A TALK WITH FEDESPEDI’S FORMER … di finanziamento di 1.5 mi liardi per le imprese che voglio no...
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ANNO XC N° 20 € 5mercoledì 16 maggio 2018
settimanale di informazioni marittime e di politica economicawww.themeditelegraph.com
Tariffa R.O.C. Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art. 1 Comma 1 DCB Genova
Speciale Logistica
A TALK WITH FEDESPEDI’S FORMER PRESIDENT
Italy, seeking to revive break bulk Lazzeri: “We must achieve critical mass and bring services back to our ports”FREIGHT volumes passingthrough the twentynine largest Italian ports have notchanged significantly from2005 to 2017. According toAssoporti data, over thattwelve year span, it movedfrom 492.9 to 498.3 milliontons, (or, to put it into figures,a barely perceptible averagegrowth of 0.09 percent peryear). If, however, one looks more closely at the composition of this tonnage, one notices that this period has seen some changes. Liquid and solid bulk have decreased (passing from 203.3 to 187.2 million tons, and from 93.1 to67.4 million tons, respectively), while mixed freight hasincreased (from 196.5 to243.7 million tons). The latter’s increase is a function ofthe ever increasing growth ofcontainerized cargo (whichbetween 2005 and 2017 grewfrom 88.9 to 115.1 milliontons) and roro (from 74.8 to107.0 million tons). But the figures from Assoporti alsoshow a decline in a third item
within the broader categoryof “mixed freight”, that of“other miscellaneous loads”.This item, which prior to thecontainer revolution represented the largest share of thecargo other than bulk, has decreased from 32.8 to 21.6 million tons during the twelveyears.This item includes the socalled break bulk, ie “brokenuploads”.“With the arrival of the containers,” explains GiampaoloBotta, general manager of Spediporto, “the ‘breaking ofthe load’ has been eliminated,bringing about several changes. The broken load referredto consists of traditionalpackages, such as sacks, cartons, cases and pallets, whichare now constructed and arranged according to standardmeasures, multiples according to the size and capacity of the container. So, when wetalk of break bulk, we’re referring to loads in terms oftraditional packages. Thecontainer has eliminated su
ch freight transported inpackages. The spread of thecontainer has also forced thelarge, nonferrous metals traders to eliminate loose packages or pieces, instead produ
cing the ‘extrusions’ in formssuitable for palletization and,then, containerization, such as aluminium bars cut to theright size and grouped into oneton bundles, or copper
bars and plates which are alsoprepared into bundles weighing about a ton each, all suitable for containerization.”Some types of cargo remainthat the container has not yetabsorbed: yachts, pieces of disassembled plant equipmentin smaller sizes, project cargo, ferrous metals in variousforms such as cast iron, billets and ribs and others, which for years now have beenhandled mainly at the ports ofRavenna and, to a lesser extent, Venice. “Personally,”says Botta, “I think thatproject cargo (or plant equipment) is the last type of trafficstill profitable for shippers,although unfortunately Genoa’s been left out in that regard, due to its difficult transportation links, with frequent bridges and underpasses along its route, whileRavenna, as far as I can tell,has been the preferred port.”Even that sector has not particularly shined in Italy,being dependent as it is onchanges in the country’s eco
nomy. “Compared to the volume of plant equipment cargo experienced 1015 yearsago,” asserts Piero Lazzeri,Fedespedi’s past president,and expert in oversized loadstransportation, “currentlywe’re carrying only thirtypercent of that in Italy. Andmaritime services have adapted to the circumstances, byreducing their frequency.There’s not enough ships outthere. The critical mass islacking because plant equipment is increasingly beingmanufactured abroad. Currently, in my line of businessseventy percent of the USbound traffic I handle comesfrom abroad.” Hope for a recovery had sparked againwith the nuclear power agreement with Iran in 2015, which reopened some businessavenues that had been closedfor years. ”In 20162017 atthe Oil & Gas fair in Tehranthere were great prospects.280 billion dollars wereabout to be made available bythe banking system, a boomin shipping traffic seemedimminent. Then DonaldTrump came on the scene; Ihave four signed supply contracts for that region, whichare now gathering dust in adrawer.”
II mercoledì 16 maggio 2018 speciale logistica
L’AUTHORITY IMPEGNATA FRA ZES E MASTER PLAN
Napoli e Salerno puntano (quasi) tuttosulla logisticaIl presidente Spirito: «In cinque anni le prime navi alla darsena di Levante»L’AUTORITÀ di sistema portuale del mar Tirreno centraleha pubblicato nel corso del 2018il master plan per i quattro chilometri di banchine del porto diNapoli, con orizzonte il 2030.Inoltre, sempre nelle settimanescorse, ha firmato un accordocon Rfi per migliorare i collegamenti ferroviari fra porti e retroporti. L’obiettivo è rilanciarei traffici di uno scalo, quello diNapoli, rimasto congelato daanni di commissariamento, etrovare una soluzione per la carenza di spazi di quello di Salerno. Ma quali sono gli interventipiù rilevanti in questo momento?«Nel mese di maggio rispondeil presidente dell’Authority,Pietro Spirito verrà messa a gara la nuova stazione marittimaal Beverello per i collegamenticon le isole. Abbiamo ottenutoun finanziamento di 20,5 milioni di euro. Quest’anno discuteremo con Comune di Napoli eRegione Campania la secondafase del progetto del nuovo waterfront di cui il Beverello è laprima fase. Fra le altre realizzazioni importanti in corso ci sono
i cantieri del dragaggio, dellanuova rete fognaria, della retestradale verso la darsena di Levante. Inoltre con Rfi stiamostudiando la configurazione delnuovo raccordo ferroviario chedeve nascere dalla darsena diLevante per essere messo direttamente in linea sulla NapoliSalerno evitando l’attuale raccordo ferroviario che è inadeguato perché ha una lunghezzain partenza di 350 metri e quindi con elevati costi di manovra.Il lavoro di dragaggio si finiràcompletamente a marzo del2019, ma per la parte commerciale si finirà già a ottobre».Dal dragaggio dipende il completamento della darsena diLevante?«Draghiamo e colmiamo la darsena. Dopo il completamentodel dragaggio dobbiamo fare lavori complementari per la sistemazione della darsena. Quindidobbiamo fare un’altra gara, dopo la colmata, per l’attrezzaggiodi base della colmata stessa. Civorranno un paio d’anni. Poi cisarà l’assegnazione della concessione per lo sfruttamentodella darsena. Infine l’attrezzaggio del terminal sarà fatto
dai privati. Ci vorranno quattroo cinque anni per l’arrivo delleprime navi».Che cosa stabilisce l’accordocon Rfi?«A novembre di quest’annocompleteremo lo studio di fattibilità assieme a Rfi. Dopo si passerà alla progettazione esecutiva e alla realizzazione. Il nostroobiettivo è che si renda operativa la darsena di Levante assiemeal nuovo raccordo ferroviario».Che importanza ha per il porto il progetto di Zes?«Ci consente di guardare nonpiù soltanto alla logistica portuale, ma anche ai collegamenticoi centri logistici principalidella regione, soprattutto perattrarre investimenti manifatturieri. Più ci sono investimentiproduttivi maggiore è la merceda movimentare. Aspettiamol’ultimo atto, il decreto che devefirmare il governo per dare esecutività alla Zes NapoliSalernoe che approva il piano di indirizzo strategico della Regione giàpresentato al governo il 26 marzo». L’approvazione può avvenireanche con l’attuale governo?«Sì, è un atto ordinario. Poi di
pende da come si sviluppa la crisi di governo».Avete già richieste per la Zes?«La nostra attività è informale finché non c’è uno strumentoapprovato. Intanto l’Istituto Intesa San Paolo ha aperto una linea di finanziamento di 1.5 miliardi per le imprese che vogliono investire nelle Zes del Mezzogiorno. Sempre con IntesaSan Paolo stiamo preparandoper le prossime settimane un incontro a Milano con investitorimanifatturieri e finanziari aiquali presentare l’iniziativa della Zes».E sul fronte passeggeri?«Oltre al terminal per le isole,registriamo una ripresa del traffico croceristico del 10 per centorispetto all’anno scorso. Anchenei prossimi anni il traffico potrà crescere perché arriverannole nuove navi in consegna nel
Mediterraneo fra il 2020 e il2022».Che progetti avete per il roro?«In questo settore è il porto diSalerno a essere più significativo. Abbiamo crescita delle rottee dei volumi anche quest’anno.Riteniamo che il marebonus siaun forte stimolo allo sviluppo diquesto mercato. Vediamo che cisono operatori come Grimaldiche investono in nuove navi.Inoltre il gruppo Grimaldi ha intenzione di costruire una struttura multipiano per lo stoccaggio delle auto, concentrando iltraffico Fiat da Melfi in questomultipiano e liberando una parte delle aree per lo sviluppo degli altri traffici, in particolareroro e container. Questo saràun anno in cui i porti di Napoli eSalerno complessivamente supereranno il milione di teu».
PER DUE ANNI
Fedaragenti,confermatoGian Enzo Ducial verticePORTO CERVO. GianEnzo Duci, 44 anni, è statoconfermato per altri dueanni alla presidenza dellaFederagenti, la federazione tra le associazioni degliagenti e dei mediatori marittimi italiani. Amministratore delegatodel gruppo genovese Esa,delle agenzie EnterpriseShipping Agency di Genova e della Norbulk Enterprise Ship Management,Duci e’ anche consiglieredi reggenza della Bancad’Italia e docente alla facoltà di Economia dell’Università del capoluogoligure. L’imprenditore èalla guida di Federagentidal 2016, dopo aver guidato nei quattro anni precedenti Assagenti, l’associazione genovese di categoria. Ideatore della GenoaShipping Week e presidente del teatro Stabile di Genova, Gian Enzo Duci ricopre e ha ricoperto in passato per la categoria degliagenti marittimi importanti cariche a livello europeo e mondiale. Da dicembre 2017 è coordinatoredella Confmare, il bracciomarittimo della Confcommercio che riunisce le associazioni legate alle attività sul mare. www.themeditelegraph.it
GENOA
Crewless ships,regulationand technology:third Forum Not just cars, trains and planes:Automation 4.0 is coming to theword of shipping, where the design of “autonomous ships”, orships without crews, is alreadywell under way. But what are themost concrete prospects for thesector? In a few years will we really be boarding ferries that arecontrolled from the land? Andwhat are the risks, the opportunities and the gaps in the regulatory framework that affect autonomous shipping from one continent to the next? Experts fromItaly and abroad will try to answer these questions, and manyothers, at the third Shipowners& Shipbuilding Forum, which isentitled, “Towards autonomousships”. Crewless ships could bethe most revolutionary innovation in recent decades, and likeall epochal changes, it bringsboth negative and positivechanges. The purpose of the Forum is to cover in depth the technological aspect of innovation and hypothesise the mostcredible scenarios, both in terms of logistics and ports andwith reference to regulationsand employment. Participationin the event is free, although registration is required because ofthe limited number of seats inthe room. For information and sponsorship: forum@themeditelegraph.com
PORT AUTHORITY BUSY WITH SEZ AND MASTER PLAN
Naples and Salerno focusing on logisticsPresident Pietro Spirito: “In five years ships will start berthing at the Levante docks”IN THE COURSE of 2018 thePort Authority of the CentralTyrrhenian Sea has come outwith its master plan for fourkilometres of quays at theport of Naples, for completion by 2030. Moreover, ithas recently signed an agreement with state rail infrastructure operator, RFI, toimprove rail links betweenits ports and backports. Thegoal is to restimulate trafficat Naples, a port which hasbeen held back following years of special administration,and to come up with a solution for the lack of space atthe port of Salerno. What are exactly the mostrelevant projects beingcarried out at the moment?“During May,” replies thepresident of the Authority,Pietro Spirito, “we’ll openthe tender for the new terminal at Beverello, with links tothe islands. We’ve obtained acredit line for 20.5 millioneuros. This year we’ll opentalks with the Municipalityof Naples and the CampaniaRegion for the second phaseof the new waterfrontproject, of which Beverello isthe initial phase. Amongother important undertakings there’s the dredging sites,
works on a new sewage system, and the construction ofa road network linking upwith the Levante dock. In addition, in partnership withRFI we’re analysing the design of the new railway linkthat will be put in place at theLevante dock, to link it directly to the NaplesSalernoline, avoiding the current railway junction which is inadequate because it has a starting length of 350 meters,and hence high manoeuvrecosts. The dredging work willbe completed by March 2019,but the commercial side ofthe port will be ready sooner,this October.”Does the Levante dock
construction depend ondredging?“As we dredge we fill thedock. After the completion ofdredging we then have to doadditional work to the dock.So, following the fill processwe’ll need another tender forbasic equipment at the fill;that will take a couple of years. Then there’s the assignment of concessions for thedock’s operations. Finally,the outfitting for the terminal will be done by privatebusinesses. We’re stillanother 4 or 5 years awayfrom the arrival of the firstships.”What does the agreementwith RFI entail?“In November of this year thefeasibility study done together with RFI will be completed. Then we’ll move on tothe execution planning stageand its implementation. Ourgoal is for the Levante dock tobegin operating togetherwith the new railway junction.”What is the significancefor the port of the SEZproject?“It allows us to encompassnot just port logistics, but also connections with all thelarge logistics centres of the region, particularly with a
view to attracting investments in manufacturing.More investment in productivity means an increase ingoods handled. We’re waiting for the final act, the decree that the government needs to sign to bring into beingthe NaplesSalerno SpecialEconomic Zone, and approvethe strategic master plan thatthe Region’s authorities presented to the government onMarch 26.”Will approval be grantedeven with the current government?“Yes, it’s a straightforwardact. We still have to keep aneye on how the current government crisis develops.”Have you already had enquiries regarding the SEZ?“Informally there’s been some activity, but we must waituntil an approved frameworkis in place. Meanwhile, theIntesa San Paolo bank hasopened a 1.5 billion euro lineof credit for companies that want to invest in our SEZ forSouthern Italy. In collaboration with that same lenderwe’re preparing over the coming weeks a gathering inMilan to bring together manufacturing entrepreneursand financial investors towhom we’ll introduce the
SEZ initiative.”And on the passengerfront?“In addition to the terminal serving the islands, we’ve seen a 10% recovery in cruisetraffic compared to last year.Even over the next few years,traffic will grow as new shipsare slated to arrive in the Mediterranean between 2020and 2022.”What plans do you have forthe roro sector?“In that sector the port of Salerno plays a more significant role. We’re experiencing growth in routes and volumes this year too. We believe that the Marebonusincentive is a strong stimulusto the development of thismarket. We see that there areoperators, like Grimaldi, thatare investing in new ships.Furthermore, the GrimaldiGroup intends to build a multistorey structure for vehicle warehousing, concentrating traffic from Fiat’s Melfifacility to this multistoreydepot, thus, to some extent,freeing up some areas forother types of traffic, in particular roro and containers.This will be a year in whichthe ports of Naples and Salerno combined will exceed theonemillionTEU mark.”
La logistica è un asset primario per la Campania
IIImercoledì16 maggio 2018speciale logistica
INTERVISTA AL PRESIDENTE MUSOLINO
Venezia vuole sviluppare project cargo e fluvialeStretto un accordo con Rfi per separare merci e passeggeriIL TRAFFICO del porto di Venezia è rimasto stabile nel corso del 2017 (25,1 milioni di tonnellate, 0,3%), ma ha cominciato il 2018 in crescita(+9,6%). La variabile è rappresentata dalle rinfuse, solide eliquide, che hanno ripreso acrescere (rispettivamente+17,6 e +12,3% nei primi tremesi del 2018) dopo che loscorso anno avevano registratouna flessione (rispettivamente3,8 e 2,4%). Continua inveceil boom dei traffici roro, confermando nel 2018 (+39,4%) ilrisultato record del 2017 (1,5milioni di tonnellate, +44,8%).I punti deboli dello scalo sonocontainer (611 mila teu, +0,9%nel 2017) e crociere (1,4 milioni, 11% nel 2017), anche se i turisti del mare sono aumentatinei mesi invernali di quest’anno, che però incideranno pocosul risultato complessivo.Per l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale, guidata da PinoMusolino, nel 2018 i temi sul
tavolo vanno dal consolidamento dei traffici project cargo, nicchia ristretta, ma ad altovalore aggiunto della scalo, allosviluppo del nuovo terminalcontainer, dall’accordo con Rfisull’ultimo miglio alla secondadarsena del porto per i traghetti di Fusina, dall’applicazionedelle decisioni del Comitatonesulle crociere da parte del futuro governo allo sviluppo deltraffico fluviale, con il possibileassorbimento del porto diMantova sotto la gestione diretta dell’Autorità di sistema:«Abbiamo avuto spiega ilpresidente Musolino nuovioperatori roro e stiamo consolidando la linea oceanica diOcean Alliance. Inoltre si stastrutturando il traffico diproject cargo o impiantistica.La maggior parte di questotraffico è movimentata dal terminal Multiservice, in misura minore da Tri. Il porto di Venezia è attrattivo per i carichi eccezionali perché può essereraggiunto dalla pianura pada
na senza pendenze. Il lavoropiù complessivo che stiamo facendo come porto per accogliere questi diversi traffici è il miglioramento dell’accessibilitànautica, sia fisica sia digitale,per consentire alle navi di arrivare anche con nebbia e di notte. Abbiamo allestito alcunepostazioni con sistemi Ais elettronici che daranno la possibilità di accesso alle navi anche incondizioni di scarsa visibilità. In questo mettiamo il porto incondizione di essere meglio accessibile».Una delle principali scommesse di Musolino è il terminalcontainer di Montesyndial. Ilterminal è nato come referentea terra del terminal offshore
immaginato dal precedentepresidente, Paolo Costa. Musolino ha congelato l’offshoree il progetto Montesyndial è diventato quello di un terminalautonomo, di destinazione finale, affiancato da una piattaforma logistica integrata, il tutto su un’area di 96 ettari.«Aspettiamo afferma il presidente lo sblocco di 55 milionidi euro di fondi da parte del Cipe, una decisione che può essere presa anche da un governodimissionario, perché i fondi cisono già, non c’è nulla di nuovo.Noi insistiamo perché arrivinoin occasione del primo Cipe disponibile». Attualmente l’opera è alla fase della bonifica. Unaltro punto nodale è l’accordo
quadro dello scorso 8 febbraiocon Rfi per la costruzione di unraccordo ferroviario che permetta di bypassare il nodo diMestre separando le merci diMontesyndial e Fusina dai passeggeri che arrivano a Mestreper ferrovia. Per quanto riguarda Fusina, «i traffici diceMusolino vanno bene. Vacompletata la seconda darsena, di cui avrebbe dovuto occuparsi il concessionario. Ma laholding a cui fa riferimento haavuto problemi e intanto rischiavano di scadere i terminiper i fondi europei che avevamo ottenuto. Per questo siamoentrati nella fase di progettazione. Purtroppo mi sono trovato in eredità un project fi
nancing nato 10 anni fa. Cometutti i project financing italiani, fa venire il mal di testa. Stiamo lavorando per garantireoperatività e equilibrio economicofinanziario per quest’opera eccezionale che ilmercato attende. Nel roro cisono tassi di crescita unici egrandi gruppi che vogliono entrare».Intanto l’Authority sta facendo un pensiero a unirsi con ilporto di Mantova: «C’è necessità di governo unico dei processi. Il traffico fluviale, anchegrazie al porto di Chioggia, vasfruttato bene, sia per le crociere sia per le merci: ognichiatta toglie 70 camion dallestrade».
Operazione di imbarco di un supermagnete prodotto da Asg (gruppo Malacalza)
IV mercoledì 16 maggio 2018 speciale logistica
D’AGOSTINO PROMUOVE L’INGRESSO DEI DANESI IN MOLO V
«Con Dfds Trieste entrerà nel network del Nord Europa»Prosegue l’integrazione coi retroporti, ancora in standby quella con MonfalconeIL SUCCESSO nello sviluppo deitraffici ferroviari ha permesso alporto di Trieste di superare quello di Venezia, storico concorrenteper la leadership portuale adriatica, per numero di container movimentati. Nel 2017 sono stati 616mila teu per una crescita del 26,7per cento. Nei primi mesi del 2018ancora in crescita container, roro, rinfuse, treni movimentati.Sul tavolo del presidente dell’Autorità di sistema del mareAdriatico orientale, Zeno D’Agostino, che guida anche l’associazione nazionale delle Authority, Assoporti, ci sono adesso altriprogetti che premono, a partiredal porto franco. «Il porto franco spiega il presidente è legato all’avvio dell’area exWartsila. Cisono lavori in corso, gestiti dall’interporto di Fernetti, che per laprima fase pensiamo di ultimarein autunno. Già per la fine del2018 ci saranno attività. Si devono creare tanti piazzali per gestire tante merci. Si stanno rimettendo a posto gli immobili. C’èun’ipotesi della costruzione di unmagazzino a temperatura controllata su cui c’è una forte domanda sia per l’attività in portofranco sia no per i flussi di merce
deperibile e a temperatura controllata. Cerchiamo di renderciautonomi da questo punto di vista. Inoltre c’è una domanda collegata all’intermodale ferroviario». Dove è localizzata?«Cominciamo a organizzarla nonsoltanto sul porto, ma anche sull’interporto di Cervignano Si comincia a ragionare coi nostriclienti sul fatto che i treni non devono arrivare direttamente inporto, ma su Cervignano da unaparte e su Villa Opicina dall’altrae poi da lì ci sono le navette chevengono fatte da Adriafer con ilporto di Trieste».Che cosa dicono gli operatori?«Stanno sposando questa logica.Da una parte ci sono aree ben infrastrutturate e con spazi ampi,con molti binari, fuori dal porto.Dall’altra i terminal portuali a cuiaccedono le navi. La logica è utilizzare gli spazi esterni di ottimaaccessibilità ferroviaria e stradale per diventare buffer che riforniscono l’attività dei terminalportuali. Già oggi a Fernetti facciamo il checkin dei camion turchi che salgono sulle navi. I camion si fermano a Fernetti finchénon c’è il semaforo verde dal por
to. La stessa logica trasferita inottica ferroviaria utilizzando glishuttle di Adriafer, nostra impresa ferroviaria. L’Authority, gestendo anche queste piattaforme,integra tutta l’attività».Quando verrà integrato nell’Authority anche il porto diMonfalcone?«L’iter è concluso, manca il decreto del presidente della Repubblica che in questo periodo è statoimpegnato dalla formazione delnuovo governo. Presto o tardi ilpresidente avrà il tempo di firmare quest’ultimo atto che è quasid’obbligo. Tutto è stato approvato. Nel momento in cui arriviamoa Monfalcone lo facciamo nellaparte demaniale del porto, che èuna sola parte: ci sono terreni eterminal che sono dell’Aziendaspeciale porto della Camera diCommercio della Venezia Giuliae del Consorzio industriale diMonfalcone. Monfalcone ha bisogno di un processo di integrazione della governance, di unamano unica, come si è fatto a Trieste fra porto e retroporto. Conun’ipotesi che va costruita con gliattuali proprietari. Questa frammentarietà nella gestione la pagano gli operatori, che si trovano ad
avere aree di enti diversi con tempi di assegnazione diversi e costidiversi».Che cosa cambia per Triestecon l’acquisto di Un Roro daparte di Dfds?«Cambia in meglio. Dfds vuole integrare il proprio network delNord Europa con quello che partedal porto di Trieste. Che è in pienaespansione: Un Roro ha appenainaugurato il nuovo terminal ferroviario e si pone come nuovosoggetto nello sviluppo intermodale e ferroviario del porto. Fino aieri era un soggetto meno dinamico perché aveva vincoli infrastrutturali. Con il nuovo terminalquesti vincoli non ci sono più e lovediamo già. Il Molo V di Un Roroha avuto crescite incredibili dalpunto di vista ferroviario. Ciaspettiamo che si consolidi anco
ra più e che la fusione non sia soltanto societaria, ma si integri ilnetwork intermodale del NordEuropa con quello che c’è a Trieste, sul corridoio con la Turchia».Per quanto riguarda i passeggeri?«A Trieste si parla soprattutto dicrociere, perché i traghetti sono quasi tutti commerciali. Essendoporto franco abbiamo difficoltànella gestione operativa di trafficicomunitari perché il passeggeroscende in porto franco. E’ un problema che avevamo con le vecchielinee come Minoan che non abbiamo più dall’anno scorso. Dovevamo creare corridoi doganaliper far transitare i passeggeri. Perle crociere, tifo perché Veneziaacquisisca un ruolo che beneficial’Alto Adriatico. Le sofferenze diVenezia sono di tutti».
LO STUDIO
Nautica, Italiaprima metaal mondoper i megayachtL’Italia è tornata ad essere ilprimo Paese al mondo per meta di destinazione estiva deigrandi yacht. Lo ha rilevatouna ricerca Cna presentata alVersilia Yachting RendezVous di Viareggio, che conferma la crescita del fatturatocomplessivo del settore nautico: 4 miliardi nel 2017, +14%rispetto al 2016. Secondo i dati di SuperyachtGroup, illustrati dal segretario generale di Nautica Italiana, Lorenzo Pollicardo, la flotta mondiale di grandi yachtera nel 2017 di 5.185 unità. Oltre il 50% di esse rimangononel Mediterraneo durantel’inverno, e nel 2017 la maggior parte (18,9%) hanno scelto l’Italia come meta di destinazione estiva, davanti aFrancia (15,9%), Spagna(12%), Monaco (11%), Grecia(9,3%), Croazia (7,5%). «Questo dato inverte la tendenzadegli ultimi anni ha dettoPollicardo ma pone un problema per quanto riguarda iservizi offerti dalle nostre marina, che non è detto sianosempre così organizzate». Secondo dati di Federagenti, sono cresciute in misura straordinaria le «toccate» dei grandiyacht sulle coste italiane: nel 2017 sono state oltre 8.200(+10%), mentre la permanenza media è salita fino a sfiorarei 4 giorni medi. «Significa 32mila “giorniyacht” sulle nostre coste» ha sottolineato Policardo.
Vmercoledì16 maggio 2018speciale logistica
INTERVIEW WITH PRESIDENT MUSOLINO
Venice bets on project cargo and river trafficThe Authority has entered into an agreement with RfiTRAFFIC in the port of Venice remained stable during2017 (25.1 million tonnes,0.3%), but has seen growth in2018 (+9.6%). The differencehas been in solid and liquidbulk, which have shown signsof revival (+17.6% and +12.3%respectively in the first threemonths of 2018) after a decline last year (3.8% and 2.4%).On the other hand, the boomin roro traffic continued,with 2018 (+39.4%) maintaining the record levels of 2017(1.5 million tonnes, +44.8%). The port’s weaker aspects arecontainers (611,000 TEUs, up0.9% in 2017) and cruises (1.4million, down 11% in 2017); although maritime tourists increased in the recent wintermonths, this will have littleimpact on the overall result.For the Port System Authority of the Northern AdriaticSea, led by Pino Musolino, theissues on the table in 2018range from the consolidationof project cargo traffic (a ni
che enterprise, but one withhigh added value for the port)to the development of the newcontainer terminal, from theagreement with RFI on thelast mile to the port’s secondwharf for Fusina’s ferries,from the application of the future government’s CruiseCommittee’s decisions, to thedevelopment of river traffic,with the possible absorptionof the port of Mantua underthe direct management of theSystem Authority.President Musolino explained, “We have had new rorooperators and are continuingwith Ocean Alliance’s oceanline. In addition, the projectcargo and industrial machinery traffic is shaping up.Most of this traffic is handledby the Multiservice terminal,to a lesser extent by TRI. Theport of Venice is attractive forexceptional cargo because itcan be reached from the PoPlain without any steep roads.The most comprehensive
work we are doing as a port toaccommodate these differentsorts of traffic is improving nautical accessibility, bothphysically and with technology, to allow ships to come toport in foggy conditions andat night. We have set up somestations with electronic AISsystems that will make it possible for ships to access theport even in poor visibilityconditions. This is how we areputting the port in a positionto be more accessible.”One of Musolino’s biggestbets is the Montesyndial container terminal. The terminalwas created as a groundbased element of the offshoreterminal planned by the pre
vious president, Paolo Costa.Musolino has frozen the offshore plan and the Montesyndial project has become an autonomous, final destinationterminal, flanked by an integrated logistical platform, allon an area of 96 hectares. Thepresident said, “We are waiting for the release of 55 million of funds from the CIPE, adecision that can also betaken by an outgoing government, because the funds arealready in place, this isn’t a new thing. We insist that it comes as soon as the first CIPEis available.” The project iscurrently in the reclamationphase. Another key point is the framework agreement of
8 February with RFI for theconstruction of a rail link thatbypasses the Mestre junction,separating freight from Montesyndial and Fusina frompassengers arriving in Mestreby rail. As for Fusina, Musolino said, “the traffic is going well. The second wharf, whichthe concession holder wassupposed to take charge of,must be completed. However,the holding company to whichit belongs has had problems,and they were reluctant to allow the deadlines for the European funds we had obtainedto expire. That is why we havestarted the design phase. Unfortunately, I found myselfinheriting project financing
that was ten years old. Like allItalian project financing, it’s aheadache. We are working toensure smooth operationsand economic and financialequilibrium for this unusualproject that the market is expecting. There are uniquegrowth rates in roro andmajor groups that want to getinto the business.”Meanwhile, the Authority isthinking about including theport of Mantua: “There is aneed for a single leadership interms of processes. And alsobecause of the port of Chioggia, we must make the most ofriver traffic, both for cruisesand for freight: a single bargetakes 70 trucks off the roads.”
Teal Bay ship at Terminal Multi Service (port of Venice)
Valencia
Tangier
Barcelona
Genova
LivornoCivitavecchia
Salerno Brindisi
Tunisi
Malta
Venezia
Catania
Ancona
Cagliari
OlbiaPorto Torres
Palermo
RavennaSavona
Patras
Igoumenitsa
Bar
Bari
TangierTangierTangierTangierTangierTangierTangierTangierTangierTangierTangier
GENOVA
LIVORNO
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VI mercoledì 16 maggio 2018 speciale logistica
AUTHORITY CHAIRMAN, PAOLO SIGNORINI, IS PLEASED
“Genoa is on the right track”Concessions are the two most sensitive issues to addressFACED with dock maintenance problems and the discontent of the port community of Savona, which the reform has merged with thegovernance of Genoa, thechairman of the Port SystemAuthority of the Western Ligurian Sea, Paolo Signorini,disregards doubts surrounding the composition of theManagement Committeeand maintains he’s contentwith the results of the two ports of Genoa and Savona.“Continued growth is confirmed for 2018, notwithstanding a temporaryslowdown in April. The figures confirm that there will befurther growth in 2018 compared to 2017. I’m talkingabout freight and containers. On the passenger sidethe situation is a little moreuncertain. Some improvement compared to 2017 waslooking likely on that frontas well, but we’ll have a clearer picture further into theyear. The market appears toprovide some reasons to becheerful, but there are areasthat need to be addressed.For example, volumes are fine, but freight rates continue to be low. This poses aproblem of profitability forshipowners. Its effects are
felt all through the valuechain, even at the port. Thatvolumes are good is a precondition that indicates aclean bill of health for all themain ports of the westernMediterranean. So it’s a positive indicator.”If governance, especially atthe regional and national level, is unable to do anythingabout the fluctuating trendof freight rates, the ports aretaking measures, so as to beready to compete for freightloads, offering better efficiency, speed of flow, andlower costs. In this context,the port of Genoa is focusingon some projects that shouldmake it more attractive tothe international supplychain network.“The big projects for Genoahave all started. The ThirdPass is under construction,land appropriations havebegun for the Gronda highway bypass project, and construction sites are starting; meanwhile the SystemAuthority has entrusted thefeasibility project for thenew breakwater to Invitalia.The perplexities and criticisms about the timeline areunderstandable, but wemust keep in mind thatwhen massive projects are
involved these things arenormal. It’s more importantthat a huge project be set upand monitored properly,than just wishing it could becompleted in two years. Ittook twenty for the Gotthard... The worst thing thatcan happen to a large projectis leaving it understaffed,without solid technical andadministrative planning. Iwould say that for our threemajor projects the situationis currently under control.”The chairman, however, does not underestimate the importance of the socalled minor works that are essentialto increase the capacity of the port. “For works of smaller size, but equally strategic, like some landfills, suchas Bettolo and Ronco Canepa, or the last mile or railtrack at the port of Genoa, wehave a mixed picture.They’ve certainly been sufficiently analysed; the PortAuthority is now trying tocomplete the technical, administrative and planningrequirements to make themoperational. For Bettolo,there’s the concession. Forthe rail lines at the port, atthe VTE and at Sampierdarena, the agreement withRFI is in place.
Alle prese con i problemi dimanutenzione delle banchine e con i malumori della comunità portuale savonese,che la riforma ha accorpatoalla governance genovese,incurante dei dubbi che circondano la composizionedel Comitato di gestione, ilpresidente dell’Autorità disistema portuale del mar ligure occidentale, Paolo Signorini, si consola con i risultati dei traffici dei dueporti di Genova e Savona:«Si conferma nel 2018un’ulteriore crescita, al dilà della battuta d’arresto di aprile,situazione contingente. I dati confermano oramai che ci sarà un’ulteriore crescita nel2018 rispetto al 2017. Parlodi merci e container. Suipasseggeri la situazione è unpo’ più incerta. Anche lì eraprevisto rispetto al 2017 uncerto miglioramento. Vedremo in corso d’anno. Lasituazione di mercato restacon alcune luci, ma altre chevanno risolte. Ad esempio ivolumi vanno bene, ma i nolisulle merci continuano a essere bassi. Questo pone unproblema di redditività per gli armatori. Di riflesso, siscarica su tutta la filiera di
valore, anche il porto. Che ivolumi siano buoni è unaprecondizione che indicauno stato di salute di tutti iprincipali porti del Mediterraneo occidentale. Quindi èun dato positivo».Se la governance, soprattutto a livello regionale e nazionale, non può nulla sull’andamento oscillante dei nolimarittimi, i porti cercano diattrezzarsi per farsi comunque trovare pronti e per contendersi le merci, offrendo
condizioni diefficienza,rapidità deiflussi e economicità migliori. Inquesto quadro, il portodi Genovapunta moltosu alcuneopere che
dovrebbero renderla più appetibile sulla rete internazionale delle supply chain.«Le grandi opere di Genovasono tutte avviate. Il Terzovalico è in esecuzione, lagronda è alla fase degliespropri e dell’avvio dei cantieri, mentre l’Autorità di sistema sta affidando a Invitalia il progetto di fattibilitàdella nuova diga foranea. Leperplessità e le critiche riguardo ai tempi sono condivisibili, ma bisogna anchecapire che quando parliamodi grandi opere, è normale.
E’ più importante che unagrande opera sia ben instradata e monitorata, rispettoall’idea che si possa fare indue anni. Per il Gottardo cene sono voluti venti. La cosapeggiore è quando una grande opera non è presidiata,non è su un binario tecnicoamministrativo progettualesolido. Direi che per le nostre tre grandi opere la situazione in questo momen
to è sotto controllo».Ma il presidente non sottovaluta neanche l’importanza delle opere cosiddette minori che sono fondamentaliper aumentare la capacità diaccoglienza dello scalo. «Peropere di minore dimensione, ma ugualmente nevralgiche, come alcuni riempimenti come Bettolo e RoncoCanepa, o il binario ultimomiglio in porto a Genova, la
situazione ha luci e ombre.Sono tutte molto monitorate. L’Autorità di sistemaportuale sta cercando dichiudere gli atti tecnici, amministrativi e progettualiper renderle operative. Per Bettolo, la concessione. Per ibinari in porto al Vte e aSampierdarena la convenzione con Rfi. Per RoncoCanepa la convenzione fattacon Invitalia, che ugual
mente ci farà da stazione appaltante per la progettazione. Però sono atti che dobbiamo ancora sottoscrivere,mancano alcuni tasselli».Intanto l’Authority sta cercando di chiudere un’altrapartita delicata, quella delrinnovo delle concessioni dialcuni terminalisti, ossia Sech, Spinelli e Terminal SanGiorgio. «Spinelli dice Signorini ha già firmato. Sechè pronta per la firma. SanGiorgio, stiamo finalizzando il testo». Ma la questionedelle concessioni si intreccia con quello del lavoro. Come i terminalisti, anche lecompagnie portuali Culmv ePietro Chiesa chiedono certezze per il futuro dei loroassociati. Signorini interviene sul tema: «E’ molto delicato, ma il lavoro che si stafacendo è molto serio. LaCompagnia unica ha affidato ad alcuni esperti il compito di aiutarla a redigere ilpiano previsto dalla normache prevede interventi sullaformazione, sull’acquiescenza e su risanamento esviluppo della stessa Compagnia. Il piano ci verrà presentato e contiamo di approvarlo insieme al bilancioentro giugno. Sarà la precondizione per la messa insicurezza della Culmv el’eventuale assorbimentodei soci della Pietro Chiesa oper ampliamenti di organico».
PARLA IL PRESIDENTE DELLA PORT AUTHORITY
«Le grandi opere trasformeranno Genova»Investimenti miliardari su Terzo valico, Gronda e nuova diga. Signorini: «Situazione sotto controllo»
Il Forum “Shipping &Intermodal Transport” ospitato dall’Autorità di sistema portuale a Genova
«E’ più importante che un’opera
sia ben instradata e monitorata, rispetto
all’idea che si possa fare in 2 anni. Per il Gottardo ce ne sono voluti venti»
VIImercoledì16 maggio 2018speciale logistica
PARLA IL MEMBRO DEL DIRETTIVO DI ASSOLOGISTICA
Fuochi: «L’Italiasarà favorita dallanuova Via della seta»«Genova e Trieste avranno certamente un ruolo centrale, ma anche il Sud sarà coinvolto»Non solo investimenti suiporti e la rete ferroviaria. Secondo Riccardo Fuochi,membro del consiglio direttivo di Assologistica, lo sviluppo della Via della seta «sipresenterà come un progetto molto più ampio che porterà benefici a tutte le economie dei Paesi interessati». I numeri della One BeltOne Road, la nuova Via dellaseta voluta dal governo cinese, prevedono sessanta Paesi coinvolti e novecento progetti di nuove infrastruttureper quasi mille miliardi diinvestimenti. Il dato di partenza è la potenza economica della Repubblica Popolare: lo scorso anno il Pil cinese è cresciuto del 6,9% arrivando a 13mila miliardi didollari, mentre il volumecomplessivo di importexport è stato pari a 4.280miliardi di dollari, di cui2.360 miliardi in export e1.920 miliardi in import. Inquesta dinamica l’Italia haun peso rilevante: nel 2017gli scambi commerciali ItaliaCina hanno superato ilmiliardo di dollari, con una
crescita del 25% circa rispetto all’anno precedente.Parallelamente agli scambicommerciali, crescono anche gli investimenti cinesiall’estero, che lo scorso annosono stati pari a 120 miliardidi dollari, mentre gli investimenti stranieri in Cina hanno raggiunto quota 135 miliardi di dollari. Gli interscambi cinesi con i 60 Paesicoinvolti dalla nuova Viadella seta, nel 2017, hannoraggiunto i 780 miliardi didollari, e in quegli stessi Paesi la Cina ha già investito 50miliardi in nuove opere, tramite cui verranno creati180mila posti di lavoro. Ilgrande progetto di Pechinopotrebbe, una volta coinvolta l’Europa, estendersi anche al Sud America. Il dialogo tra il Sud America e la Cina si misurerà sugli scambicommerciali. E poggerà subasi piuttosto semplici perché l’America Latina ha unsurplus che proviene dall’industria alimentare chepotrebbe essere la monetadi scambio più indicata per“ripagare” gli investimenti
cinesi. In cambio la Cinapromette soldi per le infrastrutture, ma non solo: Pechino vuole sbarcare con ipropri prodotti tecnologici econquistare nuovi mercatiper la propria industria manifatturiera. Le nuove possibilità disviluppo per l’economicaitaliana sono evidenti.Possono esserci delle incognite? «L’aspetto più importante spiega Fuochi riguarda lapartecipazione ai numerosiprogetti che si stanno sviluppando all’interno dellaVia della seta. La Cina haprogrammato numerosi investimenti, specialmentesulle infrastrutture, per diversi miliardi di dollari e restare fuori da questa grandeopportunità di sviluppo cheriguarda la movimentazione delle merci ma anche lacircolazione dei passeggerivorrebbe dire perdereun’occasione unica». Il nostro Paese si sta muovendo correttamente?«Si stanno muovendo moltobene diverse aziende e alcu
ne associazioni. A livello governativo qualcosa è già stato fatto ma in situazioni delgenere è essenziale muoversi come sistema: mondoproduttivo e istituzioni assieme. Sotto quest’ultimoaspetto possiamo certamente ancora miglioraremolto».Genova e Trieste sono iporti del nostro Paese cheil governo cinese considera strategici. La Via dellaseta esclude gli altri scaliitaliani?«Assolutamente no, anzi.Genova e Trieste avrannocertamente un ruolo centrale nei nuovi traffici ma lepossibilità di crescita riguarderanno tutti i porti italiani, anche quelli del Sudche potranno beneficiaredell’incremento della movi
mentazione delle merci egiocare un ruolo importantegrazie alle nuove rotte chesono destinate ad aprirsi».Sviluppo delle infrastrutture, nuove opportunitàdi business, potenziamento della rete logisticae incremento della circolazione delle merci traAsia ed Europa. Cos’altroancora dobbiamo aspettarci?«Se ne parla poco ma il turismo è uno dei settori che potrà ricevere i benefici maggiori dagli investimenti cheverranno fatti sulla Via dellaseta. Teniamo presente chenei Paesi coinvolti vive il50% della popolazionemondiale che – dopo gli investimenti che saranno fatti– potrà muoversi con maggiore facilità».
IN ITALIA
Autostrade,in tre mesitraffico cresciuto dell’1%Nel primo trimestre del 2018il traffico sulla rete autostradale italiana del Gruppo Atlantia è cresciuto dell’1% e iltraffico sulla rete autostradale estera del Gruppo segnaun incremento del 3,5%. Losi legge in una nota di Atlantia al termine del cda che haapprovato i risultati del primo trimestre. Sul fronte aeroportuale, invece, il traffico passeggeri diAeroporti di Roma è in aumento dell’1,8% e quello dell’aeroporto di Nizza segna unaumento a doppia cifra del10,1%.Relativamente al trafficosulle autostrade italiane delGruppo Atlantia, il dato risente si spiega nella nota dell’effetto negativo delleforti nevicate tra fine febbraio e inizio marzo, parzialmente compensato dall’anticipo degli spostamenti legatialle festività pasquali rispetto all’anno passato (nel 2017il giorno di Pasqua ricorrevail 16 aprile mentre nel 2018 ilprimo aprile). Relativamente alle attività autostradaliestere, l’aumento è stato del4% in Cile, del 2,8% in Brasilee del 5,3% in Polonia. Sulfronte delle attività aeroportuali italiane, a fronte di unacrescita complessiva deltraffico dell’1,8%, il trafficodomestico risulta in riduzione del 6,2% anche a causadella contrazione delle attività di Alitalia.
Il porto di Shanghai
VIII mercoledì 16 maggio 2018 speciale logistica
PARLA IL PRESIDENTE DI SPEDIPORTO
«Genova,mano tesaa Svizzerae Baviera»Pitto: «Sull’innovazione digitalesiamo un porto all’avanguardia»«Genova deve lavorare conl’obiettivo di diventare il terminale della Via della setagrazie alle nuove infrastrutture già programmate e chesaranno completate tra qualche anno». Per AlessandroPitto, presidente di Spediporto, lo scalo del capoluogoligure sta completando ilproprio sviluppo «per incrementare gli attuali volumi ditraffico e conquistare nuovimercati». In meno di due anni la Cina diventerà il piùgrande operatore containeral mondo. A concorrere alraggiungimento dell’obiettivo di dominio mondiale, cisono due fattori: intanto lafusione tra China Shipping eCosco ha creato un gigantesia sul mare, con una flottatra le principali del settore,ma anche sulle banchine conun gruppo terminalistico trai più grandi. L’altra spintapropulsiva arriva dagli ingenti investimenti che Pechino sta già mettendo in
campo per sviluppare la Viadella seta. Il tesoro che la Cina investirà nel progetto supera i 150 miliardi di dollari.Negli ultimi dodici mesi sulfronte portuale sono già statiinvestiti 20 miliardi. Con ilraddoppio del Canale diSuez, poi, il Mediterraneo haacquisito nuova centralità.La Cina ha investito nel Pireo ed è alla ricerca di un canale di accesso per connettere velocemente le merci conil resto d’Europa. Il governoitaliano ha offerto ai cinesiuna via complementare allaferrovia che Pechino ipotizza di costruire per collegare ilporto greco all’Europa attraverso i Balcani, e suggeriscedi sfruttare anche i sistemiportuali e ferrati già esistenti e già pronti come Trieste.Presidente, il Terzo Valicodovrebbe essere ultimatoentro pochi anni. Per lanuova diga del porto, invece, ce ne vorranno almenoquindici. Non le pare trop
po tempo?«Genova – spiega il numero uno degli spedizionieri nonè stata in grado di acceleraresulle grandi opere oggi necessarie e non ci sono dubbiche in passato si sia persomolto tempo: se questi progetti fossero stati avviati prima, infatti, oggi avremmoopere già pronte e un portogià all’altezza delle nuove sfide che arrivano dal mercato.Ma sono comunque ottimista perché una volta ultimatii progetti oggi in corso e quelli già programmati, lo scaloavrà ultimato il proprio sviluppo e sarà in grado di movimentare una maggiore quantità di merci con tempi molto
più ridotti rispetto a quelliattuali».Quali sono le opportunitàche possono arrivare dallosviluppo della Via della seta per il porto di Genova? «I principali margini di crescita riguarderanno il comparto merci, specialmentecontenitori. La Cina sta facendo grandi investimenti ein Italia ha individuato proprio Genova e Triste comeporti di riferimento. Ci saranno grandi opportunitànon solo per il settore portuale ma più in generale perl’intero comparto economico». Quali sono i mercati di riferimento ai quali deve
puntare il porto di Genova? «Il capoluogo ligure rappresenta le banchine naturaliper buona parte del Nord Italia, ma sono quello svizzero edella Baviera i mercati cheGenova deve conquistare atutti i costi sottraendo traffico al Nord Europa. Il nostroscalo, per la sua posizione geografica nel Mediterraneo,non ha troppi porti rivali: laconcorrenza da sconfiggereresta sempre quella dei portinordeuropei».Dal punto di vista informatico, invece, quali sonoi limiti da migliorare?«Il nostro porto, dal punto divista dell’innovazione digi
tale, è all’avanguardia e sicuramente all’altezza dei portidel Nord Europa. Grazie alsistema Eport possiamocontare su un sistema uniconel panorama italiano chegarantisce efficienza e sicurezza. Abbiamo iniziato a lavorarci nel 2004 sull’ondadelle code quotidiane e dellacongestione ai gate. Allora loscalo movimentava1.600.000 teu: oggi il portomovimenta 2.600.000 teu,quasi il doppio. Restano, invece, da migliorare i controlliche a livello locale vengonoeffettuati sulle merci: sonospesso troppo lenti e fermano i prodotti in banchina permolto tempo».
Navi da crociera, traghetti e terminal container: la versatilità del porto di Genova in una fotografia
IXmercoledì16 maggio 2018speciale logistica
ASSOLOGISTICA’S COUNCILLOR SPEAKS
“The Silk Road will benefit all the economies” Fuochi: “Industry and government must move together” IT’S NOT JUST a case of investing in ports and the railnetwork. According to Riccardo Fuochi, a member ofAssologistica’s board of directors, the developmentof the Silk Road “will be amuch broader project thatwill bring benefits to all theeconomies of the countriesconcerned.” The figuresfor One Belt One Road, theChinese government’s newSilk Road project, include60 countries and 900 newinfrastructure projectswith an investment cost ofalmost a trillion. Let usconsider the economicpower of the People’s Republic of China: last yearChinese GDP grew by6.9%, reaching $13 trillion,while the total volume ofimportexport was equal to$4.28 billion, of which$2.36 billion were inexports and $1.92 billion inimports. Italy plays a significant role in this dynamic:
in 2017, ItalyChina tradeexceeded one billion dollars, with a growth of about25% compared to the previous year. Running parallel to these commercialexchanges, Chinese foreign investment also grew, reaching $120 billion lastyear, while foreign investment in China reached$135 billion. Chinese tradewith the 60 countries involved in the new SilkRoad, reached $780 billionin 2017, and in those samecountries China has already invested $50 billion innew construction projects,which will create 180,000jobs. Once connected toEurope, Beijing’s greatproject could extend as faras South America. The dialogue between South America and China will be based on trade. And it will bebased on rather simple issues, because Latin America has a surplus in the food
industry that could be the most suitable currency to“repay” Chinese investments. In exchange, Chinapromises money for infrastructure, but that is notall: Beijing wants to comein with its own technological products and conquernew markets for its manufacturing industry. The new development possibilities for the Italianeconomy are clear. Are there any unknowns? Fuochi explained, “Themost important aspect isparticipation in the numerous projects that are developing inside the Silk Road.China has planned a great
number of investments,especially in infrastructure, worth several billiondollars, and to stay out ofthis great development opportunity for freight, butalso passenger movement,would mean losing a unique opportunity.” Is our country makingthe right moves?“Several companies andassociations are doing quite well. At the level of government, something hasalready been done but insuch situations it is essential to act together as a system: the world of industryand the governmental institutions together. In the
latter respect we certainlyhave a lot to improveupon.”Genoa and Trieste arethe Italian ports that theChinese governmentconsiders strategic. Does the Silk Road excludeItaly’s other ports?“Absolutely not, quite thecontrary. Genoa and Trieste will certainly play a central role for the new traffic,but the growth opportunities will affect all of Italy’sports, including those inthe South, which will beable to benefit from the increase in cargo handlingand play an important rolebecause of the new routes
that will be opening up.”Infrastructure development, new business opportunities, expandingthe logistical networkand increasing the movement of goods betweenAsia and Europe. Whatelse should we expectfrom it?“Little is said about it, buttourism is one of thesectors that will receive thegreatest benefits from the Silk Road investments. Letus keep in mind that 50% ofthe world’s population lives in the countries involved, and with the plannedinvestments it will be easier for them to travel.”
A train connecting China to Europe
X mercoledì 16 maggio 2018 speciale logistica
A CONVERSATION WITH THE PRESIDENT OF SPEDIPORTO
“Genoa will take offwith completion of the new projects”Pitto: “The port must work hard to become the Silk Road terminal in Europe”
In terms of digital innovation, our port
is at the forefront and certainly on par with the Northern
European ports. Alessandro Pitto
President of Spediporto
“TO BECOME the terminal ofthe Silk Road, Genoa mustwork hard on its planned infrastructure projects, due forcompletion in a few years’ time.” For Alessandro Pitto,president of Spediporto, theLigurian capital’s port is developing in order “to increasecurrent traffic volumes andconquer new markets.” In lessthan two years China will become the world’s largest container operator. Two factorsare contributing to the achievement of its objective of world domination: the mergerbetween China Shipping andCosco has created a giant of thesea, with a fleet among the biggest in the industry, but also onthe docks with a terminalgroup that is among the largest. The other driving forcecomes from the huge investments that Beijing is making todevelop the Silk Road. Chinaplans to invest over $150 billion in the project. In the lasttwelve months, $20 billion hasalready been invested on theport sector. With the enlargement of the Suez Canal, theMediterranean has acquired a
new centrality. China investedin Piraeus and is looking for anaccess channel to quickly transport goods to the rest of Europe. The Italian Governmenthas offered the Chinese a complementary route to the railway that Beijing is planning tobuild which would connect theGreek port to Europe via theBalkans, and is also suggestingthey exploit the existing portand rail systems which areready now such as Trieste.Mr. President, the ThirdTunnel will be completedwithin a few years. Thenew port breakwater, onthe other hand, will take atleast fifteen. Don’t youthink that is too long?“Genoa has not been able topush through with the majorconstruction projects thatare needed today, and there isno doubt that in the past much time was wasted: in fact, ifthese projects had been started earlier, we would have theinfrastructure ready now,and would have a port thatwas ready for the latest challenges of the market. But I amoptimistic because once the
current and planned projectsare completed, the development of the port will be complete, and it will be able tohandle a greater quantity ofgoods with much shorter timeframes than currently.”What opportunities couldthe development of the SilkRoad bring for the port ofGenoa? “The main growth marginswill be in the freight sector,especially containers. China is making major investmentsand it has identified Genoaand Trieste as its ports of reference in Italy. There will begreat opportunities not onlyfor the port sector but moregenerally for the entire eco
nomy.” What are the targetmarkets for the port of Genoa? “Genoa is the natural port formost of Northern Italy, but itis the Swiss and Bavarianmarkets that Genoa mustconquer at all costs by takingtraffic from Northern Europe. Due to its geographicalposition in the Mediterranean, our port does not havemany rivals: the competitionwill always be from the northern European ports.”In terms of information technology, what needs improvement?“In terms of digital innovation, our port is at the fore
front and certainly on par with the Northern Europeanports. Thanks to the Eportsystem, we have at our disposal a system that is unique inItaly and which ensures safety and efficiency. We started working on it in 2004 because of the increasingqueues and congestion at thegates. At that time the port handled 1,600,000 TEU: today it handles 2,600,000TEU, almost twice the volume. On the other hand, the inspections that are carried outon freight at the local levelstill need to be improved:they are often too slow and keep products in the docksfor long periods of time.”
MSC AND MAERSK
Top container shipping lines reviewing Iran operations The world’s top two containershipping groups Maersk Line andMSC are reviewing their Iranoperations after the United States withdrawal from the international nuclear agreement withTehran.The 2015 agreement, worked outby the United States, five otherworld powers and Iran, lifted sanctions on Tehran in exchange forlimits to its nuclear programme.U.S. President Donald Trump also instructed his administrationto reimpose U.S. sanctions aftera winding down period.“MSC is reviewing its services, operations and business relationships to understand if any areimpacted and will comply withthe timetable set out by the U.S. government,” the private Swissheadquartered group said in astatement. MSC suspended services between 2012 and 2014 andwhen they were resumed the lineused small, regional thirdpartyfeeder ships to carry cargo between Iran and MSC’s transshipment hub at Jebel Ali in the United Arab Emirates.A shipping source said MSC had already stopped taking bookingsfor certain cargoes that would beimpacted by the sanctions programme.The U.S. Treasury said this weekWashington was imposing sanctions on the direct or indirect sale, supply, or transfer to or from Iran of graphite, raw, or semifinished metals such as aluminumand steel, coal, and software forintegrating industrial processes.
PROJECT CARGO & INDUSTRIAL PARTS
Master Projects & Logistics broadensThe company’s business horizons grewto many other geographical areas Master Projects & Logisticswas created with the aim of offering customers breakbulktransport solutions, mainly inthe Mediterranean, Black Seaand Northern Europe.As time passed, the company’s business horizonsgrew and today many othergeographical areas are withinits operational scope.Thanks to a consolidatednetwork of direct contactswith ship owners, both Mediterranean and Northern European, the company’s offering spans from entire shipsto partcargo deals.Master Projects & Logisticsalso specialises in the handling of project cargo, indu
strial parts, steel products,special shipments and all those goods that cannot be shipped in containers.Our clients can also benefit byour ability to handle all kindsof containerized goods by offering, in synergy with ourpartner, Tarros, the containers themselves, giving eachcustomer the opportunity to manage them as if they wereshippers themselves, but withthe option of returning themto their destination like anybit of line equipment.Master Projects & Logistics isalso a shipping agent with offices in Genoa and La Speziaand with sub agents in otherItalian ports.
INTERVISTA AL PRESIDENTE DI NOVA SYSTEMS
«Non solo Asia, puntiamo al Sud America»Avesani: «Consolidiamo la nostra presenza in Europa, aperte due sedi in Spagna»DI COSA si occupa NovaSystem?«Nova Systems è una societàdi Information & Communication technology, con un’esperienza di oltre 35 anni nel monde delle spedizioni internazionali, delle dogane, dei trasporti e della logistica – spiega Ivano Avesani, presidente NovaSystems Attraverso la soluzione software in Cloud BeOne, il nostro Centro di Ricerca e Sviluppo è costantemente impegnato ad individuare soluzionitecnologiche all’avanguardia, garantendo ai nostriclienti una costante evoluzione della piattaforma applicativa».Quali sono oggi i vantaggilogistici che può sfruttarechi opera in Italia?«Abbiamo una posizione dicentralità in Europa, che èfavorevole per l’interscambio tra il nostro continente eil resto del mondo. Siamo unPaese con una forte vocazione manifatturiera di qualitàe avere la vicinanza direttadella produzione è sicuramente un vantaggio per chideve effettuare un trasportointernazionale».Che cosa pensa del progetto denominato “Nuovavia della Seta”?
«È assolutamente un’opportunità. Attraverso la“Nuova Via della Seta“ l’Italia potrà riassumere il proprio ruolo di centralità. IlMediterraneo rappresentail punto di arrivo occidentale della Nuova Via e quindi
gli scambi marittimi potranno avere uno sviluppo socioeconomico molto importante».Quali sono le aree geografiche più interessanti,nell’attuale contesto socio economico?
«I mercati asiatici sono inforte espansione, così comeil Latino America, dove come Nova Systems stiamo allacciando importanti rapporti, in particolare in Messico, uno Stato che ha relazioni dirette con il mercatoeuropeo. Proprio in Europastiamo consolidando la nostra presenza, con l’apertura di due sedi in Spagna, aBarcellona e Madrid, e unain Francia, a Parigi».Quali sono le carenze infrastrutturali più pesanti, nel sistema logisticosul quale operate?«Ci sono delle carenze infrastrutturali innegabili. Adesempio sono state fatte delle scelte che nel tempo hanno penalizzato il trasportoferroviario. Per quanto riguarda il nostro ambito informatico, sono stati effettuati parecchi passi in avantinella gestione delle infrastrutture di scambio dati ecomunicazioni. Abbiamo riscontrato che ci sono dellesinergie importanti nel traffico aereo con IATA e WebCargo, che stiamo vivendoin prima persona. Nel trasporto marittimo si sta attivando questo processo virtuoso attraverso la presenzadi INTTRA».
Ivano Avesani, presidente di Nova Systems
XImercoledì16 maggio 2018speciale logistica
THE SUCCESFUL development of rail traffic has allowed the port of Trieste tooutperform its longstanding competition of Venice,in terms of the number ofcontainers handled. In 2017 there were 616,000 TEU, agrowth rate of 26.7%. In thefirst months of 2018, containers, RORO, bulk, and traintraffic have continued togrow. And there are nowother pressing projects onZeno D’Agostino’s desk, thefree port first amongst them.D’Agostino ispresident ofthe Port System Authority of the Eastern Adriatic Sea, aswell as thehead of thenational association ofport authorities, Assoporti.The president explained,“The free port is linked to theregeneration of the formerWartsila area. There is already work in progress, operated by the Fernetti freightvillage, the first phase of which we plan to complete in theautumn. Operations will begin as early as the end of 2018.Many cargo areas will have tobe created to handle so muchfreight. Buildings are beingrenovated. There is a proposal to build a temperature
controlled warehouse in thefree port, there being a strongdemand from businesses forthe flow of perishable andtemperature controlled goods. We are trying to makeourselves autonomous fromthis point of view. And thereis also demand linked to intermodal rail transport.” Where is it located?“We are beginning to organize not only the port, but alsothe Cervignano freight village. We are considering withour customers about the fact
that trainsshould notcome directly to theport, but toCervignanoon one side,and to VillaOpicina onthe other,and thenfrom there,
via Adriafer shuttles, to theport of Trieste”.What do the operators sayabout this?“They are embracing this logic. On the one hand, thereare areas with strong connections to infrastructure whichhave large spaces, with manytracks, outside the port. Onthe other hand, there are theport terminals where shipscall. The logic is to use external spaces that have excellent accessibility by rail and road as buffers to supple
ment the activities at the portterminals. Already today inFernetti, we are operating acheckin for Turkish trucksthat are boarding ships. Thetrucks stop at Fernetti untilthey get the green light fromthe port. The same logic wastransferred from a railway
point of view using the shuttles of Adriafer, our railway company. The Port Authority, which also manages theseplatforms, integrates all of these activities.”When will the port of Monfalcone also be integratedinto the Authority?
“The process has been completed; a decree is neededfrom the President of the Republic, who has recently been engaged in the formationof the new government. Sooner or later, the Presidentwill have time to sign this final decree, which is prettymuch obligatory. Everythinghas been approved. When wego to Monfalcone we will do itin the Stateowned part ofthe port, which is only a single part: there is land and there are terminals that belong to the special port companyof the Chamber of Commerce of Venezia Giulia and theIndustrial Consortium ofMonfalcone. Monfalcone needs a process for the integration of its governance, underunitary direction, as was done in Trieste between theport and the freight village.The idea is that it must be built together with the currentowners. Operators pay forthis fragmentation in management, as they find themselves working in areas with different governmental bodieswith different assignment times and different costs.”What changes for Triestewith the purchase of UNRoRo by DFDS?“It is a change for the better.DFDS wants to integrate itsNorthern European networkwith the one that begins withthe port of Trieste. Which isbooming: U.N. RoRo has just
opened the new rail terminaland is an important newplayer in the port’s intermodal and rail development.Until yesterday it was less dynamic because it had infrastructural constraints. Withthe new terminal these constraints no longer exist andwe can already see that. MoloV at U.N. RoRo has experienced incredible growth interms of rail infrastructure.We expect it to continuealong these lines and that themerger will not only be a corporate one, but will also integrate the intermodalnetwork of Northern Europewith Trieste’s network, onthe corridor to Turkey.”And what about passengertraffic?“In Trieste there is mainlytalk of cruises, because theferries are almost all commercial. Because we are afree port, we have difficultiesin the operational management of European Community traffic because passengers disembark in a free port.This is a problem we had withthe old lines, like Minoan,which we have not had sincelast year. We had to create customs corridors for passengers to pass through. In terms of cruises, I am rooting forVenice to take on a role thatbenefits the Northern Adriatic. Venice’s problems areeveryone’s problems.”
D’AGOSTINO BACKS DANISH ENTRY WITH DFDS INTO MOLO V
“Trieste is ready to join Northern Europe network” Integration with the freight villages continues, but integration with Monfalcone is still on standby
In the first months of 2018, containers, RORO,
bulk, and train traffic have continued to grow.
And there are now other pressing projects
on D’Agostino’s desk
XII mercoledì 16 maggio 2018 speciale logistica
GRATITUDE FOR THE “TERZO VALICO” AND MONTE CENERI
Genoa will make the most of the North difficultiesRhineAlps Corridor, Odone: “It’s a much awaited connection for Germany”UNTIL a few years ago, thecontrast between the ports ofRotterdam and Genoa in easeof access to Europe’s internalmarkets, from Bavaria toSwitzerland and the Po Valley, seemed unbridgeable.The appeal of the Dutch portwas just too strong, while Genoa had always felt cut off bythe Apennines, and neglectedby Italian policies concerninginfrastructure development.For its part, Rotterdam,without moving a finger, justwaited for Switzerland to carry forward its intermodaltransport plan, favoring railover asphalt, and carry out ina few years the planning andthe creation of the railwaytunnels of the Lotschberg andthe Gotthard. Tunnels whichaccording to the president ofthe Chamber of Commerce ofGenoa, Paolo Odone, werelike two vacuum cleaners thatcould suck freight away fromthe Po Valley to the ports ofNorthern Europe.However, the current situation with regard to the corridor appears less unbalanced than a few years ago, thanks
to a series of factors. The European Union has declaredthe RhineAlps Rail Corridora priority, a project that in addition to Genoa and Rotterdam, connects the ports ofAntwerp, Zeebrugge and Amsterdam. The coordinator forthe corridor is Pawel Wojciechowski. So on one front, after more than a century sincethe concept was floated backin 1903, the Third Pass acrossthe Apennines, 53kilometerlong, has been funded and iscurrently being built; theTerzo Valico is expected toincrease railway connectioncapacity between Genoa andthe Po Valley, and throughthe Swiss tunnels and theBrenner could open the wayfor freight from the Ligurianport to head to Central Europe too, reversing the direction of the vacuum cleaner. InMay 2017, the fourth construction phase began; it includes the 27kilometer Passage Gallery, the largest of thefour tunnels that will be built.On another front, the efficiency traditionally exhibited by the northern ports has
shown some cracks. Nothingmajor, but it doesn’t take much for freight traffic to movewhere better conditions arefound. Rotterdam and Antwerp have suffered fromcongestion problems formonths, so much so that anapp has been launched to alleviate the problem of operators. But it was, above all, thesocalled Rastatt Disruption,which gave the shivers toshippers and carriers for afew weeks. The collapse of arailway tunnel in Rastatt inthe Rhine valley on August 122017 caused a 51day shutdown of the railway supplychain to the Northern Range.According to a study commissioned by two railway associations (Erfa and Nee) andthe UIRR, the internationalassociation for roadrailcombined transport, totallosses amounted to 2.048 billion euro.Last year the chairman of thePort System Authority of Genoa and Savona, Paolo Signorini, said that with the construction of the RhineAlpsEuropean corridor, of which
the Third Pass is a component, “Genoa was poised to become a 5millionteuport.”In addition to the Gotthard,opened in June 2016, and theLotschberg, opened in 2007,and the Third Pass, whoseopening is scheduled for2022, the RhineAlps corridor includes other projectssuch as the socalled BeetuweRoute, a 143kilometer rail line linking the port of Rotterdam to Germany, and theMonte Ceneri tunnel, scheduled to open in 2019 andwhich completes the series ofnew Swiss tunnels linking itto Italy. As the EuropeanCommission explains, “theRhineAlps is a mature corridor and as such does not havemajor missing links. Rather,the main challenges for the
corridor constitute bottlenecks emanating from increased traffic flows. The mainbottlenecks exist in Germanyand Italy.”According to Paolo Odone,Italy “needs the fourtracksection between Tortona andLambrate to be built. If not,the Third Pass won’t do anygood.” The opening of theThird Pass opens opportunities for the port of Genoa:“For example, the electronicsdistrict of Germany’s BadenWurtemberg region saysOdone has expressed interest in using the port of Genoa, once convenient linksare in place. From the point ofview of international relations, the corridor betweenGenoa and Rotterdam is much more important than thatbetween TurinLyon.”
NOVA SYSTEMS
“Not just Asia, we are also focusing on South America”CAN YOU describe themain activity of your company?“Nova Systems is an Information & Communicationtechnology company, withover 35 years of experience in the world of internationalshipments, customs, transport and logistics,” explains Ivano Avesani, President of Nova Systems.“With the software solutionthat isCloud BeOne, our Researchand Development Centre isconstantly committed toidentifying cuttingedge technological solutions, guaranteeing our customerscontinuous upgrades of theapplication platform”.What are the logisticaladvantages Italy has to offer to all those doing business in the country?“We have a central positionin Europe, which is ideal fortrade between the continentand the rest of the world. Weare a country with a strong,quality manufacturing capacity and being close to theproduction sites is certainlyan advantage for those whohandle international transports”.What do you think of the“New Silk Road” project?“It is absolutely an opportunity. Through the “New SilkRoad”, Italy will be able toreassume its central role in the market. The Mediterranean represents the westernpoint of arrival for the NewSilk Road and therefore maritime trade can have a veryimportant socioeconomicdevelopment”.What are the most interesting geographical areascurrently in this socioeconomic context?“Asian markets are booming, as is Latin America,where we at Nova Systemsare establishing importantrelationships, particularlyin Mexico, a country that hasa strong relationship with the European market. Weare consolidating our presence in Europe too, withthe opening of two offices inSpain, in Barcelona and Madrid, and one in France, inParis”.What are the heaviest infrastructural deficiencies in the logisticssector?“There are undeniable infrastructural deficiencies.For example, some choiceswere made that over timepenalized rail transport. As far as our information technology is concerned, severalsteps forward have been made in the management of data exchange and communication infrastructures. Wehave found that there areimportant synergies in airtraffic with IATA and WebCargo, which we are experiencing firsthand. In maritime transport, this virtuousprocess is being activatedthrough the presence ofINTTRA”.www.themeditelegraph.com
COME CAMBIA LO SHIPPING
Le opere che agganceranno la Liguria all’EuropaIl punto di svolta arriverà con il completamento della linea ferroviaria veloce tra Genova e il Nord ItaliaFino a pochi anni fa la differenza fra i porti di Rotterdame Genova nell’accedere aimercati interni dell’Europa,dalla Baviera alla Svizzera alla Pianura padana, sembravaincolmabile. Troppo maggiore il livello di attrazione delloscalo olandese, mentre Genova si è sempre sentita isolata dall’Appennino e trascurata dalle strategie politichenazionali di sviluppo infrastrutturale. Dal canto suoRotterdam senza muovereun dito aspettava che la Svizzera portasse avanti la propria politica intermodale,privilegiando il treno rispetto al gommato e decidendo erealizzando in pochi anni itrafori ferroviari del Lotschberg e del Gottardo. Traforiche il presidente della camera di Commercio di Genova,Paolo Odone, ha paragonatoa due aspirapolveri cheavrebbero dragato ulteriorevolume di merce dalla pianura padana verso i porti delNord Europa.La situazione sul corridoiooggi appare meno squilibratadi qualche anno fa grazie auna serie di fattori. L’Unioneeuropea ha dichiarato unapriorità il Corridoio RenoAlpi, che oltre a Genova eRotterdam collega i porti di
Anversa, Zeebrugge e Amsterdam. Coordinatore delcorridoio è Pawel Wojciechowski. Da un lato, dopo piùdi un secolo da quando se n’ècominciato a parlare, nel1903, è stato finanziato ed èin corso di realizzazione ilTerzo valico appenninico di53 chilometri che dovrebbeaumentare la capacità di collegamento ferroviario tra Genova e la Pianura padana eche attraverso i trafori elvetici e il Brennero può aprire lastrada della merce dello scaloligure anche verso l’Europa
centrale, invertendo il versodell’aspirapolvere. Nel maggio del 2017 è stato avviato ilquarto lotto costruttivo, checomprende la Galleria di valico di 27 chilometri, la maggiore delle quattro che saranno realizzate. Dall’altro, l’efficienza tradizionalmenteesibita dai porti del Nord mostra qualche crepa. Niente diclamoroso, ma le merci cimettono poco a spostarsi setrovano condizioni migliori.Rotterdam e Anversa risentono da mesi problemi dicongestione, tanto che è stata
addirittura lanciata un’appinformatica per alleviare ilproblema agli operatori. Masoprattutto c’è stata la cosiddetta interruzione di Rastatt,che ha fatto venire i sudorifreddi per alcune settimane aspedizionieri e caricatori. Ilcrollo di una galleria ferroviaria a Rastatt nella valle delReno il 12 agosto 2017 ha causato un fermo di 51 giorni della catena logistica ferroviariaverso il Northern Range. Secondo uno studio commissionato da due associazioniferroviarie (Erfa e Nee) e dall’Uirr, l’Associazione internazionale per il trasportocombinato stradaferrovia leperdite totali sono ammontate a 2,048 miliardi di euro.Lo scorso anno il presidentedell’Autorità di sistema portuale di Genova e Savona, Paolo Signorini, ha detto checon la realizzazione del corridoio europeo RenoAlpi, dicui il terzo valico è un tassello, «Genova a quel punto sarebbe un porto da 5 milioni diteu».Oltre al Gottardo, inauguratonel giugno del 2016, al Lotschberg, aperto nel 2007, e alTerzo valico, la cui inaugurazione è prevista nel 2022, ilcorridoio RenoAlpi comprende altre opere come la
cosiddetta Beetuwe Route,ferrovia di 143 chilometri checollega il porto di Rotterdamalla Germania, e la galleria diMonte Ceneri, la cui apertura è prevista nel 2019 e checompleta il collegamento daitrafori elvetici verso l’Italia.Come spiega la Commissioneeuropea, «il RenoAlpi è uncorridoio storico e come talenon presenta tratte mancanti. La sfida maggiore per questo corridoio è dato dai collidi bottiglia che si sono manifestati con l’aumento deitraffici. I principali colli dibottiglia sono in Germania ein Italia».Secondo Paolo Odone, in Italia «abbiamo bisogno che sirealizzi il tratto a quattro binari fra Tortona e Lambrate.Se no il Terzo valico non servirà a niente». L’apertura delterzo valico apre opportunitàper il porto di Genova: «Adesempio, il distretto dell’elettronica del land tedescodel Baden Wurtemberg diceOdone ha manifestato interesse a utilizzare il porto diGenova, se i collegamenti diventano convenienti. Dalpunto di vista dei rapporti internazionali, il corridoio fra Genova e Rotterdam è moltopiù importante di quello TorinoLione».
Un cantiere del Terzo valico dei Giovi
XIIImercoledì16 maggio 2018speciale logistica
IL MANAGER ARMANDO BORRIELLO
«L’Italiaè il vero Molodell’Europasul Med»«Ma quello che le manca è una rete intermodale adatta»Può illustrarci l’attivitàprincipale della sua azienda? «La Sticco sped, di cui rappresento la terza generazione risponde Armando Borriello,commercial manager dellaSticco Sped offre servizi dispedizioni internazionali, attraverso tutte le modalità ditrasporto: dalla nave al treno,dall’aereo al camion. Supportiamo i nostri clienti garantendo la possibilità di trasporto combinato ed intermodale,perché le merci a noi affidatecompiano finanche l’ultimomiglio. Ma siamo anche consulenti doganali e di fiscalitàinternazionale, mettendo alservizio dei nostri clientil’esperienza di un team formato e sempre aggiornatosulla legislazione doganale, incontinua evoluzione. Io stesso mi sono specializzato inquesto ambito innovativo ecomplesso, elaborando una Tesi di Laurea Magistrale sulle novità introdotte dal Nuo
vo Codice Doganale dell’Unione. Inoltre nella nostrasede di Nola garantiamo anche lo stoccaggio delle merci eservizi logistici annessi».Quali sono oggi i vantaggilogistici che può sfruttarechi opera in Italia? «L’Italia è il “Molo dell’Europa sul Mediterraneo”: la suaconformazione fisica peninsulare gli permette di accogliere flussi provenienti da 3direttrici di traffico, l’Asia edil MedioOriente ad Est,l’Africa a Sud, e non in ultimal’America ad Ovest. È potenzialmente quella che si definisce un “hub” cruciale dellemerci destinate a tutta l’Europa. Potenzialmente. Ma ciòche le manca per poter attrarre realmente, e senza eroismiindividuali e sporadici, investimenti esteri in tal senso èuna rete intermodale adatta, interconnessa e basata principalmente sulla modalità ditrasporto che si sta imponendo massivamente: il trasporto
ferroviario».Che cosa pensa del progettodenominato “Nuova viadella Seta”? «In quanto progetto varatodal governo cinese è un pianolungimirante e che sta creando importanti implicazioninegli equilibri logistici delcontinente europeo. Attualmente però la sua declinazione in modalità ferroviaria èancora pionieristica e poco efficiente rispetto alla “via mare”, che comunque appartiene al programma, ed anzi ne èper adesso forza motrice, come testimoniato dal successo
dell’intervento al Pireo».Quali sono le aver geografiche più interessanti, nell’attuale contesto socioeconomico? «I rinnovati equilibri geopolitici aprono nuovi scenaricommerciali, a partire dalledue Coree. Ma anche il MedioOriente e l’America del Sud offrono importanti opportunità. La ripresa economica sta sostenendo la crescita un po’ di tutte le aree, favorendo le nazioni pronte ad agganciare la crescita».Quali sono le carenze infrastrutturali più pesanti, nel
sistema logistico sul qualeoperate? «Sicuramente l’impossibilitàdi usufruire del collegamentoferromare, dovuto all’arretratezza del treni cargo e dellerelative rete infrastrutturali,con particolare riferimento alporto di Napoli, cui solo le ultime dirigenze stanno finalmente dando l’opportuna rilevanza. Il sistema logistico èattualmente ancora troppolegato al trasporto via gomma, con importanti ricaduteecologiche e di efficienza dicosti e tempi».La guerra dei dazi sta real
mente compromettendo losviluppo del commercio internazionale, come denunciano molti economisti?«Come accade fisiologicamente l’imposizione daziariaaltera gli equilibri economici,e per questo danneggia alcunitraffici, ma d’altro canto ne favorisce altri. È chiaro che inun’epoca in cui non esistono più barriere allo scambio internazionale, la distorsionedella “guerra dei dazi” generapreoccupazioni, ma sinceramente credo che non sia unostacolo, più di quanto siaun’opportunità».
XIV mercoledì 16 maggio 2018 speciale logistica
PARLA L’IMPRENDITORE GENOVESE
«Il mio investimentoin Tecnoservice?Un segnale per tutti»Cosulich: «Siamo contrari ai “raid” in ItaliaDall’associazionismo arrivano brutti esempi»L’acquisto del 50 per cento diTecnoservice da parte dellaFratelli Cosulich segna un altro passo avanti nella strategia di sviluppo del gruppo sull’intera catena logistica. «La nostra azienda spiega unodei titolari, Augusto Cosulich è nota per le proprie attivitàdi agenzia marittima ebunker trading, ma è operativa anche come armatore, terminalista, spedizioniere, neltrading di prodotti finiti, nella gestione di megayacht,nelle assicurazioni. Siamouna delle poche agenzie marittime indipendenti rimastein Italia e in Europa, in seguito alla concentrazione che c’èstata del settore dello shipping. Nostri clienti sono compagnie come Cosco, Arkas,Irisl, Borchard Line, Cotunav, Ethiopian shipping lines. Stiamo cercando di diversificare all’interno dell’agenzia marittima nel campo della logistica e nel campodelle spedizioni. Ci siamoespansi nel settore siderurgico, dove abbiamo cominciatoa lavorare qualche anno facon Duferco, Novex e più re
centemente con Metinvest,uno dei più importanti operatori del mondo con base inUcraina, a Kiev. Per loro importiamo circa 3 milioni ditonnellate di bramme a PortoNogaro e a Marghera. Conl’acquisto di Tecnoserviceabbiamo chiuso il ciclo logistico. Facciamo le navi,l’agenzia e anche con Tecnoservice anche la parte a terra,il trasporto ai laminatoi diMetinvest che si trovano aPorto Nogaro e a Verona».Il Gruppo Cosulich è presente sul mercato internazionaleda oltre 160 anni e abbracciatutti i settori dell’industriadello shipping con un girod’affari di circa un miliardo dieuro all’anno. Impiega circa1.250 addetti nel mondo e possiede uffici di proprietà inItalia, Regno Unito, StatiUniti, Macao, Portogallo,principato di Monaco, Turchia, Singapore, Hong Kong,Vietnam, Shanghai, Dublino,Belfast e Emirati Arabi Uniti.La Fratelli Cosulich SpA gestisce già da anni l’agenzia e iltrasporto di prodotti siderurgici per primarie società in
ternazionali come Metinvest, Duferco e Novex. Lajointventure con Tecnoservice rappresenta un’importante opportunità per entrambe le società per sviluppare ulteriormente l’attivitàdi logistica, terminalistica etrasporto multimodale diprodotti siderurgici, contenitori e project cargo. «I nostri,la famiglia Provezza, sono racconta Augusto Cosulich una famiglia bresciana, fortissima nel settore dell’acciaio. Sono cresciuti a pane e acciaio fin da bambini, hannouna grande conoscenza diquesto settore. Noi li possiamo aiutare da lato finanziarioe per il marketing, per sviluppare investimenti e clientela». La Tecnoservice S.r.l. gestisce da anni le varie fasi della logistica fornendo un servizio completo ai propri clienti,seguendo le diverse fasi dellafiliera, spaziando dalle operazioni portuali e doganali,alla distribuzione dei prodotti mediante le diverse modalità di trasporto ferroviario,fluviale e stradale.L’investimento in Tecnoser
vice non sarà l’ultimo per ilgruppo Cosulich. «Abbiamouna decina di acquisti sul tavolo, stiamo facendo le duediligence», afferma Cosulich,che vorrebbe un’imprenditoria italiana più dinamica epresente sul mercato. La suafamiglia guida il gruppo di cuifa parte da cinque generazioni e da poco sono entrati nel consiglio d’amministrazionetre esponenti della sesta generazione. «Come gruppo dice cerchiamo continuamente di investire. Siamofautori delle acquisizioni econtrari ai raid in Italia difondi d’investimento cheportano via lavoro agli imprenditori italiani unicamente per ridurre i costi perspeculare e rivendere. Siamoproprio concorrenti dei fon
di, abbiamo fatto tante acquisizioni e continuiamo a farne.Vediamo un’imprenditoria poco attiva nelle acquisizionie nello sviluppo. Ci sono poche aggregazioni a Genova.Vediamo un grande problema nelle associazioni a cominciare da quelle armatoriali: trovo ridicolo che esistano due associazioni in Italia solamente perché i leadernon vanno d’accordo. Fannosolamente del male al nostrosettore, come i contrasti checi sono stati in Assiterminal.Bisognerebbe comunicare ipiù fra noi, invece ci sonotroppe gelosie, specialmentea Genova, in un momento incui si potrebbe fare molto perché la città è ben governata dal sindaco Bucci e dal governatore della Liguria Toti».
IL 13 GIUGNO
Navi senzaequipaggio,3° Foruma GenovaNon solo auto, treni e aerei: l’automazione 4.0 sta per arrivarenel mondo dello shipping, dovela progettazione di “autonomous ships”, navi senza equipaggio, è già a buon punto. Maquali sono gli scenari concretidel settore? Fra qualche anno ciimbarcheremo davvero su traghetti controllati da terra? Equali sono i rischi, le opportunità e i vuoti normativi della navigazione autonoma da un continente all’altro? A queste, e a molte altre domande, esperti in arrivo dall’Italia edall’estero cercheranno di dareuna risposta il prossimo 13 giugno a Genova, in occasione delterzo Forum Shipowners & Shipbuilding dal titolo “Towardsautonomous ships”, organizzato dalle testate del gruppo editoriale Gedi “The MediTelegraph”e “TTM”. Il Forum si svolgeràpresso l’auditorium dell’Istituto Nautico San Giorgio (CalataDarsena) con inizio alle ore 9.30.La nave senza equipaggio potrebbe rivelarsi l’innovazionepiù rivoluzionaria degli ultimidecenni e, come tutti i cambiamenti epocali, porta con sé stravolgimenti sia positivi che negativi. Lo scopo del Forum è approfondire l’aspetto tecnologico dell’innovazione e ipotizzarelo scenario più credibile, sia dalpunto di vista logisticoportualeche normativooccupazionale.La partecipazione all’evento ècome sempre gratuita, con iscrizione obbligatoria a causa del limitato numero di posti in sala.
AUGUSTO COSULICH’S APPEAL TO COMPANIES IN THE SHIPPING SECTOR
“It’s time to unite against the investment funds”Meanwhile, the joint venture with Tecnoservice for steel logistics is starting up
THE ACQUISITION of 50%of Tecnoservice by FratelliCosulich marks another stepforward in the group’s development strategy within thelogistical chain as a whole.One of the owners, AugustoCosulich, explained, “Ourcompany is known for its activities as a maritime agencyand in bunker trading, but weare also active as a shipowner, terminal owner, freight forwarder, in the trading offinished products, the management of megayachts, andin insurance. We are one ofthe few independent shipping agencies left in Italy andacross Europe, following theconcentration that has takenplace in the shipping industry. Our customers are companies such as Cosco, Arkas,Irisl, Borchard Line, Cotunav, and Ethiopian shippinglines. As a maritime agency, we are trying to diversify intothe field of logistics and shipping. We have expanded intothe steel sector, where westarted working with Duferco and Novex a few years ago,and more recently with Metinvest, one of the most important operators in the world, based in Ukraine, in Kiev.We import about 3 milliontonnes of slabs for them at
Porto Nogaro and Marghera.With the purchase of Tecnoservice we have closed the logistical cycle. We handle theships, the agency, and nowwith Tecnoservice also theground element, transport tothe rolling mills of Metinvestlocated in Porto Nogaro andVerona”.The Cosulich Group has beenan international player for
over 160 years and it coversall sectors of the shipping industry with a turnover ofabout one billion euros peryear. It employs around1,250 people worldwide andhas offices in Italy, the United Kingdom, the United States, Macao, Portugal, Monaco, Turkey, Singapore, HongKong, Vietnam, Shanghai,Dublin, Belfast and the Uni
ted Arab Emirates. FratelliCosulich SpA has been operating the agency for years aswell as the transport of steelproducts for leading international companies such asMetinvest, Duferco and Novex. The joint venture withTecnoservice represents animportant opportunity forboth companies to furtherdevelop their logistics, ter
minal and multimodal transport activities for steel products, containers and projectcargo. Augusto Cosulich said,“Our family, the Provezza family, is from Brescia, and very strong in the steel sector.They were raised up on breadand steel since they were children, and have a great knowledge of this sector. We canhelp them financially and interms of marketing, to develop investments and customers”. Tecnoservice S.r.l.has been managing the various phases of logistics foryears, providing a completeservice to its customers, following the different phasesof the supply chain, from portand customs operations tothe distribution of products through the different modalities of rail, inland waterwayand road transport.The investment in Tecnoservice will not be the CosulichGroup’s last. “We have aboutten acquisitions on the table,we are doing the due diligence,” said Cosulich, who wouldlike to see more dynamic Italian entrepreneurship in themarketplace. His family hasled the group for five generations, and three members ofthe sixth generation have recently joined the board of di
rectors. “As a group,” he said,“we are constantly trying toinvest. We are in favour of acquisitions but against the raids on Italian companies byinvestment funds that takework away from Italian entrepreneurs solely to reducecosts and for the purpose ofreselling a company. We arethe investment funds’ competitors, we have made manyacquisitions and we will continue to make them. Weknow that the entrepreneurial class is not very active inacquisitions and development. There are not manymergers in Genoa. We see amajor problem in the associations, starting with theshipowners’ associations: Ifind it ridiculous that thereare two associations in Italymerely because their leadersdo not agree. They only do harm to oursector, like the disputes thathave taken place in Assiterminal. The majority of us cancommunicate with eachother, but there are too manyjealousies, especially in Genoa, at a time when a greatdeal could be accomplished,because the city is well governed under Mayor Bucci andthe Governor of Liguria,Toti”.
XVmercoledì16 maggio 2018speciale logistica
FRA il 2005 e il 2017 la quantitàdi merce transitata nei 29 principali porti italiani non è cambiatasignificativamente. In 12 anni,secondo i dati Assoporti, da492,9 milioni di tonnellate si èpassati a 498,3 milioni (a volerlaquantificare, una crescita mediaquasi impercettibile dello 0,09%l’anno). Se però si guarda più neldettaglio alla composizione diquesto tonnellaggio, si può notare che il tempo trascorso alcunicambiamenti li ha portati. Sonodiminuite le rinfuse liquide (da203,3 a 187,2milioni di tonnellate) e solide (da 93,1 a67,4 milioni ditonnellate), mentre sonoaumentate lemerci varie (da196,5 a 243,7milioni di tonnellate). Inquest’ultimo caso il merito è delprogresso sempre maggiore ditraffici containerizzati (passatifra 2005 e 2017 da 88,9 a 115,1 milioni di tonnellate) e roro (da74,8 a 107,0 milioni di tonnellate). I dati di Assoporti registranoinvece il calo di una terza voce all’interno della più ampia categoria “merci varie”, quella delle “altre merci varie”. Quest’ultima voce, che rappresentava la piùgrande parte del traffico non inrinfuse prima della rivoluzionedel container, è calata in dodicianni da 32,8 a 21,6 milioni di tonnellate.
All’interno di questa voce è compreso il cosiddetto break bulk,ossia il “carico rotto”. «L’arrivo del contenitore spiega Giampaolo Botta, direttoregenerale di Spediporto ha eliminato la “rottura del carico”,con tutte le conseguenze derivanti. Il carico rotto cui ci si riferisce è quello in colli tradizionali,intesi come sacchi, cartoni, cassee pallets ormai costruiti e predisposti secondo misure standard,sottomultipli della misura e dellacapacità del contenitore. Con la
definizione dibreak bulkquindi noi ci riferiamo al carico in colli tradizionali. Ilcontenitore haeliminato dalloshipping iltraffico dellamerce in colli.L’affermazio
ne del container ha costretto anche il grande commercio dei metalli non ferrosi a eliminare collio pezzi sciolti, producendo gli“estrusi” in forme idonee allapallettizzazione e quindi containerizzazione, come ad esempiole barre d’alluminio tagliate a misura per poi poter fare legacci dacirca una tonnellata o le barre elastre di rame, anche queste predisposte per legacci (bundles) dicirca una tonnellata, tutti colliidonei alla containerizzazione».Rimangono sul mercato, cometipologie di merce che il container non ha assorbito, yacht, pez
zi di impianti smontati e ridotti amisura, project cargo, i metalliferrosi nelle varie forme comelingotti di ghisa, billette e bindelle e altre, questi ultimi ormai daanni destinati principalmente aRavenna e, in misura minore, anche Venezia: «Personalmente afferma Botta ritengo che ilproject cargo (o impiantistica)sia l’ultimo traffico ancora remunerativo per lo spedizioniereanche se purtroppo esclude da
tempo il porto di Genova per ledifficoltà del trasporto autostradale dovuto ai frequenti ponti esottopassi incontrati nel percorso, privilegiando per quanto amia conoscenza il porto di Ravenna».Anche questo settore non ha vissuto un buon momento in Italia,essendo legato al cambiamentodell’economia nazionale: «Rispetto ai volumi di impiantisticadi 1015 anni fa testimonia Pie
ro Lazzeri, past president di Fedespedi e esperto di trasporti eccezionali oggi in Italia si fa il 30per cento. I servizi marittimi sisono adeguati, diventando piùrari. Mancano le navi. Manca lamassa critica perché l’impiantistica è sempre più prodotta all’estero. Nella mia attività oggi il70 per cento dei traffici che gestisco verso gli Stati Uniti provienedall’estero». Una speranza di ripresa era arrivata con l’accordo
sul nucleare con l’Iran del 2015,che ha riaperto alcuni canalicommerciali chiusi da anni: «Nel20162017 alla fiera dell’Oil&gasa Teheran c’erano grandi prospettive. Stavano per esserescongelati 280 miliardi di dollaridal sistema bancario, sembravaprossimo un boom dei traffici,poi è arrivato Donald Trump. Ioho quattro contratti firmati perforniture in quell’area, che adesso dormono in un cassetto».
IL SETTORE È LEGATO ALLA PRODUZIONE IMPIANTISTICA E DI YACHT
Italia, il break bulk alla ricerca del rilancioLazzeri (past president di Fedespedi): «Bisogna fare massa critica per riportare i servizi nei nostri porti»
Una complessa operazione logisticoportuale gestita dal gruppo Tarros
Fra il 2005 e il 2017 la quantità di merce
transitata nei 29 principali
porti italiani non è cambiata
significativamente
XVI mercoledì 16 maggio 2018