aia dicembre 2011

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TACCUINO DI VITA ARTISTICA DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA ACQUERELLISTI dicembre 2011 L ’AC QUE REL LO 4

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TACCUINO DI VITA ARTISTICA

DELL’ASSOCIAZIONEITALIANA

ACQUERELLISTI

dicembre 2011

L’ACQUERELLO n°4

Direttore responsabileGiovanni Carabelli

RedazioneAngelo GilardoniMiki CanziLuigi Zucchero

Grafica e impaginazioneRiccardo De Checchi www.riccardodechecchi.it [email protected]

FotografieGilberto VignolaFernando CavalieriCristina BracaloniNadia Tognazzo

I e IV di copertinaAcquerelli di Nadia Tognazzo

IndirizzoA.I.A. Associazione Italiana AcquerellistiVia Ciardi n° �5�0148 Milanotel. 0�9538038�www.acquerello-aia.it

In questo numeroL’articolo di fondo .................................................................... pag. 3Ultime da Turku ........................................................................ pag. 4Ultimissime da Turku ............................................................. pag. 8Appuntamenti ed eventi - Verona ............................. pag. 10Il passato incontra il presente ...................................... pag. 11Ecws news entry - L’Estonia ......................................... pag. 1�Le nostre interviste ............................................................... pag. 17Breve storia dell’acquerello ............................................ pag. �1Dedicato a Mario Uggeri .................................................... pag. �4 La posta dei soci ..................................................................... pag. �5 Belgioioso ..................................................................................... pag. �6 La giornata mondiale acquerello ............................... pag. �7

NadiaTogNazzo

intervista di Michelangelo Canzi

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Carissimi

Terminato il 2011 che ci ha visti coinvolti in numerose attività, iniziamo ora il 2012 con un calendario di iniziative che coprono, praticamente già da ora, tutto il periodo.

Il consuntivo dell’anno trascorso, credo più che positivo, ci ha portati nell’ultimo semestre a Verona, al Museo Miniscalchi Erizzo con la mostra di 50 opere. In sede si è tenuta la presentazione delle opere di Uggeri e la Giornata Mondiale dell’Acquerello con una mostra aperta a tutti i soci. Abbiamo organizzato 2 viaggi in bus per la inaugurazione della mostra a Verona e alla Pinacoteca Zust di Mendrisio dove abbiamo ammirato splendidi acquerelli, un ringraziamento particolare a Marta per la perfetta organizzazione e il “dolce” contributo offerto.

Ben 27 pittori si sono candidati per la selezione dei nuovi soci, la commissione ha espresso parere favorevole all’ammissione in Associazione di 12, ai quali rivolgiamo un caloroso benvenuto.

Il 17 dicembre si terranno le votazioni per l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo e per il Collegio dei Revisori Probiviri; scrivo al futuro in quanto, al momento, non conosco l’esito.

Alcuni componenti del Consiglio Direttivo precedente: Canzi, Cavaletto e Grassi, hanno deciso di non ricandidarsi per cui subentreranno altri soci che hanno presentato le loro candidature e che se eletti andranno a costituire il nuovo Direttivo o a far parte dei collaboratori.

Doveroso, da parte di tutti e in modo particolare mio, rivolgere un sentito ringraziamento ai tre soci che lasciano per l’impegno profuso in questi anni.

Finanziariamente l’anno si chiuderà in modo più che positivo e questo ci rende ottimisti per il futuro, visti gli impegni che ancora ci attendono. La positività di bilancio è dovuta ai diversi contributi ricevuti: dal comune di Porcia, dal Comune di Milano Zona 7 e dal nostro sponsor Energia e Risparmio al quale rivolgiamo un sincero ringraziamento.

Come prima accennato, l’anno appena iniziato, ha già praticamente definiti 3 eventi di notevole rilevanza e di impegno, come noto in aprile a Bellagio con la partecipazione di 7 associazioni extra europee e a settembre Convegno ECWS al Palazzo Ducale di Genova. Abbiamo inoltre accettato di partecipare in primavera con 20 opere, alla esposizione al Museo Bolivariano come ospiti d’onore. Avendo di nuovo ricevuto la

richiesta dal Comune di Belgioioso per una mostra, abbiamo aderito, in quanto aperta alla partecipazione di tutti i soci. Il periodo stabilito è il mese di maggio, inizio giugno. Il comitato di redazione della nostra rivista, come avete visto sul numero precedente ha deciso la pubblicazione a turno di interviste ai nostri soci, mi auguro, la decisione, sia favorevolmente accolta. Rivolgo a tutti un sincero augurio per un proficuo nuovo anno e spero pieno di soddisfazioni.

L’articolo di fondoGiovanni Carabelli

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Carissimi,Il 20 dicembre si è tenuta in sede la convocazione dell’Assemblea dei Sociper eleggere il nuovo ConsiglioDirettivo, mentre la commissione procedeva allo spoglio, presenti anchetre Probiviri, abbiamo avuto il consuetoscambio di auguri con la carrellata dispecialità culinarie che avete portato esi è proceduto anche alla presentazionedei nuovi soci selezionati, 28 richieste18 accettazioni. Il risultato del voto havisto confermato tutto il precedenteDirettivo con l’inserimento dei soci: Canzi, Fabbrica e Gilardoni, alzando a 11 i componenti del nuovo che resterà in carica per tutto il 2011. Sono rammaricato per gli esclusi, ma come detto durante la riunione, se disponibili verranno invitati acollaborare e saranno i benvenuti.L’incremento del numero è stato deciso in previsione del consistentelavoro che ci attende prossimamente.Terminate le operazioni di scrutinio, i nuovi eletti hanno stabilito diincontrarsi il 12 gennaio in prima sedutaper deliberare sulle cariche da attribuire,definire la quota societaria e i termini di pagamento. L’anno appenatrascorso con i numerosi impegniassunti, ha dato a tutti, presumo,buone soddisfazioni e momenti diproficua condivisione artistica.

Con mia viva soddisfazione e non solomia ho notato l’inizio di una miglioratapartecipazione e di un generale e diffusosenso di condivisione della vitaassociativa.I motivi di questo mio sentire sonogenerati da diversi aspetti: la disponibilitàdi diversi soci a proporsi di partecipare aldirettivo, l’offerta di altri che si rendonodisponibili a collaborare, il numero dicandidati che desiderano entrarenell’Associazione, questi fatti, sono a mioavviso, segnali favorevoli di un inizio eche faremo tutto il possibile perchécontinuino, di cambio di tendenza.L’apertura del nuovo sito internet,interattivo e più consono alla visibilità chel’Associazione merita, la nuova sede chedal mese di giugno sarà disponibile eche ci potrà permettere una serie diattività finora difficili o precluse; portearanno, questo è l’obbiettivo,l’Associazione in un ambito di maggioreprestigio che noi tutti desideriamo eanche meritiamo.Il direttivo ha deliberato all’unanimità diconferire al Maestro Franco Spazzi il titolo di “Socio Onorario Emerito” lanomina ufficiale verrà consegnata neiprossimi giorni. Devo richiamare di nuovol’attenzione sulle comunicazioni fatte

con le circolari: non sono sempre lettecon la dovuta attenzione o addiritturaneppure viste, la sento come una mancanza nei confronti della segretaria.E ancora, le critiche costruttive fatte allepersone preposte sono le benvenute, ma si eviti il mugugno che non porta da nessuna parte. Prossimamente lecircolari verranno pubblicate sul nostrosito cosi come il giornalino per cui, perchi è dotato di computer non potràsmarrirle, da parte della segretaria si faràil possibile per ridurne il contenuto e evidenziare le parti più importanti.

Colgo l’occasione per porgere a tutti unfervido augurio per l’anno che ci attende.

Giovanni Carabelli

L’articolo di fondo

Direttore responsabileGiovanni Carabelli

RedazioneTiziano Cavaletto (caporedattore)Miki CanziLuigi Zucchero

CoordinamentoDavide Platania

Grafica e impaginazioneClaudio Platania

FotoLorenzo NalliTiziano Cavaletto

In copertina:dettaglio tratto dall’opera“Venezia, la Piazzetta con il Doge che celebra la cerimonia dello sposalizio del mare”Joseph Mallord William Turner

Sponsor ufficiale AIA

Mastro_Acquerello_Layout 1 12/04/10 10.05 Pagina 3

sponsor ufficiale AIA

Milano Dicembre 2011

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Mostre internazionaliULTIME DA TURKU

di Claudio Bertona

Helsinki

Helsinki è un fiore inaspettato nel nostro viaggio di avvicinamento a Turku. Parto da qui perché non ho cuore di omettere una tappa che mi ha avvicinato al sentire del profondo Nord.è una città giovane. Ci accoglie sotto un diluvio di luce, assolata e tersa. Una città di mare con aria da montagna. Passeggiamo...Dall’immensa, algida cattedrale fino all’Esplanade, un lungo viale alberato al centro del quale è tutto un susseguirsi di giardini, punteggiati da chioschetti degni della migliore bell’époque francese.Persone di ogni età sedute sui prati a leggere, bere, consumare il proprio tempo libero, ci insegnano un “modo” di possedere la città a noi sconosciuto. Ai lati degli opposti marciapiedi è un susseguirsi di vetrine e luoghi di moda e design.Lo store della rutilante Marimekko è accanto all’atelier di Aarikko (vedere per credere cosa si può fare con delle palline di legno colorate). Dall’altro lato Artec, produttore di tutto quanto

progettato dal grande designer Alvar Aalto (si parla degli anni 30!!). è facile essere tentati dalle conclusioni banali (la Finlandia di ieri e di oggi, ecc.).Ma, attenzione, qui sta il punto: lo scarto temporale non si avverte; i rivestimenti delle celebri poltrone Tank (Alvar Aalto) stanno alle borse di Marimekko almeno quanto le arrotondate grazie dei suoi sgabelli stanno alle collane di Aarikko. Il tutto è accomunato da una semplicità disarmanteTrovo una conferma a ciò che ho sempre pensato: quando si semplifica e si arriva all’essenza delle cose, il fattore temporale perde importanza (va applicato anche all’acquerello ma … tanto si sa che è un mio chiodo fisso: togliere ciò che non serve, non impoverisce, al contrario consente di evidenziare ciò che prima era perso in una ridda di dettagli inutili). Ecco perché mi sento a casa in questa città….Non voglio farla lunga ho già detto quel che volevo. Si riparte per la meta finale:

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Turku

All’arrivo ci si registra al Marinum center, deliziosa struttura, mattoni rossi e cristalli azzurrati legati insieme dal rigore di pali e cavi di nero acciaio. “Non male come inizio” mi sussurro da solo.Veniamo accolti da uno stuolo di Hostess (le hanno volute chiamare così) un insieme di signore affannate che si prodigano per ogni dove, risulteranno alla fine dei conti essere gli autentici folletti e vera anima pulsante della manifestazione (Un Grazie grande e sincero va a Loro sia all’inizio quanto alla fine di questo breve articolo). Ci indicano il “luogo” della mostra: rimaniamo senza parole, un magnifico, candido vascello trialbero ancorato al molo di fronte al museo marino. Ci avviamo, ancora increduli ad una visita in piena solitudine.Privilegio raro del quale non mi stanco di godere appena posso.La mostra è di livello, come sempre quando si tratta di Europa.Scopro, non senza sorpresa, che le opere sono esposte nelle stesse semplici cornici che ho da tempo scelto per i miei acquerelli. Fra i lavori esposti (e perché mai non dovrei dirlo ??) mi piacciono le larghe pennellate di Jorge Lopez Maron, davvero inusuale la delicatezza cromatica dello spagnolo, poi i forti paesaggi di Maria Koskiniemi con i suoi sottili accostamenti di colore, così difficili quando si usa questa “forza”, infine la solita Anet Duncan, una costante conferma che, incredibilmente, non cessa di stupirmi (chapeau). La vera sorpresa è comunque l’angolo retrospettivo dedicato a Nandor Mikola, ungherese di nascita, finlandese di adozione e … maestro indiscusso per merito. Un suo lavoro mi emoziona profondamente (se si pensa che si tratta di fiori .. secondo me ha del miracoloso..).Tutto secondo copione quindi, se non fosse che mentre sto per guadagnare l’uscita vengo fermato da una cortese signora, penso finlandese, che vuole a tutti i costi farmi sapere la sua opinione sul quadro da me esposto.

Mi dice letteralmente “per la fantasia solo un Italiano poteva averlo fatto…” (in piedi Fratelli !!! Non è un complimento personale !!è un secolo che sostengo che chi ha la NOSTRA fortuna non può e NON DEVE dimenticarsene !!!)La signora in questione (che dispiacere non conoscerne il nome) conclude dicendomi che l’unica cosa per Lei inspiegabile era comunque l’aver trovato nel lavoro “un rigore nordico”. L’avrei baciata!!!Credo sia stato uno dei momenti di maggiore soddisfazione della mia vita da acquerellista.Torniamo a noi. Naturalmente è seguita la

regolare inaugurazione ufficiale… moltissimi lunghi discorsi, che so esser tanto necessari quanto difficili da seguire con il dovuto interesse complice, come sempre in questi casi, la overdose di vino spumante/frizzante/quasi-champagne, ingurgitato in quantitativi industriali dai presenti tutti fino al punto da farmi considerare che se, per puro fato, si fossero in quel momento sciolti gli ormeggi del veliero, nessuno dei presenti sarebbe stato in grado di farlo neppur uscire dal porto. AMEN.Il giorno seguente, come da copione, giro in barca su una piccola motonave, con destinazione arcipelago fuori porto ed approdo in un ridente paesino del quale ho dimenticato il nome, ma che mi ha offerto un angolo tranquillo per dipingere un decente acquerello, seduto su di un prato in riva al mare.Mi riesce sempre gradevole dipingere in questi frangenti sia perché trovo sia utile il farlo come senso di appartenenza al gruppo (a volte ciò accomuna più di tanti roboanti discorsi) ed anche per il reciproco arricchimento che si può trovare nell’osservare il lavoro di tanti eccellenti acquerellisti.Si ritorna nel pomeriggio, stessa motonave con in più la variante di una bollente zuppa nordica offerta dai nostri ospiti.Personalmente non ho il coraggio di assaggiare, nel

I° premio estemporanea

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bel mezzo di un assolatissimo, afoso pomeriggio, quello che appare essere un bollente intruglio, con tanto di sentore di cavoli frammisti a rondelle di wurstel, il tutto messo a galleggiare in una ridda di verdure. Quasi tutti gli artisti si rivelano, anche in questa occasione, ottimi cucchiai (mai naufragare su di un’isola deserta in compagnia di un acquerellista: non potreste prender sonno... ). L’indomani ultimo giorno a Turku. La prevista estemporanea conclusiva si svolge sotto un sole californiano e con tasso di umidità da palude di Comacchio in pieno luglio. La giornata passa fra la spasmodica ricerca di un posto all’ombra ed un consumo spropositato di acqua (non solo per dipingere). Siamo alla mostra finale dove c’è di tutto e di più fra quanto prodotto dall’orda di pittori nelle due ultime giornate e qui si può ben percepire che, nel confronto, si può sempre trovar ragione di apprendere. Infine la cena, estremamente gradevole, ricca di una cucina nordica messa a disposizione degli ospiti in quantità ... calabresi! Grandi baci, abbracci, ricchi premi e cotillon per tutti... Lo sguardo mi cade sul bicchiere di quasi-champagne che ho a due centimetri dal naso ed ecco che le bollicine in corsa sfrenata verso la superficie sembrano prendere per mano gli ultimi pensieri della giornata, portandoli, in una corsa liberatoria, fino in superficie: sono i tanti ringraziamenti che mi salgono spontanei:-GRAZIE alle magiche hostess che si sono mosse, ad un tempo impacciate e leggiadre, lungo tutto il

cammino della manifestazione, strappando a tutti i presenti un caldo e commosso applauso finale.-GRAZIE all’AIA che, con una delegazione assai numerosa, ha ben figurato nell’ambito del simposio ed ha consentito a noi tutti di prender parte ad una manifestazione di ampio respiro (Dio sa quanto ne abbiamo bisogno).-GRAZIE ad Anna e Luca (rispettivamente Lapenna e Mingotti) splendidi compagni di viaggio fin dal primo giorno. Impagabile la mia “compagna di banco” (alla scuola di acquerello) nel navigare nel mare magno del mondo in Watercolor, dove conosce tutti ed è da tutti conosciuta per la valente artista che è. Impagabile Luca che parla praticamente ogni lingua conosciuta.Dalle magiche tasche della sua mitica giacca da viaggio escono piantine, elenchi di ristoranti, bussole, mappe metropolitane, orari ferroviari, stelle, strisce, botti, luci rotanti. Insomma è come viaggiare con Harry Potter, nulla ti può preoccupare tanto lui risolve tutto (se ti si avvicina un rabbino per chiedere un’informazione, puoi evitarti la ricerca del vocabolario che hai in fondo allo zaino, tanto Luca sta già rispondendo in aramaico antico) -GRAZIE ad Angelo Gorlini.Al termine di ogni manifestazione non posso non avere per lui un pensiero. Gli sono debitore di quel poco che so di acquerello ma, soprattutto, d’avermi insegnato che basta un pennello per essere liberi. Ed è molto di più.

Claudio Bertona

C. Bertona II° premio estemporanea

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eigHTH eCWs exHibiTion and symposium Turku 2011.

Quindici acquerellisti italiani dell’AIA hanno partecipato a Turku (Finlandia) all’Ottava Esposizione ECWS e Simposio “Sea and the Harbour” dal 30/6/2011 al 3/7/2011. La manifestazione si è aperta il 30 giugno 2011 a bordo del magnifico 3 alberi SUOMEN YOUTSEN (Cigno Finlandese), ancorato nel fiume AURA.I partecipanti sono stati accolti dagli ospiti finlandesi con un calice di vino bianco frizzante e dalla voce melodica di un cantante, che modulava canzoni spagnole e di Fred Buscaglione in lingua locale. Nella pancia del Cigno era stata allestita la bella mostra di acquerelli e sulla tolda i rappresentanti delle associazioni europee hanno dato il benvenuto ed espresso la loro soddisfazione e gli auspici per la riuscita della manifestazione.Alla mostra, in rappresentanza dell’AIA erano presenti lavori di Bertona, Carabelli, Cavalieri, Gilardoni, Onofri.Un buon inizio, nella serata senza fine dell’estate finlandese, che si è confermato nelle giornate successive con:la gita a NAANTALI per dipingere l’arcipelago a bordo del battello UKKOPEKKA.la pittura en plein air nella città e nel porto canale, i vari

di Simonetta Chierici

momenti di incontro, confronto, esposizione dei lavori giornalieri e occasioni conviviali. Si è molto dipinto durante questo simposio in questa città - porto canale e si sono esposti, ammirati e commentati i lavori di strada eseguiti La città era particolarmente battuta da gruppi di acquerellisti spagnoli, che al grido di “ Vamos a pintar”, ritraevano tutti i migliori scorci.Un avvenimento molto significativo è stata la lezione, tenuta da una rappresentate dell’Associazione finlandese di acquerello, sul massimo acquerellista finlandese Nandor Mikola, per altro di origine ungherese.Ma l’ambiente e i paesaggi di Mikola, presentati, erano tutti assolutamente finlandesi, per quello che abbiamo potuto percepire di questo paese e di questa gente in pochi giorni. E i suoi lavori sintetici, eterei e densi, al limite dell’astrattismo, ci hanno mostrato un gusto ed un approccio all’acquerello originale, raffinato e suggestivo.Gli incontri internazionali hanno sempre

Mostre internazionaliULTIMISSIME DA TURKU

La foto di gruppo, ovvero il CHEESE DI PRAMMATICA

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Fernando Cavalieri

Giovanni Carabelli

Claudio Bertona

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questo straordinario risultato: mettere proficuamente a confronto le diversità delle tecniche, degli approcci teorici, dei contenuti che nei differenti paesi si sono sviluppate.Hanno anche l’ulteriore risultato di consentire contatti diretti con artisti stranieri e favorire conoscenza e relazioni.Nell’ultima serata passata a Turku tali relazioni si sono concretizzate in lunghe tavolate miste di acquerellisti di diversi paesi, in chiacchiere rilassate e divertite, in progetti di futuri scambi, in premiazione dei migliori lavori realizzati a Turku dai partecipanti (il nostro Bertona si è aggiudicato il secondo premio con un suo bellissimo e sintetico lavoro).Bisogna segnalare che dietro questo simposio c’è stata anche una ottima organizzazione da parte dell’Associazione finlandese. Poi anche le esposizioni internazionali hanno fine. Siamo rientrati in Italia verso le varie destinazioni.Per chi ha volato con FINNAIR, compagno indimenticabile di viaggio è stato il pollo, che nuotava nella maionese all’andata e dialogava con i tortellini freddi al ritorno.

Simonetta Chierici

Angelo Gilardoni

Luigi Onofri

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di Davide Parenti

Appuntamenti ed eventi Verona Museo Miniscalchi Erizzo

L’azzurro del cielo, i colori caldi dell’autunno, l’allegro brusio, il piacere di riconoscere voci amiche, la curiosità di identificare nuo-ve risate, i deliziosi dolcetti di Marta che ci coccola sempre ed in un baleno ci ritroviamo in una città ricca di storia per provare nuove emozioni.Non fatichiamo a raggiungere il Museo Miniscalchi- Erizzo dove ci attende il curatore Gian Paolo Marchini.è un colpo di fulmine, mia moglie si invaghisce di lui.Infatti sostiene di aver seguito un corso di aggiornamento presso il Poldi Pezzoli di Milano dove le lezioni erano tenute da autorevoli relatori che dispensavano informazioni un po’ noiose, un po’ pedanti riguardo oggetti custoditi in uno dei più caratteristici musei della nostra città. Secondo lei, il prof. Marchini trasmette il vissuto di una casa che racchiude vasellame, mobili, quadri che assumono una loro precisa identità e trasudano la passione di un uomo che ha dedicato la sua vita al piacere della conoscenza di quanto l’uomo abbia saputo creare.Sempre mia moglie, complottando con mia sorella, al motto di “nati non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e conoscenza”, non mi ha permesso di unirmi agli amici per sedere davanti ad una tavola imbandita per spegnere i morsi della fame e chiacchierare festosamente. No, sono stato costretto a mangiucchiare qualcosa per aver tempo di guardare torri, monumenti ed una sfilza di chiese con affreschi del Pisanello e quadri del Tiziano. Alle cinque però tutti, fremendo di impazienza, eravamo davanti al museo dove nella sala a piano terra si

sarebbe inaugurata la mostra dell’AIA. Ci sarebbero da riportare frasi scaramantiche sussurrate quando il curatore ha detto che era un’eccezione straordinaria la nostra mostra perché di solito la sala veniva data solo a pittori deceduti… ma a parte le battute il momento è stato veramente bello. Mi pare che, un’ altra volta, i quadri esposti abbiano dato e detto tanto della nostra associazione. Tecniche e soggetti diversissimi ma nel complesso un visitatore estraneo (e ce n’erano tanti) poteva uscire soddisfatto. Oltretutto la sala e la disposizione delle opere mi sono apparse proprio all’altezza della situazione per far gustare al meglio i nostri quadri. Anche negli occhi e nei visi dei soci ho colto questo sottile piacere di aver partecipato ad una bella mostra. Poi, al buio, con le luci di alcuni monumenti che si rispecchiavano nell’Adige il ritorno a Milano.

Davide Parenti

Alcuni momenti dell’inaugurazione della Mostra AIA

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Testimonianza di Aldo Raimondi all’acquerellista Antonio Occhipinti

Il passato incontra il presente Aldo Raimondi così scriveva ad Antonio Occhipinti

Caro Antonio, voglio esprimerti la mia soddisfazione per averti ricevuto a casa mia, cosa che desideravo e aspettavo da tanto tempo, e comunicarti la mia gioia ed il mio apprezzamento nell’aver visto i tuoi lavori, che non conoscevo.Spero tu sia orgoglioso di essere un acquerellista, perché l’acquerello è l’espressione pittorica più preziosa che si possa immaginare, checché se ne dica nel mondo, per la difficoltà di trovare acquerellisti veri.Un conto è eseguire un acquerello didattico, come si fa nelle scuole d’arte, e un conto è fare del quadro l’opera, perché quando l’hai concepita già conoscevi il risultato e questo vale soprattutto per la freschezza dell’opera stessa, ultimata.L’acquerello è una pittura molto difficile, più di ogni altra tecnica, più di ogni altra espressione pittorica e non è per tutti. Bisogna essere privilegiati dalla natura, come sei tu che molto bene rappresenti questa categoria, e aver presente che l’acquerello più è fresco, immediato, senza pentimenti, senza rifacimenti, senza lavaggi e senza complicazioni, più diventa prezioso.

Due Maestri, due autoritratti. Sotto il Maestro Occhipinti presenta al Papa il suo ritratto

Non dimenticare mai Antonio questo principio : l’ac-querello ha un segreto, quello di fermarsi in tempo. Guai a lasciarsi trasportare a complicazioni per rifinir-lo, si perde la freschezza che è tutta la preziosità di un acquerello.Gli Inglesi che sin dall’800 furono i maggiori cultori dell’acquerello, prima di acquistarne uno volevano vedere il foglio in trasparenza, contro luce, perché volevano assicurarsi che non ci fossero ritocchi di materie opache, di biacche ecc. e prima di incorni-ciarlo volevano assicurarsi di questo.Da allora è nata la vera acquerellistica la vera arte dell’acquerello.Non dimenticare mai questo mio consiglio perché ho constatato che tu possiedi queste doti, non ritoccare mai un opera quando credi di essere arrivato alla fine, perché ogni rifacimento andrebbe a discapito della freschezza dell’acquerello.

Milano giugno 1994Aldo Raimondi

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un nuovo membro della Confede-razione europea delle soCieTà di aCquerello (eCWs)

La “Società Estone dell’Acquerello” Eesti Akvarellistide Ühendus (EWS) è entrata a far parte dell’ European Confederation of Wa-tercolour SocietiesIl suo Presidente, signora Tiiu Pallo-Väike, ha firmato lo Statuto dell’ECWS il 20 no-vembre 2011.

ECWS: NEWS ENTRY L’ ESTONIA

La Società Estone dell’Acquerello è stata fondata nel 1958 e consta al momento di 44 membri, tutti pittori professionisti.L’Associazione Italiana Acquerellisti dà il ben-venuto all’Estonia e, come ha affermato il coor-dinatore dell’ECWS Piet Van Leuven, siamo certi che l’apertura verso i paesi baltici sarà un arricchimento per la nostra Confederazione.

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La riunione ECWS che ratifica l’ingresso dell’ Estonia

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Cara Nadia, nel passato più recente la no-stra rivista ha pubblicato , in modo più o meno formale, interviste o pre-sentazione di soci particolarmente prestigiosi ma, dal precedente n° 3 abbiamo iniziato una se-rie di vere e proprie interviste per conoscer-ci meglio, il Comitato di Redazione ha deciso di proseguire con te questa iniziativa, i motivi sono numerosi, grazie alle tue riconosciute capacità ar-tistiche sei fra i soci che più frequentemente sono stati selezionati per rappresentare l’AIA a manife-stazioni di rilievo in Europa e nel mondo, inoltre saresti la prima socia donna intervistata , in una associazione in cui il “gentil sesso” rappresenta la maggioranza.

La domanda che più spesso viene fatta agli ar-tisti è come è nata la scelta di dedicarsi alla pit-tura. So di mancare di originalità, ma la faccio anche a te.

Mi è sempre piaciuto dipingere e disegnare. Mi ricordo che facevo piccoli quadretti ad olio già quando frequentavo la scuola media. Non ho frequentato il liceo artistico, perché all’epoca era importante per la mia famiglia che io trovassi un “lavoro vero”. Così mi sono dedicata ad altro e il mio sogno di dipingere è stato relegato in un cassetto fino a quando non c’è stata la svolta. L’occasione è la maternità per il mio primo figlio Andrea. Ho deciso in quel periodo di iscrivermi ad un corso di acquerello.

Perché di acquerello?Inizialmente per curiosità. Perché non conoscevo questa tecnica che presentava, tra l’altro, indubbi vantaggi nella gestione a casa (l’acquerello non puzza come l’olio). Ne sono rimasta letteralmente affascinata e da allora non ho mai smesso di dipingere all’acquerello abbandonando completamente l’olio. Quando Andrea aveva 1 anno e mezzo sono nate le gemelle, Giulia e Margherita. Ho lasciato il lavoro per dedicarmi a questa “famigliona” e nello stesso tempo ho colto l’occasione che mi si presentava per iniziare a

di Michelangelo Canzi

coltivare il vecchio sogno nel cassetto.

Che significato ha per te dipingere?Per me dipingere risponde ad una esigenza primaria, non potrei farne a meno. Vuol dire avere la possibilità di estraniarmi dal quotidiano e respirare ossigeno puro.

Quali sono stati i tuoi maestri?I più importanti sono stati Angelo Gorlini ed Anna Pavesi. Ad entrambi devo moltissimo, non solo la tecnica, soprattutto l’entusiasmo. Anna Pavesi, madre di 4 figli, ha rappresentato per me un punto di riferimento importantissimo come donna/ madre/artista. è lei che mi ha incoraggiato sempre a non mollare, anche nei momenti più difficili e mi ha convinto ad entrare nell’A.I.A. Era il 1994.

Ritieni di esserti ispirata ad artisti o a “correnti pittoriche”?

All’inizio l’influenza di Angelo Gorlini e soprattutto di Anna Pavesi dal punto di vista tecnico era molto forte. Ma poi, dopo aver abbandonato i corsi, è iniziato un percorso di crescita personale che si è alimentato nel tempo con l’apporto degli stimoli provenienti dall’approfondimento della storia dell’arte classica e contemporanea. Del passato sono sempre stata affascinata da Caravaggio;

Le nostre intervisteNadia Tognazzo

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nella pittura contemporanea mi lascia senza fiato Mark Rothko. Tra gli acquerellisti è impossibile non menzionare i paesaggi di Turner e i fiori di Emile Nolde. Tra gli acquerellisti contemporanei Lars Lerin. Tutto contribuisce a “ispirare”, ma nel contesto di una ricerca indirizzata soprattutto a far emergere quella nota unica e originale che si trova dentro di me, come dentro di ognuno di noi.

Comunque ti esprimi attraverso il figurativo ….Sì, e a volte mi domando il perché, visto che a me piace tantissimo l’astratto e un po’ tutta l’arte con-temporanea. La risposta che mi sono data è che, essendo una scelta istintiva, sia comunque quella giusta da perseguire ora. Poi si vedrà …

Quando e come hai deciso di partecipare ad una mostra?

Ho iniziato con le collettive organizzate da Anna Pavesi. In seguito ho partecipato a vari concorsi vincendo con un 1° premio la prima personale a Milano nel 1995.

So che sei molto impegnata con varie attività. Quanto tempo riesci a dedicare alla pittura?

Attualmente dedico 4/5 ore al giorno che comprendono tutte le attività connesse con il dipingere (quindi non solo acquerellare). Il tempo dedicato alla pittura è sempre stato inversamente proporzionale al tempo necessario a crescere nel

miglior modo possibile tre figli. All’inizio dedicavo solo poche ore alla settimana; ora mezza giornata, ma è ancora troppo poco.

Ho visitato il tuo sito web, molto bello e ricco di informazioni. Ci puoi dire se e quanto ha influito sul tuo “modus operandi” artistico?

è stato mio figlio Andrea a convincermi dell’utilità di un sito web. All’inizio ero molto titubante. Sicuramente il sito ha contribuito a dare visibilità alla mia attività artistica. è estremamente comodo perché fornisce una galleria di opere che può essere costantemente aggiornata (a differenza dei cataloghi) e può essere visitata da ogni parte del mondo. Mi è stato molto utile per esempio per il corso che ho tenuto questa estate in Svezia.

Ora parliamo un po’ della tecnica. Ci puoi dire, senza riferimenti a marche o prodotti, se hai par-ticolari preferenze circa tipo di colori, tubetti o godet, carta, pennelli?

Le uniche note particolari riguardano i colori e la carta. Uso prevalentemente i tubetti grandi e non i godet perché mi consentono di predisporre ingenti quantità di colore in breve tempo e perché, a volte, mi piace sfruttare la pastosità del colore puro e stenderlo in piccole quantità sulla carta bagnata usando una spatola. La carta che preferisco è una carta molto pesante, 640 grammi

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di cotone, perché mi consente l’uso di tantissima acqua.

Qualcuno sostiene che il modo di procedere con l’acquerello sia direttamente legato al caratte-re dell’artista. Ci puoi dire se, generalmente, fai prima il disegno o procedi direttamente con l’ac-querello?

Per molti soggetti soprattutto legati alla natura, come fiori, frutta, alberi, paesaggi etc. non uso il disegno... o meglio, disegno direttamente con il pennello.Le pennellate istintive e veloci sono quelle che esprimono meglio l’energia vitale della natura.Per i soggetti più complessi come le architetture, gli scorci urbani etc. mi avvalgo di un disegno sommario e sintetico, ma molto dipende dal grado di “sintesi” che decido di adottare.Credo che ci siano molti modi di acquerellare, a velature successive, per fusione sulla tavolozza o sulla carta o bagnato su bagnato.

Con quale di questi metodi, o altri, procedi pre-feribilmente?

Uso tutte le tecniche e con esse compongo un cocktail che può essere di volta in volta diverso. Per dipingere la natura uso molto spesso la “tecnica del negativo”, che ho appreso da Anna Pavesi, vera maestra in questo. Ma non ho un unico modo di procedere. Parto da un’idea/soggetto e cerco il modo più adeguato per esprimerla con i mezzi che ho a disposizione.

Cosa intendi per “tecnica del negativo”?è una tecnica con la quale, utilizzando il bagnato su asciutto, si ricavano forme applicando colore di tono più scuro intorno ad esse e sfumando poi verso l’esterno per raccordarsi con il resto del dipinto.è una tecnica antica, ma che Anna ha approfondito e sviluppato moltissimo. è una tecnica che contribuisce a dare profondità al dipinto pur preservando al massimo la luminosità e la trasparenza, ma soprattutto permette alla creatività di esprimersi in modo molto istintivo facendo emergere nuove forme in qualsiasi fase dell’acquerello.

Quanto è importante per te la tecnica in un’ope-ra?

Per l’acquerellista conoscere bene la tecnica è importantissimo… ma non è tutto. La tecnica rimane comunque soltanto uno strumento per esprimere quello che hai dentro.è solo la scatola che poi va riempita di contenuti. E quest’ultima parte richiede un lavoro lungo e difficile, ma proprio per questo affascinante.Si tratta di indagare dentro noi stessi e cercare di

dare un senso a tutto quanto.Di cosa parlano i tuoi acquerelli?

Di me, delle mie emozioni. Mi muovo sempre con una macchina fotografica in borsa. Tutto ciò che mi colpisce la fotografo. In seguito inserisco le immagini nel mio archivio personale e le ripesco quando ne ho bisogno. Sempre più spesso mi capita di partire da un’idea improvvisa che parte direttamente dal profondo. Inizio di conseguenza una ricerca nel mio archivio per trovare le immagini adatte a darle forma. Sì, perché ho sempre bisogno di un punto di partenza concreto; non riesco a dipingere a memoria.

Se dovessi descrivere la tua pittura in poche pa-role cosa diresti?

Emotiva, contrastata… ma alla continua ricerca di un equilibrio armonico.

Hai detto che fai parte dell’associazione dal lon-tano 1994, hai qualche suggerimento da dare all’attuale Consiglio Direttivo?

Promuovere tutto ciò che può aiutare l’associazione a raggiungere un livello più alto nella qualità delle mostre dal punto di vista artistico. Perché sono convinta che solo attraverso la qualità si può raggiungere maggior prestigio e con esso maggior visibilità e quindi diffusione e apprezzamento per questa tecnica. Che è poi il motivo principale per il quale l’associazione è stata fondata.

Ma in concreto?Penso al coinvolgimento di un critico d’arte, meglio se diverso di anno in anno, come aiuto competente nelle selezioni più importanti. Un’altra cosa potrebbe essere il recupero di tutti quegli

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acquerellisti bravi che si sono persi per strada negli anni (basta guardare i vecchi cataloghi) e che hanno deciso di non iscriversi più all’AIA. Sarebbe interessante capirne il perché e avviare una riflessione.

Sono certo che il Consiglio Direttivo raccoglierà e valuterà questo tuo suggerimento, credo che in alcuni casi questi “allontanamenti” siano, in qualche modo legati alla rigidità del nostro sta-tuto circa la definizione di “acquerello puro”, tu cosa ne pensi?

Penso che sia più importante favorire la qualità artistica di un’opera rispetto alla qualità tecnica. A volte un acquerello può risultare più efficace con l’aggiunta di una piccolissima parte di tecnica mista. (Preciso che io non ho mai usato nulla al di fuori dell’acquerello). In fondo un motivo ci sarà se le più importanti associazioni internazionali di acquerello, come ad esempio la Royal Watercolour Society, la più antica e prestigiosa del mondo, fondata in Gran Bretagna nel 1804, ammettono l’uso parziale di altre tecniche.

Credo che abbiamo toccato un punto molto sensibile e ti dirò che, spero di non rischiare la “scomunica” se ti confesso di pensarla come

te, dirò di più, chi volesse togliersi lo sfizio di an-dare sul sito della RWS scoprirebbe che i nostri colleghi inglesi hanno pragmaticamente risolto il problema definendo la regola base per parte-cipare alle loro mostre e concorsi: “water-based media on paper”, in pratica qualunque materiale purchè diluito con acqua e applicato a una base cartacea. Hai qualcosa che vorresti aggiungere approfit-tando del fatto che molti soci, simpatizzanti e “addetti ai lavori” leggeranno questa intervista?

Vorrei ringraziare di cuore tutti quelli che in questi anni si sono adoperati per far crescere l’AIA, che è stata e continua ad essere per me un grosso punto di riferimento. Inoltre vorrei incoraggiare tutti quelli che sono all’inizio di questo cammino, ad abbandonare le titubanze e a percorrerlo con entusiasmo e determinazione, perché è troppo bello vivere dando spazio ad un sogno.

Cara Nadia, ti ringrazio moltissimo per avermi dedicato un po’ del tuo tempo prezioso, far-ti questa intervista è stato per me piacevole e istruttivo e spero che lo sarà anche per i nostri soci e lettori.

Michelangelo Canzi

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di Simone FappanniSocio Onorario AIA

Breve storia dell’acquerelloTerza parte

La terza e penultima parte della nostra sintesi della storia dell’ac-querello è dedicata alla conclusione della “presenza” della nostra tecnica in Italia. Rinnovo, come di consueto, l’invito chiunque fos-

se interessato a queste tematiche a contattarmi per eventuali com-men-ti o scambi d’idee: [email protected] , tel. 338.7475657. I. «Se guardiamo nel suo insieme alla pit-tura dell’Ottocento in Piemonte, possiamo trarre rapidamente la conclusione che es-sa fu, per oltre la metà del secolo, costret-ta entro un corso nettamente regionale - con tutti i limiti che il termine comporta - e che solo nell’altra metà prese coscienza di una gamma di aspetti linguistici di esten-sione europea. In realtà, ognuno avverte l’esistenza di un rilevante salto di cultura, un vero e proprio allargarsi d’orizzonte, allorché passa, per esempio, dal veduti-smo di Giovanni Migliara o dal romantici-smo micrografico e letterario dei paesaggi di Massimo d’Azeglio - che appartengono alla fase più circoscritta del primo Otto-cento - alla “poesia” paesistica del Fonta-nesi e dell’Avondo e all’ “impressionismo” del Delleani e del Reycend» 1. Ci sentiamo di condividere pienamente queste consi-derazioni di G. Falcidia e A. Toscano, in quanto fotografano esemplarmente la si-tuazione artistica in una zona d’Italia tan-to ricca e feconda di “stimoli” artistici. Ed è proprio in questa situazione che si svi-luppo l’acquerello in Piemonte. Va da sé che, figura centrale nella pittura piemon-tese dell’Ottocento è Antonio Fontanesi, artista raffinatissimo, dalla poesia immagi-nativa pienamente romantica e dall’indole musiva avvincente. Nella sua quadreria di non mancano delicati acquerelli, frequen-temente a tema paesaggistico. Molto cor-

posa e solida, la sua pennellata è, anche nelle opere con i colori ad acqua, parti-colarmente attenta a rendere atmosfere naturalistiche avvolgenti con solida per-fezione. Accanto a lui vanno nominati gli altri due grandi paesisti: Vittorio Avondo e Lorenzo Delleani Nelle collezioni della Fondazione De Fornaris sono custoditi gli incantevoli acquerelli di Francesco Go-nin, l’artista piemontese che ha illustrato, fra l’altro, l’edizione definitiva de I promes-si sposi di Alessandro Manzoni. Fra i tanti autori che hanno operato in Piemonte de-dicandosi anche all’acquerello ricordiamo anche Carlo Pittara, Gaetano Ferri, Gia-como Grosso e Cesare Maggi. Cronolo-gicamente molto vicina a noi è l’esperienza artistica del torinese Guido Bertello, auto-re di incantevoli acquerelli in cui una splen-dida armonia rappresentativa si congiunge pienamente a una altrettanto intensa nota-zione meta-rappresentativa di sicura vena-tura poetica.

II. Di notevole importanza è anche la Scuo-la romana, che in Giulio Aristide Sartorio ha un autore di solido spessore ideativo. I suoi intensi paesaggi che riprendono la ca-pitale e i suoi dintorni sono stati di esem-pio per più di una generazione di artisti, anche se non vanno dimenticati i ritratti, sempre ad acquerello, della medesima in-tensità. Fra gli autori laziali ricordiamo an-che Enrico Coleman, Onorato Calandi, che nel 1875 ha dato vita, con altri auto-ri, alla Società degli Acquerellisti romani,

1. Falcidia G. e Toscano A., Aspetti dell’arte dell’Ottocento, in Negri Arnoldi F. (a cura di), Storia dell’arte, vol. III, cit., p. 479

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Achille De Dominicis e Filippo Anvitti. Tutti questi artisti hanno ritratto, con gran-de argutezza, gli scenari romani, con parti-colare riguardo alle zone rurali, rese in mo-do davvero poetico. Acquerellista “puro”, nel senso che ha eseguito soprattutto acquerelli, è pure il romano Ettore Roesler Franz, cui è stata recentemente dedicata l’ampia antologica intitolata Un vedutista di fine ‘800 a Tivo-li e nel Lazio, ove sono state esposte un centinaio di opere “ad acqua”. Fra di esse i pezzi appartenenti al ciclo “Roma Spari-ta”, un insieme di decine di vedute della “città eterna” che ricordano, con straor-dinaria efficacia, angoli e scorci particola-ri della capitale prima dei rivolgimenti che si verranno a creare per i noti avvenimenti storico-sociali, attraverso uno stile mai cal-ligrafico, ma interpretativo. Come in altre parti d’Italia, anche nel Lazio la passione per l’acquerello ha condotto al-la costituzione di sodalizi che, con grande impegno, promuovono questa tecnica. In un testo di A. Raimondi si legge: «a riprova della vitalità che anima i cultori della pit-tura ad acqua, risale al 1983 la nascita in Roma dell’Anadi (Associazione Nazionale Acquerellisti d’Italia) che mi ha proclamato “Presidente storico a vita”. Questo gruppo, pur collegandosi alle varie esperienze re-gionali, intende recuperare la propria ma-trice culturale rifacendosi prevalentemente ai leggendari Fortuny, Colemann, Carlandi, Ricci, per non parlare de “I venticinque del-la campagna romana”. Ne è fondatore l’ar-chitetto Aldo Casanova…»2. In questi anni va senza dubbio citato il contributo offerto alla diffusione dell’acquerello da importanti sodalizi, fra cui l’Aia, fondata a Milano il 4 dicembre 1974.

III. Anche altri grandi maestri italiani si so-no dedicati, con passione, alla pittura ad acqua, con risultati ragguardevoli; mentre altri hanno preferito utilizzare altre tecni-che, oppure impiegare l’acquerello in mo-do particolare. Ad esempio Giorgio de Chirico, come osservano De Bono e A. Mafrice, ha eseguito «acquerelli metafisici,

dal segno inquieto, dalla pressante linea di contorno incisiva e graffiante. Poco orto-dosso nella stesura della pittura ad acqua, ch’egli conduceva con tecnica mista, ed a tempera»3. Numerosi acquerelli compaiono nella pro-duzione di Giorgio Morandi. Protagonista dei suoi quadri è il silenzio, entro cui si ar-ticolano nature morte dalle tinte morbide e vellutate, ottenute tramite l’accostamen-to di pochi, semplici oggetti d’uso quoti-diano: barattoli, brocche, piccoli recipien-ti, tazzine. L’intero corpus morandiano è caratterizzato dalla natura morta. Com’è noto, l’artista amava lavorare nel proprio studio disponendo semplici oggetti su un piano per studiarne i volumi e gli effetti lu-ministici che pazientemente interpretava anche ad acquerello. Una sperimentazione che, dunque, nulla ha a che fare con una semplice operazione traspositiva del sog-getto, che al contrario viene reso parte di un complesso ordito lirico. Quelli di Moran-di sono acquerelli raramente coprenti, più frequentemente essenzializzanti, caratte-rizzati da una sintesi assoluta nel raggiun-gere quel limite raffigurativo oltre il quale si avrebbe un’aerea dissolvenza. E ancora, in altri lavori, una sintassi tonale dagli effetti visivi ed emozionali di altissima poesia, in cui il colore si spande sulla carta in “seg-menti” – se così possiamo dire – più o me-no “lunghi”.In seno alla mostra-evento allestita a Fer-rara in onore di Filippo De Pisis, città dove l’artista è nato, presso Palazzo dei Diamanti dal 12 marzo al 14 giugno 2006, alcuni dei quali di capitale rilievo per com-prendere l’iter del maestro, è stata inserita un’ampia sezione espressamente dedicata alle opere su carta, tra cui parecchi acque-relli. A mente ricordiamo un intenso scor-cio della capitale francese, che si riferisce, molto probabilmente, al periodo trascorso a Parigi dall’artista, intitolato Ponte sulla Senna, realizzato attraverso agili velature, si direbbe quasi in punta di pennello. Una ricca serie di nudi, spesso senza volto e quasi sempre distesi, una composizione floreale dal titolo alquanto singolare, Una

2. Cfr. Fondazione Gruppo Credito Valtellinese (a cura di), Aldo Raimondi. Il Re dell’acquerello. cit., p. 34.3. De Bono A. e Mafrice A., Dizionario Internazionale degli Acquerellisti, cit., p. 137.

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rosa sta buttando, con pennellate lunghe ed effetti vibranti4.Giovanni Boldini è il “poeta” della Belle Epoque. Questo pittore non ha rappre-sentato soltanto questa epoca, è parte di essa in quanto “cantore” per eccellenza. Boldini è un pittore eclettico, raffinato, che veste di spiritualità le sue figure. Le copri-va d’oro e d’argento, d’abiti sfavillanti e di gioielli degni di qualsiasi corte reale. E gio-cava amabilmente sulla trasparenza, sulla velatura (del colore e degli abiti), preferen-do alla posa, la non posa, la messa in luce del particolare, della dinamica astatica del corpo che si muove nello spazio, negli oli quanto nei godibilissimi acquerelli. Un’altra mostra antologica, ordinata a Moz-zecane, accogliente cittadina in provincia di Verona, presso i suggestivi spazi di Villa Vecelli Cavriani, ha permesso di ammirare la produzione di Giuseppe De Nittis, arti-sta pugliese dell’Ottocento dotato di gran-dissimo talento. Nato a Barletta, dopo un soggiorno a Firenze, dove entra in contatto con i “pittori della macchia”, si trasferisce a Parigi, dove espone persino al Salon. Nella capitale francese il nostro pittore riscuote ampi assensi e, dopo il non facile periodo bellico, gode di una certa tranquillità grazie ad importanti committenti. Qui conosce Léontine, moglie, modella e musa, ritratta spesso con indosso sfarzosi abiti che ci riconducono direttamente al-l’eleganza parigina dell’epoca. De Nittis la dipinge con grande trasporto, e la stessa Léontine che pare quasi “aiutarlo”, “sce-gliendo” con cura abiti e accessori: om-brelli, velette, cappelli, corpetti e strascichi, tanto che in queste composizione traspare ciò che gli organizzatori hanno acutamente evidenziato nel sottotitolo della rassegna, ovvero: “il fascino femminile tra arte e mo-da al tempo degli Impressionisti”. Tra i pezzi proposti c’è anche un magni-fico acquerello dal titolo Signora con bi-nocolo. Vale davvero la pena leggere uno stralcio della Scheda in catalogo riferita a questo quadro: «l’acquerello in questione è in questione è una sorta di studio per le singole figure, disposte su tre piani distin-

ti. Attrae l’attenzione per il costume: dai gentiluomini in tuba sullo sfondo alla dama in primo piano, che svela più d’un parti-colare. Il volto è incorniciato dal cappelli-no azzurro che contiene la chioma rama-ta, la parte superiore del vestito, resa con un corpo piuttosto denso, è caratterizzata dalla vita strettissima mentre, più sotto, la gonna vaporosa e iridescente s’accende di tocchi leggeri e luminosi. Vezzosa la po-sa: la signora pare colta durante una corsa all’ippodromo: le mani, avvolte dai lunghi guanti in raso, reggono il binocolo ed un diafano ombrellino…»5.

4.6. Naturalmente, viste le caratteristiche della pittura ad acqua, questa tecnica non poteva non attrarre i Macchiaioli toscani, che la sperimentarono con successo. Fra i lavori dei vari esponenti di questa corren-te, ricordiamo quelli di Giovanni Fattori e di Telemaco Signorini. Dipinte ad acque-rello sono, infatti, diverse vedute di Fattori della campagna toscana (oltre ai suoi cele-bri soldati francesi) e i brani paesaggistici di Signorini, altro illustre esponente della scuola della “macchia”. Un altro grande maestro dell’arte italia-na, Amedeo Modigliani, nato a Livorno e morto a Parigi, ha praticato alla pittura ad acqua. Nel 2002, a Milano, presso la Galleria Farsettiarte ricordiamo una mostra dedicata ai disegni e agli acquerelli del pit-tore: una trentina di lavori che testimonia-no efficacemente l’interesse, non certo ca-suale, di questo autore, celebre per le sug-gestive figure dal collo piuttosto allungato, frutto di una cristallina ispirazione, per la tecnica di cui stiamo discorrendo.Nel Veneto hanno operato con successo Luigi Nono e Alessandro Zezzos che si sono dedicati al ritratto anche con i colori ad acqua, raggiungendo ottimi risultati, e Achille Beltrame, celebre per le sue tavo-le a colori della Domenica del Corriere, e Ippolito Caffi. Di quest’ultimo pare asso-lutamente opportuno ricordare perlomeno le intense vedute di Roma, che presenta-no, in forma alquanto varia e originale, di-versi angoli della capitale.

4. Cfr. Pacelli M. L., De Pisis a Ferrara, catalogo della mostra, Ferrara Arte, Ferrara 2006, in part. pp. 193 – 215.5. Cfr. Chignola I. e Bertelli P. (a cura di), De Nittis. A Léontine, catalogo della mostra, Silvana Editoriale, Milano 2004, Scheda op. n. 23,

p. 183, siglata (p.b.).

di Lucia Bottini

Introdotto da Luigi Zucchero sabato 8 ottobre 2011 si è svolto un incontro in ricordo di Mario Uggeri.Il nostro socio Davide Parenti che gli è stato molto vicino, specialmente nei suoi ultimi anni, ci ha fatto rivivere la sua storia umana e artistica in maniera molto toccante.La presenza della signora Maria Rosa Tavazzani, presidente della Famiglia Artistica Milanese e di molti soci della stessa, antico sodalizio presso il quale Mario Uggeri ha fatto amare lo studio del “ ritratto e della figura” con grande maestria e umanità, ha contribuito al ricordo di questo Grande Maestro.Sono state proiettate una serie di foto (un ringraziamento al lavoro di Gilberto Vignola) di tanti suoi lavori eseguiti per le più varie pubblicazioni: Domenica Del Corriere, Salute, Famiglia Cristiana ed altre, che hanno dato la possibilità di conoscere la sua grande maestria nel disegno e nell’illustrazione a chi non l’ha conosciuto personalmente.Il nipote Lorenzo ha poi, con la sua presenza, arricchito il pomeriggio lasciandoci un grato ricordo di Mario.

In ricordoMario Uggeri

Una foto di Mario Uggeri, alcune delle sue innumerevoli opere ed il nipote.

Mail a Marta Scaringi 27 ottobre 2011Ciao carissima, “Queste righe per ribadire con forza quanto scritto dal socio Enio Toniato

nell’ultimo numero del giornalino e cioè che tutti i soci AIA hanno gli stessi titoli di merito.Quindi bisogna trovare il modo perchè tutti nell’arco dell’anno abbiano le stesse opportunità.Per una decisione democratica, secondo il mio parere, dovremmo ritrovarci in un’assemblea per raccogliere i vari suggerimenti e quindi arrivare a una decisione per votazione.In caso contrario, visto che l’AIA si ripromette di reclutare sempre più soci,

avremo sempre più persone deluse e magari qualche defezione.”Vorrei che questa proposta venisse pubblicata sul prossimo giornalino.

Un cordiale saluto a te e al direttivo.Franca

La posta dei soci

Mail a Franca Tessera 27 ottobre 2011Carissima Franca.Leggo con attenzione quanto da te scritto e mi permetto di rivolgerti alcune

precisazioni.L’argomento delle selezioni è stato da sempre vivacemente discusso in

associazione e, quando dico da sempre, mi riferisco dalla sua nascita. Il direttivo ha recentemente affrontato di nuovo l’argomento e è arrivato a una soluzione che riteniamo un giusto compromesso tra allargamento della partecipazione e scelta qualitativa. Abbiamo utilizzato come test, per la selezione di Verona, il nuovo metodo e il risultato ci sembra soddisfacente. A breve tutti i soci riceveranno le regole di selezione del nuovo metodo. Ovviamente tutto è migliorabile. Tu scrivi che bisogna trovare il modo per dare a tutti ogni anno l’opportunità

di partecipare, sono d’accordo ma oltre alla Giornata Mondiale dell’Acquerello in sede, dove tutti hanno la possibilità di esporre dovremmo trovare una sede esterna con spazio per 150 opere, cosa non facile ma anche probabilmente a pagamento.Discutere il problema in assemblea è possibile, alla condizione che si presentino

alcune soluzioni praticabili da mettere ai voti altrimenti si rischia di discutere per ore senza arrivare a una conclusione. Se tu hai una soluzione praticabile da proporre, esprimila, verrà sicuramente valutata dai soci.Ultima precisazione, l’AIA non è alla ricerca di nuovi soci ma esattamente il

contrario nel senso che diversi acquerellisti ambiscono a inserirsi in quanto ritengono l’AIA una Associazione di sicuro prestigio personale.Attendo un tuo commento così da poter pubblicare sulla nostra rivista

l’argomento.Un cordialissimo saluto

Giovanni Carabelli

Mail a Giovanni Carabelli 28 ottobre 2011Carissimo Giovanni,

mentre resto in attesa di conoscere il nuovo metodo adottato di selezione per la mostra di Verona io ti comunico il mio pensiero o proposta che dir si voglia.Io parto dal presupposto che abbiamo tutti lo stesso titolo di merito e quindi non

ci dovrebbero essere selezioni di nessun tipo.Poichè per ogni mostra il numero di acquarelli richiesto è inferiore ai

partecipanti mi pare che la soluzione migliore sia il sorteggio a rotazione: chi è stato sorteggiato per la 1° mostra non si presenterà alla 2° e così via, in questo modo nell’arco dell’anno penso che tutti riescano ad essere presenti ad una manifestazione e ci saranno meno scontenti.Alle manifestazioni internazionali il sorteggio coinvolgerà invece tutti i

partecipanti.Io ho espresso il mio pensiero..

Un cordiale saluto.Franca Tessera

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Belgioioso

L’ Amministrazione Comunale del Comune di Belgioioso, ha espresso il desiderio di poter trattenere alcuni dei dipinti che hanno partecipato all’esposizione. Ringraziamo i soci che gentilmente hanno aderito alla richiesta.

Toniato

Baini

Perucchini

Clagnan

Lattanzi

Borgarelli

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Giornata mondiale dell’acquerelloAlcune immagini della giornata mondiale dell’acquerello che si è tenuta il 3 ed il 4 dicembre scorsi in via Ciardi

Via Ciardi n° 2520148 Milanotel. 0295380382www.acquerello-aia.it