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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 57 B: Opere di sistemazione dei versanti La sistemazione di un pendio naturale in frana o di un’area soggetta ad escavazione presentano caratteristiche molto differenti a seconda della causa che ha generato il dissesto e a seconda delle tipologie che si possono avere. Nei casi in cui l’area in esame risulta sufficientemente stabile ed evoluta, si adottano dei metodi che tendono a mantenere la forma geometrica del pendio. In questi casi gli interventi attuati sono rivolti alla difesa del versante dall’erosione superficiale e al ripristino vegetazionale. In alcuni casi prima di attuare questo tipo di interventi è necessario provvedere alla realizzazione di opere in legname che consolidano e ricostruiscono il versante. In altri casi è necessario modificare la forma del pendio per ottenere delle condizioni ottimali per i successivi interventi di ripristino della vegetazione o per la costruzione di opere di sostegno. A seconda dell’ambiente, del tipo di terreno e delle pendenze del versante, si possono impiegare specifiche tipologie di intervento. Il consolidamento e la stabilizzazione dei versanti viene attuata attraverso le seguenti tipologie di opere: 1. opere di regimazione delle acque superficiali; 2. opere di protezione e consolidamento superficiale 3. opere di sostegno. La regimazione delle acque superficiali avviene tramite la realizzazione di drenaggi, che possono essere superficiali come le canalette o le cunette per la raccolta delle acque che scorrono lungo il terreno, o di tipo profondo allo scopo di allontanare le acque di infiltrazione. Dopo aver eseguito questa operazione si passa in genera al modellamento del terreno secondo un profilo prestabilito, raggiungendo un’inclinazione tale da ottenere una condizione di stabilità del pendio e riproducendo quanto più fedelmente possibile il profilo naturale del terreno. In molti casi è necessario realizzare delle strutture di sostegno del pendio, ad esempio delle murature a secco, con grossi massi a formare delle scogliere, con gabbioni, fascinate o viminate o con muri in legname. Gli interventi di sistemazione vanno poi completati con inerbimento delle scarpate, in quanto in questo modo si ottiene una copertura del terreno in grado di eliminare o rallentare i fenomeni erosivi dovuti alle precipitazioni intense. In altre situazioni si può ricorrere a tecniche di cespugliamento del versante attraverso l’utilizzo di materiale vivente come talee, astoni, ecc. Tra le tecniche più utilizzate si hanno la sistemazione a cespuglio, a siepe cespuglio, le coperture diffuse, le viminate e le fasciante. Le specie maggiormente usate sono il salice, l’ontano, il frassino, il ligustro, il pioppo, l’olmo ed il ciliegio. Un'altra possibilità è quella di ricorrere al vero e proprio rimboschimento del versante da sistemare, essendo il bosco l’impianto vegetale più idoneo alla difesa del suolo. Va sottolineato infine che in un ambiente montano come quello trentino, la geologia, la morfologia e la pendenza dei versanti limitano le possibilità di utilizzo delle piante come materiale da costruzione vivo. Ad esempio oltre il limite della vegetazione arborea è possibile ricorrere solo a specie erbacee ed in alcune situazioni,

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 57

B: Opere di sistemazione dei versanti

La sistemazione di un pendio naturale in frana o di un’area soggetta adescavazione presentano caratteristiche molto differenti a seconda della causa che hagenerato il dissesto e a seconda delle tipologie che si possono avere. Nei casi in cuil’area in esame risulta sufficientemente stabile ed evoluta, si adottano dei metodi chetendono a mantenere la forma geometrica del pendio. In questi casi gli interventiattuati sono rivolti alla difesa del versante dall’erosione superficiale e al ripristinovegetazionale. In alcuni casi prima di attuare questo tipo di interventi è necessarioprovvedere alla realizzazione di opere in legname che consolidano e ricostruiscono ilversante. In altri casi è necessario modificare la forma del pendio per ottenere dellecondizioni ottimali per i successivi interventi di ripristino della vegetazione o per lacostruzione di opere di sostegno. A seconda dell’ambiente, del tipo di terreno e dellependenze del versante, si possono impiegare specifiche tipologie di intervento. Ilconsolidamento e la stabilizzazione dei versanti viene attuata attraverso le seguentitipologie di opere:

1. opere di regimazione delle acque superficiali;

2. opere di protezione e consolidamento superficiale

3. opere di sostegno.

La regimazione delle acque superficiali avviene tramite la realizzazione didrenaggi, che possono essere superficiali come le canalette o le cunette per la raccoltadelle acque che scorrono lungo il terreno, o di tipo profondo allo scopo di allontanarele acque di infiltrazione. Dopo aver eseguito questa operazione si passa in genera almodellamento del terreno secondo un profilo prestabilito, raggiungendoun’inclinazione tale da ottenere una condizione di stabilità del pendio e riproducendoquanto più fedelmente possibile il profilo naturale del terreno. In molti casi ènecessario realizzare delle strutture di sostegno del pendio, ad esempio dellemurature a secco, con grossi massi a formare delle scogliere, con gabbioni, fascinateo viminate o con muri in legname. Gli interventi di sistemazione vanno poi completaticon inerbimento delle scarpate, in quanto in questo modo si ottiene una copertura delterreno in grado di eliminare o rallentare i fenomeni erosivi dovuti alle precipitazioniintense. In altre situazioni si può ricorrere a tecniche di cespugliamento del versanteattraverso l’utilizzo di materiale vivente come talee, astoni, ecc. Tra le tecniche piùutilizzate si hanno la sistemazione a cespuglio, a siepe cespuglio, le coperture diffuse,le viminate e le fasciante. Le specie maggiormente usate sono il salice, l’ontano, ilfrassino, il ligustro, il pioppo, l’olmo ed il ciliegio. Un'altra possibilità è quella diricorrere al vero e proprio rimboschimento del versante da sistemare, essendo il boscol’impianto vegetale più idoneo alla difesa del suolo.

Va sottolineato infine che in un ambiente montano come quello trentino, lageologia, la morfologia e la pendenza dei versanti limitano le possibilità di utilizzodelle piante come materiale da costruzione vivo. Ad esempio oltre il limite dellavegetazione arborea è possibile ricorrere solo a specie erbacee ed in alcune situazioni,

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo58

come nel caso di versanti molto ripidi, gli interventi di ingegneria naturalistica nonsono sempre realizzabili.

Si riporta di seguito il quadro sinottico per le opere di sistemazione deiversanti.

B: OPERE DI SISTEMAZIONE DEI

VERSANTI

B1: OPERE DI REGIMAZIONE DELLE

ACQUE SUPERFICIALI

B2: OPERE DI PROTEZIONE E

CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE

B.1.1: DRENAGGI

SUPERFICIALI

B.1.1.1: canaletta inerbita

B.1.1.2: canaletta in sassi

B.1.1.3: canaletta in legname

B.1.1.4: canaletta in legname e

pietrame

B.1.1.5: canaletta in elementi

prefabbricati

B.1.2.1: trincea drenante con

fascinate vive o morte

B.1.2.3: trincea drenante

B.1.2.4: trincea drenante con struttura sintetica

B.1.2.5: dreni suborizzontali

B.1.2.2: trincea drenante con

fascinate e tubo forato

B.1.2: DRENAGGI

PROFONDI

B.2.1.1: semina con fiorume

B.2.1.4: semina con reti antierosive

B.2.1.3: idrosemina

B.2.1.2: semina con il metodo "nero verde"

B.2.1: INTERVENTI DI

COPERTURA

B.2.2.4: gradonata o cordonata

B.2.2.3: cespugliamento con talee di

specie pioniere

B.2.2.2: piantagione o cespugliamento

con specie radicate

B.2.2.1: semina di specie legnose

B.2.2.7: palizzata

B.2.2.6: viminata o graticciata

B.2.2.5: fascinata

B.2.2.8: grata in legname con elementi vivi

B.2.2: SISTEMAZIONI

STABILIZZANTI

B.3.2: muro di sostegno in massi cementati

B.3.3: muro di sostegno in massi a secco

B.3.1: muro di sostegno in calcestruzzo

rivestito di pietrame

B.3.7: palificata in legname con talee

B.3.4: scogliera in massi e calcestruzzo

B.3.5: scogliera in massi a secco

B.3.6: muro di sostegno in gabbioni

B.3.8: terra rinforzata con geotessili o geogriglie

B.3.9: "ombrelli da neve"

B3: OPERE DI SOSTEGNO

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 59

B.1: Opere di drenaggio

Per ottenere la riuscita ottimale di un intervento di sistemazione di un versantefranoso è necessario individuare le cause destabilizzanti e cercare di porre rimedio allasituazione. In particolare non può essere trascurata l’azione dell’acqua sul pendio. Vadistinto tra azione erosiva dovuta alle precipitazioni meteoriche intense, che con il loroscorrimento provocano danni, prevalentemente di carattere superficiale e di erosionedel terreno e azione erosiva dovuta alla presenza di risorgive perenni o periodiche.Mentre la prima azione dovuta all’acqua può essere controllabile tramite rinverdimentidi copertura, il secondo tipo di erosione è molto più pericoloso e per contrastarla ènecessario ricorrere ad interventi di regimazione idraulica.

Il principio dei drenaggi è quello di riuscire ad intercettare l’acqua e adisperderla senza problemi.

La regimazione delle acque avviene tramite la realizzazione di drenaggi, chepossono essere superficiali come le canalette o le cunette per la raccolta delle acqueche scorrono lungo il terreno, o di tipo profondo allo scopo di allontanare le acque diinfiltrazione.

Nel seguito si mostrano alcune tipologie di drenaggi, superficiali e profondi,con esclusivo riferimento ad interventi di drenaggio complessivi di un pendio, con osenza la presenza di un’opera di sostegno, e non ai normali interventi associati alleopere al fine di minimizzare le spinte idrostatiche.

B.1.1: Drenaggi superficiali: canalette

I drenaggi superficiali sono costituiti generalmente da canalette o cunette asezione trapezoidale o semicircolare e sono destinate a raccogliere le acquemeteoriche che scorrono disordinatamente sulla superficie del terreno, prevenendoeventuali ulteriori fenomeni erosivi o la creazione di nuove falde idriche sotterranee.Esistono diverse tipologie di drenaggi superficiali, ad esempio:

1. canaletta inerbita

2. canalette in sassi

3. canaletta in legname

4. canaletta in legname e pietrame

5. canaletta in elementi prefabbricati

B.1.1.1: Canaletta inerbita

Le canalette in terra inerite sono utilizzate allo scopo di allontanare le acque diruscellamento superficiali per evitare i fenomeni di erosione superficiale e discalzamento delle opere e di instabilità del terreno. Le canalette in terreno possonoessere non presidiate, realizzate cioè interamente in scavo. Esse hanno forma trapeziae sezione minima pari a 0,16 m2.

Nel caso di canalette in terra a mezza costa o comunque non disposte secondola linea di massima pendenza del terreno viene realizzato sul lato di valle un rinforzocon terreno costipato utilizzando il materiale proveniente dallo scavo, in modo tale da

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo60

raggiungere la quota del ciglio di monte. Laddove la pendenza e le caratteristiche delterreno non garantiscano la funzionalità delle canalette si realizzano opere di presidioin massi per il contenimento della sponda di valle della canaletta. In alcuni casi si haun completo rivestimento in massi della canaletta.

L’inerbimento dei fossi può avvenire tramite coltre protettiva in paglia, se nonsono da temere fenomeni erosivi. In questo caso andranno utilizzate reti metalliche esintetiche. L’inerbimento dei fossi è consigliato sulle piste da sci, nelle infrastruttureviarie e sui versanti in erosione.

Campo di applicazione

• Per la sistemazione di pendii, piste da sci, rilevati stradali caratterizzati dallapresenza di acque di ruscellamento superficiale

Vantaggi

• Buon inserimento dal punto di vista paesaggistico

Svantaggi

• Non adatti dove si tema la presenza quasi permanente di acque di ruscellamentoperché sarebbero soggetti a erosione.

Canaletta di drenaggio inerbita

inerbimento

canaletta in terra

materiale di scavo opportunemente compattato

inerbimento

canaletta in terra

materiale di scavo

opportunemente compattato

pietrame

inerbimento

canaletta in terra

pietrame

B.1.1.2: Canaletta in sassi

Per la realizzazione di questo tipo di opera di drenaggio è necessario preparareun fossato di sezione trapezia, di larghezza alla base pari a circa 30-50 cm e insommità pari a 50-70 cm. L’altezza dell’opera è di circa 50-70 cm. Sotto il fossato cosìscavato si posiziona un tubo drenante, in seguito il fondo del fosso viene rivestito inpietra a formare una superficie regolare.

Tra i sassi che rivestono il fondo possono svilupparsi delle specie vegetalierbacee, che tendono a mascherare la canaletta in pietrame.

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 61

Campo di applicazione

• Per il drenaggio delle acque di scorrimento superficiale su pendii e rilevatiarginali.

Vantaggi

• Opera elastica, che ben si adatta ai cedimenti del terreno• Opera in grado di resistere all’erosione causata dal passaggio dell’acqua.• Impatto positivo sull’ambiente e sul paesaggio per l’utilizzo di materiali naturali e

per la possibile presenza di piante erbacee tra i massi.

Svantaggi

• Necessità di materiale lapideo, accessibilità del cantiere per il trasporto delmateriale

Canaletta di drenaggio in sassi

sassi

t ubo drenante

B.1.1.3: Canaletta in legname

Le canalette in legname vengono costruite per la raccolta e l’allontanamentodelle acque di ruscellamento superficiale per proteggere la scarpata dalle erosioni finoal completo sviluppo della vegetazione.

Le canalette possono costruite con tavolate dello spessore di circa 3-4 cm,assemblate a forma di “U” e di “V” e fissate al terreno con picchetti di legno e ferro.

Anche per la costruzione dei pozzetti si impiegano tavoloni di larice forandocon una motosega la parete a monte, che funge da filtro. Il pozzetto viene quindiinterrato inserendo nella parte di valle il tubo di scarico e coprendo la struttura con unchiusino. La possibilità di costruzione in magazzino e la facilità di trasporto rendel’applicazione di tali strutture particolarmente agevole ed economica.

È possibile realizzare delle canalette di drenaggio anche ricorrendo a deltondame di legno resistente agli agenti atmosferici, per formare delle canalette asezione triangolare. Sotto il tondame di legno viene posizionato un tubo di drenaggiodelle acque che dalla canaletta passano al terreno sottostante. I tronchi di legno sonofissati lateralmente con pali in legno.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo62

Campo di applicazione

• Per la sistemazione di pendii caratterizzati dalla presenza di acque diruscellamento superficiale

Vantaggi

• Possibilità di costruzione e preparazione dei pezzi prima della messa in opera,facilità di trasporto, metodologia agevole ed economica

• Impatto visivo positivo per l’utilizzo di materiale naturale

Svantaggi

• Scarsa durabilità dell’opera.

Canaletta di drenaggio in legname

tondame

pali in legno

tubo di drenaggio

pali in legno

tondame

tubo di drenaggio

SEZIONE PIANTA

B.1.1.4: Canaletta in legname e pietrame

Per la realizzazione delle canalette in legname e pietrame viene scavato unfossato di forma trapezia. Il fondo del fosso viene rivestito con pietrame alternato adelementi trasversali di legno.; mentre le pareti oblique della canaletta sono realizzatecon tondame di larice o di castagno di diametro di circa 20-25 cm. Il tondame vienedisposto in senso longitudinale e fissato con pali di legno.

I costi dell’intervento sono molto convenienti se rapportati alle tradizionaliopere rigide. Inoltre dal punto di vista estetico l’impiego di questa metodologiapermette un migliore inserimento dal punto di vista paesaggistico.

Campo di applicazione

• Per la sistemazione di pendii caratterizzati dalla presenza di acque diruscellamento superficiale

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 63

Vantaggi

• Prezzi vantaggiosi rispetto alle tradizionali opere rigide• Buon inserimento dal punto di vista paesaggistico

Svantaggi

• Scarsa durabilità delle parti in legname

Canaletta di drenaggio in legname e pietrame

SEZIONE PIANTA

tubo di drenaggio

tondame

pali in legno

tondame

sassi

pali in legno

tubo di drenaggio

B.1.1.5: Canaletta in elementi prefabbricati

Sono opere utilizzate nei tratti di terreno non completamente stabilizzati in cuil’allontanamento dell’acqua richiede un tipo di costruzione elastica. Allo scopo sipossono utilizzare elementi prefabbricati in calcestruzzo o poliestere, posti in opera amo’ di tegola e ancorati al terreno con tondini di ferro o simili. Le canalette in elementiprefabbricati conservano la loro funzione anche nel caso di forti abbassamenti delterreno e possono essere eventualmente disposte altrove o spostate, quando questorisulti necessario.

Sul mercato esistono diversi tipi di elementi prefabbricati che rispondono allenecessità richieste.

Campo di applicazione

• Per la sistemazione di pendii non completamente stabilizzati, caratterizzati damovimenti e cedimenti del terreno

Vantaggi

• Opera elastica, che ben si adatta ai cedimenti del terreno• Facilità di trasporto e costruzione.

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo64

Svantaggi

• Utilizzo di materiale artificiale

B.1.2: Drenaggi profondi

I drenaggi profondi vengono realizzati allo scopo di intercettare le acque diinfiltrazione all’interno del pendio. Esistono diverse tipologie di drenaggi di tipoprofondo; nel seguito vengono analizzati:

1. trincea drenante con fascinate vive e morte

2. trincea drenante con fascinate e tubo forato

3. trincea drenate

4. trincea drenante con struttura sintetica

5. dreni suborizzontali

B.1.2.1 :Trincea drenante con fascinate vive o morte

È un metodo utilizzato per il drenaggio di frane di materiale incoerente dimatrice limoso-argilloso, nei casi in cui l’acqua di infiltrazione da prosciugare non siatroppo profonda. Esso consiste nell’esecuzione di uno scavo di un fosso (profondità80-100 cm) riempito con ramaglie fissate al terreno con picchetti. Se si desideraun’azione di drenaggio permanente si devono utilizzare fascine di ramaglia viva disalice, le quali, radicando, formano una linea di drenaggio vegetata e persistente,grazie all’effetto di intercettamento e pompaggio dell’acqua.

Le fascine vanno disposte con la parte più grossa verso monte; possono veniredisposte lungo la linea di massima pendenza oppure inclinate per captare emergenzeidriche diffuse sulla frana.

Le fascine vanno disposte in modo tale da occupare interamente il profilo deifossi ricavati nel pendio. A seconda delle esigenze si possono collocare in un fossoanche più fascine. Per le fascine poste sul fondo viene utilizzata della ramaglia mortadi specie legnose che non hanno capacità di propagazione vegetativa, questa ramagliadeve però essere fresca e non disseccata. Se le acque da convogliare si trovano aduna profondità maggiore di 30-40 cm si può riempire la parte più bassa dello stessocon del ciottolate su cui poi verranno posizionate le fascine. Dopo la messa a dimora sicoprono le fascine con terra in modo tale che tutti i rami siano coperti e possanoemettere getti e radici. Le fascine vengono fissate con dei picchetti di salici vivi dellalunghezza di circa 60 cm e del diametro minimo di 5 cm, conficcati nel terreno adintervalli di 80 cm, obliquamente attraverso le fascine. L’intervento può essererealizzato solamente durante il periodo del riposo vegetativo. I drenaggi con fascinesvolgono la loro azione drenante subito dopo la posa in opera a causa dell’azione diconvogliamento esercitata dai rami. Dopo l’attecchimneto delle piante subentraun’attiva sottrazione idrica mediante traspirazione delle piante. L’intervento ha ilvantaggio della semplicità e rapidità di costruzione ed è caratterizzato da costi bassi.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 65

Campo di applicazione

• È un metodo utilizzato per il drenaggio di frane di materiale incoerente di matricelimoso-argilloso, nei casi in cui l’acqua di infiltrazione da prosciugare non siatroppo profonda

Vantaggi

• L’utilizzo di materiale vivente permette di ottenere un drenaggio persistente,grazie all’effetto di intercettamento e pompaggio dell’acqua da parte delle piante

• Intervento semplice e di rapida realizzazione, caratterizzato da bassi costi.

Svantaggi

• L’intervento può essere realizzato solamente durante il periodo del riposovegetativo

Figura 2: Inizialmente l’effetto drenante èdovuto alla sola presenza della ramaglia.

Figura 3: Fascinata dopo alcuni anni: subentrala sottrazione idrica tramite traspirazionepiante.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo66

Trincea drenante con fascinate vive o morte

fascine vive realizzate con

ramaglia(diametro 3-10 cm circa)

picchetti in legno

(1 ogni 80 cm circa)

fascine vive realizzate con

ramaglia(diametro 3-10 cm circa)

fascine di ramaglia morta o di

specie senza capacità vegetativa

picchetti in legno

(1 ogni 80 cm circa)

B.1.2.2: Trincea drenante con fascine e tubo forato

Si tratta di una tecnica adottata nel caso di numerosi affioramenti d’acquasenza portate considerevoli. Solitamente l’acqua viene captata in vari punti diaffioramento, convogliata e allontanata tramite una condotta sotterranea posta aseguire la linea di massima inclinazione del pendio. Questo metodo viene adottato peril drenaggio degli impluvi, permettendo la loro stabilizzazione e rivegetazione.

Le fasi secondo cui viene realizzata la trincea drenante con fascine e tuboforato si possono riassumere nel modo seguente:

• creazione di un bacino di accumulo a valle di un affioramento mediante unosbarramento di sacchi di juta riempiti di sabbia.

• Tra i sacchi si inserisce un pozzetto in calcestruzzo nel quale innestare i tubiforati per il drenaggio (in entrata e in uscita)

• A monte del pozzetto si realizza un drenaggio con fascinate disposte in modo daindirizzare l’acqua verso il pozzetto. Si aggiungono anche 1 o 2 tubi forati in PVCsotto le fascine

• Si copre con materiale drenante sorretto da palificate in legname

• A completamento dell’opera di drenaggio è possibile infiggere delle talee aricoprimento della trincea drenante e procedere alla semina

Campo di applicazione

• Si tratta di una tecnica adottata per il drenaggio di pendii caratterizzati danumerosi affioramenti d’acqua senza portate considerevoli.

Vantaggi

• Questa tecnica permette di ottenere un drenaggio persistente, grazie all’effetto diintercettamento e pompaggio dell’acqua da parte delle piante combinato alla

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 67

presenza del tubo forato per l’intercettazione e l’allontanamento delle acque piùprofonde.

• L’intervento permette l’allontanamento dell’acqua di infiltrazione del pendiodando luogo inoltre a ad un rinverdimento dello stesso; infatti grazie allapresenza dell’acqua si assiste ad una crescita rapida e rigogliosa del materialevivente.

Svantaggi

• L’intervento può essere realizzato solamente durante il periodo del riposovegetativo

Trincea drenante con fascine e tubo forato

semina specie erbacee

talee di salice

fascine

pozzetto

tubo forato in PVC

sacchi in juta pieni di sabbia

B.1.2.3: Trincea drenante

Questo tipo di drenaggio viene realizzato in tutti i casi in cui sia necessarioconsolidare, con semplice drenaggio, un pendio instabile o ad instabilità diffusa fino aduna profondità limitata a 5,0 m dal piano campagna. Le trincee drenanti sonocostituite da un corpo drenante in ghiaia. Esso viene direttamente appoggiato alterreno costituente il pendio nel caso in cui esso risulti caratterizzato da bassapermeabilità (argilla), nel caso contrario è necessario impermeabilizzare il fondo dellatrincea con una guaina.

I corpi drenanti sono costituiti da inerti lavati, rappresentati da ghiaia fine, digranulometria compresa tra i 0,6 ed i 6 cm. Sul fondo della trincea immediatamentesopra la guaina impermeabilizzante, è posto un tubo finestrato (φ 10 o φ 20 cm in PVCo polietilene) per la raccolta e l’allontanamento delle acque intercettate. Al termine deldreno si realizza un setto impermeabile attraversato da un tubo non finestrato checonduce le acque allo scarico preferibilmente in fossi o impluvi naturali.

Il fondo scavo, di norma largo non meno di 1 m, può essere realizzato conun’unica livelletta nel caso di pendii poco acclivi (pendenza 10° ÷ 15°). Se il

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo68

drenaggio viene realizzato su pendii più acclivi, oppure la lunghezza dell’opera ènotevole, è opportuno invece prevedere una gradonatura del fondo scavo. Di normaoccorre porre in opera all’inizio del dreno un tubo verticale che sia collegato medianteun raccordo a 90° al tubo finestrato di fondo scavo, protetto in superficie da unpozzetto in calcestruzzo prefabbricato. Questo tubo permette di collaudare l’opera e diverificarne l’efficienza nel tempo.

È necessario inoltre porre in opera a fine dreno un tubo di controllo a T,protetto in superficie da un pozzetto in calcestruzzo prefabbricato per il controllo delpassaggio di acque nel tubo di scarico.

Campo di applicazione

• Questo tipo di drenaggio viene realizzato in tutti i casi in cui sia necessarioconsolidare, con semplice drenaggio, un pendio instabile o ad instabilità diffusafino ad una profondità limitata a 5,0 m dal piano campagna.

Vantaggi

• L’opera permette di intercettare le acque di infiltrazione poste in profondità nelpendio (fino a 5 m) e il loro allontanamento.

Svantaggi

• La trincea drenante costituita dal solo corpo drenante in materiale sciolto nonpuò essere utilizzata nei casi in cui sia presente una consistente percentuale dimateriale fine all’interno del terreno perché essa potrebbe essere trasportatadall’acqua e occludere gli spazi tra gli elementi del corpo drenante intasandolo.

Trincea drenante

pozzetto prefabbricato

max 60÷80 m

reinterro

corpo drenante in ghiaia

tubo finestrato

guaina

impermebilizzante

allo scarico

pozzetto prefabbricato

setto impermeabile in

argilla e bentonite compattate

SEZIONE LONGITUDINALE SEZIONE TRASVERSALE

reinterro

corpo drenante in ghiaia

guaina

impermebilizzante

tubo finestrato

B.1.2.4 Trincea drenante con struttura sintetica

Questa opera di drenaggio profondo è sostanzialmente analoga alla trinceadrenante semplice; differisce solamente per l’utilizzo di un telo di materiale sinteticoche avvolge il materiale drenante. Essa permette di intercettare le acque diinfiltrazione in pendii instabili.

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 69

Per la realizzazione viene scavata una trincea di 1-2 metri di profondità, e sullato di monte viene adagiato (a mano e in maniera accurata) un geotessile sinteticoformato da uno strato di nylon ad alto contenuto alveolare e due tessuti non tessuti inpoliesterecon funzione di filtro.

La scelta del tessuto non-tessuto è un elemento critico per la durata, neltempo, del sistema drenante; in particolare il diametro di filtrazione, deve essere pariod inferiore al d85 dei terreni da drenare. Infatti se esso presenta diametro tra lemaglie eccessivo si assiste rapidamente all’intasamento del corpo drenante in ghiaiacon materiale fine. Al contrario un diametro di filtrazione troppo ridotto porta allaformazione, tra il tessuto non-tessuto e la ghiaia di riempimento della trincea di unpannello di fango che impermeabilizza il corpo drenante annullandone la funzione.Quindi il tessuto non-tessuto ottimale è quello che permette il passaggio alla solafrazione finissima, che viene facilmente asportata dalle acque percolanti nel drenostesso. Alle spalle del tessuto non-tessuto si forma in questo caso uno strato e diterreno (prefiltro naturale) che, impoverito di fini, aumenterà la propria permeabilità equindi l’efficacia, nel tempo, del sistema drenante.

Sul fondo della trincea si posizione (ancora a mano) un tubo microforato, edinfine lo scavo viene riempito con il materiale reperito in loco. Non è quindinecessario, come accade per altri metodi, utilizzare materiale proveniente da zonediverse da quella dell’intervento.

Il metodo si presta ad essere abbinato a sistemi naturalistici per lasistemazione del pendio.

Campo di applicazione

• Questo tipo di drenaggio viene realizzato in tutti i casi in cui sia necessarioconsolidare, con semplice drenaggio, un pendio instabile o ad instabilità diffusafino ad una profondità limitata a 5,0 m dal piano campagna.

Vantaggi

• L’opera permette di intercettare le acque di infiltrazione poste in profondità nelpendio (fino a 5 m) e il loro allontanamento.

Svantaggi

• L’opera è molto sensibile alla scelta del tessuto non tessuto: una scelta nonottimale di questo componente può compromettere la funzionalità dell’opera.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo70

Trincea drenante con struttura sintetica

riempimento con materiale

proveniente dagli scavi

geotessile

sintetico

tubo microforato

B.1.2.5: Dreni suborizzontali

Questo sistema di drenaggio delle acque di infiltrazione viene utilizzato inparticolari condizioni geomorfologiche e nelle situazioni in cui si rende necessariocaptare acque profonde nel pendio. In questo modo si evita la realizzazione di trinceeprofonde. I dreni suborizzontali vengono spesso realizzati a tergo di opere di sostegnoper diminuire le spinte agenti sulle stesse.

Le modalità costruttive di questo tipo di drenaggio sono:

• Esecuzione delle perforazioni (diametro di perforazione è di 100 ÷ 120 mm) amezzo sonda rotativa per la formazione dell’alloggiamento delle aste drenanti,

• i fori di perforazione vengono intubati, con tubazione metallica, medianteavanzamento a seguire durante la perforazione stessa;

• ultimata la perforazione vengono inserite nei fori le aste drenanti (costituite datubi in PVC microfessurati e uniti con giunti filettati);

• ad inserimento avvenuto si procede allo sfilamento e recupero della tubazionemetallica di rivestimento;

• le testate delle aste drenanti, che non devono essere microfessurate nei primimetri nella zona di uscita del dreno, vengono collegate tra di loro e connesse adun sistema di smaltimento delle acque raccolte (canalette in terra o rivestite,canali presidiati, impluvi naturali).

Nel caso di litologie a grana fine è consigliabile prevedere, intorno al tubofinestrato, una calza in con tessuto con funzione di filtro.

Campo di applicazione

• Per la captazione di acque di infiltrazione profonde nel pendio.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 71

Vantaggi

• Vengono captate le acque di infiltrazione profonda nel pendio senza ricorrere atrincee di drenaggio molto profonde.

• Permettono la riduzione delle pressioni a tergo di eventuali opere di sostegno.

Svantaggi

• Difficoltà realizzative, non realizzabile in cantieri difficilmente accessibili.

Dreni suborizzontali

eventuali rinverdimenti

eventuale opera

di sostegno

canaletta di raccolta

delle acque

tessuto

non tessuto

tratto non

finestrato

tratto

finestrato

dreno sub-orizzontale diametro > 2''

(>60 mm) scanalato, numero di fessure

per diametro uguale o superiore a 3;

larghezza fessure =0.25-0.5 mm

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