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Pag. 1/12 PASQUA CON MARIA ALL’OMBRA DELL’OSTENSIONE E NEL PRELUDIO DEL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA “ Santa Maria, donna del terzo giorno, destaci dal sonno della roccia. E l’annuncio che è Pasqua pure per noi, vieni a portarcelo tu, nel cuore della notte. Non aspettare i chiarori dell’alba. Non attendere che le donne vengano con gli unguenti. Vieni prima tu, coi riflessi del Risorto negli occhi e con i profumi della tua testimonianza diretta. (…) Santa Maria, donna del terzo giorno, donaci la certezza che, nonostante tut- to, la morte non avrà più presa su di noi. Che le ingiustizie dei popoli hanno i giorni contati. Che i bagliori delle guerre si stanno riducendo a luci crepuscolari. Che le sofferenze dei poveri sono giunte agli ultimi rantoli. Che la fame, il razzi- smo, la droga sono il riporto di vecchie contabilità fallimentari. Che la noia, la so- litudine, la malattia sono gli arretrati dovuti ad antiche gestioni. E che, finalmen- te, le lacrime di tutte le vittime delle violenze e del dolore saranno presto pro- sciugate come la brina dal sole della primavera. Santa Maria, donna del terzo giorno, strappaci dal volto il sudario della dispera- zione e arrotola per sempre, in un angolo, le bende del nostro peccato. A dispetto della mancanza di lavoro, di case, di pane, confortaci col vino nuovo della gioia e con gli azzimi pasquali della solidarietà. Donaci un po’ di pace. Impediscici di attingere il boccone traditore nel piatto del- le erbe amare. Liberaci dal bacio della vigliaccheria. Preservaci dall’egoismo. E regalaci la speranza che, quando verrà il momento della sfida decisiva, anche per noi come per Gesù, tu possa esse- re l’arbitra che, il terzo giorno, omologherà finalmente la nostra vittoria. Don Tonino Bello Preghiere Lasciando alla riflessione di Don Antonino l’augurio di un gioioso tempo pa- squale, mi permetto di ricordare a coloro che ancora non l’hanno fatto che sta per scadere il rinnovo del tesseramento associativo in quanto dobbiamo inviare a Roma le quote. Sono ancora numerosi coloro che non l’hanno rinnovato e inc o- raggerei a farlo. Inoltre rammento la prossima data del pellegrinaggio, sempre associativo all’Ostensione alla quale ci stiamo preparando da mesi. E’ un ott ima occasione per rinnovare il nostro impegno di servizio cristiano non solo come singoli ma anche come gruppo, di scorgere sempre più nel fratello lo stesso volto impresso nel Santo lino. Vi invito a registrarvi, in allegato vi inserisco di nuovo la locandina. Notifico, infine che il prossimo incontro mensile associativo, si terrà sabato 30/05/2015 dalle ore 9.00 ad Aosta come da calendario. Nel prossimo numero il programma. In questo numero, un po’ particolare per i contenuti, avrete modo di trovare alcune riflessioni offerte dalle associate. Una di carattere rifles- sivo sulla Quaresima che per motivi tecnici non è stato possibile inserire nel numero precedente. La riflessione sul LIMI- TE è la sintesi della riflessione presentata da una associata, all’interno dell’incontro regionale tenutosi a Torino il 21/03/2015. Troverete inoltre una breve sintesi degli incontri locali che avvengono tra gli associati di Aosta che stanno crescendo numericamente ed anche come impegno associativo. Vi allego nuovamente il modulo per rinnovare la quota associativa e come già accennato il calendario del pellegrinaggio. Chi desiderasse versare la quota sia di rinnovo tesse- ramento, sia per il pellegrinaggio a breve mani e non sul conto corrente può mettersi in contatto con l’associata ILIES MARINELA Tel: 3408791653. Un simpatico ed amicale saluto a ciascuno di voi Fiorenza Bugana ACOS Piemonte Associazione Cattolica Operatori Sanitari del Piemonte Anno XXXVII Numero 3 Aprile 2015 Via S. Ottavio, 5 - Torino [email protected] www.acos_nazionale.it

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PASQUA CON MARIA ALL’OMBRA DELL’OSTENSIONE E NEL PRELUDIO DEL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA

“ Santa Maria, donna del terzo giorno, destaci dal sonno della roccia. E l’annuncio che è Pasqua pure per noi, vieni a portarcelo tu, nel cuore della notte. Non aspettare i chiarori dell’alba. Non attendere che le donne vengano con gli unguenti. Vieni prima tu, coi riflessi del Risorto negli occhi e con i profumi della tua testimonianza diretta. (…) Santa Maria, donna del terzo giorno, donaci la certezza che, nonostante tut-to, la morte non avrà più presa su di noi. Che le ingiustizie dei popoli hanno i giorni contati. Che i bagliori delle guerre si stanno riducendo a luci crepuscolari. Che le sofferenze dei poveri sono giunte agli ultimi rantoli. Che la fame, il razzi-smo, la droga sono il riporto di vecchie contabilità fallimentari. Che la noia, la so-litudine, la malattia sono gli arretrati dovuti ad antiche gestioni. E che, finalmen-te, le lacrime di tutte le vittime delle violenze e del dolore saranno presto pro-sciugate come la brina dal sole della primavera. Santa Maria, donna del terzo giorno, strappaci dal volto il sudario della dispera-zione e arrotola per sempre, in un angolo, le bende del nostro peccato. A dispetto della mancanza di lavoro, di case, di pane, confortaci col vino nuovo della gioia e con gli azzimi pasquali della solidarietà. Donaci un po’ di pace. Impediscici di attingere il boccone traditore nel piatto del-

le erbe amare. Liberaci dal bacio della vigliaccheria. Preservaci dall’egoismo. E regalaci la speranza che, quando verrà il momento della sfida decisiva, anche per noi come per Gesù, tu possa esse-re l’arbitra che, il terzo giorno, omologherà finalmente la nostra vittoria.

Don Tonino Bello – Preghiere Lasciando alla riflessione di Don Antonino l’augurio di un gioioso tempo pa-squale, mi permetto di ricordare a coloro che ancora non l’hanno fatto che sta per scadere il rinnovo del tesseramento associativo in quanto dobbiamo inviare a Roma le quote. Sono ancora numerosi coloro che non l’hanno rinnovato e inco-raggerei a farlo. Inoltre rammento la prossima data del pellegrinaggio, sempre associativo all’Ostensione alla quale ci stiamo preparando da mesi. E’ un ottima occasione per rinnovare il nostro impegno di servizio cristiano non solo come singoli ma anche come gruppo, di scorgere sempre più nel fratello lo stesso volto impresso nel Santo lino. Vi invito a registrarvi, in allegato vi inserisco di nuovo la locandina. Notifico, infine che il prossimo incontro mensile associativo, si terrà sabato 30/05/2015 dalle ore 9.00 ad Aosta come da calendario. Nel prossimo numero il programma. In questo numero, un po’ particolare per i contenuti, avrete modo di trovare alcune riflessioni offerte dalle associate. Una di carattere rifles-sivo sulla Quaresima che per motivi tecnici non è stato possibile inserire nel numero precedente. La riflessione sul LIMI-TE è la sintesi della riflessione presentata da una associata, all’interno dell’incontro regionale tenutosi a Torino il 21/03/2015. Troverete inoltre una breve sintesi degli incontri locali che avvengono tra gli associati di Aosta che stanno crescendo numericamente ed anche come impegno associativo. Vi allego nuovamente il modulo per rinnovare la quota associativa e come già accennato il calendario del pellegrinaggio. Chi desiderasse versare la quota sia di rinnovo tesse-ramento, sia per il pellegrinaggio a breve mani e non sul conto corrente può mettersi in contatto con l’associata ILIES MARINELA Tel: 3408791653. Un simpatico ed amicale saluto a ciascuno di voi Fiorenza Bugana

ACOS Piemonte Associazione Cattolica Operatori Sanitari del Piemonte

Anno XXXVII Numero 3

Aprile 2015 Via S. Ottavio, 5 - Torino

[email protected]

www.acos_nazionale.it

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Se ci chiediamo, come cristiani che cos’è la Quaresima, dobbia-mo prima di tutto, iniziare a fare un esame di coscienza su tutto ciò che abbiamo e che facciamo senza rinunce; continuamente tentati da un mare di parole e di offerte del mondo per essere feli-ci. Il Vangelo di Matteo 4,1-11 ci parla delle tentazioni. “Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavo-lo. E dopo aver digiunato per quaranta giorni e quaranta notti, eb-be fame….”e Satana inizia tentarlo con ogni proposta possibile che potesse portare Gesù a cedere; ma Gesù alla fine gli rispose: “Vattene Satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto.” Ecco le tentazioni che quotidianamente ci assalgono, per farci pensare con egoismo solo a noi stessi, sono sempre dietro

l’angolo. Il cristiano nel tempo della quaresima, dovrebbe iniziare a cerca-re alla luce della Parola che nel vangelo ci insegna la condivisione, ad imparare a comportarsi in modo più sobrio, rinunciando a cose che sem-brano indispensabili e non lo sono, fare un po’ di digiuno pensando a che digiuna perché non ha nulla, in una parola allenarsi a pensare al prossimo più povero e sofferente. Tutto questo, il cristiano, dovrebbe farlo senza fatica, pensando che il cammino verso la vita eterna ci è stato indicato da Gesù, il quale si è fatto uomo, è morto in croce ed è Risorto per tutti noi. Durante il prezioso tempo di Quaresima quindi, leggiamo con costanza la sua Parola e chiediamo continuamente il dono della fede.

RESIDUI QUARESIMALI

Gabriella KAMENI

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Nella professione sanitaria, nel volontariato socio-sanitario o nell'ambito familiare spesso si è chiamati a condividere il dramma della malattia o as-sistere al progressivo deterioramento psico-fisico di un anziano. Forse sentiamo ancora un tonfo al cuore se ripensiamo al panico che ci avvolse quando fummo informati della diagnosi e delle successive recrudescenze del male o dell’inesorabile cronicizzazione di tipiche patologie, molto inva-

lidanti, dell’anziano. Lo smarrimento acquista diversi volti e coinvolge in diversi modi. Alcuni avvertono il dramma anticipato del distacco, altri s’interrogano sull’evanescenza della propria ed altrui vita o imprecano contro la dram-maticità della condizione umana. Anche il credente può entrare in crisi e dubitare dell’amore di Dio. Ci si scopre piccoli, improvvisamente incapaci di dialogare seriamente con il malato. Si rischia di entrare in un oscuro dedalo di mezze verità o di patetiche menzogne. Il risultato è doppiamente amaro perché il malato è bloccato nell’espressione del suo avvertito dramma interiore e il congiunto, se per un attimo smette il gioco di ruolo misera-mente assunto, si sente un ipocrita e un incapace. Solo chi è stato “paziente” può comprendere, almeno in parte, il dramma interiore del malato che improvvisamente si sente appioppare addosso una nuova e tristissima identità. Fino al sorgere delle prime avvisaglie della patologia era persona autosufficiente, rispettata, impegnata professio-nalmente e socialmente. Quando per l’incedere degli anni, l’acutizzazione del quadro clinico o l’esigenza di sotto-porsi alle pesanti cure oncologiche, deve abbandonare le sue attività, di botto perde, almeno in parte, la sua dignità e diventerà un “caso sanitario”. L’infermità avrà il sopravvento e comincerà ad essere ingenuamente definito con il nome del suo malanno (“il sarcoma del letto 10”, “il carcinoma del letto 15”, ecc.).. Chi sta al fianco del malato non può non individuare sentimenti contrastanti e farsi prossimo condividendo, momento dopo momento e con discre-zione, la concreta situazione. Bisognerà drasticamente rinunciare alle frasi fatte e offrire solo convinzioni profon-damente e intimamente credute. Un supplemento di attenzione andrà canalizzato alla possibilità di umanizzare l’apporto di ogni forma di assistenza. Certi aspetti, banali per un operatore, possono diventare drammatici per un infermo. Certe situazioni sono inevitabili, ma è fondamentale attuare il giusto approccio per aiutare a superare queste tristi situazioni. Viste le premesse, è necessario considerare attentamente alcuni diritti inviolabili che nessuna persona chiamata al capezzale di un malato può dimenticare. Primo tra tutti quello al dialogo confidente. Di fronte ad una malato le pa-role possono mancare. È fondamentale che non venga meno la capacità di ascolto. È molto più importante! R. Bu-ckaman1 individua alcune regole fondamentali per un autentico approccio. È prima di tutto necessario disporre la scena nel modo giusto. Incontrando il paziente è sabile dare l’impressione che non si abbia fretta, se pos-le, è bene sedersi discretamente vicino al letto. Se non si conosce a fondo il paziente è opportuno usare un tono fa-miliare ma non troppo disinvolto. Il “tu” facile dato dagli ope-ratori sanitari o i nomignoli improvvisati (“nonnino”, “zietto”, ...) sono spesso controproducenti. È bene non invadere su-bito l’altro coi propri discorsi. All’inizio è necessario capire se desidera parlare. Se inizia a dialogare devono essere evitate le risposte affrettate e semplicistiche. È fondamenta-le dimostrare che si sta ascoltando con interesse e parteci-pazione ripetendo alcune parole o concetti centrali pronun-ciate dall’interlocutore (“se ho capito bene, …”). Non vanno interrotti i ripetuti ricordi positivi del passato. Non si deve neanche cambiare argomento se il paziente desidera ancora esternare i suoi pensieri. Si deve dargli, invece, la possibilità di interrompere il suo interlocutore quando vuole dire qualcosa di suo. Può essere utile incoraggiare il di-alogo anche con il linguaggio non verbale (sorrisi, strette di mano, gesti d’assenso, …) e spazi di partecipe silenzio. In discorsi emotivamente coinvolgenti è produttivo manifestare senza enfasi i propri sentimenti (“mi è difficile accet-

1 BUCKMAN R., Cosa dire? Dialogo con il malato grave, Camilliane, Torino 1990, 29-39.

FORMAZIONE

L’ETICA DELLA COMUNI-CAZIONE DEL CUORE

di Giuseppe Zeppegno

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tare questa sofferenza”, “di fronte al tuo dolore non ci sono parole che contano, desidero però starti vicino”, …), senza mai obbligare l’altro a esternare i suoi (non dire ad esempio “stai soffrendo?” ma “come ti senti?”). Devono essere anche assecondate battute di humour perché possono aiutare il paziente a sdrammatizzare la sua situazio-ne ma non è opportuno fare della facile ironia quando il paziente non la gradisce (può essere opportuno sorridere sentendosi dire da un paziente, reso calvo dalla chemioterapia: “Ti piace la mia nuova pettinatura?”, ma è contro-producente dire allo stesso, senza sua previa menzione, “bella la tua nuova pettinatura”). Eventuali attacchi d’ira del paziente non manifestano necessariamente collera nei confronti di chi sta accanto. Può essere allora utile evita-re espressioni difensive (“come posso starti vicino se mi tratti così?”), ma è estremamente positivo far intendere che si è capito il disagio di fondo del paziente (“mi sembri proprio a terra”). Un altro aspetto importante è la comunicazione della diagnosi. Un tempo si era soliti non presentarla chiaramente. Si preferiva immettersi in un dedalo di pietose bugie. Oggi si è convinti di dover comunicare la verità. Si corre però a volte il rischio di essere sfacciatamente veri. I sanitari, aiutati dai familiari che conoscono molto meglio il malato, devono essere particolarmente prudenti e capaci di differire la comunicazione integrale della verità offrendo rispo-ste modulate sulle domande del paziente Una situazione del tutto particolare si profila quando il paziente è colpito da malattie che comportano la perdita delle capacità men-tali (es.: morbo di Alzheimer). La persona che tutti conoscevano gradualmente scompare per lasciare spazio ad un fantasma irra-gionevole e perennemente disorientato. È un’esperienza molto dif-ficile da accettare per i familiari costretti a adattarsi ad uno strano distacco (corpo vivo in mente “agonizzante”). È facile per loro pro-vare in questi casi laceranti sentimenti di rabbia e di sfiducia. Può essere particolarmente utile informarli accuratamente sulla malat-tia per dare tutti gli stimoli possibili al congiunto malato. Tutti quan-ti intervengono non devono farsi troppe illusioni, ma non devono neanche rinunciare aprioristicamente ad un minimo di rapporto. È necessario comprendere che questa battaglia non si può combat-tere da soli, ma non si può neppure delegare completamente ad altri. È bene coinvolgere strutture sanitarie e per-sone capaci di offrire sostegno ed appoggio, coordinare i diversi interventi, identificare le necessità, le risorse e gli aiuti disponibili. Mai, infine, va dimenticata la dignità di quella persona ora limitata, ma pur sempre ricca di un vissu-to e di un impegno passato che la rende nobile agli occhi di chi gli vive accanto in questo triste tratto della vita. Un ultimo aspetto mi pare importante considerare. È il dialogo religioso. Il cristiano è ben consapevole che la sua vita terrena avrà un compimento, ma non può camminare con leggerezza ed indifferenza verso la conclusione terrena. Lo stesso Gesù ha sentito il dramma e il peso del distacco e della sofferenza. Chi accosta il malato che s’interroga sul senso del vivere e del morire, è chiamato prima di tutto a liberarsi e liberare da quella cattiva teologia che diven-ta oppressiva e niente affatto liberatrice. Faccio un esempio per spiegarmi meglio. Qualche tempo fa ero in ospeda-le accanto ad una parente. Avevo già dialogato a lungo nelle mie precedenti visite anche con la vicina di letto che era allo stadio terminale della sua malattia. Arrivò a farle visita una cugina e incominciò a rivolgerle una saccente predica tutta incentrata sulla guarigione. Invitò la malata a chiedere il miracolo e l’accusò di non aver pregato bene. Garantì che tutte le volte che le veniva male alla spalla o alla testa pregando otteneva la guarigione. Accusò la pa-ziente di non avere sufficiente fede. Si rivolse a me, prete, per avere ulteriori conferme al suo argomentare. Le ri-cordai la preziosità del silenzio di Maria accanto a Gesù carico della croce. Mi guardò perplessa, ma non osò repl i-care e cambiò discorso. Credo sia molto importante accompagnare spiritualmente il paziente con accurata sensibi-lità e tatto ricordando che Cristo cammina accanto a noi come camminò al fianco dei discepoli d’Emmaus, stanchi e sfiduciati. In quest’approccio è necessario avere il senso del limite e non voler a tutti i costi indottrinare. È altresì necessario non lasciarsi invadere dal rispetto umano e dalla paura e proporre, quando le disposizioni del paziente lo rendono possibile, un serio approccio spirituale. Osserva al riguardo Buckman:

«Proprio come un bambino di solito va da un genitore se ha una ferita o un dolore, il credente deve poter andare da Dio perché in quel rapporto, nell’espressione del dolore, della ferita e di una particolare ne-cessità si trova l’efficacia terapeutica del messaggio spirituale che rassicura e allevia la sofferenza»2.

2 Ibid., 159.

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VOCE ALLA STORIA… Il Vangelo di Luca, riferendosi agli episodi accaduti dopo la morte di Gesù sottolinea:

“Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe membro del Sinedrio, buono e giu-sto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’opera degli altri. Era di Arimatea una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora se-polto.” Lc.23,50-53. Poi il silenzio del sabato santo… Giovanni parla di teli e sudario dopo la risurrezione, quando con Pietro si reca di corsa al sepolcro e lì “osservò i teli posati là, e il sudario, che era stato sul capo, non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.” Gv. 20,5-7. Dopo la narrazione riportata dai Vangeli sul lino che ha avvolto il corpo di Gesù cala un silenzio di secoli fino al 1356 anno in cui forse per devozione o per giustificare in qualche modo il possesso di un telo ritenuto miste-rioso e sacro, il Cavaliere Goffredo de Charny decise di far costruire una Chiesa a Lirey in Francia depositan-do all’interno il Telo che lui riteneva essere la reliquia di Nostro Signore, affidandola ai canonici di quella chie-sa. Come il telo giunse in Francia? Diverse sono le ipotesi: forse portato dai templari di ritorno dalla terra santa, forse proveniente dalla Grecia portata da pellegrini ignoti. Da quella data, tuttavia è possibile seguire i vari spostamenti del sacro telo. Nel 1453 la Sindone venne ceduta o venduta al Duca Ludovico di Savoia a alla Duchessa Anna di Lusignano e dal 1502 posta nella Cappella ducale di Chambery, fatta costruire apposita-mente, nell’alta Savoia e sede del ducato dei Savoia. Risale a quel periodo i segni dell’incendio, visibili tutt’ora sul telo sindonico, segni che le monache claustrali successivamente ripararono con rammendi. Fu nel 1506 che Papa Giulio II° mediante una bolla pontificia riconobbe il culto al telo sindonico e concesse la festa della Santa Sindone con proprio rito liturgico il 04 maggio di ogni anno. La traslazione della Sindone a Torino avvenne nel 1578, per evitare a San Carlo Borromeo la fatica di un pe l-legrinaggio lungo a piedi, per venerare il telo sindonico e per sciogliere un voto da lui fatto durante la peste di Milano. Per un periodo la Sindone fu conservata nella Cappella del palazzo ducale, allora abitato già dai Savoia, vicino all’attuale palazzo reale ed ora chiesa di San Lorenzo. Su desiderio testamentario di Emanuele Filiberto fu costruita appositamente, per la custodia del te-lo, una cappella sovrastante l’altare maggiore del Duomo di Torino, dall’architetto Guarino Guarino, ed ivi traslata nel 1694. Da allora in concomitan-za ad eventi storici significativi o a circostanze particolari della casa reale, il telo sindonico veni-va posto alla venerazione pubblica. Numerosi quadri, dipinti iconografici (anche esposti al Mu-seo della Sindone) lo testimoniano.

SINDONE In attesa dell’ostensione.. Scheda nr 4

Fiorenza Bugana

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Traslata per motivi di sicurezza durante al periodo bellico, nell’Abazia di Montevergine (Avellino) fu riportata in duomo al termine del secondo conflitto mondiale. Dopo la morte dell’ex re Umberto di Savoia, avvenuta nel 1983, su suo testamento, la Sindone viene donata alla Santa Sede e l’Arcivescovo di Torino ne è il diretto custode. Dall’11 aprile 1997, giorno in cui un incendio distrusse la cappella del Guarini in cui si conservava il telo sindonico, questo piegato e riposto in una apposita teca (ora esposta al museo della sindone), venne dai vigili del fuoco posta in salvo. Attualmente il sacro telo è conservato per esteso in una apposita teca con sistemi altamente tecnologici in una cappella del Duomo appositamente predisposta. Cfr.: “Il Mistero di un Volto: l’Uomo della Sindone e il significato del dolore” Rocco Quaglia Ed. EdB; “Sindone un messaggio universale” AA.VV Elledici; “ 100 Cose da sapere sulla Sindone” Roberta Russo Ed. Terra Santa; “ Il Mistero della Sindone” AA.VV Ed. Terra Santa;

Mormorando….

NOBILE ICONA …… del Figlio trafitto servo obbediente dal Padre esaltato: mostra le stimmate del suo patire, denso mistero di morte d’amor (…) Bianco sudario di sangue intessuto Svela del corpo il supremo destino: oltre il sepolcro ed il pianto del mondo l’uomo è chiamato ad un fine stupendo. Segno eloquente del sabato umano quando la morte consuma il cammino: nel compimento a promesse divine l’alba s’annuncia di risurrezione. (…) Mistica impronta che il cuore sorprende, solo la fede ne illumina il senso: ogni credente da Cristo è “segnato” vive con lui ne suo cielo infinito. (da l’Inno ufficiale della Santa Sindone)

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Cari amici dell’ACOS Il 21 gennaio di quest’anno ad Aosta si è tenuto il terzo incontro degli ade-renti e simpatizzanti, durante il quale abbiamo affrontato il tema “ Il senso e il valore del limite”. Mi è stato chiesto di sintetizzare ciò che è emerso duran-te l’incontro per metterlo a disposizione sul giornalino. Ciò che segue non è che un tentativo di esprimere le tante riflessioni scaturite tra i partecipanti.

“ Tutto ha un limite! “ Questo modo di dire rivela una pura verità. Viviamo nel limite, la vita, il mondo, qualunque cosa creata è limitata. Oltre ai limiti naturali ci sono quelli fisici legati a handicap, incidenti, malattie, infertilità, età….. psichici quali insicurezze, impotenze, frustrazioni, depressioni, malattie mentali, sociali in relazione alla mancanza o perdita di lavoro, denaro, status, dignità. Eppure vogliamo vivere come se non lo sapessimo, non lo accettiamo, lo neghiamo….c’è questo assurdo dualismo tra ogni cosa limitata e la vita –umana- che vuol negarlo…..così sono sorte alcune riflessioni/domande: La vita intera dell’uomo non è forse un cammino verso l’accettazione del limite? Nella misura in cui l’accettiamo lo superiamo? E non è forse questo l’insegnamento della Genesi? Non è forse questo il cuore della Pasqua? La felicità dell’uomo è strettamente legata all’accettazione del limite e dei tanti limiti che a ciascuno si presentano? Il cristiano non è essenzialmente colui che sa trasformare il/i limiti in Luce e Fontana di Grazia, che sa entrare, cammina-re nel limite…..fidandosi totalmente di Dio, che sa attraversare la notte per sbucare in una dimensione superiore? E ancora…..è NECESSARIO il limite all’uomo perché diventi UOMO? Come per nascere è necessario passare nello stretto canale del parto e per morire a questo mondo entrare nel tunnel della morte? A queste domande cruciali si è tentati di rispondere ” forse si ma…..di cosa c’è bisogno per non lasciarsi annientare an-ziché trasformare?” Cosa fa si che gli uni sprofondino nella disperazione, nel non-senso, nell’autodistruzione o nella violenza verso gli altri di fronte al/ai propri limiti o quelli imposti dalle circostanze esterne? Tentiamo una risposta leggendo testimonianze di un campione sportivo che ha perso gli arti, di famiglie che crescono con infinito amore figli propri o adottati/affidati con limitazioni psico-fisiche enormi, di persone affette da tumori o malattie invalidanti che sono in grado di aiutare gli altri…..di persone recluse in campo di concentramento sottoposte ad ogni pr i-vazione e vessazione in attesa dell’annientamento che sono in grado di provare ed offrire un’intensa gioia di vivere ogni istante…. Il mondo è pieno di testimonianze di limiti vissuti come un’OPPORTUNITA’ di scoprire un mondo più alto e più profon-do…..altezze e profondità forse irraggiungibili altrimenti…..per poi riversare la Luce a chi invece non riesce a trovarla. Cosa traghetta dalla visione “mondana” del limite a quella che ci viene proposta da Dio come “ porta stretta”? Da soli infatti è impossibile trovare questa porta d’uscita dal limite, è necessaria la forza d’una particolare specie d’amore…..di Colui che nell’accettazione totale su di se d’ogni limite umano lo ha trasformato nella concretezza della Resurrezione! Dio stesso infatti, in Gesù Cristo, è venuto ad assumere il limite, il finito…..ed in questo altri limiti: il rifiuto, l’impotenza, la povertà, l’umiliazione, la tortura, la soffe-renza atroce, la morte ( il limite che ci fa più paura e per superare il quale siamo sempre più disposti a tutto…..). Dio ci insegna la vera ed unica strada per SUPERARE il limite: quello di assumer-lo e viverlo fino in fondo come DONAZIONE: da SOFFERTO a OFFERTO. La foto ritrae le due camelie del mio balcone. Un mese fa nell’acquistarle ho detto alla fioraia che a casa avrei subito cambiato il vaso…..mi facevano pena in un va-so così piccolo….. Assolutamente no, disse lei, se vuole una bella fioritura le deve lasciare così, al-trimenti i fiori cadono e mettono solo foglie!

CONFRONTO SENSO E VALORE

DEL LIMITE

Milena Maria Battistino (AO)

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Il 31 gennaio si è svolto ad Asti il Convegno “L’etica della comunicazione del cuore” rivolto a tutti i gli

aderenti ACOS. E’ stata un’occasione per un incontro regionale di formazione in una se-de locale.

La giornata è incominciata con la S. Messa celebrata presso la Cappellina del seminario, adibita a struttura residenziale per sa-cerdoti di Asti. Alla concelebrazione insieme al nostro responsabile spirituale Don Giuseppe hanno partecipato il nuovo cappellano dell'ospedale di Asti Don Giorgio, il fondatore dell'A-COS di Asti Don Luigi Prato e alcuni anziani sacerdoti della diocesi . Al termine in un clima di preghiera di lode a Dio per il dono dell'associazione per gli ope-ratori, coronato da un caloroso applauso, abbiamo ringraziato il nostro fondatore e la

presidente dell’ ACOS di Asti gli ha consegnato una targa ricordo della giornata. Il Vescovo Monsignor Ravinale ci ha incoraggiate nel cammino associativo (come parte integrante della Pa-storale Sanitaria presieduta da una nostra associata, Tiziana Stobbione) con l’attenzione alla nostra formazio-ne per il bene del paziente per un sempre miglior impegno lavorativo. Don Giuseppe Zeppegno ha sviluppato il tema della verità al paziente sotto gli aspetti bioetici sottolineando

che l’operatore deve avvicinarsi al malato con la tenerezza e l'attenzione di Dio ma anche con sensibilità al collega per poter essere ponte di speranza. Solo chi è stato “paziente” può comprendere, almeno in parte, il dramma interiore del malato che im-provvisamente si sente appioppare addosso una nuova e tristissima identi-tà.L’operatore deve testimoniare con la sua presenza la fede in cui vive "il cuore" r i-spettando con pazienza e attenzione i tempi di chi lo circonda. Chi sta al fianco del malato non può non individuare sentimenti contrastanti e farsi prossimo condividen-do, momento dopo momento e con discrezione, la concreta situazione. Il Dott. Walter Pellegrini ha sviluppato la relazione sul significato della "comunica-zione del cuore" dal titolo “il tocco del cuore nella relazione (la scienza dal volto uma-no)” approfondendo l'evoluzione medico-

scientifica di tale relazione. E’ seguito un dibattito partecipato. Abbiamo condiviso il pranzo insie-me e trascorso il pomeriggio dialogando sull’essere associate anche in momenti di libertà partecipando ad una piccola visita della città di Asti. Il clima di condivisione e fraternità che ha caratterizzato la giornata ha aggiunto valore all’essere associati e a non essere isolate a portare avanti valori in cui crediamo.

CONVEGNO

ETICA DELLA COMUNICA-

ZIONE DEL CUORE Angela Mazzetti (Asti)

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A partire da Novembre 2014 sono iniziati gli incontri del nostro piccolo gruppo, nel primo incontro è stata invitata Fiorenza in qualità di presidente Regionale, al fine di illustrare ai partecipanti gli obiettivi dell’Acos Naziona-le e Regionale ed il nuovo Statuto votato al convegno Nazionale. Ne è seguita una partecipazione attiva con scambio di esperienze perso-nali anche molto toccanti. Abbiamo poi concepito gli incontri successivi come un momento forte di preghiera e meditazione su temi pro-posti dai partecipanti in riferimento al vissuto professionale. Dopo un tempo di preghiera iniziale organizzato a turno da qualcuno di noi o nell’incontro di preparazione, passiamo a condividere letture o contributi di riflessione che ciascuno è invitato a portare o, se non può essere presente, ad inviare via mail prima dell’incontro. Segue un momento di condivisione di ciò che le letture o le r i-flessioni offerte suscitano in ciascuno. Questo momento è molto stimolante ed arricchente, personalmente ho ricevuto luce e forza in riferimento a molte situazioni che quotidianamente mi trovo ad affrontare, sia nel lavoro che nella vita privata. Al termine dell’incontro chi vuole esprime un’intenzione di preghiera alla quale si accosta un Ave Maria e si termina con una preghiera comune finale. I temi che sono stati affrontati fin’ora sono:

IL SILENZIO

IL SENSO ED IL VALORE DEL LIMITE

LO SPRECO E LO SCARTO IN SANITA’ Quest’ultimo tema è stato solo accennato nell’ultimo incontro, con una lettura tratta dall’”Evangelii Gaudium” di Papa Francesco ed una traccia per rilevare le problematiche nella realtà, rimandando al successivo incontro del 20 Aprile le riflessioni concrete ed ipotesi di proposte operative. Gli incontri vedono la partecipazione del Responsabile della Pastorale della Salute diocesana Don Isidoro Mercuri Giovinazzo, che ci fa dono della sua parola ed esperienza di assiduo Cappellano dell’Ospedale, e che, nell’ultimo incontro, ci ha coinvolto nella preparazione del Convegno Ecclesiale Naziona-

le “ In Gesù Cristo il Nuovo Umanesimo” chiedendoci di rispondere come Acos alle domande relative al verbo USCIRE contenute nel do-cumento preparatorio. Ci siamo ripromessi di corrispondere al più pre-sto a questa richiesta, affinchè il nostro piccolo contributo possa esse-re presentato al Vescovo per il successivo invio alla commissione che prepara il convegno. Anche questo poter lavorare insieme tra le varie realtà ecclesiali che si occupano degli infermi è prezioso dono del Si-gnore!

ESPERIENZA

IL PICCOLO GRUPPO ACOS VALLE D’AOSTA

MUOVE I PRIMI PASSI

Milena Maria Battistino

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ACOS PIEMONTE E VALLE D ’AOSTA

PELLEGRINAGGIO INTEREGIONALE

ALLA SINDONE –TORINO

06-07 giugno 2015

Posti disponibili: 100 SABATO 06 GIUGNO:

ORA LUOGO AZIONE

09.30 Piazzale Santuario Consola-ta

Rito Accoglienza

10.00 A seguire

Santuario Consolata Santuario Consolata

Celebrazione Eucaristica animata e Presieduta dagli Assistenti religiosi Visita guidata nel Santuario ( per 50 persone)

11.45 * Museo della Sindone Visita con audio guida n. 1 gruppo da 50 persone

12.15 Museo della Sindone Visita con audio guida n. 2 gruppo da 50 persone

13.30/14.30 Valdocco - interno Consumazione pranzo

15.00-17.00 raduno Visita alla Città in piccoli gruppi

17.30 C.so San Maurizio- Viale dei Partigiani

Inizio percorso verso la Sindone e sosta davanti al Sacro telo

20.00 Hotel- Pensione Pernottamento e visita notturna alla Città in autonomia

DOMENICA 07 GIUGNO

ORA LUOGO AZIONE

09.45 Piazzale della Basilica di Superga

Ritrovo

10.00-11.15 Superga (salone interno) Incontro Associativo

11.30 Nella Basilica Concelebrazione Eucaristica con gli Assistenti religiosi presenti, presie-duta da Don Giuseppe Zeppegno Ass. Religioso ACOS Piemonte; Atto di affidamento dell’ACOS a Maria. Chiusura pellegrinaggio

N.B. I Sacerdoti presenti che concelebrano devono portare camice e stola.

MODALITA’ DI ISCRIZIONE: Ai fini organizzativi tutte le iscrizioni devono essere inoltrate dai capogruppi a : [email protected], oppure al telefono n.3385788542 Signorina Luciana Barberis. Il costo di partecipazione al pellegrinaggio è di 18. 00 € e comprende: ingresso al Museo, pran-zo del sabato e tiket. Per chi non utilizza il pranzo 10.00€ con bonifico bancario versato sul codice IBAN IT28V0335901600100000079259 Intestato a A.C.O.S. Associazione Cattolica Operatori Sanitari Centro Piemontese, Via Sant’Ottavio 5, 10124. Con causale: PELLEGRINAGGIO SINDONE 6-7 GIUGNO 2015. Risulteranno iscritti le prime 100 registrazioni pervenute.

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ASSOCIAZIONE CATTOLICA

OPERATORI SANITARI

A.C.O.S. PIEMONTE VALLE D’AOSTA

A TE che sei un Operatore nell’ambito della salute a qualsiasi livello…. Se... sei una persona credente nell’annuncio di Cristo oppure sei in ricerca ed il messaggio cristiano ti interroga Se… nello svolgimento del tuo lavoro ti senti coinvolto spiritualmente in rapporto alle situazioni concrete che vivi Se… senti l’esigenza di un confronto, riflessione, preghiera con persone che come te vorrebbero vivere più strettamente il rapporto tra fede e lavoro

SENTITI CALOROSAMENTE INVITATO a partecipare con

gli aderenti, all’attività dell’Associazione ACOS Piemonte e

Valle d’Aosta

[email protected] Sede regionale: Via San Ottavio, 5 – 10124 Torino -

[email protected]

www.acos-nazionale.it

Recapiti telefonici

-Presidente gruppo Alessandria: Angela Luparia

Tel: 3284721354;

-Vice presidente gruppo Torino-Asti-Domodossola: Luana

Ferlisi

Tel:3472112978; Angela Mazzetti: Tel: 3488902474

-Per Valle d’Aosta: Milena Battistino

Tel: 3478252519;

-Per Domodossola: Angelo Minini

Tel: 3476310690

-Vice Presidente regionale: Luciana Barbero

Tel:3385788542;

-Presidente regionale: Fiorenza Bugana

Tel: 349.3550011/3246177711

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COS’È L’ACOS L’Associazione Cattolica Operatori Sanitari (A.C.O.S.), Ente Morale reg. il 27/04/1978

Uff. Reg. Atti Pubblici – Roma – num. 4691, serie F vol. 2246, riconosciuto con il DPR

17/11/1986 N. 975, è un’associazione (senza scopo di lucro) di persone che si impegnano

liberamente in forma comunitaria e organica per il proprio perfezionamento morale e pro-

fessionale, per la promozione cristiana dei servizi sanitari-assistenziali e degli ambienti so-

cio sanitari.

L’A.C.O.S. è giuridicamente costituita con sede nazionale in Roma e si articola su tutto il

territorio nazionale a livello regionale e provinciale.

L’A.C.O.S. è membro effettivo della Consulta Pastorale della Salute e aderisce al Comita-

to Internazionale Cattolico Infermieri e Assistenti Medico-Sociali (C.I.C.I.A.M.S.).

SI PROPONE: 1) la formazione permanente degli operatori socio sanitari in ordine:

- alla competenza e alle responsabilità professionali;

- alla partecipazione nelle attività e negli organismi democratici di programmazione, gestio-

ne, controllo del settore socio sanitario;

2) lo studio dei problemi che interessano le varie professioni socio sanitarie e la ricerca di so-

luzioni conformi al progresso sociale e scientifico nel rispetto della giustizia e della dignità

della persona umana;

3) l’azione per la tutela e la valorizzazione delle professioni socio sanitarie e per la afferma-

zione dei valori cristiani nelle legislazioni e nelle istituzioni;

4) la costituzione di gruppi per l’animazione cristiana degli ambienti socio sanitari, realizzata

con la testimonianza e l’impegno personale.

A CHI SI RIVOLGE Possono aderire all’A.C.O.S. gli appartenenti alle diverse categorie di operatori socio sani-tari, compreso coloro che sono in fase formativa, che accettano lo spirito e la lettera dello

Statuto.

L’adesione è personale: si manifesta ed è accolta nelle forme stabilite dal Consiglio Na-

zionale e comporta il diritto e il dovere di partecipare attivamente alla realizzazione delle

finalità dell’Associazione.

MODALITÀ DI ISCRIZIONE Per iscriversi all’Associazione è necessario prendere contatto con il gruppo regionale o

provinciale di riferimento, oppure inviare la scheda allegata direttamente all’ A.C.O.S. re-gionale Via San Ottavio, 5 – 10124 Torino, o online ad: [email protected] unita-

mente al pagamento della quota di iscrizione di € 25 che può essere versata sul codice

IBAN IT28VO335901600100000079259

Intestato a A.C.O.S. Associazione Cattolica Operatori Sanitari Centro Piemontese,

Via Sant’Ottavio 5, 10124.

MODULO DI ISCRIZIONE ALL A.C.O.S.

NUOVO ISCRITTO

CONFERMA ISCR. GRUPPO

Cognome: …………………………………………………………………………………. Nome: ……………………………………………………………………………………….

Nato/a: ………………………………………….(Prov. ………) il …………………..

Residente a …………………………………………. (Prov. ………) C.A.P. ………… Via …………………………………………………………… n. …………………………

Stato civile: ………………………………………………………………………………….

Codice Fiscale: …………………………………………………………………………..

Titolo di studio ……………………………………………………………………………

Qualifica: ……………………………………………………………………………………. Ente di appar. ………………………………………………………………………………..

Rec. Telefonico …………………………………………. cell. ……………………………

Email …………………………………………………………………………………………

Fax ……………………………………………………………………………………………..

Quota iscrizione ………………………. Anno ……………………………………

INFORMATIVA AI SENSI DEL D. Lgs.196/2003 Ai sensi dell’art. 10 della legge 675/96, recante le disposizioni per la tutela delle persone e di altri soggetti ri-

spetto al trattamento dei dati personali, l’ACOS informa che i dati personali dell’iscritto verranno trattati per fi-

nalità strettamente connesse all’attività della stessa Associazione, nell’interesse degli aderenti e per costituire un

archivio anagrafico dei soci che servirà per eventuali comunicazioni agli stessi.

Data …………………… Firma …………………………………………………