Accessibilità delle cure Università in prima linea · stazioni su cui lucrare. La preoccupazione...

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Accessibilità delle cure Università in prima linea A Milano nell’ambito dell’Expo di Autunno l’Accademia si confronta e lavora per coniugare ricerca e pratica clinica Anno VI Numero 11/2011 Prof. ENRICO GHERLONE Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue ISSN 1970-7428 GRIFFIN EDITORE www.griffineditore.it Terapia Antibiotica Fatti e Persone Biotecnologie SPECIALE Ortodonzia

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Accessibilità delle cureUniversità in prima lineaA Milano nell’ambito dell’Expo di Autunno l’Accademia si confronta e lavora per coniugare ricerca e pratica clinica

A n n o V I N u m e r o 1 1 / 2 0 1 1

Prof. ENRICO GHERLONE

Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue

ISSN 1970-7428GRIFFIN EDITOREwww.griffineditore.it

Terapia Antibiotica

Fatti e Persone Biotecnologie

SPECIALE Ortodonzia

IDJ11_Copertina 28-10-2011 14:11 Pagina 1

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Professor Gherlone, la vita-lità di questo appuntamen-to culturale dimostra che ilmondo universitario è an-cora il motore della disci-plina. Come si coniuga og-gi la ricerca con la praticaclinica sul territorio?Ricerca e pratica clinica so-no due aspetti fondamentalie imprescindibili della pro-fessione, e solamente attra-verso la ricerca e la sua ap-plicazione clinica si possonoraggiungere gli obiettivi diuna odontoiatria di qualitàma dai costi accessibili.Questo è quello che deside-rano i cittadini e di conse-guenza la politica, che hal'obbligo di tutelarne la salu-te e allo stesso tempo quellodi aumentare il numero del-le prestazioni offerte.Il mondo accademico nonsolo può, ma deve essere for-za trainante di questo pro-cesso, essendone allo stessotempo promotore e control-lore scientifico del progetto.Il tema dell'incontro di que-st'anno non a caso verte pro-prio su questi aspetti.

Quali sono i punti di forzadell'Expo di Autunno?L'Expo di Autunno comemanifestazione universitariaorganizzata dalle universitàdel nord e dal collegio deidocenti di odontoiatria si stanegli anni consolidandosempre più come appunta-mento in cui l'accademia siconfronta sinergicamentecon la professione. Il congresso segue inoltre latendenza politica del colle-gio a relazionarsi sempre piùin maniera proficua con lesocietà scientifiche, che so-no la linfa vitale operativadella nostra professione.

Quali altre iniziative con-crete sono possibili perrendere sempre più accade-mia e libera professionedue vasi comunicanti?L'accademia nel suo nuovocorso sta seguendo attenta-mente la professione siner-gizzando con essa, un esem-pio su tutti: nei programmidi molti corsi di laurea inodontoiatria sono stati inse-riti negli ultimi anni semi-nari riguardanti la percorri-bilità della professione, gliaspetti manageriali e di co-

municazione, che rivestonogià oggi un ruolo fondamen-tale.Per insegnare tutto questo cisi è accordati sia con l'ordineche con l'Andi. Lo ritengoun chiaro segno di aperturae di nuovo corso.

La sua posizione politica lafa un osservatore privile-giato rispetto alle dinami-che presenti e future dell'o-dontoiatria. C'è qualcosache sta cambiando in modoconcreto?Sta cambiando tutto, ed è unprocesso inarrestabile.Come già precedentementeosservato nascono nuoverealtà che hanno scopo di-chiarato di rendere più ac-cessibili le cure. L'aspetto comunicazionale edell'informazione sta assu-mendo sempre maggiore ri-levanza e di conseguenzaquello manageriale. Certo tutto questo nascondegravi pericoli, come l'abbas-samento della qualità dellecure, e si corre il rischio cheil paziente non sia più unmalato ma una fonte di pre-stazioni su cui lucrare. Lapreoccupazione e nel con-tempo la sfida verte propriosu questo punto essenziale,riuscire a curare di più i cit-tadini ma con prestazioni diqualità. Tutti dovremo lavorare perottenere questo goal, talvoltafacendo un passo indietro equalche altro in avanti.L'università che forma inuovi operatori ha unagrande responsabilità ma neè consapevole e meeting diquesto tipo servono anche achiarirsi bene le idee su que-sti aspetti.

Andrea Peren

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Crediti Ecm

e formazione a distanza

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Si è tenuta a Cernobbio la terza Conferenza Nazionale

sulla Formazione Continua in Medicina, a conclusione di

un anno ricco di novità per il mondo della formazione.

Un anno che ha visto il passaggio alla fase a regime del

nuovo Programma Ecm, con una sensibile crescita del-

l’offerta formativa sia in termini di numero di organizza-

tori-provider (ben oltre 600 accreditati con il nuovo siste-

ma) che di eventi, oltre 15.000 alla fine di giugno.

Quello della sanità è certamente un mondo in cui l’ag-

giornamento professionale è d’importanza primaria e

una regolamentazione chiara e flessibile è sempre più

indispensabile. Anche per i dentisti, che si erano dap-

prima sentiti dire che i crediti non erano affar loro, per

poi vedersi assediati, in tempi successivi, da spacciato-

ri di crediti Ecm all’ingrosso: c’è da perdersi per strada.

La Conferenza di Cernobbio ha presentato ora le più im-

portanti novità del Programma Ecm e ha fatto il punto sui

risultati raggiunti, dibattendo le criticità emerse.

Soprattutto – per quel che ci riguarda in quanto Casa

editrice – si è confermato che i tempi sono maturi per la

Formazione a Distanza (Fad), e lo testimoniano le espe-

rienze di eccellenza riferite in quella sede.

In realtà sentiamo parlare di corsi e.learning per l’Ecm

ormai da dieci anni, e ogni anno sembrava che le nor-

mative e la regolamentazione nazionale dovessero tro-

vare un riconoscimento istituzionale da un momento al-

l’altro. Poi, cambi di governo o di poltrone ministeriali

rendevano ogni volta più lontano il raggiungimento di

questo obiettivo. Oggi, alla luce dell’esperienza, con

l’ausilio di tecnologie sempre migliori e, soprattutto, gra-

zie a una classe medica ormai pronta, è arrivato il mo-

mento di affrontare sul serio il discorso Fad.

In tempo di crisi, spostarsi per seguire corsi residenzia-

li a volte costa davvero fatica; inoltre, la didattica fronta-

le è certamente utile ma lo è almeno altrettanto il poter

usufruire, a casa, di materiale didattico su cui spendere

le proprie energie in modo e in tempi del tutto persona-

li. Non basta comprendere un concetto durante un cor-

so, occorre sedimentarlo e memorizzare. Per questi mo-

tivi, sono convinto che la Fad sia la modalità di accredi-

tamento che nel futuro avrà sicuro sviluppo.

Griffin, l’editore di Italian Dental Journal, probabilmente

la più diffusa in Italia tra le riviste odontoiatriche formato

tabloid, segue il dibattito sulla formazione continua in

medicina perseguendo più obiettivi: anzitutto per tenere

al corrente i lettori circa le novità, molte e spesso con-

traddittorie, del sistema di accreditamento; in secondo

luogo per seguire la propria mission di editore attento al-

le tematiche formative. Siamo pronti a fare la nostra par-

te nell’affiancare i maggiori provider nazionali del setto-

re nella progettazione di corsi d’aggiornamento attuali,

vivi e realmente utili, portando il nostro contributo in ter-

mini di esperienze e progetti, con l’idea di base che si

possa assicurare una formazione di qualità solo attra-

verso una concreta innovazione.

Italian Dental Journal proporrà, in vista dell’accredita-

mento 2012, una serie di corsi (uno del tutto speciale,

che sarà in omaggio per gli abbonati): corsi realmente

nuovi e interattivi, nulla a che vedere con pagine stati-

che e muffi Pdf di articoli che vedo talvolta proposti e

che, francamente, altro non sono che una versione peg-

giorativa dell’articolo su carta stampata.

EDITORIALE

Paolo [email protected]

Trovare una sintesitra ricerca e pratica clinicaL’Accademia si sente ancora attore capace di promuovere la qualità delleprestazioni a costi accessibili, guidando il razionale scientifico che ne staalla base. All’Expo di Autunno si apre il confronto con la libera professione

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Il congresso delle scuole odontoiatriche universitarie del

nord - l'Expo di Autunno - si appresta a celebrare la sua quin-

ta edizione, che si tiene in questi giorni a Milano (Ata Hotel

Quark, venerdì 25 e sabato 26 novembre).

Il congresso, organizzato dalle diverse scuole in collabora-

zione con il collegio dei docenti di odontoiatria, è focalizzato

sul tema del valore e sostenibilità della qualità in odontoiatria,

con un programma scientifico realizzato in modo da enfatiz-

zare i più recenti risultati della ricerca affinché le eventuali

nuove acquisizioni possano essere al più presto trasferite

nella pratica clinica.

La manifestazione è presieduta da AAnnttoonneellllaa PPoolliimmeennii e

AAnnttoonniinnoo SSaallvvaattoo e ospita al suo interno diverse attività scien-

tifiche come le sessioni delle relazioni degli allievi delle scuo-

le del nord, corsi precongressuali e congressi con sezioni

dedicate agli ortodontisti, agli igienisti dentali e agli odonto-

tecnici. Un programma ampio e rivolto quindi a tutta l'équipe

odontoiatrica, sotto l'attenta guida del direttore scientifico

Franco Santoro.

Di grande impatto sarà certamente la sessione dedicata alla

ricerca, coordinata da AAnnttoonniioo CCaarrrraassssii e RRiiccccaarrddoo

CCiiaannccaagglliinnii, con la presentazione di contributi scientifici sia

sotto forma di relazione che di poster.

L'intento degli organizzatori della manifestazione, GGiiaammppiieettrroo

FFaarrrroonnaattoo ed EEnnrriiccoo GGhheerrlloonnee, è quello di dare vita a momen-

to di divulgazione scientifica, crescita culturale, aggregazio-

ne dei componenti dello staff clinico operativo odontoiatrico

e diffusione di messaggi di prevenzione e cura, conferman-

do il ruolo che Expo di Autunno si è guadagnato in questi cin-

que anni quale punto di riferimento per lo sviluppo di un'o-

dontoiatria universitaria sempre più collegata alla pratica

svolta nelle cliniche sul territorio, ben rappresentate da LLaauurraa

SSttrroohhmmeennggeerr e RRoobbeerrttoo WWeeiinnsstteeiinn in qualità di presidenti del

comitato promotore.

Italian Dental Journal ha intervistato il professor Gherlone per

fare con lui un'ampia panoramica sul mondo odontoiatrico.

> Il professor Enrico Gherlone è referente per l’odontoiatria presso ilministero della Salute

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Dottor Oliveti, iniziamo dainuovi obblighi di legge: di co-sa si tratta?Alle casse dei professionisti ve-niva prima chiesto di avereconti in equilibrio per i 15 an-ni a venire. Il Parlamento ha poi stabilitoche l’orizzonte temporale deveessere portato a 30 anni.

Perché questa norma potreb-be mettere in crisi molti entidi previdenza privati?La modifica in sé non mette incrisi le casse, anche perché èstata fatta per dare maggiorigaranzie di stabilità al sistemaprevidenziale. Tuttavia il cam-biamento è stato deciso nellospazio di una notte, senza pre-vedere alcuna gradualità. È lo-gico che enti previdenziali cheil giorno prima erano in rego-la, dal giorno dopo non lo so-no più stati. Ma questo è suc-cesso solo perché sono cam-biate le regole: la situazioneeconomica è rimasta costante.

Qual è la situazione specificadi Enpam riguardo ai 30 annidi sostenibilità di cassa ri-chiesti dalla legge?Secondo i parametri ministe-riali l’Enpam ha un orizzontedi sostenibilità compatibilecon le vecchie regole. L’Enpam raggiungerà l’obietti-vo dei 30 anni di equilibriocon la riforma pensionisticadel 2012.

Cosa chiederete al governo ecosa chiedete in generale allapolitica?Alla politica abbiamo chiestodi concederci gradualità nel-l’applicazione dei cambiamen-ti. La vita media dei medici edegli odontoiatri è aumentatae questo vuol dire che l’Enpamdovrà pagare pensioni per piùanni: in questo senso è logicoche occorra fare dei correttivial sistema. Però è necessarioche le riforme siano gradualied eque. Non vogliamo datesaracinesca: non vogliamo chechi va in pensione il giornoprima di una riforma abbia untrattamento pensionisticomolto diverso dal collega checi va il giorno dopo. Il medicoo l’odontoiatra deve poter sce-gliere il momento del suo pen-sionamento in base ai suoiprogrammi di vita, non a se-conda di quello che fal’Enpam. A livello più generale chiedia-mo che venga eliminata ladoppia tassazione: adesso l’en-te che mette a reddito i contri-buti degli iscritti paga tasse su-gli interessi maturati… ma

questi soldi servono a pagarele pensioni, che sono a lorovolta tassate!Quest’ingiustizia, che non tro-va eguali in Europa, ogni annotoglie decine di milioni di eurodalle tasche dei medici e deidentisti pensionati.

È vero che il governo intendeinserire ulteriori organismidi controllo sui fondi pensio-ne? Ci spiega di cosa si trattae qual è la posizione diEnpam?Il governo ha voluto sottopor-re gli enti previdenziali comel’Enpam alla vigilanza dellaCovip, la commissione che fi-nora sorvegliava solo sui fondipensione complementare. La nostra posizione è sempli-ce: se questo serve a raziona-lizzare e migliorare il sistemadei controlli, ben venga. Un si-stema di controllo efficace ènell’interesse degli iscritti e an-che di amministra i loro con-tributi. È bene però che il go-verno tolga altri livelli (ne ab-biamo otto) per evitare dupli-cazioni e inutili perdite di tem-po ed energie.

Il dottor Prada, presidenteAndi, ritiene che sia in atto«una forte azione politica permettere le mani sulle casseprivatizzate». Cosa ne pensa?Le casse previdenziali privatiz-zate hanno patrimoni ingentiche hanno sempre fatto gola aigoverni di volta in volta in ca-rica. È chiaro che con un siste-ma previdenziale pubblico(Inps, Inpdap) in grande defi-cit, a chi non verrebbe la tenta-zione di tappare i buchi con icontributi dei professionisti?Oppure potrebbe venire l’ideadi indirizzare gli investimentidelle casse privatizzate versosettori in crisi o bisognosi di li-quidità, con grande rischio pergli iscritti.Finora, grazie all’autonomiaconquistata con la privatizza-zione, le casse dei professioni-sti hanno sempre sventatoquesto pericolo.

Ritiene che possa essere a ri-schio la gestione privatisticadi enti come il vostro?Nei fatti la nostra gestione pri-vatistica è stata fortemente li-mitata. Prendiamo l’esempiodelle gare d’appalto: la finan-ziaria di quest’anno ci ha im-

posto di applicare in toto il co-dice degli appalti pubblici. Dauna parte potrebbe sembrareun bene perché l’obiettivo, cheè anche il nostro, è garantire lamassima trasparenza nell’asse-gnazione dei contratti. Nellarealtà l’Enpam aveva già un re-golamento che anticipavamolte delle nuove regole. Lalegge però ci ha imposto ancheuna serie di vincoli burocraticiche ci fanno perdere moltotempo e ci espongono al ri-schio di errori. La realtà è che certe regolepubbliche sono anti economi-che e ci impediscono di acce-dere alle migliori condizioni dimercato. Insomma, finiremoper perdere soldi.

Com’è nata e come si è svilup-pata la querelle sollevata dal-la stampa?L’Enpam aveva chiesto a unasocietà di consulenza di fareun’ulteriore analisi sullo statodi salute dei suoi investimenti.L’obiettivo era fare una verificaserena e approfondita sullescelte del passato. Mentreaspettavamo le contro dedu-zioni, la società è stata portatain tribunale da un altro advi-sor che si è ritenuto leso da al-cune affermazioni contenutein quell’analisi. Nel frattempocinque presidenti di ordine,venuti in possesso del rappor-to, hanno inviato un espostoalla magistratura e questo hascatenato un putiferio media-tico.L’Enpam da parte sua è tal-mente sereno da aver incarica-to il proprio comitato internodi controllo, presieduto da unmagistrato della Corte deiConti, di fare tutte le verifichedel caso. Quello che possiamodire sin d’ora è che siamo ri-masti molto stupiti nel vederepubblicate da più parti infor-mazioni e cifre che non trova-no corrispondenza con larealtà.

È vero che ci sono stati inve-stimenti a rischio?Sarei tentato di rispondere conun’altra domanda: esistono in-vestimenti non a rischio? Facciamo l’esempio dei titoli diStato: tutti li considerano uninvestimento sicuro. Ma i ri-sparmiatori che vogliano ven-derli prima della scadenza cor-rono sempre il rischio di rice-vere indietro meno soldi di

quelli spesi inizialmente. E adalcuni investitori quest’estate,con il famigerato spread allestelle, questa sventura è capita-ta. Per fortuna questo non èsuccesso all’Enpam, che nonha bisogno di incassare in an-ticipo i propri investimenti intitoli di Stato ma li ha sotto-scritti con l’obiettivo di farselirimborsare alla loro scadenzanaturale. Nel caso della nostra cassa èstato fatto molto clamore sullasituazione di alcuni prodottistrutturati e in particolare deiCdo. Anni fa l’Enpam, cometantissimi fondi pensione ita-liani e stranieri (compresoquello della Banca d’Italia), neaveva acquistati alcuni sce-gliendo tra quelli che le societàdi rating etichettavano con tri-pla A. Purtroppo durante lacrisi del 2008 il loro valore po-tenziale è sceso di 400 milioni.L’Enpam tuttavia non si è fattoprendere dal panico e, invecedi svenderli, ha deciso di te-nerli fino alla loro scadenza.Nel frattempo, grazie a un de-licato intervento di ristruttura-zione, è stato ridotto il loro li-vello di rischio. L’operazione èstata certamente costosa (e nelbilancio l’abbiamo ampiamen-te segnalato) ma ci ha già per-messo di recuperare 100 mi-lioni di euro e nei prossimi an-ni ci attendiamo di tornare ailivelli originari. Basti pensareche attualmente lo spread deiCdo in possesso dell’Enpam èinferiore a quello dei Btp a die-ci anni dello Stato italiano.

Come mai si è deciso di effet-tuare investimenti in due so-cietà delle Cayman, noto pa-radiso fiscale che già in pas-sato è stato coinvolto in vi-cende poco chiare?L’Enpam non ha mai investitoalle Cayman. La Fondazione, a seguito diuna ricerca di mercato, ha affi-dato l’incarico di gestire lamessa in sicurezza dei Cdo adue società londinesi.Entrambe operano sotto la vi-gilanza della FinancialServices Authority (la Consobbritannica). Una delle due -peraltro un big mondiale inquesto settore - pur essendo fi-sicamente basata a Londra, ri-sulta avere sede legale alleCayman. Del resto, anche ban-che italiane come Mediobanca,Unicredit e Intesa hanno filialialle Cayman.

Quali sono i conti Enpamoggi?La Fondazione Enpam hachiuso l’anno 2010 con un uti-le di 1,14 miliardi di euro e unpatrimonio netto in crescitache si attesta a 11,44 miliardidi euro. Il bilancio quindi è solido ma,come detto, la nostra sfida è laprevidenza. In altre parole,dobbiamo fare in modo che iconti restino buoni anche perle generazioni future.

Il bilancio consuntivo 2010 èstato approvato a larga mag-gioranza, ma c’è chi ha messoin relazione alcuni voti con-trari e astensioni alla vicendadei presidenti di Omceo chehanno avviato un esposto al-la Procura. Ci può riassume-re la questione?I cinque presidenti dell'ordineche hanno firmato l’esposto al-la Procura hanno votato con-tro e a loro se ne è aggiunto unsesto. Ci dispiace che i chiari-menti offerti dall’Enpam nonli abbiano convinti. Ma del re-sto nanche le loro argomenta-zioni hanno persuaso tutti: in-fatti ben 90 presidenti hannovotato a favore.

Alcuni sindacati di categoriainvocano una maggiore tra-sparenza nella gestione deifondi. Cosa ne pensa di que-ste richieste?Questo consiglio di ammini-strazione, che è in carica da unanno, vuole fare della traspa-renza la sua bandiera. Per quanto riguarda gli aspettifinanziari abbiamo varato unnuovo modello organizzativo,ispirato dal professor MarioMonti, che separa ancora piùnettamente chi decide da chicontrolla e responsabilizzamaggiormente i consiglieri diamministrazione. Inoltre ab-biamo deciso di dotarci di as-sumere un nuovo dirigenteper il settore degli investimen-ti e stiamo formando uno staffaltamente qualificato. Perquanto riguarda l’aspetto pre-videnziale stiamo coinvolgen-do tutti i portatori di interesse:all’inizio di novembre ci riuni-remo con tutti i presidenti diordine, consiglieri dell’Enpam,membri delle consulte e rap-presentanti di tutte le sigle sin-dacali.

Renato Torlaschi

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Enpam: «nessun rischioper le pensioni dei medici»Facciamo un po' di chiarezza dopo la bufera mediatica di questi mesi con uno dei massimi dirigenti della Fondazione Enpam, l’ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri

DENTAL PRESS <<

Recentemente, alcune vicende legate alla Fondazione

Enpam (www.enpam.it), l’ente di previdenza dei medici e de-

gli odontoiatri, sono rimbalzate sulle pagine dei giornali e al-

cune decisioni politiche hanno alimentato preoccupazioni che

ovviamente interessano da vicino i professionisti della salute.

Abbiamo voluto approfondire alcune delle questioni più scot-

tanti e ci siamo rivolti direttamente ad AAllbbeerrttoo OOlliivveettii, medico

di famiglia e vicepresidente vicario dell'Enpam.

> Da sinistra a destra Mario Monti, presidente dell'Università Bocconi,e Alberto Oliveti, vicepresidente vicario Enpam

> Alberto Oliveti, vicepresidentevicario Enpam

SALE L’ETÀ PENSIONABILE

«L’età di pensione dei medici passerà gradualmente da 65

a 68» spiega Alberto Oliveti, vicepresidente vicario

Enpam. Più precisamente, a partire dal 2013, l’età in cui si

potrà andare in pensione si eleverà di sei mesi ogni anno,

arrivando nel 2018 a 68 anni.

Sarà questo uno dei punti fermi della riforma dell’ente di

previdenza dei medici e degli odontoiatri, che vedrà la lu-

ce entro la fine di quest’anno.

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ge 175/1992.L’interpretazione suggeritadal Ministero si presta ad es-sere fortemente criticata inquanto non tiene conto, oltreche del dato letterale dellanorma, anche della stessa ra-tio del decreto in questione. È ben difficile infatti soste-nere che si siano apportatemisure di promozione dellaconcorrenza differenziandoi diritti di soggetti, personefisiche e persone giuridiche,che agiscono nel medesimomercato, quello dei servizisanitari, e che dunque do-vrebbero essere sottopostialle medesime regole. In talsenso si è pronunciato il Tardi Bologna, con la sentenzaormai ben nota, la numero16/2010, che ha chiarito co-me le regole imposte dalDecreto Bersani alla pubbli-cità sanitaria debbano valereegualmente per gli studimonoprofessionali come per

le strutture ambulatoriali ge-stite da società di capitali. Si deve inoltre segnalare co-me alcune Cao abbianoadottato propri regolamentiinerenti la pubblicità dovetuttora si distingue tra la di-sciplina applicabile a secon-da che la titolarità dellastruttura sia di un professio-nista o di una società. Questo quadro ci dà la mi-sura di quanto l'applicazionedelle misure di liberalizza-zione sia ancora attualmentetutt'altro che univoca euniforme sul territorio na-zionale. E ciò in parte vanifi-ca gli obbiettivi di promo-zione della concorrenza cherappresentavano la ratio delDecreto Bersani.

Correttezza dei messaggipubblicitari. L’utente si puòconsiderare sufficiente-mente protetto da messaggi

ingannevoli? La pubblicitàsvolge realmente un ruoloinformativo?A mio parere la pubblicitàpuò svolgere un importan-tissimo ruolo informativo,soprattutto nel campo deiservizi professionali dove leasimmetrie informative traprofessionista e paziente so-no assai rilevanti e penaliz-zanti per quest’ultimo. Intendo dire che se da un la-to è evidente che la pubbli-cità ha la finalità appunto dipromuovere un dato servi-zio, una determinata strut-tura o professionista, non èaltrettanto vero che tale pro-mozione non possa passareper una diffusione di infor-mazioni utili al paziente permeglio orientarsi in un mer-cato che, peraltro, è semprepiù competitivo e variegato.Ciò a patto che la pubblicitàsia, appunto, veritiera e tra-sparente.

In Italia abbiamo ormai unabuona tradizione di tuteladagli eccessi della pubblicitàingannevole. Già dagli anniSessanta i nostri operatoripubblicitari e della comuni-cazione si accordarono de-mandando a un organismoterzo, il giurì dell’Istitutodell’autodisciplina pubblici-taria (www.iap.it), la possi-bilità di censurare e inibire icomportamenti pubblicitarinon corretti e dannosi per ilpubblico. Dal recepimento poi dellanormativa europea, inoltre,è stata attribuita com’è notoall’authority per la concor-renza la competenza a giudi-care sulla ingannevolezzadei messaggi pubblicitari,con potere di inibire e san-zionare chi diffonde messag-gi promozionali scorretti inquanto contenenti informa-zioni false o non verificabili.Nell’attuale sistema della

pubblicità sanitaria, con legrosse incertezze applicativeche si sono sopra registrate,sono invece gli ordini deimedici e le Cao a verificarela veridicità e correttezzadella pubblicità.

In quale modo viene svoltaquesta verifica?Lo strumento utilizzato è perlo più quello disciplinare. Il professionista che si mac-chia della diffusione di pub-blicità indecorosa viene sot-toposto a un procedimentodisciplinare che può ancheculminare in una sanzioneinterdittiva dell’esercizioprofessionale: la sospensio-ne dall’albo. La poca chiarezza delladeontologia medica in cam-po pubblicitario, l'insuffi-ciente uniformità interpre-tativa delle sue regole tra ivari ordini provinciali e la

scarsità all’interno dei colle-gi ordinistici di competenzespecifiche in campo giuridi-co e pubblicitario lascianotuttavia non poche perples-sità sulla concreta possibilitàda parte di tali enti di gesti-re la questione pubblicità. Meglio sarebbe, a parer mio,coinvolgere l’authority per laconcorrenza o un altro orga-nismo terzo e indipendente,che sia in grado di tutelaregli utenti e i consumatoridalla scorretta informazionesanitaria ma che allo stessotempo riesca pure a tutelareeffettivamente la concorren-za e in definitiva la libertà discelta degli utenti, in un'of-ferta di servizi sanitari sem-pre più ampia.

Renato Torlaschi

Pubblicità sanitariamodalità d'usoUtilizzata seguendo le norme di legge e le prescrizioni deontologiche,è senza dubbio un importante mezzo di comunicazione e trasparenzaverso i pazienti. Manca però un controllo sui messaggi pubblicitari

Avvocato Stefanelli, comesi sta evolvendo il mercatodella pubblicità sanitaria?La crescita di interesse per lapubblicità da parte dei pro-fessionisti – anche medici eodontoiatri – è sotto gli oc-chi di tutti. La grande disponibilità dimezzi pubblicitari semprepiù economici e alla portatadelle grandi strutture comedello studio mono-profes-sionale sta senz'altro – mi siconsenta il gioco di parole –promuovendo nei professio-nisti la consapevolezza dipoter utilizzare la pubblicitàsanitaria come mezzo im-mediato, diretto ed efficaceper comunicare con il pub-blico. Tale consapevolezza ha crea-to un vero e proprio merca-to della pubblicizzazione deiservizi sanitari, prima moltolimitato in quanto a volumid'affari e anche a qualità del-la comunicazione.

Nel settore odontoiatrico sivedono sempre più spessopubblicità di grandi societàdi capitali e franchising. Lapubblicità riflette la tra-sformazione dell'odontoia-tria in Italia?In effetti è proprio così. Sipuò dire che sulla pubblicitàdei servizi odontoiatrici ab-biano inciso fortemente lerisultanze di due importan-tissimi processi evolutivi. Innanzitutto l'evoluzione deimezzi di comunicazione chesi è caratterizzata, come siaccennava, per una sempremaggiore disponibilità edeconomicità di veicoli utiliz-zabili in pubblicità di granlunga più efficaci di quellitradizionali (si pensi adesempio a Internet rispettoalla vecchia targa). In secondo luogo l'evoluzio-ne nel campo dell'esercizioprofessionale odontoiatrico.Dal classico studio mono-

professionale si è passati astudi sempre più grandi finoa giungere a realtà più com-plesse dal punto di vista or-ganizzativo, che riescono agarantire una certa unifor-mità e standardizzazionenella qualità dei servizi ero-gati anche da più strutturedislocate in zone diverse delterritorio. Si tratta del feno-meno rilevantissimo delfranchising, ma vi sono an-che altre formule. C'è oggiuna maggiore attenzione aiservizi, anche accessori, ga-rantiti ai pazienti: dallamaggiore disponibilità chein passato di apparecchiatu-re diagnostiche tecnologica-mente avanzate, ai serviziamministrativi più efficien-ti, ad ambienti meglio pro-gettati e più gradevoli, non-ché agli orari di apertura piùlunghi e comodi per gliutenti. Queste due linee evolutive,quella dei mezzi di comuni-cazione e quella dell’organiz-zazione della professione insé, trovano il proprio “sfogo”nella pubblicità dei serviziodontoiatrici. Attraversol’informazione si vuole co-municare tutte le caratteri-stiche del servizio che si of-fre ai pazienti, includendogli aspetti relativi alle condi-zioni economiche, alle mo-dalità di pagamento e a tuttii servizi anche accessori, cherappresentano sempre di piùun elemento di forte attratti-va per i pazienti (si pensi al-le condizioni economiche ealla comodità degli orari diapertura serali). Si è passati dunque da unapubblicità che riguardavasemplicemente il nome e i ti-toli del professionista a unaforma di comunicazione piùcomplessa, non scevra di ele-menti comuni alla comunica-zione commerciale, ma nonper questo di per sé scorrettae meno valida da un punto divista informativo.

Ma quali sono le regole chepresiedono attualmente al-la pubblicità dei professio-nisti? Che caratteristichedeve avere la pubblicità sa-nitaria?È noto che la disciplina deiservizi professionali, inclusiquelli sanitari, ha trovato unpunto di svolta, e a mio pa-rere di non ritorno, con l’en-trata in vigore del Dl223/2006 (c.d. DecretoBersani). Nell’ambito di mi-sure volte a rendere mag-giormente concorrenziale ilmercato nazionale dei servi-zi professionali, che include-vano l’abrogazione dei mini-mi tariffari, il governo inserìuna norma, l’art. 2 comma 1lett. b), che andava ad abro-gare espressamente tutte lenorme che limitavano lapubblicità informativa deiservizi professionali, ivi in-clusi quelli sanitari, libera-lizzando la pubblicità e im-ponendo due criteri di cor-rettezza promozionale: veri-dicità e trasparenza. Il Decreto Bersani sancisceinoltre la possibilità di co-municare anche le condizio-ni economiche di erogazio-ne dei servizi. Dunque, sullabase di tale norma, la pub-blicità dei servizi professio-nali non dovrebbe essere li-mitata con meccanismi bu-rocratici, o vincolata autori-tativamente nei mezzi e neicontenuti (come avvenivaprima, nella vigenza della

legge 175/1992) ma deve es-sere priva di affermazionifalse o non verificabili e de-ve essere altresì chiaramenteindividuabile come pubbli-cità. Sono le regole base del-la disciplina della pubblicitàingannevole inclusa nelCodice del consumo. Nello stesso art. 2 si chiede-va poi agli ordini professio-nali, cui veniva demandatala verifica delle pubblicitàdiffuse dai propri iscritti, diadeguare a pena di nullità ipropri codici deontologicialle nuove regole impostecon lo stesso decreto legge. La Fnomceo da parte suaadeguava il codice deontolo-gico ai nuovi principi, adot-tando in particolare delle li-nee guida (delibera 53/2007)contenenti una serie di rego-le deontologiche cui tutti gliesercenti di servizi sanitaridovevano attenersi. Anchenell’ambito della deontolo-gia la Fnomceo accoglieva icriteri di non ingannevolez-

za del messaggio pubblicita-rio, che erano il vero e pro-prio faro dell’impostazionedella liberalizzazione appor-tata con il Decreto Bersani.A veridicità e trasparenza siaggiungeva però il decoroprofessionale.Oltre che non ingannevole,allora, la pubblicità sanitariadeve essere anche decorosa,criterio quest’ultimo di assaivariabile e incerta interpre-tazione, tanto da essere statocriticato, almeno nel campopubblicitario, dall’Autoritàgarante della concorrenza edel mercato. Si legga in par-ticolare l'interessantissimaindagine conoscitiva riguar-dante il settore degli ordiniprofessionali Ic 34 chiusa nel2007, dove l'Authority av-vertiva della possibilità che«citati concetti indetermina-ti (decoro e dignità profes-sionale) potrebbero essereutilizzati strumentalmenteda parte degli ordini profes-sionali per reintrodurre re-

strizioni alla concorrenzaanche in violazione dellalegge Bersani».

E per le società di capitalila disciplina è diversa? Ritengo che il decretoBersani presupponesse unaapplicazione generalizzata atutti i soggetti, persone fisi-che o giuridiche, legittimatia erogare servizi professio-nali. Tale tesi è stata tuttaviacontestata da vari ordiniprovinciali dei medici e so-prattutto dalle Cao, sulla ba-se di una presa di posizionedel ministero della Saluteche limitava ai professionistisingoli, associati e alle so-cietà di persone la possibi-lità di beneficiare delle mi-sure di liberalizzazione ap-portate dal Decreto Bersani.La pubblicità delle strutturegestite da società di capitalidovrebbe invece essere an-cora sottoposta agli strin-genti limiti della vecchia leg-

Riflesso di un settore in evoluzione turbinosa, potenziata da

strumenti mediatici e tecnologici impensabili solo fino a po-

chi anni fa, resa più libera da interventi legislativi, la pubbli-

cità odontoiatrica ha acquistato una grande visibilità e

coinvolge risorse considerevoli.

Italian Dental Journal ha voluto approfondire le problemati-

che connesse a questo nuovo scenario con l’avvocato

SSiillvviiaa SStteeffaanneellllii, esperta di diritto sanitario, che si è molto

occupata, nello specifico, anche del settore odontoiatrico.

> Silvia Stefanelli

La pubblicizzazione delle condizioni economiche dei ser-

vizi prestati è una delle innovazioni più importanti del

Decreto Bersani. La pubblicità sanitaria infatti, nella disci-

plina stabilita con la legge 175/1992, poteva riguardare

esclusivamente i titoli professionali, accademici o al limite

l’esperienza del professionista. Si trattava dunque di una

comunicazione volta a far conoscere quale fosse la pre-

sumibile preparazione di un medico o di un odontoiatra.

Con il Decreto Bersani la liberalizzazione della pubbli-

cità è stata combinata con l'abrogazione dei minimi ta-

riffari (Dl 223/2006, art. 2 comma 1) e con l'espresso ri-

conoscimento agli esercenti i servizi professionali della

possibilità di comunicare al pubblico, ai potenziali pa-

zienti nel campo sanitario, anche le condizioni econo-

miche offerte per i propri servizi. Anche nelle linee gui-

da della Fnomceo e nelle linee guida che diversi ordini

provinciali hanno adottato in materia pubblicitaria, si è

riconosciuta la possibilità di comunicare le condizioni

economiche. Dunque da allora anche i compensi pro-

fessionali sono diventati oggetto, talvolta principale,

della comunicazione sanitaria.

Particolarità del settore odontoiatrico è stata la diffusio-

ne delle offerte di prestazioni a costi bassissimi o addi-

rittura gratuiti. Tale prospettiva è stata particolarmente

avversata dagli ordini provinciali, con il consueto stru-

mento disciplinare, anche se lo stesso codice deonto-

logico reprime i comportamenti scorretti in materia di

tariffe solo laddove essi si manifestino come concor-

renza sleale. E ovviamente non è detto che l'offerta di

singole prestazioni a costi vantaggiosissimi rappresen-

ti una pratica di concorrenza sleale, potendo invece

essere una manifestazione delle evoluzioni organizzati-

ve che hanno riguardato l'esercizio dell'odontoiatria,

evoluzioni che hanno semplificato il raggiungimento di

economie di scala con un risparmio sui costi.

In tal senso una comunicazione chiara, corretta e veri-

tiera tra medico e potenziale paziente anche sulle con-

dizioni economiche dei servizi erogati può rappresen-

tare senz'altro un elemento migliorativo della trasparen-

za del rapporto medico paziente.

AAvvvv.. SSiillvviiaa SStteeffaanneellllii

LE TARIFFE E LA PUBBLICITÀ

LE CARATTERISTICHE DELLA

PUBBLICITÀ SANITARIA

�Deve essere veri t iera e non ingannevole

�Deve essere t rasparente, c ioè chiaramente

individuabi le come pubbl ic i tà

UN CONVEGNO SULLAPUBBLICITÀ IN ODONTOIATRIA

Lo scorso settembre si è tenuto a Udine un convegno dal

titolo: «Pubblicità e informazione per una professione in

evoluzione: osservare le regole per rispettare le persone».

Promosso dalla Commissione albo odontoiatri nazionale e

dalla Cao di Udine, è stata l’occasione per approfondire te-

matiche molto delicate visto che, come fa notare un comu-

nicato della Fnomceo, il settore odontoiatrico «è probabil-

mente quello maggiormente sottoposto – tra le professioni

sanitarie – al bombardamento incontrollato di messaggi

pubblicitari e comunicativi. Slogan e inviti spesso fuorvian-

ti, promesse di cure semi-gratuite, inviti a recarsi oltrecon-

fine per trattamenti miracolosi, spesso associati a visite tu-

ristiche e a protesi esteticamente stupefacenti: i cittadini

italiani si trovano quotidianamente assaliti da questo tipo di

sollecitazioni, spesso incapaci di discernere tra il valore di

una cura efficace e quello di un momentaneo risparmio».

Il dottor AAlleessaannddrroo ZZoovvii, della Cao nazionale, ha spiega-

to che l’approfondimento si è reso necessario in seguito

all’esigenza, sorta successivamente al Decreto Bersani

sulle liberalizzazioni, «di regolare la pubblicità sanitaria

secondo criteri che corrispondano alla reale trasmissio-

ne di dati verso il cittadino-utente, affinché lo stesso non

possa venire ingannato da una pubblicità troppo libera

da vincoli e/o non deontologicamente corretta».

La preoccupazione non è certo quella di limitare la li-

bertà di promuovere i propri servizi, ma di evitare certi

eccessi. «Troppo spesso – continua Zovi – sui media e

su Internet si assiste a una sorta di esaltazione di profes-

sionisti odontoiatri che promuovono se stessi e i propri

prodotti come gli unici e i migliori del mondo. La Cao na-

zionale ha posto molta attenzione e ancor di più vuole

porla oggi a questi aspetti, in un periodo in cui i mezzi di

comunicazione permettono di raggiungere con facilità

l'utente finale. La Cao nazionale inoltre vuole portare a li-

vello periferico tutte le informazioni necessarie a combat-

tere una pubblicità sanitaria troppo aggressiva nei con-

fronti del cittadino. Riteniamo il rispetto della salute una

questione troppo seria per essere trascurata».

Gli fa eco il dottor VVaalleerriioo BBrruuccoollii, anch’egli della Cao nazio-

nale, che sottolinea come la delicatezza dei messaggi pub-

blicitari si combini con una grande potenza persuasiva: «il

punto più delicato è che la comunicazione pubblicitaria è

oggi uno degli strumenti più potenti per creare opinione,

modificare il costume, promuovere o bocciare valori, addi-

rittura fare politica, visto che la liberalizzazione della pubbli-

cità è il cavallo di battaglia di chi vuole imporre a tutti il mo-

dello e le regole del libero mercato. Uno strumento così, la-

sciato incontrollato nelle mani del solo profitto, può diventa-

re pericoloso, soprattutto quando in gioco c'è la tutela del

fondamentale diritto alla salute che, per essere fruito, ne-

cessita di informazioni complete, veritiere e trasparenti».

RR.. TT..

FOCUS ON << 6<< << FOCUS ON7 <<

Page 6: Accessibilità delle cure Università in prima linea · stazioni su cui lucrare. La preoccupazione e nel con-tempo la sfida verte proprio su questo punto essenziale, riuscire a curare

Biotecnologie e odontoiatriaIl quadro normativoI profili giuridici della medicina rigenerativa: analizziamo con l'aiuto di un esperto le regole d'ingaggio delle biotecnologie, per capire qualibiomateriali si possono utilizzare ambulatorialmente e con quali modalità

Nell'ambito del terzo meetingitaliano dell'InternationalCollege of Dentists (Icd) tenu-tosi lo scorso settembre a NoviLigure, l'avvocato StefanoFiorentino, il massimo esper-to degli aspetti giuridici e re-golatori in materia di biotec-nologie medicali, biomateria-li, biofarmaci e tessuti inge-gnerizzati, ha condotto un'at-tenta e precisa disamina del-l'utilizzo ambulatoriale diqueste soluzioni terapeutiche,

facendo chiarezza e sgom-brando il campo dalle infor-mazioni scorrette o incomple-te che circolano attorno a que-sto affascinante argomento.Per rigenerare un tessuto ma-lato la biotecnologia ci dà lapossibilità di seguire duestrade: il ricorso all'ingegne-ria tissutale (tissue enginee-ring), dove il prodotto biolo-gico naturale viene processa-to e ingegnerizzato in cell fac-tory, o la rigenerazione in

ambulatorio attraverso cellu-le, matrici e fattori di crescitaprelevati e utilizzati in ununico tempo chirurgico (in-line tissue engineering).La differenza tra le due solu-zioni terapeutiche, dal puntodi vista giuridico e normati-vo, è molto chiara: tissue engi-neering è l'utilizzo di un far-maco biologico con compo-nenti cellulari ed è soggetto aregole particolari; in-line tis-sue engineering è l'utilizzo di

prodotti biotecnologici in ununico tempo chirurgico. Lapossibilità di utilizzo varia daprodotto a prodotto, ma mol-ti di questi sono utilizzabilidall'odontoiatra direttamentein studio.L'utilizzo di tessuti ingegne-rizzati, come vedremo, pre-senta degli ostacoli di tipo re-golatorio che fanno preferirela soluzione in un unico tem-po chirurgico (one step) inambulatorio.

L'ingegneria tissutalePer quanto riguarda i tessutiingegnerizzati, ovvero tessutiche sono soggetti a manipo-lazione estensiva in cell fac-tory, la normativa di riferi-mento è il Regolamento eu-ropeo sui medicinali per te-rapie avanzate nr. 1347/2007.Esso introduce la categoriadei tessuti ingegnerizzati, in-cludendola appunto nei me-dicinali per terapie avanzate.I tessuti ingegnerizzati, quin-

di, sono considerati a tutti glieffetti dei farmaci. Corollario pratico di questainclusione: tessuti e cellule daespandere in cell factory de-vono essere prelevati secon-do rigidi protocolli messi apunto dalle banche dei tessu-ti. Non solo. Esclusivamentele aziende di biotecnologieautorizzate e certificate Gmp(Good manufacturing practi-ce delle aziende farmaceuti-che) possono effettuare que-

FOCUS ON << 8<< << FOCUS ON9 <<

ste lavorazioni. Nel nostro Paese l'utilizzo dicellule e tessuti ingegnerizza-ti oggi non è molto diffuso.«Il fattore limitante è senzadubbio di tipo regolatorio -spiega Stefano Fiorentino,che si occupa di questo setto-re dal 1997 -. Per mettere inatto questi processi, infatti, ènecessario ottenere partico-lari autorizzazioni, che arri-vano in tempi lunghi e che difatto ne impediscono unalarga diffusione». Molteaziende e istituti di ricerca sirecano quindi all'estero, dovespesso la burocrazia è più ve-loce.

La rigenerazione in ambulatorioÈ questa la pratica clinica le-gata alle biotecnologie checoinvolge direttamente l'o-dontoiatra. La rigenerazione in ambula-

torio utilizza, come matrici,dispositivi medici e tessuti dibanca, cui si aggiungono fat-tori di crescita (piastrinici odi sintesi) e cellule staminalimesenchimali.Nel corso della sua relazione,l'avvocato Fiorentino, che hagià pubblicato tre libri in ma-teria di diritto delle biotec-nologie medicali, ha passatoin rassegna queste soluzioniterapeutiche, indicandone lespecificità di utilizzo inodontoiatria.

Il tessuto di bancaSi definisce tessuto di bancaogni tessuto umano (e nonanimale) prelevato da viventeo da cadavere (non c'è nessu-na differenza giuridica tra idue) e lavorato, conservato,distribuito e certificato dauna banca del tessuto legitti-mamente autorizzata e utiliz-zato ai fini dell’innesto tera-

> Stefano Fiorentino, avvocato con studioa Verona (www.studiolegalefiorentino.it),si occupa di biotecnologie dal 1997.Membro della commissione sulla rigene-razione tessutale della Società italiana diortopedia e traumatologia (Siot), in que-sti anni ha scritto tre libri sul diritto dellebiotecnologie medicali.Fiorentino è probabilmente l'unico inItalia ad avere una duplice competenzasulle biotecnologie: quella giuridica equella medica.

Il parere legale

I TESSUTI DI BANCA

AAvvvvooccaattoo FFiioorreennttiinnoo,, ccoommee aavvvviieennee ccoonnccrreettaammeennttee llaa rrii--

cchhiieessttaa ddii tteessssuuttii aa uunnaa bbaannccaa??

L'odontoiatra si rivolge direttamente alla banca dei tes-

suti della sua Regione, se presente. In caso contrario la

richiesta va inoltrata al Centro Regionale Trapianti che la

girerà a una banca nazionale.

È possibile reperire con facilità il tessuto standard, ad

esempio l'osso morcellizzato; nel caso si volesse utiliz-

zare una pasta o un tessuto più strutturato (ma non in-

gegnerizzato) o speciale vi è la probabilità di dover ri-

chiedere il tessuto di una banca straniera: in questo ca-

so la richiesta va rivolta alla banca italiana che ha attiva-

to una convenzione con quella estera.

L'elenco, in continuo aggiornamento, delle banche del

tessuto muscolo scheletrico sul territorio nazionale è

consultabile su www.trapianti.salute.gov.it

QQuuaallii ssoonnoo ii pprroobblleemmii ee ii lliimmiittii ddeell ssiisstteemmaa ddeellllee bbaanncchhee

ddeeii tteessssuuttii??

Purtroppo in Italia le banche non sono presenti in tutte le

Regioni. A causa della forte selezione dei tessuti consi-

derati adatti al prelievo, sono inoltre scarse le forniture di

paste d'osso a base di Dbm (Demineralized Bone

Matrix) prodotte all’estero.

Va inoltre sottolineato che la banca dei tessuti nasce per

soddisfare principalmente le esigenze degli ortopedici e

delle strutture sanitarie nelle quali essi operano. In que-

sto senso quindi le banche del tessuto muscolo schele-

trico sono poco adatte a soddisfare le esigenze degli

odontoiatri, soprattutto dal punto di vista logistico, an-

che se alcune grosse banche nazionali (Treviso e

Bologna in primis) si sono attrezzate in tal senso.

Il parere legale

I FATTORI DI CRESCITA

FFaattttoorrii ddii ccrreesscciittaa:: ccoommee cchhiieeddeerree llaa ccoonnvveennzziioonnee ccoonn iill

sseerrvviizziioo ttrraassffuussiioonnaallee??

Di solito la convenzione viene siglata per il tramite dell'a-

zienda privata che commercializza i kit e le centrifughe. Tra

l'altro, con il nuovo sistema convenzionale, il fornitore è te-

nuto a formare il medico sul corretto utilizzo del dispositivo.

Purtroppo le uniche Regioni che hanno ad oggi attivato

le convenzioni sono Piemonte, Lombardia e Veneto. Le

altre non si sono ancora attrezzate e una richiesta ai lo-

ro centri rischia di non ricevere nemmeno una risposta.

In caso di non risposta, come avviene spesso al di fuori

delle tre Regioni nominate, non vale il silenzio-assenso.

In caso di risposta negativa, poiché si tratta di un servi-

zio necessario da effettuarsi tramite il Servizio di immu-

noematologia e medicina trasfusionale (Simt), a mio pa-

rere potrebbe profilarsi un rifiuto o un'omissione giuridi-

camente rilevante: in entrambi i casi, un'interpretazione

analogica del Dm 1/9/1995 induce a ritenere che sia

sempre meglio convenzionarsi anche con una struttura

non territorialmente competente, piuttosto che operare

al di fuori di qualsivoglia controllo.

PPrrpp,, PPrrggff,, PPrrff,, PPrrxx:: ttuuttttii uuttiilliizzzzaabbiillii iinn aammbbuullaattoorriioo??

Assolutamente sì a condizione che vi sia una convenzio-

ne con il Servizio trasfusionale competente. In difetto, ri-

cordiamolo, il dentista opera senza autorizzazione in

ambito trasfusionale, il che costituisce un reato.

Nessuna azienda, alla luce delle novità normative, può

vendere i kit rassicurando il dentista sul fatto che «la

particolare procedura di lavorazione non necessita di al-

cun controllo o relazione con il Servizio trasfusionale».

La legge dice esattamente il contrario!

Spesso gli odontoiatri, così come gli altri specialisti che

utilizzano o desiderano utilizzare le biotecnologie, si

chiedono se si tratti di procedure sperimentali o di pra-

tica clinica ormai consolidata. È indubbio che, definizio-

ni a parte, la questione faccia un'enorme differenza, sia

dal punto di vista deontologico che strettamente profes-

sionale. Come proporre, infatti, una terapia al paziente

senza essere certi che si poggi su solide basi scientifi-

che e assicuri un risultato predicibile? In ospedale è ne-

cessario passare dal comitato etico? Il consenso infor-

mato che accompagna la terapia deve essere più ampio

del solito e contenere elementi di prudenza circa i risul-

tati del trattamento?

Come sappiamo il confine tra tecnica sperimentale e

pratica routinaria non è sempre netto ma, almeno da un

punto di vista giuridico, le evidenze ci sono e sono chia-

re. «Secondo la determinazione dell'agosto 2007

dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) viene definita co-

me consolidata la pratica clinica che sia presente in let-

teratura scientifica da almeno due anni - ci ha spiegato

l'avvocato SStteeffaannoo FFiioorreennttiinnoo -. Il principio, che costitui-

sce all’evidenza una specie di norma “in bianco”, risul-

ta di interessante applicazione analogica in quei casi,

come ad esempio nell’ambito dei prodotti biotecnologi-

ci, in cui manca un provvedimento formale di un’autorità

costituita che “transiti” il prodotto da una categoria all’al-

tra.

«Poiché sui fattori di crescita le evidenze scientifiche in

letteratura sono presenti dal 1984, possiamo senza dub-

bio considerarla, da un punto di vista giuridico, una pro-

cedura clinica consolidata, ancorché necessitante di

specifico protocollo clinico-applicativo» ha concluso l’e-

sperto.

FATTORI DI CRESCITA: PROCEDURE SPERIMENTALI O CONSOLIDATE?

Page 7: Accessibilità delle cure Università in prima linea · stazioni su cui lucrare. La preoccupazione e nel con-tempo la sfida verte proprio su questo punto essenziale, riuscire a curare

peutico. La banca organizzail prelievo dei tessuti, li pro-cessa, ne certifica l'idoneità ela sicurezza e li distribuisce.Per quanto riguarda l'utilizzodei tessuti di banca la norma-tiva è piuttosto recente e sitratta di norme di derivazio-ne europea (Leggi 91/1999,191/2007, 16/2010 e Lineeguida Cnt 2007).In passato l'osso prelevato dadonatore cadavere era consi-derato un organo e quindiper il suo utilizzo era neces-sario ottenere l'autorizzazio-ne del Ministero. L'innestonon poteva essere eseguitoambulatorialmente ma solopresso strutture ospedaliereautorizzate. Dal 1999 questo concettoviene superato e la distinzio-ne avviene non più sulla pro-venienza del tessuto ma sulsuo utilizzo: se per trapiantoo per innesto. È quest'ultimoil caso dell'utilizzo del tessu-

to nello studio odontoiatrico,per il quale non serve più al-cuna autorizzazione, a condi-zione che il tessuto sia certifi-cato e distribuito da una ban-ca regionale.Altra novità piuttosto recenteè la possibilità da parte dellebanche italiane di importaretessuti da banche estere persoddisfare eventuali partico-lari esigenze dei suoi utilizza-tori/clienti.

I biomaterialiI biomateriali sono dispositi-vi medici, ovvero qualsiasistrumento, apparecchio, im-pianto, sostanza o altro pro-dotto, utilizzato da solo o incombinazione, la cui azioneprincipale nel o sul corpoumano non è né di tipo far-macologico, né immunologi-co, né metabolico. Dunque ilbiomateriale è una sostanzainerte ed è privo di compo-

nenti cellulari. La categoria dei dispositivimedici è amplissima e com-prende membrane, sostitutiossei, cementi, protesi. Tuttidi libero utilizzo da partedell'odontoiatra secondo in-dicazione, ma se e solo seprovvisti di marcatura CE,che ne certifica di fatto la si-curezza per l'utilizzo sul pa-ziente.Qualche considerazione inpiù però è bene farla riguar-do ai sostituti ossei biologici,ovvero di origine animale(bovino, equino, suino).L'aspetto delicato in questocaso è quello relativo ai limi-ti per il ricevente: si tratta dixenotrapianto, ovvero di tra-pianto di organo provenienteda donatore di specie anima-le diversa?«Assolutamente no - fa chia-rezza Stefano Fiorentino -. Suquesto punto possiamo esse-re molto precisi e rassicurareil nostro paziente: il biomate-riale è un dispositivo privo diqualsiasi effetto immunolo-gico e, quindi, equiparabile auna protesi. Non c'è insom-ma alcun limite per il rice-vente».L'unica attenzione aggiuntivaè quella di accertare attraver-so il consenso informato se ilpaziente ha particolari moti-vi sociali, etici o religiosi chelo inducano a rifiutare questotrattamento.«Il dispositivo medico da unpunto di vista giuridico è lamatrice di più facile utilizzo -conclude Fiorentino - anchese da un punto di vista biolo-gico è un gradino sotto ri-spetto al tessuto omologo».

I fattori di crescitaI growth factors sono protei-ne capaci di stimolare la pro-liferazione e il differenzia-mento cellulare. I fattori dicrescita promuovono la rige-nerazione, non la inducono.Essi infatti amplificano e ac-celerano un processo che giàavviene nel sito malato inmaniera naturale. «Si trattadi una distinzione fonda-mentale - puntualizzaFiorentino -. L'induzione, in-fatti, è propria dei farmaci,capaci di innescare un mec-

canismo che altrimenti nonsi produrrebbe da solo in na-tura. I fattori di crescita sonoin grado di velocizzare laguarigione, non di provocar-la né di migliorarne la qua-lità, ed essa avverrebbe anchesenza il loro apporto, anchese con tempi più lunghi». Igrowth factors insomma nonsono farmaci ma rimangonoa tutti gli effetti prodotti delsangue. Più precisamente so-no emocomponenti (partidel sangue) e non emoderi-vati (farmaci prodotti dalsangue).Come noto nelle terapie cheutilizzano i fattori di crescitasi utilizzano piccole quantitàdi sangue autologo. L'utilizzoè intraoperatorio e immedia-to, perché minimamente ma-nipolato in ambulatorio at-traverso sistemi in asepsi (lecentrifughe).Ma i fattori di crescita piastri-nici (Prp - platelet-rich pla-sma) possono essere utilizzatinell'ambulatorio odontoiatri-co? Secondo l'avvocato la ri-sposta è certamente afferma-tiva: «il decreto legislativo261/2007 in questo senso èmolto chiaro ed opera una di-stinzione tra uso topico e usotrasfusionale. Quando l'uso ètopico - ed è il caso dei tratta-menti ambulatoriali effettuatidagli odontoiatri - la lavora-zione dell'emocomponentepuò essere eseguita in ambu-latorio, mentre è di compe-tenza esclusiva del serviziotrasfusionale solo in caso ditrasfusione». Il medico e l'odontoiatra in-somma, in caso di uso topicoautologo (ad esempio in im-plantologia e in chirurgia pervelocizzare la cicatrizzazionetissutale), con l'entrata in vi-gore delle nuove normativepuò effettuare il prelievo disangue direttamente in am-bulatorio senza la presenzadell'ematologo, prepararlo eutilizzarlo secondo un proto-collo prestabilito, che vienedefinito in convenzione conun centro trasfusionale. Èquesta convenzione l'unicalimitazione all'uso ambulato-riale dei fattori di crescita peruso topico.

Andrea Peren

FOCUS ON << 10<< << FOCUS ON11 <<

COLLEGE OF DENTISTRYL'INCONTRO DELLA SEZIONEITALIANA

Lo scorso settembre a Novi Ligure presso il Relais

Villa Pomela si è tenuto il secondo meeting della se-

zione italiana dell'International College of Dentists

(Icd), un momento di confronto culturale tra pochi

eletti che ogni anno si danno appuntamento sotto

l'egida di un'organizzazione scientifica tanto presti-

giosa e considerata all'estero, ma per la verità poco

nota in Italia. In parte anche per la sua natura elita-

ria: la società non è chiusa all'ingresso di nuovi so-

ci ma ne chiede un concreto impegno in diverse at-

tività.

I lavori si sono aperti con un corso di SSeerrggiioo BBoorrrraa,

amministratore delegato della Dale Carnegie Italia,

azienda che forma manager in tutto il mondo. Un

incontro seguitissimo, che ha lasciato ai parteci-

panti la convinzione di puntare sulle persone come

fattore competitivo vincente dello studio odontoia-

trico.

La sessione più tradizionale di lavori scientifici è

stata aperta dal saluto del past president Icd

GGiioorrggiioo BBllaassii, da quello dell'attuale italian regent

CCoorrrraaddoo PPaaggaanneellllii e infine dall'intervento del vice

regent MMaauurroo LLaabbaannccaa, a cui i colleghi hanno rico-

nosciuto l'onore e l'onere di aver organizzato il mee-

ting. Tra l'altro all'incontro era presente una delle

massime autorità dell'Icd: l'israeliano SShheellddoonn DDoovv

SSyyddnneeyy, editor delle pubblicazioni scientifiche del-

l'organizzazione.

Le relazioni cliniche si sono svolte in un clima di

grande attenzione e piacere per l'ascolto. I relatori,

con presentazioni ben curate e ottimo materiale fo-

tografico, hanno saputo esporre ai colleghi i contor-

ni più delicati e affascinanti dell'argomento scelto.

AAnnddrreeaa PPiilllloonnii, CCaarrlloo GGuuaassttaammaacccchhiiaa, MMaassssiimmoo

PPaassii, SStteeffaannoo FFiioorreennttiinnoo e DDoonnaattoo ddee AAnnggeelliiss hanno

così dato contenuto a un meeting di alto spessore

culturale e scientifico, conclusosi con una piacevo-

le cena di gala.

AA.. PP..

> Il direttivo della sezione italiana dell'International College ofDentists. Da sinistra a destra Giorgio Blasi, Corrado Paganelli eMauro Labanca

> I partecipanti del meeting, eleganti per la cena di gala

> Mauro Labanca e Stefano Fiorentino, due protagonisti del meetingitaliano dell'International College of Dentists (Icd)

BIOMATERIALI E PRP IN STUDIO:LA LEGGE LO CONSENTE

Come vi abbiamo documentato in queste pagine, l’u-

tilizzo dei biomateriali e dei fattori di crescita all’inter-

no dello studio odontoiatrico non è certo precluso.

Tutt’altro. È importante però conoscere a pieno limiti

di impiego e procedure da seguire per utilizzare que-

ste terapie, che è ormai quasi anacronistico definire

«di nuova generazione» piuttosto che «innovative». In

molti studi professionali, infatti, sono entrate a far par-

te dell’ampia gamma dei trattamenti proposti ai pa-

zienti.

Come sempre, per iniziare a praticare con coscienza

un nuovo approccio terapeutico, si rivela fondamenta-

le un attento aggiornamento medico scientifico e,

quando possibile, un sufficiente periodo di training,

magari come secondo operatore presso un collega.

Lo sviluppo di queste terapie, che promettono altri pas-

si avanti nei prossimi anni, ha fatto fiorire nel mondo

scientifico diverse realtà associative che ne seguono

con attenzione l’evoluzione, ma anche le società scien-

tifiche di lungo corso - soprattutto quelle di area im-

plantologica - difficilmente tralasciano di parlarne nei

loro appuntamenti congressuali.

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Paziente con protesie brividi da zincoDopo l'allarmismo si guarda alle evidenze scientifiche: la sindrome può essere provocata anche da un intenso (e forse spropositato) utilizzo di pasta per protesi mobili

Se vi siete sempre chiesti co-sa potessero avere in comu-ne un adesivo per protesimobili e un piatto di ostri-che, la risposta è lo zinco,elemento essenziale il cuicorretto apporto è fonda-mentale per la vita degli or-ganismi viventi.La carenza di zinco condi-ziona marcatamente la cre-scita corporea e l'aumento dipeso e, viceversa, sebbene lozinco metallico non sia di

per sé tossico, il suo accu-mulo attraverso la dieta puòprovocare carenze di oligo-minerali altrettanto impor-tanti, tra cui il rame. Nei ca-si più gravi si ha però unasindrome peculiare, dettabrividi da zinco, caratteriz-zata appunto da brividi, ce-falea e dolori muscolari.Non solo. Ad alti livelli dizinco si associano gravi di-sturbi neurologici. La sin-drome descritta è tipica-

mente riscontrato nei mina-tori delle cave di questo me-tallo, legata all’inalazione diossido di zinco. I sali di zinco sono stati in-trodotti come agente stabi-lizzante nelle paste adesiveper protesi a partire dal1988, ma solo recentementeè stata ipotizzata la sospettacorrelazione con alcuni casidi neuropatie, tanto da in-durre una nota azienda far-maceutica, nel febbraio

2010, a spedire una letterad’avviso agli enti sanitari ri-guardo la cessazione dellaproduzione e vendita di ade-sivi contenenti zinco, ondeevitare futuri problemi neipazienti/consumatori.Anche a seguito di questanotizia, in breve tempo nac-quero miriadi di siti internetche mettevano in guardia ipazienti su un potenziale“avvelenamento” da adesiviper protesi”.

FOCUS ON << 12<< << FOCUS ON13 <<

Un allarme esageratoDal momento che al mondoi pazienti protesici sono mi-lioni, molti dei quali consu-matori di paste adesive, il ri-schio di generare allarmisminon è cosa da poco. Seppurvero il rischio che alcuni diquesti pazienti possano averdavvero ingerito l’adesivoper protesi accidentalmentee con esso una dose di zincosuperiore a quella racco-mandata, è senza dubbioutile definire, identificare ecircoscrivere il pericolo, ovevi fosse.Per fare ordine in questocontesto, è stata recente-mente pubblicata sul Journalof Prosthetic Dentistry unarevisione della letteraturavolta a documentare e rias-sumere i casi di iperzinche-mia legata all’utilizzo (im-proprio, prolungato nel tem-po ed eccessivo nelle dosi)delle paste adesive per pro-tesi contenenti zinco. Ma qual è il razionale biolo-gico che associa il consumodi crema per protesi agli altilivelli di zinco sistemico e,quindi, allo sviluppo di neu-ropatie? Tutto è riconducibi-le al malassorbimento delrame indotto dalla presenzadi alte concentrazioni di zin-co nell’intestino. Nei pazien-ti che ingeriscono, ad esem-pio sottoforma di adesivodentale, una dose eccessivadi zinco, le elevate concen-trazioni intestinali di questometallo producono un au-mento nell’espressione dellemetallotionine, proteine chelegano debolmente lo zincoper prevenire il suo eccessi-vo assorbimento a livello si-stemico. Le metallotioninehanno però una maggioreaffinità per il rame che perlo zinco, ostacolando quindianche l’assorbimento di que-st’ultimo. Ne risultano bassilivelli ematici di rame (ipo-cupremia, <0.75 μg/ml) e al-ti di zinco (iperzinchemia, >1.10 μg/ml). Sebbene un effetto direttodello zinco sul sistema ner-voso non possa essere esclu-so, è la carenza di rame adessere associata ai problemineurologici, sia a livello mo-torio che a livello sensoriale.In particolare, è causa di una

polineuropatia che si mani-festa con rigidità muscolare,parestesia delle estremità edifficoltà nella deambula-zione, in associazione a per-dita di peso e soppressionemidollare.

Le prove scientificheIl primo case report che ipo-tizzava come lo zinco conte-nuto negli adesivi da protesipotesse essere responsabiledi una neuropatia legata aipocupremia risale al 2007.Sebbene gli autori non ap-purarono l’esatta quantità dizinco contenuto nella pasta,venne comunque ritenutacolpevole in relazione all’usoda parte del paziente ecces-sivo e continuativo (15 an-ni).L’anno successivo, in un arti-colo pubblicato su Neurology,si fa nuovamente riferimentoallo zinco contenuto negliadesivi per protesi mobiliquale possibile causa (adesclusione) di importanti al-terazioni neurologiche asso-ciate a bassi livelli di rame edelevati di zinco. Quattro pa-zienti portatori di protesi di-chiararono di far uso di due opiù tubi (circa 80 g di prodot-to) di crema per protesi allasettimana, da anni. I ricerca-tori quantificarono la presen-za di zinco negli adesivi: leconcentrazioni variavano da17 a 34 mg/g. I livelli di zincomigliorarono, in tre pazienti,in seguito alla sospensionedella pasta, mentre rimaseroalti solo nel paziente che de-cise di continuare nell’utiliz-zo. Alla luce di questi articoli,nel 2010, Hedera e colleghirivalutarono una case seriessu 11 pazienti con severeneuropatie associate a ipo-cupremia, le cui cause eranotuttavia ignote: il 100% (11su 11) dei soggetti con defi-cit di rame erano portatoridi protesi e avevano ingeritoinconsapevolmente per annielevate quantità di zinco, acausa di un uso impropriodegli adesivi.Infine, è dello stesso anno lapubblicazione del primo - ead oggi unico caso - riporta-to in letteratura di iperzin-chemia da pasta per protesi

(o presunta tale) con esitofatale. Non è infrequenteuna scarsa risposta nel recu-pero dei disturbi neurologicidopo supplemento di rame,a maggior ragione se inizia-to tardivamente, come nelcaso riportato, per cui il pa-ziente morì per complicanzerespiratorie dovute alla seve-ra polineuropatia senso-mo-toria. Nei casi sovracitati, la dosegiornaliera di ossido di zincoapplicato sulla mucosa comeadesivo per protesi variava da150 a 1700 mg al dì, circa 5-23 volte superiore alla quan-tità approvata dalla Food andDrug Administration per lacure del morbo di Wilson (al-terato metabolismo del rame,per il quale si somministrazinco al fine di diminuirnel’accumulo in modo competi-tivo).

Elena Varoni

BibliografiaTezvergil-Mutluay A,Carvalho RM, Pashley DH.Hyperzincemia from inge-stion of denture adhesives.J Prosthet Dent 2010Jun;103(6):380-3.Nations SP, Boyer PJ, LoveLA, Burritt MF, Butz JA,

Wolfe GI, Hynan LS, Reisch J,Trivedi JR. Denture cream: anunusual source of excess zinc,leading to hypocupremia andneurologic disease. Neurology2008 Aug 26;71(9):639-43. Spinazzi M, Armani M.Denture cream: an unusualsource of excess zinc, leading

to hypocupremia and neuro-logic disease. Neurology 2009Jul 7;73(1):76. Afrin LB. Fatal copper defi-ciency from excessive use ofzinc-based denture adhesive.Am J Med Sci 2010Aug;340(2):164-8.

QUALCHE CONSIGLIO PER UNA PREVENZIONE EFFICACE

Cosa può fare l'odontoiatra per ridurre al minimo la

possibilità di accumulo di zinco derivante dagli adesi-

vi per protesi? Ecco alcune indicazioni spendibili nel-

la pratica di tutti i giorni.

1. Istruire e motivare il paziente protesico a ricorrenti

visite di controllo per valutare la congruenza delle pro-

tesi sui piani mucosi. Protesi incongrue sono la princi-

pale causa di un utilizzo eccessivo di pasta adesiva.

Procedere, quindi, con eventuali ribasature, in modo

da ottenere la massima stabilità e ridurre al minimo la

necessità di adesivi.

2. Eventualmente ricorrere alla riabilitazione implanto-

protesica, ove possibile, per migliorare ulteriormente

la stabilità della protesi senza la necessità di utilizza-

re paste adesive.

3. Nei casi in cui una corretta stabilità non può essere

raggiunta dal solo manufatto protesico, istruire il pa-

ziente al corretto utilizzo dell’adesivo, apponendo una

sottile striscia o una serie si piccole quantità di prodot-

to sulle basi protesiche. In particolare gli esperti sug-

geriscono che un tubo da 68 g dovrebbe durare fino a

10 settimane.

4. Consigliare possibilmente adesivi non contenenti

zinco.

5. Riconoscere precocemente eventuali segni di altera-

zioni neurologiche e riferire il paziente allo specialista.

Seppur non sia possibile identificare con certezza una

quantità di prodotto sicuramente sicura, in generale, è

possibile affermare che le conseguenze neurologiche,

con ogni probabilità non si verificheranno con un uti-

lizzo moderato od occasionale del prodotto. I casi do-

cumentati si riferiscono, infatti, a pazienti “atipici”, por-

tatori di protesi fortemente incongrue e, pertanto, forti

utilizzatori di pasta adesiva, sia per dosi che per dura-

ta nel tempo.

Inoltre, l’apparentemente limitata prevalenza di mielo-

neuropatia tra i portatori di protesi (pochi casi su mi-

lioni di potenziali utilizzatori di adesivi) suggerisce una

possibile carenza di rame a origine multifattoriale, ad

esempio alcune condizioni predisponenti il malassor-

bimento (come il morbo celiaco) potrebbero essere

non clinicamente “visibili”, perché ancora a livello

subclinico, pur aumentando il rischio di deficit da mi-

cronutrienti, tra il quale il rame, nel paziente.

In ogni caso, ricercare congruenza e stabilità dei ma-

nufatti protesici, senza dover ricorrere all’aggiunta di

alcun adesivo, rappresenta la soluzione al problema

migliore e sicura, per il paziente e per l’odontoiatra.

E. V.

> Lo zinco metallico non è tossico, ma esiste una sindrome detta bri-vidi da zinco, che può verificarsi per inalazione di ossido di zinco ap-pena formato. L’ambiente tipicamente a rischio è quello delle cave diquesto metallo

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Otturazioni: meglioriparare o sostituire?Non ci sono vere e proprie certezze, ma alcuni accorgimenti possono guidarci nella scelta. Più che alla letteratura internazionale,in questo caso è l'esperienza a farci da guida

Nonostante i periodici allarmiche si scatenano sulla sua pre-sunta tossicità, l’amalgamacontinua a rimanere un mate-riale da restauro con buonedoti di affidabilità clinica. Inparticolare, svettano il suorapporto tra costo e durata e ledoti di resistenza che ne fannoil materiale più longevo traquelli per restauri diretti.L’ampio uso che ancora se nefa dipende anche dalla relativafacilità con cui può essere ri-

parato o sostituito in caso dicarie secondaria o di frattura,le prime due cause di fallimen-to clinico. La scelta tra riparazione e so-stituzione è piuttosto soggetti-va, mancando criteri univer-salmente riconosciuti, e si basaper lo più sull'esperienza delsingolo operatore, portandotroppo spesso al rifacimentodi restauri che si potrebberotrattare altrimenti e all’inutilesacrificio di sostanza dentale.

Gli studi disponibili afferma-no, invece, che la semplice pre-senza di un difetto marginalesulla superficie non è un segnosicuro di carie secondaria eneppure un indicatore affida-bile del maggior rischio di ca-rie. La gran parte dei dati di-sponibili, infatti, smentisceogni relazione tra carie secon-daria e soluzione di continuità,tranne quando il solco occlu-sale supera i 250 o i 400 mi-cron, a seconda degli autori.

Due motivi per cambiareLa carie sui margini di un re-stauro in amalgama è difficileda diagnosticare con sicurez-za: i classici segni che il clini-co è abituato a considerare(sondaggio e discromia) nonsono indicatori affidabili, co-me hanno dimostrato alcunericerche. In particolare, si di-stingue per la sua completez-za quella di Kidd e colleghi(vedi box in questa pagina) inbase alla quale soltanto la

FOCUS ON << 14<< << FOCUS ON15 <<

AMALGAMA VS COMPOSITO: 1-1

In fatto di resistenza la vecchia amalgama riesce anco-

ra a battere i giovani compositi, come risulta da alcuni

studi comparativi, anche se non si dispone ancora di ri-

sultati definitivi a lungo termine.

Nei denti decidui l’amalgama si è dimostrata più resi-

stente e meno esposta al rischio di carie secondaria ri-

spetto ai compositi e ai compomeri.

Nella ricerca di Soncini JA e colleghi (Findings from the

New England children’s amalgam trial. Jada 2007) pro-

trattasi per cinque anni su un campione di 500 restauri

fu necessario sostituire il 5,8% dei compomeri contro il

4% dei restauri in amalgama, mentre le carie seconda-

rie colpirono rispettivamente il 3 e lo 0,5%. Nei perma-

nenti furono sostituiti il 14,9% dei compositi contro il

10,8% dell’amalgama, mentre furono riparati il 2,8 e lo

0,4% rispettivamente.

In un’altra ricerca (Bernardo M, Luis H, Martin MD,

Leroux BG, Rue T, Leitão J, DeRouen TA. Survival and

reasons for failure of amalgam versus composite poste-

rior restorations placed in a randomized clinical trial. J

Am Dent Assoc 2007), svolta su soggetti minori di 12 an-

ni, il tasso di sopravvivenza dei restauri in amalgama

toccò il 94,4% contro l’85,5% di quelli in composito. La

causa principale degli insuccessi risultò essere la carie

secondaria, che colpì il gruppo dei compositi 3,5 volte

più di quelli in lega metallica. Questa, in particolare, di-

mostrò di essere più affidabile nei restauri di grandi di-

mensioni e in quelli con più di tre superfici. Il campione

era costituito da 472 soggetti di età compresa tra 8 e 12

anni, divisi casualmente in due gruppi. In totale furono

eseguiti 1.748 restauri controllati ogni 12 mesi per sette

anni; durante il controllo veniva eseguita anche una ra-

diografia bite-wing.

Una delle ultime ricerche comparative è terminata inve-

ce con un pareggio (Opdam NJ et al. 12-year survival of

composite vs amalgam restorations. J Dent Res 2010).

Gli autori dell’università olandese di Nijmegen hanno

analizzato in modo retrospettivo 1.949 restauri di II clas-

se: il tasso di fallimenti dell’amalgama è risultato del

24,37%, mentre quello dei compositi si è fermato al

15,26%, ma l’amalgama ha comunque mostrato una mi-

gliore tenuta nei restauri più grossi e nei pazienti da alto

rischio di carie.

presenza di un sondaggiomarginale maggiore a 0.4mm o un’evidente carie se-condaria costituiscono unasicura indicazione al rifaci-mento di un restauro inamalgama.Secondo alcune statistiche, irifacimenti di restauri copronoil 75% del lavoro e la cariemarginale è la motivazione piùspesso avanzata dai dentisti. Come si è detto, l’impossibi-lità di una diagnosi sicuraporta spesso a intereventiinutili ma è anche la stessa re-lazione tra integrità margina-le e carie secondaria a non es-sere completamente chiara.Nei preparati istologici la ca-rie secondaria mostra duecomponenti: una parte ester-na sulla superficie dentaleadiacente al restauro e unainterna che presumibilmentesi forma se c’è un’infiltrazionetra dente e restauro. Ciò sta-rebbe a indicare che la demi-neralizzazione può colpire imargini di un restauro clini-camente integro ma non resi-stente all’infiltrazione. Anchela relazione con l’integrità deimargini del restauro non è

consolidata: le ricerche piùdatate suggerivano un au-mento del rischio di carie se-condaria con margini inade-guati che però non viene con-fermato da lavori più recenti. Per questo il metodo di ricer-ca seguito da Kidd e colleghisi è voluto basare su un pre-supposto biologicamentefondato, e cioè che le carie se-condarie sono aree con unapresenza massiccia di mi-crorganismi notoriamentecoinvolti nella patogenesi diquesta malattia.

L'alternativa al rifacimentoStando ai dati disponibili,quando si tratta di difetti nongravi, non è sempre necessariorifare interamente il restaurodato che vi sono trattamentialternativi egualmente efficaci,vale a dire la riparazione, la si-gillatura con materiale resino-so e la rifinitura.Per valutare la validità di que-ste alternative è stato condottoun interessante studio pressol’università di Gainesville inFlorida i cui risultati sono statiappena pubblicati nel numero

di luglio di Jada (Gordan VVet al. Alternative treatments toreplacement of defective amal-gam restorations). La ricerca si è protratta persette anni, coinvolgendo 50pazienti di età compresa tra21 e 77 anni e 113 restauri inamalgama considerati difet-tosi secondo i criteri stabilitidal Public Health System de-gli Usa; di questi, 20 sono sta-ti assegnati al gruppo ripara-zione, 23 al gruppo sigillatu-ra, altrettanti al gruppo sigil-latura. Gli altri 47 sono statisuddivisi in due gruppi dicontrollo: rifacimento e nes-sun trattamento (rispettiva-mente 22 e 25 restauri).La lunga estensione temporaleha causato una progressiva ri-duzione dei soggetti arruolatinello studio ma non tanto dainficiare l’attendibilità dei ri-sultati, verificata con le analisistatistiche.

La conclusione, in sintesi, èche la riparazione è un'alter-nativa efficace al rifacimentodel restauro e non porta a si-gnificativi peggioramentinell’arco di tempo considera-to. In questo, gli autori del-l’articolo confermano quantogià emerso in precedenti ri-cerche analoghe e, particolarenon trascurabile, confermanopure che il restauro riparatonon va incontro a fratturenell’interfaccia. La validitàdei trattamenti alternativi èsostenuta anche dalla man-canza di differenze statistica-mente significative nei risul-tati rispetto al gruppo dei re-stauri rifatti integralmente.Su questo aspetto, il commentodegli autori è che la riparazioneè una procedura più biocom-patibile rispetto al rifacimentoper una serie di ragioni fisiolo-gicamente fondate: non si per-de ulteriore sostanza dentale, si

evitano stress per il dente esensibilità postoperatoria, nonsi espongono nuovamente i tu-buli dentinali. Infine, non vadimenticato l’aspetto economi-co: riparare è sicuramente me-no costoso che rifare. Per l’amalgama, quindi, non èancora venuta l’ora del pensio-namento, considerando ancheche i compositi non sembrano

essere più resistenti e duraturi,forse perché sono molto piùsensibili agli errori tecnici ope-ratore-dipendente (per esem-pio, l’assenza della diga digomma). Inoltre, non è daescludere che tra qualche annola fobia del bisfenolo prenda ilposto di quella del mercurio.

Susanna Levi

LA RICERCA DI KIDD:CARIE SECONDARIE CAUSATE DAI BATTERI

Gli autori inclusero nel campione 330 interfacce smal-

to/amalgama selezionate su 175 denti, registrando per

ogni sito l’eventuale presenza di discromia dello smalto

e la misura del sondaggio marginale (maggiore o mino-

re di 0,4 mm). Inoltre, fu raccolto un campione di placca

per ogni sito e uno di dentina alla giunzione smalto-den-

tinale sottostante il sito. Per ogni prelievo fu misurata la

conta anaerobica totale, quella degli Streptococchi mu-

tans, dei Lattobacilli e dei lieviti.

I risultati dimostrarono che

nei siti con sondaggio mar-

ginale maggiore di 0.4 mm

la conta batterica totale e

delle singole specie era

maggiore di quella dei siti

integri o con sondaggio

maggiore a 0.4 mm. Confrontando i campioni di dentina,

non risultò alcuna differenza tra i siti integri e quelli con

sondaggio marginale maggiore di 0.4 mm mentre i cam-

pioni prelevati da siti con sondaggio maggiore di 0.4

mm ospitavano una quantità significativamente maggio-

re di batteri.

La presenza di discromia dello smalto, invece, non era

statisticamente collegabile con il grado di infiltrazione

batterica nei siti dove non c’era un’evidente recidiva di

carie.

Kidd EA, Joyston-Bechal S, Beighton D. Marginal dit-

ching and staining as a predictor of secondary caries

around amalgam restorations: a clinical and microbiolo-

gical study. J Dent Res 1995 May;74(5):1206-11.

LE EVIDENZE CHE MANCANO

Ma se lavorassero un po’ di meno, non sarebbe meglio

per tutti? È un pensiero che serpeggia nella mente di non

poche persone, quando si trovano in coda sull’autostrada

e trovano il cartello «stiamo lavorando per voi». Ebbene, lo

stesso sentimento di frustrazione è venuto all’autrice di

questo articolo mentre cercava di capire alcune cose se-

tacciando le banche dati biomediche ben oltre l’alba del

terzo millennio dopo Cristo e del secondo secolo dopo

Internet. Probabilmente un sentimento provato anche dai

ricercatori che hanno condotto le ricerche citate qui di se-

guito, naturalmente a titolo gratuito come è prassi nella

Cochrane Collaboration, organizzazione no-profit interna-

zionale che analizza le informazioni sull'efficacia degli in-

terventi sanitari e le riassume in sintesi della letteratura bio-

medica denominate revisioni sistematiche.

Ebbene, a più di cent’anni dall’introduzione dell’amalga-

ma e a più di venti da quella dei vetroionomeri, per un

dentista che voglia basare le sue scelte anche sulla

scienza oltre che sull’esperienza personale, è ancora

impossibile sapere se sia meglio l’una o gli altri per cu-

rare i denti decidui (Yengopal V et al. Dental fillings for

the treatment of caries in the primary dentition.

Cochrane Database Syst Rev 2009) perché mancano

studi clinici controllati e ben disegnati.

Lo stesso si deve purtroppo dire per altre due decisioni

cliniche non propriamente rare, come se sia meglio usa-

re il bonding per aumentare la durata dei restauri in

amalgama (Fedorowicz Z, Nasser M, Wilson N.

Adhesively bonded versus non-bonded amalgam resto-

rations for dental caries. Cochrane Database Syst Rev

2009) oppure se sia meglio riparare o sostituire un re-

stauro in amalgama (Sharif MO et al. Replacement ver-

sus repair of defective restorations in adults: amalgam.

Cochrane Database Syst Rev 2010).

Per rispondere alla prima risultava disponibile solo uno

studio metodologicamente affidabile che, però, era limita-

to a un tempo di osservazione di soli due anni. Per la se-

conda va ancora peggio: su 145 studi reperiti in letteratu-

ra, nessuno superava i criteri di affidabilità stabiliti dalla

Cochrane Collaboration. Lo studio di Gordan, ampiamen-

te ripreso nel nostro articolo, è stato pubblicato dopo que-

sta revisione sistematica ma, in ogni caso, non avrebbe

passato l’esame perché non randomizzato, cioè i sogget-

ti inclusi non sono stati scelti casualmente.

Gli odontoiatri possono solo sperare che qualcuno lavori

veramente per loro e non solo per aumentare il numero

delle pubblicazioni…

Bisfenolo: il prossimo tormentone?

In produzione da più di 100 anni, il bisfenolo, progenito-

re del più famoso bis-GMA, potrebbe prendere il posto

del mercurio nel tormentare i sogni di qualche paziente

che teme di essere stato avvelenato dal dentista.

Da alcuni anni, infatti, a questa molecola contenuta nei

sigillanti e nei compositi sono state riconosciute pro-

prietà estrogeniche in grado di alterare lo sviluppo infan-

tile. Alcuni studi hanno rilevato la presenza di bisfenolo

nella saliva dopo applicazione di materiali compositi ma

sono ancora poche le informazioni sulle reali conse-

guenze che potrebbe causare sulla salute.

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FOCUS ON << 16<<

I CRITERI PER CONSIDERAREDIFETTOSO UN RESTAURO

Rifacimento o riparazionedell’otturazione? Come ab-biamo visto probabilmentel’unica variabile in grado diguidare la nostra scelta è l’e-sperienza clinica.Sull’argomento abbiamoascoltato il parere del profes-sor Franco Brenna, docentedi odontoiatria conservativaall'Università degli Studidell'Insubria e past presidentdell'Accademia Italiana diConservativa (Aic).

Professor Brenna, in baseanche alla sua esperienzaclinica, quale è il suo com-mento sulla ricerca eseguitain Florida ?Ho letto attentamente il lavo-ro della scuola di Ivar Mjor esono concorde con gli autoriche un restauro in amalgamad’argento può essere tran-quillamente riparato attra-verso un “patch” eseguito conil medesimo materiale. Oggi tuttavia capita molto

raramente che un pazienteche subisce un distacco o unacarie secondaria a carico diun precedente restauro inamalgama richieda la sosti-tuzione o la riparazione dellostesso con il medesimo mate-riale. «Dottore, non si potrebbemettere qualche cosa di piùestetico?» È questo che i pa-zienti attualmente richiedono.

Ha ancora senso, in lineagenerale, riparare un’ottu-razione in amalgama? Inquali situazioni è opportu-no farlo?La riparazione di un’ottura-zione in amalgama risultacomplicata per una serie dimotivi.1) I dentisti non sono piùabituati a utilizzare l’amalga-ma d’argento; non parliamodei giovani che (purtroppo)non riescono ad avere nep-pure un primo input cogniti-vo sulla tecnica e l’impiego diquesto materiale!Attualmente il restauro inamalgama viene insegnatomolto raramente nelle scuoleuniversitarie quando, fino al1990 (stiamo tuttavia parlan-do di 22 anni fa) era la basedel corso di odontoiatriaconservativa.

2) I materiali estetici adesi-vi, che hanno sostituito l’a-malgama d’argento, se cor-rettamente impiegati, siacon tecnica diretta che indi-retta, hanno dimostrato ri-sultati eccellenti in sensobiologico, funzionale e cro-nologico. 3) I pazienti che devono ripa-rare un vecchio restauro inamalgama richiedono sosti-tuzioni le più estetiche possi-bili. A mio avviso, nel 2011dobbiamo ancora saper uti-lizzare l’amalgama, dobbia-mo averla nel cassetto, mapenso che sia un privilegiodei dentisti con i capelli bian-chi. I campi di utilizzo? Li ha de-scritti molto bene il dottorMarco Veneziani nel testo«Odontoiatria restaurativa»dell’Accademia italiana diconservativa: pazienti giova-ni molto cariorecettivi conscarso controllo di igieneorale domiciliare, non moti-vabili, pazienti senza esigen-ze estetiche, con restauri am-pi da eseguirsi anche in un’u-nica seduta, pazienti con li-miti economici. Sono tuttecategorie nelle quali trovoche l’amalgama possa essereancora proposta.

S. L.

L’OPINIONE DELL’ESPERTO

> Franco Brenna

I TRATTAMENTI ALTERNATIVI

RREEPPAAIIRR:: si rimuove l’amalgama soltanto nell’area del di-

fetto con l’eventuale tessuto infiltrato. Con una fresa dia-

mantata si irruvidisce la superficie prima di applicare un

amalgama a fase dispersa.

RREESSIINN--BBAASSEEDD SSEEAALLIINNGG:: le piccole aree di sondaggio

sull’interfaccia dente-amalgama vengono mordenzate

con acido fosforico 34% per 15 secondi e poi coperte con

un sigillante foto indurente con una potenza costante di

470 mWatt.

RREEFFIINNIISSHHIINNGG:: le aree debordanti di amalgama vengono

rifinite con frese multilama in carburo di tungsteno e poi

lucidate con punte in silicone.

Gordan VV, Riley JL 3rd, Blaser PK, Mondragon E, Garvan CW,

Mjör IA. Alternative treatments to replacement of defective amal-

gam restorations: results of a seven-year clinical study. J Am

Dent Assoc 2011 Jul;142(7):842-9.

Adattamento marginaleLo specillo si impegna

nella linea di separazione dente-restauro

AnatomiaIl profilo del restauro

non segue quello del dente

Contatti occlusali e interprossimali

Deboli

Sensibilitàpost-operatoria

Il dente è sensibile all’aria dellasiringa soffiata per due secondidalla distanza di mezzo pollice(poco più di 1 cm) coprendocon garza i denti adiacenti;

la sensibilità scompare al cessare dello stimolo

> Fig. 1: controllo otturazione in amalgama dopo 16 anni > Fig. 2: controllo, distacco dell’overaly in amalgama dopo 16 anni > Fig. 3: infiltrazione di carie secondaria in overlay in amalgama do-po 16 anni dalla realizzazione

> Fig. 4: ricostruzione con perno in fibra di carbonio e materialecomposito. Ripreparazione per overlay in composito

> Fig. 5: overlay indiretto in resina composita dopo cementazioneadesiva

> Fig. 6: controllo radiografico overlay in resina composita dopo ce-mentazione adesiva

CASO CLINICO: COME RIPARARE L’OTTURAZIONE Prof. Franco Brenna

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Hiv e odontoiatria, problema ancora attualeUn sieropositivo su quattro non sa di esserlo, e comunque il paziente nonè tenuto a informare l'odontoiatra del suo stato. L'atteggiamento corretto,quindi, è quello di attivare le procedure di prevenzione per ogni paziente

Dottoressa Sparaco, qualicambiamenti avvengononella bocca di chi è sieropo-sitivo, di chi ha contrattol’Aids e di chi è in cura congli antiretrovirali?La condizione di sieropositi-vità all’Hiv può decorrerepraticamente asintomaticaper lunghi periodi di tempo,anche oltre dieci anni, mani-festandosi solo con l’esordiodella malattia conclamata(Aids). In tale periodo il sog-

getto può sviluppare alteconcentrazioni del virus nelsangue. A livello delle mucose del ca-vo orale si possono reperirealcune manifestazioni tra lepiù precoci di avvenuta infe-zione che, seppur non pato-gnomoniche di infezione daHiv - ma segno di immuno-soppressione - possono peròindurne il sospetto a tuttovantaggio di una diagnosiprecoce. In fase di malattia conclama-ta, tali lesioni sono conside-rate un indice di mancata ri-sposta o di insorgenza di re-sistenza alla terapia antire-trovirale. Le manifestazionipiù frequenti nel cavo oralesono rappresentate dallaCandida albicans, dalla hairyleucoplachia, dalle gengivitiulcero necrotiche, dal sarco-ma di Kaposi. Con l’avvento della terapiaantiretrovirale altamente at-tiva (Haart) si è osservatauna drastica diminuzione ditali manifestazioni, ma unaumento delle lesioni da pa-pilloma virus.

Oltre alle lesioni alle muco-se, ci possono essere conse-guenze anche ai denti?In generale lo stato di salutedei denti è legato a una cor-retta igiene orale domiciliaree all’attenzione della personaverso lo stato della propriabocca che lo porta a sotto-

porsi a visite periodiche dal-l’odontoiatra. La riduzione della produzio-ne di saliva (xerostomia),causata sia dal virus sia daalcuni farmaci usati nella te-rapia, può però comportaredisagi al paziente, aumentodi carie fino, nei casi estremi,alla condizione conosciutacome "meth mouth".

Quale è il ruolo della salivaevidenziato dalla ricercascientifica?La saliva potrebbe rivestireun ruolo importante nelladiagnosi precoce di infezio-ne da Hiv: infatti è stato spe-rimentato un test salivareper la determinazione deglianticorpi anti-Hiv 1/2 che siè dimostrato sensibile e spe-cifico. Si può pensare a unsuo futuro utilizzo pressostrutture competenti e conpersonale specificamenteformato.

Che tipo di accorgimentivanno raccomandati al sie-ropositivo in cura con anti-retrovirali dal punto di vi-sta della salute orale?Mantenere un’igiene oraledomiciliare scrupolosa, ef-fettuare periodiche visite dicontrollo e procedere agli in-terventi che si rendesseroeventualmente necessari alfine di conservare o ripristi-nare la funzione dell’organo

FOCUS ON << 18<< << FOCUS ON19 <<

Di quella che era stata definita l’epidemia del

secolo non si parla quasi più. È vero, ora il se-

colo – anzi, il millennio – è un altro ma l’Aids

non è affatto scomparso. Nei Paesi poveri,

specialmente nell’Africa sub-sahariana, le vit-

time si contano ancora a milioni, mentre per

chi se le può permettere le nuove terapie so-

no indubbiamente efficaci. Ma, a parte la pre-

senza di effetti collaterali talora pesanti, i far-

maci hanno l’effetto di cronicizzare la malat-

tia, non di eradicarla. Le infezioni continuano,

non parlandone le paure sono meno diffuse

di qualche anno fa e i comportamenti a ri-

schio tornano a diffondersi. E il fatto che oggi

in Italia e in gran parte del mondo la mortalità

dovuta all’Aids si sia drasticamente ridotta fa

sì che esistano molte più persone sieropositi-

ve e fonte di possibili ulteriori contagi.

La sieropositività dei pazienti pone agli odon-

toiatri una serie di problematiche, che Italian

Dental Journal ha voluto approfondire con un’e-

sperta in materia: AAnnttoonneellllaa SSppaarraaccoo, direttore

dell'unità operativa di odontoiatria dell'Azienda

ospedaliera Luigi Sacco di Milano.

masticatorio e l’estetica dellabocca. In tali occasioni po-tranno essere eventualmenterilevati segni di una progres-sione dell’infezione.

Nonostante i progressi,l’Hiv fa ancora molta pau-ra, non solo tra i pazientima anche agli operatori sa-nitari; riguardo al pericolodi trasmissione del virusquali tipi di precauzioni de-ve adottare l’odontoiatraper evitare i rischi di tra-smissione?Premesso che stime delCentro operativo Aids (Coa)dell’Istituto superiore di sa-nità ritengono che in Italiavivano circa 160.000 personecon infezione da Hiv e che il25% di esse non sia consape-vole di aver contratto l’infe-zione, la prevenzione vieneeffettuata trattando tutti i pa-zienti come se fossero porta-tori di una malattia infettivae adottando sempre e contutti le precauzioni universa-li di protezione e i protocollidi detersione, disinfezione esterilizzazione di strumenta-rio e apparecchiature. Non ha senso ai fini preven-tivi, ed è scorretto dal puntodi vista deontologico, rifiuta-re la presa in cura a personeche dichiarano la propriasieropositività. Ricordo chela legge 135/90 non imponel’obbligo al paziente di infor-mare i sanitari circa il suostato sierologico, proprioperché si presuppone che ilmedico o l’odontoiatra adotti“a prescindere” tutte le misu-re di sicurezza. Sottolineo nuovamente chealcuni soggetti non sanno di

aver contratto l’infezione.Esistono linee guida, appa-recchiature, strumenti e di-spositivi di protezione indi-viduali efficaci, che vannoadottati in ogni realtà lavo-rativa odontoiatrica.

Questi rischi si possonoconsiderare azzerati?Il rischio di trasmissione del-le malattie infettive in odon-toiatria non è mai statoquantificato, ma è ritenutoessere basso. Ciononostante,per la tipologia di lavoro chevi si svolge, l’ambulatorio diodontoiatria è consideratoambiente ad alto rischio bio-logico. Il rischio non si puòannullare ma si può ridurreal minimo. Al di là di questo,purtroppo, va detto che an-cora molti pazienti denun-ciano l’esperienza del rifiutodella presa in cura da parte diodontoiatri una volta dichia-rata, in anamnesi, la propriasieropositività. Oltre alleconsiderazioni già fatte, ri-tengo che una falsa sicurezzaporti ad abbassare la guardiaaderendo con minor puntua-lità alle linee guida di pre-venzione ed esponendosi, difatto, a un rischio maggiore.Occorre considerare tutti ipazienti come possibili por-tatori di una malattia infetti-va così da adottare sempre econ tutti le linee guida diprevenzione. La scarsa cono-scenza dell’infezione e dellemodalità di contagio, cosìcome delle linee guida diprevenzione, ha creato e creatuttora pregiudizi e timoriche portano alcuni operatorisanitari a negare il problemacercando di individuare le

persone colpite dal virusdell’Hiv (cosa impossibile) alfine di evitare di prenderle incura, continuando a lavorareperò senza garanzie di sicu-rezza. Non dimentichiamo che lamalattia infettiva da semprespaventa l’uomo. L’Aids nonfa eccezione ma, anzi, si cari-ca di un’ulteriore valenza di-scriminatoria legata alleclassi sociali che all’iniziodell’epidemia erano mag-giormente esposte al conta-gio, tossicodipendenti eomosessuali, come se la ma-lattia fosse diretta conse-guenza di una “colpa”. Oggil’Hiv è uscito da questi sche-matismi, è una malattia in-fettiva a trasmissione sessua-le che colpisce tutte le classisociali, ma il pregiudizio ini-ziale rimane, così come lapaura di contagio.

Renato Torlaschi

IL CORSO DELLA REGIONELOMBARDIA

Per portare a piena conoscenza di tutte le problemati-

che legate alla sieropositività, la Lombardia ha attivato

già sei anni fa un corso regionale nell’ambito della leg-

ge 135/90, affidato all'unità operativa di odontoiatria

dell'Azienda ospedaliera Luigi Sacco di Milano e coor-

dinato da AAnnttoonneellllaa SSppaarraaccoo.

Il corso si intitola «Le cure odontoiatriche e l’infezione

da Hiv» ed è riservato a medici, odontoiatri e assisten-

ti alla poltrona che lavorano nel Servizio sanitario re-

gionale.

«Unico nel suo genere per la multidisciplinarietà forni-

ta dalla partecipazione come docenti di specialisti nei

vari argomenti trattati, il corso intende fornire ai parte-

cipanti informazioni riguardo all’infezione da Hiv e da

virus epatitici; alle linee guida di prevenzione del ri-

schio infettivo in odontoiatria e indicazioni utili al rico-

noscimento delle manifestazioni nel cavo orale indica-

tive di possibile infezione da Hiv - ci ha spiegato

Antonella Sparaco, direttore scientifico e docente del

corso -. Ci saranno inoltre approfondimenti sia degli

aspetti legali del rapporto medico-paziente con infe-

zione da Hiv che delle dinamiche psicologiche che si

instaurano in questo rapporto. Vi partecipano alcune

delle più importanti associazioni attive nella lotta

all’Aids - Anlaids e Lila - tramite le quali si portano a

conoscenza le esperienze delle associazioni nel se-

guire e sostenere i pazienti riguardo le problematiche

di accesso alle cure sanitarie, odontoiatriche in parti-

colare».

> La dottoressa Antonella Sparaco, in camice bianco, e il gruppo dell'unità operativa di odontoiatria dell'Aziendaospedaliera Luigi Sacco di Milano

IL CENTRO OPERATIVO AIDSDEL MINISTERO DELLA SALUTE

Il Centro operativo Aids (www.iss.it/ccoa) dell’Istituto su-

periore di sanità è stato istituito con decreto del ministero

della Salute nel gennaio 1987 allo scopo di indirizzare e

coordinare le attività del Sistema sanitario nazionale nella

lotta contro l’Aids. Attualmente si trova all’interno del

Dipartimento di malattie infettive, parassitarie e immuno-

mediate dell’Istituto superiore di sanità.

Il Coa gestisce vari sistemi di sorveglianza. In particolare

il registro nazionale Aids, la sorveglianza delle nuove dia-

gnosi di infezioni da Hiv e la sorveglianza sentinella delle

malattie sessualmente trasmesse basata su una rete di

centri clinici specialistici.

I dati italiani delle diagnosi di Aids e delle nuove diagnosi

di infezione da Hiv vengono inviati periodicamente

all’European Centre for Disease Prevewntion and Control

(Ecdc) per un’analisi globale della situazione europea.

Il Coa, oltre all’attività di sorveglianza dell’infezione da

Hiv/Aids e delle infezioni sessualmente trasmesse, svolge

anche attività di ricerca in merito ai comportamenti a mag-

gior rischio di infezione (consumo di droghe e contatti ete-

rosessuali ed omosessuali non protetti), soggetti stranieri,

comportamenti a rischio dei soggetti Hiv positivi.

> Il virus dell’Hiv

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L’autrice ha scandagliato letre più importanti banche da-ti biomediche (Medline,Embase e Cochrane) usandole parole chiave “antibiotic” e“dental” e ricavandone più di5.000 articoli. Il risultato nonè esaltante, poiché esistonoscarse evidenze sulle indica-zioni degli antibiotici neltrattamento delle infezionidentoalveolari acute. Ciò no-

nostante, nel Regno Unito (laEllison lavora presso il BristolDental Hospital), i dentistiinglesi prescrivono quasi il10% di tutti gli antibiotici conuna punta del 45% per il me-tronidazolo. Tuttavia, si possono dare al-meno alcune indicazioni: laprima è che la maggior partedi queste infezioni può esserecurata con un adeguato dre-

naggio e con l’eliminazionedella causa. L’antibiotico an-drebbe usato solo in presenzadi sintomi sistemici (febbre,trisma, edema importante,linfoadenopatia regionale) oin pazienti immunocompro-messi. Le infezioni parodon-tali, solitamente sostenute dabatteri anaerobi, rispondonomeglio al metronidazolomentre quelle di origine pe-riapicale, causate da flora mi-sta, vanno preferibilmentetrattate con amoxicillina oclindamicina o metronidazo-lo (la posologia consigliataviene riportata nella tabella afianco). Un discorso e un articolo aparte sarebbero necessari perle indicazioni profilattichedegli antibiotici (per esempionei pazienti a rischio di endo-cardite infettiva); qui è consi-gliabile rifarsi alle linee guidache vengono periodicamenteaggiornate, anche perché nel

tempo la lista si è allungata eora comprende i portatori diprotesi articolari, quelli dishunt cerebrospinali, i pa-zienti con innesti vascolari,gli immunosoppressi oncolo-gici, i pazienti in chemiotera-pia e quelli con lupus erite-matoso sistemico oltre agliimmancabili diabetici insuli-nodipendenti e ai dializzati.Sicuramente da scoraggiare èinvece l’uso di routine comeprofilassi per le estrazioni o leprocedure endodontiche neipazienti normali.

Susanna Levi

La terapia antibioticain odontoiatriaCome e quando ricorrere agli antibiotici nel corso delle terapie odontoiatriche, con un occhio attento all'allarme dell'antibiotico resistenza e «riscoprendo» la terapia causale

L’ultimo allarme è solo di po-chi mesi fa: i batteri antibioti-co resistenti stanno raggiun-gendo «livelli senza prece-denti», non si intravedononuovi antibiotici capaci di af-frontarli e c'è il rischio di ri-tornare «in un'epoca pre-an-tibiotica, dove anche le infe-zioni più semplici non ri-spondono ai trattamenti». Non si tratta di frasi strillateda qualche anchorwomandei tiggì di prima serata madi affermazioni provenientida una fonte autorevole:Zsuzsanna Jakab, direttoreregionale dell'Oms perl'Europa; affermazioni pro-nunciate in occasione del-l’ultima Giornata mondialedella salute, dedicata que-st’anno proprio all’antibioti-coresistenza, a tre anni dallaprima European AntibioticAwareness Day, un’iniziativadell’Unione Europea volta asensibilizzare il pubblico sul-l’argomento. Il problema ha molte cause: ibatteri, innanzitutto, creatureche vogliono crescere e mol-tiplicarsi (come stanno facen-do benissimo da quando so-no comparsi sulla Terra); ipazienti, che spesso non ri-spettano né le indicazioni(quanti antibiotici inutili con

l’influenza?) né la posologia ese ne creano una personale inbase a orari/istinti/gusti o aiconsigli del vicino di casa; ifarmacisti che, talvolta, li di-spensano senza la dovuta ri-cetta; allevatori e veterinariche li usano come “mangimi”.Infine, gli epigoni diIppocrate (odontoiatri com-presi) che dovrebbero fare dipiù per evitare un futuro, senon anginoso, quanto menoinsidioso e popolato da crea-ture sempre più aggressivecome Mrsa e Vrsa, già dispo-nibili in catalogo, ossia gliStaphylococci aurei resistentia meticillina e vancomicina.Praticamente intoccabili.

Autoanalisi Un buon spunto di riflessioneper medici e dentisti viene daCraig Miller, curatore dellasezione di medicina oraledella rivista (che eviteremo didefinire “prestigiosa”, datoche è ben nota da decenni)Oral Surgery Oral MedicineOral Pathology.La domanda da cui parteMiller, in un editoriale delloscorso luglio, è la seguente:quando prescrivono una te-rapia antibiotica, i dentisti lofanno in modo adeguato?

Prima questione: per un’infe-zione odontogena non gravein un paziente altrimenti sa-no, la prescrizione tipica ge-neralmente raccomandata èalmeno una settimana di pe-nicillina. Eppure, alcune fon-ti ci dicono che possono ba-stare anche quattro o cinquegiorni. In linea teorica, infat-ti, l’antibiotico dovrebbe aiu-tare l’organismo a superare lafase acuta dell’attacco batteri-co fino a quando le difese im-munitarie non siano in gradodi resistere da sole. Di conse-guenza, l’antibiotico dovreb-be essere somministrato inbase all’evoluzione clinica, in-terrompendo la cura quandosintomi e segni scompaiono oquando diminuiscono signi-ficativamente di intensità. Quindi occorre domandarsise sia possibile ridurre abi-tualmente la durata dell’anti-biotico terapia in un pazientenormale con un sistema im-munitario regolarmente atti-vo che potrebbe essere in gra-do di cavarsela da solo, se l’o-dontoiatra mette in atto la te-rapia causale.Quest’ultima, secondo Miller,è un “lusso” che non tutti glispecialisti possono permet-tersi. I dentisti, infatti, posso-no sradicare o ridurre signifi-cativamente l’aggressionebatterica eliminandone lafonte: il trattamento endo-dontico, l’incisione di unascesso o una drastica estra-zione colpiscono direttamen-te alla fonte e possono rende-re del tutto superflua la tera-pia antibiotica. A sostegno ditutto ciò, si può citare un re-cente studio che ha confron-tato la durata e l’intensità disegni e sintomi con e senzaterapia antibiotica (vedi boxnella pagina a fianco).

Rivalutazione e resistenzaLa posologia tradizionale an-drebbe, pertanto, rivalutata eottimizzata sulla base di ri-cerche ben più ampie di quel-le citate. L’odontoiatra, nelfrattempo, dovrebbe basare lasua prescrizione anche sullavalutazione di un’eventualediffusione dell’infezione e ri-vedendo il paziente a distan-za di 24, 48 e 72 ore; in talmodo, la posologia potrebbeessere meglio calibrata in ba-se al decorso dell’infezione,evitando di prolungare inutil-mente l’assunzione di anti-

biotico. Accorciare la terapia nonequivale, secondo Miller, afavorire l’insorgenza di ceppiresistenti; infatti, pare chequesti si sviluppino più facil-mente in seguito all’uso pro-lungato e ripetitivo degli anti-biotici che non per cicli breviad alto dosaggio. Recenti ri-cerche confermano questaipotesi e consigliano che laposologia deve rendere mas-sima l’esposizione dei batteriall’antibiotico somministran-do la dose massima consenti-

ta (la concentrazione ematicadovrebbe essere quattro voltela Mic, la minima concentra-zione necessaria a inibire lacrescita batterica). Per que-sto, quindi, già dopo 72 ore sipuò prendere in considera-zione di interrompere l’anti-bioticoterapia se segni e sin-tomi regrediscono e/o è statoinstaurato un drenaggio ade-guato.La riduzione della posologiaavrebbe anche il non trascu-rabile effetto di risparmiare lanormale microflora residen-

ziale ed evitare effetti collate-rali più o meno pericolosi(come, per esempio, la coliteche deriva dall’alterazionedella flora intestinale).

Consigli per la buona pratica clinicaIn conclusione, è utile ripor-tare alcuni consigli sull’usodegli antibiotici in base a unarevisione della letteraturaeseguita da Sarah Ellison epubblicata sul British DentalJournal (2009; 206:357-362).

NUMERI, DATE E TENDENZE DELLA TERAPIA ANTIBIOTICA

11994466 Sei anni dopo l’inizio della produzione industriale

della penicillina, il 90% dei ceppi di Staphylocccus au-

reus è sensibile a questo farmaco storico.

11995522 La percentuale scende al 75%; nel 1998 scende

addirittura al 5%.

11998833 Isolato il primo Streptococco orale resistente alla

penicillina.

2222 La percentuale di batteri resistenti alla penicillina (pro-

duttori di beta-lattamasi) isolati da ascessi denteo-alveo-

lari nel 1999; otto anni dopo la percentuale sale al 34.

4444 italiani su 100 hanno comprato un antibiotico nel

2008; 46 su 100 nel 2009.

++1133%% L’aumento del consumo di antibiotici in Italia nel

periodo 1999-2007 (-16% nello stesso periodo in

Francia).

66%% Gli antibiotici prescritti per infezioni orali, 9% per

quelle delle vie urinarie, 6% per infezioni Orl e 60% per

quelle delle vie respiratorie.

11003388 mmiilliioonnii ddii eeuurroo La spesa per antibiotici nel 2009;

413,1 milioni di euro la spesa evitabile dovuta a uso non

appropriato secondo uno studio dell'Agenzia italiana del

farmaco (Aifa).

99 sperimentazioni cliniche di fase I e II di antibatterici e

antimicotici nel 2010, nessuna di fase III. Sei anni il

tempo prevedibile per disporre del prossimo nuovo an-

tibiotico.

FOCUS ON << 20<< << FOCUS ON21 <<

STRINGI I DENTI E GUARISCI

La terapia antibiotica riduce di un paio di giorni la dura-

ta dei segni e sintomi di infezione. Questo in estrema

sintesi il risultato al quale sono giunti alcuni ricercatori

dell’università di Belgrado dopo una ricerca svolta su 90

persone affette da ascesso odontogeno acuto (età me-

da 44 anni, rapporto maschi/femmine = 2:1).

Il campione è stato diviso casualmente in tre gruppi: il

primo è stato curato solo chirurgicamente (estrazione

del dente e/o incisione dell’ascesso), gli altri sono sta-

ti curati anche con un antibiotico (amoxicillina e cefa-

lexina rispettivamente). I parametri presi in considera-

zione sono quelli classici: edema, trisma, linfoadeno-

patia regionale e febbre; inoltre, nel secondo e nel ter-

zo gruppo è stata eseguita una coltura a partire da un

campione di materiale ascessuale prima di iniziare la

terapia antibiotica.

Alla fine, la durata media dei segni e dei sintomi di in-

fezione sono stati: 6.17, 4.47 e 4.67 giorni rispettiva-

mente per il gruppo chirurgico e per i gruppi con te-

rapia medica e chirurgica (amoxicillina e cefalexina).

I batteri più rappresentati sono stati gli anaerobi facol-

tativi Gram positivi (pari a ben 81,1%), con gli

Streptococci viridans primi in classifica su 111 specie

diverse. Staphylococcus coagulasi negativo e

Staphylococcus aureus sono invece risultate le specie

più resistenti.

Nel complesso la sensibilità agli antibiotici dei batteri

isolati è stata del 76,6% verso l’amoxicillina e del

89,2% verso la cefalexina. Nulla dicono gli autori sul

parametro dolore, cosa che potrebbe suggerire facili

ironie, sapendo che l’articolo è stato pubblicato sulla

rivista di sanità militare della Serbia.

I risultati di Belgrado sono in accordo con quelli degli stu-

di simili di cui si ha notizia, pochissimi rispetto alla stermi-

nata mole di ricerche sull’efficacia degli antibiotici.

Matijevic S, Lazic Z, Kuljic-Kapulica N, Nonkovic Z,

Empirical antimicrobial therapy of acute dentoalveolar

abscess. Vojnosanit Pregl 2009, 66: 544-550).

Amoxicillina Metronidazolo Clindamicina

250 mg ogni 8 ore con rivalutazione dopo 72 ore

200 mg ogni 8 ore con rivalutazionedopo 72 ore

150 mg ogni 6 ore con rivalutazione dopo 72 ore

Amoxicillina Metronidazolo Clindamicina

nessuna evidenza200 mg ogni 8 ore con rivalutazionedopo 72 orea

150 mg ogni 6 ore con rivalutazione dopo 72 ore

QUANDO E COME USARE GLI ANTIBIOTICI

Per infezioni dentoalveolari acute

(da Ellison S. Brit Dent J 2009; 206: 357-362)

Per gengivite ulceronecrotica acuta/pericoronite/ascesso parodontale acuto

L’ALBERO GENEALOGICO DEGLI ANTIBIOTICI

22000000 aa.. CC.. Gli uomini si curano mangiando le radici consi-

gliate dalla tradizione.

11000000 dd.. CC.. Le radici della tradizione sono considerate ope-

re diaboliche: ci si cura con le preghiere.

11775500 Le preghiere sono considerate superstizione: ci si cu-

ra con le sanguisughe.

11990000 Le sanguisughe vengono abbandonate: ci si cura col

chinino.

11995500 Il chinino non serve più: ci sono gli antibiotici.

22001111 Gli antibiotici non funzionano più: si ritorna alle radici.

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Igiene dello studio

Igiene dello studioGLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

OrtodonziaOrtodonziaL’ortodonzia alla ricercadi solide fondamentaDalla tradizione dei grandi maestri all’età degli studi clinici randomizzati:lo sviluppo della disciplina passa attraverso solide acquisizioni scientifiche.In ortodonzia, però, non è affatto semplice condurre studi di questo tipo

Fin dalle sue origini la medi-cina è stata tradizionalmenteuna professione (o un’arte,come ancora oggi si può direcon buone ragioni), stretta-mente dipendente dalle ideedi persone depositarie del sa-pere derivante dalla loroesperienza. Per secoli e secolichi voleva apprendere l’arte diEsculapio doveva peregrinareper mezza Europa mettendo-si a bottega presso chi era ri-conosciuto come maestro eche non sempre tolleravaconfronti e critiche.La storia dell’ortodonzia (maanche dell’odontoiatria) non èstata molto diversa, come di-mostra il fatto che ancora og-gi esistono società che porta-no il nome del loro fondatore(Angle, Begg, Ricketts) e han-no come scopo (oggi si dicemission, con un inconsape-vole anglo-latinismo) quellodi tramandare il verbo delmaestro.Nulla di male, naturalmente.Anzi, la tradizione nel sensoletterale del termine, cioè latrasmissione da padre a fi-glio, da anziano a giovane, damaestro a discepolo, ha tra-mandato il sapere e ha con-sentito per secoli all’umanitàdi curare malattie e leniresofferenze; ma è innegabileche i progressi più grandi del-la medicina si siano avuti conl’introduzione del metodoscientifico. Questo ha final-mente archiviato il salasso

come panacea e ha messo ingrado i curanti di basare le lo-ro decisioni terapeutiche nonpiù soltanto sull’esperienzaclinica personale e tradizio-nale ma anche su un corpusdi dati oggettivi vagliati dallastatistica e dalla verifica deipari grado. Non più o non solo «secondome» ma anche «secondo ri-sultati statisticamente signifi-cativi».

La gerarchia delle evidenze di efficacia clinicaQuando si sceglie una tera-pia, ci si basa su un’interpre-tazione teorica del quadroclinico e sui risultati di quellaterapia in casi simili; qui en-trano in gioco l’esperienza ela tradizione, il sapere acqui-sito nella pratica e quello tra-smesso. Perché l’esperienzadiventi scienza sicura (o, perlo meno, un po’ più sicura), laterapia va applicata in modouniforme e i suoi risultatianalizzati e discussi.In questo senso, l’opinione diun esperto, il resoconto di uncaso (case report) o di una se-rie di casi (case series) sono laforma più semplice di provadi efficacia clinica, quella cheper secoli ha alimentato lamedicina. Purtroppo, è anchela meno affidabile perchésoggetta al rischio di impor-tanti errori sistematici (dettibias nell’inglese scientifico),

cioè quelli che si verificanoper la presenza di un fattoreche distorce sistematicamen-te le osservazioni nella stessadirezione; per esempio, la se-lezione non casuale dei sog-getti inclusi nel campione e lanon omogeneità tra i soggettidei vari gruppi.Per questi motivi, la normaaurea (o “gold standard”) del-le prove di efficacia clinica èlo studio clinico con selezio-ne casuale dei soggetti: Rct,randomized clinical trial. Ilgrande vantaggio dei Rct èche l’assegnazione casuale diun soggetto in uno dei gruppistudiati (ammesso che questisiano di grandezza sufficien-te) dovrebbe portare per lalegge dei grandi numeri a unadistribuzione simile di tuttele variabili nei diversi gruppi.In questo modo, non solo levariabili più facilmente con-trollabili come età e sessovengono livellate tra i gruppima anche, e soprattutto, quel-le meno visibili; e nel lavoroclinico capita spesso che va-riabili importanti venganoidentificate solo dopo che iltrattamento è iniziato o, addi-rittura, dopo che è finito. Lo studio dei singoli casi cli-nici, tuttavia, non è da di-sdegnare. Come ricordanoGiliana Zuccati, RobertoGiorgetti e Carlo Clauser,autori di un interessante ar-ticolo dedicato ai problemidei Rct in ortodonzia(Randomized clinical trialsin orthodontics: reality,dream, or nightmare? Am JOrthod Dentofacial Orthop2009), fu proprio studiandoun piccolo campione di ado-lescenti che si comprese lapericolosità del trattamentocon impianti prima del ter-mine della crescita facciale.Purtroppo, non tutte le pro-cedure cliniche (e l’ortodon-zia è tra queste) si prestanobene al vaglio dei Rct: untrattamento ortodontico nonè uniformabile come uno far-macologico, specialmente seè di tipo rimovibile.

Rct e ortodonziaCon un ritardo di circa 50 an-ni, l’ortodonzia conobbe isuoi primi Rct a metà deglianni Novanta. Da allora nesono seguiti altri ma non inmodo così numeroso come inaltre branche della medicina,anche per via dei problemi diapplicabilità. Uno dei primi èla grandezza dei campioni(cosa che va di pari passo coni costi da affrontare). I para-metri classicamente usati inortodonzia sono cefalometri-ci e le differenze rilevabili afine trattamento sono solita-mente limitate, praticamentedello stesso ordine di gran-dezza della variabilità all’in-terno del campione, come af-ferma W. Proffit, coautore deiprimi Rct. Per questo gli stu-di basati su due o tre decinedi soggetti vanno interpretaticon molta cautela. Strettamente connesso è ilproblema dell’omogeneità delcampione: età, sesso, origineetnica, grado di maturazionefisica e altri parametri demo-grafici sono tutti in grado diaumentare la variabilità delcampione rendendo più diffi-cile individuare le differenzeclinicamente rilevanti.Vi è poi un problema ancorapiù grande che è il gruppo dicontrollo. Dato che non èpossibile eseguire radiografiea puro scopo di ricerca, i ri-sultati del trattamento orto-dontico vengono confrontaticoi dati cefalometrici di sog-getti radiografati periodica-mente tra gli anni 1930 e1960. Il che naturalmentecausa problemi insormonta-bili quando si tratta di unodei più dibattuti argomenti diricerca, cioè le modificazionidella crescita mandibolare in-dotte dal trattamento orto-dontico.

Susanna Levi

LE EVIDENZE DEI TRIAL CLINICI

Il primo Rct ortodontico di cui si trova traccia risale al 1992

e riguarda il dolore provocato da un filo superelastico; da

allora ne sono stati eseguiti molti altri.

Non tutti sono così rilevanti sotto il profilo clinico, anzi in

qualche caso non si capisce come abbiano potuto trovare

un finanziatore (per esempio, che bisogno c’era nell’anno

2000 di valutare l’effetto della clorexidina nei pazienti orto-

dontici?). Altri sono stati condotti su campioni poco nume-

rosi, a volte con soli dieci pazienti tra gruppo sperimentale

e controlli, gettando qualche dubbio sulla validità delle

conclusioni.

Altri, invece, sono molto interessanti e meriterebbero un ar-

ticolo a parte. Per esempio, quello dedicato a un tormento-

ne dell’ortodonzia: i terzi molari inferiori e il disallineamento

degli incisivi (Harradine NW, Pearson MH, Toth B. The ef-

fect of extraction of third molars on late lower incisor crow-

ding. Br J Orthod 1998; 25:117-22). Il risultato? Estraendo

questi denti, che fanno da capro espiatorio per una serie di

problemi clinici, gli incisivi guadagnano un millimetro; una

differenza che non cambia nulla né per la statistica né per

il paziente. Eppure si continua a farne strage, così come si

usava verso tonsille e appendici.

A metà degli anni Novanta risalgono i primi Rct che con-

frontano diversi tipi di trattamento.

La ricerca svolta dal gruppo di Proffitt (The effect of early

intervention on skeletal pattern in Class II malocclusion.

Am J Orthod Dentofacial Orthop 1997; 111:391-400) rivelò

che la trazione extraorale e la terapia funzionale con

Bionator sono entrambe in grado di ridurre la gravità della

malocclusione di II classe in dentizione mista ma agiscono

in modo diverso; un risultato confermato da trial successi-

vi. Ugualmente promossi in questo senso risultarono il re-

golatore di funzione di Fraenkel e il Twin Block; quest’ulti-

mo protagonista del primo Rct multicentrico con un nume-

ro di pazienti inconsueto per l’ortodonzia: ben 174.

Alla correzione della malocclusione di III classe è stato de-

dicato, invece, solo un Rct che ha dimostrato, sia pure su

un gruppo di soli 35 pazienti, che il trattamento precoce

con la maschera di Delaire provoca significativi effetti sia a

livello scheletrico che dentale. I Rct hanno finalmente chia-

rito che il trattamento precoce può indurre modificazioni

della crescita dei mascellari ma, purtroppo, queste tendo-

no a regredire o a scomparire del tutto con la crescita suc-

cessiva. Questo vale sia per il trattamento con apparecchi

funzionali sia per quello con apparecchi fissi come la tra-

zione extraorale. Inoltre, tali modificazioni non riducono il ri-

schio di dover ricorrere alle estrazioni o alla chirurgia in

epoca successiva.

Unico, ma valido, è pure il contributo italiano: un Rct del-

l’università di Firenze (Armi P et al. Effect of Rme and

headgear treatment on the eruption of palatally displa-

ced canines. Angle Orthod 2011 May;81:370-4) che ha

certificato l’efficacia del disgiuntore palatino e della tra-

zione extraorale come metodo per prevenire l’inclusione

dei canini superiori.

Infine, segnaliamo un trial sulla contenzione post-ortodon-

tica: portare un retainer solo di notte per un anno oppure

portarlo a tempo pieno per sei mesi e poi solo di notte per

altri sei? Non c’è differenza, dicono gli autori che hanno

trattato 64 casi con disallineamento degli incisivi.

SS.. LL..

LA STORIA DEI TRIAL CLINICI

I trial clinici randomizzati si basano sulle idee di due mate-

matici: l’americano C. S. Peirce e l’inglese R. A. Fisher (in-

ventore del test per la verifica delle ipotesi ancora oggi

usato) vissuti a cavallo tra gli ultimi due secoli.

I Rct fecero la loro comparsa in psicologia e si diffusero poi

in altre scienze sociali e in quelle agrarie. Nel 1948 sul

British Medical Journal apparve la prima ricerca medica

basata su Rct, riguardante l’efficacia della streptomicina

nella cura della tubercolosi.

I metodi di applicazione dei Rct vengono periodicamente

aggiornati e riassunti nel Consort (consolidated standards

of reporting trials) grazie a un gruppo internazionale di

scienziati.

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Sono dovuti trascorrerequasi 50 anni prima che iRct facessero la loro com-parsa anche in ortodonzia:perché questo ritardo? Per diverse ragioni. La tera-pia e la diagnosi ortodonticasono spesso difficili da stan-dardizzare; e l’ortodonzia èvista come un’arte, dove l’a-bilità dell’operatore è centra-le. Poi si svaluta la terapiaortodontica perché sposta

denti e non salva vite. Infine,l’ortodonzia spesso mira arisultati estetici, più difficilida misurare.

L'applicazione dei Rct inortodonzia pone alcuniproblemi particolari che lirendono meno affidabili:un conto è avere un cam-pione di pazienti che assu-mono un farmaco secondo

una determinata posolo-gia, tutto un altro conto èun campione di bambiniche deve portare un appa-recchio rimovibile.Sono i bambini, non gli stu-di, a essere inaffidabili: alcu-ni porteranno l’apparecchio,altri no, ma ciò non invalidalo studio randomizzato, ilquale valuta gli effetti di ave-re scelto quell’apparecchiopiuttosto che un altro, e non

l’efficacia di quell’apparec-chio portato 12 ore al gior-no. È proprio la randomiz-zazione che riduce al mini-mo gli effetti della mancatacollaborazione.

Strettamente collegato allaprecedente domanda: unconto è prescrivere un far-maco, un conto è “guidare”un Bionator, prendendo il

giusto morso di costruzio-ne, fresando nei punti giu-sti al momento giusto, ri-basando quando necessa-rio... Il giusto morso, i punti giu-sti da fresare, la necessità diribasare, non si decidono inbase all’ispirazione divinadell’artista, ma in base a cri-teri oggettivi: si tratta solo diesplicitarli e attenervisi. Ma questo è un altro vantag-gio degli studi clinici rando-mizzati: obbligano i clinici aspiegare (e spesso anche acapire) come prendono leloro decisioni.

Infine, un problema anticocome l'ortodonzia: quantosono trasferibili i dati rica-vati da un campione dibambini nordamericani abambini di popolazioni di-verse?Non sono affatto trasferibili,a rigore, anche se l’interpre-tazione delle statistiche inmedicina non è mai del tut-to rigida. Per esempio, nes-suno si scandalizza se i datiraccolti oggi sull’efficacia diun farmaco vengono ritenu-ti ragionevolmente validianche per il prossimo futu-ro: l’approccio bayesianoprevale su quello frequenti-sta. Invece è chiaro che lo

stesso apparecchio ortodon-tico può avere effetti diversisu una tredicenne palermi-tana e su un coetaneo delNebraska, perché l’età sche-letrica e dentale può essereassai diversa e influire signi-ficativamente sul risultatodell’ortodonzia. Quindi occorre replicare al-cuni studi ben condotti indiverse popolazioni; nell’at-tesa, siamo obbligati a ser-virci dei dati disponibili,esercitando tutta l’abilità cri-tica di cui siamo capaci.Meglio comunque trasferirecriticamente alla nostra po-polazione i risultati di unostudio randomizzato scandi-navo, che applicare acritica-mente i risultati di uno stu-dio retrospettivo nostrano.In conclusione, abbiamo bi-sogno di studi affidabili perprendere le nostre decisioniquotidiane, e poterle giusti-ficare, sulla terapia in ognisingolo caso. Solo gli studi randomizzatipossono essere consideraticonclusivi e possono risolve-re i nostri dilemmi quotidia-ni, come hanno risolto quel-li di oncologi, cardiologi evia curando: è un peccatosprecare risorse per altri tipidi indagine.

Susanna Levi

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Ortodonzia

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IL PARERE DEGLI ESPERTI

Trial clinici in ortodonzia, una risorsa su cui puntareAbbiamo rivolto qualche domanda a Giliana Zuccati e Carlo Clauser, coautori con RobertoGiorgetti di un recente studio sui Rct in ortodonzia. «Solo gli studi randomizzati sono conclusivi e risolvono i quesiti clinici»

> Carlo Clauser > Giliana Zuccati

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Ortodonzia

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Il nuovo assetto della Società di ortodonziaLa Sido ha adottato un modello societario caratterizzato dalla presidenzaannuale. Mentre si lavora ai programmi scientifici degli eventi futuri,cresce l’esigenza di unità della categoria per avere voce a livello politico > Claudio Lanteri

Lo scorso anno in questigiorni ci trovavamo nel pie-no della campagna elettora-le che ha portato alla tua ele-zione a presidente Sido2014. Cosa è cambiato per teda allora? L'esito delle elezioni mi hacertamente gratificato sulpiano personale ma nellostesso tempo ha portato an-che una grande trasformazio-ne del mio atteggiamentoverso la Sido. Intendo direche in un attimo mi sono sen-tito catapultato dal mondodelle buone intenzioni all'ob-bligo di realizzare quantopromesso in campagna elet-torale.Perciò mi sono messo subitoal lavoro per inserirmi in mo-do attivo nel consiglio diretti-vo e ho cominciato anche alavorare al programma scien-tifico del 2014.

Sappiamo che in passato haigià fatto parte del consigliodella Sido. Cosa hai trovatodi nuovo e di diverso dopoqualche anno di assenza?La composizione e di conse-guenza l'attività del consigliosono profondamente mutate,per non dire rivoluzionate,dall'attuazione del nuovo sta-tuto, che ha cancellato il pre-cedente sistema elettorale che

portava all'elezione della sto-rica “cinquina” precostituita(presidente, vicepresidente,segretario, segretario cultura-le, tesoriere) integrata daquattro consiglieri eletti al difuori della lista. L'innovazione radicale consi-ste nel fatto che ogni annoviene eletto un nuovo presi-dente, che entra subito inconsiglio ma che svolgerà ilpieno della funzione presi-denziale solo tre anni più tar-di. Ad anni alterni si procedeanche al rinnovo delle cari-che di segretario e tesoriere,che assumono il pieno ruolodue anni dopo l'elezione.L'impegno di tutto il consi-glio è quello di realizzare neifatti lo spirito più profondodella riforma, che è quello didare continuità e orizzontitemporali più ampi ai pro-grammi culturali, e non solo,della nostra società. A questoscopo tutti indistintamente ciadoperiamo per cercare lamassima condivisione degliobiettivi ma anche e soprat-tutto per creare amalgama tratutti i membri, in un clima diamicizia e di stima reciproca.

Hai accennato al program-ma scientifico del 2014.Puoi darci qualche anticipa-zione?

Personalmente sono semprestato molto interessato all’e-stensione dei benefici del-l'ortodonzia verso interventiil più precoci possibile da unlato e senza limiti di età dal-l’altro, con risposte persona-lizzate, rispettose delle evi-denze scientifiche e delladeontologia professionale.Perciò mi ripropongo di or-ganizzare, nella primavera2014, un evento interdisci-plinare dedicato all’“earlytreatment”, nel quale deside-ro coinvolgere tutte le figureprofessionali che si occupa-no di salute orale nei bambi-ni. Il congresso autunnale, aFirenze, sposterà invece l'at-tenzione sull’altro fronte,quello dell’età matura, chespesso porta con sé problemicomplessi, la cui soluzionerichiede interventi multidi-sciplinari, con piani di trat-tamento che richiedono spe-cifiche competenze anche daparte dell'ortondontista. Inquesti casi la motivazionedel paziente, che non puòcerto essere disattesa, riguar-da specialmente la compro-missione estetica, ma è al-trettanto vero che un tratta-mento corretto deve tenereconto del quadro completodella compromissione anato-mo-funzionale, cioè di tutti i

parametri neuromuscolari,articolari, occlusali, paro-dontali ed estetici.

Viviamo un momento digrandi problematiche eco-nomiche e sociali, che han-no ormai raggiungiuntoanche la vita quotidiana ditutti noi. Quale futuro perla professione?Non c'è dubbio che dalloscenario economico mon-diale giungono segnali in-quietanti, anche per quantoriguarda il futuro a medio elungo termine, con aspettati-ve di una contrazione dellerisorse sia pubbliche che pri-vate disponibili nel nostrosettore nei prossimi anni.Il panorama è sconfortante,non c’è che dire, ma da inos-sidabile ottimista mi sforzodi pensare che forse ci tro-viamo davanti a una grandeoccasione di rinnovamento,come spesso si è verificatodopo le rivoluzioni più o me-no cruente della storia.Ognuno è artefice della pro-pria fortuna... e la nostraprofessione non può certosottrarsi alla regola e dovràessere ripensata e adeguataalle nuove circostanze pernon soccombere. Lo sforzo più importantenon può che essere diretto al

superamento delle divisioniinterne, della nostra catego-ria, già di base penalizzatadalle dimensioni microsco-piche rispetto agli altri attoridelle dinamiche sociali.Anche nel più ristretto ambi-to sanitario l’ortodonzia co-stituisce una quota margina-le, quindi la nostra voce ri-schia concretamente di nongiungere neppure ai luoghidelle scelte politiche e socia-li. La strada dell’unità non èagevole è richiede, per di-ventare realizzabile, l’intimaconvinzione da parte di tuttiche essa rappresenti concre-

tamente il bene comune. Ilmio modesto contributo saràquello di aprire le porte, sen-za pregiudizi di nessun tipo,a tutti coloro che vorrannoportare argomentazioni co-struttive, con onestà intellet-tuale, in un clima culturaleaperto al libero confrontodelle idee.

Paolo Pegoraro

I PROSSIMI CONGRESSI SIDO

XXIV Congresso Sido

1100--1133 oottttoobbrree 22001122

Firenze

Presidente: MMaauurriizziioo MMaannuueellllii

XXV Congresso Sido

77--99 nnoovveemmbbrree 22001133

Roma

Presidente: FFeelliiccee FFeessttaa

XXVI Congresso Sido

88--1111 oottttoobbrree 22001144

Firenze

Presidente: CCllaauuddiioo LLaanntteerrii

Sul Journal of OralRehabilitation è stato recen-temente pubblicato un ampioapprofondimento sulla ma-sticazione e sulle varie impli-cazioni a livello odontoiatri-co. L’autore del lavoro èAndries Van der Bilt, delcentro medico dell’universitàolandese di Utrecht, che haesaminato circa 300 pubbli-cazioni scientifiche sull’argo-mento.Secondo i risultati dell’inda-gine, lo stato della dentaturae la forza occlusale si sonoconfermati come elementideterminanti per una buonafunzionalità della mastica-zione e, secondo Van der Bilt,

possono spiegare il 70% dellavariabilità connessa alla fun-zione masticatoria. In ag-giunta, la produzione di unasufficiente quantità di salivaè ritenuta elemento indi-spensabile.La funzionalità è stata con-trollata in molti gruppi di pa-zienti e coloro che hanno ladentatura compromessa oche hanno protesi completelamentano in genere diversitipi di disturbi in proposito:devono masticare a lungo,inghiottire particelle di cibodi dimensioni maggiori enon riescono a sminuzzaregli alimenti particolarmenteduri.

Per comprendere ancora me-glio la problematica è statomisurato quante volte deveessere masticato lo stesso ti-po di cibo per ridurlo al me-desimo grado di triturazionee si è visto che i portatori diprotesi complete devonoquadruplicare i propri sforzi.Un deciso miglioramento èottenuto in questi soggettiquando passano a trattamen-ti implantari, che portano aun raddoppio della forza edell’efficacia della mastica-zione e offrono eccellenti ri-sultati a lungo termine.Nelle persone anziane i defi-cit masticatori sono più fre-quenti, perché spesso si veri-

ficano condizioni di man-canza di elementi dentari, dimalattia parodontale, di for-za muscolare deteriorata o diridotto flusso salivare.Quando sono affetti da qual-cuno di questi problemi, glianziani possono essere in-dotti a cambiamenti nel regi-me alimentare, poiché puòrisultare difficoltoso assume-re certi cibi e questo può da-re origine a un apporto insuf-ficiente di nutrienti chiave,come ad esempio il ferro e lefibre. In questi casi possonoessere opportuni interventinutrizionali personalizzatiper evitare ulteriori conse-guenze sulla salute a livellosistemico.La masticazione può ovvia-mente essere peggiorata daidisturbi all’articolazionetemporomandibolare e la ria-bilitazione di questa funzio-ne è uno degli obiettivi deltrattamento ortodontico.Purtroppo la maggior partedei dati pubblicati è ricavata

da questionari e non da mi-surazioni oggettive. Neemergono tre principali tipo-logie di limitazioni all’artico-lazione: nel mangiare cibiduri (77%), nello sbadigliare(75%) e nel masticare in ge-nerale (64%). L’efficacia nella masticazionesi è dimostrata collegata aldolore e all’ampiezza dell’a-pertura della bocca, ma nonai rumori che spesso accom-pagnano i disturbi temporo-mandibolari.È stata valutata la variazionenel tempo dei movimentimasticatori nei pazienti condiagnosi di dislocazione irri-ducibile del disco articolareche però non avevano subitoalcun trattamento. Due annidopo la visita iniziale si è ri-scontrato un generale mi-glioramento spontaneo dellamasticazione, anche se i pa-rametri non hanno raggiuntoi livelli dei gruppi di control-lo costituiti da pazienti sani.La fisioterapia e le terapie oc-

clusali - mediante posiziona-mento di splint intraorali, bi-te-plane o distrattori funzio-nali - sono trattamenti spessoutilizzati per recuperare lafunzionalità articolare e mu-scolare. L’approccio chirurgi-co ha anche mostrato di pro-durre un aumento nella forzaocclusale, che in uno studio èpassata dal 37% rispetto allanorma fino al 93%, a un an-no di distanza da un inter-vento di chirurgia effettuatoin pazienti con disturbi all’ar-ticolazione temporomandi-bolare.

Renato Torlaschi

Van der Bilt A. Assessment ofmastication with implicationsfor oral rehabilitation: a re-view. Journal of OralRehabilitation 2011 38;754–780.

Disturbi alla masticazionee salute orale

Journal of Oral Rehabilitation

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Ortodonzia

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OrtodonziaOrtodonzia

Su The Cochrane Database ofSystematic Reviews è com-parsa una interessante revi-sione della letteratura con-dotta con lo scopo di rispon-dere a una domanda sempli-ce e di grande interesse perla comunità ortodontica:l’artroscopia è davvero effi-cace nel trattare i disturbidell'articolazione temporo-mandibolare (Atm)?«Va detto che è piuttostospiacevole constatare che suquesto argomento siano sta-ti pubblicati finora solo settestudi scientifici condotti concriteri rigorosi, su un totaledi 349 pazienti» fa notareRoger Currie in un suo com-mento su Evidence-basedDentistry. I dati insommasarebero comunque tropposcarsi e il rischio sarebbequello di arrivare a conclu-sioni affrettate.In due di questi studi rando-mizzati controllati è statovalutato il sintomo del dolo-re dopo sei mesi dal tratta-mento: non sono state ri-scontrate differenze statisti-camente significative tra ipazienti su cui si è interve-nuti con l’artroscopia e colo-ro che sono stati sottoposti atrattamenti non chirurgici;tuttavia in entrambi i casi siè ottenuta una decisa ridu-zione della gravità della sin-tomatologia.

Altri due studi hanno ana-lizzato a un anno di distanza81 pazienti trattati con ar-troscopia o artrocentesi eanche in questo caso non èemersa nessuna differenzasostanziale. L’artrocentesi èmeno invasiva dell’artrosco-pia e può essere effettuata inuno studio meno attrezzato,quindi questo risultato hauna validità sia di tipo clini-co che economico.Infine, i tre studi rimanentihanno confrontato l’artro-scopia con la chirurgia a cie-lo aperto e quest’ultima haevidenziato una più marcatariduzione del dolore dopododici mesi dall’intervento.Gli studi inclusi nella revi-sione hanno valutato, oltreal dolore, anche la funziona-lità dell’articolazione tempo-ro-mandibolare che in con-seguenza delle diverse pato-logie può degradarsi, evi-denziando una diminuitamobilità, una difficoltà diapertura della bocca e l’in-sorgenza di crepitii e vari ti-pi di rumori fastidiosi.Anche in questo caso, lamaggior parte dei sintomi sisono alleviati in modo simi-le nelle alternative terapeuti-che prese in considerazione,ma l’artroscopia ha portato aun miglioramento più mar-cato nell’apertura della boc-ca.

Certo, molti chirurghi con-cordano col fatto che le indi-cazioni per l’artroscopia e perla chirurgia a cielo apertodell’articolazione temporo-mandibolare sono differenti,tuttavia dai pochi studi ran-domizzati controllati dispo-nibili emerge una sostanzialevalidità dell’approccio artro-scopico e un’interessante in-dicazione ad approfondirel’utilizzo dell’ancor meno in-vasiva artrocentesi.Un più costante ricorso aqueste tecniche non puòperò prescindere dal paralle-lo sviluppo di una letteratu-ra scientifica più solida sul-l’argomento.

Renato Torlaschi

Currie R. Arthroscopy fortreating temporomandibularjoint disorders. Evid BasedDent 2011;12(3):90-1. Rigon M, Pereira LM,Bortoluzzi MC, LoguercioAD, Ramos AL, Cardoso JR.Arthroscopy for temporoman-dibular disorders. CochraneDatabase Syst Rev 2011 May11;(5).

C’è l’artroscopia per i disturbi dell’Atm

Evidence Based Dentistry

I primi segni dell’artriteidiopatica giovanile passanospesso inosservati: magari sitratta solo di un po’ di rigi-dità mattutina, talvolta nonriconosciuta dai medici ge-nerici e trascurata da genito-ri che nemmeno immagina-no l’esistenza di forme artri-tiche nell’infanzia e nell’ado-lescenza. Eppure ha una pre-valenza di circa uno su mil-le, il che la rende una dellepatologie croniche più diffu-se nei primi due decenni divita. Più comunemente siosserva una tumefazionepersistente in una o più arti-colazioni, risultato di unversamento di liquido sino-viale infiammatorio. In molti casi è coinvolta an-che l’articolazione temporo-mandibolare: le percentualiriportate in letteratura va-riano dal 38 al 72 per cento el’ampiezza della forbice di-pende essenzialmente dalmetodo diagnostico utilizza-to. Se la patologia non è ri-conosciuta o se non vienetrattata, i sintomi alla man-dibola possono aggravarsicon la comparsa di dolori eproblemi funzionali comeuna riduzione della mobilitàe della forza di masticazione.Dal punto di vista ortodon-tico, l’artrite può comporta-re limitazioni significativenella crescita della mandi-

bola e produrre micrognatiache progressivamente aggra-va le limitazioni funzionali ecompromette l’estetica delviso.Il trattamento più frequentemesso in atto contro la re-trognazia mandibolare è l’u-tilizzo di diversi dispositivifunzionali, come per esem-pio l’apparecchio di Herbst,per stimolare la crescita mu-scolare e produrre un avan-zamento della mandibola sulpiano sagittale. Alcuni auto-ri consigliano però di nonsollecitare eccessivamentel’articolazione perché temo-no che si possa produrre unadistruzione del tessuto osseodovuta a un accresciuto tur-nover. «D’altra parte nonesistono evidenze scientifi-che di questa accelerata di-struzione scheletrica e lapratica più comune rimanequella di ricorrere a disposi-tivi funzionali»: questa con-siderazione, espressa daJulia von Bremen e SabineRuf, del dipartimento di or-todonzia dell’università te-desca di Giessen, è stata allabase di una revisione siste-matica della letteratura con-dotta proprio per verificarequali sono i trattamenti piùdiffusi e più efficaci del trat-tamento a livello ortodonti-co e facciale dell’artrite idio-patica giovanile.

L’eterogeneità e il basso livel-lo di evidenza delle pubbli-cazioni scientifiche in mate-ria era in parte atteso, madalla ricerca, di cui le autriciparlano su Orthodontics &Craniofacial Research, si ri-cavano comunque indica-zioni interessanti e un’evi-denza, sia pur limitata, che iltrattamento di ortopediadento-facciale con l’utilizzodi dispositivi funzionali è ef-fettivamente in grado di ri-durre il dolore e di migliora-re la retrognazia mandibola-re. Resta da chiarire quantopossa prevenire la necessitàdi interventi chirurgici suc-cessivi. In generale gli studi eviden-ziano l’efficacia sia dell’ap-proccio ortodontico che diquello chirurgico, sia dalpunto di vista funzionaleche estetico.

Giampiero Pilat

Von Bremen J, Ruf S.Orthodontic and dentofacialorthopedic management ofjuvenile idiopathic arthritis:a systematic review of the li-terature. Orthod CraniofacRes 2011 Aug;14(3):107-15.

L’ortodonzia nell’artriteidiopatica giovanile

Orthodontics & Craniofacial Research

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Ortodonzia

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CASO CLINICO

Trattamento intercettivo di classe I senza estrazioniLa ricerca clinica, merceolo-gica e biomeccanica in orto-donzia soprattutto nell’ulti-mo decennio ha di continuoproposto sistemi low force-low friction diversi perbracket, fili e sistemi di lega-tura.Il caso da noi di seguito pre-sentato è fondato sull’utiliz-zo di una metodica semplice,versatile ed economica cheprevede l’uso di una legaturainnovativa, capace di adat-tarsi alle esigenze cliniche dibassa frizione e bassa forzaapplicate.

Un caso clinicoPaziente di sesso femminile,età anni 10, normodivergen-te con rapporti scheletrici edentali di classe I in denti-zione mista (fig. 1).

A inizio trattamento la pa-ziente presenta un affolla-mento medio a carico dell’ar-cata mandibolare e un affol-lamento severo a carico del-l’arcata mascellare. L’incisivolaterale superiore di sinistrasi presenta in cross-bite e inposizione palatina. L’incisivolaterale contro laterale non èancora erotto e manca lo spa-zio per un suo corretto posi-zionamento in arcata. Si decide per un trattamentonon estrattivo, che preveda ilrecupero dello spazio nell’ar-cata mandibolare tramite ilmantenimento del Lee-Wayspace. L’espansione rapidadel mascellare superioreconsentirebbe di recuperarelo spazio nell’arcata mascel-lare. Il trattamento viene condot-to in due fasi. L’espansione

rapida del palato e il recupe-ro degli incisivi superiori la-terali avvengono durante laprima fase del trattamento(terapia intercettiva). A se-guito di un periodo di so-spensione, segue una secon-da fase di terapia con appa-recchiatura fissa. L’inizio diquesta fase avviene poco pri-ma della permuta dei secon-di molari decidui al fine dimantenere il lee-way space erisolvere così l’affollamentomandibolare. Le legatureSlide non sono necessarienella fase immediatamentesuccessiva all’espansione ra-pida in cui è utilizzato un ar-co .014 australiano con stopmesiali agli E+E per il man-tenimento dello spazio gua-dagnato (fig. 2). Possono es-sere utilizzate successiva-mente durante la fase di re-

cupero degli incisivi lateraliqualora si decidano di im-piegare archi NiTi a sezionepiccola (.012 o .014).Nell’arcata mascellare, du-rante la chiusura degli spazicon arco .019 x .025 acciaio,sono utilizzate legature Slidenel settore posteriore per fa-cilitare lo scorrimento del fi-lo e legature elastiche nel set-tore anteriore per controllareil torque (fig. 3). A fine trattamento risultagradevole il profilo e l’esteti-ca del sorriso. Un buon risul-tato occlusale è raggiunto nelrispetto della tipologia sche-letrica della paziente (fig. 4).

ConclusioniIl sistema di legatura deno-minato Slide può essere ap-plicato su tutti gli attacchi

disponibili sul mercato epermette così di gestire lafrizione a seconda delle ne-cessità e della fase terapeuti-ca. La metodica risulta moltoversatile in quanto consentead apparecchiature fisse tra-dizionali di far esprimerecompiutamente la bassa fri-zione, nelle fasi in cui è ne-cessario lo sliding e la ridu-zione dell’attrito, e permettel’utilizzo di legature elasti-che, ad alto coefficiente diattrito, nelle fasi di tratta-mento e nei settori di arcatain cui si rende necessario ilmassimo controllo e stabiliz-zazione tridimensionale.

«Tutto attorno alla sua bocca:l’igiene orale 0-24 mesi»Il progetto di igiene orale di Happybimbo e MAM: ortodontisti uniti per insegnare ad adulti e bambini una corretta igiene orale, alla base di un sorriso bello e sano.Opuscoli informativi e una linea di prodotti dedicata alla cura e all’igiene orale

A partire dalle prossime settimane avrà inizio la campagna

informativa di Happybimbo sull’importanza di una corretta

igiene orale fin dai primi mesi di vita. Scopo dell’iniziativa è

coinvolgere dentisti, ortodontisti, pedodonzisti e igienisti, for-

nendo loro gli strumenti migliori messi a punto da MAM e

sensibilizzare i genitori mettendo a loro disposizione una se-

rie di materiali informativi realizzati da Happybimbo, come

per esempio L’agenda del dentino, un utile vademecum pen-

sato per la mamma che spiega lo sviluppo della dentizione

del suo bambino e le soluzioni per dare sollievo al piccolo

che affronta questa fase delicata.

Odontoiatri, ortodontisti e igienisti dentali potranno conosce-

re il pprrooggeettttoo ddii iiggiieennee oorraallee ddii HHaappppyybbiimmbboo ee MMAAMM anche in

occasione di alcuni importanti appuntamenti: il congresso

Sidp (BBoollooggnnaa,, 1155--1177 mmaarrzzoo 22001122) e il congresso Amici di

Brugg (RRiimmiinnii,, 2244--2266 mmaaggggiioo 22001122).

LLaa lliinneeaa oorraallee ddii MMAAMM

Sviluppata in collaborazione con esperti dentisti e caratteriz-

zata da colori vivaci e forme morbide arrotondate che incu-

riosiscono il bambino, trasformando il momento dell’igiene in

un gioco divertente, la linea orale di MAM si compone di una

serie di prodotti in grado di garantire la corretta igiene orale.

In Italia è distribuita da Happybimbo nelle farmacie e nei ne-

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lino da denti dotato di testina morbida, ideali per massaggia-

re con delicatezza l’interno della bocca. Basta un leggero

massaggio al termine della poppata o del pasto per dare sol-

lievo alle gengive, in caso di dentizione, e pulire in modo ef-

ficace l’interno della bocca eliminando residui di cibo e plac-

ca che si formano naturalmente durante il pasto.

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colori vivaci, il momento dell’igiene si trasforma in un gioco

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gengive. Training Brush è lo spazzolino dotato di manico al-

lungato che permette ai genitori di guidare il bambino duran-

te la pulizia. La testina morbida e arrotondata consente di

pulire e massaggiare con dolcezza anche il palato, assicu-

rando una perfetta igiene orale. Le setole corte ed extra mor-

bide sono un autentico sollievo per le gengive durante la

dentizione, così come la parte finale morbida e sagomata

che regala conforto in caso di dolore. Gli spazzolini sono do-

tati di speciali anelli di sicurezza che impediscono al bambi-

no di ingoiarli accidentalmente.

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gengive dove i dentini non sono ancora presenti. Privo di

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durante la masticazione raggiungendo anche i denti molari.

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presa e l’utilizzo, favorendo al contempo lo sviluppo motorio

del bambino.

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rama dei succhietti grazie alla tecnologia Dento-Flex©, bre-

vettata dalla MAM, che ha permesso di ridurre del 60% il

collo della tettarella (con un diametro di soli 2,28 mm è la

più sottile presente oggi sul mercato), rendendola al con-

tempo tre volte più morbida e flessibile rispetto alle altre.

Inoltre la tettarella simmetrica impedisce di utilizzare il suc-

chietto nel verso sbagliato; mentre la mascherina, dalla

forma ergonomica e dagli ampi fori che favoriscono il pas-

saggio naturale dell’aria, evita irritazioni alla pelle delicata

della bocca del neonato.

Clinicamente testato, MAM Perfect è privo di ftalati e di PVC

(BPA Free).

> Daniel Celli è specialista in or-tognatodonzia, odontostomatolo-gia e perfezionato in tecnica lin-guale, diplomato Italian Board ofOrthodontics e European Boardof Orthodontics. È docente pressol'Università Cattolica del SacroCuore a Roma

Igiene dello studio

Igiene dello studio

OrtodonziaOrtodonzia

> Fig. 1

> Fig. 2

> Fig. 3

> Fig. 4

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A cura di Alberto Pispero Odontoiatra specialista in chirurgia oraleUniversità degli Studi di Milano, Dipartimento di medicina, chirurgia e odontoiatria

Ospedale San Paolo, Unità di patologia e chirurgia orale, Direttore: prof. Antonio Carrassi

FAI LA TUA DIAGNOSI

In base alla descrizione del caso clinico e alleimmagini proposte, prova a formulare unadiagnosi che spieghi la natura della lesione. Lerisposte inviate all’autore via e-mail([email protected]) saranno oggetto didiscussione per la soluzione del quesito.

Risposta al Check Point pubblicato su Italian Dental Journal 9/2011

<< CHECK POINT35 <<

Un rigonfiamento del pavimento orale

Giunge alla nostra osservazione una pazientedi 40 anni in buono stato di salute generale. Ilmotivo della visita è una lesione a carico delpavimento orale di destra.La paziente lamenta una fastidiosa sensazionedi gonfiore che aumenta e si riduce ciclicamen-te. La mucosa sovrastante è di aspetto bianca-stro e presenta una piccola disepitelizzazione

sul polo antero superiore. La lesione si sviluppa al di sopra del-la plica sottolinguale di destra e alla palpazione presenta unaconsistenza elastica. La pervietà del dotto della ghiandola sot-tomandibolare è mantenuta. La lesione è presente da circa seimesi. La radiografia occlusale non evidenzia alcuna radiopacitànella sede della lesione.

Lesione osteolitica mandibolare

> Fig. 1: immagine clinica iniziale > Fig. 4: elevazione di un lembo mucope-riosteo

> Fig. 3: accesso chirurgico

> Fig. 5: parete della lesione esposta

> Fig. 6: fuoriuscita di materiale viscoso

> Fig. 7: rimozione della lesione

Il caso clinico presentato nel numero 9/2011riguardava una lesione cistica del corpo man-dibolare di sinistra in sede edentula di primomolare.In accordo con la paziente si decide di effet-tuare l'asportazione della lesione per esegui-re una corretta diagnosi istologica. L’accessochirurgico alla lesione non presenta particola-ri rischi. Le strutture anatomiche da conside-rare in questa sede sono l’emergenza delnervo mentoniero e molto più in basso il pas-

saggio dell’arteria facciale in corrispondenza del mar-gine inferiore della mandibola.Viene eseguita un'incisione vestibolare intrasulcularein corrispondeza dell’elemento 3.7 che continua fino araggiungere l’elemento 3.5 ed è effettuato uno scaricomesiale di pochi millimetri. L’elevazione di un lembomucoperiosteo permette un facile accesso alla compo-nente ossea, che si presenta di aspetto biancastro eindenne da alterazioni.Con una fresa carotatrice di 5 mm di diametro si aspor-ta il tessuto osseo al di sopra della neoformazione e siespone la parete della lesione. La perforazione dellaparete porta alla fuoriuscita di materiale giallastro vi-scoso, si aspira il contenuto e per mezzo di un cuc-chiaio alveolare di Lucas si cliva l’intera lesione daimargini ossei. La parete si presenta spessa e bencompatta, caratteristica che semplifica molto l’esecu-zione dell’intervento. Le pareti osse della cavità resi-dua si presentano pulite e intatte. Il lembo vestibolare èriposizionato in sede con punti di sutura 5/0 in monofi-lamento riassorbibile.La diagnosi fornita dall’anatomopatologo è di cistiodontogena. Queste lesioni possono essere più facil-mente riscontrabili in associazione alla radice di unelemento dentario. Quando in seguito a una problema-tica endodontica o parodontale se ne richiede l’estra-zione, se non si effettua una accurata revisione dellacavità alveolare permangono in sede lesioni di tipo ci-stico, come quella descritta in questo numero, che con-tinuano indisturbate la loro crescita.Il caso clinico presentato è di facile soluzione e i colle-ghi che hanno inviato le loro risposte hanno fornito dia-gnosi esatte e precise.

?

!> Fig. 2: panoramica > Fig. 8: lesione rimossa

> Fig. 9: sutura

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Stai preparando un nuovo li-bro: nell’epoca del web, pensiche gli odontoiatri utilizzinoancora i tradizionali mezzicartacei per fini professiona-li?Sicuramente l’evoluzione e lapenetrazione dei supporti dicomunicazione elettronici, lepossibilità offerte da Internet eda strumenti agili, facili e co-modi come l’iPad, hanno cam-biato il modo di leggere e glistrumenti di diffusione dellacultura e non solo dei più gio-vani.Tuttavia il libro come stru-mento di studio, come mezzoper apprendere sia concettiche tecniche, rimane, a mioavviso, lo strumento principe einsostituibile.Sul libro si può sottolineare,scrivere, prendere appunti.Solo il libro permette di “toc-care” i contenuti che si leggonoe di cui ci si vuole impadroni-re.Credo fortemente che il com-puter, per quanto comodo edefficiente, non potrà mai sosti-tuire pienamente il libro, me-no che mai come oggetto distudio e di riflessione.

La peculiarità del volumesarà nelle immagini. Ce nepuoi parlare?Il libro cui stiamo lavorando(io, il dottor Alberto Minnicie, soprattutto, il dottorDaniele Sergiampietri colprezioso aiuto degli odonto-tecnici) non è un romanzo eneppure semplicemente untrattato. Vuole essere e saràuno strumento di lavoro prati-co oltre che un manuale di im-

plantoprotesi.Esso conterrà quel minimonecessario per rinfrescare lamemoria di anatomia, fisiolo-gia e biologia. Di tutte le no-zioni che sono la base biologi-ca del nostro lavoro come tera-peuti. Anche la protesi, soprattuttol’implantoprotesi, è un attomedico in senso pieno, non unfatto meccanico, anche se bio-meccanico. Tuttavia è ancheun lavoro che comprendemolti aspetti di tipo meccani-co e artigianale. È per questoche il libro sarà abbondante-mente illustrato, tanto pieno diimmagini delle fasi diverse dilavoro da rendere la spiegazio-ne scritta solo un supporto.Nelle nostre intenzioni infattile immagini dovranno esserein grado di far capire ogni pas-saggio ai colleghi che vorran-no adottare la tecnica che pro-poniamo.Il testo cercherà di spiegare almeglio il perché di quello chesi fa, le immagini dimostre-ranno il come e, speriamo,l’insieme sarà gradevole, sem-plice e chiaro.Il libro permetterà ai profes-sionisti di rivedere in ogni mo-

mento un passaggio che nonricordano bene e di chiarirloimmediatamente a colpo d’oc-chio, attraverso le immagini.Noi lavoriamo per ottenerequesto risultato e speriamo diriuscirci.

Flat one bridge: in estremasintesi, che cosa dire di que-sta metodica?In sintesi veramente estrema,dirò che è la migliore possi-biltà di riabilitazione implan-toprotesica a carico immedia-to oggi presente sul mercatomondiale e che permette di ot-tenere ottimi e definitivi risul-tati estetico-funzionali, in unmassimo di 72 ore dalla chi-rurgia.Non è un’affermazione che sipossa fare alla leggera, così co-me l’ho detta, ma so che possofarla serenamente e senza pe-ricolo di smentita.Il Flat one bridge è la propostaimplantoprotesica principaleper il carico immediato dellaIntra-Lock, un’azienda giova-ne ma che nasce già con unbagaglio di esperienza e unteam di studiosi che da annilavoravano nel mondo degliimpianti, anche se per conto dialtre aziende. Tra di loro, ildottor Thierry Giorno è statoed è sicuramente il pilastrodella progettazione. Egli ebbeanni fa (circa dieci) l’idea di unabutment che permettesse direndere passivi reciprocamen-te gli impanti, qualunque fosseil disparallelismo.Questo abutment, detto Flatabutment, è il fulcro di tutto ilsistema implantoprotesico de-nominatto Flat one bridge.

Quale la tua storia con que-sto sistema implantare?Ebbi l’opportunità di cono-scere Thierry circa otto annifa, quando mi spiegò la suaidea e ciò che ne poteva deri-vare. Compresi subito la portata ri-voluzionaria di quel piccoloaccessorio e per primo nelmondo riabilitai un certo nu-mero di pazienti secondoquesta nuova tecnica, che al-lora non aveva ancora un no-me.Pubblicai alcuni casi suDental Cadmos, quando an-cora tu ne eri il direttore; par-lai della possibilità con diver-si colleghi e dopo un po’ riu-scimmo a costituire un grup-po e a stendere un protocollo,pubblicato poi suQuintessence. Ora sono numerosissimi icolleghi nel mondo che appli-cano questa procedura. Sonostati esguiti lavori di ricerca estatistiche sia in Italia (BucciSabattiini, Covani, Piattelli,D’Ambrosio, Del Corso,Sammartino e altri) che nelmodo. Tra gli altri, negli Usa -in particolare Cohelo dellaNew York University -, inBrasile, in Corea.Abbiamo raccolto dati stati-stici e, facendo la distinzionetra successo e sopravvivenzaimplantare, posso dire che ilFlat one bridge nelle mani didiversi operatori e con un fol-low up di cinque anni dal ca-rico funzionale ha una proba-bilità di successo superiore al90%.È una procedura che non ri-chiede investimenti onerosi,ma solo uno specifico trai-ning e tanta precisione. La Intra-Lock organizza o ap-poggia la didattica, ma offreanche, per i colleghi che lodesiderano, la presenza di unclinico consulente nel lorostudio per tutto il periodoche reputano necessario pri-ma di poter lavorare da soli. Io stesso sono con piacere adisposizione per queste ini-ziative e frequentemente mireco presso lo studio di colle-ghi e, mentre si opera, si svol-ge l’attività didattica.Sono vecchio del mestiere.Quest’anno sono già 33 anniche esrcito la professione. Miavvicinai agli impianti se-guendo mio padre ai tempi diPasqualini, Tramonte,Muratori e altri grandi mae-stri. Sono passato attraverso

l’uso degli impiantiBranemark, poi Screw Vent,poi una serie di altri impiantifino a che, dopo Bio-Lock,incontrai Thierry Giorno e laIntra-Lock Italia: i fratelliFalivene, fequentando piùspesso Antonio. Ho ritrovato l’entusiasmo chederiva dalla consapevolezzadi poter fare un lavoro sicuro,semplice, bello e, cosa che so-prattutto in questi tempi nonè trascurablie, di poter offrireai miei pazienti un ottimo la-voro con un costo economicomolto contenuto, relativa-mente al tipo di riabilitazio-ne.Ho recentemente pubblicatoun libro sul carico immediatoin implantoprotesi di cui èuscita ora anche la traduzio-ne in inglese. Con questo libro che stiamopreparando vorrei dare aicolleghi uno strumento piùagile, senza essere superfi-ciale, ma puntato molto dipiù sugli aspetti tecnici, dan-do per scontati gli argomentidi base o rimandando per es-si al libro precedente. Darel’opportunità di apprenderenuove procedure. Sono con-vinto di fare cosa utile ai col-leghi stessi, ma anche a tutti ipazienti che a loro si rivolgo-no.

Oggi si parla molto dei bio-materiali, ma se ne conosco-no realmente le caratteristi-che e i vantaggi?Sui biomateriali si parla mol-to già da moltissimo tempo ein particolare dalla fine deglianni Settanta, quandoMuratori presentò un primomateriale che mi pare ricor-dare si chiamasse SyntoGraft, quando fu riproposto ilgesso di Parigi (solfato di Ca)e quando l’allora giovanissi-mo Carlo Mangano presentòil Dac Blu: CaHa sinterizzatache era stata studiata dal pro-fessor Denissen diAmsterdam.Conobbi Carlo in quel perio-do, attraverso lui AdrianoPiattelli, poi altri cultori del-la materia. In particolare conCarlo abbiamo avuto una col-labortazione scientifica di an-ni, culminata con i lavori conl’Irtec Cnr di Faenza.Ho pubblicato numerosi ari-coli e due libri sull’argomen-to: uno nel 1998 (Ed.Martina, Bologna) e il secon-

do nel 2006 (Ed. Tueor,Torino).Questa premessa per dire chesono un appassionato dell’ar-gomento e credo un discretoesperto sia clinico che studio-so della materia. Sono convinto che il campodei biomateriali sia ancoraun campo in cui regna gran-de confusione, se ci si riferi-sce a quanto viene comuni-cato ai dentisti. Un campo incui ciò che vince sono ilmarketing e le mode cultura-li. Non è questa l’occasioneper affrontare seriamente ildiscorso, voglio solo dire chenon è il numero dei lavoripubblicati a dare validità a unprodotto; è la serietà deglistudi eseguiti e il risultato cli-nico che si ottiene.Esprimerò ora solo un parere,che è però ampiamente moti-vato e scientificamente sup-portato: tra i diversi materialipresenti io preferisco e usosolo materiali di sintesi e traquesti, tre: il β fosfatto trical-cico, la CaHa (calcio idrissia-patite) e i copolimeri.

Quale sarà il target prefe-renziale del volume?Il target cui mi riferisco sonoi miei colleghi: i dentisti pra-tici.Non sono un ricercatore diprofessione, nè sono un pro-fessore di ruolo. Ho da anni un contratto diinsegnamento all'Universitàdi Pavia, prima col professorBrusotti, ora con la professo-ressa Rizzo e ciò mi gratificae mi onora. La mia attività,però, è fondamentalmentequella del dentista pratico,quello che deve risolvere iproblemi della signora Maria,la quale oggi ha anche pro-blemi di bilancio.Il mio target di riferimentosono, come già dicevo, i mieicolleghi: quelli che voglionodare prodotti onesti ai loropazienti, curare bene senzarischiare e senza doversirompere la testa o svuotare ilconto per poterlo fare.Oggi più che mai è giusto ri-cordare che l’Oms dice che«la miglior terapia è quellache permette la difesa o la ri-conquista dello stato di salutecol minor costo di invasività ecol minor costo economicopossibile».

Paolo Pegoraro

36<<

Carico immediatocon Flat One BridgeUna tecnica implantoprotesica di grande successo nella pratica clinicadi molti odontoiatri. Vincenzo Bucci Sabattini, uno dei massimi espertidella metodica, sta lavorando a un nuovo libro sull'argomento

DENTAL PRESS <<

«Carico immediato full arch e per quadranti»

sarà il titolo del libro di prossima uscita di

VViinncceennzzoo BBuuccccii SSaabbaattttiinnii, DDaanniieellee SSeerrggiiaammppiieettrrii

e AAllbbeerrttoo MMiinnnniiccii.

Il volume, che supererà le 200 pagine, è ora in

preparazione per i tipi di Griffin e uscirà nel

2012. I casi clinici saranno presentati con imma-

gini cliniche e, per rappresentare un campo

operatorio esangue e quindi più "leggibile", an-

che attraverso illustrazioni e disegni.

Il testo aprirà con una parte propedeutica di

anatomia, radiologia e fisiologia delle strutture

anatomiche importanti per l'implantologo.

Saranno approfondite le caratteristiche degli im-

pianti e la biomeccanica protesica.

Seguirà una parte dedicata alle tecniche chirur-

giche, alle tecniche rigenerative e agli approcci

ricostruttivi del parodonto superficiale. In questa

sezione è particolarmente interessante la parte

dedicata ai biomateriali, alla loro scelta ragiona-

ta e alle differenti modalità di utilizzo. Tra le tec-

niche ricostruttive, il rialzo del pavimento del se-

no mascellare è trattato in modo magistrale da-

gli autori, che vantano una ricchissima casistica.

La terza parte del volume è quella fondamenta-

le rispetto all'iconografia e si configura quasi co-

me un atlante. I casi clinici, accuratamente sele-

zionati, riportano in primo piano la tecnica del

carico immediato, ultimamente trascurata a

causa delle problematiche parodontali ad essa

collegate. Merito degli autori è quello di offrire

una trattazione clinica dettagliata della metodi-

ca, offrendo al lettore le soluzioni e gli accorgi-

menti per scongiurare le complicazioni al paro-

donto.

Italian Dental Journal ha intervistato Bucci

Sabattini per un'anteprima sui contenuti e sugli

obiettivi di questa pubblicazione.

> Vincenzo Bucci Sabattini

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Libera professione e aggior-namento continuo sono dasempre, anche prima dell'in-troduzione dell'obbligatorietàdell'Ecm, un connubio indis-solubile. Perché è lo stessoprofessionista ad avvertire perprimo la necessità di investirein formazione, per proporreai propri pazienti le terapiepiù efficaci, le più mininvasi-ve possibile e, aspetto non se-

condario, le migliori dal pun-to di vista del rapporto costo-beneficio.Oggi è chiaro ormai a tutti co-me il modello di una forma-zione basata sui grandi con-gressi scientifici sia entrato incrisi e si procede a passi spe-diti verso una nuova era in cuitutto ciò che faremo dovràavere una sostenibilità econo-mica. Non sono più accettabi-

li lunghi viaggi e costose siste-mazioni alberghiere per par-tecipare a rassegne scientifi-che dotate di scarsa trasponi-bilità nella pratica clinicaquotidiana.Ecco allora che le nuove tec-nologie possono rappresenta-re una soluzione, in particola-re con il modello della forma-zione a distanza. La Fad comealternativa all’usuale formadel congresso non va tuttaviasposata in modo acritico: laqualità dell'offerta formativa,ieri come oggi, deve essere ilvero discriminante per le scel-te di aggiornamento.

Il modello VideoFadValido strumento per integra-re o sostituire i corsi residen-ziali e per ottenere i creditiEcm è la VideoFad, uno stru-mento formativo multime-diale nato proprio per rispon-dere ad un’esigenza di appren-dimento efficace attraverso idispositivi elettronici, dal Pcal più recente smartphone otablet.È questa la proposta diGriffin, l'editore di ItalianDental Journal, in partnershipcon FadMedica, providerspecializzato nell'e-learningdi ultima generazione.

L'offerta formativaSi tratta di corsi di duratavariabile tra le cinque e le

sette ore, suddivisi in brevimoduli da 30-40 minuti, neiquali il relatore in video, conl’ausilio di slide esplicative,immagini e filmati, conducel'utente verso la compren-sione del contenuto propo-sto.Si vedrà quindi il relatore in“azione” come accade in uncorso residenziale, con ilvantaggio di poter scegliereil momento in cui seguire lalezione e con la possibilità dimettere in pausa il corso inqualunque momento. LaVideoFad offre anche la pos-sibilità di rivedere, parzial-mente o totalmente, il corsoe i video dei casi clinici sen-za limitazioni.

L'interattivitàNella formazione a distanza,rispetto al più tradizionalecorso residenziale, mancacertamente l'interazione di-retta tra discenti e relatore etra colleghi. Una qualità cheviene sostituita dalla presen-za di servizi interattivi chepermettono ai medici discambiarsi informazioni eopinioni attraverso un forumdedicato oppure in temporeale grazie alla chat room.Il tutor, rappresentato dalrelatore stesso o da un suostretto collaboratore, ri-sponderà a qualunque dub-bio sugli argomenti trattatinel corso entro 48 ore.

38<<

Formazione a distanzaIn video è facile ed efficaceItalian Dental Journal e il provider FadMedica stabiliscono una partnershipcon un pacchetto di video corsi. Diventa così più facile e formativo l’obbligo di maturare i crediti Ecm, confermato recentemente dal Ministero

DENTAL PRESS <<

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ll''AAssssoocciiaazziioonnee iittaalliiaannaa ooddoonnttooiiaattrrii ((AAiioo)) e vedono la pre-

senza di relatori e clinici di alto livello, che hanno già ma-

turato una notevole esperienza nell'ambito formativo.

Per ogni corso è stato realizzato un apposito trailer vi-

deo, visionabile gratuitamente, nel quale il relatore pre-

senta gli argomenti trattati.

La visione del corso può essere interrotta in qualunque

momento per poi essere ripresa in seguito anche da una

postazione differente.

IILL CCAATTAALLOOGGOO DDEEII CCOORRSSII AATTTTIIVVII

�� LL''iimmppllaannttoollooggiiaa ccoommppuutteerr aassssiissttiittaa nneellllaa ggeessttiioonnee ddeeii

ccaassii ppoosstt--eessttrraattttiivvii:: aassppeettttii bbiioollooggiiccii ee pprroocceedduurree cclliinniicchhee

Relatore: Daniele Cardaropoli

15 crediti Ecm - 84 €

�� LL''uussoo ddeellllee nnuuoovvee tteeccnnoollooggiiee ppeerr uunn''eennddooddoonnzziiaa ppiiùù

ffaacciillee ee ssiiccuurraa

Relatore: Giuseppe Cantatore

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ttooiiaattrriiaa.. IInnqquuaaddrraammeennttoo ggeenneerraallee ee ttrraattttaammeennttoo ccoonn TTBBAA

Relatori: Ezio Costa, Alessio Redaelli

8 crediti Ecm - 60 €

�� LLaa cchhiirruurrggiiaa oorrttooggnnaattiiccaa ppeerr ll''oorrttooddoonnzziissttaa.. LLee mmaallffoorr--

mmaazziioonnii ddeell IIIIII iinnffeerriioorree ddeell vvoollttoo

Relatore: Giorgio Iannetti

6 crediti Ecm - 60 €

�� CChhiirruurrggiiaa iimmppllaannttaarree gguuiiddaattaa

Relatori: Marco Rinaldi, Guido Schiroli, Luca Casalena,

Riccardo Scaringi, Angelo Sisti

15 crediti Ecm - 72 €

�� LL''aapppprroocccciioo mmiinniinnvvaassiivvoo aallll''iimmppllaannttoollooggiiaa ddeennttaallee..

PPrroottooccoollllii cclliinniiccii eedd eevviiddeennzzee sscciieennttiiffiicchhee

Relatori: Gioacchino Cannizzaro, Marco Esposito

12 crediti Ecm - 72 €

�� EEsstteettiiccaa ddeeii tteessssuuttii oorraallii ee ppeerriioorraallii -- TTeeccnniicchhee ddii mmee--

ddiicciinnaa eesstteettiiccaa aa ccoommpplleettaammeennttoo ddeeii ppiiaannii ddii ccuurraa ooddoonn--

ttooiiaattrriiccii

Relatori: Ezio Costa, Alessio Redaelli

13 crediti Ecm - 72 €

�� TTeeccnniicchhee rriiggeenneerraattiivvee ddeellllee aattrrooffiiee oosssseeee ddeeii mmaa--

sscceellllaarrii

Relatore: Roberto Pistilli

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Relatore: Fernando Ricci

15 crediti Ecm - 60 €

FORUM ECM: SPAZIO DI CRESCITAPER LA FORMAZIONE A DISTANZA

«In Italia è troppo contenuta l'offerta di formazione a di-

stanza, un modalità formativa che permetterebbe inve-

ce la possibilità di una largissima partecipazione da

parte dei medici» ha spiegato RRiiccccaarrddoo VViiggnneerrii inter-

ventuo alla terza conferenza nazionale sulla formazione

continua in medicina, tenutasi il 17 e 18 ottobre a

Cernobbio, sul Lago di Como.

Il professor Vigneri, che dal 2002 coordina la formazio-

ne a distanza della commissione nazionale Ecm, rivela

che nell'anno in corso sono solo poco più di 500 gli

eventi Fad accreditati. Davvero pochi se si pensa che il

bacino d'utenza, costituito da tutte le professioni sanita-

rie, conta circa 900mila operatori.

Quali le cause del rallentato sviluppo di questa modalità

formativa? La conferenza non ha portato a nessuna

considerazione in particolare, ma risulta evidente che la

causa non può essere ricercata in un'unica direzione.

Probabilmente a rallentare l'offerta di corsi di formazio-

ne a distanza concorrono il gap tecnologico degli uten-

ti, che di conseguenza ancora diffidano dei prodotti

multimediali, e la scarsa qualità dei corsi stessi, sia dal

punto di vista dei contenuti che per quanto riguarda la

modalità della didattica: un pdf online o un testo statico

sul web non sono certamente in grado di esaudire le ri-

chieste formative degli operatori sanitari.

Page 22: Accessibilità delle cure Università in prima linea · stazioni su cui lucrare. La preoccupazione e nel con-tempo la sfida verte proprio su questo punto essenziale, riuscire a curare

EDUCATION & MEETING NEWS << 40<< << EDUCATION & MEETING NEWS41 <<

Il trentesimo congresso dellaSocietà italiana di odontoiatriaprotesica (Aiop) si terrà aBologna, presso il Palazzo del-la Cultura e dei Congressi, dagiovedì 17 a sabato 19 novem-bre.Particolarmente accattivante iltitolo di questa edizione:«Ritorno dal futuro. Riscoprirei fondamentali in un’era di tec-nologia». È lo stesso presidentedella società scientifica,

Maurizio Zilli, a spiegarcene il significato: «In ogni ambitoumano il futuro viene costruito sul passato: quanto più tumul-tuosa è l’evoluzione tecnica e scientifica, tanto più è necessarioriaffermare i principi fondamentali, prima di ripartire, come ègiusto, verso il futuro. Questo vale per i giovani, che rischiano diedificare la propria professione senza fondamenta, e per i piùesperti, che devono poter armonizzare la propria consolidatapratica con le nuove tecnologie e i nuovi materiali. La tecnolo-gia rappresenta una grande risorsa - continua Zilli - e sarà sem-pre più presente nell’ambito protesico: oggi siamo in grado diottenere strutture protesiche grazie a procedure virtuali chevanno dalle impronte alla realizzazione delle travate, domaniforse avremo delle macchine che prepareranno i denti e altreche potranno riprodurli, ma difficilmente la tecnologia potràgestire i rapporti fra la protesi e le altre branche dell’odontoia-tria; sicuramente non potrà vicariare il rapporto clinico-odon-totecnico-paziente che, sempre e comunque, definisce la perso-nalizzazione del piano di trattamento e la qualità ultima del la-voro protesico. A questo ci riferiamo parlando di riscoprire ifondamentali: all’interazione fra le varie discipline odontoiatri-che e l’odontoiatria protesica, all’insegna della centralità del pa-ziente».Il congresso sarà strutturato in sessioni, sarà preceduto da uncorso precongressuale di alto livello e vedrà svolgersi collateral-mente ai lavori principali due corsi di aggiornamento: uno sul-la protesi totale, l'altro sulle tecnologie digitali.

LE SESSIONI CONGRESSUALILa prima sessione clinica del congresso si occuperà di analizza-re i fondamentali del pilastro protesico. La frequenza con la qua-le il pilastro protesico è un elemento vitale e strutturalmente in-

tegro risulta sempre minore, grazie all’affidabilità e alla diffusio-ne delle soluzioni implantari. Ma esistono, per contro, diversesituazioni in cui elementi dentari compromessi entrano nel pia-no di trattamento protesico per motivazioni varie, e per i qualideve essere garantita l’affidabilità nel tempo. Durante questasessione verranno allora esaminati i requisiti fondamentali en-dodontici, ricostruttivi e parodontali necessari per condiziona-re positivamente il successo a lungo termine.Seguirà poi un'attenta riflessione sull'aspetto estetico in odon-toiatria protesica, puntando sull’interazione fra le competenzechirurgiche e quelle protesiche per coniugare l’integrazione tis-sutale dei restauri con una prognosi favorevole. Cosa può fare ilchirurgo per creare un "ambiente" favorevole al protesista? E co-sa può fare il protesista per condizionarlo e mantenerlo? Questele due domande che guideranno la discussione.In parallelo si svolgerà la sessione dedicata esclusivamente agliodontotecnici: «Protocollo operativo per il laboratorio odonto-tecnico: dalla filosofia alla pratica».Chiuderà i lavori la mattinata del sabato, prevista in sessione co-mune, sulla corretta comunicazione fra studio e laboratorio co-me anello fondamentale nella catena per il successo protesico.

IL CORSO PRECONGRESSUALENella giornata di giovedì 17 novembre si terrà il corso precon-gressuale dal titolo «Implantologia osteointegrata: ancoraggio o

strumento per ripristinare l’omeostasimorfo-funzionale?», tenuto dai dottoriGaetano Calesini e Agostino Scipioni edall'odontotecnico Roberto Canalis.È sufficiente lavorare in team per avereottimi risultati? La domanda non è retori-ca, il team work in implantoprotesi pre-suppone un’organizzazione rigorosa, unacondivisionedello studio del caso e degli obiettivi della terapia e un'attentapianificazione operativa. Tutti questi aspetti verranno parteci-pati con la platea da una squadra di relatori che in maniera qua-si pionieristica ha affrontato dal suo nascere l’implantoprotesicon questo approccio, anticipando i concetti di implantologiaprotesicamente guidata e utilizzando gli impianti non come vir-tuosismo chirurgico ma come supporto restaurativo a fini pro-tesici, dunque mantenendo la centralità del piano di trattamen-to protesico a partire dalla progettazione per terminare con l’e-secuzione tecnica che assicuri al paziente estetica e funzione ot-timali.

PLS EducationalTel. 055.24621 - Fax [email protected] - www.aiop.com

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XXX Congresso Internazionale Aiop

Venerdì 2 e sabato 3 dicem-bre si terrà a Palermo (hotelNH Jolly) il XXV congressonazionale dell'Associazioneitaliana odontoiatri (Aio)presieduta da PierluigiDelogu.

Nella mattinata di venerdì si terranno ben cinque corsi pra-tici precongressuali: «la chirurgia computer guidata e il cari-co immediato applicati alla filosofia All-on-4», «lembi e su-ture in chirurgia odontoiatrica: come costruire il successo?»,«nuove soluzioni nella moderna chirurgia computerizzata»,«stratificazione e cementazione dei restauri indiretti e im-pronte di precisione» e «restauro diretto dei denti anteriori:tecnica di stratificazione mediante l’utilizzo di nuovi smaltiad alto indice di rifrazione».Nel pomeriggio, dopo i saluti del presidente nazionale, si apriràla sessione principale del congresso, con diverse relazioni clini-che che proseguiranno per tutta la giornata di sabato. In paral-lelo ai lavori congressuali, grazie al fattivo contributo della Sido,si terrà un ampio simposio di ortodonzia coordianto daClaudio Chimenti, presidente della società scientifica.«Il congresso offrirà due giornate di aggiornamento profes-sionale con i requisiti stabiliti dal ministero della Salute inmateria di Ecm, offrendo al contempo esposizioni della piùmoderna tecnologia e dei materiali esistenti sul mercato»hanno spiegato Mario Marrone, presidente del comitato or-ganizzatore, e Saverio Buccheri, entrambi della sezione Aiodi Palermo.

Aurora Anania - [email protected]. 091.6819734 - Cell. 320.0119674www.aio.it

XXV Congresso Nazionale Aio

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L'azienda Butterfly Italia haorganizzato per la giornatadi sabato 26 novembre,presso il PoliambulatorioOdontostomatologico S.Apollonia di via Adamello1 di Lazzate (Milano), uninteressante corso di rico-struzione tridimensionalecon griglie in titanio, chesarà tenuto dal dottorSalvatore Longoni.Il programma della giorna-ta prevede, dalle 9, la di-

scussione sull’aumento verticale della cresta e ricostruzionetridimensionale, accennando inoltre ai materiali e alle tecni-che. Particolare attenzione si riserverà all’utilizzo delle gri-glie in titanio nella ricostruzione mascellare. A seguire, unintervento videoregistrato illustrerà le metodiche di rico-struzione tridimensionale con griglia nella mandibola. Nelpomeriggio, spazio al tema degli interventi di rimozione diuna griglia con inserimento impianti; sarà disponibile un in-tervento videoregistrato con istruzioni per l’esercitazionepratica. Alle 16, infine, esercitazioni pratiche su modelloanimale.«La ricostruzione ossea tridimensionale deve essere esegui-ta al fine di garantire una sufficiente quantità di tessuti du-ri e molli attorno agli impianti, per incrementare i risultatiestetici e di sopravvivenza degli impianti a lungo termine -ci ha spiegato Longoni -. Il Corso ha lo scopo di valutare siaclinicamente che radiograficamente queste situazioni clini-che, al fine di progettare per alcuni casi ricostruzioni tridi-mensionali mediante l’utilizzo di griglie in titanio, qualemezzo di barriera tra il materiale innestato e i tessuti molli.Il programma della giornata prevede l’analisi dei materialida utilizzare e le tecniche chirurgiche più appropriate perconseguire un risultato predicibile, incluse le eventualicomplicanze derivanti da queste tecniche» ha concluso il re-latore.

Butterfly Italia srlTel. 02.95335246

Corso di ricostruzionetridimensionale

> Salvatore Longoni

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Venerdì 11 e sabato 12 novembre a Milano (MarriottHotel) si terrà l'ottava edizione del simposio internazionaledell'azienda implantare MegaGen, un evento che dal 2004 sitiene ogni anno a Seoul, in Corea. La scelta di Milano e loslogan che accompagna il titolo del simposio, «connect theworld», rivela la precisa intenzione di celebrare con l'eventola crescita internazionale che l'azienda ha avuto in questi an-ni, soprattutto in Europa.Tre le sessioni principali del simposio: tecnologia implantare,chirurgia e rigenerazione, trattamenti interdisciplinari. Temiche verranno approfonditi da relatori provenienti da tutto ilmondo, con ospiti illustri come lo svizzero Ueli Grunder, l'a-mericano Thomas Han e il nostro Tiziano Testori.

Megagen Italia srlTel. 031.2281057 - Fax [email protected] - www.megagenitalia.it

8th MegaGenInternational Symposium

> Lo staff dell'ottavo MegaGen Internation Symposium

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La Società italiana studiodolore orofacciale (Sisdo)terrà a Brescia nella giornatadi lunedì 7 novembre il suoprimo convegno, che apriràun dibattito tra i soci dellasocietà scientifica e permet-terà di condividere le primeesperienze di ricerca.Grazie a una migliore com-prensione dei processi noci-cettivi, in questi ultimi annisono state messe a disposi-zione degli operatori sanitari

terapie sempre più efficaci per contrastare il dolore.Nonostante questo il dolore orofacciale rappresenta a tutt’oggiuna problematica di non facile gestione, per la quale non sem-pre è possibile raggiungere una corretta diagnosi e una terapiaopportuna. «Questo perché, se da una parte non sono ancoracompletamente noti i meccanismi che modulano la trasmis-sione del dolore a livello del sistema sensitivo orofacciale, dal-l’altra il dolore orofacciale è spesso misconosciuto e non ade-guatamente approcciato» ci ha spiegato Luigi Rodella, fonda-tore e presidente di Sisdo, nata qualche anno fa con lo scopo divalorizzare le conoscenze, gli studi e le ricerche multidiscipli-

nari riguardanti il dolore orofac-ciale in tutti i suoi aspetti, da quel-li clinici a quelli sperimentali.Al convegno in particolare ver-ranno affrontati i temi della neu-rochimica della trasmissione deldolore orofacciale, l’anatomia delnervo trigemino, la sindrome del-la bocca urente, i farmaci a dispo-sizione per il trattamento del do-lore orofacciale, l’utilizzo dell'ago-puntura nel trattamento delle algie facciali.Solo grazie a un fitto scambio di informazioni possono essereda una parte intrapresi studi mirati a risolvere le problemati-che che ciascun operatore affronta nel quotidiano e dall’altraportare a conoscenza di tutti i clinici i più recenti risultatiscientifici. Il tutto nell’intento di un migliore supporto alle esi-genze cliniche dei pazienti, la cui salute è da considerarsi sem-pre come nostro vero obiettivo finale» ha concluso Rodella,docente di anatomia presso la facoltà di medicina e chirurgiadell'Università degli Studi di Brescia.

Tel. 030.3717479 - Fax [email protected] - www.sisdo.it

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I convegno Sisdo

> Luigi Rodella

Page 23: Accessibilità delle cure Università in prima linea · stazioni su cui lucrare. La preoccupazione e nel con-tempo la sfida verte proprio su questo punto essenziale, riuscire a curare

Vicenza ospiterà il 5 novembre il simposio dell’Accademia italia-na Camlog, associazione culturale che ha lo scopo di sostenere losviluppo scientifico e clinico dell’implantologia osteointegrata. «Questo obiettivo ambizioso sarà perseguito attraverso l’organiz-zazione di un congresso biennale, di corsi di continuing educa-tion e la preparazione di progetti di ricerca e trial clinici, con ilsupporto della International Camlog Foundation - ci ha spiega-to Carlo Maiorana, direttore della scuola di specializzazione inchirurgia odontostomatologica dell'Università di Milano e coor-dinatore dell'Accademia -. Il consiglio direttivo che ho l’onore dicoordinare per il prossimo biennio, è costituito da clinici e ricer-catori di fama che hanno, con entusiasmo e senso di amicizia, ac-cettato di costruire assieme una nuova entità che fornisca lineeguida ai clinici e sostenga la ricerca implantologica nell’ambitodella metodica Camlog» prosegue Maiorana.I temi affrontati dai relatori nella giornata congressuale sono traquelli di maggiore attualità e offriranno lo spunto per una discus-sione attiva e costruttiva: il controllo dei tessuti molli in terapiaimplantare, i difetti alveolari in area estetica, la chirurgia guidata,il grande rialzo del seno mascellare, la rigenerazione ossea nelleatrofie mascellari, il platform switching, la protesi avvitata e ce-mentata, le tecniche Cad-Cam per la protesica implantare.

Alta TechTel. 0444.461313 - [email protected]

Accademia italiana Camlog

Sabato 19 novembre a La Spezia(Jolly Hotel del Golfo) il dottorLuciano Falchetta, presidente diAio Toscana, terrà un corso teori-co incentrato sull’utilizzo dei bio-materiali in chirurgia orale, ana-lizzandone nel dettaglio applica-zioni e potenzialità.«L’ingegneria tissutale potrà rap-presentare un domani non lonta-no un normale ausilio per il clini-

co, che potrà manipolare tessuti precostituiti in laboratorio e uti-lizzare proteine morfogenetiche precursori del tessuto osseo - spie-ga il relatore -. Oggi è possibile avvalersi di molte tecniche chirur-giche incrementali con l’ausilio dei biomateriali, che garantisconoin maniera predicibile interventi di parodontologia e implantolo-gia anche in situazioni anatomiche sfavorevoli, consentendo il suc-cesso terapeutico» ci ha detto l’esperto, che nella sua pratica profes-sionale si occupa prevalentemente di chirurgia orale con specificointeresse per la risoluzione di casi complessi che prevedano tratta-mento di gravi atrofie ossee dei mascellari.

Dott. Luciano Falchetta Tel. [email protected]

Biomateriali in chirurgia orale

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EDUCATION & MEETING NEWS << 42<< << EDUCATION & MEETING NEWS43 <<

Dopo il successo delle due con-ferenze tenute lo scorso anno aMilano e Napoli, Kuraray DentalItalia propone nuovamente dueimportanti eventi scientifici sul-lo stato dell’arte delle tecnicheadesive in odontoiatria.Quest’anno Kuraray organizzadue “lectures” di altissimo livelloche si terranno il 5 novembre aRoma in collaborazione conl’Università La Sapienza e il 7 no-vembre a Torino con l’Universitàdegli Studi di Torino.I relatori saranno due docentiuniversitari di grande prestigio eautorevolezza: il professor JunjiTagami e il professor LorenzoBreschi. Tagami è presidente della facoltàdi odontoiatria della Tokyo me-dical and dental university. Isuoi interessi scientifici primarisono legati all’adesione dei ma-teriali da restauro alla sostanzadentale nell’ambito dell’odon-toiatria adesiva e della cariolo-

gia. Recentemente il gruppo di studio da lui guidato ha fat-to importanti scoperte nell’ambito dell’adesione self-etchinge nello studio dello sviluppo delle carie secondarie.Breschi è professore associato presso la clinica odontostoma-tologica dell’Università di Trieste. È anche stimato relatore innumerose conferenze in Italia e all’estero e autore di numerosepubblicazioni su riviste internazionali soprattutto per quantoriguarda gli aspetti scientifici e biologici relativi all’adesione inodontoiatria. Inoltre, collabora attivamente con vari gruppi diricerca internazionali nello sviluppo di nuove metodologie le-gate alle tecniche di adesione in odontoiatria conservativa.Le recenti scoperte nell’ambito dell’adesione in odontoiatriaverranno affrontate nel corso delle due conferenze per offri-re ai partecipanti un panorama completo ed aggiornato su-gli ultimi sviluppi scientifici in questo ambito.

Kuraray Dental ItaliaTel. 02.63471228

Conferenze sull’adesione

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> Junji Tagami

> Lorenzo Breschi

Venerdì 24 febbraio 2012 siterrà a Milano (Auditorium SanPaolo) la ventiquattresima edi-zione delle Giornate di implan-tologia, organizzate dalla sezio-ne milanese del Cenacolo odon-tostomatologico italiano (Coi-aiog). L’evento, dal titolo «Perimplantiti:la nuova sfida per il team odon-toiatrico» è rivolto a tutti i com-ponenti dell'équipe e affronterà iltema delle perimplantiti sia dalpunto di vista biologico ed ezio-patogenetico che terapeutico e

prognostico. A fine giornata vi sarà inoltre un focus on sul te-ma bisfosfonati e impianti.«Sarà una giornata di lavori molto intensa e focalizzata suun argomento - la perimplantite - che verrà affrontato sottoi diversi aspetti clinici ma anche professionali, con una pa-noramica sul ruolo di igienisti dentali e assistenti nella ge-stione di questa complessa patologia» ci ha spiegatoFederica Demarosi, presidente della sezione milanese delCoi-Aiog.Ad alternarsi sul palco dei relatori un buon mix tra profes-sionisti, professori universitari, esperti e giovani clinici:Michele Brosio, Antonio Carrassi, Aurelio Cazzaniga,Federica Demarosi, Giovanni Lodi, Mauro Merli, LiaRimondini, Leonardo Trombelli.

Cenacolo Odontostomatologico ItalianoTel. 02.201488 - Fax 02.29526207www.cenacolo.com

XXIV Giornate di implantologia

> Federica Demarosi

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L’eccellenza dell’odontoiatria italiana viaggia in parallelo conl’aggiornamento professionale. Per questo Geass Campus, unprogramma di formazione teorico-pratica in chirurgia orale eimplantologia, continua anche nel 2012. Tante le novità: sempre più attenta all’estetica, l'azienda implan-tare Geass propone una serie di corsi aperti sia all’odontoiatrasia all’odontotecnico in ambito protesico, partendo dalle tecni-che più conosciute fino ad arrivare a quelle più innovative. Si ar-ricchiscono inoltre le collaborazioni con l’Università: all’ormaiconsolidato appuntamento a Pilsen con il Corso di anatomiaumana su cadavere, in collaborazione con la Charles Universitydi Praga, e al Corso di perfezionamento in implantologia orga-nizzato con l’Università di Firenze, si aggiunge il Corso di ag-giornamento teorico-pratico in implantologia realizzato grazieall’Università di Chieti. Inoltre, dopo il successo del corso di parodontologia tenutopresso l’Andi Bergamo dal dottor Filippo Graziani, è statostrutturato un vero e proprio percorso formativo in ambito pa-rodontale: dalla diagnosi ai piani di trattamento chirurgici enon, per concludersi con il trattamento implantologico nel pa-ziente parodontale. Il tutto in tre incontri che si terranno tragennaio e luglio 2012, dal venerdì al sabato mattina.E ancora, per fornire un pacchetto completo, sono numerosi icorsi Geass Campus dedicati a un’efficace ed efficiente gestionedello studio e delle risorse, come ad esempio la presentazionedel piano di cura e delle condizioni economiche al paziente e ilcorso di primo soccorso. Infine, tre proposte on demand: tutela legale, inglese scientificoe tutoring per giovani odontoiatri.

Chiara Passone Tel. [email protected] - www.geasscampus.it

Geass Campus 2012

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Da giovedì 10 a sabato12 novembre a Roma(Hotel Rome Cavalieri) siterrà il XXIII congressodella Società italiana diortodonzia (Sido).Si inizierà giovedì con bensei corsi precongressuali:la correzione efficace edefficiente della II classecon l’apparecchio Forsus;come incrementare la ve-locità del movimento or-todontico; management ecomunicazione; la giorna-ta delle società ortodonti-che che si confronterannosul follow-up nelle diversetecniche ortodontiche; il

corso teorico-pratico dedicato ai giovani ortodontisti; il cor-so in collaborazione con la Società italiana di odontoiatriainfantile.«Il tema generale delle sessioni congressuali di venerdì 11 esabato 12 è il follow-up in ortodonzia, che sviscereremo sot-to molti punti di vista grazie all’intervento di relatori di fa-ma nazionale e internazionale, il tutto stimolato da interes-

XXIII congresso Sidosanti discussioni create dai controrelatori» ci ha dettoClaudio Chimenti alla vigilia dell'ultimo appuntamentodella sua presidenza. L'ortodontista, al termine dell'anno,passerà infatti il testimone a Maurizio Manuelli, che gui-derà la società scientifica per tutto il 2012. La presidenzaSido, infatti, è prevista oggi con durata annuale, e dopoManuelli toccherà a Felice Festa ricoprire la carica nel 2013e successivamente a Claudio Lanteri nel 2014. Durante ilcongresso verrà eletto il presidente per il 2015.All’interno del congresso ci saranno anche tre eventi collaterali.Uno sarà dedicato ai tecnici ortodontisti, un altro alla preven-zione prima del trattamento ortodontico per medici, igienisti eassistenti di studio. Infine è stato organizzato un corso di orto-donzia aperto a tutti che avrà tra l'altro lo scopo di far conosce-re meglio l’ortodonzia e la Sido agli odontoiatri.Nell’ambito del congresso sarà allestita come di consuetouna mostra merceologica.Molto curati i momenti di aggregazione, dall'organizzazionedel pranzo presso la sede congressuale all'aperitivo di giovedì,fino alla cena sociale di venerdì presso Villa Miani.

Meeter CongressiTel. 06.32651425 - Fax [email protected] - www.meeter.itwww.sido.it

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> Claudio Chimenti

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Giovedì 17 e sabato 18 novembre si terrà a Milano, pressol'Istituto stomatologico italiano, la quarta edizione del con-vegno «Meeting laser day», un incontro scientifico intera-mente dedicato all'applicazione terapeutica in odontoiatriadi queste tecnologie.Ad animare la due giorni di meeting ci saranno i maggioriesperti di laser, che in questi anni hanno contribuito alla dif-fusione della terapia indicandone il razionale scientifico estudiandone i risultati in differenti ambiti della disciplinaodontiatrica: dalla parodontologia allo sbiancamento denta-le, dall'endodonzia alla chirurgia orale.Il convegno rappresenta un importante occasione di con-fronto e puntuale aggiornamento su una tecnologia che pro-mette ancora un grande sviluppo nell'ambito delle terapieodontoiatriche.

DMT Dental Medical TechnologiesTel. 039.481123Fax 039.2453753Claudia [email protected]

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Meeting Laser Day

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FATTI & PERSONE << 44<< << FATTI & PERSONE45 <<

Amici di Brugg anima l'Expodental Forum

Il rapporto ultraventennaletra Amici di Brugg e Unidicon un po’ di fantasia po-trebbe definirsi un matri-monio d'amore e d'interesse.L'Associazione ha portato indote la sua profonda espe-rienza in tema di formazio-ne e di produzione di eventi

culturali; la rappresentanzadegli industriali dentali hamesso in gioco le proprie ca-pacità organizzative e cata-lizzatrici dell’interesseaziendale ad esporre e pre-sentare i propri prodotti almercato odontoiatrico. Tale felice unione d'intenti,che raggiunge il vertice ognianno a Rimini durante il con-gresso di maggio, ha presoforma, come del resto è avve-nuto l’anno passato, a Romanell'ultima edizione diExpodental Forum, la manife-stazione culturale che ha avu-to luogo a ottobre all'internodi International Expodental.La giornata di formazionegratuita con accreditamentoEcm ha visto impegnati alcunitra i principali esponentidell'Associazione. I temi og-getto dei corsi hanno riguar-

dato le terapie sui pazienti inetà evolutiva e l'implantologianelle sue declinazioni più mo-derne. La giornata è stata pre-sieduta al mattino dal dottorMario Iorio, presidente degliAmici di Brugg e dal dottorRenato Scotti di Uccio, segre-tario generale. Mentre al po-meriggio è stata presiedutasempre da Scotti di Uccio, e daLuigi Scaiola, vicepresidentedell'Associazione.La prima relazione del ve-nerdì è stata tenuta dal dot-tor Nicola Perrini, vicepre-sidente dell'Associazione, eha avuto come argomento latraumatologia in età evoluti-va, un tema ben presenteagli odontoiatri che spesso sitrovano nella necessità difornire una prestazioned’urgenza in conseguenza diun trauma dentale in pa-

zienti di giovane età. La fasepiù importante e delicatadell'intervento è una dia-gnosi corretta che consentaal dentista di stabilire unpiano di trattamento idoneoe nello stesso tempo di porrele basi di una prognosi accu-rata. Le esposizioni pulpari,le fratture radicolari, le lus-sazioni, le avulsioni, le com-plicazioni tardive quali lanecrosi, i riassorbimenti in-terni ed esterni e le calcifica-zioni sono tutti temi che ildottor Perrini, tra i massimiesperti italiani di endodon-zia, ha portato all'attenzionedel pubblico con la consuetaperizia.Di seguito, nel corso dellasessione mattutina, il dottorPiero Altieri ha trattato il te-ma della terapia di patologiedentali in età pediatrica. Si

tratta di interventi che ven-gono sovente erroneamenterinviati a una età più adultaper la difficoltà di curare ilpiccolo paziente. La frequen-te mancanza di collaborazio-ne alla cura da parte deibambini non dovrebbe maiscoraggiare l’operatore dal-l’intervenire il più tempesti-vamente possibile, specie neicasi in cui la patologia si pre-senta particolarmente invali-dante. E questo allo scopo dirimettere al più presto i pic-coli pazienti sui corretti bi-nari della crescita, sulla qualeuna buona salute orale giocaun ruolo fondamentale. La dottoressa Lilia Bortolottie Guido Garotti, tesorieredell'Associazione, si sono oc-cupati nel primo corso pome-ridiano di protesi e pazientiedentuli, che sempre piùspesso richiedono il tratta-mento implantare. Il pianoterapeutico deve in questi ca-si essere formulato e pro-grammato attraverso unaprecisa definizione degli spa-zi disponibili e della colloca-

zione implantare. Una protesirimovibile correttamente ese-guita costituisce in questi casila condizione necessaria peril successo finale.La relazione conclusiva dellagiornata è stata tenuta daidottori Andrea AlberghiniMaltoni e Stefano Silvestrellie ha avuto come argomentol'implantologia software assi-stita con il sistemaModelGuide. La chirurgiaguidata, è stato detto, basatasui principi e sulla predicibi-lità della pianificazione com-puterizzata, al giorno d’oggirappresenta la massima evo-luzione nell’implantologiadentale. Questa tecnica infatticonsente all’operatore di pia-nificare l’intervento chirurgi-co al computer sulla base diun’indagine Tac e attraversoun modello in gesso su cuiverrà poi realizzata, mediantetecnica Cad-Cam, una dimachirurgica utilizzata per lapreparazione del sito implan-tare e che riporta fedelmentenella bocca del paziente lescelte terapeutiche.

Gerhard Seebergereletto nel consigliodirettivo FdiIn occasione del novantano-vesimo congresso scientificoannuale della Fdi, tenutosi aMexico City dal 10 al 17 set-tembre, si è riunito il parla-mento politico che, dopo idiversi appuntamenti suddi-visi in assemblee, open fo-rum e meeting delle com-missioni, ha concluso i lavo-ri con le elezioni dei nuovirappresentanti del consigliodirettivo e dei diversi comi-tati.Dopo l’elezione per acclama-zione del nuovo presidente, la

dottoressa Tin Chun Wongdi Hong Kong, sono stati elet-ti cinque membri del consi-glio direttivo, tra cui spicca ilnome del nostro GerhardKonrad Seeberger.Un importante riconosci-mento per l’impegno e ilruolo svolto in ambito inter-nazionale da partedell'Associazione italianaodontoiatri (Aio), di cuiSeeberger ha ricoperto inpassato il ruolo di presiden-te e che oggi rappresenta al-l'estero.

> Nicola Perrini

Euronda: un cortometraggio per presentare la nuova autoclave

Euronda SpA, azienda attivanel settore della sterilizzazio-ne per gli studi dentistici, hapresentato in una serata delloscorso settembre la nuova au-toclave E9 Recorder. La pre-sentazione, un vero e proprioevento, si è tenuta pressol'Hotel Vergilius a Creazzo(Vicenza) alla presenza di170 persone provenienti daItalia, Francia, Spagna,Germania, Iran e molti altriPaesi.Per l'occasione Euronda, cheha festeggiato proprio loscorso anno il 35° anniver-sario, ha realizzato un corto-

metraggio, proiettato duran-te la serata. Il filmato, dal ti-tolo «The Change», è statomolto apprezzato dai pre-senti per l'originalità dell'i-dea e la curiosità che creanello spettatore fino al mo-mento della rivelazione dellamacchina.«È stato un evento davveroindimenticabile, il cortome-traggio ha lasciato tutti a boc-ca aperta: chi poteva immagi-nare una presentazione cosìper un'autoclave?» ha com-mentato Paolo Malpassi, re-sponsabile sviluppo prodottidi Euronda.

La nuova E9 Recorder rap-presenta l'evoluzione dellaE9, il prodotto di punta diEuronda, nato e apprezzatoin tutto il mondo per l'inno-vativo sistema di tracciabi-lità (l'operatore può averetraccia dell'intero ciclo disterilizzazione stampando

tutti i dati su etichette adesi-ve e salvandoli al computer).Per la nuova autoclave,Euronda è partita dalle giàottime caratteristiche delmodello precedente evol-vendole in una duplice dire-zione: rendere la macchinaancora più performante, conuna tecnologia all'avanguar-dia che garantisce una steri-lizzazione eccellente, rumo-rosità minima e consumi ri-dotti, e andare incontro alleesigenze dell'operatore faci-litandone il lavoro con unaserie di novità esclusive,uniche nel settore, che loguidano step by step. «Siamo riusciti a migliorareuna macchina che era già ot-tima rendendola eccellente,migliorando le prestazioni,

abbattendo i costi. E tuttoquesto l'abbiamo fatto inItalia, grazie a una squadradi persone che collaboranoin sinergia, elemento neces-sario per raggiungere un ri-sultato di questo livello» ciha detto Malpassi.

Con la nuova autoclaveEuronda ha raggiunto ancheun livello estetico davveromolto alto, grazie al designrigoroso che minimizza gliingombri, alle finiture e al-l'utilizzo di materiali all'a-vanguardia.

> La stretta di mano tra Gerhard K. Seeberger (a sinistra) e BurtonConrod (a destra), past president Fdi, dopo la proclamazione

InternationalExpodental torna a MilanoSi è chiusa sabato 8 ottobre l'e-dizione 2011 di InternationalExpodental, organizzata pres-so i padiglioni espositivi dellaFiera di Roma.Nonostante i primi dati (nondefinitivi) forniti dalla Fieradi Roma sulle presenze (cir-ca 18mila) indichino unaleggera flessione rispetto al-lo scorso anno, dovuta a uncalo dei visitatori stranieri (-6%), la soddisfazione diUnidi nell’aver sostanzial-mente confermato i dati del-lo scorso anno in un mo-mento di profonda crisi peril settore odontoiatrico ita-liano è alta.Negli ultimi 40 anniInterantional Expodental èprofondamente cambiata sianel modo di intendere il pro-dotto fiera che di favorire ilmodello di business. «Oggi fasorridere -dice il presidenteUnidi Mauro Matteuzzi - ri-cordare come la manifesta-zione sia nata per frenare l’e-sterofilia dell’utenza e pro-muovere il mercato italianoribadendo con forza la qua-lità di quanto prodotto dalleaziende associate».«Il movimento creato inquesti anni (oltre 60 mila vi-sitatori) ha dimostrato comein Italia l’interesse per que-sto tipo di manifestazione è

ancora molto alto e che lanostra scelta di trasferirci aRoma per agevolare gli ope-ratori del Centro-Sud è statapremiata» ha commentatoun soddisfatto MauroMatteuzzi.Una scelta però subito scon-fessata dalla notizia sulla se-de della prossima edizione:si torna a Milano, dal 18 al20 ottobre. La manifestazio-ne avrà luogo all’interno delquartiere espositivo cittadi-no di Fiera Milano, denomi-nato fieramilanocity el'Expodental Forum si av-varrà delle nuovissime strut-ture del centro congressiMiCo, dotato di sale modu-labili che possono ospitarefino a 18mila persone in 70sale conferenza accogliendoin un unico spazio espositi-vo fino a 54mila metri qua-drati sullo stesso piano.«Oltre a voler festeggiare i40 anni della manifestazionenella città che l’ha ospitataper oltre 20 anni - dice ilpresidente di PromunidiAlessandro Gamberini - ilquartiere fieristico cittadinoe il nuovo centro congres-suale ci permettono diproiettare InternationalExpodental e il settore den-tale verso un futuro promet-tente».

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FATTI & PERSONE << 46<< <<<< << DENTAL MARKET47

Conservativa

Peak Universal Bond è unadesivo monocomponente,nanoriempito al 7,5%, fotopo-limerizzabile e contenente lo0.2% di clorexidina, sostanzache si è dimostrata in gradodi bloccare le metalloprotei-nasi (Mmp) nell’attività de-struente, assicurando in que-sto modo la stabilità del lega-me adesivo nel lungo termi-ne. Essendo le Mmp capacidi attaccare il collagene cir-costante in presenza di acidiprovenienti sia da batteri cheda sostanze chimiche pre-senti nei sistemi adesivi, lostrato ibrido ne verrebbe in-debolito favorendo la microin-filtrazione e il fallimento delrestauro stesso (Breschi etal. Dent Mater 2008; Breschiet al. J Adhes Dent 2009;

Breschi et al. Dent Mater2010).Peak Universal Bond è uni-versale: può essere utilizzatosia con la tecnica Total Etchin abbinamento con il mor-denzante all’acido fosforicoUltra-Etch oppure con la tec-nica Self Etch in abbinamen-to al primer Peak SE. PeakUniversal Bond garantisceper entrambe le tecniche va-lori adesivi elevati, risultati si-curi e stabili nel tempo senzarischio di microinfiltrazioni efallimenti del legame adesivograzie alla presenza della

clorexidina.Il prodotto è indicato per tuttele tecniche adesive su denti-na, smalto, ceramica, metal-lo, composito e zirconia equindi è particolarmente utilenelle tecniche di restaurativadiretta, indiretta, nella ce-mentazione adesiva di perniin fibra nonché nella ricostru-zione del moncone.

Per informazioni:

Ultradent Italia srlNumero Verde [email protected]

Ortodonzia

PEAK UNIVERSAL BOND

Dal 6 all’8 ottobre 2011 si è te-nuta, presso il Palazzo dellaGran Guardia a Verona, la ter-za edizione del World ImplantOrthodontic Congress, eventodi fama internazionale che havisto la partecipazione deldottor Ron Roncone per lasua prima volta in Italia.Laureato presso la MarquetteSchool of Medicine e in pos-sesso di specializzazionipresso Harvard School ofDental Medicine e Forsyth

Dental Center, il dottorRoncone pratica a San Diego,in California, ed è specializza-to nel trattamento dei pazientiadulti (estetica, chirurgia eTMD).Sostenitore dell’ortodonziaestetica, svolge seminari intutto il mondo relativamentealle tecniche Straight-Wire,linguale e al nuovo sistemaMTM No Trace System (MinorTooth Movement), il tratta-mento completamente invisi-

bile per i casi che richiedonolievi movimenti dentali.Si tratta di attacchi lingualiautoleganti con una formadella base studiata per facili-tare il loro posizionamento;essi permettono di raggiun-gere risultati ottimali in sole12-24 settimane, assicuran-do il massimo comfort delpaziente grazie alle alettesmussate e alla ridotta inter-ferenza sui denti antagonisti.

Per informazioni:

Orteam SpATel. 02.66711227 r.a.Fax [email protected]

Nasce Mau, l'associazione dei mobilieri

In una presentazione nel cor-so di InternationalExpodental un network diaziende impegnate nella pro-gettazione, produzione e di-stribuzione di arredi profes-sionali hanno sancito la na-scita dell'associazione Mau –

Mobilieri associati Unidi –con lo scopo di promuoverela competenza, la qualità e ilservizio dei migliori produt-tori in questa specifica area dibusiness. Il gruppo di lavoroMau, nato all’internodell’Associazione dell’indu-

stria del settore dentale, hadunque il fine di sensibilizza-re dentisti, igienisti dentali eodontotecnici sui vantaggi discegliere un mobile da com-plemento progettato e realiz-zato in metallo specificata-mente per il settore odontoia-

trico e odontotecnico.Promotori dell'iniziativa e so-ci sono ad oggi le aziendeDental Art, Edarredo, ErgoTre, Loran, Rossicaws,Saratoga, Tavom e Tre T, ot-to realtà con esperienza ultratrentennale nel settore; azien-de nate e che si sviluppanonel e per il settore odontoia-trico. Il direttivo dell'associa-zione è coordinato dal consi-gliere Unidi Gianna TorrisiPamich e composto dai tito-lari delle otto ditte.«I professionisti italiani delsettore dentale – spiegaGianna Torrisi Pamich –sanno bene che sono i mate-riali e le attrezzature di qua-lità unitamene alla loro pro-fessionalità a dare le migliorigaranzie ai propri clienti, sia-no questi pazienti oppureodontoiatri. Attraverso il

gruppo Mau vogliamo sensi-bilizzarli sull’importanza didedicare la stessa attenzioneche dedicano alla scelta di unimpianto o di un compositoanche verso i mobili profes-sionali che arredano lo studioo il laboratorio odontotecni-co. Mobili che se non adegua-tamente progettati e corretta-mente realizzati con materia-li studiati per il settore sanita-rio e odontoiatrico in parti-colare, possono comportarepotenziali rischi per la salutedei pazienti e degli operato-ri».Gli arredi professionali rea-lizzati dalle aziende associateUnidi offrono la garanzia diqualità costruttiva unita auna cura dei dettagli e a undesign ricercato. Ma non so-lo, l’utilizzo di leghe metalli-che appositamente studiate e

di vernici atossiche li rendo-no facilmente igienizzabiliprevenendo efficacementeogni possibile rischio di infe-zione incrociate. Ma il mobi-le da complemento è ancheun ottimo strumento di co-municazione per trasmettereuna corretta immagine dellapropria professionalità. «Da anni i produttori delcomparto mobilieri associatiUnidi – continua la coordina-trice – realizzano l’arredo del-lo studio odontoiatrico e dellaboratorio odontotecnico se-condo standard di qualità ele-vati, seguendo normative benpiù restrittive in tema di sicu-rezza di quelle previste inItalia. Qualità apprezzata dalmercato mondiale visto chel’esportazione assorbe la mag-gior parte della produzionedelle aziende associate».

> Alcuni componenti dell'associazione Mau. Al centro la coordinatrice, Gianna Torrisi Pamich

Il 31 agosto 2011 è stata for-malizzata l'acquisizione delladivisione AstraTech dal colos-so farmaceutico AstraZenecada parte di Dentsply.«Riteniamo che questa acqui-sizione offra significative op-portunità di sviluppo e diespansione sia per AstraTechche per Dentsply e dimostri ilnostro costante impegno nel

continuare a crescere tramitel’acquisizione di grandiaziende di successo» hannodichiarato Bret Wise e ChrisClark, Ceo e Coo diDentsply, commentandoquella che è, ad oggi, la piùgrande acquisizione nellastoria di questo gruppo inter-nazionale, presente in Italiadal 1993.

Dentsply acquisisceAstraTech

Nuova sede per Planmeca

La nota azienda finlandesePlanmeca amplia la sua sededi Helsinki. Dopo il comple-tamento del nuovo edificioannesso di circa 12.000 me-tri quadrati, ora l'aziendaoccupa complessivamentepiù di 50.000 metri quadratidi spazi dedicati alla produ-zione e agli uffici. Le nuove strutture, che sono apochi passi dalla sede centralePlanmeca, ospiteranno sia gliuffici che la produzione.

Anche Planmed, la societàcontrollata di Planmeca cheproduce apparecchiature diimaging digitale per diagno-stica mammografica e orto-pedica, trasferirà uffici eproduzione nel nuovo edifi-cio. «Con la nuova sede produt-tiva possiamo rispondere inmaniera più efficiente all’ac-cresciuta domanda» dichia-ra Heikki Kyöstilä, presi-dente di Planmeca Oy.

Arredamento

Dalla creatività Tre T nasceuna nuova sorprendente li-nea di arredamento per l'o-dontoiatria, disponibile indue versioni: T 300 e T 200.T 300 stupisce nella forma,nei materiali e nei coraggiosicontrasti di colore; T 200mantiene il design di T 300,ma presenta soluzioni e ab-binamenti meno arditi purconservando lo spirito alta-mente innovativo e ricercato.Entrambe le proposte si fan-no apprezzare per la bellezzadelle forme e l'alta qualità

dei materiali, frutto di un pro-cesso svolto interamente inItalia, dal progetto iniziale allaproduzione finale.Tutte le superfici sono tratta-te a mano con precisione ar-tigianale e verniciate a fornocon cura meticolosa. T 300 eT 200 sono disponibili in nu-

merosi materiali e colori, persoddisfare le più diverse esi-genze.Con il lancio della nuova linea,Tre T inaugura un nuovo corsoaziendale. L'azienda con se-de a Saonara, in provincia diPadova, forte di oltre 25 annidi esperienza nel settore, hascelto di rinnovarsi completa-mente, mantenendo però inal-terate l'alta qualità e l'affidabi-lità di tutti i prodotti. Il rinnova-mento di Tre T, oltre che il pro-dotto, coinvolge anche l'imma-gine aziendale, a partire dalnuovo logo fino alla comuni-cazione cartacea e al nuovosito web.

Per informazioni:

Tre T sas di Tosato E.G & C.Tel. 049.8797169Fax [email protected] - www.tret.biz

LINEA TRE T

MTM NO TRACE SYSTEM

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Italian Dental Journal Anno VI - numero 11 - ottobre 2011Mensile di attualità, informazione, cultura

Organo Ufficiale Smom onlusSolidarietà Medico Odontoiatrica nel Mondo

Direttore responsabilePaolo Pegoraro [email protected] Peren [email protected] e impaginazioneMarco Redaelli - www.creativastudio.euFotoArchivio Griffin srlHanno collaborato in questo numero: Daniel Celli, SusannaLevi, Giampiero Pilat, Alberto Pispero, Renato Torlaschi, ElenaVaroni

PUBBLICITÀ

Direttore commercialeGiuseppe Roccucci [email protected] venditeStefania Bianchi [email protected] Pavan (Agente) [email protected]

TIRATURA DEL PRESENTE NUMERO: 20.000 copie

EDITORE: Griffin srlP.zza Castello 5/E - 22060 Carimate (Co)www.griffineditore.it - [email protected] - [email protected]. 031.789085 - Fax 031.6853110

L’Editore dichiara di accettare, senza riserve, il Codicedi autodisciplina pubblicitaria. Dichiara altresì di ac-cettare la competenza e le decisioni del Comitato dicontrollo e del Giurì dell’zutodisciplina pubblicitaria,anche in ordine alla loro eventuale pubblicazione.

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Testata associata

Implantologia

L’implantologia è diventata larisposta elettiva per risolverele edentulie e sempre piùelevati sono gli standardqualitativi richiesti dai pa-zienti, anche in situazioni cli-niche complesse.Gli impianti Exacone Max

Stability di Leone presenta-no un innovativo macro-de-sign esterno che è stato ap-positamente studiato perraggiungere una elevata sta-bilità primaria nei casi in cuiil sito ricevente non sia ido-neo a fornire un buon sup-porto per fixture con designclassico.Gli impianti Exacone MaxStability presentano una geo-metria “root-form”, caratteriz-zata da un apice conico chene aumenta la capacità pe-

netrante e da spire apicali adaltezza crescente. L’elevataaltezza finale delle spire de-termina, oltre a un significati-vo incremento della stabilitàprimaria, anche un aumentodella superficie di contattocon il tessuto osseo.Un simile design consente diottenere un buon ancoraggioanche in caso di rarefazioneossea e rende l’impianto ido-neo all’inserimento in alveolipost-estrattivi. Quando ilquadro clinico lo consenta,in virtù di tali caratteristichequesta linea di impianti risul-ta particolarmente indicataanche per procedure di cari-co immediato.Gli impianti Exacone MaxStability mantengono, per ilresto, le principali caratteri-

stiche del sistema implanta-re Exacone, validate da diecianni di impiego clinico. Inparticolare la connessioneconica autobloccante privadi vite, nota per le sue eleva-te caratteristiche di stabilità,robustezza e sigillo batteri-co, ne assicura un compor-tamento ottimale anche dalpunto di vista protesico.Gli impianti Exacone MaxStability sono disponibili indue diversi diametri: 3,75mm e 4,5 mm; per ciascundiametro sono disponibili trelunghezze: 8, 10 e 12 mm.Con l’introduzione di questanuova linea, la gamma im-plantare Exacone Leone ri-sulta oggi ancora più com-pleta, con fixture idonee adogni caso clinico.

Per informazioni:

Leone SpATel. 055.30441Fax [email protected] - www.leone.it

EXACONE MAX STABILITY

Igiene Orale

Scientificamente testato, ildentifricio elmex Pulizia

Intensiva aiuta a rimuoverele pigmentazioni presentisulle superfici dei denti, pro-lungando gli effetti dell’igie-ne orale professionale.Non contiene conservanti eagenti chimici sbiancanti, néenzimi, e il suo utilizzo, ren-dendo i denti più lisci, deter-mina una più difficoltosaadesione di nuova placca.Le speciali particelle abrasi-ve contenute nel dentifricioelmex Pulizia Intensiva pu-liscono non solo efficace-mente ma anche delicata-mente la superficie dei denti,

senza danneggiare lo smal-to. Il principio attivo fluoruroamminico (1400 ppm) in es-so contenuto, inoltre, rendelo smalto dentale più resi-stente alle carie.Il dentifricio, disponibile nelnuovo formato da 50ml, puòessere utilizzato per tre mi-nuti, regolarmente a giornialterni, oppure due/tre voltea settimana, in sostituzionedel dentifricio utilizzato perl’igiene orale quotidiana.

Per informazioni:

Gaba Vebaswww.gaba-info.itNumero verde 800.903010

ELMEX PULIZIA INTENSIVA

Disinfezione

Hu-Friedy ha recentementeintrodotto la nuova linea diprodotti SporeClear, disin-fettanti multiuso per la cor-retta gestione delle superficiall’interno degli studi odon-toiatrici.I disinfettanti SporeClear so-no stati appositamente svi-luppati per consentire la pu-lizia e la disinfezione rapidadelle superfici, ottenibile inmaniera sicura mediante ununico passaggio di questoprodotto.

Caratteristiche principali

La molecola alla base deiprodotti Sporeclear è brevet-tata ed esclusiva sul merca-to odontoiatrico: è in gradodi eliminare un’ampio spettrodi patogeni quali spore, vi-

rus, batteri e funghi (inclusiC.Diff; Hbv, Hcv, Hiv; H1N1;Mrsa; T.B. e molti altri) in so-lamente un minuto di contat-to, contribuendo a protegge-

re il personale di studio e ipazienti da rischi microbiolo-gici e dall'esposizione ripe-tuta e prolungata ad agentichimici aggressivi.

I prodotti sono certificati CEe corrispondenti a norme ENrelative a controllo microbio-logico.I disinfettanti SporeClear

non sono abrasivi, corrosivio volatili; questo rende anco-ra più semplice e sicuro il lo-ro impiego sui differenti ma-teriali presenti nello studio.La soluzione disinfettantenon è su base alcolica e noncontiene aldeidi, cloruri, fe-noli, perossidi o nonylphenolethoxylates, composti parti-colarmente aggressivi e cri-tici.La composizione chimicadei prodotti SporeClear ren-de inoltre questi disinfettantirispettosi dell’ambiente.SporeClearI è disponibile indiversi formati, dalle salviet-te alla soluzione liquida, inmodo da soddisfare le esi-genze degli operatori e deidifferenti ambienti di lavoro.Attraverso questa nuova li-

nea di prodotti, Hu-Friedy sipropone ancora una volta dimigliorare il supporto all’atti-vità degli operatori del setto-re odontoiatrico, contribuen-do in maniera significativa eresponsabile alla gestione diun aspetto cruciale quale laprevenzione e il controllo deirischi biologici e delle infe-zioni crociate.

Per informazioni:

Hu-Friedy Show Room ItaliaTel [email protected] www.hu-friedy.eu

SPORECLEAR

Conservativa

Gli strumenti rotanti in cera-mica stanno conquistandouna posizione sempre piùimportante sul mercatoodontoiatrico. Estetica, bio-compatibilità e un miglioresenso tattile sono caratteri-stiche apprezzate e ricono-sciute nella gran parte deglistudi dentistici.L’ultima innovazione nella fa-miglia CeraLine di Komet èla fresa per fessure K59,ideata in collaborazione conil dottor Ahmed El Hoshy

dell’Università del Cairo, inEgitto.La parte operativa estrema-mente sottile permette il di-segno delle fessure ad inva-sività minimale. Una taleoperazione si rende neces-saria nell’ottica di una sigil-latura delle fessure o per va-lutare l’estensione della ca-rie.

Altre novità riguardano lafresa bianca per escavazio-ne dentinale ad elevata tatti-lità CeraBur K1SM, disponi-bile d’ora in poi nei diametrida 010 fino a 023 con 4 mil-limetri di lunghezza in più(gambo da contrangolo lun-go - Iso 205). Grazie a taleversione di gambo è possibi-le intervenire su cavità piùprofonde oppure nella pre-parazione delle cavità endo-dontiche di accesso.Per maggiori dettagli sugliarticoli CeraLine è possibilerichiedere la brochureCeraLine o scaricarla dal si-to internet www.komet.it

Per informazioni:

Komet Italia srlTel 02.67076654Fax [email protected] www.komet.it

CERALINE KOMET

> Disegno fissurale ad invasività minimale con CeraBur K59

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Implantologia

La preservazione dell’ossoperimplantare e la stabilitàdegli elementi protesici nellungo periodo sono dueaspetti indispensabili per il

successo che l’implantologosi augura di poter raggiunge-re con tutti i suoi pazienti.Il sistema Axiom, progetta-to in collaborazione conl’Università di Ginevra, èuna riuscita sintesi delle piùrecenti acquisizioni scientifi-che e cliniche: attraversomolteplici caratteristiche in-novative permette la gestio-ne razionale e sicura delcomplesso osso-gengiva,mirando a ricreare un am-biente parodontale simile aquello naturale e a rispetta-re la minima invasività.

Caratteristiche principali

Nell’impianto Axiom moltecaratteristiche sono associa-te in sinergia tra loro.La connessione interna co-nometrica, munita di indicetrilobato, crea un ottimo sigil-lo contro l’infiltrazione batte-rica e annulla ogni micromo-vimento, causa ben nota del-lo svitamento delle viti prote-siche. L’impianto può cosìessere posizionato al di sot-to della cresta ossea.

La presenza della Platformswitching favorisce il mante-nimento del tessuto perim-plantare. Il corpo conico confiletto asimmetrico favoriscela stabilità primaria e rendeAxiom un impianto idoneo alcarico immediato e all’utiliz-zo nei siti post estrattivi.La gamma Axiom è compo-sta da molteplici diametri diimpianto (3,4 mm; 4,0 mm;4,6 mm - 5,2 mm) con un’i-dentica connessione protesi-ca. Ciò permette la totale in-tercambiabilità dei compo-nenti, riducendo significati-vamente la gestione dellostock.Il titanio, ad alta resistenzameccanica e trattato in su-perficie con il collaudato si-stema Bcp (Bifasic CalciumPhosfate) ad alta bagnabi-lità, offre la possibilità di unarapida integrazione e l’utiliz-zo di impianti a diametro ri-dotto, anche in presenza diqualità ossea modesta. Perla minima invasività, nellagamma Axiom sono disponi-bili sia impianti ultracorti (6,5

mm) che ultra sottili.Il recente Axiom 2.8 è dotatodi moncone sfilabile, per lariabilitazione di edentulie inspazi mesio-distali ridotti. Ildiametro massimo dell’im-pianto e del moncone è disoli 2,8 mm.Completano le caratteristi-che del sistema implantareun kit molto razionale confrese al nitruro di alluminio(nere) munite di stop inter-cambiabile e un'ampia gam-ma di componenti protesici.Per la chirurgia guidata,Axiom si avvale di SimPlant,software realizzato daMaterialise.Una équipe di esperti è a di-sposizione per fornire tuttele indicazioni pratiche ne-cessarie per ottenere risulta-ti ottimali e predicibili conquesto sistema implantare.

Per informazioni:

Anthogyr Italia srlTel. 02.84800772Fax [email protected] www.anthogyr.it

SISTEMA AXIOM

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Implantologia

NobelClinician è un softwareproposto da Nobel Biocareche supporta il concettoNobelGuide e consente alprofessionista di gestire almeglio la diagnosi e la piani-

ficazione del trattamento

implantare, combinando leinformazioni cliniche detta-gliate del paziente e i dati ra-diografici 3D in un ambientevirtuale sofisticato.La sua particolare versatilità siesprime nella possibilità di uti-lizzo con tutti gli attuali sistemioperativi, da Windows a MacOS X, con lo stesso tipo di in-terfaccia e in modo logico e in-tuitivo. Grazie alla possibilità dilavorare in ambienti operatividiversi, i file di pianificazione

possono essere condivisi trasoftware NobelClinician instal-lati su Windows e Mac OS Xcon un’assoluta compatibilità esenza rischio di perdita di datio informazioni.NobelClinician permette all'im-plantologo di valutare con pre-cisione l’anatomia del pazien-te, ottimizzare il processo dia-gnostico, pianificare in modovirtuale e tridimensionale iltrattamento, simulando il posi-zionamento degli impianti inbase ai requisiti protesici.

Per informazioni:

Nobel Biocare Italiana srlTel. 039.68361Fax 039.6899474www.nobelbiocare.com

SOFTWARE NobelClinician

Imaging Digitale

Gendex GXDP-300, siste-ma panoramico 2D eGendex GXDP-700, appa-recchiatura per la diagnosti-ca extraorale digitale 2D/3D,sono le due nuove soluzioniproposte dal gruppo KaVo.Il nuovo panoramico digitaleGendex GXDP-300 si distin-gue per l'eccellente rapportoqualità/prezzo. È dotato diquattro programmi: panora-mica adulto e pediatrica, ar-cata mandibolare e bitewinge, grazie al sistema

EasyPositioning, rende il po-sizionamento del pazienteuna procedura rapida, sem-plice ed efficiente, assicu-rando immagini consistenti eriproducibili.GXDP-300 è molto compattoe di dimensioni contenute,così che l’installazione risul-ta facile e flessibile anchedove lo spazio è un fattorecritico (ad esempio montag-gi in prossimità di angoli).Il Gendex GXDP-700, oltreai programmi per diagnosti-

ca convenzionale 2D, puòessere dotato di funzione 3De braccio per cefalometria.Tale modularità costituisceuna soluzione che si adattaai cambiamenti delle esigen-ze diagnostiche dello studioodontoiatrico in evoluzione.Nel caso di configurazione3D, il campo di vista stan-dard di 60x40mm, perfettoper la valutazione di aree li-mitate, può essere opzional-mente esteso sino al forma-to 60x80 mm così da averela visione completa delle in-tere arcate in un’unica imma-gine.L’area di interesse è indivi-duata in modo preciso all’in-terno del volume da scansio-nare grazie alla tecnologiaPerfect Scout. Questo riducesignificativamente il rischiodi acquisire immagini inuti-lizzabili ed allo stesso tempoproduce immagini estrema-mente dettagliate e di gran-de qualità diagnostica conuna minima dose di radiazio-ni.I 12 programmi panoramici ele cinque modalità per cefa-lometria offrono una scelta

diagnostica completa.

Per informazioni:

KaVo Italia srlTel. 010.83321Fax 010.8332 [email protected]

GENDEX GXDP-300 E GXDP-700

Gendex GXDP-700

Igiene dello Studio

Oggi, durante le normali atti-vità di lavoro nello studioodontoiatrico, le problemati-che di igiene possono esse-re affrontate con la gamma diattivatori biologici gibabio-spor indicati nella lotta natu-rale all'inquinamento am-bientale derivato da sostan-ze organiche.Gli attivatori biologici gibabio-spor sono formulati a base dicolture di batteri non patogeni,capaci di nutrirsi delle sostan-ze organiche (sangue, saliva,dentina) e di trasformarle inacqua e anidride carbonica.Inoltre non inquinano, sono in-nocui per gli operatori, gli ani-mali e le piante, e sono la ri-sposta completamente natu-rale per eliminare gli odorimolesti.I formulati gibabiospor hannogià superato numerose provedi efficacia in diverse realtà(impianti di depurazione, hotel,ospedali) e iniziano ad essereapprezzati da odontoiatri, igie-

nisti dentali e assistenti neglistudi professionali.In particolare gibabospor sifoniè consigliato per l’eliminazio-

ne naturale dei residui orga-

nici risucchiati all’interno delcircuito di aspirazione del riuni-to odontoiatrico, prevenendo ilpossibile intasamento del filtrodi aspirazione ed evitando laformazione dei cattivi odori.Il formulato gibabiospor sifoni,con la sua pratica forma incompresse da 2,5 gr. solubili,garantisce una notevole prati-cità di impiego e la costanzanel trattamento eliminerà lecause degli odori e delle possi-bili occlusioni dell’impianto trat-tato. L’uso è semplice e consi-ste in una fase d’urto (tre-quat-tro compresse a settimana perle prime tre settimane) e in unafase di mantenimento (dallaquarta settimana in avanti, unao due compresse a settimana).Il trattamento va effettuato pos-sibilmente alla sera per evitareun rapido trascinamento del

prodotto fuori dall’impianto in-teressato.Infine, l’attivatore biologico gi-babiospor riunito è consigliatoper l’eliminazione naturale deiresidui organici dalle superficie per la pulizia dei condotti idri-ci dell’aspiratore chirurgico edei filtri del riunito odontoiatri-co, dove ogni giorno rimango-no e stazionano germi, saliva,sangue e altre sostanze orga-niche che talvolta provocanoocclusioni che causano la fuo-riuscita di cattivi odori. Il pro-dotto, col pratico nebulizzatore,va utilizzato fra un paziente el'altro. L’uso consiste nellospruzzare diffusamente l’inter-no della sputacchiera di ri-sciacquo e lasciare agire il piùa lungo possibile.

Per informazioni:

giba hospital service srlTel. 02.87394446Fax [email protected]

ATTIVATORI BIOLOGICI GIBABIOSPOR

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