Ma non bastava Ippocrate? I perché della bioetica Enrico Furlan.

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Ma non bastava Ippocrate?I perché della bioetica

Enrico FurlanEnrico Furlan

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Sommario dell’intervento

Definire la bioetica

Prima della bioetica. L’etica medica tradizionale e il giuramento di Ippocrate

Perché Ippocrate non basta più? Le ragioni all’origine della bioetica

Le sfide filosofiche della bioetica

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Cos’è la BIOETICA?

Con il termine BIOETICA (“bio” = vita; “etica” =

riflessione morale) si indica l’ambito di ricerca

interdisciplinare che si propone come “studio

sistematico della condotta umana verso la vita,

esaminata alla luce dei valori e dei principi etici”.

(W. REICH, Encyclopaedia of Bioethics,Free Press, New York 1978, p. XIX)

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Gli ambiti della bioetica

1. BIOETICA GLOBALE (riflessione sui fenomeni vitali anche extra-umani)- etica ambientale- etica del rapporto uomo-animale

2. (BIO)-ETICA MEDICA (riflessione sulla vita umana in quanto oggetto di intervento medico)

2.1. Etica clinica

2.2. Etica della ricerca

3. La nuova frontiera della bioetica: l’ETICA DELLE BIOTECNOLOGIE (riflessione sui nuovi poteri di intervento sulla struttura genetica dell’uomo e degli altri organismi viventi)

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Medicina ed etica:binomio inscindibile

Medicina: pratica eminentemente tecnico-scientifica, moralmente neutra?

Fin dalle origini la medicina si è configurata come una pratica eticamente pregna

Cfr. Giuramento di Ippocrate

(→ originario framework etico-normativo minimo).

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Perché Ippocrate non basta più?I fattori all’origine della bioetica

irruzione della tecnicatecnica in medicina e biologia; scandaliscandali nella ricerca e casi inauditi casi inauditi nella

clinica; progressiva emancipazione del pazienteemancipazione del paziente e fine

del paternalismo medico; frammentazioneframmentazione dell’approccio al paziente; equa allocazione equa allocazione di risorse limitate; pluralismopluralismo morale e religioso.

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Irruzione e ambiguitàdella tecnica

I progressi della tecnica in ambito bio-medico sollevano questioni radicali, che non possono non coinvolgere tutti i cittadini, anche perché hanno implicazioni di natura antropologica (→ inizio e fine vita, genetica).

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Gli scandali nella ricerca:la denuncia di Henry K. Beecher

Noto professore di anestesiologia presso la Harvard Medical School.

In un celebre articolo denuncia molti casi di ricerche immorali: “Ethics and clinical research” in The New England Journal of Medicine, 274 (1966), pp. 1354–1360.

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Gli scandali nella ricerca (1):Willowbrook State School(1956-1966)

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Gli scandali nella ricerca (1):Willowbrook State School(1956-1966)

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Gli scandali nella ricerca (1):Willowbrook State School(1956-1966)

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Gli scandali nella ricerca (2):Jewish Chronic Disease Hospital(1963)

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Gli scandali nella ricerca (3):Tuskegee Syphilis Study(1932-1972)

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Gli scandali nella ricerca (3):Tuskegee Syphilis Study(1932-1972)

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Gli scandali nella ricerca (3):Tuskegee Syphilis Study(1932-1972)

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Gli scandali nella ricerca (3):Tuskegee Syphilis Study(1932-1972)

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Emancipazione del paziente

Fine del paternalismo medico:

* svolta storica positiva se si incontrano un medico maturo e un paziente maturo;

* fonte, in molti casi, di innumerevoli problemi (→ enorme aumento dei contenziosi legali);

* necessità di ricostruire l’alleanza terapeutica.

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Frammentazione dell’approccio al paziente

L’iper-specializzazione ha portato risultati straordinari, ma ha anche “accecato” molti sanitari che appaiono non più in grado di guardare all’intero (holon).

→ accanimento terapeutico

→ accanimento diagnostico

→ scelte terapeutiche errate

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La medicina come θεραπεία (therapèia)

θεραπεία (therapèia) = 1. Servizio, culto, onore2. Attenzione, riguardo3. Cura medica

θεραπεύω (therapèuo) = 1. essere servitore 2. onorare, rendere onore […] 5. curare, prendersi cura di…

θεράπων (theràpon) = 1. servitore2. scudiero, aiutante

LIDDLE, SCOTT, Dizionario illustrato greco-italiano, Le Monnier

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Equa allocazione di risorse limitate

Gli attuali sistemi sanitari occidentali attraggono enormi quantità di risorse, che però sono limitate.

* in base a che criteri tagliare o scegliere in tempi di crisi?

* come stabilire priorità (in alternativa ai meri tagli orizzontali)?

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Pluralismo etico

Nelle società complesse non esiste più una comune visione del mondo e del bene:

* siamo irrimediabilmente stranieri morali?

* esiste un minimo comun denominatore etico oppure il dialogo è strutturalmente impossibile?

.

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Perché la bioetica è rilevante per la riflessione filosofica più generale?

1) Ha obbligato la riflessione filosofica a confrontarsi con problemi concreti, urgenti e bisognosi di una soluzione, strappandola alle infinite (e in per buona parte sterili) discussioni metaetiche cui si era confinata nei primi decenni successivi alla seconda guerra mondiale.

2) Costringe la filosofia a mettere in discussione e ripensare o eliminare molti dei suoi concetti tradizionali (uomo, persona, diritti, vita, morte, salute, natura, medicina, dignità, ecc.) → Bioetica come “locus anthropologicus”.

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Perché la bioetica è rilevante per la riflessione filosofica più generale?

3) Richiede o di adattare-ampliare le teorie morali tradizionali (utilitarismo, teorie deontologiche, etica liberale, etica della legge naturale, ecc.) o di proporre nuovi approcci teorici (etica procedurale, etica ecologica, etica della qualità della vita, etica del futuro).

4) Sfida a individuare approcci metodologici in grado di guidare la deliberazione in tutti quei consessi interdisciplinari in cui, a vari livelli, si esplica sul piano istituzionale la ricerca di punti di riferimento normativi.

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Alla ricerca di una lingua comune:Alla ricerca di una lingua comune:I principi della BIOETICA CLINICAcome modi di attualizzazione del rispetto

beneficenzabeneficenza: impone di attuare solo trattamenti che producono benefici e di bilanciare tali benefici rispetto ai rischi e ai costi

non-maleficenzanon-maleficenza: stabilisce di evitare interventi che causano danno

autonomiaautonomia: esprime l’obbligo di rispettare le capacità decisionali degli individui autonomi

giustiziagiustizia: sancisce la necessità di un’equa distribuzione di benefici, rischi e costi