About Marco

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mi racconto un’opera di coscienza e autopromozione di marco prato

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mi racconto

un’opera di coscienza e autopromozione di marco prato

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chi sono?

Dall’età di 3 anni sento la necessità di vederci chiaro. Per questo motivo a scuola ho sempre amato più i numeri che le parole, contribuendo allo sviluppo della mia mente scientifi ca. A 18 anni ho scelto il design, con l’incosciente dubbio che si trattasse della mia strada. La presa di coscienza è arrivata a Milano, dove ho messo a fuoco il mio futuro. Oggi di anni ne ho 27, e i miei punti fermi sono pochi, ma precisi: curiosità, metodo, cura dei dettagli. Il collegamento fra me e il design è il naturale sviluppo di questi tre aspetti.O forse no. Punti di vista.

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mente scientifi ca e occhi curiosi

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come sono?

Ho sfi orato la musica quel tanto che basta per capire quanto sia importante seguire delle regole in qualsiasi disciplina, sia essa più o meno artistica. Le infi nite combinazioni ottenibili dai 12 gradi della scala cromatica non sarebbero possibili tra l’altro senza una perfetta accordatura. Applicando questo ragionamento alla grafi ca, trovo che la mia mente, così razionale, bene sappia gestire le fasi di ideazione, design ed esecuzione, mantenendo sotto controllo tutte le possibili strade a cui porta il processo progettuale e tenendo a mente lo scopo primario del design: l’utilità, pura e senza fronzoli.Semplice, ma utile.

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accordatura precisa e semplici gesti

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cosa so fare?

Non sono una persona presuntuosa, in gradodi sostenere di saper fare qualcosa molto bene; ritengo però che sia una buona cosa avere sotto controllo le proprie qualità e potenzialità.Posso dire di avere una buona cultura iconografi ca, di aver compreso l’importanza della sintesi e dell’equilibrio, o di essere portato per l’advertising, nonostante non ne sia eticamente attratto.Ma preferisco lasciare agli altri capire ciò in cui potrei essere maggiormente utile, per non limitarmi in una scatola preconfezionata che mi precluda esperienze inaspettate, fonti di crescita.La coscienza di se stessi passa attraverso gli altri.

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nessuna presunzione e capacità di apprendimento

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cosa mi piace fare?

La mia passione per il mestiere di graphic designer trova le sue fondamenta nelle mille sfaccettature di questo lavoro, nell’opportunità di aff rontare lavori tanto diff erenti uno dall’altro, nell’inventare alfabeti per nuovi linguaggi e grammatiche ad essi relative.Parallelamente apprezzo il fatto che alla base di tutto stia il segno, il piccolo particolare che fa del totale l’uno.Forse è proprio per tali motivi che mi sto appassionando al type design, materia che ho avuto modo di approfondire durante il mio lavoro di tesi e che mi ha fatto capire l’importanza del dettaglio e, indirettamente, il valore dell’avere un’approfondita cultura tecnologica.

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ordine nei linguaggi e cura dei dettagli

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cosa vorrei fare?

Da piccolo amavo le automobiline e le costruzioni.Le prime perché permettevano di viaggiare e di imitare i grandi, le seconde perché mi lasciavano la libertà di inventare nuovi giochi, di fantasticare fuori dagli schemi.Crescendo ho dovuto smettere di giocare: oggi desidero riprendere, uscire dalle imposizioni dei giochi con troppi vincoli, e costruire qualcosa di mio, in cui dare libero sfogo alle mie idee.Vorrei fare del mio mestiere una passione, un mezzo per la crescita mia e di chi mi sta attorno, un valore aggiunto mai fi ne a se stesso o al semplice sostentamento, ma utile a scoprire nuovi punti di vista, a conoscere persone.

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libertà di scelta e pensieri costruttivi

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cosa posso dare?

Vorrei che la mia professione mi portasse ad avere molti scambi: di idee, di opinioni, di competenze. Da parte mia c’è tutta l’intenzione di propormi non solo come mente pensante, ma anche come individuo attivo.Il mio obiettivo è andare oltre le idee limitate dalla tecnologia, superare le barriere dell’inintellegibilità dell’informatica. Questo attraverso la conoscenza degli strumenti che utilizzo, con l’ingegno e la sperimentazione di nuovi tentativi.Il proposito è dimostrare la mia voglia di fare, saper prendere iniziativa e poter maneggiare ogni questione con disinvoltura.Insomma: mi sento di poter dare una mano.

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attivo ingegno e coscienza tecnologica

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cosa vorrei ricevere?

Da ogni esperienza è bello scoprire ciò che entra di nuovo. Comprendo che non sempre sia possibile, ma la mia speranza è quella di imparare, conoscere, capire da ogni situazione. Sarebbe bello ricevere attenzione, riconoscenza e valore per ciò che so fare, per ciò che uno del mio mestiere sia in grado di dare.Vorrei che il mio lavoro fosse un’opportunità per dare, ricevere, produrre e trasmettere cultura.Infi ne sarebbe fantastico che i miei risultati fossero apprezzati per la loro identità, per le convinzioni e le decisioni scaturite dal processo progettuale. Vorrei che non perdessero nè l’anima nè il senso che ho dato loro.

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buona cultura e conoscenze approfondite

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dunque?

appuntate il mio nome sul vostro taccuino

marco prato348 7696015 · [email protected] · www.manolab.it