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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 5 A: Opere di consolidamento dell’alveo Le opere di sistemazione idraulica sono interventi diretti alla stabilizzazione del fondo dell’alveo e alla salvaguardia del territorio circostante lo stesso da esondazioni. Tra le opere di sistemazione idraulica si hanno: opere trasversali che stabilizzano il fondo del corso d’acqua. Esse infatti sono realizzate allo scopo di determinare un equilibrio tra le attività di scavo e di trasporto esercitate dai corsi d’acqua negli alvei mobili al fine di evitare eccessi dell’una o dell’altra attività, che possano causare fenomeni di erosione o di sovralluvionamento con conseguenti fenomeni di dissesto idrogeologico e inondazioni. La stabilizzazione dell’asta del corso d’acqua si attua con soglie di fondo e briglie, che, introducendo dei salti di fondo, diminuiscono per tratti la pendenza del corso d’acqua e quindi la sua capacità erosiva. opere di difesa spondale quali i muri, le scogliere evitano l’erosione e la lesione delle sponde del corso d’acqua, proteggendo le attività adiacenti da pericolose esondazioni. rilevati arginali: sono opere realizzate per il contenimento della portata di piena e per la difesa del territorio circostante il corso d’acqua. rivestimenti d’alveo: proteggono il fondo del corso d’acqua da erosioni evitando fenomeni di scalzamento sulle opere esistenti, vengono realizzati in particolare per la difesa degli attraversamenti del corso d’acqua. cunette e cunettoni:: sono dei canali a sezione ristretta rivestiti, relativamente profondi impiegati per evitare l’erosione del fondo e delle sponde. repellenti: hanno lo scopo di concentrare la corrente verso il centro del corso d’acqua preservando le sponde da un’erosione eccessive. Si riporta di seguito il quadro sinottico con la classificazione delle opere di consolidamento dell’alveo.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 5

A: Opere di consolidamento dell’alveo

Le opere di sistemazione idraulica sono interventi diretti alla stabilizzazione delfondo dell’alveo e alla salvaguardia del territorio circostante lo stesso da esondazioni.

Tra le opere di sistemazione idraulica si hanno:

• opere trasversali che stabilizzano il fondo del corso d’acqua. Esse infatti sonorealizzate allo scopo di determinare un equilibrio tra le attività di scavo e ditrasporto esercitate dai corsi d’acqua negli alvei mobili al fine di evitare eccessidell’una o dell’altra attività, che possano causare fenomeni di erosione o disovralluvionamento con conseguenti fenomeni di dissesto idrogeologico einondazioni. La stabilizzazione dell’asta del corso d’acqua si attua con soglie difondo e briglie, che, introducendo dei salti di fondo, diminuiscono per tratti lapendenza del corso d’acqua e quindi la sua capacità erosiva.

• opere di difesa spondale quali i muri, le scogliere evitano l’erosione e la lesionedelle sponde del corso d’acqua, proteggendo le attività adiacenti da pericoloseesondazioni.

• rilevati arginali: sono opere realizzate per il contenimento della portata di piena eper la difesa del territorio circostante il corso d’acqua.

• rivestimenti d’alveo: proteggono il fondo del corso d’acqua da erosioni evitandofenomeni di scalzamento sulle opere esistenti, vengono realizzati in particolareper la difesa degli attraversamenti del corso d’acqua.

• cunette e cunettoni:: sono dei canali a sezione ristretta rivestiti, relativamenteprofondi impiegati per evitare l’erosione del fondo e delle sponde.

• repellenti: hanno lo scopo di concentrare la corrente verso il centro del corsod’acqua preservando le sponde da un’erosione eccessive.

Si riporta di seguito il quadro sinottico con la classificazione delle opere diconsolidamento dell’alveo.

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo6

A.2.3: muro di sponda in massi a secco

A.2.4: scogliera in massi e calcestruzzo

A.2.5: scogliera in massi a secco

A.2.2: muro di sponda in massi cementati

A.2: OPERE SPONDALI

A.2.7: difesa di sponda in gabbioni

A.2.8: difesa di sponda in legname e pietrame

A.2.6: scogliera in massi a secco legati

A.2.9: copertura diffusa

A.3.4: adeguamneto in sagoma e/o quota di argine esistente

A.3.3: adeguemento rilevato stradale o ferroviario per difesa arginale

A.3.1: realizzazione nuovo argine (h <4m)

A.3.2: realizzazione nuovo argine (h >4m)

A.3: RILEVATI ARGINALI

A.4.2: platee in massi a secco

A.4.1: platee in pietrame e calcestruzzoA.4: RIVESTIMENTI D'ALVEO

A.5.1: cunettone in massi a secco

A.5.2: cunettone in massi cementati

A.5.3: cunettone in legname

A.5.4: cunettone in calcestruzzo rivestito in pietrame

A.5: CUNETTE E CUNETTONI

A.6.1: repellente in pali e fascine rinforzato con protezione in massiA.6: REPELLENTI

A: OPERE DI CONSOLIDAMENTO DELL'ALVEO

A.1.: OPERE TRASVERSALI

A.1.1: briglie e soglie in massi a secco

A.1.2: briglie e soglie in massi cementati

A.1.3: briglie e soglie in legname e pietrame

A.1.4: briglie e soglie in calcestruzzo rivestito

A.1.5: briglie e soglie in calcestruzzo

A.2.1: muro di sponda in calcestruzzo (rivestito in pietrame)

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 7

A.1: Opere trasversali

Si comprendono nella definizione di opere trasversali tutte le tipologie dimanufatti la cui geometria occupi interamente la sezione trasversale di un corsod’acqua. Questa definizione esclude il caso dei repellenti, in quanto essi occupano soloparzialmente la sezione trasversale; essendo la loro funzione primaria è la protezionedall’erosione di sponda.

Si possono individuare due fondamentali tipologie di opere trasversali:

1. Soglie: occupano almeno l’intero alveo di magra ed hanno lo scopo di fissare ilfondo dell’alveo in una sezione, limitando così l’erosione. Questa caratteristica lerende particolarmente utili, per esempio, nel caso di attraversamenti sub alvei diuna condotta. Pur essendo l’opera teoricamente completamente annegatanell’alveo, per un corretta progettazione e valutazione dell’impatto visivo diqueste opere (specie in caso di basse portate di magra) va considerata latendenza all’erosione a valle che tende a scoprirle.

2. Briglie (o traverse): sono opere che creano una discontinuità del fondo tra trattodi monte e tratto di valle, allo scopo di creare un deposito a monte instaurandocosì una nuova e minore pendenza (di equilibrio per la portata di progetto) eriducendo così il trasporto solido. La portata liquida tracima il coronamentodell’opera in corrispondenza di un abbassamento al centro del coronamentostesso detto gaveta. Particolare attenzione va dedicata al controllo dell’erosionelocalizzata in corrispondenza del salto di fondo. Questo tipo di opere, come verràmostrato, presenta svariate tipologie e distinzioni.

A queste tipologia vanno aggiunti i salti di fondo, cioè briglie prive di spalle chesi trovano negli alvei canalizzati e nei cunettoni in corrispondenza, per esempio, delpassaggio nei centri abitati.

Lo scopo delle opere di difesa trasversali è quello di consolidare l’alveoimponendogli una nuova e minore pendenza riducendo in questo modo l’erosione delbacino di raccolta mettendo l’alveo al riparo da erosioni anche durante eventi di piena,cercando nel contempo di evitare depositi eccessivi.

L’altezza e il numero di tali opere va scelto sulla base della pendenza che sivuole ottenere; a sua volta la pendenza è funzione della portata di progetto e dellagranulometria del fondo; la verifica di queste opere si ottiene assumendo che ilmassimo sforzo tangenziale ammesso sia quello in grado di movimentare un diametrorappresentativo delle situazione dell’alveo (per esempio il d90).

Nei tratti a carattere torrentizio la sequenza di briglie può essere progettatasecondo i criteri della ricostruzione morfologica dei corsi d’acqua, in particolaresimulando l’andamento del fondo a “step and pool” tipico di alcuni torrenti. Lasommità della briglia di valle va posta ad una quota superiore rispetto alla fondazionedi quella di monte: in tal modo la briglia di valle controlla lo scavo di quella di monterendendo inutile il ricorso a protezioni contro l’erosione localizzata.

Altezza ed interasse delle briglie devono soddisfare i seguenti criteri:

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4190

÷=DH

21 <<S

LH

doveH = altezza del salto;L = interasse in direzione parallela alla pendenza;S = pendenza.L’utilizzo di queste formule va inteso in senso mediato. Ad esempio

l’andamento del corso d’acqua non permetterà, in generale, di disporre tutte le operetrasversali allo stesso interasse: il valore desunto dalla formula diventa quindirappresentativo della situazione media caratteristica della sequenza di opererealizzate.

Per il dimensionamento statico delle briglie e delle soglie vanno utilizzate leusuali tecniche dell’ingegneria geotecnica, considerando due diverse condizioni:

A breve termine, cioè quando a tergo della briglia non è presente materiale dideposito e la pendenza è quella originaria, al passaggio della massima piena;

A lungo termine, cioè quando la briglia si è riempita completamente e la nuovapendenza è stata raggiunta, al passaggio della massima piena.

Le fondazioni vanno dimensionate considerando il possibile scalzamento pererosione a valle del salto: avendo cura di approfondire le stesse sotto la quota dimassima erosione attesa.

Il muro va ammorsato nelle sponde per una lunghezza almeno pariall’estensione del salto, per evitare che esso venga aggirato dalla corrente.

Nel territorio della provincia di Trento si possono individuare le seguentitipologie tipiche di briglie e soglie:

• briglie in massi a secco (legati oppure no)

• briglie in massi cementati (legati oppure no)

• briglie e soglie in legname e pietrame

• briglie e soglie In calcestruzzo rivestito

• briglie e soglie in calcestruzzo

A.1.1: Briglie e soglie in massi a secco

Queste opere sono costituite da file di massi di diametro opportuno, dispostisecondo una pendenza variabile (che può andare indicativamente dal caso verticale alcaso 2:1), compatibilmente con le esigenze di carattere statico.

I massi possono venire legati tra loro infiggendo e ancorando in ciascuno ungolfare, nel quale far passare il cavo in acciaio (vedi particolare).

In pianta l’opera assume un andamento arcuato verso monte, per migliorare lecaratteristiche di stabilità strutturale.

La gaveta va sagomata in modo da favorire la concentrazione della corrente incentro alveo.

È possibile calcolare la stabilità del singolo masso utilizzando le tecniche per lostudio dell’incipiente movimento del materiale d’alveo (teoria di Shields), tenendo inconsiderazione gli effetti dovuti alla pendenza longitudinale, al nascondimento e alla

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bassa sommergenza. Preferibilmente andranno usati massi di forma nontondeggiante, ma a piastra, avendo questi ultimi un momento ribaltante minore.

Campo di applicazione:• Corsi d’acqua caratterizzati da trasporto solido contenuto (trasporto di fondo)• Contesti di pregio paesaggistico elevato (non urbanizzati)• Esigenza di mantenimento della continuità fluviale• Granulometria dell’alveo molto eterogenea• Presenza in loco di massi• Pendenze non superiori al 12-14%

Vantaggi:• Basso impatto ambientale e paesaggistico per l’utilizzo di materiali naturali

Svantaggi:• Bassa resistenza strutturale

Interventi di mitigazione:• Disposizione irregolare dei massi, specie nel caso di salti bassi (<70cm)• Scale di rimonta (se giustificato dal contesto complessivo)• Evitare collocazione di massi di protezione a valle del salto (dannosi per la fauna

ittica), ma creare, al contrario, una buca che ne consenta sosta e rifugio• Ridurre il più possibile la larghezza sommitale (in direzione parallela alla

corrente)• Sagomare la gaveta atta a concentrare la portata di magra

Briglia in massi a secco

Prospetto

perforazione

barra filettata in acciaio zincato golfare in acciaio zincato

masso in pietra compatta

Particolari ancoraggi

ancorante chimico o meccanico

fune in acciaio

da verticale a scarpa 1/2pendenza variabile:

Sezione A-A

Pianta

eventuale legatura dei massi

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo10

A.1.2: Briglie e soglie in massi cementati e legati

Queste opere sono dei muri di sostegno realizzati con un getto di cemento sulquale vengono posate alcune file di massi, secondo una pendenza variabile (che puòandare, indicativamente, dal caso verticale al caso 2:1).

L’uso del calcestruzzo permette di realizzare opere di altezza e pendenzamaggiori (si consiglia comunque di non oltrepassare i 3-3,5 metri di altezza ingaveta), ma comporta qualche aggravio dal punto di vista costruttivo: per evitare ildilavamento del calcestruzzo fresco diventa di fondamentale importanza la deviazionedell’acqua durante i lavori; inoltre bisogna porre particolare attenzione allaconsistenza del cemento, affinché permei gli interstizi tra i massi ma non sia tantofluido da fuoriuscire.

I massi possono venire legati tra loro infiggendo e ancorando in ciascuno ungolfare, nel quale far passare un cavo in acciaio (vedi particolare), che va annegatonel calcestruzzo.

In pianta l’opera assume un andamento arcuato verso monte, per migliorare lecaratteristiche di stabilità strutturale.

La gaveta va sagomata in modo da favorire la concentrazione della corrente incentro alveo.

A tergo del muro possono venire previsti tubi per il drenaggio di subalveo, alfine di evitare fenomeni di sifonamento.

Campo di applicazione:• Corsi d’acqua caratterizzati da assenza di colate• Contesti di buon pregio paesaggistico; urbanizzati• Disponibilità in loco dei massi• Granulometria dell’alveo non troppo uniforme• Pendenze non superiori al 20%

Vantaggi:• Basso impatto ambientale• Buona resistenza strutturale• Velocità di esecuzione• Bassi costi

Svantaggi:• Rigidità, scarso adattamento a cedimenti differenziali• Impermeabilità dell’opera (maggiori sollecitazioni)

Interventi di mitigazione:• Disposizione irregolare dei massi, specie nel caso di salti bassi (<70cm)• Scale di rimonta (se giustificato dal contesto complessivo)• Evitare collocazione di massi di protezione a valle del salto (dannosi per la fauna

ittica), ma creare, al contrario, una buca che ne consenta sosta e rifugio• Ridurre il più possibile la larghezza sommitale (in direzione parallela alla

corrente)• Sagomatura della gaveta atta a concentrare la portata di magra

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 11

Briglia in massi cementati

Pianta

Prospetto

masso in pietra compatta

barra filettata in acciaio zincato golfare in acciaio zincato

Particolari ancoraggi

profilo arcuato verso monte

perforazione

eventuale legatura dei massi

fune in acciaio

calcestruzzo

Sezione A-A

pendenza variabile: da verticale a scarpa 1/2

ancorante chimico o meccanico

A.1.3: Briglie e soglie in legname e pietrame

Le briglie in legname e pietrame sono muri di sostegno realizzati con pali dilegno disposti longitudinalmente (il primo strato) e trasversalmente, riempiti conpietrame di pezzatura adeguata alle caratteristiche della corrente.Il legno deve averebuone caratteristiche di durabilità alla permanenza in acqua (per esempio il larice), edeventualmente può essere trattato per migliorarle.

Questo tipo di opere trasversali lavora a gravità; per il correttodimensionamento deve essere verificata la stabilità globale e quella locale (tensioniammissibili). In letteratura esistono delle formulazioni semi empiriche dei criteri distabilità che si possono adottare in questo caso (Lenzi, D’Agostino, SondaRicostruzione morfologica e recupero ambientale dei torrenti Bios 2000).

La gaveta, essendo soggetta all’azione abrasiva della corrente, va rivestita conmassi o con tondelli di legname con l’asse principale parallelo alla corrente. Essa puòessere a sezione trapezoidale o a coda di rondine: nel primo caso la sezione dideflusso è minore rispetto alla configurazione originale dell’alveo; nel secondo caso(adatto a sponde scoscese) invece, la sezione di deflusso risulta quasi immutata(consentendo il transito a correnti con elevato trasporto solido), ma è necessarioprovvedere a consolidare le sponde con scogliere o almeno mediante rinverdimento.

Campo di applicazione:• Opere trasversali di altezza contenuta• Contesti di pregio paesaggistico

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo12

• Disponibilità in loco del materiale di riempimento• Assenza di materiale adatto per le briglie in massi

Vantaggi:• Basso costo• Basso impatto dal punto di vista paesaggistico

Svantaggi:• Leggerezza strutturale, durata ridotta delle parti in legname

Interventi di mitigazione:• Disposizione irregolare dei massi, specie nel caso di salti bassi (<70cm)• Scale di rimonta (se giustificato dal contesto complessivo)• Evitare collocazione di massi di protezione a valle del salto (dannosi per la fauna

ittica), ma creare, al contrario, una buca che ne consenta sosta e rifugio• Ridurre il più possibile la larghezza sommitale (in direzione parallela alla

corrente)• Sagomatura della gaveta atta a concentrare la portata di magra

Briglia in legname e pietrame

Prospetto: con gaveta trapezia

Prospetto: con gaveta a coda di rondine

Sezione A-A

A.1.4: Briglie e soglie in calcestruzzo rivestito

Queste opere di difesa trasversali sono muri di sostegno in calcestruzzo fondatiin alveo e normali alla corrente. Le parti a vista in calcestruzzo (coronamento eparamento di valle) vengono rivestite mediante l’utilizzo di pietrame opportunamenteancorato all’opera.La struttura del muro è identica a quella che si ha nel caso diassenza di rivestimento: tipicamente un muro a sezione trapezia con paramento dimonte verticale.

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 13

La briglia potrà essere armata o lavorare per gravità; nel primo caso avròminori ingombri e una maggiore flessibilità (resistenza a cedimenti localizzati).

A tergo del muro possono venire previsti tubi per il drenaggio di subalveo, alfine di evitare fenomeni di sifonamento.

Campo di applicazione:• Particolari esigenze di sicurezza strutturale (opere di altezza considerevole,

possibili colate di detriti)• Contesti di pregio paesaggistico non trascurabile• Presenza di discontinuità naturali del corso d’acqua• Scarsa disponibilità di massi in loco• Contesti urbanizzati• Facilità di manovra per i mezzi meccanici

Vantaggi:• Elevata resistenza strutturale

Svantaggi:• Costi elevati• Introduzione di forti discontinuità, impedimento risalita dei pesci (briglie)

Interventi di mitigazione:• Scale di rimonta (se giustificato dal contesto complessivo)• Evitare collocazione di massi di protezione a valle del salto (dannosi per la fauna

ittica), ma creare, al contrario, una buca che ne consenta sosta e rifugio• Ridurre il più possibile la larghezza sommitale (in direzione parallela alla

corrente)• Sagomatura della gavetta atta a concentrare la portata di magra

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo14

Briglia in calcestruzzo rivestito

Rivestimento

Pianta

Prospetto

Terreno originale

Sezione A-A

Calcestruzzo

Rivestimento in pietra

A.1.5: Briglie e soglie in calcestruzzo

Si tratta di muri di sostegno in calcestruzzo fondati in alveo e normali allacorrente; solitamente il muro è di sezione trapezia con il paramento di monte verticale

L’uso di un materiale artificioso quale il calcestruzzo va limitato alle opere dialtezza notevole (dell’ordine di 3-5 metri), ripiegando su altre tipologie per i casi didislivello più limitato.

La briglia potrà essere armata o lavorare per gravità; nel primo caso avròminori ingombri e una maggiore flessibilità (resistenza a cedimenti localizzati).

A tergo del muro possono venire previsti tubi per il drenaggio di subalveo, alfine di evitare fenomeni di sifonamento.

La gaveta, essendo soggetta all’azione abrasiva della corrente, va rivestita conpietra avente diametro caratteristico di almeno 20 cm. Potrà sporgere dal paramentodi valle per permettere di allontanare la lama stramazzante dalla fondazione.

Campo di applicazione:• Particolari esigenze di sicurezza strutturale (opere di altezza considerevole,

possibilità di colate detritiche)• Contesti di pregio paesaggistico non elevato, contesti urbanizzati• Presenza di discontinuità naturali del corso d’acqua• Mancanza o scarsa disponibilità di massi in loco

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 15

Vantaggi:• Elevata resistenza strutturale

Svantaggi:• Forte impatto visivo• Introduzione di forti discontinuità, impedimento risalita dei pesci (briglie)

Interventi di mitigazione:• Se possibile prevedere il rivestimento in pietrame• Scale di rimonta (se giustificato dal contesto complessivo)• Evitare collocazione di massi di protezione a valle del salto (dannosi per la fauna

ittica), ma creare, al contrario, una buca che ne consenta sosta e rifugio• Ridurre il più possibile la larghezza sommitale (in direzione parallela alla

corrente)• Sagomatura della gaveta atta a concentrare la portata di magra

Briglia in calcestruzzo

Fori di drenaggio

Copertina in pietrame

Andamento terreno originale

Calcestruzzo

Prospetto

Sezione A-A

Pianta

Fori di drenaggio

Pelo libero

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 17

A.2: Opere spondali

Le difese di sponda sono sistemazioni realizzabili su qualunque corso d’acqua,torrenti o fiumi, per proteggere dalle erosioni determinati tratti di sponde o particolarilocalità. Normalmente esse vengono utilizzate per difendere aree urbanizzate, edificiisolati di tipo civile e industriale, in prossimità delle opere di attraversamento delcorso d’acqua o per la difesa di argini in froldo.

A seconda dell’entità e dell’origine dell’erosione e del contesto in cui l’opera èinserita possono essere impiegate diverse tipologie, che assicurano gradi differenti diprotezione contro l’erosione e che hanno diversi impatti sull’ambiente.

Visto l’importante ruolo delle difese di sponda nelle sistemazioni fluviali perassicurare la loro funzionalità è necessario considerare le tendenze evolutive del corsod’acqua garantendo che non si verifichino scalzamenti al piede che compromettano lastabilità di tutta l’opera.

Le difese di sponda si possono distinguere come segue:

1. Muri di spondaCon questo nome si indicano le opere di difesa caratterizzate da inclinazionesuperiore al 100%. Si impiegano lungo i tratti fluviali che attraversano centriabitati o per la difesa di situazioni particolari. Si ricorre a questa tipologia ancheper la difesa dei tratti di sponda in prossimità di un ponte o di unaattraversamento del corso d’acqua ed in generale nei casi in cui lo spaziodisponibile sia limitato.

2. Consolidamenti e rivestimenti per la protezione da erosioniL’uso di tali soluzioni presuppone la presenza di sponde ad inclinazione nonaccentuata. Per il rivestimento ed il consolidamento delle sponde si possonoutilizzare:

a) scogliere di protezione e rivestimenti in pietrame o in pietrame e verde. Varicordato che il punto più delicato di questa difesa è il piede e quindi, perevitare lo scalzamento, occorre costruire una solida base con grossi massi;

b) utilizzo di gabbioni o di materassi costituiti da reti metalliche riempite di pietreo ciottoli;

c) difese in verde: tramite seminagioni sulle sponde o con piantagione di salici oaltre specie arbustive.

La scelta della difesa da adottare va fatta in base alla natura della sponda daproteggere, alla durata delle piene e alla forza di trascinamento esercitata dallacorrente in queste condizioni e al contesto paesaggistico ed ambientale in cuiintervenire.

Le difese di sponda si possono anche suddividere in: rigide, flessibili,semirigide ed in materiale sciolto. Le opere rigide, costruite generalmente in muraturadi pietrame con malta o in calcestruzzo armato o no, sono sensibilissime ai cedimentiprovocati da scalzamenti o da movimenti franosi o imputabili alla scarsa resistenza delterreno di fondazione.

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo18

Qualora sussistano questa condizioni va attentamente valutato se utilizzareopere di tipo rigido adottando fondazioni profonde ed estese o se scegliere opere ditipo flessibile, come le gabbionate o le scogliere che meglio si adattano a cedimentidifferenziali del terreno di fondazione. Buoni risultati per le opere di tipo rigido siottengono invece per i tratti di corso d’acqua caratterizzati da limitati scavi di fondo o,meglio ancora, quando l'opera può essere impostata direttamente su roccia nonerodibile. Negli altri casi le opere rigide vengono spesso lesionate e le difficoltà diriparazione delle stesse conducono spesso alla distruzione completa.Le opere di tiporigido presentano inoltre il difetto di essere impermeabili; questo fa si che si instaurinoa tergo dell’opera delle pressioni e delle spinte più elevate rispetto al caso delle operepermeabili.

Al contrario le opere flessibili come le gabbionate e le difese in pietrame, qualile scogliere sono in grado di adattarsi ai cedimenti e alle distorsioni senza deteriorarsicompletamente e garantendo un certo grado di difesa della sponda. Nei casi in cuil’opera venga in parte danneggiata o distrutta è inoltre possibile provvedere ad unripristino o ad una ricostruzione più veloce rispetto alle opere in calcestruzzo e conspese generalmente più contenute.

Rimanendo nel campo delle opere di tipo flessibile va osservato che le difese ingabbioni non sono sempre adottabili, per questioni paesaggistico ambientali e inparticolare per la sistemazione dei corsi d’acqua a carattere torrentizio in cui si ha unelevato trasporto solido e si possono verificare urti e abrasioni che possono portarealla rottura della rete metallica. Per queste particolari situazioni è preferibile adottaredifese costituite da massi sciolti quali le scogliere. Le dimensioni dei massi da adottarevanno calcolate facendo riferimento a criteri di stabilità specifici che tengano contodelle forze agenti sul singolo masso in condizioni di equilibrio limite; si ricordano inmerito la teoria di Shields e le correzioni alla stessa da adottare per tenere contodell’inclinazione delle sponde, della sommergenza del masso, ecc.

Le diverse tipologie di opere spondali presentate si comportano in manieramolto diversa per quanto riguarda l’impatto sull’ambiente riducendo l’interazione tra ilcorso d’acqua e le comunità riparie circostanti. I muri in calcestruzzo sono elementi didiscontinuità paesaggistica e costituiscono sempre un elemento di fortesemplificazione dell’ambiente. Se sono a diretto contatto con l’acqua eliminanototalmente le zone di ristagno e bassa velocità della corrente che costituiscono deimicrohabitat essenziali per la vita di molte specie presenti all’interno dello stesso.L’impatto dei muri di sponda e delle arginature dipende dall’altezza e dall’inclinazionedel paramento delle opere. Dal punto di vista ambientale è sempre auspicabile, dovele dimensioni dell’alveo lo consentono, l’interramento totale o parziale dei muri oalmeno la realizzazione di una fascia di vegetazione riparia, opportunamente protettaal piede contro l’erosione della corrente, con funzione di consolidamento della sponda.Le opere realizzate in massi, come le scogliere hanno invece un minore impattoambientale sulla vita del corso d’acqua grazie all’utilizzo di materiale naturale.

A.2.1: Muri di sponda in calcestruzzo (rivestito in pietrame)

Si ricorre a questa tipologia quando la sponda presenta una scarpa notevole esiano da contenere al minimo gli spazi occupati dal torrente, per la presenza di strade,abitazioni, attività industriali oppure in speciali situazioni topografiche (sponde moltoripide) e geotecniche (forte erosione al piede a causa dell’azione idrodinamicaesercitata dalla corrente). La maggior parte dei muri d’argine presenta solitamente

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 19

una sezione a T, realizzata in calcestruzzo armato. I muri di sponda vanno fondati peralmeno 2-3 m sotto la linea del talweg e protetti al piede tramite l’utilizzo di grossimassi per evitare o ridurre lo scavo. Particolare attenzione va posta neldimensionamento delle fondazione dei tratti in curva a causa del problema degli scavilocalizzati che si possono verificare per le correnti secondarie presenti e nei casi in cuiil corso d’acqua presenti una tendenza all’erosione. In alcune situazioni per garantirela stabilità del muro è necessario realizzare fondazioni particolari su pali o tramitecolonne in jet-grouting. A tergo del muro è utile inserire dei drenaggi perl’allontanamento dell’acqua in modo tale da ridurre le spinte esercitate.

I muri in calcestruzzo sono opere in grado di resistere a pesanti sollecitazioni esolitamente sono caratterizzate da una buona durabilità; provocano però un notevoleimpatto, anche se rivestiti, perché costituiscono una discontinuità nell’ambienteimpedendo l’attraversamento dei corsi d’acqua e l’accesso alle sponde; hanno inoltre ildifetto di eliminare totalmente le zone di ristagno e di bassa velocità della correnteche costituiscono dei microhabitat essenziali per la vita di molte specie presentiall’interno del corso d’acqua. Va inoltre osservato che i muri di sponda hanno unimpatto negativo a causa della mancanza di vegetazione lungo la ripa.

La parte in elevazione può venire realizzata semplicemente in calcestruzzo o,come spesso accade, in calcestruzzo rivestito con pietrame. Questa seconda tipologiaè certamente preferibile dal punto di vista dell’impatto visivo dell’opera. Generalmentequindi, si opta per il muro in calcestruzzo rivestito in pietrame; mentre la tipologianon rivestita viene utilizzata nei casi in cui si hanno condizioni di difficile accessibilitàal cantiere o quando l’opera è nascosta e non visibile.

Campo di applicazione• in particolari situazioni per la protezione di strade, abitazioni, zone industriali

dove ci sia mancanza di spazio per realizzare la sponda,• per la protezione dei tratti di sponda in prossimità di attraversamenti del corso

d’acqua.

Vantaggi• opera caratterizzata da elevata resistenza strutturale• opera di difesa realizzabile nei casi in cui la sponda sia molto ripida

Svantaggi• rigidità dell’opera, possibilità di lesioni in caso di cedimenti del terreno di

fondazione• impermeabilità dell’opera, aumento delle sollecitazioni a tergo del muro• forte impatto paesaggistico ambientale, discontinuità paesaggistica, aumento

delle velocità in prossimità del muro, diminuzione delle zone di calma per lafauna acquatica; ostacolo all’attraversamento della fauna non acquatica a causadella forte pendenza

• il muro in calcestruzzo non rivestito in pietrame è un’opera caratterizzata daforte impatto visivo

Interventi di mitigazione• ove le dimensioni dell’alveo lo consentano, al fine di ricostituire la continuità in

senso verticale del corso d’acqua si può prevedere un ricoprimento dell’opera conmateriale proveniente dagli scavi. In questo modo si può creare una zonagolenale in prossimità della sponda che può essere rivegetata tramite l’utilizzo di

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo20

salici o piantando specie erbose. In questa situazione va verificato che siagarantita la sicurezza idraulica del tratto di corso d’acqua su cui si interviene

• per evitare che la fondazione del muro venga scoperta durante gli eventi di pienaè possibile collocare a protezione della fondazione del muro dei massi didimensioni tali da resistere alla forza di trascinamento della corrente, e nellazona così creata, ove possibile, si può riprodurre una zona golenale come detto alpunto precedente

• per ovviare alla mancanza di vegetazione lungo la sponda si possono piantareall’interno dell’alveo o sulla sommità del muro delle specie rampicanti, in mododa mitigare l’impatto visivo dell’opera.

Muro di sponda rivestito in pietrame

Eventuali rampicanti

Rivestimento in pietrame

Eventuali specie cespugliose

Massi

Alveo di magra

Scarpa variabile

A.2.2: Muri di sponda in massi cementati

Si ricorre a questa tipologia quando lo spazio a disposizione è ridotto e lapendenza della sponda deve essere mantenuta elevata per motivazioni di vario genere(interferenze con costruzioni da salvaguardare, raccordo con spalle di ponti e muri incemento armato già esistenti e che si vogliono mantenere) oppure in specialisituazioni caratterizzate da forte erosione da parte della corrente. I muri d’argine inmassi cementati presentano solitamente una sezione trapezoidale e sono realizzaticon grossi massi, del volume indicativo di 0,5 m3, e calcestruzzo. La sezione puòessere suddivisa, sotto il profilo funzionale in due parti: l’unghia al piede con quota diposa sempre al di sotto dello scavo prevedibile nel tratto in esame per evitare loscalzamento dell’intera opera e la parte “muro” vero e proprio fuori terra, didimensioni variabili a seconda del contesto, ma tali da assicurare la stabilità per

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 21

gravità del manufatto. Quando l’unghia di fondazione non risulti sufficientementerobusta, è necessario realizzare una sottofondazione con un diaframma dadimensionare in funzione delle caratteristiche del terreno e con spessore indicativopari a 1 m. Il diaframma deve assicurare la stabilità di tutta l’opera e quindi vapreferibilmente immorsato in uno strato con buone caratteristiche rispetto all’erosionecausata dalla corrente. Anche in questo caso, come per i muri di sponda incalcestruzzo, rivestiti o meno in pietrame, particolare attenzione va posta neldimensionamento delle fondazione dei tratti in curva a causa del problema degli scavilocalizzati che si possono verificare per le correnti secondarie presenti e nei casi in cuiil corso d’acqua presenti una tendenza all’erosione. A tergo del muro è utile inseriredei drenaggi per l’allontanamento dell’acqua allo scopo di ridurre le spinte esercitate. Imuri in massi cementati sono opere in grado di resistere a pesanti sollecitazioni esolitamente sono caratterizzate da una buona durabilità; hanno però il difetto dieliminare totalmente le zone di ristagno e di bassa velocità della corrente checostituiscono dei microhabitat essenziali per la vita di molte specie presenti all’internodel corso d’acqua. Come per le altre tipologie di muro di sponda queste opere hannoun impatto negativo a causa dell’eliminazione della vegetazione lungo la ripa e per laforte pendenza che impedisce l’attraversamento del corso d’acqua e l’accessibilità allesponde da parte della fauna non acquatica.

Campo di applicazione• in particolari situazioni di interferenza con costruzioni da salvaguardare, nei casi

in cui ci sia mancanza di spazio per realizzare la sponda;• per la protezione dei tratti di sponda in prossimità di attraversamenti del corso

d’acqua.

Vantaggi• opera caratterizzata da elevata resistenza strutturale;• opera di difesa realizzabile nei casi in cui la sponda sia molto ripida;

Svantaggi• rigidità dell’opera, possibilità di lesioni in caso di cedimenti del terreno di

fondazione;• impermeabilità dell’opera, aumento delle sollecitazioni a tergo del muro;• impatto paesaggistico negativo causato dalla verticalità degli argini e

dall’impossibilità di colonizzazione vegetale;• forte impatto ambientale, aumento delle velocità in prossimità del muro,

diminuzione delle zone di calma per la fauna acquatica, ostacoloall’attraversamento della fauna non acquatica a causa della forte pendenza;

Interventi di mitigazione• è possibile creare una zona golenale rivegetata in prossimità della sponda,

verificando che sia garantita la sicurezza del tratto di corso d’acqua in esame. Atal fine si possono piantare delle specie cespugliose adatte (ad esempio salici)nella zona adiacente al muro. Va sempre garantito che la banchina del muro sitrovi al di sotto dell’alveo di magra; altrimenti durante gli eventi caratterizzatidalle maggiori portate si assiste ad un’asportazione del materiale riportato e labanchina in massi e calcestruzzo rimane scoperta;

• è possibile ridurre l’impatto dell’opera ricercando una certa irregolaritàperimetrale del contorno del manufatto, differenziando la dimensione e

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo22

l’allineamento dei massi, riducendo le pendenze adottate e lasciando tra i massidelle fughe di spessore di 10-20 cm circa;

• per evitare che la fondazione del muro venga scoperta durante gli eventi di pienaè possibile collocare a protezione della fondazione del muro dei massi didimensioni tali da resistere alla forza di trascinamento della corrente e nella zonacosì creata, ove possibile, si può riprodurre una zona golenare come detto alpunto precedente;

• Per ovviare alla mancanza di vegetazione lungo la sponda si possono piantareall’interno dell’alveo o sulla sommità del muro delle specie rampicanti, in mododa mitigare l’impatto visivo dell’opera.

Muro di sponda in massi cementati

Massi di cava volume medio 0.50 mc

Eventuale diframma in c.a. inalternativa all'unghia in massi

Riempimento con materialeproveniente dagli scavi

Alveo di magra

Eventuale banchina al piede(al di sotto dell'alveo di magra)

Creazione di una zona rivegetata

Scarpa variabile

A.2.3: Muro di sponda in massi a secco

Questa tipologia di opera, un tempo molto diffusa, oggi viene realizzatararamente a causa del notevole impiego di manodopera, necessaria per la suacostruzione e soprattutto per la minore resistenza rispetto ai muri in calcestruzzo. Siutilizza quando la sponda presenta una scarpa notevole. Generalmente per garantirela stabilità del manufatto non si superano le altezze di 1,5 m circa. L’opera è realizzataunicamente in pietrame e quindi essa ha un impatto sull’ambiente e sul paesaggiominore rispetto ai muri in calcestruzzo armato e in massi cementati, in particolarequando viene impiegato pietrame locale. La struttura viene dimensionata a gravità; lastabilità del muro viene cioè garantita dal suo peso. Indicativamente lo spessore intesta non deve essere inferiore a 50 cm mentre alla base si deve avere una larghezzapari a 0,7 - 1 volta l’altezza fuori terra del muro. Le pietre impiegate devono esserecompatte, non sfaldabili, di forma regolare e caratterizzate da elevato peso specifico,con le tre dimensioni simili tra loro. Nella disposizione delle pietre si deve prestareattenzione a sfalsare i giunti verticali, vanno evitati i vuoti interni e va formata una

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 23

disposizione regolare sul paramento esterno. Il muro viene fondato in massi, fino araggiungere uno strato di terreno stabile di appoggio non raggiunto dall’erosione dellacorrente.

Il muro a secco può essere opportunamente rinverdito, collocando all’internodelle fessure tra i massi, durante la costruzione dello stesso, ramaglie oppure dellepiante legnose radicate in modo tale che queste raggiungano il terreno dietro il muro.È consigliabile in questo caso non far sporgere la ramaglia più di 30 cm dai fori perevitare disseccamenti delle piante.La presenza della vegetazione migliora l’impattoestetico del muro, permettendo inoltre un maggior drenaggio del terreno retrostante ilmuro e un consolidamento della struttura. Le piante consentono inoltre diombreggiare il corso d’acqua con positivi effetti sulla temperatura dello stesso, sullafauna ittica e macrobentonica in relazione con l’apporto organico, la presenza diinsetti, ecc.) Nei casi in cui questa soluzione non sia applicabile è possibile rinverdire ilmuro tramite zolle erbose. Per l’attecchimento delle talee e delle zolle non ènecessario utilizzare della terra vegetale, basta riportare nelle fessure del materialefine per garantire l’attecchimento. I rami vivi e le piante radicate possono essereimpiegate solo nel periodo del riposo vegetativo, mentre le zolle erbose possonoessere messe a dimora tutto l’anno, fatta eccezione per i periodi di gelo.

Campo di applicazione• Per la protezione di sponde caratterizzate da mancanza di spazio e da altezze

non particolarmente elevate

Vantaggi• L’opera può essere rinverdita e questo permette un mascheramento della stessa

e la ricreazione di un ambiente simile a quello naturale;• Permette la sistemazione di sponde di elevata pendenza;

Svantaggi• - l’opera presenta minori caratteristiche di resistenza rispetto ai muri realizzati in

calcestruzzo o in calcestruzzo e massi.• aumento delle velocità in prossimità del muro, diminuzione delle zone di calma

per la fauna acquatica, ostacolo all’attraversamento della fauna non acquatica acausa della forte pendenza

Interventi di mitigazione• creazione una zona golenale rivegetata in prossimità della sponda, verificando

che sia garantita la sicurezza del tratto di corso d’acqua in esame. A tal fine sipossono piantare delle specie arbustive adatte (ad esempio salici) nella zonaadiacente al muro. L’unghia di protezione del muro realizzata in massi scioltideve trovarsi al di sotto dell’alveo di magra; per evitare scalzamenti ad operadella corrente.

• Dato il limitato sviluppo in altezza dei muri a secco la riduzione dell’impattopaesaggistico ambientale avviene favorendo la naturale colonizzazione dell’operada parte della vegetazione spontanea posta a valle e a monte della struttura.

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo24

Muro di sponda in massi a secco

Alveo di magra

Muro in massi a secco

Pietre regolari Eventuale zona golenareda rivegetare

A.2.4: Scogliera in massi e calcestruzzo

La scogliera in massi e calcestruzzo viene adottata quando sussista lanecessità di proteggere infrastrutture importanti come nuclei abitati, strade, ferrovieecc. e sia richiesta una difesa di sponda in grado di resistere a sollecitazioni elevate.Questa tipologia viene impiegata anche nel caso di protezione del lato fiume di arginirealizzati in froldo al corso d’acqua essendo in questi casi richiesta una difesa spondalesufficientemente robusta da garantire nel tempo la stabilità strutturale dell’arginestesso. La scogliera in massi e calcestruzzo garantisce una buona protezione dellasponda, ma ha il difetto di essere un’opera rigida e quindi non sempre in grado diadattarsi ai cedimenti differenziali del terreno costituente la sponda. Inoltre, adifferenza delle scogliere in massi a secco non permette il drenaggio delle acque ed èquindi sottoposta a sollecitazioni più elevate da parte del terreno retrostante. È unasoluzione molto conveniente nelle aree montane e pedemontane, per la facilità direperimento del materiale lapideo, molto meno nelle aree di pianura a causa deglielevati costi di trasporto dei massi.

La scogliera in massi e calcestruzzo viene generalmente realizzata con scarpadi 3/2 o 2/1; è costituita da massi di grosse dimensioni intasati da calcestruzzo e deveavere un piede di fondazione sufficientemente robusto per garantire all’opera lanecessaria stabilità evitando lo scalzamento. A tal fine è necessario realizzare un piededi fondazione in massi e calcestruzzo che si estenda fino ad una profondità pari a 1,5

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 25

÷ 2,0 m rispetto alla quota del talweg, garantendo che questa profondità siacompatibile con gli effetti di scalzamento prevedibili. Il piede di fondazione dovràavere una larghezza minima di 2 m. In alternativa al piede di fondazione in massiintasati in calcestruzzo, nel caso in cui questa soluzione non risulti sufficientementerobusta rispetto alle sollecitazioni indotte dalla corrente, può essere realizzato undiaframma in c.a. con spessore indicativamente pari a 1,0 m, da dimensionare infunzione delle caratteristiche del terreno e dell’entità degli abbassamenti dell’alveoprevedibili per effetto dell’azione di scalzamento. Il taglione al piede può essererealizzato anche ricorrendo alle tecniche del jet-grouting o dei micropali. La scoglierain massi e calcestruzzo va inoltre immorsata in sommità per una lunghezzaindicativamente pari a 1,5 m.

A differenza della scogliera realizzata con massi a secco, per questa tipologiadi opera non è possibile l’infissione diretta di talee di specie arbustive quali salici tra isingoli massi. Ne consegue che quest’opera presenta un maggiore impatto sulpaesaggio e sull’ambiente rispetto alle scogliere a secco. Per migliorare la situazione lascogliera può essere ricoperta con uno strato di materiale proveniente dagli scavicostituendo una scarpata che può essere rinverdita tramite semina di prato stabile eeventualmente tramite l’infissione di talee di salice.

Dal punto di vista ambientale la scogliera in massi e calcestruzzo non presentatutti i benefici della scogliera in massi a secco in quanto vengono a mancare imicrohabitat tra i massi per l’insediamento degli organismi acquatici; a questo si puòin parte ovviare in fase di realizzazione dell’opera lasciando tra i massi delle fughedella profondità di circa 20-30 cm. Nei casi in cui la scogliera non venga ricoperta diterreno e rinverdita si ottiene con questo accorgimento anche un minore impattovisivo dell’opera stessa. In generale va sottolineato il fatto che dal punto di vistaambientale risultano preferibili scogliere poco inclinate, in quanto in questa situazionesi riducono le discontinuità e si ottiene una crescita naturale di vegetazione

Campo di applicazione• Per la protezione di importanti infrastrutture, centri abitati, ecc., nei casi in cui si

abbia a disposizione spazio sufficiente per la realizzazione dell’opera• Per la protezione dei tratti di sponda adiacenti alle opere di attraversamento dei

corsi d’acqua

Vantaggi• È un’opera robusta, in grado di resistere ad elevate sollecitazioni da parte della

corrente• È possibile un mascheramento della stessa e la creazione di una zona vegetata

sulla riva del corso d’acqua

Svantaggi• l’opera è rigida e quindi mal si adatta a cedimenti del terreno• impermeabilità della scogliera, maggiori sollecitazioni• dal punto di vista ambientale l’inserimento di un’opera in calcestruzzo e pietra

costituisce un ostacolo ai naturali scambi in senso verticale tra corso d’acqua emateriale di fondo impedendo o limitando la crescita e lo sviluppo delmacrobenthos e interferendo con gli stadi di vita della fauna ittica

Possibili mitigazioni dell’opera• per ricostituire la continuità in senso verticale del corso d’acqua si può prevedere

un ricoprimento dell’opera con materiale proveniente dagli scavi. In questo modo

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Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo26

si può creare una zona golenale in prossimità della sponda che può essererivegetata tramite l’utilizzo di salici o piantando specie erbose. In questasituazione va verificato che sia garantita la sicurezza idraulica del tratto di corsod’acqua su cui si interviene

• Laddove non sia possibile la ricopertura è opportuno ricercare una certairregolarità perimetrale del contorno del manufatto, differenziando l’allineamentodei massi, la loro dimensione e riducendo la pendenza dell’opera

• Durante le fasi di esecuzione della scogliera vanno lasciate tra i massi delle fughedi altezza pari a 20-30 cm circa, in modo tale da ottenere un miglior impattovisivo dell’opera nei casi in cui essa non venga ricoperta di materiale e lacreazione di microhabitat tra i massi, all’interno delle fughe così create.

Scogliera in massi e calcestruzzo

Fughe profonde 20-30 cm circa

rinverdimento erbaceo

strato superficiale di terra vegetale

spessore var.

massi di volume noninferiore a 0,3 m³

massi di volume noninferiore a 0,3 m³

linea terrenonaturale

Calcestruzzo

ricarica con materialeproveniente dagli scavi

fondo alveo

A.2.5: Scogliera in massi a secco

Questa tipologia di opera viene adottata nei tratti in cui è necessarioproteggere infrastrutture importanti come, strade, ferrovie ecc. o centri abitati e siarichiesta una difesa di sponda in grado di resistere a sollecitazioni elevate, adattandosiai cedimenti del terreno di posa. Le scogliere in massi a secco possono essereimpiegate anche nel caso di protezione del lato fiume di argini realizzati in froldo alcorso d’acqua essendo per garantire nel tempo la stabilità strutturale dell’arginestesso. La scogliera garantisce una buona protezione della sponda, permette ildrenaggio delle acque ed è caratterizzata da elevata durabilità, e da costi ridotti. Laprotezione di sponda in massi sciolti ha un impatto ambientale decisamente inferiorerispetto ai muri di sponda, in quanto gli spazi tra i massi possono fornire un habitatfavorevole all’insediamento di molte specie.

La scogliera è una difesa di sponda con scarpa generalmente di 3/2 o 2/1realizzata tramite un rivestimento costituito da una massicciata in pietrame condimensioni tali da resistere alla forza di trascinamento esercitata della corrente e

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 27

comunque di pezzatura media non inferiore a 0,4 m3. La dimensione da assegnare aimassi per garantirne la stabilità va calcolata utilizzando il criterio di Shields modificatoper tenere conto della pendenza del fondo α e delle sponde αsp, della bassasommergenza (parametro d/h), della non uniformità del moto e della sezione, comesegue:

5,0

2

2

0

2* 67,01

sen

sen1

tansen

cos

+−

−=

∆ hd

dgu sp

φ

α

φα

αϑ

con θ0 valore critico del parametro di mobilità di Shields, calcolato nell’ipotesidi fondo orizzontale e sommergenza elevata; solitamente si ha θ0=0,06. Il valore deldiametro critico così calcolato va opportunamente aumentato, moltiplicando per uncoefficiente di sicurezza. La scogliera deve avere un piede di fondazionesufficientemente robusto per garantire all’opera la necessaria stabilità evitando loscalzamento. A tal fine è necessario realizzare un piede di fondazione che si estendafino ad una profondità pari a 1,5 ÷ 2,0 m rispetto alla quota del talweg, garantendoche questa profondità sia compatibile con gli effetti di scalzamento prevedibili. Il piededi fondazione dovrà avere una larghezza minima di 2 m.

Nei casi in cui la sponda sia costituita da materiale di tipo argilloso e siaprevedibile un progressivo affondamento dei massi nel materiale d’alveo si usaappoggiare i massi anziché direttamente sul materiale costituente la sponda su un“filtro rovescio” ottenuto posando diversi strati di materiale con granulometriadecrescente passando dallo strato esterno che costituisce la scogliera allo strato piùinterno di materiale costituente la sponda naturale. È importante assicurare che ilfiltro non presenti variazioni granulometriche troppo grandi per evitare che il materialedello strato sottostante venga asportato dalle pulsazioni di pressione che si possonoavere. Per soddisfare questa condizione si possono seguire le regole empiriche deifiltri.

Fra i singoli massi è opportuno prevedere l’impianto di specie arbustiveautoctone (salici ecc.) di facile attecchimento. Esse generalmente hanno diametri tra i3 e i 10 cm e lunghezze variabili tra 60 e 120 cm, tagliate e messe subito a dimoradurante il riposo vegetativo ed in condizioni di terreno non gelato. Le talee vannoinfisse nella sponda ad un’altezza non inferiore a quella del livello di morbida.L’impianto delle talee viene fatto praticando dei fori nelle fessure della scogliera emettendo a dimora le talee con una leggera battitura. Le fessure vanno poi colmatecon il terreno e devono essere leggermente compattate. Per evitare il disseccamentodella parte sporgente occorre ripassare l’impianto con motosega, lasciando sporgere letalee per una lunghezza di soli 5-10 cm. Il rinverdimento arbustivo dell’argine èfavorito se viene ridotta la concorrenza delle specie erbacee antagonisteall’insediamento degli arbusti, pertanto è opportuno non prevedere la semina erbacease si prevede l’impianto di talee di salice. Con l’attecchimento delle talee lastabilizzazione dell’argine inizia dopo la formazione delle radici, infatti lo sviluppodell’apparato radicale dei salici permette di ottenere un collegamento tra la scoglieraed il terreno retrostante. Il naturale aumento delle dimensioni dei tronchi delle piantedovuto alla crescita genera una compressione tra massi vicini con un aumento dellastabilità globale dell’opera. Le parti aeree delle piante offrono inoltre un completomascheramento dell’opera, migliorando l’inserimento paesaggistico e diminuendo lavelocità dell’acqua nei pressi delle sponde, a causa dell’aumento della scabrezza. Unaltro vantaggio dell’impianto di talee tra i massi è dovuto al fenomeno di traspirazione

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo28

delle piante che sottrae acqua al terreno, soprattutto nel caso di sponde alla base diversanti umidi.

Nella parte superiore della massicciata, generalmente non interessata dallapresenza dell’acqua se non in occasione degli eventi di piena eccezionali, è possibilericoprire i massi con terreno agrario che verrà successivamente piantumato. Lamassicciata viene inoltre immorsata in sommità per una lunghezza indicativamentepari a 1,5 m.

La protezione di sponda realizzata tramite scogliera ha il pregio ambientale dicreare una serie di microhabitat favorevoli all’insediamento di molti organismiacquatici; in particolare le zone di calma tra i massi offrono riparo a quegli organismiche mal sopportano le condizioni di sforzo idrodinamico esercitate dalla corrente.Inoltre la vicinanza dei queste zone di calma con le zone caratterizzate da elevatavelocità permette un buon ricambio delle acque e un continuo rifornimento di materiaorganica necessaria per la vita delle specie che qui vivono. Esperimenti effettuati sulleprotezioni di sponda a rip-rap hanno dimostrato che con questa tipologia di opere siottiene un aumento sia del numero delle specie presenti, sia del numero di individuiper specie. Questi effetti a livello di microscala si ripercuotono favorevolmente anchesull’habitat dei pesci.

Campo di applicazione• Per la protezione di importanti infrastrutture, centri abitati, ecc, nei casi in cui si

abbia a disposizione spazio sufficiente per la realizzazione dell’opera.• Per la protezione dei tratti di sponda adiacenti alle opere di attraversamento dei

corsi d’acqua

Vantaggi• È un’opera di notevole resistenza, che ben si inserisce sia dal punto di vista

ambientale sia da quello paesaggistico e di semplice realizzazione.• È una sistemazione permeabile che non interferisce quindi con i flussi di falda• L’impianto diretto di talee tra i massi permette di ottenere un ottimo inserimento

ambientale dell’opera e la creazione di un ambiente spondale di pregiopaesaggistico.

• Opera flessibile, si adatta a cedimenti del terreno di fondazione.• Nei casi in cui venga parzialmente rovinata è possibile una ricostruzione della

sponda in tempi brevi e con costi generalmente contenuti.

Svantaggi• Necessità di massi di grosse dimensioni, non sempre reperibili in loco (questo

può tradursi in elevati costi).• Quando siano prevedibili forti sollecitazioni idrodinamiche e diventa necessario

l’utilizzo di massi di dimensioni troppo elevate, è preferibile ricorrere allascogliera in massi legati.

Interventi di mitigazione• L’opera presenta un buono, a volte ottimo, inserimento sia dal punto di vista

ambientale sia da quello paesaggistico, in particolare nel caso in cui venganoinfisse negli spazi tra i massi delle talee di specie autoctone, come i salici chepermettono di ottenere un miglior impatto visivo dell’opera, favoriscono ildrenaggio delle acque dal terreno retrostante e migliorano la stabilità dell’interomanufatto. La presenza della vegetazione e gli spazi tra i singoli massi ricreano

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 29

sulla sponda un ambiente naturale adatto alla vita delle specie benthoniche eittiche

• Un ulteriore passo avanti può consistere nel ricercare una certa irregolaritàperimetrale del contorno del manufatto, qualora i massi più bassi non possanovenire rivegetati.

Scogliera in massi a secco

alveo di magra

talee di specieripariali

massi di volume noninferiore a 0,4 m³

Eventuale zona golenareda rivegetare

massi di volume noninferiore a 0,8 m³

A.2.6: Scogliera in massi a secco legati

Questa tipologia di opera è del tutto analoga alla precedente, in quanto sitratta di una scogliera costituita da massi a secco, con l’unica differenza che la parteterminale della scogliera (per un’altezza pari a circa 1- 1,5 m) e la banchina difondazione sottostante vengono realizzate tramite massi collegati tra loro tramite funidi acciaio ancorate ai massi con chiodi cementati. Questa tecnica permette di adottarela tipologia di difesa di sponda a scogliera anche nei casi in cui i massi siano sollecitatida elevati sforzi di tipo idrodinamico e sia prevedibile una loro asportazione da partedella corrente. Va notato infatti che raramente vengono realizzate scogliere costituiteda massi di diametro maggiori di 1 m; nei casi in cui siano necessari diametri maggioriper assicurare la stabilità della difesa si può ricorrere alla legatura degli stessi.

Le scogliere così realizzate vengono dette elastiche, esse sono costituite damassi legati con una parte inferiore orizzontale, detta “banchina” posizionatacompletamente al di sotto del talweg e costituita da una serie continua di grossimassi, collegati tra loro mediante ganci ancorati e funi di acciaio. Sulla banchinavengono appoggiati i massi di sponda (con pendenze comprese tra 2:3 e 3:4) chepossono essere semplicemente a secco, oppure con la prima fila di massi (piede)legata con ganci e funi ed ancorata alla banchina sottostante. In questo modo la basedella scogliera ed in particolare la banchina è in grado di adattarsi ad eventuali

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo30

fenomeni di sottoescavazione localizzata senza compromettere la stabilità globale delmanufatto. Questo fa si che la scogliera in massi a secco legati resista molto megliodella scogliera in massi e calcestruzzo ad eventuali fenomeni di sifonamento.

Il campo di applicazione della scogliera in massi a secco legati è analogo aquello della scogliera in massi a secco e quindi in generale per la protezione di centriabitati, importanti infrastrutture, in particolare nei casi in cui siano prevedibili fortierosioni e elevate azioni idrodinamiche da parte della corrente.

Caratteristiche di questa tipologia di opera sono la buona protezione assicurataalla sponda, il drenaggio delle acque, i costi generalmente ridotti e l’elevata durabilità.Va posta attenzione durante la realizzazione dell’opera alla posizione dei ganci diancoraggio e delle funi per la legatura dei massi che non devono essere esposte allacorrente, per evitare problemi e rotture in seguito ai fenomeni di trasporto solido. Lascogliera viene realizzata con scarpa generalmente di 3/2 o 2/1 e le pietre devonoavere dimensioni tali da resistere alla forza di trascinamento esercitata della correntee comunque pezzatura media non inferiore a 0,4 m3. La dimensione da assegnare aimassi per garantirne la stabilità va calcolata utilizzando il criterio di Shields modificatoper tenere conto della pendenza del fondo α e delle sponde αsp, della bassasommergenza (parametro d/h), della non uniformità del moto e della sezione, comesegue:

5,0

2

2

0

2* 67,01

sen

sen1

tansen

cos

+−

−=

∆ hd

dgu sp

φ

α

φα

αϑ

con θ0 valore critico del parametro di mobilità di Shields, calcolato nell’ipotesidi fondo orizzontale e sommergenza elevata; solitamente si ha θ0=0,06. Il valore deldiametro critico così calcolato va opportunamente aumentato, moltiplicando per uncoefficiente di sicurezza.

Come per la scogliera in massi a secco nel caso in cui la sponda sia costituitada materiale di tipo argilloso e sia prevedibile un progressivo affondamento dei massinel materiale d’alveo si usa appoggiare i massi anziché direttamente sul materialecostituente la sponda su un “filtro rovescio” ottenuto posando diversi strati dimateriale con granulometria decrescente passando dallo strato esterno che costituiscela scogliera allo strato più interno di materiale costituente la sponda naturale. Èimportante assicurare che il filtro non presenti variazioni granulometriche troppograndi per evitare che il materiale dello strato sottostante venga asportato dallepulsazioni di pressione che si possono avere. Per soddisfare questa condizione sipossono seguire le regole empiriche dei filtri.

Fra i singoli massi possono essere infisse talee di specie arbustive autoctone(salici ecc.) di facile attecchimento. Esse generalmente hanno diametri tra i 3 e i 10cm e lunghezze variabili tra 60 e 120 cm, tagliate e messe subito a dimora durante ilriposo vegetativo ed in condizioni di terreno non gelato. Le talee vanno infisse nellasponda ad un’altezza non inferiore a quella del livello di morbida. L’impianto delletalee viene fatto praticando dei fori nelle fessure della scogliera e mettendo a dimorale stesse con una leggera battitura. Le fessure vanno poi colmate con il terreno edevono essere leggermente compattate. Per evitare il disseccamento della partesporgente occorre ripassare l’impianto con motosega, lasciando sporgere le talee peruna lunghezza di soli 5-10 cm.

Il rinverdimento arbustivo dell’argine è favorito se viene ridotta la concorrenzadelle specie erbacee antagoniste all’insediamento degli arbusti, pertanto è opportuno

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 31

non prevedere la semina erbacea se si prevede l’impianto di talee di salice. Conl’attecchimento delle talee la stabilizzazione dell’argine inizia dopo la formazione delleradici, infatti lo sviluppo dell’apparato radicale dei salici permette di ottenere uncollegamento tra la scogliera ed il terreno retrostante. Il naturale aumento delledimensioni dei tronchi delle piante dovuto alla crescita genera una compressione tramassi vicini con un aumento della stabilità globale dell’opera. Le parti aeree dellepiante offrono inoltre un completo mascheramento dell’opera, migliorandol’inserimento paesaggistico e diminuendo la velocità dell’acqua nei pressi delle sponde,a causa dell’aumento della scabrezza. Un altro vantaggio dell’impianto di talee tra imassi è dovuto al fenomeno di traspirazione delle piante che sottrae acqua al terreno,soprattutto nel caso di sponde alla base di versanti umidi.

Nella parte superiore della massicciata, generalmente non interessata dallapresenza dell’acqua se non in occasione degli eventi di piena eccezionali è possibilericoprire i massi con terreno agrario che verrà successivamente piantumato. Lamassicciata viene inoltre immorsata in sommità per una lunghezza indicativamentepari a 1,5 m.

La protezione di sponda realizzata tramite scogliera ha il pregio ambientale dicreare una serie di microhabitat favorevoli all’insediamento di molti organismiacquatici; in particolare le zone di calma tra i massi offrono riparo a quegli organismiche mal sopportano le condizioni di sforzo idrodinamico esercitate dalla corrente.Inoltre la vicinanza dei queste zone di calma con le zone caratterizzate da elevatavelocità permette un buon ricambio delle acque e un continuo rifornimento di materiaorganica necessaria per la vita delle specie che qui vivono. Esperimenti effettuati sulleprotezioni di sponda a rip-rap hanno dimostrato che con questa tipologia di opere siottiene un aumento sia del numero delle specie presenti, sia del numero di individuiper specie. Questi effetti a livello di microscala si ripercuotono favorevolmente anchesull’habitat dei pesci.

Campo di applicazione• Come per le scogliere in massi a secco per la protezione di importanti

infrastrutture, centri abitati, ecc, nei casi in cui si abbia a disposizione spaziosufficiente per la realizzazione dell’opera.

• Per la protezione dei tratti di sponda adiacenti alle opere di attraversamento deicorsi d’acqua

• È preferibile alla scogliera in massi a secco nei casi in cui siano prevedibili fortiescavazioni in alveo ed è possibile che la fondazione della scogliera venga messaallo scoperto. La tipologia in massi legati presenta una resistenza maggiorerispetto alla precedente e meglio si adatta a spostamento dei massi in seguito ascavi e a fenomeni di sifonamenti.

• Va preferita la soluzione con massi legati anche nei casi in cui per assicurare lastabilità della scogliera in soli massi a secco sarebbero necessari massi didimensioni troppo elevate, con difficoltà di realizzazione dell’opera.

Vantaggi• È un’opera di notevole resistenza, che ben si inserisce sia dal punto di vista

ambientale sia da quello paesaggistico e di semplice realizzazione, da utilizzarenei casi di elevate sollecitazioni da parte della corrente

• L’impianto diretto di talee tra i massi permette di ottenere un ottimo inserimentoambientale dell’opera e la creazione di un ambiente spondale di pregiopaesaggistico.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo32

• È una sistemazione permeabile che non interferisce quindi con i flussi di falda.• Opera flessibile, si adatta a cedimenti del terreno di fondazione• Nei casi in cui venga parzialmente rovinata è possibile una ricostruzione della

sponda in tempi brevi e con costi generalmente contenuti

Svantaggi• Necessità di massi di grosse dimensioni, non sempre reperibili in loco (questo

può tradursi in elevati costi)

Interventi di mitigazione• L’opera presenta un ottimo inserimento sia dal punto di vista ambientale sia da

quello paesaggistico, in particolare nel caso in cui vengano infisse negli spazi tra imassi delle talee di specie autoctone, come i salici che permettono di ottenere unmiglior impatto visivo dell’opera, favoriscono il drenaggio delle acque dal terrenoretrostante e migliorano la stabilità dell’intero manufatto. La presenza dellavegetazione e gli spazi tra i singoli massi ricreano sulla sponda un ambientenaturale adatto alla vita delle specie benthoniche e ittiche

• Un ulteriore passo avanti può consistere nel ricercare una certa irregolaritàperimetrale del contorno del manufatto, qualora i massi più bassi non possanovenire rivegetati.

Scogliera in massi a secco legati

massi di volume noninferiore a 0,8 m³

alveo di magra

talee di specieripariali

massi di volume noninferiore a 0,4 m³

Eventuale zona golenareda rivegetare

PARTICOLARI ANCORAGGIO

fune di acciaio

golfare in acciaio zincato

barra filettatain acciaio zincato

perforazione

ancorante chimicoo meccanico

A.2.7: Difesa di sponda in gabbioni

I gabbioni sono elementi di forma prismatica regolare, con facce costituite daun’armatura di rete metallica zincata con maglia solitamente esagonale, riempiti dimateriale lapideo come ciottoli di fiume o massi di maggiori dimensioni o conmateriale di cava di idonea pezzatura. Il paramento del gabbione così realizzato ha

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 33

caratteristiche simili alle opere in massi, anche se risulta più impattante dal punto divista paesaggistico, ma presenta il vantaggio di una maggiore stabilità. Tramite igabbioni è possibile realizzare una difesa di sponda a gradinata, impiegate solitamenteper altezze di sponda inferiori a 3,0 ÷ 4,0 m, e nei casi in cui la disponibilità di spazioè limitata. I gabbioni sono considerati un’opera di difesa di tipo flessibile, in quantosono in grado di adattarsi ai possibili cedimenti differenziali del terreno di posa. Ilcomportamento dell’opera non risulta però soddisfacente nei casi in cui siano datemere grossi cedimenti che possono portare alla rottura della rete metallica dicontenimento. Un’altra situazione in cui è sconsigliabile il ricorso a questo tipo diopera è costituita dai torrenti caratterizzati da elevato trasporto di materialegrossolano perché la rete di contenimento può deteriorarsi a causa dell’abrasioneesercitata dal materiale lapideo e per i possibili urti dei massi trasportati contro lasponda. Questa tipologia di difesa di sponda era utilizzata soprattutto in passato ecostituisce oggi un intervento da attuare in condizioni di emergenza. I gabbionipermettono infatti di ottenere un rapido risanamento nei casi in cui venga spostato illetto di fiumi o torrenti, si abbiano rotture di argini Anche in questi casi va valutatocomunque se non sia preferibile ricorrere a soluzioni alternative, come ad esempio lescogliere, che risultano preferibili perché più veloci da realizzare, più economiche emaggiormente compatibili con l’ambiente naturale.

Per migliorare l’impatto visivo ed ambientale dell’opera è possibilel’inserimento di astoni di salice nei piani orizzontali tra i singoli gabbioni, dopo aversteso uno strato di terreno vegetale per favorire l’attecchimento. Per poter introdurrele piante in maniera corretta, occorrerà sollevare la rete e far passare i ramiattraverso le maglie; le talee dovranno essere conficcate nel terreno dietro il gabbioneper una profondità che dia garanzia di sicura crescita. In questa situazione sononecessarie talee molto lunghe e bisogna fare attenzione che le maglie della rete nonprovochino lo scortecciamento del materiale vegetale. Il rinverdimento può essererealizzato solo durante lo stadio di riposo vegetativo. In alcuni casi l’opera può esseremascherata con ricoprimento completo tramite terra vegetale e la semina di specieerbose o, in alternativa, la piantagione di talee di salice.

Campo di applicazione• per la protezione di sponde caratterizzate da mancanza di spazio,• per la protezione spondale in zone difficilmente accessibili, quando gli altri tipi di

intervento non sono realizzabili• in situazioni di emergenza, valutando se non siano preferibili altri tipi di

interventi (ad esempio la scogliera)• per la realizzazione di muri di sponda su terreni caratterizzati da cedimenti

(opera di tipo flessibile) non troppo elevati

Vantaggi• Opera flessibile, che ben si adatta ai cedimenti localizzati.• Sistemazione permeabile che non interferisce con i flussi di falda.• Può essere utilizzata per ripristini veloci di sponda in situazioni di emergenza• È una tipologia vantaggiosa nei casi in cui il cantiere sia difficilmente accessibile,

in questi casi è possibile portare sul posto solo la rete di contenimento dei massi,e riempirla con materiale di idonea pezzatura preso in loco.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo34

Svantaggi• le gabbionate non si possono utilizzare dove siano da temere situazioni

caratterizzate da elevato trasporto solido o dove si abbiano forti cedimenti delterreno di fondazione, altrimenti si deteriora la rete di contenimento dei massi,

• l’opera risulta piuttosto impattante dal punto di visto paesaggistico, per la fortediscontinuità che crea e per l’artificiosità della gradonata.

Interventi di mitigazione• è possibile adottare gabbioni di forma differente, ad esempio con una maggiore

larghezza della pedata o di forma non prismatica, ottenendo una protezione disponda più simile dal punto di vista dell’aspetto alla scogliera,

• tra i vari gabbioni è possibile infiggere delle specie riparali tipo salici per ottenereun rinverdimento della gabbionata. Questo intervento va però realizzatocontestualmente alla realizzazione dei gabbioni, un rinverdimento successivo allarealizzazione degli stessi è difficilmente ottenibile.

• In alcuni casi è possibile coprire la gabbionata con materiale d’alveo e piantareanche in questo caso delle specie riparali tipo salici.

Difese di sponda in gabbioni

linea di scavo

strato di terreno vegetaleda sottoporre a semina

messa a dimora diarbusti autoctoni

gabbioni metallici riempiti di pietramemaglia 8 x 10 cm, filo 2,7 mm

fondo alveo esistentee/o di progetto

ricarica con materialeproveniente dagli scavi

fondazione in massi (volume medio 0.4 : 0.5 mc eventualmente intasati con cls

A.2.8: Difese di sponda in legname e pietrame

Questa tipologia di opera può essere utilizzata per la difesa di sponde soggettea fenomeni di erosione, in particolare nei torrenti montani essendo più facile reperire illegname e il pietrame per la costruzione. L’opera permette di riprodurre un profilo disponda acclive nei casi in cui l’altezza complessiva delle sponde non risulti eccessiva epresenta un buon impatto sia visivo sia ambientale ben inserendosi nel contesto

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 35

fluviale. Per le sponde di altezza maggiore si può ricorrere a più gradonate poste inserie una sopra l’altra La sponda così ricostruita si mantiene in situazioni drenate ed èpossibile un rinverdimento della stessa. La difesa di sponda in legname e pietramepresenta come difetto il costo molto elevato.

L’opera è essenzialmente costituita da un cassone di contenimento in legnamerealizzato in tondame scortecciato riempito di materiale lapideo reperito in loco e diramaglia. Esistono diverse tipologie costruttive a sezione scatolare con una paretesemplice o doppia. Solitamente vengono realizzate opere di sostegno a parete doppia,con due correnti di sostegno: una sul lato interno contro la parete di scavo e l’altra suquello esterno, che consentono un ancoraggio ottimale dei traversi. Meno impiegaterisultano invece le palificate a parete semplice a causa delle difficoltà di conficcaredirettamente i traversi nella sponda. La struttura di contenimento viene realizzatatramite tronchi d’albero adulto con buone caratteristiche di resistenza (larice, abete,pino, castagno) con diametro medio maggiore di 30 cm, disposti a costituire unamaglia rettangolare con celle di lato 1,5 ÷ 2,0 per 3,0 m intasata di massi. I palivanno incastrati tra loro tramite modellamento dei punti di appoggio; per ottenere unamaggior stabilità della struttura i tronchi vengono fissati tra loro con chiodi o graffemetalliche. I pali di legno costituenti la struttura vanno infissi nella scarpata secondouna modesta inclinazione verso monte (15° circa) al fine di favorire il trattenimentodel materiale di riempimento. A tal fine è importante anche la dimensione delpietrame da utilizzare: il diametro ottimale dei massi di riempimento è compreso tra i15 e i 20 cm. La durata della struttura di contenimento in legno è diversa a secondadella specie impiegata. Con del legname di larice si possono garantire durate dellastruttura intorno ai 20-40 anni, per ottenere risultati migliori si può utilizzare legnamedi castagno o di pino trattato in autoclave con prodotti conservanti, raramentecomunque si ottengono durate maggiori di 60-70 anni. Un elemento checontraddistingue le opere in legname e pietrame è la modalità con cui viene realizzatoe riempito il paramento della parete a vista; entro gli spazi del cassone infatti sipossono alloggiare massi, fascinate vive o talee. La messa a dimora di talee efascinate di specie autoctone ripariali in grado di attecchire permette di realizzare lastruttura di sostegno della sponda per il lungo periodo. Per ottenere un buon grado diattecchimento è importante che le piantine sporgano 15-20 cm dal terreno e che sianoinfisse nel terreno vegetale per una pari lunghezza. Le piante hanno la funzione difavorire il drenaggio del terreno attraverso la traspirazione, prevedendo cedimenti ol’erosione del materiale di riempimento.

La struttura va protetta al piede tramite la realizzazione di una fila di massilegati ed ancorati o tramite la realizzazione di una palificata. La parte superiore dellascarpata viene rifinita tramite il riporto di terreno per formare una superficiedebolmente inclinata. Lo strato superiore del materiale di riporto è costituito daterreno vegetale da sottoporre a semina di specie erbose autoctone.

Campo di applicazione• per la ricostruzione di sponde caratterizzate da fenomeni di erosione, in

particolare nei torrenti montani.• Per la protezione di sponde caratterizzate da elevata pendenza (fino a 60°) e in

caso di scoscendimenti superficiali (piano di scivolamento a circa 50 cm), persponde in terreni con forti componenti argillose e argillose.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo36

Vantaggi• L’opera presenta buone caratteristiche di resistenza e ben si inserisce dal punto

di vista ambientale e paesaggistico.• È possibile l’infissione di talee negli spazi tra i tronchi con miglioramento

dell’impatto visivo ed ambientale della stessa.• Sistemazione permeabile che non interferisce con i flussi di falda.

Svantaggi• Costo molto elevato• Durata dell’opera limitata (20-40 anni con l’utilizzo di legname di larice, 60-70

con specie trattate)

Interventi di mitigazione• La difesa di sponda in legname e pietrame presenta un buon impatto sia visivo

sia ambientale grazie all’impiego di materiali naturali.• La situazione può essere ulteriormente migliorata prevedendo l’infissione di

materiale vegetale all’interno della struttura ottenendo un suo completorinverdimento. Questo accorgimento permette di migliorare la stabilità dellasponda anche sul lungo periodo, quando è possibile che la struttura in legname sisia deteriorata

Difese di sponda in legname e pietrame

strato di terreno vegetale da sottoporre a semina

messa a dimora diarbusti autoctoni

Inserimento di materiale vivo(talee o piante radicate)

ricarica con materialeproveniente dagli scavi

regolarizzazione piano di posa

fondo alveo esistentee/o di progetto

palificata in legnotondamedi larice

A.2.9: Copertura diffusa

La copertura diffusa è un metodo di rivestimento spondale di naturabioingegneristica che crea un’azione di copertura e di difesa della sponda di tipopermanente. È un metodo di sistemazione a verde di tipo intensivo effettuato nel

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 37

periodo di riposo vegetativo impiegato soprattutto nei corsi d’acqua di fondovalle (aregime fluviale), a debole pendenza caratterizzati da scarso trasporto solido e con unacerta costanza nei deflussi, soprattutto nei periodi di magra. A volte la coperturadiffusa viene impiegata anche sui torrenti montani, ma limitatamente alla loroporzione terminale o nei tratti in cui il fondo risulta stabilizzato da opere trasversaliquali soglie o briglie che mantengono la pendenza longitudinale dell’alveo su valoriinferiori al 2-5%. Per l’impiego di questa tipologia di opera è necessario che la spondanon sia soggetta a fenomeni di sottoescavazione e che il corso d’acqua non siacaratterizzato da intenso trasporto solido, altrimenti si ha un cesoiamento dei polloni.

Per la realizzazione della difesa di sponda tramite copertura diffusa si procedeinnanzitutto ad un modellamento della sponda tramite escavatore in modo tale daottenere una rampa a profilo regolare, con pendenza variabile tra il 50% e l’80% finoad un massimo del 100% nelle situazioni in cui lo spazio a disposizione sia limitato.Alla base della sponda viene scavato un fossato largo 50-80 cm circa e con profonditàminima pari a 50 cm, in modo tale da raggiungere la quota della falda di subalveo.Sulla sponda viene messo uno strato continuo di astoni, verghe e rami vivi di salice,disposti in senso trasversale alla direzione della corrente. Indicativamente vengonoposizionati circa 20-50 elementi per metro lineare di rampa. La base delle vergheviene posizionata all’interno del fossato in modo che entri in contatto con l’acqua el’elemento vegetale viene posto a contatto con il terreno in modo tale da favorirne laradicazione. Lo strato di salici viene poi fissato al pendio tramite dei paletti in legno edel filo di ferro.Se la lunghezza delle verghe o dei rami non basta per l’interalunghezza della sponda da proteggere, si devono posizionare più strati che sisovrappongano per almeno 30 cm. Successivamente il fosso viene riempito con sassie ciottolate, per favorire l’afflusso di acqua ai salici e la copertura diffusa vieneparzialmente ricoperta con il materiale d’alveo. Per il ricoprimento degli astoni non vausato del terreno vegetale, ma del materiale sciolto, di tipo ghiaioso, ben areato, perevitare fenomeni di asfissia della pianta. Subito dopo l’esecuzione l’area della scarpatarisulta coperta in modo efficace e protetta contro l’erosione. Ben presto si assiste aduna cacciata rapida e densa e ad un’intensa radicazione. Questo tipo di intervento hail pregio di un ottimo inserimento ambientale grazie all’uso di materiale vivo e risultaeconomicamente vantaggioso.

Esistono diverse metodologie che possono essere applicate per la difesa delpiede delle sponde: generalmente si utilizzano una o più file di massi da scogliera(eventualmente collegati tra loro tramite una fune metallica); altrimenti il piede puòessere protetto tramite palificate in legno. È possibile inoltre proteggere il piede dellasponda ricorrendo a tondi di larice posti longitudinalmente rispetto alla corrente. Ladurata limitata di questi materiali è legata al fine specifico di difendere le giovanipiante nei primi anni, fino all’ottenimento di una buona radicazione.

Un altro limite di tali tecniche è costituito dalla necessità di impiegare verghelunghe e, quindi, non tutte le specie ad elevata capacità vegetativa possono forniretalee di dimensioni adatte. I costi sono abbastanza elevati, soprattutto in rapporto airisultati ottenibili

Campo di applicazione• nei corsi d’acqua di fondovalle (a regime fluviale), a debole pendenza

caratterizzati da scarso trasporto solido e con una certa costanza nei deflussi,soprattutto nei periodi di magra.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo38

• sui torrenti montani limitatamente alla loro porzione terminale o nei tratti in cui ilfondo risulta stabilizzato da opere trasversali quali soglie o briglie chemantengono la pendenza longitudinale dell’alveo su valori inferiori al 2-5%.

• In generale per la protezione di sponde non soggette a fenomeni disottoescavazione e per corsi d’acqua caratterizzati da debole trasporto solido.

Vantaggi• È una sistemazione vantaggiosa sia per l’impatto sull’ambiente sia sul paesaggio

grazie alla presenza della vegetazione.• Permette la ricostruzione degli ecosistemi riparali naturali,

Svantaggi• Possibilità di realizzazione solo nella stagione di riposo vegetativo,• Non utilizzabile per torrenti montani caratterizzati da trasporto solido

considerevole,• Notevole fabbisogno di materiale di tipo biologico,tipo costruttivo ad alta

intensità lavorativa

Interventi di mitigazione• La difesa di sponda tramite copertura diffusa presenta un buon impatto sia visivo

sia ambientale grazie all’impiego di materiali naturali e alla ricostruzione di unambiente naturale sulla sponda; non necessita quindi di ulteriori operazioni dimitigazione.

Copertura diffusa

protezione al piede con massi legati (volume medio = 0.8 m³ )

spezzone di acciaio 20 mmfissato con malta antiritiro

fondo alveo esistentee/o di progetto

Protezioni al piede alternativa

Palificata

sostegno con paletti in legno e fili di ferro

verghe o rami vivi