Abstract%20Associazionismo%20migranti_Bergantini
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Transcript of Abstract%20Associazionismo%20migranti_Bergantini
FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE
Corso di laurea specialistica in Relazioni internazionali
Indirizzo Studi sulla pace, la democratizzazione
e la trasformazione dei conflitti
L’ASSOCIAZIONISMO DEI MIGRANTI
Pratiche di co-sviluppo fra Italia e Senegal:
l’esperienza di Stretta di Mano nel progetto Fondazioni4Africa
RELATORE CANDIDATA
Prof.ssa Maria Luisa Maniscalco Annalisa Bergantini
Anno Accademico 2010 – 2011
1
La tesi, evidenziando le relazioni tra migrazioni, partecipazione e sviluppo, sostiene che le associazioni di migranti,
luoghi privilegiati della loro partecipazione sociale, siano i soggetti maggiormente adatti a generare uno sviluppo
connotato da un triplice effetto positivo (triple wins): a beneficio dei migranti stessi, della società di origine e di quella di
arrivo. Le associazioni di migranti si presentano come nuovi agenti di sviluppo “qui e là” all’interno di processi che
valorizzano il loro capitale umano, finanziario e sociale. La lente attraverso cui questo lavoro guarda all’associazionismo
dei migranti è il concetto centrale di co-sviluppo. Esso non è inteso come funzionale alla riduzione dei flussi migratori,
come espresso dal paradigma a somma zero “more development for less migration”; si sostiene invece che le
associazioni di migranti rappresentino gli attori collettivi di un processo a somma positiva, “better migration for more
development”, nel quale la migliore integrazione dei migranti favorisce la partecipazione a dinamiche di co-sviluppo, in
un processo di azione e retro-azione caratterizzato da un rapporto direttamente proporzionale.
Il caso di studio: obiettivo e metodologia
La tesi, basata su ricerche svolte sul campo nel novembre 2010, propone l’analisi di un caso concreto: l’esperienza di
Stretta di Mano, Associazione Socio Culturale Italia-Senegal, nel progetto Fondazioni4Africa-Senegal. Con la ricerca si è
cercato di evidenziare concretamente le specificità organizzative legate alla membership e alla leadership di Stretta di
Mano, le sue modalità di operare e gli strumenti, le collaborazioni con altri soggetti e le criticità che caratterizzano la sua
azione, nell’essere attore dello sviluppo del proprio paese di origine. Componente principale dell’analisi empirica sono le
interviste, di tipo qualitativo e semi strutturate, realizzate ai vari soggetti coinvolti nelle attività, in Senegal e in Italia:
membri di Stretta di Mano, le ONG italiane, i beneficiari locali.
Gli strumenti dell’analisi
La ricerca utilizza tre principali strumenti teorici necessari a comprendere quali elementi influenzino la
partecipazione nelle associazioni di migranti e la loro attivazione in dinamiche di co-sviluppo positive e durature. In
primo luogo, l’associazionismo dei migranti è influenzato da elementi appartenenti alle teorie del migrant network, che
pongono in primo piano le caratteristiche delle reti migratorie (profilo e il background culturale delle comunità
immigrate; la densità, la composizione, gli obiettivi, la leadership, la coesione e le relazioni interne ed esterne delle reti).
Queste influenzano in misura preponderante la partecipazione all’associazionismo, soprattutto attraverso il capitale
sociale di reciprocità (le relazioni instauratesi fuori dal gruppo di appartenenza), che favorisce la coesione sociale e la
mobilità sociale dei migranti. Ma l’associazionismo non è una semplice manifestazione del migrant network, le cui
teorie, infatti, presentano il forte limite di non considerare come esso sia determinato anche dalla struttura politica
delle opportunità, costituita dall’insieme dei fattori legati al paese di arrivo (il quadro normativo che regola i flussi, lo
status legale dei migranti, le politiche migratorie). Il modello migratorio italiano, sempre di più teso verso politiche di
controllo seguite da sanatorie, ha contribuito a caratterizzare il nostro paese con fasi di espansione e di ripiegamento
dell’associazionismo dei migranti, in corrispondenza di politiche rispettivamente più o meno aperte. L’associazionismo
in Italia è stato spesso etero relegato a un ruolo di agente di semplificazione, coinvolto in base alle necessità delle
istituzioni italiane di avere degli interlocutori rappresentativi nell’universo delle migrazioni. L’approccio delle istituzioni
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non è stato fino ad oggi di reale sostegno alle associazioni di migranti, già frammentate e generalmente deboli
strutturalmente, né di effettivo coinvolgimento, poiché la loro partecipazione è spesso fortemente mediata da soggetti
dell’associazionismo italiano. Il terzo strumento necessario per comprendere il coinvolgimento delle associazioni di
migranti nel co-sviluppo è la prospettiva del transnazionalismo, che combina elementi del migrant network e delle
teorie sistemiche. La partecipazione associativa dei migranti si manifesta in luoghi molteplici valorizzando lo status dei
migranti quali cittadini fra due spazi, soggetti che esprimono una doppia presenza in realtà plurime fra loro connesse,
appunto, da legami transnazionali. L’associazionismo esprime dunque la più strutturata ed efficace fra le varie forme di
partecipazione transnazionale, in cui i migranti sono portatori di un capitale dalla triplice connotazione: umano (know
how), finanziario (rimesse e investimenti) e sociale.
I risultati della ricerca
Attraverso l’analisi dell’evoluzione associativa di Stretta di Mano e, nello specifico, del suo coinvolgimento nel
progetto Fondazioni4Africa, si rilevano i fattori su cui si basano le forti potenzialità che l’associazione esprime rispetto al
co-sviluppo. Stretta di Mano è un’associazione transnazionale, che rivolge lo sguardo su due fronti: quello italiano,
relativo alle problematiche legate all’integrazione e alla lotta alla discriminazione, e quello senegalese, con l’obiettivo di
realizzare interventi per lo sviluppo del paese, attraverso lo scambio di conoscenze e pratiche. L’associazione è nata da
un’esperienza d’integrazione in Italia, e si caratterizza per la membership mista, molto orientata verso le relazioni nel
paese di arrivo, e molto ristretta, seppur con un’organizzazione strutturata in cariche e ruoli ben definiti. Il capitale
umano dei membri più attivi e il capitale sociale costruito dall’associazione nel tempo, attraverso progetti volti
all’inserimento dei migranti in Italia, hanno posto le condizioni per avviare le attività in Senegal, obiettivo realizzato solo
in seguito alle esperienze svolte e alle relazioni costruite in Italia e con partner senegalesi.
L’analisi delle attività di Stretta di Mano nel progetto Fondazioni4Africa, finalizzato alla valorizzazione delle risorse di
alcune associazioni di migranti senegalesi presenti in Italia, ha fatto emergere un esempio di processo virtuoso di co-
sviluppo, attuato sia “qui” sia “là”. Nell’ambito di questo intervento, la ricerca svolta in Senegal ha permesso di
verificare sia gli aspetti legati all’impatto del progetto specifico di Trasformazione dei prodotti agricoli a Kébémer, sia gli
aspetti più strettamente connessi al percorso di capacity building dell’associazione stessa.
Stretta di Mano, grazie al proprio ruolo ponte che esalta al massimo il partenariato fra attori senegalesi e italiani, ha
innescato a Kébémer un processo di sviluppo endogeno della comunità femminile locale, attraverso l’avvio di un’attività
generatrice di reddito che valorizza le risorse, sia umane (le donne dell’AFSDN) sia naturali (i prodotti agricoli della
zona), presenti sul territorio. Stretta di Mano è riuscita a creare un forte senso di appartenenza al progetto nel partner
locale AFSDN, e la prospettiva di benefici futuri ha contribuito a modificare la posizione delle donne sulla necessità di
emigrare. L’analisi del progetto di Kébémer ha quindi dimostrato l’efficacia delle azioni messe in campo
dall’associazione in processi di co-sviluppo, ma ha altresì confermato alcuni bisogni a livello dell’organizzazione (risorse
e strumenti per operare) e del progetto (formazione avanzata e molto tecnica). Nell’ambito di Fondazioni4Africa, Stretta
di Mano ha infatti beneficiato di percorsi di rafforzamento istituzionale, formazione e accompagnamento sul campo, in
un’ottica learning by doing arricchita dalla positiva collaborazione con l’ONG italiana CISV.
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L’esperienza di Stretta di Mano dimostra nel complesso le grandi potenzialità dell’associazionismo dei migranti nel
co-sviluppo. Attraverso la partecipazione alle associazioni, il capitale umano, finanziario e sociale individuale diventa
collettivo, e nel costruire la rete attraverso la partecipazione, i migranti innescano “qui e là” un processo continuo di
contaminazione, percorso che dal ‹‹voler fare›› li porta sulla strada del ‹‹saper fare››. I migranti sono quindi cittadini fra
due mondi che unendo le forze valorizzano la loro esperienza di migrazione e le relazioni per attivare processi di co-
sviluppo sia per il contesto di immigrazione, attraverso azioni di sensibilizzazione e formazione, sia per quello di origine,
stimolando uno sviluppo basato soprattutto su risorse endogene e favorito anche da partenariati trans locali e
diversificati.
Citando le parole di Aicha, presidente di Stretta di Mano, ‹‹importante è andare fuori, acquisire esperienze dagli altri,
ma queste esperienze bisogna anche poi metterle a disposizione del paese di origine, perché l’Africa si sviluppa con i
propri figli››.