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«AFFIDATIAMARIA, MUOVIAMOLAPEDAGOGIADELLABONTA ~ COMEMEMORIAEPROFEZIA DIDONBOSCO»

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«AFFIDATI A MARIA,MUOVIAMOLA PEDAGOGIADELLA BONTA ~

COME MEMORIA E PROFEZIADI DON BOSCO»

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2 - 1 NOVEMBRE 1987

Rivista fondata da san Giovanni Bosco nel 1877Quindicinale di informazione e cultura religiosa edito dal-la Congregazione Salesiana di San Giovanni Bosco .

INDIRIZZOVia della Pisana 1111 - Casella post . 9092 - 00163 Roma-Aurelio - Tel . 06/69 .31 .341 .

Conto corr. post . n . 46.20 .02 intestato a Direzione Ge-nerale Opere Don Bosco, Roma .

DIRETTORE RESPONSABILEGIUSEPPE COSTA

Redazione : Giuliana Accorsero - Marco Bongioanni -Pierdante Giordano - Gaetano Nanetti - Angelo Paoluzi -Cosimo Semeraro .

Collaboratori : Nino Barraco - Sergio Centofanti - Paolodel Vaglio - Umberto De Vanna - Monica Ferrari - MariaGalluzzo - Maurizio Nicita - Silvano Stracca .

Impaginazione : Ufficio Grafico SEI

Archivio : Guido Cantoni (Roma)

Diffusione : Arnaldo Montecchio (Torino)

Fotocomposizione, spedizione : Stabilimento GraficoSEI - Torino

Stampa : ILTE - Torino

Registrazione : Tribunale di Torino n . 403 del 16.2 .1949

IL BOLLETTINO SALESIANO SI PUBBLICA•

Il primo di ogni mese (undici numeri, eccetto ago-sto) per tutti .•

II 15 del mese per i Cooperatori Salesiani .Collaborazione : La Direzione invita a mandare notizie• foto riguardanti la Famiglia Salesiana e s'impegna apubblicarle relativamente alle esigenze redazionali . Te-sti e materiali inviati non vengono restituiti .Edizione di metà mese . A cura dell'Ufficio NazionaleCooperatori (Alfano, Rinaldini) - Via Marsala 42 - 00185Roma - Tel . (06) 49 .50 .185 .

IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDOIl BS esce nel mondo in 39 edizioni nazionali e 18 lin-gue diverse (tiratura annua oltre 10 milioni di copie) in :Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -Austria - Belgio (in fiammingo) - Bolivia - Brasile - Ca-nada - Centro America (in Guatemala) - Cile - Cina (aHong Kong) - Colombia - Ecuador - Filippine - Fran-cia - Germania - Giappone - India (in inglese, malaya-lam, tamil e telugú) - Irlanda e Gran Bretagna - ItaliaJugoslavia (in croato e in sloveno) - Korea del SudLituania (edito a Roma) - Malta - Messico - OlandaParaguay - Perù - Polonia - Portogallo - Spagna -

Stati Uniti - Thailandia - Uruguay - Venezuela Zaire

DIFFUSIONEIl BS è dono-omaggio di Don Bosco a chi lo richiede .Copie arretrate o di propaganda : a richiesta, nei limitidel possibile .Cambio di indirizzo : comunicare anche l'indirizzo vec-chio .

SOMMARIO

4 LETTERE DAL MONDOdi Don Egidio Viganò

6 CRONACHE SALESIANE

10 DON BOSCO 88Respiro internazionale per le celebrazioni del centenario

14 VITA ECCLESIALELa chiesa ha bisogno di un laicato consapevole e coscienteservizio redazionale

18 EVANGELIZZAZIONE E SVILUPPOIn tre fondarono la prima missione in Papua Nuova Guineadi Giuseppe Giaime

23 PASTORALE GIOVANILEDa qui Harvard e Yale sono vicineservizio redazionale

26 PROBLEMI EDUCATIVI«Telefoni azzurri in tutta Italia per salvare i bambinidai maltrattamenti»di G. N.

30 VITA SALESIANAUna terra salesiana feritadi Vittorio Chiari

33 PROTAGONISTIDai disegni all'oratorio alla scenografia del «Don Bosco»di Pierdante Giordano

36 PROTAGONISTIUn uomo come tanti che voleva bene ai giovaniin nome di Don Boscodi Monica Ferrari

RUBRICHEI lettori scrivono, 3 - Pigy di Del Vaglio, 6 - Cerchiamo di capire, 9 - I no-stri Santi, 40 - I nostri morti, 41 - Solidarietà, 42-43 .

1 Novembre 1987Anno 111Numero 15

Un anno con Don Bosco e con Maria

II 15 giugno del 1864 san Giovanni Bosco parlan-do ai suoi giovani presentò la Madonna come «gui-da», «maestra» e «madre» della sua opera e di ognicristiano . L'anno centenario della morte del Santo(31 gennaio 1888-31 gennaio 1988) coincide con lacelebrazione di un Anno Mariano . Il calendario cheil BS è solito omaggiare ai suoi affezionati lettorievidenzia perciò questa coincidenza dando ognimese un pensiero di Don Bosco assieme ad un ri-chiamo pittorico mariano . I disegni originali sono diMilli Vai, una pittrice dal tratto vivace e sensibile ecapace, come attestano anche le sue pubblicazionipresso l'Editrice SEI di Torino, di trasmettere effica-cemente messaggi di fede e di speranza .

È questo in fondo il messaggio e l'augurio per tut-ti in un anno che vedrà la famiglia salesiana guar-dare a Don Bosco e riscoprire la presenza di Marianel suo carisma

Il rettor maggiore don Egidio Viganò continuandouna tradizione che risale a Don Bosco per l'anno1988 ha indicato alla Famiglia Salesiana una Stren-na che sintetizza cosi il significato dei due avveni-menti :

«Afidàti a Maria, promuoviamo la pedagogia del-la bontà come memoria e profezia di Don Bosco»,

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Missionari laiciSono una ragazza di 17 anni e vi scri-vo per porvi una domanda, o meglioper sapere alcune informazioni . Sonoanni che cerco notizie sui missionarilaici . Cosa si deve fare? E preferibileun titolo di studio? A chi bisogna rivol-gersi? Spero che vogliate pubblicarele risposte al più presto, in qualsiasiparte de! Bollettino, tanto io lo leggotutto. Vi chiedo di non pubblicare ilmio cognome perché questa intenzio-ne missionaria per ora è soltanto unmio personale progetto .

Monica, Roma

Esistono numerosi organismi ed entiche si occupano di missionari laici . Co-me salesiani ti suggeriamo di mettertiin contatto con le sedi ispettoriali delleFiglie di Maria Ausiliatrice o dei Sale-siani. Le sedi ispettoriali di Roma sono :FMA, Via Marghera, 59; FMA, Via Dal-mazia, 12; SDB, Via Marsala, 42 .

Proposte per il centenarioHo letto in uno degli ultimi numeri delBollettino Salesiano un primo reso-conto delle iniziative che le varie Ispet-torie stanno per mettere in cantiereper celebrare il centenario della mortedi San Giovanni Bosco .Sono un ex allievo di Valdocco e diValsalice e vorrei contribuire anch'io afar rivivere in questa ricorrenza lo spi-rito di Don Bosco .Mi sono rimasti impressi quei messag-gi scritti sugli archi interni della primacostruzione di Valdocco : messaggiche Don Bosco desiderava «propina-re» ai suoi ragazzi anche fuori dellaChiesa .La mia proposta è la seguente: perchénon far sì che durante l'anno del Cen-tenario le chiese salesiane, sparse intutto il mondo e spesso collocate inposizioni «strategiche» agli effetti deltransito della gente, propongano unbreve ed incisivo messaggio di DonBosco?È sufficiente un supporto di cm .70x50 a cavalletto facilmente tra-sportabile su cui si può applicare ilmessaggio con cadenza settimanalein sintonia magari con il Vangelo do-menicale . Lascio logicamente agliesperti della L .D.C. di Torino il compi-to di trovare i 52 messaggi più signifi-cativi e diffonderli a tutti i centri sale-siani nel modo più opportuno .

1

1 NOVEMBRE 1987 • 3

ettorì--Cj"ivono

Ritengo inoltre che questa iniziativapossa essere facilmente estesa a tuttele Parrocchie e continuata oltre l'annodel Centenario .Infatti, come esperto di marketing lagiudico valida per i seguenti motivi :1) è una iniziativa realizzabile «a co-sto zero» ;2) raggiunge giornalmente un eleva-tissimo numero di persone che magarinon frequenta mai la Chiesa ;3) raggiunge singolarmente l'indivi-duo magari quando meno se loaspetta ;4) viene incontro in un certo modo al-l'esigenza che la gente ha di, una buo-na parola anche nei periodi della gior-nata in cui il sacerdote è impegnato equando la chiesa rimane chiusa permotivi di sicurezza .

Ing. Dino Fraire, Torino

Ecologia e giovaniLeggo con stima ed interesse la vostrarivista. Vi scrivo oltre che per compli-mentarmi per l'ottimo lavoro che svol-gete, per segnalarvi l'opera altamentemeritoria di un gruppo di giovani diIschia, affiliati al Fondo Mondiale perla Natura, meglio noto con la siglaWWF. In una società così insensibile- specie sull'isola d'Ischia - ai pro-blemi ecologici, fa piacere constatareche esiste ancora gente disposta a lot-tare senza secondi fini (né lucrosi nédi altro genere) per il benessere dellacollettività . Dico tali cose non per piag-geria, ma perché stando a contattocon questi ragazzi (da qualche tempoanche mio figlio collabora con essi) misono dovuto ricredere io per primo sumolti luoghi comuni legati alla «deca-dente» gioventù moderna . Pùr agendotra la totale indifferenza - o talvoltapersino ostilità - delle istituzioni edella gente comune, questi giovani so-no stati capaci di portare avanti delleiniziative e dei progetti per molti irrea-lizzabili . Per prima cosa, attraverso unservizio di sorveglianza e di segnala-zioni telefoniche, col supporto di az-zeccate «denunce-monito», sono riu-sciti a porre un freno al grave fenome-no della speculazione edilizia, La pre-senza attiva del WWF in tal senso co-stituisce ormai un deterrente . Altro im-portante obiettivo raggiunto è statoquello di far diventare Ischia, la primaisola deplastificata in Italia : già quattrodei sei sindaci isolani, sulla scorta del-

le sollecitazioni e indicazioni ricevute,hanno emesso un'ordinanza (confer-mata dal TAR) vietante, fin dallo scor-so giugno, l'uso e la vendita di bustedi plastica per l'asporto delle merci .La stessa Capitaneria di Porto, sta pervarare un provvedimento per impedirela detenzione di shoppers anche sulleimbarcazioni nelle acque costiere . Im-portantissima la battaglia contro ibracconieri (ad Ischia sono circa5000) e la creazione di un centro recu-pero rapaci. Grazie all'intervento degliambientalisti, è stato inoltre evitato losmantellamento di un villaggio per ca-ni e gatti abbandonati, creato daun'anziana pensionata sordomuta .Continua e capillare pure l'opera di in-formazione, sulla stampa nazionale econ un bollettino locale, modesto maprezioso, nonché l'attività educativanelle scuole . Per tutto questo e per al-tro ancora (ci vorrebbe troppo tempoper accennare tutte le iniziative porta-te a termine), rinnovo, a mezzo del vo-stro giornale, un grazie di cuore a co-storo e nel contempo voglio lanciareun messaggio di speranza a tutti i ge-nitori: abbiate fiducia dei giovani!

Antonio Di torio, Isola d'Ischia (NA)

SB

Raccolgo santini per le missioniQualche mese fa avevo scritto per fareun appello sulla rubrica «I lettori scri-vono» ma senza risultato. Capisco cheavete tante lettere da pubblicare ma ame basta un piccolo angolino . Come ilSignore ci ha detto bussate e così visarà aperto così io riprovo a chiederequesto favore .Tanti aiutano le missioni con la raccol-ta di francobolli usati io lo faccio conquella delle immaginette, «i santini» .Devo dire che raggiungo buoni risulta-ti grazie all'aiuto di alcuni sacerdotiche mi incoraggiano . Con il ricavatodelle vendite aiuto una giovane mis-sionaria (Giuseppina Agosti) nello Zai-re. Ho contribuito per l'attrezzaturascolastica e ospedaliera . La raccoltadi immaginette sacre antiche e moder-ne potrebbe sembrare ad alcuni cosanon molto bella ; purtroppo alla mortedi persone anziane vengono buttate obruciate assieme alle altre cose ap-partenute . Non è sempre meglio utiliz-zarle a scopo di bene? Allora, se vole-te, mandatemi «santini» .

Alberto Boccali, Via Strampelli, 16(tel. 0547/33 20 82) - 47023 Cesena (FO)

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Don Viganòci parla

UN VIAGGIOIN VALTELLINA

Oggi tutti hanno sentito parlare di questa valle si-tuata tra le Alpi Retiche e quelle Orobiche .

Prima era piuttosto sconosciuta da molti : bastava,nei mesi scorsi, ascoltare come venivano pronunciatialla televisione alcuni nomi delle sue località .

Nelle prime edizioni della famosa «Storia d'Italia»di Don Bosco la Valtellina non figurava ancora sullacartina geografica inclusa nel testo ; i confini si ferma-vano allora alle Prealpi Orobiche .

Appena ricongiunta alla patria, essa è stata genero-sa con Don Bosco anche per opera del beato LuigiGuanella, suo intimo amico (che visse con lui per treanni); egli portò a Mornese alcune buone vocazioni(proprio dalla val Tàrtano) per l'incipiente Istitutodelle Figlie di Maria Ausiliatrice .

Mi trovavo in Valtellina quando incominciò il tragi-co disastro ; rimasi isolato per tre giorni a Bormio. Piùtardi, al mio rientro dalla Cina, vi sono ritornato . Hovisto da'vicino gli effetti del cataclisma e ho condivsocon la gente dolore sentimenti e speranze .

Avevo già contemplato in altre regioni catastrofi

anche peggiori: i terremoti del Guatemala e del Salva-dor, le eruzioni vulcaniche della Colombia, il mare-moto del Cile, le inondazioni del Brasile, i cicloni e legrandi disgrazie di vari paesi .

I sopravvissuti coinvolti direttamente nell'evento ri-mangono come ammutoliti e inebetiti, bisognosi diaiuto mentre cercano delle luci nel terribile mistero deldolore .

Altri, invece, da lontano offrono diverse chiavi dilettura che vanno dalla strumentalizzazione a buonmercato fino alla bestemmia, preoccupati di assegna-re colpe e di distrarre dagli urgenti impegni di solida-rietà .

Io debbo dire che in tutte queste circostanze hosempre visto emergere l'amore, che prima sembravasommerso, ma che a quell'impatto si risveglia assaiforte, operoso e coraggioso . Bisogna proprio ricono-scere che nel petto dell'uomo batte ancora un cuoreche, soprattutto se rafforzato dalla fede di Cristo, safar germogliare il bene anche dalle più tristi realtà .

Che cosa ho provato dentro di me in queste tragichecircostanze?

Innanzitutto ho sofferto . Le catastrofi non ammet-tono spettatori . Si condivide il dolore con tutto il suomistero .

Poi ho pregato . Non so che cosa faranno gli atei e

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gli agnostici; ma il cuore umano ha bisogno di sfogar-si con un Amico .

Inoltre ho anche pensato, molto e continuamente,quasi inchiodato su una realtà impenetrabile che nonsi vorrebbe vera .

Che impotente e povera mi è sembrata ogni spiega-zione razionale del dolore! Non c'è filosofia, per buo-na che sia, che ti offra una interpretazione tranquilliz-zante .

Iddio stesso, nella sua rivelazione, non si è dedicatoa spiegarci questo mistero con dei ragionamenti . Hapreferito condividere il dolore con noi con una solida-rietà paradossale ; solo così ha gettato luce nei cuori eha convinto . Non ha speso parole; ha assunto perso-nalmente il dolore per dimostrarci che esso può dive-nire fonte del più intenso amore .L'inferno dell'uomo non è la morte, ma la carenza

dell'amore .Il dolore in Gesù diviene l'espressione più grande

dell'amore . Neppure Iddio può inventare nella storiaumana un altro atto di amore che superi quello di Cri-sto sul Calvario .

L'interpretazione del mistero offerta da Cristo è«pasquale» ; infatti l'amore è più forte della morte eporta più in là del Calvario : fa superare il male, fa ri-suscitare .Noi commemoriamo questa testimonianza rivelatri-

ce nell'Eucaristia ; essa ricapitola nella passione diCristo i dolori sofferti con amore in tutti i secoli, perportarli alla gloria .Soffrire è sempre tragico ; però nell'Eucaristia il

tormento si sublima in mediazione pasquale . L'assur-do sarebbe il dover sopportare un dolore senza Euca-ristia, ossia senza amore vincente . Prima dell'ora del-la ricapitolazione gloriosa nella risurrezione, si dà l'o-ra della ricapitolazione storica nella croce .

Il messaggio cristiano è sublime, e si riduce semprea imparare ad amare .

E l'amore non è rassegnazione passiva, ma corre-sponsabilità fraterna e solidarietà attiva. Non è unsemplice sentimento di consolazione, ma una fonte dirisposta alle sfide della realtà, specialmente alle piùtristi .

L'amore cristiano è creativo, sacrificato, coraggio-so; stimola l'intelligenza e le iniziative ; non desiste ; èfatto per vincere ; affronta con magnanimità tutte ledifficoltà . Nelle catastrofi non rimane mai passivo .

Per questo è stato bello vedere i valtellinesi, allenatialla lotta e rotti al sacrificio da una secolare tradizionecristiana, reagire con solidarietà e con coraggio, sor-retti dalla competenza tecnica dello Stato e della Re-gione e fraternamente accompagnati dalle Comunitàecclesiali .

1 NOVEMBRE 1987 , 5

Foto Archivio SEI

La catastrofe sarà superata e la Valtellina diverràancora più bella, perché ha dimostrato di possedere lericchezze dell'amore .

Viaggiando si impara tanto .Anche visitando i luoghi delle tragedie si ammirano

le risorse del cuore, si nutre la fede e si cresce nellasperanza .

Don Egidio Viganò

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6 • 1 NOVEMBRE 1987

SALVADOR

Lentamente ma siricostruisce

11 10 ottobre 1986 la capitale di ElSalvador è stata sconvolta da undisastroso terremoto . Molti edificivennero distrutti o lesionati .Anche le opere salesiane - numerosein questo Paese centroamericano -hanno avuto danni rilevanti . Graziealla pronta solidarietà dell'interaFamiglia Salesiana si è avviata laricostruzione . In alcuni casi - comeper il santuario di Maria Ausiliatrice- l'opera risulta alquanto difficile ecomplessa anche perché si tratta didistruggere colonne, travi, pareti, perpoi ricostruirle . Più complesso ancorail lavoro quando si tratta di ricostruire

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opere artistiche come mosaici ovetrate .Nelle due immagini è possibile vederequel che resta dell'oratorio «DomingoSavio» di San Salvador el'ingabbiamento della Chiesa dedicataa Maria Auxiliadora moltofrequentata dai salvadoregni .

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ITALIA

A convegno salesiani eFMA maestri di musica

Nei giorni 24-29 agosto, presso la sededello studentato teologico di Torino(Crocetta), si è svolto il I ° ConvegnoEuropeo dei maestri di musicasalesiani .Durante i lavori, presieduti da donSergio Cuevas, consigliere generale perla Comunicazione sociale, e daldelegato centrale don FrancescoMeotto, è stato analizzato il rapportoche intercorre tra la musica e lacultura in genere . In modo piùspecifico, i maestri si sono soffermatisu alcuni settori tipici della missionesalesiana : educazione, animazione,catechesi e liturgia .All'iniziativa hanno partecipato 97docenti, molti dei quali insegnano innoti conservatori dì Belgio, Francia,Germania, Irlanda, Malta, Polonia,Portogallo e Spagna, oltre ched'Italia .Particolarmente gradita ai convegnistiè stata la visita di don Egidio Viganòrettor maggiore intervenuto per unsaluto ed un incoraggiamento .È stato sottolineato che la musica delmondo giovanile è sempre più«insistente e esigente», mentre nellecase salesiane «persiste una situazione

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di indifferenza o di scarsaconsiderazione nei confronti dellamusica nelle sue varie espressioni» .Tra le cause che negli ultimi annihanno determinato, in seno allacongregazione, questa flessioned'interesse è stata messa in evidenzacon estrema chiarezza la scarsaimportanza conferita alla figura delmaestro di musica . «Da noi, oggi, sicanta poco o male ; ciò è dovuto alfatto che in comunità mancal'animatore musicale, oppure talepersona è impreparata o non èvalorizzata in giusta misura» .Dopo l'analisi dei mali, l'assembleasalesiana ha proposto questi rimedi :«Prestare speciale riguardo alla musicadurante il periodo di primaformazione e istituire corsi permanentid'aggiornamento » .Altre soluzioni proposte : la creazionedi un'associazione di maestri di musicasalesiani e una rivista che coinvolgatutte le case editrici salesiane .«Infine - hanno proposto gli oratori- è necessario formare unacommissione di esperti che

promuovano canto e musica» . Aquest'organismo dovrebbe toccareanche il compito di formare ilpersonale salesiano e di programmareun repertorio comune per stimolare lacreatività dei giovani .

Iniziative salesianeper l'Anno mariano

13 stato pubblicato il terzo numero del«Bollettino di collegamento»dell'Accademia mariana salesiana(AMS), che ha sede in piazzadell'Ateneo Salesiano I a Roma . I1fascicolo intende contribuire arianimare la solidarietà e lacollaborazione di tutti i membridell'Accademia nonché dell'interafamiglia salesiana al fine di realizzareil compito che il Rettor Maggiore haaffidato all'Accademia stessa perattuare il suo piano di animazionemariana . La prima parte del fascicoloriporta il resoconto dell'assembleaplenaria dell'AMS, convocata per unesame dell'attività svolta nell'ultimoanno sociale. Vì hanno partecipato,oltre a membri ordinari e onorari, ilRettor Maggiore, il consigliere delConsiglio generale don Fiora, ilRettore dell'Università pontificiasalesiana don Giannatelli, il Visitatoredelle Opere PAS don Van Luyn,madre Leton Maria del Pilar, Vicariadelle FMA .Il segretario dell'AMS, don Bertetto,ha svolto la relazione ricordando levarie iniziative, tra cui la preparazionein vista del Congresso mariologicointernazionale di Kevelar (Germaniaoccidentale) che permetterà didocumentare l'apporto salesiano alladevozione mariana, e la preparazioneall'incontro dei professori salesiani diteologia dogmatica che avrà per temidominanti la Mariologia . Don AngeloAmato ha poi tenuto una lezioneaccademica sul tema : «La nuovaenciclica Redemptoris Mater -problemi e interpretazioni» . Laseconda parte del «Bollettino»contiene altri sussidi per l'animazionemariana con speciale riferimento aigiovani e ai laici in conformità ai finie alle iniziative suggerite per l'AnnoMariano .

Un diario per la scuolae l'88

Il centro meridionale mass-media diScanzano (Napoli) ha pubblicato undiario scolastico particolarmenteindicato per ricordare a ragazzi e nonla vita di san Giovanni Bosco inoccasione del centenario della suamorte . La simpatica iniziativa -pubblichiamo a fianco la copertina delvolume - sarà certamente gradita aquanti vogliono utilizzare quest'annocentenario come utile opportunità perfar conoscere il Santo dei giovani .Quanti sono interessati allapubblicazione si possono rivolgeredirettamente a1 .CEMM, via Solaro 11,80050 Scanzano (Napoli) telef .081/8705338 .

Il salesiano filippinodon Leone Dronanominato Vescovo

Il Santo Padre ha nominato il primoVescovo salesiano filippino . È donLeone Drona, nato a Pangil, nelleFilippine, nel 1941 . Salesiano dal1958, ha compiuto gli studi di filosofiae di teologia all'Università pontificiasalesiana di Roma, ed è stato ordinatosacerdote nel 1967 .Don Drona è stato direttore di varieOpere nelle Filippine, e dal 1981 ha

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ricoperto l'incarico di Vicarioispettoriale . Attualmente è parroco delSantuario nazionale di MariaAusiliatrice, a Manila. Con la nominaa Vescovo andrà a reggere la diocesi diSan Josè, nell'isola di Luzon, checonta circa 450mila abitanti di cuiquattro quinti sono cattolici .

BRASILE

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E morto monsignor WalterBini : ha donato le cornee

Monsignor Walter Bini, già consiglieregenerale e vescovo di Lins in Brasile èmorto il 17 giugno 1987 in unincidente automobilistico . Con luisono morti il vicario generale delladiocesi Geraldo Eugenio Saleme e lacoordinatrice diocesana per lacatechesi Terezinha de Nadai .Don Bini era nato a San Paolo il 31

maggio 1930 . Fin da ragazzofrequentò l'oratorio salesianopassando successivamentenell'aspirantato salesiano di Lorena .Dopo aver studiato al PontificioAteneo Salesiano fu ordinatosacerdote nel 1959 . Laureato infilosofia e licenziato in teologia donBini fu professore e più tardi direttoreall'Istituto Teologico Salesiano di SanPaolo. Nominato ispettore del Mato

Grosso, venne eletto nel capitologenerale del 1977 Consigliere generaledella Congregazione salesiana conl'incarico di responsabile della RegioneAtlantica. Consacrato vescovo nel1984 si è dedicato con generosità aservizio della Diocesi di Lins dando ilsuo appoggio alla mobilitazionepopolare di revisione dellaCostituzione brasiliana. Bontà,serenità, intelligenza e vita interiore :ecco i tratti della personalità di donBini. Le cornee dei suoi occhi sonostate trapiantate in un gesto di carità edi amore .

Festeggiato MonsignorCosta

Rondonia, capitale del più giovanestato della Federazione Brasiliana hacommemorato per un mese intero il40° anniversario dell'arrivo del primoVescovo-Prelato residente .Attorno all'ottantacinquennemonsignor Joao Batista Costa si sonocosì per la circostanza ritrovati anchel'arcivescovo di Cuiabà monsignorPiccinini, l'arcivescovo di Porto Velhomonsignor Martins ed ancora i vescovisalesiani monsignor D'aversa emonsignor Possamaì oltre l'ispettoresalesiano di Manaus e molti sacerdoti .Monsignor Costa da quando harinunciato il 9 giugno 1982 allaDiocesi di Porto Velho vive tra i suoiconfratelli salesiani . In 35 anni diimpegno pastorale aiutato da ungruppo di ottimi sacerdoti ha creatoventi nuove parrocchie e più dicentoventi fra cappelle e scuoledisseminate su un territorio di pocoinferiore all'Italia . Le realizzazioni diquesto vescovo sono di difficileenumerazione soprattutto quelleconcretizzate nella città-sede . Per tuttesi ricordano : l'ampliamento dellacattedrale, l'ampliamento dell'Istitutodelle Figlie di Maria Ausiliatrice, lacostruzione della scuola DomenicoSavio'e la nuova sede del CollegioDon Bosco assieme a don AngeloCerri ; i due volumi della storia dellachiesa di Rondonia, la Radio Caiari eil sistema telefonico automatico diPorto Velho realizzato con VictorHugo ; il centro sociale nostra signora

del Rosario con Pasquale Di Paola ;l'acqua potabile al sobborgo di SanCristoforo con Claudonor Evangelista ;l'ingrandimento della sede dellaPrelatura e la nuova stazione dimetereologia con Bruno Herzberg edancora: il grande santuario dedicatoalla Madonna di Fatima, la scuolaMichele Magone, il lebbrosario diJaime Aben Athar .

EGITTO ``M

La pagella di Ungaretti

Il più illustre degli «Italiani d'Egitto»viene considerato il poeta GiuseppeUngaretti .Nato ad Alessandria d'Egitto nel 1888e morto a Milano nel 1970, Ungarettirappresenta uno dei vertici più altidella poesia contemporanea mondiale .Del soggiorno egiziano - in quelperiodo ad Alessandria c'eranoalmeno trentamila italiani - Ungarettiportò sempre un ricordo vivissimo : «leestese pianure protette d'azzurro» losegnano per sempre . Non soltanto . IlPoeta premio Nobel che scrisse«Cristo, pensoso palmito-astroincarnato nelle umane tenebre-Fratelloche t'immoli . . . Santo Santo chesoffri! » in Egitto è stato alla scuola diDon Bosco e proprio ad Alessandriadove i figli di Don Bosco nel 1898

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avevano acquistato e trasformato lavecchia prigione-fortezza .Ungaretti fu tra i primissimi allievi delDon Bosco frequentando certamentenell'anno scolastico 1899-1900 . Nellafoto è possibile vedere i voti diquell'anno così come vengonoriportati nel registro dell'Istituto .Come si vede la pur splendida pagellaè macchiata da un quattro in inglesescritto e da un tre in disegno . Ciò nonimpedì al Poeta di ricordare semprecon simpatia i suoi antichi educatoriche del resto nel numero specialecommemorativo dell'Istituto inoccasione del cinquantenario difondazione (1898-1948) lo presentanocome la più fulgida gloria dell'Istituto .

ITALIA

E sulla spiaggia di Alassioapparve Don Bosco

Alassio è certamente una delle piùrinomate stazioni balneari italiane ; giànel secolo scorso Don Bosco ebbemodo di apprezzarla . Proprio inoccasione del centenario della suamorte ì ragazzi dell'Istituto salesianodi Cuorgné (Torino) hanno trovato il

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Nella foto

:Un aspetto del lavoro(Foto Scalabrino)

_Cerchiamo di capire

A PROPOSITO D'ARMI

A lungo udremo parlare degli oscuri traffici o dei leciti comtherci delle ar-mi. Non ci toglieremo di torno molto presto l'intera vicenda : la «triangolari-tà» dei viaggi dei carichi, diretti - con timbri e permessi - verso un paeseo un posto determinati, ma approdati alla fine altrove, cioè là dove si com-batte e si uccide . Connessa con la prima, un'altra «triangolarità» : materialeda guerra, droga e terrorismo, sotto la supervisione (non sembra, purtroppo,che ci siano dubbi in proposito) della delinquenza organizzata, comunemen-te denominata mafia .

Stiamo parlando di rotte e itinerari lungo i quali si allineano e si ammuc-chiano i cadaveri, a centinaia (senza voler considerare i milioni di morti neiconfronti «legittimi») . Vittime, per lo più, di sete di guadagni alti e, si fa perdire, facili ; ma vittime anche, altri, senza colpa . Al punto che potremmo ave-re un moto di vergogna - noi che scriviamo, voi che leggete - di non esserecoinvolti, di essere fuori dalla mischia .

Ebbene, no, non lo siamo completamente . Se cerchiamo un momento dicapire le strutture dentro le quali viviamo, dobbiamo ammettere una realtà«sommersa» : almeno il cinque per cento degli italiani sopravvive grazie alprodotto di armi e droga . Perché quei ricavi alimentano a loro volta meno il-leciti traffici, anche se a fini-speculativi e non certamente filantropici : edìli-zia, commercio, investimenti finanziari . È difficile compiere una stima preci-sa, gli stessi esperti danno valutazioni differenti ; noi ci siamo attenuti a datiminimali .

Ognuno di noi è tentato di dire : che cosa c'entro io . Se però guardiamodentro il nostro cuore, sappiamo di provare spesso una pulsione concreta(avidità di guadagno, rifiuto di una rinuncia materiale, repulsione contro lostraniero e il povero) che ci «arma» contro la carità, impedendoci il sacrifi-cio e il gesto che salva noi e gli altri .

Le società occidentali sono le principali fornitrici di strumenti di morte di-retti in genere alla volta di aree del Terzo Mondo (nel momento presente so-no in atto stati di guerra fra nazioni industrializzate, a parte la presenza ar-mata dei sovietici in Afghanistan, o situazioni di violenza istituzionale comedittature o repressioni). A parziale compenso di quelle operazioni commer-ciali, le stesse società inviano anche missionari o cooperatori volontari neipaesi in via di sviluppo .

Per quanto ci riguarda, sono più di diciottomila i nostri concittadini -preti, religiosi, religiose e laici - sparsi in ogni continente con un impegnodi evangelizzazione e di solidarietà concreta . C'è soltanto da sperare che nes-suno stabilisca un processo di identificazione con altri italiani che, attraversoinganni e false documentazioni, percorsi tortuosi, scambi di merce armi-droga, condannano a morte, per un pugno di miliardi, molti fra coloro chealtri generosi fratelli, offrendosi in personale sacrificio, sono corsi ad aiu-tare .

Angelo Paoluzi

modo di far conoscere il Santo allemigliaia di vacanzieri e bagnanti cheaffollano ogni anno il centro ligure .Per tutto il 10 agosto 1987 infatti lalunga spiaggia di Alassio è diventatoun cantiere di lavoro per giovani eadulti impegnati in una emozionantegara di creatività e fantasia . Si èsvolto infatti quel giorno l'annuoconcorso su «C'era una volta uncastello di sabbia d'oro» e vi hanno

1 NOVEMBRE 1987 - 9

partecipato almeno 150 gruppi .Ebbene i trenta ragazzi di Cuorgnéincoraggiati ovviamente dai loroanimatori hanno ricostruito due torri el'antico ponte della loro cittadina nondimenticando la torinese moleantonelliana e un bel Don Bosco conla scritta «da Cuorgné ad Alassio conDon Bosco '88» . Al singolare lavorocinque metri per quindici è statoassegnato il primo premio .

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10 - 1 NOVEMBRE 1987

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Se Torino sarà il puntodi riferimento obbligato,tutte le comunitàsalesiane del mondosono mobilitate per dareslancio allo spirito diDon Bosco.

aie Roma, novembre -Gran fermento nella Famiglia sale-siana in vista dell'ormai prossimaapertura - il 31 gennaio 1988 -dell'anno centenario della morte didon Bosco. E quando si dice Fami-glia salesiana è inevitabile allargaregli orizzonti fino a ricomprenderepressoché l'intero pianeta, da norda sud e da ovest a est . Sbaglierebbedi grosso chi pensasse che l'anno

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RESPIROINTERNAZIONALEPER LE CELEBRAZIONIDEL CENTENARIO

centenario si risolverà tutto in chia-ve italiana o, peggio ancora, torine-se. Certo, Torino, per la vicinanzaal luogo natale di Don Bosco e per ilfatto di essere stata la città primocampo d'azione del Santo, assolve-rà a un compito primario, sarà incerto modo il punto di riferimentocui si guarderà da ogni angolo delmondo, la mèta di innumerevolipellegrinaggi .

Come risulta dal programma del-le celebrazioni che pubblichiamo inqueste stesse pagine, il capoluogopiemontese sarà anzi la sede dellepiù significative manifestazioni in-ternazionali . A Torino si svolgeran-no le cerimonie di apertura e dichiusura del Centenario, a Torinoandrà Giovanni Paolo Il per testi-moniare, sull'altare di Don Bosco,la sua devozione al Santo, a Torinosi potranno lucrare indulgenze dellospeciale «anno di grazia» concesso

a

dallo stesso Pontefice, a Torino sisvolgeranno convegni e incontri del-le varie organizzazioni che compon-gono la Famiglia salesiana .

Nuove energie

Nonostante il denso programmatorinese, sarebbe tuttavia riduttivocircoscrivere le celebrazioni a quellasola città . Il fermento che percorrela Famiglia salesiana lo si coglie ingiro per il mondo, e coinvolge tutti,anche coloro che, per un motivo oper l'altro, non potranno presenzia-re alle manifestazioni di Torino .Nei singoli Paesi, a livello naziona-le, ispettoriale e locale, Don Boscosarà accanto a tutti i suoi figli, perrivitalizzarne lo spirito e dare loronuove energie per la continuazionedella sua opera .

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In tutti i Paesi con presenza sale-siana si sono costituiti i Comitatiorganizzativi e il lavoro per la defi-nizione delle iniziative, se non èconcluso, è certamente in uno sta-dio molto avanzato . Che tipo di ini-ziative e, soprattutto, con quale spi-rito ci si appresta ad attuarle? Aquest'ultimo riguardo c'è una frasedi don Gaetano Scrivo, contenutanell'introduzione allo schema dellecelebrazioni predisposto dall'Ispet-toria «Sao Luiz Gonzaga» diRecife-Pernambuco, nel Nordestedel Brasile, che ci sembra illuminan-te. «Dobbiamo evitare - vi si legge- un trionfalismo anacronistico,fuori del tempo e di effimera inci-denza . Al tempo stesso, rifiutiamoun minimalismo riduttivo, che por-terebbe a svalorizzare l'avvenimen-to e renderebbe impossibile coglierel'opportunità che ci è offerta di vi-vere il Centenario come un eventoche ci dà modo di approfondire ilnostro rapporto con Don Bosco vi-vo nel nostro tempo» .

È in questo stesso quadro che aRecife-Pernambuco, il 31 gennaio1988 sarà vissuto come una giornata

di preghiere . Nel maggio successi-vo, la Famiglia salesiana comme-morerà Don Bosco, «santo dei gio-vani, santo moderno». In giugno sisvolgerà un congresso sul «sistemapreventivo» e, in agosto, i giovanidaranno vita a una grande manife-stazione, mentre in ottobre ci saràun incontro a Belèm sulla condizio-ne giovanile oggi .

E comune, nei programmi cele-brativi dei diversi Paesi nei variContinenti, la proiezione verso ilDuemila, secondo l'indicazione for-nita dal Rettor Maggiore don Viga-riò . «Siamo invitati - scrivono i sa-lesiani di Medellin (Colombia) - avivere con fedeltà dinamica il no-stro carisma salesiano, a ritornarecon audacia alle nostre radici perproiettarci in avanti : il nostro Due-mila comincia nel secolo scorso econtinuerà nei secoli futuri» . I sale-siani di Medellin vogliono dedicarel'anno centenario alla riscopertadell'identità dei laici nella Chiesasecondo il pensiero di Don Bosco ela dottrina del Concilio Vaticano 11,coinvolgendo in questa ricerca coo-peratori, ex allievi, professori, pa-

F NOVEMBRE 1387 • 11

dri di famiglia e tutte le persone cheapprezzano l'opera di Don Bosco .Vogliono anche creare un forte e vi-goroso movimento giovanile sale-siano, che sappia essere protagoni-sta nella Chiesa e nel mondo dioggi .

Da queste premesse discendono leiniziative pratiche, che vanno dallapromozione di attività capaci di aiu-tare a scoprire la ricchezza e l'origi-nalità di Don Bosco, all'approfon-dimento, con i giovani, dei valoridel Concilio, dalla diffusione diopere di Don Bosco alla formazionedi animatori per gruppi giovanili .Fra le molte iniziative (che ritrovia-mo in altri programmi) : audiovisivisulla vita di Don Bosco, feste sale-siane, manifesti, conversazioni ra-diofoniche .

Iniziative africaneFacciamo ora una puntata in

Africa, e precisamente nel Rwanda,un piccolo Paese nel cuore del Con-tinente . Che obiettivi si propongo-

C'E DA NON CREDERCIC 0 M M E D 1 A

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Manifestodel musicalsu Don Boscopreparato a Udine

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12 - i NOVEMBRE 1987

no i salesiani che operano nelRwanda? Diffondere in Africa laconoscenza di Don Bosco, del suosistema educativo, delle sue operenel mondo . A questo fine essi utiliz-zeranno la radio, i giornali, franco-bolli, calendari, manifesti, diaposi-tive, filmine, non solo in francese,che è la lingua ufficiale, ma anchein Kinyarwanda, che è la lingua lo-cale, parlata soprattutto nelle zonerurali . Serate e pomeriggi culturalisulla missione salesiana saranno or-ganizzate in varie località, assieme agiornate di riflessione per la Fami-glia salesiana allo scopo di appro-fondire il valore del metodo preven-tivo e la sua applicazione in Rwan-da. Ai giovani saranno riservate di-verse manifestazioni, tra cui ungrande raduno sportivo . I salesianirwandesi hanno espresso l'intenzio-ne di non limitare queste attività alsolo anno centenario, ma di prose-guirle anche negli anni successivi,come impegno permanente .

Dall'Africa all'Europa, in Inghil-terra. I salesiani inglesi hanno fattocoincidere le celebrazioni dell'annocentenario della morte di Don Bo-sco con quelle per il centenario del-l'arrivo in Gran Bretagna dei primimissionari salesiani e la nascita, aLondra, della prima comunità sale-siana inglese . Ad entrambi gli avve-nimenti essi si sono preparati fin dalnovembre 1986, quando è stato in-detto un anno di preghiere . Ora so-no impegnati ad approfondire l'e-sperienza salesiana in Inghilterra,con l'intento di allargare la loropresenza nel Paese . Di qui il temacentrale scelto per il Centenario :«Una Chiesa per i giovani» . Ungrande festival della gioventù sisvolgerà a Liverpool il 4 e il 5 giu-gno prossimi . I giovani sono ancheal centro dell'articolato programmapredisposto dai salesiani irlandesi,che suggeriscono numerosi temi distudio, tutti riferiti all'essere Chiesanel mondo contemporaneo conti-nuando il progetto di Don Bosco,con lo sguardo rivolto al futuro .Ma torniamo nel Continente

latino-americano . Siamo in Messi-co. Qui il progetto di celebrazione alivello nazionale si richiama a « DonBosco, dono di Dio alla Chiesa e aigiovani di ieri, di oggi e di doma-ni». C'è un impegno preciso a vive-

re l'88 come rinnovamento spiritua-le della Famiglia salesiana, movi-mento missionario al servizio deigiovani. Sono previsti, tra l'altro,un simposio sulla pedagogia di DonBosco, incontri nazionali di ex allie-vi, di maestri salesiani, di coopera-tori e, a conclusione del lavoro dielaborazione del progetto di santitàgiovanile, un «Campo Bosco» nel-l'ottobre 1988. Un grande concorsoartistico, letterario, musicale, spor-tivo, che dal livello locale salirà viavia a quello nazionale, impegneràmigliaia di ragazzi e di giovani .

Migliorare le opereL'impegno a utilizzare il 1988 per

migliorare le opere salesiane è beneespresso dai salesiani dell'Ecuador,dove, pur fra difficoltà di ordineeconomico e strutturale, si è fattoun grande sforzo per arrivare al-l'Anno centenario presentando ilrinnovamento di «EDIBOSCO», laCasa editrice che propone una vastagamma di pubblicazioni per i variordini di scuola, di formazione spi-rituale e per l'educazione perma-nente degli adulti delle classi più po-vere . L'editoriale ha rinnovato ilcomplesso edilizio e la tecnologia diproduzione . In particolare, per ilcentenario si stanno stampando vo-lumi sulla storia del primo secolo di

I salesiani delBelgio hannopreparato un discoa più lingue

presenza salesiana in Ecuador . La«EDIBOSCO» intende dedicare illavoro svolto e quello che ancora re-sta da fare «al suo Santo Patrono,apostolo immortale della stampa edell'educazione, come pegno di fe-deltà ai suoi ideali» .

Anche in Perù hanno fissato gliobiettivi generali del Centenario :ringraziare il Signore e Maria Ausi-liatrice per questi cento anni di gra-zia, approfondire lo spirito di DonBosco, la sua opera e la sua vicendaterrena, divulgare il messaggio disantità di Don Bosco, ricchezza spi-rituale per il popolo di Dio, accen-tuare il servizio ai giovani . Su que-sta base si approfondiranno i temidel Concilio Vaticano II, il signifi-cato e il valore dell'opera svolta dal-la Famiglia salesiana in riferimentoalla realtà sociale e nazionale . Sa-ranno organizzati congressi sull'o-ratorio, sulla pedagogia salesianasia a livello di scuola primaria e se-condaria che universitaria .

Chiudiamo qui questa rapida car-rellata sulle iniziative che accompa-gneranno la Famiglia salesiana nelcorso del 1988 . Abbiamo colto soloalcuni momenti, qua e là in un pic-colo gruppo di Paesi . L'argomentoè quindi tutt'altro che esaurito . Maabbiamo solo tentato di dare un'i-dea del significato che i salesianisparsi per il mondo vogliono darealla ricorrenza centenaria dellamorte del loro Santo Fondatore .

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Calendariomanifestazionicentenario

Pubblichiamo un primo calendariorelativo alle manifestazionidel centenario riservandoci di ripubblicarlocompleto sul fascicolo di gennaio della rivista

i NOVEMBRE 1987 • 13

Gennaio 30 Apertura del Centenario al Teatro Regio di Torino con commemorazione storica tenuta dal prof . Pie-

Gennaio 31

tro Scoppola docente di Storia all'Università di Roma e concerto con musiche originali di Marek Ko-pelent.Incontro di preghiera dei Consigli generali della Famiglia Salesiana presso le camerette di Don Bo-

Febbraio i

sco a Valdocco .Concelebrazione nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino presieduta dal Cardinale Ballestrero ar-civescovo della città presenti vescovi e cardinali salesiani di tutto il mondo .Indizione dell'«Anno speciale di Grazia» .Manifestazione giovanile europea al Palasport.

Inaugurazione al Colle Don Bosco del museo missionario salesiano, dei museo della civiltà contadi-

Febbraio 1-7na e dell'insieme delle opere realizzate in occasione del centenario .Settimana «magica : omaggio dei prestigiatori al loro Patrono .

Marzo 28-31

Pellegrinaggio Famiglia Salesiana ed Esercizi spir . itineranti dell'Argentina .

Pellegrinaggio Famiglia Salesiana di Klagenfurt (Austria) (200) .

Aprile 4-7

Pellegrinaggio Diocesi di Vercelli.

Gruppi Giovanili della Francia (800), Belgio (150), Irlanda (100), Malta (60), Castel di Godego .8 Pellegrinaggio Assemblea Generale CNOS/FAP .

22-25Pellegrinaggio Famiglia Salesiana della Campania .Manifestazione nazionale P .G .S . (Polisportive giov. Salesiane) .

23-25 Pellegrinaggi Famiglia Salesiana dell'Umbria, Belluno, Cannitello .26-30 Pellegrinaggi Famiglia Salesiana della Calabria (1000) .

Maggio 5-8 Pellegrinaggio dell'Università Pontificia Salesiana (U.P .S .) (500) .7-9 Pellegrinaggio Famiglia Salesiana della Puglia (600) .8 Colle Don Bosco : incontro piemontese «Scouts» .13 Pellegrinaggio nazionale delle F .M.A .14 Giornata della fedeltà e del rinnovamento dei voti per i membri consacrati della Famiglia Salesiana .

14-15

La funzione verrà presieduta a Torino dal Rettor Maggiore e si svolgerà in tutte le Case salesianedel mondo .Raduno nazionale degli Alpini a Torino e omaggio degli Alpini exallievi e simpatizzanti a Don Bosco .

21-22 Pellegrinaggio della Famiglia Salesiana di Castello di Godego .25 Pellegrinaggio Valsassina (Como) (1500) .

26-28 Simposio mondiale Editori Salesiani .

Giugno 12 Pellegrinaggio diocesano di Modena (800) .

27-30Pellegrinaggio Famiglia Salesiana degli Stati Uniti .Convegno nazionale Centro Orientam . Pastorale (C.O.P .) .

27-30 Pellegrinaggio giovanile del Veneto (Trieste) .

Luglio 3 Raduno internazionale «Associazione Piemontesi nel mondo» .8-11 1 ° Congresso internaz. «Associazione Maria Ausiliatrice (2000) .

14-15Pellegrinaggio giovani dall'Argentina .Pellegrinaggio Famiglia Salesiana della Spagna .

23-27 Gruppi giovanili salesiani della Germania (sud) (400) .29-4/8 «CampoBosco '88»: Movimento giovanile salesiano della Spagna (700).

Agosto 1-14 A Frascati (Roma) Convegno di studio sulla «donna» organizzato dalle Figlie di Maria Ausiliatrice .12 Cooperatori, Amici di Don Bosco, ecc . di Chertsey e Ushaw (G . Bret.) .

16-24Gruppo giovanile dei Belgio Sud (100) .Convegno mondiale Ispettrici F .M.A. e Novizie .

28-419 Incontro Associazione Biblisti salesiani (ABS).281119 Confronto D . B . '88. Partecipano tremila giovani di tutto il mondo .

Settembre 3-4 Visita di Giovanni Paolo Il a Torino e ai luoghi salesiani .23-25 Pellegrinaggio Famiglia Salesiana e Diocesi del Veneto .

Ottobre 2 180 8 Spedizione missionaria della Famiglia Salesiana .

Novembre 13-15 A Roma Congresso Mondiale exallievi/e e pellegrinaggio a Torino .

Gennaio 31 1989 Chiusura del Centenario con celebrazioni ufficiali a Roma .

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VITA ECCLESIALE

14 - 1 NOVEMBRE 1987

Il Sinodo

LA CHIESANA BISOGNODI UN LAICATOCONSAPEVOLEE COSCIENTE

Il rinnovamento dellaChiesa, sotto l'impulso del ConcilioVaticano II, non può prescinderedalla maturità cristiana, ecclesiale esecolare dei laici .

I laici infatti formano la quasi to-talità del popolo di Dio e si sentonoparticolarmente interpellati dallenuove e gravi sfide della storia . Essisperimentano, allo stesso tempo,l'urgenza di partecipare attivamentea quella «nuova evangelizzazione»della quale il Papa parla tanto spes-so, per la costruzione di una nuovasocietà basata sui valori evangelicidella libertà, della giustizia, dell'a-more, della riconciliazione e dellapace .

La preparazione al Sinodo - cheè stato veramente un Sinodo di spe-ranza, di comunione e di profondorinnovamento nello Spirito . È stataper la Chiesa Italiana un'occasionepreziosa per riflettere sulla situazio-ne post-conciliare e per soffermarsisui risultati conseguiti, o non conse-guiti, riguardo alla maturazione epromozione del laicato e che hamesso a fuoco luci ed ombre dellarealtà laicale a venticinque anni dal-l'inizio del Concilio .

Le luci, anzitutto. Si nota una

Il Sinodo recentementeconcluso apre nuoveprospettive e analizza iproblemi del laicato .

crescita generalizzata dalla coscien-za ecclesiale dei laici, della com-prensione e valorizzazione del lororuolo, della loro partecipazione at-tiva alla liturgia, alla catechesi e allapastorale complessiva della Chiesa,del loro impegno «coraggioso» neisettori della scuola, della cultura,della politica, del tempo libero e delvolontariato a servizio generoso deipiù deboli e dei più poveri .

Le ombre non sono poche e getta-no sul panorama della condizionelaicale in Italia il peso di inquietantiinterrogativi . In generale, si consta-ta che, nonostante i frutti positivi, ilmessaggio conciliare sui laici nonsempre ha camminato nelle Chieselocali con il passo che si sarebbe do-vuto tenere e non è stato proposto erecepito in maniera sistematica econtinua .

La coscienza di appartenere inpienezza alla Chiesa non è ancoradivenuta «popolare», cioè patrimo-nio comune dei fedeli, ma rimanetendenzialmente ristretta a chi è piùimpegnato nelle realtà parrocchiali,nelle associazioni, nei gruppi e mo-vimenti .

Le cause di queste difficoltà e dicerti ritardi possono dipendere inparte da ragioni intra-ecclesiali(principalmente il persistere di unamentalità e prassi «clericale», neisacerdoti ma anche nei laici), in par-te, e più in profondità, alla situazio-ne socio-culturale del Paese, dove lasecolarizzazione assume soprattutto

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il volto dell'indifferenza religiosa .Smussate le angolosità di un laici-

smo aggressivo e anticlericale, si so-no consolidate la mentalità e laprassi di una presa di distanza daivalori perenni ed assoluti, avviandola coscienza popolare - e non soloquella di élites intellettuali - versouna estraneità di Dio dalla vita so-ciale e, di conseguenza, una pauro-sa relativizzazione di Dio, del Van-gelo e della Chiesa, come pure versouna vistosa mancanza di convergen-ze etiche .

Ne è nata anche una diffusa sva-lutazione dei valori della vocazionee del rischio di decidere, del bene

comune e dell'impegno politico in-teso come servizio, favorendo dauna parte l'appiattimento delle co-scienze sull'utile, sull'immediato esul proprio particolare e, d'altraparte, il confinamento della religio-ne e della Chiesa nel dominio delprivato .

La vita ecclesiale ne ha risentitoal di là delle apparenze, ingeneran-do la preoccupante tendenza, piut-tosto diffusa tra i laici impegnati alivello ecclesiale, a considerare se-condario e non pertinente l'impe-gno civile e soprattutto l'impegnopolitico, e in ultima analisi a noncogliere il significato e le implica-

Foto Arturo Mari

zioni concrete di quella «indole se-colare» che, secondo la «LumenGentium», è propria e peculiare deilaici .

Una visione equilibrata deve co-munque tenere nel debito conto lagrande e multiforme vitalità del lai-cato cattolico italiano, nell'edifica-zione della comunità ecclesiale co-me nell'impegno sociale a - serviziodegli «ultimi» . Anche per quantoriguarda la dimensione istituzionalee politica si nota una ripresa di at-tenzione e di attivo interesse .

1 NOVEMBRE 1987 - 15

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16 • 1 NOVEMBRE 1987

Né si possono dimenticare le di-versità, e a volte le opposizioni, chesussistono nel laicato italiano quan-to al modo di concepire il rapportofede-cultura e fede-società, e nellastessa ecclesiologia . Di qui la neces-sità -di un attento discernimento pa-storale .

Una vasta convergenza si va deli-neando intorno ad una serie di capi-saldi teologici fondanti la figura e ilruolo dei laici . Essi sono, detti inbrevissima sintesi :- Il fondamento cristologico e

trinitario, la Chiesa comunione esacramento di una salvezzza che èintegrale e coinvolge tutta la storiaumana, purificandola, assumendo-la e trascendendola .- Il battesimo come fonte da cui

scaturisce la vocazione e missione ditutti i cristiani, e per così dire il co-mune «statuto ontologico» della lo-ro esistenza, che non va quindi ri-cercato altrove se non come ulterio-re specificazione del battesimostesso .- Il sacerdozio comune dei fe-

deli, distinto per essenza ma non se-parato da quello ministeriale-ordi-nato .- La vocazione universale alla

santità e, all'interno di essa, la pe-culiare chiamata dei laici a tenderealla santità nella loro condizione se-colare e attraverso di essa .- La secolarità, come caratteri-

stica peculiare dei laici, distinta daquel rapporto al mondo che è co-mune a tutta la Chiesa .- La legittima autonomia delle

realtà terrene, a cui consegue l'au-tonomia e la responsabilità laicalenel trattare le attività umane e stori-

1 Laici partecipanti al Sinodo siintrattengono con i vescovi

che, con piena coscienza di esserecristiani e nel contempo cittadini, diassumersi le proprie responsabilitàsenza coinvolgere la Chiesa e, nellostesso tempo, di essere sempremembri della comunità ecclesiale .Ne deriva anche che la pluriformitàdelle opzioni e forme di azione nonlede l'unità, purché queste siano

o

I laici nei SinodiprecedentiLa vocazione e la missione dei laici non è stata assente dalla preoc-cupazione dei Sinodi precedenti . Il Sinodo del 1967 discusse i prin-cipi generali per la revisione del Codice di Diritto Canonico, la rifor-ma liturgica, i matrimoni misti . Il Sinodo del 1971 chiarì l'identità delsacerdozio ministeriale, contribuendo in tal modo ad una compren-sione migliore del sacerdozio comune di tutti i battezzati . Lo stessoSinodo trattò della giustizia nel mondo, campo privilegiato per l'a-zione dei laici . Il Sinodo dei 1974 si soffermò su un tema di primariaimportanza per la vita di tutta la Chiesa e per l'apostolato dei laici,l'evangelizzazione . Nel Sinodo del 1977 fu trattato il tema della ca-techesi . Nel 1980 l'assemblea sinodale parlò della famiglia cristia-na, dando luogo anche alla pubblicazione della «Carta dei dirittidella famiglia» . Nel Sinodo del 1983 infine fu approfondito il temadella Riconciliazione e della Penitenza con i suoi aspetti personalie comunitari .

vissute in forte comunione di veritàe carità, nella convergenza continuaverso l'unità, nella coerenza dellafede e nel sicuro riferimento al ma-gistero della Chiesa .La Chiesa particolare come sog-

getto pieno di missione, in quantorealizzazione ed espressione dell'u-na ed unica Chiesa cattolica .

Un tema che appare oggi partico-larmente bisognoso di approfondi-

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mento e di chiarimento, è quello deiministeri affidati ai laici, anche pernon cadere prigionieri di motivazio-ni di semplice supplenza, in rappor-to al diminuire del numero dei sa-cerdoti .

Da questa descrizione di luci e diombre circa la vocazione e missionedei laici nella Chiesa e nel mondoderivano alcune prospettive pasto-rali .

'La signorina Chiara Lubichfondatrice del movimento deiFocolari

1 Dante Alimenti il vaticanista delTG1 intervista don Egidio ViganòIn piazza S. Pietro all'inizio delSinodo

- La prima richiede una fortecaratterizzazione apostolico-eccle-siale, in coerenza con l'ecclesiologiadel Vaticano II, che non stacchi maiCristo dalla Chiesa, la comunionedalla missione .- La seconda si riferisce all'ap-

profondimento e, dove necessario,al recupero dell'unità dottrinale, incampo teologico ed etico, come cri-terio fondante dell'esperienza cri-stiana, vissuta nella Chiesa e comeChiesa .- La terza sottolinea-come la

ministerialità non esaurisca l'eccle-sialità e chiede nuovo spazio e nuo-vo vigore per la dimensione secolaredell'impegno dei laici, non riducibi-le alla ministerialità intra-ecclesiale .È importante infatti che i laici resti-no laici, come insiste Giovanni Pao-lo 11, con una coscienza viva del le-game inscindibile fra crescita dellacomunità ecclesiale e missione dellaChiesa nel e per il mondo .- La quarta mette l'accento sul-

l'impegno politico, richiamando lasua legittimità e anche necessità peril laico cristiano, naturalmente nelleforme e nei modi proporzionati alla

1 NOVEMBRE 1987 • 17

situazione e alle attitudini di cia-scuno .

Molti sono gli ambiti che richie-dono con maggiore urgenza l'impe-gno pastorale dei laici : in particola-re, la famiglia, la cultura, il mondogiovanile, la parrocchia, la tutelaintegrale della vita umana fin dalsuo concepimento, le nuove po-vertà .

Si rende, inoltre, sempre più ne-cessaria una particolare attenzionealla vocazione e missione della don-na, che non è, stata ancora oggettodi una matura riflessione teologica edi una prassi sanamente innovativa,nella fedeltà ai dati imprescindibilidella tradizione ecclesiale .

Massima importanza va attribui-ta alla pastorale della famiglia, con-tro la quale congiurano oggi fortitendenze disgregatrici . La famigliaè infatti «l'alveo naturale, in cui lapersona nasce, cresce, si nutre ma-terialmente e spiritualmente» . Nonsi può quindi difendere la personasenza salvaguardare l'istituto fami-liare. Una pastorale della famiglia,genuina ed integrale, valorizzerà siai fondamentali appuntamenti sacra-mentali (dal matrimonio al battesi-mo e alla cresima dei figli) sia le cir-costanze ordinarie e quotidiane del-la vita .

Si curerà soprattutto la formazio-ne di famiglie che sappiano porsicome soggetti attivi della pastorale,divenendo punto di riferimento dialtri nuclei familiari per l'ascoltodella parola di Dio, la riflessionesull'insegnamento della Chiesa,l'aiuto reciproco, l'apertura ai po-veri e agli emarginati, l'assunzioneanche in sede civile delle proprie re-sponsabilità di sposi e genitori cri-stiani .

Volendo poi spendere una parolaanche per associazioni e movimentisi può ritenere che essi costituisconoun canale privilegiato per la forma-zione e promozione di un laicato at-tivo e consapevole del proprio ruolonella Chiesa e nel mondo, ma chevanno superati gli esclusivismi e leunilateralità e che deve rimanere es-senziale il riferimento al Vescovo ealla Chiesa particolare, nella con-cretezza della sua vita, della sua pa-storale e delle strutture attraverso lequali tale pastorale si sviluppa .

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EVANGELIZZAZIONE E SVILUPPO

18 • t NOVEMBRE 1987

Papua Nuova Guinea

IN TRE FONDARONOLA PRIMA MISSIONESALESIANA IN PAPUANUOVA GUINEA Nella foto piccola :

don Valeriano Barberoe don Felino Albesaconcelebrano

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Con sacrificio e durolavoro, quella pattugliaha aperto la strada adaltri missionariimpegnati a migliorare lacondizione dei giovani.

Pori Moresby, novem-bre - Araimiri è un nome che cer-chereste invano nelle carte dei co-muni atlanti geografici. Eppure esi-ste, è il nome di una cittadina di unPaese che, a chi vive in Europa, puòsembrare in capo al mondo : PapuaNuova Guinea. E in certo modo loè, dato che Papua Nuova Guinea sisitua nell'emisfero australe, fral'Indonesia e l'Australia, nel Pacifi-co meridionale, quasi agli antipodidell'Italia. Ebbene è proprio qui, adAraimiri, a ridosso della forestatropicale e a poca distanza dalla co-sta bagnata dal mar dei Coralli, èproprio qui che, nel giugno 1980,approdarono tre salesiani, di tredifferenti nazionalità : don Valeria-no Barbero, italiano, don RolandoFernandez, filippino, e il sig . Giu-seppe Kramar, jugoslavo .

Con il loro arrivo nacque la pri-ma missione salesiana in quella lon-tana terra . Inviando i suoi salesianiin Argentina, nel 1875, Don Boscosi disse felice di poter contribuirecon «un sassolino» alla costruzionedell'edificio della Chiesa universale .Si potrebbe dire la stessa cosa dellamissione salesiana in Papua NuovaGuinea. Ad Araimiri c'erano giàstati alcuni missionari, che nel 1960avevano aperto due scuole, una peri giovani e l'altra per le ragazze, leuniche in tutta la Diocesi di Kare-ma, nel cui territorio rientra la citta-dina . Ma nel 1976, in conseguenzadella crisi vocazionale e della conse-guente carenza di personale, la mis-sione venne abbandonata e le scuolelasciate in mano a volontari laici,alcuni dei quali nemmeno cattolici ealtri addirittura avventurieri .

Riconquistatala posizioneMons . Virgil Copas, arcivescovo

di Karema, non si rassegnava a que-sta perdita. Un incontro provviden-

1 NOVEMHHF 1987 - 19

ziale fra mons . Copas e il consiglie-re regionale don Giorgio Williamsgettò le basi per l'arrivo dei salesia-ni, considerati i più adatti a ricon-quistare la posizione missionariaperduta. L'impresa fu affidata al-l'Ispettoria delle Filippine . I tre sa-lesiani, giunti sul posto, si rimboc-carono le maniche e si misero ala-cremente al lavoro, superando diffi-coltà di ogni genere. In sette annihanno ottenuto di ricostruire com-pletamente la scuola portandola auna capienza di 250 allievi interni edandole un indirizzo professionale .I giovani imparano a lavorare il le-gno, a diventare meccanici e agri-coltori, e al loro ritorno nei villaggidi provenienza portano una benefi-ca influenza testimoniando, con l'e-ducazione e la preparazione conse-guita, la validità dell'opera missio-naria. Due di essi hanno chiesto eottenuto di entrare in seminario, e imissionari sperano che altri li se-guano .

Si è pensato anche alle ragazze diAraimiri, e la soluzione di questoproblema è venuta con l'arrivo, nel1986, di cinque suore della Carità diMiyasaky, la congregazione fonda-ta in Giappone nel 1937 dal missio-nario salesiano don Antonio Cavo-li . Provenienti dalla Corea, le suorevisitarono tutti i villaggi, insegnan-do catechismo, stabilendo rapporticon le famiglie, facendo scuola aibambini . Al tempo stesso lavorava-no per aprire un centro di addestra-mento professionale oggi ormaipronto ad accogliere 70 ragazze, chevi soggiorneranno per due anni rice-vendo, oltre a una buona educazio-ne cristiana, istruzione e addestra-mento a lavori di cucito, cucina,giardinaggio ecc .

Oltre alla scuola, ai missionari sa-lesiani è stata affidata la parroc-chia, la cui estensione territoriale ètanto vasta che nessuno sa con pre-cisione dove passino i suoi confini .Tutti i villaggi del circondario rice-

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20 - 1 NOVEMBRE 1987

Z

a

VUOIRICEVERE

Il BOLLETTINOSALESIANO?Dal lontano 1877

questa rivista vieneinviata gratuitamentea chi ne fa richiesta.

Scrivi subito il tuoindirizzo a:

Il Bollettino SalesianoDiffusioneCasella Postale 909200163 ROMA

. Port Moresby, veduta della città(Foto Archivio SEI - Ricatto)

vono settimanalmente il servizio re-ligioso . In sette anni sono stati am-ministrati quasi 600 battesimi, ma imissionari sono convinti che moltoresti ancora da fare per portare i cri-stiani a un livello di vita degno delVangelo .

Umanizzarei costumi

Quest'ultimo è un problema nonsolo di Araimiri, ma dell'intera Pa-pua Nuova Guinea . Il Paese sta fa-cendo passi da gigante sulla via del-lo sviluppo, specialmente in questiultimi anni . In tempi relativamentebrevi si è passati dall'età della pietraal ventesimo secolo e ci sono fonda-te speranze che fra non molto Pa-pua Nuova Guinea potrà uscire dal-l'elenco dei Paesi sottosviluppati .Ma se è possibile portare abbastan-za rapidamente la tecnica e il benes-

sere, molto più difficile è cambiarementalità, umanizzare i costumi ecostruire una società veramente cri-stiana. Ciò è particolarmente arduonel settore della famiglia e in quellodella donna . L'ostacolo maggiore ècostituito dalla poligamia, praticatanon solo dai pagani, ma anche daparecchi cristiani, che in tal modoricadono nel paganesimo . Quantoalla donna, essa è ancora considera-ta un oggetto . La si compra peraverla in moglie, la si usa per i lavo-ri più pesanti e per fare figli, la simaltratta senza riguardi . Il mezzopiù efficace per cambiare, sia purelentamente, questa situazione, è da-re una buona educazione alle ragaz-ze e renderle consapevoli della lorodignità, dei loro diritti di personeumane e di cristiane. Per questomotivo, acquista grande importan-za la presenza, la testimonianza el'opera delle suore . La loro attivitàoffre un contributo inestimabile al-la crescita civile del Paese .La presenza salesiana a Papua

Nuova Guinea non si ferma adAraimiri . Un anno dopo l'arrivo dei

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primi tre salesiani, toccò alla capita-le, Port Moresby, diventare sede diun'altra splendida realizzazione : il«Don Bosco Technical School», unvero e proprio villaggio con la resi-denza dei sette salesiani, case per gliinsegnanti laici e impiegati, aule, sa-loni, palestre, campi sportivi per500 allievi, oltre all'oratorio aperto

UNA TERRA CHE VIDEIL MARTIRIO MISSIONARIO

oo MT.HAGENo MENDI

o GOROKA

o LAE

Papua Nuova Guinea è il nomeche la grande isola nel Sud Pacifi-co, a nord dell'Australia, ha assun-to il 16 settembre 1975, giorno del-l'indipendenza. I suoi 460 mila chi-lometri quadrati (una volta e mezzol'Italia) costituiscono l'ultimo terri-torio abitato ad essere esplorato .Ci arrivarono i portoghesi, nel XVIsecolo, e lo chiamarono «Ilha dosPapuas», cioè «isola degli uominidai capelli crespi». Al nome Papuasi è poi aggiunto quello di NuovaGuinea, che pur ingenerando qual-che confusione con altri territoriafricani chiamati Guinea, non po-trebbe essere soppresso senzaprovocare il risentimento della po-polazione del nord e degli altipiani,cioè di regioni che vanno sotto ilnome, appunto, di Nuova Guinea .

Dopo vari passaggi da un colo-nialismo all'altro, il territorio, alla fi-ne della prima guerra mondiale,venne affidato, sotto forma di

ai giovani del quartiere . Una bellachiesa completerà quanto prima ilpanorama . Se i salesiani volevanostabilire saldamente la loro presen-za in Papua Nuova Guinea non po-tevano trascurare di insediarsi aPort Moresby, cuore della nazione ecentro di irradiazione verso tutte leregioni dell'interno .

«mandato», all'Australia, che l'hapoi condotto all'autonomia e suc-cessivamente all'indipendenza . InPapua Nuova Guinea si trovano laflora e la fauna più antiche delmondo, alcune specie risalgonoaddirittura alla preistoria . È qui chevive il mitico «uccello del Paradi-so». Attorno all'isola principale c'èuna miriade di isolotti, oltre 600, dicui solo la metà abitati .

La fondazione della Chiesa cat-tolica in Papua Nuova Guinea è re-lativamente recente, risale ai primidecenni del secolo scorso, quandoi padri dei Sacri Cuori di Gesù eMaria e i padri Maristi avviaronol'evangelizzazione dell'Oceania .Anche su questa terra i missionarihanno sparso il loro sangue . Per ilsuo martirio nell'isola dell'Allodola,dove fu ucciso dagli indigeni nel1855, il missionario del PIME Gio-vanni Mazzucconi fu proclamatobeato. Fino al 1882, la missione in

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li e speranzedi tanti giovani

Il centro e la periferia, dunque,Port Moresby e Araimiri, ma ancheuno dei territori che formano laparte più frammentata del Paese : isalesiani sono ora presenti a New

Papua Nuova Guinea tu abbando-nata, per poi riprendere da quel-l'anno nuovo slancio . L'iniziativa fudella Francia, con i missionari delSacro Cuore del padre Giulio Che-valier, cui seguirono i padri Verbititedeschi .

Pur con enormi sacrifici, l'impre-sa ebbe il meritato successo e, do-po un secolo, la chiesa di PapuaNuova Guinea conta oggi quattroarchidiocesi, quattordici diocesi,975 mila fedeli pari al 32 per centodella popolazione . È una chiesasolidamente impiantata, ma il lavo-ro missionario è ancora lontano dapotersi considerare concluso. Oltrea una carenza di clero locale, ci so-no ancora molti non cristiani, emolti degli stessi cristiani hanno bi-sogno di essere aiutati ad assimila-re lo spirito del Vangelo e a viverepiù intensamente la fede .

G. G .

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Britain, la maggiore delle isole checircondano il più vasto territorio diPapua Nuova Guinea. Tra vulcani,colline e mare sorge Rabual, forsela città più bella di tutto il Paese, lalocalità turistica più frequentata e,aspetto rilevante per l'opera missio-naria, centro di vita cattolica . Quisbarcarono, nel 1883, i primi mis-sionari del Sacro Cuore, di qui co-minciò la vera opera di evangelizza-zione delle terre che ora formanoPapua Nuova Guinea . La maggio-ranza degli abitanti è cattolica dalunga data e fornisce il maggior nu-mero di vocazioni al sacerdozio e al-la vita religiosa . Nel 1985, l'Ispetto-re delle Filippine, don Lazaro Revil-la, vi accompagnò un veterano dellemissioni, Giuseppe Kramar, e il gio-vane sacerdote filippino don OscarZamora. II loro compito più imme-diato fu di curare l'orfanotrofiofondato da un fratello dei missiona-ri del Sacro Cuore . Ma stanno an-che predisponendo il necessario per

"uerriero degli altipiani centrali(Foto Archivio SEI - Dulevant)

aprire una scuola tecnico-professionale per i giovani .Anche in Papua Nuova Guinea,

la presenza salesiana è diretta so-prattutto alla gioventù . Come tutti iPaesi del Terzo Mondo, la maggio-ranza della popolazione è giovane, eguarda con speranza al futuro, vuo-le cambiamenti . Molti lasciano i vil-

Costruzione di una canoa aTambaramba(Foto Archivio SEI - Dulevant)

laggi per le città, dove finiscono percadere preda del vizio . Le scuolestatali superiori non sono in gradodi accogliere tutti i ragazzi che, do-po le elementari, desiderano prose-guire gli studi . Difatti il governo de-ve selezionare gli studenti e accoglienelle scuole superiori solo un terzodei richiedenti . Ciò vuol dire che i

rimanenti due terzi non hanno pos-sibilità di migliorare sul piano del-l'istruzione . Molti ragazzi sono po-veri e abbandonati . È ad essi che sirivolgono i salesiani, memori cheproprio a questa gioventù Don Bo-sco riservò le sue cure . Ed è per que-sta gioventù che sono venuti in Pa-pua Nuova Guinea, con l'intento difar crescere qui quel «sassolino» dicui parlava Don Bosco . É però indi-spensabile il sostegno convinto e ge-neroso di quanti hanno a cuore l'o-pera di Don Bosco e l'evangelizza-zione dei popoli, di quanti sono fra-ternamente vicini ai missionari e necondividono spiritualmente il lavo-ro e i sacrifici in quelle terre lonta-ne. Qui - dicono i missionari sale-siani - un giorno potrà vivere unagrande nazione cristiana e Don Bo-sco non poteva mancare, per contri-buire in tutti i modi a edificare unasocietà migliore e più prospera .

Giuseppe Giaime

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_PASTORALE GIOVANILE

Stati Uniti 1 Boston

DA QUI HARVARDE YALESONO VICINEL'impegno educativo deisalesiani di Boston in unPaese dove la tecnologiaè tutto.

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'T'n!4~rm Nei suoi trent'anni diattività scolastica la Don BoscoTechnical High School di Boston, siè sempre mostrata all'altezza degliimpegni presi nella, preparazione difuturi ingegneri e tecnici nei campidell'elettronica e della computeristi-ca. Ed il successo dei molti exallieviche si sono inseriti direttamente nelmondo del lavoro o che hanno pro-seguito gli studi alla ricerca di titolidi studio superiori collocandosi inposizione di prestigio e responsabi-lità è la prova più convincente edeloquente della qualità e del valoredella preparazione offerta da questa

sB

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scuola. Gli exallievi sono la testimo-nianza più solida del successo di unprogramma che è costituito da uncorso di preparazione all'universitàin materie umanistiche e tecniche .

Da qui si passa spesso in universi ;tà che si chiamano MIT, Harvard,Yale e Stanford . Molti exallievi poioccupano posizioni di grande re-sponsabilità in industrie di famamondiale e si sono affermati presti-giosamente nella medicina, nel gior-nalismo e nel campo dei servizi . Al-cuni poi sono emersi come indu-striali ; è il caso ad esempio di PaulSeverino fondatore della « Data-translation Co . 1976; Interlan Co .1982; Wellfleet Communications,Inc. 1987» e di Joseph Judice fon-datore della «System SupportCo. » .

La lunga tradizione di coopera-zione e il contributo dell'industrialocale rappresentano oltre che unmotivo di soddisfazione per i sale-siani anche un grande aiuto per ilcollocamento al lavoro' dei ragazzidella scuola .

Il curriculum offerto dalla scuolaè certamente fra i più impegnativied esige oltre la completa dedizionedei docenti e degli allievi anche unagrande dose di entusiasmo .

In un'era di costante progressotecnologico del resto questa scuolanon può non coordinare i suoi pro-grammi con l'avanzamento tecnolo-gico che diventa sempre più «HighTech » .

Questo compito è assolto soprat-tutto dal «Don Bosco TechnicalCouncil», un gruppo gestore com-posto da exallievi ingegneri, da ma-nagers a diversi livelli, da esperti neivari settori dell'industria .

Si ha così un gruppo in costantecontatto con le più avanzate tecno-logie che mette a disposizione dellascuola la propria competenza . Que-sto gruppo è anche impegnato per laricerca dei fondi necessari allo svol-gimento dei programmi .

Attraverso questi amici è statopossibile ottenere attrezzature dallaDigital Equipment Corp ., dallaWang Co. e dalla IBM per l'am-montare di un miliardo di lire .

Il programma scolastico non si li-mita alla formazione di allievi medio post medi ma anche alla riqualifi-cazione di adulti disoccupati o che

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I Le immagini siriferiscono alDon Bosco TechnicalSchool di Bostondove salesiani, laicie giovani realizzano uncomune impegnoeducativo

hanno bisogno di aggiornamento .In questo cammino verso le nuo-

ve frontiere tecnologiche la DonBosco Tech accetta la sfida dellatecnologia informatica guardandoanche al proprio passato .

Grazie a questa memoria i sale-siani di Boston hanno fiducia e so-

no in grado di provvedere alle esi-genze del mercato del lavoro ameri-cano che richiede tecnici specializ-zati - la cui qualifica cioè vada ol-tre la destrezza manuale e che sap-pia coordinare le esigenze tecnicherichieste dal software e dal hardwa-re - in grado di fare da ponte tra

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l'ingegnere e l'operaio montatore,provvedendo in tal modo ad elimi-nare una grave lacuna esistente nelcampo tecnico locale .

Uno dei più urgenti problemi del-la scuola tecnica moderna infatti èquello di riconoscere le qualificherichieste dall'industria e di stabilireprogrammi di formazione che ri-spondano alle domande in armoniacon il piano educativo e scolastico .

La Don Bosco Tech di Bostoncon trent'anni d'esperienza vantaoggi una sicura leadership nel cam-po della formazione professionale .Per far fronte alle nuove esigenzeessa ha oggi un programma forma-tivo di quattro anni per l'elettronicae l'informatica. In un prossimo fu-turo la scuola rilascerà anche diplo-mi di periti elettronici e informaticinella convinzione che bisogna saperguardare con intelligenza al futuro ea ciò che cambia attorno a noi .

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PROBLEMI EDUCATIVI

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«TELEFONI AZZURRI»IN TUTTA ITALIAPER SALVARE 1 BAMBINIDAI MALTRATTAMENTI

Foto Archivio SEI - MartinoIl progetto del ministroRosa Russo Jervolino -L'iniziativa delvolontariato - anchesalesiano, con l'Istitutodi Napoli - ha apertola strada.

=

Roma, novembre -«Telefono azzurro» in tutte le prin-cipali città italiane, da Roma a Mi-lano, da Firenze a Palermo . Questoè il progetto di Rosa Russo Jervoli-no, nuovo ministro per gli affarispeciali nel governo Goria . Il «tele-fono azzurro» è, come noto, una li-nea telefonica di ascolto, consiglio edenuncia attivata per fronteggiarel'allarmante, penoso fenomeno deimaltrattamenti ai bambini. L'ini-ziativa del ministro Jervolino sta asignificare che anche i pubblici po-teri hanno finalmente deciso discendere in un campo che da ormaitroppo tempo sta alla ribalta dellacronaca .

Fino ad oggi - anzi, fino a quan-do il progetto governativo non tro-verà attuazione - il settore è rima-sto interamente affidato all'iniziati-va del volontariato, il quale, per laverità, ha saputo dimostrare intra-prendenza e tempestività. Citiamo,fra i tanti, il caso di Napoli, dovel'Istituto salesiano di via Don Boscoha istituito una linea telefonica che

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Foto Archivio SEI - Di Francescantonioraccoglie le chiamate dei bambinisottoposti a maltrattamenti, ma an-che di genitori in difficoltà, biso-gnosi di consigli per uscire da situa-zioni che rischiano di trasformarsiin drammi . I volontari addetti alCentro di aiuto ai minori in difficol-tà (CAM) ricevono le denunce dimaltrattamenti presentati dagli stes-si bambini o da persone che ne sonoa conoscenza, le informazioni su ca-

Foto Archivio SEI - Demarie

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si che richiedono immediati inter-venti . Il CAM agisce in collabora-zione con il tribunale dei minoren-ni, la polizia, gli insegnanti, e, spes-so, coti i genitori dei ragazzi .

Minorie lavoro nero

L'esigenza di una iniziativa delgenere era particolarmente sentitain una regione come la Campania,dove almeno novantamila ragazzidai sette ai quattordici anni svolgo-no lavoro nero, spesso senza riceve-re compenso ma solo minacce . Que-sti bambini non hanno alcuna tutelasul piano della salute fisica, né po-trebbero averlo perché la legge pre-vede che alla loro età si stia sui ban-chi di scuola e non a lavorare in uncantiere edile o a fare il garzone dalmacellaio . Resta però una realtà cheva denunciata e che esige drasticiprovvedimenti da parte dei pubblicipoteri .

II Centro di aiuto ai minori «è unpiccolo contributo dei salesiani allarisoluzione di un problema dram-matico, che coinvolge un crescentenumero di ragazzi» ha detto il diret-tore dell'Istituto salesiano BrunoGambardella . Un contributo, ag-giungiamo noi, che è anche uno sti-molo per i sonnolenti uffici pubbli-ci, cui compete il dovere di predi-sporre un adeguato servizio sul pia-no nazionale. C'è, fra l'altro, unproblema di finanziamenti . Il CAMsi è appellato a tutti coloro che nonintendono limitarsi a sbarrare gliocchi per lo stupore davanti ai titolidei giornali che ormai quotidiana-mente riportano incredibili notiziedi bambini percossi, torturati, vio-lati da adulti, ma vogliono, invece,contribuire concretamente a contra-stare il triste fenomeno .

La questione del finanziamentosta già mettendo in difficoltà unaanaloga iniziativa sorta a Bologna,che rischia di chiudere per mancan-

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za di fondi . Eppure anche il «telefo-no azzurro» bolognese funziona . Inpoco più di tre mesi ha ricevuto sei-mila chiamate, di cui circa il dieciper cento ha segnalato casi moltogravi. Poiché il telefono azzurro èun mezzo offerto soprattutto ai

bambini che non sanno a chi rivol-gersi per raccontare la loro penosasituazione, essi dovrebbero poter te-lefonare da fuori casa e senza paga-re la telefonata - spesso interurba-na - in quanto si presume che essinon abbiano il denaro necessario .

Ma per installare una linea telefoni-ca che consenta di chiamare gratui-tamente, addossando la spesa al ri-cevente, la Sip chiede un milione algiorno, spesa evidentemente inso-stenibile per gruppi che operano inregime di volontariato .

Indipendentemente dalla «lineagratuita», le spese da sostenere pertenere in funzione i centri di ascoltosono in ogni caso ingenti . Per que-sto, il ministro Jervolino ha chiestoal presidente del Consiglio Goria diinèludere nella legge finanziaria1988 una spesa di sette miliardi, dadestinare al sostegno e all'amplia-mento della rete di «telefoni azzur-ri» . La speranza è ora che l'iniziati-va vada rapidamente in porto.L'on. Russo Jervolino ha dimostra-to di apprezzare lo sforzo compiutodai privati, «segno - ha detto - digrande sensibilità sociale», ma ritie-ne che esso vada potenziato e af-fiancato dall'intervento pubblico .

Galleriadegli orroriQuello dei maltrattamenti ai

bambini è ormai un fenomeno chesembra allargarsi a macchia d'olio .Le notizie pubblicate dai giornalisono motivo di angoscia . Se poi, in-vece dello stillicidio pressoché quo-tidiano, ci si trova di fronte a undossier che ne raccoglie una granparte, la dolorosa sensazione di stu-pore, oltreché di orrore, si ingigan-tisce, e stringe il cuore . Eppure, perpoter contribuire ad estirpare o al-meno a contenere tante nefandezze,bisogna avere il coraggio di guarda-re in faccia al male . Solo così si puòpensare di meglio combatterlo . Èquesta la convinzione dei realizzato-ri di una iniziativa attuata nell'am-bito dell'Istituto salesiano del SacroCuore di Gesù di via Marsala a Ro-ma, e promossa da Radio Don Bo-sco, l'emittente dell'omonima par-rocchia di Cinecittà di cui è anima-tore Umberto Casella.

Gli alunni delle scuole medie han-no ritagliato e ordinato gli articolidi giornale che parlano di violenzesui bambini, compilando un dossier

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SH1 NOVEMBRF 1987 - 53

che è una specie di galleria degli or-rori. Si va dal padre che soffoca ilfiglioletto perché piange troppo, al-la famiglia che per tre anni, daquando era nato, ha tenuto il figlionel letto senza le cure mediche di cuiaveva bisogno, dal diciottenne cheaggredisce e percuote una bambinadi otto anni al padre che chiude lafiglia in un frigorifero perché «lostava disturbando», dai malviventiche utilizzano i bambini per spac-ciare droga o incassare i soldi delracket alla madre snaturata che ab-bandona la propria creatura ìn uncassettone dei rifiuti .

Il fenomeno non è solo italiano,ma mondiale. Ci sono anzi Paesiche si trovano in situazioni ancorapeggiori. In Inghilterra, «Childli-ne», l'equivalente inglese del «Tele-fono azzurro», ha messo l'ignaraopinione pubblica di fronte a mi-gliaia di casi terrificanti, di violenzefisiche e psichiche . Bambini pic-chiati a sangue, torturati, seviziatida padri, madri, genitori adottivi,patrigni e matrigne, nonni, parenti,amici dei genitori . È un panoramaagghiacciante, lo stesso rivelato in

Olanda e in Svezia dal «telefonoamico» istituito anche in queiPaesi .

Violenzepsicologiche

Negli Stati Uniti, una seria e mi-nuziosa indagine ha appurato cheogni anno più di un milione di bam-bini vengono sottoposti a maltratta-menti : il 9 per cento riguardano vio-lenza sessuale, il 27 per cento mal-trattamenti fisici, nel 58 per cento ibambini vengono privati delle ne-cessità più elementari, e nel 10 percento sono sottoposti a maltratta-menti psicologici. La conseguenzapiù tragica è che ogni anno quattro-mila bambini americani muoiono acausa delle sevizie di cui sono vitti-me. I medici riscontrano sui lorocorpi i segni degli oggetti usati percolpirli : cinghie, corde, fili elettrici,mozziconi di sigaretta, ferri da stirobollenti. Quanto alle violenze psico-logiche, l'inchiesta ha appurato che

Foto Archivio SEI - Demarie

spesso i bambini vengono abbando-nati completamente a se stessi, la-sciati senza cibo, in ambienti dovedomina la sporcizia, privati di curemediche indispensabili .

Come è possibile che tutto ciò av-venga? Come è possibile che tantaviolenza si scateni su creature iner-mi, che sembrano fatte apposta persuscitare tenerezza e amore? Sonodomande che richiederebbero unalunga e articolata risposta . E forsenon si riuscirebbe ad essere esau-rienti e neppure convincenti, perchéinvestono una molteplicità di campinon sempre fra loro collegati . E tut-tavia inevitabile il riferimento alla«cultura della violenza» di cui sem-bra imbevuta la società contempo-ranea, così come è impossibile nonsegnalare la mancanza di una «cul-tura dell'infanzia» basata su uncorretto rapporto fra l'adulto e ilbambino, fra i genitori e i figli, cheveda prevalere il reciproco scambio,con l'eliminazione di tutte quelle si-tuazioni che, nell'ambito della fa-miglia, possono creare situazioni diconflitto esasperato .

G. N .

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VITA SALESIANA

54 • i NOVEAA(3RF 19817

La Valtellina

Migliaia di personecostrette a lasciareabitazioni e campiallagati. Il contributo disolidarietà della FamigliaSalesiana e lapartecipazione del rettormaggiore don EgidioViganò.

UNA«TERRA SALESIANA»FERITA «Due file di monti, unaal sole di qua, l'altra al di là all'om-bra, e in mezzo un chiaro fiume so-nante (l'Adda) e sopra un cielomanzoniano . . . », così AugustoMonti descrive una delle valli piùbelle d'Italia, che nel mese di luglio,ha conosciuto giorni drammaticiper una Natura che non le è statabenigna, come si meriterebbe la suagente, che da sempre ha amato lamontagna, il fiume, le persone, ilbuon Dio ; che si è diramata in tuttoil mondo, attraverso i suoi figli piùillustri, nell'opera di missionari, sa-cerdoti e religiose, medici e impren-ditori, operai e contadini .

L L'Adda fuoriesce nellapiana di Sondrio(Foto Bonfadini)

Sembrava in quei giorni che imonti e il fiume si ribellassero allaloro gente : frane, alluvioni, furiadegli elementi sembravano doverspazzare via tutta la Valle. AncheGombaro, un quartiere caratteristi-co di Sondrio, dove la famiglia deiViganò, (quella che ha dato alla fa-miglia salesiana tre figli, tra i qualidon Egidio, l'attuale Rettor Mag-giore) aveva abitato, radicata tragente umile e cristiana, era stata in-vaso dalle acque, costringendo lagente ad evacuare altrove . Sasso,fanghi e acqua come in Valmalen-co, la terra di Don Parolini, donSartore, don Florindo Rossi ; come

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ad Ardenno e Fusine, come in AltaValle, dove un paese, S . AntonioMorignone, è stato spazzato viadalle acque. Anche Tirano, il paesedi don Carlo Braga, eroico missio-nario in Cina, aveva subito il dram-ma di tutta la Valle : l'evacuazione .

Più di 25.000 valtellinesi per alcu-ni giorni hanno vissuto in situazioniprecarie, sui monti, in luoghi sicuriper il pericolo della tracimazionedel lago Pola, formatosi al postodel paese scomparso .

A Tartano e in Alta Valle i mortisono stati più di cinquanta : un bi-lancio pesante insieme a quello delladistruzione di case, ponti, strade .

Sono stati giorni di tragedia, disofferenza e di pianto, che possonogiustificare le lamentele e le doman-de angosciate di tante persone :«Come è possibile tanta sofferen-za? Sembra che il Signore abbiamesso un limite a tutto meno che aldolore». Nello stesso tempo sonostati giorni di solidarietà, di frater-nità, che hanno rivelato la forzad'animo di una popolazione, capa-ce di soffrire e di reagire con digni-tà, con senso di speranza .

Sembra quasi che il dolore sia sta-to dato alla Valle, perché rivelassela bontà nascosta tra la sua gente :quante storie d'amore scritte in que-sti momenti di sofferenza!

È sembrato quasi che il dolorefosse Stato una specie di scuola del-l'obbligo, attraverso la quale la gen-te è passata, maturando, scoprendoun senso nuovo alla vita . «Chi nonha mai sofferto, non ha mai vissu-to. Chi è coperto di cicatrici, possie-de un particolare ardore» .

La Valtellina ha tremato : l'alberoè stato scosso ma le radici hanno te-nuto, perché profonde, abbarbicatead una storia, che aveva conosciutoaltre sofferenze, altri drammi .

L a pienadel Mallero

Il torrente Mallero è quello cheattraversa la città di Sondrio, scen-dendo precipitoso dalla Valmalen-co: con la sua potenza è riuscito ascavare una conca con fiancate sco-scese, che non è servita a contenere

la furia delle acque estive, allagan-do Gombaro, riempiendo il letto delfiume di sassi, mettendo a grave ri-schio la stessa città .

Nel libro «Storia di umile gente»,dedicato a mamma Maria, don An-gelo Viganò ricorda una piena simi-le nel 1927 . Il Rettor Maggiore aquesti tempi aveva solo sette anni . II29 settembre con la mamma si recain pellegrinaggio al santuario dellaMadonna di Tirano : è una giornatafredda e piovosa . «Proprio in quelgiorno si abbatte sulla Valtellinauno sconquasso. Sui monti dellaValmalenco cade una pioggia inten-sa che produce un rapido sciogli-mento della neve arrivata troppopresto (lo stesso fenomeno del lu-glio 1987) . In breve il Mallero inpiena demolisce l'argine sinistro,porta via il ponte nuovo, abbatte laprima linea di case . . . Quando i pel-legrini, emozionati, raggiungonoSondrio, debbono fare un lungo gi-

Due vedute di Gombaro(Sondrio). Sopra primadell'alluvione e sotto dopo latragedia(Foto Benini)

r NOVEMBRE 1987 , 55

ro perché sugli argini c'è pericolo .Papà Francesco ritiene necessario

che Mamma e figli si allontanino dacasa per qualche giorno . Trovanoospitalità presso amici, dalla partealta, al Piazzo .

I bambini rimangono molto im-pressionati da quel disastro e daquella fuga . La Mamma ricorda lo-ro che anche Giuseppe e Mania era-no fuggiti in Egitto per salvareGesù .

Così li aiuta a leggere il dolorosoavvenimento con l'occhio della fe-de» («Storia di umile gente, A . Vi-ganò, Elle Di Ci, pag . 73-74) .

Si è ripetuta quest'anno la stessastoria e non solo in Gombaro ma intutta la Provincia . Dei bambini, deigiovani sono morti: a Tartano, adAquilone .

In quei giorni si trovava lassù ilsalesiano don Bracchi . Sente il do-lore della gente, lo raccoglie e lo tra-sforma in poesia : nel dialetto delpaese scomparso. È vicino al parro-co don Carlo, alle famiglie rimaste,piange con loro la scomparsa diRaffaella sotto le acque del nuovotragico lago di Pola, manifesta soli-darietà per i bambini di Aquilone,

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56 - 1 NOVEMBRE 1987

I Gombaro. L'acqua è arrivata finoalla Madonnina . Qui abitava donEgidio Vigano(Foto Bonfadini)

per un paese, visitato più degli altridalla morte . Non c'è tuttavia aria didisperazione .

Un vecchio contadino di Arden-no, incontrando il parroco, dopo lostraripamento dell'Adda, che gli haallagato la casa e riempito i campidi fango dirà : «Mi è rimasta almenola vigna! » . Quando pochi giornidopo la vigna viene colpita dallagrandine, si limiterà ad aggiungere :«Mi è rimasta la salute! » .

Non fatalismo, ma decisione nel-l'affrontare la sventura . Anche ilpapà di Don Antonio, dopo la gran-dinata delle tre del mattino, si alze-rà presto alle cinque e mezzo e conla moglie va subito a lavorare in vi-gna: «Per salvare quel che si può .La andrà meglio l'anno prossi-mo! ». Lavora la vigna ma la mente,come quella di tutti, è a chi è morto,a chi sta peggio, al futuro da rico-struire con la stessa pazienza e spe-ranza .

Una casa dalle portespalancate

A Sondrio il Convitto e l'Orato-rio dei Salesiani sono a disposizionedegli sfollati : in pochi giorni passa-

no più di 1200 persone a pernottare .Il Direttore, don Ugo Contin e l'e-conomo, don Achille Minozzi, sonoinfaticabili insieme alle Suore Figliedi Maria Ausiliatrice : sono migliaiai pasti da servire: «Se dobbiamo la-vorare più del solito, lo facciamovolentieri per gente che soffre e checi ha sempre voluto bene» diconosuor Annunciata e suor Olga . Biso-gna che la cucina sia pronta a tuttele ore. Anche gli obiettori in servi-zio civile presso il Convitto si dannoda fare, così i giovani dell'Oratorio .

È una gara di solidarietà, la stessadi alcuni anni prima, quando la Ca-sa è stata aperta agli abitanti di Tre-senda, evacuati a causa delle frane .

Al convitto, giungono anche i vo-lontari: gli amici alpini, i pompieri,gli elicotteristi (il campo dell'orato-rio è trasformato in eliporto) .

La gente si trova bene, come infamiglia: «Nel momento della sof-ferenza, è bello avere qualcuno cheti dà una mano e ti apre la sua casa»e quanti in Valtellina lo hanno fat-to: per amici, parenti . Non poteva-no i Salesiani essere da meno . Dueanziani di oltre settant'anni dirannoa don Achille : « Venite a trovarci : lanostra sarà anche la vostra casa .Abbiamo poco, ma quel poco cheabbiamo, ve lo daremo con ilcuore».

Il Ministro della Protezione Civi-le invia un telegramma al direttore

ringraziando: «Ministro ProtezioneCivile mi incarica esprimerle più vi-vi ringraziamenti per preziosa colla-borazione et fattiva opera prestatain aiuto et ricovero popolazioneValtellina colpita da recente violen-ta ondata maltempo . Prefetto Go-mez y Paloma».

Ma il grazie più bello sono sem-pre i Salesiani a farlo : per quantohanno visto in Valle di generosità esolidarietà. Una Valle che ha sem-pre dato e poco ricevuto, perché ilvaltellinese non ama molto far pub-blicità a quello che fa .

«Sono con voi,nella mia terra»

Di ritorno dalla Cina, Don Egi-dio ha visitato il 29 agosto la suaValtellina. Lo ha fatto a nome an-che dei 150 e più Salesiani e Figlie diMaria Ausiliatrice, che hanno ma-turato la loro vocazione in provin-cia. «Ho affidato il mio saluto -dice il Rettor Maggiore ad un gior-nalista - a uno degli operai che la-vorano sulla frana perché lo estendaa tutti i suoi colleghi che in questomomento stanno svolgendo con ab-negazione un lavoro altamente ri-schioso .

Sono vicino a tutti coloro che sof-frono ed affrontano disagi . In que-sti momenti occorrono fiducia esperanza. Alcuni cercano di indivi-duare un colpevole, un Giuda daimpiccare. Chi viene da fuori si ren-de conto che il disastro è di una taleenormità da non poter attribuire re-sponsabilità» .

Il Rettor Maggiore era in AltaValle anche il giorno dell'alluvione :per poche ore, ha evitato di essernecoinvolto. Forse vedendo la sua ca-sa natale, i suoi luoghi sommersidall'acqua, avrà ricordato l'altrapiena del Mallero, di quando erapiccolo .

Certo ha sofferto nel vedere lasua valle, trasformata profonda-mente dal cataclisma, una Valle chesta ritrovando con il passare deltempo la speranza e si attende tantasolidarietà per ricostruire il futuro .La stessa che sempre ha dato a tutti .

Vittorio Chiari

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PROTAGONISTI

Guido Josìa

DAI DISEGNIALL'ORATORIOALLA SCENOGRAFIADEL

«DON BOSCO»

1 NOVEMBRE 1987 • 57

Sul set del film in preparazione ilnostro inviato incontra protagonisti etecnici rivelandone storie e segreti.Per questa volta ecco un exallievo artdirector del film .

~ Corre da una scena al-l'altra con il vigore di un ragazzino .Irrimediabilmente sorridente ancheora che, per migliorare un effettovisivo, riceve dal regista LeandroCastellani l'invito a modificare ra-dicalmente una parte della sceno-grafia, costruita con scrupolosaprecisione . Senza sgomentarsi, conun'impeccabile serenità scolpita sulvolto, Guido Josìa, art director delfilm attualmente in lavorazione sul-

°19~ la vita di Don Bosco, in pochi attimismantella e ricostruisce una compli-catissima scenografia . Ai suoi ordi-ni, sempre precisi e delicati, un nu-golo attivissimo di operai ricompo-ne l'ambiente della famosa «Saladel mappamondo» al Palazzo Far-nese di Caprarola (Viterbo), scelta avisualizzare l'incontro di Don Bo-sco con il Papa Pio IX, dal quale

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58 • i NOVEMBRE 1987

avrà l'approvazione e la benedizio-ne per la nascente congregazione sa-lesiana .

L'ideatore, il progettista, il dise-gnatore, il coordinatore della co-struzione di questa scenografia, co-me delle altre cento che fanno dasfondo alla rievocazione cinemato-grafica della vita del santo torinese,è proprio Guido Josìa .

Nonostante il nome evochi notipersonaggi palestinesi, le sue originisono italianissime . Datano 15 di-cembre 1932 . Ad Ancona, dove ilpadre, di origine siciliana, si trova-va in qualità di docente di storia efilosofia . Ma la residenza era a Ro-ma, nel quartiere Tuscolano, a po-che centinaia di metri dalla Chiesadi Maria Ausiliatrice, parrocchiasalesiana con annesso Oratorio, cheJosìa ha frequentato fin dalla suapreadolescenza .«Sono stato all'Oratorio salesianodi M. Ausiliatrice per quattro o cin-que anni, durante la guerra - iniziaa confidarci Josìa -, ma sono tor-nato più volte anche in seguito perrivedere la chiesa della mia infan-zia. Ricordo con grande simpatia igiochi che facevamo e i salesiani checi seguivano . Uno di questi, don

L'incontro di Don Bosco conPapa Pio IX collocato nellascenografia della «sala delmappamondo» di cui parla Josìanell'intervista

Baldazzi, l'ho incontrato recente-mente a Lanuvio durante i sopral-luoghi per scegliere gli ambienti piùadatti alle scene del film . Altri li hoincontrati a Castel Gandolfo, pres-so l'Oratorio salesiano dove ci era-vamo rifugiati con la famiglia quan-do, a causa della guerra, fumino co-stretti a sfollare da Roma. Pensi chealcuni salesiani si ricordavano deidisegni che facevo quando ero al-l'Oratorio. Chi l'avrebbe detto chepoi avrei intrapreso questa profes-sione! . . . » .

Ha qualche ricordo della sua in-fanzia trascorsa all'Oratorio? » do-mando, costringendo Josìa ad unapausa del suo frenetico lavoro .

« Ricordo che andavamo a racco-gliere, con altri amici, l'alluminiodegli aerei che venivano abbattutiper barattarlo con qualcosa damangiare. Spesso accompagnavomia madre, in lunghi e sofferti per-corsi, per scambiare qualche coper-

ta, la lana dei materassi, oggetti dicasa per un po' d'olio, un po' di ca-stagne. I salesiani ci hanno aiutatomolto, perché soffrivamo una famenera! Ricordo anche il gioco all'o-ratorio . L'ho capito come una pos-sibilità di maggiore conoscenza tranoi ragazzi, come educazione all'ot-timismo in un momento particolar-mente drammatico. L'ho preso se-riamente, anche senza accorgerme-ne. In seguito ho continuato a vive-re da ottimista, pensando che ancheil lavoro, se diventa —gioco —, puòessere gratificante . Questo è ciò chemi trascino dietro come esperienzadi vita» .

« Le sembra un'attitudine costrui-ta a contatto con l'ambiente sale-siano? » .

«Sì. Certo, c'è anche la famiglia.Ma l'ambiente salesiano l'ho intesocome una famiglia dilatata : una fa-miglia fatta di casa e di oratorio» .

Ritorno alle, caratteristiche del suolavoro e chiedo quale ruolo specifi-co abbia l'art director nella confe-zione di un film .

«É la direzione artistica di quan-to si riferisce all'ambientazione delfilm: dalla ideazione al disegno del-le scenografie, dalla individuazionedei luoghi esterni alla costruzionedegli scenari per gli interni, dal fab-bisogno scenico all'arredamento .Lo scenografo è quello che si muoveper primo quando si avvia la produ-zione di un film: fa i sopralluoghi,disegna i bozzetti delle scene, indicale caratteristiche dell'ambiente daricostruire. Per me non si tratta diuna ricostruzione pedante, preoccu-pata solo della fredda precisionestorica. È una ricostruzione intesadal di dentro, che rappresenti ancheper suggerimenti quello che deve es-sere lo spirito e l'interiorità di ciòche si esprime visivamente» .

Potrebbe fare qualche esempiocon riferimento al film «Don Bo-sco »?

« Per esempio la Torino che ab-biamo ricostruito tigli studi di ViaPontina. È una Torino da avvicina-re a oggi . Una Torino dei disereda-ti, raccolti a ridosso di un muro chefa da sostegno a un gruppo di ba-racche al di là delle quali si sente la

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vecchia città che viene demolita equella nuova, progredita e potente,che nasce in contrasto con questebaracche che appartengono agliemarginati. E qui ci metto un po'della mia vita: quei ricordi della miainfanzia, nel quartiere popolare diRorna. Purtroppo, ma anche perfortuna, bisogna scavare sempre nelpassato: le esperienze del passato leabbiamo sempre dentro» .

«Non si rischia di tradire una cer-ta fedeltà storica? » .«No. C'è qualcosa che non si tra-

disce. Ad esempio: c'è la ricostru-zione della Mole Antonelliana, cherimanda storicamente all'epoca .C'è l'accenno a questa costruzione,che era una sinagoga. Ai tempi diDon Bosco non era come si presentaoggi. A quei tempi c'erano i cantieridella sua costruzione. Ho volutoanche un po' esagerare questa pre-senza del cantiere, del lavoro duroche opprime, che serve a reclutare lamaggior parte delle persone e deigiovani da sfruttare in questa zonadi estrema povertà, dove Don Bo-sco si affatica per difendere i suoiragazzi e per garantire giustizia. Hovoluto esasperare un po' la sceno-grafia proprio per mettere meglio inevidenza la parte del contenutopiuttosto che la parte storica, mache rischiava di restare solo cornicevisiva ma non significativa» .

«Non crede che il pubblico siapiù attento alla vicenda del film, aciò che accade e a come si compor-tano i protagonisti, piuttosto cheprestare attenzione alla scenografiae agli ambienti che fanno da sfondoal racconto filmico?» .

«È facile . Ma come scenografo iofaccio in modo che la scenografiadiventi essa stessa un personaggio .Cerco di portare la scenografia arappresentare più profondamentechi la percorre, chi la usa. Deve co-municare. Faccio un esempio: lostudio dell'arcivescovo Castaldi.Anche se il vescovo non è ancorapresente nel suo studio, il pubblico,vedendo il suo tavolo, deve capireche è un uomo di azione, che è uo-mo di potere, che ha interesse allalettura e allo studio . Vedendolo poiapparire, la sua figura risulta anco-ra più incisiva. Così per l'ambienta-

zione dell'incontro tra Pio IX e DonBosco ha scelto la « Sala del mappa-mondo» a Caprarola. Perché que-sta scelta? L'affresco che fa dasfondo deve rappresentare il valoree il ruolo del Papa, l'universalitàdella dottrina cattolica. Non è a ca-so, quindi, che sia stata scelta que-sta sala. Il pubblico, anche incon-sciamente, raccoglie queste comuni-cazioni. È successo per tanti film,come quando si sbaglia ad accende-re una lampada elettrica anziché apetrolio. Il pubblico è smaliziato or-mai e non si può barare . Soprattut-to se il film è di grande impegno co-me questo che stiamo facendo» .

«Ritiene che si tratti di una gros-sa produzione?» .«Secondo me è una produzione

molto impegnativa. Hp avuto a chefare con tante altre ricostruzioni .Qui siamo con una grossa produzio-ne. Anche dal punto di vista finan-ziario. Anche se, magari, gli in vesti-menti di soldi e di mezzi non garan-tiscono il risultato : si può fare unfilm bgllissimo anche con pochi sol-di e pochi mezzi a disposizione, co-me capita di vedere brutti film an-

i

Si sta girando una scena cherappresenta un momento dellavita dell'oratorio di Don Boscoinaugurato presso la cascinaPinardi . La cascina è stata sceltada Josìa nei pressi diLombriasco (To)

1 NOVEMBRE 1987 • 59

che se hanno assorbito molto dena-ro. Qui c'è una grande fatica di ri-cerca, di studio, di attenzione e dicura per rappresentare un prete cheoggi va presentato in un certo mo-do. Ho letto molto su Don Bosco,proprio perché dai testi mi venissesuggerito il meglio per le ricostru-zioni plastiche, per gli sfondi rnate-riali da allestire, ma che ne esaltas-sero lo spirito » .

«Lei, come ex allievo conoscevabene la figura di Don Bosco?» .

«Io ho riscoperto Don Boscoproprio in questa occasione. Lo ri-cordo dall'infanzia come una figurapaterna. Paterna anche nella sua se-verità, se vogliamo . Come tutte lefigure paterne c'è equilibrio tra se-verità e permissivismo . Ma tantiepisodi più particolari mi sarebberosfuggiti se non avessi avuto tra lemani un argomento che ora è diven-tato più serio di quello che avrei po-tuto pensare prima. Mi sento grati-ficato e onorato di fare un film suDon Bosco. Chi l'avrebbe immagi-nato?. . . Sono doppiamente entusia-sta per questo lavoro» .

«Ora come lo vede Don Bosco?Come lo ha riscoperto? ».

« Un uomo molto all'avanguar-dia. Un precursore dei tempi attua-li. Un uomo illuminato. Un uomoche avendo percorso i tempi è di-

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ventato di estrema attualità . Poi c'èanche il recupero della sua memo-ria» .«Che cosa intende per "memo-

ria"? » .«Noi siamo molto indifferenti di

fronte a certi problemi nostri, per-

CHI E GUIDO JOSÌA

sonali. In qualche modo siamo an-che restii. C'è qualcosa di Don Bo-sco dentro di noi, qualcosa che si èmanifestato in Don Bosco, ma chesi potrebbe manifestare anche innoi: penso alla disponibilità neiconfronti degli altri . . . Io vorrei rap-presentare visivamente questo fatto

Nasce ad Ancona i1 1511211932 .A vent'anni inizia l'attività di scenografo, a fianco del prof . Camillo

Parravicini . Lavora in numerosi allestimenti scenici al Teatro dell'Ope-ra di Roma e per vari teatri italiani e stranieri, a fianco di autorevoli re-gisti come L . Visconti, F . Zeffirelli, L . Mondolfo, V . Gassman, O. Costa,D. Fabbri .

Alterna l'attività di disegnatore di costumi con quella di disegnatoredi scenografie per il teatro e il cinema, come pure, più recentemente,per numerose pubblicità televisive .

Pur costretto a macinare chilometri e chilometri soprattutto per i so-pralluoghi dei film, trova il tempo per mantenere l'impegno di pittore,allestendo mostre collettive e personali . Vari suoi quadri figurano inimportanti collezioni private .

Tra i vari riconoscimenti è da segnalare il «Nastro d'argento» per lascenografia del film «Metello» (1970) e la nomination per il «Nastrod'argento '74» del film «Fatti di gente per bene» .

Dell'intensa attività ricordiamo le principali scenografie per filmcome :

1961 «La Bibbia» di J . Huston (collabora con M . Chiari) .1962 «La città prigioniera» di J . Anthony (sempre con M . Chiari) .1962 «Cronache di un convento» di E . Dmytryk (arredamento) .1966 «I nostri mariti» di D . Risi .1968 «Escondido» di F. Giraldi .1969 «Tepepa» di G . Petroni .1969 «II Clan dei Siciliani» di H. Verneuil .1970 «Viaggio di nozze» di C . Zamurovic .1970 «L'ultimo ribelle» di D . Mc Coy.1970 «Metello» di M . Bolognini .1971 «Bubù» di M. Bolognini .1971 Al furto è l'anima del commercio» di B . Corbucci .1972 «Il prode Anselmo e il suo scudiero» di B . Corbucci .1972 «Imputazione d'omicidio per uno studente» di M . Bolognini .1974 «Flavia la monaca musulmana» di F . Mingozzi .1975 «Libera, amore mio» di M . Bolognini .1975 «Il deserto dei Tartari» di C . Zamurovic (per la TV tedesca) .1976 «Dimmi che fai tutto per me» di P . Festa Campanile .1978 «Travolto dagli affetti familiari» di M . Severino .1978 «L'uomo della sabbia» di G . Questi .1979 «La giacca verde» di F . Giraldi (Rai-TV) .1981 «Aiutami a sognare» di P. Avati .1981 «Carnevale a Venezia» di M . Lanfranchi .1981 «La vela incantata» di G . F. Mingozzi (Rai-TV) .1982 «Le ambizioni sbagliate» di F. Carpi .1983 «I cani di Gerusalemme» di F. Carpi (per la TV francese) .1983 «Son Contento» di M . Ponzi .1983 «lo, Chiara e lo Scuro» di M . Ponzi .1985 «Sins (Venice)» di D. Hickox .1986 tTitus Brandsma» di S. Maestranzi (Rai-TV - di prossima

uscita) .1987 «Don Bosco» di L . Castellani (in lavorazione) .

interiore e spero di poterci riuscire .È un tentativo che mi sento in dove-re di fare : incoraggiare a capire chel'ambiente può suggerire che anchenoi, compenetrandoci in questocontesto, possiamo incontrare inDon Bosco un esempio, un model-lo, un aiuto a convincerci che anchenoi possiamo, nel nostro piccolo,fare qualcosa di simile a quello cheha fatto lui» .

«Come procede il suo lavoro nelfilm: ha trovato momenti difficili,ha fatto esperienze belle o incorag-gianti? » .

«Devo dire che mi sento come unvecchio pugile capace di trattenerel'avversario se picchia troppo forte .Quindi me la cavo, sapendo che c'èda conciliare l'aspetto finanziariocon quello pratico, con quello logi-stico. I problemi sono tanti, ma mientusiasma questo lavoro e l'entu-siasmo che sto incontrando anchenegli altri collaboratori. Vedo an-che con piacere i salesiani che cihanno seguito, che hanno assistitoalle riprese. Li vedo entusiasti equesto ci sostiene molto . Soprattut-to a Torino, nelle riprese pressoLombriasco, i salesiani sono stati digrande disponibilità, come anche isacerdoti secolari che ci hanno datocon grande entusiasmo del materia-le utile da mettere in scena. Sonopiccole cose che aiutano molto, per-ché il percorso di questo lavoro nonè semplice. Mantenere la calma,conservare l'equilibrio, sostenererapporti sereni con tutti quando im-provvisamente si deve reinventaretutto, costringe a fare continuamen-te appello a una grande pazienza,propria e altrui. Spero ci dia unamano Don Bosco!».

«È una fatica che fa volentierianche in qualità di ex allievo sale-siano? » .

«Sì, certamente. Da bambini co-sa vuole che si capisca del proprioambiente educativo? La marmella-ta, il catechismo, le corse nel gioco ecose del genere . Ora si recupera.Questo lavoro del film per me è sta-to un ottimo filtro per un nuovo in-contro con Don Bosco . Come hodetto, mi sento gratificato e moltoonorato» .

Pierdante Giordano

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- PROTAGONISTI

~~ C'era una volta . . . Cosìsi potrebbe iniziare la storia della vi-ta di Attilio Giordani. C'era unavolta un mago buono, che assomi-gliava un poco a Mago Merlino edera, come lui, dotato di uno stranopotere : riuscire a far ridere anche ilpiù triste dei bambini . . . Nel vederlosempre attivo nel suo oratorio, con-tornato da nugoli di ragazzini vo-cianti, Attilio Giordani sembravaveramente in possesso di una parti-colare bacchetta magica . Si fa stra-da, perciò, la tentazione di ìnitizza-re la figura di questo «mago buo-

N UOMO COME TANTICHE VOLEVA BENEAI GIOVANIIN NOME DI DON BOSCOAttilio Giordani ha dedicato aglialtri la sua vita, fino all'ultimo,fra i ragazzi poveri del Brasile.

no», ma le tentazioni, si' sa, nonvanno assecondate e, per di più, imiti vanno sfatati sul nascere equindi sarà molto più interessantesapere chi veramente era AttilioGiordani .

Nasce nel 1913 alla periferia diMilano in una famiglia di originifriulane e comincia «da subito», anove anni, a frequentare l'Oratoriosalesiano di Sant'Agostino . Così ri-cordava il suo ingresso in quella chediventerà per tutta la vita la sua se-conda casa: «Era un lunedì. Dopola dottrina fecero il cinema e le

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proiezioni sulla storia sacra . Da al-lora frequentai quasi sempre . Mi di-vertivo un mondo sulla giostra, sulpasso volante, col pallone . . . Memo-rabile la prima gita nell'estate 1925,col gruppo degli esploratori . Lapartenza della santa baraonda av-venne con il tram bianco di vialeLunigiana. Eravamo più di due-cento » .

Nell'oratorio salesiano Attilio siforma alla vita cristiana . Crescen-do, diventa ben presto collaborato-re e inizia ad occuparsi di quelli piùgiovani, sempre attento a sviluppa-

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re un ambiente sereno e disponibile .Il suo buon umore e la forza comicainnata lo vedono tra gli animatoridel teatro dell'oratorio . Ecco comericorda il suo «tirocinio» artistico :«Il direttore del teatrino, il sig . Ba-rale, tentò di specializzarmi nellamesta personalità del "vecchiopiangente", del "giardiniere ses-santenne", ma dopo molte avven-ture e tre anni di fatica (per l'artebisogna pur soffrire!), poiché ilpubblico non si commuoveva, il sig .Barale pensò di darmi le parti da"scemo", nelle quali mi trovai a fa-giolo. Tutti confermarono: "ElGiordà el va ben a fa la part del stu-pid"» .

Negli anni fiorenti dell'A .C. di-venta delegato aspiranti . Al suogruppo di una quarantina di ragazziinsegna a diventare i «raggi» dellascuola. La guerra lo trova in Alba-nia, a ventisette anni artigliere diprima linea . Scriveva nel diario :«20 settembre. Rombo assordantedelle artiglierie, visite insistenti de-

Attilio Giordani a Poxeraunell'ultimo periodo della sua vita

gli aereoplani che vuotano il saccodelle bombe. Ora si sentono le mi-traglie . In trenta diciamo il rosario .La sera scende e ci porta le suepreoccupazioni . Verranno questanotte?». Dopo l'armistizio, grazieall'aiuto salesiano, Attilio riesce asfuggire ai tedeschi e _ a rifugiarsisulle montagne di Lecco, fino all'in-surrezione di Milano, insurrezioneche è decisa proprio nel suo orato-rio, in via Copernico, dove si riuni-scono al sicuro i capi del CLNAI,tra cui Pertini e Valiani . Ed è final-mente la pace .

Con il ritorno alla vita di tutti igiorni, incontriamo Attilio Giorda-ni felicemente sposato con Noemi,il suo grande amore dai tempi dellaguerra, e impiegato prima in unaditta farmaceutica, poi alla Pirelli,olteché impegnato «in prima linea»nel suo oratorio . Diventa papà di

Piergiorgio, poi di Maria Grazia einfine di Paola . «Papà stava poco acasa - racconta Maria Grazia -ma non ci siamo mai sentiti abban-donati. Specialmente da bambinaho vissuto la pienezza del papà at-traverso la mamma, il loro amore .Quando entrava in casa, poi, eratutto nostro, non portava le tensio-ni di fuori» .

Segnod'amore

Un uomo come tanti, insomma,ma che ha fatto proprio il pensieroispiratore dì Don Bosco : essere il se-gno dell'amore di Dio in mezzo agliuomini. Per questo riesce ad inserir-si in ogni situazione col proprio sen-so cristiano . A questo riguardo,può essere significativo un episodiodegli anni in cui lavorava alla Pirel-li . E l'autunno caldo, gli operai, insciopero da più giorni, sollecitanola partecipazione degli impiegati,per solidarietà . Solo Attilio, traquesti, fa sciopero .

«Quando si presenta a parlare al-l'assemblea degli operai, alla Came-ra del Lavoro - ricorda don Gio-vanni Sangalli - e dice di essere unimpiegato «in forza al grattacielo»,è sommerso da un uragano di fischi .Aspetta che passi la bufera, poi pre-cisa che lui, personalmente, ha ade-rito allo sciopero . I fischi si mutanoin applausi e Attilio comincia a par-lare con calma e persuasione : perottenere quanto era giusto occorre-va essere uniti, tener lontano l'odioed evitare gli scioperi indiscrimina-ti, scegliere insieme i tempi e i modipiù opportuni . Un discorso onesto,ma duro da ascoltare in quellasede» .

A pertoalla società

Quello di Attilio Giordani è quin-di un cristianesimo aperto alla so-cietà, al mondo . Impegnato per tut-ta la vita ad operare scelte concretee coerenti con il Vangelo, Attilio in-carna la figura del laico cattolico

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suggerita dal Vaticano 11 . «La no-stra fede deve essere la nostra vita- diceva - non necessitano tanteparole» . E così è stato per lui : il suolavoro con i giovani, costante neltempo, significava la quotidiana ri-scoperta della vocazione cristiana emissionaria . Con una fantasia sba-lorditiva e sempre rinnovata, Attilioorganizza per i suoi ragazzi giochi,gite, piccole olimpiadi, raduni, inuna vera e propria girandola di ini-ziative . In sintonia con la vita dellaparrocchia è tra gli organizzatoridella prima «Crociata della bontà»,manifestazione che si amplia suc-cessivamente a livello internaziona-le e ottiene il riconoscimento dell'al-lora Cardinale Roncalli .

Una vita dedicata ai giovani nonpoteva che concludersi in mezzo aloro . Sono gli anni caldi della conte-stazione studentesca e molti ragazzipartono per le zone più povere del-l'America Latina e dell'Africa,spinti da un'esigenza di impegno so-ciale e di una fede vissuta accanto ai

A sinistra Attilio Giordani tra lamoglie e don Ugo De Censi .Sopra: la famiglia Giordani

più bisognosi . Tra questi anche i trefigli di Attilio . Destinazione Poxe-rau, Mato Grosso, in Brasile . CosìAttilio scrive ai figli : «Non mi inte-ressa se fate una scelta che sia ugua-le alla mia o che sia contraria, mi in-teressa che scegliate, che non siatepassivi di fronte alle situazioni» .Quasi all'improvviso, però, maturain lui una decisione di certo inso-spettabile in un uomo di cinquanta-nove anni, vicino alla pensione econ un infarto alle spalle : partire! Ecosì, con l'amatissima moglie sem-pre al fianco, Attilio Giordani rag-giunge i figli in Brasile . Lascia lasua vita a Milano, il suo oratorio,per dare una testimonianza-comple-ta di vita salesiana, per l'esigenza dicomprendere le scelte dei giovani,per dare fiducia agli altri genitoriche spesso disapprovano le scelte

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dei figli . Non sa una parola di por-toghese, ma riesce lo stesso ad in-cantare i piccoli bimbi e ad aiutare ipiù poveri . Dopo sei mesi di lavoroe di clima diverso, la fatica però sifa sentire e il cuore di Attilio cede .Le sue ultime parole, rivolte al fi-glio, «Piergiorgio, continua tu», sitrasformano in un invito rivolto aciascuno di noi .

E, ancora una volta, la testimo-nianza di Maria Grazia, la sua se-condogenita, ad illuminare meglioquesto breve profilo di Attilio Gior-dani : «Io penso che l'obiettivo dipapà fosse quello di voler bene allagente attraverso le situazioni di ognigiorno. Forse avrà avuto qualchedote, ma era uno di noi . Non vorreiproprio fargli un piedistallo . Iopenso che era una persona qualun-que, ma sempre viva!» .

Monica Ferrari

(Le notizie sulla vita di Attilio Giordanisono tratte dal libro di Aldo Rabino« . . . papà era così», Ediz . O .A.S .I .)

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ostntì---

CI È STATA MADRE

D ovendo, mia sorella, subi-re due interventi ai femo-

ri, con grande fede l'ho affidataa S. M . D . Mazzarello .C'era il grave pericolo di non

poter più camminare . Ma perl'intercessione della nostra San-ta, poté camminare, prima colgirello e adesso riesce, con unsostegno, ad essere autosuffi-ciente .

Grazie, Madre Mazzarello, dicosi grande favore, te ne sare-mo riconoscenti per la vita.

Sr. M. G. Reina FMA - PA

MOMENTI FAMILIARIDIFFICILI

D a diversi anni la mia fami-glia vive momenti difficili

e duri, ma con l'inizio dell'estatela situazione parve maggior-mente peggiorare . Una zia èstata operata d'urgenza con so-praggiunte complicazioni, miopadre e mia madre hanno gra-vissimi motivi di preoccupa-zione .

In questi momenti di quasi di-sperazione, di solitudine ho in-vocato con grande speranzaMaria Ausiliatrice e piano pianotutte le situazioni si sono risolteper il meglio, facendo tornareun po' di sereno sulla mia fami-glia.

Un grazie riconoscente .Lettera firmata

BRUTTA CADUTADA UNA BICICLETTA

'I nostro figlio Simone la seradel 23 luglio u .s . mentre con

la bici percorreva la discesa cheporta al negozio della mammaandò a schiantarsi contro il mu-ro di un abitato, rimbalzando poisu una panchina di ferro .

Portato d'urgenza all'ospeda-le di Alba, fu quasi subito fattotrasferire all'ospedale Regina diTorino. Si prospettava : lesionecerebrale, trauma cranico conpossibilità di evoluzioni poliva-lenti .

Lo affidammo a M . Ausiliatri-ce e S . D . Savio. Pregammo co-me solo due genitori sanno pre-gare per il loro figlio e dopo 12giorni Simone veniva dimessodall'ospedale . A distanza di me-si gode ottima salute .

Desideriamo rendere pubbli-ca la grazia e la nostra ricono-scenza .

Fam . Tablino

GRAZIE RICONOSCENTE

on Bosco mi ha sempreprotetto lungo tutto l'arco

della mia vita e di questo gli so-no infinitamente riconoscente .Ultimamente, mia nipote, graziealla fiducia sempre riposta indon Bosco e M . Ausiliatrice, hasuperato con profitto esami dav-vero difficili .

Iva Carapelli

PARTO DIFFICILE

esidero di cuore ringra-ziare S . D . Savio per l'aiu-

to concesso a mia figlia nel risol-vere «gravi complicazioni» sortepochi giorni prima del parto .C'era pericolo sia per la madreche per il figlio .

Ci siamo rivolti al Santo delleculle ed egli non ha mancato difarci sentire la sua presenza . Le«gravi complicazioni» si sonopotute risolvere ed è venuto allaluce il piccolo Paolo .

I primi giorni si è un po' temu-to per la sua vita ma il piccolo-grande Santo non fa le cose ametà ed ora Paolo sta bene .Con riconoscenza .Assunta Scodina - Terralba

GRAZIE

A nche se con molto ritardodesidero ringraziare con

immensa riconoscenza M . Ausi-liatrice, S . G . Bosco e S . D . Sa-vio per numerosissime grazieconcessemi .

Mariarosa AlessioNizza Monferrato

TSR. EUSEBIA

rovandomi già in grandedifficoltà di salute ed eco-

nomica ebbi anche la sorpresadi vedermi tolta la misera pen-sione .

Chiesi aiuto a Sr. Eusebia etutto si è risolto.

A. D. R .

RCOLPITO DA PARALISI

ingrazio in modo partico-lare Mons. Versiglia e don

Caravario perché mio marito,colpito, qualche anno fa, da pa-ralisi fortissima ne è uscito inmodo più che soddisfacente .

Due anni fa, mia figlia fu ope-rata alla spina dorsale, ultima-mente rischiava di dover essererioperata . Mi sono rivolta a Sr .Eusebia e sembra che non siapiù necessario tornare in salaoperatoria.

M. Sondi

IESAURIMENTO NERVOSO

n seguito ad un lungo esau-rimento nervoso di mia fi-

glia, ci siamo rivolti con preghie-ra e fiducia a M . Ausiliatrice eS. D . Savio invocando una pron-ta guarigione .Dopo poco tempo si ebbero

notevoli miglioramenti seguitida completa guarigione . Rico-noscenti rendiamo grazie .

S. M.

SITUAZIONE ECONOMICADIFFICILE

D a anni mi dibattevo in unasituazione economica

che spesso ha rasentato ildrammatico .Ultimamente con mio marito

abbiamo iniziato a pregare tantoma tanto e con enorme fiduciaMaria Ausiliatrice e don Bosco .Debbo a Loro se non è avvenutoil peggio nel maggio scorso . Da

allora la situazione va lentamen-te ma costantemente sbloccan-dosi e di questo desidero ringra-ziare pubblicamente i nostri cariprotettori .

Cristina Nannini

INTERVENTOCHIRURGICO

ottoposta, ultimamente,ad un delicato intervento

chirurgico, mi sono rivolta confiducia a Maria Ausiliatrice, dicui sono sempre stata molto de-vota, e tutto è andato bene .

Ringrazio di cuore e continuoad implorare la Sua protezionematerna.

D

Maria Chiara Lilllu - Arbus

UN GRAZIE SILENZIOSO

esidero dire GRAZIE aMaria Ausiliatrice, Don

Bosco, Domenico Savio per tan-ta loro protezione nei miei lun-ghi anni .

Lettera firmata

GRAZIE A S. D. SAVIO

ono felice di rendere pub-blica la nascita della mia

piccola Domenica grazie all'in-tercessione di S . D . Savio.

Dopo un primo doloroso abor-to mi sono rivolta al piccolo San-to ed egli non ha mancato diesaudirmi .

Franca Caminiti - ME

SITUAZIONE FAMILIAREDIFFICILE

M ia figlia era sul punto dirompere il matrimonio .

Con fede ho tanto pregato MariaAusiliatrice e ora tutto si è risoltoper il meglio anzi la nascita diuna vispa bambina ha rinsalda-to ancora di più la vita familiare .

B . R . - PI

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DELLAGIACOMO sig.ra MADDA-LENA, ved. DELL'ANTONIO, coo-peratrice sales. t Pedrazzo (TN), a84 anni

L'accompagnò sempre una fedeprofonda e sincera . Rimasta vedovamolto giovane, dedicò tutta la sua vi-ta alla famiglia e al suo Pierino sacer-dote . Come collaboratrice preziosa,lo accompagnò nel suo pellegrinareapostolico .

Donna dal cuore grande e genero-so fu per quanti la conobbero esem-pio di vita cristiana e morale .

CARUSO don SALVATORE, sacer-dote salesiano t Palermo, il 14 apri-le 1987

Esemplare nella pratica della vitareligiosa e sociale . Si distinse per la-boriosità e straordinaria didattica nel-le Scuole Professionali di Palermo edi Catania .

Fu amato e stimato dai collabora-tori e da tutti i suoi giovani, per legrandi doti di generosità e umanità .

TRADOZI sig .ra SERAFINA, coo-peratrice salesiana t Faenza, a 92anni

Ha lasciato in tutti noi una chiaratestimonianza di fede, vissuta nelladevozione a Gesù Sacramentato e aMaria Ausiliatrice.

Profonda ammiratrice di Don Bo-sco, senti vivo il problema educativodei giovani, per i quali profuse le ric-chezze del suo cuore: bontà, carità,generosità .

Mons. RENATO CAPPELLI, coope-ratore salesiano t a 92 anni

Militare nella guerra dei191511918 . Parroco in diverse par-rocchie . Canonico, Arciprete . Anima-tore Ufficio Missionario e Catechi-stico .

Amava molto la famiglia Salesianae ne seguiva con affetto e simpatia levarie opere, nononstante il tanto la-

voro che aveva da svolgere in moltee delicate mansioni diocesane .

Da lui abbiamo imparato un gran-de amore per Don Bosco .

DEJALA sec. ANTIOCO, salesianot Lanusei (NU) a 73 anni

Salesiano secondo il cuore di DonBosco, educatore instancabile, hasvolto il suo apostolato in Sardegnae in Continente ricoprendo incarichidi responsabilità . E stato direttore aGaeta, Macerata, Cagliari Istituto,Santulussurgiu, Cagliari «S . Paolo»,Roma «S . Cuore», Lanusei.

Le parole di condoglianze che donGaetano Scrivo, Vicario dei RettorMaggiore, ha inviato alla Comunità diLanusei, sono una felice sintesi dellavita di questo grande salesiano .

. . Ha cessato di battere il suocuore oratoriano sorgente della suadonazione a Cristo e ai giovani, vis-suta nella gioia, nella mistica del «damihi animas», nell'ascetica del la-voro .

Resta viva in noi la sua testimo-nianza di fedeltà alla vocazione sale-siana di amore a Don Bosco e allaCongregazione, di impegno per lacrescita della missione salesiananella sua e nostra Sardegna» .

GALLANTE sig .ra MARIA, coope-ratrice salesiana t Torino, a 81 anni

Dedicò la sua vita, interamente albene del prossimo . Visse in semplici-tà e fede profonda .

Nella Comunità delle Piccole So-relle dei poveri, dove trascorse gli ul-timi anni della sua vita, testimoniò lasua sincera adesione alla Volontà diDio e un grande attaccamento a DonBosco .

LALLI sac. ANTONIO t Roma a 70anni

Don Antonio Lalli era conosciutoovunque per la sua affabilità e corte-sia, soprattutto dai nostri missionariche, arrivando al S . Cuore, hanno bi-sogno di incontrare comprensione e

A quanti hanno chiesto informazioni, annunciamo che LA DIRE-ZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO con sede in ROMA, rico-nosciuta giuridicamente con D .P . del 2-9-1971 n . 959, e L'ISTITUTOSALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, avente perso-nalità giuridica per Decreto 13-1-1924 n . 22, possono legalmente ri-cevere Legati ed Eredità.

Formule valide sono:

- se si tratta d'un legato : « . . . lascio alla Direzione Generale Ope-re Don Bosco con sede in Roma (oppure all'istituto Salesiano perle missioni con sede in Torino) a titolo di legato la somma di lire . . .,(oppure) l'immobile sito in . . . per gli scopi perseguiti dall'Ente, e parti-

pazienza . Confratello di fede profon-da, vissuta nel quotidiano con sem-plicità, nella trasparenza, nutriva unadevozione filiale e sentita verso laMadonna . Gustava la fraternità, colti-vava l'amicizia, sapeva essere contutti cordiale ed accogliente, per tuttiuna parola di bontà e di serenità, perquesto era grandemente stimato eben voluto nell'Ispettoria e fuori .Servi per lunghi anni l'Ispettoria

Romana come Segretario . Il suo fuun servizio qualificato, di grandecompetenza . Inappuntabile, preciso,discreto, fatto con tanto amore per laCongregazione e l'Ispettoria .

«Il Signore è il mio Pastore, nonmanco di nulla» . Era la risposta co-stante a chi gli chiedeva, negli ultimigiorni di vita, come stesse . E, primadi morire, volle che i pochi confratelli,che lo assistevano, gli cantassero «IlSignore è il mio Pastore» . E lui conun filo di voce accompagnava il can-to . Poi le ultime sue parole in pienalucidità : «Sia fatta la volontà del Si-gnore . Signore, vieni! Chiedo perdo-no a tutti se . . . è la fine! «Signorevieni!» .

RONCO sig. MARIO t MoncalvoMonferrato

La sua vita fu tutta una dedizionealla famiglia, al lavoro, alla devozio-ne a M . Ausiliatrice . Di lui ci rimaneuna forte testimonianza di fede ope-rosa e di autentica rettitudine mo-rale .

RAMPONI sac. EGIDIO, salesiano tCesenatico a 73 anni

Don Egidio ha svolto la missione didocente per oltre 45 anni con verapassione e con rara efficacia nellascuola media di Modena, Chiari, Tre-viglio, Iseo e Milano S . Ambrogio.

Confratelli ed Exallievi ne ricorda-no con simpatia la calda umanità,pur congiunta a fermezza nella dedi-zione al proprio dovere e nell'esigeredagli alunni quanto l'intuito di educa-tore ritenevà possibile. L'impegnoper una formazione integrale hasempre qualificato la lunga stagionedi insegnamento di don Egidio ed hasuscitato in confratelli, colleghi e ge-

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nitori sinceri sensi di stima, ricono-scenza e di affetto . Nella Casa reli-giosa è sempre stato polo di serenitàe cordialità ed ha diffuso la sua gioiadi vivere per il Signore, Don Bosco eper i giovani .

GIUSTO sig.ra CATERINA, coope-ratrice t Varazze a 81 anni

Prima di dieci figli, si dedicò conamoroso impegno al servizio della fa-miglia, finalizzando per questo il suolungo lavoro e le sue precise inten-zioni .

Fu una donna di preghiera, di Co-munione quotidiana ; due note parti-colari la devozione mariana e la sem-plicità evangelica.

La spiritualità di S . Francesco d'A .e di S . Giovanni Bosco compose ilsuo progetto di santificazione e diapostolato .

BERTELLO s!g . CATERINA, coo-peratrice t Castagnole Piemonte(TO) a 67 anni

Donna di fede profonda e preghie-ra, visse per molto tempo nella soffe-renza fisica, tutto offriva al Signoreper le vocazioni sacerdotali e religio-se, partecipava da casa alle FesteSalesiane attraverso l'ascolto alla ra-dio del Centro Cooperatori molto in-tensamente . Il Signore Gesù l'avràora accolta tra le sue braccia e tra isuoi figli migliori . Il suo esempio divera cristriana è da additare a tutti .

SILVA sac . REMO, salesiano t LaSpezia a 77 anni

Corrispose con prontezza e gene-rosità alla chiamata del Signore e nel1928 partì missionario per l'India .

Sotto la guida di Monsignor Fer-rando coronò la sua vocazione conl'ordinazione sacerdotale nel 1939.Esplicò le sue doti di intelligenza e dicuore in India fino al 1947; poi per unbreve servizio in Iran e infine in Italia :Roma, Genova-Quarto e al Canalettoper quindici anni .

colarmente per l'esercizio del culto, per la formazione dei Clero edei Religiosi, per scopi missionari e per l'educazione cristiana .- se si tratta invece di nominare erede di ogni sostanza l'uno

o l'altro dei due Enti su indicati :« . . .annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomi-

no mio erede universale la Direzione Generale Opere Don Bosco consede in Roma (oppure l'istituto Salesiano per le Missioni con sedein Torino) lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo,per gli scopi perseguiti dall'Ente, e particolarmente per l'esercizio delculto, per la formazione del Clero e dei Religiosi, per scopi missiona-ri e per l'educazione cristiana .(luogo e data) (firma per disteso)

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66 • 1 NOVEMBRE 1987

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bello, L . 150 .000

perazione all'occhio, a cura di Ansei-Borsa: Don Bosco e Beata Pana- mina Teppex, Cogne

Borsa : Maria Ausiliatrice, Mons. cea, in suffragio di Stoppani Antonio Borsa : Maria Ausiliatrice, per gra-Olivares, in suffragio di Giuliani De- e invocando protezione, a cura di zia ricevuta e da ricevere, a cura di Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bo-lla, a cura di Giuliani Gianfranco, Ro- Fiora M . Rosa e Walter, Ghemme, Arneodo C ., S. Damiano Macra, CN, sco, Domenico Savio, a cura di'ma, L. 500.000

NO, L. 200 .000

L. 150 .000

Rossi Attilia, VC

Borsa: Maria Ausiliatrice, Santi Sa-lesiani, implorando grazie e benedi-zioni sopra vari Cooperatori, a curadi Don Cesare Savezzi, Ferrara,L.500 .000

Borsa: Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, in memoria e suffragiodi Jole Carrara, a cura delle Coope-ratrici Ispettoria Alessandrina delleF .M .A., L. 500.000

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, invocando protezionesulla famiglia in vita e in morte, a cu-ra di Moritta Ligios Diego, Sassari,L. 300J)00

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, per grazia ricevuta perbuon esito di studi e lavoro, a cura diGiure, Torino, L . 200.000

Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bo-sco, Domenico Savio, in ringrazia-mento e per protezione dei nipotini, acura di Nonna Rina, L . 200 .000

Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura diZen Anna Maria, SO, L . 110.000

Page 43: «AFFIDATI A MARIA, MUOVIAMOLA PEDAGOGIADELLA BONTA ~ …biesseonline.sdb.org/1987/198715.pdf · Il BS è dono-omaggio di Don Bosco a chi lo richiede. Copie arretrate o di propaganda:

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio- Borsa : Maria Ausiliatrice e S. Gio- Borsa : Mons . Vincenzo Cimatti, in-vanni Bosco, implorando preghiere vanni Bosco, in suffragio di Cordero vocando protezione sulla famiglia, aper una guarigione, a cura di Mariuc- Domenico e protezione della famiglia cura di Coronin Annacia Pavia

Cucco, a cura di Cordero MariaBorsa : Maria Ausiliatrice, per gra- Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-zia ricevuta e invocando ancora pro- Borsa : Don Bosco, in ringraziamen- Borsa: S . Domenico Savio, a cura vanni Bosco, in ringraziamento e in-tezione, a cura di A . P .

to per grazia ricevuta, a cura di Live- di Comilotto Monserrat - Svizzera

vocando protezione, a cura di N . N .,rani Margherita

SaluzzoBorsa: Don Bosco, a cura di MorfiniMiriam

Borsa : In memoria di Muggetti Caro-lina, a cura di Gandolfo Maria, Lava-gna

Borsa : Maria Ausiliatrice e SantiSalesiani, in suffragio dei miei de-funti, a cura di Viglianco Maria

Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bo-sco, a cura di Alifredi Edoardo, TO

Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bo-sco, Domenico Savio, implorandoprotezione per i miei nipoti, a cura diDe Filippi

Borsa : Maria Ausiliatrice, in memo-ria e suffragio di Giuseppina D'Ono-frio, a cura della figlia Lucia

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, per una grazia che de-sidero, a cura di Manone Anita

Borsa: S. Domenico Savio, a cura Borsa : Maria Ausiliatrice, Sr . Euse- Borsa: In suffragio di Busa Maria, adi N . N .

bia Palomino, perla pace della fami- cura del marito Umberto Dal SassoBorsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-

glia, a cura di N . N ., Cuneovanni Bosco, implorando aiuto, acura di Lazzari Marta, CO Borsa : Maria Ausiliatrice, Santi Sa- Borsa : Maria Ausiliatrice, S . Gio-

Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bo-lesiani, per grazia ricevuta, implo-

sco, Domenico Savio, per grazia erando protezione in suffragio del vanni Bosco, implorando grazia di protezione a cura di Farina Angela

Borsa : Maria Ausiliatrice, per gra- marito, a cura di Bianchi Diamante

guarigione, a cura di M . A .

BS

,

,

zia ricevuta, a cura di Rapisarda C .

Borsa : Maria Ausiliatrice, S . Giu- Borsa : Maria Ausiliatrice, S . Gio- Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-

vanni Bosco, implorando protezioneseppe, S . Giovanni Bosco, ringra-

vanni Bosco, in suffragio di Alessan-vanni Bosco, a nome dei genitori ziando e implorando protezione, a per il figlio, a cura di C . S.

dro Bonivento, a cura della FamigliaAntioco e Angela, a cura di Mereu cura di Codazzi Leopoldo

NotargiovanniMaria, NU

Borsa : Divina Provvidenza, a curadi Boglione Francesco, TOBorsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-

Borsa :B r

vanni Bosco, in memoria di Massen-sa,

DonLanuseiBosco, a cura di Maria zaBoalino Maria, a cura delle figlie

Borsa : Maria Ausiliatrice, in ringra-ziamento e in memoria del marito Lu-ciano Vigotti, a cura della moglieGiuseppina

Borsa : S . Giovanni Bosco, per unagrazia desiderata e in suffragio deifamiliari defunti, a cura di Maroso Pia

Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bo-sco, in suffragio di Pasquale Aldvisi,a cura di M . A.

Borsa : Maria Ausiliatrice Immaco-lata, Santi Salesiani, in suffragio deifratelli Vito e Luigi, a cura di MasinaAngela

Borsa : Maria Ausiliatrice, Don BO - Borsa : Maria Ausiliatrice, in ringra-sco, in memoria del marito Leopoldo ziamento e invocando protezione, ae del figlio Pasqualino, a cura di Ma- cura di Alma Fede Sandriria Fanuelli

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio- Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bo- Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Ri-vanni Bosco : proteggete i miei figli, sco, a cura di Giovo Attilio, AT

naldicura

,peerr llePierinavocazioni vocazioni sacerdotali, aa cura di Spartà D .

Borsa : Maria Ausiliatrice e Sr . Eu-sebia Palomino, per protezione del-la nostra famiglia, a cura di R . A.,Lanzo Tor.

Borsa : Maria Ausiliatrice, imploran-

Borsa : In memoria di Luigi Suterado protezione e grazie per tutti i miei

Borsa : Maria Ausiliatrice, S . Glo-venni Bosco, implorando protezio- nel 12° anniversario della morte, a

cari, a cura di N . N .

-ne, a cura di Angelo Di Donato

cura di Sutera Mescali Gaetana

Borsa : Maria Ausiliatrice e PapaGiovanni, ringraziando e invocandoprotezione sulla famiglia, a cura diBelli Natalina

Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bo-sco, Domenico Savio, per grazia ri-cevuta, a cura di Paroli Calimero

Borsa : Don Bosco, a cura della Fa-miglia Russo

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, per protezione avuta einvocandone ancora, a cura di Pao-letti M . Roberta

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, in suffragio del papàGigi, a cura della figlia Ada Baldo

Borsa : Don Bosco, per grazia rice-Borsa : S . Domenico Savio, per gra- vuta, a cura di Baroncini Facchinettizia ricevuta, a cura di Mattiello Maria Caterina

Borsa: Edvige Carboni, per graziaricevuta, a cura di Accardi Maria

Borsa: Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, in suffragio dei familia-ri defunti e implorando protezione, acura di B . A .

Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bo-sco, Papa Giovanni, implorandoprotezione sulla famiglia, a cura diMietta A . Sabrina

Borsa : S . Cuore di Gesù, Maria Au-siliatrice, Don Bosco, per ringrazia-mento e protezione attuale e futura,a cura di P . S ., Reggio Emilia

Borsa : Maria Ausiliatrice, a curadelle exallieve, Sampolo, Palermo

Borsa : Maria Ausiliatrice, S . Giu-seppe, Santi Salesiani, implorandouna grazia, a cura di Brusasco F .Maddalena, AL

Borsa : Maria Ausiliatrice, per rin-graziamento e protezione, a cura diGiraudo G . C ., Saluzzo

1 NOVEMBRE 1987 - 67

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, invocando protezioneper i miei figli, a cura di Norma PolettiGrassi, VE

Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bo-sco, ringraziando per felice compi-mento degli studi universitari della fi-glia, a cura di Intraini Lina

Borsa : S . Giovanni Bosco, per gra-zia ricevuta, a cura di Fava Maria,Roma

Borsa: S . Cuore di Gesù, Maria Au-siliatrice, Don Bosco, per aiuto rice-vuto e per protezione, a cura di Se-bastiani A . Petruzzelli, Roma

Borsa : S . Domenico Savio, per gra-zia ricevuta, a cura di Gaeta Prof .Manfredo

Borsa : Don Bosco, Santi Salesiani,per grazia ricevuta, a cura di Casa-rotto Sigifredo, TN

Borsa : Don Bosco, a cura dei Coo-peratori di Ercolano, NA

Borsa : S . Giovanni Bosco, Sr. Eu-sebia Palomino, ringraziando peraiuto ricevuto, a cura di BarberisLaura

Borsa : Maria Ausiliatrice e SantiSalesiani, in ringraziamento e a suf- Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bo-fragio dei miei defunti, a cura di Moli- sco, in memoria della piccola Mi-no Francesca, Eboli

riam, a cura di Leonetti Antonio

Page 44: «AFFIDATI A MARIA, MUOVIAMOLA PEDAGOGIADELLA BONTA ~ …biesseonline.sdb.org/1987/198715.pdf · Il BS è dono-omaggio di Don Bosco a chi lo richiede. Copie arretrate o di propaganda:

TAXE PERrrUETASSA RISCOSSA

ITORINO FERROVIA '

collana IL PopoLO CRIST

D4N -BOSCOnella storia

laredella cintura poppoL. 35 .00°

ura,ti analiZan° la figdocen

i randi ricercatori e

di don Bosco

ali Xepoca.Diec g

. e il carisma

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di riferimento sullasull a s°vieta in fennenUn nuovo punto Seno di speranza in undell'uom° che fu g

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