ACOS Piemonte · cuore gretto, molto piccolo per ... cercami nei fratelli che incontri ogni giorno...

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Pag. 1/10 Tema centrale di questo numero. Da un lato sintesi dell’incontro conv egno di Aosta lo scorso 30 maggio, d’altro lato è il tema preparatorio il Convegno Ecclesiale Nazionale che si terrà a Firenze il prossimo mese di novembre. Come unire questa riflessione con l’uscita peregrinante del 6 -7 giugno con la visita alla Sindone? Può essere intesa un’uscita da noi stessi dal nostro io narcisistico, dal n ostro cuore gretto, molto piccolo per aprire gli occhi, posare lo sguardo su un Uo- mo che molti secoli fa non solo ha trascorso l’esistenza “andando verso l’altro, dimenticando se stesso” ma ha annientato completamente se stesso dandoci l’esempio. Questo noi l’abbiamo potuto vedere con i nostri occhi, abbiamo ascoltato il sussurro della sua voce che ha penetrato il nostro cuore, ci ha preso e ci ha invitato: “ lascia te stesso, cercami nei fratelli che incontri ogni giorno nel tuo lavoro, contemplami in quei volto lacerato, provato dal dolore fisico, morale fino a dimenticare la propria dignità di uomo. Io sono in ciascuno di loro. Im- para ad andare oltre l’apparenz a, non fermarti alla ruvidità del primo impatto di un rifiuto. Non temere la stanchezza fi- sica, la delusione, lo scoraggiamento IO sono con te, IO ti sostengo. Sii coraggioso. Le periferie che stai cer- cando sono così vicine a te , dentro di te. Lasciati andare…” Due giornate impegnative(quelle del pellegrinaggio interregionale al- la Sindone), caratterizzate dalla condivisione con gli associati di altre regioni non solo sul piano espe- rienziale associativo professiona- le(avvenuto la domenica mattina a Superga), bensì nel l’esperienza della fede. Un cammino per le str a- de di Torino quasi a simboleggiare gli innumerevoli cammini quotidiani di ciascuno nel contesto del proprio servizio umano-professionale che diventano qui segno e simbolo del camminare insieme sulla strada della propria vita verso la meta finale. Sui nostri volti anche stanchi non solo per il cammino ma anche per il caldo, in a lcuni momenti molto intenso, ciò nonostante il sorriso esprimeva la gioia del ritrovarci, dell’essere cristiani, di testimoniare con e nell’umanità fragile, il nostro essere uomini in cammino verso… Ci sono stati momenti forti emozionanti come la visita al Cottolengo, alle camerette di Don Bosco, alla visita della Real Chiesa di San Lorenzo, ACOS Piemonte Associazione Cattolica Operatori Sanitari del Piemonte Anno XXXVII Numero 5 Luglio 2015 Via S. Ottavio, 5 - Torino [email protected] www.acos_nazionale.it

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Tema centrale di questo numero. Da un lato sintesi dell’incontro convegno di

Aosta lo scorso 30 maggio, d’altro lato è il tema preparatorio il Convegno

Ecclesiale Nazionale che si terrà a Firenze il prossimo mese di novembre.

Come unire questa riflessione con l’uscita peregrinante del 6-7 giugno con

la visita alla Sindone?

Può essere intesa un’uscita da noi stessi dal nostro io narcisistico, dal nostro

cuore gretto, molto piccolo per aprire gli occhi, posare lo sguardo su un Uo-

mo che molti secoli fa non solo ha trascorso

l’esistenza “andando verso l’altro, dimenticando

se stesso” ma ha annientato completamente se stesso dandoci l’esempio.

Questo noi l’abbiamo potuto vedere con i nostri occhi, abbiamo ascoltato il

sussurro della sua voce che ha penetrato il nostro cuore, ci ha preso e ci ha

invitato: “ lascia te stesso, cercami nei fratelli che incontri ogni giorno nel tuo

lavoro, contemplami in quei volto lacerato, provato dal dolore fisico, morale

fino a dimenticare la propria dignità di uomo. Io sono in ciascuno di loro. Im-

para ad andare oltre l’apparenz a, non fermarti alla ruvidità del primo impatto

di un rifiuto. Non temere la stanchezza fi-

sica, la delusione, lo scoraggiamento IO

sono con te, IO ti sostengo. Sii coraggioso. Le periferie che stai cer-

cando sono così vicine a te , dentro di te. Lasciati andare…”

Due giornate impegnative(quelle del pellegrinaggio interregionale al-

la Sindone), caratterizzate dalla condivisione con gli associati di altre

regioni non solo sul piano espe-

rienziale associativo professiona-

le(avvenuto la domenica mattina a

Superga), bensì nell’esperienza della fede. Un cammino per le stra-

de di Torino quasi a simboleggiare gli innumerevoli cammini quotidiani

di ciascuno nel contesto del proprio servizio umano-professionale che

diventano qui segno e simbolo del camminare insieme sulla strada

della propria vita verso la meta finale. Sui nostri volti anche stanchi non solo

per il cammino ma anche per il caldo, in a lcuni momenti molto intenso, ciò

nonostante il sorriso esprimeva la gioia del ritrovarci, dell’essere cristiani, di

testimoniare con e nell’umanità fragile, il nostro essere uomini in cammino

verso… Ci sono stati momenti forti emozionanti come la visita al Cottolengo,

alle camerette di Don Bosco, alla visita della Real Chiesa di San Lorenzo,

ACOS Piemonte Associazione Cattolica Operatori Sanitari del Piemonte

Anno XXXVII

Numero 5

Luglio 2015

Via S. Ottavio, 5 - Torino

[email protected]

www.acos_nazionale.it

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così ricca e suggestiva di storia. Il museo della Sindone che ci ha

preparato all’incontro, attraverso una ricca e nutrita documentazione

storico-scientifica, al Telo Sindonico

di fronte al quale il silenzio è sceso

nel nostro animo diventando rifles-

sione-contemplazione e preghiera.

Maria ci ha accolto all’inizio del no-

stro cammin o peregrinante alla

Consolata e ci ha maternamente salutato la domenica mattina nella

basilica di Superga. (sono certa che perverran no esperienze da condividere che pubblicheremo). Era-

vamo in 75 provenienti dal Veneto, Lombardia, Valle D’Aosta e dal Piemonte, ma per la verità un pò

pochini da Torino, troppo pochi. (7 associati), sinceramente ciò mi ha

amareggiato, era una occasione molto bella e significativa per un do-

no reciproco di esperienze ed anche di fede. Vi abbiamo ricordato

nella preghiera, ma ci siete mancati! E non poco! Colgo questa occa-

sione per ringraziare i collaboratori preziosi di questi mesi con i quali

abbiamo lavorato nel tentativo di rendere le due giornate piacevoli;

ringraziamo don Giuseppe per il prezioso aiuto e sostegno. In questi

giorni stiamo vivendo altre due giornate di grazia con la presenza nel Capoluogo piemontese di Papa

Francesco, nel prossimo numero cercheremo insieme di riflettere su i suoi messaggi e sulla sua pre-

senza nella città di Torino. Un abbraccio a tutti Fiorenza Bugana

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SCHEDA 3

LA VIA DELL’USCIRE

In ascolto del Vangelo Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo, infatti, sono venuto» (Mc 1,38). Per approfondire “Inviata per mandato divino alle genti per essere «sacramento universale di salvezza» la Chiesa, rispondendo a un tempo alle esigenze più profonde della sua cattolicità ed all'ordine specifico del suo fondatore, si sforza di portare l'annuncio del Vangelo a tutti gli uomini. Ed infatti gli stessi apostoli, sui quali la Chiesa fu fondata, seguendo l'esempio del Cristo, «predicarono la pa-rola della verità e generarono le Chiese». È pertanto compito dei loro successori perpetuare quest'opera, perché «la parola di Dio corra e sia glorificata» ed il regno di Dio sia annunciato e stabilito su tutta quanta la terra. (CONCILIO VATICANO II, Ad Gentes, n. 1). “La Chiesa ‘in uscita’ è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coin-volgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano. (…) La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (cfr 1 Gv 4,10), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua for-za diffusiva. Osiamo un po’ di più di prendere l’iniziativa! Come conseguenza, la Chiesa sa “coin-volgersi”. Gesù ha lavato i piedi ai suoi discepoli. Il Signore si coinvolge e coinvolge i suoi, met-tendosi in ginocchio davanti agli altri per lavarli. Ma subito dopo dice ai discepoli: « Sarete beati se farete questo » (Gv 13,17). La comunità evangelizzatrice si mette mediante opere e gesti nel-la vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo” (PAPA FRANCESCO, Evangelii gaudium, n. 24). E, così, Dio si rivela in una suprema tensione verso l’uomo: Dio è per l’uomo, si mette al servizio dell’uomo. Dio per primo – come s’intuisce nella cosiddetta parabola del figliol prodigo (cf. Lc 15,20) esce incontro all’uomo, lo raggiunge lì, dove si trova, persino nella lontananza estrema del suo peccato, nella precarietà della sua esistenza ormai minata dalla morte. L’uomo è la peri-feria presso la quale Dio si reca in Gesù Cristo: al suo peccato non è opposto un rifiuto sdegno-

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so, poiché ormai di esso Cristo accetta di farsi carico («Dio per noi lo fece peccato»: 2 Cor 5,21) (In Gesù Cristo il nuovo umanesimo. Una traccia per il cammino verso il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale). C’è sempre un altrove verso cui siamo chiamati ad uscire, spazi in cui lo Spirito invita a recarsi per dar vita a forme inedite di testimonianza. La chiesa, infatti, è comunità convocata per la missione, anima-ta dalla gioia di un Evangelo che esige di essere comunicato. Ecco perché “l’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa” (Evangelii gaudium n. 15): in ogni tempo siamo chiamati a dar corpo a quel movimento verso le periferie esistenziali che prende origine dalla storia di Dio in Gesù Cristo. Si tratterà dunque di lasciarsi muovere dalla forza dello Spirito, attenti a ri-conoscere le direzioni che indica - sempre nuove, sempre cariche di promesse e di appelli alla conversione ed al rinnovamento. Si tratterà di incontrare l’umano, là dove esso si prova, in una dinamica di accompagnamento che tutto sa ascoltare e comprendere. Su tale tensione si misureranno sempre e di nuovo le nostre comunità, per individuare spazi e modalità in cui le energie, i pensieri e le parole di tutti possano essere valorizzati per la comune testimonianza della Parola. Certo, ricorda il n. 13 di Evangelii gaudium, non “dovremmo inten-dere la novità di questa missione come uno sradicamento, come un oblio della storia viva che ci accoglie e ci spinge in avanti”. Al contrario, è proprio perché custode fedele della memoria di una misericordia ricevuta, che ogni comunità saprà ricercare forme nuove per comunicarla, ma-gari con nuove iniziative, tese a realizzare in modo creativo la missione ricevuta. La Traccia preparatoria per il Convegno ecclesiale di Firenze 2015 indica alcuni ambienti privile-giati verso i quali dobbiamo imparare ad uscire in questo nostro tempo: “la famiglia, l’educazione, la scuola, il creato, la città, il lavoro, i poveri e gli emarginati, l’universo digitale e la rete”. Una chiesa in uscita saprà praticare il discernimento comunitario, per comprendere meglio tali ambiti e scoprire vie sempre nuove per testimoniarci la forza di vita che sgorga dal Vangelo. Per confrontarsi e progettare • Come viviamo la nostra fede secondo una dinamica di uscita? Sappiamo ascoltare la chiamata ad “andare altrove” che viene da Gesù, per far vivere in spazi sempre nuovi la forza del Vange-lo? • Sappiamo orientare la vita della nostra comunità a partire da uno sguardo volto all’esterno? Sappiamo comprenderci e vivere come comunità missionaria? Come sosteniamo coloro che vi-vono un ministero specificamente missionario, apprendendo al contempo dalla loro testimo-nianza? • Verso quali periferie esistenziali si orienta in modo particolare la nostra comunità? Come si at-trezza per comprenderne le dinamiche ed abitarle con la forza del Vangelo? • Come sappiamo incontrare coloro che non fanno parte della comunità ecclesiale? Come sap-piamo praticare l’ascolto nei loro confronti, per offrire con semplicità la nostra testimonianza? In preghiera Padre, dona alla Chiesa il tuo Spirito, come vento che invita ad uscire sulla via del Vangelo, per narrare della tua misericordia. Amen

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Come far si che i cambiamenti demografici, sociali e culturali con i quali la Chiesa italiana è chiamata a misurarsi, divengano l’occasione per nuove strade attraverso cui la buona notizia della salvezza donataci da Gesù Cristo possa essere accolta? La domanda sopra esposta ben si colloca nel progetto della Chiesa Italia-na chiamata ad adunarsi dal 9 al 13 novembre prossimi a Firenze per ce-lebrare il quinto convegno ecclesiale nazionale che avrà l'obiettivo di ri-

proporre il Vangelo di Gesù per la promozione di un nuovo umanesimo. Quest'intento, in linea con gli orienta-menti della Chiesa Italiana per il decennio 2010-2020 e con l'insegnamento proposto da Papa Francesco nell'e-sortazione apostolica Evangelii gaudium, si rende più che mai necessario in un tempo caratterizzato dallo sradi-camento dei principi fondamentali su cui si è consolidato per generazioni il vivere sociale ed ecclesiale. Di fronte all'uomo contemporaneo che, perdendo ogni riferimento sicuro, sembra aver smarrito il senso dell'es i-stere, del cooperare e del crescere comunitario e tende a rifugiarsi in un'autonomia solitaria e autoreferenziale,

il convenire, è pensato come occasione propizia per collegare esperienze e vissuti e per individua-re nuove sinergie e nuove strategie per educare alla vita buona del vangelo anche coloro che vi-vono un'appartenenza debole al cristianesimo e quanti hanno bisogno di sentirsi annunciare per la prima volta il messaggio di Gesù.

Guida la certezza che la proposta evangelica può portare nuove ricchezze e nuove speranze e rispondere all' e-sigenza mai completamente sopita nel cuore dell'uomo di individuare il senso ultimo del proprio esistere e del proprio operare, di intessere relazioni, di aprirsi all'altro, di contribuire al benessere della società impegnandosi nell'associazionismo e nel volontariato. Per consolidare questo cammino, la traccia preparatoria al convegno

propone cinque piste di riflessione. La seconda, titolata "La via dell'uscire", osser-va che «C’è sempre un altrove verso cui siamo chiamati ad uscire, spazi in cui lo Spirito invita a recarsi per dar vita a forme inedite di testimonian-za. La chiesa, infatti, è comunità convocata per la missione, animata dalla gioia di un Evangelo che

esige di essere comunicato. Ecco perché “l’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa” (Evangelii gaudium n. 15): in ogni tempo siamo chiamati a dar corpo a quel movimento verso le periferie esistenziali che prende origine dalla storia di Dio in Gesù Cristo. Si tratterà dunque di lasciarsi muovere dalla forza dello Spirito, attenti a riconoscere le direzioni che indica - sempre nuove, sempre cariche di promesse e di appelli alla conversione ed al rinnovamento. Si tratterà di incontrare l’umano, là dove esso si tro-va, in una dinamica di accompagnamento che tutto sa ascoltare e comprendere». Questa dinamica non può non coinvolgere gli aderenti all'ACOS chiamati nella

loro attività sanitaria a non essere solo valenti professionisti ma anche testimoni e imitatori del Cristo, disposti ad annunciare la verità de l van-gelo in ogni situazione con la loro vita e con gli stessi atteggiamenti di Gesù che si fa compagno di viaggio di chi fatica a comprendere (Lc 24,11-35), viene incontro a chi manifesta dubbi e timori

(Gv 3,1-21), ha cura dell'uomo ferito e agonizzante (Lc 10,29-37) e serve fino al dono di sé affinché ogni uomo abbia la vita in pienezza (Gv 13, 1-11).

FORMAZIONE

CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE Firenze 9-13novembre 2015

Giuseppe Zeppegno

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Sabato 30 maggio si è svolto, presso il se-minario Maggiore di Aosta, l’incontro regio-nale dell’ACOS Piemonte e Valle d’Aosta . Gli aderenti valdostani hanno accolto con gioia, per il secondo anno consecutivo la presidente regionale signora Fiorenza Bu-gana e gli operatori sanitari provenienti dal

Piemonte, per riflettere e pregare insieme guidati dall’Assistente Ecclesiastico don Giuseppe Zeppegno. La giornata è iniziata con una Santa Messa molto partecipata ed è proseguita con la relazione di don Zeppegno sul tema: “ L’ACOS come espressione di una Chiesa in Uscita”. Si è riflettuto insieme, a partire dall’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, come occorra oggi più che mai in un contesto generale fluido, centrato sulla soggettività, povero di senso comunitario e di punti di riferimento, essere capaci di iniziativa missionaria verso la nostra specifica “ periferia esistenziale”, ossia l’ambito lavorativo sanita-rio. Missionarietà che deve prendere a modello il Cristo di Emmaus che si affian-ca, ascolta, accompagna, non giudica, non fa prediche ed infine spezza Se Stesso per sostenere la fatica, riscaldare ed illuminare i cuori degli sfiduciati, degli stanchi, dei senza speranza. Nel nostro ambito è intuibile come questo percorso si concretizzi soprattutto nei GESTI assistenziali carichi di queste valenze, prima ancora che nelle parole, non

solo verso i sofferenti che quotidianamente sono affidati alle nostre cure ma anche verso i colleghi di lavoro, operanti in un contesto lavorativo sanitario che oggi richiede sempre più energie a causa delle diminuite risorse umane ed eco-nomiche disponibili. Per avere il cuore e le mani piene di questa Energia e la necessaria Sapienza nell’agire non c’è che una strada: met-tersi insieme per riflettere e pregare alla luce della Paro-la….. “ Dove due o più sono uniti nel mio nome Io Sono in mezzo a loro”. Per poter agire con lo stesso stile del Cristo di Emmaus abbiamo bisogno di essere noi

stessi affiancati e nutriti dal Cristo per poter partire con calore e gioia nel cuore verso i “ nostri ulti-mi”….Ed è proprio per questo che si è costituito il gruppo locale dell’ACOS, come momento d’incontro, di riflessione e preghiera relativamente al vissuto in ambito professionale, fonte a cui attin-gere per poter essere testimoni dell’amore di Cristo per ogni uomo nel nostro lavoro. Chi fosse interessato a partecipare agli incontri dell’ACOS valdostana può contattare: Milena Maria Battistino al 3478252519 oppure [email protected] Paola Meneghini [email protected]

ESPERIENZA AD AOSTA CONVEGNO DEGLI OPERATO-RI SANITARI CATTOLICI SULLA “ CHIESA IN USCITA”

Milena Maria Battistino

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Dal buio più abbagliante

In un eterno

Contrasto del tutto,

dove il tutto

è il contrario del nulla,

e l’ombra e il vuoto

di molte menti.

La luce di un volto

Rischiara l’oscurità

Da molte incertezze

E si Affaccia dal chiaro scuro

Di una verità forse non vera.

Ma certo immagine

Scolpita nel silenzio di Dio.

Specchio,

dell’eterna sofferenza dell’uomo.

Impronte scure

Scivolano sul vetro

Che indifferente separa,

come ventose si appiccicano

per scavare su quel volto

o per togliere corone di spine.

Mani silenziose

Vorrebbero penetrare

Fra le fibre consunte

Di un lenzuolo.

Logorato da mille occhi,

in cerca di verità.

(Rosy Bianchini DiMartino)

seconda classificata al 1° Concorso nazionale Letterario sul tema “Riflessioni sulla Sindone” sezione poesia

SINDONE

TERMINE DI UN’OSTENSIONE

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In occasione dell’ultimo incontro di associati e simpatizzanti Acos tenutosi

presso la Parrocchia di Charvensod il 9 marzo scorso Don Isidoro, in qua-

lità di responsabile diocesano della Pastorale della Salute, ci ha richiesto

di collaborare alle sollecitazioni che la Commissione preparatoria del Con-

vegno Nazionale della CEI : “ In Gesù Cristo il nuovo Umanesimo” sta

raccogliendo in vista del Convegno che si terrà in novembre a Firenze.

Ci è stato chiesto di rispondere ad una delle cinque domande, ciascuna

legata ad un verbo suggerito da Papa Francesco, la domanda relativa al

verbo USCIRE:

“Come far si che i cambiamenti demografici,sociali e culturali,con i

quali la Chiesa italiana è chiamata a misurarsi, divengano

l’occasione per nuove strade attraverso cui la buona notizia della

salvezza donataci dal Dio di Gesù Cristo possa essere accolta?”

Di seguito il nostro piccolo contributo su alcuni punti, sintesi delle rifles-

sioni degli associati.

Alcuni importanti cambiamenti demografici segnano il mondo della Sanità, tra questi l’importante aumento della

popolazione anziana e delle pa tologie ad esso correlate e l’aumento delle persone provenienti da altri Paesi con

formazione di una società plurale e con le problematiche legate all’inclusione nelle comunità.

Dal punto di vista sociale e culturale negli ambienti sanitari assistiamo da tempo ad una laicizzazione progressi-

va ed anche alla comparsa di pluralità di fedi, credi ecc….

La società dell’avere sviluppatasi dal dopo guerra in poi porta con se “frutti” di egocentrismo ed egoismo con

conseguente tendenza a non accettare la sofferenza e la morte come

facenti parte dell’ordine naturale.

La sempre crescente disponibilità di cure farmacologiche e supporti tec-

nologici rendono le ultime fasi della vita estremamente lunghe e psichi-

camente dolorose per il malato ed il suo entourage facendo sorgere seri

problemi etici.

Le giovani generazioni di Operatori Sanitari provengono da questa cultu-

ra dell’avere dove la sofferenza e la morte sono state rimosse con con-

seguenti maggiori difficoltà di coinvolgimento, comprensione e vicinanza profonda; spesso sono più focalizzate

su tecnica ed efficienza a scapito dell’umanesimo.

Le strutture sanitarie sono aziendalizzate, tutto ruota attorno al risparmio dei costi, quando le risorse diminu i-

scono si innesca il meccanismo della “coperta stretta”, può succedere che le r isorse vadano a chi è in grado di

esercitare maggiore forza e agli altri restino le briciole, con conseguente diminuzione della qualità

dell’assistenza ed aumento dei costi per l’utenza.

A fronte di questa situazione parrebbe impossibile non scoraggiarsi,

ma…..c’è il Signore! E dobbiamo ripetercelo ogni giorno: Il Signore è

Risorto!

Come gruppo ACOS VdA ci siamo chiesti cosa significa per noi U-

SCIRE per testimoniare il Signore Risorto, oggi, qui, in questo quadro:

Uscire è prima di tutto un lavoro su se stessi, dove occorre spingersi

ESPERIENZA USCIRE.. IL GRUPPO ACOS VALLE D’AOSTA Milena Maria Battistino

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ad uscire dai propri schemi e pregiudizi, strutture, posizioni, fissità, autorefe-

renzialità, per incontrare l’ALTRO nei suoi luoghi di vita, di lavoro, di svago e

restare in ascolto, per prendere in carico la sua sofferenza, l’abbandono, il

dubbio.

A livello personale l’Uscire come Operatori Sa-

nitari Cattolici deve essere l’atteggiamento

quotidiano del nostro agire sul lavoro o nel vo-

lontariato presso singoli, famiglie e gruppi:

dobbiamo uscire con I GESTI che testimoniano

l’amore, la misericordia e la tenerezza di Dio

per ogni persona, gesti di comprensione, con-

divisione, consolazione, compassione;

con LE PAROLE quando opportuno, con delicatezza con chi è infermo, ma

anche con coraggio e fermezza quando siamo di fronte a situazioni che mi-

nacciano la vita e la dignità delle persone.

Uscire con l’impegno di una formazione, più che di parole di testimonianza, verso i colleghi operatori sanitari

specialmente i più giovani, in ordine all’umanizzazione ed al rispetto della vita in tutti i suoi momenti

A livello sociale occorre poi essere presenti la dove si decidono le politiche sa-

nitarie e la destinazione delle risorse, per essere testimoni del Dio che sta dal-

la parte degli ultimi.

Un tema su cui occorre particolarmente impegnarsi è quello di Far Uscire gli

anziani dal ghetto. Il crescere del numero di anziani che a causa delle situa-

zioni familiari e sociali viene costretto a passare gli ultimi anni di vita in una

struttura anziché a casa propria ci sollecita a formulare proposte alternative

stimolando la comunità nei suoi responsabili verso soluzioni di maggior rispetto e valorizzazione dell’anziano

sollecitando il potenziamento dell’assistenza socio-sanitaria a

domicilio e la promozione dell’Affido dell’anziano sulla falsariga di

quello dei minori.

In definitiva pensiamo che l’Uscire sia la missione specifica

dell’ACOS, il motivo per cui è nata l’ACOS come costola della

Chiesa per essere come laici, accompagnati dai nostri Pastori,

testimonianza viva di Cristo nei luoghi di lavoro, luoghi dove at-

traverso l’esperienza del dolo-

re l’infermo può andare oltre,

verso la scoperta o la maggior comprensione del Regno di Dio…..e per aver-

ne la forza sostenerci vicendevolmente con il cemento della preghiera e della

formazione continua.

( Dallo Statuto dell’ACOS: ….L’Associazione Cattolica Operatori Sanitari è

un’associazione di persone che si impegnano liberamente in forma comunita-

ria ed organica per il proprio perfezionamento morale e professionale, per la promozione cristiana dei sevizi sa-

nitari-assistenziali e degli ambienti socio-sanitari. )

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Un uomo nato a Castellinardo (CN) ove apprende l’arte dell’agricoltore. Arruolato nell’Artiglieria Alpina della Cunense, fu inviato nella guerra di Russia e fatto prigioniero fa l’esperienza del famoso “Campo 99”. Rientra-to a casa nel 1945, l’esperienza della prigionia lo ha cambiato radicalmen-te e nella primavera del ’46 Andrea Bordino, fa il suo ingresso nella Picco-la casa della Divina Provvidenza di Torino ove rimane come Fratello Cot-

tolenghino fino alla sua morte avvenuta il 25/08/1977. Lo scorso 2 giugno è stato Beatificato al parco Dora e proposto come modello di vita. Cosa ha fatto di così importante ed efficace? Dopo aver studiato da infermiere ha svolto la sua attività in sala Operatoria e nei reparti ospedalieri. Parsimonioso di parole supplì con la concretezza della vita (e sono innume-revoli i fatti riportati) di squisita professionalità, umanità. In Lui questi termini non erano scissi l’uno d’altro. In concomitanza alla sua Beatificazione sono usciti due libri:

1. Dalla Siberia al Cottolengo: Fratel Luigi Bordino una vocazione al-

la carità.

Domenico Carena Ed. San Paolo 2. Fratel Luigi degli Ospedali: Le virtù del beato Bordino (1922-1977)

dei Fratelli di San G.B.C.

Michele Salcito Ed. L Fontana di Siloe. Talora nel servizio verso l’ammalato lo avvertiamo particolarmente gravoso ed un senso di stanchezza spirituale invade il nostro animo portandolo all’apatia; Fratel Luigi con essenzialità, semplicità indica il segreto di un servizio rivolto al malato in chiave cristiana. Come infermieri siamo invitati nel periodo estivo a leggere uno dei libri proposti . La scrittura semplice e scorrevole ci faciliterà ulteriormente la let-tura. Fiorenza Bugana

Comunicazione: Augurando un buon e meritato riposo a chi si reca in vacanza, il prossimo incontro sarà in Via San Ottavo, 5 Torino il 10/10/2015 ore 09.00-14.00 Il tema dell’anno che affronteremo sarà:

GESU’ CRISTO IL NUOVO UMANESIMO: L’ESSENZIALITA’ DELL’OPERATORE SANITARIO

il tema verrà affrontato, durante l’anno, tenendo conto del Convegno di Firenze e dell’anno della misericordia. Sul piano professionale affronteremo di volta in volta dei casi infermieristici di ca-rattere etico-sociale.

FORMAZIONE

PROPOSTA PER

UNA LETTURA ESTIVA

a cura di Fiorenza Bugana