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gennaio-febbraio 2012 anno XLIII 1 animazione missionaria MISSIONARIE SECOLARI COMBONIANE Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamen- to Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza In caso di mancato recapito rinviare al mittente: “Ani- mazione Missionaria”, 36100 Vicenza CPO 5 settembre-ottobre 2015 anno XLVI Dalla parte dei poveri «La Chiesa, missionaria per sua natura, ha come prerogativa fondamentale il servizio della carità a tutti. La fraternità e la solidarietà universale sono connaturali alla sua vita e alla sua missione nel mondo e per il mondo. L'evangelizzazione, che deve raggiungere tutti, è chiamata tuttavia a partire dagli ultimi, dai poveri, da quelli che hanno le spalle piegate sotto il peso e la fatica della vita. Così facendo la Chiesa prolunga la missione di Cristo stesso, il quale è “venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). La Chiesa è il popolo delle beatitudini, la casa dei poveri, degli afflitti, degli esclusi e dei perseguitati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia». Papa Francesco (Assemblea annuale delle PP. 00. MM, 2014) «Laudato si’» “Un grande dono fatto alla Chiesa e all’umanità tutta, che rilancia l’anelito all’uguaglianza e alla fraternità, oscurate dal prevalere di un concetto individualista di libertà”. Riportiamo una presentazione dell’enciclica di papa Francesco, tratta dall’articolo di Enzo Bianchi pubblicato su La Repubblica (19.06.2015). L audato si’ è la prima enciclica interamente ascri- vibile alla paternità di papa Francesco, un’enci- clica dedicata all’ecologia, o meglio, alla “cura della casa comune”. Su questo tema il papa intende “en- trare in dialogo con tutti”, come fece Giovanni XXIII con la Pacem in terris, che dedicò “a tutti gli uomini di buona volontà”. Così delinea un parallelo tra la tragica minaccia della guerra all’inizio degli anni ses- santa, “mentre il mondo vacillava sull’orlo di una crisi nucleare”, e il “deterioramento globale dell’am- biente” che stiamo provocando, già denunciato come “drammatica” e foriera di una possibile “catastrofe ecologica” da Paolo VI (Octogesima adveniens, 1971). Ci troviamo cioè di fronte – ci suggerisce papa Francesco – a una minaccia per l’umanità paragona- bile alla catastrofe nucleare: per questo il suo monito risuona particolarmente accorato e urgente. La riflessione di papa Francesco si concentra attorno ad “alcuni assi importanti”: “l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che deri- vano dalla tecnologia; l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dell’ecologia; la ne- cessità di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsa- bilità della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita” contraddistinto da una sobrietà non deprimente. L’enciclica ha un autentico respiro cattolico, ecu- menico e capace di riconoscere la ricerca e la sa- pienza delle genti della terra. L’inedita apertura an- che a voci non cattoliche nel magistero alto di un’enciclica è segno di come oggi la Chiesa di Fran- cesco metta in pratica quella ricerca comune e quel- l’ascolto che il Concilio aveva indicato come uno dei “segni dei tempi”. L’ebraismo e il cristianesimo non hanno mai cessato di guardare alla natura, non come a un semplice sce- nario per l’uomo, ma come a una comunità di crea- ture che Dio aveva giudicato realtà “buona e bella”, creature che l’uomo deve custodire, ordinare, pro- teggere perché la vita fiorisca e la convivenza sia fo- riera di pace e di felicità, creature in attesa della re- denzione in un cielo nuovo e una terra nuova. Ma su questo fondamento teologico papa Francesco fa emergere due esigenze che ritengo gli assi portanti dell’enciclica: consapevolezza e responsabilità. Con- sapevolezza della situazione-limite in cui i nostri com- portamenti – individuali, collettivi, politici, econo- mici – hanno condotto “nostra madre terra”; dell’ir- reversibilità di certi processi ormai innescati, dell’ur- genza di un cambio di mentalità e di azione, della necessità di fare fronte comune per fermare il degra- do e invertire la rotta. Consapevolezza, anche, della spirale perversa avviata dalla “tecnologia che, legata alla finanza, pretende di essere l’unica soluzione dei problemi” (§ 20). E responsabilità: verso il bene comune, innanzitutto. Verso la creazione che è stata affidata all’essere uma- no “perché la coltivasse e la custodisse”. Non quindi perché la dominasse da padrone assoluto, ma la ge- stisse da “amministratore responsabile”. padre Enzo Bianchi 18 OTTOBRE GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE FOTO NARDINELLI

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gennaio-febbraio 2012anno XLIII1animazione missionaria

MISSIONARIESECOLARICOMBONIANE

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamen-to Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004n. 46) art. 1, comma 2, DCB VicenzaIn caso di mancato recapito rinviare al mittente: “Ani-mazione Missionaria”, 36100 Vicenza CPO

5 settembre-ottobre 2015 anno XLVI

Dalla parte dei poveri«La Chiesa, missionaria per sua natura, ha come prerogativa fondamentale il servizio della carità a tutti. La fraternità e la solidarietà universale sono connaturali alla sua vita e alla sua missione nel mondo e per il mondo. L'evangelizzazione, che deve raggiungere tutti, è chiamata tuttavia a partire dagli ultimi, dai poveri, da quelli che hanno le spalle piegate sotto il peso e la fatica della vita. Così facendo la Chiesa prolunga la missione di Cristo stesso, il quale è “venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). La Chiesa è il popolo delle beatitudini, la casa dei poveri, degli afflitti, degli esclusi e dei perseguitati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia».

Papa Francesco(Assemblea annuale delle PP. 00. MM, 2014)

«Laudato si’»“Un grande dono fatto alla Chiesa e all’umanità tutta, che rilancial’anelito all’uguaglianza e allafraternità, oscurate dal prevalere di un concetto individualista di libertà”. Riportiamo unapresentazione dell’enciclica dipapa Francesco, tratta dall’articolodi Enzo Bianchi pubblicato su La Repubblica (19.06.2015).

Laudato si’ è la prima enciclica interamente ascri-vibile alla paternità di papa Francesco, un’enci-

clica dedicata all’ecologia, o meglio, alla “cura dellacasa comune”. Su questo tema il papa intende “en-trare in dialogo con tutti”, come fece Giovanni XXIIIcon la Pacem in terris, che dedicò “a tutti gli uominidi buona volontà”. Così delinea un parallelo tra latragica minaccia della guerra all’inizio degli anni ses-santa, “mentre il mondo vacillava sull’orlo di unacrisi nucleare”, e il “deterioramento globale dell’am-biente” che stiamo provocando, già denunciato come“drammatica” e foriera di una possibile “catastrofeecologica” da Paolo VI (Octogesima adveniens,1971). Ci troviamo cioè di fronte – ci suggerisce papaFrancesco – a una minaccia per l’umanità paragona-bile alla catastrofe nucleare: per questo il suo monitorisuona particolarmente accorato e urgente.La riflessione di papa Francesco si concentra attornoad “alcuni assi importanti”: “l’intima relazione tra ipoveri e la fragilità del pianeta; la convinzione chetutto nel mondo è intimamente connesso; la criticaal nuovo paradigma e alle forme di potere che deri-vano dalla tecnologia; l’invito a cercare altri modi diintendere l’economia e il progresso; il valore propriodi ogni creatura; il senso umano dell’ecologia; la ne-cessità di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsa-

bilità della politica internazionale e locale; la culturadello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita”contraddistinto da una sobrietà non deprimente.L’enciclica ha un autentico respiro cattolico, ecu-menico e capace di riconoscere la ricerca e la sa-pienza delle genti della terra. L’inedita apertura an-che a voci non cattoliche nel magistero alto diun’enciclica è segno di come oggi la Chiesa di Fran-cesco metta in pratica quella ricerca comune e quel-l’ascolto che il Concilio aveva indicato come unodei “segni dei tempi”.L’ebraismo e il cristianesimo non hanno mai cessatodi guardare alla natura, non come a un semplice sce-nario per l’uomo, ma come a una comunità di crea-ture che Dio aveva giudicato realtà “buona e bella”,creature che l’uomo deve custodire, ordinare, pro-teggere perché la vita fiorisca e la convivenza sia fo-riera di pace e di felicità, creature in attesa della re-denzione in un cielo nuovo e una terra nuova. Ma suquesto fondamento teologico papa Francesco faemergere due esigenze che ritengo gli assi portantidell’enciclica: consapevolezza e responsabilità. Con-sapevolezza della situazione-limite in cui i nostri com-portamenti – individuali, collettivi, politici, econo-mici – hanno condotto “nostra madre terra”; dell’ir-reversibilità di certi processi ormai innescati, dell’ur-genza di un cambio di mentalità e di azione, dellanecessità di fare fronte comune per fermare il degra-do e invertire la rotta. Consapevolezza, anche, dellaspirale perversa avviata dalla “tecnologia che, legataalla finanza, pretende di essere l’unica soluzione deiproblemi” (§ 20).E responsabilità: verso il bene comune, innanzitutto.Verso la creazione che è stata affidata all’essere uma-no “perché la coltivasse e la custodisse”. Non quindiperché la dominasse da padrone assoluto, ma la ge-stisse da “amministratore responsabile”.

padre Enzo Bianchi

18 OTTOBREGIORNATA MISSIONARIAMONDIALE

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Perché nelle nostre comunitàcristiane crescano l’attenzionealle sfide che il mondo cipresenta ogni giorno e laconsapevolezza di essere

missionari “inviati” da Gesùstesso, perché la lieta Notiziadel Vangelo raggiunga tutti, apartire dagli ultimi e più poveri.

Intenzionidi preghiera

giovanianimazionemissionaria

“Abbiamo incontrato la missione at-traverso il racconto dei missionari:Claudia e Marco, una coppia di laicidi Lucca, le Missionarie secolaricomboniane che ci hanno ospitatoe P. Davide. La loro esperienza mis-sionaria è la realizzazione della co-munità in uscita che Papa Francescochiede a tutti di vivere”.

Il filo conduttore della settimana so-no state le emozioni che modulanoil ritmo del nostro cuore: meravi-glia, gioia, paura, rabbia, gratitudi-ne. A partire da queste emozioni,espresse anche attraverso canzoni,video e famose opere d’arte, ci sia-mo guardati dentro per conoscercimeglio, per scoprire le emozioniche ci abitano e comprenderne dipiù l’importanza. Abbiamo capito

che non dobbiamo averne paura,perché anche attraverso di esse lavita e Dio stesso ci parlano.Tutti i “testimoni” ci hanno condivi-so emozioni, sogni, esperienze checi hanno riempito di desideri grandimettendo ali a quella speranza chela società in cui viviamo tenta di ru-barci in ogni modo. Tra noi c’erano ragazzi di origine ni-geriana, indiana, cubana, colombia-na, marocchina, etiope che con laloro stessa presenza ci hanno por-tato ad allargare gli orizzonti. A que-sto ha contribuito pure l’incontrocon ragazzi immigrati dall’Albania,ospiti di una casa di accoglienza cheabbiamo visitato.

Non ci è mancato nemmeno l’in-contro con la realtà del carcere, at-traverso un volontario che lavora da30 anni con i detenuti e che sentesulla sua pelle i loro sogni, le spe-ranze, i disagi e le ingiustizie che litoccano. Avremmo desiderato an-darci personalmente, ma non è sta-to possibile per il nostro numeroelevato e la nostra giovane età.Un’attività che ci ha molto coinvoltoè stata la ricerca sul cibo, collegataall’evento Expo 2015 e all’enciclicadi Papa Francesco sulla “cura dellacasa comune” e la necessità di cu-stodirla e di abitarla con rispetto,attività che abbiamo illustrato su al-cuni cartelloni. I gruppi di lavoro –cinque gruppi di una decina di per-sone – si identificavano con i conti-nenti: Asia, America, Africa, Oceaniaed Europa.Non sono mancati momenti di gio-co, di allegria e notti insonni...La celebrazione eucaristica conclu-siva è stata particolarmente intensaed emozionante; allo scambio dellapace le lacrime hanno bagnato nu-merosi volti e molti non avrebberovoluto ripartire.

Teresa Zenere

“... perché il mondo è nelle mani di chi ha ilcoraggio di correre il rischio di vivere un sogno”.È lo slogan del Campo missionario adolescenti,realizzato questa estate, dal 6 al 12 luglio, a Carraia (LU), nella casa delle Missionariesecolari comboniane.

«Sognare, andare,incontrare...»

Una quarantina di giovani dai14 ai 17 anni, provenienti dal

sud, dal centro e dal nord-Italia,hanno popolato per una settimanail Centro di Animazione missionariadi Carraia. È sempre bello e impor-tante collaborare perché i giovaninon smettano di sognare e sianoaiutati a trovare fondamenti solidial loro sogno di un futuro miglioreper il mondo. È quanto gli anima-tori, le animatrici, insieme alle Mis-sionarie secolari comboniane, han-no cercato di fare durante questaesperienza.Ecco alcune risonanze dei ragazziche hanno partecipato al campomissionario: “È stata una settimana meravigliosaper la gente conosciuta e per leesperienze vissute”.

“Fantastica la caccia al tesoro allascoperta della città di Lucca; nonimmaginavo che fosse così bella; ab-biamo trovato persino la casa diPuccini, l’accademia della musicadove lui ha studiato, una infinità dichiese e di piazze...”.

“I sogni di persone diverse, raccon-tati nelle testimonianze, hanno ar-ricchito il nostro sognare. Ho sco-perto che è bello coltivare grandisogni e credere che si possano rea-lizzare”.

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animazionemissionaria

Marcos Moura, è uno dei quartieri più violentidella città di Santa Rita, nello stato di Paraiba

(Brasile). Fr. Francesco, missionario comboniano, in-sieme ad un confratello ha scelto da qualche anno divivere proprio qui. Ecco quanto ci condivide in unasua recente lettera. «In questo periodo di piogge Marcos Moura diventaun inferno alluvionale: tanti disagi, umidità e fango,ma vivere accanto a questa gente ci fa sentire piùvicini a Dio, ci aiuta a riconoscerLo soprattutto neivolti dei bambini e ci dice che abbiamo tanto bisognodi conversione.Qui camminiamo... Il Centro dei Diritti Umani OscarRomero (Cedhor) funziona bene. Abbiamo assuntouna nuova assistente sociale e un avvocato: due bellepersone, molto impegnate nella difesa e nella pro-mozione dei diritti dei poveri. Attualmente, tra le mol-te iniziative, siamo impegnati, con il Consiglio Stataledei Diritti Umani, anche in una denuncia di maltrat-tamenti e torture, di cui abbiamo molte prove foto-grafiche e testimonianze scritte, in un istituto di re-cupero di minorenni, una specie di carcere minorile. Un grosso problema è lo stato di abbandono in cui sitrova il nostro municipio. Lo vediamo soprattutto inquesta stagione delle piogge: strade allagate, trafficosregolato, discariche di rifiuti dovunque, violenza eassalti in pieno giorno. La popolazione vive nella pau-ra per la mancanza di sicurezza. Nessuno fa niente. Il “Progetto Legal” progredisce: l’équipe delle educa-trici è sempre più competente, identificata e attenta

«È qui, a Marcos Moura, cheho deciso di abitare in mezzoalla gente, nel cuoredell’“inferno”, per essere con i più poveri, vedere la realtà a partire da loro, lasciarmiconvertire da loro e insieme a loro costruire pace».

verso i bambini, che sono sempre più entusiasti econsapevoli dei benefici offerti dal progetto. Qualchedifficoltà l’abbiamo coi genitori che, per la situazionedi miseria, faticano a capire gli obiettivi del progetto.Stiamo per iniziare dei lavori di ampliamento dei lo-cali per avere uno spazio più adeguato e disporre dialcune sale per corsi di informatica. La cooperativa (Cooremm) dei catadores (raccogli-tori di materiali riciclabili) è un esempio, in tutto lostato del Paraiba, di superamento, di organizzazionee attenzione all’ambiente. Stiamo raggiungendo li-velli molto buoni. Abbiamo ampliato la coperturadel capannone, ottimizzato gli spazi, costruito un uf-ficio amministrativo più ampio, un refettorio a normadi legge. Si è creato un rapporto di fiducia e di cre-dibilità con i grossisti che acquistano i nostri mate-riali, che vanno sul mercato più puliti degli altri. No-nostante l’instabilità dei prezzi dei materiali, i cata-dores stanno guadagnando circa 800 reali al mese,cinque volte più di quanto guadagnavano sei annifa, e un po’ più del salario minimo stipulato dal Go-verno (788 reali). La Cooremm, come impresa di Economia Solidale,ha vinto anche un concorso a livello nazionale. Oltreal riconoscimento, le è stata devoluta una somma di20.000 reali che dovrà servire esclusivamente comecapitale di giro. Sono belle mete, tuttavia rimane mol-to da fare. L’équipe di amministrazione è incompleta;non è stata ancora raggiunta un’autonomia economi-ca: si dipende ancora da offerte provenienti da par-rocchie e gruppi italiani. È necessaria la collaborazio-ne del potere pubblico. Non chiediamo nessun favo-re, ma solo che si rispetti e si metta in pratica unalegge del Governo Federale secondo cui ogni muni-cipio deve organizzare la raccolta differenziata sul ter-ritorio, donare i materiali alle cooperative di catado-res, e pagare un tanto per ogni tonnellata di materiale.Per il momento il nostro sindaco non dimostra alcunasensibilità. Ci auguriamo una maggiore volontà poli-tica di cambiare le cose, da parte di chi verrà elettonelle elezioni del prossimo anno».

Fr. Francesco D’Aiuto

Lasciarsi convertiredai poveriLettera dal Brasile

testimonianze

IL “PROGETTO LEGAL”

In un contesto sociale profondamentesegnato da situazioni di estrema po-vertà, violenza e presenza di organizza-zioni criminali, la comunità combonianalocale è impegnata in una coraggiosaazione di legalità e pace, in favore dellemigliaia di minori “a rischio” della zona.Il “Progetto Legal”, è seguito da padreSaverio Paolillo e fratel FrancescoD’Aiuto, che assieme ai bambini e ado-lescenti e ai loro animatori hanno datovita a tante iniziative quali il Centro diDifesa dei diritti, la Pastorale dei Minori,la Cooperativa dei raccoglitori di rifiuti,il doposcuola gratuito, la ludoteca e ilaboratori “creativi” di arte, musica eartigianato. In questi luoghi di “pace e rispetto”, lagiovane comunità di Santa Rita tentadi sconfiggere la povertà e la violenzacon le sole “armi” nonviolente della le-galità, della formazione, della cultura edello sport.

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I PROGETTI CHE SOSTENIAMO

UNA CASA DECENTE PER TRE FAMIGLIE DIMARCOS MOURA (SANTA RITA - BRASILE)

Facciamo nostra la preoccupazione di FratelFrancesco D’Aiuto (missionario comboniano),per la situazione di tre famiglie di “catadores”di Marcos Moura (Santa Rita - Brasile), che vi-vono in condizioni molto precarie, collaborandoall’acquisto di una casetta, il cui costo è di circa10-12 mila euro (ultimamente il prezzo delle ca-se è aumentato moltissimo). Il costo comples-sivo del progetto è di circa 35 mila euro.

Per l’invio di aiuti:MISSIONARI COMBONIANIMONDO APERTO ONLUSConto Corrente Postale nº 28394377oppure tramite bonifico bancario:

z UNICREDIT BANCAIBAN: 1T 67 M 02008 11708 000005559379

z BANCA POPOLARE ETICAIBAN: IT 68 V 05018 12101 000000512250

È importante specificare la causale: Progetto “case catadores”, Fratel D’Aiuto,Santa Rita, Brasile.

Recensioni

Curare Madre TerraCommento all’enciclica “Laudato si’”di papa FrancescoGiugno 2015, pp. 64, Euro 3,90Editrice EMI

«La sfida ambientale che viviamo, e le sue radiciumane, ci riguardano e citoccano tutti» (Francesco).

LEONARDO BOFFIl grido della terra e quello dei poveriALEX ZANOTELLII popoli impoveriti dall’inquinamentoGAËL GIRAUD sjLa finanza a servizio dell’ambienteCHIARA GIACCARDI - MAURO MAGATTILa cura del creatoGIACOMO COSTA sjVerso la conversione ecologica

Le Missionarie secolari combonianesono un Istituto secolare di dirittopontificio e vivono la spiritualità di mons. Daniele Comboni.Il loro fine specifico è la cooperazionemissionaria nell’animazione dellaChiesa locale e nel servizio in missione.

Sede centrale: 55012 Carraia (Lu), Via di Carraia 192, tel. 0583.980158e-mail: [email protected]

Sono presenti in Europa, America Latina, Africa.

Pubblicazione dell’Istituto SecolareMissionarie Comboniane. “Animazione Missionaria” c.p. 15136016 Thiene (VI), ccp 10681369

Direttore responsabile: Danilo Restiglian

Autorizzazione Tribunale di Vicenza n. 268 del 14/5/1971Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza

Stampa: La Grafica e Stampa via dell’Economia 78 - 36100 VicenzaGrafica: Orione. Cultura, lavoro e comunicazioneVia Soldini 4 - 25124 Brescia

animazionemissionaria dal mondo

La stagione delle piogge si protrarrà fino a tut-to ottobre e questo renderà ancora più cupi

e duri i silenzi e la solitudine di quei due milionicirca di sfollati interni e delle decine e decine dimigliaia di fuggiaschi sud-sudanesi incalzati dadue mesi di furiosi combattimenti nelle regionidi Jongli, Unity e Alto Nilo. Stanno scappando daicarri armati dei militari che si combattono, ma an-che da lance e frecce tribali, e portano con sé solopaura e pance vuote, con il terrore negli occhiper quello che hanno visto. Nessuno protegge an-ziani, donne e bambini in questa fuga disperata edisordinata, senza meta, ma con tante violenzeche anche i più piccoli subiscono. Sono state rac-colte testimonianze che parlano di «bambini arsivivi». E tutte le parti in conflitto si sarebbero mac-chiate di queste atrocità contro i civili inermi.Questo giovane Stato africano, che solo cinqueanni fa, sembrava destinato ad avviarsi verso unfuturo di fervida ricostruzione, grazie soprattuttoai giacimenti di petrolio, dopo una più che tren-tennale guerra tra Nord islamico e Sud cristiano-animista, appare destinato a rimanere quel pri-gioniero incatenato al suo storico calvario. Tor-nano alla mente le parole che monsignor CesareMazzolari, bresciano, amministratore apostolicodi Rumbek, ripeteva ai suoi interlocutori per rac-contare del suo amato Sud Sudan africano, predadegli sconvolgimenti della guerra tra Nord e Sud,quando lo schiavismo arabo razziava giovani vit-time, quando carestie e epidemie mietevano mor-te: «Il martirio della nostra gente è il Venerdì San-to più lungo della storia africana». E sapeva ancheche in quella terra, che oggi accoglie i suoi resti

SUD SUDAN

Lo Stato più giovane, la crisi più difficile

1 settembre 2015: 10ª Giornata per la custodia del creato

«Un umano rinnovato, per abitare la terra»Quest’anno, a dare un particolare significato alla Giornata per la custodiadel creato, vengono a convergere tanti elementi, a partire dall’EnciclicaLaudato si’, che Papa Francesco ha dedicato alla questione ambientale.Assume poi un forte rilievo il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale (“In GesùCristo, il nuovo umanesimo”, Firenze, 9-13 novembre 2015), così comeil Giubileo della misericordia che si aprirà l’8 dicembre 2015. L’orizzonte del Convegno Ecclesiale di Firenze orienta la Chiesa italianaad una rinnovata meditazione dello stile di umanità che scaturisce dallacontemplazione di Gesù Cristo, il Figlio dell’Uomo. Come ci ricorda ilPapa, Gesù “invitava a riconoscere la relazione paterna che Dio ha contutte le creature e ricordava loro con una commovente tenerezza comeciascuna di esse è importante ai suoi occhi”. Un creato, dunque, da gu-

stare in tutta la sua bellezza ed in rendimento di grazie, da abitare con coraggio, sobrietà e in so-lidarietà con i poveri, entro la grande comunione delle creature.

(Dal Messaggio della CEI per la 10ª Giornata per la custodia del creato)

mortali, l’agognata pace faticosamente raggiuntasolo pochi anni fa tra Khartum e Juba non sareb-be durata. Dopo 18 mesi di conflitto, decine di migliaia dipersone sono state uccise. Si contano due milionidi sfollati, gli ospedali e i centri sanitari, essenzialiper la sopravvivenza nelle isolate savane, saccheg-giati e distrutti come le scuole e i mercati. Le Na-zioni Unite denunciano che, «su un totale di quasi12 milioni di abitanti, il 70% della popolazione èa rischio insicurezza alimentare».La situazione sanitaria del Paese, in generale, ègià difficile e compromessa. Un Paese povero ilSud Sudan, ma che, secondo l’organismo nongovernativo «Controlarms.org», dal dicembre del2013, da quando è divampato il conflitto, ha giàspeso più di un miliardo di dollari in armi. A ogniminuto di guerra si vanno ad aggiungere tre nuo-vi sfollati. Nel 2014, 12 mila bambini sono statiusati come soldati. In un’unica fornitura, la Cinaha esportato nel Paese 27 milioni di proiettili. Laguerra e il suo mercato di morte è un affare in-ternazionale per molti; interessati a rifornire diarmi e munizioni il teatro di guerra sono novePaesi e tre continenti.Mentre languono i colloqui di pace, ad Addis Abeba,dove Unione africana, Paesi confinanti, Stati Uniti,Gran Bretagna, Cina e Norvegia non hanno trovatoil modo per inforcare una scorciatoia verso la pace,sono già stati spesi dalle delegazioni tra i 20 e i 25milioni di dollari in trasporti, alberghi e costi vari.

Claudio Monici (da un articolo di Avvenire, 1 agosto 2015)

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