Ai miei genitori - boa.unimib.it · La trasposizione didattica: i limiti della trasformazione del...
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INDICE
Introduzione
CapitoloPrimoLasimulazioneincarnata:tradidatticaenarratologia1.1Lebasipredicativedelladefinizionedisimulazioneincarnata 111.2Icaratteridelprocessodiinsegnamento/apprendimento:contestualità, 15interattività,riflessività
CapitoloSecondoLatrasposizionedidattica:ilimitidellatrasformazionedelsapere2.1Ilprocessoditrasposizionedidattica:dalsaperesapientealsaperedainsegnare 192.2Ilcarattereartificialedellatrasposizionedidattica:icriteridilegittimità 21epertinenza2.3Artificialità/finzionalitàeimitazione/simulazione:nuovicriteridiintegrazione 25trasaperesapienteesaperedainsegnare2.4Ilricorsoallapragmaticalinguistica:lapertinenzacomecriterioper 29ilsuperamentodeilimititraspositivi2.5Ivantaggidellatrasposizionedidatticanarrativa:replicabilitàdel 31contestoesignificativitàinternadelsapere
CapitoloTerzoLasimulazioneincarnatacomemediatoreimmersivo3.1Lefunzioniconoscitivedellasimulazionenarrativa 353.2Lafunzionediastrazionenelprocessodicostruzionedinarrazionifinzionali 373.3Conoscenzasociale,intenzionalitàefinzione:itretratticomunidella 40simulazioneincarnataconilprocessoditrasposizonedidattica3.4Ilruolodelleesperienzenell'attivazionedellasimulazioneincarnata: 43versounmediatoredidatticoimmersivo3.5Consciousnessenactmenteconsciousnessattribution: 46unaduplicerelazionetralettore/ascoltatoreepersonaggio3.6Unaprimasintesidelruolotraspositivodellasimulazioneincarnata 50
CapitoloQuartoMetodologiadellaricercatore4.1Posizionamentodelproblemaerilevanzadellaricerca 524.2Filosofiaedepistemologiadellaricerca 534.3Dallaricerca‐azioneallaricerca‐formazionecomestrategiadiricerca4.4Illaboratoriodiprogettazionedidatticacomedispositivoformativoperpromuovere 56lariflessioneanticipatoria4.4.1IlaboratoridipraticariflessivadiMortarielascritturafinzionale 594.4.2Glischemid'azioneerepertoridiMagnoler 63
3
4.5Ildisegnodiricerca 604.5.1Versolacostruzionedell'ipotesi:lasimulazioneincarnata,dadispositivodi 63apprendimentoastrategiaditrasposizionedidattica 674.5.2Obiettiviedomandadiricerca 694.5.3LefasieglistrumentidellaR‐F 704.6Sistemadicategorieeprocessodianalisidelleinterviste 724.6.1Categoriedidatticheecategorienarrativa:criticitàevantaggieuristici 754.6.2Esemplificazioneedenotazione:differenzareferenziale 774.6.3Categorieedescrittorididattici 794.6.4Categorieedescrittorinarrativi 814.6.5IlprincipiodiProteo:ilrapportotracategoriedidatticheecategorienarrative 844.4.6Procedimentodianalisi 854.6.7Esempiodischemadianalisidellecategorie 86
CapitoloQuintoRisultati5.1Primafase:leintervistesemi‐strutturate 935.2Secondafase:illaboratoriodiprogettazionedidattica 965.2.1Ilpercorsosull'apparatodigerente
Analisiintra‐categoriale Analisiinter‐categoriale5.2.2IlpercorsosuMartinLuteroelariformaprotestante 125
Analisiintra‐categoriale Analisiinter‐categoriale5.2.3IlpercorsosullaFranciadiLuigiXVeglialboridelpensieroilluminista 138 Analisiintra‐categoriale Analisiinter‐categoriale
Conclusioni 165
Bibliografia 175
Allegati 185
4
INTRODUZIONE
Lapresentericercasiinseriscenellacornicedistudiriguardanteidispositividiformazione
degliinsegnantie,inparticolare,fariferimentoall'areadiindaginerecentementesviluppatasi
intorno alle metodologie simulative e previsionali rivolte allo sviluppo di competenze di
progettazionedidattica.All'internodiuncontestoscolasticosecondariodiIgrado,illavorosi
èarticolatoinunaricerca‐formazionecondottacondueinsegnantididiversediscipline,unadi
ambito storico‐letterario, l'altra di area scientifico‐matematica, e strutturata in una serie
ricorsiva di laboratori di progettazione didattica finalizzati alla costruzione di racconti
finzionaliperlosviluppodiapprendimenticurricolari(StoriaeScienze).Talelaboratorioha
avuto come duplice obiettivo la promozione, negli insegnanti partecipanti al percorso di
ricerca, di una riflessività nell'azione professionale rivolta alla costruzione di mediatori
didatticiditipoimmersivoe,alcontempo,perilricercatore,l'individuazionediregolaritànel
processoditrasposizionedidatticamessoinattoattraversostrategienarrativedefinito,per
questaragione,conilterminedi“narrativizzazionedelsapere”.
Il raccordodellecomponenti letterarieefinzionali conlamatricepedagogico‐didatticadel
lavorohafavoritol'elaborazionediconfigurazioneinediteneldispositivodiformazionedegli
insegnanti,soprattuttorispettoaglistrumentididocumentazionedellapraticaediattivazione
diprocessiriflessivi.Inoltre,haconsentitodioffrireuncampodisperimentazioneempiricaal
fenomenodellasimulazioneincarnata,individuatoinambitoneuroscientifico(Gallese,2005)
eesaminatoteoreticamentedaglistudiletterarienarratologici(Caracciolo,2014),maprivodi
occorrenzesignificativenellericercadiareadidattica.
Lapresentericerca trovaoriginepropriodagli studi narratologicoe di teoria letteraria e,
primaancora,dall'esperienzadelricercatorenell'ambitodellaformazioneletterariadeifuturi
insegnanti(laboratoridiletteraturaitalianaedidatticadellaletteraturapressocorsidilaura
diScienzedellaFormazionePrimaria).Sonoquestesperimentazionidipratichenarrative–
letture collettive, scrittura di gruppo e individuale, analisi dei testi, discussione e
interpretazioni di gruppo – che hanno generato una prima esplorazione di molte delle
questionilegatealrapportotraesperienzafinzionaleeapprendimentoimmersivochehanno
portato alla costruzione di un'ipotesi riguardante la funzione documentativa, simulativa e
prefigurativadeiprocessinarratividisimulazioneincarnata.Accantoaquesteesperienze,un
impulsoparticolareatalelineadiindagineègiuntodalconfrontoconunaseriedirecenti
lavori di ambitodidattico, inparticolare, Didattica Enattiva (Rossi, 2011)e Neurodidattica
6
(Rivotella, 2012), che hanno consentito un più proficuo avvicinamento tra le due aree
disciplinari – letteraria e pedagogico‐didattica – grazie alla presenza di un piano
epistemologicocomunechetrovariferimentonell'approccioenattivistaallaconoscenzaenel
legameconglistudidelleneuroscienze,inparticolarequelleditipocognitivista,sullanatura
corporea della cognizione e sul funzionamento dei meccanismi non rappresentazionali di
comprensionedell'azione. Èinquestafasecheharicevutounapiùdefinitastrutturazione
l'ideadidedicareillavorodiricercaall'esperienzadisimulazioneincarnata,lacuigenesisi
deve agli studi di Gallese, Rizzolatti e Sinigaglia sui neuroni specchio e sulla natura dei
processi di cognizione (1996; 2005) e a quelli successivi di ambito narratologico
(Wojciehowski,Gallese2011;Caracciolo,2014).
Nel presente lavoro di indagine l'esperienza di simulazione incarnata è assunta come
fenomeno a cui rivolgere l'indagine teoretica, l'ambito empirico‐didattico entro il quale
osservarne il funzionamento e individuarne le potenzialità nel processo di
insegnamento/apprendimentoèprogressivamentecambiato,passandodaquellolegatoalla
promozione di apprendimenti disciplinari degli studenti a quello, circoscritto alla
progettazione didattica degli insegnanti e riguardante il valore traspositivo – e di
narrativizzazione–dellepratichediscritturafinzionale. Inparticolare,sièrivelatocruciale
l'approfondimento di alcuni aspetti specifici della simulazione incarnata che trovano
un'interessanteanalogiaconlariflessionesullestrategieesuglistrumentididocumentazione
(Mortari,2009)edianalisidellapraticadidattica(Altet,2002),conparticolareriferimentoa
quelleditiponarrativofinalizzatearicostruirelariccaretedivariabiliinoperanellapratica
didatticaechesi propongonodirenderevisibiletaleprocesso“incarneedossa, inmodo
tridimensionale” (Nigris, 2010). A partire dalla considerazione di questi elementi, la più
recentepartecipazionedelricercatoreaprogetti diricerca‐azioneericerca‐formazione, ha
consentitodidefinireconmaggioredettagliolaspecificitàdidatticadellefunzioniimmerisive
della simulazione incarnata e a tracciare un interessante connessione con due recenti
contributi che hanno proposto una rilettura dei processi di progettazione didattica:
Insegnamento come scienza della progettazione di Diana Laurillard e La Previsione.
Neuroscienze,apprendimento,didatticadiPierCesareRivoltella.
Lamancanzadiunaadeguataelaborazioneteoricadellepratichedisimulazioneincarnatain
contestidiinsegnamento‐apprendimentoharichiestounlavoroditipodefinitorioorientatoin
duedirezioni:daunlato,adunesercizioteoreticoingradomettereinconnessioneidiversi
pianicategorialiutilizzatinelladefinizionedisimulazioneincarnata;dall'altro,adunapratica
7
descrittivadelfenomeno,funzionaleadunaesplorazionemultidimensionaleinuncontesto
ineditoefinalizzatoallosviluppoprofessionaledegliinsegnanti.Ilterminemultidimensionale
è accostato da Altet (2002) ad una prospettiva di ricerca sui processi di
insegnamento/apprendimento che incrocia sguardi disciplinari complementari al fine di
“descrivere le differenti dimensioni della pratica nella loro specificità e di comprenderne
l'articolazionee il funzionamento”. Per questa ragione nella presente ricerca si è ritenuto
necessarioutilizzareundoppiosguardodisciplinarenell'esplorazionedelfenomeno:quello
dellapratica, propriodegli insegnanti, rivoltoasperimentareecomprenderei meccanismi
simulativieprefigurativiattivatidallaprogettazionedidatticaallestitaattraversostrumenti
narratividitipofinzionale;quellodellateoria,capacedianalizzareidatiempiriciapartireda
categorizzazioni proprie della didattica (in particolare della teoria della trasposizione
didattica)e,parallelamente,deglistudinarratologici,eingradodicontribuirealladescrizione
delprocessodinarrativizzazionedelsaperemessoinattodagliinsegnanti.
In sintesi, il lavorodi ricerca si caratterizza per unapproccio di tipoqualitativo e per la
presenza di un marcato carattere esplorativo (Lumbelli, 1984), inteso sia comemomento
preliminarediunpiàampiodisegnodiricerca,destinatoafornireunadescrizioneiniziale
delle variabili in opera, sia come approccio descrittivo alla ricerca (Mantovani, 1998),
finalizzatoallacomprensionediunaspecificasituazionedidatticaeadun'analisidettagliata
dellenumerosevariabilipresentineiprocessiditrasposizionedidatticaditiponarrativo.
Ilcapitoloinizialedelpresentelavoroèdestinatoaoffrireunacaratterizzazionedefinitoria
delfenomenodellasimulazioneincarnata,inriferimentotantoaiprocessidiapprendimento
propri degli studenti, quanto alla funzione svolta nelle diverse fasi della progettazione
didatticaetrasposizionedidattica.Il capitolosuccessivoproseguelariflessioneavviatanel
primocapitolo e fornisce un approfondimento rispetto alle potenzialità della simulazione
incarnata e delle strategie di scrittura finzionale nel superare i limiti dei processi di
trasposizione del sapere, messi in rilievo dai diversi studiosi che hanno teorizzato la
trasposizione didattica (Chevallard, 1985; Martinand, 1986): artificialità e mancanza di
legittimitàdelsapere.Ilcapitoloterzosiconcentrasulladescrizionedelruolodimediatore
immersivo della simulazione incarnata e sull'esplorazione delle componenti percettive e
senso‐motoriechefavorisconoprocessiconoscitividurantelaletturael'ascoltonarrativodi
tipo non rappresentazionale. Il capitolo quarto è invece rivolto a illustrare l'impianto
metodologicodellaricerca,ilquadrodiriferimentoentroilqualeècollocata,lasceltadella
dellaricerca‐formazionecomestrategiadiricercaeapresentareglistrumentidianalisiele
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categorieindividuateperillavorosuidatidiricerca.Siprovvedeinoltreadapprofondirela
strutturametodologiadeilaboratoridiprogettazionedidatticaattraversounconfrontoconi
laboratori di pratica riflessiva teorizzati da Mortari (2009) e con le considerazione di
Magnoler(2011)intornoaidispositivichefacilitanounosguardoriflessivodurantelefasidi
progettazione didattica degli insegnanti. Il capitolo quinto, infine, presenta i risultati del
processodianalisi,dettagliatoperciascunodeitrepercorsididatticirealizzati–ilpercorso
sull'apparatodigerente;ilpercorsosuMartinLuteroelariformaprotestante;ilpercorsosulla
FranciadiLuigiXVeglialboridelpensieroilluminista–erealizzatoattraversol'utilizzodi7
categorie: 3 di matrice didattica, focalizzate sull'individuazione delle variabili attive nel
processoditrasposizionedelsapere;3dimatricenarrativa,volteaidentificarelaspecificità
delprocessodinarrativizzazionedelsaperenelpassaggiodasaperesapienteasapereda
insegnante; una categoria, trasversale a quelle didattiche e narrative, relativa ai processi
simulativieprefiguratiattivatidagliinsegnanti.
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CAPITOLOPRIMO
LASIMULAZIONEINCARNATA:TRADIDATTICAENARRATOLOGIA
Lapresentericercanasceconl'obiettivodiesplorarelepotenzialitàdidattichediunaseriedi
fenomenicheglistudinarrativi,nonsolodiambitoletterario,hannoindividuatoconilnome
di'simulazioneincarnata'.Piùnellospecifico,illavorosiproponediindagaretalifenomeninel
loro effettivo accadimento all'interno di uno specifico contesto formativo (Laboratori di
ProgettazioneDidattica)allestitoassiemeadueinsegnantidiambitidisciplinaridifferentiin
serviziopressounaclassesecondadi unascuolasecondariadiIgrado.Lasceltadiquesto
specifico contesto didattico risiede, come si vedrà a breve, nel particolare legame che la
simulazione incarnata intrattiene con due elementi caratterizzanti la professionalità degli
insegnanti:lacomprensioneeconcettualizzazionedell'azione;l'analisideifattoriintenzionali
adessacorrelati.Inbreve,dunque,èpossibileindividuareunadoppiafinalitàdellapresente
ricercariguardante,perunverso,losviluppoprofessionaledegliinsegnantie,perl'altro,il
contributoallaricercaaccademicadiambitodidattico.
Inprimoluogoerispettoalprimoambito,ilpresentelavorointendefavorireunamigliore
conoscenzanellaprogettazioneenell'usodimediatorididatticiditiponarrativonellapratica
didatticadeidueinsegnanticoinvolti.Insecondoluogoeinrelazioneallaricercaaccademica,
lafinalitàdellaricercaèquelladicontribuireallostudiodeiprocessiprefigurativiesimulativi
in attonella progettazionedidatticaattraverso la descrizionedelle azioni di trasposizione
didatticamesseinattodaidueinsegnantiall'internodiuncontestoformativo(Laboratoriodi
ProgettazioneDidattica)finalizzatoallacostruzionediunmediatorenarrativo(unraccontoda
leggereinaula).
Le finalità ora descritte costituiscono i nuclei organizzatori delle scelte metodologiche
compiuteechesarannoapprofonditenelterzocapitolo:1 l'adesioneadunepistemologiadi
ricerca naturalistica; l'adozione di una filosofia della ricerca di tipo partecipativo e, in
particolare, di un modello partecipativo di ricerca‐formazione; l'utilizzo della strategia di
ricerca dello studio di caso e, nello specifico, della variante codificata con il termine di
interpretative case study; la scelta del metodo di ricerca dell'analisi tematica; l'utilizzo di
tecniche di indagine formalizzate, quali l'intervista in profondità, la video‐registrazione e
audio‐registrazione,edistrumentidiraccoltadatipropridelcontestodidatticodiriferimento
1 Come verrà di seguito esplicitato le scelte terminologiche e le correlate opzioni di ordine teorico‐epistemologicofannoriferimentoallaschematizzazionepropostadaMortari(2007).
10
(prodottinarratividegliinsegnantiedeglistudenti).
1.1Lebasipredicativedelladefinizionedisimulazioneincarnata
Comeappenaaffermato,ladefinizionedell'oggettodistudio–lasimulazioneincarnata–non
è circoscritta ad un unico ambito di ricerca, ma si struttura dall'incontro di tre campi
disciplinari diversi e complementari: per un verso, quello degli studi narratologici che
circoscrivonotaleoggettonellasuadimensionediscorsivaefannodell'analisidelleinterazioni
traformeefunzioninarrativeilproprioapprocciometodologicodiriferimento(Caracciolo,
2014,Herman,2007,Sternberg,1992);perunaltro,ilcampodelleneuroscienzeedellateoria
dellaconoscenzadimatriceenattivistacheconsideranolasimulazioneincarnataunamodalità
conoscitiva che mette in relazione percezione e azione senza la mediazione di processi
cognitivi più sofisticati e che, conseguentemente, favorisce l'emergere di processi di
prefigurazione e di orientamento dell'azione di tipo non rappresentazionale (Nöe, 2004;
Rizzolatietal.2002;Gallese,2005);infine,glistudididatticiche,direcente,sisonosoffermati
a definire le potenzialità formative della simulazione, ora in relazione alle strategie di
progettazionedidattica messe in attodagli insegnanti laddovenecessitanodi anticiparee
prevedereglieffettidelleloroscelte,orainrapportoallatrasposizionedidatticaealruolodi
mediazionetrasapereda insegnareesapereinsegnatochevieneassuntodallasimulazione
comemediatoreditipoimmersivo(Rossi2011,Rivotella,2012).
I tre campi considerati contribuiscono alla composizione di una definizione
multidimensionaledell'oggettochesièintesoesplorareall'internodiunambitoconoscitivodi
tipodidattico.Primadidelinearei rapporticontalecontestodiapplicazione,èopportuno
considerarealcunielementidelladefinizionedeifenomenioggettodistudio.
1) La simulazione incarnata è un'esperienza cognitiva e corporea caratterizzata da
un'attivazionepercettivaesenso‐motoriadelsoggetto, finalizzataallacomprensione
dellealtrui azionie intenzioni e resapossibile dagli effetti generati dall'interazione
dialogicadiunaseriedistrategiedicomposizionenarrativa(focalizzazioneinterna;
granularità) con i vissuti e l'immaginario culturale di colui che partecipa a tale
esperienzacomelettore/ascoltatoreeconilcontestoallestitoperlasuarealizzazione.
Gliaspettidimaggioresignificativitàdelladefinizioneappenariportatasonoriferibilialledue
11
seguenti questioni2: il rapporto tra strategie narrative e gli effetti nel lettore/ascoltatore
nell'esperienza di simulazione incarnata; la qualità percettiva e senso‐motoria di tale
esperienza.
Rapportotrastrategienarrativeedeffettinell'esperienzadilettura/ascolto
Postochel'obiettivodellapresentericercaèquellodidescriverelefunzioniedesplorarele
potenzialità della simulazioneincarnatacomestrategiadi trasposizionedidattica, si rende
necessarioconsiderareanaliticamenteunatripliceseriedielementicheverrannodiseguito
messiinrelazioneconladefinizioneappenariportata:
a)lesceltecompositivecompiutedagliinsegnanti:qualistrategiediscorsiveutilizzano
gliinsegnantinellacostruzionedelmediatoredidatticonarrativo?Qualisceltenarrative
compiono?
b) la relazione tra scelte discorsive e funzioni didattiche: quali obiettivi di
apprendimentosiintendonopromuovere?cherelazioneintrattengonotaliobiettivicon
lestrategiediscorsivemesseinatto?Qualiprocessiconoscitivisiintendonofavorire?
c)glieffettidellacostruzionediunmediatoredidatticonelprocessoditrasposizione
didatticamessoinattodagliinsegnanti:qualiprocessivengonoattivatidagliinsegnanti
pertrasporreilsaperesapienteinsaperedainsegnare?Inchemodovieneprefigurata
l'azione didattica? Comevengonocompiute tali scelte? Secondoquali criteri? In che
modoèmessainattolatrasformazionedelsaperesapienteinsaperedainsegnare?
2 Lapropostadefinitoriariportataèstataelaboratainrelazioneaduedefinizionidisimulazioneincarnataforniteneidueambitidisciplinaricuisièfattoriferimento.LaprimaètrattadauncontributodiGalleseeSinigaglia(2011,p.1)incuisiargomentainfavoredellafunzioneconoscitivaditiposocialedellasimulazioneincarnataattraversol'illustrazionedeimeccanismineuronalidiattribuzionedistatimentalieintenzionaliproprisualtri.Iduestudiosifornisconounadefinizionedisimulazioneincarnatainrelazionealconcettodiembodiedcognition:“Embodiedcognitionisanotionthatusuallymeansthatmanyfeaturesofcognitionarecausallyorevenconstitutivelyrelatedtothephysicalbodyandthebodilyactionsofanagent.Simulationisafunctionalprocessthatpossessesacertainrepresentationalcontent,typicallyfocusingonpossiblestatesofits target object. Motor control theory characterizes simulation as the mechanismemployedby forwardmodels to predict thesensoryconsequencesof impendingactions”. LasecondaèpropostadaCaracciolo(2014,p.102)inrelazioneall'esperienzanarrativadellettorenell'attodilettura:“Readersrunanembodiedsimulationofthiscircularmotion,enactingthemovementsthatwouldberequiredtoperceiveasimilarscenebyreactivatingpastexperientialtraces(…)Readerscanenactnarrativespacebysimulatingahypotheticalperceptual experience, even in the absence of fictional characters to which they could attribute thatexperience”.
12
Ifenomeniacuisièfattoorariferimentoappartengonoainsiemicategorialidifferentiche
però,inquestasede,siintendonoavvicinareconl'obiettivodiindividuareunmedesimopiano
categoriale di tipo didattico. Differenti sono gli insiemi perché differenti sono le basi
predicativechelidefiniscono:nelprimocasoilriferimentopredicativoèildiscorso,inteso
come interazione tra il livello sintattico‐testuale e quello semantico e pragmatico della
narrazione:ifenomeniosservatisonopertantodiordinetestuale(lasceltadelnarratore;la
sceltadelpuntodivista;lacategorizzazionedeipersonaggi,ladescrizionedegliambienti,la
selezione degli eventi); nel secondo caso il riferimento predicativo è rappresentato dalle
funzioni che raccordano gli elementi discorsivi appena enunciati agli effetti attesi
nell'esperienzadisimulazioneincarnatamessainattodaglistudenti(iprocessiinterpretativi
messiinattodaglistudentinelmomentodell'ascoltodelracconto);ilterzosiriferisceaduna
base predicativa cognitiva dal momento che insiste sui processi compiuti dagli insegnanti
durantelaprogettazionedeimediatorididatticinarrativi.
Ladifferenziazionedellebasipredicative risponde,inparte,aidiversipianifenomenicicui
fannoriferimentogliambitidisciplinaricheinquestasedesiconsideranonelladefinizionedei
processidaindagare,siateoreticamentecheempiricamente.Ilnodoproblematicocheemerge
èpertantodiordinelessicaleancorprimachemetodologicoesiriferisce,insensopiùampio,
aciòcheperCardarello(2015,p.3)“appareprimadituttocomeallineamentolinguistico,
relativoaimodiincuisidescrivonoesiconcettualizzanoglieventididattici”.Sostenere“chele
categorie di analisi specificheper descrivere i fenomeni didattici sonociò chequalifica la
ricerca didattica” (Cardarello, 2015) significa considerare criticamente l'influenza delle
opzioniteorichesullesceltemetodologichechestrutturanoillavorodiricercaempirico.In
ragione di tali fattori di criticità la presente ricerca si propone di individuare un piano
categorialecomuneconcuiosservareil fenomenooggettodiindaginealfinedielaborare,
nellafasediprogettazionedellaricercaempiricaenellasuccessivafasedianalisideidati,
dellecategorieinterpretativeefficacirispettoataliobiettiviedepistemologicamentefondate.
Qualitàpercettivaesenso‐motoriadell'esperienzadisimulazioneincarnata
Il secondo elemento della definizione proposta riguarda la peculiarità del carattere
conoscitivodellasimulazioneincarnata.Laqualitàpercettivaesenso‐motoriaconcuièstata
definita questaesperienzacostituisce l'elementodi maggiorrilievodidatticopoiché, come
affermano gli studi delle neuroscienze e le nuove prospettive di indagine narratologica
(Embodiednarratology),èattraversotaleparticolaremodalitàconoscitivachelasimulazione
13
incarnatafavorisceunaefficacecomprensionedelleazionieintenzionideisoggetticoinvolti.
L'ipotesichesiintendeseguirenelpresentelavorodiricercafariferimentoallaprospettivadi
studio enattivista sulla conoscenza (Holton 2010; Gallagher & Hutto 2008) risiede nella
definizione dell'esperienza di simulazione incarnata in termini non rappresentazionali.
Secondotaleconcezionelamodalitàconoscitivadell'esperienzadisimulazioneincarnatanon
presupponecheillettore/ascoltatoreidentifichimedianteunarappresentazionementalela
situazionenarrativaconcuièentrainrelazione,mapiuttostocherispondaadessaalivello
percettivoesenso‐motorio,attivandocioènelleareeneuronalideputatealcontrollomotorioe
sensoriale. Piùinparticolare, nella prospettivachesi èsceltodi adottare, si definiscetale
esperienza more‐than‐representational (Caracciolo, 2014), giacché interagiscono processi
corporeiesensibilieaspettilegatialleconoscenzepregressedellettore/ascoltatore.Ifattori
rappresentazionali nonvengonopertantoeliminati, maintegrati inunsistemaincui sono
subordinatiadaltrilivellicognitivi.
Poste tali premesse, occorre interrogarsi sull'elaborazionedi strumenti di osservazione in
gradodirilevareefficacementetalifenomenineicontestididatticiincuisièsceltodioperare.
Nellericerchediambitonarrativo‐letterario,checonsempremaggiorefrequenzanell'ultimo
decennio si sono orientate allo studio dell'esperienza incarnata di lettura, i fenomeni
percettiviesenso‐motorisonoconsideratisoloinrelazioneallalorodimensionediscorsivae
quindi mediante un meccanismo di astrazione dell'esperienza empirica che consente di
postulare un lettore/ascoltatore ideale; in questo modo, controllando tale variabile e
annullando,diconseguenza,levariabiliditipocontestuale,èpossibilepertalistudiesaminare
con estremo rigore analitico gli aspetti discorsivi. Anche in ambito neuro‐scientifico le
metodologie di indagine rivolte allo studio dell'esperienza di simulazione incarnata sono
elaboratesenzalaconsiderazionedeifattoricontestualidalmomentochetaliricerchesono
condotteall'internodisituazionidisperimentazionelaboratorialeeconl'usoditecnologieche
consentonolamappaturadelleareecerebralistimolatenelcorsodell'esperienzadiascoltoo
letturanarrativa.Nellaricercadidattica,tantonellavorocongliinsegnanti,quantoconquello
in classe con gli studenti, occorre fare riferimento ad altri piani categoriali – non più il
discorsoverbaledellanarratologiaelamappaturacerebraledelleneuroscienze–ediventa
pertantoessenzialedisporredistrumentidiraccoltadaticheriescanoacoglieresiaitrattipiù
marcatamentesensorialiecorporeidell'esperienzadisimulazioneincarnata,siaiprocessidi
verbalizzazione che ricostruiscono gli aspetti percettivi e senso‐motori e testimoniano i
meccanismi di comprensione dell'azione e delle intenzioni. In altre parole, occorrono
14
strumenti che riescano a restituire il vissuto esperienziale dei soggetti coinvolti – gli
insegnanti nel processodi trasposizione didattica – e, contemporaneamente, i processi di
attribuzionedisignificatocompiuti–laconsiderazionedegliinsegnantideiprodottinarrativi
realizzatiinrelazioneagliobiettivididattici.
1.2 I caratteri del processo di insegnamento/apprendimento: contestualità,
interattività,riflessività
Accanto alla definizione di 'simulazione incarnata' fornita nel precedente paragrafo, si
proponeoraunasecondadefinizionerelativaalprocessodiapprendimento/insegnamento.È
utileconsideraretaledefinizionealfinedicontinuareilprogressivoavvicinamentodeidue
ambitidisciplinaricuicisiriferisce:narratologiaedidattica.
2) Definiamo il processo di insegnamento‐apprendimento messo in opera durante la
praticainsegnantecomeun“processointerattivosituato”.Questoprocessosiriferisce
adunasituazionespecificaall'internodellaqualeinteragisconodegliattorispecifici–
uninsegnante, degli studenti – dei campidifferenti – quello della comunicazionee
quellodeisaperi–chemettonoingiocoleduedimensionichecompongonoillavoro
insegnante–ladimensioneinterattivadellacomunicazioneeladimensionefinalizzata
dell'apprendimento.3
LadefinizionefornitadaMargueriteAltetindividuaalmenotreaspettichecaratterizzanoin
maniera marcata i fenomeni su cui rivolgere l'attenzione: la contestualità della situazione
didattica considerata; la centralità delle interazioni tra insegnante e studenti; gli aspetti
riflessividiattribuzionedisignificatoalleazionieinterazioni.Siconsiderinooraneldettaglio.
a)Contestualitàcomecondizionedipossibilitàdellasimulazioneincarnata
Lacomprensionedeifenomeniricondottiprimasottol'etichettadi'simulazioneincarnata'è
orastrettamentevincolataallaspecificitàdelcontestodiinsegnamento‐apprendimentoincui
essitrovanorealizzazione.Ilpresuppostoontologicopropriodientrambeledefinizioni,eche
3 SiriportadiseguitoiltestooriginalediAltet(2002,p.86):“Nousdéfinissonsleprocessusenseignement‐apprentissagemisenœuvredanslapratiqueenseignantecomme«unprocessusinteractifsitué.Ceprocessusrenvoieàunesituationsingulièreauseindelaquelleinteragissentdesacteurssinguliers–unenseignant,desapprenants–,deschampsdifférents–celuidelacommunicationetceluidessavoirs–quimettentenjeulesdeux dimensions composant le travail enseignant – la dimension interactive de la communication et ladimensionfinaliséedel’apprentissage”.
15
dipende da una analoga matrice costruttivista, si riferisce alla dimensione intimamente
contestualedell'esperienzadisimulazioneincarnata,sianellasuadeclinazioneprogettuale,
relativa all'attività compositiva degli insegnanti, sia nella versione performativa, letta e
ascoltata dagli studenti. Coerentemente, diviene necessario in questa sede considerare
programmaticamente lecondizioni contestuali del fenomenocosì dacoglieregli aspetti di
maggiorerilevanza.Daunpuntodivistaepistemologicoladefinizionepropostasuggerisce
pertantolanecessitàdiadottareunosguardo,teoreticoemetodologico,capacediassumere
taleorientamentoparticolaristicoedefinibilecongliattributi'descrittivo'e'pragmatico':per
unverso,taleorientamentocorrispondeadunapprocciodiricercaditipofenomenologicoche
esplora l'oggettonel suomanifestarsi contestuale; per unaltro, si intendeche i fenomeni
oggettodiconsiderazionenonsonoosservabiliindipendentementedaglieffettigeneratinella
prassi. In sintesi, il carattere situato con cui si è scelto di definire il processo di
insegnamento/apprendimentorichiedeunaccuratoprocessodiindividuazioneedescrizione
dellevariabilididattichecheentranoingioconellesituazioniconsiderateepertantolascelta
di strategiedi ricercae di metodi di ricerca in gradodi rispondereadeguatamentea tale
esigenza.
b)Centralitàdelleinterazionitrainsegnanteestudenti
La definizione (2) pone come condizione di possibilità del processo di
insegnamento/apprendimento la qualità delle interazioni tra insegnante e studenti.
All'internodellarelazioneternariainsegnante‐sapere‐studentechesidiscuterànelprossimo
capitolo è ora attribuita unaparticolareprioritàal rapporto insegnante‐studente, fondato,
comeriportalastessaAltet(2002,p.87),sulprincipioperilquale“sonoletrameinterazionali
conglistudenticheguidanolalogicadellosvolgimentodeglieventiinclasse”(Tardif,Lessard,
1999). Per dirla con le parole di Rossi (2012) “la didattica si concentra sull'analisi delle
pratichequotidiane,sullemicro‐regolazionicheildocenteattuaincontesto”,lequali,dunque,
assumonounaparticolarecentralitàtantonell'analisidellepratichedidattichequantonella
costruzionedellaprofessionalitàdell'insegnante;docenteche,diconseguenza,èsìchiamato
“aconoscereteorieeprincipi,malacompetenzaprincipaleconsisteproprionellaregolazione,
ovvero nella predisposizione di ambienti coerenti con la situazione didattica (prima
dell'azione)e nella flessibilità in itinere(durante l'azione)”. La riflessionedi Rossi aiutaa
esaminare la dimensione interazionale insegnante‐studente all'interno di una più ampia
considerazionedellaprofessionalitàdocente,definita,inchiaveenattivistaeindiscontinuità
16
con i modelli deterministi e istruttivisti, a partire dalla capacità di progettare e guidare
l'azione didattica e che si qualifica pertanto “come una continua regolazione, più che
un'applicazionediprincipi”.
Una siffatta caratterizzazione del processo di insegnamento/apprendimento e della
professionalità docente, unitamenteall'obiettivodi sperimentare la 'simulazioneincarnata'
nell'attività di progettazione didattica, orienta la presente ricerca in alcune direzioni
specifichecheoraoccorreesaminare:inprimoluogosuggeriscelaselezionedistrategiedi
ricercacheconsentanodidescrivereaccuratamentelaprocessualitàdell'azionedidatticaedi
considerarelamolteplicitàdivariabilididatticheingioconelfenomenooggettodiindagine(la
sceltadeinucleiconcettualidelladisciplina;ilraccordoconleconoscenzeelepre‐conoscenze
degli studenti, il legame con i vissuti degli studenti; l'anticipazione delle domande degli
studenti e la prefigurazione delle loro reazioni all'ascolto del testo); parallelamente,
l'interazioneinsegnante/studenti, per essererestituita nella suaarticolazione, necessita di
essereindagatadaunapluralitàdisguardie,inparticolare,daidiversipuntidivistaimplicati
nell'azione(insegnanti,ricercatore,studenti).Sièportaticosìaprediligerestrategiediricerca
chefavoriscanolatriangolazionedeimetodidiraccoltadatiedeiricercatori(Janesick,2000).
c)Attribuzionedisignificatoalleazionieinterazioni
Lapropostadi Rossiconsentedimettereinluceil terzoaspettodi(2)cheorasi intende
esaminare. Se, comesi è affermato, il dispiegarsi dell'azione diventa il nucleo fenomenico
qualificanteiprocessidiinsegnamentoeapprendimentoelacapacitàdiprogettarla,regolarla,
orientarla assumono un valore costitutivo nella costruzione della professionalità
dell'insegnante, diviene altrettanto fondamentale portare l'attenzione ai processi di
prefigurazione e concettualizzazione dell'azione messi in atto dagli insegnanti stessi e,
conseguentemente,selezionarestrategieemetodidiricercaadeguatiall'adempimentoditale
funzione.4Daunaconsiderazionepiùapprofonditadelprocessoditrasposizionedidatticaè
possibileaffermarechevisonoalmenoduediversetipologiediattivitàriflessivamessein
operadagliinsegnantiecheèoraimportantedifferenziarepercoglierelaspecificitàdellavoro
dacompierenellapresentericerca:daunlato,unprocessodiricognizionesull'azioneche
implica, in primo luogo, una verbalizzazione dell'esperienza, secondariamente una
4 Siriporta, percompletezza, il passaggiosuccessivoalla definizioneriportatasopra: “Il convientd’ajouterégalementàcecadred’analyselessignificationsdonnéesparl’enseignantàsesactions,cequinécessite,dansnosrecherches,deprendreencompte,àcôtédesobservations,lesinterprétationsdesacteurs,enmenantaussi desentretiensavecles enseignantssur leursactionspourensaisir le sens, avant et après l’actionobservée”(Altet,2002,p.86).
17
comprensione della cornice intenzionale in cui essa è avvenuta e, infine, una sua
concettualizzazione;dall'altro,unprocessodiprefigurazionedell'azionechesistrutturanella
formulazionedi ipotesi rispettoai possibili esiti dell'azionestessa, nell'anticipazionedegli
effettiditaleazionesuglistudentiesuilorocomportamenti,nell'elaborazionedicambiamenti
eregolazioniinbaseatalievoluzionieagliobiettividiapprendimentofissati.Nelprimocaso
ci si riferisce aduna pratica di riflessione retrospettiva (reflection on action), mentre nel
secondo caso ad una di riflessione anticipatoria (reflection for action), riprendendo la
definizionepropostadaVanManen(1990),oppure,facendounriferimentopiùampio,alun
dispositivodipensieroditipoprevisionale(Rivoltella,2014).Senzaentrarenelmeritooradi
unaquestionesucuilaricercapedagogico‐didatticasièalungosoffermata,anchedirecente,e
senzadettagliareulteriormenteildispositivoprevisionalechesaràdiseguitoapprofondita,è
utile in questo momento sottolineare una differenza tre le due istanze ora enunciate. Se,
infatti,rispettoallariflessioneretrospettivasonocorposeleindicazionifornitedallaricerca:si
pensi alla tradizione di studi sull'insegnante riflessivo (Schön, 1993, Mortari, 2009) e
all'approfondimentooffertotantodiordineteoretico,quantoinrelazioneaglistrumentidi
documentazione–sipensialleintervisteconversazionali(Kanizsa,1998)oalleintervistedi
esplicitazione(Vermersch1994);nelcasodellariflessioneanticipatoria,ancheinragionedel
caratteredefinitoriomenoconsolidato, le indicazioniteoricheemetodologichesonomeno
numeroseemenouniformi.Inquestasedesidesideraportareunaluceparticolarepropriosu
questa seconda tipologia di pensiero riflessivo dal momento chesi ritiene intrattenga un
rapportoprivilegiatoconl'esperienzadisimulazioneincarnata.
18
CAPITOLOSECONDO
LA TRASPOSIZIONE DIDATTICA: I LIMITI DELLA TRASFORMAZIONE
DELSAPERE
Allalucediquantoconsideratonelcapitoloiniziale,siproponeoradideclinarelequestioni
teoriche riguardanti le pratiche narrative di simulazione incarnata e i temi approfonditi
riguardanti la teoria della conoscenza di matrice enattivista in un campo di riflessione
didattico.
Conloscopodielaborareunterrenodiincontrotraidiversiambitidisciplinariconsiderati
nelle pagine precedenti e, nello specifico tra la didattica e la narratologia, si proverà a
interrogare il concetto di trasposizione didattica attraverso le categorie proprie della
simulazioneincarnata,tantoinrelazionealprocessodicostruzionediun'esperienzanarrativa
(realizzato nella presente ricerca dagli insegnanti e dal ricercatore nei laboratori di
progettazionedidatticaefinalizzatoallacostruzionediraccontidautilizzareinclassecome
mediatori didattici), quanto in riferimento all'esperienza stessa di simulazione incarnata
(messa in atto inclasse dagli insegnanti con la letturadi tali racconti). L'obiettivodi tale
capitoloè pertantodi indagare il processodi trasposizionedidatticaattraverso i caratteri
definitoridellasimulazioneincarnatainmododapoterindividuaredellelineedicontinuità
traiduefenomeniedisostenerel'usotraspositivodellepratichedifinzionenarrativa.
Il discorso che si condurrà nel corso delle prossime pagine è strutturato in una duplice
partizione:inprimoluogo,siindagheràlanozioneditrasposizionedidatticanell'elaborazione
fornita da Chevallard, con l'obiettivo di riconsiderarne alcuni fattori di criticità;
secondariamente,siapprofondirannolenozionidi'rilevanza'e'artificialità'inmododapoter
elaborare delle strategie di risoluzione delle criticità prima evidenziate attraverso la
considerazionedellastrutturaesperienzialedellasimulazioneincarnata
2.1Ilprocessoditrasposizionedidattica:dalsaperesapientealsaperedainsegnare
L'analisi del processo di 'trasposizione didattica' consente di indagare il fenomeno della
simulazioneincarnataall'internodiunapiùampiacorniceinterpretativa,utilepercogliernei
glieffettigeneratineitrepolidiquellacheèpresentatacomefiguraesemplificativadell'agire
didattico:iltriangoloconiverticirappresentatirispettivamentedall'insegnante,daldiscende
19
strutturazionedelsaperedapartedell'insegnante,nelsecondocasoinrelazioneall'azione
giocatanelladefinizione,anzitutto, delsaperesapientee, in parte, nellatrasformazionein
sapere da insegnare, dalle indicazioni e dai programmi ministeriali, dai supporti didattici
scelti,dagliobiettivididatticiecivicidell'istituzionescolastica.
A questo proposito occorre sottolineare che in questa sede si sceglie di operare una
differenziazione con la schematizzazione tradizionale della trasposizione didattica e di
intendere il “sapere da insegnare” come un'entità la cui genesi dipende dall'azione di
progettazionedell'insegnanteenonsolodaifattori “esterni”primaaccennati. Il sapereda
insegnareèintesoinfatticomeilrisultatodifattoriinterni(propridell'azionedell'insegnante
edipendentidellesuescelteepistemologiche)edesterniesidifferenziadaltermine“sapere
insegnato”perilfattodinonavererelazionididipendenzeconl'azionedidattica.Siritiene,
invece,cheledefinizionipropostedaChevallarderipresedaPerrenoud(1988,2)rendano
opacataledistinzionepoichéconsideranoilruolodiprogettazionedell'insegnanteel'azione
didatticaall'internodiunamedesimacategoria(l'oggettodiinsegnamento),ediconseguenza
sovrappongononelpassaggiodal sapereda insegnarealsapereinsegnato(nelleparoledi
Chevallard, dall'oggetto da insegnare, all'oggetto di insegnamento) processi didattici
temporalmenteelogicamentedistinti:nelprocessodiprogettazionedidattica,temporalmente
elogicamenteanterioreaquelladell'azionedidattica,ilsapereèmodificatodall'insegnante
primaancoradidiventare“oggettodiinsegnamento”.
Ilcambiamentoterminologicopropostoportaaconsiderareconmaggioreintensitàl'azione
traspositiva dell'insegnante e il ruolo operato nella trasformazionedel saperesapiente in
saperedainsegnare,assuntoquindicomeun'entitàapertasucuil'insegnantehalapossibilità
dioperaredellemodifichestrutturali.
2.2 Il carattere artificiale della trasposizione didattica: i criteri di legittimità e
pertinenza
Senzafornireunaletturaesaustivadellateoriadellatrasposizionedidattica,perlefinalitàdel
presente capitolo risulta interessante metterne in luce un elemento di problematicità
costitutivo: l'artificialità del sapere insegnato rispetto al sapere sapiente. Tale elemento,
ampiamenteconsideratodaidiversistudiosichesisonodedicatiallateoriadellatrasposizione
didattica,èaffrontatodallostessoChevallardall'internodiunariflessioneparticolarmente
significativapergliobiettividelpresentelavorodalmomentochedefinisceilimitidell'azione
traspositiva nei termini di un processo di «desincretizzazione e spersonalizzazione» del
21
sapereedineutralizzazionedellepratichesocialidalcontestooriginariodelsapere.Occorre
rilevare che già anteriormente al lavoro del didatta francese questi limiti dell'azione
traspositivasonostatitematizzati;Verret–ilsociologodacuiChevallardmutualacategoriadi
'trasposizione didattica' – descrive in Le temps des études l'azione di privazione e
decontestualizzazionesubitadalsaperenelpassaggiodaicontestidiproduzioneaicontestidi
apprendimento.Inparticolare,Verret,nell'introdurreedefinireilconcettoditrasposizione
didattica, individua cinque fattori di cambiamento, senza connotare valorialmente tali
processi trasformativi edescrivendoli piuttostocomefunzioni ineliminabili ecostitutiveal
trasferimentodelsapere:
1. la desincretizzazione del sapere (il sapere è strutturato all'interno di campi
disciplinari);
2. laspersonalizzazionedelsapere(laseparazionedelsaperedagliindividuichehanno
contribuitoaprodurlo);
3. laprogrammazionedell'insegnamentodelsapere(ilsaperedainsegnarenecessitàdi
esserericostruitoeappresoinmanieraframmentataeprogressiva);
4. ilcontrollodell'acquisizionedelsapere;
5. lavalidazionepubblicadelsapereinsegnato.
All'internodi uncampodi riflessione didattico più vicinoal perimetrodell'insegnamento
scolastico,JeanLuisMartinand(1981,1983)elabora,qualcheannoprimadellapubblicazione
di Latranspositiondidactique. Dusavoir savant ausavoir enseigné eprimaancoradellasua
primaletturapubblicainunasessionedi studidel 1983, la nozionedi 'pratichesociali di
riferimento'.L'elaborazioneditalecategoriadidattica,messainattonelcampodistudidella
didattica delle scienze sperimentali, risponde all'intenzione di definire delle condizioni di
costruzionedellaconoscenzadainsegnareneicontestiscolasticicheneutralizzinoitrattidi
“artificialità”cui si èfattoappenariferimentoattraversounaconsiderazionecontestualee
socialmentedeterminatadelsapere.PerMartinandoccorreinfatti“prendreencomptenon
seulementlessavoirsenjeu,maislesobjets,lesinstruments,lesproblèmesetlestâches,les
contextesetlesrôlessociaux(…);depenseretanalyserlesécartsentreactivitésscolaireset
pratiquessocio‐techniquesprisespourréférence(référence);defaireapparaîtreleschoixde
pratiquesderéférence,leursenspolitiqueetentoutcassocial(questiondelaréférence);
La riflessione intorno alle “pratiche sociali di riferimento” si riferisce, osservando le categorie di
Chevallard, alle condizioni di trasformazione del sapere sapiente in sapere da insegnare e richiama
implicitamente ai processi 'spersonalizzazione'e'desincretizzazione'delsaperesottolineatida
22
VerreteripresidallostessoChevallard,comebenevidenziaDamiano(2013),inun'accezione
negativa. Entrambiglistudiosi,purconsguardidifferenti,portanopertantol'attenzionesui
medesimi tratti del fenomeno: le condizioni che rendono inefficace il primo dei passaggi
traspositivi.Primadiconsiderarelestrategiedirisoluzioneditalifattoridicriticità,sileggaun
passaggiodiChevallardrelativoallanozione'artificialità'.
Bodiesofknowledgeare,withafewexceptions,notdesignedtobetaught,buttobeused.Toteachabodyofknowledgeisthusahighlyartificialentreprise.Thetransitionfromknowledgeregardedasatooltobeputtouse,toknowledgeassomethingtobetaught and learnt, is precisely what I have termed the didactic transposition ofknowledge.
PerChavallardladifferenziazionetrasaperedainsegnareesaperesapientedipendedauna
duplicefunzionepragmatica:dall'usoperilqualetalesapereèprogettato;dallecondizioni
effettuali nel quale esso è inserito. Rispetto al fattore dell'uso, Chevallard propone una
distinzionetraconoscenzausata(usedknowledge)econoscenzainsegnata(taughtknowledge)
edescriveladistanzatraiduesaperiattraversolenozionidi'pertinenza'edi'legittimità'.6
Con pertinenza Chevallard intende un criterio di significazione del sapere determinato
internamentealcontestoincuitalesapereècostruito,mentreconlegittimitàfariferimento
invece ad un criterio esternodi attribuzione di significato. Per esemplificare e offrire un
chiarimentoataledistinzione, si fornisceun'esemplificazione. Sesi pensaallateoriadella
relativitàdiEinstein, si puòsostenerecheessahatrovatoelaborazioneinundeterminato
contestosocialeescientifico:pubblicatanel1905nelnotoarticolo«Sull’elettrodinamicadei
corpiinmovimento»fuaccoltaconscetticismodallacomunitàscientificaperilsuoimpianto
argomentativo basato su deduzioni logiche e matematiche e non su rigorosi protocolli
sperimentali che il clima neo‐empirista del primo novecento assumeva come criterio
discriminante delle scienze sperimentali; il criterio di significazione di tale contributo
scientificoerapertantoattribuitodaglistessimembridellecomunitàdistudiosie,neitermini
6 Chevallard(2003),p.129.Siriportailpassaggiointeroincuiildidattafranceseintroduceiterminipertinenzaelegittimità.Lasceltaditradurrerelevanceconiltermine'pertinenza'derivadall'obiettivodiuniformarelatraduzioneconglistudidifilosofiadellinguaggioedilinguisticachegiàhannoadottatotaleterminologia.[Again,theexplanationliesinthedifferencebetweenusedknowledgeandtaughtknowledge.Aslongasyouonlyuseknowledgeindoingsomething,youneednotjustifynorevenacknowledgetheusedknowledgeinordertoendowyouractivitywithsocialmeaning.Itsmeaningfulnessderivesfromitsoutcome,judgedbypragmaticstandards.Knowingsomething,inthiscase,iscloseto,andeveninseparablefrom,knowinghowtodosomething.Knowledgeandknow‐howenjoythestatusofmeanstoanend,whichisthestandardbywhichtheirrelevanceastoolsofthetradewillbejudged.Incontrast,teachingrequiresthesocialacknowledgementandlegitimationoftheknowledgetaught.Ingoingfromusedknowledgetotaughtknowledge,relevancegiveswaytolegitimacy].
23
di Chevallard è possibile definirlo con il termine di 'pertinenza'. Ai giorni nostri,
l'apprendimento della teoria della relatività di Einstein nei contesti scolastici risponde ad una scelta
“esterna”, riferibile cioè all'inserimento nei programmi ministeriali e nei libri di testo e ancor prima
dalla selezione operata da parte di una particolare comunità scientifica: il criterio con cui la teoria
della relatività è inserita nei saperi da insegnare è pertanto esterno al contesto scolastico. Il
carattere di artificialità del sapere da insegnare risiede quindi, per Chevallard,
nell'impossibilitàdiimportareilcriteriodipertinenza,propriodellaconoscenzausata(edel
sapere sapiente), nel terreno della conoscenza scolastica: se la conoscenza usata è
caratterizzatadalfattodiesseresocialmentesignificativa,dirisponderecioèafunzionisociali
ediemergeredapratichesocialichenedeterminanoilvaloreeilsignificato,laconoscenza
insegnata,alcontrario,nontrovasignificatodafunzioniinternealcontestodicostruzionedel
saperepoichénonèsocialmenteusataenonèintenzionalmenterivoltaadunusoapplicativo,
manecessitadiunalegittimazioneesterna,artificiale,chenecertifichilasignificativitàene
autorizzil'insegnamento.
La seconda funzione, da cui dipende l'aspetto di artificialità del processo traspositivo, si
riferiscealla nontrasportabilità e nonriproducibilità della cornice contestuale del sapere
sapientenel contestoscolastico incui agisce il sapereda insegnaree il sapere insegnato.
Chevallardaffermachetalelimitazionerappresentaunfattorecostitutivodellatrasposizione
didatticaeindividua,inquestomodo,unlegamedidiscontinuitàineliminabiletrailsaperedi
origineequellodiarrivo.
Scholarly knowledge is nothing other thanknowledge used, both to produce newknowledgeandtoorganizetheknowledgenewlyproducedintoacoherenttheoreticalassemblage.Teachingisthusfacedwithapermanentproblem.Theknowledgetobetaught,andevery“piece”ofknowledgethatitcomprises,existonlyincontextsthancannotbefaithfully replicatedwithinschool […]. Theseenvironmentsarenot onlygenerallyirrelevanttotheteachingproject:theywillnotusuallysurvivethetransitionfromthespecificsocialpracticetotheteachinginstitution.Consequently, aproperdidacticenvironmentwillhavetoberebuiltfromscratch.
Osservando più approfonditamente la nozione di artificialità alla luce della citazione di
Chevallard riportata, è possibile definire con maggiore esattezza la relazione di
differenziazione tra sapere sapiente e sapere da insegnare. Se è vero che il processo di
trasposizionedidatticanonèdaleggersiinterminidimeroadattamentoesemplificazionedel
saperesapiente,mapiuttostodaconcepirsiinun'azionedidecostruzioneericostruzione“da
zero” (rebuilt from scratch) dell'oggetto di conoscenza iniziale, è altrettanto vero che
24
un'istanzariduzionisticapermaneedèriferibileadentrambelefunzionipragmatichemesse
inevidenza.Rispettoall'uso,ilnuovooggettoconoscitivoèdeltuttomanchevolediunaqualità
strutturale del sapere sapiente: l'effettiva messa in pratica della conoscenza e gli effetti
pragmatici di tale azione. In relazione alla cornice contestuale, l'ecologia del sapere da
insegnare(riprendendountermineusatogiàdallostessoChevallard)perdelamolteplicità
delle funzioni sociali che agiscono nel sapere sapiente e, conseguentemente, assume una
configurazionecheprescindedatalifattoripragmaticiperistituirnedinuoviediversi.
Suquestidueelementidimanchevolezzadelsaperedainsegnare,siipotizzainquestasede
chel'utilizzodistrategienarrativenellamessainattoilprocessoditrasposizionedidattica
(finalizzateall'allestimentodiesperienzedisimulazioneincarnataconglistudenti)offraun
proficuocampodisperimentazioneesuggeriscaalcuneipotesicheconsentonodiridefiniregli
elementidicriticitàcheverrannooradettagliati.
2.3Artificialità/finzionalitàeimitazione/simulazione:nuovicriteridiintegrazionetra
saperesapienteesaperedainsegnare
Inquestoparagrafosiprovvedeadesaminarelarelazioneartificialità/simulazioneeadoffrire
una differente linea d'interpretazione della teoria della trasposizione didattica, capace, è
questal'ipotesichesiintendeformulare,diavanzareunaridefinizioneteoreticadeiduenodi
problematiciappenaosservati:daunlato,ilcaratterepraticoesituatodelsapere;dall'altro,la
considerazionedelladimensionesocialedelsapere(odellepratichesocialidiriferimento,per
dirlaconlaterminologiadiMartinand).
Nel capitolo precedente, la narrazione è stata definita nei termini di un'esperienza di
simulazioneincarnatae,comesièosservato,itrattiessenzialiditaleesperienzasonostati
fattidipenderedadueprocessichepresentanooraunrinnovatovaloreeuristico:inprimo
luogo, il meccanismo, di matrice pragmatica, responsabile della creazione della cornice
finzionalecheconsentedisospendereilgiudiziosuicriteriabitualidivaloree/odiveridicità;
secondariamente, quellodi naturapercettivo‐sensoriale dell'esperienzadi simulazioneche
conferisce al fenomeno l'aggettivo incarnato. Accanto a tali caratteri definitori occorre
rimarcareunaterzaqualità concui si è scelto in precedenzadi definire la narrazione: la
nozionestessadi'artificialità'.Siosserviinizialmentequest'ultimanozione.
Nelcapitoloprecedentesièaffermato,adottandolaprospettivadelpluralismoontologicoeil
relativo criterio pragmatico di ordinamento (Valore, 2008), che la narrazione è sempre il
risultato di un processo di costruzione contestuale (Walsh, 2007, p. 14): un'esperienza
25
riportataoundiscorsoinventatononposseggonointrinsecamenteitrattidellanarratività,ma
liacquisiscono,costruendolidialogicamenteapartiredall'interazionedellapropriastruttura
ontologica con un contesto o, in altri termini, con un determinato uso, un determinato
ambiente,unlettore/ascoltatorestoricamente,corporalmenteevolitivamentedeterminato.In
questosensoiltrattodell'artificialitàappartienetantoallenarrazionifinzionali,quantoalle
narrazioni non finzionali (il vasto universo delle narrazioni storiche, giornalistiche,
autobiografiche,ecc).
Ancheil caratteredi finzionalitàattribuitoallanarrazioneèstatodescrittoinprecedenza,
muovendodallalineadiricercadiWalsh(2007),neiterminidiunprocessopragmaticodi
comunicazionechedipendenondagliaspettireferenzialidell'oggettodiscorsivo,ma–ancora
–dallaparticolarequalitànonrappresentazionaledell'esperienzadiletturaediascolto.La
definizione del carattere finzionale di una narrazione nondipende, in questa prospettiva,
dall'individuazione di fattori di natura semantica e, di conseguenza, dall'assenza di un
referentefattualeaglienunciatinarrativi; piuttosto,sonogliaspetticontestualiafaredella
narrazioneun'esperienzafinzionale:ilsuocollocamentoeditoriale,ilcontestoincuièletta,
l'approccio con cui è esperita dal lettore, le strategie narrative che possono favorire dei
meccanismidiriconoscimentodielementiprettamentefinzionali.
Insintesi,ogninarrazioneèilprodottodiunprocessoartificiale,manontuttelenarrazioni
sonofinzionali.Nonèpossibileassumeredunqueunprincipiodicoestensivitàtranarratività
e finzionalità e pertanto le due categorie conservano delle aree di non completa
sovrapposizione.Finzionalitàenarrativitàsonoassuntecomequalitàpragmatiche,dipendenti
dall'uso fatto di un determinato oggetto in un determinato contesto, e non da un tratto
immanenteadundatooggettooadunadataesperienza.L'attenzionepassainquestomodo
dall'oggettoall'esperienza,dallanarrazionefinzionaleall'esperienzafinzionale; o, perdirla
conterminipiùviciniall'ambitodidatticocuisifariferimentonelpresentelavoro,losguardo
teoricoèpostosuunduplicemomentodell'esperienzadisimulazioneincarnata:perunverso
sul processodi costruzionedel racconto finalizzatoalla messa inoperadell'esperienzadi
simulazioneincarnata;perunaltro,all'effettivoaccadimentoditaleesperienzainuncontesto
d'aula. Inentrambii casi, il fuocoteoreticoèpostosui fattori contestuali chefannodi un
oggettodiscorsivo–ilraccontoprodottodalleinsegnanti–un'esperienzaconoscitiva.
Analogamente,eprovandoatracciareunalalineadicontinuitàtrateorianarrativaeteoria
didattica,èpossibiledescriveretantoilsaperesapienteeilsaperedainsegnareintermini
pragmatici e nonessenzialistici, quantole cornici contestuali chestrutturanoi duesaperi
26
comeambientispazio‐temporaliartificialmentecostruiti.ÈlostessoChevallardaintrodurre
criteridiordinepragmaticoperdefinireiduesaperie,conseguentemente,irispettivicontesti:
nonsolonelcontestodiarrivoilsapereèricostruitoeridefinitoinrispostaadeterminate
funzioni sociali ed educative, ma anche nel contesto di origine il sapere si struttura e si
costruisce artificialmente in relazione a determinati scopi, sia applicativi che teoretici.
Nell'adottaretaleepistemologiasocio‐costruttivista,ilsaperesapienteeilsaperedainsegnare
sonoentrambeentitàsocialmentecostruite;lecondizionidipossibilitàdientrambeleentità
possonodunqueesserelette–eccoilpassaggioargomentativochesidesideracompiere–alla
lucedellanozionedifinzionalità.
L'usodi talenozioneall'internodel campodiscorsivodella trasposizionedidatticanon ha
l'obiettivodipostulareunasemplicerelazionediimitazionedelsaperedainsegnarerispettoa
quellosapiente,mapiuttostodimettereinrelazioneleduecornicicontestualisecondoun
principiofinzionale.Nonsiaffermaquindicheilsaperedainsegnareeilsapereinsegnato
imitanoilsaperesapiente,machesimulano–medianteun'esperienza–talesapere.Inbreve,
ilsaperesapienteperesserericostruitonelcontestodiarrivoediventaresaperedainsegnare
e poi, nell'azione didattica sapere insegnato, può essere fatto oggetto di un'esperienza di
simulazione così da possedere un criterio di significatività interna. Tale criterio di
significatività,cheriprendeladicotomiapertinenza/legittimità,èdefinitoapartiredaitratti
qualitatividell'esperienzadisimulazione,dalmomentoche,comeaffermaNigris(2012,p.70)
offronounefficacieelementodiconnessione«almondoesperienzialeealleenciclopediedegli
allievi,evidenziandoneilsensoelaricadutachepuòavereperloro».Siosservineldettaglioil
passaggiodiCaracciolo(2014,p.5)incuisisostenecheleesperienzeeconoscenzepregresse
dellettoregiocanounruolocrucialenell'attivarel'esperienzadisimulazioneincarnatamessa
inattodurantelalettural'ascoltonarrativo.
Readersrespondtonarrativeonthebasisoftheirexperientialbackground.Twopsychologicalmechanismsplayaroleinthisprocess:thefirstisthetriggeringofmemories of past experiences—experiential traces, as they are known in thepsycholinguisticliterature.Thesecondismentalsimulation,whichallowsreaderstoputtogetherpastexperientialtracesinnovelways,thereforesustainingtheirfirst‐personinvolvementwithbothfictionalcharactersandthespatialdimensionofstoryworlds.Allinall,thereisatwo‐waymovementbetweenthebackgroundandnarrative:likeexperientialmachines,storiesneedexperientialinput,butalsoproducesomeoutput,sincetheycanbringaboutarestructuringofeachreader’sexperientialbackgroundbygeneratingnew“story‐driven”experiences.
I processi di attivazione delle pre‐conoscenze e dei vissuti esperienziali, il carattere
27
prefigurativo e inferenziale, la modalità di conoscenza percettiva‐sensoriale, sono tutti
elementipropridell'esperienzanarrativadisimulazioneincarnatache,trasferitenelcontesto
dellatrasposizionedidatticaconsentonounavvicinamentotrasaperesapienteesapereda
insegnare. Più nel dettaglio, la funzione della simulazione dell'esperienza di attivare le
esperienzeeconoscenzepregressedellettoreèutilizzabilecomeelementodiraccordotrale
diversetrasformazionidelsaperenelprocessotraspositivo.Caraccioloaffermachel'effettodi
simulazione incarnata si basa su un doppio coinvolgimento del lettore nei confronti del
racconto,dipendente,daunlato,dalrapportocostruitoconilpersonaggioe,dall'altro,dal
coinvolgimento nello scenario spazio‐temporale: entrambe le condizioni sono funzionali
all'attivazionedelleesperienzepregressedellettoreeallalorosuccessiva“ristrutturazione”
messainattodall'incontroconilpianodiscorsivo.
Percomprenderemeglioilmeccanismodiintegrazionetraiduesaperièutileosservarela
discontinuità tra le strategie di riferimento accennate prima – imitativa e
simulativa/finzionale – attraverso un raccordo con il concetto di artificialità. Se, come
osservato, i saperi (sapere sapiente e sapere da insegnare) sono entrambi entità
contestualmentecostruiteenonrisultapossibilestabilireuncriteriodiprioritàontologicadi
unsaperesull'altro,saràlogicamenteinsignificanteistituireunarelazionediimitazionedel
saperedainsegnarerispettoalsaperesapiente.Larelazionediimitazioneprevedeinfattiun
legame di rispecchiamento nei confronti dell'oggetto da imitare e presuppone una
subordinazione costitutiva dall'oggetto imitante rispetto a quello imitato; al contrario, la
relazionedisimulazionenonimplicataleprioritàontologicatraiduesaperi,giacchénonsi
concentra su unprocesso di ricostruzione fedele di un oggetto, masulla creazione di un
legamefinzionaletraidueoggetti, mediatodaun'azionesimulativa.Incampodidattico, la
simulazionecomeprocessoditrasposizionenontendedunquealrispecchiamentomimetico
diunsapereedelsuocontestodiproduzione,mamiraallastrutturazionediun'esperienza
che, per un verso, si propone di entrare in relazione con alcuni tratti costitutivi della
situazionedasimularee,perunaltro,accettaun'identitàdifferitarispettoaquest'ultimaela
arricchisce con fattori propri. In questo senso, la simulazione delle pratiche sociali di
riferimento,riprendendoilterminediMartinand,èautenticamentedifferentedallepratiche
socialidiriferimentodelsaperesapiente:lastrutturaesperienzialediessaèconfigurataa
partiredaelementichepotrebberononaverealcunarelazioneconilsaperesapienteeche
piuttosto appartengono alle preconoscenze degli studenti, ai loro vissuti precedenti, alle
esperienzecompiutenel contestodell'aulascolasticaoppurealle loroaspettativeeai loro
28
interessi.Incontinuità,invece,conilcontestodiproduzionedelsaperesapiente,l'esperienza
disimulazioneincarnataèfunzionaleafareviverelastrutturaintenzionalediquestosapere,a
comprendernegliscopi,acoglierneirapportiapplicativi,aindagarnelaconnessioneconle
esperienzeprofessionalieconisoggettistoricamentedeterminatichehannoconcorsoalla
sua costruzione. A questo proposito è utile richiamare le parole di Damiano (2013) in
riferimentoallafunzioneaumentativadellatrasposizionedidatticaquandoaffermache,nel
passaggiodalsaperesapientealsaperedainsegnareeinsegnato,«sitrattainnanzituttodi
ampliare i riferimenti, oltre a quelli epistemologici (…): i sapere scientifici non sono
“cristallizzati” ma“vivono in unasocietà in modo interdipendente, influenzanoevengono
condizionativariamenteinungiocodireciprocità.»
Insintesi,seilsaperedainsegnarerispondesempreadunattoartificialediricostruzioneche
crea una scissione ineliminabile con il sapere sapiente, l'azione di simulazione incarnata
dell'esperienzanarrativaattua, al contrario, unprincipiodisaldaturatra i duesaperi. Nei
prossimiparagrafisimetterannoinlucelemodalitàattraversolequalitalesaldaturaèresa
possibiledaun'azionedidatticaprogettatanarrativamente;primaperòoccorreproseguirein
un'ulteriore ricognizione teoretica con il proposito di mettere a fuoco alcune categorie
fondamentali del discorso che si sta conducendo sull'uso traspositivo dell'esperienza di
simulazioneincarnata.
2.4Ilricorsoallapragmaticalinguistica:lapertinenzacomecriterioperilsuperamento
deilimititraspositivi
Lariflessioneappenacondottaconferisceunsignificatoulterioreallenozionidi'legittimità'e
di'pertinenza'introdottedaChevallardeconsentediattuareunribaltamentoassiologicodi
alcunifattoriprimaconnotatinegativamente.Ildidattafranceseaffermainfatticheicontesti
di origine del sapere sapiente sono irrilevanti ai fini del processo di insegnamento‐
apprendimento dal momento che le loro condizioni strutturali non sopravvivono alle
trasformazioniattuatedall'azionetraspositiva:«theseenvironmentsarenotonlygenerally
irrelevanttotheteachingproject:theywillnotusuallysurvivethetransitionfromthespecific
socialpracticetotheteachinginstitution».Chevallard(1989,p.8)compiequindiunaduplice
asserzione: in primo luogo che i contesti di produzione del sapere sapiente non sono
pertinenti per gli obiettivi dell'insegnamento scolastico; in secondo luogo e
indipendentemente dalla non pertinenza, che tali contesti non possono essere conservati
dall'azionedelprocessotraspositivo.Lasimulazioneincarnata,chesiproveràoraaindagare
29
attraversoilcriteriodi'pertinenza',offre,alcontrario,unaprospettivamenoradicalerispetto
alla conservazione dei contesti originari del sapere e individua una duplice opportunità
conservativa:favorisceunaridefinizionedel«permanentproblem»riguardantel'impossibilità
direplicareilcontestodiorigineinquellodiarrivo;offreunastrategiapertracciaredeilegami
traiduecontestiedevitareilcosiddetto«rebuiltfromscratch»delsapereinsegnato.
Pergiungereataliconclusionioccorreestenderemomentaneamenteilragionamentochesi
sta conducendo all'ambito della pragmatica linguistica e della filosofia del linguaggio. Il
concettodipertinenzainfatti,sviluppatoall'internodelleteorielinguistichediGrice(1989),
perunverso,ediSperbereWilson(1990),perunaltro,chenehannoapprofonditoalcune
tesi e allargato il dominio applicativo estendendolo al campodella cognizione umana, ha
assuntoun'interessantecentralitàneglistudiditeoriadellanarrazionedimatricepragmatica
per il fatto di valorizzare gli aspetti intenzionali dei processi comunicativi e di favorire
l'individuazionediun'istanzaconoscitivaallafinzionalità. Primadiconsiderarnel'utilitàin
ambitodidatticosiosservinobrevementeleseguentidefinizioni.
All'interno di tali ambiti di studio, il termine 'pertinenza' si riferisce ad un principio di
regolazionedeiprocessicomunicativimessoinattodauncriteriodinaturacontestuale.Tale
criterio fariferimentoall'attribuzione, tantodapartedell'ascoltatore, quantodapartedel
parlante,diunelementodisignificativitàneiconfrontidialcunidegliaspetticontenutinel
flussodiinformazioni:aspettichesonodefinitisignificativiladdoveidentificanoifattoridi
intenzionalità della comunicazione – appartenenti al livello pragmatico – e non quelli
referenziali del linguaggio–propri del livellosemantico. Lanozionedi 'pertinenza' ècosì
messa indipendenzadel processodi riconoscimentodelle intenzionalità presenti nell'atto
comunicativo. Tali intenzionalità, assunte come condizioni di possibilità dell'atto
comunicativo,peresserecompreseeperrendereefficacelacomunicazione,necessitanoaloro
voltadiduecondizioni,anch'essedinaturacontestuale:chetraparlanteeascoltatorevisiala
condivisionediunmedesimocontestoconoscitivo;cheimeccanismidifunzionamentoditale
contestosianoanch'essiesplicitamentericonosciutidaentrambi.Èapartiredataleassunto
cheSperbereWilsonfannodelprincipiodipertinenzail nucleocostitutivononsolodella
agirecomunicativomaanchedeimeccanismiconoscitivi.
Inestremasintesi,l'attodicomunicazionesecondolateoriadellapertinenzanonè,comein
alcunimodellicomunicativiclassici(Shannon&Weaver,1949)unprocessodidecodificadi
informazionibasatosullecomponentisemantiche,madivieneunprocessoinferenzialeche,
perinostriscopi,presentaunlegameparticolarmentestrettoconl'esperienzanarrativae,più
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inparticolareconl'esperienzadi simulazioneincarnata:comeunattocomunicativoesiste
nellamisuraincuisonoriconosciutiitrattipragmaticidell'intenzionalitàedellecondizioni
contestuali,cosìunanarrazionefinzionaleesisteladdoveparlanteeascoltatorecondividono
unmedesimopianodiassuntipragmatici:leintenzionalitàdariconoscereecondivideretra
parlante e ascoltatore riguardano tanto il livello pragmatico dell'atto comunicativo – il
caratteredifinzionalità–quantoillivellosemantico–leintenzionalitàpresentinelloscenario
narrativo raccontato. Perché tale riconoscimento sia attivato occorre che parlante e
ascoltatore, raccontoe lettori, condividano, ancorchéparzialmente, un medesimocontesto
conoscitivo.
Virandooraalversantedellacomunicazionenarrativa,Walshrileggelateoriadellapertinenza
peraffermareuncruciale aspettodefinitorioriguardante la finzionalità, ovveroche, come
vistopocosopra,talecategorianonèdeterminatadafattoridinaturareferenziale,mabensì
contestuali.Daquestaassunzionenediscendeunaseconda,particolarmentesignificativaper
gli obiettivi delpresenteparagrafo, cheaffermachei soggetti ingiocoinunadeterminata
comunicazione finzionale devono essere consapevoli di tale tratto qualitativo per rendere
efficaceilprocessonarrativo:talisoggettinonrivolgonolapropriaattenzioneallaricercadi
elementidiveridicitàreferenzialedellanarrazionemapiuttostosonointeressatiafattoridi
rilevanzapragmatica in gradodi istituire il carattere finzionaledel raccontoconcui sono
entratiinrelazione.Inquest'ottica,ilcaratteredifinzionalitàdell'esperienzadisimulazione
incarnata, sepensataall'internodi uncontestodi insegnamento/apprendimento, èperun
verso,determinataindipendentementedalcontenutorappresentazionaledelraccontocreato
dall'insegnanti e ascoltatodagli studenti, e, per unaltro, è resa possibile dal fattochegli
ascoltatori condividonounmedesimopatrimoniodi conoscenzeedesperienzeconquanto
raccontato;chetaleracconto,cioè,facciariferimentoavissutiesperitidaidiscentiochesiain
gradodiistituireconnessionistimolantiesignificative;chelesituazionipresentateentrinoin
dialogo conproblematiche reali già sperimentate oppure che sianoriferite adun sistema
culturalebenriconoscibiledaidiscenti.
2.5 I vantaggi della trasposizione didattica narrativa: replicabilità del contesto e
significativitàinternadelsapere
Pergliinteressidelpresenteparagrafo,occorreoraaccostarelanozione,appenaosservata,di
pertinenzaaiduecriteriindividuatidaChevallardinriferimentoallatrasposizionedidatticae
ai meccanismidi attribuzionedi significatodei duedifferenti saperi: quellodi pertinenza,
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appunto,propriodelsaperesapienteedefinitoapartiredacondizioniinternealcontesto;
quello di legittimazione, relativoal sapereda insegnareeal sapere insegnatoe attribuito
esternamente al contesto scolastico. Vi sono almeno due conseguenze, logicamente
interconnesse,chediscendonodaquantoappenaosservato: lareplicabilitàdelcontestodi
origineinquellodiarrivo;ilcriteriodipertinenzaaccostabileaquellodilegittimazionenel
contestodelsapereinsegnato.
Replicabilitàdelcontestodiorigineinquellodiarrivo
L''uso della costruzione di racconti che generino effetti di simulazione incarnata come
strategia di trasposizione didattica consente di riprodurre finzionalmente la cornice
contestuale del sapere di origine. L'elemento riduzionistico osservato da Chevalard è
neutralizzatodalfattochelastrutturadell'esperienzadisimulazioneincarnataconsentedifar
rivivere–mediantelaparticolaremodalitàconoscitivaditipopercettivoesenso‐motorio–i
trattipeculiaridelcontestodioriginedelsaperesapiente,integrandotalescenarionarrativo
conivissutiesperienzialidegliascoltatori,chesonocosìinvitatiadattivaredeimeccanismidi
raccordoedifusionetraleproprieconoscenze(lepropriepre‐conoscenze,mis‐conoscenzeo
conoscenzeingenue)eilcontestodelnuovosapere:saperedainsegnareesapereinsegnato.
Pergliobiettividellapresentericercaèutilerilevarechelaconsiderazionedelleconoscenzee
dei vissuti esperienziali degli studenti acquisisce un particolare valore traspositivo nelle
azioni di progettazione didattica compiute dagli insegnanti e finalizzate alla creazione di
racconti.Sihannocosìduelivellidiazionetraspositivadellasimulazioneincarnata:
a)Dalsaperesapientealsaperedainsegnare:gliinsegnantitrasformanoilsaperesapiente
attraversounprocessodinarrativizzazione.Comestrategiatraspositivacostruisconocioèdei
racconti di tipo immersivo in cui ricostruzione gli scenari e i contesti propri del sapere
sapiente.Comesivedràpiùneldettaglionelladescrizionedelpercorsoempiricorealizzato,è
possibileschematizzaretaleprocessodiricostruzionedelcontestodioriginecomesegue:
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PercorsoInsegnantediScienze PercorsoInsegnantediStoria
Contestosaperesapiente(gliinsegnantiselezionanodeinucleiconcettualispecificidelsaperesapiente)
1.Apparatodigerente
2.Apparatocircolatorio
1. Riforma luterana e riformacattolica
2. La Francia di Luigi XIV e glialboridell'illuminismo
Contestosaperedainsegnare(gliinsegnanticreanoloscenarioincuihannoluogoleazionideiprotagonistidelracconto)
1.Situazionequotidianaincuiunragazzoavvertedoloridistomacodopo aver assunto alimenti ebevande in maniera pococontrollataduranteilpomeriggio.
2. Il medesimo ragazzo cade inbicicletta e si procura una feritada medicare conurgenza poichéhainteressatoilsistemavenosoearterioso
1. Lutero entra nella chiesa diWittenberg e osserva unpredicatore (Johannes Tetzel)intento a ricevere denaro in unbanchetto a seguito di colloquiconifedelipresenti
2. Nicolas (un bambino di 11anni) scappa dalla corte diVersaillesesirecaaParigidove,peraverassistitoadunapubblicaesecuzione, è accusato didimostrarecontrolamonarchia
b)Dalsaperedainsegnarealsapereinsegnato:laletturainauladeiraccontiprogettatidagli
insegnanti favorisconounamodalità conoscitiva dei contesti narrativi di tiposimulativoe
immersivo,attivatadaimeccanismipercettiviesenso‐motorichestrutturanol'esperienzadi
ascolto. Il contesto di origine del sapere non viene propriamente replicato del
lettore/ascoltatore, ma piuttosto è percepito e dunque conosciuto da un punto di vista
sensorialeeinternoalcontestostesso.
La presente ricerca, come si potrà meglio osservare nel terzo capitolo, è destinata
all'esplorazione del primo dei due livelli e pertanto si concentrerà a descrivere l'azione
esercitatadall'attivitàdicostruzionediraccontinellafasiditrasposizionedidatticamessein
attodagliinsegnanti.
Criterio di pertinenza accostabile a quello di legittimazione nel contesto del sapere
insegnato
L'attribuzionedisignificativitànelcontestodelsaperedainsegnare(relativoquindiallavoro
diprogettazionedegliinsegnanti)enelcontestodelsapereinsegnato(relativoaglistudenti)
risponde ad un criterio interno alla trasposizione, giacché l'esperienza di simulazione
incarnataconsentediattribuirepertinenzaalprocessocomunicativo/interpretativoinatto.
Nonostantesiadunquepresenteuncriteriodipertinenza,nonavvieneunatotalesostituzione
33
del criterio di legittimazione, come afferma invece Chevallard, ma un accostamento che
consente di rafforzare l'attribuzione di significato nell'atto di definizione del sapere da
insegnaredelsapereinsegnato.Comesièvistodallabreveschematizzazionedeglielementi
contestuali dei racconti costruiti dagli insegnanti e dal ricercatore nel percorso empirico
realizzato,l'esperienzavissutadaglistudentideidiversiscenarinarrativiconsente–perle
caratteristicheconoscitivedellasimulazioneincarnata–unmeccanismodi attribuzionedi
sensointerno,chescaturiscedal lavoroconoscitivoeinterpretativomessoinattodurante
l'ascolto e che dipende dalla scelte narrative operate dagli insegnanti nella fase di
progettazioneetrasposizionedidattica.
I risultati teoretici appena osservati consentono una rilettura dei due nodi problematici
ravvisatidaChevallardapropositodell'artificialitàdelprocessoditrasposizionedidattica.Ciò
cheèpossibilenotareèlacapacitàdell'esperienzadisimulazioneincarnatadiridefinireidue
elementididiscontinuitàderivantidall'incontrotrasaperesapienteesaperedainsegnare–la
perditadelladimensionepragmaticadell'usoel'incomparabilitàdeicontesti–ediconsentire,
perdirlaconleparolediNigris(2012,p.70),laneutralizzazionedi«unodeglierroricheha
allontanatoe,avolte,disamoratoiragazzirispettoadalcuniambitidelsapere(adesempio,la
matematicaelescienze)»ecioè«ilfattodiaverlipresentaticomesefosseroatemporalie
impersonali,ossiaavulsidall'esperienzadicolorochehannodatoloroformaeanchedichisi
accingeadapprenderli».
Gli studi di ambito narrativo offrono la possibilità di proseguire l'esplorazione della
particolarefunzionedi raccordoeavvicinamentogiocatadall'esperienzadellasimulazione
incarnatanelprocessoditrasposizionedidattica,siariguardoallaridefinizionedellarelazione
sapere sapiente/sapere da insegnare, sia rispetto alla rilettura del rapporto tra le cornici
contestuali dei due saperi. In quest'ultimo caso è possibile operare un ulteriore
approfondimento per cogliere con maggiore dettaglio il meccanismo di funzionamento
didattico–nellafasediprogettazioneetrasposizioneenell'azionedidattica–dell'esperienza
disimulazioneincarnata. Nelcapitolosuccessivosiconcentreràpertantol'attenzionenella
descrizionedialcuniprocessiconoscitiviattivatidall'esperienzafinzionale.GlistudidiOatley
eMarsullafinzionalitàoffronouninteressanteterrenodiapprofondimento.
34
3.LASIMULAZIONEINCARNATACOMEMEDIATOREIMMERSIVO
Nelleprossimepaginesiintendeproseguireillavoroavviatonelprecedentecapitoloconil
proposito di individuare delle linee di continuità tra la riflessione narratologica sulla
simulazione incarnata e quella didattica intorno ai processi di trasposizione del sapere.
Rispetto alla precedente considerazione della trasposizione didattica, si proporrà ora una
riflessione maggiormente focalizzata sull'oggetto narrativo e sulle funzioni conoscitive
caratterizzantilasimulazioneincarnata,virandopertantolosguardoteoreticoindirezione
dellateoriadellamediazionedidattica.Pertaleragionesiprocederàoraconl'esplorazione
dellenozionidiastrazioneesimulazionefinzionaleelaboratenelcampodeglistudinarrativie,
successivamente, con la considerazione della dicotomia immersione/distanziamento come
criterio di definizione dei mediatori didattici e di approfondimento della funzione di
mediazione della simulazione incarnata. Infine si esaminerà il processo di costruzione di
mediatorididatticinarrativicomestrategiatraspositivaincontinuitàconlerecentiproposte
nell'ambito delle ricerche sulla formazione degli insegnanti che esplorano il potenziale
formativodellepraticheprogettualiditipoprevisionaleesimulativo(Laurillard,2014;Rossi
2011;Rossi,Pezzimenti,2009;Rivoltella,2014).
3.1Lefunzioniconoscitivedellasimulazionenarrativa
Unulteriorerafforzamentodellatesidellapertinenzacomecriteriodisignificativitàinternoai
contesti del sapere da insegnaree sapere insegnatoè possibile individuarlo dal lavorodi
OatleyeMar(2008),duepsicologicognitivistichehannolavoratoapprofonditamentesugli
aspettiemotiviefinzionalidellasimulazionenarrativa.L'aspettodimaggioreinteresseperla
cornice didattica che si sta esplorando in questa sede riguarda l'attribuzione di una
particolarefunzionedisignificazioneall'esperienzadellasimulazioneincarnata.Iduestudiosi
affermanoinfatti che l'azioneprincipaledi tale processofinzionaleriguardala capacità di
astrazione e di simulazione dell'esperienza sociale e, conseguentemente, di quegli aspetti
relazionaliediqueglielementiintenzionalichesièvistoessereimprescindibilidamantenere
nelcontestodelsaperedainsegnareedelsapereinsegnatoechepresentanodeitratticomuni
conlanozionedipratichesociali diriferimentodiMartinand.Lariletturadi alcuninuclei
concettuali della teoria di Oatley e Mar (2008) consentono di operare un importante
avvicinamentotrailconcettodeldidattafranceseeilfenomenodiastrazioneoperatodalla
finzionenarrativa.
35
Mar e Oately muovono dall'idea che l'esperienza offerta dalla finzione narrativa, lontana
dall'essereunameraattivitàdiintrattenimento,favoriscaunaefficacemodalitàconoscitiva
delle situazioni sociali e relazionali in cui l'uomoagisce quotidianamente.7 In particolare,
l'ipotesi che si propongono di dimostrare, richiamando i risultati di numerose ricerche
empirichediambitopsicologicosull'esperienzadiletturafinzionale,riguardailruolodella
finzionenelfavorirelacomprensionedicomplessiinsiemidiinformazionisocialiattraverso
l'attivazionediunatripliceazione:registrazione,astrazione,comunicazione.Nelleloroparole
(Mar&Oatley,2008,p.179).
The functionof fictioncanthusbeseento includetherecording, abstraction, andcommunication of complex social information in a manner that offers personalenactmentsof experience, rendering it morecomprehensible thanusual. Narrativefictionmodelslife,commentsonlife,andhelpsustounderstandlifeintermsofhowhumanintentionsbearuponit.
La modalità concui l'esperienza finzionale rendepossibile tale strategia di comprensione
riguarda,ancoraunavolta,ilprocessodisimulazione,concepitocomeun'attivitàdimessain
atto(«enactment»)dapartedellettore/ascoltatorediscenarisocialiche,perilfattodiessere
inseriti in un'unità spazio‐temporale definita e coerente, offrono un grado di maggiore
comprensibilità rispettoalla medesimaattività di comprensionesvolta nei contesti di vita
“reale”.
MareOatleyindividuanoduemeccanismiprincipalichepresiedonoalfunzionamentoditale
esperienza finzionale e che la differenziano da altre modalità simulative: da un lato, la
possibilitàdientrareinrelazioneconscenariesituazioniacuisarebbealtrimentiimpossibile
accedervi;dall'altro,lacomprensionedisituazionirelazionaliesocialicomplesse.
Il primo dei due meccanismi riguarda la particolare modalità di elaborazione delle
informazioni sociali consentita della finzione narrativa e che si specifica nell'offrire al
lettore/ascoltatoreunoscenarioalqualenonpotrebbe,diversamente,avereaccessodiretto.
Lastrategianarrativadeputatapiùdialtreaquestaazionediingressoinscenarifinzionaliè,
nella prospettiva di Mar e Oatley, il personaggio concepito come un'istanza personificata
preposta all'accessoalle altrui intenzioni e comemediumper entrare in relazione con lo
7 Èinteressanteriportarepergliobiettividelpresentecapitoloedellaricercastessachesistaconducendol'affermazionepostainaperturaall'articoloTheFunctionofFictionistheAbstractionandSimulationofSocialExperience, in cui i due studiosi attribuiscono un valore conoscitivo cruciale alle esperienze narrativefinzionali.(“Fictionliteraturehaslargelybeenignoredbypsychologyresearchersbecauseitsonlyfunctionseemstobeentertainment,withnoconnectiontoempiricalvalidity.Wearguethatliterarynarrativeshaveamoreimportantpurpose.Theyoffermodelsorsimulationsofthesocialworldviaabstraction,simplification,andcompression”).MareOatley(2008,173).
36
scenarionarrativo.Taleprocesso,definitoneglistudinarratividimatricepsicologica mind‐
reading, si riferisce alla funzione dell'esperienza di simulazione incarnata di favorire la
simulazionetantodi stati mentali altrui, quantodi scenari e situazioni mai affrontate dal
lettore/ascoltatore.
Per le caratteristiche ora rapidamente delineate, l'esperienza finzionale si presta ad un
interessante analogia con il processo di avvicinamento e ricostruzione della cornice
contestuale del sapere sapiente dal momento che, come sostenuto in precedenza, è
inaccessibileallostudente,essendoinseritoinuncontestoconoscitivodifferente.Neiprossimi
paragrafisiesamineràafondoilruolodelpersonaggiocomefunzionediaccessoagliscenari
finzionali e si descriverannodue differenti modalità di relazione tra ascoltatore/lettore e
personaggio– consciousness attribution e consciuosness enactment –utiliacaratterizzarela
capacitàimmersivadell'esperienzanarrativaeaconfrontarlaconl'analogaimmersionenella
cornicecontestualedelsaperesapiente.
3.2Lafunzionediastrazionenelprocessodicostruzionedinarrazionifinzionali
Lasecondafunzionedell'esperienzafinzionalefariferimentoallacapacitàdi«understand,and
tosomeextentpredict,thebehaviorofsystemsmadeupofmanyprocessesininteraction»
(Mar&Oatley,2008,p.175).Inaltritermini,attraversoiprocessiattivatidurantelaletturae
l'ascoltonarrativoèpossibilenonsolocomprendere, maancheprevedere l'evoluzionedel
sistema relazione rappresentato, individuare le intenzioni che guidano le azioni dei
personaggi,ricostruireilegamicausalitradiesse,riconoscereglieffetti.Sel'essereumano,
per Mar e Oatley, è in grado nell'esperienza quotidiana di discernere e prevedere una
situazione sociale con una certa efficacia, ciò tuttavia non avviene quando la situazione
presentaunaltrogradodi complessitàrelazionalee allorchétale situazioneè incorsodi
svolgimento.Èproprioinrelazioneaquestidueaspettilimitatividellacognizioneumanache
entraingiocolasimulazionenarrativanelconsentirelacomprensionedi«intricaterelazioni
interpersonali»,didiscernere,ancora,laretediintenzionalitàincuilesituazionihannoluogo,
di individuare fattori causali ed effetti nel momento stesso in cui essi accadono
finzionalmente.8
Per esaminare più a fondotale meccanismodi comprensione, occorre mettere a fuoco la
nozionedi'astrazione',cheiduestudiosirecuperano,perunverso,dallericerchediambito
psicologicorelativeallateoriadell'azionee,perunaltro,daglistudiditeoriadellanarrazione
8 Su questo tema si segnala l'interessante lavoro di Calabrese intorno al valore delle esperienze controfattuali nella letteratura per l'infanzia (Calabrese, 2013).
37
di area cognitivista. Il primo elemento utile da osservare riguarda la pervasività
dell'astrazioneneimeccanismiconoscitiviumaniedunquelasuapresenzainaltriprocessi
simulativi: se, facendoriferimentounbreverichiamoallatipologiadeimediatori iconicidi
(Damiano,2013),leschematizzazionidieventistorici(sipensialcasodellariformaluteranae
della contro‐riformacattolica) o di conoscenze di anatomia e fisiologica (la composizione
dell'apparatodigerenteelefunzionidegliorgani)hannocomeriferimentocategorieeconcetti
eminentementeastratti,lasimulazionenarrativa,alcontrario,hacomeoggettoreferenziale
l'azione umana, ovvero l'agire umano nella sua struttura intenzionale e la modalità
referenzialeèditiposimulativo.Lacentraturadellafinzionenarrativasull'azioneumanae
sullo schema intenzionale ad essa correlata differenzia il processo di astrazione dei due
mediatoriconsiderati;sesiosservanolamodalitàconoscitivaconcuisonointerpretatiidue
meccanismi di astrazione, si può osservare che le schematizzazioni presuppongono un
processodi decodifica di tipo logico‐linguistico attraverso l'interpretazione degli elementi
verbali e dei legami presenti nello schema, mentre la simulazione narrativa attiva una
relazioneconleazionidelraccontoditipopercettivoesenso‐motorio.
Mar e Oatley, seguendo una ricca tradizione di studi sul legame tra lettura narrativa e
comprensionedell'azione, affermanoche l'esperienza interpretativadella finzioneèdafar
dipenderedastrutturecognitive attivateanchenell'interazionedi azioni appartenenti alla
quotidianitàreale. Questestrutturecognitive, definiteconi terminidi 'script' e 'schema'e
teorizzatidaglistudiditeoriadell'azione(SchankeAbelsonfuronoiprimiadelaboraretali
nozioni in un noto saggio del 1977), fanno riferimento a sequenze prototipiche il cui
riconoscimentoconsentirebbelagestioneeinterazionedisituazioniquotidianeedisituazioni
finzionalipercertiaspettianaloghi(entrareinunluogosconosciuto,scenderelescale,andare
in un ristorante, prendere un treno). Nel particolare caso dell'esperienza finzionale, il
riconoscimento di script e schema favorisce l'attivazione di meccanismi non solo di
comprensione immediata degli scenari e delle situazioni narrative che occorrono e che
costituisconolatramadelracconto,maanchediprocessiinferenzialimaggiormentearticolati
ecaratterizzatidalfattodiesserevirtuali,ovverononancoraattualizzatinelracconto:alcuni
diquesti processi sonolaprefigurazionedegli effetti diunadataazione, l'anticipazionedi
scenarisuccessiviaquelliincorsodisvolgimento,lariconsiderazionedisituazioninarrative
antecedentiapartiredaelementiraccoltiinundeterminatopassaggionarrativo.9
9 È interessante osservare che la centralità attribuita all'azione da parte dell'esperienza narrativa è statatematizzatafindaglialboridellariflessionesuiprocessiconoscitividellafinzione.SipensiallaPoetica ealladefinizioneditragediapropostadelnotocapitolosestoincuisiaffermaessa“èimitazionediun'azione,seriaecompiuta(…)eseguitadaagentienonraccontata,talechemediantelapietàelapauraportaacompimento
38
Èproprio in relazioneall'attivazionedi processi interpretativi di tipoprefigurativoche la
nozionedi'astrazione'dischiudeilpropriovaloreeuristicoemetteinevidenzalaparticolare
correlazione tra i processi messi in atto dall'esperienza della simulazione incarnata e le
trasformazionipropriedellatrasposizionedidattica.Ilmeccanismodiastrazioneattivatadalla
narrativa finzionale è ora descrivibile sia in relazione alla configurazione dell'oggetto
discorsivo, sia rispetto all'esperienza compiuta del lettore/ascoltatore: rispetto al primo
ambitosipuòaffermarecheicaratteridicoerenzaefinitezzaspazio‐temporaledellafinzione
narrativa conferiscono all'oggetto del discorso narrativo – l'agire umano – una struttura
astratta di base che, nel momento in cui entra in contatto con un lettore/ascoltatore, ne
consentel'interpretazionesecondounamodalitàesperienzialeditiposimulativo;riguardoal
secondo ambito – l'esperienza finzionale del lettore/ascoltatore – si nota che essa è
configurataapartiredal riconoscimentodelle sequenzeprototipichepresenti nel discorso
narrativoedaiprocessiinferenzialiattivati.
Posti questi tratti, l'astrazionefinzionalepuòesseredefinitaneiterminidi unprocessodi
selezione, semplificazione e ricostruzione di situazioni, scenari ed esperienze sociali
finalizzatoamassimizzarelacomprensionedurantelalettura.Taleprocessodiastrazione,a
differenzadiquelli accennati rispettoallaschematizzazione,si caratterizzaperunduplice
effettocheèingradodigenerarenell'attivitàdicostruzionenarrativa(edunquedimessain
attodell'astrazione)enell'attivitàdilettura(edunquedell'esperienzadisimulazionedegli
scenariedelleazionichehannosubitounprocessodiastrazione).Siprovioraametterein
relazioniquestidueambiticonillavoroempiricochesaràoggettodidescrizionedelcapitolo
terzo:
1. Analogamenteall'astrazionemessainattonellacostruzionediunracconto,illavorodi
progettazioneetrasposizionedelsaperedegliinsegnantièbasatosumeccanismidi
selezione,semplificazioneericostruzionediscenarieazionipropridelsaperesapiente
cheassumonouncaratterefinzionaleenarrativonelsaperedainsegnare.Comesiè
detto,laspecificitàditaleprocessodiastrazionerisiedenell'oggettoenellamodalità
conoscitivachepromuove. Nelprossimocapitolotalemeccanismodiastrazionedel
sapere,cheinquestaricercaèpossibiledefiniredeiterminidiun'”astrazionefinzionale
ditiponarrativo”,verràulteriormentesuddivisointresottoprocessi:lamessainazione
delsapere;lamessainsituazionedelsapere;lamessainprospettivadelsapere.Verrà
lapurificazionedisiffattepassioni(p.39Donini,2008).
39
cosìesploratalavalenzadidatticachepossiedelacentraturanellafasediprogettazione
sull'azione e sulla ricostruzione della rete intenzionale ad essa correlata. Inoltre,
rispetto alla modalità conoscitiva favorita nel lavoro degli insegnante, si proverà a
mettere in connessione quanto sostenuto rispetto all'attività di prefigurazione,
anticipazione dell'azione che qualifica la modalità conoscitiva propria della
simulazioneincarnataconiprocessidiprevisioneeanticipazionemessiinattodagli
insegnantinellaprogettazioneetrasposizionedidattica.
2. In relazione con quanto appena affermato rispetto ai processi di previsione e
anticipazione,èpossibileaffermare–elosivedràpiùneldettagliodiseguito–che
l'esperienzadisimulazionemessainattodagli studenticonsenteunacomprensione
dell'azioneedelleintenzioniditipocomplessoearticolato.I processiinterpretativi
attivatidallasimulazionedell'esperienzafavorisconoinfattiuncontinuoraccordotra
ipotesiriguardantil'esitoeleconseguenzedelleazioniequellerelativealleintenzioni
che lehannomosse, in unadinamicadi continuamessa inrelazionedi dimensioni
temporalipassate,presentiefuture.Inquestomodo,sedaunlatosièsostenutoche
l'astrazioneè resapossibile dameccanismidi semplificazionedell'azione, dall'altro
lato occorre rilevare che tale semplificazione non produce processi interpretativi
ridotti, ma al contrario favorisce un'amplificazione della capacità di comprensione
dell'azioneedelleintenzioni.
3.3Conoscenzasociale,intenzionalitàefinzione:itretratticomunidellasimulazione
incarnataconilprocessoditrasposizonedidattica
Questosecondoambitodelprocessodiastrazionefinzionaleconsentedigiungereadunodei
nuclei fondamentali dell'opera di accostamento tra esperienza finzionale e processo di
insegnamento/apprendimentochesistaprovandoatracciareinquestasede.Sonodue,infatti,
i fattori costitutivi dell'astrazione finzionale che occorre ancora osservare e che sono
intimamente interconnessi: l'attivazione delle conoscenze e dei vissuti personali del
lettore/ascoltatorenell'esperienzanarrativa;laparticolaremodalitàesperienzialeinatto,sia
durantelaletturaol'ascoltodiunracconto,siadurantelafasedicostruzionedelracconto
stesso(echenelpresentelavorocorrispondeallavoroditrasposizionedidatticadelsapereda
partedegliinsegnanti).
Primadi procederenellaconsiderazionedi tali elementi eallalucedi quantosi èappena
40
sostenuto,èpossibilecompiereunaprimasintesieistituireunapiùaccuratacorrelazionetra
ilprocessodiastrazionedellafinzionenarrativaelanozionediMartinanddi'pratichesociali
di riferimentoosservata nei paragrafi precedenti. Il didatta francese, in unostudio in cui
istituisceunconfrontoconillavorodiChevallardsullatrasposizionedidattica,esaminatale
nozione alla luce del concetto di 'sapere sapiente' e offre una definizione che intrattiene
un'importantecontinuitàconquantosistaoraaffermando.Lanozionedi'pratichesocialidi
riferimento',elaborataconilpropositodiproblematizzareilcampoconoscitivodaconsiderare
nell'operadi trasposizionedel sapereoriginario inuncontestoscolastico, è riferibile– in
alcunitrattispecifici–aicarattericheMareOatleyattribuisconoallafinzionenarrativa.Si
considerinotrepassaggiconclusividellostudiodeiduericercatori,chesisceglieinquesta
sedediriportareschematicamente.MareOatleyinsistonosullaspecificitàdell'esperienzadi
finzionenarrativarispettoadaltriprocessiesperienziali,mettendoinlucetreeffettiprincipali
chediscendonodalparticolarecarattereastrattivodellafinzionenarrativa:
3) L'oggettoconoscitivodellafinzionenarrativaèlaconoscenzasocialeedunqueilcampo
direlazioni,interazioni,intenzioniumanechecostituisconolacondizionedipossibilità
deinostriatticonoscitivi.10
4) L'astrazionenarrativa, rispettoai processi astrattivi nonnarrativi, nonsolofornisce
informazionirispettoadunadeterminatasituazionesociale,maconsentediaverneun
esperienza diretta e di coglierne pertanto i livelli di intenzionalità, i dettagli
significativi,gliaspettirelazionali,ifattoriproblematiciediambiguità.11
5) Lamodalitàconoscitivaditalifattorisocialierelazionisocialeavvieneinunacornice
protettaecontrollata,incuileintenzioni,emozionieipensieriesperitipossonoavere
luogo senza le restrizioni ed inibizioni che i contesti relazionali e sociali reali
impongonoall'agireumano.12
10 Mar e Oatley (2008), p. 185 [We argue that the information communicated through fictional literature is primarilysocial knowledge rather than general world knowledge. It is just as important to note that literature possesses anumber of advantages over the expository communication of social information—advantages afforded by both theabstraction and simulation of social experience]
11 MareOatley(2008),p.186. [Althoughliterarynarrativesareabstractionsofreal‐worldexperiences,it isworthnotingthattheyarealsosubstantiallylesssimplethanothermoreexplicitlydidacticrepresentationsofsocial information that tend to be nonnarrative in structure. Whereas expository representations tell usinformation, literarynarrativesshowusthingsbyhavingus experiencethemfirst‐ hand. This simulatedexperience results froma number of factors, including a richness of information not typically found innonnarrativeexpositions].
12 MareOatley(2008),p.189.[Simulationofsocialinformationliteraryfictionallowsustoexperiencesocialsituationsvicariously, thusallowingforpersonalconsiderationofresponseandaction. Thesimulationofinteractingideasandemotionsevokedbyastorysimultaneouslypermitstheexplorationofourownideas,feelings,anddesires,andofourownpotentialreactionstothestory’splot.Constructingacomplexsimulationofconcepts,ideals,oremotionsallowsforanarenawithinwhichwecantestoutourownaffectivereactions.
41
Martinand,nelsaggioLaquestiondelaréférenceendidactiqueducurriculum,sisoffermasui
differentilivellidiinterazionetralanozionedi'saperesapiente'equelladi'praticasocialedi
riferimento' e propone un principio finalizzato al raggiungimento dell'efficacia didattica
dipendente da un'integrazione delle due nozioni. In questo modo, secondo lo studioso
francese, si rende possibile riconsiderare alcuni fattori di criticità della teoria della
trasposizionedidattica.Siosservinooraglielementiprincipalidegliaspettiattraversoiquali
lostudiosocaratterizzalafunzionetraspositivadellapraticasocialediriferimento.
1. Adifferenzadelsaperesapiente,lanozionedipraticasociale«prendreencomptenon
seulement les savoirs en jeu, mais les objets, les instruments, les problèmeset les
tâches,lescontextesetlesrôlessociaux»(Martinand,2003,p.129).Taledefinizione
intrattiene,perilsuoriferimentononsoloalpianooggettuale,maancheairuoli,ai
contesti,alleintenzionalità,unrapportodisomiglianzaconlanozionedi'conoscenza
sociale'elaboratadaMareOatley.
2. Rispetto al sapere sapiente, tale nozione consente di far emergere gli aspetti
intenzionalielesceltecompiutenellacostruzionedelsapere,«leursenspolitiqueeten
toutcassocial».L'effettogeneratodallamessainattodellanozionedipraticasocialedi
riferimentoèanalogoaciòcheavvienenelprocessodiastrazionedellaconoscenza
sociale:lastrutturaintenzionale,itrattisocialielafunzionepoliticadelsaperesono
conservati sia nel processo traspositivo didattico, sia in quello astrattivo della
simulazione.
3. Les pratiques de références ne sont pas forcément actuelles: elles peuvent être
virtuelles(…)Remarquonsque,danstouslescas,actuellesetévolutives,ouvirtuelles,
ellesdoiventêtreobjectivées,etenvéritémodéliséessurlabased’observationsou
d’anticipations.13Lapertinenzadellanozionedipraticadiriferimento,analogamentea
quelladiastrazione,nonrisiedenellaveridicitàdelcontenutorappresentazione,ma
piuttostonelsuocaratterevirtualeefinzionalecheconsentel'attivazionediprocessi
Fictionisalaboratory(Hakemulder,2000)thatallowsustoexperimentinacontrolledandsafemannerwithintentions,emotions,andemotion‐evokingsituationsthatwouldbeimpossibleandoftenhighlyundesirableintherealworld.Innarrativefiction,wecanexplorewhatitwouldbeliketobeaparticipantinwar,forexample,withouttheriskofinjuryorposttraumaticstressdisorder].
13 IltermineutilizzatodaMartinandnonèfinzionale,mavirtuale.Talesceltaditraduzione,cherispondeallanecessitàdicostruireunaterminologiauniformeesemplificata,ègiustificatadalfattocheicarattericoncuiMartinand definisce la virtualità – apertura di campi di possibilità, assenza di attualizzazione – sono imedesimiutilizzatiinquestasedeperdescriverelafinzionalità.
42
inferenziali(anticipazioni,proiezioni,ipotesi).
Itrecarattericosìdescrittiemessiinparalleloconsentonodioperareunavvicinamentotrala
nozionedipraticasocialedi riferimentoei fenomenirisultanti dalprocessodiastrazione
nell'esperienzanarrativa.Inquestomodoèpossibilesostenerechel'attivitàdicostruzionedi
raccontifinalizzatiagenerareesperienzedisimulazioneincarnata,seusataconunafunzione
di trasposizione didattica, presenta un ruolo analogo a quello del termine proposto da
Martinandnelrielaborareifattorididebolezzarelativiall'azionedidepersonalizzazioneedi
decontestualizzazionepresentenelpassaggiodasaperesapienteasaperedainsegnare.
Il suggerimento che deriva dall'esplorazione del valore traspositivo dell'esperienza di
astrazione narrativa e che consente di ipotizzare una particolare efficacia all'attività di
costruzionediracconti immersivi nelprocessodiprogettazionedidatticamessoinattoda
partedegliinsegnanti,conservaunrapportodirettoconlaquestionedidatticadelsenso–
definitiinquestaricognizioneteoricaconlanozionedi'pertinenza'.
Insintesi,lacostruzionediraccontidapartedegliinsegnanti,perquantosostenutofinoadora
adun livello meramentespeculativo, pare essere in gradodi assicurarealcunecondizioni
fondamentalidellatrasposizionedidattica,messeinevidenzadaNigrisquandoaffermachela
trasposizione ha come obiettivo «di avvicinare gli allievi alla disciplina che insegniamo,
facendoneapprezzarelosguardocheapresulmondo,facendoliappassionareallostudiodegli
strumenti,deimetodiedellefontiutilizzate»per«avvicinarliall’ideachelanaturadeisaperiè
polimorfica,storicamentesituataecaratterizzatadall’alternarsideiparadigmi».
3.4 Il ruolo delle esperienze nell'attivazione della simulazione incarnata: verso un
mediatoredidatticoimmersivo
Nell'esperienzanarrativa,sièdetto,iprocessidiastrazioneedisimulazionesonodueaspetti
diunmedesimoattoconoscitivo. Il processodiastrazione,concepitoneiterminidi Mare
Oatleycomemeccanismoditrasformazionedelleconoscenzasociale,èdipendentedalfatto
che la strutturanarrativaè basatasulle azioni e intenzioni umane, mentre lasimulazione
finzionale è la modalità esperienziale con cui tale struttura viene attualizzata dal
lettore/ascoltatore.Questosecondoaspettoèquindidipendentedacondizionirintracciabili
nellastrutturanarrativae,alcontempo,dacondizioniesterneadessaechefannoriferimento
all'interazione, messa in atto durante l'esperienza finzionale, tra vissuti personali e
conoscenzepregressedel lettore/ascoltatore. Comebensintetizza Caracciolo (2014, p. 5),
43
«readersrespondtonarrativeonthebasisoftheirexperientialbackground».Inaltritermini,
sedaunlatol'interazioneconildiscorsonarrativoinnesca«memoriesofpastexperiences»,
dall'altro«readerstoputtogetherpastexperientialtracesinnovelways,thereforesustaining
their first‐person involvement with both fictional characters andthespatial dimensionof
storyworlds». Questomeccanismoallabasedell'esperienzafinzionaleproduceunaduplice
direzione dei processi interpretativi attivati nel corso della lettura/ascolto narrativo, uno
logicamenteantecedenteall'altro:«likeexperientialmachines,storiesneedexperientialinput,
butalsoproducesomeoutput,sincetheycanbringaboutarestructuringofeachreader’s
experientialbackgroundbygeneratingnew“story‐driven”expenciences.»
Portandooral'attenzionesulprimodeidueprocessiesperienziali,glistudidiMareOatley
sonoancoradiparticolareutilitànell'approfondireilruologiocatodaivissutipregressidel
lettore/ascoltatorenellasimulazionefinzionale.Inunaseriedistudivoltiadindagareproprio
ilruolodelleesperienzepregressenelcorsodellaletturaèemersoconparticolarerilevanzala
maggiorecapacitàevocativadeidiscorsifinzionalinarrativirispettoadaltrigeneridiscorsivi
(espositivi,descrittivi).L'elementointeressantecheèpossibilecoglieredataliricercheeche
giustificano una loro considerazione didattica, al di là dell'ovvia – per certi aspetti –
affermazionesulpotereevocativodellenarrazionifinzionali,siriferisceallafunzioneassunta
dalleesperienzepregressenell'attodiletturaeagli effetti daessegenerati. Se, daunlato,
occorre rilevare che è complesso discernere tali aspetti pregressi all'interno del flusso
esperienzialechesivaconfigurandodurantel'attodilettura/ascolto,dall'altrovaravvisato
cheessecostituisconoilprincipalepoloesperienzialecheconcorreacostruireilcomplesso
congegnodellasimulazionefinzionaleechepertantoènecessariorintracciarnelaspecificità,
siainentrata(l'experientialinput),siainuscita(lanuovastory‐drivenexpencience).Rispettoal
primo ambito, la funzione delle esperienze pregresse è quella di fornire il materiale
esperienzialedibasepercomprendereunadatasituazionenarrativa.Incontinuitàcongli
studiosidellaprimagenerazionedellescienzecognitive,ilmaterialedibasecorrispondeai
concettidi schemata, script e frames, strutturerappresentazionalidiazioniprototipicheche
sonoattivatepercomprendereazioni“strutturalmentesimili”dellanarrazione;seinvecesi
guarda agli studi di matrice enattivista il riferimento è, per un verso, alle memory traces
(Gerrig, 2011) e alle experiential traces (Zwaan, 2008) che favoriscono l'attivazione di
elementisensorialirelativiaoccorrenzepassate,perunaltroallacorporalitàdellavisione,che
riguardalacorrelazionetramovimenticorporaliecambiamentidelleinformazionisensoriali
(Noë, 2002). In secondo luogo – e in dipendenza dal primo livello e della declinazione
44
enattivistadeiterminiconsiderati–ilruolodelleesperienzepregresseèquellodiconferire
maggiore«vividnessandvivacity»all'esperienzadisimulazioneo,inaltritermini,digarantire
a tale esperienza un grado di accuratezza sensoriale nella percezione dei dettagli,
nell'intensità delle sensazioni e delle emozioni. In sintesi, la declinazioneenattivista delle
funzioni conoscitive delle esperienze pregresse consente di individuare quattro
caratteristiche,particolarmenterilevantiperlariflessionediambitodidatticochesicondurrà
diseguitoeneiprossimiprossimiparagrafi:
1. l'esperienza di simulazione incarnata – e, più in generale l'esperienza di lettura – non è da
intendersi come la somma delle esperienze pregresse richiamate dalla struttura narrativa;
2. è difficilmente discernibile il ruolo giocato dalle singole esperienze pregresse (o
experientialtraces;
3. è difficilmente discernibile l'origine di tali experiential traces: esperienza diretta,
memoriadiun'esperienzaraccontata,memoriadiun'esperienzafinzionale;
4. la modalità conoscitiva con cui tali esperienze pregresse sono attivate non è
rappresentazione,maanzituttoditipopercettivoesensoriale.
Sesiprescindedallacaratterizzazionedellaloroprovenienza–esperienzadiretta,memoriadi
un'esperienza personale, l'ascolto di un racconto compiuto da altri, un'esperienza di
simulazionenarrativapassata–il ruolocrucialegiocatodaquestoinsiemeinestricabiledi
vissutipregressi,èfariferirsinonsolonell'esperienzadiletturamaanchenell'esperienzadi
apprendimento. In questo senso, la funzione conoscitiva attribuita all'ascolto narrativo
assumeunaparticolareefficaciasemessoinconnessioneametodologiedidattichedisegno
oppostoechesonocioèvoltealdistanziamentoeallaprogressivaastrazionedell'esperienza
(Rossi,2012).Ilruolodelleesperienzepregresse,sianoessedirettamenteesperiteorisultato
diun'azionedifusionedivissutifinzionali,ècosìdeterminantenell'otticadellacostruzione
delsaperesemessoinrelazioneapratichedidistanziamento.Ilparticolarevaloreconoscitivo
di tali esperienze dipende infatti da una duplice funzione didattica: l'attribuzione di un
significatoautentico–o,neiterminiprimautilizzati,l'attivazionediuncriteriodirilevanza–
alprocessosapereoggettodiapprendimentopoiché;laconsiderazionedellepre‐conoscenzee
dellemis‐conoscenzedeidiscentiriguardantiitalisaperi.Nigris(2016),fornisceunachiara
esplicazionediquestodoppiofenomeno:
45
Infatti,comemostranotuttelepiùrecentiteoriesull’apprendimento,leconoscenzeinformalicheiragazzihannoassorbitomedianteleloroesperienzenelmondorealepossonocostituireunagranderisorsaperlacostruzionedinuoveconoscenze,maallostesso tempo, queste conoscenze informali possonocontribuire a consolidaremis‐concezionispessodifficilidascardinareerimuovere,senonraccolteericonosciute.
L'esperienza simulativa dell'ascolto narrativo e il successivo utilizzo di metodologie che
promuovonolaconcettualizzazionedelleazioniedelleesperienzepossonorisultareefficaci
nellacostruzionediapprendimentiseconcepiticomepolioppostidiunmedesimoprocessodi
immersioneedistanziamento.Piùnellospecifico,sipuòaffermarechelafasediimmersionesi
presta ad un duplice obiettivo didattico: in primo luogo fa riferimento all'attivazione dei
vissuti esperienziali dei discenti rispetto ad un particolare sapere; secondariamente, si
riferisceall'attodirecuperonellafasediemersione,diquell'insiemediconoscenzecheessi
giàpossiedonoinmanierainformale.AncoraNigrisafferma,che«l’insegnantedovràtener
presentechelacostruzionedellaconoscenzanonpuòchepartiredaquellachePiagetchiama
‘conoscenza ingenua’ ma che altri autori definiscono ‘conoscenza tacita’, ‘conoscenza
inespressa’(Polanyi,1979)o‘informale’comeladefinisconoglistudiantropologici».Intale
ottica,«l’insegnantenonpotràchepartiredaquellicheBachelarddefinisce‘saperiignoranti’,
farli emergereemetterli a confrontoconesperienze, materiali, attività estimoli capaci di
verificarli e/o modificarli». È su questo nucleo di 'conoscenze informali' o ' conoscenze
ingenue' che fa leva la simulazione narrativa per poter essere attualizzata: senza queste
conoscenze che consentono al lettore/ascoltatore di muoversi negli scenari narrativi, di
operareleinferenzenecessarieacomprendereglisnodidellatramaoasimulareipensieridi
unpersonaggio,l'esperienzastessadiletturaoascoltononpotrebbeavereluogo.
3.5 Consciousness enactment e consciousness attribution: una duplice relazione tra
lettore/ascoltatoreepersonaggio
Inquestoparagrafosiintendeapprofondireun'importantequestioneosservatainprecedenza
rispetto alle modalità di accesso dei lettori/ascoltatori alle esperienze finzionali e, in
particolare,allafunzionerivestitadaipersonaggiinquestoprocessodisimulazionenarrativa.
Il proposito che si intende perseguire è quello di fornire un'osservazione dettagliata dei
meccanismi di relazione tra lettori/ascoltatori e personaggi narrativi in modo da
comprendere la struttura qualitativa di tale particolare relazione finzionale e di poter
ipotizzarneunruolomaggiormentedefinito,tantonelprocessoditrasposizionedelsapere,
quantonellosviluppodiapprendimentiinambitocurricolare.
46
Nell'ultimo decennio si è assistito ad un progressivo aumento di interesse nello studio
dell'esperienzadi letturanarrativaallalucedialcunecategoriecognitive–coscienza, stati
mentali, mind‐reading – chehannoavvicinatogli studi letterari ai campi disciplinari delle
neuroscienze e della psicologia e, parallelamente, hanno offerto nuovi modelli di
comprensionedelrapportocheillettoreintrattieneconlafinzionenarrativa.Accantoailavori
di David Herman e Monica Fludernik riguardanti una più generale considerazione dei
fenomeninarrativiinterminiesperienziali(ilprimoconunaccentoparticolareaimeccanismi
cognitivichepresiedonoall'esperienzadiletturaealfunzionamentodeimeccanismimentali
deipersonaggi,lasecondaconunapropostadinaturalizzazionedeiprocessidicomunicazione
narrativa)sonoapparsidueimportantivolumi,FictionalMindsdiAlanPalmereWhyWeRead
FictiondiLisaZunshine,rivoltiesclusivamenteaiprocessidiattribuzionidistatimentalidei
lettori ai personaggi. Senza considerare nel dettaglio questi contributi, ciò che si intende
mettereafuocoperifinidelpresenteparagraforiguardailfattocheinessaèoffertauna
possibilesoluzioneaquantosièosservatoprimarelativamentealruolodelpersonaggiocome
“porta di accesso” agli scenari finzionali. I due studiosi elaborano una spiegazione
rappresentazionaledellamodalitàconcuiillettoresirelazionaaipensierideipersonaggi,a
suoi stati di coscienza, alle sue dimensioni intenzionali, istituendo la relazione
lettore/personaggio su di un livello semantico. Il personaggio è assunto come un'entità
esternaacuiattribuiredeterminatequalità,processipsicologici,emozionieconcui,inbasea
tale processo di attribuzione rappresentazione, entrare in relazione. Questa soluzione,
tuttavia,èstatarecentementemessaindiscussionedaCaraccioloapartiredaunaconcezione
enattivista dell'esperienza finzionale e, nello specifico, della relazione lettore/personaggio
non è pienamente adeguata all'obiettivo di comprendere il funzionamento dell'ascolto
narrativoall'internodeiprocessiditrasposizonedidattica.Oalmeno,nonècosìproficuadal
unpuntodivistateoreticocomeinvecepotrebbeesserlounaprospettivadiindaginenarrativa
checonsideral'interazionelettore/personaggiodaunpuntodivistaesperienzialeechepone
alpropriocentroladimensionepragmaticadeglieffettipercettivi‐sensorialicheaccadonoal
lettore/ascoltatore.PerfarequestosiseguiràlalineadiricercaavviatadaMarcoCaracciolo
che si avvale dell'approccio enattivista nell'elaborare una teoria della narrazione
esperienziale.
Lapropostadi Caraccioloaffermache, nel casospecificodellarelazionecon i personaggi,
l'esperienzanarrativadellettorenonèdaconcepirsiinterminirappresentazionali–glistati
mentalideipersonagginonsonopertantoriconosciuticomeoggettidiscorsivi,daattribuire
47
semanticamenteaentitàesterneallettore–mainterminiperformativi–comefenomenida
incarnareecheintrattengonounrapportoesperienzialmentedensoconilettori.All'internodi
talecorniceteorica,unsecondoelementodaconsiderareriguardailfattochelerelazionitra
lettoriepersonaggisonomutuatedall'interazionequotidianaconpersonereali.Inparticolare,
il ruolo di accesso ai mondi finzionali consentito dai personaggi attraverso, ad esempio,
processidiimmedesimazione,èdipendentedastrategiecognitivemesseinattodallettorein
contestirealeeconpersonereali.Inquestomodo,comeaffermaconefficaciaCaracciolo,è
assunta una correlazione piuttosto decisa tra esperienza di simulazione incarnata ed
esperienzareale:
Mypropositionisthatourengagementwithfictionalconsciousnessesdiffersindegree,butnot in kind, from our engagement with real ones, in particular when it comes toconsciousness‐enactment:wecanenacttheexperienceofanotherpersoninreallifetoo—thatistosay,empathizewithhimorher—butwedonotdoitasoften(andasintensely)asinreadingtexts.
Inbreve,siaffermachel'esperienzanarrativadipendecostitutivamentedell'esperienzareale
del lettore/ascoltatore e, analogamente, il grado di immersione del lettore dipende dalla
qualitàdellesueesperienzepregresseedallalorocapacitàdientrareinrelazioniconilmondo
finzionale. Seguendo questa linea interpretativa e spostando l'attenzione brevemente alla
cornicedidattica,l'esperienzadiascoltonarrativoe,piùnellospecifico,larelazionetralettore
epersonaggio, si configuracomeunastrategiadi trasposizionechepotrebbeconferireun
grado di maggiore efficacia a quanto si è affermato in precedenza rispetto al rapporto
dialetticoimmersione/emersione.Sivedanoneldettaglioidueprocessiacuisièfattoprima
riferimento, consciousnessenactment e consciusnessattribuition,esiritornisuccessivamente
allatrasposizionedidattica.
• Consciusnessattribuiton:contaleterminesifariferimentoalprocessodiattribuzione
dicoscienzadapartedellettoreaipersonaggicheabitanoundaterminatoracconto.I
personaggi possono essere persone, animali oppure altri generi di entità che
manifestanodeitrattichepossonoessereinterpretatidallettorecomeespressionedi
unacoscienza.Ciòèresopossibiledalfattochel'attribuzionedicoscienzanondipende
dall'esitodiunragionamentomadalfattochedeterminatisegni/azioni–sopratuttodi
naturacorporea–sonoassuntidallettore,inbaseallapropriaesperienzapregressa,
comeilrisultatodiunostatomentaleodiunprocessointenzionale;inquestosenso
48
puòesserelettalatensioneantropomorficaadattribuireadentitàfinzionalipensierie
intenzionicomesefosseroessereumani.«Insum»chiarisceCaracciolo(2014,p.117)
«consciousness‐attributionsto fictional charactersarean inevitableconsequenceof
our tendency to interpret some bodily and verbal signs as expressive of
consciousness».
• Consciousnessenactment:nozionechesiriferiscealprocessodimessainattodello
statodicoscienzadelpersonaggiodapartedellettore.Taleprocesso,chehaluogoin
strettacorrelazioneconparticolaristrategieditipodiscorsivoenarrativoindipendenti
dallettore,presiedealmeccanismodisovrapposizionetral'esperienzacompiutadal
personaggionelraccontoel'esperienzavissutapercettivamentedallettoredurantela
letturaol'ascolto.Ilmeccanismoallabasedellarelazionetrapersonaggioelettoreè
posto in termini di simulazione incarnata, ovvero definito a partire dall'esperienza
percettivaecorporeadellettorecheripercorrequelladelpersonaggioalivellosenso‐
motorioenonsecondounamodalitàrappresentazionale.Analogamentealprocessodi
consciousness‐attribution, le esperienzepregressedel lettore/ascoltatore, siano esse
state vissute effettivamente o simulate in altri contesti finzionale, hanno un ruolo
determinantenelconferireefficaciaataleprocessosimulativo.
Leduestrategiediinterazionelettore/personaggio,benchépresentinoelementidisostanziale
differenziazione,nonsonotuttaviadaconcepirsiinmanieraalternativa,mapiuttostoinmodo
complementare.Inentrambiicasivisonoalmenoduefattoricostitutivisenzaiqualiidue
processinonavrebberoluogooquantomenodifferirebberoperintensità:sullatodellivello
discorsivo, vi sono differenti elementi che presiedono all'attivazione dei meccanismi di
simulazioneincarnatadell'esperienzadeipersonaggiodisempliceattribuzionedicoscienza:
il livello di dettaglio descrittivo degli scenari e delle azioni (l'elemento della 'granularità'
secondoHerman);ilivellidifocalizzazionedeldiscorsoequindilastrategiadelpuntodivista,
la configurazione temporale del racconto; sul lato del lettore, il ruolo delle esperienze
pregressee la loro 'relazionedi somiglianza' congli scenari narrativi, il sistemadi valori
proprio del lettore e il loro grado di aderenza con quelli dei personaggi. Nonostante la
dipendenzadientrambiiprocessidatalistrategie,larelazionenontuttaviaèbiunivoca:seil
processo di consciousness‐enactment può implicare e racchiudere quello di consciousness‐
attribuition,ilrapportoinversononèconsentito.Taledifferenzarisiedenelfattochel'azione
49
diconsciousness‐enactmentpresentaunastrutturaesperienzialemaggiormentearticolatadal
puntodi vista percettivopoichéè prepostaall'attivazionedi processi di interazionecon i
personaggialtamenteimmersivieimmedesimativi.Èinquest'ultimocasochelamatricepiù‐
che‐rappresentazionaledellasimulazionenarrativaèintegralmenteattivataelepotenzialità
diconoscenzaincarnatasonomesseinatto:illettoreeancordipiùl'ascoltatore–immerso
fisicamente in una cornice narrativa creata dalla voce del narratore presente nella sua
corporeità–esperisconogliscenaridelraccontononadunlivellorappresentazione,bensì
senso‐motorio, attraverso la simulazione percettiva delle azioni e degli stati mentali dei
personaggi.
3.6Unaprimasintesidelruolotraspositivodellasimulazioneincarnata
Riprendendoildiscorsosullatrasposizionedidatticachehaattraversatoilpresentecapitolo,
le considerazioni appena fornite riguardo alle due strategie di immersione del
lettore/ascoltatorenelleazionideipersonaggiconsentonodiapprofondirequantoaffermato
in precedenza sul ruolo della simulazione finzionale come strategia privilegiata di
trasposizionedidattica.Ciòchesipuòaffermareorariguarda,piùnellospecifico,lafasedi
progettazionedi talestrategiaenonancora la suaeffettivamessa inattochesaràinvece
oggettodelprossimocapitolo:l'efficaciacheilprocessodiconsciousness‐enactmentpossiede
nell'azionare percettivamente le conoscenze e i vissuti pregressi dell'ascoltatore, nello
stimolarneleemozioni, nell'attivarneiprocessiinferenziali,ètantosignificativarispettoal
valoredidatticonellafasediimmersioneneiprocessidiapprendimento,quantodifficoltosada
mettere in atto. Si è notato, infatti, che tale processo percettivo necessita di un difficile
equilibrio tra le condizioni esperienziali degli ascoltatori e l'elaborazione di specifiche
strategie discorsive che sappiano interagire con esse e valorizzarne il potere simulativo.
Difficilmente si troveranno allora racconti che soddisfino queste particolari condizioni,
dipendenti danumerosi fattori contestuali, e chesi riferiscanoconesattezzaagli obiettivi
didattici dell'insegnante;pertanto, assumeunruolorilevante lacapacitàdell'insegnantedi
riadattareuntestonarrativoesistenteodiscriverneunoexnovo.
Se può apparire scontato sostenere che tale competenza narrativa necessita di una certa
familiaritàconilraccontodifinzioneeunaparticolareabilitànelprogettare,nelvastoterreno
dellestrategiediscorsive,quellechemegliorispondonoalleesigenzedidatticheeaglieffetti
chesiintendonosuscitarenegliascoltatori,èaltrettantoscontatoaffermarechelanarrazione
èun'esperienzapresentepervasivamenteneivissutiquotidianidistudentieinsegnanti:dai
50
videogiochi,aitelefilmserali;dalraccontodellagitascolasticaall'esposizionenarrativadiun
determinatoargomentodistoria;dallospotsullosmartphonealraccontoaduncompagnoo
collega di un certo episodio. Non si vuole con questo sostenere che alla familiarità con
l'esperienza narrativa corrisponda un'innata abilità didattica e discorsiva nel costruire
racconti efficaci per determinati obiettivi traspositivi; piuttosto si desidera affermare la
necessitàdi costruirecompetenzenarrativepercomprendereesaperutilizzaregli infiniti
oggettifinzionalicheimmergonoiragazzinellalorovitascolasticaechefaticanoadentrare
nelleauleperdiventaremediatorididatticiprogettatidaglistessiinsegnanti.
Inconclusione,èinteressanteosservarelacongruenzatralapropostaenattivistadiCaracciolo
e quelle delle recenti prospettive didattiche, rispettivamente elaborate da Pier Cesare
Rivoltella(2014)ePierGiuseppeRossi(2011)chemettonoalcentrodellecompetenzedegli
insegnanti quelle legate alla previsione e progettazione dell'azione didattica. Per finire il
presentecapitolo,puòessereutilerichiamareleaffermazionidiBosheGascón(2006)nel
testo Twenty‐five years of the didactic transposition apropositonellanecessitàdielaborare
strategiedimediazionedidatticachesianoingradoditrasferireautenticamenteilsaperenei
contestidiapprendimentoscolastico:
Mostof all, it formulatestheneedtoconsiderthat what is beingtaughtat school(‘contents’or‘knowledge’)is,inacertainway,anexogenousproduction,somethinggeneratedoutsideschoolthatismoved—‘transposed’—toschooloutofasocialneedofeducationanddiffusion.Forthispurpose,itneedstogothroughaseriesofadaptingtransformationstobeableto‘live’inthenewenvironmentthatschooloffers.
L'esortazionedeiduestudiosi di 'farvivere' il saperenelcontestodiapprendimentotrova
nellasimulazioneincarnataenellastrategiadelconsciousness‐enactmentunavalidarisposta.
51
CAPITOLOQUARTO
METODOLOGIADELLARICERCA
Nelleprossimepaginesiapprofondirannolequestionimetodologichedellavorocondottoesi
forniranno una serie di argomenti a sostegno delle scelte compiute con il proposito di
raccordare le ipotesi di ricerca (presentate nei primi due capitoli), la ricerca empirica
(descritta nella seconda parte di questo capitolo) e la successiva analisi dei dati e
concettualizzazioneteorica(destinataaiprossimiduecapitoli).
4.1.Posizionamentodelproblemaerilevanzadellaricerca.
L'assenza di una adeguata elaborazione teorica delle pratiche di simulazione incarnata in
contestidiinsegnamento‐apprendimentorichiede,inquestasede,unlavoroditipodefinitorio
orientato in due direzioni: da un lato, ad un esercizio teoretico che sappia mettere in
connessione i diversi piani categoriali utilizzati nella definizionedi simulazioneincarnata;
dall'altro ad una pratica descrittiva del fenomeno che ne favorisca l'esplorazione
multidimensionale in un contesto inedito e finalizzato allo sviluppo professionale degli
insegnanti.Ilterminemultidimensionale,cheèununtrattopeculiaredeisistemicomplessi,è
accostato da Altet (2002) ai processi di insegnamento/apprendimento con l'esigenza di
utilizzare“unapprocciopluri‐disciplinarecheconsentadidescrivereledifferentidimensioni
della pratica nella loro specificità e di comprenderne l'articolazione e il funzionamento”.
Professionalitàdifferenti sonoingradodi esaminare 'dimensioni' diversedi unmedesimo
fenomenochepertantovengono– inquesta prospettiva –ritenute indagabili a partireda
specifiche angolature conoscitive. Se si considera, più nel dettaglio, l'analisi della pratica
didattica, anche nella fase di progettazione, tale assunto è fatto discendere da una
differenziazione che riguarda le modalità conoscitive proprie delle due dimensioni
fondamentalidell'agiredidattico:ladimensionedellapratica,acuièassociataunaconoscenza
esperienziale legata alla capacità di orientare l'azione in una specifica situazione, e la
dimensionedellateoria,connessaallacapacitàdimettereinconnessionel'azionedidattica
conschemicategoriali di ordine teoretico e di prefigurarsi l’azionenel futuro. Alla prima
dimensioneèassociatounsaperepraticopropriodegli insegnanti; allasecondaunsapere
teorico proprio degli insegnanti (formalizzazione del sapere pratico) e della ricerca
accademica. Se, seguendo la prospettiva enattivista descritta nel capitolo iniziale, la
conoscenzanonoriginadaunaconcettualizzazioneteoricaposterioreallaprassi,mahaluogo
52
nell'azionestessa, nonèpossibileassumerealcunaprioritàepistemologicadiunadelledue
dimensionisull'altra.Taleprincipiodico‐emergenzateorico‐praticadellaconoscenzaimpone
pertantounostudiocongiuntodelle duedimensioni e, di conseguenza, l'assunzionedi un
doppio sguardo, quello dell'insegnante e quello del ricercatore, nell'analisi di entrambe le
dimensionicosìchepossaessereraggiuntaunaconoscenzacomplessivadelsistema.
Si puòsostenere che l'adozionedi tale approcciomulti‐disciplinare nella presente ricerca
qualifica lascelta di unepistemologia di ricercadi tipopartecipativodal momentochesi
assume,allalucedeiprincipiappenadescritti,cheun'elaborazioneeunarispostaefficacealle
domande di ricerca descritte nei capitoli precedenti, situate in un contesto didattico e
circoscritte ad aspetti specifici della pratica di progettazione degli insegnanti, muova
necessariamentedaunraccordoedaunacontaminazionetralecompetenzedeiduediversi
profili professionali coinvolti – insegnanti e ricercatori universitari. È adottando tale
ricorsività dialogica (Mortari, 2007) che è possibile generare non solo un aumento della
conoscenza teoretica, ma di produrre una ricerca utile per i partecipanti rispetto al
miglioramentodellelorocondizioniprofessionali.
4.2Filosofiaedepistemologiadellaricerca
La considerazione del contesto come fattore qualificante l'esperienza di simulazione
incarnata, affermata anche in relazione alla definizione del processo di insegnamento‐
apprendimento,conduceaunadoppiaimplicazionemetodologica:inprimoluogoimponela
sceltadiepistemologieefilosofiediricerca,primaancorachedistrategieemetodi,chesiano
ingradodivalorizzarelacentralitàdellevariabili contestuali e, adifferenzadellericerche
condottedalleneuro‐scienzeedallanarratologia,diassumerlecomefattorieuristiciingrado
dicontribuireallacomprensionedeifenomeniindagati:sifariferimentoanzituttoallascelta
dilavorareinunsettingnaturale,edunqueadunaepistemologiadellaricercanaturalistica.In
secondoluogo,ealivellodeimetodidiricerca,èrichiestol'utilizzodistrumentidiraccolta
dati che possanorestituire dadifferenti angolaturee punti di vista i fenomeni oggettodi
studio:benchélaricercarispondaadunadomandarivoltaspecificatamenteall'esplorazione
del lavoro degli insegnanti, diviene importante predisporre tecniche di indagine che
consentanodidocumentare–oltreallapraticadidattica–larielaborazioneconcettualedegli
studenti delle esperienze di simulazione incarnata realizzate. Seguendo tale prospettiva, i
prodottirealizzatidaglistudentielarielaborazioni(informascrittaoorale)dalorocompiute
sonodautilizzaredalricercatoreedagliinsegnantinellafaseditrasposizionedidatticacome
53
ulteriorematerialediricostruzionedell'esperienza.Inquestomodolacentraturasulcontesto
elaconseguentenecessitàdidettagliarelenumerosevariabilichenedefinisconolaqualità,è
resa possibile daunosguardo interpretativomulti‐prospettico, caratterizzato daposizioni
fortementecomplementari: gli studenti daunlato, il ricercatoreegli insegnanti dall'altro,
portatorialorovoltadipuntidivistaconoscitividifferentienonsovrapponibili.
In relazione alle implicazioni contestuali sul disegno metodologico della ricerca è utile
evidenziare alcune precondizioni di quanto si è appena affermato e che Mortari (2009)
definisce con il termine di 'pratiche epistemiche'; queste suggeriscono che nella fase
preliminaredellavorovi siauncoinvolgimentoprolungatodelricercatorenelcontesto(in
questo caso in una classe seconda di scuola secondaria di I grado) e che si compia
un'osservazionecontinuata“inmododacostruireunosguardosensibileadognidettaglio”(p.
70).Lavalorizzazionedeifattoricontestualielacorrelatanecessitàdifarriferimentoauna
pluralità di sguardi interpretativi per realizzare una descrizione accurata del fenomeno
oggettodiindaginesonostrettamenteconnessealleimplicazionimetodologichechederivano
dalla centralità attribuita in sede definitoria alle interazioni tra insegnanti e studenti. In
manieraanaloga, infatti, laconsiderazionedellaprospettivadeidiversisoggetti implicati –
insegnantiestudenti–divieneunelementometodologicamenterilevanteechesitraduce,in
questocaso,inun'attenzionespecificaalleinterazionidiscorsivetrainsegnanteestudentie
allerispettiverielaborazioniconcettuali.Divienedunqueutile,benchéledomandediricerca
sianocircoscritteall'attivitàdiprogettazionedegliinsegnanti,documentaresistematicamente
leazioniei processi messi inattodagli studenti, siadurantel'accaderedell'esperienzadi
simulazione incarnata, sia nelle successive fasi di concettualizzazioneperpoteravereuna
restituzionedell'esperienzamulti‐prospettica,equindiunapluralitàdistrumentieuristici,nel
lavoroditrasposizionemessoinoperadagliinsegnanti.
Considerare le competenze e le conoscenze specifiche degli insegnanti in un contesto di
ricercasignificaattribuirevalorescientificoaciòcheèstatodefinito“saperedell'esperienza”
(Shon, 1983), “competenza di attore in contesto” (Giddens, 1987) e, da altre prospettive,
“teoriepratichedell'insegnare”(Sanders&MacCutcheon,1986)oppure“saggezzaeducativa
dellapratica”(Shulman,1987). Èdaunatraiettoriadiricercachenascedaglianni'80coni
contributidiSchön(1983,1987)sull'epistemologiadeisaperiprofessionalie,allargandolo
spettro storiografico, da una valorizzazione del magistero deweyano che si propone di
raccordare la ricerca teorica con le esigenze pratiche dei contesti educativi attraverso le
cosiddette'tentativehypothesis'(Dewey,1974)elateorizzazionedell'inquiryapproach,cheil
54
sapere degli insegnanti diviene un elemento cruciale nella comprensione dei fenomeni
didatticiindagatidalmondoaccademico.ComeaffermaCatelli(1995),l'ideadiunaricercain
ambitodidatticodi tipopartecipativonasceancorprima, negli anni '60e'70, coni lavori
pioneristicidiSchaefer(1967),Joyce(1969,1972)eprosegueneglianni'80,tantoinambito
nord‐americanoquantoindiversipaeseeuropei,conl'emergerediprogettidiricercaattivati
daequipediinsegnantiche,incollaborazioneconricercatoriuniversitari, hannoelaborato
modalitàineditefinalizzateallosviluppoprofessionale.
Alivelloterminologicoèstatapiùvoltesottolineatalapresenzadiunapluralitàdicategorie
perdefinirelaricercapartecipativa:ricercacollaborativa;ricercapartecipante;ricerca‐azione;
ricerca‐azione collaborativa; ricerca in partenariato (Desgagné, Bednarz, Lebuis, Poirier e
Couture, 2001; Mortari, 2007, Nigris, 2016). Tra queste diverse definizioni, diviene
fondamentale specificare le scelte terminologiche adottate in questa sede, che, come già
affermato, fanno riferimento alla proposta di Mortari (2007): con il termine ricerca
partecipativa si fa riferimento a una filosofia di ricerca, intesa come uno tra i diversi
orientamentiepistemicipropridelparadigmaecologicodellaricercapedagogica,chehacome
tratto fondamentale quello “di configurarsi come ricerca dialogica fra tutti coloro che
prendono parte all'esperienza epistemica” (Mortari, 2007, p. 137). Le caratteristiche ora
riportateconsentonodi fornireun’ulteriorespecificazionealmodellodiricerca‐formazione
messoinattoeaconsiderarloneiterminidi una service research, ossiadi unpercorsodi
indagine basato su un dialogo tra insiders (gli insegnanti) e gli outsiders (il ricercatore
universitario)chesiponel'obiettivodielaborareunateorialocaleingradodiprodurreuna
trasformazionedellepraticheoggettodistudio.Comeèstatomessoinevidenzapocosopra,
unacondizione necessaria della service research è quella della co‐interpretazionedei dati
raccoltiedellasuccessivaelaborazionedeirisultati.Taleprincipiodialogicomessoinoperain
ciascuna fase della ricerca favorisce lo sviluppo di un sapere significativo per insiders e
outsider,validoanzituttonelcontestodellasuaelaborazioneepertantodefinibilecomeuna
teorialocale;teoriachemiraaprodurreunsapereutilenellapraticaechevienevalidatanel
suocontestospecificodiapplicazione(Friendman,2001,p.159).Inquestomodoilcriterio
dellarilevanzascientificaassumeunvaloredirilievorispettoalcriteriodelrigorescientifico,
dal momentochepresentaunamaggioreadeguatezzanellavalutazionedi unaricercache
miraad“essereutile”ecioèafornire“strumenticognitivicheconcorronoallatrasformazione
delrealeversonuovestrutturazioni”(Mortari,2007,p.143).
55
Schema2:Serviceresearch(mutuatodaMortari2007)
4.3Dallaricerca‐azioneallaricerca‐formazionecomestrategiadiricerca
Traledifferenti declinazioni delprincipiocollaborativovi èquellaelaboratadallaricerca‐
azione,concepitacomeuntipoparticolaredistrategiadiricercapartecipativaenoncome
sinonimodiricercapartecipativa,giacché,adifferenzadiquest'ultima,siproponedifavorire
laconcettualizzazionedellemodalitàdiconoscenzapraticadegliinsegnantimedianteprocessi
diriflessione.ComesostieneNigris(2016)lapeculiaritàdellaricerca‐azioneèquelladiessere
stata sviluppata a partire da esigenze formative e trasformative raccolte in contesti non
scolastici,maditipoamministrativoeeducativo(Lewin,1947,1951),doveladistanzatrail
formatore, con i propri modelli culturali, e i soggetti in formazione erano tali da dover
elaborareprincipi metodologici ingradodi superaretali limiti conoscitivi. È inunsiffatto
contesto che prende forma la ricerca‐azione come metodologia che mira a generare
trasformazionenelle pratiche dei soggetti coinvolti nel processo di formazione attraverso
un'accurataanalisideicontestielapromozionedioccasionistrutturatediconfrontoparitario
fra i diversi componenti coinvolti.14 La ricerca successivaall'elaborazione metodologica di
14 Perunaltrosguardodefinitoriosullaricerca‐azionesivedaMortari(2007):“sipuòaffermarechelaricerca‐azioneèunastrategiadiricercacheprevedechel’indaginesiacondottasulcampo,sistrutturisullabasedellastretta collaborazione fra ricercatori e pratici, e assumacomesuocompito specifico quello di provocarecambiamentimigliorativinelcontestoincuivieneattuata»(Mortari,2007,p.211)”
56
Lewin ha trovato nei contesti di formazione professionale scolastica un campo di
sperimentazioneparticolarmentefecondoeche,aldilàdelledifferenzetrainumerosistilidi
ricercaadottati,hafavoritonegliinsegnantilosviluppodi“capacitàdidisegnareun’indagine
intornoatemid’interessecomune,conunoscopocondiviso,perobiettivid’insegnamento‐
apprendimento molto specifici e ben individuati” (Nigris 1998). Nigris inoltre (2016)
individuaunsecondocriteriodidifferenziazionetraricercapartecipativaericerca‐azionenel
fattochenellaseconda“agliinsegnantinonvienerichiestodidivenireespertinelmetodoo
nell’usodistrumentidiindagine”.
Nelcasodellaricercaoggettodipresentazionesièintesoelaborareundispositivoformativo
di tipo laboratoriale – centrato sulla creazione di racconti che favorissero la simulazione
incarnata–checonsentisseagli insegnanti di elaborareteoreticamentela loroconoscenza
disciplinareeazionale,mentreilricercatorehagarantitoilrigoredell’impiantoedell'utilizzo
dialcunistrumentidiindaginetipicidellaricercaempiricaineducazione.
Perlefinalitàdellariflessionechesistaconducendoinquestepagineèopportunometterein
rilievo due questioni appena riferite all'ambito dalla ricerca‐azione e che sono state
successivamenteimportatenellaricerca‐formazione:lanecessitàchel'oggettodiricercasia
rilevanteperipartecipanti,praticieteorici,insegnantiericercatorieilprincipioperilquale
la ricerca persegue un proposito formativo attraverso la promozione di una maggiore
consapevolezzadeipartecipanti.
Ladistinzionedellaricerca‐formazionedallaricerca‐azioneèindividuatadaMagnoler(2012)
dallapresenzadiun'istanzaformativanonsubordinataadunadiordineeuristico.Secondo
taledefinizione, laricerca‐formazioneèdacollocarsi nelpiùampiospettrodei modelli di
ricerca‐azioneche,comesièosservato,èasuavoltaconsiderataunaparticolaretipologiadi
ricercapartecipativa.All'internodiunasiffattaschematizzazione,occorresottolinearechela
ricerca‐azione, quando è orientata all'ambito della formazione degli insegnanti, tende a
valorizzare la tensione formativa e trasformativa dell'azione (Smeets, Ponte, 2009; Lipari,
Pastore,2012)eaconcepiretalifinalitànoncomeesitisecondari,mapiuttostocomeobiettivi
intenzionalmenteperseguiti(McAteer,2013;Moretti,2014).Nellaricerca‐azionecoesistono
pertanto almeno tre obiettivi complementari – comprendere, risolvere un problema
individuato,aumentarelacompetenzadeisingoliinsegnanti(Magnoler,2012)–masolamente
nellamisuraincuigliobiettividimatriceformativaassumonounvaloreconoscitivopari,se
non superiore, a quelli teoretici relativi al problema pedagogico indagato, è consentito
definirlaricerca‐formazione.
57
Perdefiniremegliotale metodologiadi ricercapartecipativaecomprenderneleragionidi
utilizzonelpresentelavoro,èutileconsideraredueobiettiviattraversocuivienedettagliata
(Zecca,2016):inprimoluogosisostienecheabbiailcompitodi“orientarelaformazionein
servizio adunaprofessionalità docente di tiporiflessivo”; in secondo luogodi “mettere a
puntodispositiviformativicomplessichepromuovanoapprendimentotrasformativo”.
Schema1:Percorsodiricerca‐formazione(mutuatodaDesgagné,Bednarz, Lebuis,PoiriereCouture,2001)
4.4 Il Laboratorio di Progettazione Didattica come dispositivo formativo per
promuoverelariflessioneanticipatoria
Nelle precedenti paginesi è accennatoai Laboratori di ProgettazioneDidattica (LPD)nei
terminidiundispositivoformativochemiraaorientarelaformazionedegliinsegnantiaduna
professionalitàditiporiflessivoechesiponeincontinuitàconlasceltadellametodologia
58
dellaricerca‐formazionecometipologiadiricercapartecipativa.L'allestimentoditalicontesti
diapprendimentonelpresentelavorotrovaoriginedallanecessitàdiconferiresistematicitàal
percorsocondottoinsiemeagliinsegnanti,siainrelazioneallemodalitàdidocumentazionee
aglistrumentidiraccoltadati,siariguardoaunpiùampiodisegnodiformazioneericercache
trovavalore euristico nella ricorsività delle pratichemesse inatto e nella loro successiva
analisieinterpretazione.
Si consideri ora il dispositivo formativo realizzato nei LPDalla luce di tre caratteristiche
fondamentali della ricerca‐formazione (Zecca, 2016) con il proposito di ritornare sul
potenzialeformativodellasimulazioneincarnata:
‐ laproblematizzazionedelladialetticatrateoriaepratica:siègiàdiscussodellascelta
difavorireilraccordotrapensieroteoricoeagirepraticoattraversolapromozionedi
processiditipofinzionaliesimulativiattivatidallascritturadiracconti.Taleopzione
muovedall'ideadielaborareunaformadiscritturainnovativainambitodidattico,in
gradodidocumentarelapraticanonsoloinmodorappresentazionalemamediantela
simulazionedell'azione;
‐ lagradualescopertaepresadicoscienzadeiproprischemid’azionetramiteprocessidi
analisi: comeappena affermato, la strategia di scrittura che mira alla creazione di
effettivisimulativisibasasull'ipotesichel'attivazionedimodalitàconoscitiveditipo
percettivoesenso‐motoriorisultinopiùefficacinellacomprensionedell'azioneedegli
schemiintenzionaliadessacorrelata;
‐ la co‐interpretazionetramiteprocessidialogiciedigruppodellepratichedidattiche
agiteedeiloroeffetti:nelbreveaccennoallastrutturadelLPDsièsottolineatoche
tantonegliincontriinizialidiprogettazionedidattica,quantoinquellisuccessivialla
sperimentazioneinclasse,illavoroèstatocondottoincondivisionecongliinsegnanti.
Proprio dal riconoscimento della reciproca disparità conoscitiva (Mortari 2007), è
stato possibile concentrare l'attività progettuale e riflessiva su dimensioni
complementari dell'azioni e favorire conseguentemente uno tensione dialogica
proficua.
Intalicontestiformativisièprovvedutoapromuoverel'esplicitazionedeiprocessicognitivi,
deimeccanismiintenzionaliedelleteorieimplicitedegliinsegnantimedianteun’intervistain
profondità condotta durante il processo di costruzione di un racconto come mediatore
didattico. Tale processo è volto a favorire una particolare tipologia di atto riflessivo: la
59
riflessione per l'azione (reflection for action) caratterizzata da processi di anticipazione e
prefigurazione dalla pratica didattica. La strategia adottata è stata quella di ricorrere a
modalitàdiscritturanonditipologico‐analitico,maditipofinzionale‐simulativo,focalizzate
sunucleiconcettualilegatiallediversediscipline(StoriaeScienze)ecaratterizzatadauno
stilemarcatamentedescrittivo.L'attivitàdiscritturanarrativaditiposimulativo‐finzionaleèil
processoorganizzatoreapartiredalqualemettereinattolatrasposizionedelsaperesapiente
insaperedainsegnare.L'attivitàdiscritturanarrativaèdunquecosìconcepitacomeuntratto
qualificante il dispositivo formativo adottato. Le produzioni testuali di tipo narrativo,
progettate e realizzate dagli insegnanti insieme al ricercatore, svolgono la funzione di
agevolare processi riflessivi rivolti sia all'azione passata (reflecion on action), sia a quella
futura (reflection for action) caratterizzata dalla presenza di meccanismi previsionali e
prefigurativi. Itesticostruitidagliinsegnanticomemediatorididatticidautilizzareinclasse
sonoquindiancheconcepiticonunvalorestrumentale‐documentativoconlaprecisafinalità
di raccordare la pratica didattica con gli schemi azionali e intenzionali che la guidano.
Quest'ultimostrumento,sedaunlatosiponeincontinuitàconlediversestrategieetecniche
di scrittura esperienziale finalizzate alla riflessione ed elaborate dalla ricerca pedagogica
(Mortari 2009), tantoperlecompetenzedamettereinatto–narrareinmanieraaccurata
l'esperienzae descrivere nel dettaglio le situazioni selezionate – quantoper la possibilità
formativechesipossonodischiudere(“vengonoazzardateipotesidiazioneperaffrontarela
situazioneproblematicaa partire dalle evidenzaguadagnateattraverso l'analisi”) (Mortari
2009,p.145),dall'altropresupponeunoscartometodologicoparticolarmentesignificativo.Si
assume, infatti, una posizione diversa dai presupposti della scrittura esperienziale o
fenomenologicaperalmenodueragioni:inprimoluogosiaffermachelascritturafinzionale–
e che, dunque, non possiederebbe una relazione diretta con l'esperienza – è in grado di
favorireunariflessionealtrettantoefficacesull'esperienzastessa;insecondoluogosisostiene
che la riflessionesugli schemi azionali e intenzionali messi in operadall'insegnante nella
praticadidatticaèattivabileconstrumentidiscritturachenonrappresentanol'esperienza
didattica,manefavorisconolasimulazione.Lascritturacondivisadiraccontichefavoriscono
la simulazione dell'esperienza è così ritenuta una strategia particolarmente adeguata per
promuovere processi riflessivi; si passa in questo modo da strategie di scrittura che
rappresentano l'azione, basando i processi riflessivi sull'individuazione da parte
dell'insegnantediespliciticontenutididattici,astrategiechesimulanol'azioneeconsentono
all'insegnantediattivarelariflessionemuovendodaunaconsiderazionepiùarticolatadella
60
pratica didattica, che raccorda aspetti di ordine intenzionale impliciti ed espliciti, vissuti
emotivi,elementipercettivi,ipuntidivistadeglistudenti.Duesonoiriferimentinell'ambito
dellaricercasullaformazionedegliinsegnantiapartiredaiqualièstataprogettatalastruttura
deiLPD:iLaboratoridiPraticaRiflessivadiMortari(2009),cheprendonoformadall'obiettivo
di“favorirel'esplicitazionediprocessicognitividacuisigenerailsaperepraticoedelleteorie
dell'azione che vengono elaborate”; la considerazione di Magnoler (2011) intorno ai
dispositivichefacilitanounosguardoriflessivodurantelefasidiprogettazionedidatticadegli
insegnanti.Inentrambiicasièpresenteunriferimentoaunmedesimoapprocciopedagogico
che fa dipendere il cambiamento professionale degli insegnanti da processi formativi che
favorisconolosviluppodiunpensierocriticorispettoallemotivazioniimpliciteeaglischemi
azionalicheagiscononellapraticaprofessionale.15Persemplificare,sipuòsostenerechenel
caso di Mortari i dispositivi formativi elaborati si riferiscono all'esplicitazione delle
motivazioneimpliciteedeglischemiazionalidipratichegiàaccaduteequindiallatipologia
riflessiva “retrospettiva” (reflection on action); nel caso di Magnoler a pratiche didattiche
potenziali e pertanto alla tipologia riflessiva “anticipatoria” (reflection for action). Per
accennareallegameconlepraticheriflessive,siasufficientealmomentomettereinrelazione
taleutilizzodistrumentinarrativi di tiposimulativoconlasecondatipologiapropostada
Perrenoud(2001)nella dicotomiatra 'riflessionecritica' (volta all'analisi di un'esperienza
accadutaperfavorirnelacomprensione)e'riflessionecostruttiva'(finalizzataadunanuova
conoscenze sull'esperienza stessa) e con la considerazionedi Rossi (2012) dei dispositivi
simulativi,cheoperanoapartiredalladialetticaimmersione/distanziamento,neiprocessidi
riflessioneeconcettualizzazionedellapraticadidatticadegliinsegnanti.
4.4.1.ILaboratoridiPraticaRiflessivadiMortarielascritturafinzionale
Provandoa dettagliare meglio i due riferimenti riportati con il proposito di descrivere le
praticheditrasposizionedidatticamessiinattodagliinsegnanti,èutileconsiderarel'impianto
teoricodeiLaboratoridiPraticaRiflessivadiMortarirelativamentealletecnichediscrittura
chefavorisconolariflessività.Mortari,rifacendosiaicontributidiVanManen(1990,1995)in
meritoallemodalitàdiscritturafenomenologicadell'esperienzaesottolineandolapresenza
di una certa vaghezza della ricerca pedagogica rispetto alla specificità di tali pratiche e
tecniche(Mortari2009,p.144),individuaalcunirequisitiacuilascritturadegliinsegnanti
finalizzata alla riflessionedevepoter rispondere. Inprimo luogoaffermache“la scrittura
15 Unadelleformulazionipiùconvincentinell'ambitodellescienzesocialièquelladiMezirow(2003)acuiglistudipedagogicirelativiallaformazionedegliadultihannofattoconstanteriferimento
61
pienadirealtà,edunquepienadicosesucuiesercitareunariflessionevivaeintensa,èun
raccontopunteggiatodi descrizioni”; inseguito individuaalcuni tratti caratteristici di tale
stile:“descrivereinmodoparticolareggiatolasituazionechehaprovocatolanecessitàdiuna
riflessione;raccontareleazionimesseinatto;risalireaipensierichehannoorientatoquelle
azioni;narrareilfluireemotivoedescrivereanaliticamenteleemozionieletonalitàemotive
chehannoaccompagnatol'agire(…);raccontareilflussodeglieventiaccaduti”.
Talicarattericheconsentono“allamente”,semprenelleparolediMortari,“diritornarepiù
voltesuidatiperandareinprofonditànell'analisidellequestionispingendoilpensarealle
radici dell'agire e del pensare”, presentano un grado significativo di isomorfismo con la
caratterizzazione fornita nel capitolo iniziale in meritoalle strategie di scrittura narrativa
volteagenerareeffettidisimulazioneincarnata.Inquelcontestosieranodettagliatealcune
specifiche strategie discorsive (l'utilizzo di punti di vista interni e di narratori in prima
persona; la granularità nelle descrizioni per rendere percettivamente esperibili i dati di
contesto spazio‐temporale, la simulazione dei pensieri dei personaggi) progettate per la
“messa in atto” da parte del lettore/ascoltatore “di uno spazio narrativo attraverso la
simulazione di esperienze percettive ipotetiche” (Caracciolo 2014, p. 103). Esaminando
ulteriormentegliaspettidianalogia,sipuòosservarechelaricchezzadielementidescrittivi
messainevidenzadaMortari corrispondeallacategoriadellagranularità(Herman2009);
l'azionedirisalireaipensieriedescriveregliaspettiemotivipuòesserefattacorrispondere
all'utilizzodistrategiedifocalizzazioneinternaedellanarrazioneinprimapersona,oltreche
aquelladisimulazionedeipensieri.
Èdall'individuazioneditaliaspettidisimilaritàchesièritenutoadeguatointendereiracconti
di finzione come materiale documentativo in grado di favorire l'attivazione di processi
riflessivi che andassero alla “radice dell'agire e del pensare”. A differenza, tuttavia, del
quadernoriflessivo(reflective notebook) promossodaMortari e volto adattivare processi
riflessiviretrospettivi(Mortari2009,p.146),lascritturadiraccontifinzionalichemiranoa
generare esperienze di simulazione incarnata fanno leva sul pensiero
anticipatorio/prefigurativo e sulla centralità della dimensione azionale e intenzionale
nell'attivareilritornodelpensierosullapratica:daunlato,lapraticanonèinfattiintesacome
azione'accaduta'inuncontestodidattico,macomeazionepotenziale,simulatanellafasedi
progettazionedidattica;dall'altrolaqualitàdeiprocessiconoscitiviinoperaduranteedopola
scritturanonèditipologico‐analitico,maprimariamenteditipopercettivoesenso‐motorio.
Queste due caratteristiche differenziano l'esperienza di scrittura finzionale nella
62
progettazionedidattica daaltre strategiee tecnichedi scritturautilizzabili per favorire la
riflessivitàesonodaintendersicomematerialeparticolarmenteadattopergenerareprocessi
riflessivispecificatamenterivoltiallacomprensionedeglischemiazionalieintenzionaliche
guidano la pratica didattica. Si può anchedire, variando l'oggetto del discorsodi Mortari
rivoltoallariflessioneretrospettiva,chelariflessioneanticipatoria“sviluppaunapiùpotente
capacità ermeneutica se applicata a un materiale scritto” (in questo caso il racconto che
genera l'esperienza di simulazione incarnata) “su cui il pensiero riflessivo può fermarsi,
distendersi,andareeritornaresuidati”.
4.4.2.Schemid’azioneerepertoridiMagnolerelascritturafinzionale
Osservando ora il contributo di Magnoler (2011) intorno ai dispositivi formativi per la
professionalizzazionedegliinsegnanti,èinteressanteevidenziaredueelementidiparticolare
rilievorelativamenteagli aspetti riguardanti l'attività di progettazionedidattica: unprimo
aspettochesiponeincontinuitàconlescelteadottateinquestolavoroecheconsentedi
esaminareconulterioredettaglioleazionicompiutedagliinsegnantidurantelascritturadei
raccontifinzionali;unsecondo,chepresentainvecetrattididiscontinuitàinriferimentoalla
modalitàconoscitivafavoritadaglistrumentidiscritturadell'esperienza:rappresentazionale
nel caso di Magnoler; simulativo‐esperienziale nel caso della presente ricerca. Il primo
elementoèdamettereinrelazioneconlaparticolarequalitàdellariflessioneanticipatoria:se
perMagnoler“progettarerichiedealsoggettodioperarescelte,diattivareschemioperativi
chesononati nellapratica individuale, organizzativaeanchenellecomunitàdi pratica, di
costruireedecostruireilprogettoattraversosimulazioni,diassegnareunsensocomplessivo,
maanchedi analizzarelesingoleparti”, èallorapossibileindividuaredelleanalogieconi
processimessiinattodagliinsegnantinell'analisidellepraticheequindinell'usodelpensiero
retrospettivo.Tantonelpensierorivoltoall'azioneaccaduta,quantoinquellodirettoall'azione
potenzialedaaccadere, gli aspetti sucuiportarel'attenzionesonoi medesimi: “gli schemi
operativi che sono nati nella pratica individuale”. Ciò significa che anche nella fase di
progettazione il repertorio di azioni a cui si attinge appartiene a esperienze passate e,
pertanto, si puòaffermarecheanchenella riflessioneanticipatoria sonopresenti processi
retrospettivi.TaleassunzioneèstataapprofonditadaConway(2001)inuncontribuitoincui
illustra la struttura della riflessione anticipatrice all'interno di una ricerca sullo sviluppo
dell'identitàprofessionaledegliinsegnanti.“Iargue–sostieneConway–thatwhatismeantby
looking back' is turning inward, examining one's own remembered experiences and/or
63
anticipated experiences, not exclusively looking back in time”. Seguendo il passaggio di
Conway(2001,p.90)possiamoassumerecheciòchedifferenzialariflessioneanticipatoriada
quellaretrospettivanonrisiedetantonell'aspettorappresentazionaledeiprocessicognitivi,
datocheinentrambii casisonoattivatiprocessiretrospettivi, mapiuttostoinelementidi
natura pragmatica: la cornice ipotetica entro la quale si progetta la pratica didattica che
conferisceuntrattodiprobabilitàallescelteformulate;l'usoperilqualetaliprocessisono
messiinattoechesonosiavoltiall'analisi,siadirettiadareformaaun'azionepotenziale.
Conwayafferma,aquestoproposito,che“lariflessioneanticipatoriaapreleportealpensiero
congetturale e immaginativo definibile con la formula “what‐if” e mette in relazione tale
modalitàconoscitivaconlestrategiediformazionedegliinsegnanti(“it'sverycommonfor
teachereducationprogramstorequirestudentteacherstoanticipatepossibilities,out‐comes,
andcontingenciesinteaching”).
Rispetto a quest'ultimo elemento è possibile individuare un'analogia, particolarmente
interessanteperifinidelpresentelavoro,conlascritturafinzionale.Neiprecedenticapitoli
l'esperienzadiscritturaediascoltofinzionaleèstatadefinitaapartiredacriterinonditipo
semantico,mapragmatico:sièaffermatochelanarrazionefinzionalenonimital'azione'reale'
manesimulalastrutturaesperienziale,condividendoneimedesimicarattericonoscitivi. Il
parallelismo che si sta ora tracciando tra esperienza finzionale e processi ipotetici‐
congetturalidelpensieroanticipatoriorisultacosìutilepercomprenderelasceltadiutilizzare
la scrittura di racconti di finzione nei LPD: in maniera contraria rispetto al pensiero
retrospettivo rivolto alla pratica didattica, alle azioni compiute e agli schemi intenzionali
implicati,ilpensieroprefigurativosistrutturaattraversolaconsiderazionediunapluralitàdi
ipotesi chevia via vengonoselezionate, valutate, scelte o scartate. Tale strutturazionedel
pensierofavorisce,conseguentemente,unaconsiderazionepiùarticolatadiquellichesonole
azioni didattiche e gli effetti da esse generabili e consente, dunque, una migliore
comprensionedeglischemiintenzionalichenesonoallabase.
Il secondo elemento che si intende sottolineare in relazione alla proposta di Magnoler
riguardaladifferenzanellemodalitàdicomprensionedeglischemiintenzionali,inuncasodi
tipo rappresentazionale, nell'altro di tipo simulativo. Magnoler segue Perrenoud (2001)
nell'affermareche“ilsoggettononaccededirettamenteaglischemistessi,eglisenecostruisce
unarappresentazione,chepassaattraversounlavorodipresadicoscienza”e,diconseguenza,
nella sceltadi utilizzare strumenti di scritturachemiranoa fornire unarappresentazione
dell'azionefunzionaleadattivareprocessiriflessivi.Ancheinquestasede,eanalogamentea
64
MagnolerePerrenoud,siaccettailpresuppostocircalanecessitàdielaboraredeimediatori
che favoriscano un accesso indiretto all'azione e agli schemi intenzionali (nel contributo
Magnolerproponediversetipologiedidispositiviperattivarelariflessione:lanarrazionedi
pratichediprogettazionedidatticheetreartefatti propridelteacherportfolio);tuttavia,le
strategieutilizzateperfavorirelacomprensionedell'azioneedeglischemiintenzionalisono
basatesumodalitàditiposimulativoenonrappresentazionaledalmomentochelascrittura
finalizzataallacreazionedi effetti di simulazioneincarnataattivaformediaccessodi tipo
percettivoesenso‐motorio.
Leragionidell'utilizzoditalemediatoresonodamettereinrelazione,comegiàdiscussonei
primiparagrafidelpresentecapitolo,conunavisionedellapraticadidatticaditiposistemicoe
definitaneiterminidiunfenomenocomplesso:Rossi(2012)affermaaquestopropositoche
“lanonriducibilitàenonlinearità”deiprocessidiinsegnamento/apprendimento“mettonoin
evidenzalanecessitàdiuncontinuoandirivieniediunacontinuamessaindiscussionedel
progettogeneralenelcontestoenell'azione,nonchélasuariorganizzazioneinfunzionedegli
eventi emersi”. Tali tratti impongonodellemodalitàdicomprensionedell'azionechesiano
adeguate ai fattori di imprevedibilità e di estrema variazione descritti e che, per Rossi,
possonocorrispondereallesimulazionimentalichepermettonoaidocenti “diprevedereil
comportamento futuro del sistema e di anticipare le possibili evoluzioni, di cogliere
discrepanzetrailfunzionamentoprevistoequelloreale”.Laprogettazionediesperienzedi
simulazione incarnata e la correlata riflessione anticipatoria si propongono di assolvere
proprioquestafunzionesimulativaeprevisionale(Rivoltella,2014),ancheinragionedelfatto
cheidocenticoncuisièsceltodilavorarepossedevanogiàesperienzediscritturanarrativain
classe.PerRossiquest'ultimoelementolegatoallaprofessionalitàdeidocenticostituisceun
ulteriore argomento a sostegno dell'utilizzo di modalità simulative nell'attività di
progettazione didattica, dal momento che “il professionista, a differenza del novizio,
concettualizza la proprie azioni e costruisce un mondo in cui si immerge, che vive come
un'estensionedel propriocorpo, comeunospazio‐tempo tridimensionale in cui simula le
proprieazionielepropriescelteprimadimetterleinatto”.
InsintesisipuòaffermarecheilLPDhacercatodioffrireunaesemplificazioneaqueltipodi
esperienza immersiva delineato da Rossi mediante la simulazione della pratica didattica.
Comesièvisto,lastrutturadiLPDprevedel'alternarsiricorsivodiincontridiprogettazione
didatticafocalizzatasulla scritturadi racconti finzionali, medianteesperienzeimmersivee
successivamenteriflessive, sulleproduzioniscrittepermetterle inrelazioneconlapratica
65
didatticaaccaduta.
È ora possibile enunciare, in base alle considerazioni precedenti, tre principi costitutivi
dell'esperienza di scrittura finzionale intesa come dispositivo simulativo destinato alla
riflessioneanticipatoria.TaliprincipisonodaintendersicomecondizioniqualificantiiLPD:
Isomorfismo tra modalità conoscitive: quelle degli insegnanti (“teorie dell'azione”;
“teoriedellapratica”)basatesuschemiintenzionalicheorientanolapraticaenonsono
codificate a livello teorico; quelle attivate durante l'esperienza della simulazione
incarnata,basatesumodalitàpercettiveesenso‐motorieediretteallacomprensione
dell'azioneedeglischemiintenzionali.
L'attivitàdiscritturadiraccontiinuncontestodiprogettazionedidatticaeconfinalità
operativedarealizzare in classe, consentedi saldare il momentodella generazione
della conoscenza da quello della sua applicazione (Cochran‐Smith, Lytle, 1999),
offrendounadifferenteopzioneallatradizionalemodalitàdi analizzarela praticaa
posteriori.
Lacomplessitàdellapraticadidatticarichiedemodalitàdicomprensionechesianoin
gradodientrareinrelazioneconunsistemaincontinuaevoluzione,concambiamenti
ditipononlineareeconunapluralitàdivariabiliingiococheinteragisconoinmaniera
non sempre prevedibile; i dispositivi di tipo simulativo, che mettono in opera
meccanismi congetturali e ipotetici, favoriscono la comprensione delle possibili
evoluzionidell'agiredidattico.
4.5Ildisegnodellaricerca
Nelpresenteparagrafosiproveràaillustrareilpercorsodiricercarealizzato;ildiscorsosi
soffermeràconmaggioreintensitàsullapartediricercasulcampoequindisulladescrizione
delcontesto,dellafasiedelleattivitàchehannocontraddistintoillavorocondottoassieme
agli insegnanti. Occorre specificare preliminarmente che lo stile discorsivo delle prossime
pagine presenterà un andamento più narrativo che logico‐argomentativo, più rivolto a
costruire un resoconto che faccia emergere l'evoluzione temporale della ricerca e a
contestualizzareledecisioniaffrontate,cheafornireunaschematizzazioneastrattadiessa.
Taleapprocciointendeporsiincontinuitàconlecaratteristichedell'epistemologiadiricerca
naturalisticaadottatainquestesedeerispondepertantoallanecessitàdirenderevisibili i
numerosiaspetticontestualielediversescelteorganizzative,didattiche,teorichecompiutein
66
mododaricostruire la fitta rete di variabili in cui prendono forma i fenomeni oggettodi
indagine. Mortari (2007, p. 105) sottolinea, a questo proposito, “che il principio della
trasparenzaepistemologica,ossiailrenderecontodiognifasedelprocessodiricercaediogni
fasedettagliatamenteesplicitareivariaspetti,diventaunimperativoepistemicoinevitabile”.È
datalepresuppostochesiintendemuovereinquestotentativodirestituirelagradualitàela
flessibilitàprogettualechesièprovatoadassumerecomecriteriodirigoreesistematicitàa
cuitenderelungolosviluppodell'interopercorsoechetuttaviaèstatoarduoperseguirecon
esattezza,perviadelleprolungatevalutazionierivalutazionicheconducevanoacambiamenti
operativi e revisioni teoriche e che costringevano una riconsiderazione continua della
traiettoriadiricerca.
Il lavoro condotto è stato strutturato in due fasi complementari che in questa sede è
opportunodistinguere edesaminare separatamente: una prima fase esplorativa diretta in
primoluogoadunaricognizionedellaletteratura,adunadefinizionedelladomandadiricerca
progressivamenteorientataall'ambitodellatrasposizionedidatticaedellaformazionedegli
insegnantiesuccessivamenteadunaconsiderazionepreliminaredelcontestoscolasticoincui
sisarebbelavorato;unasecondafasevoltaspecificatamenteallarealizzazionedelpercorsodi
ricercaempiricaeallasuccessivaanalisideidati.
4.5.1. Verso la costruzione dell’ipotesi: la simulazione incarnata, da dispositivo di
apprendimentoastrategiaditrasposizionedidattica
Laprimafasehaavutoinizioconiltentativodiformalizzareinunastrutturadiricercaalcune
linee di lavoro intraprese negli anni precedenti e rivolte all'approfondimento di alcuni
elementi di convergenza tra gli studi narrativi focalizzati sull'esperienza di lettura (in
particolare quelli di ambito narratologico di matrice enattivista) e la ricerca rivolta ai
mediatori didattici di tipo simbolico con un'attenzione specifica al ruolo dei dispositivi
narrativi nella costruzione di apprendimenti disciplinari. Quest'area di indagine ha preso
avviodurantel'esperienzamaturatanelcorsodidueannicomecultoredellamateriadegli
insegnamentidiDidatticadellaLetteraturaeLetteraturaperl'Infanziatenutidaldott.Martino
Negri presso l'Universitàdegli Studi di MilanoBicoccaecomeconduttoredi laboratori di
ambito narrativo‐letterario presso la medesima Università e in diversi contesti scolastici
(primaria e secondaria di I grado): la sperimentazione di pratiche narrative, di lettura
collettiva, di scrittura collettiva e individuale e di discussione in gruppo ha consentito
un'esplorazioneempiricamenterilevantedimoltequestionilegatealrapportotraesperienza
67
narrativaeapprendimentoindagateinprecedenzadaunaprospettivateorico‐speculativaeha
favorito una migliore comprensione della dialettica immersione/distanziamento nella
costruzionedegliapprendimenti.Accantoaquesteesperienze,unimpulsoparticolareatale
lineadiindagineègiuntodalconfrontoconunaseriedirecentilavoridiambitodidattico,in
particolare, Didattica Enattiva (Rossi, 2011) e Neurodidattica (Rivotella, 2012), chehanno
consentitounpiùproficuoconfrontoeavvicinamentotraledueareedisciplinari–letterariae
pedagogico‐didattica – grazie alla presenza di un pianoepistemologico comuneche trova
riferimento nell'approccio enattivista alla conoscenza e nel legame con gli studi delle
neuroscienze,inparticolarequelleditipocognitivista,sullanaturacorporeadellacognizione
esulfunzionamentodeimeccanisminonrappresentazionalidicomprensionedell'azione.Èin
questafasecheharicevutounapiùdefinitastruttural'ideadidedicareillavorodiricerca
all'ambitodellosviluppodiapprendimentidisciplinaritramitedispositivinarrativiaduntipo
specifico. Piùinparticolare, si èdiretta l'attenzioneall'esperienzanarrativadefinitaconil
termine “simulazione incarnata”, la cui genesi si deve agli studi di Gallese, Rizzolatti e
Sinigagliasui neuronispecchioesullanaturadei processi di cognizione(1996;2005)ea
quelli successivi rivolti ad un incontro con la tradizione narratologica (Wojciehowski &
Gallese,2011).Sel'esperienzadisimulazioneincarnataècosìassuntacomefenomenoacui
rivolgere l'indagine, l'ambito didattico entro il quale osservarne il funzionamento e le
potenzialità nel processo di insegnamento/apprendimento è progressivamente cambiato,
passandodaquellolegatoallapromozionediapprendimentidisciplinarideglistudentie,nei
terminidellatrasposizionedidattica,allafasidipassaggiodasaperedainsegnareasapere
insegnatoedasapereinsegnatoasapereappreso, aquellofocalizzatosullaprogettazione
didatticadegliinsegnantiequindialpassaggiodalsaperesapienteasaperedainsegnare.
Talecambiamentorispettoall'usoealladefinizionedidatticadell'esperienzadisimulazione
incarnataèstatopromossodal continuoconfronto, duranteil primoannodelpercorsodi
dottorato,conlaprofessoressaElisabettaNigriseconilteamdiricercadaleicoordinato.In
particolaresièrivelatocrucialel'approfondimentodialcuniaspettispecificidellasimulazione
incarnata che trovano un'interessante analogia con la riflessione sulle strategie di
documentazioneedisuccessivaanalisidellapraticadidattica,conparticolareriferimentoa
quelleditiponarrativofinalizzatearicostruirelariccaretedivariabiliinoperanellapratica
didattica e che si propongono di rendere visibile tale pratica “in carne ed ossa, in modo
tridimensionale”(Nigris2010).Apartiredallaconsiderazionediquestielementi,illavorodi
ricerca‐azioneericerca‐formazionecondottonegli ultimiannidal gruppocoordinatodalla
68
prof.ssaElisabettaNigrishaconsentitodifavorireunraccordoconlaspecificitàconoscitiva
dellasimulazioneincarnataedidefinirepertantoconmaggioredettagliol'oggettodiindagine
del presente lavoro, ora orientato all'esplorazione delle potenzialità didattiche nel lavoro
prefigurativo,previsionale,simulativopropriodellatrasposizionedidatticaechehatrovato
un interessante approfondimento teorico in due lavori pubblicati nel 2014, Insegnamento
come scienza della progettazione di Diana Laurillard e La Previsione. Neuroscienze,
apprendimento,didatticadiPierCesareRivoltella.
Infine, questa ridefinizione è stata promossa dal dialogo costante con la dott.ssa Barbara
Balconi, assegnista di ricerca presso il dipartimentodi ScienzeUmaneper la Formazione
dell'Università Bicocca, che a partire dalla propria prospettiva di ricerca focalizzata sulle
formazionedegli insegnanti in servizio (in particolare sui bisogni formativi dei beginners
teachers) (Balconi 2016), ha saputo individuare alcuni nessi teoretici particolarmente
rilevantiperilpresentelavoroechehannoconsentitodioperareunineditoraccordo,basato
sugli studi riguardanti la riflessione anticipatoria, tra la configurazione dei processi
prefigurativideidocentiduranteleazioniditrasposizionedidatticaeiprocessidisimulazione
dell'esperienzadidatticaattivatidalleazioni'incarnate'discritturaeletturanarrativadegli
insegnanti.
L'ipotesi ricerca così definita è stata condivisa durante i primi contatti con il contesto
scolasticoincuisisarebbelavoratoe,inparticolare,hatrovatounulterioreapprofondimento
apartiredalleintervistesemi‐strutturateinizialirealizzatecongliinsegnanti.
4.5.2.Obiettiviedomandadiricerca
Gliobiettividianalisichesiintendonoperseguiremediantel'utilizzodelloschemacategoriale
illustratonelprossimoparagrafofannoriferimentoadueambiticomplementari:
1. Descriverel'azioneesercitatadallastrategiaditrasposizionenarrativaditiponarrativo
nel facilitare l'esplicitazione, la considerazione e la definizione, da parte
dell'insegnante,dialcunifattoricrucialidellaprogettazionedidattica.Talifattorifanno
riferimentoagliindicatorirelativialle3categoriedianalisinarrativacheverrannodi
seguito presentati. La domanda di ricerca che corrisponde a tale obiettivo è la
seguente:inchemodol'esplicitazionedellaconcezionedisciplinaredell'insegnante,il
procedimentodiselezionedelsaperee laconsiderazionedelsensopergli studenti
sonofavoritiespecificatinelprocessoditrasposizionedidatticanarrativo?Dalpunto
69
di vista della professionalizzazione dell'insegnante tale obiettivo fa riferimento
all'individuazione di elementi discorsivi che possano rilevare l'acquisizione di
competenze di progettazione didattica, con particolare riferimento ai tre fattori
evidenziatidallecategoriedidattiche.
2. Individuare delle regolarità nel processo di narrativizzazione del sapere e,
conseguentemente, identificare i rapporti tra le categorie narrative e le categorie
didattiche.Ladomandadiricercachecorrispondeataleobiettivopuòessereresanei
seguenti termini: che tipo di relazione istituisce ognuno dei tre processi di
trasposizionenarrativa(messainazione,messainsituazioneemessainprospettiva
nel sapere) con i tre aspetti didattici (relativi all'epistemologia del sapere
dell'insegnante; alla selezione del sapere e alla considerazione del senso per gli
studenti)?Dalpuntodivistadellaprofessionalizzazionedell'insegnantetaleobiettivo
si riferisce all'individuazione di elementi discorsivi che possano evidenziare lo
sviluppodicompetenzenarrativenellacostruzionedimediatorididatticiimmersivi.
4.5.3LefasieglistrumentidellaRicercaFormazione
Sidescrivonooralefasidellaricerca‐formazione,ancheattraversol'introduzionedimaggiori
dettagli rispetto al contesto scolastico e agli insegnanti cui si è accennato nelle pagine
precedenti dedicate alla fase iniziale dell'indagine. La fase empirica ha avuto inizio a
Settembre2015èhavistocoinvoltedueinsegnanti di unaclassesecondadi unplessodi
secondariadiIgradodell'IstitutoComprensivo“MarieCurie”diComo‐SanFermo.Isoggetti–i
dueinsegnantielaclassesecondaB–sonostatiselezionatisenzafarriferimentoadalcun
criterio di rappresentatività, ma, in coerenza con il paradigmadella ricerca naturalistica,
poichéreputati purposeful sampling (Merriametal., 2002, p. 12), partecipanti significativi
rispettoagliobiettivieall'oggettodiindagine.Icriteridisignificativitàadottatirispondono
alla strategia del “campionamento mirato” (Patton, 1980) e, tra le diverse modalità di
selezionepossibili,sièoptatoperinsegnantichepresentavanouncertointeresserispettoal
temadellaricercaechepossedevanoesperienzanell'utilizzodinarrazioninell'insegnamento
disciplinare:l'insegnantediStoriagiàutilizzavaraccontiinaula,informaoraleemaiconuna
precedente stesura scritta, nell'insegnamento di alcuni contenuti disciplinari specifici: la
Divina Commedia, l'Epica, l'introduzionedegli argomenti di Storia; mentre l'insegnante di
Scienze adottava, anche se con minore frequenza, strategie narrative per introdurre e
70
contestualizzarealcuniargomentidiambitochimicoebiologico.Talesceltasicollegainoltre
adalcunecaratteristicheconcuiPattondefinisceil“campionamentomirato”e,inparticolare,
alfattochelaselezionedeisoggettièdecisanelcorsodellaricercaenonprimadelsuoavvio–
in questo caso durante le azioni 1 e 2 (si veda schema 6). Un elemento di particolare
importanzarispettoai criteridiselezionedegli insegnantieallacurvaturaformativadella
ricerca,riguardalaconsapevoleadesioneaunpercorsofinalizzatoaintrodurrecambiamenti
nellepratichedidattichee,quindi,adunariletturaericonsiderazionedellapropriaidentità
professionale.Taleaspetto,chesitraduceancheinunadisponibilitàaconcederenumerose
oreextra‐lavorativeneidiversimesididuratadelpercorso,èstatooggettodidiscussionenei
colloquipreliminari.
La seconda fase della ricerca ha avuto inizio con l'avvio dei Laboratori di Progettazione
Didattica. Con entrambi i docenti si è scelto di individuare due nuclei concettuali su cui
concentrareillavoroditrasposizionedidattica:nelcasodell'insegnantediScienzesièscelto
di lavorare, in continuità conquantostabilito nella programmazioneannuale del docente,
sull'apparatodigerentee, inunsecondomomento, sull'apparatorespiratorioesulsistema
immunitario. Per ognunodei due argomenti, il processodi trasposizionedidattica è stato
attuatoattraversolascritturadiraccontiche,inunafasesuccessiva,sonostatilettiinclasse
aglistudenti.Nelcasodell'insegnantediStoriainucleiconcettualiselezionatisonostatila
riformaprotestanteelacontro‐riformacattolicae,inunmomentosuccessivo,lamonarchia
assolutadiLuigiXIVel'illuminismofrancese. Ancheinquestocasosonostatiprogettatie
scritti,all'internodegliincontridelLPD,diversiraccontipoilettiinaula.
Lafasefinaledellaricerca,successivaalterminedeiLaboratoridiProgettazioneDidattica,è
statadedicataall'analisicondivisadelladocumentazionedellasecondasperimentazioneea
unaconsiderazioneglobaledeipercorsi,realizzataconincontrisingoliperciascunodeidue
docenti,ehafattoseguitoaunprimolavorodianalisieinterpretazionedelricercatore.Tale
praticadico‐analisirispondeaiprincipidellaricercapartecipantee,piùnellospecifico,alla
configurazionedelmodellodellaricerca‐formazione(Magnoler,2012).
FASI AZIONI DESCRIZIONEDELLEAZIONI
PrimaFase
Azione1 Ricognizione della letteratura rispetto all'uso di strategie diinsegnamentonarrativoeall'utilizzodistrumentisimulativienarrativi nella progettazione didattica e nella formazioneriflessivadegliinsegnanti.Elaborazionedell'ipotesidiricerca
71
Azione2 Contattocongliinsegnanti;contattoconilDirigenteScolasticoe condivisione delle finalità e degli obiettivi del progetto diricerca
Azione3 Conduzionediintervistesemi‐strutturateconidueinsegnanticoinvolti.
Azione4 Analisi delle interviste e individuazione di elementisignificatividacondividerecongliinsegnanti
SecondaFase
Azione5 Condivisione con gli insegnanti della documentazione deicolloquipreliminarierispettoallaridefinizionedegliobiettividellaricerca. Considerazionedeifattoriproblematicidell'usodella simulazione incarnata nella progettazione didattica enelleattivitàinclasseconglistudentiIndividuazione dell'arco temporale e scelta dei nucleiconcettualidelleduediscipline(StoriaeScienze)
Azione6 LaboratoridiProgettazioneDidatticaIncontro1diprogettazione(Intervistainprofondità):AttivitàdiselezionedeinucleiconcettualiediprogettazionedelraccontoIncontro2diprogettazione(Intervistainprofondità):Attivitàdiscrittura,diletturadelraccontoediriflessioneintornoallesceltecompiuteedianticipazionedellapraticadidatticaSperimentazioneinclasse:Messainattoedocumentazionedelleattivitàprogettate
Azione7 Selezione della documentazione, sistematizzazione e analisidelladeidatifinalizzataadunaprimainterpretazionecondottadalricercatore.
Azione8 Analisiintegratadelricercatoreedeldocenterispettoaidatidiricerca
Azione9 In corso di realizzazione (da realizzarsi sia in contestiscolastici,siainambitoaccademico)
Schema6:Sintesidellefasidellaricerca
4.6.Sistemadicategorieeprocessodianalisidelleinterviste
Lecategorieindividuateperl'analisideicolloquidiprogettazioneedeiraccontiappartengono
adueambitidisciplinaridifferenti:ladidatticaelanarratologia.Taleaccostamentorisponde
all'esigenza di provare a mettere in relazione nell'analisi dei dati di ricerca (trascrizione
verbaledegliincontridiprogettazioneeraccontiverbalirisultantidallavorodiprogettazione)
sguardi categoriali differenti con l'obiettivo di elaborare un'interpretazione del fenomeno
oggettodell'indagine–ilprocessoditrasposizionedidatticamessoinattodadueinsegnanti–
che possa restituirne i tratti di complessità. È questo presupposto teorico – la natura
complessa del fenomenodella progettazione didattica (Rossi 2012) entro cui ha luogo il
processo di trasposizione didattica messo in atto dall'insegnante – che, in primo luogo,
supporta la sceltadi utilizzarenegli incontri di progettazioneundispositivo formativo(la
72
costruzionediunmediatoredidatticonarrativo)ingradodifavorireunaefficacesimulazione
mentale (Pastrè, 2004), modellizzazione (Rossi, 2011), previsione (Rivoltella, 2014)
dell'azione didattica e che, conseguentemente, richiede l'elaborazione di categorie
interpretativeadeguateallaspecificitàsimulativaenarrativadeldispositivoformativomesso
inatto.
Considerandopiùneldettagliol'utilizzodicategorieinterdisciplinari,occorrespecificareche
talesceltarispondealpropositodimettereafuocoduelogichetrasformativedelsapere–e
costitutivedellatrasposizionedidattica–chepresentanocaratteristichenonesauribili con
un'analisiprettamentedidatticao,viceversa,narrativa:laprimalogicariguardalaprogressiva
definizionedelsaperedainsegnare;lasecondasiriferiscealprocessodinarrativizzazionedi
talesapere.Entrambelelogicheagiscono,inmanieracomplementare,nelprimopassaggiodel
processo di trasposizione didattica, quello che muove dal sapere sapiente al sapere da
insegnare:laprimalogicasiriferisceallatrasformazioneontologicadelsapere;lasecondaalla
modalitàconcui èmessainattotaletrasformazione(dimensioneepistemologica). Ledue
logiche,chefannoriferimentoaiduegruppidicategorieechesonodefiniteseparatamente,
sonotuttaviamesseinoperanegliattidiprogettazioneetrasposizionedegli insegnanti in
manierasimultaneaecompenetrata.Edèappuntoapartiredaunosguardometodologico
inter‐disciplinare – al contempo didattico e narratologico – che si intende coglierne le
relazioni, l'azione simultanea, le specificità comuni per arrivare a delineare un'area di
osservazionetrans‐disciplinare(Morval,1993).
Occorre sottolineare, infine, che l'individuazione delle due logiche che costituiscono il
processo di trasformazione del sapere sapiente in sapere da insegnare è favorita dalla
particolarestrategiaditrasposizionedidatticamessainattonegliincontricongliinsegnantie
che è da intendersi come un dispositivo formativo finalizza allo sviluppo di competenze
progettuali:lacostruzionediraccontidautilizzarecomemediatorididattici(Damiano,2013)
di tipo simulativo (Rossi, 2011; Rivoltella, 2014) nel processo di
insegnamento/apprendimento. Tali racconti sono stati costruiti assieme agli insegnanti
mirandoadundupliceobiettivo:favorireunaprogettazionedidatticaefficace;promuoverelo
sviluppodicompetenzediprogettazionedimediatorinarrativineidueinsegnanticoinvolti.La
qualità progettuale di entrambi gli obiettivi dipende dal meccanismo anticipatorio e
simulativo proprio dell'esperienza narrativa che, come recentemente ha messo in luce
Rivoltella (2014), costituisce “un ottimo esempio di come funziona la previsione”. La
caratterizzazionenarrativadelfenomenoindagatohaquindiportatoadefinireeindividuare
73
dellecategoriedianalisiingradodirapportarsiconlaspecificitàdidatticaditalemediatore.
Le categorie didattiche e narrative selezionate fanno riferimento ad una medesima base
predicativaepertaleragionesiritienevisianoipresuppostidivaliditàepistemologicaper
poterle utilizzarenell'analisi dei dati della ricerca, pur appartenendoa ambiti disciplinari
differenti ed essendo state elaborate per indagare fenomeni ontologicamente distanti. La
medesimabasepredicativaècostituitadalpianodiscorsivoconcuisonotrascrittiicolloquidi
progettazioneeincuisonorealizzatiiracconti,esitofinaleditaliincontritrainsegnantee
ricercatore.
Ilpianodiscorsivocuisièfattoorariferimentopersupportarel'accostamentodicategorie
didatticheenarrativecorrispondeagliincontridiprogettazionestrutturatisecondoilmodello
dell'intervistainprofondità.Daunpuntodivistadianalisideidati,essesonocostituitedalla
trascrizione verbale di un processo dinamico e cronologicamente situato, messo in atto
dall'interazionediscorsivatraricercatoreeinsegnanteeguidatodavincoliditiponarrativo–
l'esitodellaprogettazioneèunraccontodautilizzarecomemediatoredidattico–edidattico–
la progettazione stessa è, appunto, un fenomeno didattico. Da queste caratteristiche
dell'oggettodiindaginediscendonoalcunicriteridiselezionedellecategoriedianalisi:
l'oggettodi indagineèdi tipoprocessualee–coerentemente–lecategoriedevono
potercoglieretalecaratteristicadievoluzionetemporale:ciòsignificachelecategorie
(e i relativi descrittori) devono poter far riferimento alle azioni messe in atto e
verbalizzatedall'insegnanteedalricercatoreecoglierneletrasformazioninelcorsodei
colloquiel'esitofinaledeitestideiracconti;
l'oggetto di indagine è cronologicamente situato e – coerentemente – le categorie
devonopoterrenderetalelogicatemporale:le6categoriesonopresentatenell'analisi
deidatisecondounordinamentochecercadirestituirelagradualitàcronologicacon
cuiifenomenisonoaccadutiinmododapotervalutaretaleaspettoinfasedianalisi.
Comesipotràvederepiùneldettaglionell'analisideicolloqui,glielementidiscorsivi
consideratinellafasiinizialidelprocessoditrasposizionedidatticafannoriferimentoa
questioni relative alla concezione del sapere disciplinare dell'insegnante,
successivamenteaelementirelativi all'individuazionedeinuclei concettuali e infine
allaconsiderazionediaspettilegatialsensoperglistudenti.
74
MODELLIZZAZIONE DELL'ANDAMENTO CRONOLOGICO DEI REFERENTI TESTUALI DELLE CATEGORIE
FINALITÀ DEL SAPERE E
DELLA DISCIPLINA
SELEZIONE DEI
NUCLEI
CONCETTUALI
SENSO PER GLI
STUDENTI
MESSA IN
AZIONE
MESSA IN
SITUAZIONE
MESSA IN
PROSPETTIVA
4.6.1.Categoriedidatticheecategorienarrative:criticitàevantaggieuristici
1. FINALITÀ DELSAPERE/
DISCIPLINA
2. SELEZIONE DEINUCLEI
CONCETTUALI
3. SENSO PER GLISTUDENTI
4. MESSA INAZIONE
5. MESSA INSITUAZIONE
6. MESSA INPROSPETTIVA
1. Struttura concettuale della disciplina per l'insegnante 2. Modalità di insegnamento della disciplina 3. Traguardi di competenze della disciplina
1. Origine del sapere2. Conoscenze nuove per gli studenti3. Obiettivi di apprendimento4. Conoscenze già affrontate dagli studenti
1. Esperienze studenti e situazionisignificative2. Elementi ritenuti di vicinanza agli studenti3.Pre‐cononoscenze
1. Scelta e descrizione delle azioni2. Costruzione legami temporalI
1. Scelta e descrizione scenario2. Scelta e descrizione elementi percettivi
1. Scelta e uso punto di vista2. Scelta e uso narratore 3. Simulazione pensieri 4. Scelta e descrizione personaggi
L'elaborazionedellecategorieel'individuazionedegliindicatoricorrispondentihaseguitoun
procedimentoarticolatoenonlineare,soprattuttoinragionedelledifficoltàdiindividuaredei
criteri adeguatitantoadun'analisididatticadelprocessoditrasposizioneeprogettazione,
quantoadunaconsiderazionedelmedesimoprocessodaunpuntodinarrativo.Perquanto
riguardalecategoriedidattiche,sièprocedutoconunaricognizionedelleletteraturaesiè
operato un confronto con progetti di ricerca analoghi (progetti di ricerca‐formazione
finalizzati allo sviluppo di competenze di progettazione didattica; Zecca, 2016); per le
categorienarrative,laricognizionedellaletteraturaèstatadirettaaindividuareunaseriedi
elementiprocessualipropridell'esperienzadellasimulazioneincarnatachefosseroriferibili
tanto all'esperienza di lettura e ascolto, quanto a quello di costruzione e progettazione
narrativa(Herman,2007).
Glielementidimaggioricriticitàdiquestafasedielaborazionefannoriferimentoalladifficoltà
di individuareunamedesimabasepredicativaper le categoriedidatticheenarrative; tale
difficoltàrispondeadunpresuppostodiordineepistemologicocheimponeunprincipiodi
coerenza ontologica rispetto alle entità oggetto di indagine (colloqui di progettazione e
racconti) e, di conseguenza, rispettoagli strumenti analitici adottati. Sonotrei criteri che
75
hannoresopossibilel'individuazionedicategoriedidatticheenarrativeontologicamentee
epistemologicamenteisomorfe.Talicriterisiriferisconoalletredimensionichecostituiscono
labasediscorsiva‐verbaledeicolloquidiprogettazioneedelracconto:illivellosintattico,il
livellosemantico,illivellopragmatico:lacorrispondenzadiscorsivo‐verbaletraletrascrizione
deicolloquidiprogettazioneeiracconticostituisceilprimoelementodiisomorfismo,alivello
sintattico,tralecategoriedidatticheequellenarrative.Alivellosemanticoilriferimento,tanto
dellecategoriedidattichequantodiquellenarrative,èilprocessoditrasformazionedelsapere
sapienteinsaperedainsegnare.Iraccontisonocosìconcepiticomeesitoconclusivoditale
processo e non come un momento ad esso separato. È tuttavia presente un differente
meccanismoreferenzialetraleduetipologiedidati(incontridiprogettazioneeracconti):il
testonarrativoesemplificadellecaratteristiche;itestidegliincontridiprogettazione,invece,
ledenotano.Itestidegliincontriindividuano,cioè,deiriferimentioggettualispecifici,definiti
attraversolecategoriedidattiche,chefannoriferimentoasingoliaspettidellaprogettazionee
trasposizione didattica. I testi dei racconti non identificano alcun referente oggettuale in
manieradiretta,mapiuttostomostrano–simboleggiano–dellequalitàchepossonoessere
definite da elementi discorsivi e categorie. Nel paragrafo successivo si dettaglierà
maggiormentetaleimportantedifferenzatraleduetipologiedidatidiricerca.
Inrelazioneal livellopragmatico, entrambeletipologiedicategoriefannoriferimentoagli
effettigeneratinell'attualizzazionedeltestonarrativoo,piùcorrettamente,allesimulazionedi
tali effetti che l'insegnante mette in atto nella previsione dell'esperienza di simulazione
incarnata attivata dalla lettura del testo. La considerazione di tali aspetti effettuali è da
mettereinrelazioneconungenereparticolarediattivitàriflessivapromossodell'attivitàdi
progettazione narrativa, definito, come dettagliato nel capitolo precedente, riflessione
anticipatoria.
76
4.6.2. Esemplificazione e denotazione: differenza referenziale delle due tipologie
discorsive
Intervisteinprofondità Racconti
Meccanismodiriferimentosemantico
Denotativo Esemplificativo
Caratteristiche
Itestihannocomeoggettoreferenzialeintenzionaleifattoridellaprogettazioneetrasposizionedidatticacuisiriferisconolecategorie
Itestinonhannocomereferenteintenzionalealcunfattoredellaprogettazioneetrasposizionedidattica,mabensìlarappresentazionediscenarieazionifinzionali.
Procedimentodianalisi
Lecategorie(didatticheenarrative)identificanoun
analogoriferimentosemanticoneltesto
Itestipresentanodelleproprietàdiscorsiveche
mostranodeitrattiqualitativiindividuabili–peranalogia–dallecategorieinterpretative
FunzioneFornireilmaterialediscorsivoperl'analisicategorialedeifenomenioggettodistudio
Supportoeapprofondimentodell'analisicondottasuicolloquidiprogettazione
Nel presente paragrafosi intende illustrare il differentemeccanismoreferenziale dei testi
degli incontri di progettazionee dei testi dei racconti e, in ragionedi questo, motivare la
differentemodalitàdianalisideidatidelleduetipologiedidocumentazione.Comeosservato
sopra in relazione al livello semantico delle categorie, la distinzione cruciale tra le due
tipologiediscorsive(incontridiprogettazioneeracconti)risiedenelpianoreferenziale:itesti
degli incontri di progettazione fanno riferimento (o, in altri termini, istituiscono come
riferimentoextra‐discorsivo)allequestionididatticheidentificatedalle6categoriedianalisi;i
testi dei racconti fannoriferimentoinveceascenarieazionifinzionali dafaresperireagli
studenti in aula (o, in altri termini, istituiscono come riferimento extra‐discorsivo delle
esperienzedaattualizzare).Iracconti,sièdettosopra,sonoconcepiticomepianidiscorsivi
cheesemplificano–simboleggiano–lecaratteristichedidatticheenarrativechesonoinvece
denotateneitestideicolloquidiprogettazione.
Percomprenderemeglioiterminichesistannoorausando,occorreriferirsiallavorodelnoto
filosofo Nelson Goodman (1978) intorno ai differenti sistemi di simbolizzazione e
all'esplorazione, ripresa e approfondita da Franco Brioschi nell'opera di traduzione de I
linguaggidell'arte(1985),deimeccanismireferenzialideilinguaggiartistici.
Nellavorochesistaconducendotaleriflessionetrovaunparticolaresignificatodalmomento
77
chesistannoaccostando,conunmedesimoobiettivoanalitico,testichepresentanodifferenti
tipologie referenziali. Si prova ora a definire meglio i concetti di denotazione e
esemplificazionepercomprenderneildifferenteutilizzoeladiversaconsiderazionenellafase
di analisi: con esemplificazione si intende un meccanismodi riferimento per cui un dato
oggettomostradellecaratteristichechepossiede,diventandoesempioditalicaratteristiche;
condenotazionesiintendeilriferimentoextra‐discorsivodiunadataparolaoproposizione.I
testinarrativipossiedonodellequalitàdiscorsivecherinvianoadiversipianireferenzialie,tra
questi, aelementichepossonoessererapportati(messiinrelazione)conireferentiextra‐
discorsivi delle categorie didattiche e narrative. Il meccanismo referenziale di
esemplificazione presuppone pertanto un atto interpretativo contestuale che istituisce un
collegamentotraleproprietàcheil testoesibisceeil corrispondenteelementodiscorsivo;
inoltre il rinvio a diversi piani referenziali mostra il carattere di apertura e vaghezza
referenzialedeltestonarrativo(e,insensopiùampio,deilinguaggiartistici)cheGoodman
definivaconiltermine“densitàsintattico‐semantico”.Talicaratteristicherendonoitestidei
raccontideidocumentiparticolarmenteproficuiperidentificarelarielaborazionedeifattori
progettuali e traspositivi, ma al contempo impongono una differente modalità di analisi
rispettoaitestideicolloqui.
Questacomplementarietàreferenzialese,perunversopuòrappresentareunfattoredirischio
nell'elaborazionedeidatidianalisi,dall'altroconsentedicomprendereunadinamicaspecifica
di quelle strategiedi progettazionedidatticadi tiposimulativoche, comesottolineaRossi
(2012),sonoteseallacostruzionediunmodelloche“divieneilmediatoretrailprofessionista
elarealtà”:ilmodello,sipuòoraaffermare,èinquestocasorappresentatodalracconto,che
esemplifica le caratteristichechesonostateprocessualmentecostruite nella progettazione
precedente.Tantolecategoriedidattiche,quantoquellenarrativesonovolteaindagaresiail
processo di costruzione del modello, sia il modello stesso (il racconto): nel primo caso,
attraverso l'individuazione di referenti discorsivi delle categorie nei testi trascritti degli
incontri;nelsecondocasoidentificandodelleproprietàtestualicheesemplificanodeitratti
qualitativianaloghiaquellecuisiriferisconolecategoriedianalisididatticaenarrativa.
Dalla considerazione delle differenze referenziali dei dati discorsivi discendono due
conseguenzerelativeallavorodianalisi:
Itestideiraccontinonverrannoconsideratinelprocessodicategorizzazionepoiché,si
èvisto,presentanodeimeccanismireferenzialicaratterizzatidavaghezzasemantica.
Itestideiraccontiverrannoconsideraticomedatidisupportoediapprofondimentodi
78
quanto considerato nell'analisi preliminare dei colloqui di progettazione:
l'esemplificazionedideterminatequalitàconsentiràdi comprendere inmanierapiù
articolataecomplessagliaspettispecificidelfenomenoditrasposizionedidatticheche
siintendeindagare.
4.6.3.Categorieedescrittorididattici
1.FINALITÀDELSAPERE/DISCIPLINA
2.SELEZIONEDEINUCLEICONCETTUALI
3.SENSOPERGLISTUDENTI
1.Strutturaconcettualedelladisciplinaperl'insegnante2.Modalitàdiinsegnamentodelladisciplina3.Traguardidicompetenzedelladisciplina
1.Originedelsapere2.Conoscenzenuoveperglistudenti3.Obiettividiapprendimento4.Conoscenzegiàaffrontatedaglistudenti
1.Esperienzestudentiesituazionisignificative2.Elementiritenutidivicinanzaaglistudenti3.Pre‐cononoscenze
Le categorie didattiche sono definite attraverso il riferimento a due ambiti di ricerca
complementarietuttavianonsovrapponibiliche,comesivedràabreve,sonointegratinella
propostadiNigris(2016):daunlatoaquellodelletrasposizionedidattica(Chevallard,1985;
Devalay,1995),acuisiriferisconoleprimeduecategorie,dall'altroquellodellaprogettazione
didattica(Laurillard,2014;Rossi&Toppano,2009),dacuidipendelaterzacategoria.Occorre
rilevare che la seconda categoria appartiene nominalmente all'ambito della trasposizione
didattica,masesiosservanoidescrittorièpossibileindividuareunastrettarelazioneconla
progettazionedidattica,inparticolarerispettoallaconsiderazionedelleconoscenzeformalidi
cuisonoinpossessoglistudenti.Occorrerilevarechelapeculiaritàdellesceltecategorialidi
tipo didattico e, in senso più ampio, della definizione dell'oggetto di ricerca del presente
lavoro, è quella di individuare un perimetro fenomenico che muove dal campo della
trasposizione didattica – vincolato alle trasformazioni del sapere e che considera solo
tangenzialmente altre variabili didattiche – e arriva ad abbracciare alcune aree della
progettazionedidattica:inprimoluogoquellecheprendonoinconsiderazioneilruologiocato
dalle conoscenze (formali e informali) proprie degli studenti e che influenzano
profondamentelacostruzionedelsapere(Pozo,1998);secondariamentequelleriguardantiil
“senso”perglistudenti,ovveroleesperienzeextra‐scolastiche,l'immaginarioculturale,lostile
linguisticoeglischemivaloriali(DeVecchi&Carmona,1996).
L'ambitofenomenicoentrocuisimuovonoletrecategoriedidatticheèdunquepiùestesodi
quello della trasposizione, ma al contempo non abbraccia integralmente quello della
79
progettazione didattica, di cui considera solo gli aspetti appena accennati. Il modello di
trasposizione didattica così concepito fa riferimentoall'elaborazionedi Nigris (2016), che
consideratragliaspettiqualificantiilprocessotraspositivounaseriedifattorichesonostati
consideratineicapitoliprecedentieapartiredaiqualisonostatidefinitigliindicatoridelle3
categoriedidattiche:la“finalitàdelsapereedelladisciplina”chefariferimentoaglistudidi
Shulman(1987);“ilsensoperglistudenti”,tantoindirezionedeiprincipidirilevanzasocialee
di legittimazione sociale del sapere (Damiano, 2007; Rossi & Pezzimenti, 2012) e delle
pratichesocialidiriferimento(Develay,1995;Martinand,1986),quantorispettoallasceltadi
situazionirealieriportabilidaglistudentialleproprieesperienzeconoscitivequotidiane(De
Vecchi,2000);infine,ilruolodelleconoscenzeedegliobiettividiapprendimentonelprocesso
diformalizzazionedelsapere.
Categoria1:Finalitàdelsapereedelladisciplina
Come si evince dalla scelta degli indicatori, questa categoria si riferisce alle concezioni
dell'insegnantetantorispettoalla strutturadel “saperesapiente” (nei percorsi di Scienze:
apparatodigerente; apparatocircolatorioe sistemaimmunitario; nei percorsi di Storia; la
riformaprotestanteelariformacattolica;laFranciadiLuigiXIVeglialboridell'Illuminismo),
quanto ai traguardi di competenze. Come afferma Nigris (2016), riprendendo i lavori di
Tochon(1991)sullatrasposizionepedagogicadell'insegnanteesulruologiocatodallasua
particolare“filosoficaeducativa”(Shulman,1987),l'esperienzapersonaledeldocenteelasua
storia formativa e professionale influenzano profondamente il sapere. Per questa ragione
diventa cruciale mettere in evidenza le rappresentazioni della disciplina dell'insegnante e
identificaredelleareediinteresseperpotermettereafuocotaliaspetticonmaggiorerigore
analitico. In questasede, seguendo la notaaffermazionedi Shulman(1986)si è scelto di
identificaretredescrittori:strutturaconcettualedelladisciplinaperl'insegnante;modalitàdi
insegnamentodelladisciplina;traguardidicompetenzedelladisciplina.16
Categoria2:Selezionedeinucleiconcettuali
Tale categoria si riferisce in maniera diretta alla scelta dei contenuti disciplinari da parte
dell'insegnante. Da un lato, si fa riferimento all'origine del sapere, quello dell'insegnante,
seguendoancora la prospettiva inauguratadaShulman(“What are thesourcesof teacher
16 SiriportadiseguitoilpassaggiodiShulman(1986,p.8)cuisièfattoriferimento(“Whatarethesourcesofteacher knowledge? What does a teacher knowandwhendid heor shecometo knowit? Howis newknowledgeacquired,oldknowledgeretrieved,andbothcombinedtoformanewknowledgebase?”)
80
knowledge?”)equellogiàpossedutodaglistudenti;dall'altroall'individuazionediundiverso
valore ai nuclei concettuali selezionati, ora concepiti nei termini di specifici obiettivi di
apprendimento,oracomeconoscenzedafarincontrareaglistudenti.
Categoria3:Sensoperglistudenti
L'individuazionedelsensopergli studenti fariferimentoal terzolivellodi attribuzionedi
significatodelsapere(Nigris,2016,p.208),accanto“alsensoepistemologicoperladisciplina
eallarappresentazionechenedelineal'insegnante”.Nelpresentelavorosièsceltodiseguire
lapropostadi DeVecchi e Carmona‐Magnaldi (1996)e la definizionedi senso fornita nei
terminidella“messainrelazionedelsapereconlostudentenellasuaglobalitàdipersona”
(1996,p.22)echesicaratterizzanellaconsiderazionedei“suiproblemi;degliinterrogativi
chesi pone; della suastoriapersonale; dei suoi desideri, dei suoi bisognicoscienti e non
coscienti”.Incontinuitàconl'accezioneampiadiDeVecchieCarmona‐Magnaldisièquindi
intesospecificarelacategoriadelsensoperglistudentiintredescrittori:esperienzestudenti
e situazioni significative; elementi ritenuti di vicinanza agli studenti; pre‐cononoscenze. Il
descrittorerelativoallepre‐conoscenzeèdariferirsiancheaglistudichehannoapprofondito
ilruolodelleconoscenzepregressenellacostruzionedelsapere(Pozo1998).
4.6.4.Categorieedescrittorinarrativi
4.MESSAINAZIONE 5.MESSAINSITUAZIONE 6.MESSAINPROSPETTIVA
1.Sceltaedescrizionedelleazioni2.Costruzionelegamitemporali
1.Sceltaedescrizionescenario2.Sceltaedescrizioneelementipercettivi
1.Sceltaeusopuntodivista2.Sceltaeusonarratore3.Simulazionepensieri4.Sceltaedescrizionepersonaggi
Le scelta delle categorie narrative è stata compiuta con esplicito riferimento ad una
prospettivadistudidiambitonarratologicodimatricesiaenattivista,siaretorico‐pragmatica,
sviluppatasirecentemente(Caracciolo2014;Walsh2007)echeèstrettamentecollegatacon
l'approccio retorico‐funzionalista elaborato da Meir Sterberg a partire dagli anni '70 del
secondoscorso.Èatalistudichesideveilriconoscimentodellacentralitàdellecategoriedi
interpretazionenarrativa in funzionedegli effetti generati nell'esperienzadi letturaenon
comemeristrumentianaliticivoltiall'individuazionedicaratteristichetestuali.Letradizionali
categorie di analisi narrativa, definite in relazione agli elementi sintattici e semantici del
discorso,nonsarebberoinfattiingradodicomprendereladinamicitàdeiprocessioggettodi
81
studio del presente lavoro, ma rimarrebbero confinate a descrivere, in maniera, certo,
estremamentepuntuale, l'organizzazionediscorsiva: anzichéi processi di messainazione,
messainsituazioneemessainprospettivavisarebberocategoriedefiniteapartiredauna
base predicativa di tipo sintattico: lo schemaazionale del racconto; i tratti stilistici delle
descrizioni;ilnarratoreeilpuntodivista.Categorieutiliaconsiderarepuntualmenteilpiano
testualedelracconto,mapocoadeguateacomprendereglieffettinell'esperienzadiletturae
soprattuttoilruologiocatonellaprogettazionedidattica.L'attenzioneportatasull'azionedelle
strategienarrativeneiprocessiinterpretatividellettoreenellastrutturazionedell'esperienza
di lettura/ascolto consente, al contrario, di tracciare degli interessanti parallelismi con i
processidiapprendimentodeglistudentiattivatidell'esperienzadisimulazioneincarnatae,
risalendolefasidellatrasposizionedidattica,coniprocessiditrasformazionedelsapere.
Infine, occorresottolineareche la scelta delle trecategorie rispondeancheall'esigenzadi
interrogare gli aspetti caratteristici di quelle strategie narrative che favoriscono modalità
esperienzialiditiposimulativoeincarnatodurantelaletturaenongiàditipologienarrative
definite in maniera più generale. Come già discusso nel secondo capitolo rispetto alle
caratteristiche delle simulazione incarnata e come più volte sostenuto, tale esperienza è
definita come “tension between the textual design and the recipient’s experiential
background”(Caracciolo, 2014; 49)o, inaltri termini, comeunacontinuarelazionetra le
esperienzepregressedellettore(eirelativischemiazionalicuihagiàfattoriferimento)ele
strategiediscorsiveingradodiattivarleediridefinirle(attraversolagranularitàdegliscenari,
la caratterizzazione dei pensieri e delle percezioni dei personaggi, l'uso di punti di vista
internieimmersivi).Siosservinoorapiùneldettaglioletrecaratteristiche:
Categoria4:Messainazionedelsapere
L'elaborazione di tale categoria è da riferire anzitutto ad alcuni importanti lasciti della
narratologiastrutturalistadiBremond(Logicadelracconto,1973)eGremias(Lasemantica
strutturale,1966)eailavoripioneristicisullefiabedelfolklorerussodiPropp(Morfologia
dellaFiaba,1929)tesiaindagareleregolaritàeilfunzionamentodellestruttureazionalidelle
narrazioni.Lostrutturaazionaledelraccontoèdaintenderecomelaschematizzazionedelle
relazionitrailsistemadeipersonaggielediverseintenzionicheessiperseguono:l'azioneè
concepita in questo modo come motore narrativo, come tramite, cioè, tra personaggio e
intenzione, tra la dimensione potenziale e la dimensione effettuale degli avvenimenti.
Cambiandoambitodisciplinare,taleruologiocatodall'azioneèdamettereinconnessionecon
82
glistudidimatriceenattivista(Varela,Thompson,Rosch,1991)cheattribuisconoall'azione
una funzione cruciale nei processi conoscitivi, muovendo dal principio che la conoscenza
originadell'inter‐azione(“structural coupling”) traorganismoeambiente. Daunpuntodi
vistadidatticol'interazionecuisièorafattocennoèestremamenteproficuapermetterea
fuoco – con la categoria di analisi che si sta ora descrivendo– un doppio aspetto legato
all'intenzionalità:dallatodellaprogettazionedidattica,illegametraladefinizionedell'azione
narrativa e l'insegnante che compie tale operazione consente di esplicitare lo schema
intenzionaledell'insegnantestessoediindagarneipresupposti;dallatodelprodottofinale
dellaprogettazione–il racconto–consentedifavorirenell'esperienzadiascoltonarrativo
deglistudentiilriconoscimentodelleintenzionalitàlegatealsaperechesistapromuovendo.
Nel casodel presente lavoro con la categoria della “messa in azione” si intendequindi il
processodisceltadapartedegliinsegnantidelleazioniedeilegamicausali,temporaliodi
altrotipoconcui,daunlato,strutturareilracconto,e,dall'altro,trasformareilsapereinun
sapereazionaleeintenzionale.Inentrambiicasilafinalitàconcuitaleazioneèelaborataè
quelladi generareunasuasimulazionepercettivaesenso‐motoriadapartedegli studenti
nell'attodell'ascoltodelracconto.
Categoria5:Messainsituazionedelsapere
Sifariferimentoaiprocessidiconfigurazionedegliaspettispazio‐temporalidelracconto(di
singoli scenari o di più ampie descrizioni) e alla categoria della “granularità” definita da
Herman(2011)peridentificareil gradodidettagliodeipassagginarrativichefavoriscono
un'interpretazione di tipo immerisvo. Come discusso infatti nei due capitoli iniziali la
granularità e il corrispettivo processuale della messa in situazione sono tra le strategie
narrativecheconferisconomaggiormenteall'esperienzadiletturaqueitratti percettiviche
attivano la simulazione senso‐motoria della scena da parte del lettore/ascoltatore.17 Tale
aspettoèstrettamenteconnessoconlapeculiaritàconoscitivadellaprospettivaenattivistacui
sifariferimentoinquestasedeecheattribuisceagliaspettispazio‐temporalidell'esperienza
unruolodecisivoneimeccanismidicognizione;piùingeneraletaleassuntoèdametterein
connessionecon la recente tradizione di studi nell'ambito della situated cognition (Clarck
2009)cheindaganolarelazionetraiprocessicognitivieicontestiazionaliincuioperanoesi
definiscono. Per gli obiettivi dell'analisi dei dati della presente ricerca è ora opportuno
17 Theotherfactorthatcontributestotheintensityofconsciousness‐enactmentis thelevelofdetail of thetextualcues.Weknowthatexperienceshaveabodily,perceptual,andemotional“feel”whichmakesupthetexturalrichnessofpeople’scontactswiththeworld(Caracciolo2014,124).
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sottolinearechelacategoriadella“messainsituazione”èdirettaaosservareleazionidegli
insegnantinellatrasposizionedelsapereriguardantilasceltaelacostruzionedegliscenari(e
lasceltadeidettagli spazio‐temporali edescrittivi) incuisituarei nuclei concettuali della
disciplinaindividuati.
Categoria5:Messainprospettivadelsapere
Questacategoriaèdefinitainrapportoallaquestionedelpuntodivistaepertantoaquella
dellasceltadeipersonaggi(e/odelprotagonista).Ilprocessocheidentificasiriferiscealla
costruzionedell'angolatura–percettiva,sensoriale,valoriale,culturale,spaziale–attraverso
cui la storia è esperita e interpretata dal lettore/ascoltatore. Dal punto di vista della
simulazioneincarnatatalecategoriarivesteunaparticolareimportanzapoichélestrategiedi
messainprospettiva(cheprevedonoanchelasimulazionedeipensieriedellepercezionidei
personaggi) giocano un ruolo centrale nell'attivazione dei meccanismi di consciousness‐
attribution e consciousness‐enactment equindidellarispostapercettivaesenso‐motoriadel
lettore.18Sulpianodidatticotalecategoriasiriferiscealleazionidegliinsegnantirivoltealla
sceltadeipersonaggidelracconto,alladescrizionedellecaratteristiche,allegameditalitratti
coninucleiconcettualidelsaperee,piùingenerale,allacostruzionediunaprospettiva(vicina
o lontanaai personaggi scelti) a partire dalla quale far incontraregli studenti e il sapere
durantel'esperienzadellasimulazioneincarnata.
4.6.5.IlPrincipiodiProteo:ilrapportotracategoriedidatticheecategorienarrative
Un aspetto cruciale da considerare nell'analisi dei dati di ricerca attraverso categorie
interpretative focalizzate su logiche complementari è quello del principio che regola le
relazioni tra categorie didattiche e categorie narrative. Come si è appena accennato, in
particolarerispettoal secondoobiettivodell'analisi categoriale dei testi dei colloqui e dei
racconti,unaspettodiparticolarerilevanzachesiintenderilevareriguardal'azioneesercitata
daiprocessiditrasformazionenarrativadelsapererispettoaifattoriprogettuali cuifanno
riferimentole3categoriedidattiche.Lerelazionichesiintendonofaremergereattraversotale
analisidovrebberoinfatticonsentiredicomprendereleragionidell'efficaciadeldispositivo
formativo di tipo simulativo‐narrativo nella trasposizione didattica e nello sviluppo di
competenzediprogettazionenegliinsegnanti.Postoquestoobiettivo,diventadunquecruciale
18 Since empathy is a form of mental simulation directed at other people’s mental states, and sinceconsciousness‐enactment builds on our empathetic skills, men‐ tal simulation becomes one of the mostimportantmechanismsinvolvedinourengagementwithstories.(Caracciolo2014,131).
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elaborare un modello di regolazione dei rapporti tra categorie didattiche e categorie
interpretativeaffinchénonsiistituiscanorelazioniditipodeterministicoenoncoerenticonla
concezionesistemicaconcui si è definito il processodi insegnamento‐apprendimentoe il
fenomenodellatrasposizionedidattica.
Ilprincipiochesièsceltodiseguireèidentificabilenellarelazione“moltiamolti”e,piùin
particolare, fa riferimento all'elaborazione epistemologica di Meir Sterberg (1982; 1992)
definitaconilterminedi“PrincipiodiProteo”:secondotaleprincipio,sviluppatonell'ambito
deglistudiletterari,unaqualsiasiformadiscorsivaèingradodiprodurreeffettidiversificati
nella letturae, parallelamente, unqualsiasi effettonarrativopuòtrovareoriginedaforme
discorsive anche estremamente diverse tra loro. Trasferendo tale modello relazionale in
ambito didattico e nell'analisi dei dati della presente ricerca è possibile individuare un
principiodifunzionamentoanalogo:ognunadellecategoriedidattichedianalisieognunodei
relativiindicatoripuòfarriferimentoadiversifattoridiscorsivi, identificatidallecategorie
narrative;alcontempo,ognunadellecategorienarrativeedeirelativiindicatoripuòriferirsia
diversifattoriprogettuali.
Un siffatto principio di regolazione degli elementi e delle funzioni proprie del fenomeno
traspositivo,sedaunlatoècoerenteconlaprospettivasistemicachesièsceltodiadottare,
dall'altroconsentediaffermarechel'efficaciatraspositivatraspositivae/oprogettualedelle
categorie narrative non dipende unicamente da caratteristiche ad essi sostanziali, ma
dall'interazione complessiva con i fattori in gioco nel processo di
insegnamento/apprendimento.Ciòchesipuòdunquestabilireconl'analisisonodellelineedi
tendenza nelle relazioni tra categorie didattiche e categorie narrative e non dei rapporti
biunivociditipo“unoauno”o“unoamolti”.
4.6.6.Procedimentodianalisi
L'attivitàdianalisitematicacondottatramiteloschemacategorialechesièorapresentatoè
strutturatonei5passaggidiseguitoriportati:
Elaborazionedellecategorieapartiredalleipotesiteoriche
Letturadelletrascrizionidegliincontridiprogettazione
Categorizzazionedeitesti
Analisidellecategorieall'internodiciascunacoppiediintervisteinprofondità
Analisidellecategorieinrelazionealracconto.
85
Idatichesonostatianalizzatifannoriferimentoa6intervisteinprofonditàcondotteconle
dueinsegnanti:4sonostaticondotteconl'insegnantediStoriae2conl'insegnantediScienze.
Le interviste in profondità sono da intendersi in coppia: in tutto sono stati realizzati 3
Laboratori di ProgettazioneDidattica, 2 con l'insegnante di Storia e 1 con l'insegnantedi
Scienze.CiascunLaboratoriodiProgettazioneDidatticahaelaboratounpercorsodidattico,
comesievincedalseguenteschema:
InsegnantediStoria InsegnantediScienze
LaboratoriodiProgettazioneDidattica1
Intervistainprofondità1(04_02_16) Intervistainprofondità1(11_02_16)
Intervistainprofondità2(22_02_16) Intervistainprofondità2(16_02_16)
LaboratoriodiProgettazioneDidattica2
Intervistainprofondità3(29_04_16)
Intervistainprofondità4(06_05_16)
Siprovvedeoraafornireunesempiodelloschemautilizzatonellacategorizzazionedeitesti
delleintervisteesuccessivamentenell'analisidellecategorie.
Esempiodicategorizzazionedeltesto
Di seguito si presenta la categorizzazione di uno stralcio di uno delle sei interviste in
profondità
INTERVISTA ROBERTA 316.02.16
PERCORSO STORIA: APPARATO DIGERENTE
1. FINALITÀ DELSAPERE/
DISCIPLINA
2. SELEZIONE DEINUCLEI
CONCETTUALI
3. SENSO PER GLISTUDENTI
4. MESSA INAZIONE
5. MESSA INSITUAZIONE
6. MESSA INPROSPETTIVA
1. Struttura concettuale della disciplina per l'insegnante 2. Modalità di insegnamento della disciplina 3. Traguardi di competenze della disciplina
1. Origine del sapere2. Conoscenze nuove per gli studenti3. Obiettivi di apprendimento4. Conoscenze già affrontate dagli studenti
1. Esperienze studenti e situazionisignificative2. Elementi ritenuti di vicinanza agli studenti3.Pre‐cononoscenze
1. Scelta e descrizione delle azioni2. Costruzione legami temporali
1. Scelta e descrizione scenario2. Scelta e descrizione elementi percettivi
1. Scelta e uso punto di vista2. Scelta e uso narratore 3. Simulazione pensieri 4. Scelta e descrizione personaggi
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Categorie pedagogiche Testo Intervista Categorie narrative
1a. Esplicitazione traguardi di competenza
2a: Sintesi obiettivi di apprendimento
2b: Approfondimento sugli obiettivi di apprendimento e sulla modalità conoscitiva richiesta
2c. Esplicitazione conoscenze (che non verranno sviluppate nel racconto)
1b. Riporta propria concezione dei nuclei fondamentali del sapere:
Riascoltando le registrazione del primo e del secondoincontro, può essere utile per noi per mettere dentroi diversi aspetti che abbiamo toccato: abbiamoipotizzato diversi racconti e prima ci siamo interrogatisu come introdurre l’argomento ai ragazzi e abbiamoragionato sulle conoscenze dei ragazzi. Faccio unabreve sintesi sugli argomenti della volta scorsa. Perquanto riguarda gli obiettivi disciplinari quello cheemerge è che tu fai riferimento a tre obiettivi che èimportante che loro raggiungano rispetto a questotema e sono. Cominciamo da qui per proseguire nellacostruzione del racconto.
Sì, allora la consapevolezza di quello che succede nelproprio corpo e le influenze dall’esterno su quello chepuò succedere, cioè il legame con l’esterno. Poi l'ideadell'alimentazione come cura, cioè il fatto della curadel proprio corpo e dell’alimentarsi. Come unnutrimento vero e proprio dell’anima. Tra gli obiettividisciplinari sicuramente il primo è l’anatomiadell’apparato, però questo non sapevamo se farlorientrare o meno; poi sapere il funzionamento;’anatomia rientra nelle conoscenze, con ilfunzionamento attivano anche il ragionamento,perché fanno i collegamenti con qualcosa che èsuccesso prima e qualcosa che avviene più in giù.Questa è una conoscenza non nozionistica, mentrecome sono fatti sì. Come funziona è già un passooltre al sapere com’è fatto, perché devi sapere che senello stomaco succede questo e all’internodell’intestino succede quell’altra cosa, se nella boccaè cominciata la digestione di qualcosa, poi vieneconclusa nello stomaco, è sapere il processo comecambia e non la singola descrizione, quindi è unpochino oltre diciamo. E poi le malattie. Allora, per lemalattie magari faccio dei cenni, perché non sto lì aparlarne più di tanto se non fanno domande,comunque avevamo detto su sonniferi e droghe,perché comunque il fegato, quindi malattie delfegato. Alcool, sonniferi e droghe, perché c’è l’epatite,il pancreas avevamo detto il diabete, poi c’è la partelegata al circolatorio, colesterolo e arteriosclerosi, poici sono quelle dell’intestino o dello stomaco, quindigastrite e coliti. E poi le malattie psicologiche, quindicategoria a parte, perché non c’è una causa fisica,disordini alimentari in generale. Poi se vuoi c’è anchela storia vegetariani e vegani che non è una malattia,però è una parte dell’alimentazione un po’ piùparticolare, quindi io di solito lo dico.In generale noi abbiamo detto che l’alimentazione èuna cura, quindi loro mangiano come me e te: per ilpiacere, non certo per il nutrirsi. Cioè, non ce neimporta niente se buttiamo dentro proteine,carboidrati, cioè, mangiamo quello che ci piacemangiare. Quello che ti soddisfa a livello di piacerepsicologico non è quello che ti nutre, è un nutrimentodiverso. Cioè, se mangio un vasetto di Nutella sonofelice, però non è che mi sono nutrita. Quindi lì per
4a. Messa in azione
4b. Messa in azione
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3a. Considerazione pre‐conoscenze e mis‐concezione deglistudenti in relazione ai nuclei concettuali ritenuti centrali dall'insegnante.
3b. Considerazione pre‐conoscenze (in rapporto a domande fatte in classe)
2d. Esplicitazione nuclei concettuali già affrontati
3c. Considerazione pre‐conoscenze (raccordo con simulazione situazione didattica”)
2e. Esplicitazione nuclei concettuali già affrontati
scardinare dei preconcetti, che è durissima,impossibile penso, la cosa da fare è differenziarequella roba lì: “tu mangi per il piacere di mangiare omangi perché sai che quello che mangi ti fa bene e tiserve?”. Non è facile però, perché in fin dei conti tu tiprendi cura di te anche con il piacere del gusto. Sepenso ai due personaggi del racconto, il ragazzo nonmangia neanche per il piacere. Quello non si accorgeneanche di quello che sta mangiando, mentre invecese tu ti fai una bella cena con del vino buono ecceteratu ti stai gustando quella roba lì. Forse noi ne siamopiù coscienti, per loro c’è solo “che buone le patatinefritte”. Cioè sicuramente se parli delle cose come cibopesante, leggero, cosa mangi, cosa non mangi, lacolazione al mattino, il tuo stomaco; cioè, delle coseper sentito dire le sanno. Mi hanno già detto chenello stomaco c’è l’acido che aiuta la digestione,sanno che c’è la saliva, non sanno cosa c’è nellasaliva, in generale lo sanno. Che l’intestino elimini lescorie e gli scarti che non vengono assorbiti quello losanno, anche se lo confondono spesso con i reni,perché anche con i reni c’è comunque eliminazione discarti, allora è tutto lo stesso. Io li ho già fatti parlarequando ho introdotto l’alimentazione, quindi questecose un po’ sono già uscite, però è chiaro che nonvanno nel dettaglio ed è lì che dobbiamo lavorare conil racconto. Cioè, magari faccio la domanda e poi ciarrivano a dirmi che cosa succede lì, che cosasuccede là; qualcosa ho già detto quando abbiamoparlato in generale. Ma in generale appunto. Sannocosa fa male. Se tu chiedi quali sono gli alimenti chefanno male te lo dicono. Non sanno in qualemomento della digestione è però causato. Peròquando ho fatto la presentazione del corpo umanoloro hanno già visto il plastico che abbiamo inlaboratorio con tutte le parti. Per capire cosa sannoposso fare disegnare prima di spiegare l’anatomia,dicendo: “sapendo quello che abbiamo già visto,provate a fare uno schema dell’apparato digerente.Ma allora il racconto su questa parte lo facciamoandando nel dettaglio. Scriviamo passo passo quelloche succede ad un cibo, da quando entra in bocca,attraversando ogni organo dell'apparato. Così allorava bene che abbiano visto il plastico, perché lovedono da un altro punto di vista.
Cosa intendi dire che lo vedono da un altro punto divista?Che potremmo farlo su due momenti allora: ilracconto e prima far vedere alimenti sani e non sani,alimenti che ingrassano, alimenti che non ingrassano,alimenti fonti di proteine e senza proteine, cosa famale al fegato, cosa allo stomaco. Possiamo fare“cosa tu chiami fame?”. Quindi poi ci sarà quando tiviene, in quale situazione, quando ne hai di più equando ne hai di meno, di cosa ti viene fame. Meglioperò restringere, perché se si allarga troppo diventadifficile. Noi dobbiamo dire “quando hai fame? Cosasenti quando hai fame? Cosa intendi con fame?”, cosìsi rimane sul personale e non è una cosa allargata…equa può venire fuori anche, non so…”io bevo una RedBull al giorno perché mi piace” e la questione delledipendenze: “quando la bevi cosa ti senti?”. Però,
4c. Messa in azione
4d. Messa in azione
5a. Messa in situazione
4e. Messa in azione: selezione dei contenuti già citati che sono da inserire nel racconto
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2f: Esplicitazione obiettivi di apprendimento
2g. Ipotesi modalità per considerare conoscenze studenti
2h. Riproposizione concetti fondamentali legati agli obiettivi diapprendimento
2i: Considerazione modalità per introdurre nuove conoscenze
2l: Considerazione distribuzione nuove conoscenze in funzione dell'efficacia della comprensione
3d: Considerazione esperienze studenti su cui indirizzare scelta sapere
prima di vedere su che cosa puntare, noi dobbiamovedere che cosa scrivono. Facciamo scrivere sui post‐it le parole legate alla fame, poi ognuno legge quelloche ha scritto sul proprio biglietto, lo attacca allalavagna e facciamo un brainstorming. Il disegnoinvece possiamo farlo alla fine per verificare quelloche hanno appreso. Anche perché hanno già visto loschema dell’omino e della digestione, quindi non c’èpreconoscenza, perché non so prima comepensavano che fosse, però nella verifica possochiedere il disegno.Non lo so però il brainstorming, forse non locapiscono fino in fondo, però posso dirglielo. Se unosente sempre il bisogno di mangiare, potrebberovenire fuori da sole queste cose oppure posso anchebuttarle dentro io. Posso dire: “come mai nessuno miha nominato la Red Bull?” e vediamo la reazione. Miinteressa che capiscano perché poi uno vuole sempreberla, o anche il fatto di masticare la cicca, cioè, se tusei tranquillo non hai bisogno di questo continuotrituramento. Quindi devo fare uscire io le cose. Senon escono al massimo attacco là io qualcosa; poi noiadesso stiamo puntando tutto sul mangiare, madobbiamo andare anche verso il non mangiare. Comepossiamo arrivarci? Dobbiamo vedere quello chehanno scritto e poi chiedere a voce, guidando laconversazione verso questo punto. Dopo cheabbiamo parlato della fame e della non fame allora sìche poi si può collegare più avanti nella storia tutto ildiscorso delle risposte emotive e del collegamentocon quello che mangio o non mangio. Poi iosottolineo “quando sei triste o nervoso mangi dimeno o mangi di più? E che cosa? Ma triste in chesenso? Per cosa?”. Non so se qualcuno è disposto adaprirsi, però posso punzecchiare. Posso anche direqualcosa di me. Dipende dagli agganci che abbiamo.Comunque, dopo questa cosa qui, noi facciamol’anatomia, facendo disegnare a loro come siamofatti. Quindi anatomia e funzionamento. Ilfunzionamento glielo spiegherei frontale, perché èchiaro che loro non sanno che se io metto in boccadella pasta l’amido comincia ad essere digerito subitoin bocca, perché non potrebbe mai venirgli in menteche inizia lì la digestione vera e propria. Io con lastoria, dopo che ho detto queste cose qui, facciamomangiare a lui delle cose ben precise e loro devonoessere in grado di capire cosa c’è dentro quella roba lìche mangia e quindi quelle sostanze lì dove andrannoa finire e a che livello appesantiranno un organo. Lorohanno le informazioni di base, poi poniamo ilproblema: “il ragazzo mangia una fetta di torta. Cosac’è nella torta? Quali sono gli elementi che vengonoseparati? Sono utili o no? E poi c'è tutta la digestione.Per aspetta, allora forse è meglio se separiamo le duecose: in uno guardiamo solo quello che dici tu, quindiil cibo che si trasforma e cosa avviene all’interno perla ragazza, mentre per il ragazzo facciamo lacomponente un po’ più emotiva, perché sennò nellastessa persona è un casino, perché poi la loroattenzione deve andare su due cose e non so se ci va.Il mal di stomaco loro ce l’hanno sempre primadell’interrogazione e non è inventato, ma non c’è unacausa fisica. Certe volte le reazioni dello stomaco e
4f: Messa in azione: sintesi conoscenze da inserire nel racconto
4g: Messa in azione (divisione del racconto in due parti): raccordo con comprensione degli studenti delle nove conoscenze
4h: Messa in azione in rapporto a considerazione senso per gli studenti
5a. Messa in prospettiva: scelta del personaggio e della sua caratterizzazione in funzione della considerazione delle esperienze degli studenti
4i: Messa in azione (legame con esperienze studenti extra‐scolastiche)
5b: Messa in situazione (legame con obiettivi di apprendimento)
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1c: Riproposizione concezione personale del sapere disciplinare
3e. Considerazione esperienze studenti
3f. Considerazione esperienze studenti extra‐scolasticche
3g. Esplicitazione delle concezione dell'insegnante dei vissuti degli studenti
2m: Considerazione del legame con gli obiettivi di apprendimento
3h: Considerando di elementi vicini agli studenti (Coca Cola; Red Bull, Video Giochi)
3i: Considerazione delle concezione dell'insegnante sulle esperienze studenti (interrogazioni; senso di colpa)
2n: Riproposizione obiettivi di apprendimento
dell’intestino non sono dovute a quello che mangi,ma sono dovute a come ti senti, però è un’altra cosaancora. E quindi dopo tutto insieme non so seriusciamo ad avere l’attenzione sulle due cose.
Hai immaginato una soluzione a questa cosa?Per me togliamo lei, ma le stesse cose le facciamofare a lui. Facciamo un momento in cui lui è agitatoper l’interrogazione, un momento in cui magari litigacon i suoi compagni o i suoi genitori e quindi c’èquesto senso di vuoto e un momento in cui invece èpiù sportivo e allora mangia le cose adatte. Su ognimomento mettiamo noi l’accento sulla cosa che ciinteressa. Facciamo che dopo la litigata con i genitorisi chiude in camera portandosi dietro le patatine.Suscitiamo la sua reazione partendo dal litigio, cosìabbiamo anche una componente emotiva suirapporti con gli altri. Facciamo il ragazzo che litiga equindi mangia in modo compulsivo, per il vuoto chesente o per quello che è. E questa può essere unacosa. Poi può essere a scuola il fatto di non sentirsiadeguato, perché per la conseguenza di quella litigatanon ha studiato e la mattina dopo, duranteun’interrogazione, ha mal di pancia. Questo potrebbestimolarli sull’emotività…c’è il legame mente‐corpo ele reazioni rispetto alle influenze dall’esterno, cioè igenitori e l’interrogazione. Però nel pezzo in cui luimangia compulsivamente dopo aver litigatodobbiamo mettere dentro il cibo che scende, la salivache aumenta. Dobbiamo fare una descrizionedettagliata del cibo che scende e di quello che luisente mentre proprio quel cibo lì entra, ci deveessere sia a livello della reazione fisica, quindi lostomaco appesantito dal grasso, sia quello che luiprova. Bisogna sottolineare il fatto che il cibo localma e la Coca Cola lo fa sentire carico, quindi passatutto il pomeriggio davanti ai videogiochi. Lofacciamo parlare in prima persona e bisogna farecapire che prima è molle come un budino, mentrequando poi mangia tutta questa roba si sente moltomeglio. Dopo comunque ci sarà lo stomacoappesantito o il fatto che non digerisce e si sente lanausea, quindi la sera non ha più voglia di mangiare eva a dormire subito, senza avere fatto niente per lascuola. Il giorno dopo si alza e si rende conto di nonavere fatto i compiti, dopo che un suo compagno glichiede se ha studiato per l’interrogazione…“Speriamoche non mi interroghi”…viene chiamato, quindi sensodi colpa e mal di pancia. Quindi là il mal di stomacoperché ha mangiato schifezze, qua il mal di panciaper il nervoso. Torniamo un attimo ai contenuti dell'apparatodigerente, puoi riassumere quelle che hai individuatofinora?Nel funzionamento c’è: lo stomaco (digestione),intestino (assorbimento dei princìpi nutritivi edeliminazione degli scarti), pancreas (ormoni cheregolano il livello di zuccheri) e fegato (filtro degliscarti, tipo ciò che rimane delle medicine). Poicollegati ci sono il ruolo della saliva e dell’acido nellostomaco, il riassorbimento dell’acqua nell’intestino,l’accumulo di colesterolo…questo è legato allemalattie che dividi in fisiche (e ci metti gastrite per lo
4l: Messa in situazione
4b: Messa in prospettiva e scelta del narratore
4l: Messa in azione (in relazione agli obiettivi di apprendimento): organizzazione dell'intreccio della seconda parte del racconto.
90
1d. Nuova enunciazione dei traguardi di competenze disciplinari
stomaco, colite per l’intestino, ulcera, epatite per ilfegato, diabete per il pancreas) e psicologiche(disturbi alimentari un po’ più blandi, quindicollegamento emozioni‐cibo, poi le due malattie piùgrosse, cioè anoressia e bulimia). Abbiano così unaconoscenza del proprio corpo e di come funziona,quindi torniamo a quelle tre cose là dette prima sullacura. Queste sarebbero già anche le competenze chenoi vogliamo acquisiscano. Noi facciamo quella cosa lìperché sappiano come sono fatti e come funzionanoall’interno. Il concetto di fondo è: “come funziono?Come sono fatto?”… la competenza più alta sarebbeprevenire, cioè, il fatto che io abbia cura di me equindi uso queste cose per prevenire. Poi mettiamole malattie, la consapevolezza e la prevenzione. Se seiconsapevole previeni il danno. Questo ti permette difare prevenzione sul tuo corpo…prevenzione rispettoa se stessi e ai rischi, perché se tu non sai il rischionon sai neanche come prevenirlo…consapevolezza disé vuol dire: “io so come reagisco e come utilizzo ilcibo per reagire in un certo modo”. Dovrebberocapire che se quel giorno lì mangiano come dei pazzidovrebbero legarlo a qualcosa che è successo prima.E poi dovrebbero capire l’influenza psicologica sulleabitudini dell’alimentazione. Se io sono frustratomangerò sempre quelle cose lì se non risolvo ilproblema.
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4.6.7Esempiodischemadianalisidellecategorie
Di seguito si presenta lo schema di analisi utilizzato per individuare le occorrenze per
ciascunadelle6categorie.
CATEGORIA 1. FINALITÀ DELLA DISCIPLINA 1. Struttura concettuale della disciplina per l'insegnante ‐ Concetti principali per l'insegnante (“A me, vedi, rispetto a questo, mi interessa di più tutta la parte della prevenzione”)‐ Concetti principali per l'insegnante (“A me interessa che abbiano la consapevolezza delle reazioni del loro corpo, il legame tra quello che c’è intorno e il proprio corpo)‐ Ricostruzione legami logici del sapere (“Visto che sono fatto di tessuti, ogni tessuto è fatto di cellule e ogni cellula di sostanze quelle sostanze lì da qualche parte devono arrivare)2. Modalità di insegnamento delle disciplina‐ Legame disciplina con aspetti “emotivi” (“Perché ci deve essere una parte emotiva. Allora così, li coinvolgiamo in una discussione”‐ Legame disciplina con aspetti “emotivi” (“Io sono molto poco cauta in quelle cose, purtroppo o per fortuna non lo so, (…) io non temo la reazione emotiva”3. Traguardi di competenze
Descrittori Stralcio intervista
Modalità di insegnamento della disciplina
Perché ci deve essere una parte emotiva. Allora così, sicuramente li coinvolgiamo in unadiscussione. Anche stamattina: “Quando uno muore di fame, quando uno muore di sete”…cioè, abbiamo parlato comunque mezz’ora, partendo dall’acqua che funzione ha…certo,bisogna essere bravi per pilotare verso dove si vuole arrivare, ovviamente. Sicuramente licoinvolgi sotto questo punto di vista e nella discussione tu sai benissimo che se uno vuoleandare a parare da alcune parti ci va
1b. Modalità di insegnamento della disciplina
Come vedi loro dal punto di vista educativo sanno meno. Io sono molto poco cauta inquelle cose, purtroppo o per fortuna non lo so, perché,cioè, nel senso io di solito, forse inmodo ingenuo e da scavezzacollo io non temo la reazione emotiva.
1c. Esplicita propria concezione delle finalità della disciplina.
A me, vedi, rispetto a questo, mi interessa di più tutta la parte della prevenzione
Illustra con un esempio l'affermazione precedente
quindi mi va benissimo che tu sappia i nomi delle tre parti dell’intestino, però non è che senella tua vita sei in giro e non te le ricordi succede qualcosa, però magari quando poi nonhai nessuna malattia, ma l’intestino ti si contorce forse ti devi chiedere che cosa c’è che nonva. Magari non c’è una causa fisica, però in quel momento lì ti senti in un certo modo equindi se tu sai come funzioni probabilmente riesci anche di più ad intuire se capitaqualcosa.
1d. Esplicita propria concezione delle finalità della disciplina
A me interessa che abbiano la consapevolezza delle reazioni del loro corpo, il legame traquello che c’è intorno e il proprio corpo
92
CAPITOLOQUINTO
RISULTATI
5.1.Primafase:leintervistesemi‐strutturate
L'obiettivodiquestiprimicolloquièstatodicoglierele“teorieinuso”dagliinsegnantinelle
pratiche didattiche di tipo narrativo attraverso le quali leggonoe interpretano le proprie
strategie di insegnamento (Perla, 2005). Un utile elemento per introdurre tale fattore è
rintracciabilenelleintervisteinizialicondottenellaprimafasedellaricercaincui,assiemeagli
insegnanti, si sono formulate una serie di questioni problematiche a partire dalle quali
considerareilruolodellasimulazioneincarnatanellaprogettazionedidattica.Idueinsegnanti
coinvolti hannofattoemergereundoppiofattoredicriticitàattraversolacondivisioneeil
raccordoconillorosapereeconlaloropraticaquotidianariguardoall'utilizzodeiracconti
nell'azione didattica: a) la considerazione del rapporto tra didattica e saperi disciplinari,
mettendoinlucelanecessitàdiportarel'attenzione,nelprocessoditrasposizionedidattica,
allafasediselezionedelsapereperpotercostruiredeiraccontifondatidalpuntodivista
dell'epistemologiadellediscipline(StoriaeScienze);b)lanecessitàdiconsiderare,nellafase
di costruzionedei mediatori narrativi, i vincoli chesonoposti alle modalitàdi letturadei
raccontieallediscussioneintornoadessidalcontestospecificodellaclasse:lacapacitàdi
attenzione degli studenti; la loro disposizione nella classe, la loro abitudine ad ascoltare
raccontieaporrecertitipididomande;lacuriositàchemuovesempredall'esplicitazionedei
lorovissutipersonali;inucleiconcettualidelledisciplineelaboratinellesettimaneeneimesi
precedenti.
Si riportanodiseguitoduebrevistralci tratti dadueintervistesemi‐strutturate–unaper
ciascun docente – condotte tra Dicembre 2015 e Gennaio 2016 utili per una successiva
considerazionedialcunifattoridicambiamentointrodottinelpercorsodiricerca.
Ins1:Hannocompratotantilibri,leragazzesoprattutto.Questacosamiconsentedidarglicomecompitoestivo,perscienze“no,nonfate;leggetequestolibro,èdivertente,leCattiveScienzesichiama,cisonounsaccodiproblemi,sceglieteunproblemaeleggete”.Oppureglidounlibro,glifacciovedereunfilm.Ifilm,glifacciovedereunfilm,comeivecchicineforumconladiscussione.
Ins1:Cioèperscienzeperanchepertuttoilresto.Facciamounesempio,adessoglihofattovedereunfilmsulladislessia. Perchémisembragiustoinprimamediafarvedereai tanticompagnichesonodislessici questofilm,cheèpuremeraviglioso.C'èquestofilmindianomoltobellocheè“Stellesullaterra”,cheiragazziniamanomoltissimo,perchéemotivamenteèmoltopiagnoso,puntamoltosulleemozioni,legrandiscene,gliabbracci,questecosecheai
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ragazzinipiaccionomolto.Hoparlatolorodelladislessiaovviamente.
In questi stralci tratti dalla prima intervista sonocondensati alcuni aspetti estremamente
puntuali,etuttaviasignificativi,riguardoallemodalitàdiutilizzodeidispositivinarrativicon
gli studenti e agli schemi intenzionali che guidano tale pratica. Da un lato emerge una
particolareattenzioneall'azionemessainattodelladimensionepercettivaeemotivadella
narrazioneeun'abitudinearaccordarel'esperienzanarrativaadunasuccessivadiscussione,
dall'altrosievidenziaunatendenzaafornireaglistudentidispositivinarrativigiàdefinitie
chenonprevedonouninterventoprogettualedapartedell'insegnante.
Ins2:Secondomeilpuntoè:raccontare,quandofacciounalezioneiomirendocontocheèunracconto,cheracconto,semprepoi.Poisì,faccioancheglischemi,facciolemappe.Peròglidico,statetuttizittieascoltate.Ingenereinfattiquandofacciofareschemiomappe,nonlofacciomaiincontemporanea.Cioè,nelsenso,primaracconto,spiego.Poisintetizzo.Perchéhol'impressionecheseloroscrivonoeascoltanoperdonodeipezzi,perchéunosuunogiù,nonhoascoltatoilpezzoprimanonhoascoltatoilpezzodopo.Quindisiinterrompe.Equestodistrae
Ins 2: È difficile. C'è un linguaggio troppo, troppo complesso. Anche Dante, uguale. Loracconto. Si magari leggodue terzine, laddoveproprio. Glielo spiego. Glielo leggoe glielospiego.Maillinguaggioètroppocomplesso.Esecondomepoicivuoletalmentetantotempoper spiegare parola per parola, che perdi il gusto dell'insieme di quello che Dante vuoleesprimere.Ecco,unacosachenonfacciomaiioèlaparafrasi.Sodiquellichefannopaginatediparafrasidellepoesia.Iononlofacciomai.Ètroppo...Iorisolvoquestacosaraccontando.Poidopoglielaleggomagari.
Rispetto al colloquio con il secondo insegnante è interessante sottolineare l'emersionedi
elementi legati alla conoscenza dell'azione didattica e alle regolazioni e cambiamenti che
l'insegnanteaffermadimettereinattoperinteragireefficacementeconglistudentiall'interno
dipratichedidatticheditiponarrativo;inparticolareèravvisabileunaspecificaattenzioneal
ruolodimediazionedell'insegnantechescegliedinonleggere,mapiuttostodiadottareuna
narrazioneorale dei testi con il propositodi attivare l'interessee la concentrazionedegli
studenti.
Inentrambiicasiemergonounaseriediaspettilegatiallaconoscenzainazionechepossono
essereriferitiaquantoèstatodefinitoconiterminidi“saperedell'esperienza”(Shon,1983),
“competenzadiattoreincontesto”(Giddens,1987)“teoriepratichedell'insegnare”(Sanders
& MacCutcheon, 1986), “saggezza educativa della pratica” (Shulman, 1987). Nella fase di
analisi delle interviste condotte dal ricercatore e precedenti ad una condivisione con gli
insegnanti, questi elementi sonostati considerati di particolare valore e identificati come
fattoridariprenderenellafasesuccessivadiprogettazionedidatticaall'internodeiLPD.
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Unsecondoelementotematizzatoinquestafasedianalisièstataladistanzaditalipratiche
narrativeconl'approccioprogettualechesièintesomettereinatto:dalleintervisteiniziali
emerge infatti una scarsa propensione da parte degli insegnanti a problematizzare
dettagliatamente, nella fase di progettazione didattica, le relazioni tra lettura o ascolto
narrativo e i processi attivati dagli studenti per comprendere e interpretare il discorso;
parallelamente, è stato riscontrato una analoga situazione rispetto alla tematizzazione,
sempre in sede di progettazione, del rapporto tra le esperienze narrative messe in atto
duranteedopolaletturaeil raggiungimentodispecifici obiettivi diapprendimento. Sono
questi elementi propri del processo di trasposizione didattica che il ricercatore, anche in
risposta alle indicazioni ricevute nei colloqui preliminari, ha dovuto considerare come
indicatoridelmiglioramentodellecompetenzediprogettazionedidatticadavalutarelungoil
corsodelprogettodiricerca‐formazione.
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5.2Secondafase:illaboratoriodiprogettazionedidattica
5.2.1Ilpercorsosull'apparatodigerente
Irisultatidelleanalisideidatiriportatinelleprossimepaginesonoorganizzatisecondouna
duplicemodalitàchesegueloschemaillustratonelcapitolo4delpresentelavoro.Laprima
parte è dedicata alla presentazione dei risulati dell'analisi intra‐categoriale e persegue
l'obiettivo di individuare le ricorrenze e i fattori significativi, interni a ciascuna delle 7
categorie.Inunafasesuccessivasipropongonoirisultatidell'analisiinter‐categorialeincui
sono considerate le relazioni tra le 3 categorie narrative e le 3 categorie didattiche e le
connessioni dei testi delle interviste con i racconti prodotti dalle insegnanti; obiettivo
dell'analisiinter‐categorialeèdidescrivereilprocessodinarrativizzazionedelsapere.
Analisiintra‐categoriale
Analisicategoria1:Finalitàdelsapereedelladisciplina
I fattori che ricorrono con maggiore frequenza rispetto a ciascuno dei tre descrittori
individuatifannoriferimentoallafinalitàdiprevenzione(“Ame,vedi,rispettoaquesto,mi
interessadipiùtuttalapartedellaprevenzione”)attribuitadall'insegnanteall'insegnamento
diScienzecomedisciplinae,inparticolare,alsapererelativoall'apparatodigerente.
Inrelazionealprimodescrittore(strutturaconcettualedelladisciplinaperl'insegnante)tale
finalitàèlegataadunadeclinazionedelsaperedisciplinarefocalizzatosullaconoscenzada
parte degli studenti del rapporto tra scelte alimentari e conseguenze fisiologiche
dell'organismo(“Ameinteressacheabbianolaconsapevolezzadellereazionidellorocorpo,il
legametraquellochec’èintornoeilpropriocorpo”),intesenonsolodaunpuntodivista
nutrizionale,masecondounaprospettivapiùampiaecheabbracciaaspettipsicologicidella
persona(“Certevoltelereazionidellostomacoedell’intestinononsonodovuteaquelloche
mangi,masonodovuteacometisenti,peròèun’altracosaancora).Ladimensionepsicologica
nelrapportoconl'alimentazione,èulteriormentedettagliatadall'insegnantenelladefinizione
cheforniscedialimentazione(“l’alimentazioneèunacura,quindiloromangianocomemee
te:perilpiacere,noncertoperilnutrirsi)enelritenereilprincipiodipiacerelamotivazione
primariadelleazionialimentaridellepersone.Taleconcezione,sivedrànell'analisinarrativa,
avràunruolocrucialenellacostruzionedelracconto.
Rispetto all'analisi del secondo indicatore (“modalità di insegnamento della disciplina”) è
possibile riscontrare un legame di continuità con gli elementi appena osservati, sia in
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relazioneallaconsiderazionedegliaspettidicaratterepsicologicodell'alimentazione(“Perché
ci deve essere unaparte emotiva. Allora così, li coinvolgiamo in unadiscussione”), sia in
rapportoallaloropresaincaricodapartedell'insegnante(“Iosonomoltopococautainquelle
cose,purtroppooperfortunanonloso,(…)ionontemolareazioneemotiva”).
L'osservazione del terzo indicatore (traguardi di competenze) consente di mettere
ulteriormenteafuocoifattoriconsideratiinrelazioneallamodalitàdiinsegnamentoealla
struttura concettuale del sapere dal momento che sono ad essi coerentemente legati.
L'insegnanteribadisceinfattiimedesimifattoriinrelazioneallecompetenzecheintendesiano
promosseeacquisitedagli studenti (“Abbianocosì unaconoscenzadel propriocorpoedi
comefunziona,quinditorniamoaquelletrecoselàdetteprimasullacura.Questesarebbero
già anche le competenze che noi vogliamo acquisiscano”). Sono pertanto individuati dei
traguardidi competenzainlineaconlaconcezionedelsaperedell'insegnanteechefanno
riferimento,inrelazionealnucleoconcettualedell'apparatodigerente,allaconoscenzadelle
reazionifisiologichedell'organismo,illustratedall'insegnanteneiterminidi“consapevolezza
di quello che succede nel proprio corpo e le influenze dall’esterno su quello che può
succedere).
Insintesisipuòaffermarecheledueintervisteinprofonditàfannoemergereunaconcezione
del sapere disciplinare coerente con la modalità di insegnamento descritta dalla stessa
insegnanteeconitraguardidicompetenzaesplicitatiemessidunqueacapodelpercorso
didatticoprogettatonarrativamenteeilcuiesitosaràlacostruzionediunracconto.
Analisicategoria2:Selezionedeinucleiconcettuali
Relativamentealprimoindicatorenonsiriscontranoricorrenzeincuil'insegnanteoperaun
riferimentoafontispecifichedacuiselezionareilsapere.Nonvisonoriferimenti,comeinvece
avvieneconl'insegnantedi Storia, al librodi testoadottatoenemmenoadaltri materiali
didatticioscientificiesipuòsostenerechel'insegnanteselezionideinucleiconcettualiinbase
allapropriaconoscenzesull'argomento, mediatadall'esperienzadi insegnamentomaturata
nellapropriaesperienzaprofessionale.
L'analisidelsecondoindicatore,riguardantelaconsiderazionedelleconoscenzenuovedegli
studenti, evidenzia un legame con la selezione degli obiettivi di apprendimento e con la
concezione disciplinare dell'insegnante: “Io le malattie le ritengo comunque parte
dell’interrogazioneiolefaccioelechiedo,anchesenonèladescrizionedell’apparatoloro
devonosaperesialemalattiepsicologiche,siaquellefisiche”. L'insegnantefariferimentoa
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conoscenze di cui non sono in possesso gli studenti e che, lo si è visto nella categoria
precedente,dipendonodallasuaparticolarevisionedisciplinare:“lemalattie”,temachenon
verràapprofonditonelracconto,èritenutougualmentecrucialeaifinidellavalutazione.Inun
secondopassaggiosiaffermaconmaggioredefinitezzaquellichesonoicontenutidisciplinari
che gli studenti non conoscono e che tuttavia, essendo legati a esperienze della loro
quotidianità,sonointesicomeobiettividiapprendimento:“Iconcetticheinteressanoanoi
sonoquindiilconoscersielaconsapevolezzadelpropriocorpocheèlacosaimportante;cosa
danneggiailmiocorpo,cosafaccioioperdanneggiarlo,cosafaccioiopercurarlo.Cioè,cosa
miportabenessereecosamiportamalessere,perchénonsemprelosanno.Alterminedi
questodevonocapireche,peresempio,senondormoeprendoilsonniferotuttelenotti,avrò
ilfegatocheprimaopoisaràdistrutto”.
Le occorrenze dell'indicatore “obiettivi di apprendimento” sono ancora connesse alla
particolareconcezionedisciplinaredell'insegnantecheriguardainparticolarel'aspettodella
prevenzionealimentareeillegameconpatologiefisicheepsicologiche,conunaparticolare
attenzioneall'influenzadelladimensionepsicologianeicomportamentialimentare;neidiversi
passaggidelledueintervisteinprofondità,taleelementosievincesianellacaratterizzazione
deinucleidisapereriguardantil'apparatodigerente(“Miinteressachecapiscanoperchépoi
unovuolesempreberla,oancheilfattodimasticarelacicca.cioè,setuseitranquillononhai
bisogno di questo continuo trituramento”), qui esposti in maniera dettagliata (“Nel
funzionamentoc’è:lostomaco(digestione),intestino(assorbimentodeiprincipinutritivied
eliminazionedegliscarti),pancreas(ormonicheregolanoillivellodizuccheri)efegato(filtro
degliscarti,tipociòcherimanedellemedicine).Poicollegaticisonoilruolodellasalivae
dell’acidonellostomaco,ilriassorbimentodell’acquanell’intestino,l’accumulodicolesterolo…
questoèlegatoallemalattiechedividiinfisiche(ecimettigastriteperlostomaco,coliteper
l’intestino, ulcera, epatite per il fegato, diabete per il pancreas) e psicologiche (disturbi
alimentari un po’ più blandi, quindi collegamento emozioni‐cibo, poi le due malattie più
grosse,cioèanoressiaebulimia”).Siarispettoallamodalitàconcuil'insegnanterappresenta
taliobiettivi:“Alterminediquestodevonocapireche,peresempio,senondormoeprendoil
sonnifero tutte le notti, avrò il fegatocheprimaopoi saràdistrutto“; “anchese nonè la
descrizionedell’apparatolorodevonosaperesialemalattiepsicologiche,siaquellefisiche”.
L'utilizzo di verbi utilizzati (“devono capire”; “devono sapere”) mostra un elemento di
necessitàchel'insegnanteattribuiscealraggiungimentodegliobiettividapartedeglistudenti
emostraungradoelevatodistrutturazionedelprocessodiapprendimento.
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In relazione all'ultimo indicatore, “conoscenze già affrontate dagli studenti”, accanto alla
considerazione che l'insegnante opera rispetto ai contenuti presentanti nelle lezioni
precedentirispettoall'apparatodigerente(“Abbiamogiàfattoancheladifferenzafragrassie
carboidratialivelloenergetico.Nonhannoinformazionisull’apparato,solosullesostanze”),
l'elementocheemergeconmaggioresignificatività riguarda l'ideadel racconto(e dunque
dell'esperienza di simulazione incarnata) comestrategia di approfondimento. Si osservi il
seguentepassaggio:“Io li hogiàfatti parlarequandohointrodottol’alimentazione,quindi
questecoseunpo’ sonogià uscite, peròèchiarochenonvannonel dettaglioedè lì che
dobbiamolavorareconilracconto”.Comeverràosservatoinrelazioneallasettimanacategoria
dianalisi,dalleparolel'insegnanteemergeunaparticolareconcezionedidatticadell'usodella
simulazione incarnata, funzionale a consentire agli studenti di dettagliare conoscenzeche
hanno elaborato in forma generica. Il racconto opera dunque con una duplice funzione:
mettereinconnessioneleconoscenzedisciplinaripregressoconcontenutiinediti;fornireuna
strategiaefficacediapprofondimento.
Analisicategoria3:Sensoperglistudenti
L'analisiditalecategoriaconirelativiindicatori(esperienzestudentiesituazionisignificative;
elementiritenutidivicinanzaaglistudenti;pre‐conoscenze)consentedievidenziarealcuni
aspettirelativiconsiderazionechel'insegnantemetteinattorispettoalsensoperglistudenti.
Inrelazionealprimoesecondoindicatore,glielementichericorronoconmaggiorefrequenza
riguardanoillegamechel'insegnanteistituisceconipersonaggidelraccontoeilrapportodi
analogiatraleesperienzeextra‐scolastichedeglistudentieicontenutidaselezionariperil
racconto.Rispettoalprimocasoèindividuatouncriteriodianalogiatraleesperienzedegli
studentielacaratterizzazionedelprotagonista“Adesempiolosportèunacosavicina,perché
tantiragazzinifannosport,maseceneabbiamodiecisedutisuldivanoilpomeriggio,nonso.
Possiamofareancheduepersonechemangianoinsiemeallastessatavolalestessecose,poi
peròunovaafarel’allenamentoeunosisdraiasuldivanoacasa”.Inunpassaggiosuccessivo
l'insegnanteproponelacreazionediduepersonaggi,unomaschileeunofemminileefornisce
la descrizione di alcune caratteristiche in continuità con dei tratti comuni attribuiti agli
studenti:” Possiamo immaginare due personaggi che mangiano…facciamo lo sportivo e il
sedentario.Lidescrivi:comesonofattiechisono,sennònonattiril’attenzione.Facciamouna
calciatricechesognadidiventarefamosa.Dobbiamocaratterizzarlibene.Unotranquillo,con
unpo’diproblematiche,timidomagari.Dipendentedaivideogiochi,nonescedicasa,perché
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magarilamammahapauraafarlouscire”.
In relazione al secondo aspetto degli indicatori l'insegnante considera alcune situazioni
quotiniane degli studenti comepossibili azioni da utilizzare nel racconto. Utilizza così un
criteriodianalogiatraleesperienzedeglistudentiequelledeipersonaggiinmododafavorire
unriconoscimentodapartedeiprimieunconseguentecoinvolgimentonellacostruzionedel
sapere:“Ilmaldistomacolorocel’hannosempreprimadell’interrogazioneenonèinventato,
manonc’èunacausafisica.”“Facciamounmomentoincuiluièagitatoperl’interrogazione,un
momentoincuimagarilitigaconisuoicompagnioisuoigenitori”
Rispetto all'ultimo indicatore, la considerazione delle pre‐conoscenze, l'insegnante si
concentraneldifferenziareleconoscenzedell'apparatodigerentecheritieneglistudentigià
conoscanodaquelleinveceancoradacostruire.“Cioèsicuramenteseparlidellecosecome
cibopesante,leggero,cosamangi,cosanonmangi,lacolazionealmattino,iltuostomaco;cioè,
dellecosepersentitodirelesanno.Mihannogiàdettochenellostomacoc’èl’acidocheaiuta
ladigestione,sannochec’èlasaliva,nonsannocosac’ènellasaliva,ingeneralelosanno.Che
l’intestinoeliminilescorieegliscartichenonvengonoassorbitiquellolosanno,ancheselo
confondonospessoconireni,perchéancheconirenic’ècomunqueeliminazionediscarti,
allora è tutto lo stesso.” In questo passaggio l'insegnante evidenzia la conoscenza degli
studenti di certi aspetti anatomici affermando che si tratta di contenuti appresi
informalmente,“persentitodire”.Inunasecondaaffermazionefornisceundettaglioulteriore
esostienechelaconoscenzedeglistudentisimantieneadunlivellogenericoechenonarriva
acomprenderelafisiologiadell'apparatodigerente:“Cioè,magarifaccioladomandaepoici
arrivano a dirmi che cosa succede lì, che cosa succede là; qualcosa ho già detto quando
abbiamoparlatoingenerale.Maingeneraleappunto.Sannocosafamale.Setuchiediquali
sonoglialimentichefannomaletelodicono.Nonsannoinqualemomentodelladigestioneè
peròcausato.”
Analisicategoria4:Messainazionedelsapere
Le ricorrenze della categoria “messa in azione del sapere” verranno ora analizzate
considerando l'ordineconcui sonostate presentate dall'insegnante. Tale procedimentodi
analisi risponde al proposito di ricostruire il processo di narrativizzazione del sapere,
relativamenteagli aspetti azionali (scelta e descrizionedelleazioni; costruzionedi legami
temporali),eosservarnelemodalitàdielaborazione.Dall'analisidellericorrenzeèpossibile
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individuarecinquedistintefasiincuil'insegnantehaoperatoconl'obiettivoditrasformareil
sapereselezionatonelloschemaazionaledelraccontoe,quindi,dielaborare,perunverso,i
legamicrono‐logicitraglieventie,perl'altro,traleazionieleintenzionideipersonaggi.
La prima fase fa riferimento alla prima delle due interviste in profondità; l'insegnante
individua la struttura iniziale del racconto in relazione agli obiettivi di apprendimento
(conoscenzafisiologica)eallefiinalitàgenerali attribuiteal saperedisciplinasull'apparato
digerente: “Cioè, ok, il ciboentra, poi da lì cosa succede? Appena lo metto in bocca cosa
succede?Alivellodiconcetti:“cosasuccedenellostomaco?Cosasuccedenell’intestino?”.In
questopassaggioèpresenteunrapidoriferimentoallasceltadidestinarelaprimapartedel
racconto al viaggio immaginario di un alimento all'interno dell'apparato digerente. Si
individuanosolamenteimeccanismilogicietemporaliattraversocuiilraccontostrutturerà
tale percorso e si esplicita lo sguardo di tipo fisiologico con cui si è scelto di definire i
contenuti disciplinari: l'attenzione è portata infatti, per un verso, alle trasformazioni che
subiscel'alimentonelmomentoincuientrainbocca;perunaltro,alfunzionamentodegli
organi(“cosasuccedenellostomaco”).
Lasecondafasedellamessainazioneècostituitadall'identificazionedeipersonaggi,dalla
caratterizzazionedei loroprofili e dei relativi comportamenti: “Possiamoimmaginaredue
personaggichemangiano;facciamolosportivoeilsedentario.Lidescrivi:comesonofattie
chisono,sennònonattiril’attenzione.Facciamounacalciatricechesognadidiventarefamosa.
Dobbiamocaratterizzarlibene.Unotranquillo,conunpo’diproblematiche,timido”.Inuna
secondaoccorrenzadiquestafaseèpostamaggioreattenzioneallasceltadelleazioniedè
interessante osservare come queste facciano riferimento ad esperienze e situazioni
facilmentieriportabili allaquotidianitàdegli studenti: “Poipossiamofarechelagaravada
maleeche lei dia la colpaadaltro. Quandodevodigeriremiserveungrandeapportodi
sangueallostomaco,soprattuttosehomangiatoqualcosadipesanteesenelfrattempodevo
correre nonavròsanguea sufficienza nelle gambe, quindi potremmocoinvolgereanche i
muscoliaduncertopuntodelracconto.Equindipoientriamoall’internodelsuocorpo”.
Laterzafaseèrappresentatadallaconsiderazonedapartedell'insegnantedialcuneazioni,più
dettagliate rispetto ai passaggi precedenti, che consentono di mettere in connessione lo
schemaazionaleconi processi interpretativi degli studenti: “Ioconlastoria, dopocheho
dettoquestecosequi,facciamomangiarealuidellecosebenpreciseelorodevonoesserein
gradodi capirecosac’èdentroquellarobalì chemangiaequindiquellesostanzelì dove
andrannoafinireeachelivelloappesantirannounorgano”.
101
Nella quarta fase si opera una riflessione intorno alla struttura azionale delineata
provvisoriamente nelle prime due interviste. Gli elementi a disposizione dell'insegnante
portanoadecideredidividreilraccontoinbaseaidifferenticontenutidisciplinarichesisono
individuati:“Peraspetta,alloraforseèmegliosesepariamoleduecose:inunoguardiamosolo
quellochedicitu, quindiil cibochesitrasformaecosaavvieneall’internoperlaragazza,
mentreperilragazzofacciamolacomponenteunpo’piùemotiva,perchésennònellastessa
personaèuncasino,perchépoilaloroattenzionedeveandaresuduecoseenonsoseciva.Il
maldistomacolorocel’hannosempreprimadell’interrogazioneenonèinventato,manonc’è
unacausafisica”.Laprimapartedelraccontoèrivoltaalviaggiodiunalimentoall'interno
dell'apparatodigerentediunodeipersonaggi;lasecondaparteèinvece“piùemotiva”edè
diretta a far emergere i legami tra le componenti fisiologiche e psicologiche nei
comportamentialimentari.
L'ultimafaseèdedicataall'approfondimentodellediverseazionidellatramaedunqueadun
lavoropiùlegatoallastrutturazionedellesingolescene:“Facciamochedopolalitigataconi
genitorisichiudeincameraportandosidietrolepatatine.Suscitiamolasuareazionepartendo
dallitigio,cosìabbiamoancheunacomponenteemotivasuirapporticonglialtri.Facciamoil
ragazzochelitigaequindimangiainmodocompulsivo,perilvuotochesenteoperquelloche
è. Equestapuòessereunacosa. Poipuòessereascuolail fattodi nonsentirsi adeguato,
perché per la conseguenza di quella litigata non ha studiato e la mattina dopo, durante
un’interrogazione,hamaldipancia”.Inun'occorrenzasuccessivadiquestafase,relativaalla
fasefinaledellasecondaintervistainprofondità,èpossibileosservareunasimulazioneda
partedell'insegnantedelprocessodilettura:“Dopocomunquecisaràlostomacoappesantito
oilfattochenondigerisceesisentelanausea,quindilaseranonhapiùvogliadimangiaree
vaadormiresubito,senzaaverefattonienteperlascuola.Ilgiornodoposialzaesirende
contodinonaverefattoicompiti,dopocheunsuocompagnoglichiedesehastudiatoper
l’interrogazione.'Speriamochenonmiinterroghi',vienechiamato,quindisensodicolpaemal
dipancia.Quindilàilmaldistomacoperchéhamangiatoschifezze,quailmaldipanciaperil
nervoso”.Sipuòaffermare,insedeconclusiva,cheilgradodiapprofondimentodellastruttura
azionale raggiunto nella fase finale della seconda intervista in profondità consente
all'insegnante di riportare certi passaggi comese simulasse la lettura in classe e dunque
comiendounattodisimulazioneincarnatadellasituazionedidattica.
Analisicategoria5:Messainsituazionedelsapere
102
Glielementichericorronoconmaggiorefrequenzanell'analisidellapresentecategoriasono
relativiairiferimentiinbaseaiqualil'insegnanteelaboralamessainsituazionedelsapere.
Duesonogliaspettidimaggiorerilevanzacheemergonodall'analisidelledueinterviste;il
primoriguardalaconsiderazionedielementipercettivinellacostruzionedellascenaconil
propositodifavorireglieffettidisimulazioneincarnatadeglistudenti.Occorrerilevarechei
passaggitestualiincuisonopresentitalioccorrenzeappartengonoalleparticonclusivedella
seconda intervista in profondità, fase in cui la strutturazione del racconto è in unostato
avanzato: “ll raccontosuquesta parte lo facciamoandandonel dettaglio. Scriviamopasso
passoquellochesuccedeaduncibo,daquandoentrainbocca,attraversandoogniorgano
dell'apparato”. L'insegnante spiega l'idea di descrivere ogni passaggio fisico compiuto
dall'alimento all'interno dei vari organi dell'apparato digerente al fine di, come si vedrà
nell'analisiinter‐categoriale,favorireunavisualizzazionepercettivadaparteddeglistudenti.
Lasecondaoccorrenzapresentaungradodidettaglioancoramaggiore:“Perònelpezzoincui
luimangiacompulsivamentedopoaverlitigatodobbiamometteredentroilcibochescende,la
salivacheaumenta.Dobbiamofareunadescrizionedettagliatadelcibochescendeediquello
cheluisentementreproprioquelcibolìentra,cideveesseresiaalivellodellareazionefisica,
quindilostomacoappesantitodalgrasso,siaquellocheluiprova.Bisognasottolineareilfatto
cheilcibolocalmaelaCocaColalofasentirecarico,quindipassatuttoilpomeriggiodavanti
aivideogiochi.Lofacciamoparlareinprimapersonaebisognafarecapirecheprimaèmolle
comeunbudino, mentre quandopoi mangia tutta questa robasi sente molto meglio.” In
questocasol'insegnanteportal'attenzionesullereazionifisichedelcorpodelpersonaggioin
risposta ai comportamenti alimentari e, più nel dettaglio, sulle componenti emotive che
entranoingioconellasceltadeglialimenti.
Il secondoaspettocheemergedall'analisi dellacategoriasi riferiscealla caratterizzazione
degliscenarinarrativainfunzionedeilegamiconsituazionequotidianeericonoscibilipergli
studenti. Unpassaggioparticolarmentesignificativoriguardaquantoosservatonei passagi
precedentirispettoallasceltadeglialimentidafarmangiarealprotagonistaamerenda:“Tipo,
lasuamerendaèpatatine,RedbulleCocaColatuttiipomeriggi.Poièunochenonsimuove,
quindiavràprobleminonsoloallostomaco,maancheall’intestino”
Analisicategoria6:Messainprospettivadelsapere
Numerosesonoleoccorrenzedellacategorianelledueintervisteinprofondità;l'aspettoche
emergeconmaggiorefrequenzariguardalacaratterizzazionedelprotagonistaconelementie
103
tratti personali facilmentericonoscibili dapartedegli studenti e funzionali, comesi vedrà
nell'analisiinter‐categoriale,afavorireprocessiimmedesimativineglistudenti.Inunprimo
passaggio, già considerato nelle categorie precdenti, si individuano diverse azioni che
l'insegnantericonduceallesituazioniquotidianedeglistudenti,sopratuttomaschi:“Possiamo
immaginareduepersonaggichemangiano;facciamolosportivoeilsedentario.Lidescrivi:
comesonofattiechisono,sennònonattiril’attenzione.Facciamounacalciatricechesognadi
diventarefamosa.Dobbiamocaratterizzarlibene.Unotranquillo,conunpo’diproblematiche,
timidomagari. Dipendentedai videogiochi, nonescedicasa, perchémagari lamammaha
pauraafarlouscire.Laragazzainvecemagaririsultapococonsapevoledelsuostatoedopo
qualchemesesiguardaallospecchioesichiedeperchésiadimagrita,quindicapiscechetutto
ilcomportamentodiprimaèstatosbagliato.Invecefacciamoinmodocheilragazzomangi
tuttigrassienonmangialcunecose,cosìèestremalasituazione”.Inunasecondaoccorrenza,
l'insegnanteapprofondiscelamodalitàconcuiintendeavvicinareilpersonaggioaglistudenti
ed esplicita la strategia di utilizzare la prima persona. Tale scelta discorsiva favorisce
l'attivazionediprocessiimmersivieimmedesimativi:“Lofacciamoparlareinprimapersonae
bisogna fare capire che primaè molle comeunbudino, mentre quandopoi mangia tutta
questarobasisentemoltomeglio.Dopocomunquecisaràlostomacoappesantitooilfatto
chenondigerisceesisentelanausea,quindilaseranonhapiùvogliadimangiareevaa
dormiresubito,senzaaverefattonienteperlascuola.Ilgiornodoposialzaesirendecontodi
non avere fatto i compiti, dopo che un suo compagno gli chiede se ha studiato per
l’interrogazione”
Analisicategoria7:Simulazionedell'azioneeriflessioneanticipatoria
L'analisidell'ultimacategoriaconsentedimettereafuocol'azionedeldispositivoformativodi
progettazionediunraccontoinriferimentoall'attivazionediprocessisimulatividell'azione
didatticaediriflessionesugliesitidellastessa.Rispettoallasimulazionedell'azionenumerose
sono le occorrenze testuali che testimoniano l'attivazione di tale processo da parte
dell'insegnante. Un elemento ricorrente che è possibile evidenziare è l'uso, da parte
dell'insegnante,didiscorsidirettideglistudenticomebaseempiricaperpotermotivaredelle
sceltedidattiche:“Dopocheabbiamoparlatodellafameedellanonfameallorasìchepoisi
puòcollegarepiùavantinellastoriatuttoildiscorsodellerisposteemotiveedelcollegamento
conquellochemangioononmangio.Poiiosottolineo“quandoseitristeonervosomangidi
menoomangidipiù?Echecosa?Matristeinchesenso?Percosa?”.Nonsosequalcunoè
dispostoadaprirsi,peròpossopunzecchiare.Possoanchedirequalcosadime.Dipendedagli
104
agganci che abbiamo”. In questo caso l'insegnante simula un dialogo in cui rivolge allo
studentealcunedomandeperfavorire“unarispostaemotiva”chefacciaemergereilnucleo
concettuale riguardo al quale l'insegnante mostra interesse (la base psicologica dei
comportaenti alimenari); in una seconda occorrenze l'insegnante utilizza nuovamente un
dialogoimmaginariocomesostegnopermotivarelasceltadifaremergere“laqustionedelle
dipendenze”:“Noidobbiamodire“quandohaifame?Cosasentiquandohaifame?Cosaintendi
confame?”,cosìsirimanesulpersonaleenonèunacosaallargata…equapuòvenirefuori
anche, non so…”io bevo una Red Bull al giorno perché mi piace” e la questione delle
dipendenze: “quando la bevi cosa ti senti?”. Si può sostenere che l'insegnante utilizzi la
simulazionedell'azionedidatticacomabaseesperienzialedisupportoperavvalorarecerte
sceltecompiuteepermostrarnelafondatezzaempirica.
Considerandooralariflessioneanticipatoria,èinteressanteosservareunaconnessionecon
quantoaffermatosoprainrelazioneallasimulazionedell'azione;nelpassaggioriportatodi
seguito l'insegnante considera i possibili effetti di una situazione di disagio rispetto alla
lettura del racconto “Cioè, se piangono, va bene, piangeranno. È comunque un modoper
buttarefuori,quindiamenonfatantopauraquellacosalì.Cioè,nonpensocheunacosacosì
possaaprireunavoragine.Daquelpuntodivistalì noncredopossasuccederechissàche
cosa.”L'insegnante,inparticolare,fornisceunaspiegazionerispettoall'episodioimmaginato
(“sepiangono”)evalutal'impattoditalesituazionesullesuesceltedidattiche(“amenonfa
tantopauraquellacosìlì”)esullasuacapacitàdiaffrontaretaliconseguenze(“nonpensoche
unacosacosìpossaaprireunavoragine”). Lafunzionecheèpossibileattribuireinquesta
circostanzaallariflessioneanticipatoriaèdifornireunavalutazionedeipossibiliesitidella
situazionedidatticacheèoggettodiprogettazioneinmododapoterneprevedereglieffettied
essereingradodigestirlidurantel'attualizzazionedell'azione.
105
Analisiinter‐categorialecomparataintervisteeracconto
Categoria1:FinalitàdelsapereedelladisciplinaLaprevenzione:traguardodicompetenzaeprincipioorganizzatoredelracconto
Il tema della prevenzione, come osservato nell'analisi intra‐categoriale, costituisce il
principalenucleotematicoattornoacuiècostruitoilraccontoepertaleragionesiproverà
oraaintenderequestotemacomeprincipioorganizzatoredellanarrativizzazionedelsapere.
Taleaspettoèdamettereinconnessioneconlaprimadelletrecategorienarrativedianalisi
(la messa in azione) poiché non si riferisce a singoli elementi del racconto, ma riguarda
piuttosto la struttura complessiva del testo: le due parti di cui si compone il raccontosi
concentrano infatti sulla descrizione di alcuni comportamenti alimentari eccessivi e sulla
conseguente illustrazione delle complicanze a livello intestinale e fisico. L'analisi inter‐
categorialehainfattimessoinevidenzachelaricorrenzadellegametralacategoria“finalità
delsapere”equellanarrativa“messainazione”èsuperiore(4ricorrenze)aquelloconlealtre
duecategorie narrative , “messa insituazione” (2 ricorrenze)e “messa in prospettiva” (0
ricorrenze).Talelegamesiriferisceinoltreatuttietrei descrittori: “strutturaconcettuale
delladisciplinaperl'insegnante(2ricorrenze);“modalitàdiinsegnamentodelledisciplina”(1
ricorrenza);“traguardidicompetenza”(1ricorrenza).
Apartiredallaricorrenzadellegameconlacategorianarrativa“messainazione”,siproverà
oraaillustrareilmodoincuiloschemaazionaledelraccontoèmodellatodallaparticolare
“filosofiaeducativa”dell'insegnanterispettoalladisciplina(Shulman,1987)eche,nelcasoin
analisi,fariferimentoall'ideadell'insegnamentodelleScienzecomestrategiaperpromuovere
laprevenzionerispettoallepossibiliconseguenzedisceltealimentarinonadeguate.
Nellaprimapartedelraccontoilnessotralesceltealimentarieglieffettifisiologicièrilevabile
nelladescrizionediunpastodelprotagonistainmezzoalpomeriggio,incuisiriportanole
sceltealimentari(“apreilpiùvelocementepossibileilfrigoriferoeafferraCocaColaelapizza
americanaavanzata la seraprima–chissenese le patatinee i wurstel sembranopezzi di
ghiaccio–pensa.SulripianosopralaRedBulldipapà…laguarda,tentato.Masì,prendoanche
quella”) e le successive reazioni dell'organismo(“SoloalloraMatteosi accorgedell’orario.
Cavoloeanchedelmaldistomaco(…)Macosastasuccedendonelmiostomaco.Cos'è?Il
deragliamentodiuntreno?”).Nellasecondapartedelracconto,talenessoèindividuabilenel
“viaggio” che compie il cibo assunto dal protagonista all'interno del proprio apparato
digestivo.Siosservipiùschematicamenteloschemaazionaledelleduepartidelracconto.
106
SCHEMAAZIONALEDELLEDUEPARTIDELRACCONTO
Primapartedelracconto Secondapartedelracconto
1.Matteoarrivaacasadascuola.2.Èrimproveratodallamadre.3.Matteosichiudeincamera.4.Pensaall'insufficienzapresainstoriaenonsacomecomunicarlaallamadre.5.Lamadrenonurlapiù.6.Matteovaincucinaaprenderedalfrigo7.dellaCocaCola,untranciodipizzaeunalattinadiRedBull.8.Matteotornainstanza,mangiaebevevelocementesulletto9.MatteogiocaalpcaClashofClanspertuttoilpomeriggio.10.Matteosentedoloriallostomaco.11.BevelaRedBull.12.Matteocontinuaagiocarealpc.13.Avverteancoradoloridistomaco.
1.Iltrenomerci(cherappresentaglialimentiassuntidaMatteo)entrainbocca.2.Iltrenoèspezzatodatenaglie(identi)eattaccatodallaptialinacheallentaalcunegiunturedeivagoni‐amido.3.Ivagoniaccartocciatiattraversanolafaringeeprecipitanoinuntunnelverticale(l'esofago).4.Iltrenosiscontracontrounaporta(ilcardias)chesispalancaerisucchiaivagoni.5.IIvagonidiventatelamiereappiattiteprecipitanoinunapiscinamaleodorante.6.Legiunturedeivagonisonoattaccatidaicolpidialcunenavicelle(enzimi)chelicorrodonoefannostaredeipezzi.7.Ivagonisonoattrattidaunforo(piloro)erimbalzanosuunasuperficiemolleedentranoinuncunicoloattorcigliato.8.Ivagonivengonoricopertidaunliquidoverde(bile)edaaltriliquidi(amilasipancreatitica)cheliseparano.9.Ivagonisonoposizionatiinalcuniparcheggievengonoprivatidellorocontenuto:ilglucosio.10.Ilglucosioèprelevatodapiccolemacchineevienetrasportatointuttelecelluledelcorpo.
Nelconsiderareiltemadellaprevenzioneinrelazionealloschemaazionaledelleduepartidel
racconto, occorre osservare che tale concetto non è individuabile nei singoli eventi del
racconto,maèpiuttostoricavabiledailegamilogicicheliuniscono.Sipuòipotizzare,quindi,
cheiltemadellaprevenzionecostituiscailnucleoconcettualeapartiredalqualel'insegnante
hadatoavvioalla strutturazionedel raccontoe, comesi osserveràdi seguito, puòessere
concepito come il principio organizzatore a cui sono sottoposte le scelte delle azioni del
protagonistaeversocuisiintendeportarel'attenzioneinterpretativadellettore.
La consapevolezza del rapporto alimentazione/reazioni fisiologiche: obiettivo di
apprendimentoecaratteristicadelprincipioorganizzatoredelracconto
Accanto alla prevenzione, anche il tema della consapevolezza degli effetti fisici rispetto
all'assunzionedicertialimentiobevandepuòessereintesocomeunaulteriorespecificazione
delprincipioorganizzatoredellaconfigurazioneazionaledelracconto,ancheinquestocaso
non esplicitamente osservabile nel testo, ma assunto a partire dall'analisi delle categorie
didattichedelleintervisteinprofondità.Siosservinoalcunielementidelloschemaazionale.
NellaprimapartedelraccontoMatteo,ilprotagonista,assumedeglialimentifreddi(unapizza,
107
unaCocaColaeunaRedBull)alritornodallascuolaesuccessivamente,dopoavertrascorsoil
pomeriggio al pc con dei videogiochi, percepisce un certo malessere fisico legato alla
digestione;nellasecondaparte,tuttadedicataalviaggioealletrasformazionideglialimenti
assunti da Matteo nel corso della digestione, si descrivono “dall'interno” i fenomeni che
concorronoagenerarelostatofisicodelprotagonista,senzatuttavialegarliesplicitamente,se
noninbrevipassaggidiscorsivichehannounafunzionedicontestualizzazione(“Queltreno
deragliatocheMatteosisenteinpanciaechelocostringeapiegarsidaidolorinonhaancora
incominciatoilsuoincredibileviaggioall'internodigallerie,cunicoli, landedesolate,fiumi,
laghiacidiperarrivarealdepositoedesserescaricato”; “Matteosenteunostranoroboare
proveniredalsuostomaco”).
Illegamealimentazione/cura:principiodipiacereelegamecalmante
La concezione del cibo come cura può essere posta in continuità con due elementi
fondamentali della struttura azionale della prima parte del racconto: da un lato, con il
principio di piacere che guida le scelte alimentari di Matteo; dall'altro con la funzione
“calmante” attribuita al cibo dal protagonista e al conseguente benessere prodotto
dall'assunzionedeglialimenti.Rispettoallastrutturaazionaleèinfattipossibileindividuare
nelle affermazioni dell'insegnante una stretta relazione tra la strategia individuata per
“scardinaredeipreconcetti”relativi allaconcezionedelcibocomecura(“lacosadafareè
differenziarequellarobalì:“tumangiperilpiaceredimangiareomangiperchésaichequello
chemangitifabeneetiserve?”.Nonèfacileperò…perchéinfindeicontitutiprendicuradi
te ancheconil piaceredel gusto”)e la motivazionechemuoveil personaggionellescelte
alimentari e che innescano il meccanismo narrativo del primo racconto: Matteo, il
protagonista,scegliedimangiaredellapizzaediberedellaCocaColainmezzoalpomeriggio,
seguendo quel principio di piacere che l'insegnante identifica come una prima
esemplificazionedellaconcezionedelcibocomecuraoppostaall'altraesemplificazioneditale
concezione,ilcibocomenutrimento.Ladicotomiatraquesteduedeclinazionidelrapporto
alimentazione/curaècosìallabasedelleazionichestrutturanolaprimapartedelracconto.
108
SCHEMAAZIONALEDELLAPRIMAPARTEDELRACCONTO
Finalitàdelsapere:AZIONI–RAGIONIDELLEAZIONI–EFFETTIDELLEAZIONI
Terminiefreccenere:legamicrono‐logicitraglieventidelraccontoTerminiefreccerosse:principioallabasedellesceltealimentaridiMatteoTerminiefrecceblu:principioallabasedeglieffettifisiologicidiMatteo
Categoria2:Selezionedeinucleiconcettuali
Si provi ora ad osservare la strategia narrativa, strettamente connessa alla specificità
conoscitiva della simulazione incarnata, attraverso la quale il racconto come mediatore
didatticofavoriscelaconsiderazionenellettore/ascoltatoredegliaspettilegatiallaconcezione
delcibocomecura:principiodipiacereefunzionecalmante. Lacategoriadella“messain
situazione” e, in particolare, l'indicatore “scelta e descrizione degli elementi percettivi” è
particolarmenteutileperquestoobiettivo.
Nel paragrafo iniziale della primaparte del raccontosonopresenti in misurasignificativa
alcuni passaggi testuali che esemplificano il principio di piacere attraverso uno stile
109
descrittivo che tende a riferire elementi percettivi del protagonista con particolare
accuratezzaal finedi generarenegli studenti, durante l'ascoltodel racconto, le medesime
sensazioni. Tali elementi sono stati inseriti dall'insegnante nella stesura individuale del
raccontoenell'analisidelleintervisteinprofonditàsonopresentisoloinrelazioneadalcune
affermazionipropositivedell'insegnante(“Maallorailraccontosuquestapartelofacciamo
andandoneldettaglio.Scriviamopassopassoquellochesuccedeaduncibo,daquandoentra
inbocca”)
Si consideri ora l'intero paragrafo del racconto per meglio comprendere il legame tra gli
elementipercettiviel'obiettivodell'insegnantediportarel'attenzionesulleragioniimplicite
cheguidanoicomportamentialimentari(“differenziarequellarobalì:“tumangiperilpiacere
dimangiareomangiperchésaichequellochemangitifabeneetiserve?”).
Afferra la fetta di pizza gelata e il primo morso sembra davvero un miracolo: lepatatineeiwurstelinizianoasciogliersiinboccaelasensazionesidiffondesututtoilcorpo,cancellandoquelbuconellostomacochenonloabbandonavadaore.Ilpizzichiodeigranulidisaledepositatisullalinguasuscitaunimmediatodesideriodiunaltroboccone.Lasalivazioneaumentaequasinonmiaccorgodelladolcezzadelpomodorochescivolaingola.Gliultimipezzidiwurstelgliinghiottequasisenzamasticarli.Glisembraperfinodi sentirli scenderecon la stessa fretta e violenzaconcui primaèscappato salendo le scale. Apre la bottiglia di Coca che ha scosso malamentespruzzandoselaaddosso,tentacolimacchiati!Ilrumoredellebollicinechesalgonoglifavenireancorapiùsete:ilprimosorso,ghiacciato,èun’esplosionedifreschezza:ilbrividosullalingua,quelsaporedicaramellofrescoeunpo’asprochericordailcaldo,l’estatealmare,lebevuteinspiaggia,lorimettedavveroinvita,esembrarisvegliarlodal letargo. Nonsi accorgenemmenodi quello chesta ingurgitando, con le labbrasporche di olio e pomodoro anche i wurstel sembrano scivolare giù senza faticaaccompagnati dallabibitagasata. Inunattimosisentesazioelostomacotalmentepienoegonfiodanonriuscirenemmenoaruttare.
Ilpassaggiotestualeorariportatoècostellatodielementidiscorsivichemiranoagenerarenel
lettorelamedesimaesperienzapercettivadelprotagonista.Siosservinoneldettaglio:
l'usodiunafocalizzazioneinterna(cheverràesaminataneldettaglionellaprossime
pagine),vicinaalpersonaggio,manonsovrappostaadessoechegenerauneffetto,ora
di“visionediprimopiano”(“Nonsiaccorgenemmenodiquellochestaingurgitando,
conlelabbrasporchediolioepomodoro),oradivisioneinternadelpersonaggio(“il
brividosullalingua,quelsaporedicaramellofrescoeunpo’asprochericordailcaldo,
l’estatealmare,lebevuteinspiaggia,lorimettedavveroinvita,esembrarisvegliarlo
dalletargo”).
lasceltadi unritmotemporale lentogeneratodallasuccessionecontinuadi piccoli
110
gesti,quasiarallentareleazioniperpoterlevisualizzarenellesuesingolecomponenti:
“afferralapizza”;“primomorso”;“lepatatineeiwurstelinizianoasciogliersiinbocca”;
“sensazionesidiffondeintuttoilcorpo”;“pizzichiosullalinguadeigranulidisale”.
la ricchezza di dettagli percettivi che descrivono le esperienze sensoriali del
protagonistaconundettaglioparticolaresuirecettorigustativi,attraversol'utilizzodi
verbi che simulano i movimenti dell'alimento in bocca (“sciogliersi; scivola”), e di
sostantivi che richiamano sensazioni specifiche (“pizzichio”, “granuli”, “salivazione”,
“dolcezza”):“lepatatineeiwurstelinizianoasciogliersiinboccaelasensazionesi
diffondesututtoilcorpo”;“ilpizzichiodeigranulidisaledepositatisullalinguasuscita
unimmediatodesideriodiunaltroboccone”;Lasalivazioneaumentaequasinonmi
accorgodelladolcezzadelpomodorochescivolaingola”.
lasceltadelnarratoredinonriportareipensieridiMatteomadidescrivere,conuno
stilecomportamentista,sololeazioni“osservabili”e“percepibili”.
Sedaunlatoè“iseasytoseehowthefine‐grainedqualityortextureofthisdescriptionadds
perceptual “depth” to the reader’s imaginings” come afferma Caracciolo, riportando una
considerazioneapparentementeovviainambitonarratologico,èmenosempliceconsiderare
la finalità di tale strategia discorsiva in relazione all'attivazione di pensieri, da parte del
lettore, riguardanti aspetti socio‐culturali (in questocaso la concezionedell'alimentazione
comecura).Caracciolo,incontinuitàconlateoriaenattivistadellaconoscenza,affermache
taleprocessodiastrazionechepartedavissuti corporei‐percettivi del lettoreearrivaalla
considerazione di pensieri di matrice socio‐culturale è resa possibile dal meccanismo di
immedesimazionemessoinattodell'esperienzadisimulazioneincarnata:“mentalsimulations
arethusgroundedinthereader’sbody.Inasense,then,inconsciousness‐enactment,when
readersempathizewiththebodily‐perceptualexperienceofafictionalcharacter,thereisan
overlap between their real body and the fictional body of the character”. Questo effetto
incarnato, esperito durante l'ascolto del racconto, favorisce l'attivazione nel lettore di un
pensiero diretto alle proprie abitudini e pratiche alimentari e pertanto facilita la
considerazionediunlivellocognitivononpiùditipocorporeo‐percettivomariferitoaalla
comprensioneditalicomportamenti(“Thislinkingfunctionisimportantinexplainingwhy
enactingacharacter’sexperienceatthebodily‐perceptuallevelcanhaveafeedbackeffectat
thesocio‐culturallevelofrecipients’background”).
Tornandoall'obiettivodell'insegnantedirendereglistudenticonsapevolirispettoaiprincipi
111
cheguidanolelorosceltealimentari(“tumangiperilpiaceredimangiareomangiperchésai
chequellochemangitifabeneetiserve?”),sipuòoraaffermarechelastrategiautilizzatadi
costruire un racconto che mostra con un massimo grado di dettaglio rispetto ad un
comportamentoalimentaretrovalapropriaefficaciarispettoagliobiettividiapprendimento
(consapevolezza rispetto al principio di piacere che guida le scelte alimentari) nella
peculiaritàdeiprocessiconoscitivi–ditipocorporeo‐percettivi–promossidallasimulazione
incarnata: in questo modo è possibile raccordare il nucleo concettuale proprio
dell'epistemologia dell'insegnante (l'alimentazione come cura e la prevenzione da cui
discendel'individuazionedelprincipiodipiacereedellafunzionecalmantedelcibo)conle
sceltetraspositivecompiuteelanarrativizzazionedelsapere.
Categoria2:Selezionedeinucleiconcettuali
Rapporto tratemporalità del racconto e selezione del sapere disciplinare: analisi dei
legamicrono‐logici
Se si esamina il passaggio del colloquio considerato e gli obiettivi di apprendimento
identificatirispettoall'anatomiaeallafisiologiadell'apparatodigerente(“comeèfatto,come
sisuddivideeadognilivellocosasuccede”)attraversolacategoria“messainazione”e,più
nellospecifico,l'indicatorelegatoallatemporalità,èpossibilerilevarecometaliobiettivisiano
esposti attraversounoschemadi tipocrono‐logico. “Cioè, ok, il ciboentra, poi da lì cosa
succede?Appenalomettoinboccacosasuccede?Alivellodiconcetti:“cosasuccedenello
stomaco?Cosasuccedenell’intestino”.Taleschemalogicopuòesseremessoinrelazionealla
costruzione del racconto attraverso la considerazione di due aspetti complementari: la
configurazionedelloschemaazionaleelacostruzionedellatemporalitàdelracconto.
Rispettoalprimoelemento,èpossibileaffermarecheipassaggiidentificati–ilciboentrain
boccaeavvengonodeicambiamentinellostomacoenell'intestino–rappresentanol'ossatura
delloschemaazionaledientrambilepartidelracconto:nellaprimaparteipassaggilogici
sonoesemplificati inmanieraimplicita, datochelagradualetrasformazionedegli alimenti
assuntidaMatteoèdescrittasolamenteattraversolesensazioniprovatedalprotagonistae
nonconunachiaraillustrazionedelleazionidigestive(“lattinavienesvuotatanellostomaco
ancorapieno,labibitasimescolaconirimasuglidipizza,creandobuffirumoriroboanti;Ma
cosastasuccedendonelmiostomaco.Cos'è?Ilderagliamentodiuntreno?);nellaseconda
partesonopresentatiinmanierapiùesplicita,vistochel'interanarrazionesisviluppaintorno
alpercorsoealletrasformazionidigestive,vistedallaunafocalizzazioneinternaall'organismo
112
deglialimentiingeritidalprotagonista(“Iprimigruppidivagoni,chehannooramaicambiato
colore, bagnati e avvolti come sono da quella sostanza appiccicosissima e devastatrice
chiamataptialina,rimangonoinbilicoperdiversi,interminabilisecondi.Siavvicinanosempre
piùal momentodella caduta... ed eccoche precipitanocomedaunburrone e splasch, si
immergonoviolentementenelfondodiunagigantescapiscinadaicoloripiùsvariati:arancio,
rosso,porpora,sfumatureverdieblu”.Perentrambelepartidelraccontosipuòaffermareche
la sequenza degli avvenimenti descritti – che costituisce appunto lo schema azionale del
racconto–rispondeadunaadunalogicasequenzialedipendentedallastrutturaneinuclei
concettualiindividuati(fisiologiadell'apparato,funzionamentodelprocessodigestivo),ancor
prima, dalle scelte disciplinari dell'insegnante (prevenzione; alimentazione come cura;
promozione della consapevolezza rispetto al rapporto tra scelte alimentari ed effetti
fisiologici).
Ilsecondoelementochesiintendeesaminarerispettoallegametralasceltadeicontenuti
disciplinarielaconfigurazionedelraccontoriguardaladimensionetemporale.Ilriferimento
dell'insegnanteadunaprogressivitàtemporalechegovernaletrasformazionideglialimenti,
esemplificatadairiferimenticontinuiallaformula“cosasuccede”(“Cioè,ok,ilciboentra,poi
dalìcosasuccede?Appenalomettoinboccacosasuccede?Alivellodiconcetti:“cosasuccede
nellostomaco?Cosasuccedenell’intestino?”)sitraducealivellonarrativoinunmeccanismo
retoricocheinduceaproiettarel'attenzionedichiascoltasullacontinuazionedelracconto.Si
è osservato poco fa che lo schema azionale del racconto è riportabile alla logica di tipo
sequenziale propria del sapereselezionatoe che tale logica rispondea dei criteri di tipo
temporale; seguendo tale corrispondenza è possibile osservare che la configurazione
cronologicadegliavvenimenticonsentedipresentareprogressivamenteicontenutiallettore,
inducendoloainterrogarsi sugli accadimentifuturi perrisolverelatensioneinterpretativa.
L'effettonarrativogeneratodaquestaparticolareconfigurazionetemporaleèdefinitodagli
studiosidiambitonarratologico“effettodisuspense”(Sternberg1992)esidifferenziadagli
effettidi“sorpresa”e“curiosità”proprioperlasuaderivazionetemporaleditipocronologico:
illettoresitrovanellacondizionedinonconoscereciòcheavverrànelproseguodelracconto
eformulaipotesiperrisolvereidubbiinterpretativi.Talemeccanismoèritenutounefficace
strategiaretorica(Baroni2007;Sterberg1992)persuscitareinteressedurantel'esperienza
narrativaeperfavorirel'attivazionediprocessi interpretativinel lettore. Inquestasedeè
interessanteosservarecomelamassainoperaditaleeffettosiadipendentedall'obiettivodi
favorire una prima elaborazione da parte degli studenti di contenuti legati alla fisiologia
113
dell'apparatodigerente.
Laconsiderazionedelleconoscenzegiàaffrontatecomestrategiadimobilitazionedel
sapere
Lariflessionecondottadall'insegnantesulla prioritàconoscitivadegli aspetti anatomici su
quelli fisiologici dell'apparato digerente è stata ora messa in connessione, attraverso una
doppialogica,conlasceltadeicontenutiedeglischemiazionalidelracconto.Inentrambile
partideltesto,infatti,sièsceltodifocalizzarel'attenzionesuelementiprocessualilegatialsuo
funzionamentoe nonad unameradescrizioneanatomica: nella primaparte del racconto
facendo riferimento agli effetti digestivi (mal di pancia; sensazione di pienezza) di scelte
alimentari pocoequilibrate(CocaCola, RedBull e pizzafreddaametàpomeriggio), nella
secondapartepercorrendolevarietappechequestistessialimenticompionoprimaedurante
il processo digestivo, attraversando i diversi organi e subendo una serie di passaggi
trasformativi.
Accanto a tale aspetto, la selezione di aspetti fisiologici del sapere nella costruzione del
racconto, in particolare nella seconda parte, è anche da mettere in relazione con una
particolaremodalitàconoscitivachel'insegnanteintendepromuovereneglistudenti(“Come
funzionaègiàunpassooltrealsaperecom’èfatto,perchédevisaperechesenellostomaco
succede questo e all’interno dell’intestino succede quell’altra cosa”). Come osservato in
precedenza,l'insegnantesiproponeinfattidifavorireun'attivitàinterpretativa–edunquedei
processicognitivi–cheattivileconoscenzeanatomichechegiàpossiedono(“iomiaspettoche
sappianopiùomenodirmi,vistochecomunquel’hogiàdetto,dovevienetrasformato)ele
mettainoperapercomprenderegliaspettifisiologicisucuiècostruitoloschemaazionaledel
racconto(“lorodovrebberoriuscireacollegarequandoarrivanell’esofagocosasuccede,nello
stomacocosasuccede,nell’intestinocosasuccede”). Inquestocasosipuòosservarechela
trasposizione didattica messa in atto attraverso la scrittura del racconto favorisce un
meccanismo di anticipazione dei processi cognitivi degli studenti in relazione alla
presentazionedicerteconoscenzespecifiche.
Vièperòunsecondoelementodaosservareneiduepassaggideicolloquioggettodianalisi
chepuòfarcomprenderemeglioilmeccanismonarrativoallabasedellamobilitazionedelle
conoscenzedeglistudenti.Taleelementosiriferisceallaprospettivaeallacategoria“messain
prospettiva”delsaperechequalificalastrategiaditrasposizionedidattica,ditiponarrativo,
adottata.
114
Siconsideri unabrevepassaggiotrattodallasecondapartedel raccontoe il fatto, appena
osservato, che alcuni contenuti disciplinari sono già conosciuti dagli studenti: secondo
l'insegnanteleconoscenzedicuiglistudentisonoinpossessosonolemedesimepresentate
nelracconto,maavariareèlamodalitàdellaloropresentazione,ilpuntodivistadacuisono
rappresentate(“glielediciamodaunaltropuntodivista(…)peròèunaltropuntodivista”).Si
analizzialloralacategoriadellaprospettiva.
Il terrenoscendelievementefinoadiventarequasiverticale: i vagoniinunattimocomincianoaprecipitareversoiltunnelcheapparesemprepiùscuro.Passamezzosecondo:laluceèormaiscomparsadefinitivamente;aduncertopuntosisenteunrumoredilamierechesiaccartoccianocontrounostacolo;èungigantescoportonedietroilqualecisonoduecavità,ancorapiùpiccole,ancorapiùbuie:laprimaincominciaconunoscivolo,laseconda,nascosta,èprecedutadauncartello:VIETATOL'ACCESSOAITRENIMERCI:Ilrumoredelleferraglieèinfernale.Laportachiusa,improvvisamente,sispalanca;ivagonivengonorisucchiati dallo scivolo, comese fosse unbuconeroche li attraepotentemente verso il basso. La galleria dove sono finiti è lunga e stretta;talmentestrettachelesueparetisonoperfettamenteaderentiaivagonieperfarlipassaresimuovono,contorcendosi.Dopopochisecondiiltreno–ciòcherimanedeltreno–èilluminatodaunbagliorediluce.Iniziaadistinguersiunenorme blocco; è una seconda barriera, anche questa all'apparenzaimpenetrabile:èrossa,diunrossocarne,nellapartebassahacomeunforochesembradebbaaprirsidaunmomentoall'altro.L'appoggiosuquestabarrieraèpiùmorbidorispettoaquellaprecedente;ivagonisonodiventatiunammassodi ferraglie scomposte e appiattite. Attimi di silenzio. Poi il foro si aprelentamente, fino a lasciare intravedere il paesaggio prima nascosto: pareessercidell'acqua,forseèilmare;forseladirezioneèsbagliata:alcunivagoni,spinti dal terreno inclinato, oltrepassano il foro, avanzano di poco e siritrovanoinbilico,sull'orlodiunprecipizio.
Nelpassaggiopresentatoèpossibileosservarel'utilizzodellaterzapersonasingolarecome
istanzaverbalizzatriceequindilasceltadiunnarratoreapparentemente“esterno”allascena.
Tuttavia, seperunversotaleopzionepotrebbefavorireunamessaadistanzadellascena
raccontata (il viaggio dell'alimento lungo l'apparato digerente) e attivare una visione
panoramicadellettoresugliscenari,visonoaltrielementilegatiallaprospettivacheportano
ad una direzione opposta. In primo luogo il posizionamento insolito e ravvicinato del
narratoreall'alimento,personaggioprincipaledelraccontorappresentatometaforicamenteda
untrenocompostodanumerosivagoni,portaillettoreaimmaginareloscenariomanmano
chesivadescrivendo(“aduncertopuntosisenteunrumoredilamierechesiaccartocciano
controunostacolo; èungigantescoportonedietroil qualeci sonoduecavità, ancorapiù
piccole,ancorapiùbuie(…)Laportachiusa,improvvisamente,sispalanca;ivagonivengono
115
risucchiatidalloscivolo,comesefosseunbuconerocheliattraepotentementeversoilbasso.
Lagalleriadovesonofinitièlungaestretta”).Itempiverbali,altempopresente,eilritmo
incalzantechedescrivelosvolgersideglieventisenzasaltitemporaliconcorronoagenerare
uneffettodi“messainscena”cheportanoillettore/ascoltatoreavisualizzarepercettivamente
lo scenario. Tale esperienza percettiva è inoltre favorita dalla vividezza descrittiva degli
elementidelloscenario:“Ilterrenoscendelievementefinoadiventarequasiverticale:ivagoni
inunattimocomincianoaprecipitareverso il tunnelcheapparesemprepiùscuro. Passa
mezzosecondo:laluceèormaiscomparsadefinitivamente(…).Lagalleriadovesonofinitiè
lungaestretta;talmentestrettachelesueparetisonoperfettamenteaderentiaivagonieper
farlipassaresimuovono,contorcendosi”.Infinelaspecificitàdelpattonarrativotralettoree
narratorebasatosuunmedesimoposizionamento“esplorativo”difronteagliavvenimentie
sul fattocheentrambi dispongonodelle medesime informazioni sull'esito degli eventi del
racconto (“Attimi di silenzio. Poi il foro si apre lentamente, fino a lasciare intravedere il
paesaggio prima nascosto: pare esserci dell'acqua, forse è il mare; forse la direzione è
sbagliata”).Questielementiconcorronoadelineareunafocalizzazioneinternacheconsenteal
lettoredientraredentrolascenanonostantenonvisiaunpersonaggioconil qualepoter
attivareunprocessodiimmedesimazione.
Unataleprospettiva,insolita–perilfattodiproiettareillettore/ascoltatoreinunoscenario
nonusalee“impossibile”daviveresenzameccanismifinzionzionali–eimmersiva–grazie
alla ricchezza di elementi percettivi che attivano una risposta conoscitiva corporea del
lettore/ascoltatore,favorisceundupliceprocessodiriconoscimento:glistudentiinfattisono
portatiaindividuarealcunielementidisaperealoronoti,mailcambiamentodelloscenarioli
portaadoverliriattualizzareeametterliinrelazionesecondoprocedimentiineditiperpoter
visualizzarelascenaecomprendereglieventiincorsodisvolgimento.Ètraducibileinquesti
termini il “cambiamento di punto di vista” affermato dall'insegnante come procedimento
qualificantel'utilizzodiconoscenzegiàinpossessodaglistudenti.
Il legame tra obiettivi di apprendimento e schema azionale nella seconda parte del
racconto
L'elementodi maggiorinteressedei passaggi riportati inrelazioneallecategoriedi analisi
narrativariguardalapresentazionedapartedell'insegnantedegliaspettifisiologicideidiversi
organidell'apparatodigerente.Comegiàosservato, lasecondapartedelraccontopresenta
unastrutturaazionalemodellatasulpercorsocheeffettuanoglialimentiunavoltacheentrano
116
nelcavooraleechesubisconoleprimetrasformazionidigestive.Taleschemache,sièvisto,ha
unprimoabbozzonelcolloquiodiprogettazioneiniziale(“Dell’apparatovogliocheimparino
com’èfatto,comesisuddivideeadognilivellocosasuccede.Cioè,ok,ilciboentra,poidalì
cosasuccede?Appenalomettoinboccacosasuccede?Alivellodiconcetti:“cosasuccedenello
stomaco?Cosasuccedenell’intestino?”),trovaoraunapiùcompletaorganizzazione,azionalee
descrittiva(categoriadellagranularità)nontantorispettoaipassaggitrasformativi,quanto
piuttostoallasceltaealladescrizionedeidiversiscenarinarrativi(rappresentatidagliorgani).
Sivedaoraunconfrontoconalcunipassaggidellaversionedefinitivadellasecondapartedel
racconto.
Stralciintervista Secondaparteracconto
Nelfunzionamentoc’è:lostomaco(digestione)
L'appoggio su questa barriera è più morbido rispetto a quellaprecedente;ivagonisonodiventatiunammassodiferragliescompostee appiattite. Attimi di silenzio. Poi il foro si apre lentamente, fino alasciare intravedere il paesaggio prima nascosto: pare essercidell'acqua, forse è il mare (…). I primi gruppi di vagoni (…) siimmergonoviolentementenelfondodiunagigantescapiscinadaicoloripiùsvariati:arancio,rosso,porpora,sfumatureverdieblu.Unapuzzatremenda. (…). La piscina è gigantesca e occupa gran parte di unagrandesaccachesigonfiaasisgonfiaincontinuazione,conleparetichesimuovonosimultaneamente.Ivagonisonolìdentro,immersi(...)
l'intestinotenue(bile,succhipancreatici)
Lecatenedivagonisonocatapultateinunnuovoambiente;uncunicoloattorcigliatoconleparetiinternemorbidissime;ivagoni,attraversatoilforodi ingresso,rimbalzanopiùvolteprimadipoggiarsisullasofficesuperficie.Èmorbidaemolle,parefattadigelatina.Peralcuniattiminonaccadenulla;maquestaimprovvisatranquillitàdopol'incredibileviaggionegliabissigastrici,durapoco:daltettosiapreunforo,primainvisibile,chegettaconfortissimapressioneunliquidodicoloreverdesmeraldino,lafamigerataBile.
ecrasso(assorbimentodeiprincipinutritiviedeliminazionedegliscarti)
Ora i vagoni giacciono come relitti sul fondo gelatinoso. La scena èspaventosa. Sembra di assistere ad un incidente ferroviario diproporzioniepiche(…)Nonpiùnavicelle,madellepiccolevetturesemi‐automatiche iniziano ad arrivare da ogni angolo della galleria. (…)Introduconoall'internodelvagonoegraziealbucocreatodallarotturadellegiuntureonunbracciomeccanicochesi dirigeversolascatolainterna. Una volta aperta il braccio meccanico raccoglie una piccolaquantitàdelsuocontenuto–ilpreziosoglucosio–econunaprecisionematematicalointroducononelbauledellavettura.Appenadepositatoaccendono i motori e sfrecciano a velocità supersonica nella reteautostradalecheirradiailcorpodiMatteo:inuncentesimodisecondoognuna di queste vetture è giunta a destinazione e può finalmentedepositareilsuopreziosocontenuto:l'energia!
pancreas(ormonicheregolanoillivellodizuccheri)
Pericolopassato...,labilecopreoradiverdeilterrenogelatinoso.Sonoattimidiinterminabilesilenzio...Ilpericoloparescampatoperivagoni.Senonche,unsecondomirino,orapiùsimileaquellodiunapistolaad
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ariacompressa,escedalsoffittoecominciaasparareall'impazzata:unaserie infinite di navicelle‐enzimi, identiche per dimensioni a quellepresenti nella piscina, ma di diverso colore, esce come se fosseroproiettili.SonolacosiddettaAMILASIPANCREATITICA.Giungonoancheloro,attraversountuboferroviarioadaltavelocitàdaunluogoesterno:nonpiùlamostruosaspugnarossa, maunpiùpiccoloastucciodallaforma allungata. Le navicelle pancreatitiche, sparate dall'internodell'astuccio,percorronoatuttavelocitàunsottilissimotunneletramiteunmirinosiimmettononellagalleriachecontieneivagoni‐amido
fegato(filtrodegliscarti,tipociòcherimanedellemedicine)
Il getto viene lanciato dall'interno della spugna, attraversa tutta latubatura,ecolpisceconestremaviolenzalasuperficiedeivagoni,chesembranostianoperesplodereetrasformarsiinunammassodilamierearrugginite... e invece.. passano i secondi, passano i minuti, ma nonsuccedenulla.Illiquidoverde,laBile,lentamentescivolavia,cadendosulterrenogelatinosodellagalleria.Pericolopassato...,labilecopreoradiverdeilterrenogelatinoso.Sonoattimidiinterminabilesilenzio.
Poicollegaticisonoilruolodellasaliva
Il trenomerci fa il suo ingresso a velocità sostenuta; per arrivare aldeposito,all'aperturadeltesoro,mancaancoramoltissimo.Quiavvieneunprimo,dupliceattaccoaigrandivagonidiamido:daunlatodelleenormitenagliemeccanicheschiaccianoeaccartoccianoiltrenoquasiafarlodiventarloappiattito;dall'altrolato,invece,degliappiccicosissimigetti di una sostanza simile all'acqua, dal nome impronunciabile –PTIALINA (…) corrode infatti le giunture dei vagoni‐amido; la suafunzione devastatrice è quella di staccare i vagoni così che possanopassareconpiùfacilitàperisuccessivicunicoli.Iltempoèperòtroppolimitato
edell’acidonellostomaco
L'acqua è torbida, la visibilità sotto la sua superficie inesistente. Èproprioall'internodiquestoliquidocheavvengonodeiviolentiattacchichecolpisconoivagoni:daalcuneaperturepostenellaparteasciuttaesuperiore della sacca, escono una serie di piccole e rapidissimenavicelle,chiamateENZIMI,chesigettanoatuttavelocitàsullecatenedeivagoni‐amidoe,comedelleventose,siattaccanoallelorogiuntureconl'obiettivodiscollegarliedilasciareisingolivagoniliberidalegamiconglialtri.
Dall'accostamentoappenaoperatoèpossibileindividuareduedelletrecategorieindividuate
peranalizzareilprocessodinarrativizzazionedelsapereequindiditrasposizionedasapere
sapienteasaperedainsegnare:daunlatoilruologiocatodalla“messainazione”,dall'altro
quellodalprocessodimessainsituazione(granularità).
Rispettoalprocessodimessainazione,sipuònotarecomeglielementiconoscitiviindividuati
dall'insegnante nel corso del colloquio, costituiscano lo scheletro del racconto o, in altri
termini,lediversetappecheglialimentiassuntidalprotagonistacompionolungoiltragitto
chesiconcludenell'intestino.Daquestopuntodivistail processodinarrativizzazionedel
sapereagisceraccordandoidiversielementiconoscitiviattraversounfattoredicontinuità,
rappresentatodaltreno,cheportasudiséisegnidell'azionedigestivaesercitatadagliorgani,
118
fornisce quindi una esemplificazione visibile delle loro funzioni e garantisce ad esse
unitarietà.
Accanto a tale procedimento, la messa in situazione del sapere opera in direzione della
costruzione di scenari che possano essere facilmente visualizzati dagli studenti. Infatti,
rispettoallaprimapartedelraccontofinalizzataacostruireunlegamepercettivoecorporeo
dellettore/ascoltatoreconlesensazioniprovatedalprotagonista,inquestasecondapartesiè
sceltodifavorireunamodalitàinterpretativadellascenabasatasullavistae,diconseguenza,
sullacapacitàdeglistudentidicostruiredegliscenaripartendodaglistimolidescrittividel
raccontoeraccordandoliconleproprieconoscenzedisciplinarieconleproprieconoscenze
informali.
Comeosservatonelprimocapitolo,nell'esperienzadisimulazioneincarnata“ourengagement
withnarrativerepresentationscanonlybeunderstoodwithinanexperientialnetworkthat
includes both our backgroundand our reactions to stories (Caracciolo 2014) e ciò che è
cruciale sottolineare in questa sede rispetto al ruolo delle conoscenze disciplinari degli
studentiè“thetensionandinteractionbetweenthenarrative‐to‐backgrounddirectionofflow
(howstories drawonourbackground) andthe background‐to‐narrative directionof flow
(howourresponsestostoriesareinfluencedbyourbackground)”.Lasceltadiscenarivividi
dalpuntodivistadescrittivoèpertantofunzionaleall'attivazionediprocessiinterpretativi
che, perpotercostruirevisivamenteepercettivamentegli elementipresenti, richiedonola
messa in gioco di conoscenze pregresse e l'interazione di queste con i nuovi contenuti
disciplinari inseriti nel testo: l'esperienzadi simulazioneincarnatasi generaquindi daun
processoconoscitivoditipopercettivo(inquestocasoditipovisivo),chetuttavianonrimane
vincolatoadessoequindiadunaconoscenzeunicamentesensoriale, maincui, piuttosto,
seguendolaprospettivaenattivista–cherispettoataleelementosidifferenziacongliautori
dellaprimagenerazionedellescienzecognitive(Caracciolo2014,55)–è“thewholesituated
organismthatsubsumesthesubject’scapacitytomakesenseofhisorherworld”(Colombetti
2010,157).
Leconoscenzedeglistudenticomefattorecostitutivonellamessainazionedelsapere
Nel seguente passaggio della seconda intervista in profondità vi sono diversi elementi
narrativicheagiscononelprocessodistrutturazionenarrativadelsaperedainsegnare:“Forse
èmegliosesepariamoleduecose:inunoguardiamosoloquellochedicitu,quindiilciboche
si trasforma e cosa avviene all’interno per la ragazza, mentre per il ragazzo facciamo la
119
componenteunpo’piùemotiva”.Inrelazionealloschemaazionaleèdaosservarechelascelta
dell'insegnante di dividere il racconto in due sezioni, una prima finalizzata a generare
interesseecoinvolgimentodeglistudenti,lasecondaapresentareelementiconoscitivinuovi,
è messo in relazione a due fattori interconnessi: alle conoscenze che gli studenti già
possiedono e che vengono ritenute fondamentali nella configurazione del processo
interpretativo; alla scelta della prospettiva narrativa da adottare, esterna o interna
all'organismo.
Rispetto al primo fattore l'insegnante istituisce una correlazione tra le conoscenze a
disposizionedeglistudentieiprocessiconoscitiviattivatidurantel'ascoltodelracconto:sesi
ritienecheglistudentiabbianoadisposizioneconoscenzedisciplinarisufficientiariconoscere
glielementidelraccontolegatiall'alimentazioneeall'apparatodigerente(“lorodevonoessere
ingradodicapirecosac’èdentroquellarobalìchemangiaequindiquellesostanzelìdove
andrannoafinireeachelivelloappesantirannounorgano.Lorohannoleinformazionidi
base”), allora la funzionedidatticachesi puòattribuireal raccontoèquelladi favorire la
mobilitazionedelleconoscenzeperpoterrispondereefficacementeaiquesiticheilracconto
pone e quindi per facilitare la risoluzione di un problema interpretativo (“oro hanno le
informazionidibase,poiponiamoilproblema:“ilragazzomangiaunafettaditorta.Cosac’è
nellatorta?Qualisonoglielementichevengonoseparati?Sonoutiliono?”).
Il secondo fattore riguarda la messa in prospettiva e, più nel dettaglio, la considerazione
dell'utilizzodiunpuntodivista“interno”all'organismoperlapresentazionedeicontenuti
disciplinarirelativiallafisiologiadell'apparato.L'insegnanteaffermacheladistinzionetrale
duepartidelraccontopassaancheattraversoundifferenteusodellaprospettivainbasealla
qualesiconsideranoicontenutidisciplinari(“inunoguardiamosoloquellochedicitu,quindi
ilcibochesitrasformaecosaavvieneall’internoperlaragazza”):comesievincedaltesto
finale, nel caso del racconto iniziale si descrivono i comportamenti del protagonista
dall'esterno,riportandolereazionipercettivedelsuocorpofiltratedalsuopuntodivista(“Ma
cosastasuccedendonelmiostomaco.Cos'è?Ilderagliamentodiuntreno?“)odaquelladel
narratorechesisovrapponealsuo(“Inunattimosisentesazioelostomacotalmentepienoe
gonfiodanonriuscirenemmenoaruttare”;“alattinavienesvuotatanellostomacoancora
pieno, la bibita si mescola con i rimasugli di pizza, creando buffi rumori roboanti”); nel
secondoraccontoinvece,lascenaèdescrittadall'internodell'organismoconl'utilizzodiun
narratoreinterzapersonacheèsituatoinvicinanzadelprincipaleattoredelracconto(iltreno
cheattraversatuttigliorganidell'apparatodigerente).
120
Categoria3:Sensoperglistudenti
La considerazione delle pre‐conoscenze degli studenti nella messa in azione e
situazionedelsapere
Lasecondapartedelraccontopresenta,alcontrariodellaprima,unasceltadifferentenella
considerazionedelleconoscenzegiàadisposizionedeglistudenti.Sièosservatonell'analisi
intra‐categoriale che l'insegnante afferma più volte che gli studenti già posseggono
autonomamentealcuneinformazioniriguardantilafisiologiadegliorgani(“Mihannogiàdetto
chenellostomacoc’èl’acidocheaiutaladigestione,sannochec’èlasaliva,nonsannocosac’è
nellasaliva…ingeneralelosanno.Chel’intestinoeliminilescorieegliscartichenonvengono
assorbiti quello lo sanno “); si osservi ora in che modo tali conoscenze sono state
narrativizzateeconsideratenelraccontofinale.
StralcioIntervista Secondaparteracconto
Mihannogiàdettochenellostomacoc’èl’acidocheaiutaladigestione
Lapiscinaègigantescaeoccupagranpartediunagrandesaccachesigonfia a si sgonfia in continuazione, con le pareti che si muovonosimultaneamente.Ivagonisonolìdentro,immersi.Lasuperficiedellapiscinanonèmaicalma;ondedevastanti,createdalmovimentoesternodella sacca, mescolano e rimescolano il liquido corrosivo. L'acqua ètorbida, la visibilità sotto la sua superficie inesistente. È proprioall'interno di questo liquido che avvengono dei violenti attacchi checolpiscono i vagoni: da alcune aperture poste nella parte asciutta esuperiore della sacca, escono una serie di piccole e rapidissimenavicelle,chiamateENZIMI,chesigettanoatuttavelocitàsullecatenedeivagoni‐amidoe,comedelleventose,siattaccanoallelorogiuntureconl'obiettivodiscollegarliedilasciareisingolivagoniliberidalegamiconglialtri.Inizialmente,condellepistoleadariacompressa,riesconoaliberare i vagoni della schifosa mucosa della ptialina, ripulendolicompletamente, ma tuttavia le giunture tra i vagoni sono tropporesistenti e per questodevonorinunciare alla loro impresa. I vagoniancora incatenati in gruppi di 4 o talvolta di 5/6/7 vagoni. Sotto lasuperficie del liquido torbido, però, si vedono vagare ammassi diferraglie alla deriva. Come è possibile? C'è forse qualche navicella‐enzimacheèriuscitanellasuaimpresa?
Sannochec’èlasaliva,nonsannocosac’ènellasaliva
Quiavvieneunprimo,dupliceattaccoaigrandivagonidiamido:daunlato delle enormi tenaglie meccaniche schiacciano e accartocciano iltreno quasi a farlo diventarlo appiattito; dall'altro lato, invece, degliappiccicosissimi getti di una sostanza simile all'acqua, dal nomeimpronunciabile – PTIALINA– sono gettati sopra i vagoni daalcunicannoni posti su una delle estremità della galleria; questi sparigelatinosi avvolgono i vagoni fino a bagnarli completamente; dopoqualchesecondo, addirittura, le giunturedei vagoni, comesefosserocorrose, inizianoascricchiolareeadallentarsi. LaPTIALINAcorrodeinfatti le giunture dei vagoni‐amido; la sua funzione devastatrice è
121
quelladistaccareivagonicosìchepossanopassareconpiùfacilitàperisuccessivi cunicoli. Il tempo è però troppo limitato. I vagoni, oraaccartocciati,comincianoasobbalzareeadesserespintiavanti,versol'ingressodeltunnelsuccessivo.
Chel’intestinoeliminilescorieegliscartichenonvengonoassorbitiquellolosanno
Ora i vagoni giacciono come relitti sul fondo gelatinoso. La scena èspaventosa. Sembra di assistere ad un incidente ferroviario diproporzioniepiche:centinaiadivagonisonoammassatiunosull'altroinattesachequalcunoarriviaprenderlieportarlivia.
Il fatto che alcune conoscenze della fisiologia dell'apparato fossero già possedute dagli
studentihaconsentitodicostruirelasecondapartedelracconto,daunlato,conunoschema
azionalechefacessespecificoriferimentoatalielementianchesenzanominarlie,dall'altro,
con un grado di granularità estremamente elevato per gli organi le cui funzioni erano
parzialmente conosciute. Gli acidi gastrici sono stati rappresentati all'interno di una una
piscina “mai calma”, con onde devastanti” dove “ serie di piccole e rapidissime navicelle,
chiamateenzimi,chesigettanoatuttavelocitàsullecatenedeivagoni‐amidoe,comedelle
ventose,siattaccanoallelorogiuntureconl'obiettivodiscollegarli”;laptialina,l'enzimacon
funzioneamilasi,secretadallasalivaèstatadettagliatamentedescrittanelsuofunzionamento
datochefariferimentoadunaconoscenzaparzialmentepossedutadaglistudenti;gliscartidel
processodigestivosonostatimetaforicamentetrasformatiinvagoniinutilizzabili“ammassati
unosull'altroinattesachequalcunoarriviaprenderlieportarlivia”.Neicasidelleconoscenze
disciplinari osservate ora, l'obiettivo interpretativo messo in atto nel processo di
narrativizzazionedelsapere,echehadunqueagitoalivellodimessainazioneemessain
situazionedeicontenuti,èstatoquellodifavorireunmeccanismodiriconoscimentodaparte
deglistudentidegliorganiedellelorofunzionie,contemporaneamente,difacilitareapartire
da questo la costruzione di uno scenario più complesso e articolato che consentisse di
ampliareleconoscenzepossedute.
Laconsiderazionedellaesperienzedeglistudentinellanarrativizzazionedelsapere
Rispetto alla considerazione delle esperienze degli studenti emersa nell'analisi intra‐
categoriale, è interessanteosservare il ruolo giocato nel processodi narrativizzazionedel
sapererispettoalletrecategorienarrative:messainazione,messainsituazioneemessain
prospettiva.Riguardoaiprimiduesièaccennatopocofadellegameconlaconsiderazionedei
vissutiesperienzialideglistudentinellaselezionedelsapereenellaconseguentesceltadegli
122
scenari: comesi è detto, la scelta di costruire la primaparte del raccontoattornoadun
episodiochemetteinluceillegametrasceltealimentariedeffettifisiologicirispondesiaagli
obiettivi disciplinari individuati dall'insegnante, sia alla necessità di offrire situazioni
stimolantiericonoscibili agli studenti. Nelraccontofinaleinfatti, delletreipotesisceniche
formulate(momentoincuièagitatoperl'interrogazione;momentoincuilitigaconigenitori,
momentoincuiseguedellesceltealimentaricorretteperchépraticasport),èstatasviluppata
la seconda e costruita con un serie di espliciti richiami ai vissuti degli studenti, posti
soprattuttoneiparagrafiinizialidelraccontoconilpropositodifavorireilcoinvolgimentoe
l'interesse.Questiaspettiverrannosviluppatinell'analisidelprossimopassaggiodeicolloqui
di progettazione; si osservi ora la categoria della messa in prospettiva esaminando un
passaggiodellaprimapartedelraccontocosìdapotercomprendernepiùneldettagliol'azione
esercitatanellatrasformazionedelsapere.
Dasottononarrivanopiùrumori.Finalmentelamammasiècalmata.Aprelaportaelentamentescendeapiedinudiversolacucina,apreilpiùvelocementepossibileilfrigoriferoeafferraCocaColaelapizzaamericanaavanzatalaseraprima–chisseneselepatatineeiwurstelsembranopezzidighiaccio–pensa.SulripianosopralaRedBulldipapà…laguarda,tentato.Masì,prendoanchequella.Altrettantovelocemente tornanel suorifugioe si butta sul letto ancoradarifare...Avoltechiusoquadentrodimenticotuttoilmondoesterno,lafatica,lanoia,larabbiaeisensidicolpaelesorelle!!Afferralafettadipizzagelataeilprimomorsosembradavverounmiracolo:lepatatineeiwurstelinizianoasciogliersiinboccaelasensazionesidiffondesututtoilcorpo,cancellandoquelbuconellostomacochenonloabbandonavadaore.
Ilpassaggioriportatopresentadiversielementilegatiallamessainprospettivadelsaperee
aglieffettigeneratidatalestrategiadurantelalettura:inprimoluogosiosservichel'istanza
verbalizzatriceètendenzialmenteoperatadaunaterzapersonasingolareedunquedaun
narratorediversodal protagonistae chetuttavia, per il gradodi ricchezzadi dettagli che
riportadelprotagonistastessoedegliscenaridescritti,pareessereinternoallascena.Sipuò
parlare così di focalizzazione interna, di un puntodi vista cioè interno allo scenario, che
favorisceun immersionedel lettorenel contestonarratoe unprocesso interpretativoche
agiscesimulandomovimentineglistessispaziincuisimuovonoiprotagonisti.Talvoltaperòil
puntodivistanonrimanefissoevaria,comeanchel'istanzaverbalizzatrice,passandodalla
terza persona singolare alla prima persona singolare e sovrapponendosi dunque al
protagonista.Comesipuòvedereinquestopassaggio(“Dasottononarrivanopiùrumori.
123
Finalmentelamammasiècalmata.Aprelaportaelentamentescendeapiedinudiversola
cucina”)nonsempreèpossibilestabilireunanettaeduraturadistinzione:nelleprimedue
proposizionisièportatiadattribuireilpuntodivistaaMatteo,mentreinquellasuccessiva,
essendoilverbodeclinatointerzapersonasingolare,adundiversonarratore.Questamobilità
del punto di vista genera un continuo effetto di avvicinamento e di allontanamento al
personaggio da parte del lettore/ascoltatore e, se si considerano gli obiettivi disciplinari,
favorisce un doppio sguardonei confronti dei contenuti legati all'apparato digerente: ora
percepitisensorialmente,orainvecevistiaccaderepiùadistanzanelleazionidelpersonaggio.
Nelpassaggiodelcolloquiodiprogettazionechesinconsideradopo,emergeunsignificativo
gradodiconsapevolezzadell'insegnanterispettoallafunzioneditalestrategia,comesipuò
leggerenellesueparole:“Anchelostilelinguisticoconcorrenelfacilitarequestadinamicadi
avvicinamento/allontanamento, comesi comprende nel passaggio in cui Matteoespone il
propriogiudiziosulfattocheglialimentipresidafrigosianofreddi“chisseneselepatatineei
wurstel sembrano pezzi di ghiaccio”: la scelta dei termini (chissene) e la sintassi (con
proposizionecondizionaleintrodottasenzaunaprincipaleesplicita)apparentementeerrata
simulanoilparlatodiMatteoelostileoraleusatoinalcunicontestispecificidaglistudenti.Per
ultimo, si considera la simulazione dei pensieri del personaggio, un ulteriore aspetto
fondamentalenelgenerareun'esperienzadiletturaeascoltoditipoimmersivoecorporeo,ma
ancorprimaperfavorireuninteresseeuncoinvolgimentoversoilracconto(Caracciolo2014;
Zwaan2008,Herman2011).Nelpassaggioriportato,oltrealgiàcitato“chisseneselepatatine
eiwurstelsembranopezzidighiaccio”,visonoalmenoaltredueproposizioniattribuibiliad
unasimulazionedelpensierodiMatteo:“Dasottononarrivanopiùrumori. Finalmentela
mammasiècalmata”;“Avoltechiusoquadentrodimenticotuttoilmondoesterno,lafatica,la
noia,larabbiaeisensidicolpaelesorelle!”.19Lasimulazionedeipensieri,checomesièvisto
nel capitolo 1 del presente lavoro è riprodotta attraverso differenti strategie discorsive e
definita mediante diverse categorie “monologo interiore”; “flusso di coscienza”; “discorso
riportato”,èritenutaunamodalitànarrativaparticolarmenteefficaceperfacilitareesperienze
di simulazione incarnata. Come afferma Gallese (2005, 42) la simulazione dei pensieri è
incarnata“onlybecauseitisneurallyrealized,butalsobecauseitusesapre‐existingbody‐
modelinthebrain,andthereforeinvolvesanon‐propositionalformofself‐representation”.
19 Un secondo passaggio particolarmente significativo per la “simulazione dei pensieri” è quello posto inaperturadellaprimapartedelraccontoechesiriportadiseguito:““Certocheditenoncisipuòmaifidare!!!”Odioquestafrase,melaripeterannoventivoltealgiorno!Figuriamocisenoneracolpamia.Echecolpanehoioseappenauscitidicasaquellacretinadimiasorellaècadutadalmuretto.Uffchepizzaessereilpiùgrandeedoverlacuraresempre!Mapoicosasièfatta?Nulla,nonsiènemmenosporcataipantaloni.Certochetornaredascuolaesopportareunascenatadelgeneredimiamadreèdavverounarottura!!!"
124
5.2.2Ilpercorsosullariformaluterana
Analisiintra‐categorialeAnalisicategoria1:Finalitàdelsapereedelladisciplina
Ifattorichericorronoconmaggiorefrequenzarispettoaidescrittoriindividuatisiriferiscono
atreaspettipropridellafinalitàdelsaperestoricoedelladisciplinaperl'insegnante:a)la
concezionetrans‐disciplinaredelsaperestorico(“Quellochevorreifargli capireèchenon
insegnostoria,geografiaeitalianoseparati,mafannoparteditutto,quindipuoiparlaredi
tutto.Poinelleinterrogazionivienesemprefuori”);b)illegamedegliargomentistoriciconil
presente,oraconglieventielequestionichecaratterizzanolacontemporaneità(“secondome
setucerchidirendereattualeocomunquecollegarequellocheèilpassatocon,perchétutto
quellochec’ènellastoriaèancoraadalegareconquantoaccadeoggi”)oraconleesperienze
degli studenti (“l’altrogiornosi parlavadella tratta degli schiavi e del fatto chevenivano
caricatisullenavinegrieresenzaaveremaivistoilmareestavanomaleduranteilviaggio.
Allorachiedevo:“sietemaiandatiinbarca?Comesietestati?”.Qualcunomiharispostocheè
statomaleeiodicevodipensareaglischiaviincatenatichedovevanofareunatraversatadi
diversimesi,magarinonglirimarràinmente,peròtufaisempreriferimentoaqualcosadi
concreto”);c)l'obiettivodiapprendimentodipromuoverelosviluppodiunpensierocrono‐
logicochesiaingradodiindividuarelegamidicausalitragliavvenimentistorici(“secondome
almeno una linea del tempo devi averla, perché in storia è fondamentale anche per i
meccanismicausa‐effetto: tucapisci uncertoavvenimento, perchéneè avvenutounaltro
prima”).
Inrelazionealprimoaspetto(trans‐disciplinarietàdelsaperestorico),daintendersicomeun
trattodellastrutturaconcettualedelladisciplinaperl'insegnante(“Ilproblemaèchelastoria
tifadabaseallastoriadell’arte,allastoriascientifica”),occorrerilevarelaconnessioneche
vieneoperatadall'insegnanteconlestrategiediinsegnamentonarrativo.Siosserviilseguente
passaggiotrattodallaprimadelledueintervisteinprofondità:“Esempio,avevoraccontatodei
viaggiatori,diMagellanochefumangiatonellaFilippineduranteilsuoviaggio.Ioloracconto
contuttalasuspense…'Epoiselomangiano,Magellano', conl’effettosorpresa.Poisiamo
andatiafondo,abbiamoparlatodicomecambial’alimentazionegrazieainuovialimenti;io
avevoraccontatooralmentedeivarinavigatori,poihofattofarealorounapresentazionesui
varipopoli,dopocheavevanofattodellericerche.Ioavevodatolascaletta:dovesitrovavano
sullacartina,l’economia,cultura,religione.Insomma,gliaspettipiùcuriosi,comeilcalendario
Maya.Eanchelìraccontodiquestotipocheavevapreannunciatolafinedelmondobasatasul
125
calendarioMaya.PoiavevamofattoinVirgiliol’annocosmicochepoiripartedazeroeiodico:
'Inrealtàl’annodeiMayaeraunannocosmico,quindifinivaunciclodianniepoiripartivada
zero',alloralorodicono:'Ah,comequellodiVirgilio'.Quellochevorreifarglicapireèchenon
insegnostoria,geografiaeitalianoseparati,mafannoparteditutto,quindipuoiparlaredi
tutto. Poi nelle interrogazioni viene sempre fuori”. L'insegnante fornisce con un esempio
riportato dalla propria pratica didattica un chiarimento rispetto al rapporto tra trans‐
disciplinarietàenarrazione;ilraccontodiunnotoepisodiostorico(lamortediMagellano)è
utilizzato, all'interno dello studio delle spedizioni che diedero avvio al colonialismo, per
approfondire attraverso delle ricerche condotte dagli studenti contenuti appartenenti a
differentipianidisciplinariemateriescolastiche.Lanarrazionediepisodicircoscrittiesituati
(ilviaggiodiMagellanonelleodierneFilippine)ècosìusatacomestrategiaditrasposizione
didattica (in questo caso dal 'sapereda insegnare' al 'sapere insegnato') che favorisce un
rapportoconil saperenonmediatodalimiti disciplinari. Si puòpertantoaffermareche il
raccontodivieneunmediatoredidatticochefavoriscel'apertura,dapartedeglistudenti,di
connessionitrasaperisvincolatidallororiferimentidisciplinare.
Relativamentealsecondoaspetto(illegamedegliargomentistoriciconlacontemporaneità)
rilevatodagliindicatori“Strutturaconcettualedelladisciplinaperl'insegnante”e“Modalitàdi
insegnamento delle disciplina”, l'insegnante afferma di trasferire tale principio sul piano
didatticofavorendol'individuazionedi connessioni conl'attualità (“l’altrogiornohotirato
fuorileelezioniamericaneehochiestosesapesserocosafosserodemocraticierepubblicani.
“Sonocomeguelfieghibellinihannodetto”)oppureconleesperienzeextra‐scolastichedegli
studenti(“QuandohoiniziatolaDivinaCommediac’eraildiscorsodelGiubileoelorohanno
detto:“SiamoandatiacatechismoeildonPietrocihaspiegatoancheluiilGiubileo,perchégli
avevamodettocheciavevadatolaricercadafare”.Quindivuoldirechequalcosa,secondome
setucerchidirendereattualeocomunquecollegarequellocheèilpassatocon,perchétutto
quellochec’ènellastoriaèancoraadalegareconquantoaccadeoggi”).Nonostantel'utilizzo
ditalestrategia,l'insegnanteevidenzialadifficoltàadoperarequestogenerediconnessioni
conilsaperestorico.(“Storiaperòèunpo’piùdifficile.Nonsonosempreargomentiincuiè
facilecoinvolgerli.Èdifficile,peròdellevolteraccontanolelorostoriechehannovissutooche
hanno sentito, ma non partendo da questa materia, perché è difficile. Sei in un periodo
lontano.Loromagariraccontanolestoriecheglihannoraccontatoinonnisullaguerra,sulla
Shoah”). Il riconoscimentodell'insufficienzadelleconnessioniconl'attualitàperfavorireil
coinvolgimento degli studenti è un elemento di particolare interesse rispetto alla
126
progettazionedeiraccontirelativiall'argomentodellariformaluterana,chesaràapprofondito
nell'analisi comparata tra interviste e racconto presentata nel paragrafo successivo e
consentiràdiosservarelestrategienarrativeelaboratedall'insegnantenellacostruzionedel
racconto.
Infine, il terzo aspetto emerso dall'analisi delle categoria (l'obiettivo di promuovere lo
sviluppodiunpensierocrono‐logico)èconsideratoinrelazionealladifficoltànelpromuovere
losviluppodiunosguardocronologiconeglistudenti,siainrelazioneall'elaborazionediun
pensierodiacronico(“Ecco,unacosachenonèsemprefacilefarglicapireèlacronologia;la
lineadeltempo.Questononèfacilissimo.Lapestedel'600lafacciointerzaequandocominci
adirgli cheManzoniscrivenell’800,peròribaltaindietrodiduesecoli lavicendapernon
incapparenellacensuradegliAustriacieccetera…questacosanonècosìfacile,fannounpo’di
fatica a capirla”), sia rispetto all'individuazione di legami di causa‐effetto tra diversi
avvenimenti(“Sì,masecondomealmenounalineadeltempodeviaverla,perchéinstoriaè
fondamentaleancheperimeccanismicausa‐effetto:tucapisciuncertoavvenimento,perché
neèavvenutounaltroprima”).Inentrambiicasil'insegnantesegnalaunadifferenzatrala
propriacapacitàdiconcettualizzazionetemporale,ingradodidisporrecronologicamentefatti
e questioni anche non conosciute (“Ribadisco che io non ho una preparazione storica
approfonditissimasututto,peròhoveramenteilfilmintesta”)equelladeglistudenti,ancora
infasedielaborazione(“Seioholacronologiadiquestoqua,giàmifaccioqualcheidea.…
Lorono.Allora,quandofannoqualchecollegamento,iocapiscochehannoascoltatoechesono
in grado di muoversi nel tempo”). La strategia elaborata dall'insegnante per favorire la
disposizionecronologicadeglieventiè,ancora,l'individuazionedicollegamenticonaspettigià
conosciutidaglistudenti(“Allora,quandofannoqualchecollegamento,iocapiscochehanno
ascoltatoechesonoingradodimuoversineltempo.Quandoavoltedico:'Viricordate…'e
sentiilcoro:'Ah,sì!'Vuoldirecheèverocheseloricordano(…)Nellastoriadevifaretuttauna
seriedirichiami,iononsapreiinsegnaresenoncosì”).
Insintesi,l'analisicondottaconsentedimettereafuocoalcuniimportantiaspettidelleperla
successivaconsiderazionedeilegamidellafinalitàdelsaperestoricoconlealtrecategoriee
coniltestodelraccontoscritto:l'utilizzodellanarrazionecomestrategiadiinsegnamentoche
favorisceunosguardotrans‐disciplinarerispettoaicontenutistoricipresentati;laricercadi
connessioni tra il sapere storico e la contemporaneità, sia per renderne visibile il ruolo
conoscitivonellacomprensionedell'attualitàeperesemplificareilconcettodiconoscenza,sia
perfavorireilcoinvolgimentodeglistudenti.
127
Analisicategoria2:Selezionedeinucleiconcettuali
Relativamente all'indicatore “origine del sapere”, è possibile individuare tre fattori che
ricorrono con maggiore frequenza nell'attività di selezione del sapere da parte
dell'insegnante:a)leconoscenzetrattedallapropriaesperienzapersonale;b)leconoscenze
nuove elaborate dall'insegnante; c) le conoscenze disciplinari di cui l'insegnante è già in
possesso.Rispettoalprimofattoreèinteressanteosservarecomel'insegnantesiaincentivato
dall'attività di scrittura del racconto a mobilitare le proprie esperienze personali e ad
adattarlealcontesto,comequandofariferimentoadunproprioviaggioinGermaniaincuiera
venutaaconoscenzadellepratichereligiosedeicontadinidell'epocariformistica(“miavevano
però spiegato una cosa che mi aveva colpito moltissimo: a Friburgo c’è questa chiesa
grandissimacondellemeravigliosevetrateelaguidaraccontavacheicontadiniarrivavano
nellachiesadidomenicaespessosiportavanoleballedifienopersedersi,perchélachiesa
era completamente vuota”). Accanto alle conoscenze tratte da esperienze personali,
l'insegnanteèancheportatoaricercarecontenutidicuinonèinpossessodanuovefonti,
comeavvieneperdettagliarelafiguradellamogliediLuteroKatharinaVonBora(“Aspettache
aprowikipediachemagaritroviamoqualcosa”)oppurenelcasodelle95tesiaffissedaLutero
chel'insegnantenonconoscevaperfontedirettaechescegliediapprofondireperinserirlenel
raccontocosìdafavorireilcoinvolgimentodeglistudenti(“Allora,sevogliamohopensatoa
cosainserirenelraccontoeperfareimpressionesipuòpartiredall’affissionedelletesi;io
benenonlehomailette,possiamofarlodopo;(…)Provoaleggereletesicosìvediamoquali
scegliere? La 36 dice”). Infine l'insegnante seleziona il sapere mobilitando le conoscenze
disciplinari di cui è in possesso e riadattandole per inserirle con efficacia nel racconto
(PossiamopartirecomunquedalviaggioaRoma,quandovedelacostruzionediSanPietro,
vistocheabbiamofattounpo’diagganciconlastoriadell’arte,possopartireanchedalì(…)
VenendoaRoma,beh,RomainquestianniquipatisceilsaccodiRomadel1527,Luteroci
arrivaprima,manonpensochelacittàfosse“benmessa”,perchépoituttiipalazziiniziano
dopo,nel‘600.PerciòunaRomaabbastanzainrovina”).
In relazione al secondo indicatore, “le conoscenze nuove per gli studenti”, l'insegnante
consideraduedifferentiaspetti:a)illegameconconoscenzegiàpossedutedaglistudenti;b)la
connessionecongliargomentidaaffrontarenelcorsodell'anno.Ilprimoaspettoèmessoin
connessioneconlacapacitàdeglistudentidimobilitarelaconoscenzeposseduta(inquesto
casoinconcettodi'indulgenza')perpotercomprendereilsignificatodiunpassaggiospecifico
128
del racconto(Da lì sicuramente loro riesconoa ricavarealcuni elementi e a ricostruire il
contesto,dopoaggiungoiochieraMartinLuteroetuttoquanto;lascomunicalorocel’hanno
inmente,perchéionehoparlatoadesempioconEnricoIVaCanossachesiinginocchia;loro
sannocheil valoredellascomunicainquest’epocaèmoltopesante, quindinessunovuole
inimicarsiil Papa”); l'insegnante, dunque,identificainunprimomomentoil contenutogià
affrontatodaglistudentiascuolae,successivamente,ipotizzalafunzioneinterpretativache
tale contenuto è in grado di attivare. Il secondo elemento è collegato ad una funzione
interpretativa per certi versi analoga; l'insegnante considera le conoscenze a disposizione
deglistudentipersceglierediinterrompereilraccontosenzaintrodurrenuovielementima
facendosìchequellipossedutifavorisconol'elaborazionediipotesi.(“Quellochecimancaè
checosaaccadedopo.Potrebbeessereinteressantefarsìchelalezionesiinterrompaquando
luiaffiggeletesi,poinellalezionesuccessivacisono:lareazionedelpapato,lascomunica,la
DietadiWorms”).
Infine,relativamenteagliobiettividiapprendimentoesplicitatidall'insegnante,l'insegnante
individuaunaseriediconcettiequestionichiavedafarelaborareaglistudentiattraversoil
racconto:inconcettodiindulgenza(“E'unconcettochedevonoaverechegliportaanchea
storia dell'arte, l'altroè (...) indulgenza); il livellodi corruzionedella Chiesadi Romae le
premessedellariformaluterana(“liporteròacapireperchéLuterotirafuorituttaquellaroba
lì(…)checosadenunciaLutero,lacosaimportanteèlapremessaallaRiforma”);l'influenza
giocatadalladifferenzatraiprincipireligiosidellaChiestaCattolica,lostiledivitadelPapato
elecondizionidelpopolo(“Dobbiamofareemergereloscontrotralapovertàdellagenteela
grandezzadelpapato;tornaepossiamofarelascenadellacattedraleeincuivedelagente
seduta sulle balle di fieno, i bambini che giocanocon il predicatore e il banchetto per la
vendita delle indulgenze”). È opportuno osservare come nell'ultimo passaggio riportato
l'insegnante consideri, in forma sintetica, la modalità conoscitiva attraverso cui intende
promuovere lo sviluppo del concetto di indulgenza e il relativo legame con le questioni
correlate:attraversol'immersioneinunasituazionepropriadellaquotidianitàdeicontadini
dellaGermania'500incuisiosservalamessainazionedellapraticanominataconilnomedi
“vendita di indulgenza”. Sono dunque presenti due elementi cruciali dell'esperienza di
apprendimento mediata dalla simulazione incarnata: l'immedesimazione in uno scenario
(Caracciolo, 2014); la ricostruzionedelle pratichesociali di riferimentocheconsentonola
comprensionedelsapereapartiredalpropriocontestod'uso(Martinand,1986).
129
Analisicategoria3:Sensoperglistudenti
L'analisiditalecategoriaconirelativiindicatori(esperienzestudentiesituazionisignificative;
elementi ritenuti di vicinanza agli studenti; pre‐conoscenze) presenta dei risultati
quantitativamente meno significativi rispetto alle altre categorie, anche se nelle
considerazioniriportateneiprecedentiparagrafinonmancanoalcuniaspetticonnessiconil
“sensoperglistudenti”e,inparticolare,conlaconsiderazionedell'esperienzadeglistudenti
inrelazioneaicontenutioggettodiapprendimento.Siconsideriilseguentepassaggio:“l’altro
giornosiparlavadellatrattadeglischiaviedelfattochevenivanocaricatisullenavinegriere
senzaaveremaivistoilmareestavanomaleduranteilviaggio.Allorachiedevo:'sietemai
andatiinbarca?Comesietestati?'Qualcunomiharispostocheèstatomaleeiodicevodi
pensareaglischiaviincatenatichedovevanofareunatraversatadidiversimesi,magarinongli
rimarrà in mente, però tu fai sempre riferimento a qualcosa di concreto”. Dalle parole
dell'insegnanteèpossibileindividuarelaricercadiuncollegamentoconleesperienzedegli
studenti finalizzatoadunavvicinamento–edunqueadunamiglioreelaborazione–coni
contenuti disciplinari. L'insegnante, si è visto prima, sottolinea però una certa difficoltà
nell'individuareconnessioni conesperienzedegli studenti chepossonoessereutilizzate in
raccordoconfattiequestionidiambitostorico(“Storiaperòèunpo’piùdifficile.Nonsono
sempreargomentiincuièfacilecoinvolgerli.Èdifficile,peròdellevolteraccontanoleloro
storiechehannovissutoochehannosentito,manonpartendodaquestamateria,perchéè
difficile.Seiinunperiodolontano.”).Sipuòipotizzarechequestaèunadelleragionipercuisi
riscontraunnumerolimitatodiricorrenzedellecategorianelledueintervisteinprofondità.
Tuttavia,occorreosservarechel'unicoelementocheritornaconunacertafrequenzarispetto
atalecategoriapresentaunnotevolegradodirilevanzaperilfattodiesserecollegatoconla
sceltadelpersonaggioprotagonistaedunqueconunaspetto–cheverràapprofonditonel
prossimo paragrafo relativo all'analisi delle relazioni tra le categorie didattiche e quelle
narrative – riguardante la narrativizzazione del sapere. Si osservi il seguente passaggio
dell'intervista: “Non so se riusciamo a trovare magari un personaggio della Roma del
‘500/’600cheviveinunacondizioneveramentedisagiatadifficile,oseinel‘900,dovepuò
esserecredibile,ancheperchéc’èdadireche,seandiamoindietroneisecoli,ibambininon
avevanounruolospecificonellasocietà,senondiventarebracciadalavoro.Perloroforseè
peròpiùfacileimmedesimarsiinMartinLutero;iocredocheperessereefficacesidevono
calareinunpersonaggiofamoso,noninunpersonaggiodelpopolo”.L'insegnanteinquesto
stralciodiintervistasiinterrogasullacreazionediunlegamedisensoconilsapereedipotizza
130
di costruire un personaggio che favorisca un'immedesimazione efficace degli studenti.
L'opzionevienescartataperunaragionediordinedisciplinare, ovveroperil fattochenel
periodostoricoconsideratoiragazzininon“avevanounruolospecificonellasocietà”;ècosì
messo in atto un controllo sulla verosimiglianza delle scelte narrative rispetto al sapere
storicoeperquestomotivoèpossibiledescriveretaleprocessoneiterminidiunavigilanza
epistemologicaattuatadapartedell'insegnante.
Analisicategoria4:Messainazionedelsapere
Le ricorrenze della categoria “messa in azione del sapere” verranno ora analizzate
considerandol'ordinedellaloroapparizionetemporale.Taleprocedimentodianalisirisponde
al proposito di ricostruire il processo di narrativizzazione del sapere, relativamente agli
aspetti azionali (scelta e descrizione delle azioni; costruzione di legami temporali), e
osservarnelemodalitàdielaborazione.Dall'analisi dellericorrenzeèpossibileindividuare
cinque distinte fasi in cui l'insegnante ha operato con l'obiettivo di trasformare il sapere
selezionatonelloschemaazionaledelraccontoe,quindi,dielaborare,perunverso,ilegami
crono‐logicitraglieventie,perl'altro,traleazionieleintenzionideipersonaggi.
La prima fase fa riferimento alla prima parte delle due interviste in profondità in cui
l'insegnanteindividuagliavvenimentidainserirenell'intrecciodelraccontoinrelazioneagli
obiettividisciplinari.Èpertantoconunosguardorivoltoallastrutturadelsaperedisciplinare
che l'insegnante si concentra nella fase iniziale della messa in azione del sapere, ora
raccordando il saperecon i contenuti già affrontati (“Avendogià anticipato il discorsosul
Giubileo e sulla vendita delle indulgenze, faccio la riforma luterana“), ora esplicitandogli
obiettividiapprendimento(“liporteròacapireperchéLuterotirafuorituttaquellarobalì”;
“Perfareperòquestacosadellasimulazionedevifornireloroalcuneinformazioni,aparteil
personaggio: che cosa denuncia Lutero, la cosa importante è la premessa alla Riforma; il
grande elettore di Sassonia diventa vescovo, ma a pagamento, cioè lui paga il Papa per
diventarevescovo.(...).Questoèilpreamboloedèmoltoimportante.Dobbiamofarecapire
cheeffettivamentelacorruzionedellaChiesaeraarrivataadunlivello).
Lasecondafasecorrispondeall'iniziodellasecondaintervista;inquestocasoilriferimento
perlamessainazionenonsonogliobiettividiapprendimento,maleconoscenzedicuigli
studentisonogiàinpossesso.Cambia,dunque,lafunzioneconcuièoperatadall'insegnantela
messa in azione del sapere, ora diretta all'elaborazione di strategie per raccordare le
conoscenze di cui sono in possessogli studenti con quelle connesse al sapere del nuovo
131
argomento(lariformaluterana).L'insegnantemostrainquestafasedivolergeneraredegli
effetti retorici per favorire il coinvolgimento degli studenti (“per fare impressione si può
partiredalletesi”)primadimettereinconnessioneilsapereconleconoscenzeelaborarein
precedenza(lascomunicalorocel'hannoinmenteperchénehoparlato(…)Bisognaribadire
loscandalodelleindulgenzecheinGermaniaservonoperripagareAlbertodiBrandeburgoe
finanziarelacostruzionediSanPietro.Questosicuramenteèunconcettochedevonoavere
chegliportaancheastoriadell'arte,l'altroèquellodiindulgenza.).Èinteressanteosservare
chel'insegnantenelconsiderareiconcettidicuisonogiàinpossessoglistudentisifocalizza
sulla modalità concui tali contenuti possonoessere riconosciuti e messi in relazione per
comprendereilsignificatodelleazionidelracconto(“Facciamoritrovarealorodellecose.Dalì
sicuramentelororiesconoaricavarealcunielementiearicostruireilcontesto,dopoaggiungo
iochieraMartinLuteroetuttoquanto”). L'insegnantefocalizzal'attenzionesulprocessodi
ricercadiinformazionigiàconosciutedaglistudentiritenutofunzionaleallaricostruzionedel
contestoincuisisvolgonoifatti.
Nella terza fase, successivaalle primedue incui l'insegnante ha individuato le azioni del
raccontoindipendenzadagli obiettividi apprendimentoe lehamesseinrelazioneconle
conoscenzedicuisonogiàinpossessoglistudenti,èpresenteunprimomomentodisintesiin
cuitali azionivengonoriconsiderate.L'insegnanteesplicitataleprocessodirevisionedelle
azionidainserirenelraccontoaffermandodi“immaginareunpo'lescene”emostrando,in
questo modo, di fare riferimento non più ai contenuti disciplinari, ma piuttosto alla loro
trasformazione azionale. Di seguito, infatti, vengono schematizzati gli avvenimenti che
compongonounaprimabozza di intreccio del racconto(“lui va a Romae dobbiamo fare
emergereloscontrotralapovertàdellagenteelagrandezzadelpapato;tornaepossiamofare
lascenadellacattedraleeincuivedelagentesedutasulleballedifieno,ibambinichegiocano
conilpredicatoreeilbanchettoperlavenditadelleindulgenzeconmagariqualcunochedice:
'Ilsoldoincassaribalta,l’animaviadalPurgatoriosalta'.Possiamofarecheluisentequesta
voce,poisigiraelasentedinuovodaun’altrapartedellachiesa).Ilprocedimentodimessain
azionedelsapereèresoevidenteinquestopassaggiodall'accostamentodeidiversicontenuti
disciplinarichecorrispondonoalleazionicompiutestoricamentedaLutero(“luivaaRoma”;
“torna”)adellespecifichescene(“dobbiamofareemergere loscontrotra le povertàdella
genteelagrandezzadelpapato”;“possiamofarelascenadellacattedraleincuisivedela
gentesedutasulleballedifieno”).
Laquartafaseècontraddistintadall'interrogazionedell'insegnantesuglieffettidicuriositàda
132
generareaglistudentirispettoalladistribuzionedeicontenuti;sceglieinfattiditerminareil
primoraccontoconuncontenutospecifico(“potrebbeessereinteressantefarsìchelalezione
siinterrompaquandoluiaffiggeletesi)emotivatalesceltaconundoppioobiettivo:favorire
un raccordo logico con i contenuti da sviluppare successivamente (“poi nella lezione
successiva ci sono: la reazione del papato, la scomunica, la Dieta di Worms”), favorire
l'interessedeglistudentirispettoagliavvenimenticheseguirannonelracconto
Nella quinta e ultima fase l'insegnante entra nel dettaglio dei singoli avvenimenti e,
analogamente alla terza fase, opera nuovamente una ricapitolazione delle scelte azionali
compiute (“Lo schema iniziale può essere: viaggio a Roma (costruzione di San Pietro in
contrasto la vita dei poveri romani); ritorno in Germania e la scena dentro la chiesa (il
banchettodelleindulgenze,ipredicatori,ilpopolochepassavalagiornatadentrolachiesa;
colloquio con Tetzel”). L'insegnante ha ora individuato lo schema delle azioni di cui si
componeilraccontoedelaboraunaeventualeprosecuzionedeltestoconl'introduzionedi
avvenimenticuinonsierafattamenzioneinprecedenza(“dopoesserestatoincuriositodalla
formula“quandocadeilsoldinnellacassetta,l’animasaleincielopiùinfretta”ripetutapiù
volte,nelqualescopredei21.000fioriniedellavenditadelleindulgenze”Luteromeditanel
suostudiosuquantovistoaRomaeinchiesainGermania,leggelaBibbiaescriveletesi”).
Analisicategoria5:Messainsituazionedelsapere
Glielementichericorronoconmaggiorefrequenzanell'analisidellapresentecategoriasono
relativiairiferimentiinbaseaiqualil'insegnanteelaboralamessainsituazionedelsapere.
Due sono i passaggi, entrambi appartenenti alla seconda intervista in profondità, in cui
l'insegnante esplicita tale procedimento in cui richiama alcune situazioni conosciute
(finzionaliereali)perutilizzarlecomebaseperlacaratterizzazionediunaspecificascenadel
racconto.IlprimocasoèriferitoadunascenatrattadauncelebrepassodelPurgatoriodella
DivinaCommediachel'insegnante,abituataaleggereaglistudenti(comesileggenelcorso
dellediverseintervisteinprofondità),utilizzaperprovareacostruireunascenadelracconto
incuimostrarelapraticadellavenditadelleindulgenze.Ancheselascenadelraccontonon
saràelaborataapartiredaquestaimmaginedantesca,èinteressanteriportareilpassaggio
dell'intervistaeosservarelaconnessioneoperatadall'insegnante(“Nonmiricordoseteneho
giàparlatoosoloaccennato,peròfacendoDante,peresempio,sochelorociarrivano,perché
aduncertopuntonelPurgatorioc’èManfredi(inpuntodimortechiedeperdonoaDioeDante
loritrovainPurgatorio)chediceaDante:'Di’amiafigliacheiosonoinPurgatorio,quindi
133
preghiperme,perchélamiasostainPurgatorioverràabbreviatagrazieallesuepreghiere'.Si
puòricavareda lì il concettodella venditadelle indulgenze, creandounascenadi questo
tipo”).
La seconda occorrenza si riferisce ad un passaggio, già considerato in precedenza, in cui
l'insegnante ripercorre una propria esperienza personale a Friburgo nella quale viene a
conoscenzadellepratichereligiosedeicontadiniduranteilperiodoriformista.Ilpassaggioè
immediatamentesuccessivonell'intervistaaquelloappenaconsideratoincuisirichiamail
cantoIIIdelPurgatorio;l'insegnanteriprendeinfattilapraticadellavenditadelleindulgenzee
sostiene di non conoscerne l'effettivo funzionamento e di poterlo unicamente inferirlo a
partiredaunaspiegazionericevutaduranteunavisitaallachiesadellacittàtedesca(“Inverità
devodirechenonsocomefunzionassenellarealtà;miavevanoperòspiegatounacosachemi
avevacolpito moltissimo: a Friburgoc’è questachiesagrandissimacondelle meravigliose
vetrateelaguidaraccontavacheicontadiniarrivavanonellachiesadidomenicaespessosi
portavanoleballedifienopersedersi,perchélachiesaeracompletamentevuota.Lagente
passavaquasi l’interagiornatadentro la chiesa, perchéera unevento. C’era la messa, ma
c’eranoanche i vari predicatori cheusavano le vetrate comedei fumetti e spiegavanogli
episodibiblici.Quindieraunmomentocollettivodiritrovopersantificareladomenica”).Èin
questo momento che decide di “con un opera di finzione storica” di trasformare
quell'esperienzapersonale(conilrelativoracconto)nellasituazionespecificaincuisituarela
scenaprincipale del racconto (“Sto pensandoora, conun’opera di finzionestorica, che la
cattedralediWittenbergèilpostodovescoprelapraticadellavenditadelleindulgenze,unpo'
comelachiesadiFriburgo,oltreadessereilpostodoveattaccheràletesi”).
Analisicategoria6:Messainprospettivadelsapere
Due sono le occorrenze della categoria nelle due interviste in profondità ed entrambe
riguardanolesceltadelpersonaggiodiMartinLuterocomestrategiadimessainprospettiva
del sapere. Nella primaoccorrenza, relativaalla primadelledue interviste, l'insegnantesi
interrogasullasceltadelpersonaggioprotagonista:“Nonsoseriusciamoatrovaremagariun
personaggiodellaRomadel‘500/’600cheviveinunacondizioneveramentedisagiatedifficile,
oseinel‘900,dovepuòesserecredibile,ancheperchéc’èdadireche,seandiamoindietronei
secoli, i bambininonavevanounruolospecificonellasocietà,senondiventarebracciada
lavoro. Per loro forse è peròpiù facile immedesimarsi inMartinLutero; iocredocheper
essereefficacesidevonocalareinunpersonaggiofamoso,noninunpersonaggiodelpopolo”.
134
Inquestopassaggiol'insegnantemotivalasceltadiMartinLuteroconunargomentodiordine
disciplinare;sostieneinfattichelasceltadiunprotagonistabambino,certamenteefficacenel
favorire un'immedesimazione più diretta da parte degli studenti, sarebbe tuttavia poco
credibile,edunquescorretta,daunpuntodivistastorico.Ilcriterioutilizzatoperlaselezione
delpersonaggioèdipendentedallastrutturadisciplinaredelsapereesipuòaffermareche
l'eserciziodellavigilanzaepistemologicaconduceallasceltadiLutero:Edèpartiredatale
ragionamento l'insegnante seleziona come protagonista il teologo iniziatore della riforma
protestanteerafforzatalesceltasottolineandol'abitudinedeglistudenti,durantel'ascoltodei
racconti sulla DivinaCommediarealizzati dall'insegnante, di immedesimarsi inpersonaggi
adultiapparentementepocoadattiacoinvolgereglistudenti(“Danteperesempio.Magariè
percomeglieloraccontoio,peròlorovedonol’InfernocongliocchidiDante(…)Loroentrano
inDantepersonaggioeinVirgilio”).
Lasecondaoccorrenzadellacategoriasiriferisceadunodeipassaggiconclusividellaseconda
intervistaincuil'insegnantesiinterrogasullemodalitàconcuifarrielaborareaglistudentii
contenutipresentinelracconto(“Iohogiàinmentecomefarlorielaborarealoro:stofacendo
lapaginadidiario,quindi'IldiariodiLutero'.Ioglidicodistaremoltoattentiaquelloche
racconto, poi do comecompito di scrivere una pagina di diario immaginandosi di essere
MartinLuteroeraccontateilsuostatod’animo,dopoquellochehavisto,cosapensa,comesi
sente”).L'insegnante,comesilegge,fariferimentoadunadiversafunzionedelprocessodi
immedesimazione attivato nell'ascolto del racconto; in questo caso è infatti utilizzato per
consentireaglistudentiunapiùefficacerielaborazionedeicontenutidellariformaluterana
presentatinelraccontoenonsolamenteun'immersionesignificativanelloscenarionarrativo.
Èinteressanteosservare,aquestoproposito,comelacontinuitàconoscitivaconsentitadalla
messainprospettivadelsapereèfunzionaleadunaprogressivaastrazionedellepratiche(la
venditadelleindulgenze)incontrateinformasituatanelracconto:inunprimomomentoil
processo di immedesimazione è infatti finalizzato a istituire un rapporto di senso tra lo
studente e il sapere grazie al legamechesi crea nel corsodell'esperienzadi simulazione
incarnata tra il personaggio (e il contesto in cui è inserito) e le esperienzeproprie dello
studente (senza le quali l'immedesimazione non sarebbe attivata); successivamente
l'immedesimazioneè funzionalea favorireundistanziamentodellostudentedalle proprie
esperienze e a promuovere un avvicinamento al personaggio di Lutero che conduca lo
studentepossarielaborare,sempreinmanierapersonale,icontenutipresentatinelracconto.
L'insegnante,conquestoobiettivo,formulaunaconsegna(anchesenoninformadefinitiva)in
135
cuidescriveloscenariospecificochelostudenteèchiamatoasimulare:(“anzi,laseradella
domenicadell’AnnoDomini20aprile1516Luteroènellasuacellaesulsuodiarioraccontail
suoincontroconTetzel.Ancheperchéquellocheraccontononcel’hannoscrittodanessuna
parte,piùomeno.SonolorochedevonocapirecosapensaLuterosuquesto”).
Analisicategoria7:Simulazionedell'azioneeriflessioneanticipatoria
Nelleintervisteinprofonditàdedicateallaprogettazionedelraccontosullariformaluterana,
vi sonodue occorrenze in cui è possibile individuare delle connessioni con i processi di
riflessioneanticipatoriaeun'occorrenzarelativaadunmeccanismodisimulazionedell'azione
dapartedell'insegnante.
Rispettoallariflessioneanticipatoria,siosservilaprimaoccorrenzapresentenellaseconda
intervistaeinseritainunpassaggioincuil'insegnanteconsideralascritturadelle95tesida
partediMartinLutero:“Puòessereinteressanteperiragazzicapireche,nonostanteluiavesse
capito che la gente aveva bisognodi sapere, lui parla al papato e ai dotti. Doposaranno
tradotteintedesco.IomettosempreinevidenzacomesievolvelalinguaecomeperòlaChiesa
mantengail latinocomelinguad’ufficio;glihofattotuttoil discorsosuDantechequando
scriveilDeVulgariEloquentialoscriveinlatino,perchélodedicaallepersonecolte.Quindise
qua chiedo perché Lutero ha scritto in latino, sicuramente loro mi diranno: 'Perché le
dovevanoleggereinobili'”.Nellafraseconclusival'insegnanteconsideraipossibilieffettiele
possibilirispostedeglistudentirispettoadunadomandapostadall'insegnantesull'utilizzo
della lingua latina da parte di Lutero nella scrittura delle tesi. L'insegnante utilizza un
subordinata ipotetica (“sequachiedo”) peroperareunriferimentoadunasituazionenon
attualizzata, cui fa seguire un apodosi (“sicuramente mi diranno”) al modo indicativo e
introdottadall'avverbio'sicuramente'chefannocomprendereilgradodisicurezzaattribuito
dall'insegnanteallaprevisione.Lariflessioneanticipatricedell'insegnante,inquestocaso,è
cosìvoltaamostrareunelevatogradodicertezzarispettoall'esitodiunaspecificasituazione
didattica.
Lasecondaoccorrenzariguardailpassaggioosservatonellacategoria“messainprospettiva”
in cui l'insegnante ipotizza la consegna da dare agli studenti al termine della lettura del
racconto:“Iohogiàinmentecomefarlorielaborarealoro:stofacendolapaginadidiario,
quindi'IldiariodiLutero'.Ioglidicodistaremoltoattentiaquellocheracconto,poidocome
compitodiscrivereunapaginadidiarioimmaginandosidiessereMartinLuteroeraccontateil
suostato d’animo, dopoquello che ha visto, cosa pensa, comesi sente”. Anche in questo
136
passaggiol'utilizzodelmodoindicativoedeltempopresentesembranonpoteridentificarela
presenzadiunariflessioneipoteticarivoltaalfuturo;tuttaviataleutilizzoverbale,accostato
allafrasedi introduzione(“iohogiàinmentecomefarlorielaborarea loro”), consentedi
individuareunriferimentoadunasituazionefuturachel'insegnantestasimulando(comesi
puòipotizzaredallapresenzadiun verboimperfettivo:“stofacendolapaginadidiario”)e
rispettoallaqualeattribuisce–nuovamente–unelevatogradodicertezzarispettoall'esito.In
particolare l'utilizzo di un tempo. Nei due casi considerati la riflessione anticipatoria si
configura,dunque,comeunastrategiaattraversolaqualel'insegnanteoperaunmeccanismo
simulativofinalizzatoavalutarelacoerenzadellasituazioneoggettodiprogettazione.
L'occorrenzarelativaallasimulazionedell'azionesiriferisceadunpassaggiogiàconsiderato
nellacategoria“messainazione”:“Stoimmaginandounpo’lescene:luivaaRomaedobbiamo
fareemergereloscontrotralapovertàdellagenteelagrandezzadelpapato;tornaepossiamo
farelascenadellacattedraleeincuivedelagentesedutasulleballedifieno,ibambiniche
giocanoconilpredicatoreeilbanchettoperlavenditadelleindulgenzeconmagariqualcuno
chedice:“Ilsoldoincassaribalta,l’animaviadalPurgatoriosalta”.Possiamofarecheluisente
questavoce,poisigiraelasentedinuovodaun’altrapartedellachiesa.Probabilmenteeraun
ritornello che, manoa manoche i fedeli mettevano ‘sti soldi in questa bussola, l’addetto
ripetevaperdareunavvallo.”Lasimulazionedellesituazionieazioniselezionateèravvisabile
dall'utilizzodipuntodivistainternoediverbipercettiviedicendi:“luivaaRoma”;“vedela
gente seduta sulle balle di fieno, i bambini che giocano con il predicatore”; “che dice: “Il
soldo...”;“luisentedinuovo;sigira”.
137
Analisiinter‐categorialecomparataintervisteeracconto
Categoria1:Finalitàdelsapereedelladisciplina
L'analisiinter‐categorialeconsentediosservarechelericorrenzepiùsignificativeinrelazione
allecategorienarrativenonfannoriferimentoadunadiqueste,mariguardanotuttieitre
processidinarrativizzazionedelsapere(“messainazione”,“messainsituazione”e“messain
prospettiva”). Adessere rilevanti, inoltre, sono, daun lato, unodei tre aspetti considerati
nell'analisiintra‐categoriale(losviluppolegamicrono‐logicicometraguardodicompetenza
delladisciplina)e,dall'altro,unelementolegatoallafunzionechel'insegnanteattribuiscealle
pratichenarrative.Nell'analisidelleprossimepaginesiproveràpertantoamettereinlucela
relazionetralesceltenarrativedell'insegnanteconiprincipiallabasedellasuaconcezione
disciplinare(finalitàdelsapereedelladisciplina)conilpropositodiindividuareifattoriche
agiscononelprocessodinarrativizzazionedelsapere.
Siconsiderioralaconcezionedell'insegnanterispettoalruolodellanarrazioneneiprocessidi
insegnamento/apprendimento. In un passaggio della prima intervista in profondità,
l'insegnanteaffermache“unodeisensidellanarrazione”è“farsìchequandoascoltioentriin
contattoconundato,riesciariportareunaconoscenzatua”.Nelpassaggiosuccessivosostiene
cheataleruolocorrispondeanche“unadifficoltà,nelsensochesucertiargomentièdifficile
andareatrovarelesituazionichelororiesconoaricollegare”.Rispettoaquestidueelementi–
la connessione con le conoscenze degli studenti e la corrispondente difficoltà di trovare
contenutidisciplinariadattiacrearetalelegame–siproveràaosservarelastrategianarrativa
messainattodall'insegnantenellacomposizionedelracconto.
Peravviaretaleanalisièutileconsiderareun'ulteriorespecificazionechel'insegnantefornisce
riguardoalruolodellanarrazionenelfavorireilcoinvolgimentodeglistudenti.Inparticolare,
fa riferimentoall'effetto di curiosità comemeccanismochesollecita l'interessedei lettori:
“Pensocheperlorosiafondamentaleconoscerelaqualitàeincuriosirsiandandoaleggere;io
nonsoseègiusto,peròperconoscereèchiarocheioracconto,peròseattraversoilracconto
suscitiinlorolacuriositàdiandarealeggere,diandareavedereforseèilmodomiglioreper
stimolarelaconoscenza,perchésennòèunacosapallosissima”.Nelleparoledell'insegnante
possonoessereosservatealmeno3questioniriguardantilecategoriedinarrativizzazionedel
sapere: rispetto alla “messa in azione” del sapere, il legame tra la struttura azionale del
raccontoel'interessedasuscitarenegli studenti (“il raccontosusciti inlorolacuriositàdi
andarealeggere,diandareavedere”);inrelazionealla“messainsituazione”delsapere,la
creazionediscenarinarrativiriconoscibilidaglistudenti(“sucertiargomentièdifficileandare
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a trovare le situazioni che loro riescono a ricollegare”); relativamente alla “messa in
prospettiva” del sapere, l'elaborazionedi punti di vista narrativi checonsentano, “quando
ascoltioentriincontattoconundato”,di“riportareunaconoscenzatua”.
Siconsideriinquestasedeilprimodeitreprocessidalmomentocheèquelloconcuisono
stateindividuatele ricorrenzemaggiori. Rispettoalla“messainazione”del sapereèutile
portare l'attenzione, come già osservato nell'analisi nel percorso di Scienze sull'apparato
digerente,suglieffettidellasuspense,curiositàesorpresa,definitida Sternberg(1992)nei
terminidi'universalinarrativi'dipendentidallastrutturatemporaledelracconto.Siosservia
questoscopolastrutturaazionaledellanarrazioneperesaminarei meccanismitemporali,
legatiallaconcatenazionedelleazionieallalorodisposizione,chefavorisconolacreazione
deglieffettiacuisièfattoorariferimento.
SCHEMAAZIONALEDELRACCONTO
1.MartinLuterositrovanellapiazzadellaCattedralediWittenberg2.MartinLuterosenteunvociareproveniredall'internodellachiesa.3.IlprotagonistaentranellaChiesa4.Ilprotagonistavedenumerosivolticonoscitiinmezzoallachiesagremita.5.MartinLuterocamminatralafollaall'internodellachiesa.6.MartinLuterosiavvicinaaduntavolinodoveunfrateaccoglieifedeli7.Ilprotagonistasiavvicinaapochimetridaltavolino.8.Ilprotagonistavededellemonetepoggiatesoprailtavolino.9.MartinLuteroascoltaleparolecheilfraterivolgeaifedeliacolloquio.10.MartinLuteroriconoscenelfratelafiguradipadreTetzel.11.MartinLuteroascoltaleparolediTetzel.12.MartinLuterosiinterrogasulleragionipercuistaparlandoconifedeli.13.Ilprotagonistasispostadietrounacolonna.14.MartinLuteroosservaleazionichecompiepadreTetzel.15. Martin Lutero vede dei foglietti sul tavolino dei foglietti annotati dapadreTetzel16.MartinLuterovedepadreTetzelriceveredeldenarodaifedeli.17.IlprotagonistaattendepadreTetzel.18.MartinLuterotemediesserericonosciuto19.Ilprotagonistaescedallachiesa.
Considerarelatemporalitàdell'azioneraccontata,significaportarelosguardoanaliticosiain
direzione dell'ordine temporale degli eventi, sia rispetto alla durata della vicenda. Si
utilizzeranno pertanto le categorie narratologiche di 'durata' e 'ordine' per esaminare lo
schemaazionaledell'episodiodiMartinLuteroaWittenberg.20 Rispettoallacategoriadella
'durata',dalloschemaappenariportatosipuòrilevarechel'interavicendatrovarealizzazione
20 LecategoriedianalisitemporaleutilizzatefannoriferimentoaglistudiclassicidiGérardGenette(1972)eallepiùrecentirielaborazionidiSternberg(1992)eBaroni(2007).LaterminologiausatasidiscostaparzialmentedaquellaelaboratadaGenetteefariferimentoallepropostediSternbergeBaroni.
139
nellospaziodipochissimiminuti;aconfermaditaleelementosisottolineainoltrelapresenza
neltestodiunpassaggioincuisiaffermacheMartinLuteroentrainchiesaquando“eranoda
pocosuonatiirintocchidelle9emancavanoalmenodueoreall'iniziodellafunzione”.Sela
duratadellamaterianarratanonèquindisuperioreaidueminuti,iltemponecessarioalla
letturadelraccontoèinvecepiùestesoecorrispondeacirca6minuti.Talescartotraidue
livelli temporali (definitodaGenetteconil terminedi 'anisocronie') generadegli effetti di
ritmo,descrivibilineiterminidiunrallentamentodell'esperienzanarrativa.Iltempodilettura
è infatti maggioredell'arcotemporale descritto nel racconto(seguendo la terminologia di
Sternberg, si puòaffermarecheil tempodellacomunicazioneèpiùbrevedeltempodella
rappresentazione narrativa). Gli studenti, nell'ascoltare il racconto, sono accompagnati in
un'esplorazione lentae gradualedello scenarionarrativo. Si osservinoalcuni passaggi del
testo:Lutero,all'iniziodelracconto,entrainchiesaeprogressivamentenepercorrel'interno,
osservandoprimaifedeliaterraeibambiniintentiagiocare(“Chisedevasopralepoche
sedieepanchedisponibili; chiperterra, appoggiatoallefreddepietredelpavimentoosu
piccoleballedifienoportatedaicontadini;chi,comeibambini,sopralegambedellemamme
copertedalunghegonne.Sullasinistra, ungruppettodiragazzini, giocavacondeisassi in
manoinfastidendoivicini”),poiiltavolinodiunfratecopertodaunapiccolamoltitudinedi
persone.Èquicheilritmorallentaulteriormente;ilprotagonistasiaccorgedellapresenzadi
monetesultavolinodelfrateevengonoriportatelesueconsiderazioni(“Lasuaattenzionefu
bruscamenterichiamatadauntavolinodilegnosulqualepoggiavanodellecassettedimetallo
connumerosemonetedentro(…).Nonloavevamaivisto:avevaunalungatunicamarroneche
coprivainteramenteilcorpoepureilcapo.Lemanistretteeraccolteinsegnodipreghiera.
Attornoalcollo,nascosta,unacollanaluccicanteconunacrocesottilecheparevad'oro.Ilviso
eracupoepiegatolievementeversoilbasso.Nonsiriuscivaacapirel'età,manonpareva
troppoadulto.Erasui35/40”).Iltempodellavicendaparenontrascorrereesembraquasi
fermarsi,favorendonellettoreun'attenzioneesclusivasuipensieridelprotagonista.Nonsono
infattipresentiverbidiazione,masoloverbidistato(“poggiavano”;“nonloavevamaivisto”;
avevaunalungatunica”;“coprivainteramente”;“eracupo”;“nonsiriuscivaacapire”;“non
pareva”) checonferisconoal raccontounandamentomarcatamente descrittivo. Anchenel
passaggiosuccessivoèosservabileun'analogaconfigurazionetemporale:“Eccochiè!!!‐Penso
Lutero.“Tetzel,padreTetzel.L'hosentitonominarepiùvoltenegliultimitempieoramelo
trovodavantiinaspettatamente.Ilgrandevenditorediindulgenzeincaricatodirettamentedal
principeAlbertodiBrandeburgo.MacosacifaquiaWittenberg?Cosacifanellamiachiesa,
140
tralamiagente?Vuoleportarequelcancroinnominabileanchedanoi?Vuoleingannarei
povericontadiniconisuoiraccontimenzogneri?Vuolederubarlideiloropochisoldi?Non
feceintempoaterminarequestopensierocheilfrateripreselasuapredica”.Iltempodel
racconto non avanza, non sono descritte azioni, ma solo riportati gli interrogativi del
protagonistarispettoalsensodellapresenzadipadreTetzelnellachiesadiWittenberg. Il
lettore, per poter mantenere l'attenzione, è così costretto a seguire tale progressione
temporalerallentataeafocalizzarsisuipensieridiLutero.
Percapireconmaggioredettaglioillegameconglieffettidicuiparlal'insegnante(“attraverso
ilraccontosuscitiinlorolacuriositàdiandarealeggere,diandareavedereforseèilmodo
miglioreperstimolarelaconoscenza”)èopportunoosservarelasecondacategoriatemporale,
quellarelativaall''ordine'degliavvenimenti.Loschemaazionaleriportatosopradaevidenza
del fatto che gli eventi narrati sono disposti secondo un ordinamento cronologico che,
apparentemente, non presenta anacronie, ovvero forme di discrepanza tra l'ordine degli
eventiriportatinelraccontoel'ordinedeglieventidellastoria.21L'episodiosegueunosviluppo
lineareeunasuccessioneprogressivadipocheesempliciazionicherendonolatramadel
raccontosintetizzabileinpocherighe(MartinLuterositrovanellapiazzadellacattedraledi
Wittenberg,senteunvociareproveniredall'internoedecidedientrare.All'internosisofferma
aguardareunfrateintentoariceveredeldenarodaifedeliesinascondedietrounacolonna
perosservaremeglio.Pocodopodecidediuscire).
Si può ora sostenere che tale andamento cronologico, accostato al lento susseguirsi dei
pensieridiLuteroedelsuomovimentoall'internodellachiesa,favoriscelacreazionediun
effettodisuspensenellettore,ilcuisguardointerpretativodurantel'esperienzanarrativaè
tuttorivoltoascoprirecosaaccadràneimomentisuccessiviaquelli narrati, inparticolare
rispettoal ruolo della misteriosa figura di padre Tetzel. Sternberg (1992) parla, a questo
proposito,diunadinamicadiprospezionechecaratterizzalasuspense,ovverodellapresenza
di un processo interpretativodel lettore rivolto al futuro, all'elaborazione, cioè, di ipotesi
rispettoagli elementipresenti nelraccontoeaquelli nonancoraattualizzatiche, tuttavia,
potrebberocausaredegliimprovvisicambiamentidelloscenarionarrato.
21 Perunapprofondimentodellequestioniriguardantilacategoriatemporaledell''ordine'sirimandaSternberg(1992)eBaroni(2007).IntalistudivieneformulataunarielaborazionedellecategoriepropostedaGenette(1972)maggiormenteattentaallediversecomponenticheentranoingioconellaletturaecheinfluenzanolatemporalitàdell'esperienzanarrativa.Inparticolareèdatomaggiorrilievo,nelladefinizionedellecategorietemporali, agli effetti generati nel lettore/ascoltatoreeal contributodel lettorestessonell'attualizzarelepotenzialità narrative presenti nel racconto: accanto alla configurazione temporale degli eventi, vienericonosciutounruolodecisivonellacreazionedeglieffettidisorpresa,suspenseecuriositàalleesperienzepregressedellettoreeaglischemiazionalichevengonoattivatinelprocessodicomprensionedelleazioninarrate.
141
Accantoall'effettodisuspense,risultantedall'andamentocronologicodeglieventi,occorreora
portare l'attenzione sull'effetto di curiosità. Come afferma Sternberg (1992), l'effetto di
curiositàsorgedall'individuazionedapartedellettorediunalacunatemporale('analessi'per
Genette)edallaconseguenteconsapevolezzachedeterminateinformazionisonostateomesse
ononsonodeltuttocomprensibiliinrelazioneaicontenutipresentinelracconto.Nelracconto
di Lutero, tali aspetti non sono individuabili nello schema azionale poiché non fanno
riferimentoalleazionicompiutedalprotagonista,maadalcunipensierimessiinattoprima
dell'ingressonellachiesa.Siosservineldettagliol'incipitdelracconto.
MartinrimasequalchesecondoaguardarelagrandetorredellaChiesachesistagliavadinnanzialui.EranosettimanecheeraviadaWittenbergeoraquelcampaniletantomaestoso,fattodimattoniscurieconquellacupolaverdealtissima,gliparevaminuscolaseparagonataallagrandiosachiesaincostruzioneaRoma:SanPietro.Chissàquantosaràgrande!Chissàquantepersonecipotrannoentrare:migliaia.DecinediMigliaia‐pensava.Elacupola:cheeffettosaràvederlaultimataalmioprossimoviaggioaRoma!Mainulladisimileèstatocostruitoalmondo;neppurenell'anticaRoma;neppureadAtene,adAlessandriad'Egitto,aCostantinopoli.42metrididiametro.130metridialtezza.
IlraccontoprendeavviodalleconsiderazionidiLuterorispettoallamaestositàdellachiesadi
SanPietrochehapotutovedere–silegge–ancorainfasedicostruzionenelrecenteviaggioa
Roma.Nelcorsodelraccontononvienetuttaviariportatoalcunaltroelementorispettoatale
esperienzaeriguardoalconfrontotralacattedralediWittenbergelachiesadiSanPietro.Che
obiettivo ha dunque un tale incipit? In altri termini, quali processi interpretativi intende
favorirenellettore?
Unaprimarispostaèindividuabilenellascelta–dell'insegnante–disottrarreinformazionial
lettore,fornendosolamentealcunicontenutiattraversolarappresentazionedelpensierodi
MartinLutero.Glistudentinonsonoinfattiinpossessodialtrielementipercomprendereil
richiamoinizialeaRomaeperquestaragione,seguendoSternberg(1992),sipuòipotizzare
che attivino una dinamica di retrospezione, rivolgendo l'attenzione agli avvenimenti
precedentiallavicendanarrataperelaboraredellepossibilispiegazionirispettoallostupore
provato dal personaggio nel confronto con il viaggio Roma. Osservando ora un doppio
passaggio della prima delle due interviste in profondità, è possibile ricondurre la scelta
narrativadell'insegnantedinonriportaredelleinformazioninelraccontoadalcunequestioni
didattichelegateallafinalitàdelsapereedelladisciplina.L'insegnante,nellafaseinizialedi
costruzione del racconto, afferma infatti di voler portare gli studenti a comprendere
“autonomamente”leragionipercuiLuteroscegliedirenderepubblicheleaccuseneiconfronti
142
della corruzione della Chiesa di Roma e, in particolare, delle pratiche di vendita delle
indulgenzeperfinanziarelacostruzionediSanPietro:“facciolariformaluteranaliporteròa
capireautonomamenteperchéLuterotirafuorituttaquellarobalì.Ancheperchépoihofatto
ilRinascimentoeil ruolodelPapacomemecenate,cheperòsimangiatuttii soldichegli
arrivanodai fedeli. CostruivanoSanPietromentrei Romanimorivanodi fame”. Daquesto
passaggio dell'intervista è possibile sostenere che l'insegnante celi consapevolmente le
informazionirelativealviaggioaRomaealconfrontodellacattedralediWittenbergconla
chiesa di San Pietro con il proposito di favorire negli studenti il riconoscimento di un
contenutogiàaffrontatae l'elaborazionedi ipotesi riguardoallemotivazioni chespingono
MartinLuteroadopporsiallaChiesadiRoma.Piùnellospecifico,l'insegnanteparemetterein
attounastrategianarrativacheconsentaaglistudentidioperareunaconnessionelogicae
temporale(crono‐logica)traavvenimentiaffrontatiintempiemodalitàdifferenti(“lastoria
nonsonoepisodiisolati;sì,ok,studiquelfattolìcheèavvenutoconlecauseeglieffetti,però
forselacompetenzaècapirecauseedeffetti,cioèfarequesticollegamenti”).
Inconclusione,sipuòaffermarechegliaspettirelativiallefinalitàattribuitedall'insegnante
alla disciplina (in particolare l'elaborazione di connessioni cronologiche tra avvenimenti)
agisconosullanarrativizzazionedelsaperesopratuttoinrelazioneallamessainazionedel
sapere.Taleprocessoditrasformazionedelsaperesièvistocheagisceattraversol'attivazione
dieffettidisuspenseecuriositàconilpropositodifavorireunraccordotraleconoscenze
disciplinaririguardantilariformaluteranaequelledicuisonogiàinpossessoglistudenti.Gli
effettidisuspenseecuriositàdipendonodirettamentedallastrutturatemporaledelracconto,
osservataapartiredallaschemaazionale:perunverso,dalritmolentogeneratodallalimitato
arcotemporaleincuisisvolgelavicenda;perunaltro,dallaconfigurazionecronologicadegli
eventicheinvitanoillettoreaportarel'attenzionesuglisviluppisuccessividelracconto.Nelle
prossime pagine si forniranno ulteriori elementi per approfondire la particolare
configurazionedelprocessodinarrativizzazionemessoinattodall'insegnante,osservandonei
rapporti con la categoria“selezionedei nuclei concettuali” e conquella del “sensopergli
studenti”.
Analisicategoria2:Selezionedeinucleiconcettuali
L'aspettodacuisiintendeavviarel'analisidellerelazionitralacategoriadella“selezionedei
nuclei concettuali”e lecategorienarrative, riguardalamodalitàconcui i contenutistorici
selezionatidall'insegnantesonotraspostinelracconto.Nelparagrafoprecedentesonostati
143
individuatiicontenutidisciplinarichel'insegnantenelcorsodelleintervistediprogettazione
haintesocomeobiettividiapprendimento:ilconcettodiindulgenza; illivellodicorruzione
dellaChiesadiRomaelepremessedellariformaluterana;l'influenzagiocatadalladifferenza
trai principi religiosi dellaChiestaCattolica, lo stiledi vitadelPapatoe le condizionidel
popolo.
In un passaggio della seconda intervista in profondità, già riportato prima, è possibile
scorgere un'anticipazione del processo di narrativizzazione del sapere che verrà ora
considerato. Lo si legganuovamente: “Sto immaginandounpo’ le scene: lui va a Romae
dobbiamofareemergereloscontrotralapovertàdellagenteelagrandezzadelpapato;torna
epossiamofarelascenadellacattedraleeincuivedelagentesedutasulleballedifieno,i
bambini chegiocanocon il predicatoree il banchettoper la vendita delle indulgenzecon
magariqualcunochedice:'Ilsoldoincassaribalta,l’animaviadalPurgatoriosalta'.Possiamo
farecheluisentequestavoce,poisigiraelasentedinuovodaun’altrapartedellachiesa.
Probabilmenteeraunritornelloche,manoamanocheifedelimettevano‘stisoldiinquesta
bussola,l’addettoripetevaperdareunavvallo. Quindi:viaggioaRoma,scenanellachiesa,
scenanelsuostudioincuimeditaescrivele95tesi”.
L'insegnante individuauncorpusdi contenuti disciplinari piùvasti rispettoa quantosarà
traspostoinformanarrativa,alcunidiquestiinfattinonverrannosviluppatinelracconto(la
scritturadelle95tesi)ealtrisarannosolamenterichiamatiinmanieraindirette(ilviaggioa
Roma).Inrelazioneagliobiettividiapprendimentoesplicitamentepresentinelracconto,sono
identificabilituttietreiprocessidinarrativizzazionedelsapere:la“messainazione”agisce
trasformando i concetti individuati in pratiche concretamente osservabili; la “messa in
situazione” costruendodegli scenari situati in cui le pratiche sonocollocate; la “messa in
prospettiva”riconducendol'interavicendanarrataalpuntodivistadelprotagonista,Martin
Lutero.Siosservilaseguenteschematizzazione,relativaaitrenucleiconcettualiriconosciuti
comeobiettividiapprendimento.
144
OBIETTIVIDIAPPRENDIMENTO
(Stralcidiintervista)
TRASPOSIZIONENARRATIVA(Narrativizzazionedelsapere)
Concettodiindulgenza
(“Tornaepossiamofarelascenadellacattedraleeincuivedelagentesedutasulleballedifieno,ibambinichegiocanoconilpredicatoreeilbanchettoperlavenditadelleindulgenzeconmagariqualcunochedice:'Ilsoldoincassaribalta,l’animaviadalPurgatoriosalta'.Possiamofarecheluisentequestavoce,poisigiraelasentedinuovodaun’altrapartedellachiesa”)
1.Nonfeceintempoaterminarequestopensierocheilfrateripreselasuapredica.“Bastapoco;nonpreoccupatevi;èsufficienteripetereconmequesta formula: quandocade il soldinnella cassetta, l’animasale incielobenedetta. Ripetete: quandocade il soldinnellacassetta, l’animasale in cielo benedetta. Ripetiamoassieme:quando cade il soldin nella cassetta, l’anima sale in cielobenedetta.”“Cosa significa frate? Cosa vogliono dire queste parole?”chiedevanosorpresiipresenti.“Ditemelovoi?”“Chelanostrachiesaètantobuonacheincambiodiqualchefiorinolenostrepenesonodissolte?Cheseiquiperaiutarciasalvarci?”Disseunominobassoegrassottellochesialzòdallasecondafila.“Sì, esatto, bravissimi: quando cade il soldin nella cassetta,l’anima sale in cielo benedetta. Non abbiate paura. Con unquarto di fiorino le pene più lievi si possono assolverecompletamente.Sonoquipervoioggi.Orafatemiparlareconvoi singolarmente. Ho bisogno di silenzio e meditazione. Vipregherei di avvicinarvi uno per volta. Voglio ascoltare levostrepreoccupazionieaiutarviarendervifelicieternamente”.2.Eccochiè!!!‐PensoLutero.“Tetzel,padreTetzel.L'hosentitonominarepiùvoltenegliultimitempieoramelotrovodavantiinaspettatamente.IlgrandevenditorediindulgenzeincaricatodirettamentedalprincipeAlbertodiBrandeburgo.Macosacifa qui a Wittenberg? Cosa ci fa nella mia chiesa, tra la miagente?Vuoleportarequelcancroinnominabileanchedanoi?Vuole ingannare i poveri contadini con i suoi raccontimenzogneri?Vuolederubarlideiloropochisoldi?
ConcettodicorruzionedellaChiesaediscartotraiprincipiteologicielecondizionidelpopolo
(“luivaaRomaedobbiamofareemergereloscontrotralapovertàdellagenteelagrandezzadelpapato;tornaepossiamofarelascenadellacattedraleeincuivedelagentesedutasulleballedifieno,ibambinichegiocanoconilpredicatoreeilbanchettoperlavenditadelleindulgenze”
1.Siavviòversolanavatadestra, dovericonobbetralafollaalcuniconoscenti:ilfalegnameAndreas,cheavevalabottegadifiancoalconvento,coni5figli e lamoglie;tuttitenevanoinmanounpezzodi panee a turnosi passavanounbicchierecolmod'acqua.Difiancoalcunedonneanzianestringevanounrosarioerecitavanoincorol'AveMaria2.Presodaquestidubbiedaunarabbiachesentivafindentroilpetto,decisediaspettarloedirivolgerliqualchedomandaalterminedelsuolavoro.“Lamessainiziatramezz'ora”‐sidisse‐“Nonpuòandareavantimolto.Rimarròquiadosservareognisingolomovimentoepurequelli deimieiconcittadini. Vogliocapire;vogliosaperecosaglispingeadarefiduciaadunuomochenonhannomaivistoprimaechepergiuntaglichiedesoldi,aloro,poveragente,umilicontadini,pastori,anziani,gentechesifa15chilometriapiediognidomenicamattina,inmezzoalfreddo,allaneve,allapioggia,sottoilsolecocented'estate;coni bambini per mano e gli anziani dietro sui carretti. A lorochiede soldi? A loro si rivolge? E nessuno che dice niente?Dov'èilsacerdotediquestachiesa,dellamiachiesa?”
145
I tre concetti a cui l'insegnante fa esplicito riferimento sono trasposti in forma narrativa
attraverso unmeccanismoanalogoche prevededuemomenti complementari: descrizione
dell'azioneeriflessionesuccessivadiLutero.Sianalizziilconcettodiindulgenza.
L'insegnantescegliedirappresentareunascenaincuièmessoinattountrasferimentodi
denaro da parte di alcuni fedeli (dei poveri contadini) a padre Tetzel, finzionalmente
identificatocomequaestor,figuraincaricataneiprimiannidel'500araccogliereledonazioni
perriceverelacancellazionedellepenedeipeccati commessi. Il passaggiospecificoincui
Tetzelparlaconifedelièconfiguratoinformadialogica,conunaseriedibattutecontinuein
cuilavocerassicurantedelmonaco(“Sì,esatto,bravissimi”(…)Nonabbiatepaura”)sialterna
a quella dei contadini, densa di preoccupazione (“Cosa significa frate? Cosa voglionodire
questeparole?(…)Chelanostrachiesaètantobuonacheincambiodiqualchefiorinole
nostrepenesonodissolte?Cheseiquiperaiutarciasalvarci?”).Ilconcettodiindulgenzaè
trasformato in una pratica situata, carica di quelle tensioni (“Non abbiate paura”) e
intenzionalità(“Conunquartodifiorinolepenepiùlievisipossonoassolverecompletamente.
Sonoqui pervoi oggi. Ora fatemiparlareconvoi singolarmente. Hobisognodi silenzioe
meditazione. Vi pregherei di avvicinarvi uno per volta. Voglio ascoltare le vostre
preoccupazioni e aiutarvi a rendervi felici eternamente”) che consentono di definirne il
significato in relazione all'uso e di ricostruire quelle pratiche sociali di riferimento
(Martinand, 1986) cruciali per rendere efficace il processo di trasposizione didattica. In
questoprocessoditrasposizioneagisconoletredinamichedinarrativizzazionedelsapere:la
rappresentazione scenica dell'azione di ricezione di denaro da parte di un ministro della
Chiesa in cambio di una rassicurazione relativa alla cancellazione delle pene (messa in
azione);ladescrizionedettagliatadelloscenarioperfavorireglieffettiimmedesimativi,coni
dialoghitraipresentielacaratterizzazionedettagliatadiunambiente–quellodellachiesa–
noto agli studenti e per questo facilmente ricollegabile a esperienze personali (messa in
situazione);lapresenzadelpersonaggiodiMartinLuterocheassumeunruolodimessain
prospettivadellascenaeconlasimulazionedeisuoipensiericheaggiungonounelemento
riflessivoall'esperienzaimmedesimativadellettore/ascoltatore.
Rispetto alle ultime due categorie narrative osservate, vale la pena fornire un ulteriore
approfondimento.Lamessainsituazione,si èosservatonelsecondocapitolodelpresente
lavoro,èfunzionaleadattribuireunaqualitàpercettivaall'esperienzadellettore/ascoltaree
operaattraversoun'insiemedistrategiediscorsivecheorasiproverannoaspecificare,anche
146
inrelazioneallacategoriadellamessainprospettiva:
• LaricchezzadidettagliriguardantiimovimentidiMartinLuteroelesensazioni,siain
relazionealleazionichecompieperspostarsifisicamenteall'internodellachiesa(“Si
avviòversolanavatadestra,dovericonobbetralafollaalcuniconoscenti”)siaquando
rifletterispettoallascenachesitrovadifronte(“Presodaquestidubbiedaunarabbia
chesentivafindentroilpetto).
• La scelta di un ritmonarrativo lento, comeosservato nelle pagine precedenti, che
costringe il lettore a focalizzare l'attenzionesuparticolari minimi, apparentemente
insignificantirispettoall'azionenarrativa,macheconservanounruolodecisivonella
caratterizzazionedellascenaenelfavorirel'immersionedellettore/ascoltatore(“Sulla
sinistra,ungruppettodiragazzini,giocavacondeisassiinmanoinfastidendoivicini.
Erano5/6,tuttimaschi,condeipantalonisporchiditerraeipiediscalzi.Martinnon
ricordavailoronomimaeracertofosserofiglidiqueicontadinidacuispessoandava,
fuoripaese,aleggere,intedesco,alcuneletteredelnuovotestamento.Fecepochipassi
in avanti, per capire se sull'altare c'era qualche movimento che indicasse l'inizio
imminentedellamessa.Nulla.Nonvidenessuno”).
• L'usodiunafocalizzazioneinternacheimponeunpuntodivistaprossimoallascena,
tralemuradellachiesa,oradiunnarratoreanonimochepasseggiatraifedeli(“Adun
certomomentolagentedifrontealfratesobbalzòedaquelmanipolodiuominisialzò
uncorodi “ooooohhh”. Le loro facce si allungarono in segnodi stupore: le bocche
aperte e gli occhi immobili e carichi di paura. Martin si incuriosì – cosa stava
raccontandoquellostranofratemaivistoprima”)orasovrappostoaquellodiMartin
Lutero, caricodi dubbi e interrogativi rispettoa quantoosservascandalizzato(“Da
quella posizionenonriuscivaa leggerecosaci fossescritto. Vedevasolonumeri di
fiancoadelleparole.Davantiavevaunafiladipersonachesistavaingrossando,malui
eraancorachinosullibroadannotarealcuneparole.“Comepossonofidarsidiquel
frategiuntodalleregionidelNord?Cosaliportaacredereallesueparole?Comefare
perfermaretuttoquestogiocopericolosoefalso?”sidomandavaMartin,semi‐nascosto
dietrolapenultimacolonnadellanavatadestra”).
• Lasimulazionedeipensieridelprotagonista,checonsentonodiattraversarnelostato
d'animo(“Martinsiincuriosì–cosastavaraccontandoquellostranofratemaivisto
prima?Cosarendevailpubblicodellachiesacosìvulnerabileallesueparole”)eanche
147
percorrerne le riflessioni più immediate di fronte alla scena della vendita delle
indulgenze(“ComepossonofidarsidiquelfrategiuntodalleregionidelNord?Cosali
portaacredereallesueparole?Comefareperfermaretuttoquestogiocopericolosoe
falso?”).
Analisicategoria3:Sensoperglistudenti
Lacategoria del senso per gli studenti presenta maggiori ricorrenze, in relazionealle tre
dinamichedinarrativizzazionedelsapere,conla“messainprospettiva”delsapere.Gliultimi
dueaspetticonsideratinell'analisidellacategoriaprecedente,l'utilizzodiunafocalizzazione
internaelasimulazionedeipensieridelprotagonista,consentonodicontinuarelariflessione
avviataediampliarelaconsiderazionesullefunzioninarrativeedidattichedelpuntodivista.
Èutileriprendere,insedepreliminare,unpassaggiodelledueintervisteinprofonditàincui
l'insegnanteesplicitalemotivazionichehannoportatoallasceltadelpersonaggiodiLutero
comeprotagonistadelracconto.
Non so se riusciamo a trovare magari un personaggio della Roma del ‘500/’600 che vive in una condizione veramente disagiata difficile, o sei nel ‘900, dove può essere credibile, anche perché c’è da dire che, se andiamo indietro nei secoli, i bambini non avevano un ruolo specifico nella società, se non diventare braccia da lavoro. Per loro forse è però più facile immedesimarsi in Martin Lutero; io credo che per essere efficace si devono calare in un personaggio famoso, non in un personaggio del popolo
Comegiàsottolineatoinprecedenza,l'insegnantesostienelanecessità,rispettoallasceltadel
personaggio,dirispettareivincolidisciplinariinmododaevitaredirendere“pococredibile”
dalpuntodivistastoriograficoilracconto.Accantoataleprecauzionedisciplinare,lascelta
delpersonaggiodiMartinLuterorispondeadunsecondoobiettivo,riconducibileall'ideadi
consentire agli studenti di “calarsi” in un personaggio storico e, come si proverà ora ad
argomentare,dicoglierneletensioni,idubbi,glielementiintenzionalirelativiallasceltadi
renderepubblichele tesi teologichechecondurrannoalla riformaprotestante. Il tentativo
dell'insegnante,sipuòaffermare,èquindidiridurrelamediazionetraglistudentieilsapere
relativo agli obiettivi di apprendimento osservati nelle pagine precedenti (“il concetto di
indulgenza;illivellodicorruzionedellaChiesadiRomaelepremessedellariformaluterana;
l'influenzagiocatadalladifferenzatraiprincipireligiosidellaChiestaCattolica,lostiledivita
delPapatoelecondizionidelpopolo”)edifavorireunincontroconilsaperedall'interno,
caratterizzatodaunosguardointrisoanchedegli aspetti piùpersonali del personaggio. Si
148
potrebberavvisareunacontraddizioneintalesceltadidatticaenarrativache,perunverso,
rivendicalanecessitàdiannullareladistanzatraglistudentieilsaperedisciplinarealpunto
daproporneunasimulazionepercettivae, perunaltro,elaboradelleformedimediazione
marcatamente parziali e dunque prive di quello sguardo distaccato necessario ad una
comprensionecompletadeglieventistorici.Seèverochetalediscordanzasirisolveinuna
praticadidatticachenonsiesauriscenellaletturadelracconto,mache–comedettagliatonel
capitolo quarto del presente lavoro – si compone di una rielaborazione dei contenuti
presentatiinformanarrativaattraversometodologiediretteafavorireundistanziamentocon
icontenutieadunasuccessivaformalizzazionedeiconcetti, occorreancherilevarecheun
legamedi senso con il sapere passa attraverso un coinvolgimento cognitivo complesso e
sfidante.Lasiconsiderioraneldettaglio.
La prospettiva da cui è narrata la vicenda è si caratterizza dagli elementi osservati in
precedenza(focalizzazione internae simulazionedei pensieri) e, più nello specifico, dalla
simulazione del punto di vista del protagonista, definibile nei termini di “consciousness
enactment”.Taleprocedimentoimmedesimativo,difficiledamettereinattosesiconsiderala
distanza storica, anagrafica e culturale degli studenti con Martin Lutero e con la
corrispondenteepocastorica,èfavoritoinfattidallafocalizzazioneinternadelraccontoedella
presenzadimeccanismisimulatividelpensierodelprotagonista.Loscenarionarrativo–il
piazzale esterno alla chiesa e l'interno della chiesa – prende forma dallo sguardo del
protagonista: non sono presenti visioni panoramiche o punti di vista di altri personaggi;
l'ascoltatoreentrainchiesaafiancodiLutero(“Alloradiscatto,sisistemòlatunica,strinse
conlamanodestralaBibbiaeconquellasinistraspinseilportone.Ilvecchiolegnocigolava
appena.Loaprìlentamente”)enepercorreglispaziconsimulandonelosguardo(“Difrontea
luiunamoltitudinedipersoneoccupavanoognispaziodisponibiledellachiesa.Chisedeva
sopra le pochesedieepanchedisponibili; chi per terra, appoggiatoalle freddepietre del
pavimentoosupiccole balle di fienoportate dai contadini; chi, comei bambini, sopra le
gambedellemammecopertedalunghegonne”)otalvoltasovrapponendosialsuo(“Cosagli
staràdicendo?Cosaconfabulano?Nonvoglionemmenoimmaginarechesialìconloroper
convincerli adandareda frateTetzel? Nonvoglionemmenopensarlo? Il miosacerdote, il
sacerdotedellanostraparrocchia,d'accordoconTetzelopeggio,inaffariconilTetzel?”).È
quest'ultimoilcasodellasimulazionedeipensieri,strategiadimessainprospettivadelsapere
che consente con particolare efficacia (Gallese, 2005; Caracciolo, 2014) l'attivazione di
meccanismidisimulazioneincarnata.
149
SCHEMAAZIONALEDELRACCONTO
SIMULAZIONEDEIPENSIERI
1. Martin Lutero si trova nellapiazza della Cattedrale diWittenberg
Chissà quanto sarà grande! Chissà quante persone ci potranno entrare: migliaia. Decine di Migliaia - pensava. E la cupola: che effetto sarà vederla ultimata al mio prossimo viaggio a Roma! Mai nulla di simile è stato costruito al mondo; neppure nell'antica Roma; neppure ad Atene, ad Alessandria d'Egitto, a Costantinopoli. 42 metri di diametro. 130 metri di altezza. Migliaia di manovali a lavorarci, giorno e notte. E poi tutti quegli architetti; i grandi artisti: Michelangelo, Bramante, Raffaello.
5.MartinLuterocamminatralafollaall'internodellachiesa.
Non fece tuttavia in tempo ad oltrepassarle che la sua attenzione fu bruscamente richiamata da un tavolino dilegno sul quale poggiavano delle cassette di metallo con numerose monete dentro. “Cos'era?” - si domandò istantaneamente. Cercò di avvicinarsi il più possibile, ma i corpi seduti sul fieno di alcuni contadini gli impedivano di passare
6.MartinLuterosiavvicinaaduntavolinodoveunfrateaccoglieifedeli7. Il protagonista si avvicina apochimetridaltavolino.8. Il protagonista vede dellemonete poggiate sopra iltavolino.
Le loro facce si allungarono in segno di stupore: le bocche aperte e gli occhi immobili e carichi di paura. Martin si incuriosì – cosa stava raccontando quello strano frate mai visto prima? Cosa rendeva il pubblico della chiesa così vulnerabile alle sue parole?
10. Martin Luteroriconosce nelfratelafiguradipadreTetzel.
“Ecco chi è!!! - Penso Lutero. “Tetzel, padre Tetzel. L'ho sentito nominare più volte negli ultimi tempi e orame lo trovo davanti inaspettatamente. Il grande venditore di indulgenze incaricato direttamente dal principe Alberto di Brandeburgo . Ma cosa ci fa qui a Wittenberg? Cosa ci fa nella mia chiesa, tra la mia gente? Vuole portare quel cancro innominabile anche da noi? Vuole ingannare i poveri contadini con i suoi racconti menzogneri? Vuole derubarli dei loro pochi soldi?Non fece in tempo a terminare questo pensiero che il frate riprese la sua predica.
13. Il protagonista si spostadietrounacolonna.14. Martin Lutero osserva leazionichecompiepadreTetzel.
Davanti aveva una fila di persona che si stava ingrossando, ma lui era ancora chino sul libro ad annotare alcune parole. “Come possono fidarsi di quel frate giunto dalle regioni del Nord? Cosa li porta a credere alle sue parole? Come fare per fermare tutto questo gioco pericoloso e falso?” si domandava Martin, semi-nascosto dietro la penultima colonna della navata destra.
15. Martin Lutero vede dei Preso da questi dubbi e da una rabbia che sentiva fin
150
foglietti sul tavolinodeifogliettiannotatidapadreTetzel16. Martin Lutero vede padreTetzel ricevere del denaro daifedeli.
dentro il petto, decise di aspettarlo e di rivolgerli qualche domanda al termine del suo lavoro. “La messa inizia tra mezz'ora” - si disse - “Non può andare avanti molto. Rimarrò qui ad osservare ogni singolo movimento e pure quelli dei miei concittadini. Voglio capire; voglio sapere cosa gli spinge a dare fiducia ad un uomo che non hanno mai visto prima e che per giunta gli chiede soldi, a loro, povera gente, umili contadini, pastori, anziani, gente che si fa 15 chilometri a piedi ogni domenica mattina, in mezzo al freddo, alla neve, alla pioggia, sotto il sole cocente d'estate; con i bambini per mano e gli anziani dietro suicarretti. A loro chiede soldi? A loro si rivolge? E nessuno che dice niente? Dov'è il sacerdote di questa chiesa, della mia chiesa?”
17.IlprotagonistaattendepadreTetzel.
Tra di loro c'era Gustav, padre del suo carissimo amico e quasi fratello, Toni; e c'era pure Eric, l'anzianomendicante che sedeva tutti i giorni all'entrata dell'osteria della Piazza Grande. “Cosa gli starà dicendo? Cosa confabulano? Non voglio nemmeno immaginare che sia lì con loro per convincerli ad andare da frate Tetzel? Non voglio nemmeno pensarlo?Il mio sacerdote, il sacerdote della nostra parrocchia, d'accordo con Tetzel o peggio, in affari con il Tetzel?”
Dall'accostamento dei passaggi testuali in cui sono riportati i pensieri di Lutero agli
avvenimentichecompongonoloschemaazionalesipuòosservarecheuntrattoprevalentedei
primi riguarda il loro carattere dubitativo. La presenza di numerosi frasi interrogative
accompagna–inmanieracostante–idifferentimomentiincuilaprospettivadelracconto
passa dalla rappresentazione della scena esterna alla simulazione dei pensieri del
protagonista.Loscartononètuttaviadaleggersisolamentenell'opposizioneinterno/esterno;
dallaapparentementenormalitàconcuil'insegnantehasceltodirappresentareifedeliseduti
inogniangolodellachiesaeprontiapagareilmisteriosomonacosivirainfattiall'incertezza
diLuterodifronteafattiperluicosìinspiegabili.
Considerandooralacategoriadel“sensopergli studenti”, occorredomandarsi qualesiaa
funzione didattica di una siffatta caratterizzazione dei meccanismi prospettici con cui è
narratol'episodio.Qualisonolefunzionichel'insegnanteintendepromuoverenell'esperienza
di narrativa degli studenti attraverso la simulazione degli interrogativi che scuotono il
protagonista?Inchemodotalefunzionesimulativaèrivoltaafavorirel'apprendimentodegli
studenti? La risposta che si proverà ora a delineare si ricollega allo schemaazionale del
151
raccontoeall'osservazionedellastrutturacircolarechelacaratterizza:lafinedell'episodiosi
chiudecosìcomeavevaavutoinizio,conilprotagonistasulpiazzaledellachiesa;inmezzoil
breve,madecisivoincontroconpadreTetzelinchiesa.Illettore/ascoltatoreentraeescedalla
chiesaassiemeal protagonista, siaperché il raccontoè filtratodal suopuntodi vista, sia
perchélasimulazionedeipensieridubitativinefavoriscel'immedesimazioneel'assunzione
delmedesimostatod'animo:unacondizioneprimadicuriosità,versociòcheaccadedentrola
Cattedrale e nei confronti di quello stranopersonaggiocheaccettasoldi dai fedeli, poi di
spaesamento, quando realizza che il monaco è padre Tetzel ed è intento nella pratica di
vendita di indulgenze proprio nella sua città. L'insegnante ha così voluto generare negli
studentilamedesimacondizionedispiazzamentochecolseMartiLuteroprimadiiniziarela
stesuradelletesiedidareavvioalprocessodiriformaluterana.
SCHEMAAZIONALEDELLADELRACCONTO
Finalitàdelsapere:AZIONI–RAGIONIDELLEAZIONI–EFFETTIDELLEAZIONI
Terminiefreccenere:legamicrono‐logicitraglieventidelraccontoTerminiefreccerosse:principioallabasedelleazionidiMartinLuteroTerminiefrecceblu:principioallabasedeglieffettisullettore
152
5.2.3IlpercorsosullaFranciadiLuigiXVel'Illuminismo
Analisiintra‐categorialeAnalisicategoria1:Finalitàdelsapereedelladisciplina
Ifattorichericorronoconmaggiorefrequenzarispettoaidescrittoriindividuatisiriferiscono
adueaspettigiàindividuatinell'analisidelpercorsosuMartinLuteroelariformaprotestante:
a)il legamedegli argomenti storici conlacontemporaneità; b) losviluppodi unpensiero
crono‐logico in grado di individuare legami causali tra gli avvenimenti storici di epoche
differenti. Questi due aspetti costituiscono gli elementi maggiormente evidenti della
concezionedisciplinaredell'insegnante,cheoraemergonoinrelazionealpercorsodidattico
dedicato a Luigi XV e gli albori dell'illuminismo. Nel seguente passaggio gli elementi ora
osservati sono esplicitati in maniera correlata e consentono di individuarne le relazioni:
“L’illuminismoinvece, iocontinuoadirecheinmoltipaesidelmondol’illuminismononè
ancoraarrivatooggi, e quindi potremmopartire daqui. L'Europaè così perchéè passato
l’Illuminismo,questoèilpuntochevogliocheimparino”.L'insegnanteindividuauntraguardo
conoscitivoinbasealqualemodelleràilraccontoechefariferimentoallapropriaconcezione
storiografica, non ulteriormente motivata, né rispetto agli studiosi di riferimento, né in
relazioneadunapiù articolata esposizionedi tale prospettiva: si limita ad affermareuna
differenzatralaculturaeuropeaequelladi altri paesi del mondobasatasul fattodi aver
attraversatounepocastorico‐culturalechehaconsentitol'elaborazionedideterminativalori
oggiritenutifondamentaliperlasocietà.
Inunpassaggiodellasecondaintervistal'insegnanteribadisceilprincipiodiconnessionecon
lacontemporaneità,allabasedellepropriavisionedelladidatticadelladisciplina:“Poi,seci
pensi,tutteledittatureoquasihannoquestomeccanismodicontrolloequestoèpureuna
cosachepossiamochiederelorodicollegareaqualcosadicontemporaneo,ancheseforseè
difficileperloro.Cioè,lavedodurachepossanoriconoscerequestomeccanismodeipoteri
autoritaridioggi.Nonso.”Inquestocasol'oggettodidiscussioneèilmeccanismodicontrollo
esercitato dal potere dittatoriale; non è tuttavia esplicitato un riferimento specifico alla
contemporaneità, maèdelineatounicamenteungenericorichiamoai “poteri autoritari di
oggi”. L'elemento interessante riguarda il fatto che il fatto che l'insegnante riconosce una
difficoltà per gli studenti nel costruire tale relazione di confronto tra presente e passato
storico e diviene pertanto interessante presentare attenzione nell'analisi inter‐categoriale
successivailmodoincuitalerelazioneèfavorita.
Il secondoelementocheemergedalle due interviste in profondità riguarda la capacità di
153
raccordaresecondolegamilogicietemporaligliavvenimentidellastoria.L'insegnanteafferma
a questo proposito: “Intanto c'è da dire che il secolo dei lumi, gli illuministi avevano
cominciatoadirecheledifferenzesocialinonesistono,chesiamotuttiugualiinnomedella
ragione,edioliriprendoprima:eravamotuttiugualiinnomedellafedeedoraabbiamotutti
glistessidirittiequestidiritticalpestatiscatenanoquestereazioni.Quidevitornareindietro,
noidobbiamoraccontargliilsecolodeilumipercapirelarivoluzionefrancese”.Nellafrase
finaleèesplicitataunadellemotivazioniallabasedellasceltadell'argomentosucuicostruire
ilracconto;talesceltarispondeadunprincipiodiordinecrono‐logicoeadunaconsiderazione
dell'insegnantedegliargomentichecostituirannoilprogrammadell'annosuccessivoecheora
siintenderichiamare.
Analisicategoria2:Selezionedeinucleiconcettuali
L'analisidellepresentecategoriaècondottaincontinuitàconiquattroindicatoriindividuati.
Relativamente all'indicatore “origine del sapere”, è possibile osservare dei fattori che
ricorrono con maggiore frequenza nell'attività di selezione del sapere da parte
dell'insegnante:a)leconoscenzetrattedallibroditestoadottato;b)leconoscenzedisciplinari
propriedell'insegnante.Rispettoalprimofattoreèinteressanteosservarecomel'insegnante
nominiil libroditestoinrelazioneadunostimoloprogettualeutileallacostruzionedello
scenariodelracconto(unicocasointutteleintervistecondotte,anchequellesemi‐strutturate
inizialiefinali):“Stopensandochesullorolibrodistoriac'èunraccontofamoso,ilrisveglio
delReSole,cheoranonricordodaqualetestosiariportatoedèunraccontofamosissimoe
cherendeperfettamentel'ideadelgradodisfarzopernoiinsensatochec'eraaVersailles.
Certoèunapiccolaparte,bisognatrovarequalcos’altrooppureinventarselo.Madaqualche
partetroviamodeiriferimentisicuro”.Lafunzioneattribuitaallibroditestoèdifornireun
riferimentoutile, manonesaustivo, dautilizzarenell'elaborazionedelraccontorispettoai
contenutidisciplinariselezionati.L'insegnantesiriferisce,inparticolare,allapresenzadiun
racconto“famoso”cherappresentaunepisodiospecificodellavitaquotidianadiLuigiXIVe
chevieneritenutofunzionaleacaratterizzareunodeicontenuticheverrannodefiniticome
obiettivi di apprendimento (la diseguaglianza tra le classi sociali). Il libro di testo è così
concepitocomeunapossibilefontedacuiselezionareinucleiconcettuali.Ilsecondofattore
riguarda, l'utilizzo di fonti personali dell'insegnante e, più nello specifico, di un testo
conosciutodall'insegnanteriguardantelepratichedigiustiziapubblicainunperiodovicinoa
quellorivoluzionario:“MièanchevenutoinmentediunacronacadellaFranciadell’Ottocento
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incuisiparladiunboiaediquelchefainunapiazzapubblica.Misembrapropriofossea
Parigi, ma non ricordo se ambientato prima o dopo la rivoluzione francese. In pratica
giustizianopubblicamenteuncondannato,seguendounaspeciediprotocolloditorture,un
ritualeacuiassistonotutti,pubblico”.Dalleparoledell'insegnanteemergeuncertogradodi
incertezzarispettoal contenutodellacronacaedèinteressanteosservare, analogamentea
quantoriferitorispettodellibroditesto,chelostimolopromossodall'attivitàdicreazionedel
raccontoèdiretto,inprimoluogo,all'individuazionediunapluralitàdifontidacuiselezionare
ilsaperee,successivamente,adunarielaborazionecheunisceoriginalmentetalicontenuti.
In relazione al secondo indicatore, “le conoscenze nuove per gli studenti”, l'insegnante
consideraduedifferentiaspetti nellaselezionedelsapere:a)il legameconicontenutidel
sapereaffrontati inprecedenza;b)il rapportoconlacapacitàdi comprensionedelsapere
deglistudenti.Nelprimocasol'insegnanteesplicitaillegamediunodeiconcettichiavedel
percorso(l'ideadiuguaglianzaediseguaglianzasociale)conicontenutidisciplinarielaborati
precedentemente (il ruolo della religione nell'attribuzione dei valori di uguaglianza e
diseguaglianza):“Intantoc'èdadirecheilsecolodeilumi,gliilluministiavevanocominciatoa
direcheledifferenzesocialinonesistono,chesiamotuttiugualiinnomedellaragione,edioli
riprendoprima:eravamotuttiugualiinnomedellafedeedoraabbiamotuttiglistessidirittie
questi diritti calpestati scatenano queste reazioni”. Si sottolinea, inoltre, che l'insegnante
rivendicaunproprioruoloattivonelfavorirelaconnessionetraiduepianiconcettuali(“ioli
riprendo prima”). In relazione alla comprensione dei contenuti, l'insegnante si interroga
rispettoall'adeguatezzadeiconcettidaelaborareinrelazioneallecapacitàdeglistudentiealla
conoscenzedi cui sono inpossesso. I contenuti riguardanti il pianofilosoficopropriodel
periodo illuministico sonooggetto di riflessionedaparte dell'insegnante: “Sul concettodi
uguaglianzacisono,sulconcettodiragionemeno.Siperchél’illuminismodalpuntodivista
filosofico non è mica facile, a loro non posso spiegarlo.” Accanto a queste difficoltà di
concettualizzazione,l'insegnanteutilizzauncriterioriguardanteillegameconl'attualitàdegli
studentipercompiereunaselezioneefficacedelsapereinbasealqualecostruireilracconto:
“Rispettoagliargomenti,direilibertàdistampacollegatoalpresente;ilrapportomonarchiae
aristocrazia;beh,poilibertà,uguaglianza,idiritti.Questilicapisconotutti.Lafratellanzavàun
po’così,peròl’uguaglianzasicuramentesì.Idirittiquestilicapisconotutti,perchéloriportano
all'attualità”.
L'indicatorerelativoagliobiettividiapprendimentoconsentedimettereafuococonmaggiore
accuratezzaicontenutichel'insegnantehaselezionato.Nellasecondaintervistainprofondità
155
è presente un passaggio particolarmente significativo: “Dobbiamo però capire che cosa
vogliamomettereinevidenzadi questomomentostoricocheanticipaunpo’ illuminismo,
perché poi lo facciamo in terza. La diseguaglianza, l'adesione incondizionata al Re e alla
monarchia,laviolazionedeiprincipidilibertà;checifosseunfortedivariotrapopoloenobili
comeconcettolohanno,horipetutocentovoltechecos’èVersailles[…]hodescrittoquesta
reggiacon2000nobiliimpegnateinfestespettacolipasseggiatenelgiardinodiVersailles.Da
quicertamentepossiamopartire.L'immaginecel'hanno.Disparitàsocialeediseguaglianza
direi.Usodellaragionecontrappostoall'affidamentoacredenzeoallareligione.Ilconcettodi
libertàancheseèunpo'vagoperora.Peresserepiùterraterra,lavitadeinobilicontrapposta
allavitadelpopolo,suquestopossonoragionare.”L'insegnanteesplicitaun'insiemeampiodi
contenuti rispetto ai quali intende favorirne l'elaborazione: la diseguaglianza definita nei
terminididisparitàsocialetrailpopoloeinobili;ilprincipiodilibertàelasuaviolazione”.
Occorreosservareunadoppiaconsiderazionedell'insegnanterispettoaicriteridiselezionea
cuisièfattoriferimentoinprecedenzaecheconfermanoglielementisottolineati:daunlato,
infatti,l'insegnanteribadiscel'idea“dipartire”daunconcettocheglistudentigiàpossiedono
(ladiseguaglianzatrailpopoloeinobili),dall'altroribadiscelastrategiadirendereconcreto
(“piùterraterra”) unnucleoconcettualecomplessocomeèquello di libertàattraverso la
rappresentazione della vita dei nobili contrapposta a quelle del popolo. Questo elemento
assumeràunanotevoleimportantenell'analisisuccessivariguardanteiltestodelracconto.
Gli elementi che emergono dall'ultimo indicatore sono utili per ribadire l'attenzione che
l'insegnante rivolge nella fase di progettazione didattica alle conoscenze che gli studenti
hannogiàelaborato,siaall'internodell'insegnamentodistoria(“portiamolosuVersaillesche
giàlosanno”),siainaltricontestidisciplinari(“GliavevolettoqualcosadelGiornodiParini.
Sannocheancheungestoapparentementeinsignificantepuòdiremolto”;“Glihofattovedere
La maschera di ferro, qualcosa sui tre moschettieri sanno“). Nell'analisi della prossima
categoria si esamineranno i riferimenti riportati dall'insegnante rispetto alle conoscenze
informalideglistudenti.
Analisicategoria3:Sensoperglistudenti
L'analisidellacategoria“sensoperglistudenti”conirelativiindicatori(esperienzestudentie
situazionisignificative;elementiritenutidivicinanzaaglistudenti;pre‐conoscenze)consente
diindividuarealcuniaspettichel'insegnantehaconsideratonellaprogettazionedeiracconti:
a)leconoscenzeinformalideglistudentirispettoaelementidiconnessionetrailluminismoe
156
contemporaneità;b)laconsiderazionedell'immaginarionarrativodeglistudenti;c)l'assenza
diconnessionidiretteconesperienzeriportabiliaicontenutiselezionati.Primadiconsiderare
analiticamente questi fattori, occorre sottolineare che la categoria del senso nelle due
intervisteinprofonditàoraesaminatepresentaunnumerodiricorrenzequantitativamente
maggiorerispettoaquelledellamedesimacategoriariguardantiilpercorsosuMartinLuteroe
lariformaprotestantedellamedesimainsegnante.
Inrelazionealprimoaspettooccorreevidenziarechel'insegnantesiinterrogasullemodalità
perfavorireunlegametraglistudentieicontenutidisciplinariselezionaticomeobiettividi
apprendimento(concettodilibertà;concettodiuguaglianzaediseguaglianza).Inparticolare,
sisostienecheglistudentinonsianoinpossessodiunapienaelaborazioneditaliconcetti,ma
chetuttavia siano in gradodi operareunraccordoe unriconoscimentodi situazioni che
presentanodegliaspettianalogiciapartiredalleconoscenzeinformali.Taliconoscenzeextra‐
scolastiche fanno riferimento – si sostiene in entrambe le ricorrenze – al rapporto degli
studenti con i media; in un caso si afferma che il concetto di uguaglianza di genere è
ricollegabile,attraversolamediazionedell'insegnantealladiversecondizionidicuigodonole
donneoccidentalieledonnedicertipaesiarabi:“Idirittiquestilicapisconotutti,perchélo
riportanoall'attualità.Seiochiedo:“intuttiipaesidoveandatec’èuguaglianza?Uomo,donna
c’èuguaglianza?SepensiamoallaCristoforettiealladonnaarabachenonpuòandareafarla
spesadasola”.Dico“ehragazzi?Cosac’è?Cosamanca?Pensateallevostremammechenon
possonoprenderelemacchineperaccompagnarviascuola”.Loromirispondonosuquestolo
so; non fanno il collegamento diretto con l'Illuminismo perché non ce l'hanno come
argomentostudiato,malodiconoperchélovedonointv,perchélohannoascoltatodaqualche
parte, cioè lo vedono tutti i giorni”. È interessante osservare – e lo si farà con maggiore
dettaglionell'analisidellecategoriesuccessive–lasimulazionedellasituazionedidatticache
l'insegnantemetteinattoperdescrivereledomandeperdescrivereledomandediraccordo
conle conoscenze informali degli studenti. Nella secondaricorrenza l'insegnante mette in
connessione il concetto di ragione illuminista con la situazione contemporanea legate ai
fenomenidi radicalizzazionericonducibili all'Isis: “Sul concettodi uguaglianzaci sono, sul
concettodi ragionemeno. Si perché l’illuminismodalpuntodi vista filosoficononèmica
facile,alorononpossospiegarlo.Verochemessonelraccontoporterebbealconfrontocon
quellochehodettoprimasull'oggi.Sullecosechesanno.Sepensiaquellilìdell'Isis,chesono
radicalizzatiperchéglifannovederesolounaposizione;c'èlareligionechenell’otticadegli
illuministiannebbialaragioneelìpiùchemaiallora.Titaglianolatestaotisgozzano[…]”.
157
L'insegnanteipotizzaquindichelatrasposizionenarrativadelconcettodiragione,ritenuto
complessodaspiegareaglistudenti,potrebberenderepiùfacileilprocessodiapprendimento
poichéfavorirebbeunraccordoconsituazioneconosciuteinformalmentedaglistudenti.
Ilsecondoaspettosiriferisceallaconsiderazione,dapartedell'insegnante,dell'immaginario
visivodeglistudentie,inparticolare,aigustieallapreferenzerispettoagliscenarinarrativi:
“MisembrapropriofosseaParigi,manonricordoseambientatoprimaodopolarivoluzione
francese. In pratica giustiziano pubblicamente un condannato, seguendo una specie di
protocolloditorture,unritualeacuiassistonotutti,pubblico.Unpo'atroceforseperlescene,
non mi ricordo bene, ma forti. A loro però le scene truculenti piacciono. Sono abituati.”
L'insegnante,nelconsiderareunafontenarrativadautilizzareperlacostruzionedelracconto
e che presenta scene particolarmente crude e violente, mostra di conoscere i gusti degli
studenti;èapartiredaquestaconoscenzachedecidediselezionarelacronacasettecentesca
come fonte per il successivo racconto. In una seconda occorrenza ribadisce la propria
conoscenzerelativaalgustodeglistudentiperlescene“truculenti”eaffermaperòchenonper
tutti gli studenti potrebbe avere una funzione di coinvolgimento: “Allora, la stanza, la
vestizionelaprendo,peròlacambio,dalraccontochehannolorosullibro;poiabbiamoquello
chedevoprenderedellacronacadelboiaedelgiustiziato,ce l'hoinqualchelibro, mami
ricordo che è molto dettagliato e a loro piace vedere tutte quelle parti del corpo che si
staccano,inizianoadirtiscenedeifilm,alcuni,nontutti,nonleragazzesepensoaAliceo
Greta.”
L'ultimo aspetto emerso dall'analisi della presente categoria e dall'indicatore “pre‐
conoscenze”riguardal'assenzadiconnessionidiretteconesperienzeriportabiliaicontenuti
selezionati.Comesièvistonell'analisideidueaspettiprecedentil'insegnanteindividuanelle
conoscenzeinformalideglistudenti(sull'Isis;lacondizionedelledonnedicertipaesiarabi)un
possibileraccordocongliobiettividiapprendimento;evidenziatuttaviacherispettoadaltri
nucleiconcettuali,inparticolarerispettoallepratichedicontrollomesseinattodairegimi
totalitari,glistudentinonhannoesperienzediretteoconoscenzeinformalidautilizzarecon
funzionediraccordoconilnuovosapere:“Poi,secipensi,tutteledittatureoquasihanno
questo meccanismodi controllo e questo è pure unacosa che possiamochiedere loro di
collegareaqualcosadicontemporaneo,ancheseforseèdifficileperloro.Cioè,lavedodura
chepossanoriconoscerequestomeccanismodeipoteri autoritari di oggi. Nonso. Cioè, se
torniamoindietronegli anni, abbiamol'esempiodel sabato fascista, delle cerimonie e dei
ritualichefannocapirel'autoritàdelpotere.Malorononsannoniente,hannoinonnigiovani,
158
difficilecheabbiamoquesteconoscenze,troppolontane.“
Analisicategoria4:Messainazionedelsapere
Lericorrenzedellacategoria“messainazionedelsapere”,comesostenutodell'analisifornita
neidueprecedentipercorsididattici,verrannooraconsiderateseguendol'ordinecronologico
concuisonopresentineltestodelledueinterviste.
Laprimafase,checorrispondeallaparteinizialedellaprimadelledueinterviste,riguardala
selezionedelloscenario.L'insegnanteaffermachelasceltadell'ambientazione(lareggiadi
Versailles)rispondeall'ideadiriproporreunasoluzionedidatticaabitualmentesperimentata
e individua pertanto nell'esperienza degli anni precedenti la fonte da cui partire per la
costruzionedelracconto: “Allora,quellochehoèpensatoèche,unraccontoambientatonel
settecentosipotrebbefarloaVersaillesevedereladifferenzatrainobili–ioquestacosala
faccioabbastanzainsomma,cioèioquandofacciol’assolutismopartodallareggiadiVersailles.
DisolitoladescrivoedescrivoanchelaFrancia”.
La seconda fase riguarda una più dettagliata selezione delle fonti ed è successiva
all'individuazione degli obiettivi di apprendimento. Si riportano tre passaggi
cronologicamente successivi che appartengono ad entrambe le interviste; nel primo caso
l'insegnante opera un riferimento al libro di testo e all'ambientazione di Versailles
precedentemente selezionata come scenario attorno al quale costruire il racconto: “Sto
pensandochesullorolibrodiStoriac'èunraccontofamoso,ilrisvegliodelReSole,cheora
non ricordo da quale testo sia riportato ed è un racconto famosissimo e che rende
perfettamentel'ideadelgradodisfarzopernoiinsensatochec'eraaVersailles.Certoèuna
piccola parte, bisogna trovare qualcos’altro oppure inventarselo”; nel secondoriferimento
l'insegnante considera in maniera maggiormente puntuale il testo selezionato dal libro e
individuaunapossibileipotesidiincipitnarrativo:“Stoguardandoorail“RisvegliodelRe”,il
branodicuiabbiamoparlatolavoltascorsa;c'èsoloil cerimonialedelmattinoequalche
informazionecuriosa.Possiamopartiredacuiperaverequalchespuntoperlaparteiniziale
delracconto”.Nelpassaggiofinalel'intervistarichiamaun'ulteriorefontedacuiattingereper
lacaratterizzazionedelracconto:“MièanchevenutoinmentediunacronacadellaFrancia
dell’Ottocentoincuisiparladiunboiaediquelchefainunapiazzapubblica.Misembra
propriofosseaParigi,manonricordoseambientatoprimaodopolarivoluzionefrancese.In
pratica giustiziano pubblicamente un condannato, seguendo una specie di protocollo di
torture,unritualeacuiassistonotutti,pubblico”.
159
La terza fase della “messa in azione del sapere” fa riferimento ad una considerazione
dell'insegnante sul modo di trasporre narrativamente il concetto di diseguaglianza. In
particolaresievincelastrategiadioffrireunadescrizionequasianeddoticadialcunepratiche
rountinariedeinobiliedicontrapporleallavitamiseridelpopolo“Vediamo.Loancoriamoa
tuttaunaseriedi aneddoti, il fattocheil bagnochesi facesseunavoltaall’anno, unaltro
aneddotosuiprofumi,natipercopriregliodorideinobili,leparruccheconspilloninecessaria
togliereipidocchi,gli,abitisontuosichenascondevanociòchec’eradinegativo,unasocietà
d’apparenzanondisostanza,ilsaccodipulcicheledonnetenevano,tuttielementichedanno
unquadrodellasocietàdeinobili.Ipoveriinvecedobbiamofarlivederenellecondizionidi
miseria,nonicittadini,cioèanche,maipoveridellecampagne”.L'insegnantemostralascelta
diesemplificareilconcettodidiseguaglianzaanchedall'utilizzodelverbo“farlivedere”per
rappresentarelavitadellapoveragenteespiegarecosìlamodalitàconcuirendereefficacela
percezionedelladistanzaconinobili.
La quarta fase si riferisce alle strategie retoriche che l'insegnante intende utilizzare per
renderecoinvolgimentolatramadelracconto.Perfarequestoritienenecessarioinserirenel
raccontodeglielementiritenutiintriganti“Nonso,intrigo.Perdire,lacosadellatortura,cioè
dell'usodellatorturaperestorcerenotizieepergenerareunclimaditerrore.Questoaspetto
sicuramentegliattrae,vorrebberocapirecosac'èdietro,scoprireleragionierisolvereilcaso,
farebbero un sacco di domande.” In un passaggio successivo l'insegnante delinea alcune
ipotesidiazionidafarcompiereaipersonaggi,inquestocasoainobili,chedianoevidenzadel
clima di tensionee paura che connota la vita di corte a Versailles: “Andiamosempre sul
comportamento: come si comportano il sovrano, i nobili che lo circondano? I nobili che
bisbigliano,checriticanoeapartiredaquellolororagionanosulperchédeicomportamenti,
alloraarrivanoadirequalcosamistavenendoinmenteadesempio,maseancheunnobile
bisbigliaall’altro:“ètardissimotemevodinonarrivareintempoperilbagno?Avreirischiato
tantissimo”Lorosi chiederannoil perchédiunapreoccupazionecosì ridicolaesi faranno
domande. Possiamo fare, tipo, gli hanno confiscato un castello, perché io non vorrei che
fosseroinvenzionitroppofantasiosesennònoncicredono,losoperchéquandofaccioDante
locapiscoquandocicredonoono,peròiopensocheineffettiquestopotereassolutofosse
una sorta di prigione e costrizione, perché, adesso che ci penso, lui aveva inviati che
prelevavanosoldi”.
Laquantaeultimafaserelativaalla“messainazione”delsaperefariferimentoadunasintesi
chel'insegnanteoperaallafinedellasecondaintervistaechehalafunzionediriassumerele
160
sceltaazionalicompiute:“Possiamofarecosì,ilbambinoèunodeivalletti,unochevieneda
fuori,cheècresciutoincampagna,povero,cosìvedonoladifferenza,descriviamoprimalavita
chefacevachedicevamoprima,chelovengonoaprendere,unrapimentochealorointriga,
chiederannocosesicuro;poilosfarzodellareggia,lasuavitalìconglianeddotichecisiamo
detti, il profumo,leparrucche.Dobbiamoperòtrovareunmodoperfarlouscire,perfarlo
scappare;facciamochesiinfilainuncarrodiunprofumiereodiqualchealtrocommerciante
che arriva a Versailles per vendere i propri prodotti. Il concetto ce l'hanno. Lo sfarzo, le
migliaiadipersonecheportavanociboequalsiasicosaancheinutileaVersailles”.
Analisicategoria5:Messainsituazionedelsapere
Rispettoallacategoriadella“messainsituazione”,sonopresentiduericorrenzeneltestodelle
dueinterviste;Unaprimaconsiderazioneèdariportareriguardaunpassaggioanalizzatonella
categoria precedente relativo alla scelta, compiuta all'inizio della prima intervista in
profondità,dellareggiadiVersaillescomeambientazioneincuisvolgereilracconto.Inquella
sedesierasottolineatoillegameconlastrutturazionedellatramadelracconto,mentreorasi
intendeevidenziareilcaratteresituatodacuiprendeavviolanarrativizzazionedelsapere:
“Allora,quellochehoèpensatoèche,unraccontoambientatonelsettecentosipotrebbefarlo
aVersaillesevedereladifferenzatrainobili–ioquestacosalafaccioabbastanzainsomma,
cioè io quando faccio l’assolutismopartodalla reggia di Versailles. Di solito la descrivoe
descrivoanchelaFrancia”. L'insegnanteutilizzail verbo“ambientare”perdefinireilprimo
trattoqualitativodelraccontoeloaccostaalverbosuccessivo“vedereladifferenza”quasia
voleresplicitarel'ideadicostruireunamodalitàconoscitivaditiposituatoepercettivo.
Unsecondoelementoriguardalaselezionedellascenadell'esecuzionepubblicaindividuata
dall'insegnanteinrelazioneall'elaborazionedeiconcettiilluministidilibertàegiustizia:“Miè
anchevenutoinmentediunacronacadellaFranciadell’Ottocentoincuisiparladiunboiaedi
quel che fa in una piazza pubblica. Mi sembra proprio fosse a Parigi, ma non ricordose
ambientatoprimaodopo la rivoluzionefrancese. Inpratica giustizianopubblicamenteun
condannato, seguendounaspecie di protocollo di torture, un rituale a cui assistonotutti,
pubblico”.Lasceltadellafonteèattivatadalricordodell'insegnantedellascenapiùchedalla
tramadell'episodio;taleaspettoconfermailmeccanismoevidenziatoconlaprimaoccorrenza
inbasealqualel'insegnanteindividuagli elementidainserirenelraccontoinfunzionedi
alcuniscenarichesonorimastiregistratinellamemoria
161
Analisicategoria6:Messainprospettivadelsapere
Le occorrenze della categoria “messa in prospettiva” del sapere fanno riferimento a due
differentiaspetticheconsentonodidettagliarelemodalitàconcuil'insegnanteoperanella
sceltadeiprotagonistidelraccontoedeipuntidivistadautilizzarepermediarel'incontrotra
studentiesapere:a)illegameconleconoscenzegiàaffrontate;b)illegamecongliobiettivi
disciplinari.
Riguardo al primo elemento, si può osservare che la scelta del personaggio protagonista
rispondeaduncriteriodiordinestoriografico,cosìcomeerastatosottolineatonelpercorso
sulMartinLutero;l'insegnantesottolineainfattilanecessitàdiindividuareunpersonaggio
che possa riassumere al suo interno i conflitti sociali del periodo: “Dobbiamo trovare un
personaggio,unborghesepariginoabbiamodetto.Maperchéinvece,mivieneinmenteora,
nonpotrebbeessereunocheforniscequalcosaaVersailles?Cioè,portiamolisuVersaillesche
giàlosanno”;ilsecondoaspettocheemergedall'analisideltestosiriferisceadunelemento
correlatoaquantoappenaosservatoe,piùnellospecifico,fariferimentoadunsecondoordine
di motivazione sulla scelta del personaggio bambini: “Uno che produce qualcosa, un
profumierechehasbagliatoqualcosatantoperdimostrarel’assurditàdellapenaepoivisto
dagli occhi delbambino. Facciamochequestosiavistodaunbambinochenoncapiscele
ragioni,perfaremergereancoradipiùl'assurdità.”Lasceltadelpersonaggiobambinoedel
relativo punto di vista per descrivere le scene e raccontare la vicenda è funzionale, per
l'insegnante, a generareuneffetto di “assurdità” e spiazzamentoutile all'elaborazionedel
concettodi“diseguaglianza”.Unasecondaoccorrenzaconsentedimetteremeglioafuocola
strategiadell'insegnantediusareilpuntodivistadiunbambino,anagraficamentevicinoagli
studenti,perfavorireeffettidispiazzamentorispettoaicontenutidisciplinariesemplificati:
“Possiamofarecosì,ilbambinoèunodeivalletti,unochevienedafuori,cheècresciutoin
campagna, povero, così vedono la differenza, descriviamo prima la vita che faceva che
dicevamoprima,chelovengonoaprendere,unrapimentochealorointriga,chiederannocose
sicuro”
Analisicategoria7:Funzioneeusodelmediatoredidatticonarrativo
Nelleintervisteinprofonditàdedicateallaprogettazionedelraccontosullariformaluterana,
visonoalmenoquattrotipologiedioccorrenzeincuièpossibileindividuaredelleconnessioni
coniprocessidiriflessioneanticipatoriaedisimulazionedellesituazionididattiche.
Il primo aspetto riguarda la funzione di supportare delle affermazioni e delle scelte
162
riguardantilaprogettazionedelracconto.Nelpassaggioseguentesipuòosservare,attraverso
lapresenzadiinterrogativedirette,deltempopresenteediscambicomunicativiriportati,la
presenzadimeccanismisimulativimessiinattodall'insegnante:“Seiochiedo:intuttiipaesi
doveandatec’èuguaglianza?Uomo,donnac’èuguaglianza?SepensiamoallaCristoforettie
alladonnaarabachenonpuòandareafarlaspesadasola'.Dico'ehragazzi?Cosac’è?Cosa
manca? Pensate alle vostre mamme che non possono prendere le macchine per
accompagnarvi a scuola'. Loro mi rispondonosu questo lo so; non fanno il collegamento
diretto con l'Illuminismo perché non ce l'hanno come argomento studiato, ma lo dicono
perchélovedonointv,perchélohannoascoltatodaqualcheparte,cioèlovedonotuttiigiorni.
“Einfattiiodicodell’illuminismo,quandochiedomasecondovoicisonoquestiprincipinel
mondo e la risposta è no! Ed è lì il problema fondamentale perché se veramente questi
principi fossero tutelati e rispettati il mondo sarebbe certamente diverso e i rapporti tra
occidenteeorientepure."
Una seconda funzione delle simulazione riguarda la rappresentazione delle modalità
didatticheabituali,caratterizzate,inquestocaso,dascambidialogicitrastudentieinsegnante:
“DisolitoladescrivoedescrivoanchelaFrancia. LaFranciadel ‘700ècosì: 28milionidi
abitanti–senonsbaglio–27.700.000dipoveraccie300.000nobiliealtoclero.Secondovoi
soncontenti?”
La terza funzione è da mettere in relazione con la funzione giocata dalla simulazione di
consentire l'elaborazione di ipotesi progettuali: “Ad esempio se noi gli scriviamo potere
assoluto, diseguaglianza, disciplinae tutti i concetti cheabbiamodetto, comese noi glieli
scrivessimoedifiancolorodovesseroscrivereunafrasericavandoladadovesinotaneltesto,
rovesciandooètroppofacile?Quindilapotremmoimpostarecosì,cheruolohailsovrano?
comesicomporta”.Inquestopassaggiosinotacomeleinterrogativefinaliel'utilizzodiforme
verbali al modocondizionesvolge il ruolodi elaboraredelle lineeprogettuali possibili: “I
nobili che bisbigliano, che criticano e a partire da quello loro ragionano sul perché dei
comportamenti,alloraarrivanoadirequalcosamistavenendoinmenteadesempio,mase
ancheunnobilebisbigliaall’altro:“ètardissimotemevodinonarrivareintempoperilbagno?
Avreirischiatotantissimo”Lorosichiederannoilperchédiunapreoccupazionecosìridicolae
sifarannodomande”
L'ultimoaspettocheemergedall'analisidellapresentecategoriariguardalaconsiderazionee
l'anticipazionedi possibili effetti di ordinedidatticoattraversol'attivazionedi meccanismi
simulativi:“Diranno'maprof,comeèpossibile?Maseisicura?Saràvero?'Perquellochedico
163
chedeveesserecredibilesennònonliprendiamo.PoivaaParigievedel'esecuzioneesu
questosiprendono.”L'insegnantesimulaledomandedeglistudenti(utilizzandoundiscorso
diretto e delle interrogative) e in base a questo elabora un'affermazione a sostegno
dell'utilizzonelraccontodiavvenimentiritenutidaglistudenticredibili.
164
CONCLUSIONI
Il presentepercorsodi ricercaha intesooffrire uncampodi sperimentazioneempirica al
fenomenodella simulazione incarnata e di situarlo all'internodi una cornice pedagogico‐
didatticadedicataallaformazionedegliinsegnanticonilpropositodiosservarneglieffettiin
relazioneatrequestionididatticheinterconnesse:inprimoluogo,alladefinizionestessadella
simulazioneincarnatacomemetodologiadiformazionedegliinsegnanti,dalmomentochela
ricognizionedelleletteraturahaevidenziatolamancanzadiunaelaborazioneteoricaditale
pratica narrativa nei contesti di insegnamento‐apprendimentoi; il secondo obiettivo si
riferiscealladescrizionedellastrategiaditrasposizionedidatticacaratterizzatautilizzatanei
laboratoridiprogettazionedidattica(limitatamenteallatrasformazionedelsaperesapientein
sapere da insegnanre) e descritta nel corso della ricerca nei termini di un processo di
narrativizzazione del sapere; infine, la terza questione riguarda la considerazione della
scritturafinzionale,direttaallacreazionedieffettidisimulazioneincarnata,inrelazionealle
sviluppodicompetenzediprogettazionedidatticadapartedegliinsegnanti.
Unadefinizionedisimulazioneincarnatanellaformazionedegliinsegnanti
Siconsideriorailprimoobiettivo.Inbaseallaricercacondottaeairisultatidell'analisideidati
èpossibilefornireunacaratterizzazionedettagliatadelfenomenodellasimulazioneincarnata
all'internodelcontestodeilaboratoridiprogettazionedidattica.Siriproponeladefinizione
elaboratanelcapitoloinizialedellavoroalfinedioperareunconfrontoanaliticoconirisultati
dellaricerca.
1. La simulazione incarnata è un'esperienza cognitiva e corporea caratterizzata da
un'attivazionepercettivaesenso‐motoriadelsoggetto,finalizzataallacomprensione
dellealtrui azioni e intenzioni eresapossibiledagli effetti generati dall'interazione
dialogicadiunaseriedistrategiedicomposizionenarrativa(focalizzazioneinterna;
granularità) con i vissuti e l'immaginario culturale di colui che partecipa a tale
esperienzacomelettore/ascoltatoreeconilcontestoallestitoperlasuarealizzazione.
L'ipotesi formulatanei capitoli iniziali ritieneche l'attivitàdi costruzionedi unmediatore
narrativoingradodigenerare,nell'azionedidattica,l'esperienzadellasimulazioneincarnata
può, a sua volta, favorire l'attivazione di processi simulativi da parte degli insegnanti. I
165
risultatidell'analisideidatidelleintervisteinprofonditàmostranolapresenza,intuttietrei
percorsirealizzati,diquattrofattoririconducibiliall'azionesimulativadurantelacostruzione
del mediatore narrativo‐immersivo; due relativi alla modalità conoscitiva usata dagli
insegnanti (la simulazione dell'azione didattica; l'attivazione di meccanismi di riflessione
anticipatoria);duerelatiiviagliaspettinarrativiconsideratinellaprogettazionedelracconto
(la granularità nella costruzione degli scenari; l'utilizzo dei personaggi come strategia
immedesimativa). Per questaragionesi ritienedi poter confermare la validità dell'ipotesi
elaborata e, posti i termini generici concui è stata descritta, di poter fornire un'ulteriore
specificazione.
Inrelazioneallamodalitàconoscitivaattivatadagliinsegnanti,sirilevalapresenza,indiversi
momentidelleinterviste,diprocessidisimulazionedell'azionedidattica.Irisultatidell'analisi
delle interviste hanno permesso di individuare quattro funzioni principali nell'uso della
simulazionedell'azionedidattica:laprimafunzioneriguardaunruolodisupporto“empirico”
rispettoalleaffermazioniedellescelteriguardantilaprogettazionedelracconto;laseconda
funzione si riferisce alla rappresentazione di modalità didattiche abitualmente allestite
dall'insegnante;laterzafunzioneriguardalapresentazionediipotesiprogettualiillustratein
termini “pratici” e “scenici” dall'insegnante; l'ultima funzione fa riferimento alla
considerazioneel'anticipazionedipossibilieffettinell'azione.
Relativamenteall'attivazionedimeccanismidiriflessioneanticipatoria,descrittinelcapitolo
quattro del presente lavoro come tratto riflessivo qualificante la scrittura finzionale, si è
riscontrata la presenza in tutti i laboratori di progettazione didattica realizzati e il
contemporaneo utilizzo come strategia di valutazione dell'azione didattica progettata e/o
ipotizzata.Insintesi,sipuòaffermarecheildispositivoformativoallestitoattornoapratiche
diprogettazionedidatticaditipofinzionaleenarrativofavorisconounduplicemeccanismo
previsionale(Rivoltella,2014)connotatodalladialetticaimmersione/distanziamento(Rossi,
2012) e diretto, da un lato, a percorrere percettivamente l'azione didattica ipotizzata e,
dall'altro a concettualizzarla attraverso meccanismi riflessivi che ne favoriscono la
comprensione.Lascritturanarrativafinzionalepuòesserecosìintesacomeunastrategiache
favorisce,nellaprogettazionedidattica,laprevisionedegliesitididatticiedelle“discrepanze
tra il funzionamentoprevistoequello reale” (Rossi, 2012)e, conseguentamente, comeun
dispositivodautilizzarenellaformazionedegliinsegnantiperlapromozionedicompetenze
progettualiedianalisidellepratiche.
166
Ladescrizionedeitreprocessiallabasedellanarrativizzazionedelsapere
Volgendo ora l'attenzione al secondo dei tre obiettivi della ricerca, relativo alla
caratterizzazionedelprocessodinarrativizzazionedelsaperemessoinattoneilaboratoridi
progettazionedidattica,èpossibileosservareduerisultaticomplementari:a)ilsuperamento
deilimititraspositivinelpassaggiodasaperesapienteasaperedainsegnante;b)unaseriedi
elementi di regolaritàpresenti nelleazionitraspositivedelleinsegnanti checonsentonodi
individuareunamatricecomunenella“narrativizzazionedelsapere”.Inrelazionealprimo
risultatosirilevachel'ipotesielaboratanelsecondoeterzocapitolorelativamentealruolo
delle strategie narrative di trasposizione didattica nel limitare le criticità proprie della
trasformazione del sapere sapiente in sapere da insegnare (“spersonalizzazione” e
“artificialità” del sapere: Verret, 1979; Chevallard, 1985; Martinand, 1986)è confermata. I
fattorichesièosservatopresentanounamaggiorerilevanzanelsuperamentodiquestilimiti
riguardanoi treprocessi di narrativizzazionedelsapere: lamessainazionedelsapere; la
messa in situazionedel sapere; la messa in prospettiva. Si osservi quindi nel dettaglio la
caratterizzazione conclusiva che è possibile delineare di tale procedimento traspositivo
sperimentatoneitrelaboratoridiprogettazionedidattica.
Lamessainazionedelsapere,descrittaincontinuitàconlateoriaenattivistadellaconoscenza
(Holton,2010;Gallagher&Hutto,2008),haagitoattraverolaprogressivacostruzionediuno
schema azionale – l'insieme di pratiche situate – alla base dei concetti selezionati dagli
insegnanticomeobiettividiapprendimento.Nellacostruzionedeiraccontigliinsegnantisono
stati portati, attraverso l'azione del dispositivo di progettazione narrativo, a fornire
un'esemplificazione di tale contenuto astratto attraverso la ricostruzione delle pratiche
sottostantiemedianteunadescrizione,gradualmentesemprepiùdettagliata,delleazioniche
locaratterizano.
Lamessainsituazionedelsapere,processoelaboratoinrelazionealconcettodigranularità
narrativa (Herman, 2009), ha favorito la contestualizzazionedelle azioni selezionate dagli
insegnantiinscenaridettagliatiecircoscrittidaunpuntodivistaspazio‐temporale.Inoltre,
tale processo si è strutturato a partire dall'inserimento nei racconti di elementi di tipo
sensoriale che hanno consentito l'attivazione, anche negli insegnanti durante le fasi di
scritturadelracconto,dimodalitàconoscitivepercettive,inlineaconquantoaffermatonei
capitoliiniziali(Nöe,2004).
Infine,rispettoallamessainprospettivadell'azione,occorrerilevarecheifattoriricorrenti
individuati nei tre laboratori di progettazione didattica fanno riferimento a due strategie
167
complementari messe in attodagli insegnanti: la costruzionedi personaggi e protagonisti
facilmente riconoscibili dagli studenti (specialmente per vicinanza anagrafica e per una
caratterizzazionefisicaepsicologicaparticolarmentemarcata);l'utilizzodielementinarrativi
funzionaliagenerareeffettiimmersivieimmedesimativi,comelasceltadellaprimapersona
singolarepernarrareglieventielefocalizzazioniinterneagliscenari.L'usoditalistrategieha
consentito agli insegnanti di operare una considerazione puntuale di alcune variabili che
influenzano l'efficacia della progettazione didattica legate, più nello specifico, alla
tematizzazione del senso per gli studenti (De Vecchi & Carmona‐Magnaldi, 1996); gli
insegnantihannoriconosciutocheilprocessodicostruzionedelpersonaggiohafavoritola
valutazionedellecomponentinonformalidelsaperedeglistudentielavalorizzazionedelle
esperienzeextra‐scolastiche.Inoltrelasceltadiunpuntodivistaspecificoepercettivamente
caratterizzatohaconsentito,secondogliinsegnantieinbaseairisultatidelleanalisideidati,
diportareun'attenzionedettagliataaiprocessicognitivideglistudentinellafasediascoltoe
interpretazionedelraccontooggettodiprogettazione.
Letrefasidellanarrativizzazionedelsapereeglielementididatticicorrelati
Inrelazioneaitreprocessioradelineatioccorreillustrarelelineedicontinuitàrilevatenella
costruzione dei racconti e descrivere le fasi che hanno caratterizzato il procedimento di
narrativizzazionedelsapere.Intuttietreilaboratoridiprogettazionesièassistitoallamessa
inoperadiunanalogoschemaoperativo,sintetizzabileintrefasisuccessive:unmomento
inizialedi messaafuocodeitemiedeinuclei concettuali delladisciplinachecorrisponde
all'individuazionediunoschemaazionale–odiunatrama–delracconto;inquestafasesono
emerseconparticolarerilevanzaleconcezionidegliinsegnantirelativeallapropriavisione
della disciplina (i temi ritenuti più significativi) e alla propria “filosofia educativa” sulla
disciplina(leragioniditalesignificatività).Unasecondafasecaratterizzatadalladefinizione
puntualedegliobiettividiapprendimentoedallacorrelataconsiderazionedelleconoscenze
degli studenti, sia quelle curricolari acquisite nel corso dell'anno scolastico, sia quelle
informali;questafase,inoltre,corrispondeadunapiùdefinitastrutturazionedellatramadel
raccontoeallamessainsituazionedelleazioniindividuateinprecedenza,condottaapartire
daunadialetticacontinuatragliscenaripropridelsaperedisciplinareeleesperienzedegli
studentiadessivicini.Unaterzafase,incuisidettaglianolediversescenedelraccontoesi
operanolescelterelativealpuntodivistadacuiriportarelavicenda,contraddistintadauna
attenzionespecificaaglieffettinarrativiconcuicoinvolgereglistudentieattivareiprocessi
168
interpretativi.Èinquestimomentifinalidelprocessodinarrativizzazionedelsaperechegli
insegnantisiconcentranoconparticolareaccuratezzasuiprocessicognitivicheglistudenti
sono chiamati a operare nell'ascolto nel racconto, operando delle simulazioni dell'azione
didatticaprogettatafunzionaleavalutarnel'efficacia.
Insintesi,sipuòsostenerecheilprocessodinarrativizzazionedelsaperemessoinattodagli
insegnantipertrasformareil saperesapienteinsaperedainsegnare,haagitoindirezione
dellaricostruzionediquantoMartinand(1986)definisceconilconcettodi“pratichesocialidi
riferimento” e, quindi, di una efficace ricostruzione del contesto d'uso del sapere e della
struttura esperienziale in cui è inserito (con la rete di dinamiche e intenzionalità che lo
supportanoeconipersonaggichehannocontribuitoagenerarlo)funzionaleasuperareil
caratterediartificialitàchecontraddistingueilsaperedainsegnare(Chevallard,1985).Lefasi
dicuisicomponelanarrativizzazionedelsapereconsentonoinvecedirilevareunagradualità
nella considerazione dei fattori didattici che agiscono nella costruzione del sapere da
insegnare e permettono di delineare alcune caratteristiche del dispositivo narrativo di
progettazione: a) l'attivazionedi strategie indirette per far emergere la filosofia educativa
dell'insegnanteeperrappresentarlainformedisaperesituatoepratico;b)lafunzionedi
correlare l'individuazione degli obiettivi di apprendimento al mondo esperienziale degli
studenti; c) l'attenzione rivolta alla valutazione dei processi cognitivi degli studenti nella
costruzionedelsapere.
Losviluppodellecompetenzediprogettazionedidatticadegliinsegnanti
Ilterzoeultimoobiettivodelpercorsodiricerca,riguardantelosviluppodicompetenzedi
progettazionedidatticadapartedegli insegnanti, è damettere inrelazionecongli aspetti
ricorrentichegli insegnanti stessi hannoevidenziatodurantei laboratori di progettazione
didatticaenelleintervistesemi‐strutturatefinalidianalisicondivisadeidatidellaricerca.Tali
aspettipossonoesserericondottiaquattroareeprincipaliesonostrettamenteconnessicon
quantoosservato nelle tre fasi di narrativizzazionedel sapere: a) il ruoloesercitato dalle
esperienzepersonalidegliinsegnanti;b)ladefinizionedellapropriafilosofiaeducativaedella
propria concezione disciplinare del sapere; c) la considerazione delle esperienze extra‐
scolastichedeglistudenti;d)laconsiderazionepuntualedelleconoscenzedeglistudenti(pre‐
conoscenze;mis‐conoscenzeeconoscenzeformali acquisite)edeiprocessicognitivi chele
mobilitano.
In primo dei quattro elementi si riferisce al riconoscimento da parte degli insegnanti,
169
avvenuto in tutti e tre laboratori di progettazione, dell'azione esercitata dalla proprie
esperienzepersonali nella costruzionedei racconti: numerosi sono infatti i riferimenti ad
esperienzelegateallavitaprofessionaleoextra‐professionaledegliinsegnantiutilizzatinella
costruzionedeiraccontiediversiimomentiincuigliinsegnantistessiattribuisconovalorea
taleaspetto.Taleelementopuòesseremessoinrelazioneadunprocessodiattribuzionedi
significatodegliinsegnantirispettoalsapereoggettoditrasposizionedidattica,analogamente
aquantosiaffermarispettoalsensoperglistudenti(DeVecchi&Carmona‐Magnaldi,1996):il
legamepersonaleconilsapere,mediatodalraccordoconesperienzevissutedirettamente,è
riconosciuto dagli insegnanti come un fattore decisivo per una progettazione efficace dei
raccontidaleggereaglistudenti.
Ilsecondoelementoriguardalafunzionedellascritturafinzionalenarrativadifaremergere,
conparticolareevidenza,alcunitrattidella “filosofiaeducativa”dell'insegnanterispettoalla
disciplina(Shulman,1987)e,inparticolare,allefinalitàattribuitealsaperedisciplinareealle
modalità di insegnamento abituate. Come si è osservato nella descrizione delle fasi di
narrativizzazionedelsapere,taleaspettoemergeinformediscorsiveibride,incuisilegano
elementiesperienzialidellapraticadidatticaaconsiderazionidiordinepiùriflessivo.Piùnel
dettaglio,sièosservatalapresenzacontemporanea,nellediverseoccorrenzeditaleaspetto,
di un intricato insiemedi livelli discorsivi (livello dell'azione didattica; livello concettuale
legato al sapere disciplinare) e di connessioni tra diversi fattori didattici (le finalità della
disciplinastorica;ilruolodell'insegnantenellamediazionedidattica)checonsentediritenere
ildispositivonarrativodiprogettazioneun'efficacestrategiaindirettaperindagarelafilosofia
educativadell'insegnante.
Ilterzoequartoelementosiriferisconoconmaggioredettaglioagliaspettidellaprogettazione
didattica legati all'apprendimento degli studenti; il terzo elemento fa riferimento alla
considerazione da parte degli insegnanti delle esperienze significative degli studenti
(scolasticheo extra‐scolastiche). Comeosservato in precedenza, tale aspetto, strettamente
connessoallaquestionedelsensoperglistudentineiprocessidiapprendimento(DeVecchi&
Carmona‐Magnaldi,1996),ètematizzatodagliinsegnantiinrelazioneallasceltadelleazionie
degli scenari incuisituare il sapere. Alla lucedeirisultati rilevati si puòsostenerechela
creazione di mediatori didattici narrativi da parte degli insegnanti favorisce la messa in
relazionedeicontenutidisciplinariconilmondoesperienzialedeglistudenti.
Ilquartoelementosiriferisceallavalutazionedaparteinsegnantidelleconoscenzedicuigli
studentisonoinpossesso(formalieinformali)eallaparallelaconsiderazionedeiprocessi
170
cognitiviincuitaliconoscenzesonomobilitate.Sièosservatochequestidueelementisono
messiinrelazioneattraversomodalitàdisimulazionedell'azionedidattica,incuil'insegnante
elaboradelleprefigurazionialfinedivalutarel'adeguatezzadellescelteprogettuali.
Limitidellaricerca
Primadidescriveregliaspetticonclusivirelativiaitreobiettiviorarapidamenteevidenziati,
occorre tuttavia considerare i limiti della presente indagine affinché si renda possibile
circostanziare i risultati e le possibili prospettive di sviluppo all'interno di un quadro di
significatività coerente con il disegno metodologico adottato e adeguato all'ambito di
sperimentazione in cui si è lavorato: la formazione delle competenze di progettazione
didattica degli insegnanti. Escludendoda tale riflessionegli aspetti legati alla difficoltà di
generalizzazionedeirisultati,discussiapprofonditamentenelcapitoloquartoinriferimentoai
criteridirigoreerilevanzascientificadellaricerca‐formazioneeallanecessitàdirivolgere
attenzioneall'obiettivodiproduzionediunateoria–ediunageneralizzazione–locale,in
grado anzitutto di produrre una trasformazione delle pratiche oggetto di studio, si
sottolineano due elementi che contribuiscono a limitare la significatività della presente
ricerca:larelazionetralecompetenzenarrativedegliinsegnantiel'efficaciadellepratiche
narrativemesseinattoneilaboratoridiprogettazionedidattiche;l'applicabilitàdellestrategie
ditrasposizionedidatticainaltricontestididatticie,dunque,ilvaloreditrasferibilitàdella
dellaricerca.
Rispettoal primofattoreoccorrerilevare, in continuitàconquantosostenutonel capitolo
quarto rispetto al criterio del “campionamento mirato” (Patton, 1980) e del purposeful
sampling(Merriametal.,2002)nellaselezionedeipartecipantiallaricerca,chel'interessedei
dueinsegnantineiconfrontidellascritturanarrativael'abilitàdimostratanellarealizzazione
dei laboratori di progettazione didattica hanno certamente favorito una migliore
focalizzazionedellavororispettoagliobiettiviconcordati,maalcontemponehafortemente
connotatogliesiti.Inparticolare,ciòchelastrutturadelpresentelavorononhaconsentitodi
esaminareanaliticamenteèl'influenzaditalevariabile–lecompetenzenarrativeediscrittura
finzionale degli insegnanti – nel processo di trasposizione didattica di tipo narrativo. Per
questa ragione, nell'ottica di un eventuale sviluppo della linea di ricerca intrapresa
riguardantelecompetenzeprogettualidegliinsegnanti,ècertamentenecessariaunarigorosa
tematizzazione di tale fattore e, più nello specifico, la predisposizione di condizioni
metodologiche che consentano di individuarne la rilevanza già nella fase di selezione dei
171
partecipanti.
Ilsecondofattoredilimitazionepresentadiverseconnessioniconquantoappenasostenutoe,
piùingenerale, conalcuniaspetti tipici dellastrategiadellaricerca‐formazione(Magnoler,
2012).Comesièdescritto,illavorosvoltoneilaboratoridiprogettazionedidatticainmaniera
individuale tra ricercatore e insegnante ha consentito l'attivazione di processi di tutoring
estremamentedettagliati rispettoalle questioni oggettodi indagine; tali aspetti legati alla
consulenzadidatticadelricercatore–spessodedicataagarantireunaefficacecostruzionedel
mediatore didattico di tipo narrativo – hanno probabilmente contribuito, sul piano della
trasposizionedidattica,adeterminarelaqualitàdelprocessodinarrativizzazionedelsaperee,
sulpianomotivazionaledeipartecipanti, a favorireuncoinvolgimentopersonale.Anchein
relazioneallatrasferibilitàdellaricercaindifferenticontestidiformazionedegliinsegnanti,è
necessarioelaborareunavalutazionerigorosaapartiredanuovesperimentazionedellalinea
diindagineavviata.
Questioniaperteeprospettivedisviluppo
Inconclusione,èpossibileindividuarealcuneconnessionidelpresentelavoroconlelineedi
ricerca più recenti nell'ambito della formazione degli insegnanti e, in questo modo,
identificare delle possibili prospettive di sviluppo in grado di approfondire le questioni
delineate nella ricerca presentata in queste pagine. Una prima questione di particolare
rilevanzariguardal'ambitodiindaginesullecompetenzediprogettazionedegliinsegnantie,
in particolare, in relazione ai quei contributi che hanno evidenziato la necessità di
approfondire l'utilizzodidispositivisimulativinellaformazionedegliinsegnanti(Rivoltella,
2014; Rossi, 2012) muovendo da presupposti di matrice enattivista nella definizione dei
processi conoscitivi. I risultati della presente ricerca hanno confermato l'adeguatezza
dell'utilizzodidispositiviformativibasatisullascritturafinzionalenelpromuovereprocessidi
prefigurazionedell'azionemediantemodalitàsimulativee,piùnellospecifico,attraversola
messa in atto della dialettica immersione/distanziamento nei processi di riflessione e
concettualizzazionedellapraticadidattica.Allaluceditalirisultati,siritienerilevantedirigere
talelineadiricercainduedirezionicompletamentari,diseguitodettagliate.
Laprimatraiettoriadiricercasiriferisceall'obiettivodidefinireconunmaggioregradodi
dettaglio la qualità dei processi simulativi degli insegnanti, sia rispetto alla progettazione
didattica,siainrapportoall'analisidellapraticadidattica(comeavvengono;inrispostaaquali
sollecitazioni; a quali fattori sono connessi). In particolare, un ambito di indagine che
172
necessita di essere approfondito riguarda la caratterizzazione della particolare modalità
riflessiva attivata nei processi simulativi, nel presente lavoro accostata alla “riflessione
anticipatoria” teorizzata da Conway(reflection for action; 2001), e la relazione con le più
codificatemodalitàdiriflessionesull'azione(reflection on action)ediriflessioneinazione
(reflection in action). Occore individuare le realzioni tra queste tre modalità riflessive,
comprendernelediversefunzionieindagarnel'efficacianellaconcettualizzazionedell'azione,
ma, ancor prima, interrogarsi sulle strategie per favorirne una adeguata attivazione. Si è
potutoosservarechelascritturafinzionalepuòessereritenutaunastrategiaparticolarmente
idoneaaquestoscopo.
Lasecondatraiettoriadi ricercafariferimentoall'allestimentodidispositividiformazione
degliinsegnantichesianoingradodiintegraremodalitàdisimulazionedellapraticadidattica
(caratterizzatedallariflessioneanticipatoria)all'analisidellapraticadidattica(caratterizzata
dalla riflessione sull'azione) che vanta una tradizione di studi che ha raggiunto notevoli
risultati (Altet, 2002; Magnoler & Sorzio, 2012). Ciò che si è osservato dall'analisi dei
laboratori di progettazione didattica si riferisce all'efficacia di utilizzare strategie
complementari di analisi dellepratiche inmododapoterricostruireinmanierapiùnetta
l'intenzionalitàdell'insegnante.Taleefficacia,siipotizza,risiedenellapossibilitàdimetterein
strettaconnessionelapraticadidatticaprogettata(livellodeldichiarato)elapraticadidattica
agita e di favorire in questo modo una consapevolezza rispetto all'azione delle diverse
componentidellaprofessionalitàdell'insegnante.Inunasiffatacorniceformativaacquisiscono
particolareimportanzaglistrumentididocumentazionedellepraticae,piùnellospecifico,
quelliingradodirestituirelacomplessitàdeilivelliprofessionalicheagiscononellafasedi
progettazione.Intalsensolascritturafinzionalesièosservatochepuòrappresentareuno
strumento indiretto di documentazione particolarmente adeguato a far emergere le
dimensioni professionali implicite legate alla “filosofia educativa” dell'insegnante e a
raccordareleprefigurazionimesseinattodagliinsegnantirispettoaiprocessicognitividegli
studenticonl'effettivoraggiungimentodegliobiettividiapprendimento.
Rispettoalleduedirezionidiricercaindividuate,puòesseresignificativoampliareilcampodi
sperimentazionedeidispositivinarratividiprogettazionedidatticaevalutarnel'applicazione
incontestidiformazionecaratterizzatidallapresenzadiunnumeropiùelevatodiinsegnanti
(cosìdavalutarnel'efficaciaincontestiformativipiùcomuniediosservarnecosìilvaloredi
trasferibilità)ediinsegnantidiordiniscolasticidifferenti(inmodadaosservareledifferenze
sopratuttorispettoall'ambitoscolasticodellaprimaria).
173
Lasecondaeultimaquestionerelativaallosviluppodiprospettivediindagineconnesseagli
elementi risultati dal presente lavoro riguarda le competenze narrative e letterarie degli
insegnantie,insensopiùampio,ildialogotraambitidisciplinaridifferentinellaricercasulla
formazionedeidocenti:daunlatoquellodelladidattica;dall'altroquellodeglistudinarrativi
edellaletteratura,conparticolareriferimentoall'areadistudiosullecompetenzediscrittura
narrativa.Ilpresentelavoromuovedall'ideachelapromozionedellecompetenzeletterariee
narrative degli insegnanti si riverberi positivamente in diversi ambiti dello sviluppo
professionaledell'insegnante–dallepratichedidocumentazionedell'azione,allecompetenze
di progettazione – e contribuisca a delineare una professionalità complessa, in grado di
recepire le sollecitazioni più recenti della ricerca, ad esempio sulle capacità previsionali
(Rivoltella, 2014), e capace di interagire con efficacia nei contesti scolastici in continua
mutazione.Èpertaliragionichesiritieneopportunoproseguireillavorodiavvicinamentotra
didatticaestudiletterariavviatoinquestasedeepromuoverepercorsidiricercachesappiano
coglierestimoliesuggerimentidaentrambeletradizionicosìdageneraresoluzioniineditee
originali.
174
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184
ALLEGATI
Allegato1:Raccontoapparatodigerente
Parteprima
“Certocheditenoncisipuòmaifidare!!!”
Odioquestafrase,melaripeterannoventivoltealgiorno!Figuriamocisenoneracolpamia.
Echecolpanehoioseappenauscitidicasaquellacretinadimiasorellaècadutadalmuretto.
Uffchepizzaessereilpiùgrandeedoverlacuraresempre!Mapoicosasièfatta?Nulla,nonsi
ènemmenosporcataipantaloni.Certochetornaredascuolaesopportareunascenatadel
generedimiamadreèdavverounarottura!!!
Matteositoglielozainodallespalleesiprecipitaalpianodisoprasalendogliscaliniaduea
due... Eccomenomale!Lasuacamerettasembraunrifugioinattaccabile, conquelcartello
sullaporta:PERICOLO.Sbattelaportatalmentefortecheancheilmurosembraspostarsidiun
metrocosìcomesembraprendereilvoloilposterdiDartFenerdelnuovoStarWarsappeso
sopraalsuoletto. Si levail cappelloportatosempreconlavisieraalcontrario, ebutta le
scarpe sotto il tavolino del pc. Ora, davanti allo specchio si guarda, la faccia rotonda e
arrossata sembraannoiatadalla mattinatapassata a scuola eadessoci mancavaanche la
sgridatafinaleadannientarlodeltutto–ecosafaccioorachedevodirglipuredel4instoria.
Sipassaunamanofraicapelliaccorciatidapococonlarasaturatuttaasinistra,eilvisoche
appareconqueltaglioancorapiùmorbidoerotondo.Sivedecosìpiccoloconqueijeansbassi
chesonosemprelìlìpercaderedaunmomentoall’altro,comelalacrimasullaguancia,ma
almenolamagliettacoitentacoliappenacomprataglidàun’ariamoltoaggressiva,luichedi
aggressivohadavverobenpoco,buffoecicciottello.unosfigatodalcavallobasso.
Da sotto non arrivano più rumori. Finalmente la mamma si è calmata. Apre la porta e
lentamentescendeapiedinudiversolacucina,apreilpiùvelocementepossibileilfrigorifero
eafferraCocaColaelapizzaamericanaavanzatalaseraprima‐chisseneselepatatineei
wurstelsembranopezzidighiaccio–pensa.SulripianosopralaRedBulldipapà…laguarda,
tentato.Masì,prendoanchequella.
Altrettantovelocementetornanelsuorifugioesibuttasullettoancoradarifare... Avolte
chiusoquadentrodimenticotuttoilmondoesterno,lafatica,lanoia,larabbiaeisensidi
185
colpaelesorelle!!
Afferralafettadipizzagelataeilprimomorsosembradavverounmiracolo:lepatatineei
wurstelinizianoasciogliersiinboccaelasensazionesidiffondesututtoilcorpo,cancellando
quel buco nello stomaco che non lo abbandonava da ore. Il pizzichio dei granuli di sale
depositati sulla linguasuscita un immediatodesideriodi unaltroboccone. La salivazione
aumentaequasinonmiaccorgodelladolcezzadelpomodorochescivolaingola.Gliultimi
pezzidiwurstelgliinghiottequasisenzamasticarli.Glisembraperfinodisentirliscendere
conlastessafrettaeviolenzaconcuiprimaèscappatosalendolescale.Aprelabottigliadi
Cocachehascossomalamentespruzzandoselaaddosso,tentacolimacchiati!Ilrumoredelle
bollicinechesalgonoglifavenireancorapiùsete:ilprimosorso,ghiacciato,èun’esplosionedi
freschezza:ilbrividosullalingua,quelsaporedicaramellofrescoeunpo’asprochericordail
caldo,l’estatealmare,lebevuteinspiaggia,lorimettedavveroinvita,esembrarisvegliarlo
dalletargo.
Non si accorge nemmenodi quello che sta ingurgitando, con le labbra sporche di olio e
pomodoroanche i wursterl sembranoscivolaregiùsenza faticaaccompagnati dalla bibita
gasata. In un attimosi sente sazio e lo stomaco talmente pieno e gonfio da non riuscire
nemmenoaruttare.
Tuttoèdimenticato,leurla,il4,lasorellina,oravatuttobene,oracisonosoloio.Eccoproprio
ioSOLO.Ecosafaccioora?
Nientetv,alpomeriggiocisonosoloprogrammidacasalingheidiote,usciredaquinonsene
parla,pocavogliadialtrisbattimentiperoggi.Sivolta,vicinoalletto,iltavolocolpceiltablet.
Unsorrisogliilluminagliocchineri,doveerorimastoaClashofClans?Lafortificazioneeil
tesoro,sì,mòvifacciovedereio!Immediatamentetabletinmano,cuscinodietrolaschiena:
conlostomacoancoraappesantitomarisvegliatoeattentoinizialasuabattagliacontroil
mondo:barbaridabattere,battaglie,eroi,maghi:quisonounaltroforteefiero,nienteMatteo
losfigato,eppuresì,unMatteomaimbattibile,undio.Leditacorronovelocemente,letruppe
sonoschierateilvillaggioèalsicuro.
Iltemposcorrevolando,sdraiatosullettoMatteononsiaccorgenemmenochefuorièarrivato
ilbuio,chiusolìdentroacombattere,ilpomeriggioèpassato:lostomacobrontolaforseanche
dentrodisélabattagliaèiniziata.Ciaobestia–gridailpapàdasotto.SoloalloraMatteosi
accorge dell’orario. Cavolo e anche del mal di stomaco. Mica esco a prendere la seconda
manchediurla…:Ciaopapàstofacendoicompitiiiiiidoposcendo.Macosastasuccedendonel
186
miostomaco.Cos'è?Ilderagliamentodiuntreno?
Si trascina alla finestra, afferra la Red Bull primadimenticata; ora deve rimanere sveglio
pensa.Quelsaporedisciroppodolcesullalinguaglisuscitasubitovogliadiberneunaltro
sorsoecosìanchelalattinavienesvuotatanellostomacoancorapieno,labibitasimescola
coni rimasugli di pizza, creandobuffi rumori roboanti. Avròmicafame. Noora, oradevo
essere ben sveglio, sono all’ultimo combattimento e devo essere veloce sììììììììììì, devo
assolutamenteportareacasalavittoria.Unasortadieccitazioneimprovvisaaccompagnatada
uninsopportabilemaldistomacosegueMatteonell’ultimabattaglia.
Masaràdavverol’ultima?
Parteseconda
Ore1429minutie8secondi;queltrenoderagliatocheMatteosisenteinpanciaechelo
costringeapiegarsidaidolorinonhaancoraincominciatoilsuoincredibileviaggioall'interno
di gallerie, cunicoli, lande desolate, fiumi, laghi acidi per arrivare al deposito ed essere
scaricato.Èuntrenomercigigante,diquellilunghichesivedonosfrecciareincertestazionie
sembranononfiniremai, conil loroincessanterumorechepareinterminabileeil grigio‐
marronedellelamierechediventanounamassauniformeindistinguibile.Isuoivagonisonole
sostanzenutritive;all'internocontengonolapreziosaenergiacheserveamettereinmotoil
corpo di Matteo, ora appesantito dalla scorpacciata pomeridiana. La pizza americana è
proprioquesto:unmegatrenocargofattodicentinaiadivagoni,moltideiqualiinacciaio
lucidissimoeimpenetrabile, chesfreccia a tuttavelocità: proteine, amido, zuccheri, grassi,
carboidratisonolesuecomponentiprincipali.Ivagonisonoipezzipiùimportanti:unvagone
èungrammodienergia;altrivagoniportanoicarboidrati;quellipiùgrandiportanol'amido.
All'internodi ogni vagone, custodito in unacassetta d'acciaio e nascosto da diversi strati
protettivi,giacel'energia:ilpreziosissimoglucosio.Aparteivagoni,iltrenoèformatodaaltre
componenti,nonmenoimportanti:leproteinesonoleruoted'acciaiosottoivagoni;igrassile
strutture che i sostengono. Il treno fatto di pizza americana è qualcosa di spaventoso,
abominevole,unammassoinfinitodiacciaio, centinaiaecentinaiadivagoniesembranon
finiremai.
Ore14:29e19secondi.
Luogo:ingressodiunagalleriadalleparetirosse
187
Iltrenomercifailsuoingressoiavelocitàsostenuta;perarrivarealdeposito,all'aperturadel
tesoro,mancaancoramoltissimo.Quiavvieneunprimo,dupliceattaccoaigrandivagonidi
amido:daunlatodelleenormitenagliemeccanicheschiaccianoeaccartoccianoiltrenoquasi
afarlodiventarloappiattito;dall'altrolato,invece,degliappiccicosissimigettidiunasostanza
simileall'acqua,dalnomeimpronunciabile–PTIALINA–sonogettatisopraivagonidaalcuni
cannonipostisuunadelleestremitàdellagalleria;questisparigelatinosiavvolgonoivagoni
finoa bagnarli completamente; dopoqualche secondo, addirittura, le giunture dei vagoni,
comesefosserocorrose,inizianoascricchiolareeadallentarsi.LaPTIALINAcorrodeinfattile
giunturedeivagoni‐amido;lasuafunzionedevastatriceèquelladistaccareivagonicosìche
possanopassareconpiùfacilitàperisuccessivicunicoli.Iltempoèperòtroppolimitato.I
vagoni,oraaccartocciati,comincianoasobbalzareeadesserespintiavanti,versol'ingresso
deltunnelsuccessivo.
Ilterrenoscendelievementefinoadiventarequasiverticale:ivagoniinunattimocominciano
aprecipitareversoil tunnelcheapparesemprepiùscuro.Passamezzosecondo:laluceè
ormaiscomparsadefinitivamente;aduncertopuntosi senteunrumoredi lamierechesi
accartoccianocontrounostacolo;èungigantescoportonedietroilqualecisonoduecavità,
ancorapiùpiccole,ancorapiùbuie:laprimaincominciaconunoscivolo,laseconda,nascosta,
èprecedutadauncartello:VIETATOL'ACCESSOAITRENIMERCI:Ilrumoredelleferraglieè
infernale.Laportachiusa,improvvisamente,sispalanca;i vagonivengonorisucchiatidallo
scivolo,comesefosseunbuconerocheliattraepotentementeversoilbasso.Lagalleriadove
sonofinitièlungaestretta;talmentestrettachelesueparetisonoperfettamenteaderentiai
vagonieperfarlipassaresimuovono,contorcendosi.Dopopochisecondiiltreno–ciòche
rimanedeltreno–èilluminatodaunbagliorediluce.Iniziaadistinguersiunenormeblocco;è
unasecondabarriera,anchequestaall'apparenzaimpenetrabile:èrossa,diunrossocarne,
nella parte bassa ha come un foro che sembra debba aprirsi da un momento all'altro.
L'appoggio su questa barriera è più morbido rispetto a quella precedente; i vagoni sono
diventatiunammassodiferragliescomposteeappiattite.Attimidisilenzio.Poiilforosiapre
lentamente,finoalasciareintravedereilpaesaggioprimanascosto:pareessercidell'acqua,
forse è il mare; forse la direzione è sbagliata: alcuni vagoni, spinti dal terreno inclinato,
oltrepassanoilforo,avanzanodipocoesiritrovanoinbilico,sull'orlodiunprecipizio.
Iprimigruppidivagoni,chehannooramaicambiatocolore,bagnatieavvolticomesonoda
quellasostanzaappiccicosissimaedevastatricechiamataPTIALINA,rimangonoinbilicoper
diversi,interminabilisecondi.Siavvicinanosemprepiùalmomentodellacaduta...edeccoche
188
precipitanocomedaunburronee splasch, si immergonoviolentementenel fondodi una
gigantescapiscinadaicoloripiùsvariati:arancio,rosso,porpora,sfumatureverdieblu.Una
puzzatremenda.‐Matteosenteunostranoroboareproveniredalsuostomaco‐Lapiscinaè
gigantescaeoccupagranpartediunagrandesaccachesigonfiaasisgonfiaincontinuazione,
conleparetichesimuovonosimultaneamente.Ivagonisonolìdentro,immersi.Lasuperficie
dellapiscinanonèmaicalma;ondedevastanti, createdal movimentoesternodellasacca,
mescolano e rimescolano il liquido corrosivo. L'acqua è torbida, la visibilità sotto la sua
superficie inesistente. È proprio all'interno di questo liquido che avvengono dei violenti
attacchi checolpisconoi vagoni: daalcuneaperturepostenellaparteasciuttaesuperiore
della sacca, escono una serie di piccole e rapidissime navicelle, chiamate ENZIMI, che si
gettanoatuttavelocitàsullecatenedeivagoni‐amidoe,comedelleventose,siattaccanoalle
lorogiuntureconl'obiettivodiscollegarliedilasciareisingolivagoniliberidalegamicongli
altri. Inizialmente, con delle pistole ad aria compressa, riescono a liberare i vagoni della
schifosamucosadellaptialina,ripulendolicompletamente,matuttavialegiunturetraivagoni
sono troppo resistenti e per questo devonorinunciare alla loro impresa. I vagoni ancora
incatenatiingruppidi4otalvoltadi 5/6/7vagoni. Sottolasuperficiedelliquidotorbido,
però,sivedonovagareammassidiferragliealladeriva.Comeèpossibile?C'èforsequalche
navicella‐enzimacheè riuscita nella sua impresa?Alcunedi queste ferraglie, vista piùda
vicino, sono le ruote poste sotto i vagoni; sono state attaccate anche loro e iniziano a
corrodersi e sgretolarsi e scomparire sott'acqua. I vagoni‐amido invece no; continuano a
vagaresenzaunadirezionecomedeirelitti infondoalmare,sbattuti dalleonde... quando
però,pocopervolta,sisentonorisucchiaredaunadelleestremitàdellepiscina.Saràarrivatoil
loroturno?Sarannoanchelorodivisipersempre?Ilvorticecheliattraeaumentalentamente
finoadiventarepotentissimo:ivagoniinpochiattimisonoattratticomecalamitedaunforo
invisibile chesi aprenonappenasente il lorocontatto. Dall'altro latoperò, nonc'èpiù il
precipizio.C'èunaltromondo.
Ore17:02e45secondi
Luogo:galleriaattorcigliatadallesembianzediunamontagnarussa.
Lecatenedivagonisonocatapultateinunnuovoambiente;uncunicoloattorcigliatoconle
paretiinternemorbidissime;i vagoni, attraversatoil forodiingresso, rimbalzanopiùvolte
primadipoggiarsisullasofficesuperficie.Èmorbidaemolle,parefattadigelatina.Peralcuni
attimi nonaccadenulla; maquesta improvvisatranquillità dopol'incredibile viaggionegli
189
abissigastrici,durapoco:daltettosiapreunforo,primainvisibile,chegettaconfortissima
pressioneun liquidodi colore verde smeraldino, la famigerata Bile. Il foro fa parte di un
lunghissimotubodirettamentecollegatoadunaltroinospitaleluogoche,vistodall'esterno,
sembraunagigantescaspugna,dicolorerosso,postopropriodietrolasaccacontenentela
piscina.Ilgettovienelanciatodall'internodellaspugna,attraversatuttalatubatura,ecolpisce
con estrema violenza la superficie dei vagoni, che sembrano stiano per esplodere e
trasformarsiinunammassodilamierearrugginite... einvece..passanoisecondi,passanoi
minuti, manonsuccedenulla. Il liquidoverde, laBile, lentamentescivolavia, cadendosul
terreno gelatinoso della galleria. Pericolo passato..., la bile copre ora di verde il terreno
gelatinoso.Sonoattimidiinterminabilesilenzio...Ilpericoloparescampatoperivagoni.Se
nonche,unsecondomirino,orapiùsimileaquellodiunapistolaadariacompressa,escedal
soffittoecominciaasparareall'impazzata:unaserieinfinitedinavicelle‐enzimi,identicheper
dimensioniaquellepresentinellapiscina,madidiversocolore,escecomesefosseroproiettili.
Sono la cosiddetta AMILASI PANCREATITICA. Giungono anche loro, attraverso un tubo
ferroviarioadaltavelocitàdaunluogoesterno:nonpiùlamostruosaspugnarossa,maunpiù
piccolo astuccio dalla forma allungata. Le navicelle pancreatitiche, sparate dall'interno
dell'astuccio, percorrono a tutta velocità un sottilissimo tunnel e tramite un mirino si
immettononellagalleriachecontieneivagoni‐amido.Quandosonoapochinanomillimetri
sparanounliquidocollosochesiattaccaimmediatamenteallegiunture.Èunattimo:poipiù
nulla.Èstatoungettoistantaneo,maimmediatamenteilliquidocollosocominciaafareilsuo
lavoro....attaccailegamitraivagonielìrimane,perore,fintantochénonriescenell'impresadi
separarli.
Orai vagonigiaccionocomerelitti sul fondogelatinoso.Lascenaèspaventosa. Sembradi
assistere ad un incidente ferroviario di proporzioni epiche: centinaia di vagoni sono
ammassatiunosull'altroinattesachequalcunoarriviaprenderlieportarlivia.Ecosìavviene:
nonpiù navicelle, madelle piccole vetturesemi‐automatiche inizianoadarrivare daogni
angolodellagalleria.Siavvicinanoairelitti;sonocentinaiaecentinaia.Inpochiattimi,attorno
adognivagonecisonodecidedivetture,piccoleautomobiliavveneristichechefunzionano
senzaruota,viaggiandosospesenell'area.Arrivanodadeigrandiparcheggichesonopostialle
estremità delle pareti della galleria gelatinosa: rimangono fermeper ora, fin quandonon
arrivaqualchevagone.Orahannounbellavorodafarsi:introduconoall'internodelvagonoe
graziealbucocreatodallarotturadellegiuntureonunbracciomeccanicochesidirigeversola
scatolainterna.Unavoltaapertailbracciomeccanicoraccoglieunapiccolaquantitàdelsuo
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contenuto–ilpreziosoglucosio–econunaprecisionematematicalointroducononelbaule
dellavettura.Appenadepositatoaccendonoimotoriesfreccianoavelocitàsupersonicanella
reteautostradalecheirradiailcorpodiMatteo:inuncentesimodisecondoognunadiqueste
vetture è giunta a destinazione e può finalmente depositare il suo prezioso contenuto:
l'energia!
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Allegato2:Laboratoriodiprogettazionedidattica
Intervistepercorsosull'apparatodigerente
Intervistainprofondità:11_02_2016
R:Ripartiamodalloscorsocolloquio[intervistasemi‐strutturatainiziale]edalfattochetuhai
dettocheavoltelapartenarrativavainunadirezionediversaperchéescludetuttalaparte
relativaall’apprendimento.Tudici“vainunadirezionediversa”inchesenso?
I)Nelsensoche,allora,sequestovienefatto,comeavevamodetto,allafinesipresupponeche
siaunbenesec’ègiàstatol’apprendimentodellamateria,sennònonèchequestolofortifica.
Semmaisuscitapiùinteresseperlaprevenzione,perlemalattieeccetera.Iostamattinaho
introdotto le molecole fondamentali, quindi zuccheri, grassi eccetera, il concetto
dell’alimentazione.Hogiàdettocomefunzionano, hogiàdettosemancanocosasuccede…
quindiabbiamogiàparlato.Intantoguardavotral’unoel’altropervederelareazione.Iole
malattieleritengocomunquepartedell’interrogazioneiolefaccioelechiedo,anchesenonè
ladescrizionedell’apparatolorodevonosaperesialemalattiepsicologiche,siaquellefisiche.
Seilraccontoavvieneprimadellaspiegazionedellemalattiecisiagganciaallemalattie.Se
questoavvieneadesso,dopotuttelesostanze…nonèchepossiamodire:“Apriilfrigo,prendi
latortaedimmiqualigrassi,qualicarboidrati,qualiproteinecisonodentro”.Cioè,nonsose
questacosapuòfunzionare.
Perché ci deve essere una parte emotiva. Allora così, sicuramente li coinvolgiamo in una
discussione.Anchestamattina:“Quandounomuoredifame,quandounomuoredisete”…cioè,
abbiamoparlatocomunquemezz’ora, partendodall’acquache funzioneha…certo, bisogna
esserebraviperpilotareversodovesivuolearrivare,ovviamente.Sicuramentelicoinvolgi
sottoquestopuntodivistaenelladiscussionetusaibenissimocheseunovuoleandarea
parare da alcune parti ci va. Quindi, non so, come stamattina ho detto che se mancano
determinatesostanzegliorganisidanneggiano,lostomacosirompeecorrodesestesso…cioè,
comunquenonèchenonc’èproprionulla,peròdeveessere“un’introduzionea”.Quindi:cos’è
l’anoressia e quali sonogli aspetti più evidenti, cos’è la bulimia, cosa vuol dire disordine
alimentare.Cioè,questononèsoloquellochefacciamo.Questoèprimadellaspiegazionedelle
malattie.Quindiilraccontoè:coinvolgere,emozionare,catturare.Comevedilorodalpuntodi
vistaeducativosannomeno.Iosonomoltopococautainquellecose,purtroppooperfortuna
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nonloso,perché,cioè,nelsensoiodisolito,forseinmodoingenuoedascavezzacolloionon
temolareazioneemotiva.Cioè,sepiangono,vabene,piangeranno.Ècomunqueunmodoper
buttarefuori,quindiamenonfatantopauraquellacosalì.Cioè,nonpensocheunacosacosì
possaaprireunavoragine.Daquelpuntodivistalìnoncredopossasuccederechissàchecosa.
Poinonloso,magarisonodiseducativaio.Ilsensodiquest’attivitàpotrebbeesseredifare
aprire Greta e Costanza o sensibilizzare la classe. Loro ne sentono parlare comunque al
telegiornale. Loro sentono delle cose, è difficile che le chiedano, però se sono lì dopo le
domandetelefanno.
Ame,vedi,rispettoaquesto,miinteressadipiùtuttalapartedellaprevenzione,quindimiva
benissimochetusappiainomidelletrepartidell’intestino,perònonèchesenellatuavitasei
ingiroenontelericordisuccedequalcosa,peròmagariquandopoinonhainessunamalattia,
mal’intestinotisicontorceforsetidevichiederechecosac’èchenonva.Magarinonc’èuna
causafisica,peròinquelmomentolìtisentiinuncertomodoequindisetusaicomefunzioni
probabilmenteriescianchedipiùadintuiresecapitaqualcosa.Ameinteressacheabbianola
consapevolezzadellereazionidellorocorpo,illegametraquellochec’èintornoeilproprio
corpo.Cioè,tuinteragisciconqualcunoeconqualcosaeiltuocorpohadellereazioni.Tudevi
saperechesequellaseralìtetibeviquattrobirrequellolìèl’effettocheavrai.Saraifelice?Va
bene,perònonpuoifarefintadinonsaperechequellacosalìsuccederà.Losai.Poinonsose
serveanonfarlo,peròtusaicheseguidicosìnonhaicomunqueiriflessipronti.Decididi
farlo?Perònonfarefintadinonsaperlo.L’impulsoarrivaalcervelloeilneuroneagisceinuna
situazioneinibitoria,quindiiriflessisonomenopronti.Cioè,quellopuòaveresenso.
I concetti che interessanoanoi sonoquindi il conoscersi e laconsapevolezzadelproprio
corpocheèlacosaimportante;cosadanneggiailmiocorpo,cosafaccioioperdanneggiarlo,
cosafaccioiopercurarlo.Cioè,cosamiportabenessereecosamiportamalessere,perchénon
semprelosanno.Alterminediquestodevonocapireche,peresempio,senondormoeprendo
ilsonniferotuttelenotti,avròilfegatocheprimaopoisaràdistrutto.
R:Comepossiamoaccorgercisefannoquestopassaggiochetudici?
I:Inun’interrogazionepuoibuttarelàunasituazioneechiedere“qualitiaspettichesianole
conseguenzediquestacosa?”chepuòessereuncomportamento,puòessereunasostanza.Se
parliamodelfegatopuoiparlaredell’alcool,dellemedicine…parlaredellegamefral’esternoe
iltuocorpo.C’ètutto:c’èilcibo,cisonolecosechevedi.Ilcorpoètuo,quinditudevicurarlo,
devicuraretestesso.Fapartedite,tuseiquellarobalì.Poimagarinonserveaniente,però…
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cosasuccedeneltuocorpoasecondadiquellochefai.Cioè,consapevolezzaèanchequesta,
ma se loro non avvertono il pericolo e non vogliono proteggere il loro corpo, allora la
prevenzioneèinutile.Adesempio,stopensando,inunaverificaointerrogazionechiedidiun
ragazzodidiciassetteannidopotrebirre,glichiedichecosasiaspettanochesuccedasesi
metteallaguidaelasciarelarispostaaperta,metterevarieopzioniechiederedimotivarela
scelta, ancheseèovviocheti dicono:“Nondovrebbeguidare”…peròsi puòchiederecosa
succedeallatesta,alcuore,quindidovrannoaveredelleconoscenzeperquantoriguardail
cuore,aumentailbattito,diminuisceilbattito.Peròquellacosaquipossiamofarlapertuttigli
apparati.Dovremmoentrarepiùnellospecifico.Iodisolitotoccoiltastodell’infarto,poidi
solitomichiedonol’ictus,quindineparliamo.Daquelpuntodivistalìpuoitoccarequalsiasi
cosa,perchéc’èsemprequalcunochequandoparloditumorisialzasu“miazia,mianonna…”,
quindic’èunvissutoperforza.
Potremmofarfarealoro,rispettoall'apparatodigerente,specificandocosamangiaequindi
cosasuccedeagliorgani.Quindidire:“Adessoognunosiprendecaricodiunorganoelofarà
parlareperdirecosasuccedequandopassaunadeterminatasostanza”.Ovviamentedovranno
giàsaperelafunzionedeisingoliorgani.Lanarrazioneincarnatadistomacoeintestinoèuna
cosamoltodifficile.Olitrasformiamoinpersonaggi,magarihapiùeffetto.Cioè,lostomaco
cheparlaechedice“Io,quandoarrivaquestasostanzamisentocorrodere,misentocome
pienodilimone,perchéaumental’acido...”diventaunastoriellacosì.Chepuòstarci.Sarebbe
piùbelloselofacesseroloro,peròprimadiamodelleinformazioninoninformanarrativa.
R: Se come abbiamo detto, l’efficacia della narrazione incarnata sta prima di tutto
nell’immedesimarsi con una persona, potrebbe essere interessante il racconto in cui li
facciamoimmergereinunasituazionealorofamigliare.Acosahaipensato?
Adesempiolosportèunacosavicina,perchétantiragazzinifannosport,maseceneabbiamo
diecisedutisuldivanoilpomeriggio,nonso.Possiamofareancheduepersonechemangiano
insiemeallastessatavolalestessecose,poiperòunovaafarel’allenamentoeunosisdraiasul
divanoacasa.Quindinelleduediversitàcosasuccedeaunoecosasuccedeall’altro.Trale
cosechehannomangiatoqualisonoutiliequalino,perònonsol’aggancioemotivo,quanto
riescanoariconoscersi.Inquestocasosiriconosconosuldisagio,nontantosullabulimiainsé.
Sulfattodiriempireilvuotomangiando.Quellacosalìsarebbemoltopiùall’acquadirose,ma
proprioperchéall’acquadiroseforseèunostepprima.Possiamofarloaduelivelli.
R:Cosaintendiperduelivelli?
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Iostamattinahoiniziatodicendo:“Alimentazione.Cosavuoldirealimentarsi?Cosavuoldire
nutrirsi?Cosavuoldiredigerire?”chenonsonolastessacosaeabbiamounpo’parlatodi
quellecoselì.Poichiaramentesonovenutefuorilesostanzeeiohochiestodicosaabbiamo
bisognopersopravvivere,perdareenergiaallecellule,perricostruirelepartidanneggiate.E
poi:“acosaservel’acqua?Perchéèpiùfacilemoriredisetechedifame?Cosasuccedeseuno
nonbeve?”eccetera.
Abbiamogiàfattoancheladifferenzafragrassiecarboidratialivelloenergetico.Nonhanno
informazionisull’apparato,solosullesostanze.Dell’apparatovogliocheimparinocom’èfatto,
comesisuddivideeadognilivellocosasuccede.Cioè,ok,ilciboentra,poidalìcosasuccede?
Appenalomettoinboccacosasuccede?Alivellodiconcetti:“cosasuccedenellostomaco?
Cosasuccedenell’intestino?”.
Ilconcettoè:iomangioperricavarequellochemiservepersopravvivere…vistochesonofatto
ditessuti,ognitessutoèfattodicelluleeognicelluladisostanzequellesostanzelìdaqualche
partedevonoarrivare,perchélacellulanonleproducetuttedasola.Quindidadovearrivano?
Dall’esterno.Echilemette?Io.Quindiiomicostruiscoinbaseaquellochemangio.Ilciboè
unacura.Èperquellocheunosmettedimangiarequandononsisopportapiù,seiointroduco
quellarobalì,diventoquellarobalì.Ilciboèamoreversodisé,nonsocomedire.ilfattodi
voler rimanere vivoe di voler rimanere vivobenepresupponeunamoreverso te stesso,
altrimentièchiarochesenonhaiquellarobalìnontenefreganientediquellochemangi.
Possiamoimmaginareduepersonaggichemangiano…facciamolosportivoeilsedentario.Li
descrivi:comesonofattiechisono,sennònonattiril’attenzione.Facciamounacalciatriceche
sogna di diventare famosa. Dobbiamo caratterizzarli bene. Uno tranquillo, con un po’ di
problematiche,timidomagari.Dipendentedaivideogiochi,nonescedicasa,perchémagarila
mammahapauraafarlouscire.Laragazzainvecemagaririsultapococonsapevoledelsuo
statoedopoqualchemesesiguardaallospecchioesichiedeperchésiadimagrita,quindi
capiscechetuttoilcomportamentodiprimaèstatosbagliato.Invecefacciamoinmodocheil
ragazzomangituttigrassienonmangialcunecose,cosìèestremalasituazione.Tipo,lasua
merendaèpatatine,RedbulleCocaColatuttiipomeriggi.Poièunochenonsimuove,quindi
avràprobleminonsoloallostomaco,maancheall’intestino.Potremmofarprendereanchea
leidelleschifezzeperaumentarelapotenzamuscolare…
Poipossiamofarechelagaravadamaleecheleidialacolpaadaltro.Quandodevodigeriremi
serve un grande apporto di sangue allo stomaco, soprattutto se ho mangiato qualcosa di
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pesanteesenelfrattempodevocorrerenonavròsangueasufficienzanellegambe,quindi
potremmocoinvolgereancheimuscoliaduncertopuntodelracconto.Equindipoientriamo
all’internodel suocorpo. Possiamofare le funzionedegli organi attraverso il racconto. Io
facciosololadescrizioneeilrestononlofaccio.Lofacciamoconlastoria,cosìlorosapranno
chequandonellostomacoarrivanolepatatinelorodevonoricavarelecoseutili,mentreinvece
l’intestinoeliminaquellochenonserve.
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Intervistainprofondità:16_02_2016
R:Riascoltandoleregistrazionedelprimoedelsecondoincontro,puòessereutilepernoiper
metteredentroidiversiaspetticheabbiamotoccato:abbiamoipotizzatodiversiraccontie
primaci siamointerrogatisucomeintrodurrel’argomentoairagazzieabbiamoragionato
sulleconoscenzedeiragazzi.Facciounabrevesintesisugliargomentidellavoltascorsa.Per
quantoriguarda gli obiettivi disciplinari quello che emerge è che tu fai riferimentoa tre
obiettivicheèimportantechelororaggiunganorispettoaquestotemaesono.Cominciamoda
quiperproseguirenellacostruzionedelracconto.
I: Sì, allora la consapevolezza di quello che succede nel proprio corpo e le influenze
dall’esterno su quello che può succedere, cioè il legame con l’esterno. Poi l'idea
dell'alimentazionecomecura,cioèilfattodellacuradelpropriocorpoedell’alimentarsi.Come
unnutrimentoveroepropriodell’anima.Tragliobiettividisciplinarisicuramenteilprimoè
l’anatomiadell’apparato,peròquestononsapevamosefarlorientrareomeno;poisapereil
funzionamento; ’anatomiarientranelleconoscenze, conil funzionamentoattivanoancheil
ragionamento,perchéfannoicollegamenticonqualcosacheèsuccessoprimaequalcosache
avvienepiùingiù.Questaèunaconoscenzanonnozionistica,mentrecomesonofattisì.Come
funzionaègiàunpassooltrealsaperecom’èfatto,perchédevisaperechesenellostomaco
succedequestoeall’internodell’intestinosuccedequell’altracosa,senellaboccaècominciata
ladigestionediqualcosa,poivieneconclusanellostomaco,èsapereilprocessocomecambiae
nonlasingoladescrizione,quindièunpochinooltrediciamo.Epoilemalattie.Allora,perle
malattie magari faccio dei cenni, perché non sto lì a parlarne più di tanto se non fanno
domande,comunqueavevamodettosusonniferiedroghe,perchécomunqueilfegato,quindi
malattiedelfegato.Alcool,sonniferiedroghe,perchéc’èl’epatite,ilpancreasavevamodettoil
diabete,poic’èlapartelegataalcircolatorio,colesteroloearteriosclerosi,poicisonoquelle
dell’intestinoodellostomaco,quindigastriteecoliti. Epoilemalattiepsicologiche,quindi
categoriaaparte,perchénonc’èunacausafisica,disordinialimentariingenerale.Poisevuoi
c’è anche la storia vegetariani e vegani che non è una malattia, però è una parte
dell’alimentazioneunpo’piùparticolare,quindiiodisolitolodico.
Ingeneralenoiabbiamodettochel’alimentazioneèunacura,quindiloromangianocomeme
ete:perilpiacere,noncertoperilnutrirsi.Cioè,nonceneimportanientesebuttiamodentro
proteine,carboidrati,cioè,mangiamoquellochecipiacemangiare.Quellochetisoddisfaa
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livello di piacere psicologico nonè quello che ti nutre, è un nutrimento diverso. Cioè, se
mangio un vasetto di Nutella sono felice, però non è che mi sono nutrita. Quindi lì per
scardinaredeipreconcetti,cheèdurissima,impossibilepenso,lacosadafareèdifferenziare
quellarobalì:“tumangiperilpiaceredimangiareomangiperchésaichequellochemangiti
fabeneetiserve?”.Nonèfacileperò,perchéinfindeicontitutiprendicuraditeancheconil
piaceredelgusto.Sepensoaiduepersonaggidelracconto,ilragazzononmangianeancheper
ilpiacere.Quellononsiaccorgeneanchediquellochestamangiando,mentreinvecesetutifai
unabellacenacondelvinobuonoecceteratuti staigustandoquellarobalì. Forsenoine
siamopiùcoscienti,perloroc’èsolo“chebuonelepatatinefritte”.Cioèsicuramenteseparli
dellecosecomecibopesante,leggero,cosamangi,cosanonmangi,lacolazionealmattino,il
tuostomaco;cioè,dellecosepersentitodirelesanno.Mihannogiàdettochenellostomaco
c’èl’acidocheaiutaladigestione,sannochec’èlasaliva,nonsannocosac’ènellasaliva,in
generalelosanno.Chel’intestinoeliminilescorieegliscartichenonvengonoassorbitiquello
losanno,ancheseloconfondonospessoconireni,perchéancheconirenic’ècomunque
eliminazionediscarti,alloraètuttolostesso.Iolihogiàfattiparlarequandohointrodotto
l’alimentazione,quindiquestecoseunpo’sonogiàuscite,peròèchiarochenonvannonel
dettaglioedèlìchedobbiamolavorareconilracconto.Cioè,magarifaccioladomandaepoici
arrivano a dirmi che cosa succede lì, che cosa succede là; qualcosa ho già detto quando
abbiamoparlatoingenerale.Maingeneraleappunto.Sannocosafamale.Setuchiediquali
sonoglialimentichefannomaletelodicono.Nonsannoinqualemomentodelladigestioneè
peròcausato.Peròquandohofattolapresentazionedelcorpoumanolorohannogiàvistoil
plastico che abbiamo in laboratorio con tutte le parti. Per capire cosa sanno posso fare
disegnare prima di spiegare l’anatomia, dicendo: “sapendo quello che abbiamo già visto,
provateafareunoschemadell’apparatodigerente.Maallorailraccontosuquestapartelo
facciamoandandonel dettaglio. Scriviamopassopassoquello che succedeaduncibo, da
quando entra in bocca, attraversando ogni organo dell'apparato. Così allora va bene che
abbianovistoilplastico,perchélovedonodaunaltropuntodivista.
R:Cosaintendidirechelovedonodaunaltropuntodivista?
I:Chepotremmofarlosuduemomentiallora:ilraccontoeprimafarvederealimentisanie
nonsani,alimenticheingrassano,alimentichenoningrassano,alimentifontidiproteinee
senzaproteine,cosafamalealfegato,cosaallostomaco.Possiamofare“cosatuchiamifame?”.
Quindipoicisaràquandotiviene,inqualesituazione,quandonehaidipiùequandonehaidi
meno, di cosa ti viene fame. Meglio però restringere, perché se si allarga troppo diventa
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difficile.Noidobbiamodire“quandohaifame?Cosasentiquandohaifame?Cosaintendicon
fame?”,cosìsirimanesulpersonaleenonèunacosaallargata…equapuòvenirefuorianche,
nonso…”iobevounaRedBull al giornoperchémipiace”elaquestionedelledipendenze:
“quando la bevi cosa ti senti?”. Però, primadi vedere su checosapuntare, noi dobbiamo
vederechecosascrivono.Facciamoscriveresuipost‐itleparolelegateallafame,poiognuno
legge quello che ha scritto sul proprio biglietto, lo attacca alla lavagna e facciamo un
brainstorming. Il disegno invece possiamo farlo alla fine per verificare quello che hanno
appreso.Ancheperchéhannogiàvistoloschemadell’ominoedelladigestione,quindinonc’è
preconoscenza, perchénonsoprimacomepensavanoche fosse, perònella verificaposso
chiedereildisegno.
Nonlosoperòilbrainstorming,forsenonlocapisconofinoinfondo,peròpossodirglielo.Se
unosentesempreilbisognodimangiare,potrebberovenirefuoridasolequestecoseoppure
possoanchebuttarledentroio.Possodire:“comemainessunomihanominatolaRedBull?”e
vediamolareazione.Miinteressachecapiscanoperchépoiunovuolesempreberla,oancheil
fatto di masticare la cicca, cioè, se tu sei tranquillo non hai bisogno di questo continuo
trituramento. Quindi devo fare uscire io le cose. Se non escono al massimoattacco là io
qualcosa; poinoiadessostiamopuntandotuttosulmangiare, madobbiamoandareanche
versoilnonmangiare.Comepossiamoarrivarci?Dobbiamovederequellochehannoscrittoe
poichiedereavoce,guidandolaconversazioneversoquestopunto.Dopocheabbiamoparlato
dellafameedellanonfameallorasìchepoisipuòcollegarepiùavantinellastoriatuttoil
discorsodellerisposteemotiveedelcollegamentoconquellochemangioononmangio.Poiio
sottolineo“quandoseitristeonervosomangidimenoomangidipiù?Echecosa?Matristein
chesenso?Percosa?”. Nonsosequalcunoèdispostoadaprirsi, peròpossopunzecchiare.
Possoanchedirequalcosadime.Dipendedagliaggancicheabbiamo.Comunque,dopoquesta
cosaqui,noifacciamol’anatomia,facendodisegnarealorocomesiamofatti.Quindianatomia
efunzionamento.Il funzionamentoglielospieghereifrontale,perchéèchiarocheloronon
sannocheseiomettoinboccadellapastal’amidocominciaadesseredigeritosubitoinbocca,
perchénonpotrebbemaivenirgliinmentecheinizialìladigestioneveraepropria.Ioconla
storia,dopochehodettoquestecosequi,facciamomangiarealuidellecosebenpreciseeloro
devonoessereingradodicapirecosac’èdentroquellarobalìchemangiaequindiquelle
sostanzelìdoveandrannoafinireeachelivelloappesantirannounorgano.Lorohannole
informazionidibase,poiponiamoilproblema:“ilragazzomangiaunafettaditorta.Cosac’è
nellatorta?Qualisonoglielementichevengonoseparati?Sonoutiliono?Epoic'ètuttala
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digestione.Peraspetta,alloraforseèmegliosesepariamoleduecose:inunoguardiamosolo
quellochedicitu, quindiil cibochesitrasformaecosaavvieneall’internoperlaragazza,
mentreperilragazzofacciamolacomponenteunpo’piùemotiva,perchésennònellastessa
personaèuncasino,perchépoilaloroattenzionedeveandaresuduecoseenonsoseciva.Il
maldistomacolorocel’hannosempreprimadell’interrogazioneenonèinventato,manonc’è
unacausafisica.Certevoltelereazionidellostomacoedell’intestinononsonodovuteaquello
chemangi,masonodovuteacometisenti,peròèun’altracosaancora.Equindidopotutto
insiemenonsoseriusciamoadaverel’attenzionesulleduecose.
R:Haiimmaginatounasoluzioneaquestacosa?
I:Permetogliamolei,malestessecoselefacciamofarealui.Facciamounmomentoincuilui
èagitatoperl’interrogazione,unmomentoincuimagarilitigaconisuoicompagnioisuoi
genitoriequindic’èquestosensodivuotoeunmomentoincuiinveceèpiùsportivoeallora
mangialecoseadatte.Suognimomentomettiamonoil’accentosullacosacheciinteressa.
Facciamochedopolalitigataconigenitorisichiudeincameraportandosidietrolepatatine.
Suscitiamolasuareazionepartendodallitigio,cosìabbiamoancheunacomponenteemotiva
suirapporticonglialtri.Facciamoilragazzochelitigaequindimangiainmodocompulsivo,
perilvuotochesenteoperquellocheè.Equestapuòessereunacosa.Poipuòessereascuola
ilfattodinonsentirsiadeguato,perchéperlaconseguenzadiquellalitigatanonhastudiatoe
la mattina dopo, durante un’interrogazione, ha mal di pancia. Questo potrebbe stimolarli
sull’emotività…c’èillegamemente‐corpoelereazionirispettoalleinfluenzedall’esterno,cioè
i genitori e l’interrogazione. Perònel pezzo in cui lui mangiacompulsivamentedopoaver
litigatodobbiamometteredentroilcibochescende,lasalivacheaumenta.Dobbiamofareuna
descrizionedettagliatadelcibochescendeediquellocheluisentementreproprioquelcibolì
entra,cideveesseresiaalivellodellareazionefisica,quindilostomacoappesantitodalgrasso,
siaquellocheluiprova.BisognasottolineareilfattocheilcibolocalmaelaCocaColalofa
sentirecarico,quindipassatuttoilpomeriggiodavantiaivideogiochi.Lofacciamoparlarein
primapersonaebisognafarecapirecheprimaèmollecomeunbudino,mentrequandopoi
mangia tutta questa roba si sente molto meglio. Dopo comunque ci sarà lo stomaco
appesantitooilfattochenondigerisceesisentelanausea,quindilaseranonhapiùvogliadi
mangiareevaadormiresubito,senzaaverefattonienteperlascuola.Ilgiornodoposialzae
sirendecontodinonaverefattoicompiti,dopocheunsuocompagnoglichiedesehastudiato
perl’interrogazione…“Speriamochenonmiinterroghi”…vienechiamato,quindisensodicolpa
emaldipancia.Quindilàilmaldistomacoperchéhamangiatoschifezze,quailmaldipancia
200
perilnervoso.
R:Torniamounattimoaicontenutidell'apparatodigerente,puoiriassumerequellechehai
individuatofinora?
I: Nel funzionamento c’è: lo stomaco (digestione), intestino (assorbimento dei princìpi
nutritiviedeliminazionedegliscarti),pancreas(ormonicheregolanoillivellodizuccheri)e
fegato(filtrodegliscarti,tipociòcherimanedellemedicine).Poicollegaticisonoilruolodella
saliva e dell’acido nello stomaco, il riassorbimento dell’acqua nell’intestino, l’accumulo di
colesterolo…questo è legato alle malattie che dividi in fisiche (e ci metti gastrite per lo
stomaco, colite per l’intestino, ulcera, epatite per il fegato, diabete per il pancreas) e
psicologiche(disturbialimentariunpo’piùblandi,quindicollegamentoemozioni‐cibo,poile
duemalattiepiùgrosse,cioèanoressiaebulimia).Abbianocosìunaconoscenzadelproprio
corpoedicomefunziona,quinditorniamoaquelletrecoselàdetteprimasullacura.Queste
sarebberogiàanchelecompetenzechenoivogliamoacquisiscano.Noifacciamoquellacosalì
perchésappianocomesonofattiecomefunzionanoall’interno.Ilconcettodifondoè:“come
funziono?Comesonofatto?”…lacompetenzapiùaltasarebbeprevenire,cioè,ilfattocheio
abbia cura di me e quindi uso queste cose per prevenire. Poi mettiamo le malattie, la
consapevolezzaelaprevenzione.Seseiconsapevoleprevieniildanno.Questotipermettedi
fareprevenzionesultuocorpo…prevenzionerispettoasestessieairischi,perchésetunon
saiilrischiononsaineanchecomeprevenirlo…consapevolezzadisévuoldire:“iosocome
reagiscoecomeutilizzoilciboperreagireinuncertomodo”.Dovrebberocapirechesequel
giornolìmangianocomedeipazzidovrebberolegarloaqualcosacheèsuccessoprima.Epoi
dovrebbero capire l’influenza psicologica sulle abitudini dell’alimentazione. Se io sono
frustratomangeròsemprequellecoselìsenonrisolvoilproblema.
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