a pag. 3 a pag. 5 a pag. 7 pag. 11 a pag. 14 CENTRO STORICO. 69 2014 unico web.pdf · 2014. 12....

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Il fatto Una stampa per amica di Rosa L. pag. 11 U na festa? Alla fine di settembre? Passando per caso davanti alla chiesa di Santa Maria degli Ange- li, in quell’insolita data, chiunque si sareb- be posto sicuramente questa domanda nel sentire intonare “Tabaccone”, allegro valzer locale. Invece, era il commovente saluto con il quale i giovani musicisti della banda “Lorenzo Ceccarelli” hanno inteso rendere omaggio a un amico di tutti i sanfeliciani, facendosi generosi interpreti dei suoi desi- deri. Proprio così avrebbe voluto essere saluta- to Aldo, che il 28 settembre scorso ci ha la- sciato, come se i partecipanti al rito fune- bre fossero gli invitati a una delle innume- revoli feste cui fu presente nel corso della sua vita. Non c’erano cerimonie festose, battesimi, comunioni, matrimoni, anniver- sari e ricorrenze, alle quali non fosse stato sempre gioiosamente pronto a intervenire con la sua fisarmonica. Aldo Ziarelli era nato a San Felice il 6 otto- bre del 1932, secondo figlio in una famiglia di nove: cinque fratelli e quattro sorelle. Ri- corda la sorella Gloria come la presenza di Aldo, suo malgrado, divenne ben presto un sicuro punto di riferimento per i più piccoli di casa. Alla madre, Maria Cerasoli, era le- gato da un affetto intenso e protettivo. E tanta comprensione per papà Fiore, un uo- mo il cui umore era scandito dall’unica dis- trazione di quei tempi: il piacere del buon vino. La malinconia della sorella è addolcita dai tanti teneri ricordi della sensibilità del fra- tello: “Amava lasciare “distrattamente” qualche spicciolo nei pantaloni, per con- sentire a noi, piccole addette al riordino di casa, di poterne approfittare”. Aldo si sosteneva con il lavoro che fu pri- ma dei suoi genitori, la rivendita di pesce, ma la vera, grande passione di tutta la sua vita è stata la musica. La scarsità di mezzi economici che acco- munava tutti nel nostro paese, nel periodo a cavallo tra il primo e il secondo conflitto mondiale, non permise all’adolescente Al- do di studiare e imparare a leggere le note musicali da uno spartito. Gli bastava, però, imbracciare la sua fisarmonica per suona- re a orecchio gli stornelli più noti. Se poi, a unirsi a lui, arrivava un vero musicista che, incautamente, gli chiedesse: “Con quale tempo sta eseguendo il brano: grave, len- to, adagio…?”. Lui, continuando a suona- re la fisarmonica con una mano e facendo un ampio gesto con l’altra, dal basso ver- ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICOBIMESTRALE GRATUITO - ANNO 12 N. 69 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2014 Politica Inutile dissesto di M. Di Cosimo a pag. 3 SAN FELICE CIRCEO SABAUDIA Territorio Non è un Paese per giovani di A. Bazuro a pag. 14 Economia Dal muro di Berlino al muro di Bruxelles … di A. Petti a pag. 7 C ENT RO S T ORICO A metà del loro mandato, gli at- tuali Amministratori di San Fe- lice Circeo sembrano aver ini- ziato le operazioni di recupero del consenso, attualmente a livelli bas- sissimi, e di campagna elettorale in vista delle elezioni del 2017. Tutti si impegnano ad annunciare con la consueta enfasi diversi progetti e a realiz- zarne altri programmati e finanziati dalle precedenti Amministrazioni. L’unico risultato positivo di queste mano- vre è che il Paese, grazie anche alla pro- lungata e buona stagione che ha fatto re- gistrare temperature più che primaverili addirittura a novembre, è ancora vitale: si circola si chiacchiera si commenta si os- serva si controlla … senza pensare alla im- minente brutta stagione, quando non cir- coleranno neanche più i gatti e tutto in- torno sarà desolazione e silenzio. Alcuni addirittura, interpretando perlopiù positivamente tutti questi movimenti, ri- cominciano a sperare che qualcuno pos- sa risolvere i problemi in piedi e riaprire la strada a un futuro migliore per il Paese e per tutti i cittadini, basta attendere. Ma non è così e lo dimostrerò entrando nei dettagli di alcuni eventi. Raccolta differenziata Un progetto annunciato, per esempio, è quello della raccolta differenziata dei rifiu- ti dal prossimo anno, attraverso l’elimina- zione dei cassonetti stradali e la contem- poranea dotazione ai cittadini di conteni- tori personali. L’annuncio e le relative spie- gazioni sulla prossima operazione erano contenuti in un “AVVISO”, a firma del Sin- daco e del Consigliere delegato ai servizi tecnologici, che accompagnava le bollet- te della “Tari”, i cui costi sono decisa- mente elevati e superiori a quelli dei co- muni vicini, come Sabaudia. Da noi questo servizio arriva colpevol- mente in ritardo, cosa che non può esse- re portata a giustificazione di tasse eleva- te come invece l’Amministrazione sostie- ne: “A Sabaudia, la differenziata è stata avviata da circa due anni ed è logico che la tassa sui rifiuti sia più bassa …”. Sa- rebbe più opportuno non fare queste af- fermazioni per evitare di evidenziare le proprie carenze. Perché non ci si è mossi di ALESSANDRO CRESTI Editoriale Propaganda elettorale Verba et voces, praetereaque nihil Parole e voci, null’altro continua a pag. 6 Politica L’antico gioco delle tre carte di N. Ceccato a pag. 5 Aldo Ziarelli Aldo Ziarelli Sommario a pag. 13 Auguri di Buon Natale e felice Anno Nuovo continua a pag. 2 Dal muro di Berlino al muro di Bruxelles di Alessandro Petti a pag. 5 Intervista all’on.le Eugenio Patanè di Alessandro Cresti a pag. 7 La borsa nera a San Felice Circeo di Pier Giacomo Sottoriva a pag. 10 Allegato: Vita di don Giuseppe Capitanio

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  • Il fattoUna stampa per amicadi Rosa L.

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    U na festa? Alla fine di settembre?Passando per caso davanti allachiesa di Santa Maria degli Ange-li, in quell’insolita data, chiunque si sareb-be posto sicuramente questa domanda nelsentire intonare “Tabaccone”, allegro valzerlocale. Invece, era il commovente salutocon il quale i giovani musicisti della banda“Lorenzo Ceccarelli” hanno inteso rendereomaggio a un amico di tutti i sanfeliciani,facendosi generosi interpreti dei suoi desi-deri.Proprio così avrebbe voluto essere saluta-to Aldo, che il 28 settembre scorso ci ha la-sciato, come se i partecipanti al rito fune-bre fossero gli invitati a una delle innume-revoli feste cui fu presente nel corso dellasua vita. Non c’erano cerimonie festose,battesimi, comunioni, matrimoni, anniver-sari e ricorrenze, alle quali non fosse statosempre gioiosamente pronto a intervenirecon la sua fisarmonica.Aldo Ziarelli era nato a San Felice il 6 otto-bre del 1932, secondo figlio in una famigliadi nove: cinque fratelli e quattro sorelle. Ri-corda la sorella Gloria come la presenza diAldo, suo malgrado, divenne ben presto unsicuro punto di riferimento per i più piccolidi casa. Alla madre, Maria Cerasoli, era le-gato da un affetto intenso e protettivo. Etanta comprensione per papà Fiore, un uo-mo il cui umore era scandito dall’unica dis-trazione di quei tempi: il piacere del buonvino.La malinconia della sorella è addolcita daitanti teneri ricordi della sensibilità del fra-tello: “Amava lasciare “distrattamente”qualche spicciolo nei pantaloni, per con-sentire a noi, piccole addette al riordino dicasa, di poterne approfittare”. Aldo si sosteneva con il lavoro che fu pri-ma dei suoi genitori, la rivendita di pesce,ma la vera, grande passione di tutta la suavita è stata la musica.La scarsità di mezzi economici che acco-munava tutti nel nostro paese, nel periodoa cavallo tra il primo e il secondo conflittomondiale, non permise all’adolescente Al-do di studiare e imparare a leggere le notemusicali da uno spartito. Gli bastava, però,

    imbracciare la sua fisarmonica per suona-re a orecchio gli stornelli più noti. Se poi, aunirsi a lui, arrivava un vero musicista che,incautamente, gli chiedesse: “Con qualetempo sta eseguendo il brano: grave, len-to, adagio…?”. Lui, continuando a suona-re la fisarmonica con una mano e facendoun ampio gesto con l’altra, dal basso ver-

    ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO” BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 12 N. 69 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2014

    PoliticaInutile dissesto di M. Di Cosimo

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    SAN FELICE CIRCEO SABAUDIA

    TerritorioNon è un Paese per giovanidi A. Bazuro

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    EconomiaDal muro di Berlino al murodi Bruxelles …di A. Petti

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    CENTRO STORICO

    A metà del loro mandato, gli at-tuali Amministratori di San Fe-lice Circeo sembrano aver ini-ziato le operazioni di recupero delconsenso, attualmente a livelli bas-

    sissimi, e di campagna elettorale in vistadelle elezioni del 2017.Tutti si impegnano ad annunciare con laconsueta enfasi diversi progetti e a realiz-zarne altri programmati e finanziati dalleprecedenti Amministrazioni.L’unico risultato positivo di queste mano-vre è che il Paese, grazie anche alla pro-lungata e buona stagione che ha fatto re-gistrare temperature più che primaveriliaddirittura a novembre, è ancora vitale: sicircola si chiacchiera si commenta si os-serva si controlla … senza pensare alla im-minente brutta stagione, quando non cir-coleranno neanche più i gatti e tutto in-torno sarà desolazione e silenzio.Alcuni addirittura, interpretando perlopiùpositivamente tutti questi movimenti, ri-cominciano a sperare che qualcuno pos-sa risolvere i problemi in piedi e riaprire lastrada a un futuro migliore per il Paese eper tutti i cittadini, basta attendere.Ma non è così e lo dimostrerò entrandonei dettagli di alcuni eventi.

    Raccolta differenziataUn progetto annunciato, per esempio, èquello della raccolta differenziata dei rifiu-ti dal prossimo anno, attraverso l’elimina-zione dei cassonetti stradali e la contem-poranea dotazione ai cittadini di conteni-tori personali. L’annuncio e le relative spie-gazioni sulla prossima operazione eranocontenuti in un “AVVISO”, a firma del Sin-daco e del Consigliere delegato ai servizitecnologici, che accompagnava le bollet-te della “Tari”, i cui costi sono decisa-mente elevati e superiori a quelli dei co-muni vicini, come Sabaudia.Da noi questo servizio arriva colpevol-mente in ritardo, cosa che non può esse-re portata a giustificazione di tasse eleva-te come invece l’Amministrazione sostie-ne: “A Sabaudia, la differenziata è stataavviata da circa due anni ed è logico chela tassa sui rifiuti sia più bassa …”. Sa-rebbe più opportuno non fare queste af-fermazioni per evitare di evidenziare leproprie carenze. Perché non ci si è mossi

    di ALESSANDRO CRESTI

    Edito

    riale

    Propaganda elettoraleVerba et voces,praetereaque nihil

    Parole e voci, null’altro

    continua a pag. 6

    PoliticaL’antico gioco delle tre cartedi N. Ceccato

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    Aldo Ziarelli

    Aldo Ziarelli

    Sommario a pag. 13

    Auguri di Buon Natale

    e feliceAnno Nuovo

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    Dal muro di Berlino almuro di Bruxelles

    di Alessandro Petti a pag. 5

    Intervista all’on.le Eugenio Patanè

    di Alessandro Cresti a pag. 7

    La borsa nera a San Felice Circeo

    di Pier Giacomo Sottoriva a pag. 10

    Allegato:Vita di don Giuseppe Capitanio

  • CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 2Il Personaggio

    so l’alto, gli rispondeva col fare del diretto-re d’orchestra: “È tempo... perso...”. Inven-tando, così dicendo, un proprio ironico tem-po ideale, con un artificio da interprete con-sumato si concedeva una prerogativa per-messa solo ai grandi musicisti: contestua-lizzare liberamente il tempo del brano mu-sicale a se stesso. A queste battute segui-va sempre la sua immancabile, caratteristi-ca, coinvolgente risata baritonale: “Oh, oh,oh ...”!

    Simpatia innata quella di cui era dotato Al-do, con il suo aspetto dinoccolato, dalla vi-vace gestualità, alto, magro e con un nasoimportante. Sia fosse a torso nudo, oppu-re vestito con la sua giacca verde primave-ra, il papillon nero e il cappello panama,aveva sempre un portamento elegante e di-gnitoso. Fra i primi a essere contagiato dalla genui-na e originale personalità di Aldo fu l’im-prenditore Clementi, importante lottizzato-

    re del Circeo dei tempi d’oro, proprietariodel comprensorio della “Baia d’Argento” edel famosissimo locale chiamato “Il Ca-panno”. In quel glorioso nightclub, negli an-ni Sessanta si esibirono stelle della portatadi Mina, Battisti, Patty Pravo e... Aldo delCirceo. Sì, proprio lui. Si presentava conquesto nome d’arte nel quale s’identificòper tutto il resto della sua vita. Ad Aldo eraaffidato, in apertura di serata, il difficilecompito d’intrattenere gli ospiti suonandoqualche brano. L’affetto che seppe susci-tare in Clementi si manifestò concretamen-te con la cessione, come compenso per lesue esibizioni, di un lotto di terreno proprioa ridosso della Baia. Lì, in quell’angolo diparadiso, di cui solo l’imperatore Domizia-no, duemila anni prima di Aldo, poté gode-re la magia e la bellezza, si costruì una pic-cola casetta. Ricordo ancora quando ungiornalista gli pose l’inopportuna domanda:“Ma Aldo, hai costruito questa casa in pie-no Parco Nazionale?” Lui, geniale, gli ri-spose senza scomporsi minimamente:“Che vuole, qui ti fanno un Parco intorno enon ti dicono niente! Oh, oh, oh...”.Era così Aldo: disarmante, autentico nellasua originalità. Avendo conosciuto le veredifficoltà della vita, aveva deciso d’inter-pretare liberamente e con leggerezza la suaesistenza, sdrammatizzandola.Anche quando decise di far incidere, aproprie spese, 1500 copie del suo primo (eultimo) 45 giri, “Serenata a Sanremo”, fa-cendone personale omaggio al Sindaco di

    quella città, e disse, con sereno disincan-to: “La vedevo bene come sigla d’apertu-ra del festival, ma poi, quel sindaco, l’-hanno pure arrestato; oh, oh, oh...”. Ri-ascoltandola oggi, questa serenata di Al-do per la città dei fiori, ci piace scorgervi,in uno sforzo di fantasia bonariamentecampanilistica, la traccia di un piccolo pla-gio: il famoso ritornello: “Perché Sanremoè Sanremo...” con cui si aprono da diver-si anni le edizioni del Festival, sembrereb-be proprio ripreso dalla serenata di Aldo.Chissà...?Sicuramente, ogni abitante di San Felicepotrebbe arricchire quest’articolo con per-sonali ricordi legati ad Aldo. Basterebberole tante spose del tempo, alle quali non èmai mancata la serenata notturna, comepreludio augurale per le nozze. A loro Aldodedicava la canzone: ”Buonanotte angelomio”. Oppure, si potrebbero rammentarecon grande nostalgia le feste della Madon-na della Sorresca, nelle quali le famigliesanfeliciane pranzavano all’aperto a Cate-rattino. Aldo arrivava e, al suono della suafisarmonica, ci si riuniva tutti per quei can-ti sacro - “etilici” grazie ai quali la nostra co-

    munità ritrovava, almeno per un giorno, unafraterna, gioiosa identità. Bello è stato anche aver potuto constatarecome il ricordo di Aldo non appartenga so-lo alla sua generazione ma, privilegio raroconcesso a pochi, sia un patrimonio di tut-ti noi di San Felice. Nel giorno in cui si è ap-presa la triste notizia della sua morte, sulnoto social network di facebook, molti gio-vani hanno scritto di lui: “... animo buono;persona speciale; uno che non ha mai fat-to del male; mitico, simpatico, gentile... ”Tutti apprezzamenti accomunati da un sin-cero, disinteressato sentire. Chi era, dunque, Aldo? Prima di risponde-re a quest’ultima domanda, dobbiamo for-se chiederci: che cos’è che possiamo con-siderare “arte”? Chi può fregiarsi del titolodi “artista”? È discussione antica quasiquanto l’uomo e lungi da noi avere la pre-sunzione di dire qui la nostra su questo te-ma. Lasciamo agli uomini dotti dibatteresulla figura dell’artista intesa in senso stret-to, quale creatrice di opere dotate di ungrande valore estetico capace di prevari-care i tempi, nei campi della così detta cul-tura “alta”: pittura, musica, architettura,poesia ...

    A noi sanfeliciani, credo piaccia pensareall’artista in modo più semplice e ruspan-te, come a una persona che esprime lasua personalità in modo estroso e creati-vo. Allora, possiamo serenamente ri-spondere alla nostra domanda, e senzaalcuna retorica: con la recente scompar-sa di Aldo del Circeo, abbiamo perso ilnostro Artista! ■

    di Gabriele Lanzuisi

    L’ultimo cantastorie di San Felice

    Divertito, diceva di sé: “L’uomo che non tramonta mai!”

    segue da pag. 1

    Aldo Ziarelli, un uomo libero

    grande passione di tutta la sua vi-ta è stata la musica“

    “aveva sempre un portamento ele-gante e dignitoso“

    aveva deciso d'interpretare libera-mente e con leggerezza la sua esi-

    stenza, sdrammatizzandola“ “

    Settembre 2001 matrimonio Clelia e Gabriele alPeretto

    Festa della Madonna della Sorresca

  • I ncredibili sono i risultati emersi nell’ul-timo consiglio comunale: alla data deldissesto il Comune chiude la sua ge-stione nell’anno 2012 con un avanzo di am-ministrazione il cui esatto ammontare ap-pare oscuro per i dati contrastanti riportatinei vari atti allegati alla proposta di delibe-razione in esame della massima assise co-munale, ma è comunque un avanzo positi-vo. A nulla sono valse le rimostranze dellaminoranza circa la conoscenza del datoesatto che oscilla tra i 235.000,00 € e i250.000,00 €. Nonostante ciò dobbiamoevidenziare che nell’anno 2012 la chiusuradell’esercizio finanziario ha fatto registrareun dato politico importante: il comune harealizzato alla data del 31 dicembre 2012 unavanzo di amministrazione indiscutibilmen-te positivo. Ma cosa significa questo? Cerchiamo dispiegare. Pensiamo ad esempio alla propriafamiglia e immaginiamo di fermarci in unperiodo dell’anno che, per consuetudine,viene indicato al 31 dicembre.Cerchiamo ora di buttar giù due conti. Il bi-lancio familiare è composto da entrate euscite come il bilancio di un qualsiasi EntePubblico. Cosa pensereste se dalla diffe-renza tra le entrate e le uscite ci fosse unsaldo positivo anche di soli 1.000,00 €?Pensereste forse a una situazione fallimen-tare? Sono certa di no.Ora torniamo al Comune che alla data del31 dicembre di ogni anno deve determina-re quale è il risultato della sua gestione. An-che San Felice Circeo ha dovuto fare i con-ti tra entrate e uscite, certificando appuntoche, nell’anno 2012, il comune ha avuto unavanzo di amministrazione. Insomma in-cassate le somme dai cittadini e dallo sta-to/regione e pagate tutte le spese dell’an-no, il comune ha avuto un saldo positivo dibilancio di oltre 250.000,00€, determinandoquindi un buono stato delle casse comunali. A questo punto ci si domanda: come ha fat-to il comune a dichiarare il dissesto? Il dis-sesto vi ricordo è stato dichiarato il21.12.2012 e in quei giorni (alla fine del-l’anno mancavano 10 giorni), per cercare direndere quanto più possibile nefasta la si-tuazione dei conti del Comune, l’ammini-strazione Petrucci con totale incongruenza,all’interno della delibera del dissesto di-chiarava che la cifra da riequilibrare al31.12.2012 era pari a 1.958.007,91 € a pa-gina 5, fino a diventare, e non si capisce co-me, 864.663,13 € a pagina 11 (verificatepure la delibera sul dissesto pubblicata). Al-la data del dissesto essendo 21 dicembree non essendo ancora chiuso l’anno, il Co-mune ha dovuto effettuare calcoli necessa-riamente presunti perché non erano pre-senti i dati definitivi e non c’erano dubbi cheli avrebbero rappresentati nel modo più ne-gativo possibile.Pur tralasciando (anche se non è di pococonto) l’assoluta incoerenza delle cifre (nonsolo quella indicata precedentemente) che

    in sole 6 pagine subiscono un migliora-mento di oltre un milione di euro, il Comu-ne, non ottemperando a un preciso obbli-go di legge, non solo non prova a riequili-brare la cifra presunta (risultata poi sbaglia-ta rispetto ai dati ufficiali) che lui stesso di-chiara come oscillante tra 1.900.000,00 ecirca 900.000,00 € in negativo, ma si rifiu-ta anche di esaminare la proposta di deli-bera di riequilibro predisposta dai compo-nenti della minoranza e a quel punto, infi-schiandosene dell’enorme danno cheavrebbe causato al Paese, dichiara il dis-sesto finanziario dell’Ente.Ma il diavolo fa le pentole e non i coperchie la più clamorosa delle smentite arriva pro-prio dai dati che la stessa amministrazionePetrucci, per un preciso obbligo di legge, ècostretta a dichiarare e a pubblicare un an-no e mezzo dopo il dissesto. I dati derivan-ti dal consuntivo 2012 (solo 10 giorni dopoil dissesto) risultanti dal bilancio dell’Ente al31.12.2012 (approvati proprio nell’ultimaseduta di consiglio comunale) sono com-pletamente diversi da quelli di due anni fae restituiscono una fotografia rosea dei con-ti del comune: • anno 2012 avanzo di amministrazione cir-

    ca + 250.000,00 €, avanzo di competen-za + 1.811.892,56 € cassa (banca Cari-ge) + 752.000,00 €;

    • anno 2013 avanzo di amministrazione336.877,65 €, avanzo di competenza1.739.176,13 € cassa (banca Carige)+2.900.000,00 €;

    pertanto sia per il 2012 che per il 2013 l’En-te non presenta alcun indicatore di bilancionegativo e da risanare. Non si può ora con-tinuare a sostenere che l’ente ha accumu-lato debiti con la passata amministrazione.Anzi, i dati di bilancio dicono esattamentel’opposto. E non provasse qualche ammi-nistratore ancora ad affermare che i dati so-no positivi perché i conti li hanno risanati lo-ro: si tratterebbe di un’enorme bugia, difat-ti i dati che finora ho rappresentato sonoquelli al 31.12.2012 quando ancora il co-mune non aveva potuto attuare nessun ri-sanamento dei conti perché il dissesto erastato dichiarato da 10 giorni e le delibere re-lative all’aumento delle imposte partono tut-te dal 2013 in poi.Al di là della questione prettamente politi-ca, quello che fa male sempre più è vede-re un paese allo sbando, per l’incapacità digestire degli attuali amministratori. Serviziinesistenti, aiuti alle famiglie disagiate can-cellati, tasse al massimo storico. Che cosafaranno ancora per continuare a non darerisposte al nostro paese e soprattutto con-tinueranno ancora a privare i cittadini deiservizi? Non si amministra un paese accu-mulando cassa (l’ultima verifica di cassa at-testa + 3.600.000,00 €) e chiudendo i bi-lanci con avanzi di amministrazione e nes-suna giustificazione ha il fatto che svento-lano come uno stendardo la presenza difondi vincolati. Fondi vincolati sono sem-

    plicemente soldi del Comune destinati aspecifiche opere e visto che la cassa a fine2012 era oltre 752.000,00 €, alla fine del2013 oltre 2.900.000,00 € e oggi oltre3.600.000,00 €. Come si giustifica la man-cata realizzazione di opere per gli importi incassa a esse vincolati?Un Ente capace, non risparmia, ma utilizzale somme disponibili per migliorare il pae-se. Forse però è meglio così visto la totaleincapacità da parte degli attuali ammini-stratori di attuare opere già previste (fondivincolati) e di certo non possono farci cre-dere che rappresenta una priorità l’utilizzodei soldi pubblici per appaltare all’esternoil servizio di nettezza urbana che funziona-va in maniera eccellente e i cui risultati era-no sotto gli occhi di tutti. Ma soprattuttoquesti amministratori dovrebbero spiegarcidove è il pubblico interesse in questo ge-nerale, frammentato, affidamento alle co-operative/società del servizio, visto che co-sta al Comune 530.000,00€ in più rispettoal passato con risultati peraltro inferiori.Assistiamo ogni giorno a tagli in tutti i set-tori. 28 famiglie lasciate senza stipendio,servizio della nettezza urbana affidato a ter-zi, definitiva cancellazione degli strumenti edelle risorse da destinare al sociale, alla cul-tura e ai servizi in genere. Non si compren-de questa politica, come non si compren-de quale è l’obiettivo che la maggioranzaintende perseguire. È evidente che San Fe-lice Circeo non ha più una guida ammini-strativa. Addirittura non ci sono più mezzi,né si attribuiscono risorse economiche perfar funzionare anche il più semplice dei ser-vizi. Una politica che propone a cittadini eturisti un territorio sporco e malconcio. Uncomune non più in grado di far funzionarenulla e soprattutto che non interviene perfar progredire il paese. Hanno voluto ta-gliare con il passato cancellando anchequanto di buono era stato fatto dalle pas-sate amministrazioni e lo hanno fatto per di-spetto, senza validi motivi. Il Comune diSan Felice Circeo negli ultimi anni non èprogredito in nessun settore, ma semmaicon le politiche attuate dalla maggioranzaPetrucci, è regredito anche per la medio-crità delle poche attività attuate. ■

    CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 3Politica

    Amministrazione incapace e inefficiente

    Inutile dissestoDati interpretati male e frettolosamente

    Municipio

    di Monia Di Cosimo

  • CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 4Politica

    L a velocità e la contraddittorietà de-gli atti prodotti nella gestione dei ri-fiuti nel Comune di San Felice Circeofanno immaginare di trovarsi di fronte a queiloschi personaggi che praticano l’anticogioco d’azzardo delle tre carte più che aun’amministrazione comunale.Già il primo atto approvato nel settore deirifiuti nel 2013 era stato molto discutibilesotto il profilo dell’equità fiscale con il sor-prendente trasferimento del carico tributa-rio a danno delle famiglie più povere. Infatti, come tutti i sanfeliciani hanno avutomodo di constatare, con la delibera di Con-siglio Comunale n. 25/2013, l’amministra-zione Petrucci pur prevedendo l’invarianzadell’entrata complessiva, rimodulò le tariffedella tassa sui rifiuti: in tal modo le famigliepoco numerose con case più grandi, pre-sumibilmente più ricche, pagarono un im-porto inferiore rispetto all’anno precedentementre le famiglie più numerose e con ca-se più piccole, presumibilmente meno fa-coltose, ricevettero bollette della TARSUnotevolmente aumentate!Ma quanto su riportato, pur nella sua gra-vità, non è il fatto più eclatante. Il vero scan-dalo riguarda la gestione politico-ammini-strativa del ciclo dei rifiuti da parte di que-st’amministrazione, meritando l’attenzionedi tutti noi ma soprattutto da parte delle au-torità preposte al controllo e alla vigilanzasulla correttezza amministrativa e sulla le-galità dell’azione di governo. Di seguito i fat-ti.Il 20 dicembre 2013, il Consiglio Comunaledi San Felice Circeo, con deliberan.46/2013, approva la: “Relazione sull’affi-damento del servizio di gestione igiene ur-bana raccolta e smaltimento rifiuti solidi ur-bani e assimilati”. In questa relazione (carta vince …), i con-siglieri comunali di maggioranza, oltre a di-lungarsi sulla legittimità dell’eventuale affi-damento a una ditta esterna del servizio diraccolta e smaltimento dei rifiuti, cosa tral’altro nota e scontata se fossero seguite leprocedure corrette, cercano di dimostrarel’utilità della loro scelta sotto il profilo eco-nomico. Confrontano, così, i costi sostenu-ti dal comune di San Felice Circeo, che ge-stisce direttamente il servizio, con quelli delconfinante comune di Sabaudia che inveceha affidato il servizio ad aziende private.Nel dibattito consigliare del 20 dicembre èsegnalata l’alta incidenza dei costi del per-sonale nel comune di San Felice Circeo perevidenziare l’inefficienza del gestore pub-blico.Nella citata relazione, inoltre, l’amministra-zione comunale valuta i 2,373 milioni di eu-ro, all’epoca necessari all’erogazione delservizio, eccessivi se rapportati alla popo-lazione residente. E’, infatti, possibile leg-gere: ”... dall’analisi comparativa si eviden-zia come il costo pro capite sia notevol-mente superiore rispetto alla realtà confi-nante che in precedenza ha ritenuto neces-

    sario far ricorso al Know How delle impre-se private, beneficiando anche delle eco-nomie di scala che queste sono riuscite aporre in atto”.Infine, sintetizzano così le motivazioni dellaloro scelta di affidare a una ditta esterna ilservizio di raccolta e smaltimento dei rifiuticomunali: “… la nuova modalità di gestionerappresenta comunque la scelta più idoneae conveniente per la collettività, sotto il pro-filo dell’efficienza, dell’efficacia e dell’eco-nomicità ”.Clamorosamente, Il 18 agosto 2014, sem-pre gli stessi identici amministratori dimaggioranza, Petrucci Giovanni, CalisiEgidio, Saputo Eugenio, Capponi Corrado,Bianchi Giuseppe, Magnanti Luciano, Cop-pola Roberto, Recchia Stefano, assistiti daldott. Zeoli nella triplice veste di segretarioComunale, di responsabile tecnico e di re-sponsabile della ragioneria, contraddiconoe smentiscono se stessi approvando conla delibera n. 46/2014 il Piano Finanziarioper la Tassa Rifiuti (TARI) anno 2014.Il Piano Finanziario TARI 2014 (carta perde…) prevede un costo complessivo per lagestione dei rifiuti per l’anno 2014 di €2,886 milioni di euro! Con un aumento di513 mila euro rispetto all’anno precedente,pari a +21,62% in un solo anno! E questononostante la forte riduzione della quantitàdi rifiuti raccolti: come tristemente e vergo-gnosamente testimoniato dai cumuli dispazzatura abbandonati lungo le strade so-prattutto nei mesi estivi; ma documentato inparticolare dalla stessa amministrazionecomunale che, a pagina 10 del Piano Fi-nanziario TARI, certifica una riduzione com-plessiva della raccolta di rifiuti di 2,5 milio-ni di Kg! Pari al -19,34%!Che cosa è cambiato in pochi mesi, da di-cembre ad agosto?A leggere la documentazione prodotta sem-brerebbe cambiata in toto sia l’amministra-zione comunale sia il responsabile tuttolo-go del comune: se, infatti, il 20 dicembre ilcomune di Sabaudia era l’esempio da se-guire e per un intero consiglio comunale lamaggioranza ha cercato di convincere l’op-posizione che era corretto prendere il co-mune confinante a termine di confronto, orala stessa dichiara ufficialmente: “È pococorretto ed è sbagliato paragonare costi ebollette di comuni che saranno pure confi-nanti, ma che hanno situazioni completa-mente differenti”;Se il 20 dicembre doveva essere evidenteche il costo del personale era l’indicatoreprincipale degli sprechi della gestione di-retta del servizio da parte del comune e cheera necessario l’affidamento del servizio auna ditta esterna che avrebbe permesso ilmiglioramento del servizio e la riduzione deicosti, il 18 agosto, incredibilmente l’au-mento dei costi è dovuto: “… all’affida-mento del servizio di raccolta e trasporto deirifiuti a imprese esterne all’Ente (esternaliz-zazione del servizio) per le quali si è dovuto

    e si deve sostenere un costo del personalesuperiore a quello sostenuto con persona-le dipendente interno all’Ente”;Se il 20 dicembre 2013, il costo complessi-vo per la raccolta dei rifiuti di 2,373 milionidi euro era eccessivo e andava urgente-mente ridotto affidando il servizio a una dit-ta esterna più efficiente, il 18 agosto 2014,per giustificare l’aumento di più di 500 mi-la euro nei costi per realizzare un servizio diraccolta qualitativamente e quantitativa-mente inferiore, si afferma senza imbaraz-zo né vergogna che ciò è dovuto al fatto chela ditta esterna è meno efficiente e costa dipiù! Incredibile ma vero, l’amministrazionemette per iscritto in momenti diversi tutto eil contrario di tutto senza alcuna vergognae imbarazzo: una capacità di riscrivere lastoria da far invidia agli specialisti del Mini-stero della Verità nel Grande Fratello di Or-well.Il Sindaco riesce a superare se stesso quan-do, insieme alla bolletta TARI, nel goffo ten-tativo di distrarci, ci invia una lettera nellaquale, invece di scusarsi per tutti i disagi ele sofferenze inutilmente provocate, con-giuntamente all’assessore delegato comu-nica di essere orgoglioso di comunicare cheprima o poi sarà “… avviata la raccolta por-ta a porta nel nostro Comune”. È veramente difficile immaginare di cosapossano essere orgogliosi! Non possono essere orgogliosi di aver mes-so in ginocchio molte famiglie e intere ca-tegorie economiche con bollette della TARIaumentate anche del 50% in un solo anno!Sono forse orgogliosi di aver inviato unabolletta scaduta? Sono riusciti anche, cre-do unico comune in Italia, a redigere il 2 ot-tobre le bollette della TARI scadute il 30 set-tembre.O forse sono orgogliosi del fatto che cal-pestando ogni principio di trasparenza e le-galità da circa due anni il Comune affidaprovvisoriamente attraverso gare “informa-li” il servizio di raccolta e smaltimento rifiu-ti? Oppure sono orgogliosi del fatto che gli uf-fici ci obbligano a compilare un inutile quan-to incomprensibile questionario, per chie-derci dati già presenti nelle banche dati delcomune o di altri enti pubblici, finalizzatosolo a ingolfare gli uffici di persone alla ri-cerca d’improbabili chiarimenti? Sono orgogliosi forse del fatto che il paeseè sempre più sporco e abbandonato a sestesso?Ci è rimasto solo di vederli a un angolo diuna piazza affollata e piena di spazzaturanon raccolta, mentre lamentandosi del fat-to che nessuno ha capito il loro cervelloti-co sistema di raccolta “porta a porta”, gri-dano, come certi loschi personaggi: … ladelibera è più veloce dell’occhio, signo-ri fate il vostro gioco! ■

    di Nicola Ceccato

    Un’incredibile contraddittorietà delle delibere comunali

    La raccolta dei rifiuti e le relative tasse

    L’antico gioco delle tre carte

  • N el bellissimo intervento di aperturadel volume ‘1989 – Il crollo del mu-ro di Berlino e la nascita della nuo-va Europa’, edito dal Corriere della Sera,Claudio Magris – grande germanista e uo-mo di cultura – scrive: “Siamo tutti o quasiconservatori incapaci di immaginare che lecose, così come siamo abituati a vederle eviverle, possano mutare. Scambiamo ilpresente per l’eterno”.Cambiare invece si può. E non ce lo hannodimostrato soltanto la caduta dopo quasitrent’anni dalla sua costruzione del muro diBerlino e, un po’ prima, la caduta dopo ven-t’anni del fascismo; ma anche più recente-mente e più in piccolo, la caduta, doposempre vent’anni, del più farsesco ma pursempre tragico muro del ‘berlusconismo’.Potrà cadere anche il nuovo muro cui ci tro-viamo oggi di fronte, il “muro di Bruxelles”?Rappresentato dai poteriforti oggi alla guida dell’U-nione europea e, più pre-cisamente, dalla politicadi Austerità imposta dallaGermania?Esattamente settant’annifa, noi europei, ci stavamoancora sparando gli unicontro gli altri, e il muro diBerlino ha rappresentatoper molti anni ancora, do-po la pace, l’ultimo assur-do ostacolo alla nascita diun’Europa ben diversa,mossa da valori democra-tici condivisi. Le volontàpolitiche di allora, unanimi,decisero un cambiamentoe cambiamento fu, certoaiutate dallo sgretolamen-to, al di là del muro, di unsistema iniquo e giunto or-mai ‘alla frutta’. Questo accadde quandoc’era, appunto, la POLITI-CA.Oggi, invece, che di ‘politica’ – intesa lette-ralmente come scienza e arte di governare– ce n’è di meno, perché sono in crisi mol-ti meccanismi politici nazionali – si vedanoper tutti, oltre quello dell’Italia, quelli dellaFrancia e dell’Inghilterra, ma anche dellaGrecia, e persino, da poche settimane, de-gli USA - e non c’è, a compensare questideficit, una POLITICA COMUNE EUROPEA,a guidare le nostre sorti è l’ECONOMIA. Laquale, anziché essere guidata dalle sceltedi interesse generale fatte dalla politica, gui-da e obbliga essa stessa le scelte politiche(v. l’Austerità).Assistiamo cioè – per fortuna con alcunegrida contrarie, tra cui quelle del nostro pre-mier Renzi - all’imposizione da parte di unaBruxelles a guida tedesca, di misure eco-nomiche anti-sviluppo come l’AUSTERITÀ,che condizionano pesantemente le deci-sioni politiche dei paesi membri, in partico-

    lare di quelli, come l’Italia, più deboli. Conl’assurdità di milioni di euro stanziati dallaCommissione Europea a sostegno propriodei paesi più deboli, ma utilizzabili solo lad-dove essi riescano a rientrare in certi ri-strettissimi parametri: così stretti, però, danon renderne possibile l’utilizzo!Una sorta di “COMMA 22”, se ricordatequel bellissimo film – e prim’ancora roman-zo - di guerra americano di qualche anno fa:nel quale si narra di un pilota che non vuo-le più prendere parte alle missioni bellicheche gli sono ordinate, ma che non riesce aesserne esonerato perché il “comma 22”del codice europeo…, pardon, del codicemilitare americano, prevede che “Chi è paz-zo può chiedere di essere esonerato dalleazioni di guerra, ma chi chiede di essereesonerato da esse non è pazzo”.Escludendo nel prossimo futuro, e spero

    anche oltre, di tornare aspararci tra europei - sep-pur per il ‘buon fine’ difarla finita con l’AUSTE-RITÀ e di abbattere il mu-ro di Bruxelles, così comeimpostoci da chi vuole te-nersi il potere europeotutto per sé (leggi sempreGermania) – che cosa sipuò fare per combattere ilpesante orpello che ciimpedisce di crescere eper cercare quindi dicambiare le cose?Prima di tutto - chiariamosubito questo punto –comportandoci come unPaese all’altezza della sfi-da che vuole lanciare:cioè come un Paese chenon elude le regole, ma lerispetta; che non froda ilfisco, ma paga le tasse;che non cambia governoogni pochi mesi (grazieanche a una legge eletto-

    rale pessima), ma si mostra affidabile e sta-bile; che ha banche che non si tengono persé i soldi trasferitigli dalla Commissione Eu-ropea, ma che li mettono a disposizionedelle imprese e delle famiglie richiedentietc. etc.Questo Paese “virtuoso”, nonostante glisforzi e la determinazione di Renzi, non c’èancora, tutto. Ce ne è solo un po’, e vaquindi incoraggiato. Ricordiamoci ad esem-pio che solo pochi mesi fa una parte rile-vante di cittadini ha voluto concedere unagrande fiducia al nuovo premier, proprio perdare un segnale di voglia di cambiamento.E ciò pur in presenza dell’esistenza in poli-tica ancora di Massimo D’Alema. Almeno una fortuna, però, ce l’abbiamo: al-la guida della BCE, cioè della super bancaeuropea, vi è Mario Draghi. Il quale, resi-stendo alle pressioni conservatrici in sensocontrario della banca centrale tedesca –

    sempre loro – ha promosso una serie di mi-sure monetarie, creditizie e di controllo ban-cario per arginare la crisi e rilanciare lo svi-luppo. Ha detto Draghi, in occasione di un semi-nario in ricordo dell’economista FedericoCaffè, suo grande maestro: “L’attuale inac-cettabile livello della disoccupazione – il23% dei giovani tra i 15 e i 24 anni non haun lavoro – è contro ogni nozione di equi-tà, è la più grande forma di spreco di risor-se, è causa di deterioramento del capitaleumano, incide sulle potenzialità delle eco-nomie diminuendone la crescita per gli an-ni a venire”. È questo il primo di tutti i diritti: ‘il diritto diavere diritti’, il diritto al lavoro primo fra tut-ti. Di fronte a questa tragedia sociale, che uni-sce in un solo destino più generazioni, daigiovani inoccupati ai meno giovani disoc-cupati, dovrebbe coalizzarsi un unico lun-gimirante fronte sia interno (fra governo, im-prese e sindacati), sia internazionale (fra ipaesi europei che vogliono rilanciarsi).Invece assistiamo in Italia, finito il “berlu-sconismo”, in fase di stallo il “grillismo”, alrispuntare di chi si credeva morto: il “leghi-smo”! Per di più “annerito” dall’alleanza conla destra razzista francese di Marine Le Pen.Rispunta così la NON-CULTURA, sia politi-ca, sia civile, quella che fa leva sui nostripeggiori istinti conservatori, per dirla anco-ra con Magris.Per far fronte a questi nuovi “barbarelli” del-la Gallia Padana, ai loro rigurgiti di ignoran-za, c’è solo un modo: educare le giovanigenerazioni non all’egoismo e all’individua-lismo, ma a capire che la dignità della per-sona sta nei grandi valori, nella solidarietà,nel rispetto della giustizia, nel rifiuto del raz-zismo, nell’amore per il bene comune.Sta, cioè, nella cultura. ■

    CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 5Economia

    di Alessandro Petti

    “Comma 22”

    La storia non sempre è maestra

    Dal muro di Berlino al muro di Bruxelles

    Angela Merkel

  • CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 6Editoriale - Lettere

    prima?E ancora: ”Siccome il costo della Tari vie-ne distribuito solo sui cittadini iscritti a ruo-lo, sarebbe interessante sapere se a Sa-baudia esiste la stessa percentuale di eva-sione presente nel nostro comune”. E di chiè la colpa di questa lamentata evasione?Perché non sono stati presi adeguati prov-vedimenti?“L’avviso” aveva lo scopo di rappresenta-re con orgoglio l’impegno del Comune nel-l’attivazione della nuova raccolta rifiuti, mi-gliore e più civile, ma i firmatari si lamen-tano che: “fa più comodo leggere solo lecose che fanno notizia e incolpare il go-verno del fatto di non essere capace di fa-re miracoli”.A noi non resta che attendere l’inizio delleoperazioni di raccolta differenziata “porta aporta”, come promesso, e vedere se i tem-pi saranno rispettati e se si avranno gli au-spicati benefici, meno ingombro nelle stra-de e più pulizia. Ne riparleremo l’annoprossimo e se le promesse si realizzeran-no non ci dispiacerà dirlo.

    Restituzione dei soldiDella pretesa e richiesta restituzione disomme di denaro ai dipendenti comunali,abbiamo già detto (v. “Centro Storico” n.68 - pag. 6). Aggiungiamo solo che non èchiaro perché si sostenga che le sommesono state percepite in modo irregolare,anche se erogate a fronte di attività real-mente svolte, né da quale Ente prepostosiano state contestate.A parte queste considerazioni, come si po-trebbe evitare l’applicazione nella fattispe-cie dell’articolo 2126 del codice civile, cheaddirittura prevede il diritto del lavoratorealla retribuzione per il lavoro svolto anchein caso di nullità o annullamento del con-tratto?Non è questo il modo di fare cassa per ge-stire il “dissesto” voluto e dichiarato daquesta Amministrazione!

    PortoCon un recente comunicato l’Amministra-zione comunale fa sapere che si è “con-cluso il procedimento di verifica della le-gittimità delle concessioni demaniali rila-sciate a favore della Cooperativa Circeo I°.Il RUP (Responsabile Unico del Procedi-

    mento) ha concluso il procedimento rite-nendo che sussistano i presupposti e lecondizioni per attivare uno o più procedi-menti finalizzati all’annullamento d’ufficio, inautotutela, delle concessioni medesime.”Ci sono voluti due anni e mezzo per il pa-rere del RUP? Quanti altri anni dovremo at-tendere per ottenere lo sbandierato ritornoeconomico a favore della collettività dallagestione del porto? Per questo probabil-mente già si sono svolti incontri e trattati-ve tra Amministrazione e Cooperativa Cir-ceo I°, ma al cittadino non è dato saperequali siano stati i contenuti degli argomen-ti trattati, nè tantomeno le conclusioni.Non si ha notizia di verbali di questi incon-tri, che invece dovrebbero essere dovero-samente redatti dall’Ente locale per ogni at-tività di interesse pubblico, svolta relazio-nandosi con terzi. Questi verbali dovreb-bero essere portati a conoscenza di tutti,pubblicandoli sul sito ufficiale del Comune.In tal modo si eviterebbe tra l’altro di far cir-colare voci sulle cifre offerte dalla Coope-rativa Circeo I° e su quelle richieste dal Co-mune con un balletto di numeri che invita-no, come diceva un noto politico scom-parso lo scorso anno: “a pensare male,perché, anche se si fa peccato, molto spes-so ci si azzecca”.

    Maggioranza in fibrillazioneComportamento altalenante dell’Ammini-strazione in carica, nella persona del Sin-daco Petrucci, che gestisce gli incarichi ele attribuzioni a seconda degli umori del

    momento legati a episodi e situazioni di-verse. La delega all’urbanistica è stata da-ta all’assessore Saputo, all’inizio del man-dato, gli è stata tolta l’8 aprile 2013, ma poiridata il 24 aprile 2013.Lo stesso è stato fatto a proposito di altredeleghe esterne, tranne un “intoccabile”,certamente premiato per la sua fedeltà eforte capacità d’integrazione, per finire re-centemente con quella tolta all’assessoreCapponi e data al cons. Magnanti. In que-sto contesto mi sembra opportuno ricor-dare anche lo spiacevole episodio della“fuga” della Dott.ssa Elisabetta Napolitano,in difficoltà nell’esercizio della sua delegaal Turismo per l’ostruzionismo interno allamaggioranza.Ci farebbe piacere poter affermare chequesto teatrino è voluto e realizzato se-guendo il criterio delle capacità e dellecompetenze dei nuovi incaricati di occu-parsi dei vari settori, ma con tutta la buo-na volontà sembra difficile sostenerlo.Caso del cons. Coppola. Nel corso delConsiglio comunale del 5 novembre 2014dichiara di uscire dalla maggioranza e diaderire al gruppo dell’opposizione. In quel-la circostanza invita il Sindaco a incontra-re i cittadini per sentire le loro lamentele.Sindaco Petrucci tutto procede per il me-glio?Nella poesia che segue il poeta Trilussa usauna metafora che, a mio avviso, ben rap-presenta la realtà sanfeliciana.

    La campana de la chiesa

    - Che sôno a fa’? - diceva una Campana -Da un po’ de tempo in qua, c’è tanta genteche invece d’entrà’ drento s’allontana.Anticamente, appena davo un toccola chiesa era già piena;ma adesso ho voja a fa’ la canoffiena1pe’ chiamà li cristiani cór patocco2!Se l’omo che me sente nun me credeche diavolo dirà Dommineddio?Dirà ch’er sôno mionun è più bono a risvejà la fede.- No, la raggione te la spiego io:- je disse un Angelettoche stava in pizzo ar3 tetto –nun dipenne da te che nun sei bona,ma dipenne dall’anima cristianache nun se fida più de la Campanaperché conosce quello che la sona.

    (Trilussa)1 Altalena 2 Battaglio3 Sull’orlo del

    segue dalla primaEditoriale di ALESSANDRO CRESTI

    Propaganda elettoraleVerba et voces, praetereaque nihil

    Marco Vuchich

    San Felice Circeo – Amministratori a PaestumEgregio Direttore,finalmente un gesto di coerenza della no-stra amministrazione: l’assessore al turi-smo, Dottor Eugenio Saputo, e il delega-to al Centro storico, signor Franco Dome-nichelli, hanno partecipato alla XVII edi-zione della Borsa Mediterranea del Turi-smo archeologico, tenutasi recentementea Paestum. Quali rappresentanti locali del-la nostrana archeologia politica, ci sono

    sembrati i referenti più idonei. Speriamosolo che al danno non si aggiunga la bef-fa di vederli anche inviati, come nostri prei-storici rappresentanti all’EXPO 2015 a Mi-lano.

    (lettera firmata)

    San Felice Circeo – Maggioranza di destra o di si-nistra?Egregio Direttore,vorrei sottoporre all’attenzione dei letto-ri del giornale da lei diretto, una riflessio-ne. La precedente amministrazione ha gover-

    nato il nostro paese per molto tempo, conuna collocazione chiaramente di destra.La formazione politica che è subentrata adessa, pur mantenendo al suo interno lamaggioranza di noti esponenti, sempre didestra, per colpa di qualche sbiadita pre-senza di “sinistra” finirà per addossareogni responsabilità per la grossolana ge-stione della cosa pubblica di questa ete-rogenea compagine, proprio a quest’ulti-ma corrente politica. Quale elettore di si-nistra, osservo tristemente e con molto

    continua a pag. 15

    Una qualificata delegazione a Paestum

  • CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 7Territorio

    P residente Patanè, da anni la no-stra Associazione è impegnatanella salvaguardia, protezione, evalorizzazione del patrimonio storico, ar-tistico, culturale del Centro Storico diSan Felice Circeo e di tutto il territorio dicui è parte integrante. Quali strategie laRegione Lazio intende mettere in attoper sostenere e condividere questo im-pegno? Come Consigliere Regionale e insieme allaV Commissione Consiliare Cultura, Sport,Turismo, Scuola, Istruzione, Diritto allo stu-dio, Pari opportunità e Politiche giovanili - dicui sono Presidente - in questi diciotto me-si di legislatura abbiamo molto lavorato peril rilancio complessivo della nostra Regione.Uno dei primi obiettivi è stato quello di va-lorizzare l’immenso patrimonio dei nostri ter-ritori coniugando la cultura, l’interesse sto-rico-religioso, lo sport con il contatto con lanatura, il benessere della persona. San Felice Circeo, e il territorio di cui fa par-te, può essere ben preso come paradigmaed esempio delle infinite possibilità che lanostra Regione ci offre e su cui è necessa-rio investire. Dalle bellezze naturali ai moltisiti di interesse storico-artistico, dalle ec-cellenze enogastronomiche alle varie op-portunità di praticare diverse disciplinesportive all’aria aperta. Il Piano del Turismodella Regione Lazio per il biennio2014/2016 individua, in questo senso,obiettivi e descrive strategie su cui è ne-cessario lavorare: politiche di sostegno esviluppo per le imprese, politiche di stimo-lo e affiancamento dei territori, nuove poli-tiche di marketing integrato. Il bacino turistico nazionale e internaziona-le a cui è possibile ambire, infatti, è deci-samente alto. Basti pensare che in Italia ol-tre il 55% delle persone effettuano una va-canza nella propria Regione o in quelle im-mediatamente confinanti.Il territorio del Lazio puòessere raggiunto in menodi due ore da 13 milioni emezzo di persone (resi-denti compresi). Molti an-che i turisti stranieri che,dopo aver visitato Roma,che resta evidentementeuna meta privilegiata econ immensa capacità at-trattiva, scelgono di visita-re altri luoghi alla ricerca diuna vacanza che rispec-chia l’Italian way of life. Quali sono dunque gli strumenti che laRegione intende mettere in atto per so-stenere e affiancare i territori in questepolitiche di sviluppo?Sono diverse le misure attraverso cui con-tiamo di rilanciare il settore turistico cherappresenta un asset strategico sul quale,come Regione Lazio, stiamo puntando condeterminazione. A partire dal Piano Turisti-co Triennale alla revisione della Legge 13sul Turismo e in ultimo con la revisione dei

    Regolamenti per il Settore Alberghiero (giàapprovato), i campeggi e il turismo all’ariaaperta (in via di approvazione in questi gior-ni in Commissione), e il settore extralber-ghiero (B&B; affittacamere etc.). Un modoper facilitare ulteriormente l’apertura dinuove strutture garantendo al tempo stes-so una maggiore qualità dei servizi, più cer-tezza sui requisiti e sulla classificazione del-le attività ricettizie. Infatti, per far sì che unnumero sempre maggiore di persone scel-ga di visitare la nostra Regione, dobbiamoaumentare e migliorare di pari passo la no-stra offerta turistica e ricettiva. Un’acco-glienza diffusa nei diversi territori, che faci-liti la conoscenza e la visita di circuiti “al-ternativi” e meno conosciuti. La crisi economica che stiamo vivendo

    non rischia di com-promettere questoprocesso di rilancio? In effetti, la crisi eco-nomica degli ultimi an-ni ha fortemente modi-ficato il modo di tra-scorrere le vacanze deicittadini italiani e anchedi molti cittadini stra-nieri, ma paradossal-mente il nostro territo-rio per la sua caratte-rizzazione geografica eper l’alta concentrazio-

    ne di luoghi di interesse è favorito da que-sti mutamenti. Il numero delle vacanze bre-vi (da una a tre notti) ad esempio si è in-crementato negli ultimi dieci anni, arrivan-do a eguagliare quello delle vacanze lun-ghe, trasformando di conseguenza la frui-zione del proprio tempo libero e dei consu-mi culturali. E’ indispensabile tuttavia, oggipiù che mai, investire sulle diverse oppor-tunità che il territorio può offrire per averemaggiore capacità attrattiva ed essere

    maggiormente competitivi. Al tempo stes-so è necessario tutelare e salvaguardare lenostre bellezze naturali e renderle fruibili auna sempre più ampia popolazione. Il lavo-ro svolto dalla vostra Associazione, attra-verso la sensibilizzazione e il coinvolgi-mento della comunità su queste tematiche,è prezioso e determinante per la buona ri-uscita di queste iniziative. Ci sono delle aree in particolare che èpossibile sviluppare per sostenere que-ste politiche?Certamente. In questi giorni ad esempio,come Regione Lazio, stiamo lavorando al-la elaborazione della nuova Legge quadrosullo Sport che andrà a sostituire la nor-mativa vigente. Un percorso partecipato nelquale stiamo raccogliendo moltissime ideee contributi. L’obiettivo è di riformare, dareimpulso e offrire nuove prospettive a un set-tore sempre più importante in termini di svi-luppo economico, occupazione e soprat-tutto come straordinario strumento di be-nessere e coesione sociale. In particolaremoltissime proposte stanno arrivando perquanto riguarda la possibilità di praticaresport all’aria aperta. Il territorio del Circeooffre diverse opportunità per quanto ri-guarda il turismo sportivo, che vanno so-stenute e incentivate perché diventino mo-tore di un nuovo modello di sviluppo: pen-so al ciclismo, alla vela, solo per fare alcu-ni esempi. A breve uscirà inoltre il nuovo bando sul-l’impiantisca sportiva per permettere inter-venti di nuova realizzazione o di riqualifica-zione che dovranno partire dal concetto disicurezza e sostenibilità, tanto energeticache ambientale. È anche grazie a iniziativecome queste che si tutela il nostro patri-monio ambientale e naturalistico. Come ritiene possa inserirsi in quest’ot-tica un piccolo comune come San Feli-ce Circeo? Sono molte le opportunità messe a dispo-sizione dalla Regione Lazio per quanto ri-guarda i comuni laziali. Uno dei punti di for-za della politica che stiamo portando avan-ti come Amministrazione, infatti, è proprioil rilancio del “brand” Lazio con una forte at-tenzione alla diffusione su tutto il territoriodi iniziative e servizi. Un orientamento cheè possibile ritrovare nei diversi bandi uscitiin quest’anno e 18 mesi di attività. L’invitoche mi sento di fare, dunque, è quello dipartecipare, nello specifico delle attività edei progetti su cui si intende investire, aibandi che vengono pubblicati dalla Regio-ne così da poter usufruire dei diversi finan-ziamenti disponibili.Grazie per la sua disponibilità. Faremo te-soro delle sue indicazioni. ■

    * Consigliere Regionale del Lazio - Presi-dente V Commissione Consiliare perma-nente - Cultura, Turismo, Sport, Scuola,Istruzione, Diritto allo studio, Pari opportu-nità, Politiche giovanili.

    Intervista rilasciata dall’on.le Eugenio Patanè*al bimestrale “Centro Storico”

    di Alessandro Cresti

    Eugenio Patanè

  • Territorio

    CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 8

    I n questo articolo tratterò del restauroe del recupero di spazi, aree o monu-menti di interesse storico artistico e ar-cheologico, argomento d’attualità, essendostati aperti nel paese diversi cantieri di re-stauro, primo tra tutti quello presso il “Pon-te”, all’ingresso del Centro Storico. Tra tut-ti gli interventi di restauro compiuti nel no-stro Comune, ne ricorderò due: uno defini-bile positivo e ben fatto, l’altro, al contrario,da dimenticare. Il primo cantiere, sicuroesempio di un ottimo intervento di recupe-ro e di valorizzazione di un’area di interes-se storico, archeologico e naturalistico, incompleto stato di abbandono e degrado, fuquello aperto dal comune di San Felice nel2003 presso i giardini di Vigna la Corte, areapanoramica molto ampia, cinta da un beltratto delle mura medievali riferibili al pe-riodo templare del castrum Sancti Felicis. Ilsecondo intervento di restauro, definibilepiù che come restauro, come uno scempiofolle e illegale, fu quello aperto nel 1988 peril recupero e la valorizzazione delle Mura Ci-clopiche, presso le Crocette. Partiamo del primo esempio, quello positi-vo. Il cantiere di restauro dell’area archeo-logica di Vigna la Corte fu aperto nel 2003e fu chiuso e consegnato alla popolazionedi San Felice nel 2006. I lavori furono fi-nanziati dalla Regione Lazio che mise a dis-posizione dei Centri Storici dei fondi fina-lizzati al recupero di zone in stato di ab-bandono e degrado al fine di riconsegnar-le alla giusta e normale fruizione della co-munità tutta.All’interno del cantiere furono aperti duesaggi di scavo, dall’indagine dei quali furealizzata la stratigrafia relativa dell’area, neltimore che scavando per risistemare, ci sipotesse imbattere in resti antichi. Gli scavistratigrafici realizzati da Cristiano Menga-relli, ricercatore dell’Università la Sapienzadi Roma, e pubblicati nel 2004 (MengarelliCristiano, “San Felice Circeo. Le Indagini discavo in località Vigna la Corte”, in “LAZIOE SABINA 3, ATTI DEL CONVEGNO, Roma18-20 Novembre 2004”) sono davveromolto interessanti, per la quantità di mate-riale ceramico rinvenuto e perché ci rac-contano e ci parla-no della vita vissu-ta in quel sito. Icontesti stratigra-fici che, secondo ildottor Mengarelli,meritano attenzio-ne sono quelli pre-cedenti all’età me-dievale “in cui si ri-scontra …. un’o-mogeneità crono-logica riferibile aepoca medio re-pubblicana (IV-IIIa. C.)”.Dato ancora piùinteressante è che

    in questosaggio discavo, indi-cato nell’ar-ticolo diMengarell icome S I, èstata indivi-duata e do-cumentata“una porzio-ne di muroin opera po-ligonale lacui forma-zione è infase con lestratigrafieaventi data-zione postquem al se-colo IV-III a.C.” e, conclude Mengarelli, “la probabilepertinenza del lacerto murario all’intero cir-cuito in poligonale di Circeii non autorizzaa considerare questa cerchia muraria comepertinente a epoca precedente l’età medio-repubblicana”. Secondo lo studioso, inbreve, la datazione delle mura poligonali diCirceii confermerebbero le fonti storiche,che parlano di una doppia fondazione del-la colonia romana, una prima fondazione,databile al VI secolo a. C. e riferita ad Arun-te, figlio di Tarquinio il Superbo (535-509 a.C.) e una seconda fondazione romana, da-tata agli inizi del IV secolo a. C., avvenutaforse in seguito a una occupazione volscadel Circeo.Le notizie fin qui riportate fanno capire l’im-portanza dello studio stratigrafico per in-terpretare e conoscere un sito, in primo luo-go, e per guidare gli interventi di restauro,in un secondo momento. Grazie alle inda-gini del dottor Cristiano Mengarelli si è vi-sto come le mura medievali di Vigna la Cor-te furono costruite riprendendo la cinta mu-raria in opera poligonale, che fece quasi daloro fondamenta, a testimoniare come lastoria di un sito sia fatta di continue e in-cessanti stratificazioni scientificamente ri-

    costruibili e analiz-zabili grazie all’in-dagine stratigraficadel sito da scavare.L’area di Vigna laCorte fu così recu-perata e valorizza-ta, le mura medie-vali furono restau-rate e l’area pano-ramica fu riconse-gnata alla comunitàtutta. Passiamo ora alsecondo interven-to di “restauro”,preso come esem-pio in realtà di co-

    me non si debba fare un restauro. Siamo al-la fine dell’estate del 1988. In vista del Mon-diali del 1990 arrivarono in Regione dei fon-di per il recupero di aree archeologiche, invista del flusso di turisti provenienti da tut-to il mondo che avrebbe interessato la no-stra Regione. La Sovrintendenza per i BeniArcheologici del Lazio indicò tra i siti da re-cuperare anche le Mura Ciclopiche dell’A-cropoli di Circeii, note ai più con il nome diCrocette. Le Mura Ciclopiche sono forma-te da imponenti blocchi di pietra calcare lo-cale, estratti dal monte e lavorati al fine direalizzare massi, spesso di notevole gran-dezza, messi in opera senza l’uso di malta,ovvero a incastro. Il nome della tecnica co-struttiva, definita romanticamente ciclopicain quanto attribuita alle figure mitologichedei giganti da un solo occhio, trae la suaorigine dalla constatazione che tali struttu-re, così possenti, non potessero esser sta-te create dall’uomo, ma dai giganti Ciclopi.Ancora oggi non è stato chiarito bene co-me l’uomo, dell’antichità, senza l’uso dimezzi meccanici, abbia potuto e abbia sa-puto mettere in opera massi così imponen-ti e pesanti. La particolarità e l’interesse sto-rico, archeologico e culturale delle Mura Ci-clopiche sta proprio nella loro messa inopera, nella loro realizzazione tecnico-co-struttiva.E arriviamo al “restauro” del 1988. Assoda-to che, secondo la Sovrintendenza, si do-vesse scavare l’area delle Crocette per re-cuperarla e valorizzarla, furono mandate a“scavare” le ruspe usate per demolire i mo-li e i muretti dei porti. Forse chi diede l’or-dine di scavare fu frainteso, nel senso chenon fu chiaro che un sito archeologico nonsi scava non le “scavafosse”, ma con un’in-dagine stratigrafica curata e fatta da gentedi mestiere ... un archeologo ad esempio.Questo nel cantiere aperto nel 1988 pres-so l’Acropoli non fu ben chiaro, e le ruspe,

    Il recupero dell’area archeologica di Vigna la Corte

    Valorizzazione delle Mura Ciclopiche

    Cosa vuol dire “restaurare”?

    di Chiara Parlagreco

    Mura ciclopiche del Circeo

    Vigna la Corte San Felice Circeo continua a pag. 9

  • CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 9Sociale

    Parità tra sessi ma anche parità tra i popoli

    di Anna Scalfati

    Novembre mese di riflessione sulla violenza

    I l mese di novembre è il periodo del-l’anno in cui si ricorda che bisognacontrastare la violenza contro le don-ne. Si susseguono incontri e appuntamentie si evocano le tante vittime di violenza do-mestica e di furia omicida da parte di ami-ci, fidanzati, conoscenti. Sono ormai cen-tinaia i nomi di donne le cui vite sono sta-te spezzate in modo tragico e irreparabi-le. Spesso viene sottovalutato il pericolo ela morte sopraggiunge inaspettata dopoanni di relazioni difficili. Nel momento in cuisi apre un dibattito su queste tematicheemerge la condizione perenne di conflittoche riguarda non solo le donne ma grup-pi sociali che per vari motivi sono oggettodi discriminazio-ne e violenza.Quasi un destinodel quale il ge-nere umano nonriesce a liberarsi.Si ergono muri,si rivendicanocome obbligato-ri diritti e privile-gi. E da qui na-sce una pretesaspesso violentadi dominio.Il mese di no-vembre, mese dimaggiore oscu-rità, di giornatecorte e piovoseè il mese della riflessione sulla violenza.Si dovrebbero vivere momenti di condivi-sione nelle scuole e nelle chiese, di di-battito e di apertura. Il mondo dovrebbeanelare alla pace e la violenza di generedovrebbe lasciare il posto alla comple-mentarietà nei ruoli e nelle responsabili-tà. Ma a ciò si arriva se nei conflitti socialie nell’adozione di comportamenti violen-

    ti si inserisce un operato della politica vol-to a sostenere i più deboli, a garantire unequilibrio economico per le famiglie piùnumerose o a basso reddito, a garantireuna casa alle giovani coppie. La violenzanasce spesso al fianco della crisi econo-mica e del degrado etico morale. Quan-do si inseriscono dipendenze o frustra-zioni, droghe o gioco d’azzardo, aspetta-tive di facili guadagni e corruzione, lì è piùfacile che comportamenti violenti sianoconsueti.E quindi accanto alla data del 25 novembrericonosciuta dall’ONU come giornata con-tro la violenza alle donne, dovremmo porrel’intero mese come periodo per interrogar-

    ci sugli atteg-giamenti vio-lenti nei con-fronti di interigruppi socialidi italiani e diimmigrati. Ad-dirittura ades-so tra gli ado-lescenti c’èuna sfida suchi riesce aessere più ag-gressivo con-tro un pas-sante. Nuovogioco di grup-po mutuatodalle baby

    gang sudamericane. Anche io ho parteci-pato in questo mese a numerosi incontri,come giornalista, e ho avuto contatto condonne straordinarie spesso perseguitate neiloro Paesi sconvolti da guerre e dalla mise-ria. Ancora una volta bisogna tentare di ri-affermare i concetti della pace nel mondotra etnie e generi diversi.Il raggiungimento della parità tra sessi e del

    rispetto reciproco è simile al raggiungi-mento della parità tra popoli: rappresental’unica vera chance per vivere in pace.La pace e la democrazia non sono sconta-te, vanno perseguite. Vanno isolati i violen-ti e i portatori di odio sociale all’interno del-le famiglie e tra i megafoni dell’azione poli-tica. Partiamo dalla pioggia di novembreper un nuovo Piano di Azione per la paritàche ci faccia guardare con altri occhi, nonsolo alle donne e alla loro esigenza indiffe-ribile di essere rispettate ,ma anche al no-stro piccolo mondo quotidiano. Un mondoper ora brutto, violento, violato, abusato, in-gannato, deprivato, deturpato. Ritorniamoal bello, al buono, al fraterno, al protettivo,al solidale, al naturale. Ritorniamo al ri-spetto per le donne e per ciò che esse rap-presentano. Prendiamo in mano il nostroterritorio e le nostre vite mettendo alla ba-se delle scelte quei principi che possonotrasformare questo mondo ormai lugubre inuna era di pace.Facciamo noi quello che dovrebbe compe-tere alla politica. Noi siamo la politica chevogliamo. Sta a noi indicare la rotta e to-gliere dal timone chi ci conduce allo scon-tro e alla guerra. Non c’è mai stata ric-chezza dove c’è lite, prevaricazione, sfrut-tamento dell’altro. ■

    chiamate a intervenire dall’alto della So-vrintendenza, demolirono un bel tratto dimura in opera poligonale, nella zona Norddella cinta, presso la porta di accesso al-l’Acropoli, chiamata dal Lugli Porta Nord.Presso la Porta Nord sono ancora visibili iblocchi di pietra squadrati buttati a terra edemoliti dalle ruspe che l’uomo moderno,con i suoi mezzi meccanici, non è stato piùin grado di rimettere in situ.Le mura furono salvate dai cittadini di SanFelice, da tanti giovani, molti dell’Associa-zione Il Fortino, che, sbigottiti di fronte al-l’intervento distruttivo delle ruspe, decise-ro di occupare il “cantiere”, dormirono suquelle mura per giorni, al fine di non far av-vicinare più quelle ruspe, con l’ordine di

    “scavare”. La giunta comunale dell’epoca sisalvò dal processo, che poi ne scaturì, per-ché i giovani facinorosi coinvolsero nella lo-ro sollevazione per difendere le mura un vi-gile del comune, Aladino Carinci, che misei sigilli al cantiere, in quanto non era nem-meno stato segnalato, per intenderci il can-tiere non era stato nemmeno costituito.Mandarono su le ruspe e basta. All’indo-mani Carinci fu assalito dall’allora sindacoin carica, in quanto non autorizzato a chiu-dere il cantiere illegale, ma, di fatto, il Co-mune non fu chiamato in giudizio nel suc-cessivo processo grazie proprio al vigileAladino. Questi due interventi sono emblematici dicome, per fare un buon Restauro, non è ne-cessario avere l’appoggio, l’autorizzazioneo i fondi della Regione o della Sovrinten-denza. La competenza è il primo passo af-finché un cantiere di restauro porti buonifrutti, perché laddove si tocca un monu-

    mento della comunità, lo si fa per garantirea quella comunità la conservazione di un’o-pera unica che parla della sua cultura e del-la sua storia. Delle sue radici. Distruggereun monumento è perciò un crimine control’umanità tutta.Voglio chiudere questo mio intervento ci-tando l’articolo 4 della Carta Italiana del Re-stauro, del 1972: “S’intende per salvaguar-dia qualsiasi provvedimento conservativoche non implichi l’intervento diretto sull’o-pera. S’intende per restauro qualsiasi inter-vento volto a mantenere in efficienza, a fa-cilitare la lettura e a trasmettere integral-mente al futuro tutte le opere d’arte di ogniepoca, nella accezione più vasta, che va daimonumenti architettonici a quelli di pitturae scultura, anche se in frammenti, e dal re-perto paleolitico alle espressioni figurativedelle culture popolari e dell’arte contempo-ranea, a qualsiasi persona o ente apparten-gano”. ■

    segue dalla pagina 8

    Territorio di CHIARA PARLAGRECO

    Cosa vuol dire “restaurare”?

    Contro la violenza alle donne

  • IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 10Territorio

    D iamo uno sguardo al tempo passa-to, come ce lo ricordano i giornali.Molti sanno che San Felice Circeonon ha sempre avuto questo nome, e mol-ti altri sanno che l’etimologia del nome èstata ed è ancora dibattuta. Ma non tutti ri-cordano da quando il nome di San FeliceCirceo è venuto a battezzare la città. Bene,lo ricorda, addirittura, il quotidiano La Stam-pa di Torino, più di un secolo addietro: ci-tiamo testualmente dall’edizione del 27 di-cembre 1872, “la Gazzetta Ufficiale del 23dicembre, di quell’anno, reca il regio de-creto n. 1123, del 1° dicembre, per cui il co-mune di San Felice in provincia di Roma, èautorizzato ad assumere la nuova denomi-nazione di San Felice Circeo”. La citazionenon si sofferma a spiegare perché il più an-tico nome, quello del santo Felice, sia sta-to integrato dal nome “Circeo” e da dovequesta aggiunta derivi nomasticamente.Fatto sta che 142 anni fa il comune ha pre-so il nuovo nome.La borsa nera. Settantuno anni dopo quel-la data, invece, ci si trova in un contesto as-sai diverso, quello della guerra, della scar-sezza di cibo, della ricerca affannosa di co-me sfamarsi, ma anche di come approfitta-re di quelle circostanze per arricchire la per-sonale scarsella. Basti pensare a qualchefatto: quando Mussolini, il 10 giugno 1940,

    decise di scendere inguerra (acclamato dauna grande folla raduna-ta in piazza Venezia eimmediati dintorni), l’Ita-lia non era neppure nel-le condizioni di assicura-re il quantitativo minimodi calorie giornaliero dicui ogni cittadino, speciese combattente, avevabisogno. Cioè: affron-tammo la guerra senzaneppure sapere che co-sa avremmo mangiatoper tenerci in piedi. A fa-re questi calcoli è statoun illustre studioso di storia dell’alimenta-zione, e quindi non abbiamo da dubitarne.Anzi, lo stesso fascismo si adoperò subitoper dimostrare che la tesi era corretta. Po-chi giorni dopo quel 10 giugno, infatti, ven-ne stabilito il razionamento: ossia, si pote-va mangiare solo quello che era autorizza-to dal solerte governo fascista, il quale in-trodusse le cosiddette “carte annonarie”.Erano dei fogli stampati di vario colore, suiquali erano indicati i pochi generi alimenta-ri che a quei tempi erano considerati indi-spensabili per sopravvivere: pane, pasta,zucchero, olio, farina, tabacco, ecc. E per

    ogni genere era indicatoil quantitativo che il citta-dino poteva richiedere eche il fornitore o botte-gaio poteva dare. E guaia sgarrare. Di conse-guenza, tutto l’approvvi-gionamento già disponi-bile non veniva immessosul mercato, ma manda-to all’Annona, ossia aformare le scorte (gli am-massi) che avrebberodovuto governare la ca-pacità dei cittadini di ali-mentarsi.Ma a quei tempi, nei

    quali il “pane e companatico” erano davve-ro il pasto quotidiano di tantissimi italiani,questi furono immediatamente razionati. Ilpane, che era il vero e vitale alimento di tut-ti, e in particolare dei ceti sociali meno for-tunati, venne ridotto a 200-250 grammi ilgiorno. È chiaro che non tutti riuscivano afarsi bastare quella miseria di alimento, e,per inevitabile reazione, nacque una pro-fessione spontanea che si chiamò dei “bor-saneristi”, ossia di coloro che praticavanola “borsa nera”, espressione che stava a si-

    Quando speculare costava l’arresto

    Borsanera a Roma dopo la Liberazione

    La borsa nera a San Felice CirceoNegli anni della guerra

    di Pier Giacomo Sottoriva

    N el dicembre 2013 è comparso, af-fisso su uno dei muri storici di SanFelice Circeo, un atipico insieme dimattonelle recante la seguente iscrizione:Muro delle nommera, affinché resti viva lamemoria dei soprannomi e dei personaggisanfeliciani. Ogni piastrella reca un sopran-nome e il nome e cognome della personache localmente era identificata molto di piùper il tramite del soprannome che per i pro-pri nome e cognome. A parere di chi scrivel’iniziativa è per più versi interessante, senon del tutto lodevole: non tanto per la con-servazione del ricordo dei personaggi, fat-to pure di per sé significativo, quanto per l’i-dea stessa.I soprannomi hanno avuto in passato unruolo fondamentale nella formazione dei co-gnomi. Fino al Seicento inoltrato molta par-te delle popolazioni di fatto, non avevanocognome e, in ogni caso, il nome di batte-simo prendeva la prevalenza, anche neglielenchi alfabetici: se in qualche vecchio do-cumento ufficiale si cercasse il nome, peres., di Mario Rossi, occorrerebbe andare al-

    la lettera M e non alla lettera R, come fa-remmo oggi. Insomma, il costume romanodi identificare le persone con praenomen,nomen e cognomen per lunghi secoli sem-brava non avere lasciato traccia.E’ solo con il 1564, con il Concilio di Trento,che si decide che tutte le persone fisiche de-vono avere un cognome. Ma come fare conchi il cognome [ancora] non lo aveva?Il processo prende le mosse dalla cogno-minizzazione dei soprannomi. Essi avevanole origini più diverse: patronimici, matroni-mici, denominazioni facenti riferimento aluoghi di provenienza, sostantivi o sostan-tivazione di aggettivi facenti riferimento amestieri, caratteristiche fisiche, luoghi di di-mora e ogni altro modo che potesse con-notare la persona. Ecco allora spuntare i deNicola, de Maria, da Empoli o Piperno, Ma-strandrea o Notargiacomo, Zoppis o Rossi,del Pra o Cabianca, etc. Su questo argo-mento esiste una corposa bibliografia cuivolentieri si fa rinvio. Con una cautela ulte-riore: che spesso gli antichi addetti allo sta-to civile trascrivevano in modo opinabile no-

    mi e soprattutto cognomi: di qui il fatto,molto ricorrente, per cui due fratelli germa-ni potevano trovarsi a essere indicati concognomi leggermente diversi, per es. unodeclinato al singolare e l’altro declinato alplurale; chi scrive conserva copia di un do-cumento – non sanfeliciano – in cui il co-gnome della famiglia di un’antenata è scrit-to in tre forme diverse nell’ambito dellastessa pagina.E allora, oggi, in un mondo in cui ormai tut-ti hanno nome e cognome, qual è il valoredi quelle – se non andiamo errati – (per ora)trentasette piastrelle? Fra pochi lustri i no-mi, cognomi e soprannomi delle persone ri-cordati dall’installazione diranno poco o nul-la a chi li leggerà: nessun altro elemento peridentificarli, per ricordare un valente artigia-

    Una testimonianza storico-sociologica

    Il muro delle “nommera”di Francesco Morabito

    “Muro della nommera”

    continua a pag. 14

    continua a pag. 18

    Nomi, cognomi, soprannomi

  • IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 11Il fatto

    Ènormale che gli amministratori e i lo-ro più fidati supporter si scandalizzi-no per il fatto che questo piccolo

    giornale svolga una doverosa funzione dicritica nei confronti della Giunta Petrucci(come del resto aveva fatto con le ammini-strazioni precedenti), e che, invece, nessu-no trovi singolare che la stampa locale (webe cartacea) ne tessa spudoratamente le lo-di da quando si è insediata? Ma non c’è dastupirsi. Guardate qualsiasi telegiornale oprendete in mano qualsiasi quotidiano na-zionale e vi accorgerete che tratteranno ar-gomenti che riguardano solo ed esclusiva-mente il governo Renzi, mica quelli dei pre-decessori Berlusconi, Monti e Letta. Perchéè Renzi che governa adesso. In un Paese normale funziona così. Al Cir-ceo invece i personaggi che ci amministra-no, abituati per anni – quando stavano al-l’opposizione - a “servirsi” dei giornali localiper denunciare i “misfatti” delle giunte, tro-vano inconcepibile che questo “foglio” (co-me lo ha definito sprezzante il solito dele-gato) non continui a parlare del passato eospiti addirittura interventi dell’attuale op-posizione. Perché? Perché non accettanoche esista una voce libera e indipendenteche non sia al loro servizio e che gli facciapropaganda. Eppure, il “Centro Storico” inpassato ha sempre dato ampio spazio a co-

    loro che ora siedono nella stanza dei bot-toni senza che nessuno si sia mai scanda-lizzato. E sui fatti che pubblichiamo ogginon abbiamo mai ricevuto uno straccio direplica, forse perché non poi così lontanidalla verità. Se in questi anni ci fosse una stampa nor-male, forse avrebbe dedicato almeno unariga sulla scarsa presenza di un sindaco chepartecipa alle sedute di giunta quando glipare; si sarebbe chiesta perché i delegatisono stati nominati quasi sempre senza in-dicarne le competenze (come prevede lostatuto e come denunciava in altri tempil’attuale vice sindaco); avrebbe cercato discoprire se dietro i “traslochi” in altri ufficidi dirigenti non ci fossero intenti punitivi;avrebbe indagato sui veri motivi (inconfes-sabili?) del mancato esproprio di Villa deiQuattro Venti e avrebbe tentato di cono-scere quali insormontabili ostacoli impedi-scono l’approvazione del Piano degli areni-li. Sempre su questo tema, avrebbe incal-zato il sindaco (cui sta tanto a cuore la le-galità) a riflettere sull’opportunità di lascia-re per oltre un anno e mezzo l’incarico a undelegato indagato dalla Procura in meritoalla vicenda delle spiagge (poi rimosso in-sieme agli altri solo qualche mese fa). E ancora: avrebbe chiesto conto delle gira-volte in tema di urbanistica di due asses-

    sori, che si sono accorti della legittimità deipermessi a costruire nelle zone B soloquando sono andati al potere (prima, vota-vano sempre contro). Avrebbe denunciatol’immobilismo del Comune sul fronte dellalotta all’abusivismo, come se fosse basta-ta la parata degli ecomostri di Quarto Cal-do, peraltro non conclusa. Poi magari, se glizelanti cronisti di casa nostra si impegnas-sero come un tempo, sarebbero curiosi disapere di cosa si è parlato nelle famose ri-unioni tra gi amministratori e i rappresen-tanti della cooperativa che gestisce il por-to. C’è stato un tentativo di accordo? E sesì, quale? Ma forse è più facile titolare, co-me si fa da sei mesi a questa parte, “Il Co-mune si riprende il porto”, quando l’appro-do, si sa, è sempre saldamente in mano aiprivati. Non sarebbe male, poi, verificare sedavvero la favoletta degli impiegati in esu-bero ha avuto un lieto fine per tutti, vistoche da settimane una coraggiosa signoradenuncia sul web trattamenti discriminato-ri verso alcuni dipendenti. Meglio non dar-gli ascolto.E non era poi difficile accorgersi che la pre-sunta lista del “rinnovamento” aveva im-barcato uno che, quando faceva il vice sin-daco (dal 2007 al 2009) nella Giunta Cera-soli, non si era accorto di nulla delle primevoragini nel bilancio che hanno poi portatoal dissesto; e poi ancora un altro politico giàritenuto responsabile - insieme a Schibonie due ex amministratori - di danno erarialenei confronti del Comune. Evidentemente alCirceo fanno curriculum pure le condannealla Corte dei Conti (sia pure mediante il co-siddetto procedimento monitorio). Sarà perquesto che Petrucci l’ha “promosso” ingiunta. Tra l’altro, a denunciare gli sprechiaccertati dal Tribunale contabile in meritoad alcune consulenze esterne affidate allafine degli anni ’90, era stato un battaglieroconsigliere d’opposizione: l’attuale vice sin-daco, che ora siede in giunta proprio a fian-co del neo assessore a cui aveva fatto lepulci. Per carità, nessun imbarazzo. Per te-nere in piedi la baracca si fa questo e altro.Il rischio, però, è di cadere nel ridicolo. ■

    di Rosa L.

    Da due anni e mezzo i quotidiani locali non si occupano di argomenti scomodi per Petrucci & c

    Presenze del Sindaco … (al 13 novembre 2014)

    Sindaco in giunta- sedute 154- presenze 84- assenze 70in percentuale presenze 55%; assenze 45%

    Sindaco in consiglio- sedute 22- presenze 19- assenze 3in percentuale presenze 86%; assenze 14%

    Al Circeo gli organi di propaganda fanno comodo mentre le voci libere danno fastidio

    Una stampa per amica

    Il cane e il forestieroS ul finire della passata estate mi è capitato di incontrareun concittadino che in occasione delle ultime elezioni co-munali si era molto speso, come me e tanti altri, per laLista Petrucci, dando credito all’impegno del candidato Sinda-co di ristabilire ordine e legalità e di una capace azione ammi-nistrativa, dal momento che in ogni comizio annunciava che sa-rebbe andato a scuola assieme a tutti i candidati per imparare la materia.Quel giorno, era di domenica, passavamo entrambi davanti all’edicola di gior-nali della Cona camminando in senso contrario sul marciapiedi, e all’incontrar-si dei nostri sguardi ci salutammo con un cenno della testa e un frettoloso “ciao”,passando oltre.Subito dopo sentii però alle mie spalle ancora la sua voce, e nel dubbio che sistesse rivolgendo a me mi girai, ponendo attenzione a quanto andava dicendoa proposito dell’attuale amministrazione comunale.In effetti si rivolgeva proprio a me, e dal modo di esprimersi appariva evidentela sua volontà di avermi complice nel giudizio negativo che stava esprimendosull’argomento, essendo notorio che nell’occasione anche io mi ero impegnatoapertamente per quella lista, nella quale lui aveva uno stretto parente, tromba-to.Parlando in stretto dialetto mi stava apostrofando dicendo: “Hai visto che fineabbiamo fatto? Noi sanfeliciani siamo più stupidi dei cani”.Non capendo il nesso della conclusione gli chiesi: “Perché?”.Lui mi rispose: “Perché i cani quando vedono un forestiero gli abbaiano, noi in-vece lo facciamo Sindaco”.È solo delusione e cattiveria, o saggezza popolare?

    Angelo Guattari

  • Oggi aperto a tutti

    A solo un paio d’ore d’auto dal Circeosi trova il più antico e famoso deiparchi italiani: il Parco Nazionaled’Abruzzo, conosciuto nel mondo.La prima proposta del Parco Nazionale d’A-bruzzo fu fatta nel 1917 dalla FederazionePro-Montibus. Fu nel comune di Opi, unodei più suggestivi del Parco, che il 2 otto-bre 1921 la Federazione Pro Montibus etSilvis di Bologna, guidata dall’illustre zoo-logo professor Alessandro Ghigi e dal bo-tanico professor Romualdo Pirotta, volleistituire la prima area protetta d’Italia affit-tando dal comune stesso 500 ettari dellaCosta Camosciara, nucleo iniziale del Par-co, situato nell’alta Val Fondillo, divenutasuccessivamente una delle valli più famo-se e frequentate. Il nucleo del primo parconazionale italiano fu quindi un’iniziativa pri-vata. Nel 1923 lo Stato Italiano istituiva ilParco Nazionale d’Abruzzo, pochi mesi do-po il Parco Nazionale del Gran Paradiso.E’ proprio in questo impervio territorio, dif-

    ficilmente accessibile, dell’Alto Sangro chetrovarono rifugio l’Orso bruno marsicano,il Camoscio d’Abruzzo, il Lupo appennini-co e altre specie non meno importanti, chesi sono conservate fino a oggi. Nel dopo-guerra il Parco passò un lungo periodo dicrisi, superato a partire dagli anni ’70 gra-zie all’iniziativa del suo Direttore storico,Franco Tassi, che rimase in carica per cir-ca un trentennio.Il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Moli-se è oggi aperto a tutti e fruibile, al fine del-la conoscenza del territorio e a beneficio deivisitatori, nel pieno rispetto dell’ambiente:attività di educazione ambientale, centri vi-sita, musei, aree faunistiche e sentieri co-stituiscono un insieme organico che favori-sce le visite orientate, di gruppo o indivi-duali. Importante il flusso turistico nel Par-co, da tutto il mondo con una frazione in-ternazionale notevole: il sistema economi-co locale è incentrato sulla presenza del-l’area protetta. Questo “sistema” operantesul territorio rappresenta uno degli esempipiù avanzati e importanti di organizzazionedel turismo di scoperta ed esperienziale, e

    dovrebbe essere un esempio anche per ilParco Nazionale del Circeo e la sua comu-nità, che invece fatica a intraprendere unastrada paragonabile.Il Parco promuove e valorizza il territorio an-che attraverso conferenze, pubblicazioni, li-bri, scambi tra aree protette, coinvolgimen-to di scuole e Istituzioni, a livello nazionalee internazionale. Per proteggere si deve co-noscere: il Parco studia il territorio in modoapprofondito ed esteso a tutte le sue com-ponenti storiche, sociali, geologiche, fauni-stiche e vegetazionali; l’effettivo valore diquesti elementi può essere compreso sol-tanto attraverso l’attuazione di un articola-to piano di ricerca, i cui risultati sono poi im-piegati per stabilire i più efficaci criteri diprotezione e conservazione. Il PNALM si può visitare tutto l’anno, ma laprimavera è la stagione del risveglio e unodei momenti migliori: la varietà delle fioritu-re e degli insetti, le gemme degli alberi chepoco alla volta si schiudono, i versi e i ri-chiami degli animali che riprendono le atti-vità, il fruscio delle chiome degli alberi e l’in-finità di aromi e profumi delle essenze flo-reali, offrono mille occasioni per scoprire lanatura. In questo periodo torna l’avifaunamigratoria, nascono i cuccioli di numerosianimali tra cui lupi, cervi, caprioli e camo-sci, mentre gli orsacchiotti, nati tra gennaioe febbraio, rimangono ancora per qualchetempo a godersi il tepore della tana.Recentemente il Parco Nazionale d’Abruz-zo, Lazio e Molise ha partecipato a Bonn alterzo incontro su Natura e Biodiversità perdiscutere la partecipazione dell’Italia alprocesso di candidatura per il riconosci-mento come Patrimonio dell’Umanità alleforeste di faggio Europee. L’incontro è sta-to organizzato dal Ministero dell’Ambientedella Repubblica federale tedesca e vi han-no partecipato i rappresentanti dei seguen-ti paesi Europei: Austria, Spagna, Romania,Croazia, Albania, Ucraina, Belgio, Bulgaria,Kossovo e Slovenia. Nel corso dell’incon-tro si è preso atto dei risultati prodotti dalgruppo di esperti che ha individuato 45 si-ti in 22 paesi diversi; si è deciso che il Pae-se che guiderà il processo di candidaturasarà l’Austria ed è stata concordata una“road-map” del percorso di candidaturache dovrebbe portare all’iscrizione nella listtentative dell’Unesco entro il 1° febbraio2015 e tutti i passaggi successivi fino al ri-conoscimento previsto nell’anno 2017. Perl’Italia sono stati selezionati otto siti ricom-presi nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazioe Molise, oltre che nel Parco Nazionale delPollino, nel Parco Nazionale delle ForesteCasentinesi, nel Parco del Gargano e neiComuni di Oriolo Romano e Soriano nel Ci-mino. Tra gli Enti Parco e i due Comuni in-teressati è stato sottoscritto un protocollod’intesa, in accordo con il Ministero del-l’Ambiente, con il coordinamento delPNALM, per gestire la partecipazione ita-liana al processo di candidatura. Nelle fag-

    gete del Parco, nei Comuni di Villavallelon-ga, Pescasseroli e Lecce nei Marsi, si tro-vano i faggi più longevi dell’intera Europa.Simbolo del parco d’Abruzzo è l’Orso bru-no marsicano, una sottospecie differenzia-ta geneticamente dagli orsi delle Alpi chedunque rappresenta un endemismo esclu-sivo dell’Italia centrale. Grazie a recenti ri-cerche scientifiche si è stimata una popo-lazione di circa 50 esemplari nel territoriodel Parco e zone limitrofe. L’Orso è visibilecon un po’ di fortuna nelle escursioni ac-compagnate, ma una buona alternativa so-no le aree faunistiche, tipiche del Parco,quasi sempre adiacenti ai Centri Visita, chesono zone di territorio recintate nelle qualigli animali vivono in stato di semilibertà. Ol-tre ad avere una funzione strettamentescientifica, rivestono un importante ruoloeducativo, in quanto è possibile osservare,senza recarvi disturbo, quelle specie chesarebbe difficile vedere in libertà. Un’areafaunistica è perciò una “palestra” nella qua-le si impara a considerare, conoscere e ri-spettare una fauna unica e minacciata. Per quanto riguarda il soggiorno, il ParcoNazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise offreuna buona diversificazione delle strutture ri-cettive passando dalle diverse categorie dialberghi (da 4 stelle a 2 stelle) a una capil-lare offerta di B&B, affittacamere, ostelli,agriturismi e campeggi. Affidabilità e ge-nuinità sono le ricette per garantire un turi-smo all’insegna della qualità e dell’acco-glienza di tipo familiare. Tutte le attività e leinfrastrutture esistenti per la fruizione turi-stica del Parco hanno anche consentito larivitalizzazione di piccoli centri storici digrande valore. Diverse sono le località, i co-muni d’eccellenza e i borghi storici da visi-tare. Alcuni paesi sono molto piccoli e inposizioni incantevoli, e hanno saputo benconiugare la difesa della natura con lo svi-luppo socioeconomico.Un invito quindi a non perdere questa per-la di natura non lontano dal nostro Circeo,vale certamente un week-end o magari unasettimana di soggiorno per visitare le bel-lezze del Parco. ■

    * Regione Lazio – Agenzia Regionale Parchi

    CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 12Territorio

    di Giuliano Tallone*

    Il più antico e famoso dei parchi italiani

    Il Parco Nazionale d’Abruzzo

    Orso bruno marsicano

    Lupo appenninico

  • CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 13Ambiente

    D a ormai molto tempo il Parco Na-zionale del Circo sta trattando ilproblema della salvaguardia dellespiagge e delle dune che, oltre a essere be-ni naturalistici di straordinaria bellezza, co-stituiscono i presupposti di un’importanteparte dell’economia locale. E il problemadella tutela nasce proprio dall’uso che vie-ne fatto di questi ambienti naturali che, co-m’è noto, sono estremamente delicati e in-taccati anche da fenomeni, come l’erosio-ne costiera, che vanno ben oltre il territoriodel Parco.L’elemento di novità è ora costituito da unpossibile accordo tra pubblico e privatoproprio per la salvaguardia della spiaggia edelle dune. Negli ultimi mesi, infatti, il Par-co ha promosso una serie di incontri tra lerappresentanze degli operatori balneari equelle dei Comuni di Latina, Sabaudia, SanFelice Circeo, la Capitaneria di Porto, il Cor-po Forestale dello Stato, l’ISPRA (IstitutoSuperiore per la Ricerca Ambientale). Si èarrivati ora al dunque e nell’ultimo di que-sti incontri, svoltosi il 18 novembre scorso,sono stati presi in considerazione una se-rie di interventi di manutenzione da realiz-zarsi in collaborazione tra gli operatori bal-neari e le Istituzioni.Si tratta di un programma di misure con-crete e operative, coerente con gli obiettividi conservazione del Piano del Parco e delPiano di Gestione del Sito di Interesse Co-munitario Dune del Circeo (Piani entrambiin procedura di verifica e approvazionepresso la Regione Lazio). L’Ente Parco ri-tiene che l’applicazione di queste azionipuntuali nella loro sommatoria possano ga-rantire un innalzamento dell’attuale livello ditutela senza compromettere le attività pro-duttive autorizzate. Cinque gli ambiti d’in-tervento individuati: la pulizia ecologica del-le spiagge, la gestione delle sabbie deri-vanti da manutenzione della costa, il con-trollo delle specie vegetali alloctone invasi-ve, la diminuzione del calpestio delle dune,le opere sperimentali a terra per arginare fe-nomeni erosivi. Ciascuno di questi ambiti èdeclinato e prevede obiettivi concreti e mi-surabili quali, ad esempio, l’istituzione diuna fascia di rispetto del “piede dunale”(cioè la parte inferiore della duna che di-venta spiaggia), un diverso protocollo ope-rativo per i mezzi meccanici che operano lapulizia e la raccolta dei rifiuti, l’attuazione dipulizia manuale e selettiva all’interno di al-cune aree, il riutilizzo delle sabbie dragateper la manutenzione del sistema spiaggia-duna, la promozione dell’implementazionedel vivaio forestale nella coltivazione dipiante/essenze dunali, una nuova cartello-nistica per la sensibilizzazione dei visitato-ri e turisti.In questo quadro di operatività il Comunedi Sabaudia ha dato sin da subito la dispo-nibilità a valutare suggerimenti per la reda-zione del capitolato relativo alla pulizia del-le spiagge e in tal senso sia l’Ente Parco

    che gli operatori daranno il loro contributodi riflessione e di proposta. Tutto verrà inol-trato anche ai Comuni di Latina e San Feli-ce e l’obiettivo è quello di procedere concriteri e interventi omogenei per tutto il ter-ritorio del Parco.Ovviamente a iniziare dall’Ente Parco tuttisono convinti che questi interventi da un la-to sono certamente significativi, ma da unaltro non sono sufficienti. È dunque fonda-mentale rispristinare un confronto con laRegione Lazio e in particolare con l’ARDIS,cioè l’Ente competente per l’erosione co-stiera. L’ARDIS aveva sviluppato con il Par-co del Circeo e con il Comune di Sabaudiaun importante progetto per un interventostrutturale a difesa delle dune, intervento dicirca 3 milioni di euro che però sono stati“inghiottiti” da quelle politiche di risparmioe di taglio che la Regione Lazio ha dovutoattuare per il contenimento dei propri debi-ti. L’ARDIS, pur invitata a tutti i lavori e iworkshop realizzati, non ha ancora parteci-pato ai confronti, ma la sua presenza è datutti ritenuta ineludibile per inserire tutte leazioni puntuali che si possono attuare nel-la prospettiva di un’azione ben più di siste-ma e strutturale caratterizzata dalle tecni-che dell’ingegneria naturalistica; si è con-vinti che questa azione, in relazione alla re-cente dichiarazione di Area MAB UNESCOche riguarda anche le dune e la spiaggia delCirceo, possa essere sottoposta a richiestadi finanziamenti comunitari.Vale la pena sottolineare che sino a oggi, aparte qualche polemica esterna che lasciail tempo che trova, il confronto sulla salva-guardia del litorale del Circeo si è svolto nel-la reciproca soddisfazione dei partecipan-ti. E’ stata dunque ipotizzata la formalizza-zione del tavolo che ha sino a oggi lavora-to. Sarà la Comunità del Parco, apposita-mente convocata, a procedere in tal senso;il presupposto di questa decisione sarà unapposito accordo volontario che stabilirà gliinterventi e i tempi delle azioni che saran-no poste in essere. Questo è, infatti, il se-gno tangibile di disponibilità al confronto eall’azione comune che tutti hanno ipotizza-to e concordato. La scrittura dell’accordovolontario avverrà in forma condivisa e par-tecipata e l’istituzione del “tavolo” da par-te della Comunità del Parco sarà la ratificae la saldatura del tutto. ■

    * Presidente del Parco Nazionale del Circeo

    L’importanza delle spiagge e delle dune

    Cinque ambiti di intervento

    Sinergia tra pubblico e privato per la difesa del litorale

    di Gaetano Benedetto*

    Editoriale Propaganda elettorale 1Personaggio Aldo Ziarelli 2Politica Inutile dissesto 3Politica L’antico gioco delle tre carte 4Economia Dal muro di Berlino

    al muro di Bruxelles 5Lettere Lettere al Direttore 6Territorio Intervista all’on.le E. Patanè 7Territorio Cosa vuol dire “restaurare”? 8Sociale Contro la violenza alle donne 9Territorio Borsa nera – Nomi,

    cognomi, soprannomi 10