stro giornalino sono riprodotte soltanto in bianco e nero, ricordo che e’ possibile ritrovar-le su Internet, all’indiriz-zo al quale, di volta in volta, provvederemo a registrarle. Ora, qualche nota sull’au-tore della fiaba che pre-sentiamo. Hans Christian An-dersen nacque a Odense (Danimarca) nel 1805 da umili genitori e rimase orfano a 11 anni. A 14 anni fuggì a Copenaghen dove, grazie al direttore del Teatro Reale, poté studiare. Già a 17 anni

Domeniche di Solidarietà - Raccolte Caritas

Nelle domeniche di seguito indicate si raccolgono generi alimentari, prodotti per l’igiene personale, saponi di vario genere, scarpe e indumenti intimi nuovi, che possono essere depositati in Chiesa, nella cesta posta in prossimità dell’al-tare:

18 Gennaio - 15 Febbraio - 22 Marzo Nei mercoledì successivi alle domeniche di raccolta vi sarà la distribuzione e l’assistenza alle famiglie bisognose della parrocchia.

Ore 18.30 S. Messa con preghiera di Intercessione e Be-

nedizione della Gola

Martedì 3 Febbraio 2015

Memoria di San Biagio

Ore 18.30 Benedizione dei ceri nel piazzale della parroc-chia, processione e Celebrazione Eucaristica

Lunedì 2 Febbraio 2015

Presentazione del Signore al Tempio

S. Messa in suffragio di tutti i giovani defunti

Ultimo venerdì del mese Ore 18:30

Cenacolo di Preghiera Mariano

Ogni Giovedì, dopo la S. Messa vespertina

Adorazione Eucaristica

1° Venerdì del mese, dopo la S. Messa vespertina

La Quaresima ci prepara ai frutti della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù con la penitenza e le opere buone.

TEMPO di QUARESIMA

BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE

in occasione della Santa Pasqua.

Inizio Martedì 24 febbraio 2015 in poi, dalle ore 9.30

alle 12.30

Di domenica in domenica, al termine della S. Messa, verrà comunicata la zona e il giorno

MERCOLEDÌ DELLE CENERI - 18 Febbraio 201

Digiuno e astinenza dalle carni

Ore 17.00 Liturgia della Parola con imposizione delle Ceneri con i bambini del Catechismo

Ore 18.30 S. Messa, benedizioni e imposizioni delle Ceneri.

Nei VENERDI’ DI QUARESIMA è prescritta l’astinenza

dalle carni.

Ore 18.00 Pio esercizio della VIA CRUCIS - Segue la S.

Messa

Pellegrinaggi

• LOURDES - Maggio 2015 Stiamo organizzando un pellegrinaggio a Lourdes con il

TRENO BIANCO UNITALSI

(pellegrini - malati - dame - barellieri - guide)

Durata complessiva 7 giorni, compreso viaggio.

La partenza è prevista orientativamente per la terza o

quarta settimana di Maggio 2015.

Per info, programma e relativo costo rivolgersi all’ufficio parrocchiale.

iniziò a pubblicare libri di poesia e di prosa, per passare ben presto a scrivere opere di teatro.

Raggiunse la notorietà a 30 anni con il romanzo “L'improvvisatore”. Suc-cessivamente viaggiò per il mondo intero, scrivendo anche resoconti dei suoi viaggi. Le sue opere, che appartengono ormai ai classici della letteratura mondiale, risultano inno-vative non soltanto per lo stile, ma anche per i contenuti: egli usa infat-ti un linguaggio quotidiano e per la prima volta nella storia, nelle sue fiabe e nei suoi racconti per l’infan-zia (oltre 150, tradotti in tutte le lingue), espresse sentimenti e pen-sieri ritenuti incomprensibili per un bambino. Ormai celebre, si spense a Copenaghen all’età di 70 anni. Antonio Galasso

LITURGIA PENITENZIALE

Martedì 10 Marzo dalle ore 19.00 alle ore 21.00

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arrivò velocissima una carrozza che la sfiorò e la scaraventò

malamente a terra. Il bianco cavallo scalpi-tò e il cocchiere le lanciò una severa oc-chiata di rimprovero. Ella era troppo spa-ventata per dire qual-cosa a sua discolpa! Nella caduta le erano sfuggiti di mano i fiammiferi e si mise a raccoglierli frettolosa-mente. La bambina aveva tanta voglia di piangere e si sentiva terribilmente infelice!

Passato il primo atti-mo di spavento, la piccina si alzò e si guardò intorno. La

strada era ora deserta, e lei a-veva fame, tanta fame e trema-va dal freddo … La piccola fiam-miferaia era rimasta sola nella grande piazza coperta di neve. Intanto era scesa la sera e at-traverso i vetri delle finestre la fanciulla scorgeva i lumi che rallegravano le stanze e i festo-ni colorati che pendevano dai soffitti. Per le strade non si scorgeva più nessuno: c’era so-lo un delizioso profumino di ar-rosto che usciva da tutte le ca-se. La gente era raccolta intor-no al caminetto acceso che spandeva il suo tepore e tra brindisi e sorrisi festeggiava la fine del vecchio anno e la nasci-ta dell’anno nuovo.

I bambini più fortunati avevano accanto la mamma e il papà e tutti erano felici. In quell’atmo-sfera di festa, solo la piccola fiammiferaia si sentiva dispera-tamente sola e triste!

La piccina era sfinita. Si fermò davanti ad un portone nella speranza di trovare un po’ di riparo dal vento gelido. Ella se-dette sullo scalino e si rannic-chiò, coprendo alla meglio le gambe e i piedi nudi.

Era una fredda giornata di di-cembre: le strade erano bianche di neve e la tra-montana soffia-va gelida. Ad un angolo della piazza, sotto il porticato, sosta-va una bambina d a l v i s e t t o smunto e patito.

Era la piccola f i ammi fe ra i a . Ella era rimasta sola al mondo dopo la morte dei genitori e della nonna. La piccina aveva in mano alcune scatole di fiam-miferi e li porge-va ai passanti con occhi tristi e imploranti. Ma nessuno badava

alla pove-ra piccola che cer-cava in-vano di vendere q u a l c h e fiammife-ro.

Era l’ulti-ma sera dell’anno, la sera di San Sil-

vestro. Per la via i passanti si affrettavano con passi lesti verso le loro case, sorridenti e carichi di doni. La gente si preparava a festeggiare il nuovo anno e nella piazza c’era un festoso andirivie-ni di carrozze. La fanciulla pen-

sava tri-stemente che sol-tanto lei era sola al mon-d o , quando, a l l ’ i m -provviso,

di Hans Christian Andersen (Odense, 1805 - Copenaghen, 1875)

“Forse un fiammifero acceso mi darà un po’ di tepore” pensò. Ne trasse uno dalla scato-

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anche questo fiammifero si spense e la bella visione scomparve all’improvviso.

La piccola fiammiferaia non seppe resistere e ne accese subito un altro. La fiammel-la illuminò una tavola im-bandita con ogni ben di Dio e la piccina, raggiante, si accomodò e stava per as-saggiare la minestra, ma … il fiammifero tristemente si spense. Il freddo la riprese e la fame si fece sentire più forte che mai.

Subito la piccola strofinò sulla scatola un altro fiam-mifero, che mandò un te-nue chiarore all’intorno. In quella luce la povera bam-bina, come per incanto, vi-de le persone che aveva tanto amato: la mamma e la nonna. Entrambe avevano per lei dolcissimi sorrisi e la in-coraggiavano a sperare in un futuro migliore. “Mamma cara, mia buona nonnina, vi voglio tanto bene, restate ancora con me!”. La piccina tese le braccia e il suo viso si rischiarò di una luce intensa. In quel momento si era dimenticata di tutte le sofferenze e si sentiva immen-samente felice. E subito, per trattenere la dolce visione, la piccola accese tutti i fiammiferi che aveva. Infine, esausta, si addormentò.

Il mattino seguente, il primo giorno del nuovo anno, i passanti che transitarono per la piazza videro un po-vero corpicino immobile, disteso sulla neve. Una car-rozza si fermò all’istante e una giovane signora, con il volto commosso e turbato, ne discese per portare soc-corso a quella povera, infe-lice creatura. La piccina, stremata dal freddo e dalla fame, era svenuta e sareb-be certamente morta, se due robuste braccia non l’avessero amorevolmente sollevata, avvolta in una coperta e adagiata in un

la e lo accese. La piccola fiamma tremò al soffio del vento, poi si fece più sicura. Alla bambina

caldo lettino.

Quando la bambina si svegliò, credette ancora di sognare ad occhi aperti, ma si rallegrò nel vedere molti visi buoni, chini su di lei. La buona signora le chiese se voleva restare per sempre in quella casa, assieme ai suoi figli che già le volevano bene. La piccina fu felicissima di aver tro-vato finalmente l’amore di un papà e di una mamma e diven-ne così una graziosa signorinel-la, circondata e protetta dall’af-fetto della sua nuova famiglia.

(dal libro “Fantasia di fiabe”, Edizioni Malipiero, 1974)

sembrò di trovarsi seduta davanti ad un caminetto acce-so che spandeva calore. Ella stese le gambe e le mani per godere di quel

La piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen (1805 - 1875)

tepore … ma la fiamma si spen-se, il caminetto sparì ed ella ri-mase con un fiammifero spento. Accese poi un altro fiammifero. Anche questo bruciò e alla bam-bina parve di vedere un bellissi-mo albero di Natale. Era carico di palline colorate, di candeline ac-cese e sfavillanti ghirlande d’ar-gento. Come era bello! Che gioia poterlo ammirare così da vicino! La piccina stese le mani, ma …

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asinello, oltre che da veri pastori. Egli intese così dare risalto all’a-spetto umano della Natività, per rendere il miracolo reale agli occhi dei suoi fratelli poco istruiti.

Il primo presepe simile a quello dei nostri giorni fu realizzato nel 1283 da Arnolfo di Cambio, scultore ed architetto allievo di Nicola Pisa-no, su commissione di Papa Onofrio

IV. Oggi di quel presepe ri-mangono soltanto cinque sta-tuette.

Solo nel Settecento il presepe assunse un ruolo fondamen-tale, e ciò avvenne a Napoli, che in quel periodo era centro europeo di cultura, arte, filo-sofia ed economia. Qui l’arte del presepe si sviluppò note-volmente, raggiungendo ver-tici mai più eguagliati nel mondo. Col tempo, però, la

tradizione presepiale subì una forte contaminazione laica, con l’inclusio-ne di personaggi estranei alla scena sacra.

A causa dei numerosi conflitti che insanguinarono in lungo ed in largo l’Europa, nei secoli successivi

la tradizione del presepe si affievolì sensibilmente. In tempi più recenti, invece, il presepe è stato riscoperto e rivalutato: è infatti divenuto di grande interesse per i fedeli, ma anche per hobbysti, artigiani e col-

lezionisti. I presepi di oggi si ispirano molto alla tendenza settecentesca (ovvero a quella napoletana): vengono spesso inseriti personaggi esterni come fabbri, lavan-daie, osti, fornai, fruttiven-doli, suonatori, ecc. E dando corso alla fantasia, vi trovano posto anche laghetti, fonta-ne, effetti di luce e numerosi altri particolari.

Antonio Galasso

Il significato della parola "presepe" è "mangiatoia". Fu questo il luogo dove nacque Gesù Bambino, poiché Maria e Giuseppe non aveva-no trovato alloggio in nessuna lo-canda di Betlemme.

Le fonti storiche del presepe so-no i Vangeli di Matteo e Luca, che ci raccontano la nascita di Gesù, l'an-nuncio ai pastori della Sua venuta e

l'arrivo dei Re Magi. Furono poi i Vangeli apocrifi che arricchirono di particolari la narrazione della Nativi-tà. Infine Origene, scrittore e teolo-go cristiano del III secolo, aggiunse la presenza del bue e dell'asinello all'interno della stalla. La più antica rappresentazione della Natività giunta fino a noi risale all’anno 380, e fu rinvenuta nella camera funeraria di una famiglia cristiana nelle cata-combe di San Sebastiano a Roma.

La tradizione però attribui-sce a San Francesco l’ideazio-ne del presepe vivente. Fran-cesco, infatti, alla vigilia di Na-tale del 1223 allestì a Greccio, un paesino al confine fra Lazio ed Umbria, una rappresentazione della scena originale di Betlemme, a cui fece intervenire una famiglia di contadini che deponevano il Bambi-no sul fieno di una mangiatoia, cir-condata da un vero bue ed un vero

Dal 13 al 16 novembre avevamo avu-to l’opportunità, mediante l’Apostolato Eucaristico Mariano, di vivere un tempo di Grazia.

Tempo di Grazia, un periodo favorevo-le in cui l’uomo incontra Dio, in cui la vita di ognuno di noi si apre a ricevere l’ab-bondante Benedizione di Dio mediante il suo Spirito Santificatore. Forse non tutti lo sapevano, forse non tutti erano a cono-scenza di ciò che ci veniva donato, forse siamo stati così impegnati da dover rin-viare questa opportunità. Le giornate si presentavano intense sia attraverso lun-ghi momenti di adorazione eucaristiche personali al mattino, di cui dire scarsa è stata la partecipazione è essere buoni, sia con catechesi e adorazioni pomeridiane e serali.

Come parroco purtroppo non posso che non condividere il mio dispiacere in quanto, la pigrizia, la non consapevolez-za, gli impegni e forse tante inutili scuse non vi ha portato a cercare di incontrare Gesù e Maria. A livello personale per me è stata un’esperienza gratificante sia per aver avuto lunghi momenti con il Signore sia per il confronto con l’accompagnato-re di tale evento.

Concludo volendo condividere una citazione di Gesù nel vangelo di Matteo, il quale dice: “molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti”.

don Marco

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AD USO INTERNO DELLA COMUNITA' PARROCCHIALE

DI S. ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI

Castello di Monteleone Marano di Napoli (NA)

Responsabile di Redazione :

don Marco Montella

Hanno collaborato a questo numero :

Antonio Galasso, Valeria Migliaccio, Maria Minichino

Disegni: Qumran2 e Web

Foto: Antonio Galasso

Impaginazione: Antonio Galasso

e-mail della Parrocchia: [email protected]

e-mail della Redazione:

[email protected]

link per questa pubblicazione: http://issuu.com/totonno943/docs/camminia

mo_insieme_-_dicembre_2014

Dal 1° gennaio si sono aggiunti alla No-stra Comunità mediante il Sacramento del Battesimo 28 bambini; si sono acco-stati al Sacramento dell’Eucarestia 41 ragazzi; hanno ricevuto il Sacramento della Cresima 50 giovani e si sono uniti nel Sacramento del Matrimonio 7 cop-pie. Diamo lode al Signore perché ci renda sempre pietre vive nella sua Chie-sa.

Martedì 31 dicembre 2014 alle ore 17.30 celebreremo la Santa Messa di ringrazia-mento, nella quale ricorderemo tutti i nostri cari fratelli e sorelle che in questo anno ci hanno preceduto nella Gerusa-lemme Celeste; in modo particolare: Lu-cia Sacchettini, Gennaro Cantelmo, Giu-lio Di Mare, Nunzio Carandente, Fiorenti-na Sommella, Carmensita Lingue, Raffa-ele Silvestri e Antonio Alfieri.

Articolo e foto per la festa dell’Immacolata

Articolo e foto per la festa dell’Immacolata

ANNO PASTORALE 2014

CARI lettori ...

Qualche nostro lettore più attento avrà notato che nel riquadro posto nell’-angolino basso dell’ultima pagina del giornalino, quello che riporta le informa-zioni di redazione, le ultime due righe riproducono il link per accedere diretta-mente al sito che ospita la versione elet-tronica del giornalino stesso. Questa operazione, ovviamente, è possibile ef-fettuarla se si e’ dotati di un dispositivo in grado di navigare nella Rete, ovvero un personal computer, un tablet o uno smartphone.

Per i lettori di “Camminiamo insie-me” appassionati di tecnologia abbiamo pensato ad una soluzione ancora più comoda: la redazione provvederà ad inviare per posta elettronica, a tutti co-loro che lo desidereranno, ogni nuovo numero del giornalino. E per questi let-tori ci sarà un vantaggio in più: la ver-sione del giornalino che visioneranno sul proprio schermo sarà a colori. Attivare questo servizio e’ molto semplice: ba-sterà inviare una e-mail all’indirizzo di posta:

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Nel testo del messaggio non occorre inserire nulla. Tale e-mail costituirà per noi la manifestazione della volontà di ricevere gratuitamente nella propria casella di posta elettronica ogni nuovo numero del giornalino (in formato pdf e con risoluzione 300 dpi). Chi desidera ricevere l’allegato con risoluzione più elevata (600 dpi) dovrà indicarlo nel testo del messaggio, scrivendo sempli-cemente le lettere “hd”.

Allo stesso indirizzo può essere invia-ta anche qualsiasi comunicazione riguar-dante il nostro giornalino (commento, articolo, foto, richiesta di cancellazione dalla Lista dei Lettori, ecc.).

Si ricorda, invece, che l’indirizzo per comunicare con la Parrocchia è rimasto immutato, e cioè:

[email protected].

E’ iniziato il corso di Informatica di base

Nello scorso numero del giornalino pre-annunciammo l’avvio di brevi corsi di specializzazione riguardanti la foto-grafia digitale, il montaggio cinemato-grafico e l’impaginazione elettronica di semplici pubblicazioni. Purtroppo, per lo scarso numero di iscritti, si è dovuto rinunciare per il momento al progetto iniziale. Per contro, per tener conto di numerose richieste pervenute da per-sone con conoscenze informatiche ri-dotte o nulle, all’inizio del mese di ot-tobre ha avuto inizio un corso base di informatica, con l’obiettivo di fornire gli elementi di conoscenza indispensa-bili per avvicinarsi all’uso consapevole del personal computer. Le lezioni del corso, a cui per ora sono iscritti una decina di partecipanti, di ogni età, sono tenute nei locali della Parrocchia. La dotazione tecnologica può contare, per le prime lezioni di teoria, di un moderno proiettore digi-tale; successivamente, allorquando si passerà all’apprendimento dell’uso del software, saranno impiegati alcuni per-sonal computer per favorire l’acquisi-zione della necessaria pratica.